Ticino7

№ 19 dell,8 maggio 2015 · con Teleradio dal 10 al 16 mag.

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Corriere del Ticino · laRegioneTicino · Tessiner Zeitung · chf 3.–

peugeot.ch

BELINDA BENCIC

UN INCONTRO VINCENTE <wm>10CAsNsjY0MDQx0TU2tzQ2sQAAiP42GQ8AAAA=</wm>

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PEUGEOT PARTNER UFFICIALE DI ROLAND-GARROS

BELINDA BENCIC E LA NUOVA PEUGEOT 108 ROLAND GARROS

La giovane tennista svizzera Belinda Bencic, attualmente al 34° posto della classifica WTA, non vede l’ora di guidare la sua nuova city car. In effetti, basta aprire la capote in tessuto a comando elettrico e farsi avvolgere dal sound DAB+ per intuire subito il piacere e il divertimento targati cabrio che regala questa nuova serie speciale dotata di efficientissimi motori PureTech. Passate dal vostro partner Peugeot per scoprire gli altri colpi vincenti di Peugeot 108 Roland Garros.

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Ticinosette allegato settimanale N° 19 del 08.05.2015

Impressum Tiratura controllata 67’470 copie

Chiusura redazionale Giovedì 30 aprile

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

4 Tecnologia Mobilità. Automat di Luca Martini ....................................................... 6 Eventi Autonassa. Guardami in centro di GiancarLo Fornasier ................................... 8 Letture Thomas Pynchon. L’odore della fine di danieLe bernardi .............................. 9 Media Macchine e canzoni. Amori automobili di danieLe Fontana .......................... 10 Società Car pooling. L’incontro è mobile di MarieLLa daL Farra .............................. 12 Vitae Marco Piffaretti di roberto roveda ................................................................. 14 Reportage Venditori di auto di Marco Jeitziner; FotoGraFie di reza Khatir ................. 39 Mundus Mangiare. Le gioie del picnic a cura deLLa redazione ................................. 46 Tendenze Vacanze. On the road di Keri Gonzato .................................................. 48 Svaghi .................................................................................................................... 50

Agorà Medioriente. Il buco nero

di

Fabio Martini.....................................................

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticinosette è su Facebook

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(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Deen (Ascona) Fotografia ©Reza Khatir

Pesi e misure Gentile direttore, spero nessuno me ne voglia, ma sono uno dei tanti pendolari che dall’area di Varese (tutti i giorni) viene a intasare le vostre belle strade (che sono tenute di sicuro molto meglio di quelle della mia provincia, ve lo posso assicurare...). Ormai lavoro in Ticino da qualche anno e per spostarmi uso, naturalmente, la macchina: più che una scelta di vita un obbligo, viste le difficoltà di muoversi in tempi ragionevoli con i mezzi pubblici da casa verso il mio lavoro. Io di solito transito dal Gaggiolo verso Lugano entrando in autostrada a Mendrisio intorno alle sette del mattino, un orario infame (come tutti sanno e hanno sperimentato) ma per forza di cose devo iniziare alle 8 e dunque non c’è storia.

Il fatto è che quasi tutte le macchine che vedo incolonnate intorno alla mia trasportano quasi sempre una sola persona. Se proviamo a fare due calcoli ci rendiamo meglio conto del problema: una macchina di cilindrata media pesa intorno (più o meno) ai 1400 kg, una tonnellata e mezzo di acciaio, alluminio e tecnologie varie per trasportare una persona sola, diciamo di 70 kg. In pratica, un rapporto di uno a venti. E questo è già abbastanza assurdo. Soprattutto se applico questo rapporto all’euro di carburante che spendo per fare 13/14 km in un’ora.

Se poi considero la cosa da un punto di vista ambientale il risultato è ancora più impressionante: a questa velocità “di crociera” la maggior parte dell’energia prodotta da una macchina a combustione se ne va dispersa in attriti e calore. Dato che si tratta di un percorso piuttosto breve e fra non molto dovrò cambiare auto (la mia non è nuovissima e consuma naturalmente più della media), sto valutando

l’idea di acquistarne una elettrica o ibrida.

E così ho cominciato a informarmi. Ho capito che, almeno in Italia, sono stati stanziati circa 400 milioni come incentivo all’acquisto di auto ibride per l’anno in corso (il bonus è di circa 3000 euro all’acquisto della vettura). Secondo me è davvero poco anche perché i prezzi non sono bassi. Innanzitutto le macchine “eco” non dovrebbero avere applicata l’IVA (che in Italia è un vero salasso) e poi ci vorrebbero esenzioni e sconti, a partire dalle assicurazioni. Solo così si incoraggerebbero le persone ad acquistarle e credo che in pochi anni si cambierebbe davvero regime. Senza dimenticare tutte le cose che si possono fare riguardo al carsharing, carpooling, alla costruzione di zone di parcheggio a lungo termine in prossimità stazioni (e mezzi pubblici più elastici negli orari mattutini e serali/ notturni) e via dicendo. Aspetti che in tanti casi riguardano noi come automobilisti.

Ho l’impressione che le classi politiche in molti paesi europei abbiano poco coraggio in questa direzione e questo ci sta portando a dei ritardi che poi diventerà sempre più difficile recuperare. (...) Le case automobilistiche hanno in catalogo anche dei modelli interessanti ma bisogna portare le persone ad acquistarle e non a mantenersi a distanza spinti solo da un po’ di curiosità.

Un saluto, G. P. (mail, Varese)

Il buco nero Medioriente. A partire dalla metà del 2014 il prezzo del petrolio greggio è andato riducendosi, con molteplici conseguenze a livello mondiale. Se per il consumatore europeo e per le finanze del vecchio continente, in fase di uscita dalla crisi economica, il calo ha rappresentato un fattore positivo, in termini globali il fenomeno pare avere implicazioni molto più articolate e complesse di Fabio Martini

L Agorà 4

e ipotesi avanzate sono le più diverse: c’è chi, in modo più restrittivo, ha interpretato il calo del greggio iniziato intorno alla metà dello scorso anno come il risultato della progressiva finanziarizzazione del mercato petrolifero, sempre più soggetto ad attività di carattere speculativo e vittima degli andamenti legati alle decisioni delle banche centrali riguardo ai tassi d’interesse (Federal Reserve in testa); e c’è chi, invece, ha letto il fenomeno alla luce del sempre più intricato scenario globale e della situazione di estremo caos che contrassegna il Medioriente.

Naturalmente, un fattore non esclude l’altro, ma non vi è dubbio che in tutto questo processo un ruolo di enorme importanza sia stato svolto dall’Arabia Saudita, il paese che, insieme alla Russia, vanta le più vaste riserve petrolifere del pianeta, riserve che si collocano per lo più nell’area nord orientale del regno.

I sauditi – al pari degli israeliani e delle industrie petrolifera e militare statunitensi – non hanno gradito affatto il progressivo disimpegno avviato dall’amministrazione Obama in Medioriente, un ritiro mosso in primis dalla necessità del presidente americano di far fronte ai due principali concorrenti del suo paese: la Cina, da un lato, e la Russia (sempre più vicina economicamente e politicamente all’Europa), dall’altro. Il Medioriente si è rivelato del resto per gli USA un buco nero capace di assorbire risorse a non finire e riguardo al quale qualsiasi decisione ha finito per dimostrarsi sbagliata se non addirittura controproducente.

Sta di fatto che ai sauditi l’idea di Obama di sganciarsi dal loro mercato con lo sviluppo di un’industria di estrazione interna (fracking e shale gas) non è piaciuta.

I motivi sono sostanzialmente tre: il primo è di ordine geopolitico, e concerne l’isolamento a cui l’Arabia Saudita è andata incontro; il secondo si riassume nella perdita della leva di ricatto energetico nei confronti degli USA; il terzo riguarda lo sviluppo delle nuove tecnologie di estrazione che potrebbero essere adottate anche da altri paesi del mondo, dato che non è affatto da escludere che la distribuzione dei giacimenti di shale gas possa avere una localizzazione ben più ampia rispetto a quella dei tradizionali giacimenti petroliferi.

Il ruolo saudita Se da un lato l’operazione di dumping attuata dal regno saudita ha dato i suoi risultati – circa 900 pozzi in North Dakota e oltre 1400 in Texas sono in stand by, in attesa che il prezzo del greggio si ricollochi su livelli più redditizi1 –, ha altresì impattato sull’economia russa e iraniana, gli altri due grandi paesi produttori al mondo che aspirano a mantenere il prezzo del greggio su livelli elevati. Ma c’è un altra ragione di ordine strettamente geopolitico alle spalle della decisione saudita di proseguire con questa strategia anche nel futuro prossimo. Se il prezzo del barile dovesse restare su questi livelli, il business energetico americano, ormai a secco e incapace di sostenere i costi di estrazione con il metodo del fracking, ricomincerebbe a cercare spazio per nuove trivellazioni in giro per il mondo (leggasi Medioriente) con forti pressioni sul mondo politico per un ritorno a una strategia militare di tipo interventista in grado di assicurare la prossimità al fornitore.

Poi c’è il lato in ombra, quello più sfuggente e ineffabile ma che non va ignorato: il ruolo di regia più o meno occulta che l’Arabia Saudita ha esercitato e continua a esercitare in tutto lo scenario mediorientale al fine di mantenere, e se possibile estendere, il ruolo egemonico sull’intera regione.

Se compiamo un passo indietro di oltre vent’anni ricorderemo come furono proprio i sauditi a richiamare l’aiuto statunitense a seguito dell’invasione irachena del Kuwait, così come in tempi più recenti sono stati i sauditi a fomentare la ribellione contro Gheddafi in Libia e a sostenere le ragioni dell’esercito egiziano contro il presidente Morsi e i Fratelli musulmani in Egitto. Gli stessi sauditi che hanno finanziato Al Qaeda e hanno sostenuto i ribelli anti Assad nella guerra civile siriana, fino a essere considerati da molti i registi occulti dell’intero progetto del califfato sunnita dell’ISIS per non dimenticare l’attuale intervento in Yemen al fianco dell’Egitto contro l’espansione dei ribelli sciiti houthi.

Dietro questo vasto progetto di stampo conservatore, wahhabita e antisciita si agitano interessi ben più prosaici legati al dominio energetico e alla volontà di affermarsi come attori dominanti in grado di tenere a bada l’area più complessa e critica dal punto di vista geopolitico dell’intero pianeta. Il problema è che non sono i soli ad aspirare a questo ruolo.

Il concorrente L’altro attore che mira a un ruolo di preminenza nella regione è l’Iran. A lungo paese canaglia per gli USA, l’Iran, che si posiziona al quinto posto fra i paesi produttori di greggio, sta cercando in tutti i modi di riscattare la propria posizione attraverso la trattativa sul nucleare che sembra giunta a un punto di svolta grazie anche all’atteggiamento conciliante dell’amministrazione USA che aspira in questo modo di sottrarre il paese degli ayatollah all’influenza russa e cinese (le discussioni sul nucleare dovrebbero arrivare a una conclusione a giugno ma, malgrado l’ottimismo, nulla è dato per scontato). Forte di una catena di alleanze che trova il suo principale collante nello sciismo e che include il regime legittimo iracheno, il regime di Assad, gli Hezbollah libanesi, i ribelli houthi in Yeman e i sunniti di Hamas, l’Iran si pone come il principale contendente al progetto saudita. La strategia americana sembra dunque essere quella di mirare a una sorta di bilanciamento dell’area attraverso il rafforzamento del polo sciita da un lato, e la creazione di un blocco consolidato e stabilizzante formato da quattro principali protagonisti: Arabia Saudita, Iran, Turchia ed Egitto. Uno scenario ambizioso che se sulla carta sembra reggere dovrà fare i conti con l’inestinguibile attitudine del mondo arabo al tribalismo e alla conseguente divisione in una miriade di fazioni e posizioni difficilmente conciliabili fra loro. La storia stessa lo insegna: le semplificazioni e le generalizzazioni quando si tratta di Medioriente non funzionano mai, tanto più oggi.

Per chi volesse farsi un’idea “visiva” della complessità dello

scenario mediorientale rimandiamo alla mappa riportata da ticino.live2: l’intrico di alleanze, conflitti e rapporti di neutralità è tale da scoraggiare ogni tentativo di analisi e qualsiasi prospettiva di pacificazione.

Un solo mondo A parte ogni congettura, dato che alla fine di questo si tratta, lo scacchiere mediorientale vive una fase di instabilità senza precedenti: la situazione in Siria, Iraq e Yemen va peggiorando; la resistenza dell’ISIS agli attacchi aerei sembra prospettare un conflitto lungo e sanguinoso; Israele prosegue nella sua deriva nazionalista e integralista; l’Iran, che ha avanzato la richiesta all’OPEC di limitare la produzione in modo da garantire la sua porzione di greggio nel cartello, sta tentando di rientrare in scena con l’annuncio di imponenti forniture di idrocarburi a partire dalla metà del 2015. Nel frattempo la situazione umanitaria peggiora e masse sempre più ingenti e disperate di profughi – questo è il termine che dobbiamo imparare a usare – premono su un Europa tentennante e divisa da interessi, culture e politiche economiche che paiono non conciliarsi affatto.

Certo, il costo della benzina alla pompa al momento resta basso ma il prezzo degli “effetti collaterali” delle guerre del petrolio cresce di giorno in giorno.

note 1 peak-oil.org/category/peak-oil-review/ 2 ticinolive.ch/2015/03/29/medio-oriente-in-guerra-totale-di-fenrir/

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Prendete una lezione di divertimento alla guida. <wm>10CFWLMQ4CMQwEX-Ro11mfE1yi604UiD4Noub_FQcdK00zmj2OioYf1_322O9FULKeM3tWzGieG0ucLTxZUIeDceHm50b-HcwdCWB9E8OpsShzmrjIIUGjvZ-vD1BSGkl4AAAA</wm>

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Automat

Gli sviluppi nell’ambito della guida automatica procedono a grandi passi. Restano aperti però i problemi legati agli aspetti legali e assicurativi di Luca Martini

Nel

corso degli ultimi trent’anni abbiamo già assistito lion) come limite della difettosità ammessa per i dispositivi ad alcuni cambiamenti epocali che hanno modificato il automotive. Comunque sia, se ci dovessimo trovare a bordo nostro stile di vita in modo irreversibile. Penso alla tele- di un’auto che improvvisamente invece di frenare accelera, fonia mobile e a internet. Funzioni che solo dieci anni beh, non credo che saremmo molto felici. prima della loro diffusione di massa ci sarebbero risultate Certo, si potrà obiettare che gli esseri umani compiono inverosimili. Oggi se ne affaccia una nuova, che ancora spesso danni ben più gravi perché soggetti a distrazioni e non ha preso corpo e che forse non arriverà cosi presto. comportamenti errati, ma il fatto di delegare totalmente Si tratta della guida automatica, la propria sicurezza stradale a un ovvero del sistema elettronico sistema automatico può essere in grado di condurre un auto un ostacolo psicologicamente nel traffico senza l’intervento non facile da superare per molti. umano. Fino a oggi l’elettronica ha provveduto ad assistere il Una vera rivoluzione guidatore nelle situazioni marUn ulteriore aspetto assai comginali in cui il veicolo in marcia plesso è quello legale e assicurasi può venire a trovare: frenate di tivo. In teoria, sistemi del genere emergenza, perdita di aderenza, potrebbero permettere a persone disabili, per esempio cieche o Tecnologia gestione della trazione. Adesso però si tratta di fare il gran salto: anche molto anziane, di guidare.

6 lasciare il volante e non toccare Ma la possibilità di un incidente La Mercedes S 500 Intelligent Drive (da TGcom24.it) i pedali, affidandosi totalmente è sempre presente. In tal caso su alla propria automobile. chi ricadrà la responsabilità? Sul proprietario del veicolo o Alcuni costruttori sono ormai in grado di presentare vei- sulla casa automobilistica che lo ha costruito? La Convencoli ben oltre lo stato prototipale e queste automobili non zione di Vienna del 1968, che definisce i criteri legislativi hanno bisogno di particolari infrastrutture stradali. Sono dei codici stradali dei diversi paesi, è ancora valida di fronte in grado di viaggiare sulle strade cosi come sono oggi e a una tale innovazione? Probabilmente no. questo rappresenta un punto importante, perché non relega L’introduzione di una funzione del genere suggerisce però la nuova funzione solo a quei paesi che possono dotarsi di alcune prospettive interessanti. Anni fa, amici di Singapore infrastrutture particolari. mi spiegavano che in quel paese i costi per l’acquisto e la gestione di un’automobile, ma soprattutto per l’acquisto, Passione e affidabilità all’asta, della patente di guida, raggiungono livelli imSorgono naturalmente degli interrogativi. Prima di tutto pensabili per noi europei. Questo fa si che molte persone che tipo di accoglienza avrà presso il pubblico una funzione preferiscano rinunciare all’auto e servirsi dei taxi, che sono del genere? L’automobile è ancora per molti fonte di inten- tanti, efficientissimi e a basso costo. Non so se sia ancora se emozioni, permette di esprimere inclinazioni e passioni. cosi a Singapore, ma la funzione della guida automatica Per i più appassionati, poi, rappresenta un modo per espri- apre la strada a servizi del tipo di quelli immaginati dagli mersi e per dare prova della propria perizia. Sicuramente in ideatori della GoogleCar: una piccola auto senza volante certi tratti autostradali si farebbe anche volentieri a meno che ti viene a prendere in pochi minuti quando ne hai di reggere il volante, dato che la concentrazione necessaria bisogno. Come i taxi di Singapore. Per molti sicuramente a mantenere la situazione sotto controllo implica una certa non varrebbe più la pena di possedere un’automobile. Che fatica, ma rinunciare del tutto a “portare la macchina”, ne sarà dei tassisti nostrani? Inoltre, le automobili diventecome si diceva un tempo, sembra davvero un po` eccessivo. rebbero sempre di più dei luoghi dove fare “altro”, dato che Un altro aspetto che lascia perplessi è quanto possa essere non sarebbe più necessario guidarle. Qui l’immaginazione affidabile e sicuro un sistema di guida automatica. Infatti, delle case automobilistche potrebbe portare a risultati davper quanto possano essere stringenti le specifiche auto- vero originali. La rivoluzione è dunque dietro l’angolo, ma motive per l’industria della microelettronica, problemi di non vedremo nulla di concreto finché gli aspetti legali e affidabilità e “bachi” sia SW che HW non mancano mai di assicurativi non saranno risolti e sicuramente non si tratta apparire, anche se si parla ormai di 100 PPB (Parts Per Bil- di una questione di poco conto.

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Guardami in centro Sì chiude domenica Autonassa. Appuntamento fisso della primavera luganese, la manifestazione si conferma quale formula vincente per avvicinare il grande pubblico al mondo dell’auto di Giancarlo Fornasier

Eventi 8

Sarà capitato a tutti di ammirare una vettura presso i saloni di un concessionario ed esserne favorevolmente colpiti. Poi osservare la stessa automobile parcheggiata al ciglio di una strada, accanto a macchine più o meno recenti, e doversi ricredere. Oppure l’esatto contrario: vista sotto le luci di una vetrina quella station wagon non vi sembrava un granché... troppo alta, così ingombrante, poco appariscente...

Ma vista ferma a un semaforo o davanti a un negozio del centro è sufficiente a farvi ricredere, magari stuzzicati da vostro figlio o da vostra moglie: “Guarda che bella, e sembra anche bella spaziosa...”.

Le automobili rimangono in ultima analisi merce da consumare, soprattutto con gli occhi; certo, sono state costruite per essere guidate, trasportare i nostri cari e aiutarci nella vita di tutti i giorni. Ma sono state pensate anche per regalarci vacanze indimenticabili e sogni di libertà, magari solo nel tragitto casa-lavoro. Praticità e sicurezza, e in più sportività e sensazioni: le automobili sono a tutti gli effetti dei concentrati di emotività, a volte incontrollabile e non di rado irrazionale.

L’auto nel suo ambiente Le manifestazioni nelle quali le automobili escono dai saloni concessionari e si presentano direttamente “sulla strada” non sono una novità. L’esempio di Autonassa – giunta alla sua 35esima edizione – dimostra come la formula non solo sia vincente, ma probabilmente sia la migliore risposta alle richieste che giungono direttamente dai consumatori e da un mercato che in tempi di insicurezza cerca formule sempre nuove e coinvolgenti per fare breccia.

La ricetta delle auto “esposte in città” ricorda da una parte i grandi eventi sportivi: per esempio, la classicissima 24 Ore di Le Mans (arrivata quest’anno alla 83esima edizione, che si svolge tra il 13 e il 14 giugno) nella quale i piloti vanno in parata nel centro della cittadina francese per mostrarsi e avvicinarsi agli appassionati. Dall’altra come non ricordare i “concorsi di bellezza”: su tutti quello che si svolge tutti gli anni sulle sponde del lago di Como, il Concorso d’eleganza Villa d’Este (quest’anno si terrà il 23 e il 24 maggio), un

concentrato di classe, “jet set”, auto e motociclette storiche e sportive da sogno (e dal costo a volte superiore a quello di una villa con piscina).

Autonassa 2015 L’evento luganese, organizzato dal gruppo locale di UPSA (Unione professionale svizzera dell’auto) e dall’Associazione Via Nassa in collaborazione con la Città di Lugano – l’inaugurazione è avvenuta proprio nel patio del Municipio – è diventato nei decenni un appuntamento fisso dell’agenda primaverile del Sottoceneri.

E anche quest’anno la proposta è di primo piano: 38 le marche presenti nelle piazze e vie del centro città, ben 70 gli espositori e 175 le vetture da ammirare e “toccare con mano”. In verità la nuova edizione presenta una piacevole novità: con il completamento delle zone adiacenti la straordinaria chiesa di Santa Maria degli Angeli e il nuovo centro culturale LAC, anche la rinnovata piazza Luini ospiterà novità automobilistiche provenienti dal recente Salone di Ginevra, facendo così dialogare arte, storia, design, motori e innovazione.

In diretta dalla strada Come ormai avviene da anni, Radio 3i è partner di Autonassa. Sino a domenica l’emittente di Melide effettuerà numerosi collegamenti in diretta dalle strade del centro, intrattenendo gli ascoltatori con interviste, novità e curiosità. Domenica, inoltre, saranno effettuati dei collegamenti sempre in diretta con “Casa Pellegrini” (il programma radiofonico di Riccardo Pellegrini).

Tra gli eventi collaterali, segnaliamo sabato lo Street Boulder Lugano, una gara di arrampicata sportiva senza corda (il bouldering) a carattere competitivo che si svolgerà sempre in centro utilizzando come “palestra” anche alcuni edifici storici. Da non perdere, tra le altre cose, domenica l’annuale concerto della Civica Filarmonica di Lugano in Piazza San Rocco... Ma queste e tante altre informazioni (e novità) le potete trovare sul sito autonassalugano.ch e sulla pagina Facebook della manifestazione.

Letture L’odore della fine di Daniele Bernardi

Il fatto che Thomas Pynchon, da anni con-

protagonisti principali del difficile libro che Pynchon ci consegna. Cercare di afferrare la trama, esasperatamente complessa, che si dirama lungo le oltre cinquecento pagine del romanzo, non ha alcun senso.

A chi volesse, ingenuamente, giungere all’ultima pagina nella speranza di vedere la quadratura del cerchio, si sconsiglia questa lettura. Il viaggio di Maxine Tarnow nello spazio temporale precedente e successivo il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle è così tortuoso da non poter essere riassunto.

Eppure la forma incerta di questo tragitto in un perimetro semovente (così simile a quello del nostro quotidiano) è quella delle battaglie del presente e del futuro.

Ma aldilà dell’ombra dei complotti e delle visioni paranoidi, c’è qualcosa di ancora più evidente che, come una bufera, soffia da queste pagine: è l’odore della catastrofe.

Quell’odore indimenticabile, “acre, di morte e di bruciato”, scrive Pynchon, “che (...) nessuno ha mai sentito e che resterà per settimane” nell’aria della metropoli statunitense.

La cresta dell’onda di Thomas Pynchon Einaudi, 2014

Un credito di CHF 10’000.– a un tasso annuo effettivo tra il 9.9 % e il 13.9 % (fascia di oscillazione dei tassi) rimborsabile in 12 rate mensili comporta un costo complessivo compreso tra CHF 521.– e CHF 723.20. Il tasso d’interesse dipende dalla solvibilità del cliente. Avviso secondo la legge: la concessione di crediti è vietata se conduce a un indebitamento eccessivo (art. 3 LCSI). CREDIT-now è un marchio di prodotto di BANK-now SA, Horgen.

siderato uno dei più importanti scrittori del nostro tempo, abbia scelto, molto presto, di non mostrare il proprio volto, è significativo. Lo è ancora di più oggi; in un’epoca in cui siamo pronti a svendere l’immagine di noi stessi, in balia delle febbri delle nuove dipendenze. Il nostro rapporto con la sempre più pervasiva informatizzazione, coi suoi risvolti che sono al limite dell’autismo, evidenzia l’ingovernabile presenza di ciò che, un tempo, la psicoanalisi ha chiamato “pulsione”.

Aprendo a casaccio l’ultimo libro del romanziere americano, La cresta dell’onda, leggiamo: “Ogni giorno più perdenti che utenti, tastiere e schermi che si riducono a portali di siti web per le cose da cui la Direzione vuole che tutti sviluppino dipendenza: acquisti, giochi, masturbazione, streaming di schifezze senza fine...”. Ecco descritto in poche frasi il magma oscuro in cui galleggia il soggetto contemporaneo.

Internet, 11 settembre e mercato sono i

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Amori automobili Dico due balle a un tizio seduto su un’auto più in là.

Un’auto che sa di vernice, di donne, di velocità1

di Daniele Fontana

Sarà la facile metafora offerta dai movimenti di pistoni e trasmissioni, sarà il contesto meccanico in cui ha preso forma e velocità, ma l’automobile rappresenta uno dei maggiori simboli sessisti che le società moderne abbiano mai costruito. Anche oggi, che alla guida schiere di donne danno punti e biada a una moltitudine di uomini.

Eppure certi stereotipi sono duri a morire. Persino nella definizione del suo genere lessicale l’automobile ha pagato

Potete certamente promuovere il vostro evento solo online …

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pegno al machismo. Nata maschile, questa parola è progressivamente evoluta verso l’altra metà del cielo. Sotto la spinta di padrini decisamente poco “gender”. “Mio caro Senatore”, scriveva nel 1920 Gabriele D’Annunzio a Giovanni Agnelli, “in questo momento rientro dal mio campo di Desenzano, con la Sua macchina che mi sembra risolvere la questione del sesso già dibattuta. L’automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza”.

Una tracotanza maschilista, quella del Vate, smentita però nei fatti dalle spietate leggi della fisica. Altro che perfettamente ubbidiente. La velocità, uno dei miti fondanti del fenomeno modernista e futurista, chiede invero costanti tributi alle vite umane in barba a tutte le pretese sessiste di dominio assoluto.

Forma di riscatto “Quando corre Nuvolari mette paura… perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura. Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, di morire non gli importa niente… Corre se piove, corre dentro al sole. Tre più tre per lui fa sempre sette. Con l’Alfa rossa fa quello che vuole dentro al fuoco di cento saette! (…) con un tempo d’inferno, acqua, grandine e vento pericolo di uscire di strada, a ogni giro un inferno ma sbanda striscia è schiacciato lo raccolgono quasi spacciato!”.2 Le donne invece no, loro sin da subito hanno saputo vedere altro in questa magnifica e immaginifica invenzione. Un’ironica forma di compensazione meritocratica, per esempio: “Tutti i miei amici guidano una Porsche. Devo riscattarmi. Ho lavorato duro per tutta la mia vita, senza alcun aiuto dai miei amici.

Quindi Signore, perché non mi compri una Mercedes Benz?”.3 Lo strumento di riscatto, il mezzo di fuga da una vita ingiusta verso una nuova: “Hai un’auto veloce. Ma è veloce abbastanza

ne (per umani o meccaniche che siano) è battiti, emozioni, visioni, dettagli. Poesia. “Tu sei rimasta sola, dolce madonna sola, nelle ombre di un sogno o forse di una fotografia lontani dal mare con solo un geranio e un balcone”.7 note 1 Una giornata al mare, Paolo Conte 2 Nuvolari, Lucio Dalla 3 Mercedes Benz, Janis Joplin 4 Fast Car, Tracy Chapman 5 Sì, viaggiare, Lucio Battisti 6 La mia macchina, Fabio Concato 7 Una giornata al mare, P. Conte

Janis Joplin (da edgecastcdn.net)

da volare via? Devi prendere una decisione. O ce ne andiamo stanotte o vivremo e moriremo in questa realtà”.4 Pieni e vuoti Pure l’uomo però, e per fortuna, seppur piano è riuscito a evolvere. Gli sono state compagne e d’aiuto l’intelligenza e la poesia. L’auto come misura lenta: del tempo, della vita, della gente: “Sì viaggiare, evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure, gentilmente senza fumo, con amore dolcemente viaggiare, rallentare per poi accelerare con un ritmo fluente di vita nel cuore, gentilmente senza strappi al motore. Quel gran genio del mio amico, (…) Pulirebbe forse il filtro soffiandoci un po’, scinderesti poi la gente, quella chiara dalla no e potresti ripartire, certamente non volare ma viaggiare”.5 E, naturalmente, l’auto come misura degli affetti, dei pieni e dei vuoti: “Viaggio bene senza te ma non so dove andare, non mi è servito a niente: stai sempre dentro me; via, via, sto attraversando il mondo, sento che vado a fondo, mi sento come te.

A me piace tanto andare in giro in macchina: sto imparando ad andare in giro senza te”.6 Uomini e donne, ancora, sui profili delle automobili e delle loro traiettorie. Ma senza il glam e gli stereotipi di pubblicità che rieditano algidi messaggi sessisti o pruriginose sensualità artefatte. L’amore, la passio-

… ma per ricevere più visitatori, invitateli con una lettera pubblicitaria.

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L’incontro è mobile Traffico, consumi, stress, ricadute ambientali.

L’auto è ancora la regina della mobilità, ma molto intorno ad essa e al suo uso sta cambiando… di Mariella Dal Farra

Società 12

Manifesto americano degli anni quaranta per la diffusione del carpooling (da getyourgreenbacktompkins.org)

Se uno dei tratti distintivi di questa nostra epoca è la ten-

denza, sempre più evidente, alla connettività/condivisione, allora il carpooling, ovvero la pratica del passaggio in auto “elevata a sistema”, ne rappresenta una manifestazione abbastanza tipica. Sia perché si tratta di una modalità resa tecnicamente possibile dall’esistenza di internet e relativi dispositivi di connessione, in particolare lo smartphone, sia in quanto realizza, in questo caso nella concreta realtà dell’abitacolo di una vettura, un incontro fra persone estranee fra loro, ma unite da un intento comune: quello di coprire la distanza fra un luogo e un altro, abbattendo i costi di trasporto e quelli ambientali.

Lo stesso “schema” è rintracciabile in diverse nuove pratiche economico-sociali comparse negli ultimi vent’anni nel nostro orizzonte collettivo: il crowdfounding, per esempio, quel sistema attraverso il quale è possibile contribuire alla realizzazione di una “buona idea” che nasce dal basso, come nel caso dello studente olandese di diciannove anni che ha inventato un metodo per ripulire gli oceani1 (un investimento che teoricamente interessa tutti gli abitanti del “condominio globale”), e che ha raccolto oltre 2 milioni

di dollari in circa tre mesi. O come il cohousing, di cui si è recentemente parlato anche in queste pagine2.

Valori economici Il car-pooling, a dire la verità, vanta precedenti che si spingono piuttosto indietro nel tempo. Fu “inventato” negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, come tattica di razionamento volta a favorire gli sforzi bellici. Coerentemente, i poster usati per promuoverne la diffusione raffiguravano un uomo al volante di un’auto, con alle spalle la sagoma di Adolf Hitler: “Hitler occupa il sedile vuoto!”, recitava la didascalia. Un altro slogan dichiarava: “Unisciti al club del carsharing3, oggi!”. Molto suggestivi. Il passaggio condiviso tornò in auge negli anni settanta, in corrispondenza alla crisi del petrolio del 1973 e a quella, energetica, del 1979.

Andò completamente in disuso durante gli individualistici anni ottanta, per poi riconfigurarsi in formato digitale nel presente. Per avere un’idea delle dimensioni attuali del fenomeno, basta pensare che in Europa, Carpooling.com, società tedesca leader nel settore, “trasporta” un milione di persone al mese attraverso quaranta stati diversi. O meglio, li

“trasportava” – e continuerà a farlo, ma sotto un altro nome dato che è stata appena acquisita da BlaBlaCar, una start-up francese che, contemporaneamente al concorrente tedesco, ha inglobato anche AutoHop (ungherese). “Dopo queste due acquisizioni, BlaBlaCar possiede ora 20 milioni di utenti in 18 mercati nel mondo, soprattutto in Europa [...]. Nel mese di ottobre, il CEO di BlaBlaCar Frédéric Mazzella ha dichiarato che la società organizza circa 2 milioni di corse al mese”4.

E in Ticino?

Ma il carpooling “resiste” anche in forma privata, come per esempio attraverso il sito “Liberalauto”, a cura di RSI-Rete Tre, che consente l’incrocio delle mete fra i cittadini su base puramente volontaristica, mentre i siti menzionati in precedenza stabiliscono a priori il costo (comunque sempre molto contenuto) delle diverse tratte.

La realtà ticinese appare particolarmente interessata alla diffusione del trasporto condiviso, considerati i problemi di traffico che caratterizzano la nostra regione. In particolare, qualcosa si sta muovendo in termini di aree-parcheggio individuate a ridosso della frontiera (versante italiano), nonché di posti-auto riservati a chi si serve del carpooling (per esempio, i venticinque parcheggi sono stati messi a disposizione, su abbonamento, accanto alla sede del Tribunale penale federale, in via S. Franscini a Bellinzona5). Ma la strada è ancora lunga e molto si dovrà fare per sviluppare metodologie in grado di limitare traffico, consumi e relativi disagi nel cantone. La politica è al banco…

nell’immagine Hitler rides in the empty seat (da thesocietypages.org) note 1 theoceancleanup.com 2 “Famiglia e società. Fare comunità” di Roberto Roveda, Ticinosette n.14/2015.

3 Attualmente, il termine car-sharing indica invece il noleggio di auto pubbliche, sulla falsariga del bike-sharing.

4 techeconomy.it/2015/04/15/sharingeconomy-blablacar-acquistacompetitor-carpooling/

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ono nato nel 1965 a Bellinzona. La passione per le automobili mi accompagna da sempre: “auto” è stata la prima parola che ho pronunciato, le macchine sono state i soggetti dei miei primi disegni, oltre che i miei giocattoli preferiti.

Da bambino io e la mia famiglia andavamo in vacanza con il Maggiolino e, per starci tutti e sette, io e uno dei miei fratelli viaggiavamo nel vano bagagli.

Ricordo questi viaggi come eventi spettacolari!

Al liceo avevo l’hobby del modellismo: costruivo modellini in legno di noce, come la Porsche Carrera che ho riprodotto in scala 1:10. All’inizio emulavo i modelli che mi piacevano, poi ho iniziato a progettarne di nuovi. A sedici anni il direttore del liceo mi ha permesso di fare una piccola esposizione delle mie creazioni e nelle ore di fisica potevo provare l’effetto aerodinamico di questi modelli. Insomma, la mia passione era forte e non mi mancava il sostegno degli insegnanti, così a un certo punto ho detto ai miei genitori che nella vita volevo progettare auto. Data la mia insistenza mamma e papà mi hanno accompagnato a Torino, dove ho portato i miei modellini alla Pininfarina.

Qui il direttore mi ha accolto e mi ha dato le indicazioni sulle scuole da frequentare per poter praticare questa professione, una professione di nicchia: sono pochissimi quelli che la esercitano e quindi anche le scuole. Ho così iniziato il mio iter di studi prima a Torino e poi in una scuola americana.

Mi sono presto reso conto, però, che il mio talento per il disegno era buono ma non eccelso, c’erano altri studenti più in gamba di me. Questa consapevolezza non mi ha scoraggiato, anzi, è stata la mia ispirazione perché ho pensato: io creo un’azienda e poi assumo i colleghi più bravi di me. E così ho fatto, a soli 19 anni ho costituito la Protoscar, che quest’anno compie trent’anni. Si può dire che quest’azienda abbia vissuto due fasi: nella prima fase abbiamo curato soprattutto la struttura del veicolo, la sua forma e anche la sua visualizzazione digitale in 3D. Ci siamo subito focalizzati sulle auto elettriche, ma non solo, per esempio, a Rovio abbiamo disegnato il modello della FIAT Cinquecento che è attualmente sul mercato. La seconda fase ha avuto inizio nel 1994, quando abbiamo sostenuto la candidatura del

comune di Mendrisio al progetto VEL, un concorso per i comuni, che voleva simulare “l’effetto che fa” l’introduzione delle auto elettriche. Il concorso l’abbiamo vinto e per i successivi sette anni ho seguito personalmente il progetto VEL. Lì abbiamo cominciato a occuparci di altri aspetti legati all’auto, come accompagnare sul mercato nuove tecnologie, cercando di capire come possono avere successo tra i clienti, interessandoci al discorso sulla ricarica e sul bilancio energetico.

Tutti aspetti che ancora oggi rappresentano la nostra attività principale di consulenza. Per esempio, per città (come Stoccarda) e regioni (come il cantone Ginevra) che ce lo richiedono elaboriamo un “masterplan” che definisce come prepararsi all’intensificazione dell’automobile elettrica: studiamo come predisporre l’infrastruttura di ricarica, ottimizzare le reti elettriche e la disponibilità di energia rinnovabile, quindi calcoliamo i costi d’investimento, l’impatto ambientale ed energetico. Ecco, questi sono gli studi e le analisi che noi possiamo fare e di cui ci sarà crescente bisogno, visto che il boom dell’auto elettrica non è ancora arrivato, ma arriverà certamente nel prossimo futuro. Il mio sogno più grande con la Protoscar era quello di dimostrare che l’auto elettrica poteva competere con i veicoli sportivi, al top della gamma.

Questo sogno è diventato realtà un paio di anni fa quando abbiamo realizzato le Lampo 1, 2, 3, le auto elettriche più potenti del loro tempo, con potenze fino a 570 cavalli e quattro ruote motrici. A questo punto spero di essere ancora in vita quando il mercato – nel 2035? – sarà rappresentato per la maggior parte da veicoli con la presa elettrica. Automobili a parte, ho anche una famiglia e con i miei cari condivido la curiosità per i viaggi e la scoperta di luoghi sconosciuti, in particolare in Africa. Poi con mio fratello ho riorganizzato uno splendido agriturismo in Toscana, sul monte Amiata. Un luogo dove ritrovo un altro tempo e ritmi legati alla natura e dove la fatica fisica – oltre che l’ottima cucina – regala a fine giornata un benessere impagabile.

MARCo PIFFARETTI

Vitae 14

Fin da bambino una passione per le auto, che poi si è trasformata nel lavoro di tutta una vita.

Oggi progetta un futuro in cui tutte le automobili funzioneranno grazie a una presa elettrica

testimonianza raccolta da Roberto Roveda fotografia ©Sabine Biedermann

Guidati dai clienti

di Marco Jeitziner; fotografie ŠReza Khatir

Daniele (Minusio)

I

mmaginate di voler comprare o cambiare l’auto.

Vi recate in un luccicante salone espositivo, e vi imbattete di sicuro in un personaggio, il venditore d’auto, anzi, il “consulente di vendita”, così vien definito nel sito dei futuri apprendisti (orientamento. ch). Be’, lui farà opera di convincimento, dimostrando capacità interlocutorie e di persuasione fuori dal comune, in funzione di ogni singolo cliente, uno diverso dall’altro.

Marco Torracchi, pratese classe 1959, scrive e vogliamo credergli: “una leggenda metropolitana afferma che noi venditori di auto siamo soggetti inaffidabili, cultori della bugia il cui solo obiettivo è aggirare gli altri. Bravi a raccontare novelle. Posso assicurarvi che quest’ultima è l’unica cosa vera”.1

Siccome le auto si vendono ancora come il pane, anche se un po’ meno di un tempo a quanto pare, è chiaro che questo oggetto di consumo rappresenta ancora qualcosa di molto importante per noi. Senza l’auto, c’è chi la pensa così, non cucchi, non ti sposti, non vai, non vedi, prendi freddo, ti bagni, arrivi in ritardo ecc. Ma, siamo tutti d’accordo, non è come vendere un etto di prosciutto. Ora io non alludo mica al “venditore d’auto usate di Trastevere untuoso e con i capelli radi” di Nino Ricci2, ma al professionista di Camorino o di Vezia, pettinato, incravattato, sorridente, di bella presenza, orologio al polso, biglietto da visita sempre a disposizione.

Sono persone con una marcia in più, scrive Torracchi: “con una rapidità da record mondiale passiamo dal sorriso allo sguardo (...)

Ali (Quartino)

Fadi (Claro)

Mamo (Mezzovico)

di sostegno, dalla battuta sagace all’atteggiamento più compito, dallo sport alla musica classica”. Ma come si trovano sempre nuovi clienti a cui vendere questo o quel modello?

Il sorriso giusto Bisogna avere, scrive Brian Freeman a mo’ di stereotipo, “un sorriso da venditore di automobili”3. Forse sì. Bisogna forse essere grandi ascoltatori prima che imbonitori, più psicologi che attori. Forse le donne sarebbero più brave in questo mestiere, perché più empatiche? E allora dove sono le venditrici d’auto? Mai vista una. L’automobile è ancora roba per soli uomini? Be’, incappo in una foto dell’Unione professionale svizzera dell’automobile, sezione Ticino. Vi

sono ritratti i partecipanti a un seminario di base per venditori e tra una ventina di uomini c’è... una sola donna. Ma, come dicevo, siccome “la ricerca di nuovi clienti rappresenta inoltre una parte importante della loro attività”, recita il sito orientativo, ripongo la domanda: come fanno?

“Per intrappolare un potenziale cliente di solito basta dargli il biglietto da visita nell’istante stesso in cui ci si presenta: a quel punto non può più scappare” scrive Chuck Palahniuk4. O magari ti bloccano per strada, ti sorprendono in carrozzeria o all’autolavaggio? O si fanno un giro con l’auto sgargiante per farla vedere allo stop o al semaforo? Oppure ti convincono, maestri come sono, che quell’auto arriva a cento chilometri orari in meno di tot secondi, così non resisti e non vedi l’ora (...)

ringraziamenti Un sentito grazie a tutti i professionisti ritratti in queste pagine, per la disponibilità e la cordialità dimostrate nella realizzazione di questo servizio.

Vincenzo (Cadenazzo)

di provarla. Nei film li ritraggono spesso come dei personaggi pittoreschi, assai tenaci. Di certo non sono come Robert De Niro in Quei bravi ragazzi: lui criminale riciclatosi a vendere auto, mostrando il bagagliaio a due clienti dirà, scherzando, che lì dentro ci starebbero... almeno tre cadaveri! E nemmeno come il furbo Danny De Vito in Matilda. No, secondo me sono più simili al compianto Robin Williams in Cadillac Man intento a vendere almeno dodici auto al giorno. Oppure come Renato Pozzetto in Lui è peggio di me, che cerca di piazzare un’auto sportiva di lusso al posto di una semplice utilitaria. Questa è finzione, quelli veri eccoli in queste fotografie. Certo non è evidente farsi una reputazione quando c’è chi pensa che i venditori d’auto, nella società reale, manco

esistono. Simone Bedetti si chiede: “qualcuno di voi ha mai conosciuto un venditore d’auto fuori dal concessionario?”. Lui no, “perché quando glielo chiedi dicono che fanno un altro mestiere”5. Come se mangiassero e dormissero nell’autosalone, sempre dediti al loro lavoro. Se ne vergognano? No, credo che Bedetti esageri e si sbagli. Secondo voi? note 1 Da I venditori d’auto raccontano novelle (Ibiskos Editrice Risolo, 2006).

2 Da Fratello italiano (Fazi, 2000).

3 Da La ragazza di pietra (Piemme, 2014).

4 Da Rabbia (Mondadori, 2013).

5 Da I chiodi nella fronte (Area51 Publishing, 2010).

Mimmo (Lamone)

Le gioie del picnic

Immaginatevi su un prato, in montagna, con una leggera brezza che vi coccola. Oppure in riva al lago, lontani dal traffico... o ancora su una spiaggia, con la sola risacca del mare che accompagna il vostro pranzo, una manciata di alimenti semplici e facili da combinare tra loro a cura della Redazione

Mundus 46

Il pranzo all’aria aperta è una cosa seria. Talmente seria

che gli inglesi, da sempre grandi cultori degli spuntini “sul prato”, all’inizio dell’ottocento crearono un’associazione, la Pic-Nic Society, che raccoglieva amanti del teatro e persone che preparavano cibo da condividere con altri membri del gruppo. In verità, l’etimologia del termine picnic ci riporta al francese “piquenique, che abbina piquer (prendere, rubacchiare, spilluzzicare) all’arcaico nique (piccola cosa di poco valore)”, come si può leggere nel recentissimo saggio The Picnic: A History di Walter Levy (Alta Mira Press, 2014).

Cibo, natura e alcune regole Oggi con il termine picnic si identifica un pasto all’aperto, compiuto in concomitanza a un’uscita “fuori porta”, in montagna o in campagna, naturalmente con un clima favorevole. Ciò che lo caratterizza è il piacere del contatto con la natura e la partecipazione di più persone e/o gruppi familiari: tutti portano del cibo che viene poi condiviso, senza troppe etichette e modi aristocratici.

Immaginiamo che tutti abbiano sperimentato il piacere di

mangiare all’aria aperta, seduti su una coperta (ne esistono di specifiche, morbide sopra, robuste e isolate sotto). Per il resto la libertà pare (quasi) assoluta... anche se, per la verità, c’è chi ha stabilito delle “regole” per organizzarne uno perfetto: il Tokyo Picnic Club, fondato nel 2002 da un gruppo di designer e architetti giapponesi, ha pensato bene di dedicargli un decalogo: 1. il picnic è un’attività sociale: più coinvolge meglio viene; 2. trova sempre il posto giusto per il clima che ti aspetta; 3. ogni giorno è buono per fare un picnic; 4. non ci sono ospiti e ospitanti: tutti possono offrire e assaggiare; 5. il cibo può essere semplice ma mai troppo facile; 6. non si cucina durante un picnic; 7. osa, quando prepari il cibo per un picnic e esprimiti al meglio; 8. il tappeto è fondamentale: mai camminarci sopra ma sempre intorno; 9. si può andare e venire come si vuole durante il picnic; 10. gli eventi inaspettati (pioggia o altro) fanno parte del picnic.

Mai rabbuiarsi per questo.

Consigli (prima di partire) Se avete intenzione di concedervi un pranzo all’aria aperta, l’attenzione maggiore varrebbe la pena porla sulle modalità di conservazione degli alimenti. Come sempre, una volta estratto il cibo in precedenza riposto nel frigorifero, c’è il rischio che gli alimenti possano diventare dei veri e propri “ricettacoli” di batteri se esposti al calore esterno, in particolare se siamo in piena estate, con temperature e umidità piuttosto elevate. Infatti, lo sviluppo dei germi arrestato dalle basse temperature del frigorifero, sufficiente a controllarne la crescita ma non a distruggerli, riparte appena la temperatura esterna sale.

L’esempio più classico di questi pericoli è dato dalla salmonellosi, che può portare a gravi forme di diarrea con mal di pancia e febbre. Ma è solo un esempio, visto che sono davvero tanti i potenziali responsabili “invisibili” di mal di pancia e altri antipatici effetti collaterali. Gli alimenti che possono trasmettere i germi sono quasi sempre a base di uova, come creme, gelati, salse. Se l’uovo non viene sottoposto ad una sufficiente cottura – gli esperti consigliano almeno 7 minuti se bollite e cinque se in camicia – possono rimanere batteri che grazie al caldo si replicano con estrema rapidità.

Per chi ha in programma un bel picnic, ecco dunque qualche semplice consiglio. Se avete in mente di portare panini o insalate preparati con alimenti cotti, ricordate che dovreste preparare “le farciture” la sera prima o comunque al mattino presto; prima di essere inseriti nella borsa termi-

ca, infatti, i cibi vanno raffreddati a fondo, per evitare che “entrino” nel contenitore ancora caldi. Il tepore che viene mantenuto all’interno del contenitore può far proliferare una grande quantità di batteri visto che, come già scritto, il caldo è l’elemento che più ne favorisce lo sviluppo.

Se volete consumare qualche alimento fresco, ricordate di mettere nella borsa termica le classiche mattonelle di ghiaccio “portatile”, che dovrebbero assicurarvi una temperatura interna vicina ai 4 gradi per alcune ore. Purtroppo, anche questo rimedio non è sufficiente a raffreddare i cibi che sono stati inseriti nella sacca caldi... quindi non dimenticate la regola precedente. E ricordarsi sempre di portare con sé della frutta: disseta e fa sempre bene.

Consigli (una volta arrivati) Prima di mangiare (soprattutto se si tratta di alimenti a base di uova come creme o maionese) assicuratevi che i cibi siano ancora freschi, soprattutto se avete passato le ultime ore incolonnati, visto che la vostra meta era anche quella di altre migliaia di cittadini urbani. Capitolo bevande: in montagna e in mezzo alla natura solitamente l’acqua non manca, e le fontane e le sorgenti invitano a consumare quella “fresca”... però assicurarsi sempre che sia potabile ed evitare di berla subito se molto fredda. In questo senso, maggiore attenzione va prestata se ci sono anche dei bambini: vista l’immaturità del loro sistema immunitario, i piccoli sono molti più esposti degli adulti al rischio di manifestare intensi e improvvisi mal di pancia. Buon appetito!

Per tutti quelli che sognavano da tempo una pizza di carne.

La nuova BBQ-Pizza porta una ventata di novità sulla brace.

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O N T H E R OA D Tendenze p. 48 – 49 | di Keri Gonzato

“Senti Louise... non torniamo indietro!” dal film Thelma & Louise di Ridley Scott, 1991

L’infanzia

Avventura. I miei primi viaggi avevano quel sapore. Si partiva alle prime ore dell’alba, le braccia calde dei miei genitori portavano me e mio fratello, spesso ancora addormentati, nella Renault 4 fourgonette bianca. Un mezzo di locomozione magico, capace di trasportarci in un’altra dimensione. Ogni fine giugno partivamo verso l’ignoto, l’esotico, la scoperta. Il retro della macchina ci accoglieva, tra il sonno e la veglia, come l’interno di una conchiglia metallica rivestita di materassi. In quel nido mobile avevamo persino delle tendine, a righe rosa e bianche. Il risveglio ci sorprendeva offrendoci immagini di campi, fabbriche, case, Autogrill, periferie di città, caselli autostradali, che sfrecciavano veloci fuori dal finestrino.

Ricordo l’eccitazione di quei viaggi in fourgonette. A ogni chilometro, ci si allontanava dal quotidiano e ci si avvicinava alla libertà dell’estate. Chi vedeva per primo il mare all’orizzonte vinceva: un tuffo al cuore! E poi c’era l’arrivo al porto. Ancora oggi, l’odore dei traghetti, intenso, catramato misto a salsedine, mi emoziona forte.

La macchina si trasformava in questa nave che ci avrebbe portato verso le isole. Grecia, Sardegna, Stromboli, ogni anno un luogo diverso, da esplorare armati di secchiello, paletta e fame d’estate…

L’adolescenza

E poi è arrivata la voglia di indipendenza. Ricordo il viaggio di fine liceo.

Fino all’ultimo non sapevamo chi sarebbe partito e anche nel gruppo non ci conoscevamo nemmeno tutti tanto bene. L’elemento rischio e imprevisto era presente: tutto in regola!

L’achimia del viaggio avrebbe funzionata alla perfezione… C’eravamo io, Sandra, Niccolò, Luc, Christian e Zazà lo stravagante che, di tanto in tanto, si sarebbe rifugiato nel camperino a recitare mantra buddisti. Eccoci per strada con il van di Sandra che negli anni a venire avrebbe continuato a sostenere viaggi epici da Barcellona

alla Puglia. Un furgoncino blu, una casa su quatto ruote portatrice di ricordi indimenticabili. Sandra alla guida, il capo della situazione, sicura, tranquilla, decisa, per me è e sarà per sempre l’autista migliore del mondo.

Un viaggio intenso quanto sanno esserlo le emozioni a quell’età.

Lasciavamo le regole, la scuola e gli esami alle spalle e procedendo verso le spiagge infinite della Costa Basca, passando per le strade costiere della Costa Azzurra fino alle onde selvagge di Hossegor, Bidart, San Sebastian, Biarritz… Con la voglia di respirare l’aria salmastra della vita al 100%, vivere lunghe notti a guardare le stelle parlando di tutto e di niente, ballare, ridere e fare surf immergendoci totalmente nella nostra giovinezza. Tra una tappa e l’altra, campeggiando in covi di surfisti arrivati da ogni parte del mondo per cercare onde, c’era chi dormiva nel furgone, chi in tenda.

Christian, Pohl per gli amici, passò tutte le notti in amaca, protetto dalla volta stellata. On the road, senza piani predefiniti, con in bocca il sapore della libertà dei diciotto anni.

Una libertà tutta nuova, aumentata esponenzialmente dalla conquista della patente e dalla possibilità di valicare confini al bordo di quelle navicelle spaziali chiamate automobili. Ancora oggi, quando incontro uno degli astronauti di quella spedizione, l’entusiasmo nel ricordare quel viaggio è intatto. Partono gli aneddoti, le risate: quando si riparte?

Il nomadismo

I viaggi su quattro ruote hanno un fascino senza tempo. Sono una tendenza costante. Credo che questo abbia a che vedere con le radici nomadi della razza umana. L’esperienza del movimento a diretto contatto con la strada, a bordo di un’automobile, risveglia l’anima gitana che è in ognuno di noi. L’altro giorno un’amica mi raccontava del recente viaggio, insieme al suo compagno che da Lugano li ha portati attraverso i paesi dell’est fino a Mosca. Mentre

rievocava l’avventura, vissuta a bordo di una vecchia Mercedes, ho visto che gli occhi le brillavano di quella luce speciale. Uno scintillio che si accende solo nel viaggiatore che ha sperimentato questi spazi.

Fa senz’altro parte della categoria una coppia di Bristol, amici di famiglia stravaganti e pieni di aneddoti.

Hanno un vecchio van e, quando la routine inizia a annoiarli, armati di una cartina e di una traccia del percorso da intraprendere, che puntualmente cambieranno, si mettono per strada. In questo modo, hanno girato praticamente tutta l’Europa e giurerebbero, con la mano sul cuore, che nessun viaggio organizzato potrebbe mai sostituire la densa ricchezza di quelle spedizioni.

Il furgoncino

La navicella spaziale venerata da chi ama questo tipo di viaggi è il van della Volkswagen. Feticcio, icona, inno del viaggiatore on the road.

Amato tanto dagli ex sessantottini quanto dai più giovani hipster, questa icona gipsy a quattro ruote ha fatto e fa sognare intere generazioni. Chi osa trasformare il sogno in realtà, procurandosi un esemplare vintage, lo tratta come la cosa più preziosa. Il purista lo rimette a nuovo rispettando l’originale religiosamente, fin nei minimi dettagli. Il creativo, rivede gli interni, ridipinge gli esterni, lo personalizza trasformandolo nella sua opera d’arte mobile. Il tecnologico invece migliora il motore, cambia vari pezzi sostituendoli con varianti futuristiche, installa una mini cucina moderna e l’impianto stereo di ultima generazione.

Ci sono interi trattati, siti di rifermento, libri fotografici ed esposizioni, nonché club di appassionati, dedicati a questo bus. Ma, al di là della tipologia del mezzo, il requisito fondamentale è la voglia di mettersi on the road, la sete di avventura, la fame di vento nei capelli e nuovi orizzonti. Bon voyage!

La domanda della settimana

Vi fidereste a fare un viaggio in autostrada a bordo di una macchina a guida automatica integrale?

Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro mercoledì 13 maggio. I risultati appariranno sul numero 21 di Ticinosette.

Al quesito “I recenti fatti avvenuti nella partita tra Basilea e Zurigo ripropongono il problema del tifo violento in Svizzera.

Secondo voi, le società sportive fanno sufficiente prevenzione?” avete risposto:

SI

9%

NO

91%

Svaghi 50

Astri ariete Importante notizia che aspettavate da tempo. Carisma e capacità persuasive in forte crescita tra il 13 e il 14 maggio.

Controllatevi di più con il cibo.

toro Occasioni per la ricerca di un partner.

Aumento degli impulsi sessuali. Turbamenti e disguidi per i nati nella prima decade. Dedicate più tempo al riposo.

gemelli Una vecchia questione ritornata improvvisamente alla ribalta potrebbe divenire fonte di discordia all’interno di un rapporto di coppia ben collaudato.

cancro Favoriti gli incontri tra il 10 e il 12.

Non parlate a sproposito di altre persone. Un vecchio amico potrebbe farsi vivo con una interessante proposta.

leone Problemi provocati dall’insorgere di una vecchia questione patrimoniale. Il vostro ego continua a crearvi problemi: non consideratevi sempre i migliori.

vergine Esperienze intellettuali intense. Tra il 13 e il 14 potrete ristabilire una maggiore sintonia con il vostro partner.

Rinforzate la sicurezza in voi stessi.

bilancia Momento ideale per condividere atmosfere romantiche in compagnia del partner. Per i nati nella terza decade si apre una fase introspettiva.

scorpione La settimana potrebbe essere fonte di qualche malumore in ambito professionale e lavorativo. Evitate polemiche inutili. Concentratevi sugli affetti.

sagittario Dedicatevi alle attività preferite: l’amore e la ricerca del bello. Incontri con persone con una dominante mercuriale. Momento favorevole per i creativi.

capricorno Se dovete risolvere una vecchia questione approfittatene perché questa congiuntura astrale è per voi ideale. Occasioni finanziarie da non trascurare.

acquario Disguidi verbali per i nati nella prima decade. Vita sentimentale in crescita per i nati nella seconda decade. Il lavoro continua a essere troppo frenetico.

pesci Scarsa voglia di lavorare e maggiore autoindulgenza. Soprattutto per quanto riguarda il vostro regime alimentare. A partire dal 12 incontri karmici.

Gioca e vinci con Ticinosette

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Orizzontali 1. Equiparare, parificare • 9. Cesta per aragoste • 10. Norvegia e Cuba • 11. Ustioni • 13.

Velivolo •14. Noto collegio inglese • 15. Cuor di cane • 16. Acciuffata • 17. Sposa Osiride • 19. Strumento a fiato • 20. Città francese • 23. Pedina coronata • 24. È anche metrica • 25. Tracce, impronte • 27. La fine della Turandot • 28. Consonanti in Luisa • 29. Pari in omelia • 30. Pigna tropicale • 32. Cantori epici • 34.

Le segnano le lancette • 35. Moderno genere musicale • 37. Ente Turistico Ticinese • 39. Squillo • 41. Sigla radiologica • 43. Lo stato con Benares • 44. Il Sodio del chimico • 45. I confini di Carona • 46. Stato africano • 49. Vengono sempre al pettine • 50. Periodo storico.

Verticali 1. Noto film del 2007 di Wong Kar-Wai con Norah Jones • 2. Competizioni • 3. Strozzino • 4. Salire, scalare • 5. Allegro • 6. Recitare, assumere un ruolo • 7. Aguzze • 8. La rapì Paride • 12. Nome di donna • 18. Schiaffi • 20. Privo di accento • 21.

Consonanti in leale • 22. Pietra • 26. Città spagnola • 31. La bevanda degli dei • 33. Trasparente come il vetro • 36. Coperta • 38. Mezza tara • 40. Una sigla del biologo • 42. Saluto fra amici • 44. Nord-Est • 47.

Pagina centrale • 48. Quattro romani.

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La soluzione verrà pubblicata sul numero 21

Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate lo 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata, dalla rete fissa) entro mercoledì 13 maggio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 12 mag. a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!

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La soluzione del Concorso apparso il 24 aprile è: IDRATARE Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Elena Bernasconi 6822 Arogno

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Soluzioni n. 17

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Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti!

Questa settimana in palio: cinque Carte Junior offerte da Arcobaleno Arcobaleno offre una Carta Junior da CHF 30.– a cinque fortunati concorrenti che comunicheranno la soluzione corretta del cruciverba.

Con la carta Junior i figli di età compresa tra 6 e 16 anni viaggiano a 30 franchi l’anno con i trasporti pubblici in compagnia di un genitore in possesso di un titolo di trasporto valevole. arcobaleno.ch/junior

Svaghi 51

BMW Serie 1

www.bmw.ch

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IL PIACERE È ADESSO. LA NUOVA BMW SERIE 1.

IL VOSTRO CONCESSIONARIO IN TICINO VI ASPETTA PER UN GIRO DI PROVA. Rolando Agustoni SA 6828 Balerna www.bmw-agustoni.ch

Garage Torretta SA 6500 Bellinzona www.bmw-torretta.ch

Pino Vescovi SA 6710 Biasca www.bmw-vescovi.ch

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