WorkHabits

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work WORK HABITS work work work work for workers work Forwork workers work work work work work work work work work work work work work work work NABA Nuova Accademia di Belle Arti Milano Relatore: Dante Donegani Costantini Alberto Matricola: 6403D A. A. 2016/ 2017

Diploma Accademico di 1° livello in Design


Studente: Alberto Costantini Relatore Tesi: Dante Donegani FacoltĂ : Triennio in Design Corso: Product Design NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano Anno Accademico 2016/2017 Nome Progetto Tesi: Future Office: WORKHABITS


Dai un’occhiata all’interno ....


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Introduzione / Brief Tesi Analisi Storico - Sociale/ Trasformazione lavoro 1980-2005 Analisi Storico - Sociale / Trasformazione lavoro 2006-Oggi Analisi Storico - Sociale / Trasformazione Ufficio Analisi Storico - Sociale/ Il lavoro moderno Analisi Sociale/ Target: I Millenials Analisi Sociale/ L’Epoca delle Partnership Future: Office Sharing?/ Scenario & Concept di Progetto Microsoft x Vitra/ Microsoft Microsoft x Vitra / Vitra Progetto di Tesi/ WORKHABITS Sitografia/ Bibliografia

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Il seguente progetto di Tesi si è sviluppato attorno ad una tematica indicataci dal nostro docente relatore: L’ibridazione. Etimologicamente parlando, per Ibridazione si può intendere, ad esempio in natura, l’incrocio tra individui vegetali o animali di razze o specie diverse, atta a produrre una nuova razza o varietà. Oppure una mescolanza di lingue, culture e azioni che a loro volta generano qualcosa di nuovo. Come si vedrà successivamente, in questo caso l’Ibridazione nasce per sopperire una necessità della nostra epoca, in continuo mutamento tecnologico e sociale. Non basta mettere due o più oggetti assieme, per creare una vera novità. Bisogna andare aldilà del mero esercizio di stile. Pensare fuori dagli schemi ed interpretare l’ibridazione come qualcosa di più di un semplice mix formale. Al giorno d’oggi si è costantemente soggetti ad esempi di Ibridazione: sociale, tecnologica, industriale, che generano non solo cose nuove, ma modi di agire e pensare che prima di essi non sembravano necessari e pensabili. Il mercato stesso chiede alla società di reinventarsi continuamente, di mescolarsi, prendere spunto da ogni dove per potersi non solo migliorare, ma sopravvivere. Ecco quindi che da questa sfida ci si è concentrati nell’ambito dell’ufficio, di come un ambiente così presente nella nostra vita sociale, potesse cambiare, migliorare l’esperienza di ogni utente e generare nuove possibilità di crescita e business.

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La trasformazione del lavoro La Prima Grande Trasformazione (1980-2005) A partire dagli anni ’80 il mercato del lavoro inizia a manifestare diversi cambiamenti che inducono gli studiosi a parlare di post-fordismo, intendendo con esso la fine della produzione di massa tipica della catena di montaggio dell’industria novecentesca. Con essa entra in crisi il mito dell’operaio-massa come operaio-macchina, che ha come compito quello di ripetere meccanicamente la stessa operazione e, per questo motivo, può essere pedina di un sistema manageriale scientifico come era quello teorizzato da Taylor e praticato dalle grandi industrie su scala internazionale.

“Col passare del tempo si iniziò a parlare di post-fordismo, intendendo con esso la fine della produzione di massa tipica della catena di montaggio dell’industria novecentesca. Era l’inizio di una nuova era”. 10


Le cause tra innovazione tecnologica e terziarizzazione Le cause di questa trasformazione possono essere individuate in due fenomeni: lo sviluppo tecnologico e la terziarizzazione dell’occupazione. Il primo fenomeno è tra i più studiati dai sociologi ed è tale da ripetersi sempre nel corso della storia dell’economia e consiste nel rapporto diretto tra innovazione tecnologica dei mezzi di produzione e sconvolgimenti nell’organizzazione del lavoro umano.

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Lo sviluppo tecnologico degli anni ’80-90, con l’introduzione del computer nella gestione della produzione ha fatto sì che l’organizzazione scientifica del lavoro, fino ad allora garantita da una minuziosa gestione spazio-temporale dei semplicissimi compiti degli operai, potesse essere gestita da un sistema informatico che governava le macchine


Questo cambiamento, possibile certo grazie ad una parallela innovazione delle macchine stesse, permetteva un aumento della produttività e allo stesso tempo un risparmio sul costo del lavoro, dettato soprattutto dalla fuoriuscita di molti lavoratori, non più necessari, dal mercato. Ciò ha fatto sì che a coloro rimasti nelle industrie manifatturiere fossero richieste competenze maggiori per poter controllare e partecipare alla gestione del nuovo sistema di produzione.

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delle macchine va un aumento à e allo stesso mio sul costo del soprattutto dalla molti lavoratori, i, dal mercato�. 13


“La new Economy è una cosa molto ser effetti. Mai nella storia del capitalismo a uno spostamento così rapido e coloss arrischiato di mezzi finanziari”. Giorgio Bocca

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La New Economy Ulteriore causa della trasformazione è stato l’affermarsi dell’economia dei servizi come settore principale nel quale il mercato del lavoro opera. In una celebre copertina dell’Economist già nel 1983 si parlava di New economy per descrivere il fenomeno del passaggio di consegne tra questi due settori dell’economia nel monopolio del mercato del lavoro. Tale cambiamento ha avuto conseguenze centrali per il mondo del lavoro moderno, concentrando sempre di più le competenze richieste al lavoratore nel campo delle competente intellettuali rispetto a quelle fisiche richieste dalla grande industria.

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Si può dunque individuare tale cambiamento come il fenomeno principale della prima grande trasformazione, ovvero l’emergere della centralità del lavoratore nei sistemi produttivi, generato dall’aumento delle competenze richieste a causa dell’innovazione tecnologica e della terziarizzazione dell’economia.

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La conseguenza che si può trarre dall’osservazione delle trasformazioni degli ultimi vent’anni del XX secolo è che si realizzarono tutte sostanzialmente all’interno del modello capitalistico proprio del secolo.

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Il sistema classico di domanda e offerta all’interno del mercato del lavoro fece sì che molti lavoratori passassero dal settore manifatturiero al settore dei servizi, o, peggio, venissero espulsi dal mercato.

I mezzi di produzione anche in questi settori, restano quasi totalmente nella proprietà dell’imprenditore, e non potrebbe essere altrimenti poiché il capitale fisso è caratterizzato ancora da un elevato prezzo.

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lly “L’economia dei servizi degli anni ’90 e dei primi anni 2000 è caratterizzata infatti dal predominio della categoria giuridica della subordinazione, forma contrattuale propria dell’industria novecentesca”. 17


“La trasformazione che il mondo del lavoro ha subito in questo arco di tempo è stata sicuramente fondamentale e ha delineato uno scenario molto differente da quello del fordismo, ma allo stesso modo il post-fordismo così come si è sviluppato non è stato protagonista di una rivoluzione socio-antropologica come quella che viviamo oggi, poiché non ha determinato uno stacco marcato dal modello novecentesco”.

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Se quindi da un lato vi è un maggior riconoscimento delle competenze individuali, soprattutto in certi settori della manifattura di precisione e nel terziario avanzato, dall’altro giĂ negli anni ’90 si inizia a parlare di un fenomeno di cui oggi si discute molto, come se fosse contemporaneo: la polarizzazione del lavoro.

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“Se viene messa in crisi la dipendenza del lavoratore dai mezzi di produzione dell’imprenditore inizia a crollare drammaticamente tutto un modello�.

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E’ il periodo successivo al 2005 che, attraverso la diffusione della rete internet sugli smartphone, si può considerare la connettività come una azione esercitabile da ogni essere umano in (quasi) tutti i luoghi . Non si tratta della data di lancio del primo smartphone (che risale ai primi anni ’90) ma dell’anno in cui si può notare l’inizio del calo dei costi di utilizzo del web su mobile e allo stesso tempo del miglioramento delle prestazioni, in modo che la connettività di un device portatile era diventata pressoché quella di un pc.

“L’Occidente saprà rinnovarsi? Oppure un continuo sovvertimento interno finirà semplicemente per accelerare la propria fine e/o la propria subordinazione ad altre civiltà economicamente e demograficamente più dinamiche? “. Samuel P. Huntington

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L’era della condivisione Infatti è la proprietà dei mezzi di produzione che impone un determinato luogo di lavoro ed un determinato orario, in quasi tutte le professioni.

“Il fatto che la maggior parte delle attività lavorative possa essere svolta attraverso uno strumento elettronico connesso alla rete, e che attraverso di esso, attraverso la tecnologia cloud si possa entrare in possesso e modificare la totalità delle informazioni necessarie per svolgere la propria attività ha una portata rivoluzionaria”. L’economia della conoscenza non è più una componente centrale nel lavoro dipendente, come poteva essere nei sistemi industriali più avanzati fino all’inizio del XXI secolo, ma acquista uno spazio proprio nel mercato del lavoro creando figure che non possono essere chiaramente qualificati né come lavoratori dipendenti né come lavoratori autonomi e che richiedono una adeguata riflessione da parte della giurisprudenza per individuare una forma contrattuale che risponda a tali novità.

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“Il cambiamento quasi mai fallisce perché si fa troppo presto. Fallisce quasi sempre perché si fa troppo tardi”. Seth Godin

A ciò si aggiunge come attraverso lo sviluppo di attività imprenditoriali legate all’uso di internet e degli smartphone, il capitale fisso necessario per avviare un proprio business spesso venga ridotto, poiché si modifica completamente la richiesta di servizi da parte di consumatori.

In generale il modello dell’e-commerce si pone come una rivoluzione del sistema della domanda di beni, per cui non vi è più un canale diretto tra produttore e mercato, ma questo viene mediato da una piattaforma tecnologica che diventa centrale nel processo di vendita ma che può essere creata e gestita senza il possesso dei mezzi di produzione industriale, ma solamente di quelli tecnologici.

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Questi due fenomeni socio-economici, tra loro strettamente legati, scardinando la logica della subordinazione, contribuiscono ad una crisi irreversibile del paradigma fordista e, nei suoi limiti sopra descritti, aprendo ad una nuova fase che ancora non possiede un nome.

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Le Sfide future La portata del cambiamento e le sfide future Questi trends della seconda grande trasformazione prenderanno sempre più la forma di una rivoluzione sociale e antropologica.

Si può quindi leggere questa fase come una rinnovata centralità della persona del lavoratore che, grazie all’utilizzo della tecnologia, può dare spazio alle proprie inclinazioni professionali e alle proprie competenze, e allo stesso tempo, grazie alla condivisione che essa consente, di accrescere sempre di più tali competenze.

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L d parad socio-eco Questa fase di transizione però non si può attraversare senza numerose fasi critiche. Infatti la crisi di un paradigma socio-economico, a differenza di uno scientifico, ha un diretto impatto sulla vita degli esseri umani, e questo impatto inizia ad essere sotto gli occhi di tutti. Una numero sempre piÚ grande di professioni e mestieri viene reso obsoleto dallo sviluppo tecnologico, principalmente nel settore manifatturiero ma anche in quello dei servizi.

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La crisi del digma ono31


Lo spazio che le tecnologie aprono alla persona nel suo approccio al mondo del lavoro infatti, consentono sì una maggiore libertà di iniziativa, ma allo stesso tempo richiedono una maggiore responsabilità in quanto la garanzia di una occupazione sarà la prassi in sempre meno settori e sempre più sarà centrale la capacità di monetizzare le proprie competenze.

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Contrariamente a quanto si potrebbe dedurre da questa descrizione effettuata, la responsabilità che le tecnologie affidano alla singola persona non devono condurre ad un modello individualista. L’utilizzo collettivo della rete internet, la condivisione di informazioni, lo scambio e la funzione gratuita di informazioni che fino a poco tempo fa erano considerate private sta conducendo verso un modello economico che ha nella socialità la sua dimensione principale.

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Da qui pratiche come il coworking e il crowfunding si sono sviluppate a partire da questa seconda fase della trasformazione lavoratica, che quindi presenta indubbiamente ampi spazi a modelli sociali non-individualisti.

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“Da ambienti monotoni e ripetitivi il mondo dell’ufficio si è trasformato radicalmente assieme alla società. Gli spazi del lavoro sono diventati luoghi di scambio, di collaborazione informale, sorta di spazi pubblici vocati alla contaminazione delle idee e della parola”.

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L’interno moderno: l’ufficio Il progetto funzionale e coordinato dell’ufficio si sviluppa a cavallo tra il XIX e il XX secolo. La razionalizzazione dello spazio destinato al lavoro terziario sembra, infatti, seguire le stesse logiche di organizzazione industriale di stampo fordista. L’ufficio è considerato in questi termini uno dei primi esempi d’interno moderno, dove il progetto dello spazio segue, pressoché esclusivamente, le sue funzioni a discapito di un fattore stilistico o estetico.

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L’inio della razionalizzazione L’immagine ottocentesca dell’ufficio, rappresentata da polverose e pesanti scrivanie di legno, si trasforma in uno spazio asettico e razionale, obbligato dall’espansione economica occidentale della metà del XIX e bisognoso di spazi destinati agli uffici e alle amministrazioni sempre più grandi.

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E’ da queste premesse che è possibile individuare quattro elementi chiave che determineranno l’evoluzione degli interni degli uffici per tutto il XX secolo, sino ai giorni nostri.


“L’ufficio non è un’istituzione stupida; si direbbe che appartenga più al campo del fantastico che a quello dello stupido”.

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Frank Kafka

Il primo elemento riguarda la distinzione tra le postazioni operative e gli uffici dirigenziali, caratterizzate dalla dualità: funzionalità (standard) e rappresentanza (su misura).

L’impostazione fordista (la catena di montaggio) di fine Ottocento fu trasposta negli uffici amministrativi con la settorializzazione delle mansioni lavorative divise “per dipartimenti”. Gli interni degli uffici vennero riorganizzati in grandi open space, arredati con sistemi standard di scrivanie simmetricamenteaffiancante, il cui scopo era quello di controllare la produttività e l’efficienza dei lavoratori.

Ma se per gli architetti modernisti europei a cavallo tra le due guerre, la standardizzazione rappresentava un mezzo attraverso il quale democratizzare il progetto di spazi e oggetti, negli Stati Uniti, designer come Raymond Loewy e Norman Bel Geddes (provenienti dal mondo pubblicitario) la applicarono in maniera differente, lavorando per aziende specializzate in sistemi coordinati per gli uffici.

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Al fianco del “reparto standard”, prese piede anche l’ufficio di rappresentanza, la versione più elitaria. Interni coordinati, dove l’utilizzo di materiali pregiati, arredi disegnati su misura oppure da un catalogo, giocavano un ruolo importante non solo nella costruzione dell’atmosfera ma anche nella comunicazione dell’azienda verso gli ospiti ricevuti.

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La conquista del metallo Il secondo elemento fondamentale fu l’introduzione dell’uso del metallo nell’arredamento degli uffici, che ne rafforzò l’aspetto moderno, avvicinandoli maggiorente alle fabbriche più che agli interni domestici. La necessità di proteggere le elevate quantità di carta archiviate dal fuoco e la diffusa abitudine di fumare negli uffici, fece si che questo materiale prese sempre più spazio all’interno degli arredi. Ne è un esempio il quartier generale della Johnson Wax, dove Frank Lloyd Wright progettò un interno coordinato che comprendeva non solo gli spazi ma anche scrivanie e sedie operative, che l’azienda Metal Office Furniture Company (poi Steelcase Inc.), produttrice dal 1912 di arredi in metallo e scelta dall’Architetto, realizzò come un vero progetto contract, subappaltando la realizzazione di tutte le componenti non metalliche ad altre aziende.

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“Pensare semplice come era solito dire il mio vecchio maestro - significa ridurre l’intero delle sue parti ai minimi termini, tornando indietro ai primi princìpi”. Frank Lloyd Wright

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Ambienti produttivi, rendimenti migliori Il terzo elemento fondamentale riguardò l’ottimizzazione del lavoro attraverso il progetto dello spazio e degli oggetti. Nello sviluppo degli ambienti produttivi, i datori di lavoro capirono che il rendimento dei propri impiegati era strettamente legato al comfort, così cominciarono a prendere in seria considerazione la progettazione degli spazi di lavoro e lo studio dell’ergonomia, con intenti mirati a migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro, delle attrezzature e degli arredi che lo componevano. L’ottimizzazione del lavoro e l’aumento del rendimento produttivo, così come le ricerche nel campo del design, portarono alcune menti visionarie a immaginare e produrre elementi comodi, aggiustabili e personalizzabili, ma dotati di una visione di modularità e ordine adatti all’ufficio e al commercio. Le grandi protagoniste di questa spinta furono le aziende statunitensi Herman Miller, ICF, Haworth, Knoll e Steelcase.

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Good design is good business Il quarto elemento fu introdotto a partire dal Dopoguerra, con l’integrazione e la coordinazione degli interni rispetto alle architetture che li contenevano. Architetti e designer americani come Charles e Ray Eames, Eero Saarinen, George Nelson, Harry Bertoia, Alexander Girard, e Hans e Florence Knoll furono i principali protagonisti di un rivoluzionario processo di rielaborazione dei principi modernisti all’interno degli spazi aziendali. “good design is good business” di Florence Knoll per la Knoll International e il lavoro degli Eames per la Herman Miller, due approcci decisivi per la storia del design, con una vasta produzione focalizzata sulla ricerca e lo sviluppo di prodotti e servizi per l’ufficio.

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Gli anni ‘60 e ‘70 : dalla plastica e colori sgargianti al Radical Design Con le linee guida tracciate gli anni prima la vera rivoluzione riguardò principalmente l’utilizzo di nuovi materiali e colori. Sul finire degli anni ’60, infatti, si sviluppò la tendenza ad una progettazione in contrasto con la società consumistica e contro la serialità e quindi a favore della creatività, dove l’uomo deve creare intorno a sé un ambiente funzionale al senso della propria vita. Gli interni si vestono di colori sgargianti e l’uso della plastica e di altri ritrovati scientifici erompe nella società, modificandone gli stili e le abitudini. I mobili, più appariscenti e sensuali, tendono a svecchiare gli ambienti e a portare una ventata di nuovo negli uffici. Nei primi anni ’70, invece, la tendenza all’opposizione, nata sulla scorta delle lotte politiche e studentesche del ’68, si esplicitò nel Radical design. A differenza di questa, almeno nell’arredamento per ufficio

In questo contesto Designer come Ettore Sottsas giocarono un ruolo fondamentale per concepire l’ufficio moderno, variando da elementi formali tipici del Radical Design, a nuovi concetti progettuali come il Sistema 45 o la sintesi 45, comprendente oltre a una vasta gamma di scrivanie, sedie, armadi, scaffali, armadi, divisori mobili anche acccesssori come i vassoi telefonici clip-on e porta ombrelli “. Troppo lungimirante, il Sistema 45 trovò una notevole resistenza commerciale, con alcuni critici che suggerirono che “lo stato d’animo in cui fu progettato l’arredo fu in molti modi più interessante del prodotto stesso”.

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Anni ‘90 - Oggi : Tutto si ripete, ma ibridandosi Sul finire degli anni ‘80 e con gli anni ’90 tornò prepotentemente la corrente funzionalista, da un lato, e un filone più espressivo dall’altro. Una contrapposizione che una volta mescolata avrebbe caratterizzato il gusto del ventennio successivo, sino ai giorni nostri. Con la fusione fra i due stili, brand come Vitra richiamano il funzionalismo non in quanto tale ma solo come racconto, assieme all’espressività dei materiali e dei colori. E come diceva Giambattista Vico, tutto si ripete.

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“Gli uffici diminuiscono e g in luoghi di incontro: ques del futuro modo di lavo colleghi, superiori, soci e c spazio interno di un’azien vengono abbattuti i muri ma viene anche cambiato da rendere lo spazio piĂš

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gli spazi vengono convertiti sta è la filosofia alla base orare e collaborare con clienti. Di conseguenza, lo nda si trasforma: non solo in favore di spazi aperti, o l’arredamento in modo “cool” per agevolare gli

eatività e l’innovazione”.

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La trasformazione del lavoro Da luogo fisso a luogo mobile Se il telelavoro, alla fine degli anni Novanta, ha rappresentato una prima rivoluzione nel modo di lavorare, oggi ci stiamo avvicinando verso una nuova frontiera, quella dell’ubiquous work – ossia del lavoro che può essere svolto in qualsiasi luogo e orario. Non si tratta più di lavorare, totalmente o parzialmente, da casa o da un altro ufficio in remoto, ma riguarda la possibilità di poter scegliere il luogo e il tempo di lavoro grazie all’alto grado di mobilità e connessione degli ultimi dispositivi high-tech.

“Accendi il cervello. Le nuove idee nascono guardando le cose, parlando alla gente, sperimentando, facendo domande e andando fuori dall’ufficio!”. 50


Nuove possibilità Si può lavorare da casa o in ufficio, o in luoghi terzi, che possono essere quelli messi a disposizione dall’azienda, i cosiddetti “in between spaces” dotati di scrivanie, connessioni internet, telefoni, fax e stampanti – o quelli liberamente scelti dai lavoratori , come le biblioteche, caffetterie, parchi ecc.

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Questa facoltà di scelta avrebbe il vantaggio di dare ai datori di lavoro una maggiore flessibilità nella pianificazione delle attività lavorative, e ai lavoratori di modellare i propri tempi e luoghi di lavoro sulla base dei propri stili e necessità di vita. In linea generale, vi sarebbe un uso più efficiente e flessibile della forza lavoro, una riduzione nei consumi di energia e dei costi di affitto degli uffici, e un incremento nella produttività.


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Da luogo di lavoro a luogo di incontro Questo nuovo anytime-anywhere work supera dunque quei limiti spaziali del tradizionale “luogo di lavoro” rendendo più arcaica l’idea di “andare al lavoro” sostituendola con la pratica sempre più diffusa di “connettersi al lavoro”. Tuttavia, il passaggio all’ubiquous work non implica la scomparsa dello spazio fisico dell’ufficio ma piuttosto il fatto che non esisterà più nella sua forma convenzionalmente intesa e cioè quella del luogo in cui i lavoratori si recano quotidianamente per svolgere la propria attività lavorativa.

Dal momento che i computer portatili e i dispositivi tecnologici personali, abbinati al Web 2.0, sono già in grado di essere il vero e proprio ufficio, nel futuro, il posto di lavoro non sarà più il luogo in cui lavorare ma quello in cui incontrare, da un lato, colleghi e superiori, e dall’altro, soci e clienti. 53


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Il luogo di lavoro diventa dunque un “hub� al centro di una fitta rete di relazioni strette con un’ampia e variegata gamma di soggetti interni ed esterni (produttori, fornitori, clienti, soci e anche concorrenti) tutti egualmente importanti per rimanere competitivi nel futuro mercato.

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Da luogo di conflitto a luogo di collaborazione La collaborazione online ha in parte sostituito l’interazione quotidiana face-to-face, creando una nuova forma di comunicazione, l’interazione virtuale, che ha dimostrato di avere diversi aspetti positivi. sostituire le strutture gerarchiche con interazioni di tipo “orizzontale”; tempi decisionali più veloci; maggiore capacità di adattamento alle esigenze del presente e una migliore capacità di reazione ai cambiamenti; una comunicazione più condivisa che arricchisce il singolo e il gruppo.

La fine dei sindacati Se da un lato questa vicinanza rafforza il senso di appartenenza all’azienda e alla cultura aziendale, dall’altro, indebolisce il ruolo di intermediazione che fino ad oggi ha svolto il sindacato di fronte al tradizionale conflitto imprenditore-lavoratore: se virtualmente le due parti collaborano, i toni conflittuali diminuiscono e con essi la ragione di esistenza dei sindacati.

Grazie agli strumenti di cooperazione on-line, ogni dipendente disporrà di una maggiore possibilità di esprimere la propria opinione, partecipare al processo decisionale e agli obiettivi aziendali. Il potere decisionale, tradizionalmente nelle mani del comitato esecutivo, verrà gradualmente decentrato: i lavoratori saranno sempre più “co-produttori” anziché semplici “esecutori”.

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Questi ultimi devono dunque ripensare al proprio ruolo e alla loro dimensione collettiva partendo dalla constatazione che l’uso delle nuove tecnologie sul posto di lavoro ha creato molteplici reti che, oltre ad esprimere una vasta gamma di interessi, trascendono i confini aziendali.

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Le reti e le nuove tecnologie delle comunicazioni sono uno dei molteplici fattori di cambiamento del futuro del lavoro ma, più di altri, stanno creando un nuovo luogo di lavoro che diventa uno spazio comune, fisico e virtuale, del sapere, confronto e collaborazione. Riconoscere tale tendenza in atto è necessario per prepararsi al futuro del lavoro che, per certi aspetti, è già radicato nel presente.


IL LAVORO moderno MODERNO

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O MODERN (oggi) O (OGGI)

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Il posto di lavoro come lo abbiamo sempre immaginato non esiste più ed è soprattutto, soggetto a ben altri cambiamenti. Il posto fisso è crollato insieme al suo caposaldo più inamovibile: il microcosmo della scrivania personale, lascia nuove opportunità a creative forme di organizzazione per gli spazi del lavoro. Siamo i nuovi nomadi: i nomadi del lavoro e abitiamo il workplace.

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Il lavoro ai giorni nostri I Nomadi Digitali Una specie fornita di equipaggiamento standard di sopravvivenza che gli permette di lavorare in modo autonomo e indipendente: zaino, laptop, caricabatteria, tablet, smartphone, penna e Moleskine. Nei luoghi di lavoro dove lavorano non lasciano tracce: occupano una postazione libera, aprono il laptop, inseriscono la password Wi-Fi dell’azienda e lavorano – alla fine della giornata la disconnessione, chiudono; restano nella memoria dell’azienda soltanto tramite password e accessi a server on-line.

“Non ci si accontenta più di seguire i percorsi tracciati dal “sistema”, ma vogliamo riappropriarci della nostra esistenza per viverla come desideriamo”. 62


ln continua evoluzione Ripensare gli spazi per cogliere la trasformazione in atto verso strutture aziendali piĂš snelle. Il lavoro di gruppo diviene sempre piĂš centrale, con le relative esigenze di condivisione in termini di postazioni (singole, isole, open space) e, soprattutto, di spazi riunione;

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il luogo di lavoro va interpretato in modo diffuso dato che computer portatili, tablet e wi-fi hanno letteralmente liberato le persone dalle proprie scrivanie. L’utilizzo degli spazi diventa flessibile, con lounge e salottini che si trasformano in spazi di lavoro o interazione al pari della postazione o delle sale riunioni tradizionali.


Il benessere psicofisico è la nuova frontiera di sviluppo del workplace sia in chiave di responsabilità aziendale sia per migliorare produttività e relazioni. Occorre quindi non solo identificare soluzioni impiantistiche sempre più integrate e innovative con costi e impatto ambientale sempre minori ma mettere realmente l’uomo al centro pensando in termini di qualità della vita globale e non solo di luce o clima.

L’ultimo passo risiede nell’evoluzione della comunicazione: trasformare i propri dipendenti e collaboratori nei primi promotori dell’azienda, rafforzando il senso di appartenenza e avvicinando l’azienda alle persone, attraverso la comunicazione della sua storia e dei suoi valori. Ecco perché il brand design entra a pieno titolo nella progettazione per trasformare gli uffici da luoghi di lavoro a espressione dell’identità dell’azienda.

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La futura classe dirigente I Millenials La generazione dei Millennial, figlia della generazione X e nipote di quella dei Boomer, oggi è sta diventando adulta e costituisce un osservatorio privilegiato per capire in quale modo sta crescendo la nostra società futura. I Millennials sono la generazione di utenti (denominata anche Generazione Y) nati tra il 1980 ed il 2000, i quali attualmente si trovano nella fascia d’età 15-35 anni. La caratteristica più evidente è che sono la prima generazione della storia che nella propria età adulta presenta dimestichezza con la tecnologia digitale e conosce spontaneamente i codici della comunicazione digitale.

“Una generazione ottimista verso il futuro ma che non crede nelle istituzioni e che costruisce il proprio vissuto attorno alle proprie reti sociali”. 68


Perchè si parla di Millenials Perchè sono la prima generazione di iperconnessi e vengono detti la generazione delle tre C: sono sempre connessi alla rete e al mondo (Connected); sono aperti al cambiamento (open to Charge) e hanno voglia di avere visibilità e di emergere (Confident). I Millennials sono una generazione globale, curiosa e flessibile, che ama il cambiamento e trova strade diverse per risolvere i problemi. La loro filosofia è quella della condivisione, determinazione e desiderio alla realizzazione personale. Questa generazione, dunque, è addentrata nell’ambito della comunicazione ed è cresciuta con un metodo educativo tecnologico e neo-liberale, figlio delle trasformazioni avvenute negli anni ’60.

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Si parla sempre di più di questo target perché, solo negli USA, i Millennials hanno superato in numero gli appartenenti alla Generazione X, e sono in questo Paese oltre 80 milioni di persone, cioè più di 80 milioni di potenziali clienti per i brand del mondo consumer. Inoltre, secondo un report del 2014 di eMarketer, nel 2020 il totale della spesa annuale da parte dei Millennials in USA sarà di 1,4 trilioni di dollari.


Target Millenials: lo sviluppo dei clienti selettivi. La situazione economica attuale di recessione non permette più d’acquistare prodotti come solito fare dalle genrezaioni precendeti: i Minnenials fanno shopping in modo più selettivo rispetto alla generazione precedente perchè il loro potere d’acquisto è diminuito e la loro consapevolezza è aumentata. il 70% dei Millennials e addirittura il 100% della Generazione Z entra nei negozi con lo smartphone in mano. Cosa significa? La risposta è semplice: sono pronti a fare un confronto online dei prezzi, a verificare le caratteristiche dei prodotti o semplicemente a scattare delle foto da condividere con i loro contatti.

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“Comprano non per avere ma per essere. Acquistano o utilizzano servizi, non per soddisfare i loro bisogni, ma per costruire una loro identitĂ . Devono apparire, far parte del branco e per sentirsi integrati acquistano determinati articoli. Ad ogni prodotto/servizio corrisponde uno status symbolâ€?. Wired Magazine

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“I Millennial hanno un rapporto speciale con le tecnologie. Non sono tutti tech-savvy, nel senso che non tutti sanno cosa succede “sotto il cofano” dei loro gadget ma hanno un tipo di attaccamento particolare al potere comunicativo di questi nuovi strumenti tecnologici”. Lee Raini

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Soddisfare le nuove richieste In un mercato sempre più saturo, in cui i prodotti sono sempre più simili e in cui il consumatore è sempre più evoluto e meno fedele alla marca, le aziende hanno la necessità di spostare l’attenzione del consumatore su altri elementi, come l’esperienza di consumo. Il focus passa da un’economia di prodotto ad un’economia basata sull’esperienza. In quest’ottica le aziende sono obbligate a diventare “fornitori” di emozioni ed esperienze. E da questa necessita che è nato il marketing esperienziale, ovvero quella strategia che si basa più sulle esperienze di consumo che sul valore d’uso dei prodotti. Oramai a creare valore non concorre solo il prodotto in sé, ma anche l’esperienza che permette all’utente di viverli. Il consumatore è alla ricerca delle emozioni e delle sensazioni che i prodotti possono suscitare. Non si vendono più solamente scarpe da ginnastica, ma si vende la cultura dello sport e dell’attività fisica e del benessere che ne consegue. Il prodotto diventa sempre di più la forma attraverso cui comunicare un messaggio culturale l’Esperienza dev’essere ricca di sensazioni ed essere creata ad hoc sul cliente, garantendogli un valore personale. Diventa quindi sempre più importante la personalizzazione dell’offerta e l’instaurazione di una relazione con il cliente.

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Spazio all’esperien Product experience (caso studio DriveNow) In un mercato agguerrito come quello del vehicle sharing, dove per esempio in una città come Milano (in prima linea nella messa in opera di servizi di mobilità condivisa alternativi ai mezzi pubblici e ai mezzi privati)non è per nulla scontato emergere, come ha fatto DriveNow a ritagliarsi uno spazio cosi importante? “In questi giorni cade proprio il primo compleanno milanese di DriveNow, servizio di car sharing frutto della joint venture tra BMW e SIXT SE. Un servizio che ha cercato di differenziarsi dall’offerta già in atto puntando proprio sui mezzi: Mini Cabrio e BMW Serie 2 Cabrio sono due auto che normalmente non ci si aspetterebbe di trovare in un servizio di auto condivisa. Non solo, nel corso di quest’anno DriveNow ha puntato anche sull’ampliamento della flotta con 20 auto elettriche BMW i3, per venire incontro alle esigenze di chi vuole muoversi a emissioni zero”. Non solo mezzi, contano anche le funzionalità avanzate in un buon servizio. Interessante ad esempio è Handshake: l’app DriveNow è in grado, infatti, di mettere in contatto i clienti che stanno cercando un parcheggio con quelli che cercano un’auto, organizzando un ‘scambio al volo’, senza necessità per i primi di lottare per un parcheggio e con la possibilità per i secondi di vedersi recapitare un auto come se si avesse un maggiordomo. Il tutto con anche un effetto positivo sul traffico urbano, che vede nelle auto in cerca di parcheggio una voce importate tra i veicoli in circolazione e soprattutto tra quelli che creano rallentamenti. E il raggiungimento, a livello globale, di un milione di utenti totali, è la prova conclamata che fornire un’esperienza oltre al prodotto funziona.

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Product experience (caso studio HBO) Costrure un ponte digitale tra ESPERIENZA e Prodotto. -HBO ha 28 milioni di abbonati nei soli Stati Uniti, pur non avendo una relazione diretta con loro: l’utente si relazione tramite fornitori di servizi via cavo e satellitari. Ma nel prossimo futuro non conoscere i propri clienti sarà un vero e proprio suicidio, poiché in questo caso, per competitor come Hulu, Netflix, YouTube sarà facile appropriarsi e sostituire l’attuale esperienza della televisione online.

Tramite la creazione di un’ esperienza (HBO GO), l’azienda, quando un nuovo cliente si registra all’App, sa esattamente chi è. Da questo ne consegue un aspetto molto importante, poiché non solo HBO stringe una nuova relazione con i clienti, ma forgia una connessione che rivela montagne di Dati su come gli utenti utilizzano il servizio e quali programmi guardano.

Costruire un’esperienza di prodotto quindi porta il riconoscimento delle abitudini degli utenti, informazioni essenziali per migliorare ulteriormente i servizi e i comportamenti di ogni azienda. D’altra parte l’utente creerà una connessione con il brand e aumenterà il suo valore percepito, portandolo a scegliere quello a discapito di altre aziende.

“L’esperienza è una nuova tipologia di offerta che si va ad aggiungere a comodità, beni e servizi”. B. Joseph Pine e James H. Gilmore

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“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo.” Henry Ford

In un’ epoca in cui gli strumenti gratuiti sono usati da sempre più aziende (anche al di fuori del proprio settore), bisogna muoversi in fretta; ma non si può farlo in fretta se si è soli.

Per questo motivo il potere delle Partnership, che oggi è una fonte di vantaggio competiva , ben presto diventerà indispensabile per fare business. Un’ azienda capace di identificare rapidamente i partner più intelligenti ed efficaci per lo sviluppo, la progettazione, la distribuzione e il marketing è l’azienda che vincerà. Sarà necessario anche avviare partnership strategiche con i competitori più temuti, se si vogliono ottenere risultati che contano.

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L’unione fa la forza Sebbene la pratica del co-branding (brand partnership)esista da molti anni, negli ultimi tempi si è avuto un netto aumento dei prodotti commercializzati con questa tecnica. Il co-branding consiste nell’utilizzo di entrambi i nomi di marca consolidati di due imprese diverse per lo stesso prodotto. Nella maggior parte delle situazioni di co-branding, un’impresa ottiene in licenza una marca famosa da un’altra impresa per usarla in combinazione con la sua. La strategia presenta numerosi vantaggi. Poiché ciascuna marca riveste un ruolo dominante in diverse categorie di prodotto, la combinazione dei due nomi di marca esercita un richiamo più ampio sul consumatore e genera un VALORE di marca superiore. In più consente all’impresa di estendere la propria marca in una categoria che, senza il sostegno dell’altra impresa, risulterebbe difficilmente accessibile.

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“E’ finita l’epoca delle Partnership difese per assicurarsi che nessuno ci resti male”.

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Caso studio 3 (Supreme) Le partnership possono anche cambiare per sempre in positivo un brand. L’esempio del Lifestyle Brand Supreme fa da padrone. Fondata da un imprenditore con un solo negozio per skater a New York, 23 anni fa, oggi è uno dei più importanti, se non il più importante, marchio di streetwear, oggetto di un culto come poche altre società di moda al mondo, e che negli ultimi anni ha avuto un aumento di popolarità con pochi precedenti. La difficoltà nell’acquistare prodotti Supreme ha aumentato la fama di marchio esclusivo: «non può competere per dimensioni, ma può farlo per quanto è figo», scrisse Racked. Quello di produrre relativamente pochi capi, che puntualmente vengono esauriti pochi minuti dopo la messa in vendita online, è un modo per evitare che il sempre crescente successo di Supreme faccia stufare la gente, che si potrebbe allontanare dal marchio nel momento in cui diventasse di massa.

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“Supreme non pu può farlo per qua www.racked.com


uò competere per dimensioni, ma anto è figo”. Ed è in questo schema di vendita che Supreme ha fatto delle Partnership, il suo punto forte, reinventanto completamente la propria immagine: questa strategia, unita al metodo “see now-buy now”, è riuscita a creare di volta in volta un’enorme Hipe ( e di conseguenza un’esculisività elitaria) tra gli utenti e grazie ad una serie di collaborazioni tra cui le più note con Luis Vuitton, Levi’s, Come des Garçons, North Faces, Nike, Lacoste, Air Jordan, hanno permesso al brand di cambiare completamente, diventando non solo una semplice scelta di acquisto d’abbigliamento, ma uno stile di vita in cui riconocersi, aumentandone esponenzialmente il valore percepito e di conseguenza il valore dell’azienda stessa ( 1 miliardo di dollari).

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Futuro: Offi ro: Office Office Sha

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Esistono nuove strade per l’Office Design? Ad oggi quindi non basta più produrre un oggetto ed immetterlo nel mercato. Gli utenti esigono “intrattenersi”o, meglio dire, avere uno scopo per utilizzare ciò che si paga e vuole riconoscersi nei valori del brand che lo propone, ed esserne parte integrante. Quindi come si può attuare questo nuovo meccanismo in un settore cosi presente nelle nostre vite, ma ancora cosi ancorato ad un vecchio modo di fare business come l’arredamento d’ufficio, basato sulla produzione sterile di arredi e la vendita contract? Come si è visto in precedenza, il mondo dell’ufficio è cambiato radicalmente nel tempo, specie nell’ultima decade dove l’utente ha tolto le “catene” dal cubicolo e si è spostato in altre realtà come i coworking, i bar o la propria casa, generando un forte spostamento del mercato e al tempo stesso perplessità: ci si domanda se questi nuovi “fenomeni sociali” siano una bolla speculativa o realmente, come da statistiche, si è surclassata la visione dell’ ufficio aziendale e di conseguenza anche il modo di concepire gli arredi e spazi, non più vincolati a quelle esigenze. Lo conferma anche lo stato delle aziende produttrici di arredi del settore, che iniziano ad arrancare, generando di anno in anno una copia stilistica dello stile tracciato dai Top Brand del design anni prima, rivisitandone solo l’aspetto formale, ma che non provoca mai una vera novità.

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“Quindi in un mercato saturo, dove ogni brand sembra essere uguale e privo di novità, esiste una nuova idea, un nuovo concetto per valorizzare non solo i prodotti già in produzione, ma il brand stesso? Un concetto che possa andare al di là della forma, ma trasmettere i valori di un brand, e di ispirare successivamente nuove strade da percorrere, non relativo all’arredo d’ufficio, ma focalizzato sul come vivere il lavoro? ”. 89


Microsoft soft x Vitr Microsoft

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1975 Microsoft: le origini

Microsoft ha sede a Redmond nello Stato di Washington (Stati Uniti) ed è una delle più importanti aziende d’informatica del mondo, una delle più grandi produttrici di software al mondo per fatturato, nonché anche una delle più grandi aziende per capitalizzazione azionaria, superiore ai 500 miliardi di dollari nel 2017. Denominata al momento della sua fondazione a opera di Bill Gates e Paul Allen “Micro-Soft Company” il 4 aprile 1975, mantenne questo nome fino al 25 giugno 1981, quando cambiò in Microsoft Inc. per poi cambiare nuovamente nel 1983 per assumere l’attuale denominazione. Microsoft sviluppa, produce, supporta e vende, o concede in licenza, computer software, elettronica di consumo, personal computer e servizi. I suoi prodotti software più noti sono la linea di sistemi operativi Microsoft Windows, la suite di produttività personale Microsoft Office e i browser Internet Explorer e Edge. In ambito hardware invece i suoi prodotti più conosciuti sono la console Xbox e la famiglia di prodotti Microsoft Surface.

“Ci saranno due tipi di imprese nel XXI secolo. quelle che sono su internet e quelle che non esistono più”. Bill Gates

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ln continua evoluzione I suoi prodotti principali sono il sistema operativo desktop Microsoft Windows e la suite di produttività personale Microsoft Office, per i quali è al primo posto nel rispettivo mercato. Altre linee di produzione comprendono: sistemi di sviluppo software (IDE e compilatori), DBMS, periferiche di input (tastiere e mouse), console di gioco (Xbox, Xbox 360 e Xbox One), periferiche di gioco (joystick e cloche per il pilotaggio di velivoli, volanti e altro),

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smartphone Lumia, tablet computer Surface, nonché videogiochi (sviluppati sotto il marchio Microsoft Games Studios) e il dispositivo Microsoft PixelSense. Microsoft collabora con la omonima fondazione filantropica, che amministra un patrimonio di circa 1,5 miliardi di dollari.


Anni ‘70

1980-85

La storia della Microsoft Corporation ha inizio nel 1975, quando Bill Gates e Paul Allen propongono alla Micro Instrumentation and Telemetry Systems (MITS), società che aveva sviluppato uno dei primi microcomputer, l’Altair 8800, di utilizzare il linguaggio di programmazione BASIC che secondo Allen e Gates avrebbe potuto funzionare su quella macchina.

Nel 1980 la Microsoft mise in commercio il suo primo prodotto hardware: la Z80 Card (o SoftCard), il microprocessore ideato da Federico Faggin su circuito stampato che una volta inserito nel computer Apple II consentì di far girare su quella macchina migliaia di programmi disponibili per la classe di computer 8080/CP/M con piccole modifiche.

Contemporaneamente nell’aprile del 1976 nacque la Apple, fondata da Steve Jobs e Steve Wozniak. A Albuquerque Allen e Gates diedero vita a Micro-soft, dopo che Gates abbandonò gli studi presso l’Università di Harvard. Intanto Allen decise di lasciare il posto alla MITS per dedicarsi interamente al nuovo progetto e i due lanciarono la prima campagna pubblicitaria denominata The Legend of Micro-Kid.

Nel 1981 l’azienda divenne una compagnia privata con Gates in qualità di presidente e Paul Allen come vice presidente esecutivo. La compagnia acquisì il nome di Microsoft Inc. e risiedeva a Washington. Microsoft strinse un accordo con l’Apple all’uscita sul mercato del rivoluzionario Macintosh, diventando così il più importante sviluppatore di prodotti anche per il Mac.

Microsoft decise di implementare il linguaggio Basic in modo tale da poterlo vendere ad altri distributori come General Electric, Citibank e NCR, estendendo le funzionalità del personal computer alle esigenze scientifiche e gestionali. A ostacolarne la vendita ad altri distributori è tuttavia la stessa MITS, che fece di tutto per impedirne la distribuzione. Dopo una battaglia legale Microsoft ebbe la meglio, ottenendo la libertà di vendere autonomamente il prodotto ad altre aziende interessate.

Nel 1982 Microsoft, a causa della difficoltà di reperimento di personale qualificato nel Nuovo Messico, decise di spostare la propria sede a Bellevue (Washington) e di aprirne una anche in Europa (Belgio). Vinse nel frattempo il premio ICP Million Dollar Award e concluse accordi con Phillips, ICL e altri importanti OEM. Microsoft apre succursali in Francia, Germania e Inghilterra, specializzandole per vendite sul mercato europeo. Nel 1984 i dipendenti superarono le seicento unità, mentre i ricavi erano pari a 97.479.000 dollari. In questi anni l’azienda annunciò di avere scelto l’Irlanda come Paese in cui installare il suo primo stabilimento produttivo al di fuori degli Stati Uniti, stabilimento dedicato alla produzione e distribuzione dei prodotti in tutta Europa. Celebrò il suo decimo anniversario mettendo in vendita la prima versione del suo ambiente grafico Windows al costo di circa 99 dollari. La sede si trasferì poi in un nuovo complesso composto di quattro edifici a Redmond, sempre nello Stato di Washington. Nello stesso anno ricevette il premio Washington State Governor’s Export Award per la categoria delle società di servizio. Nel 1987 portò a conclusione l’acquisizione della Forethought Inc., una società di software applicativo che aveva sviluppato PowerPoint e che era il distributore esclusivo di FileMaker Plus, il più venduto database per Macintosh. Nel 1988 il mouse MS-DOS è stato utilizzato da trenta milioni di utenti nel mondo. I mouse venduti furono un milione (il rapporto è 1/30), su quarantacinque milioni di PC nei soli Stati Uniti.

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Anni ‘90 Al suo quindicesimo anniversario Microsoft è la prima compagnia di software per personal computer che supera un miliardo di dollari di vendite ogni anno. Venne lanciata la Microsoft Windows Computing Marketing Program, la più ampia campagna di marketing mai realizzata da Microsoft. Nel 1992 il presidente George Bush premiò Gates con la National Medal of Technology per l’attività svolta, riconoscendogli l’intuizione relativa al personal computer per casa e ufficio, oltre alla perizia tecnica e di gestione manageriale nel creare una compagnia a livello mondiale e al contributo per lo sviluppo dell’industria dei personal computer.

“Se si vuole fa di grande n deve ricord limite è solo n Se pensate limitata, le v saranno sim pensa n man si agirà allo s Pertanto non che il dubb la Bill Gates

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are qualcosa nella vita, si dare che il nella mente. in maniera vostre azioni mili. Ma se si niera sicura, stesso modo. n lasciare mai bio conquisti

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mente”.

Nel 1995 debuttava Windows 95 e più di un milione di copie furono vendute solo nei primi quattro giorni negli Stati Uniti. Venne inaugurato il Museo Microsoft, il cui scopo è quello di mostrare agli impiegati la cultura, i prodotti, la presenza internazionale e i contributi alla comunità attraverso una guida cronologica, video chioschi e prodotti esposti. MSN, la rete network di Microsoft lanciata il 24 agosto 1995, raggiunse quota 525.000 membri iscritti nei suoi primi tre mesi di servizio, diventando così uno dei maggiori fornitori di servizi internet. Sempre nel 1995 uscì Explorer 2.0 per Windows 95, il primo browser che supportava funzioni multimediali avanzate e capacità di grafica 3D; fu proposto in dodici lingue diverse. Nel 1998 è il momento della versione aggiornata di Windows, Windows 98. La diffusione capillare dei sistemi operativi di Gates permise a Microsoft di fatto di imporre i propri formati come standard. I dipendenti salirono a 28.028 e i ricavi ammontarono a 14,48 miliardi di dollari.

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Anni ‘00

2010-oggi

ll 1999 è l’anno in cui venne lanciato Office 2000 e Microsoft. NET, un nuovo framework di programmazione per Windows. Nel 2001 Microsoft mise in commercio Windows XP, seguito nel 2006 da Windows Vista.

L’11 maggio 2011 è stato acquistato Skype per un valore di 8,5 miliardi di dollari. Windows 8 è stato reso disponibile al pubblico il 26 ottobre 2012. Nel settembre 2013 Microsoft ha acquistato la divisione Devices & Services di Nokia, azienda produttrice di cellulari, per circa 7,2 miliardi di dollari.

Il 27 giugno 2008 Gates decise di lasciare la carica di chief software architect, rimanendo comunque presidente onorario della società e consulente dei progetti più importanti. A prendere il suo posto è Steven Anthony Ballmer, imprenditore e informatico statunitense, che già dal gennaio del 2000 ricopriva il ruolo di amministratore delegato dell’azienda. Nel gennaio 2009 Microsoft comunica il taglio di 5.000 dipendenti, decidendo allo stesso tempo di aprire una piccola catena di negozi per la vendita al dettaglio dei suoi prodotti: infatti il 22 ottobre è stato aperto il primo negozio della catena a Scottsdale (Arizona) e lo stesso giorno fu messo sul mercato il successore di WIndows Vista, ovvero Windows 7.

Il 15 settembre 2014 Microsoft ha ufficializzato l’acquisizione della casa produttrice di videogiochi Mojang e di tutte le proprietà intellettuali della compagnia per una cifra pari a 2,5 miliardi di dollari.

Nel 2009 i ricavi ammontavano a 58 miliardi di dollari. Il 15 febbraio 2010 dopo la mediocre esperienza con Windows Mobile Microsoft ha lanciato il suo nuovo e innovativo sistema operativo: Windows Phone.

Il 29 luglio 2015 è uscito Windows 10, la nuova versione del sistema operativo Microsoft, con oltre quattordici milioni di installazioni nelle prime ventiquattro ore dal rilascio e oltre duecento milioni nei primi sei mesi. Questo successo è dovuto soprattutto alla possibilità di aggiornamento gratuito da sistemi Windows 8.1 Update e Windows 7 SP1. Il 16 novembre 2016 Microsoft diviene membro platinum della Linux Foundation. Il 2017 è l’anno del rilancio definitivo dell’azienda, grazie all’uscita della gamma di prodotti Surface.

“Microsoft ha avuto vari concorrenti in passato. È un bene che ci siano musei per documentarlo ”. Bill Gates

.

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I numeri del 2017 Fatturato 90,0 miliardi $ Utile netto 21,2 miliardi $ Dipendenti 114.000

“Permettere ad ogni persona e ogni organizzazione di raggiungere il massimo ”. .

Mission

“Crediamo in quello che le persone rendono possibili”. Vision

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Satya Nadella CEO Microsoft Satya Nadella è il nuovo Ceo di Microsoft, arrivato nel 2014 Satya Nadella, nato nel 1967 a Hyderabad (India), era il vicepresidente del settore Cloud di Microsoft. Un cambio di leadership che potrebbe portare l’azienda a focalizzarsi meno sullo sviluppo del software per concentrarsi su hardware, servizi mobile e appunto cloud, di cui Nadella è esperto. Novità anche per Bill Gates: probabilmente il fondatore ed ex ceo di Microsoft rinuncerà all’attuale ruolo di chairman per concentrarsi su altre attività all’interno dell’azienda, anche se non si sa ancora quali. A sostituirlo sarà molto probabilmente John Thompson, attuale lead director di Microsoft.

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“Siamo gli unici a sfruttare il potere del software e consegnarlo attraverso dispositivi e servizi che veramente permettano ad ogni individuo e ogni organizzazione di esprimersi. Siamo l’unica azienda con una storia e un continuo focus nella costruzione di piattaforme e ecosistemi che creino un’ampia opportunità”. Satya Nadella

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Microsoft Competitors

PC

SOFTWARE

GAMING

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MOBILE

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SWOT

STRENGHT

WEAKNESS

- Reputazione e fidelizzazione nel Brand

- Prezzi dei prodotti elevati

- Diffusione a livello mondiale

- Mercato del PC saturo

- Ottima disponibilitĂ di capitali

- Dipendenza dalla manifattura dell’Hardware

- Ottimi risultati con i propri prodotti

- Sicurezza dei Firewall

- Software facili da usare - Acquisizione di Skype e Linkedln

OPPORTUNITIES

TREATHS

- Mobile Advertising

- Competizione intensa In ogni campo

- Sfruttare al massimo la loro attuale posizione

- Rischio di rimanere fuori da nuovi mercati

- Investire in nuovi mercati

- Cambiamento nei bisogni e abitudini dei consumatori

- Crescere tramite ulteriori acquisizioni

- Potenziali cause legali

- Creare Partnership commerciali

- Progetti Open Source

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Microsoft: Social Media Per rimanere in contatto con i propri utenti Microsoft si è ben inserita nel mondo dei Social Media, dove tramite le sue pagine comunica tutte le proprie novitĂ , le interviste ai protagonisti del Brand, gli nuovi scenari in cui le proprie tecnologie verranno utilizzati, assieme alle storie dei vari workshop organizzati nell’ Headquarter di Redmond.

12.2 M Followers 8.3 M Followers 1.4 M Followers 481.4 K Followers

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Microsoft: Tone of Voice

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1950 Vitra: le origini

La società Vitra, fondata da Willi e Erika Fehlbaum come azienda commerciale nel 1950, è entrata nel mercato del mobile nel 1957 con la produzione di prodotti con licenza della collezione Herman Miller, principalmente disegnati da Charles e Ray Eames e George Nelson per il mercato europeo.

“Se Vitra fosse un animale, sarebbe un Golden Retriever... Leale, classico, il miglior amico dell’uomo”.

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1967

1977

Nel 1967 l’azienda ha introdotto la Panton Chair di Verner Panton - la prima sedia a sbalzo di plastica

Nel 1977 Rolf Fehlbaum ha assunto la direzione di Vitra, sostituendo i propri genitori. Inizia la 2° generazione Rolf Fehlbaum si è avvalso di importanti designer come George Nelson e Charles e Ray Eames in età precoce inizialmente nel ruolo di traduttore per suo padre. Nel 1960, un viaggio negli Stati Uniti che durò diversi mesi gli dava l’opportunità di incontrare George Nelson a New York, gli Eameses di Los Angeles e Alexander Girard nel New Mexico. Fehlbaum sviluppò un rapporto particolarmente stretto con Nelson, che aveva un’influenza formativa sulla sua comprensione del design.

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1979

1981-94

Italians do it better Il design italiano si è mosso all’avanguardia del suo interesse dagli anni ‘60 in poi, e sempre più negli anni ‘70. Ciò ha portato ad una lunga collaborazione tra Vitra e Mario Bellini, iniziata nel 1979 e continua ancora oggi. La collaborazione di Vitra con Antonio Citterio è iniziata nel 1985 e nel 1994 Alberto Meda è diventato il terzo italiano per sviluppare un rapporto duraturo con Vitra.

Dopo un grande incendio, che distrusse una gran parte degli impianti di produzione di Vitra a Weil am Rhein nel 1981, l’architetto britannico Nicholas Grimshaw fu incaricato di progettare nuovi edifici di fabbrica e di sviluppare un piano generale per i locali aziendali. Ispirato dalla sua conoscenza con Frank Gehry alla metà degli anni ‘80, tuttavia, Vitra partì dal piano di Grimshaw per un progetto aziendale unificato. Da allora, gli edifici sono stati eretti sul parco Vitra di Weil am Rhein da un ampio gruppo di architetti, tra cui Frank Gehry (Vitra Design Museum e Factory Building, 1989), Zaha Hadid (Stazione di fuoco, 1993), Tadao Ando Pavilion di Conferenza, 1993), Alvaro Siza (fabbrica di fabbrica, copertura passaggio, parcheggio auto, 1994). Nel 1984 la partnership che era stata costituita con Herman Miller nel 1957 fu interrotta con il consenso reciproco. Successivamente, Vitra ha ottenne i diritti dei disegni di Charles e Ray Eames e George Nelson per l’Europa e il Medio Oriente. Nel 1993, il progetto di ricerca e di esposizione Citizen Office: idee e appunti su un nuovo mondo dell’ufficio ha portato a una mostra internazionale del viale del Vitra Design Museum. Una nuova visione per l’ufficio si è evoluta, in collaborazione con Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Ettore Sottsass e James Irvine, basata sulla premessa che un ufficio non sia solo un luogo di lavoro ma anche uno spazio vitale. Nel 1994 lo staff amministrativo della Vitra si spostò nei nuovi quartier generali (progettati sempre da Frank Gehry) nella vicina Birsfelden (Svizzera), mentre Alvaro Siza aggiunse lo shop building alla sede di Weil am Rhein. È nella stessa sede che nel 2000 fu installata una cupola geodetica progettata dall’architetto statunitense Buckminster Fuller, realizzata nel 1975 e adesso adibita a spazio per eventi e mostre, mentre nel 2003 giunse anche una stazione di servizio da un progetto di Jean Prouvé, architetto e designer francese.

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Anni ‘00 Oggi, la linea di prodotti di Vitra è costituita da mobili di design per uso in uffici, case e aree pubbliche. Nel 2002, Fehlbaum ha avviato una nuova direzione per la società, che ha anche preso il regno della vita domestica. In questo senso, nell’ambito delle discussioni con Jasper Morrison ei fratelli Ronan e Erwan Bouroullec, è stato sviluppato il concetto di base della Vitra Home Collection. Lanciato nel 2004, la collezione Home include Vitra Classics e design contemporaneo, tra cui i prodotti Charles e Ray Eames, George Nelson, Verner Panton, Alexander Girard e Jean Prouvé, oltre a opere di designer come Antonio Citterio, Jasper Morrison, Alberto Meda, Maarten van Severen, Ronan e Erwan Bouroullec, Hella Jongerius e BarberOsgerby.

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2010 - Oggi La VitraHaus by Herzog & de Meuron, l’ultima costruzione nel Vitra Campus, è stata inaugurata nel 2010 come flagship store ufficiale, dove è situata anche la Vitra Home Collection. Il concept della VitraHaus collega due temi che appaiono ripetutamente nell’opera degli architetti di Basilea: il tema della casa archetipica e il tema dei volumi accatastati. Nel 2013 Il 6 settembre 2013 Vitra ha acquisito l’azienda finlandese Artek. Artek è un rinomato studio di design fondato nel 1935 in Finlandia dall’architetto Alvar Aalto, da sua moglie Aino, dalla promotrice d’arte Maire Gullichsen e dallo storico dell’arte Nils-Gustav Hahl.

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I numeri del 2017 Fatturato 200 milioni €

“Creare interni, mobili e accessori funzionali e iconici”. Mission

“Migliorare gli spazi tramite il potere del design”. Vision

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Nora Fehlbaum CEO Vitra Dal 1 ° luglio 2014 il Gruppo Vitra ha visto il cambiamento di generazioni a livello di gestione, riunendo le due società Vitra e Vitrashop. Rolf Fehlbaum è stato nominato presidente onorario e la direzione è stata rappresentata in un primo momento da Nora Fehlbaum e Gilbert Achermann come co-CEO, lasciando successivamente il ruolo di CEO a Nora Fehlbaum stessa. Inoltre è stata creata una nuova organizzazione aziendale con le tre divisioni Vitra Office, Vitrashop e Vitra Home e tre regioni. In questo modo, l’attività familiare è impostata per un futuro di successo, le sinergie vengono sfruttate, le comunità si rafforzano e vengono presi in considerazione i requisiti dei vari segmenti di clientela, così come il nome di un comunicato stampa attuale della società.

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Vitra Competitors

GLOBALE

VITA BREVE

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SWOT

STRENGHT

WEAKNESS

- Reputazione e fidelizzazione nel Brand

- Prezzi dei prodotti elevati

- Diffusione a livello mondiale

- Legato solo a Designers molto affermati

- Buona disponibilitĂ di capitali - Ottimi risultati con i propri prodotti - Acquisizione Artek - Lancio della Linea Vitra Home

OPPORTUNITIES

TREATHS

- Mobile Advertising

- Competizione intensa In ogni campo

- Sfruttare al massimo la loro attuale posizione

- Rischio di rimanere fuori da nuovi mercati

- Investire in nuovi mercati

- Cambiamento nei bisogni e abitudini dei consumatori

- Crescere tramite ulteriori acquisizioni - Creare Partnership commerciali

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Vitra: Social Media Per rimanere in contatto con i propri utenti vitra si è ben inserita nel mondo dei Social Media, dove tramite le sue pagine comunica tutte le novità del mondo Vitra, assieme ai vari workshop e la vita nel proprio Headquarter.

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Vitra: Tone of Voice

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vitra.

WORKHABITS

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WORKHABITS

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WORKHABITS è un “format” ideato per il mondo del lavoro agile, nato dalla partnership tra Microsoft & Vitra.

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Benefici per i Brand

- Rivalutazione d’immagine. - far conoscere i Prodotti Microsoft -Royalties App - Aumento vendite Prod. / Softwares Microsoft

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Nora Fehlbaum CEO Vitra

-Rivalutazione d’immagine - Far conoscere i Prodotti Vitra - Aumentare vendite Prodotti Vitra - Nuove opportunità di Business tramite Franchise

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Scenario

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User Painpoints - Ambiente Casa-Lavoro non diviso - Procastinazione del lavoro - Alienazione (Nessuna interazione sociale) - Difficile cordinare famiglia/ lavoro - Non hai feedback positivi/ negativi reali

USER

- Non sempre hai i Device adatti

CASA

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- Devi portarti con ecc..

- Spesso non ci so libere

- Non sempre ha i - Problemi Wi-Fi

- Molte distrazioni ( invadenti) - Non per tutte le

- Prezzi mediamen

- Ideale per un tem determinato

CO-W


n te PC/ cavo/

ono postazioni

i Device adatti

- Spazi ristretti - Poche prese elettriche libere

(persone

- Clientela ( Rumore, Poca Privacy, VideoCall)

professioni

- Ti devi portare appresso Pc/ cavi/ecc...

nte elevati

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WORKING

- Divieto di utilizzo pc nei locali in aumento - Problemi Wi-fi

BAR

SVOLGIMENTO LAVORO

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Partners Painpoints

- Local

- Imma

- Clien - Caos

- Perdi

PARTNER

- Amm

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le sempre occupato da lavoratori

agine del locale rovinata

nti non consumano cibi/ drink nell’ora di punta

ita di clienti non lavoratori

mortizzazione costi di gestione

ENTRATE

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System Map

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“Esprimere il proprio potenziale in leggerezza ed entrare in un nuovo mondo”. La Partnership tra Microsoft e Vitra permetterà di creare un nuvo modo di intendere il lavoro: Microsoft si prenderà cura delgli utenti ( impiegati d’ufficio, creativi, studenti, ecc...) , fornendo loro non solo degli strumenti adeguati (la nuova gamma Surface) con cui svolgere al meglio e in velocità il proprio lavoro, ma fornirà un servizio di “computer sharing”, intuitivo e ricco di funzioni, svincolando per sempre l’utente dal proprio pc/mac per sostituirlo con la leggerezza del proprio smartphone, con il quale sarà possibile creare un “ponte” tra i propri dati e la macchina con cui si lavorerà. Vitra, invece, si prenderà cura sia degli utenti ( impiegati d’ufficio, creativi, studenti, ecc...) , fornendo loro un ambiente stimolante e ricco di storia del Design; ma soprattutto dei Partners con cui instaurare un nuovo Franchise: Vitra metterà a disposizione W-habitat, un sistema d’arredo, il quale si “ibriderà” con gli iconici prodotti Vitra e tutto l’arredamento necessario per l’apertura del locale.

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User Experienc Storytelling

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. Franchising . W-habitat 165


WORKHABITS Franchising. Ispirati dalla passione di Vitra e Microsoft per la qualità, la bellezza e l’efficenza i Vitra WORKHABITS sono luoghi di incontro/ lavoro che offrono un’esperienza pienamente appagante per la mente e per i sensi. In un ambiente raffinato e moderno dove è possibile ritrovare sia tutta la gamma di prodotti Vitra e gli strumenti Microsoft Surface,sia un’offerta completa di food&beverage dedicata a ogni momento della giornata. I Vitra WORKHABITS, inoltre, nascono anche per chi vuole intraprendere un percorso imprenditoriale al fianco di un partner affidabile e riconosciuto. Vitra WORKHABITS è un format esclusivo ideato dalla Partnership tra Vitra e Microsoft. Prima, durante e dopo l’apertura del locale, Vitra e Microsoft supporteranno il partner grazie alle competenze di un team specializzato e di un franchise manager dedicato.

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Che cos’è? Un luogo unico, dove unire lavoro e relax, condivisione e privacy. Il protagonista assoluto, il design, incontra la ristorazione di qualità; il cliente vivrà un’esperienza che stimola la mente e favorisce la socialità, ma anche l’intimità di godersi un caffe, coktail, ecc... mentre si svolge ciò che si ama fare.

Da cosa si riconosce? Dal il design iconico tipico di Vitra, l’attenzione a ogni dettaglio, i richiami al mondo del design e la cura con cui da sempre Vitra e Microsoft si relazionano al mondo del lavoro. Il concept è modulare e si può adattare ad ambienti diversi ed in infinite configurazioni.

Cosa propone? Vitra: w-habitat Un assortimento completo di bevande e cibi per tutti i momenti della giornata – dalla prima colazione all’aperitivo serale, dalla pausa pranzo al brunch del fine settimana – a seconda della tipologia di clientela del locale e delle sue abitudini di consumo. Inoltre, nei WORKHABITS è possibile trovare e acquistare prodotti Vitra e Microsoft, acquistabili anche tramite punti fedeltà.

Come funziona la Partnership? Vitra fornisce supporto in ogni fase: per la progettazione del locale, la consegna del sistema W-habitat con annessi complementi d’arredo, l’immagine coordinata, le attività di marketing e comunicazione e tutte le promozioni. Inoltre la qualità viene verificata periodicamente. Microsoft fornisce la gamma Surface e la relativa manutenzione e cura attività e workshops. Tramite il successo del servizio di “computer sharing” Whabit, Vitra e Microsoft prenderanno circa il 90% dei ricavi diretti del servizio, mentre ai partners, oltre ai normali ricavi dati dalle consumazioni, verrà distribuito un ulteriore e rimanente 10%, favorendo un notevole guadagno e crescita.

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W-habitat Modular Syste Concept Come detto in precedenza, l’attuale situazione progettuale è in uno stato di stallo e molti designer ed imprese si stanno muovendo nel cercare nuove soluzioni, o meglio nuovi modi di pensare il lavoro e trovare un concetto che possa andare al di là della forma, ma trasmettere i valori di un brand, e di ispirare successivamente nuove strade da percorrere, non relativo all’arredo d’ufficio, ma focalizzato sul “come vivere il lavoro”. Da questa Sfida è nata l’idea di creare una nuova filosofia ben riconoscibile del “dare valore” ad arredi e spazi stimolanti che creino una vera e propria esperienza e che interagiscano con gli utenti. Ecco allora W-habitat, una sorta di filo conduttore che genera un micro-mondo, un “habitat” modulabile ed ibrido con i prodotti Vitra e Microsoft, che sarà “ l’elemento strutturale portante ” dei WORKHABITS. W-habitat è stato pensato quindi per ibridare tre concetti in uno spazio solo: workplace, lounge bar e showroom/store e per esaltare i prodotti Vitra e Microsoft, ibridandosi ad essi nelle diverse configurazioni, attraverso moduli di dimensioni variabili ed alcuni accessori come lampade, pannelli attrezzati, supporti e mensole.

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Referenze Stilistiche

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Antonio Citterio Designer for Vitra since 1985 Antonio Citterio è nato nella città italiana di Meda nel 1950. Ha aperto il proprio studio nel 1972 e ha conseguito il diploma di architettura presso l’Università Politecnica di Milano nel 1975. Tra il 1987 e il 1996 ha collaborato con Terry Dawn per progettare numerosi edifici Europa e Giappone. Nel 2000, Citterio e Patricia Viel hanno formato un ufficio multidisciplinare per l’architettura, l’interior design e la grafica. L’ufficio opera a livello internazionale, sviluppando complessi progetti a lungo termine in sinergia con una rete qualificata di consulenti specializzati. La pratica è ora chiamata “Antonio Citterio Patricia Viel”. Antonio Citterio lavora nel settore del design industriale con aziende come Ansorg, Arclinea, Axor-Hansgrohe, B & B Italia, Flexform, Flos, Hermès, Iittala, Kartell, Maxalto, Sanitec (Gruppo Geberit), Technogym e Vitra. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Compasso d’Oro nel 1987 e nel 1995. Citterio è stato docente presso la Facoltà di Architettura dell’Università della Svizzera Italiana di Mendrisio dal 2006 al 2016. Ha ottenuto il titolo di Royal Designer for Industry dalla Royal Society di Londra per l’incoraggiamento delle arti, delle fabbriche e del commercio nel 2008.

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Antonio Citterio, Repos & Ottoman, 2011

Antonio Citterio, Ad Hoc 200 x 166 cm, Screens, ID Trim, 2012

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Antonio Citterio, Suita SofĂ , 2010

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Antonio Citterio, Grand SofĂ , 2017

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Ronan & Erwan Bouroullec Designer for Vitra since 2000 Ronan e Erwan Bouroullec, nati nel 1971 e nel 1976 a Quimper, Francia, studiano all’Ecole Nationale des Arts Décoratifs di Parigi e all’Ecole des Beaux-Arts di Cergy-Pontoise. Ronan ha iniziato a progettare indipendentemente immediatamente dopo aver completato gli studi, mentre suo fratello, ancora in scuola, lo aiutò. Dal 1999 entrambi i fratelli hanno lavorato insieme come partner congiunti nel proprio studio di design a Parigi. Il loro lavoro va da piccoli oggetti utilitari a progetti architettonici. Oltre alla progettazione di mobili per uso domestico e per ufficio, vasi, stoviglie in porcellana, gioielli e accessori per la casa diversi, l’obiettivo primario del loro lavoro è il design e l’organizzazione dello spazio interno. Uno dei loro disegni più anticonvenzionali, Algue (2004), è stato creato in questo contesto. La collaborazione tra i fratelli Bouroullec e Vitra ha avuto inizio con il sistema di mobili per ufficio Joyn, sviluppato tra il 2000 e il 2002 e continua ad essere ampliato e raffinato. Oltre a Jasper Morrison, Hella Jongerius e Antonio Citterio, Ronan e Erwan Bouroullec hanno contribuito notevolmente alla crescente Vitra Home Collection.

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Ron & Erwan Bouroullec, Workbays, 2012

Ron & Erwan Bouroullec, Belleville Armhairs, 2015

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Ron & Erwan Bouroullec, Slow Chair, 2006

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Ron & Erwan Bouroullec, Alcove Highback Sofa, 2006

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Charles & Ray Eames Disegni originali ottenuti da Vitra nel1957 Charles Eames, nato nel 1907 a St. Louis, Missouri, studiò architettura presso l’Università di Washington a St. Louis e aprì il proprio ufficio insieme a Charles M. Gray nel 1930. Nel 1935 fondò un’altra azienda architettonica con Robert T. Walsh. Dopo aver ricevuto una borsa di studio nel 1938 dall’Accademia di Arte di Cranbrook, si trasferì a Michigan e si iscrisse alla facoltà l’anno successivo. Nel 1940 egli e Eero Saarinen vinsero il primo premio per la loro partecipazione congiunta al concorso “Organic Design in Home Furnishings” organizzato dal New York Museum of Modern Art. Durante lo stesso anno, Eames divenne capo del dipartimento di design industriale a Cranbrook, e nel 1941 ha sposato Ray Kaiser. Ray Eames è nata come Bernice Alexandra Kaiser a Sacramento, in California, nel 1912. frequentò il Collegio Bennett a Millbrook, New York, e ha continuò gli studi in pittura sotto Hans Hofmann fino al 1937. Dal 1941 al 1943 Charles e Ray Eames progettarono e svilupparono barelle e gambe di gambe in compensato stampato e nel 1946 esibirono i loro mobili in legno compensato sperimentale al New York Museum of Modern Art. La Herman Miller Company di Zeeland, Michigan, ha iniziato a produrre i disegni di mobili di Eameses. Charles e Ray Eames hanno avuto un’influenza profonda e duratura su Vitra. L’attività della società come produttore di mobili iniziò nel 1957 con la produzione dei loro disegni. Eppure non sono solo i loro prodotti hanno lasciato il loro segno su Vitra, ma ancora oggi, la filosofia aziendale di progettazione continua modellarne i valori, l’orientamento e gli obiettivi.

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Charles & Ray Eames, Chairs, 1950

Charles & Ray Eames, Eames Storage Unit ESU, 1949

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Charles & Ray Eames, DAR/ DAW/ RAR / DAX Chairs, 1950

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Charles & Ray Eames,Lounge Chair, 1956

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Struttura L’elemento comune che si ritrova per tutte le tipologie di moduli è la struttura base, formata da elementi tubolari fresati ed elementi strutturali come i giunti e le staffe in acciaio pressofuso, sintesi di una lunga ricerca formale sul processo lavorativo realizzato da Vitra nei propri prodotti e rispecchiandone lo stile formale, funzionale ed industriale. Con pochi elementi si possono creare quindi infinite configurazioni, molteplici micro-habitat.

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W-habitat Componenti

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W-H Pannel Accessorio sviluppato per i moduli W-Habitat, W-H Pannel è una lastra di alluminio forata, disponibile in molte misure. Grazie alla sua predisposizione modulare, sarà possibile creare molte configurazioni collocando le mensole, l’ Hang it all degli Eames e altri accessori Vitra, nel modo desiderato.

W-H Tube30 Elemento strutturale modulare sviluppato per i moduli W-Habitat, W-H Tube30 è formato da 4 tubolare di 30mm di diametro fresati, saldati a dei giunti e a piedini terminali realizzati in pressofusione. Grazie alla sua predisposizione modulare, sarà possibile creare infinite configurazioni.

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W-H SP.SEATS Elemento strutturale modulare sviluppato per i moduli W-Habitat, W-H SP.SEATS è formato da un unico elemento realizzato in pressofusione: quatrro staffe che si inseriranno nei W-H Tube30 e al centro una base semi-elissoidale in cui verranno aggangiate le sedute più iconiche di Vitra.

W-H SP.FORNITURE Elemento strutturale sviluppato per i moduli W-Habitat, W-H SP.FORNITURE è formato da un unico elemento realizzato in pressofusione: quatrro staffe che si inseriranno nei W-H Tube30, dove fungeranno da supporto per i prodotti Vitra, quali ad esempio i Bistrot Table dei Fratelli Bouroullec o dell’ Eames Storage Unit ESU, realizzato dagli Eames.

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Madame Lamp Accessorio sviluppato per i moduli W-Habitat , Madame Lamp, una sorgente luminosa che punta sull’ibridazione tra moderno e tradizionale. L’aspetto formale e i materiali scelti rimandano ad una tradizione progettuale prettamente modernista e legata allo stile del marchio Vitra. Dopo un’analisi sui vari archetipi presenti nel mondo dell’illuminazione, la scelta di portare degli elementi casalinghi e tradizionali ha permesso di mescolare tecnologia Led con meccanismi che potessero far interagire gli utenti in modo più diretto ed emotivo. Ecco quindi che un freddo interruttore touch moderno lascia spazio ad un meccanismo a cordicella che rimanda ad atmosfere più intime e tradizionali.

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H-Meeting Piccola oasi di pace e produttività , H- Meeting è la configurazione pensata per chi ha bisogno di uno spazio intimo dove svolgere brainstorming o riunioni con dei clienti, supportati da Surface Hub. Come una micro architettura il modulo si ibriderà con le Workbays disegnate da i fratelli Bouroullec per Vitra assieme ad altri arredi degli Eames, Barber & Osbergy, Saarinen, a seconda delle scelte stilistiche del WORKHABITS.

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H-Work Il modulo H-Work ( progettato in misure variabili) ospita le i tavolini Bistrot dei Bouroullec e, a seconda delle configurazioni, come librerie quelle realizzate dagli Eames o Planosphore di Barber & Osbergy. Il modulo è stato pensato principalmente per i creativi che necessitano di spazio, privacy, e di strumenti come il Surface Studio o Surface Book 2, che saranno posizionati sulle postazioni tramite un meccanismo che eviti il furto. La configurazione può essere suddivisa anche con due funzioni differenti posizionando da un lato il tavolo Joyn, per permettere a più utenti di usufruire dello spazio contemporaneamente, con il supporto del Surface Pro 5, e quindi pensato per chi lavora come impiegato d’ufficio e non ha bisogno di troppo spazio per svolgere al meglio il proprio lavoro. In ogni caso la parola d’ordine è Flessibilità.

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H-Relax Il modulo H-Relax ( progettato in misure variabili) ospita, a seconda delle configurazioni,le diverse tipologia di Sofà realizzate da Vitra, l’appendiabiti Hang it All degli Eames, sedute come la Slow Chair dei Bouroullec o la Grand Repos diCitterio e come librerie quelle realizzate dagli Eames o Planosphore di Barber & Osbergy. Il modulo è stato pensato principalmente per concedersi un momento di piacere o per avere relazioni informali con colleghi o clienti. Qui la parola d’ordine è Relax.

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I numeri di WORKHABIT ROI: PARTNERS - Royalties App - 45% ricavi del Servizio Whabit

- Tassa Affiliazione Partner - 45% ricavi del Servizio Whabit

- Entrate Consumazioni - 10 % ricavi del Servizio Whabit - Immagine - Opportunità di Business

Prezzi: ( orari 9:00 AM - 7:00 PM ) Surface Pro/ Surface Laptop

Surface Studio/ Surface Book 2

Surface Hub

0,04 cent / min

0,06 cent / min

0,10 cent / min

3,00 € / h

3,60 € / h

6€/h

30 € / day

36 € / day

60 € / day

210 € / week

252 € / week

420 € / week

840 € / month

1.008 € / month

1680 € / month

10.080 € / Year

12.096 € / Year

20,160 € / Year

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TS Ricavi annui su caso studio: ( orari 9:00 AM - 7:00 PM ) 15

Surface Pro/ Surface Laptop 10.080 € / Year

4

Surface Studio/ Surface Book 2 12.096 € / Year

1 Surface Hub 20,160 € / Year

241.920 € PARTNERS 108.864 €

108.864 €

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24.192 €


Scenari Futuri WORKHABITS può rivelarsi solo l’inizio di questa collaborazione tra Microsoft e Vitra. Come analizzato in questo progetto di tesi, il mercato sta fortemente spingendo ad ibridare approcci di progettazione da più settori differenti. Ecco dunque che tenendo fortemente conto delle attitudini di questi due brand sono possibili molti sviluppi in differenti scenari. Portare questo format, ad esempio, nel mondo dell’ istruzione infantile, ipotizzando nuove tipologie di prodotti/ spazi che assieme allo sviluppo tecnologico possano favorire l’apprendimento e la sensibilizzazione per la creatività. Oppure parlando di settori più economici non è da sottovalutare il mondo sempre più emergente degli ESports, dove si possono attuare le stesse modalità di esperienza e franchising di Workhabits, ma focalizzate al settore gaming, oltre che alla creazioni di capsule-collections su prodotti microsoft da parte di Vitra e rendere meno di nicchia alcuni aspetti che questo ambiente, anche se molto mainstream, ancora oggi possiede.

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Sitografia https://www.raconteur.net/business/what-will-the-future-office-look-like http://adapt.nova100.ilsole24ore.com/2015/01/31/le-grandi-trasformazioni-del-lavoro-un-tentativo-di-periodizzazione/ https://www.vitra.com/en-it/home https://www.microsoft.com/it-it/ https://www.flicharge.com/collections/all https://breather.com/?version=c https://www.wework.com/ https://therealdeal.com/2017/11/04/wework-welive-wemoveon/ http://www.elledecor.it/design/arredo-per-ufficio-vitra-ecal-workbays http://pestleanalysis.com/swot-analysis-of-microsoft/ http://www.investopedia.com/ask/answers/120314/who-are-microsofts-msft-main-competitors.asp https://www.networkworld.com/article/2199582/software/microsoft-s-top-12-rivals.html?page=2 https://talentgarden.org/2013/01/17/europa-capitale-del-coworking-ma-la-condivisione-degli-spazi-di-lavoro-funzionadavvero/ https://research-methodology.net/microsoft-segmentation-targeting-and-positioning/ http://cucina.corriere.it/notizie/cards/computer-addio-se-ora-bar-vietato-lavorare/otto-niente-pc-weekend_principale.shtml http://www.ictbusiness.it/cont/news/l-ufficio-del-futuro-prende-forma-con-microsoft-e-steelcase/38922/1. html#.Wf4lthPWyRu http://machedavvero.it/2017/01/perche-lavorare-da-casa-e-una-pessima-idea/ https://www.gqitalia.it/soldi/2017/08/31/come-cambiato-il-lavoro-in-microsoft-e-perche-riguarda-tutti-noi/?utm_ source=facebook&utm_medium=marketing&utm_campaign=gqitalia https://www.betheboss.it/risorse/franchising-articoli/partnership-e-franchising http://www.riccardoperini.com/marketing-esperienziale.php https://www.tsw.it/digital-marketing/le-caratteristiche-del-target-dei-millennials/ https://www.wired.it/attualita/media/2014/03/11/millennial-una-generazione-selfie/ http://www.techeconomy.it/2017/08/01/commerce-acquisti-dei-millennials-americani-sempre-piu-smartphone/ http://www.frasicelebri.it/ http://www.ilpost.it/2017/10/11/arriva-successo-supreme/ http://www.grazia.it/moda/tendenze-moda/louis-vuitton-x-supreme-autunno-inverno-2017 https://www.tomshw.it/storia-microsoft-dalle-origini-windows-10-68933 http://living.corriere.it/salone-del-mobile/fiera/arredo/il-design-di-vitra/ http://design.repubblica.it/2017/09/26/loriginale-e-vitra/ http://wow-webmagazine.com/it/tag/vitra/#.Wf4mvBPWyRt http://wow-webmagazine.com/it/il-futuro-dellitalian-smart-office-con-80-anni-di-passato/#.Wf4m0BPWyRs http://wow-webmagazine.com/it/isole-multifunzione-di-coffice-estel-a-orgatec/#.Wf4nDhPWyRs http://wow-webmagazine.com/it/office-design-ibrido-liberarsi-dal-concetto-di-iperspecializzazione/#.Wf4nHRPWyRs http://wow-webmagazine.com/it/office-design-spazi-terzi-oltre-la-postazione-di-lavoro-tradizionale/#.Wf4nzxPWyRs http://wow-webmagazine.com/it/coffice-il-co-working-all-you-can-eat/#.Wf4oHxPWyRs https://progetti.habitissimo.it/progetto/forma-e-funzione-nel-design-dell-ufficio-dal-dopoguerra-ad-oggi http://it.phaidon.com/agenda/design/articles/2016/may/23/how-ettore-sottsass-reinvented-the-office-space-while-workingon-laughing-gas-and-lsd-dispensers/ https://gigaom.com/2010/04/06/coworking-stop-sharing-your-office-with-your-worst-critic/ http://www.bollettinoadapt.it/la-grande-trasformazione-del-lavoro-occupazione-e-progresso-tecnologico-nel-mondo-dellavoro-del-xxi-secolo-tra-sostituzione-creazione-localizzazione-e-forme/ http://www.nomadidigitali.it/ http://www.lastampa.it/2017/08/02/societa/nomadi-digitali-se-il-lavoro-online-la-casa-pu-essere-ovunque-nel-mondogq0AGIf11gc4RtMlA8DNsN/pagina.html https://www.dezeen.com/

Bibliografia Domus 1007 Radical Office Design di Jeremy Myerson ,Philip Ross Office design. Smart organization & layout: dall’analisi al progetto di Silvia Piardi, Silvia Tieghi e Vincenzo Natile The Other Office 2: Creative Workplace Design di Carmel McNamara

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