Ticino7

Corriere del Ticino · laRegioneTicino · Tessiner Zeitung · chf 3.–

№ 3 del 16 gennaio 2015 · con Teleradio dal 18 al 24 gen.

corpo narranTe

La compagnia Giovani Tiziana arnaboldi rappresenta una realtà di eccellenza del teatrodanza nel nostro paese

Un milione di pacchetti sorpresa per te.

Solo per breve tempo :

15 13.1– 9.2.20

<wm>10CAsNsjY0MDQx0TU2NzQ1tAAAkF54pQ8AAAA=</wm>

<wm>10CFWLoQ7DMAwFv8jRe05sJzOsyqqCajxkGt7_o2VjBScduDuOtII_234-9ysJtiY1aOxpw4qGw7NXL6pATRChoD3oJEP9tsiKAsD8JQIKYi4ZYpgkmlvt5fN6fwHkZgvXeQAAAA==</wm>

Fino al 9.2.2015 presso tutte le casse dei supermercati Migros, per ogni 20 franchi di spesa riceverai un bollino (al massimo 10 bollini per acquisto, fino a esaurimento dello stock). La cartolina completa di tutti i bollini può essere consegnata in tutte le filiali Migros fino al 9.2.2015 ricevendo in cambio un pacchetto contenente prodotti di uso quotidiano del valore di circa 20 franchi. Offerta valida solo fino a esaurimento dello stock. Ulteriori informazioni su www.noifirmiamo-noigarantiamo.ch

Ticinosette allegato settimanale N° 3 del 16.01.2015

Natascha Fioretti ...................................

4

daNiele BerNardi..........................................

7

Agorà Media. Con la testa e con il cuore Letture Prisca Agustoni. Sul margine

di

di

Ambiente Materie prime. Il gioco delle terre rare

Impressum

Vitae Nuria Navarro Bolliger

di

di

GiaNcarlo ForNasier .................

roBerto roveda ......................................................

8

10 35

Tiratura controllata

Reportage Danza. Il corpo narrante

Chiusura redazionale

Cucina Dalla parte del cibo (8). Lenticchie

P. mezzaNzaNica ed e. moNtesiNo ......

40

Editore

Svaghi ....................................................................................................................

42

66’475 copie

Venerdì 9 gennaio Teleradio 7 SA Muzzano

di

demis Quadri; Foto di reza Khatir ................ di

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

Pubblicità

Publicitas Publimag AG Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse 39 Postfach 8010 Zürich tel. 044 250 36 65 tel. 079 635 72 22 fax 044 250 31 32 daniel.siegenthaler@publicitas.com dati per la stampa a: service@publimag.ch www.publimag.ch

Annunci locali

Publicitas Lugano tel. 091 910 35 65 fax 091 910 35 49 lugano@publicitas.ch Publicitas Bellinzona tel. 091 821 42 00 fax 091 821 42 01 bellinzona@publicitas.ch Publicitas Chiasso tel. 091 695 11 00 fax 091 695 11 04 chiasso@publicitas.ch Publicitas Locarno tel. 091 759 67 00 fax 091 759 67 06 locarno@publicitas.ch

In copertina

Compagnia Giovani Tiziana Arnaboldi Fotografia ©Reza Khatir

Per il bene degli indifesi Buongiorno, e complimenti per la tempestività (fortuita mi auguro) con la quale vi siete chinati sul tema della famiglia e del ruolo idealizzato della madre (vedi Ticinosette n. 1 del 2 gennaio, ndr.). Come genitore (e fra pochi mesi anche nonna) sono molto colpita dalla vicenda della mamma del canton Zurigo che nel periodo delle feste ha soffocato i suoi due piccoli di 5 e 2 anni. Proprio nel numero della vostra rivista uscito in concomitanza con la diffusione della notizia, a proposito del nucleo familiare, scrivevate nell’editoriale di “forze contrarie e ambivalenti, dalle tensioni e dalle pulsioni, dagli affetti e anche dalle profonde insofferenze che al suo interno si agitano come particelle in frenetico movimento all’interno di un gigantesco acceleratore nucleare”. Mi pare che ci abbiate azzeccato: l’insofferenza, le parole non dette, i gesti non fatti, l’amore non corrisposto sono quasi sempre al centro di drammi come quello avvenuto a Zurigo.

Inutile stare qui a riscrivere di quanto le famiglie siano cambiate in pochi anni, e con loro siano cambiati i genitori, i loro ruoli nel tessuto socioeconomico, di come sono cambiati i bambini (che certo oggi non sono gli stessi di 30 anni fa…), di quante pressioni e instabilità ricadano sui nuclei familiari, soprattutto quelli che per sopravvivere necessitano di aiuti sociali e sussidi di varia natura. In un “brodo primordiale” come quello della famiglia, dove tutto nasce e tutto si trasforma, è evidente che anche piccoli cambiamenti generano dinamiche dai risvolti sorprendenti: nel male (purtroppo) ma anche nel bene, e questo è necessario ricordarlo, altrimenti vivremmo solo attorniati dai drammi.

(…) Quello che più mi lacera è il pensiero che – anche nel caso avvenuto nella Svizzera tedesca – degli assoluti innocenti abbiano vissuto la separazione dai genitori, cioè il legame affettivo più importante per qualsiasi persona. Certo, poi l’impensabile capacità dell’uomo di adattarsi per sopravvivere permette di sopperire all’assenza di madre e padre (o di uno di loro). Ma chi ha vissuto l’assenza di una presenza tanto forte non vive certo nell’assoluta serenità una volta adulto, ne ho testimonianza diretta.

Come sempre avviene quando di mezzo ci sono dei figli, tra gli imputati troviamo le autorità di tutoria e di protezione dei fanciulli. Non fanno il loro lavoro, lo fanno male, sono poco professionali, hanno organici non sufficienti…? Di certo il loro ruolo non è semplice: chi di noi vorrebbe mettere il naso tra due genitori che per mille ragioni non riescono più a sopportarsi, che non vedono l’ora di fronteggiarsi per questioni di principio oppure economiche, che non comprendono che il bene dei bambini passa attraverso la serenità dei genitori? E che dunque, anche se separati questi devono in tutti i modi relazionarsi pacatamente, coinvolgendo sempre l’altro genitore e nel rispetto delle necessità dell’ex convivente/coniuge. Pensando al bisogno di pace e serenità dei bambini, che colpe non ne hanno, che sanno cogliere benissimo le tensioni ma che non possono essere in grado di comprenderne le ragioni, se non colpevolizzando loro stessi come origine di tutto: “se non vivo più con loro forse sarà colpa mia...”, questo credono.

Lo fanno loro, lo dovrebbero fare anche chi li ha messi al mondo.

Un saluto, D. B. (Mendrisio)

Con la testa e con il cuore Media. Direttrice di “Annabelle”, prima pubblicazione svizzera dedicata all’universo femminile fondata da Karl von Schumacher e Manuel Gasser nel 1938 a Zurigo, Silvia Binggeli ci parla del suo lavoro, delle sfide che ogni giorno si trova ad affrontare in un panorama mediatico sempre più difficile e articolato ma al contempo stimolante e in costante evoluzione di Natascha Fioretti

Q Agorà 4

uando si parla di stampa e di media, spesso e volentieri, si tende a non considerare i periodici femminili, quasi appartenessero a una categoria di serie B, a una nicchia che si occupa di tematiche non troppo rilevanti come moda, lifestyle, design… Eppure, in questi ultimi decenni, i magazine femminili hanno subito un’interessante trasformazione, sia per stare al passo con il cambio di immagine e di ruolo della donna nella società, sia per raccogliere le sfide di un mercato in costante e rapida evoluzione. Non da ultimo hanno retto abbastanza bene alla crisi che ha investito la carta stampata. Con qualche contraccolpo certo, lo ha dimostrato il chiacchierato e recente licenziamento di diversi giornalisti della rivista femminile Brigitte della casa editrice tedesca Gruner+Jahr.

Anche grandi testate come Vogue, Cosmopolitan ed Elle hanno subito qualche flessione al ribasso nelle vendite e nelle inserzioni pubblicitarie. Sta di fatto, però, che questo settore, se paragonato con quello dei periodici di attualità e approfondimento come gli americani Newsweek e Times, ha sofferto molto meno la crisi. Le riviste femminili sono state più resilienti, hanno saputo prima e meglio di altri sfruttare le nuove opportunità offerte da internet e dalle nuove tecnologie, forse perché, per certi versi, più congeniali alla natura dei loro prodotti editoriali. E se da un lato hanno dovuto tirare la cinghia, dall’altro hanno anche investito, per esempio, nell’e-commerce e nei nuovi linguaggi del web ma anche in originali formule cartacee come Gruner+Jahr ha fatto con Flow, un magazine femminile cartaceo vecchio stile, tutt’altro che digital che continua a ottenere buoni risultati di vendita a un anno dal suo lancio.

E in Svizzera quale è la situazione? Si leggono e si vendono ancora i magazine femminili? Di che cosa parlano e a chi si rivolgono? Lo abbiamo chiesto a Silvia Binggeli, direttrice della storica rivista femminile Annabelle, presente sul mercato svizzero dal 1938, con una diffusione di 70.258 copie di cui 53.144 vendute e un totale di 242.000 lettori.

Una conoscenza profonda Prima di diventare direttrice nel luglio del 2013 Silvia Binggeli ha lavorato per quattordici anni nella rivista Annabelle: “Ho fatto carriera iniziando dalla gavetta, da pra-

ticante. Negli anni ho accumulato esperienze lavorando dentro tutte le redazioni fino a diventare direttrice. Non era però nelle mie intenzioni iniziali. Il mio interesse era rivolto alla scrittura: sono molto curiosa, amo le persone e di formazione sono una reporter. Non è che a 15 anni leggessi Vogue e spendessi tutti i miei risparmi in una borsa di Louis Vuitton. Volevo incontrare persone, fare domande, scoprire come gira il mondo. Qui ad Annabelle l’ho potuto fare”. Anni di esperienza che le hanno permesso di disporre di una conoscenza approfondita del funzionamento della rivista, dei suoi lettori e del suo ruolo: “Oggi posso tirare insieme tutti i fili che ho tessuto nei quindici anni di lavoro”. Dirigere una rivista di per sé non è semplice, soprattutto in tempi di crisi ma alla Binggeli piace il fatto di poter caratterizzare il suo magazine, dargli un’impronta precisa, poter decidere quali contenuti inserire. Certo è una sfida a più livelli: “Ho gusti e idee diversi rispetto a chi mi ha preceduta. Allo stesso tempo sono consapevole del fatto, che una rivista tradizionale come Annabelle, sul mercato da così tanto tempo, non si può stravolgere dall’oggi al domani. Non ha bisogno di profilarsi in fretta perché possiede già una sua identità forte e si fonda su principi concettuali solidi, dunque qualsiasi novità e cambiamento devono essere ben ponderati e introdotti con calma. Personalmente mi piace questo mix di reportage e lifestyle che così fortemente la caratterizza”.

Prima di addentrarci nel vivo dell’intervista ed entrare nel cuore di Annabelle abbiamo chiesto alla Binggeli che cosa ne pensa della strategia di Gruner + Jahr, editore della rivista tedesca Brigitte, di licenziare parte del personale di redazione con l’intento in futuro di affidarsi di più alle collaborazioni esterne. “Certo la notizia ha avuto una notevole attenzione mediatica, ed è comprensibile. A livello di contenuti Brigitte e Annabelle si somigliano e anche noi ci avvaliamo di collaboratori esterni ma non più così tanto, anche noi abbiamo dovuto tirare la cinghia. Personalmente credo che per un foglio che ha una lunga tradizione, un team solido e ancorato alla redazione costituisca l’ABC. Solo così è possibile garantire quel linguaggio e quella confidenzialità con i quali da decenni comunichiamo con le nostre lettrici, come anche la qualità e tutte le pratiche redazionali di produzione e verifica dei contenuti. Il lavoro in redazione per noi ha un significato importante, è un peccato devolverlo all’esterno”.

Agorà 5

Silvia Binggeli

Team al femminile Un altro aspetto interessante è notare come nell’ambiente giornalistico delle riviste femminili sia molto più frequente per le donne arrivare ai vertici che non nella stampa quotidiana generalista. Anche le redazioni pullulano di donne.

“Da noi, dove il 90% del team è al femminile, si dovrebbero introdurre le quote al contrario. Ma è anche molto importante avere una rappresentanza maschile nel proprio entourage.

Il nostro responsabile della bellezza è un uomo, così come il responsabile dei reportage. Non siamo nemiche degli uomini, fanno parte della nostra vita, della nostra redazione e la loro opinione conta. Pensando alla realtà dei media in generale sorprende che ci sia ancora bisogno di parlare di pari opportunità, dovrebbe essere una cosa così naturale e scontata, visti i tempi. Da un lato, certo, c’è da fare ancora molto per creare le infrastrutture e le politiche necessarie affinché chi lavora possa trovare facilmente strutture adeguate per lasciare i propri figli senza dover rinunciare a un intero stipendio. D’altro canto, le donne dovrebbero osare di più e, quando vogliono qualcosa, prendersela! Senza chiedere il permesso o rimandare, in attesa che arrivi il momento giusto”.

Una tradizione consolidata Annabelle vanta una lunga tradizione, “esistiamo da 75 anni e proprio l’anno scorso abbiamo festeggiato il nostro anniversario. Annabelle è un punto di riferimento nella Svizzera tedesca, c’è almeno una persona in famiglia che la legge o la conosce, perché la leggevano già la nonna e la bisnonna. Siamo la più importante rivista femminile della Svizzera, non che ci manchi la concorrenza, ma l’età aiuta”.

Anche in tempi di crisi? “Proprio in tempi di crisi, il nostro posizionamento è un valore molto importante, e ci permette di poter contare su dei lettori fedeli. Non si può negare che tutto il settore abbia sofferto negli ultimi anni, vuoi, per i cambiamenti nelle abitudini dei lettori, vuoi per il calo pubblicitario. Per fortuna, noi abbiamo una base, uno zoccolo duro di lettori fedeli.

L’altro giorno ho ricevuto la lettera di una lettrice che ci segue da quarant’anni. Inoltre, un altro punto a nostro sostegno è la modalità di vendita che avviene tramite abbonamento, e non al chiosco, come succede in Germania”.

Naturalmente, lettori fedeli a parte, anche Annabelle come tutti i giornali e le riviste ha dovuto fare i conti con difficoltà economiche e tagli alle risorse. Si è registrato un calo (...)

“Vogliamo raccontare delle storie, scrivere di questioni politiche, sociali ed economiche attraverso interviste, ritratti e commenti.

La donna di Annabelle non spende solo per oggetti belli e costosi ma si sbizzarrisce nel design, è aperta, cosmopolita, critica verso ciò che accade intorno a lei e nel mondo”

delle inserzioni dell’industria del lusso, il franco forte ha costituito un problema così come il moltiplicarsi dei canali e delle piattaforme di comunicazione. Le sfide per rimanere leader e competitivi non mancano ma il bilancio, secondo la direttrice, rimane positivo: “Abbiamo avuto una buona annata rispetto a quella precedente con più di 70.000 copie stampate, 250.000 lettori e una durata di lettura eccezionale di 82 minuti”.

Agorà 6

La ricetta del successo La fortuna di Annabelle è rappresentata sia dalla sua lunga tradizione e dalla fedeltà del suo lettorato, sia dal mix di contenuti, che vanno dal lifestyle ai reportage. Negli anni la sfida è stata quella di rinnovarsi, di seguire i nuovi orientamenti, le nuove esigenze e i gusti dei lettori, senza però stravolgere il cuore della rivista. Moda e tendenze, tutto quello che ruota intorno alla bellezza e al design, sono al centro delle sue proposte e delle sue pagine, e rappresentano la competenza primaria ma il magazine è anche altro, spiega la Binggeli: “Vogliamo raccontare delle storie, scrivere di questioni politiche, sociali ed economiche attraverso interviste, ritratti e commenti.

La donna di Annabelle non spende solo per oggetti belli e costosi ma si sbizzarrisce nel design, è aperta, cosmopolita, critica verso ciò che accade intorno a lei e nel mondo”.

A lavorare e a produrre regolarmente contenuti c’è un team di 35 persone, compresi grafici, correttori, fotografi e stampatori. I giornalisti si suddividono nelle diverse redazioni di moda, bellezza, reportage, cultura, lifestyle: “Abbiamo poi anche una collaboratrice esterna che si occupa e scrive di gourmet, una di gioielli e orologi, insomma dietro al magazine c’è una struttura articolata che due volte al mese fa uscire la rivista. Una frequenza insolita, solitamente i magazine femminili escono una volta al mese. Noi, grazie a un grande team e a una produzione di contenuti fuori dal comune, possiamo uscire una volta in più”.

Il lettore dunque si riconosce nel linguaggio, nella tipologia dei contenuti, nel tocco di Annabelle che negli ultimi anni per caratterizzarsi maggiormente e distinguersi dalla concorrenza ha guardato anche di più al suo territorio, alla Svizzera.

Qual è il profilo della lettrice di Annabelle? “Uno studio ci dice che ha 47 anni, guadagna bene, vive nel contesto urbano, si interessa al lusso, alle cose belle ed è orientata politicamente, socialmente ed economicamente. Un profilo che sicuramente corrisponde, se però mi confronto con le lettere che arrivano in redazione, le mail e i vari messaggi, devo dire che il profilo delle nostre lettrici è molto più eterogeneo e vario. La loro età spazia dai 18 agli 88 anni e i loro interessi sono molteplici. Vivono in città ma anche fuori dal contesto urbano, non tutte viaggiano ma molte sognano di farlo, si lasciano ispirare e nella quotidianità non possono permettersi tutto. Questo per dire che Annabelle si rivolge a tante lettrici diverse”.

Innovare nel solco della tradizione Se la stampa quotidiana generalista europea in molti casi è salita tardi sul carro dell’online, le riviste femminili e quelle di moda sono state più veloci. Forse perché nel digitale hanno immediatamente colto le opportunità di nuovi linguaggi e formati per trasmettere i propri contenuti, tra l’altro raggiungendo più facilmente il pubblico dei più giovani. È stato così anche per Annabelle? “Il nostro sito esiste già da molto tempo, siamo stati tra i primi ad andare online. Poi devo dire che per qualche tempo non lo abbiamo curato come sarebbe stato necessario ma ora, da due anni a questa parte, abbiamo rinnovato il layout e creato un team dedicato di quattro persone che se ne occupano. È un team piccolo, se paragonato alle risorse messe in campo da riviste come Vogue ed Elle, ma producono un ottimo contenuto creando un mix tra gli articoli che escono sull’edizione cartacea e quelli appositamente concepiti per la versione digitale. C’è ancora molto da fare e da sviluppare. In futuro implementeremo i servizi agli utenti perché le lettrici del sito sono più giovani, hanno familiarità con i social media, vogliono avere molti suggerimenti su come vestirsi e truccarsi, che cosa comprare e ricevere notizie sempre aggiornate.

Online è possibile fare rete, creare comunità, comunicare attraverso le immagini e i prodotti, avere degli esperti che consigliano sui temi più diversi. Certo, non pubblichiamo in rete tutti i nostri contenuti cartacei, anzi, facciamo sì che il sito incuriosisca e porti nuovi lettori anche sulla carta disposti a leggere i reportage e gli articoli di più ampio respiro”. Annabelle è oggi presente su diversi social network: su Facebook con quasi 8.000 like, su Twitter con 1436 followers e naturalmente con un account su Instagram.

Ci sono anche otto blog, quanto contano? “I blog sono importanti, ne abbiamo molti in questo momento e ci aiutano ad aumentare le visite e il traffico ma anche a creare delle comunità intorno a temi specifici. Contribuiscono a creare un rapporto diretto e personale con le nostre utenti”.

Interessante sul sito è la sezione dedicata alla moda dove ogni giorno vengono fatte proposte di abbigliamento, dai jeans alle giacche fino alle scarpe. Non solo si possono trovare i consigli della redazione su qualità e abbinamenti, ma cliccando sui prodotti li si può ordinare direttamente.

Una notevole comodità per gli utenti.

Dalla carta alla rete e viceversa cambiano le dinamiche, cambiano i lettori, cambiano i linguaggi. Quali le sfide?

“La sfida è proporre sempre, anche qui, contenuti di qualità in grado di rappresentare al meglio l’identità e l’autorevolezza della rivista. Competenza e credibilità della rivista non devono mai venire meno, per questo i temi vanno scelti con cura, devono rientrare nella linea di Annabelle”.

Letture Sul margine di Daniele Bernardi

Il percorso di Prisca Agustoni, di cui erano

distanti da quelle della poesia. Ma nessuno, a mio avviso, può tradire la propria natura e il libro di Prisca Agustoni, Cosa resta del bianco, ce ne dà conferma. Il volume riunisce 65 racconti brevi che toccano molte delle tematiche care all’Agustoni (il corpo, l’estraneità, l’amore, l’origine), tutte ossessioni che i lettori dei suoi versi hanno incontrato nelle pagine de La morsa o di Casa delle ossa. Ma se nella sua produzione poetica la scrittrice è stata in grado di costruire costellazioni ben calibrate, insiemi di frammenti che, complessivamente, costituivano una chiara unità, in questo caso, invece, i contorni del quadro sono meno solidi. Le prose migliori, a mio avviso, sono quelle che, stilisticamente, si rifanno al cammino lirico di Prisca (penso a testi come Il ritorno, il bellissimo L’amante di Shiele, Passione o Cecità); credo che questi siano testi, in qualche modo, più collegati gli uni agli altri e più rispondenti al fantasma-padrone di una scrittura che, da tempo, si muove dando corpo a un percorso originale e degno di nota.

Cosa resta del bianco di Prisca Agustoni Gabriele Capelli Editore, 2014

Un credito di CHF 10’000.– a un tasso annuo effettivo tra il 9.9% e il 13.9% (fascia di oscillazione dei tassi) rimborsabile in 12 rate mensili comporta un costo complessivo compreso tra CHF 521.– e CHF 723.20. Il tasso d’interesse dipende dalla solvibilità del cliente. Avviso secondo la legge: la concessione di crediti è vietata se conduce a un indebitamento eccessivo (art. 3 LCSI). CREDIT-now è un marchio di prodotto di BANK-now SA, Horgen.

apparse in questi anni alcune raccolte di versi che non lasciavano indifferenti, incontra ora (ma non per la prima volta, a quanto spiega la sua biografia) la prosa. Una volta un amico libraio mi riferì che Sandro Penna soleva dire: “Diffida dei prosatori che scrivono versi e, allo stesso modo, diffida dei versificatori che scrivono prosa”. Al contrario, Boris Pasternak, da qualche parte (non ricordo dove), affermò che per un poeta è indispensabile cimentarsi costantemente nell’arte della prosa. Certo, se pensiamo ai grandi poeti del novecento, vediamo che questi sono stati, salvo alcune eccezioni (per esempio, il già citato Pasternak), soprattutto scrittori di versi.

Va anche fatto notare però, come sottolineò Roberto Bolaño in un’intervista, quanto la prosa novecentesca sia diventata essa stessa lingua poetica; pensiamo, in questo senso, a operazioni come quelle di Joyce o Beckett.

Ciò detto, non c’è da stupirsi quindi se un poeta decide di sperimentarsi in quel vasto territorio in cui vigono leggi, in parte, molto

Da oggi a domani senza lavoro: posso assicurare il mio credito contro un evento del genere?

Sì, con la nostra garanzia del credito.  In caso di incapacità al guadagno o disoccupazione  Assunzione delle rate mensili  0800 40 40 42 oppure credit-now.ch

Una soluzione si trova sempre

Il gioco delle terre rare Si chiamano “rare earth metals” e sono un gruppo di 17 elementi chimici fondamentali per la diffusione delle nuove tecnologie. Chi possiede, produce e controlla queste sostanze governa il pianeta a cura di Giancarlo Fornasier

I rare earth elements (o metals) sono un gruppo di elementi chimici, alcuni poco noti: si chiamano scandio, ittrio e altri 15 della Tavola periodica detti “lantanidi” (lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio e lutezio). Queste terre considerate una volta rare – in verità presenti in più continenti – vengono suddivise in rare leggere (LREE, dal lantanio al promezio), medie (MREE, dal samario all’olmio) e pesanti (HREE, dall’erbio al lutezio), come si può leggere in Wikipedia. Limitatamente utlizzati sino a pochi decenni fa, questi elementi sono oggi indispensabili per la produzione di molte componenti che in pochi anni hanno invaso le nostre vite. La grande domanda è alimentata soprattutto dall’industria elettronica: le terre rare (TR) infatti sono necessarie per il funzionamento degli schermi televisivi e dei monitor, dei laser, delle fibre ottiche,

dei superconduttori, dei magneti, dei convertitori catalitici, delle lampade fluorescenti, oltre a essere indispensabili nella refrigerazione magnetica, nelle turbine eoliche, nel settore militare ecc. Il neodimio, per esempio, è necessario per la produzione delle batterie e dei motori delle auto ibride o elettriche, per l’hardware dei computer, per i cellulari e per le telecamere. In campo militare, con l’ossido neodimio sono composti i magneti che azionano le ali direzionali dei missili di precisione. Con l’europio e l’ittrio si producono fibre ottiche e le lampadine “verdi”. E via di questo passo.

Dove si estraggono e chi le controlla?

Sino al 1948 la maggior parte delle TR del mondo provenivano dai depositi di sabbia indiani e brasiliani, e dagli anni cinquanta il Sudafrica divenne la principale fonte di TR, affiancato dallo sviluppo di importanti giacimenti scoperti in

www.volkswagen.ch

<wm>10CAsNsjY0MDQx0TU2NzAyMwMAsJRysA8AAAA=</wm>

<wm>10CFWLIQ7DQAwEX-TT7p7tS2pYhUUFVfmRKjj_R2nLCoaMZva9ouHHfXu8tmcRdLc-oMwiV7SIVHlHWzJZIEJg3JgKadXfYRIGgPlNDDTE5Me6Yczuauf7uACHM38fdAAAAA==</wm>

* Esempio di calcolo: Sharan 2.0 TDI BMT, 140 CV (103 kW), cambio manuale a 6 marce. Consumo energetico: 5.6 l/100 km, equivalente benzina 6.3 l/100 km, emissioni di CO2: 146 g/km (media di tutte le vetture nuove vendute: 144 g/km), categoria di efficienza energetica: C. Prezzo regolare: fr. 41’650.–. Detratti il premio start di fr. 4’000.– e il premio BLUE di fr. 1’000.– (solo per clienti privati), prezzo effettivo: fr. 36’650.–. eco up! move up! BMT 1.0 MPI, 68 CV (50 kW), cambio manuale a 5 marce, 2 porte, consumo energetico: 2.9 kg/100 km, equivalente benzina: 4.6 l/100 km, emissioni di CO2: 79 g/km (media di tutte le vetture nuove vendute: 144 g/km), categoria di efficienza energetica: A. Prezzo regolare: fr. 18’850.–. Detratto il premio start di fr. 500.–, prezzo effettivo: fr. 18’350.–.

Con riserva di modifiche. Offerta valida dall’1.1 al 28.2.2015. Presa in consegna: veicoli nuovi ordinati 30.6.2015, veicoli in stock 13.3.2015. Esclusi: vecchi modelli Passat B7 con pacchetto Fleetline e promozioni flotta sostenute dal fabbricante. Premio BLUE: valido solo per clienti privati che permutano un veicolo di 4 o più anni. Il detentore del veicolo nuovo deve essere lo stesso di quello del veicolo permutato.

Fotografia aerea di una miniera a Bayan Obo, Cina (da spiegel.de)

seguito in California… Ma dal 1985 è la Cina a controllare il mercato mondiale di questi metalli: oggi l’80–95% della fornitura di TR – le fonti non sono del tutto univoche – è in mano loro (di cui il 50% per uso interno), con tutte le conseguenze del caso. Tanto che nel 2012 “il problema” rare earth elements era approdato all’Organizzazione mondiale per il commercio (OMC), dove Stati Uniti, Unione Europea e Giappone presentarono un reclamo contro presunte scorrettezze sia sulla fornitura delle sostanze sia sul controllo dei prezzi applicato dagli asiatici. Si pensi che la sola UE ne importa dalla Cina per circa 350 milioni di euro l’anno (si veda economy2050.it), con ripercussioni economiche evidenti a tutti (“La battaglia delle terre rare”, cdt.ch del 5.6.2013).

I fattori economici e ambientali Come dicevamo, i 17 metalli in questione non sono così difficili da trovare in natura; il maggiore problema sta nell’impatto ambientale legato all’estrazione (le miniere) ma, soprattutto, nei processi industriali necessari alla loro produzione. Che in Cina, stando a quanto sostenuto (americani su tutti) non rispetterebbero le più elementari norme sulla protezione del suolo, con siti di estrazione illegali di terre rare assai diffuse nelle zone rurali e il rilascio di rifiuti tossici nelle risorse idriche. Insomma, né più né meno di ciò che avviene, in verità, con la tecnica della fratturazione idraulica (o fracking) impiegata per l’estrazione di idrocarburi e ancora oggi in costante espansione negli stessi USA...

In generale, l’attività estrattiva delle terre rare è estremamente costosa in termini economici, ma anche umani e ambientali, come detto. In particolare i processi noti come “estrazione liquido-liquido” e “cristallizzazione frazionata” necessitano di solventi che dovrebbero in seguito essere accuratamente trattati e smaltiti, con costi non indifferenti… a meno che non si riversi tutto nel terreno. Negli anni passati in Europa l’estrazione delle TR è andata scomparendo, perché importare quelle cinesi costa meno (naturalmente), con ricadute economiche per l’industria positive, sia sul costo delle materie prime iniziali sia sul prezzo finale dei prodotti di consumo. Un processo che ha però generato oggi una dipendenza preoccupante in molti settori trainanti dell’economia mondiale. Soprattutto di domani.

Gli efficienti modelli di Volkswagen.

Ora con premi da fr. 500.– fino a fr. 5’000.–*.

All’acquisto di una Volkswagen nuova, ora approfittate del premio start fino a fr. 4’000.–. Permutando un veicolo di 4 o più anni con un nuovo modello Volkswagen dalle emissioni di CO2 più basse, beneficiate inoltre del premio BLUE fino a fr. 1’000.–.

Maggiori informazioni sulla gamma completa degli efficienti veicoli di Volkswagen al sito www.roadtoblue.ch

<wm>10CAsNsjY0MDQx0TU2NzAyMwMAsJRysA8AAAA=</wm>

<wm>10CFWLIQ7DQAwEX-TT7p7tS2pYhUUFVfmRKjj_R2nLCoaMZva9ouHHfXu8tmcRdLc-oMwiV7SIVHlHWzJZIEJg3JgKadXfYRIGgPlNDDTE5Me6Yczuauf7uACHM38fdAAAAA==</wm>

M

io padre è spagnolo ed è venuto per lavoro in Svizzera, dove ha conosciuto mia mamma. La mia infanzia, e quella dei miei due fratelli, non è stata facilissima, perché i miei genitori non andavano d’accordo. In compenso, mia zia Annamaria mi ha sostenuta in ogni passaggio della mia vita e i miei nonni materni mi hanno fatta sentire importante.

Mi sarebbe piaciuto seguire a scuola un percorso artistico ma, consigliata da mio nonno, ho frequentato le scuole commerciali e poi un importante corso d’inglese in Inghilterra, dopo il quale ho trovato lavoro presso il municipio di Riva San Vitale.

Avevo molta voglia di indipendenza e allora, a 19 anni, nel 1993, sono andata a vivere da sola per poi convivere con il mio fidanzato. In quegli anni giocavo a basket, sport che ho praticato per 15 anni, anche se spesso stavo in panchina. In più facevo la volontaria nel servizio ambulanza, anche come autista. Poi ho conosciuto una signora, Gianna Bernasconi, che viveva in India e ho deciso di seguirla. Così mi sono iscritta a una formazione infermieristica, ho lasciato il mio posto in municipio e sono partita. In India ho svolto diversi mesi di volontariato, ero piena di pidocchi e facevo lavori indicibili. Al mio ritorno ho iniziato ad avvertire dei capogiri; pensavo fosse labirintite e invece ho scoperto che era un enorme tumore in testa. Sono cominciati i problemi seri, con due lunghe operazioni e la radio-oncologia: mi hanno fatto tanti raggi che sono diventata così “radioattiva” da far scattare gli allarmi. Come se non bastasse il mio fidanzato mi ha piantato per la mia migliore amica, ma io ho perdonato tutti e due, perché penso che il perdono sia la miglior vendetta!

Insomma, a 27 anni, avevo perso tutto, compresa la scuola di operatore socio-assistenziale che avevo intrapreso. Era andata a monte perché non dormivo più la notte. Inoltre mi avevano dichiarata invalida al 100% e questo mi faceva infuriare. Ma come? Conosco cinque lingue, ho una preparazione commerciale… insomma, non mi andava giù perché di fatto mi impediva di trovare lavoro. Sono andata allora alla Fondazione Diamante di Riva San Vitale (oggi Laboratorio La Linea), dove ero la più valida degli invalidi. Lavoravo la

ceramica e guadagnavo 50 centesimi all’ora, ma nonostante questo mi sentivo gratificata. Un giorno nel centro dove lavoravo hanno organizzato un’uscita alla Biennale di Venezia.

Sul treno ho visto un ragazzo meraviglioso, con gli occhi azzurri, gentile.

Me ne sono subito innamorata. Da qualche parte, come dico spesso, nel mondo c’è sempre il sole, bisogna andare a cercarlo.

Da quel giorno la mia vita è cambiata, con Francesco, che oggi è mio marito, ho cominciato a risalire.

Un altro incontro fortunato era avvenuto prima, con Raffaello, un ragazzo spastico, purtroppo ora è deceduto. Era meraviglioso e mi riempiva di gioia poterlo aiutare. Un’altra situazione fortunata: alla Fondazione Diamante abbiamo costruito un presepe, che in seguito abbiamo presentato all’ospedale di Mendrisio. Lì ho conosciuto il direttore e grazie a lui ho iniziato a lavorare all’ospedale. Oggi molti problemi li ho superati o almeno è cambiata l’importanza che hanno nella mia vita. Certo, della radioattività mi sono liberata, però in testa ho ancora un tubo, una valvola e tutta una serie di viti. Ho un marito fantastico che amo come non ho mai amato nessuno. Gli aspetti che più apprezzo in lui sono la gentilezza, le sue mani d’oro e la sua purezza d’animo. Lui arrampica, fa yoga e suona il piano. Io canto, disegno, scrivo, cucino e faccio ridere con le imitazioni di animali. Stiamo assieme da undici anni e siamo molto felici. Amo girare il mondo organizzando voli e sistemazioni.

Faccio anche politica: sono il primo cittadino di Riva San Vitale, un ruolo impegnativo, che cerco di svolgere al meglio affinché la gente apra gli occhi, soprattutto i giovani, ai quali ricordo un proverbio masai che dice “I giovani corrono più veloce, ma i vecchi conoscono la strada”. In futuro spero di riuscire a prendermi cura di me e di mio marito, e di adottare una bambina etiope, cosa che stiamo aspettando da anni. A giugno ho fatto la quinta operazione agli occhi e finalmente mi sono liberata degli occhiali, spero quindi di poter leggere tanti di libri. Soprattutto voglio continuare a essere felice come lo sono ora.

NURIA NAVARRO BOLLIGER

Vitae 10

La sua parola d’ordine è resilienza, cioè la capacità di trasformare i problemi in simpatia, risata, allegria.

E accoglienza degli altri

testimonianza raccolta di Roberto Roveda fotografia ©Sabine Biedermann

corpo narrante

di Demis Quadri; fotografie ©Reza Khatir

La Compagnia Giovani Tiziana Arnaboldi, che nel corso del 2014 si è aggiudicata con lo spettacolo “Linea” il premio Fringe/FIT Festival di Lugano, rappresenta una realtà artistica di eccellenza, sia nel nostro cantone sia a livello internazionale. La sua proposta si inscrive nell’ambito del teatrodanza, una disciplina che, fin dai primi anni settanta grazie all’immenso lavoro pionieristico svolto da Pina Bausch, si è configurato come uno dei fenomeni artistici più innovativi e stimolanti della contemporaneità. E proprio nella capacità di fondere e sintetizzare linguaggi diversi in un procedimento estetico organico e in grado di incidere sulla nostra rappresentazione del reale e della società che risiede la chiave di lettura di questa forma d’arte

sotto: Claudia Rossi in apertura: (da sinistra a destra) Faustino Blanchut, Carlotta Dionisio, Eulalia Prisco, Maxime Freixas

pagina seguente: (da sinistra a destra) Debora Turuani, Tiziana Vonlanthen, Eulalia Prisco, Claudia Rossi Valli

Reza Khatir Nato a Teheran nel 1951 è fotografo dal 1978.

Ha collaborato con numerose testate.

Ha vissuto a Parigi e Londra; oggi risiede a Minusio ed è, fra le altre cose, docente presso la SUPSI. khatir.com

Eulalia Prisco

Luca Rampazzi

Faustino Blanchut

Tiziana Vonlanthen

I

l teatrodanza nasce storicamente in un momento in cui le domande alle quali la danza cercava di rispondere stavano mutando: in particolare, se prima ci si era concentrati sugli aspetti tecnici ed espressivi, da quel momento l’interesse iniziò a volgere sul significato della danza e soprattutto sulle relazioni fra la vita e l’arte coreutica. Quest’ultima si rivolse allora alla fruttuosa contaminazione con strumenti tradizionalmente propri del teatro, un ambito che da molto tempo si interrogava – almeno nelle sue manifestazioni d’avanguardia – sui propri potenziali esistenziali, su come il lavoro dell’attore potesse contribuire a una nuova società e a un nuovo essere umano. Ecco allora nascere il teatrodanza che non piega i suoi artisti a una tecnica o a una narrazione già imposte, ma partendo dai danzatori, dai loro corpi, dai loro vissuti e dalla loro urgenza di esprimersi dà origine a spettacoli indimenticabili come quelli creati dalla coreografa tedesca Pina Bausch.

Nell’ambito del teatrodanza, la Svizzera italiana ospita una realtà di notevole interesse: quella che ad Ascona, con sede presso il Teatro San Materno, ruota attorno alla figura di Tiziana Arnaboldi. Tra le iniziative di questa coreografa, regista e danzatrice, la Compagnia Giovani che recentemente ha portato in scena Linea, uno spettacolo in cui “la verità dell’oggetto bastone passa attraverso le architetture interne del corpo per attraversare percezioni nascoste e intraprendere nuove avventure dell’immaginario verso mete in uno spazio altro” (teatrodanza.ch), interpretato da Faustino Blanchut, Francesco Colaleo, Carlotta Dionisio, Maxime Freixas, Francesca Ugolini, Eulalia Prisco, Luca Rampazzi, Claudia Rossi Valli, Camilla Stanga, Debora Turuani e Tiziana Vonlanthen. Proprio nel lavoro dei giovani il teatrodanza può trovare un terreno privilegiato per crescere, mantenendo un vero dialogo con la vita.

I più grandi protagonisti nella storia delle arti sceniche –

pensiamo, per esempio, a una compagnia fondamentale per lo sviluppo del teatro contemporaneo come l’Odin Teatret di Eugenio Barba – pur mantenendo un grandissimo livello di qualità nel proprio lavoro, rischiano con gli anni di proporre una sorta di museo un po’ polveroso dedicato a se stessi. Ma un continuo scambio con le nuove generazioni può invece mantenere il teatrodanza vicino alla realtà contemporanea, ai suoi problemi, alle sue tecnologie, ai suoi rapporti non sempre idilliaci con i corpi umani. Del resto, come notava l’antropologo francese Marc Augé nel suo saggio Che fine ha fatto il futuro? Dai nonluoghi al nontempo (Elèuthera, 2009), tra i parametri per valutare un’opera d’arte ci sono, da un lato, la sua capacità simbolica – cioè l’attitudine a creare un legame intellettuale, affettivo o sociale con il suo pubblico – e, dall’altro, le relazioni che essa riesce a creare con il contesto storico e sociale. Nell’ultimo lavoro della Compagnia Giovani Tiziana Arnaboldi vediamo i corpi delle danzatrici e dei danzatori muoversi tra astratto e concreto, tra forme ed emozioni, tra movimento e parola, in un universo onirico che non dimentica le armi dell’ironia e del grottesco. In un mondo dove i corpi umani sono spesso sostituiti dai loro avatar virtuali, chirurgicamente modellati sugli esempi dell’immagine pubblicitaria, chimicamente potenziati per

superare sempre nuove frontiere della prestazione sportiva, o confinati nello spazio del tempo libero dall’esercizio professionale dell’intelletto, veder scaturire disegni, forme ed emozioni dall’intrecciarsi dei movimenti degli artisti sulla scena porta il pubblico a confrontarsi con la possibilità di partire dal proprio essere umani in un modo più completo e personale. In una sua lectio magistralis dal titolo “Dance, dance, otherwise we are lost”, riguardo agli artisti con cui lavorava, Pina Bausch si esprimeva così: “Io non assumo […] in primo luogo il danzatore, a me interessa soprattutto la sua personalità, ciò che di irripetibile e di singolare c’è in lui”. Sono stati proprio principi di questo tipo a fare del teatrodanza una manifestazione artistica tanto stimolante, capace di andare al di là del virtuosismo tecnico fine a se stesso per trovare quell’urgenza e quell’autenticità che dovrebbero essere alla base di ogni produzione scenica (e artistica).

Su analoghe premesse, i giovani danzatori che collaborano con Tiziana Arnaboldi, all’inizio della loro carriera e nel pieno del loro percorso esistenziale, hanno quindi l’occasione di tuffarsi energicamente in progetti artistici che non sfociano soltanto in spettacoli di intrattenimento o in lambiccamenti intellettuali, ma in momenti che rappresentino il cuore stesso del teatro e della danza intesi come arti del sensibile, senza mediazione.

8

Non solo a Capodanno Marroni, verdi, rosse, piccole, medie, grandi, ce nâ&#x20AC;&#x2122;è per ogni palato e agli accostamenti tradizionali si aggiungono nuove sperimentazioni.

Quasi impossibile non trovare quella di proprio gusto Cucinare p. 40 â&#x20AC;&#x201C; 41 | di Patrizia Mezzanzanica ed Elvin Montessino

U

na delle più importanti usanze dell’antica Roma era quella di regalare, l’ultimo giorno dell’anno, una scarsella, cioè un piccolo sacchetto legato alla cintura dove solitamente si poneva il denaro, pieno di lenticchie.

L’augurio era che si potessero presto trasformare in monete sonanti e per questa ragione, ancora oggi, a Capodanno, esse ricompaiono sulle nostre tavole. Ma questo alimento, forse uno dei più antichi che l’uomo abbia conosciuto, è ottimo per essere consumato durante tutto l’anno, estate inclusa.

Consigliato dai dietologi per le qualità nutrizionali e la digeribilità, non contiene grassi, né colesterolo, né glutine.

Ma le benefiche proprietà delle lenticchie non finiscono qui. Sono infatti ricche di proteine vegetali, vitamina B e numerosi minerali fra cui potassio, fosforo, magnesio, calcio, ferro, zinco, rame e selenio. Contengono antiossidanti e un particolare composto chimico naturale, chiamato isoflavone, che è un alleato nella prevenzione di alcune forme di tumore. Hanno inoltre la capacità di rallentare l’assorbimento dei carboidrati da parte dell’organismo evitando i picchi di glicemia prodotti durante la digestione e sono ricche di fibra alimentare, importante per la crescita e mantenimento della microflora intestinale. Dal punto di vista nutrizionale 100 g di lenticchie equivalgono a 125 g di carne e, ciliegina sulla torta, sono economiche e facilmente reperibili. Nel mondo se ne producono tante, tantissime: più di 3 milioni di tonnellate all’anno principalmente in Canada, India, Cina, Medio Oriente. Anche la Svizzera ha la sua lenticchia, quella di Sauverny. Coltivata dal 1993 dalla famiglia Courtois senza l’utilizzo di fertilizzanti e grazie all’ausilio dell’energia solare è uno dei prodotti dell’eccellenza nazionale, ora commercializzata anche all’estero. In Italia, la più famosa, è quella dal seme piccolo e marrone di Castelluccio di Norcia che, nel 1999, ha ricevuto la certificazione europea IGP (Indicazioni geografiche protette).

Un alimento facile

Cucinare le lenticchie è semplicissimo. A differenza degli altri legumi, infatti, non è necessario metterle in ammollo ma è sufficiente scaldarle in una pentola di acciaio o – molto meglio! – di coccio con coperchio, in poca acqua (circa 2-3 volte il volume delle lenticchie) e a fuoco basso. Dalla bollitura possono volerci 30-40 minuti di cottura a seconda della grandezza e della presenza o meno della buccia. Dato che per prepararle ci vuole veramente poco tempo, consiglio di evitare quelle precotte in barattolo a meno che non si tratti di un’emergenza. Per quanto riguarda la presentazione, come tutti i cibi poveri e contadini, i materiali che più si addicono alla lenticchia sono il coccio e il legno. Anche la ceramica va bene oppure una semplice ciotola in vetro, specie se vi si servono le insalate più coreografiche e colorate. Tovaglie a quadretti o lino grezzo e bicchieri da osteria, magari con del buon vino rosso, sono l’allestimento più appropriato per la nostra tavola.

Q ualche ricetta per quattro persone INSALATA DI LENTICCHIE 250 g lenticchie; 250 g pomodori; 1 cetriolo; 125 g di primo sale; olio extravergine di oliva e sale; sedano, carota e cipolla; abbondante basilico Cuocere le lenticchie per un paio d’ore aggiungendo, prima di scolarle, un po’ di sale grosso. Lasciarle riposare e, nel frattempo, tagliare a cubetti cetrioli, carota e primo sale; a listarelle sedano e cipolle e i pomodorini a metà.Amalgamare il tutto in una ciotola, aggiungere le foglie di basilico e condire con olio e sale.

LENTICCHIE MARRONI CON POLPO ARROSTITO E MENTA 250 g lenticchie marroni; un polpo verace; sale e pepe; aglio; menta Bollire le lenticchie in una pentola per circa 30/40 minuti (se sono piccole un po’ meno) e il polpo in un’altra per circa 20/30 minuti a seconda della grandezza. Il polpo deve essere buttato direttamente in acqua bollente e salata (tre volte quella della pasta) e, una volta bollito, deve riposare nella sua acqua fino a completo raffreddamento. Tagliare il polpo a pezzetti e arrostirlo rapidamente in una pentola con un cucchiaio di olio e aglio a pezzettini. Servirle sulle lenticchie con il trito di menta.

POLPETTONE DI LENTICCHIE VERDI 300 g di lenticchie verdi; carota, cavolfiore, finocchio, cipolla, porro, zucchina, erbette e patata; pane grattugiato; sale e olio extravergine di oliva Bollire le lenticchie e frullarle aggiungendo la verdura cotta al vapore (non troppo) e tagliata a pezzettini o schiacciata. Unire del pane grattugiato fino a che il composto risulterà abbastanza duro da essere lavorato. Salare e mettere in una teglia da plumcake.

Infornare per circa 30 minuti dopo averlo spennellato di olio extra vergine di oliva.

VELLUTATA DI LENTICCHIE ROSSE CON GAMBERI 300 g di lenticchie rosse decorticate; 12 code di gamberi; 2 scalogni; vino bianco secco; timo; 8 dl di brodo vegetale; olio extravergine di oliva; sale e pepe In una casseruola soffriggere lo scalogno in due cucchiai d’olio con il timo e aggiungere le lenticchie precedentemente sciacquate. Sfumare con 1/2 bicchiere di vino bianco e lasciare evaporare, quindi aggiungere il brodo e cuocere per circa 20 min. Soffriggere il restante scalogno in una padella e aggiungere le code di gambero sgusciate friggendo a fuoco alto per un minuto, sfumare con il vino bianco e ultimare la cottura. Frullare le lenticchie e servirle con i gamberi e un filo di olio.

La domanda della settimana

Alla luce dei recenti tragici fatti di Parigi, ritenete che la satira politica debba porsi dei limiti nella sua funzione critica dei fenomeni sociali, politici e religiosi?

Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro giovedì 22 gennaio. I risultati appariranno sul numero 5 di Ticinosette.

Al quesito “Siete favorevoli al massiccio utilizzo dei nuovi radar portatili (adottati anche dalle polizie comunali) per la rilevazione delle infrazioni per eccesso di velocità?” avete risposto:

SI

54%

NO

46%

Svaghi 42

Astri ariete Grazie a Mercurio, a Venere e al transito lunare del 21 e 22, state per incontrare una persona molto particolare.

Sodalizio con l’Acquario.

toro Grazie a Plutone possibile guadagni.

Affari con stranieri. Mercurio e Venere vi spingono a vivere le relazioni sentimentali con maggiore leggerezza.

gemelli Qualche criticità per i nati in maggio.

Occasioni sentimentali, ma state attenti per quanto riguarda i rapporti con il partner. Gelosie compulsive.

cancro Marte e Nettuno favorevoli. Seguite il vostro intuito e farete la cosa giusta.

Cautela nelle giornate del 19 e del 20. Scaricatevi attraverso uno sport.

leone Relazioni superficiali: con Mercurio e Venere in opposizione non vi piace prendervi sul serio. Tenete la lingua a freno. Riposo tra il 21 e il 22.

vergine Settimana piuttosto complicata. Siete un po’ troppo frenetici… e facilmente vi fate prendere dall’ansia. Affrontate una cosa alla volta. Emotività.

bilancia Colpi di fulmine: il vostro sex appeal tende a crescere esponenzialmente.

Tra il 21 e il 22 gennaio possibili incontri con il segno dell’Acquario.

scorpione Particolarmente instabili i rapporti familiari per i nati in novembre. Tenete a freno la lingua. Energici i nati nella prima decade aiutati da Marte.

sagittario La vostra popolarità tende a crescere.

Siete particolarmente fortunati. Momento decisivo per gli artisti. Felice conclusione di una vertenza legale.

capricorno Momento ottimo per prendere una decisione. Particolarmente energici i nati nella prima decade. Trasferimenti per questioni professionali.

acquario Grazie a Venere e a Mercurio emanerete un certo charme. Incontri con persone più giovani. Fortunati i rapporti con gli altri segni d’aria. Dieta.

pesci Il transito di Marte vi rende irascibili. Vi sentite attivi e non sapete bene come spendere l’energia in eccesso. Tra il 23 e il 24 amplificazione emotiva.

Gioca e vinci con Ticinosette

1

2

3

4

5

6

7

10

8

La soluzione verrà pubblicata sul numero 5

Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate lo 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata, dalla rete fissa) entro giovedì 22 gennaio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 20 gen. a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!

9

11 2

12

14

13

5

15

16

17

18

20

19

21 6

22

8

28

25

29

26

27

30

32

31 34

33

35

Orizzontali 1. Una caravella di Colombo • 10. Venuto a galla • 11. Oriente • 12. Monte ticinese • 13. Sport invernale • 15. Scovata • 16. Cuor di cane • 17. Belve striate • 18. Quartiere cittadino • 20. Bruto, prevaricatore • 22. Dio egizio del sole • 23. Il portico di Zenone • 24. Preposizione semplice • 25. Suonata senza vocali • 28. Fa coppia con lei • 30. Vi si cuoce la polenta • 32.

Utilizzata • 34. Precede Vegas • 35. Gatto • 36. Chicco fruttifero • 37. Morì nella battaglia di Roncisvalle • 38.

Cantilena • 40. Lunghissimo periodo geologico • 42.

Il vil metallo • 43. Belgio e Lussemburgo • 44. Articolo romanesco • 45. I confini di Sonvico • 46. Echeggia di belati • 49. Chiodo fisso, fisima.

Verticali 1. La fila di luci lungo la pista di decollo e atterraggio • 2. Grossa ciliegia • 3. Diede l’ordine di incendiare Roma • 4. Il palo del calciatore • 5. Associazione Sportiva • 6. Più che orrenda • 7. Pagano il fio • 8. La fine di Aramis • 9. Università • 14. Alligatori americani • 16. Son cento nel secolo • 19. Il dittongo del poeta • 21. Gran Turismo • 24. Ministro di culto • 26. È famosa per le sue lame • 27. Le regine con le spine • 29. Si affiancano spesso ai consumi • 30. Il nome della Turci • 31. È vicino a Cadempino • 33. Possono essere mancini • 36. Slanciati, magri • 39. Il noto Ramazzotti • 41. Ripide • 43. Replica • 46. Ovest-Est • 47. Il Vallese sulle targhe • 48. Spagna e Ohio.

23 24

®

36 1

37 38

39

40 4

42

Soluzioni n. 1

41 3

43

1

M

10

44

I

11

C

2

U R I

45

47

46

48

E

20

E

24

49

M

27

I

30

R

34

B

37

2

3

4

5

6

7

E

8

40

L

43

L

46

A

T

T I A R

T

R

A

A

E

T

N

E

22

R

33

E

T

L

I

T

T

O

R

T E

R

T

S

D

I

T I

E

L I

T

T

E

T

I

O

T

R

O

E

F

I A N

19

P

T

A

I

E

23

U

D

O

O

L

T

I

N

I

E

N

E

T

I

A

O

O

P

A

R

O

E

N

O

N

L

A

T

E

42

E

A

C

39

29

C 36

E

M

A

C

D

47

9

L 13

I

T

41

8

T

38

A 44

I N

A

15

N

32

7

12

28

S

A

A

T A

26

25

A

6

18

A

31

A

E

5

E

N

O

A N T

I

35

4

I

17 21

A

La parola chiave è: 1

S

L

7

L A

14

H 16

3

45

Premio in palio: tre carte giornaliere “Arcobaleno”

Carta giornaliera.

La scelta giusta per circolare liberamente tutto il giorno.

Arcobaleno mette in palio una carta giornaliera di 2a classe (per tutte le zone; il valore complessivo dei premi è di CHF 160.80) a tre lettori di Ticinosette che comunicheranno correttamente la soluzione del Concorso.

Con la carta giornaliera si viaggia tutto il giorno all’interno delle zone prescelte, interrompendo e riprendendo il viaggio quante volte si desidera, fino alla fine dell’esercizio. È possibile acquistare anche la multi giornaliera, che offre 6 viaggi al prezzo di 5.

La soluzione del Concorso apparso il 2 gennaio è: FETICCIO Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stato sorteggiato: Leandro Bernasconi 6987 Caslano Al vincitore facciamo i nostri complimenti!

Svaghi 43

Jean-Philippe Patthey, 64, La Brévine

Andare adesso in pensione?

Sono ancora troppo giovane. <wm>10CAsNsjY0MDQx0TU2NzQ0NgAA_Bycng8AAAA=</wm>

<wm>10CFWLqw6AMBAEv-ia3etdH1QSHEEQfA1B8_-KgkNsMpnMrmvzgG_zsh3L3giaScxkHL560Ow5tRJTUMUgEK6gTzQ3ak36-8hbAehvI6DAO01cJZaeUcJ9Xg9oeVSsdgAAAA==</wm>

Avevo 50 anni quando mia moglie chiese il divorzio. È stata dura ma iniziai a fare ciò che avevo sempre desiderato: viaggiare, andare all’avventura, ripartire da zero. Ora ho 64 anni e con la mia nuova attività ricomincio tutto daccapo. Cosa mi riserva il futuro? Qualunque cosa sia... non ne vedo l’ora.

L’intera storia di Jean-Philippe su generali.ch/ascoltare

Per capire bisogna saper ascoltare.

Le situazioni della vita sono molteplici, come le nostre soluzioni.

68271_GEN_CH_Patthey_ITAL_210x295_ICv2.indd 1

05.01.15 11:00