Ticinosette

№ 36 del 5 settembre 2014 · con Teleradio dal 7 al 13 set.

A MANI NUDE

Bouldering, ovvero arrampicarsi su massi protetti solo da un materasso.

Quando la passione sfida la gravità

Corriere del Ticino · laRegioneTicino · Tessiner Zeitung · chf 3.–

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Ticinosette allegato settimanale N° 36 del 5.9.2014

Agorà Dipendenze. La droga della miseria

NICOLETTA BARAZZONI ............................

A CURA DELLA

6

REDAZIONE.................................................

7

REDAZIONE .................................

8

Società Auto e consumi. Quanto mi costi?

A CURA DELLA

Tiratura controllata

Media Letteratura. Il mondo sottosopra

DI

Chiusura redazionale

Vitae Daniela Solcà

66’475 copie

Venerdì 29 agosto

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

DI

Reportage Bouldering

10

ROBERTO ROVEDA ...................................................................

12

MARTINA REZZONICO; FOTOGRAFIE DI FLAVIA LEUENBERGER ..........

37

DI

BOOKMAKER COMICS ...................

42

FABIANA TESTORI ........................

44

Svaghi ....................................................................................................................

46

Fumetto Il conte Bonaccione (episodio 1)

Coredattore

Tendenze Autoscatto. Selfie, ego a colpi di click

Photo editor

Giancarlo Fornasier Reza Khatir

DI

ALBA MINADEO .......................................

Redattore responsabile Fabio Martini

4

ALESSANDRO TABACCHI .......

Arti James Turrell & Robert Irwin. Gli sciamani della luce Manifestazioni BABEL 2014

Impressum

DI

A CURA DI DI

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

L’uomo e il masso Fotografia ©Flavia Leuenberger

Weltanschauung Volete sapere come la pensate? O meglio, dove è possibile collocarvi all’interno del panorama politico? La soluzione, come avviene ormai di consueto, la fornisce internet. È sufficiente, infatti, visitare il sito gotoquiz.com/politics/political-spectrumquiz.html per scoprire quali sono le proprie inclinazioni, non solo riguardo alla politica nazionale e internazionale, ma anche a temi sociali, etici e culturali.

Un questionario articolato in una serie di 53 affermazioni – alcune piuttosto sintetiche altre più articolate – rispetto alle quali è possibile dichiarare, in modo del tutto anonimo, la propria opinione sulla base di cinque differenti posizioni che graduano dal totale disaccordo alla neutralità, alla completa sintonia. Inoltre, è possibile indicare il grado di importanza che personalmente attribuiamo a ciascuna di queste considerazioni. Una volta terminato il questionario (è indispensabile conoscere un minimo l’inglese e avere un po’ di tempo), viene emesso il verdetto finale tramite una sorta di bussola politica costituita da un sistema di assi cartesiani ortogonali: l’asse delle ascisse (la linea orizzontale) indica l’orientamento politico in termini di destra o sinistra, mentre quello delle ordinate (la linea verticale) fissa nei due riquadri superiori un atteggiamento autoritario che si

contrappone ai quadranti inferiori riferibili a posizioni di natura libertaria. Il risultato finale, che dovrebbe svelare la vostra identità politica e culturale, consiste in una crocetta rossa collocata in un punto del sistema ortogonale (l’esempio qui riportato è ovviamente solo esemplificativo). Naturalmente si tratta di un test che, nella sua inevitabile semplificazione, tende a mediare fornendo un’indicazione di massima, ma è comunque interessante non solo provare a eseguirlo (registrando il proprio risultato) ma, soprattutto, ripeterlo a distanza di tempo per verificarne la validità.

Personalmente, eseguito dopo due anni, ha fornito il medesimo esito con solo un lieve scostamento.

Qualcuno di voi la potrà considerare una sciocchezza o forse una perdita di tempo.

Dal mio punto di vista rappresenta invece l’occasione non solo per riflettere su temi sempre attuali (dal ruolo dello stato all’importanza o meno del welfare, dall’aborto all’interventismo in caso di crisi internazionali, dalla fiscalità ai matrimoni gay, ecc) ma anche per rafforzare o smentire ciò che pensiamo, scoprendo che in fondo, quella crocetta rossa in quel preciso punto, in qualche modo siamo noi all’interno dell’universo-mondo.

Buona lettura, Fabio Martini

La droga della miseria Dipendenze. La droga coccodrillo, o krokodil drug, è una miscela di prodotti chimici, realizzabile anche a casa propria, che determina in chi ne fa uso conseguenze fisiche e mentali devastanti. Attualmente ha un’importante diffusione nei paesi dell’ex blocco comunista, ma la sua facilità di produzione fa temere che il suo utilizzo possa espandersi anche all’Europa occidentale di Nicoletta Barazzoni

U Agorà 4

na nuova droga si sta affermando sul mercato.

L’hanno chiamata droga coccodrillo (krokodil drug) a causa degli effetti che determina sulla muscolatura e non solo. Viene prodotta mescolando la codeina (un oppiaceo presente in alcuni presidi farmaceutici contro la tosse o il raffreddore), lo iodio, il benzene (che si acquista dal ferramenta) e il fosforo rosso, quello che sta sulle scatole dei fiammiferi. È considerata l’eroina dei poveri per il suo basso costo. Facilmente reperibile in internet, ambito in cui si sta diffondendo la pratica della droga fai da te, la krokodil ha effetti spaventosi.

Ma non è l’unica: in un articolo del 2012 pubblicato sul giornale italiano delle dipendenze sono stati monitorati i siti che commercializzano in rete sostanze illegali. Alcuni di questi sono stati oscurati ma ciò non basta ad arginare una tendenza che si sta rivelando da tempo talmente in espansione da non riuscire più a essere contenuta. Il vuoto legislativo sta diventando una voragine incontenibile mentre l’illegalità a tutti i livelli ha trovato terreno fertile per questo genere di droghe che nascono dal giorno alla notte. E come sono nate scompaiono il giorno stesso per dare spazio ad altre illegalità mortali.

Abbiamo a riguardo chiesto un parere sul fenomeno al farmacista cantonale, il dottor Giovan Maria Zanini: “Nella letteratura medica si trova solo una dozzina di pubblicazioni, tutte recenti (2012-2014). Questa droga finora, la droga coccodrillo, ha interessato in misura nettamente maggiore i mass-media, a causa degli impressionanti danni che produce. La sua diffusione resta essenzialmente limitata a Russia, Ucraina, Georgia e altri paesi dell’ex blocco sovietico, presso le fasce di popolazione molto povere. In Europa e negli Stati Uniti ci sono solo casi episodici, non confermati dagli addetti ai lavori”.

Krokodil e desomorfina sono la stessa cosa?

A mio parere, non è corretto mettere sullo stesso piano desomorfina e krokodil. La desomorfina è un oppiaceo semisintetico, utilizzato in passato come analgesico (c’era un prodotto della Roche che si chiamava Permonid). Sembrava una molecola interessante, poiché rispetto alla morfina era più potente ma determinava meno nausea e meno depressione respiratoria. Venne tuttavia

abbandonata per il fatto che, rispetto alla morfina, aveva un potere maggiore di indurre alla dipendenza. La desomorfina, che si ottiene dalla codeina con una piccola reazione chimica, è il principio attivo del krokodil che provoca l’effetto stupefacente e rende la droga interessante come sostitutivo a buon mercato dell’eroina (che è pure un oppiaceo semisintetico, chimicamente e farmacologicamente molto simile). Il krokodil è peraltro un miscuglio di numerose sostanze, la cui composizione dipende dalle modalità con cui è stata compiuta la sintesi. Sono i residui del processo di trasformazione della codeina in desomorfina a determinare gli effetti micidiali della droga sui tessuti del tossicodipendente.

Cosa ci dice di questa realtà?

La produzione “casalinga” di droga partendo da sostanze varie (prodotti chimici, acidi, basi e solventi, tutto sommato facilmente reperibili sul mercato) non è affatto limitata al krokodil, ma è una realtà ben conosciuta. In fondo, qualsiasi droga illegale viene preparata in questo modo, con il “fai da te” nella cucina di casa o in laboratori artigianali clandestini che poco hanno di differente rispetto a una cucina. I processi che portano dalla sostanza di partenza alla droga finale spesso sono gestibili abbastanza facilmente e non necessitano di particolari conoscenze di chimica. Sul web si possono addirittura trovare “ricette” molto dettagliate e che non sono avare di consigli concreti (del tipo “se hai bisogno di alcol al 70% sostituiscilo con della vodka” oppure “per questa reazione non usare pentole di alluminio ma di acciaio”). Certo, spesso c’è il pericolo di farsi male (esplosioni, incendi, ustioni), ma a produrre ci si riesce, nel senso che nell’intruglio che si ottiene la sostanza desiderata normalmente è presente…

Qual è il punto più difficile?

Il punto più difficile in caso di produzione casalinga consiste nel procurarsi la sostanza di partenza, cioè la molecola che ha già una struttura chimica molto vicina alla droga (in questo caso è la codeina). La legge sugli stupefacenti sottopone a controllo molte di queste “sostanze di partenza”, ma non è sempre possibile farlo con grande efficacia, dato che quasi sempre tali sostanze hanno numerosi impieghi legittimi (per esempio, per produrre degli allucinogeni si parte da alcune sostanze che sono

una componente importante dei profumi). Per la codeina, la si trova in molti sciroppi per la tosse e non è giusto impedire a chi ha la tosse di curarla solo perché qualcuno usa la codeina per produrre il krokodil.

E qual è la situazione delle altre droghe illegali?

Tutte le droghe illegali sono tossiche (anche) proprio perché la loro qualità è pessima. Nessuna droga illegale viene fabbricata secondo un protocollo standardizzato o viene venduta con certificato d’analisi o etichetta “farmaceutica”. Il consumatore non è sicuro che il “principio attivo” sia quello che lui desidera e che lo spacciatore gli ha dichiarato (del resto il contenuto non lo conosce nemmeno lo spacciatore). Altrettanto dicasi per la potenza (quanti milligrammi) e per le sostanze estranee. Con l’eroina si muore di overdose quando una partita è tagliata diversamente da quello che si pensava. Chi acquista una pastiglia di Ecstasy non sa in realtà quale droga sta comperando, può essere Ecstasy vera (MDMA) ma può essere metamfetamina, cocaina, LSD… non è dunque scontato che il consumatore sia protetto dai danni anche quando rispetta scrupolosamente i consigli per un safer use. Ci sono stati decessi con GHB (gamma-idrossibutirrato; nota anche come “droga dello stupro”, ndr.) perché la concentrazione del miscuglio era superiore a quella prevista.

La canapa insegna?

Anche con la canapa, come abbiamo visto molto bene ai tempi dell’indoor, i problemi dei consumatori avevano a che fare con la qualità (sovradosaggi dovuti a scarsa o nulla conoscenza della potenza della canapa comperata; disturbi della salute “imprevisti” determinati dai residui di pesticidi in caso di coltivazione in serra). Questo discorso vale per tutte le droghe illegali. Valeva in America anche per l’alcol ai tempi del proibizionismo! Adesso comincia a essere applicabile anche ai medicamenti contraffatti venduti sul mercato nero (come il Viagra). Per queste ragioni, dal profilo strettamente sanitario non si possono ridurre i (molti) danni indiretti delle droghe (cioè tutti quelli che dipendono dalla composizione del prodotto che si assume) senza disporre di droga di alta qualità….

Divoratrice di uomini Continuiamo a trattare il fenomeno della droga coccodrillo, cambiando però il nostro interlocutore. Abbiamo chiesto al giornalista Paolo Trincia della trasmissione Le Iene, di raccontarci cosa ha vissuto nel corso del suo reportage a Tolyatti in Russia, città in cui ha realizzato un servizio televisivo sulla krokodil e dove è entrato in contatto con alcuni tossicomani che ne facevano uso.

Avendo visto con i suoi occhi, ritiene che il problema della krokodil sia grave?

Per ora è un fenomeno che si limita all’Est Europa e dunque par quanto riguarda i grandi numeri non si tratta dell’Europa occidentale anche se qualche caso sarà arrivato anche da noi.

In Russia i numeri sono inquietanti ma non esistono statistiche perché si preferisce evitare la pubblicità negativa. Il problema è grande. La Russia aveva già e ha tuttora un problema enorme con gli eroinomani, e la krokodil è un sostituto povero dell’eroina. Molti eroinomani si buttano su questa droga che si può confezionare in casa a buon mercato, costa poco e dunque il problema lo si risolve facilmente.

Che idea si è fatto della droga coccodrillo?

Il fatto che sia facile reperire le droghe con l’esplosione delle stesse anche su internet realizzate con sostanze che non sono ancora state inserite nelle tabelle, e dunque ottenibili anche stando a casa, è un fenomeno che deve preoccupare tutti. Adesso sta andando la droga fai da te e quindi il dato allarmante è che chiunque possieda un minimo di conoscenze chimiche senza peraltro avere una laurea in chimica, riesce a prodursela.

Gli americani hanno questo problema con la metanfetamina.

Hanno dovuto limitare la commercializzazione e la vendita della efedrina, la sostanza base che si trova nelle pasticche del raffreddore, e in altri medicamenti.

In Russia la droga coccodrillo è proibita, ci vuole la ricetta medica?

In teoria ci vuole la prescrizione medica ma poi si riesce sempre ad averla in un modo o nell’altro. L’allarme sussiste. La cosa che stupisce nel mio reportage è che queste persone sanno perfettamente quali effetti e quali danni provoca la krokodil ma continuano ad assumerla senza alcun freno. È abbastanza inquietante.

Lo spaccio è diffuso?

No perché te la comperi e te la fai in casa, con due fornelli e tre cose. Trovare gli spacciatori non è così facile perché è facile produrla. Se poi proibisci una sostanza e la rendi meno accessibile ne subentra subito un’altra.

Quali sono gli effetti di questa droga? È stato molto toccante. Mangia la carne. La divora e ti ritrovi con gli arti spolpati. Proprio come il morso di un coccodrillo.

Tutto è molto reale.

Pensa che la sua diffusione sia una questione di cultura che riguarda solo la Russia oppure c’è dell’altro?

Direi che più di cultura si deve parlare di politica o di cultura della politica. Politicamente si preferisce non affrontare il problema e si trattano i tossicomani come criminali senza scampo. Non sono considerati dei malati ma dei tossici e delle piaghe da combattere, non delle persone da curare. In questo senso ritengo che sia un problema della politica che non si assume le sue responsabilità, sbagliando perché se si trascura questo fenomeno possono crearsi dei danni e dei costi sociali enormi. Queste persone o le fai morire o si pone la scelta di curarle. Già è difficile per l’eroina e quindi con questa droga lo diventa ancora di più.

Quindi ritiene che sia preoccupante anche per la nostra realtà?

Certo, perché è un’alternativa all’eroina a cui si accede senza grandi difficoltà. Potrebbe arrivare anche da noi anche se abbiamo meno eroinomani rispetto a loro, e meno “disperati” che cercano sostanze per sballarsi, ma noi il problema lo abbiamo con altre droghe sintetiche di cui non conosciamo la composizione chimica. Droghe nuove delle quali si ignorano gli effetti a lungo termine. Noi non abbiamo il problema così reale e pesante come con la krokodil che anche visivamente fa impressione, ma ne avremo molti altri se non corriamo presto ai ripari. Con danni psicologici pesanti e dunque il problema è anche nostro. Di tutti quanti.

Agorà 5

Gli sciamani della luce Grande evento a Villa Panza a Varese: la mostra “Aisthesis” (“sensazione” in greco antico) riunisce James Turrell e Robert Irwin, due fra i maggiori artisti statunitensi viventi di Alessandro Tabacchi

Arti 6

James Turrell e Robert Irwin sono certamente fra i maggiori eletti. Un’arte che necessita di costose elargizioni private rappresentanti dell’arte ambientale e visuale, nonché com- per poter essere resa manifesta, e che è costretta a ricreare pagni di avventure estetiche dei mai troppo rimpianti Dan il senso dell’infinito all’interno di un’area museale specifica Flavin (1933-1996) e Robert Smithson (1938-1973), in quella il cui accesso non è certo gratuito (anche la mostra a Villa magica stagione, a cavallo fra anni sessanta e settanta, in cui Panza non fa eccezione). il minimalismo, un po’ come Peter Fonda e Dennis Hopper in Easy Rider, uscì dalle metropoli e s’incamminò sulle stra- Senza mediazioni de polverose dei deserti dell’Arizona, della California e del Forse meno clamorosa, ma più sottile, e per certi versi intima e amichevole, la ricerca di Texas, nella florida stagione della land Robert Irwin (1928): le sue raffinate art e delle ricerche sulla percezione. speculazioni sulla luce in ambienti Erano gli anni in cui le mura dei muchiusi, il suo lavoro sulla luce bianca sei stavano troppo strette agli artisti, e le ombre, l’utilizzo di materiali eterei e si voleva evadere dagli ambienti per giocare con gli effetti luminosi, chiusi e istituzionali per conquistare rendono i suoi ambienti estremamente una nuova percezione dello spazio, raffinati nella loro nudità, eppure allo della luce, della dimensione. James stesso tempo bizzarramente concreti Turrell (1943) fu il primo a proporre nella loro evanescenza, molto vicini al come opere d’arte delle vere e proprie messaggio originale del minimalismo geometriche aperture sui soffitti dei quale “ricerca del più attraverso la musei che permettevano di inquadrare sottrazione”. Più vecchio di tre lustri tratti di cielo più o meno ampio. Prorispetto a Turrell (in un periodo in cui ponendo come opera d’arte non una anche pochissimi anni di distanza anamimesi della natura, ma lo strumento grafica facevano la differenza), Irwin per poterla contemplare e percepire appartiene a quella generazione di arnella sua essenza, Turrell arrivò a cretisti che ebbe ancora modo di formarsi are vere “cornici di verità” per il gioco nel clima surriscaldato dell’espressiodi percezione dello spettatore (anche nismo astratto. E non è un caso che se a esegeti poco smaliziati potevano L’artista californiano Robert Irwin la sua laica mistica della luce debba sembrare, e spesso così fu, lucernari (art.columbia.edu) a Rothko, a Barnett Newman e ad Ad in stile geometrico). Un lavoro sulla Reinhardt molto più dell’evocazione percezione, costantemente alimentato, che negli anni lo ha portato a elaborare ambienti di luce in dell’infinito di Turrell, nata negli anni dell’Optical Art e grado di avvolgere lo spettatore. Ambienti in cui non esiste del concettualismo, postmoderna per vocazione, cerebrale più l’orizzonte, che evocano la sensazione di essere immersi nella sua fase progettuale (in questo vicina all’ideale di in una bruma primordiale, in cui la percezione anticipa il Donald Judd, padre padrone del minimalismo e grande sentimento e lo annulla: spazi percettivi totali, muri di luce fautore di un’arte svincolata dal suo esecutore materiale), sciamanica per necessità nei risultati. e campi di colore sobillatori delle coordinate cartesiane.

Una ricerca che, tradendo in parte le sue istanze iniziali, Un’arte difficile e per pochi eletti, dicevo, che a molti risi è reimmessa prepotentemente nell’istituzione museale sulterà ostica, ma anche un’arte che se vissuta come pura come supporto essenziale per la messa in scena dell’opera esperienza visuale, senza mediazione intellettuale precond’arte, pur mantenendo saldo il suo ideale iniziale di alterità cetta, e a suo modo accolta con un atto di fede, può risere lontananza: non è un caso che ormai da decenni Turrell vare emozioni intensissime e magari anche generare si dedichi alla trasformazione di un cratere meteorico in inquietudini profonde. Una sfida intellettuale stimolante Arizona in un gigantesco laboratorio di osservazione e per- che vale il salato biglietto d’ingresso. Una mostra di livelcezione. Un progetto allo stesso tempo utopico, visionario lo altissimo (aperta fino al prossimo 2 novembre), cui ed elitario. Un’arte sublime e altezzosa, a dispetto dell’u- città come Milano, in questi anni di mostre-evento per niversalità del suo messaggio originario, destinata a pochi palati grossolani, dovrebbe ispirarsi.

Manifestazioni BABEL 2014 a cura della Redazione

I

protagonisti della prossima edizione di

BABEL saranno gli scrittori delle Antille,

BABEL - Festival

di letteratura e traduzione Bellinzona, 11-14 settembre Palazzo Civico/Teatro Sociale babelfestival.com

Un credito di CHF 10’000.– a un tasso annuo effettivo tra il 9.9% e il 13.9% (fascia di oscillazione dei tassi) rimborsabile in 12 rate mensili comporta un costo complessivo compreso tra CHF 521.– e CHF 723.20. Il tasso d’interesse dipende dalla solvibilità del cliente. Avviso secondo la legge: la concessione di crediti è vietata se conduce a un indebitamento eccessivo (art. 3 LCSI). CREDIT-now è un marchio di prodotto di BANK-now SA, Horgen.

isole caraibiche occupate a turno da tutte le potenze coloniali europee e popolate dai discendenti delle tribù indigene e degli africani deportati in massa nei secoli della tratta degli schiavi, ex coloni, meticci a cui si aggiunge una moltitudine di immigrazioni remote e recenti: “Un crogiuolo di razze e di culture le cui radici storiche affondano profonde in Africa e in Europa, ma le cui ramificazioni si spingono verso le Americhe e il mondo intero”, come scrivono i responsabili della manifestazione.

Spagnolo (Cuba e Repubblica Dominicana), francese (Haiti e la Martinica), inglese (Trinidad, Tobago e Giamaica), olandese (Curacao), portoghese, hindi, cinese... sono le lingue più rappresentate nelle Antille, un universo di idiomi che possono solo farci immaginare l’affascinante matassa culturale e gli influssi più diversi presenti nelle isole e, di conseguenza, nella loro produzione artistica.

E infatti il Festival bellinzonese di letteratura e traduzione si spinge anche oltre le

parole scritte. Quest’anno David Rudder (uno dei più grandi calypsonian viventi), racconterà la sua personale storia del calypso, “in un programma unico che attraversa un secolo di canzoni di lotta e di humour, di sesso e di rabbia, fino ad arrivare alla sua musica, che chiude un’era e ne apre un’altra”. Senza dimenticare cineBABEL (2 settembre–21ottobre), rassegna che propone film di Haiti, Cuba, Suriname, Martinica e altre isole dei Caraibi (da non perdere Poetry is an Island, documentario sul poeta premio Nobel Derek Walcott). E poi ancora artBABEL (Attilio Wismer propone un’installazione-arcipelago), il cineBooth (video di artisti contemporanei e una selezione di documentari).

Giunto alla sua nona edizione, BABEL continua dunque a crescere in proposte e attività.

E i riconoscimenti per il grande lavoro svolto negli anni non sono mancati: ricordiamo che recentemente il Festival ha vinto il neonato Premio svizzero di letteratura 2013 per la traduzione e mediazione letteraria e il Premio della Giuria.

Da oggi a domani senza lavoro: posso assicurare il mio credito contro un evento del genere?

Sì, con la nostra garanzia del credito.  In caso di incapacità al guadagno o disoccupazione  Assunzione delle rate mensili  0800 40 40 42 oppure credit-now.ch

Una soluzione si trova sempre

Quanto mi costi?

L’automobile presenta delle spese di gestione il più delle volte non considerate. Ma dal prossimo 12 settembre TCS e infovel renderanno accessibile un portale internet dove poter calcolare i costi complessivi (TCO) di un veicolo a basse emissioni a cura della Redazione

variante.ch

Società 8

L’acquisto di un’automobile rappresenta una spesa im- Più viaggi, più spendi? Dipende... portante per l’economia familiare. In generale i clienti, I costi variabili sono quelli che cambiano in funzione dei quello privato ma anche le aziende, prendono come punto chilometri percorsi annualmente. È ovvio che il costo del di riferimento il prezzo di listino e, se applicati, i possibili carburante sarà proporzionale a quelli fatti, mentre i costi ribassi (sconto flotta, promozioni, optional gratuiti ecc.). di assicurazione o la tassa di circolazione annuale sono dei Ahimé, in pochi mettono invece in conto i costi di gestione costi fissi, perché indipendenti dal chilometraggio. Ecco complessivi dell’automobile che stanno per mettere nel dunque che il vero costo di un’auto non dipende solo dal prezzo d’acquisto iniziale proprio garage. In verità, ma anche dai costi variabili le spese d’esercizio (fisse e e dai chilometri percorsi in variabili) pesano costanteun anno. Per cui, se si viagmente sul borsello dell’augia molto, un’auto anche tomobilista/consumatore parecchio più cara all’acquipiù di quanto egli creda: il sto ma più efficiente nella criterio finanziario detergestione, può permettere di minante per un’automobile ottenere costi al chilometro – ma lo stesso varrebbe per inferiori rispetto a un veicouna stampante e le relative lo poco efficiente. cartucce di inchiostro, opÈ evidente che più un’aupure per uno smartphone, tomobile è efficiente meno il relativo abbonamento e energia consuma. In Ticino, le tariffe di comunicazione dove dal 1. gennaio 2014 L’americana Tesla S: sportiva, elegante, elettrica!

– è dato dal rapporto tra i la tassa di circolazione viecosti di esercizio complessivi ne corretta da un fattore bonus/malus in funzione delle e le prestazioni effettuate. emissioni di CO2 (ovverosia del consumo), un veicolo dalle emissioni ridotte ha una tassa di circolazione più econoTCO: il vero metro di misura L’espressione costi complessivi in inglese viene riassunta mica. Quindi, un’auto dotata del sistema “start-stop” sarà dall’acronimo TCO (Total Cost of Ownership). Ed è questo più economica nell’uso di una che ne è sprovvista; un’auto il vero valore da considerare. Ma come si calcola? La proce- ibrida sarà ancora più interessante e una elettrica – grazie dura è semplice: dividendo tutte le spese (fisse e variabili) al suo eccezionale rendimento energetico – sarà la migliore per i chilometri percorsi, si ottiene il costo di esercizio al in termini di costi variabili! chilometro. Questo dato è assai utile per determinare sia i propri costi effettivi (per esempio, a fini fiscali) sia per Ancora carucce, per ora Un’auto elettrica oggi ha ancora un prezzo di acquisto fatturarli eventualmente a terzi.

Il Touring Club Svizzero (TCS) ha calcolato che mediamente, superiore di circa il 50% rispetto a una “convenzionale”, in Svizzera, nel 2014 un’auto del valore all’acquisto di 35mi- e quindi per “pareggiare” i costi di gestione o, altrimenti la franchi, con una percorrenza annua di 15.000 chilometri, detto, per avere un TCO in pareggio, con l’auto elettrica è costa 74 centesimi al km1. Tutti i possessori di veicoli sanno necessario percorrere parecchi chilometri all’anno. Tuttavia che in gioco vi sono molti più fattori rispetto al solo prezzo questo costo di acquisto in Ticino potrebbe diminuire e di listino del veicolo. Per esempio, i costi di assicurazione, diventare accessibile per molti utenti se il Gran Consiglio le tasse di circolazione (variabili da un cantone all’altro), i approverà il Messaggio governativo licenziato lo scorso 28 costi legati allo stazionamento del mezzo (garage, posteg- maggio, che prevede l’introduzione di un “cash-bonus” per gio ecc.) i costi di riparazione (ricambi e manodopera), la i veicoli particolarmente efficienti. manutenzione ordinaria (pneumatici e altre componenti Prendendo quale esempio l’auto più venduta in Svizzera, dalla normale usura) e i costi del carburante o in generale l’immortale Volkswagen Golf che può essere ordinata con dell’energia necessaria al funzionamento del veicolo, solo molte motorizzazioni diverse (benzina, diesel, bi-fuel gas/ benzina, elettrica e prossimamente anche plug-in), è possibiper citare i più comuni.

le calcolare che, per eguagliare lo stesso esborso rispetto alla spesa media svizzera di 74 centesimi al chilometro dati dal TCS, le distanze annue da percorrere (una volta introdotto il cash-bonus in Ticino) sarebbero di circa: 10.000 km per una Golf bi-fuel a gas/benzina (1.4 TGI BlueMotion Comfortline), 12.000 km per una Golf diesel (1.6 TDI BlueMotion Comfortline) e 13.000 km per l’elettrica eGolf. In altre parole si può affermare che con l’introduzione del cash-bonus, se l’utilizzatore di una Golf percorrerà più di 13.000 km all’anno, il TCO di una versione elettrica sarà competitivo con quello della altre motorizzazioni, mentre per percorrenze inferiori ai 10.000 km annui la versione complessivamente più economica risulterà essere la versione bi-fuel.

Un nuovo strumento di calcolo Per i quasi 20mila ticinesi che ogni anno acquistano una nuova auto, il TCS Sezione Ticino insieme a infovel (supportati da importanti sponsor quali l’associazione TicinoEnergia) hanno concepito un innovativo software che permetterà di verificare, gratuitamente sul portale autoefficienti.ch, il TCO per tutte le auto superefficienti (emissioni di CO2 fino a 95 g/km) in funzione del proprio chilometraggio annuo. Nel modello di calcolo disponibile il bonus/malus previsto dall’imposta di circolazione ticinese è già incluso, mentre il cash-bonus non è ancora considerato (essendo il Messaggio citato in precedenza ancora in discussione); ma non appena entrerà in vigore, anche questo importante fattore sarà naturalmente introdotto nel software.

Il nuovo e innovativo portale sarà presentato e accessibile a tutti a partire dal 12 settembre, in concomitanza con l’apertura di VEL EXPO TICINO al Centro esposizioni di Lugano, manifestazione in cui saranno presenti anche molte novità e anteprime, con possibilità di prova su strada. L’augurio è che con il nuovo portale (strumento unico nel panorama Svizzero) sia possibile sensibilizzare gli acquirenti di auto rispetto al reale costo generato dal proprio veicolo (TCO), e che questo venga utilizzato quale criterio finanziario di scelta al posto del comune prezzo di listino netto. note 1 tcs.ch/it/il-club/media/stampa/comunicato-stampa/2014/spesechilometriche-2014.php

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Mobilità sostenibile: più di una sola alternativa! velexpo.ch

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Lugano, Centro esposizioni 12 – 14 settembre 2014 Entrata gratuita

Il mondo sottosopra “Il viaggio sotterraneo di Niels Klim” è un classico della letteratura utopica. Uscito a Lipsia alla fine del 1740, merita di essere riletto per la sua sorprendente attualità di Alba Minadeo

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Nel 1741, uno sconosciuto recensore presentava così l’edi- attraversarlo di corsa: “Oberato di incarichi e missive ufficiali. zione francese de Il viaggio sotterraneo di Niels Klim, scritto Sebbene abbia una circonferenza di non più di duecento miglia in latino dal padre della letteratura danese Ludwig Holberg: tedesche, il pianeta Nazar sembra molto grande ai suoi abitanti “Questo libro è un romanzo curioso, un po’ vicino al gusto de «I a causa della loro lentezza negli spostamenti”. viaggi di Gulliver». Vi è tuttavia una differenza: è di utilità più Tutti parlano la stessa lingua, anche se i costumi sono molto generale. Ci sono veramente molte riflessioni sensate, attraverso diversi; i popoli di questo globo, che somiglia a un arcipele quali l’autore caratterizza non solamente la maggior parte dei lago, sono separati gli uni dagli altri da stretti e mari. Al popoli, ma anche gli individui. Fa sensuo ritorno su Nazar, Sua Serenità il tire il ridicolo di certi costumi, pressoché principe di Potu (Utop, al contrario) universali; egli dipinge con i colori più dà alle stampe il resoconto della sua vividi i diversi difetti”. Pubblicato per esplorazione: Il viaggio del corriere la prima volta in italiano da Adelphi di corte Scabba [immaturo] in tutto il nel 1994, era accompagnato dalle mondo. Quando il protagonista fa la splendide incisioni di Abildgaard, proposta di escludere le donne dalla il Füssli scandinavo. A differenza vita politica, viene condannato ed dei suoi predecessori Thomas More esiliato nel firmamento. A Martinia, e Tommaso Campanella, Holberg uno stato abitato da scimmie loquaci fa compiere al suo protagonista un e vanitose (che ricorda la Francia viaggio all’interno della Terra, che dell’epoca illuministica, maestra di è cava (alcune teorie del tempo gusto e vanità), una di queste si volevano che la Terra fosse concava innamora di Niels e, al rifiuto di lui, e sotto la crosta nascondesse un dichiara di essere stata violentata. cosmo più piccolo del nostro, e Condannato alla prigione a vita, Una riproduzione della Terra cava come descritta un altro cielo con un sole, stelle e candidato alle galere e destinato alla nel 1947 dall’ammiraglio Richard Byrd a seguito di pianeti anch’essi più piccoli), dove schiavitù, viene trascinato su una un “avventuroso” viaggio (ilsapere.org) si spalancano visioni che sono un trireme governativa pronta a partire compendio ironico e onirico di alcuper le Mezendore, le terre delle Meni dei mondi che l’inconscio settecentesco celava in sé. Alla raviglie, patria di tutti gli animali dotati di intelletto. Qui, fine, il protagonista torna in superficie e narra le sue avven- la gazza (ladra, da noi) è l’ispettore generale della dogana; ture, traendone insegnamenti morali e considerazioni che esiste la Terra musicale, i cui abitanti sono dei contrabbassi, invitano a giudicare con cautela le tradizioni di altri paesi. o la Terra dal fetido odore perché i residenti sono senza bocca e parlano dal posteriore.

La storia A seguito di un naufragio, Niels finisce a Quama i cui nativi Niels Klim, giovane baccalauro1, precipita in una grotta in vivono isolati senza rapporti commerciali con gli altri sotNorvegia e finisce in un universo sotterraneo dove il pianeta terranei: solo un antico capo tribale quamita era stato nel più importante è Nazar (abitato da alberi deambulanti e nostro mondo e aveva scritto il Viaggio di Tanian sopra la provvisti di ragione) e gli stati sulla superficie interna della terra, ovvero descrizione delle regioni e dei paesi, specialmente di terra si chiamano Martinia, Mezendore e Quama. Prima quelli europei, (come Papalagi, il libro pubblicato in Germania di approdare su Nazar, Niels deve affrontare un enorme e nel 1920 contenente i discorsi tenuti al proprio popolo da minaccioso grifone che sfida con il suo Testimoniu Academi- un capo polinesiano, Tuiavii di Tiavea, al suo ritorno da un cum (ricorda un po’ Harry Potter che cavalca il grifone e le viaggio in Europa). Il nostro protagonista pensa allora di sfide accademiche di Hogwarts). A causa della prontezza del portare progresso e gloria in questo paese e dichiara guerra suo ingegno, “che gli fa vedere solo la scorza delle cose, non il agli stati confinanti. Proclamato imperatore e assetato di nocciolo”, viene immediatamente considerato di gran lunga potere, finisce invece per provocare orrore e distruzione nel inferiore ai sotterranei i quali reputano avventata la rapidità firmamento. A quel punto, Niels fugge e riesce a tornare nel comprendere. Dopo aver messo in discussione il giudizio sulla Terra, dove capisce che Nazar, “così ben organizzato che di un saggio, per punizione Klim viene obbligato a fare il le istituzioni sembravano più divine che umane”, dovrebbe rapcorriere, a compiere un viaggio intorno al pianeta Nazar e ad presentare “un esempio da seguire nella creazione di ogni stato”.

Alberi che camminano In passato (Ticinosette n. 38/2013) abbiamo trattato del tema dei sensi delle piante. A Nazar, gli abitanti sono alberi “animati e saggi”, (raffigurati nel libro come Mirra che partorisce Adone nella xilografia di Gabriele Simeoni del 1559), interessati solo alle cose concrete: “Gli anziani godono di venerazione. I contadini sono molto rispettati per la nobiltà del loro compito (...) perché nutrono e proteggono i cittadini”. Nel Principato di Potu, “nessun crimine viene punito con la pena capitale, tranne per i riformatori. Non servono servi perché ogni ramo è un braccio”.

I potuani pregano quasi in estasi “e non come noi che cantiamo gli inni sacri mentre facciamo le faccende di casa. Condannare gli altri è indice di arroganza, obbligare gli altri a pensarla come noi è come attribuire solo a se stessi ogni barlume di ragione e solo gli stolti credono di essere gli unici a sapere”. Tutti questi precetti sono contenuti nel libro Il timone dello Stato: “Dal momento che gli alberi conducono una vita morigerata, la maggior parte delle malattie è sconosciuta. A nessuno è concesso di scrivere libri prima di aver compiuto i trent’anni ed essere stato giudicato dagli istruttori sufficientemente maturo e degno di scrivere. Per questo motivo i libri che vedono la luce sono pochi, ma dotti e ben curati. (...) I professori di buon gusto hanno il compito di controllare che non vengano pubblicati scritti di sapore troppo triviale e popolare, la cui lettura rovina il gusto”.

Ma siccome “niente al mondo è completamente inutile e anche i libri più insulsi possono sempre servire”, esistono testi “che procurano ai lettori vomito, sonno e liberazione del ventre” e si possono trovare in farmacia. I Potuani, inoltre, “sono esperti nell’arte militare, ma non aggrediscono nessuno” (un po’ come gli svizzeri…). Le province arboree hanno ognuna una caratteristica peculiare: per esempio, ci sono “esseri che ignorano il dolore e perciò vivono in una intollerabile monotonia, uomini schiavi in un regno di donne che si ritraggono pudichi davanti alle provocazioni delle fanciulle”. Ai confini del principato di Potu, c’è un luogo dove abitano gli olivi, molto devoti e severi, che trascorrono le giornate immersi in preghiera, trascurando le faccende quotidiane, satira della Danimarca pietista del tempo.

La teoria della Terra cava Una delle prime opere narrative che tratta l’argomento della Terra cava, e a cui Holberg si è ispirato, è il Mundus subterraneus (1665) del naturalista A. Kircher. A sua volta, Casanova ha preso spunto dal Klim per il suo Icosameron (1788). Anche Symzonia: A Voyage of Discovery (1823) è basato sulla teoria analoga di J.C. Symmes Jr. Per quanto concerne Edgar Allan Poe ha usato quest’idea nella Storia di Arthur Gordon Pym (1838). J. Verne invece l’ha utilizzata in Viaggio al centro della Terra (1864). A Strange Manuscript Found in a Copper Cylinder (1888) di J. De Mille è una satira vittoriana di una società invertita all’interno della Terra cava. Il dio fumoso (1908) di W. G. Emerson narra di Olaf Jansen che viaggiando all’interno della Terra vi trova una civiltà avanzata. E.R. Burroughs ha scritto del mondo interno di Pellucidar, visitato dal suo personaggio Tarzan. H.P. Lovecraft ne Il tumulo (1930) racconta di paesaggi e di terribili esseri che vivono nel sottosuolo.

Nel suo diario, R. Byrd racconta che nel 1947 velivoli simili a dischi volanti presero il controllo del suo aereo e lo fecero atterrare in una citta della Terra interna. Nel 1968, G. Crepax ambienta un episodio di Valentina ne “I sotterranei”. Persino i nazisti incoronarono come superuomo, sacerdote della fisica ariana, l’ingegnere e astronomo H. Hörbiger sostenitore della teoria della Terra cava, sulfureo personaggio raccontato ne La Sinagoga degli Iconoclasti di J.R. Wilcock, di cui parla anche Il mattino dei maghi di L. Pauwels e J. Bergier. note 1 “Giovane gentiluomo (...) in procinto di essere armato cavaliere” (treccani.it).

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S

ono nata a Mendrisio, e la musica mi ha sempre appassionata, fin da piccola. Mi piaceva cantare e piaceva anche ai miei genitori e in casa mia la musica non mancava mai. Ho frequentato le scuole dell’obbligo nella mia città e alle medie ho iniziato a strimpellare la chitarra. Da lì è nata la mia curiosità per gli strumenti musicali: volevo capire com’erano fatti, mi interessava il loro lato nascosto, segreto.

Spesso avevo a che fare con una corda spezzata e aggiustandola prendevo sempre più confidenza con lo strumento.

Dopo le scuole medie non avevo le idee molto chiare su cosa avrei voluto fare da grande e mi sono iscritta al liceo linguistico. Oggi sono contenta di quella scelta, la scuola mi ha dato una buona preparazione, mi ha aperta verso altre culture, mi ha fatto conoscere lingue e realtà letterarie diverse. Terminato il liceo, il mio sogno era imparare a costruire strumenti a pizzico, come la chitarra. Mi sono informata sulle varie scuole, in Svizzera, Germania, Francia, ma alla fine ho deciso di iscrivermi alla scuola internazionale di liuteria a Cremona perché mi era piaciuta la città e l’istituto era molto stimolante a livello culturale. Ho così scelto di imparare l’arte della costruzione degli strumenti ad arco, come violino e violoncello, e dopo aver frequentato il primo anno a Cremona ho deciso di fermarmi lì, era quello il mio posto. Ho avuto la fortuna di avere compagni di corso di tutte le età e provenienti da tutto il mondo: dal pensionato giapponese venuto in Italia con la moglie, all’ingegnere nucleare statunitense. Cremona era un piccolo centro del mondo, come dicevano i miei professori, e immagino sia così ancora oggi. A scuola ho imparato tutto degli strumenti musicali, prima ero davvero a digiuno dal punto di vista sia manuale sia teorico. La manualità nel mio lavoro è fondamentale e la si può acquisire, mentre la pazienza, che è un altro aspetto determinante, no, quella è un dono: non tutti saprebbero trascorrere tantissime ore dietro a un lavoro così di precisione.

Dopo la scuola ho iniziato a lavorare nella bottega di Daniele e Giorgio Scolari, i miei maestri. È stato molto importante per me collaborare con loro e questo appren-

distato mi ha permesso di aprire un’attività tutta mia sempre a Cremona.

Nella città lombarda sono stata altri quindici anni, ho lavorato sodo, ho fatto tanti sacrifici, ma in cambio ho avuto anche grandi soddisfazioni.

Poi sono tornata in Svizzera, ho cambiato vita, mi sono sposata, è nato il mio bambino. Ma anche qui ho aperto la mia attività a Mendrisio. Ho il privilegio di fare la professione che amo, di andare al lavoro tutte le mattine con il sorriso stampato sulla faccia e spero di poterlo fare anche nei prossimi anni. C’è voluto tanto tempo per imparare questo mestiere, ma ricordo ancora con emozione il primo violoncello che ho costruito. Gli strumenti che creo sono un po’ come dei figli, ci vogliono mesi per produrne uno e alla fine la sensazione è quella di aver messo al mondo qualcosa di vivo, che ha una voce, che può cantare, quasi come un bambino.

Nell’immaginario i liutai sono persone un po’ particolari: Amati, Stradivari, Guarneri, vengono raffigurati come personaggi cupi, che lavorano a lume di candela, chiusi nel loro mondo, e in questo un briciolo di verità forse c’è. Ma adesso le cose sono diverse: per esempio, a me piace molto confrontarmi con i colleghi, mantengo i contatti con Cremona, mi reco lì almeno una volta al mese per la ricerca dei materiali, mi piace condividere successi e difficoltà con gli altri artigiani. Un aspetto che invece fatica a cambiare è il ruolo della donna in questo mestiere, che ancora oggi è una professione “maschile”. Ci sono addirittura clienti che richiedono espressamente una firma maschile per i loro strumenti. Ma la presenza femminile sta sicuramente aumentando, anche perché precisione e pazienza sono doti che le donne hanno, forse più degli uomini! Dopo tanti anni di esperienza, adesso che ho acquisito una buona manualità e mi sono fatta “un nome”, desidero lavorare sempre al meglio, sviluppando il mio gusto personale, cercando di reperire i materiali migliori. Sì, ancora oggi sono alla ricerca, alla ricerca della perfezione.

DANIELA SOLCÀ

Vitae 12

L’amore per la musica col tempo si trasforma nel desiderio di scoprire come sono fatti gli strumenti. La decisione di fare la liutaia nella vita e il sogno di unire lavoro manuale e arte

testimonianza raccolta da Roberto Roveda fotografia ©Flavia Leuenberger

BOULDERING Ă&#x2C6; una disciplina che si sta affermando in tutto il mondo e che anche nel nostro cantone vanta un crescente numero di appassionati, grazie alla presenza di luoghi molto adatti alla sua pratica

di Martina Rezzonico; fotografie ŠFlavia Leuenberger

I

l nome, deriva dall’inglese boulder (ossia “masso”), che indica il campo d’azione degli arrampicatori (climbers) che praticano questa attività: massi di diverse dimensioni con pareti arrampicabili (fino a un massimo di 7-8 metri d’altezza). Il bouldering consiste dunque nel salire con movimenti concatenati e dinamici senza l’ausilio di materiale che aiuti la progressione dei passaggi (o “problemi”) relativamente brevi ma difficoltosi. È uno sport che richiede forza fisica, ma possiede anche una componente tecnica estremamente importante.

Dato che l’assicurazione tramite la corda manca, la sicurezza è garantita da materassini (i cosiddetti crash pad) che attutiscono le cadute. Inoltre, è fondamentale il ruolo dello spotter, una persona posizionata sotto l’arrampicatore pronta a parare l’eventuale caduta, accompagnandolo sul materassino.

Il bouldering nasce come metodo d’allenamento per gli alpinisti; solo negli anni cinquanta e sessanta, negli Stati Uniti, viene sviluppato come disciplina fine a se stessa e dagli anni settanta è un’attività sportiva matura e fortemente praticata. Competizioni vengono organizzate dalla fine degli anni novanta. Queste si svolgono indoor. Infatti, come l’arrampicata sportiva con corda, anche il bouldering può essere praticato sia all’aperto sia in palestra, su pannelli artificiali su cui sono montate delle prese.

Vera roccia Ma il bello del bouldering, mi spiegano due grandi appassionati, Claudio Cameroni e Milton Pauletto, sta proprio nel contatto con la natura, nell’arrampicarsi sulla superficie della roccia. E in Ticino abbiamo la fortuna di avere dei luoghi fra i più belli al mondo per praticare questo sport.

Accanto a Cresciano e Chironico, che attirano i boulderisti migliori di tutto il mondo, non dobbiamo dimenticare le aree del passo del San Gottardo, di Brione Verzasca, della Val Bavona, di Avegno e della vicina Val Calanca (si veda ticinoboulder.ch/ticino). E nuove aree non mancheranno di essere scoperte e sviluppate nei prossimi anni.

Com’è possibile che, nonostante il bouldering sia una disciplina ancora poco conosciuta dai ticinesi, il Ticino sia una zona conosciuta a livello mondiale? Proviamo a spiegarlo tramite l’esempio di Cresciano. I massi granitici di ottima qualità, alti in media dai due ai cinque metri, sono sparsi nei boschi del comune e dei paesi confinanti di Osogna e Claro, ben accessibili anche alle famiglie. La zona è stata scoperta come area boulder agli inizi degli anni novanta e nel decennio successivo si è compresa la sua potenzialità. Nel 2000 è stato realizzato il passaggio chiamato “Dreamtime”, che a quella epoca era il più duro al mondo. Ciò ha attirato a Cresciano i migliori arrampicatori che volevano provarlo a loro volta, facendo così anche una buona pubblicità al Ticino come area di interesse per la pratica del bouldering.

Ancora oggi nel nostro cantone ci sono quattro o cinque passaggi fra i più difficili al mondo, mi racconta Claudio Cameroni con un certo orgoglio. Claudio è una di quelle persone che ha dato una spinta importante a questo sport in Ticino. Appassionato di alpinismo e arrampicata fin da giovane, si è dedicato negli ultimi anni principalmente al bouldering, aprendo anche molti blocchi nuovi (cioè, com-

(...)

sopra: Diego Cameroni; in apertura: Giuliano Cameroni; tutte le immagini del reportage sono state scattate nellâ&#x20AC;&#x2122;area boulder di Chironico.

Stefano Laloli

Flavia Leuenberger Classe 1985, ha frequentato il Centro scolastico per le industrie artistiche (CSIA) ottenendo nel 2004 il diploma di grafica.

Dopo alcuni anni di esperienza anche in ambito fotografico svolge ora entrambe le attività come professionista indipendente. flavia-leuenberger.ch

piendo la prima salita di nuove vie, o meglio “passaggi”).

Particolarmente importante è stata la realizzazione delle tre guide dedicate alle aree boulder del Ticino: grazie a foto e schemi sono rappresentati i massi con i vari “passaggi” finora aperti, indicando anche il loro grado di difficoltà.

La prima guida, apparsa nel 2002, è stata proprio quella di Cresciano (oggi già alla quarta edizione aggiornata), a cui sono seguite quelle di Chironico e del Gottardo. “Una pubblicazione fa tanto”, ci spiega Claudio, “perché la gente ha sempre bisogno di trovare blocchi nuovi, stimoli nuovi. Vuole provare le nuove vie che sono state aperte. Da questo punto di vista le guide hanno sviluppato molto l’arrampicata”. Questo successo ha portato a Cresciano anche alla costruzione di un ostello, punto di ritrovo degli arrampicatori, che può contare su un potenziale di clienti anche in inverno.

Claudio, Giuliano, Diego Cameroni e Diego Schütz

Giuliano e Diego Cameroni

Milton Pauletto

Claudio Cameroni e Diego Schütz

Uno sport per tutte le stagioni Già, perché al contrario di quanto si possa immaginare, il bouldering, per lo meno alle nostre latitudini, è una disciplina soprattutto invernale. Questo è dovuto a una migliore aderenza della roccia nei mesi freddi, grazie alla minore umidità.

Milton mi spiega che le condizioni migliori si hanno fra i 5 e i 15 gradi centigradi; inoltre il vento secco da nord è sempre benvenuto. In estate però non si è obbligati a fare pausa: basta recarsi in una zona più fresca, come quella del Gottardo. Oppure – una tendenza di questi ultimi anni – arrampicare di sera o di notte, grazie a potenti pile che rischiarano a giorno il sasso.

Si può praticare il bouldering fin da piccoli: i bambini infatti si arrampicano istintivamente ed esistono anche

passaggi facili adatti a loro. Col tempo diventa una sfida, ma una sfida piuttosto con se stessi: si cerca sempre di salire linee più difficili, confrontandosi con i propri limiti.

Ma nonostante sia uno sport individuale, quello che affascina è lo spirito di gruppo. Si va quasi sempre in compagnia, si condivide l’esperienza, si danno consigli su come affrontare al meglio un determinato passaggio; e quando uno del gruppo riesce, tutti sono contenti. Mi dicono che c’è un’atmosfera gioiosa, molto ludica. E leggendo certi nomi che sono stati dati ai passaggi (come “Meglio tordi che mais” oppure “Sbronzi di Riace”) me lo posso immaginare vivamente!

Si ringraziano Claudio Cameroni, Milton Pauletto e tutti i climbers fotografati, per la gentile collaborazione.

SARONE, ANNO DEL SIGNORE 1118.

NON E' MOLTO DIFFICILE PERCHE' LA GENTE LO CHIAMASSE CONTE BONACCIONE…NONOSTANTE IL SUO RANGO, ERA LA PERSONA PIU' BUONA E GENEROSA DI TUTTA LA VALLE!

OGNI ANNO, INFATTI, FACEVA IL GIRO DELLE CASE POSTE NEI SUOI TERRENI PER ESAUDIRE I SOGNI CHE LE FANCIULLE AVEVANO FATTO LA NOTTE PRIMA…

conte Bonaccione il

Episodio 1

tratto da “il meraviglioso vol.II”

progetTo a cura di: BOoKMAKER COMICS Testi: MATtEO GERBER DISEGNI E COLORI: rita azZali

… E ANCHE QUELL'ANNO CAPITO' A CASA MIA!

VI SEMBRERÀ UNA STRANA COINCIDENZA MIO SIGNORE, MA ANCH'IO HO FATtO UN SOGNO MOLTO SIMILE A QUELlO DI MIA SORELlA LUCIA: MA HO SOGNATO DI SPOSARMI CON IL VOSTRO CUOCO.

OH CONTE, FORSE LE SEMBRERÒ SFACcIATA. MA QUESTA NOTtE HO SOGNATO DI SPOSARMI CON IL VOSTRO SCUDIERO…

QUESTI SOGNI MI SEMBRANO ASsOLUTAMENTE ESAUDIBILI. IL MIO SCUDIERO ED IL MIO CUOCO SONO GIOVANI E NON HANnO MOGLI. CREDO PROPRIO CHE POTRÒ ACcONTENTARVI. E VOI MARTA? CHE MI DITE? CHE COS'AVETE SOGNATO LA SCORSA NOTtE?

I-IO MIO SIGNORE HO FATtO UN SOGNO MOLTO SIMILE A QUELlO DELlE MIE DUE SORELlE, MA, AHIMÈ, DUBITO CHE SIA ESAUDIBILE… SPERO VERAMENTE CHE NON PUNISCA LA MIA INSOLENZA, MA…

…I-IO HO SOGNATO DI SPOSARE VOI… MIO SIGNORE…

SONO ANnI CHE ASPETtO QUESTO MOMENTO! FACcIO SEMPRE IL GIRO DELlE CASE SPERANDO CHE QUALCHE FANCIULlA ABbIA FATtO QUESTO SOGNO E FINALMENTE CI SIAMO! ALlORA È DECISO!

IL CONTE DECISE DI FESTEGGIARE TUTTI I MATRIMONI LO STESSO GIORNO, IL BANCHETTO FU MEMORABILE!

CON IL VOSTRO PERMESsO PORTEREI A PALAZzO LE VOSTRE FIGLIE OGgI STESsO. CI SONO BEN TRE MATRIMONI DA ORGANIZzARE E VOGLIO CHE SIA FATtO PRIMA DELlA MIA PARTENZA PER LA GUERrA!

QUATTRO MESI DOPO DOVETTE PARTIRE A COMBATTERE PER LA GUERRA TRA COMO E MILANO.

CONTINUA...

Selfie, ego a colpi di click Tendenze p. 44 – 45 | di Fabiana Testori

Sorriso ammiccante, nessuna particolare cura dei dettagli, semplice concentrazione sulla propria immagine: il selfie. Una tendenza che contagia tutti e di cui la rete straripa. Non c’è social network in cui non si proponga la propria fotografia a oltranza. È attraverso il cellulare che passa la nuova affermazione di sé?

Q

ualche mese fa è caduto in tentazione perfino il Consiglio federale. In una soleggiata giornata di luglio, durante la tradizionale gita che quest’anno si è svolta fra i paesaggi neocastellani cari al presidente Burkhalter, incluso il giro in battello nei pressi del Saut du Doubs e la visita al museo dell’orologeria dello Château des Monts a Le Locle, l’esecutivo nazionale non ha saputo resistere: ed ecco il click, ecco il “selfie”.

Scattato grazie a uno smartphone e immediatamente postato su Twitter da Alain Berset, la foto è stata retwittata e commentata all’istante dagli internauti. Chi entusiasta e divertito “Grazie Alain, simpatico!”; chi più critico “Tutti fanno dei selfie. Non sono geloso, ma penso sia inappropriato”; chi più impertinentemente si è domandato di chi fossero i capelli che spuntavano in basso nella fotografia.

Pronta la risposta: sono quelli della cancelliera Corinna Casanova, detta l’ottavo Consigliere federale, ma spesso, ed evidentemente anche nel selfie, ignorata.

Una moda che pare aver contagiato tutti, politici, cantanti, astronauti, dai personaggi famosi fino all’uomo comune, chi in vacanza, chi con gli amici, chi stuzzicato dallo scenario standardizzato del “davanti allo specchio”, quasi nessuno resiste a scattarsi una foto e poi a condividerla in rete.

Parola dell’anno

L’Oxford English Dictionary, che ha decretato “selfie” la parola dell’anno 2013, propone la seguente definizione: “una fotografia di se stessi, scattata con uno smartphone o una webcam e poi condivisa su un social network”. Il selfie ha però origini lontane. Infatti il primo autoritratto fotografico risale al 1839, quando il fotografo americano Robert Cornelius, realizzò un dagherrotipo di se stesso. In seguito, grazie alla fotocamera portatile Kodak Brownie (1900), posizionata su un treppiedi davanti a uno specchio, l’autoritratto divenne pratica comune. È del 1920 uno scatto ritrovato in uno studio fotografico newyorkese in cui tre fotografi si immortalano sostenendo l’apparecchio con le mani. Insomma, la stessa tecnica utilizzata oggi dai selfisti.

Ma è con internet, i primi forum e poi i social più conosciuti, quali Facebook, Twitter e Instagram, con i conseguenti

“like” e commenti, che il selfie prende piede e si diffonde, senza dimenticare la spinta tecnologica impressa dall’iPhone 4, munito di fotocamera frontale, fondamentale per la realizzazione di un buon selfie. Questa moda, per alcuni un’ossessione del continuo fotografarsi e poi mostrarsi in rete (e quindi a tutti), comincia ad attirare l’attenzione di sociologi e psicologi che si interrogano sul perché oggi si avverta il bisogno di scattarsi un selfie e poi di chiedere l’opinione degli altri in merito. Pare concorde l’idea secondo cui il fenomeno sia strettamente legato a una società fortemente centrata sull’individuo e a una recrudescenza narcisistica che pervade i tempi moderni in cui edonismo e culto del corpo dominano ritmi e stili di vita. La testimonianza diretta è la condivisone continua e immediata sui social network delle attività quotidiane. A ciò si aggiunge la forza del visivo, dell’immagine di sé che ognuno desidera proporre agli altri.

Ma anche patologia…

L’American Psychological Association ha recentemente definito una nuova patologia, chiamata Selfitis per chi manifesta disturbi mentali nell’ossessione per i selfie. I soggetti affetti risentono di un vero e proprio bisogno ossessivo e compulsivo di scattarsi foto per poi pubblicarle su internet al fine di colmare lacune di autostima e senso di solitudine.

Ma se alcuni sono affetti da Selfitis, altri preferiscono concentrarsi sull’aspetto meramente commerciale del selfie.

Infatti, in molti se ne servono per lavoro, per pubblicità a basso costo, ognuno può diventare il paparazzo di se stesso, senza menzionare i fiumi di denaro investiti da aziende e agenzie intente a monetizzare il fenomeno. Indicativi a questo proposito sono i 20 milioni di dollari spesi da Samsung per pubblicizzare i propri prodotti la notte degli Oscar, durante la quale proprio un telefono del colosso sud coreano ha scattato il famoso e non troppo spontaneo selfie degli attori e della presentatrice della serata.

Si tratta di una nuova frontiera? La rete è ora investita di funzioni di riconoscimento sociale, mentre il vero confronto fra le persone non avviene più? Il consiglio è quello di rifletterci e come per ogni moda che si rispetti di evitare derive più pericolose.

La domanda della settimana

Praticate con regolarità (almeno una volta alla settimana) dell’attività fisica o sportiva che vi impegna per almeno un’ora?

Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro giovedì 11 settembre. I risultati appariranno sul numero 38 di Ticinosette.

Al quesito “Fortunatamente, a volte incidenti molto drammatici si risolvono con conseguenze meno gravi del previsto.

Secondo voi esistono gli angeli custodi?” avete risposto:

SI

95%

NO

5%

Svaghi 46

Astri ariete Realizzazioni professionali per i nati nella seconda decade. Colpi di fulmine e attrazioni immediate favorite dai pianeti. Gelosie improvvise.

toro I pianeti contribuiscono a creare una serie di equivoci sia nelle vostre comunicazioni sia nelle relazioni personali.

Attenti a quello che dite.

gemelli Il mese si conclude alla grande. Notizie in arrivo e successi professionali per i nati nella seconda decade. Ottimo momento per concedersi una vacanza.

cancro Nascita di avventure sentimentali per i nati nella prima decade. Possibili incontri. Progetto di viaggio in compagnia del partner in luoghi esotici.

leone Novità e cambiamenti riconducibili a rapporti con un paese estero. Ottima forma intellettuale per i nati nella terza decade. Intuizioni geniali.

vergine Settembre inizia positivamente. Improvvise opportunità lavorative per i nati nella terza decade. Favorite le scelte più originali. Figli inaspettati.

bilancia Eccellente stato mentale, ma attenti ai facili entusiasmi. Le illusioni sono sempre in agguato. Nuovo vigore per i nati nella prima decade.

scorpione Rivoluzionate la vostra vita e controllate i sentimenti di invidia. Consigliata la pratica di un’attività sportiva soprattutto per i nati nella prima decade.

sagittario Molto bene la vita affettiva. I nati nella prima decade devono prestare maggiore attenzione alla salute.

Cambiamenti professionali.

capricorno Occasioni professionali interessanti.

Inquietudini affettive per i nati nella prima decade. Buone relazioni d’affari per i nati nella terza decade.

acquario Presi da un improvviso vigore vi darete un sacco da fare per imprimere una svolta alla vostra vita. Occasioni e intuizioni geniali favorite dagli astri.

pesci Possibile incontro con una vecchia fiamma. Novità per la seconda decade. Qualche motivo di ansia in famiglia. Rilassatevi praticando uno sport.

Gioca e vinci con Ticinosette

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La soluzione verrà pubblicata sul numero 38

Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate lo 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata, dalla rete fissa) entro giovedì 11 settembre e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 9 set. a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!

Orizzontali 1. Ancorare, attraccare • 9. Lieti, allegri • 10. Paladini • 11. Rozzo, maleducato • 14. Il pronome dell’egoista • 15. Idonee - 16. Rosa nel cuore • 17.

Filmetto pubblicitario • 18. Uncini da pesca • 19. Un cantante lirico • 20. Il nome di Gullotta • 21. Leali, sinceri • 23. Hanno sei facce • 25. Pomate • 27. Il vil metallo • 28. Collinetta • 29. Malta e Germania • 30.

Respirare, soffiare • 32. La cura il giardiniere • 33. Privo di fede • 34. Nuovo Testamento • 35. Adorato • 37.

Il pupo dell’Iris • 39. Organizzazione internazionale • 40. Cabina centrale • 41. Terre senza confini • 42. Lo teme l’oratore • 43. Né tua, né sua • 45. Oriente • 47.

La sigla della Svizzera • 48. Il dio sbuffante • 49. Sono simili alle otarie.

Verticali 1. Noto film del ’68 di Tonino Cervi con Bud Spencer • 2. Quasi unico • 3. Che mi appartiene • 4.

Gerente • 5. Tragicomici • 6. Leggera imbarcazione • 7. Cortile agreste • 8. Corrosione • 12. Detergono • 13. Ognuno ha il proprio • 17. Svincolo • 18. Venduto, ceduto • 22. Un elettrodomestico del cuoco • 24.

Coraggioso • 26. Separa il dire dal fare • 28. Lo suscita uno scandalo • 30. Arto pennuto • 31. Le pale che producono energia • 36. Cuor di cane • 38. Squadra madrilena • 40. Compositore tedesco • 44. Dittongo in giogo • 46. Svezia e Francia.

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La soluzione del Concorso apparso il 22 agosto è: CAPITOLO Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Bruna Spadari via Canton Uri 25 6760 Faido

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Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti!

Premio in palio: buono RailAway FFS per l’offerta “Monte Tamaro” RailAway FFS offre 1 buono del valore di 100.– CHF per 2 persone in 2a classe per l’offerta RailAway FFS “Monte Tamaro” da scontare presso una stazione FFS in Svizzera. Ulteriori informazioni su ffs.ch/montetamaro.

Con RailAway FFS al Monte Tamaro.

Divertimento e relax si combinano.

In treno a Rivera-Bironico per poi raggiungere il Monte Tamaro a bordo dell’ovovia. Ad aspettarvi un panorama spettacolare, la chiesa Santa Maria degli Angeli progettata dall’architetto Mario Botta, numerosi sentieri e tante attività per il tempo libero quali il parco avventura, la slittovia, la tirolese e tanto altro ancora!

Svaghi 47

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IL SANGUE Ă&#x2C6; Ă&#x2C6; IL SANGUE VITA DONALO VITA DONALO trasfusione.ch