№ 28 del 10 luglio 2015 · con Teleradio dal 12 al 18 luglio
PALAZZO ESTENSE
A Varese il rigore dell᾽architettura neoclassica incontra la bellezza e la grazia del giardino all᾽italiana
Corriere del Ticino · laRegioneTicino · Tessiner Zeitung · chf 3.–
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Ticinosette allegato settimanale N° 28 del 10.07.2015
Agorà Expo 2015. Nutrire il pianeta
RobeRto Roveda ............................................
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eugenio KlueseR .........................................
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MaRisa goRza ......................................
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FRancesca Rigotti .............................................
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MaRco alloni................................................
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di
Media Giornalismo. In pieno Travaglio
di
Società Nuovi poveri. Poesia sociale in TV
Impressum Tiratura controllata 67’470 copie
Chiusura redazionale Venerdì 3 luglio
Editore
Teleradio 7 SA Muzzano
Kronos Filosofia. Eraclito, l’oscuro Levante Culture. Erotismo islamico Vitae Manuela Canova
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RobeRto Roveda ..............................................................
10
eugenio KlueseR; Foto di Reza KhatiR ...............
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MassiMo Rosi & FRancesco della santa .......................
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Reportage Varese. Palazzo Estense
di
Redattore responsabile
Fumetto L’Ispettore Leoni
Coredattore
Tendenze Tempo libero. Piscine sì, ma bio!
FRancesca ajMaR ..............................
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Photo editor
Svaghi ....................................................................................................................
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Fabio Martini
Giancarlo Fornasier Reza Khatir
di
di
Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55
Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticinosette è su Facebook
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(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona
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In copertina
Varese. La grande fontana nei giardini di Palazzo Estense Fotografia ©Reza Khatir
False magre Buongiorno. Apprezzo i vostri articoli e i vostri sforzi di dare informazioni e stimoli interessanti e non necessariamente mainstream nei limiti di contributi in genere brevi. Mi stupisce un po’ la vostra mancanza di sensibilità nel pubblicare la foto di due giovani scheletri a pagina 41 dell’ultimo numero (rubrica “Tendenze” in Ticinosette n. 26/2015, ndr.). Questo in un giornale dove magari un po’ di tempo fa (la memoria mi falla) vi era un articolo di fondo sui disturbi dell’alimentazione, sulle immagini da presentare ai nostri giovani, sul mondo della moda, sul corpo della donna e via disquisendo. Cordiali saluti, R. G. (mail) Ringraziamo il lettore per la puntuale osservazione che, a ben vedere, è più che giustificata, e naturalmente ci scusiamo. Senza sottrarci alla nostra responsabilità, va detto che il problema in un certo qual modo sta a monte. Gli uffici stampa delle agenzie di moda, infatti, nonostante le ripetute critiche, i tentativi di imporre dei canoni fisici “normali” nella scelta delle modelle e le riflessioni sulle conseguenze che tali immagini hanno soprattutto sulle ragazze più giovani, proseguono imperterriti nel fornire materiale di questo genere. Naturalmente, nella selezione delle fotografie cerchiamo di scegliere quelle meno estreme, ma vi assicuriamo che non è facile. I dati epidemiologici sulla diffusione di anoressia e bulimia sono sconfortanti e in crescita. Questi disturbi, che riguardano per lo più l’universo femminile, colpiscono nelle forme più serie circa l’1,5% delle donne ma
la percentuale si innalza se si considerano anche i casi meno gravi. Due aspetti sono da tenere presenti: tra le malattie psichiatriche, perché di questo si tratta, anoressia e bulimia nervosa fanno registrare il più alto tasso di mortalità (nel caso dell’anoressia, in specifico, il rischio di morte è quasi dieci volte superiore rispetto a quello di persone sane della stessa età e sesso); l’altro aspetto inquietante riguarda invece la diffusione di forme sempre più precoci, addirittura intorno agli 8/9 anni di età. Solo in Italia, il fenomeno investe quasi mezzo milione di giovani donne fra i 15 e i 25 anni. Le risposte peraltro non sono mancate. La Camera bassa dell’Assemblea nazionale francese, per esempio, ha vietato sia di impiegare modelle con un peso corporeo al di sotto di un certo standard, sia di istigare alla magrezza le giovani donne che desiderano svolgere questa professione, con multe per le agenzie fino a 75mila euro e sei mesi di prigione. Le agenzie e il sindacato francesi hanno reagito sostenendo che “non si può confondere magrezza con anoressia”. L’ossessiva attenzione per il cibo e per le calorie nel mondo delle modelle è ben nota: la paura di ingrassare (e quindi di perdere il lavoro) è l’aspetto su cui fanno leva le agenzie. Resta il fatto che, come si evidenzia dalla lettera a noi giunta, quello che il pubblico percepisce non è certo magrezza ma un profondo senso di malessere e fastidio per queste giovani donne esposte e mercificate in uno stato di evidente sofferenza. Cordialmente, Fabio Martini
Nutrire il pianeta Expo 2015. “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” è il tema conduttore dell’Esposizione universale di Milano attualmente in corso. Un evento che non è solo un’importante kermesse commerciale e mediatica, ma un grande laboratorio in cui ideare un futuro sostenibile per la Terra e tutti i suoi abitanti di Roberto Roveda
D Agorà 4
opo anni di parole, annunci, polemiche e ritardi Expo 2015, la grande Esposizione Universale di Milano, pare ormai saldamente avviata. Il giorno dell’inaugurazione i cantieri del grande spazio espositivo alle porte del capoluogo lombardo erano più o meno completati e dopo quasi due mesi i 145 paesi partecipanti hanno la loro vetrina, uno spazio in cui mettere in mostra i loro prodotti e raccontare le proprie tradizioni gastronomiche e culinarie. Il tema del grande evento milanese è, infatti, il cibo, declinato in tutte le sue infinite variabili culturali e etniche e per questo motivo i padiglioni di Expo assomigliano a una variegata serie di grandi supermercati figli della globalizzazione. Supermercati nelle cui corsie è possibile trovare e testare un po’ di tutto, dal biologico all’entomologico… nel senso che non manchano anche piatti a base di insetti!
Non solo folklore Expo, però, almeno nelle migliori intenzioni, non vuole essere solo gigantismo da kermesse accompagnato da spruzzate di folklore pacchiano. Nasce con un obiettivo “alto”, quello di coinvolgere più “attori” possibili attorno ai temi del cibo e dell’alimentazione, non semplicemente sciorinando un menù planetario ma provando a riflettere e confrontarsi su come trovare soluzioni alle contraddizioni “alimentari” del nostro mondo. Nel momento in cui Expo apre i battenti, infatti, ci sono circa 800 milioni di persone in tutto il mondo che soffrono di denutrizione mentre in altre parti del pianeta si muore per alimentazione scorretta ed eccessiva (sono circa 2,8 milioni ogni anno i decessi per malattie legate a obesità o al sovrappeso). Un bambino su cinque è ancora affetto da rachitismo, mentre annualmente circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate. Vere e proprie schizofrenie e per questa ragione “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, il tema al centro della manifestazione, vuole essere il punto di partenza per ragionare, durante i sei mesi di Expo, su scelte politiche consapevoli, stili di vita sostenibili, educazione alimentare, innovazione e utilizzo di tecnologie all’avanguardia che permettano di individuare un equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse. In estrema sintesi, l’Esposizione vuole essere un momento di incontro culturale ai più alti livelli, un momento di condivisione oltre che di promozione per i vari paesi coin-
volti. Al di là dei padiglioni espositivi, infatti, Expo ospita dibattiti e convegni dedicati all’alimentazione sostenibile, presentando quattro aree tematiche, in cui viene sviluppato il tema dell’evento: il Padiglione Zero, che racconta la storia dell’uomo sulla Terra attraverso il suo rapporto con il cibo, il Future Food District, che spiega come la tecnologia cambierà le modalità di conservazione, distribuzione, acquisto e consumo di cibo. Poi il Children Park, lo spazio in cui bambini imparano a conoscere i temi di Expo Milano 2015 divertendosi, e il Parco della Biodiversità, un grande giardino in cui viene riprodotta la varietà degli ecosistemi che si trovano sul nostro pianeta. Un evento “educativo” Expo si configura quindi anche come esperienza educativa destinata alle generazioni presenti che hanno il dovere di lasciare in eredità alle generazioni future una Terra più vivibile e ricca di risorse. Proprio del valore educativo di Expo parliamo con Cristina Birbes, docente di educazione alla sostenibilità presso l’Università cattolica del Sacro Cuore a Brescia e curatrice del volume Alimentare la vita. Expo 2015 una sfida educativa tra cibo, persona, benessere (Pensa Multimedia, 2013) Dottoressa Birbes, il tema scelto per Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” riveste una forte valenza educativa... Le ragioni sono ben sintetizzate dall’arcivescovo di Milano Angelo Scola, nel suo libro Cosa nutre la vita? Expo 2015: “ciascuna forma di vita ha bisogno di energia. Il nesso vita-alimentazione, a sua volta, incide sullo sviluppo del pianeta. Questa complessa circolarità chiama in causa l’uomo”. Non si potrà custodire il pianeta, alimentarne la vita, se non si assumerà il compito di educare ed educarsi a una rinnovata concezione antropologica, a un’ecologia umana che cammini sullo stesso binario di un’ecologia ambientale. “Nutrire il Pianeta” è un messaggio rivolto a un mondo sempre più interdipendente e globalizzato, un messaggio strettamente congiunto con l’imperativo della formazione umana. Il periodo di crisi attuale, infatti, ci chiede un risveglio della coscienza, impone responsabilità ed energia della speranza e dell’operosità. La via per superare la crisi non passa solo da soluzioni tecniche, ma soprattutto da una predisposizione umana
Uno degli spazi all’interno del padiglione Spagna a Expo 2015 (da italia.cosentinonews.com)
che metta il bene comune prima dei propri interessi. “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” è essenzialmente una questione educativa. Richiede un lungo e difficile cambiamento che investe diversi ambiti del nostro quotidiano. Pianeta, energia e cibo sono a disposizione della generazione presente che con le sue scelte quotidiane lascerà il mondo alle generazioni successive. Ma in che modo Expo 2015 può rappresentare concretamente un’occasione educativa e formativa? È bene ribadire che la finalità principale delle esposizioni universali è proprio quella educativa, come recita anche l’articolo primo della Convenzione che ne regola lo svolgimento: “Una esposizione è una manifestazione che, qualsiasi ne sia il titolo, ha come scopo principale l’educazione del pubblico; può presentare i mezzi a disposizione dell’uomo per soddisfare le esigenze della civilizzazione, oppure dimostrare i progressi conseguiti in uno o più rami delle imprese umane, o mostrare le prospettive per il futuro”. Expo 2015 si pone come sfida educativa per generare futuro, per ridare il giusto valore al cibo, per uno sviluppo umano integrale. La valenza educativa del tema scelto per Expo 2015 è immediatamente percepibile, per esempio, nella metafora stessa del “vivaio”, concept scelto per Padiglione Italia; essa rimanda all’etimologia stessa dell’educazione quale espressione del custodire, allevare, nutrire, coltivare, far crescere: azioni che attraversano i cambiamenti delle società umane e ne promuovono lo sviluppo. Perché è così importante l’educazione anche quando si parla di cibo e alimentazione? Se “educare significa fare futuro”, la qualità dell’avvenire che stiamo preparando dipende dalla qualità e dalla quantità dell’educazione che saremo in grado di offrire. Senza educazione non c’è coscienza del valore autentico della vita e del cibo. Educare appare sempre più difficile, ma resta il modo più alto per continuare a generare e dare la vita. La cura educativa passa anche per l’alimentazione: in primis, educazione ad alimentarsi bene, ma anche a non sprecare. L’attuale paradosso della povertà in un mondo che sta vivendo una prosperità senza precedenti richiede un impegno educativo condiviso, radicato sul valore inalienabile
della dignità umana e della relazionalità che la contraddistingue. La relazione umana con l’ambiente, con il mondo, si struttura anche attraverso il rapporto con il cibo di cui ci si nutre. Il cibo, quale preziosa risorsa e valore dell’educazione per la crescita della persona, aspetto universale e imprescindibile dell’esistenza umana, chiave di accesso all’alterità, può essere nutrimento di relazioni, virtuoso intreccio di tradizioni, identità e culture, ritualità e socialità, contesto reale ed emozionale, fonte di essere e benessere. In che modo l’educazione alimentare ci può aiutare a nutrire il pianeta e a conservarlo? Una corretta educazione alimentare è essenziale per il futuro delle giovani generazioni. Essa coinvolge diverse piste di ricerca e diversi ambiti educativi, dalla famiglia alla scuola, dalla comunità all’impresa, dal singolo cittadino all’intero pianeta. Il mangiare umano è sapere, è conoscere per non sprecare, per acquisire maggiore consapevolezza, per saper scegliere di fronte a una molteplicità di opzioni, per gestire i molteplici spazi di libertà alimentare, per non fermare il risveglio e i ritmi della natura. Abbiamo bisogno di una generazione preparata non solo a leggere, scrivere e far di conto, ma a rispondere alle sfide della vita futura con energia, vigore morale e competenza ecologica. A partire dalla consapevolezza che in un mondo che rischia di avere sempre più fame, “tutto vive l’uno nell’altro, l’uno con l’altro, l’uno per l’altro”, riflettere sulle condizioni e le sfide per un vivere sostenibile si rende necessario quale impegno corale e sinergico, fecondo di relazioni significative per nutrire il pianeta, per una coscienza collettiva e inclusiva fondata sulla condivisione e l’equità, per costruire una comunità educante indispensabile per un’epoca di maggior benessere. Mettiamo la relazione al centro del compito globale di nutrire il pianeta: il cibo per nutrirci di senso, in un impasto creativo di unità e molteplicità, con l’auspicio di contribuire a seminare maggiore consapevolezza per un futuro fertile, da costruire insieme con responsabilità, cura e umiltà, dimensioni del vivere umano che non producono denaro ma influiscono sulla costruzione di un pianeta degno di essere abitato.
Agorà 5
In pieno Travaglio Articoli, libri, conferenze, social, televisione e spettacoli teatrali: il presenzialismo di Marco Travaglio è fuori controllo e la “maschera” ha preso ormai il sopravvento sul giornalista di Eugenio Klueser
Media 6
Che belle le maschere, quelle della Commedia dell’arte, belleria neppure quando considera Beppe Grillo un uomo Balanzone, Stenterello, Arlecchino e Pantalone, quintes- politico e Dario Fo un pensatore. Riesce a essere comunque senza del teatrino del Belpaese. Ogni città ha la sua e ogni originale anche quando i suoi libri sono semplici raccolte tempo ne ha di nuove. Oggi, per esempio, furoreggia tra di atti processuali o di intercettazioni. tante il Marcotravaglio, maschera torinese sempre snob e non di rado scortese. Personaggio leccatino leccatino, il Instancabile lavoratore Marcotravaglio fa intendere lontano un miglio che ama Appunto, i libri… ma quanti ne scrive Marcotravaglio, ma come fa a fare tutto quello che rimirarsi e portare in bella mofa? Ormai son sicuro che buona stra il proprio ego non da poco. parte della disoccupazione itaSempre casual, ma con eleganza, liana sia dovuta ai mille mestieri ogni ricciolo al suo posto (ma del Marcotravaglio. Dirige “Il non chiamatelo vanitoso o pegFatto Quotidiano” nei minuti gio vanesio, vi seppellirà sotto che ogni giorno intercorrono tra un cumulo di editoriali, sotto un commento, un’intervista, un una montagna di documenintervento sul blog, la partecipati in cui sarà provato persino zione a un dibattito. In una sola che avete copiato un compisettimana te lo puoi ritrovare al to di aritmetica a sette anni). fianco di Santoro, della Gruber, Inutile, poi, insistere che non di Floris e poi sul palco del tearicordate, che un certo tempo è tro a far monologhi sul tema a passato: possiede la trascrizione lui tanto caro del “ora vi spiego dell’intercettazione in cui ve ne come va il mondo, dato che da siete vantati con gli amichetti ai soli non ci arrivate”. Per non fargiardinetti. si mancare nulla, ha collaborato Guai soprattutto a contraddire con i Two Fingerz nella canzone il Marcotravaglio, liberale con Marco Travaglio (da wox.it) Vaffancuba e con gli ATPC nel la passione per il dispotismo brano Sangue, almeno così racinformativo, democratico con la tendenza alla dittatura della propria opinione. E mai contano le cronache. Quando vede che c’è un momento togliergli la scena o neppure fargli un poco ombra, perché di quiete allora risponde per le rime a Giuliano Ferrara e a della ribalta e del palcoscenico è bulimico come accade a Daniela Santanchè, quando invece sarebbe puro buon senchi è stato per tanto tempo secchione e un poco nerd e so rendersi contro che personaggi così meriterebbero solo un velo pietoso e l’oblio del tempo. Una volta me lo sono ora si trova al centro dell’attenzione. ritrovato pure al cinema, a fare il medico integerrimo nel Venditore di medicine, film sugli scandali della sanità italica. Gli attributi del Travaglio Ogni tanto mi sforzo di pensare quali siano gli attributi del perfetto Marcotravaglio. Intanto pronunciare più volte al Timidezza da vendere giorno, come in una sorta di mantra, “per bocca mia parla Il bello è che il Marcotravaglio afferma di essere timido e Montanelli” e magari tenere una foto dell’Indro in tasca lo dice dopo aver realizzato ben tre libri-intervista, in cui, come santino. Un Marcotravaglio che si rispetti, infatti, tra l’altro, si definisce con lungimiranza inferiore all’insostiene di aver detto una cosa montanelliana anche quan- dulgenza, un “rompiballe”. Qualche anno fa sosteneva di do ordina un süssmost al bar e poi Montanelli mica può aver prodotto in 28 anni di professione (era il 2011) 15-20 smentire e in assenza di smentita si ha ragione nella logica mila articoli, 150 trasmissioni TV, 2 mila conferenze e 30 “travagliata”. Un Marcotravaglio non è mai qualunquista libri. Un po’ di tregua no? No, mai, anzi il Marcotravaglio neppure quando esprime un’opinione qualunque, non sempre di più mi ricorda quell’altra maschera italiota, il commenta mai le sentenze dei giudici neppure quando le capitan Fracassa meneghino, il Silvioberlusca del quale sta commentando, non è mai in malafede neppure quando Enzo Biagi diceva che, se avesse avuto le tette, avrebbe usa il vetriolo per condire l’insalata. Non dice mai una cor- fatto anche l’annunciatrice.
Poesia sociale in TV Un testo in prosa di Paola Musa è diventato una fiction per la televisione. Ma la vena poetica è sempre presente, in una storia segnata dalla speranza e dalla solidarietà di Marisa Gorza
La storia di Anna è quella di una giovane donna come tante:
con toni diversi, anche qui viene messa in evidenza l’esigenza fragile, insicura e fagocitata dai colpi bassi che la vita le riser- abitativa, anzi il barcone aggiunge un effetto plateale. Avrei però va. Una mattina si sveglia e scopre che il suo cosmo, con le preferito che il titolo rimanesse Condominio occidentale perché sue poche certezze, è crollato: il marito, che con il subdolo evoca fortemente il triste fenomeno. Nel film Anna appartiene ricatto dell’amore l’ha resa del tutto dipendente da lui, è spa- all’agiata borghesia, piuttosto che alla classe medio-bassa e tale rito. Oberato dai debiti e dal fallimento professionale se n’è dettaglio carica al massimo il passaggio dalla ricchezza a una andato lasciando Anna e la loro figlia Aurora in mezzo a una miseria inaccettabile, specialmente dalla piccola Aurora che viene affidata a una famiglia regolare. Il strada. Una storia che racconta film mi è piaciuto, tuttavia penso la tragedia del ritrovarsi soli e che non abbia mostrato fino in senza sostegni morali e materiali fondo lo squallore e i soprusi, proe, soprattutto, senza un tetto babilmente per paura di spaventare sulla testa. Una testimonianza l’audience”. Paura che certo Paola del dramma di chi è emarginato Musa non ha dal momento che e, proprio per la condizione che i suoi versi non sono tesi a un è costretto a vivere, non ha voce. lirismo fine a sé stesso, ma sono Ma anche una storia di coraggio, incursioni al centro della vita. di solidarietà e di rinascita. Forse Non si può non ricordare qui è proprio per questo che il film la raccolta di poesie Ore venti e TV Una casa nel cuore è andato in trenta (Albeggi, 2012), anzi il voonda in prima serata sul primo lume si ricongiunge al romanzo canale RAI lo scorso 6 aprile, cioè proprio attraverso l’asprezza delle a Pasquetta, nel periodo che, per storie narrate con mente lucida credenti e non, esprime nuova e cuore coinvolto. “Sono due testi vita. Un racconto di denuncia collegati, sia pure con differenti ma anche di speranza e dignità, scritture. Entrambi nascono dalla anche affrontando la fame, il Paola Musa (da poetarumsilva.com) stessa riflessione sulla società confreddo, gli incubi e gli abusi. temporanea e, malgrado la data di pubblicazione posticipata, la raccolta di poesie è nata prima, anzi Lungo i margini del mondo A interpretare Anna, a coglierne il sofferto percorso che passa il titolo di questa avrebbe dovuto essere proprio Condominio dall’apatica inconsapevolezza al confronto con la povertà, occidentale. Mi sono riproposta di narrare con autenticità i fatti è Cristiana Capotondi, attrice sensibile e vitale, capace di veri della vita, vissuti da gente vera e credo che i versi riescano a profondi accenti drammatici. “Una Anna perfetta”, ne con- sintetizzare al meglio un’immagine, a farla visualizzare e a traviene anche la poetessa Paola Musa, autrice del romanzo sferire un’emozione. Trascriverli in prosa è stato però abbastanza Condominio occidentale (Salerno, 2008), sua prima opera semplice: avevo già metabolizzato il tutto”. in prosa e dalla quale è stato tratto il TV movie diretto da Andrea Porporati. Rispetto al testo originale della scrittrice, La forza di ricominciare il parcheggio decentrato in cui la protagonista e la figlia È innegabile che il fil rouge che lega i due lavori è quello di dodicenne (una convincente Aurora Giovanazzo) trovano una vena poetica vibrante e inesorabile nel sottolineare le riparo adattandosi a dormire nell’auto, nella fiction diventa ingiustizie. Abbiamo però annunciato un epilogo costruttivo un barcone sulla riva del Tevere. Spazio condiviso da un di Condominio Occidentale/Una casa nel cuore: Anna si ricongruppo di diseredati, capitanati dal carismatico Augusto giunge alla figlia, trova casa, un lavoro e perfino l’amore, (Giorgio Colangeli) e tra i quali si trova anche il silenzioso quello di Francesco (Simone Montedoro), operatore della e generoso Alberto (un Ninetto Davoli sorprendente). Che Onlus che la soccorre. Ma allora Anna si salva con le proprie cosa ne pensa Paola di questa sostituzione di location e della mani o con l’ausilio altrui? “Non è da sola che si salva, ma fiction in generale? “Vedendo il film ho avvertito passione e con l’aiuto di tutti e non solo di Francesco. Nel piccolo gruppo dei onestà da parte di tutto il cast. La trama e i personaggi sono fedeli disperati senza tetto Anna trova conforto, empatia, protezione al testo, ma alcuni aspetti spigolosi sono stati ammorbiditi. Pur e vera amicizia”.
Società 7
Eraclito, l’oscuro
Definito “l’oscuro” dai suoi contemporanei, è stato tramandato come il filosofo del divenire, in contrapposizione a Parmenide di Elea, teorizzatore dell’essere unico, immobile e indivisibile di Francesca Rigotti
Kronos 8
Una delle poche donne musiciste del passato cui sia stato legge di conflitto che genera ingiustizia e disarmonia ma è consentito affermarsi, la veneziana Barbara Strozzi (1619– l’essenza stessa della vita e la sua realizzazione armoniosa. 1677), pubblicò nel 1651 una cantata, L’Eraclito amoroso. Si Così si legge in uno dei frammenti dell’ “oscuro”: “L’opposto tratta di un bellissimo brano che si presta ai virtuosismi concorde e dai discordi bellissima armonia. Congiungimenti della soprano, con accompagnamento di liuto o tiorba. Il sono intero non intero, concorde discorde, armonico disarmonico, titolo, che oggi renderemmo con L’Eraclito innamorato, si e da tutte le cose l’uno e dall’uno tutte le cose” (ivi, p. 194). riferisce alla teoria dell’antico filosofo greco nota come Questo è l’ordine universale del mondo: i contrari hanno una natura complementare “coincidenza degli opposti”. e si definiscono in base al Essa afferma che esiste una loro opposto, nella contrapconnessione occulta tra gli posizione di uno e molteplice opposti, di modo che le cose e nella compenetrazione di che sembrano allontanarsi essere e divenire, governate di fatto si stanno cercando, dal lògos. e sta alla base degli strani contrasti del lamento dell’inTutto dal fuoco namorato nell’aria di Strozzi e tutto nel fuoco (“il duolo è mia delizia / e son In alcuni frammenti Eraclito mie gioie i gemiti... i singulti mostra di aver identificato mi sanano / i sospir mi consoil lògos con l’immagine del lano”). È significativo il fatto fuoco, perennemente mobiche nel secolo di Galilei, il le: “Mutamento scambievole seicento, un titolo così fosse di tutte le cose col fuoco e del comprensibile, almeno alle fuoco con tutte le cose” (ivi, p. Eraclito (da gabriarte55.wordpress.com) persone colte che potevano 251). Tutto dal fuoco e tutto godere di tale raffinata musica, mentre a noi deve essere spiegato. Perché il problema nel fuoco e tutto è fuoco; le cose tutte risultano dal fuoco centrale di Eraclito, come allora si sapeva e noi abbiamo e nel fuoco si dissolvono, “accadono secondo il destino e realizzano la loro armonia mediante il loro mutamento nell’opdimenticato, è quello dei contrari e del divenire. posto” (ivi, p. 180). L’ordine del mondo Eraclito era un filosofo della scuola presocratica – denomi- La sposa di Cadmo nazione molto generale con la quale si intende l’insieme Chi avrà compreso questa legge potrà accendere una fiacdegli autori precedenti Socrate – vissuto tra il VI e il V secolo cola nella notte della sua vita, dice Eraclito, e sarà parte a.C. a Efeso, colonia ionica dell’Asia Minore, sull’attuale della realizzazione dell’armonia. Armonia, termine cencosta occidentale della Turchia. I suoi contemporanei trale del pensiero greco, nome di una figura mitologica, definirono Eraclito “l’oscuro” per lo stile contratto e poco Armonia, nata da Afrodite e da Ares e adottata da Elettra, comprensibile della sua opera, Sulla natura, della quale una delle Pleiadi; Armonia che se ne partì dalle misteriose rimangono diversi frammenti. Eraclito è sempre stato tra- terre dei Cabiri per andare sposa a Cadmo. Alle loro nozze mandato come il filosofo del divenire, e in ciò contrapposto Apollo, dio della musica, suonava la cetra, mentre il carro al suo grande contemporaneo Parmenide, il filosofo dell’im- era trainato da un leone e da un cinghiale, giacché Armomobilità dell’essere. “Tutto diviene”, era il motto di Eraclito, nia significa “mettere insieme l’opposto”. Armonia che “tutto scorre come un fiume”, ma anche “nello stesso fiume non è commessura, collegamento, compagine simmetrica, e è possibile scendere due volte” (da: I presocratici. Testimonianze poi, nel linguaggio musicale, consonanza di toni vocali o e frammenti, a cura di G. Giannantoni, Bari 1981, pp. 182 e strumentali che rendono il suono gradevole. Suoni e voci, 216). Punto centrale del suo pensiero non è però soltanto il idee e sentimenti convergono dunque nell’armonia, come carattere di incessante divenire della natura, ma il principio quella della meravigliosa aria in cui Barbara Strozzi evoca che ne sta alla base: la lotta dei contrari, la quale non è una il nome di Eraclito e il suo principio.
Erotismo islamico
È più eccitante vedere oppure immaginare? Una contrapposizione che la contemporaneità e il consumismo tutto occidentale hanno da tempo archiviato, in nome di un pensiero che al concetto di “desiderio” ha sostituito la parola “mercato” di Marco Alloni
L’espressione “erotismo islamico” potrebbe sembrare un
ossimoro. Anzi, una facile provocazione. Nell’immaginario collettivo l’Islam è infatti immediatamente associato alla morigeratezza, alla restrizione delle libertà sessuali, alla codificazione dei rapporti matrimoniali, a quella che viene chiamata la preservazione del comune senso del pudore. Ma proprio qui si presenta un paradosso: laddove la dimensione sessuale è ritenuta tabù, essa dischiude la sua massima potenzialità erotica.
ha promosso l’idea che consumare equivale a essere felici: consumare nel duplice senso economico e sessuale. Pier Paolo Pasolini l’aveva intuito prima di tutti, e nell’inscenare Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) ci aveva illustrato con perfetta plasticità la desolante coincidenza fra mercificazione anti-erotica e libertarismo a oltranza. Ma anche senza Pasolini l’evidenza è sotto gli occhi di tutti: quando il corpo diventa oggetto di piena disponibilità, esce dalla sfera del desiderio e dell’erotismo ed entra in quella della sua pornografica mercificazione.
Il consumo e la felicità Il libertinismo del seicento francese In difesa dell’erotismo nasce e si alimenta all’interno di Filosoficamente parlando si potrebtale paradosso. E il capolavoro Le be dire che il tempo del consumirelazione pericolose (1782) di Laclos smo-capitalismo è il tempo della è forse la massima espressione della distruzione del limite, del trionsua logica. Ovunque si dia tabù, fo del principio dell’illimitatezza. là si annida l’erotismo. Ovunque Di quell’abbandono della “giusta al tabù si avvicendi la piena dimisura” (kàta metròn) sancita da sinvoltura sessuale, là si affaccia Aristotele che, oltre a pregiudicare quella paradossale contraddizione molti aspetti della vita economica, dell’erotismo che è la pornografia. compromette alla radice le dinaLaclos lo dice in maniera definitimiche stesse dell’erotismo. Senza va: se si vuole giocare con la libido, limite non si dà desiderio, oltrecon la seduzione, è necessario che passamento del dato: ci si trova in La copertina de Le mille e una notte. vi sia resistenza, pudore, riservatezLe più belle storie (Garzanti, 2013) quella terra cupa in cui l’orizzonte za, rifiuto. È necessario che entri non si dischiude più come possibiin gioco il tabù. Involontariamente – come spesso accade alle religioni – l’Islam ha tratto lità ma si profila come inesorabilità. Il famoso “Sabato del lezione da questo principio e oggi si trova a essere la sola villaggio” di Giacomo Leopardi cede il passo a una dometerra residuale in cui il binomio tabù-erotismo è ancora nica illimite senza più concessioni al pensiero desiderante. preservato dal declinare nella diade libertà-pornografia. Il mondo islamico questo tranello del libertarismo a olUnica terra culturale, insomma, in cui la censura fa il gioco tranza l’ha involontariamente compreso. E oggi possiamo dire che è forse l’ultimo baluardo contro la dissoluzione della perversione. Eppure anche noi dovremmo avere memoria di quanto la dell’erotismo e la sua conversione in pornografia. Imponenlimitazione sessuale sia garanzia di una maggiore carica ero- do abiti morigerati e comportamenti consoni al pubblico tica nei rapporti interpersonali. Fino a qualche decennio fa senso del pudore, facendo della sessualità un tabù e della la pornografia non era ancora dilagata, ed estorcere un bacio disinvoltura sessuale un peccato, le conserva nella terra pura a una ragazza era ragione di profondo turbamento. Prova della loro desiderabilità e carica erotica. Tra le sue misconoche laddove si opera nel segno della censura si difende quel sciute lezioni va dunque tenuta presente anche questa: nel sacro territorio dell’animo umano che è la sua inclinazione difendere una cultura della giusta misura, del giusto limite, alla violazione. O, per dirlo in altre parole, che laddove si l’Islam difende suo malgrado il tanto vituperato erotismo. E ve lo può confermare chi in terra islamica vive da anni, preserva il codice si promuove il piacere di oltraggiarlo. La società dei consumi, il cosiddetto mondo consumistico- quotidianamente erotizzato dalla sua censura e mai nostalcapitalistico, questo assioma l’ha rimosso completamente. gico di quel libertarismo sfrenato che ha relegato l’erotismo E senza accorgersi del sacrilegio di cui si è reso responsabile, nelle buie stanze della pornografia.
Levante 9
H
o imparato presto a cavarmela: a diciassette anni avevo perso mamma e papà e ho scelto di vivere da sola. Avevo degli zii vicino ma ero indipendente. Volevo studiare medicina, volevo fare stare meglio le persone ma, nella mia condizione era importante lavorare presto e allora, dopo il liceo, ho fatto una formazione triennale a Zurigo, per insegnare inglese e tedesco, la lingua di mia madre. A 23 anni, nel 1983, già insegnavo tedesco in una scuola superiore a Chiasso. Fin dal primo giorno mi sono appassionata completamente a questo lavoro. Dopo otto anni mi sono trasferita a Lucerna per il lavoro di mio marito. In quella città è nata mia figlia e lavoravo facendo traduzioni e insegnando. La vita a Lucerna non mi piaceva, e allora nel 1992 sono tornata in Ticino, per insegnare tedesco in una neonata scuola privata. Ci sono rimasta fino a quest’anno raccogliendo insegnamenti e belle esperienze. Dal prossimo anno scolastico lavorerò invece solo nella scuola pubblica, perché per me era venuto il momento di cambiare. Non amo la routine e anche nella scuola privata, dopo aver insegnato per tanti anni tedesco, avevo colto l’opportunità di insegnare un’altra lingua che amo molto, l’inglese. Mi piace lasciarmi provocare da stimoli nuovi. Insomma, la mia vita è piuttosto regolare: gli studi, i figli – ho anche un maschio – il lavoro. Però… c’è un però, perché ho sempre coltivato due aspetti della mia esistenza. Quello più convenzionale ed “esteriore” e quello che riguarda la mia interiorità. Ho sempre sentito la necessità di dare forma al mio vissuto, di portare alla luce ciò che abita nel profondo del mio io. Sin da giovanissima sentivo una forte spinta interiore che mi incoraggiava ad andare avanti anche nelle difficoltà. E poi c’erano i timori e le insicurezze date dalla mia storia. L’inquietudine e l’insoddisfazione che mi hanno caratterizzata per gran parte della mia vita mi hanno fatto incontrare la via dell’espressività dove finalmente, facendo parlare il corpo, principalmente attraverso la danza, ho trovato il modo di comunicare con me stessa e con gli altri in modo più efficace che con le parole. Ho scelto quindi dei percorsi di formazione in danza terapia che coinvolgessero la musica – che amo molto – e il movimento spontaneo del corpo.
La mia prima esperienza creativa connessa con il mio mondo interiore era stata, però, la partecipazione a un laboratorio teatrale a orientamento parecchio introspettivo. Quello che emergeva era però talmente intenso che non mi sono sentita di continuare, ma ha lasciato un segno dentro di me molto profondo che ho continuato a coltivare negli anni. Sono tornata al teatro in tempi recenti con grande passione, scoprendo come spesso ci costruiamo un’immagine fasulla di noi che il teatro è in grado di smascherare. Dentro ognuno di noi, infatti, c’è un universo sconosciuto tutto da scoprire e attraverso questo lavoro su di me è venuto un poco a galla. Ho iniziato a recuperare la memoria, mia e della mia famiglia, lavorando per esempio su vecchi filmati che faceva mio papà quando ero bambina. Ecco, il recupero della memoria mi emoziona molto, potrei vivere di queste cose, del portar fuori tutto lo “sconosciuto” che è in me. Ho continuato a ricercare strumenti che mi potessero svelare quello che è profondamente vero in me. Volevo trovare un metodo strutturato, che proponesse una via diretta e precisa verso il mondo dell’inconscio. Ho conosciuto così il metodo chiamato “The Journey”, un vero e proprio viaggio personale dentro se stessi guidati da una persona esperta che però non influisce sulle scelte che si prendono nelle varie tappe, sui temi che vengono man mano affrontati che invece emergono liberamente dal cuore della persona che compie il viaggio. Ho deciso allora di diventare a mia volta una professionista Journey, non terapista, ci tengo a dirlo. Il viaggio parte dal presupposto che ogni persona ha dentro di sé tutte le risorse e io, come professionista, sono al suo servizio, fornisco una sorta di mappa per trovarle. È una esperienza meravigliosa partecipare al viaggio di una altra persona, alla fine sono sempre onorata, grata e anch’io rigenerata. In generale sono più serena oggi, in sintonia con ciò che mi circonda, molto meno esigente. Sento che voglio amare sempre di più la semplicità e vivere circondata da persone care, facendo anche cose comuni.
MANUELA CANOVA
Vitae 10
Un lavoro come insegnante di lingue, la famiglia e i figli. E poi il crescente desiderio di coltivare e conoscere più a fondo la propria interiorità. Così sono nati gli interessi per la danza terapia e il teatro
testimonianza raccolta da Roberto Roveda fotografia di ©Flavia Leuenberger
VA R E S E
Palazzo Estense
di ???; fotografie Š???
di Eugenio Klueser; fotografie ŠReza Khatir
Un imponente e armonioso edificio neoclassico che pare dipinto a pastello rosa e bianco. Uno dei più bei giardini creati dalla fantasia del settecento italiano. Un senso di quiete e serena compostezza che rasserena l’animo. Tutto questo è Palazzo Estense, la Schönbrunn d’Italia
in apertura L’aquila imperiale domina sul corpo centrale dell’edificio del Palazzo Estense a sinistra Un momento di riposo all’interno del parco
Il cuore della “città-giardino” Le città sono spesso assediate dall’asfalto delle strade e dal cemento dei palazzi. Varese, invece, almeno nelle sue zone centrali, pare un immenso giardino a cielo aperto, un giardino punteggiato di piazze, antichi edifici e monumenti. La città ha il respiro di una “piccola Versailles” come la definì Stendhal che vi soggiornò spesso durante i suoi viaggi in Italia e che era affascinato dai parchi urbani, dalle ville e
dalle dimore nobiliari. Luoghi dove già nel settecento si andava a far villeggiatura, per sfuggire alla calura di Milano e della pianura lombarda. “Visione Magnifica! Credetemi si può percorrere tutta la Francia e la Germania, ma non si potranno mai provare simili sensazioni”, scriveva di Varese ai primi dell’ottocento il grande scrittore francese, forse in un eccesso di entusiasmo romantico. Un entusiasmo che si accendeva, ci racconta- (...)
no le cronache, in particolare per il grande palazzo con giardino all’italiana che ancora abbellisce – e di molto – il cuore della città lombarda: il Palazzo Estense. Lo sentiva, Stendhal, luogo di bellezza e di serena compostezza, di quieto rifugio dallo scorrere degli eventi e del tempo. Una meraviglia aristocratica, nata per isolarsi dal mondo e messa a disposizione di pochi eletti. La Schönbrunn italiana Così l’aveva voluta Francesco III d’Este, duca di Modena, governatore di Lombardia e signore di Varese per volere dell’imperatrice d’Austria, Maria Teresa. Il duca visitava spesso le terre sottoposte al suo governo e amava villeggiare tra i colli e i laghi del varesotto. Volle allora crearsi, in
Il Salone Estense riccamente affrescato
“Venere e Cupido”, dipinto di Giovan Battista Ronchelli (1715–1788)
Stucchi e decorazioni all’interno di una delle scale di accesso ai piani superiori
Veduta del parco e del palazzo. Sullo sfondo, la città di Varese
pieno centro città, la sua corte estiva, acquistando un’antica villa signorile, per trasformarla nella sua Schönbrunn personale. Incaricò dei lavori uno dei grandi architetti dell’epoca, Giuseppe Bianchi, che prese appunto a modello la dimora di vacanza degli Asburgo alle porte di Vienna e tra il 1766 e il 1771 poté ampliare la grande casa a suo piacimento, aggiungendo due ampie ali alla pianta a “U” dell’edificio originario. Il complesso assunse così un profilo monumentale, nella sua compostezza neoclassica, anche se mantenne un aspetto più austero e anonimo nella facciata rivolta all’esterno, sull’attuale via Sacco, quasi a eludere sguardi indiscreti e non degni. Ancora oggi, solo dopo aver superato il grande ingresso, l’atmosfera cambia, diventa quella sontuosa del grande Salone Estense, il salone d’onore, dove Francesco III riceveva e offriva feste e dove ai nostri giorni, invece, si riunisce il consiglio comunale di Varese. Qui spiccano gli affreschi, gli stucchi, i lampadari di cristallo e i caminetti policromi e in alto, sopra la scalinata d’onore, l’aquila ducale che domina con cipiglio minaccioso. Negli interni prevalgono le cromie rosate e i bianchi, un gusto un po’ da bomboniera del “tempo che fu” ripetuto anche all’esterno, nella facciata nobile, quella rivolta sul giardino e lontana, così era un tempo, dagli occhi della volgar plebe. Anche qui un’aquila osserva dall’alto, appollaiata su una meridiana, quasi a ricordarci che la signoria del duca non governava solo su quello spazio, ma anche sul tempo.
Il giardino, una meraviglia per tutti Un dominio antico che con il trascorrere degli anni è tramontato fino a scalzare duchi e affini per far posto ai comuni cittadini. Sono loro, sin dal 1882, i veri signori del palazzo e soprattutto del bellissimo giardino settecentesco che si estende davanti alla villa, quasi abbracciato dalle ali dell’edificio. Fulcro ideale di questo Eden lombardo è l’imponente fontana situata nel piazzale davanti al palazzo, luogo da cui il giardino si sviluppa tra vialetti, saliscendi, sentieri, aiuole e piccoli terrazzamenti fatti apposta per abbandonarsi con lo sguardo. Si cammina, e non per poco tempo all’interno di questo spazio verde e variopinto dai fiori fino a raggiungere la cima di una collinetta dalla quale si gode la vista di tutta la città di Varese. Tra questi sentieri e declivi era solito passeggiare Francesco III con il suo seguito oppure si recava a caccia nel fitto boschetto del parco, acquattandosi armato in un serraglio del quale restano ancora i resti. Oggi i riti nobili non si ripetono più e tace – meno male! – anche la doppietta ducale. Sulle panchine si sonnecchia godendosi il sole oppure torme di bambini corrono a rotta di collo tra gli alberi secolari, tra i castagni, le querce, gli imponenti cedri del Libano che paiono osservare tutto ciò che li circonda con distacco. Un distacco squisitamente aristocratico quale nessun duca, principe o sovrano ha mai potuto sfoggiare. per saperne di più: varesecittagiardino.it
ascona. ore 24.00
otto keller, ex culturista, un uomo molto pesante da buttare giù... se non si tratta di suicidio, il killer non può avere agito da solo
Testi: Massimo Rosi | Disegni: Francesco Della Santa Proprio come pensavo.
Qui non si parla di più un singolo evento, o di un assassino, ma bensì di una qualche strana setta.
Voglio vedere il corpo del marito.
di schiarire le idee
Ho bisogno di fare una pausa.
Mi dirigo verso la biblioteca di Locarno e sicuramente scoprirò qualcosa di di utile
Episodio 4 : LA FAMA SCIVOLA SUL PAVIMENTO parte seconda
Forse ci siamo.
Il termine "Buddismo" abbraccia una grande varietà di forme di pratica religiosa. Tutte, però, hanno come fonte di ispirazione Siddartha Gotama, che visse e insegnò nell'India del nord circa 2500 anni fa e che storicamente divenne noto con l'appellativo di Budda, ossia il Risvegliato, un uomo che ha conseguito una profonda saggezza grazie ai propri sforzi.
La pesca. La fortuna. Le arti. La popolarità. La guerra. La longevità
La giovialità...
Sette è il numero buddista della completezza e sette sono gli Dei della felicità del Buddismo e dello Shintoismo.
Non capisco... Che c'entra il Buddismo con questi omicidi, qui stiamo parlando di virtù, non si parla di niente di negativo.
continua...
Tendenze
Piscina sì, MA BIO!
Tendenze p. 41 | di Francesca Ajmar
La progettazione e la realizzazione di piscine naturali senza l'uso del cloro, soprattutto in ambito privato, si sta diffondendo. E cominciano a comparire anche i primi esempi pubblici, a dimostrazione che si sta aprendo una nuova era anche in quest'ambito, ancora troppo inquinante e costoso
L
e piscine naturali, dette anche ecologiche, biologiche, biopiscine o laghetti balneabili, si stanno diffondendo soprattutto in Germania, Austria, Svizzera e Francia, ma anche in Italia ne troviamo diverse, e in Inghilterra. Il mese scorso, per esempio, è stata inaugurata la prima piscina pubblica di questo tipo, vicino alla centralissima stazione di King’s Kross, a Londra. In realtà si tratta di un’opera d’arte, “Of Soil and Water”, ideata dall’artista-architetto sloveno Marjetica Potrc e dai designer olandesi dello studio Ooze. Lunga 40 metri e larga 10, con profondità crescente, la piscina è in grado di accogliere fino a 100 bagnanti al giorno, per dare la possibilità all’acqua di rigenerarsi. Il suo sistema di depurazione si basa sulla fitodepurazione: una serie di piante acquatiche, accuratamente selezionate, puliscono costantemente l’acqua, evitando così l’utilizzo di additivi chimici. Niente più cloro, quindi, ma solo piante, che fungeranno anche da nuovo habitat per la fauna locale, e filtri capaci di eliminare le scorie organiche, trasformandole in elementi minerali, assimilabili dai vegetali. In questo modo è possibile utilizzare in un secondo tempo la stessa acqua della piscina per irrigare il terreno circostante, attività che col sistema tradizionale del cloro disciolto non è assolutamente possibile. Un nuovo concetto L’aspetto della piscina bio la avvicina molto a un luogo completamente naturale, una sorta di laboratorio vivente in cui convivono acqua, terra, microrganismi ed esseri umani, in un microsistema autosufficiente. L’acqua in cui
nuotare e rilassarsi è completamente cristallina, capace di superare ogni test di balneabilità: un’acqua naturale, in cui ci si può immergere a occhi aperti, come in un limpido specchio d’acqua dolce, ideale anche per le persone facilmente soggette a irritazioni cutanee provocate dal cloro o da agenti disinfettanti. Forse questo è uno degli aspetti più affascinanti della fitodepurazione: la possibilità di sguazzare in un ambiente che si inserisce perfettamente in un contesto naturale. Costi inferiori Un altro vantaggio indiscutibile rispetto a una piscina tradizionale riguarda i costi di realizzazione e di manutenzione, che risultano nettamente inferiori. La manutenzione è minima: mantenendo il livello dell’acqua costante, occorre solo pulire il fondo e potare le piante una volta all’anno. In inverno, quando la vasca tradizionale, vuota, presenta un aspetto dismesso, la piscina naturale rimane sempre incantata, con la vegetazione che muta i colori al variare delle stagioni, e con l’acqua costantemente pulita. La speranza è che le piscine naturali possano avere sempre più successo, anche in ambito pubblico. Per chi fosse particolarmente interessato, in rete è facile trovare aziende che gratuitamente eseguono preventivi e analisi per il posizionamento corretto sul terreno. Senza dimenticare che una simile scelta darà soddisfazione anche a distanza di tempo, rendendo ancora più suggestivo uno spazio verde non necessariamente ampio, ma semplicemente ben progettato e ben integrato all’ambiente.
La domanda della settimana
Soprattutto nei mesi estivi, fate un regolare controllo della pressione del sangue?
Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro giovedì 16 luglio. I risultati appariranno sul numero 30 di Ticinosette.
Al quesito “Ritenete che piscine e bagni pubblici in Ticino siano sufficientemente puliti?” avete risposto:
SI
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NO
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Svaghi 42
Astri ariete Momento positivo per la vita affettiva. Opportunità professionali. I nati nella seconda decade devono evitare di invischiarsi in polemiche familiari.
toro Se volete ottenere quello che desiderate dovete tagliare i rami secchi della vostra vita. Emotività disturbata tra il 17 e il 18 a causa della Luna.
gemelli L’estate vi rende più belli. Sfruttate il vostro carisma per compiere qualcosa di importante. Seducenti con uno sguardo. Bi-polari tra il 12 e il 13.
cancro Mercurio e Marte in congiunzione, Urano e Plutone disarmonici. Momento dinamico. Agite secondo una scala precisa delle vostre priorità.
leone Determinati nel risolvere una volta per tutte una vecchia questione familiare Un nuovo amore per i nati in agosto. Novità e incontri sociali tra il 12 e il 13.
vergine Opportunità professionali all’interno di una équipe. Mercurio favorisce la lucidità mentale per i nati nella seconda decade. Bene tra il 14 e il 16 luglio.
bilancia Particolarmente solari, gioiosi e affascinanti. Unioni con il segno del Leone, o con un segno di fuoco. Stanchezza e maggior riposo tra il 14 e il 16.
scorpione Comportatevi in linea con quello che più vi viene dal cuore. Cambiamenti. Scegliete senza guardare al passato. Decisive le giornate tra il 17 e il 18.
sagittario Se avete un progetto da concludere o un’iniziativa da portare avanti non temporeggiate questo è il momento. Colpo di fulmine. Bene tra il 17 e il 18.
capricorno Poche parole, molti fatti. Ricordate che grazie al transito di Plutone la soluzione la dovete cercare in voi stessi. Maggior riposo tra il 14 e il 16 luglio.
acquario Cambiamenti per quanto riguarda l’attività professionale. Ristrutturazioni e traslochi per i nati nella terza decade. Liberatevi degli ingombri inutili.
pesci Tra il 14 e il 16 la Luna e Mercurio formeranno un magnifico trigono. Momento creativo. Un incontro professionale decisivo tra il 17 e il 18 luglio.
Gioca e vinci con Ticinosette 1
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Soluzioni n. 26 La soluzione del Concorso apparso il 26 giugno è: LUCCIOLA Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta sono stati sorteggiati:
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Orizzontali 1. Réclame • 9. Cantone svizzero • 10. Il porto dal quale salpò Colombo • 11. Un raggio del chirurgo • 14. Vi sosta la carovana • 15. Antica città dell’isola di Creta • 17. Cattiva • 18. Atomo • 19. Sport invernale • 21. Sminuzzati • 23. Mezza riga • 24. Creano vortici • 26. Vezzo nervoso • 27. Avverbio di luogo • 28. È spesso desolata • 30. Il motiv che si ripete • 32. Diverbi • 33. Agronomia, altrimenti detta • 35. Credito Svizzero • 37. Preposizione semplice • 38. Pedina coronata • 39. L’amico di Cip • 41. Somarelli • 43. La dolce metà della moglie • 45. Uno detto a Zurigo • 46. Gigari • 47. E così sia… • 48. Briglie • 50. Italia, Spagna e Svezia • 52. Risultato • 53. Li solcano le navi. Verticali 1. Uccello artico dal becco multicolore • 2. Un pianeta • 3. Li cacciavano gli indiani • 4. Pari in vispo • 5. Pari in scialo • 6. Felici, allegri • 7. Lo scenografo di “Bellissima” • 8. Orientale (f) • 12. Allenarsi • 13. Radio Svizzera • 16. Alberghi per la gioventù • 20. Concorso Internazionale • 22. Italia e Ungheria • 23. Buffi, comici • 25. Città del Belgio • 26. La sigla del Tritolo • 29. Fu re di Salamina • 31. Mira al centro! • 34. Mino, cantante • 36. Pungenti • 40. Nome di donna • 41. Rinsecchiti • 42. Sono propri o comuni • 44. Il dio greco della guerra • 49. Istituto Tecnico • 51. Articolo romanesco.
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La soluzione verrà pubblicata sul numero 30
Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90) entro giovedì 16 luglio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 14 luglio a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!
Marcello Bernardi (Bellinzona) Barnadette Omassoli (Gravesano) Ai vincitori facciamo i nostri complimenti!
Questa settimana ci sono in palio 100.– franchi in contanti!
Svaghi 43
Test svizzero dell’udito. Partecipate alla grande campagna di controllo dell’udito.
dei nostri clienti è ancora in grado di sentirci bene, ma non di capire tutto. Forse anche per voi è così. Venite a scoprirlo. Cogliete questa occasione e sottoponetevi al grande test svizzero dell’udito. «Perdita di comprensione» anziché perdita dell’udito? Una parte delle persone con problemi di udito percepisce normalmente suoni e voci, ma non è più in grado di distinguerli in modo chiaro e distinto. Ciò accade in particolare in situazioni acusticamente disagevoli e in ambienti rumorosi, come ad esempio in un ristorante. Questa condizione viene definita «perdita di comprensione» e si riscontra nell’85% dei casi di indebolimento dell’udito. Amplifon si è prefissa l’obiettivo di ridurre significativamente l’incidenza di questo problema in Svizzera, perché i moderni apparecchi acustici permettono di compensare efficacemente questo tipo di perdita uditiva. In tal modo potrete tornare a gioire degli aspetti più belli della vita anziché innervosirvi per ciò che
non avete capito bene. Per questo Amplifon lancia il grande test svizzero dell’udito. Tutti gli svizzeri che di tanto in tanto hanno difficoltà a distinguere bene il parlato possono così sottoporsi a un test gratuito dell’udito. Qualora il test dovesse evidenziare un’effettiva perdita di udito, potrete provare gratuitamente e senza impegno i più moderni apparecchi acustici per 4 settimane. E se in seguito ci illustrerete la vostra esperienza compilando un questionario, riceverete un premio di CHF 50.–* come ringraziamento per la vostra partecipazione al test svizzero dell’udito.
Capire meglio migliora la qualità della vita. Anche il nostro secondo studio nazionale sull’udito ha confermato quanto sia importante sentirci bene per la qualità della vita. Per 4 settimane, circa 700 persone dell’intera Svizzera hanno provato i più moderni apparecchi acustici raccontandoci poi la loro esperienza. Oltre l’80% di loro è riuscito a seguire con più facilità le normali conversazioni di ogni giorno. E i benefici di una migliore capacità uditiva sono emersi anche nella vita professionale, dato che oltre due terzi degli intervistati hanno dichiarato di partecipare più attivamente alle discussioni durante le riunioni. Oltre la metà dei soggetti ha inoltre confermato che con la nuova soluzione uditiva riesce a godersi di più le occasioni di socializzazione. E questo sebbene prima del test oltre il 50% di loro rite* Solo per i primi 500 partecipanti che saranno ammessi alla prova degli nesse di non avere bisogno apparecchi acustici e compileranno in seguito un breve questionario. di apparecchi acustici. Le iscrizioni sono aperte fino al 17 luglio 2015.
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grat iù provamane dei pcchi i 4 sett rni appare o di e i d mo e prem i c i t s ac u
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Prova gratuita delle ultime novità e premio di CHF 50.–*. 1. Concordate entro il 17 luglio 2015 un appuntamento per una consulenza personalizzata e venite a trovarci in uno dei circa 80 centri specializzati Amplifon. 2. Partecipate al grande test svizzero dell’udito e sottoponetevi a un’analisi completamente gratuita eseguita da professionisti in un centro specializzato Amplifon. 3. Provate gratuitamente e senza impegno per 4 settimane i nostri nuovissimi apparecchi acustici.
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Iscrivetevi oggi stesso al test svizzero dell’udito.
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Concordate sin d’ora un appuntamento – per posta utilizzando il coupon allegato, chiamando gratuitamente il servizio clienti al numero gratuito 0800 800 881 o visitando il sito: www.testudito-svizzero.ch
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REPORTAGE PUBBLICITARIO
Vi basterà compilare il coupon e inviarlo ad Amplifon SA, casella postale 306, 8706 Meilen. Potete iscrivervi telefonicamente chiamando il servizio clienti al numero gratuito 0800 800 881, sul sito www.testudito-svizzero.ch o direttamente nel vostro centro specializzato Amplifon. Le iscrizioni sono aperte fino al 17 luglio 2015. Nome
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