Ticino7

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Corriere del Ticino · laRegioneTicino · Tessiner Zeitung · chf 3.–

№ 29 del 17 luglio 2015 · con Teleradio dal 19 al 25 lug.

NOLEGGI O TRAPPOLE? Il noleggio di vetture nei luoghi di vacanza talvolta riserva amare sorprese. Qualche consiglio per tutelarsi ed evitare le truffe


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Ticinosette allegato settimanale N° 29 del 17.07.2015

Impressum Tiratura controllata 67’470 copie

Chiusura redazionale Venerdì 10 luglio

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

4 Arti Villa Olmo. La città del novecento DI STEFANIA BRICCOLA ....................................... 7 Mundus Mobilità. Negli immediati dintorni DI FRANCESCA RIGOTTI .............................. 8 Vitae Alberto Tomamichel DI DEMIS QUADRI............................................................. 10 Reportage Heleneum. In cerca di identità DI E. BACCHETTA; FOTO DI S. MENGANI ........ 35 Fumetto L’ispettore Leoni DI MASSIMO ROSI & FRANCESCO DELLA SANTA........................ 40 Concorso Il sogno DI FRANK MARCACCI...................................................................... 41 Svaghi .................................................................................................................... 42 Agorà Rent a car. La trappola del noleggio

DI

NICOLETTA BARAZZONI ............................

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticinosette è su Facebook

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In copertina

Il furbetto e il contratto Illustrazione ©Bruno Machado

Memoria corta Le ragioni che subito dopo la fine della se- leva sulle incapacità, le inefficienze e le conda guerra mondiale spinsero un gruppo disgrazie altrui. Paesi come Germania e di uomini illuminati e saggi a dar vita a quel- Francia, hanno approfittato della situazione lo che sarebbe stato il primo seme dell’at- greca per mettere in atto lucrose attività tuale Unione Europea, affondavano le radici speculative che hanno ulteriormente indenell’immane tragedia di una guerra senza bolito il già malmesso paese mediterraneo. precedenti, una guerra che aveva coinvolto E non sono certo bastati i prestiti giunti l’intero pianeta e le cui vittime si contavano dall’Europa a risollevarne le sorti: quel mare in decine e decine di milioni e il cui germe di danaro non è infatti servito a risanare il era scaturito in primis dalla volontà di do- debito greco ma solo a pagare gli interessi minio e potenza della Germania nazista. alle banche tedesche, francesi e in parte Con la firma del Trattato che istituiva l’U- anche italiane. I pensionati e i cittadini nione Europea Occidentale, nel marzo del greci di quei 250 miliardi di euro non hanno 1948, iniziava un percorso complesso che visto neanche l’ombra. E due settimane fa portava alla nascita della UE e all’introdu- hanno ovviamente votato “no”, a ribadire zione, nel 2002, della moneta unica, l’euro. che un’Europa del genere non ha né senso, Sembrava quasi fatta, ma come come abbia- né futuro. Cordialmente, Fabio Martini mo già scritto in passato su queste pagine, l’edificio europeo è stato eretto su fondamenta fragilissime. La supremazia dei poteri finanziari ed economici sulle ragioni della politica e del buon senso, la fretta di allargare l’Unione a paesi troppo deboli e poco uniformi sul piano economico, politico e istituzionale, la scarsa volontà da parte degli stati più forti – Inghilterra, Francia e Germania – di rinunciare a parte delle proprie prerogative a favore di un’istituzione sovranazionale e federale, l’affermarsi dei movimenti populisti e xenofobi, hanno condotto a un’impasse gravissima del progetto europeo che, con la situazione della o prossim Grecia e il recente esito del rel i e t e rd ferendum, sta attraversando un Non pe i Ticinosette! d rali momento di estrema incertezza. i gene t numero n e ne m Negli ultimi anni la crisi econobona ’edizio l b l a a 3 i r o i lie no mica ha offerto il destro, all’inIn pal giorna l film Locar i t t e i l terno della UE, agli egoismi e al l de e 4 big estiva F l desiderio di creare profitti facendo e d 5

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La trappola del noleggio Rent a car. Immettendo nel motore di ricerca la parola “autonoleggio” ecco apparire al primo posto rentalcars.com1, società che si è accaparrata una posizione dominante nella rete. Un’esperienza personale e alcuni consigli su come orientarsi nel mercato degli autonoleggi, evitando imbrogli e scorrettezze... di Nicoletta Barazzoni; illustrazione ©Bruno Machado

L’ Agorà 4

idea di partenza, da utenti/consumatori, è stata quella di analizzare e verificare le modalità e i problemi relativi alla prenotazione online di autovetture a noleggio. Sembra tutto facilissimo: senza passare da nessun intermediario, come può essere un tour operator, è sufficiente cliccare prenota ora oppure richiedere telefonicamente la prenotazione dell’auto e secondo i dettami della società commerciale hai già praticamente stipulato il contratto con l’autonoleggio, le cui regole contrattuali spesso si trasformano in tegole1. In realtà, la procedura è stata piuttosto laboriosa. Per esempio, se una volta stipulato il contatto via online ci si accorge che le date stabilite per la consegna dell’auto non sono giuste, e si cerca quindi di contattare i responsabili, iniziano le peripezie. Alla voce contattaci si apre una finestra in cui immettere i dati e il motivo per cui li abbiamo contattati. I responsabili chiamano da Londra, da un call center, per dire che quell’auto appena riservata non è più a disposizione oppure ci avvisano che l’auto che avevamo riservato non è stata confermata e quindi (loro) possono cambiare i giorni della prenotazione e le relative tasse. Malgrado il nostro disappunto le condizioni sono queste. Punto e basta.

Primo impatto Una volta giunti a destinazione, se tutto va bene e si arriva in orario, ci si rivolge, in sede aereoportuale, al banco dell’agenzia che si occupa dell’autonoleggio. Non di rado si deve affrontare una coda di persone in attesa da ore. Se poi si arriva al banco prenotazione intorno all’orario di chiusura (verso le 23.00) o se l’aereo è in ritardo si è costretti a tornare il giorno successivo2. Sempre se la fortuna è dalla nostra, si riesce a trovare un taxi libero per raggiungere il luogo di villeggiatura ma se la località dista ore di tragitto l’alternativa del taxi si rivela improponibile. Al banco della Sicily By Car, che trattava la consegna dell’auto a noi destinata, non abbiamo avuto nessun potere contrattuale. Si può però decidere se acquistare le coperture addizionali per

ridurre la franchigia, oppure coprire le esclusioni previste dalla limitazione della responsabilità per danni come i pneumatici e il parabrezza, o lo specchietto retrovisore che spesso sono le parti della vettura maggiormente a rischio. Le strade della Sardegna, per esempio, hanno ai lati molti cespugli secchi che possono rigare la carrozzeria. Per evitare spiacevoli sorprese è consigliabile scattare le foto dei danni presenti sull’auto alla consegna del veicolo anche se ci sono degli appositi documenti da firmare. Rentalcars precisa che “nel caso in cui acquistassi la copertura di Sicily By Car, il relativo contratto coinvolgerà te e Sicily By Car. In questo caso rentalcars.com non sarà assolutamente coinvolto e quindi (attenzione!, nda) non sarà in grado di assisterti nel caso in cui non fossi soddisfatto dei costi della loro copertura, o del livello di protezione che essa offre”. Questo significa che, in caso di controversie, a loro non compete se sei impantanato nei problemi al banco dell’agenzia e hai di fronte dei responsabili inamovibili. Rentalcars, depista al solito contratto in cui è scritto che è possibile ritirare il veicolo fuori orario tuttavia… Grandi marche o grandi fregature? Hertz, Europcar, Enterprise, Budget, National, Sixt, Alamo sono i colossi presenti nel mercato dell’autonoleggio con cui di solito si stipulano i contratti ma che non di rado demandano le procedure di consegna a delle agenzie private. Nel nostro caso la consegna dell’auto era gestita dalla Sicily By Car che in Italia è stata denunciata dall’antitrust. La pratica commerciale scorretta, pubblicata nel novembre del 2014, nel bollettino dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato3 (AGCOM) ha raccolto una serie di reclami forniti da molti consumatori, che hanno denunciato scorrettezze di vario genere. Le valutazioni conclusive della AGCOM recitano: “Le risultanze del procedimento confermano pertanto l’esistenza della pratica scorretta ipotizzata in avvio, ovvero la predisposizione di una procedura volta a generare un numero elevato di pratiche funzionali ad


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addebitare ai consumatori importi rilevanti per i danni lievi arrecati alle vetture noleggiate, caratterizzate da un’ingiustificata quantificazione dei danni, condotta che si traduce in un prelievo ingiustificato ai loro danni e in significativi ricavi per il professionista. Pertanto, la pratica oggetto di contestazione risulta, per le ragioni e nei limiti esposti, scorretta e, in particolare, aggressiva, in violazione degli artt. 20, comma 2, 24 e 25 del Codice del Consumo, in quanto contraria alla diligenza professionale e idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico dei consumatori interessati nonché aggressiva in quanto, mediante indebito condizionamento, idonea a limitare la libertà di scelta del consumatore e, pertanto, ad indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso”. Regole troppo flessibili Ma non è tutto. La compagnia di noleggio può infatti modificare le tariffe già dal momento in cui si arriva al banco prenotazione. Inoltre c’è il forte rischio di vedersi addebitare eventuali somme di denaro sulla carta di credito alla riconsegna dell’auto. La Rentalcars fa notare che i costi di rifornimento carburante verranno applicati ma

non specifica mai in quali circostanze. Molti hanno infatti denunciato alla AGCOM (vedi sopra) gli addebiti effettuati sulle carte di credito dei clienti che si sono ritrovati cifre dai 20 euro e oltre per non aver riempito fino all’orlo il serbatoio della benzina. Ma una volta a casa chi può provare il contrario? “Cotanta organizzazione,” scrive un consumatore in rete4, “che proprio per l’esiguità dell’importo sa che per il «truffato» qualsiasi azione atta a rivalersi è antieconomica, gioca sul fatto che nessuno intraprende un’azione legale per venti euro e nessuno riprende l’aereo per tornare a cercare il tipo dell’agenzia per rivalersi”. In casi del genere, una volta provata la scorrettezza, dovrebbero rimborsare l’addebito che tuttavia rimane immancabilmente nelle tasche della società, che è quotata in borsa. Se moltiplichiamo 20 euro per tutte le persone, e sono milioni, che ricorrono a questo servizio, i conti sono presto fatti. Termini e restrizioni La Rentalcars precisa: “Quando agiamo per vostro conto, per il noleggio di un veicolo, noi agiamo solo come un agente di prenotazione per conto della compagnia di noleggio. Il vostro noleggio di un veicolo qualsiasi, tramite noi, è pertanto soggetto (...)


“Il piccolo fornitore che risiede in loco e che gestisce un’attività di dimensioni ridotte è molto più sicuro. Anch’egli affitta e noleggia autoveicoli e stabilisce delle tariffe ma con lui si può avere un rapporto diretto, faccia a faccia”.

ai termini e condizioni del veicolo noleggiato imposte dalla compagnia di noleggio e ad ogni corrispondente legge del paese in cui avviene il noleggio. Restrizioni individuali potrebbero inoltre valere per il veicolo noleggiato. La veste in cui agiamo dipende dal nostro rapporto con la società di noleggio”. Ciò significa forse che se il rapporto con la compagnia di autonoleggio è pessimo loro non si assumono nessun onere e nessuna responsabilità e che le condizioni imposte dalla compagnia di noleggio a loro proprio non interessano? Esattamente questo. Infatti, una volta passata la consegna della prenotazione alla compagnia dell’autonoleggio, la Rentalcars di fatto esce di scena e... scompare5.

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Un’importante avvertenza “Controllate attentamente i dettagli dell’assicurazione stipulata con la compagnia di autonoleggio nel luogo di vacanza”, ci consigliano i nostri interlocutori che ci invitano a informarci sulle coperture assicurative così da non avere guai. Noi le condizioni le abbiamo lette ma purtroppo non le abbiamo memorizzate perciò è come se non esistessero. Così al momento dell’intoppo il contratto è solo un pezzo di carta mentre davanti al banco prenotazione con le persone spazientite che fanno la coda alle nostre spalle, la mancata consegna dell’auto e le varie difficoltà divengono amare realtà. La famosa postilla tuttavia che non abbiamo imparato a memoria per loro è un’arma contrattuale mentre per noi è una fregatura assicurata, nel doppio senso del termine. Non è da escludere che, in caso di incidente grave, date le premesse, il groviglio si trasformi in un capestro. Una valida alternativa Il piccolo fornitore che risiede in loco e che ha un’attività di dimensioni umane è molto più sicuro. Anch’egli affitta e noleggia autoveicoli e stabilisce delle tariffe ma con lui si può avere un rapporto diretto, faccia a faccia. Stiamo parlando del fornitore d’auto a noleggio che ha un volto e con dal quale si possono ricevere informazioni importanti. Non stiamo parlando di una linea verde e di un numero di un call center ma di una persona con un nome, un cognome, un indirizzo e un numero di telefono. Ovviamente se si parte per un paese lontano il discorso cambia. Ma se si va in Italia, o in Francia o in Germania, questa scelta offre maggiori garanzie. Si può contattare, per esempio, l’ufficio del turismo locale per sapere chi noleggia auto assicurandosi che siano persone affidabili. O chiedere

ai responsabili dell’albergo. La cosa migliore è chiamare al telefono e parlare direttamente con il proprietario o l’incaricato. La rete permette di risalire a nominativi di noleggiatori che vivono e operano nei luoghi di villeggiatura. Cercando nel sito web di chi noleggia auto, alla voce contatti, è possibile reperire un indirizzo civico, un’email e, cosa molto importante, un numero di cellulare e un numero fisso. Sono queste le credenziali per poter stabilire un rapporto reale che non ci depista verso un call center ubicato in chissà quale angolo sperduto del mondo. Chi più spende meno spende e alla fin fine è meglio tutelarsi e investire prima che perderci dopo.

note 1 Nelle condizioni del contratto con rentalcars.com si legge: quando vi informiamo delle nostre tariffe per telefono o tramite il nostro sito, vi invitiamo a fare un’offerta. Questa offerta non è considerata tale fino al momento della richiesta verbale o attraverso il sito cliccando sul tasto “Prenota Ora”. Una volta premuto “Prenota Ora” o accettato telefonicamente, avete fatto un’offerta di acquisto a rentalcars.com. Accetteremo quest’offerta quando avremo ricevuto l’intero pagamento e quindi vi verrà inviato il voucher di conferma. Una volta fatto ciò, esisterà un contratto tra voi e rentalcars.com. 2 Alla voce servizio fuori orario si legge: nella maggioranza degli aeroporti il ritiro del veicolo fuori orario è possibile. Tuttavia potrebbero esserci delle spese extra per questo servizio, che saranno pagabili localmente. Vi avvertiremo dell’eventuale costo al momento della conferma. Se un volo è in ritardo, causando il ritiro del veicolo fuori orario, le spese extra potranno essere pagate localmente, considerando che il servizio di fuori orario sia disponibile. rentalcars.com non si assume responsabilità nel caso in cui non sia disponibile il servizio fuori orario ed è quindi raccomandato ai clienti di acquistare un’assicurazione di viaggio supplementare. 3 http://www.agcm.it/trasp-statistiche/doc_download/4502-42-14. html http://ilmattinodisicilia.it/10389-autonoleggio-pratiche-scorrettelantitrust-multa-la-sicily-by-car/ 4 http://www.viaggiareleggeri.com/forum/55/27936/attenzione-astrisciare-la-cc-a-europcar-potreste-trovare-degli-ammanchi http://www.tripadvisor.it/ShowTopic-g494955-i9813-k7394388Noleggio_auto_sicily_by_car-Trapani_Province_of_Trapani_Sicily. html 5 Un altro proclama della Rentalcars: potrebbero esserci delle circostanze in cui noi non sappiamo se i nostri fornitori hanno o meno uno specifico veicolo disponibile. Questo sarà chiaramente indicato o prima o dopo aver inviato la vostra richiesta. In questi casi metteremo il veicolo “su richiesta”. Questo significa che sebbene non possiamo confermarvi immediatamente che il veicolo da voi richiesto sia disponibile ma faremo il possibile per fornirvelo e vi informeremo del risultato entro 48 ore dalla vostra richiesta.


La città del novecento A Villa Olmo, a Como, si ripercorre la città nel “secolo breve”, declinando spazi e relazioni umane attraverso dipinti, foto, video e installazioni

di Stefania Briccola

“Come è viva la città. Art&The City 1913-2014” è la mostra,

angioino e il Pantheon di Roma. Mentre l’obiettivo di Cana cura di Giacinto Di Pietrantonio, che dal 18 luglio al 29 no- dida Hofer, tra modernità e antichità, cattura da raffinata vembre sarà nelle sale di villa Olmo a Como. Il titolo prende psicologa dell’architettura sociale un edificio simbolo della spunto da una canzone di Giorgio Gaber e va dritto al luogo cultura e memoria collettiva quale il Zentralinstitut für Kunprivilegiato del vivere sociale con il suo intreccio di relazioni. stgeschichte München IV (2000). La città si fa metafisica in L’esposizione chiude il progetto triennale ideato da Luigi Giorgio de Chirico, senza dimenticare la tensione al futuro, Cavadini, assessore comunale alla cultura, per la villa neoclas- con il dipinto Calco dall’antico con guanto di gomma (1955). Insica affacciata sul lago vece Vesuvius (1985) di di Como. Se le mostre Andy Warhol richiaprecedenti, “La città ma Napoli attraverso nuova oltre Sant’Elia” un simbolo inequivo(2013) e “Ritratti di cabile, così Unità nelcittà” (2014) avevano la diversità di Ugo La scandagliato la realtà Pietra con una serie urbana come organidi teste portavasi di smo unitario, progetceramica rappresenta tato e rappresentato, le regioni d’Italia. Anin questa occasione si che Christo nei suoi volge lo sguardo alla progetti in mostra vita che ospita al suo impacchetta luoghi La locandina della mostra in corso a Villa Olmo, Como interno nei vari luosimbolici mentre lo ghi. Dieci le sezioni stivale provocatorio tematiche affrontate che spaziano dai trasporti al tempo del 2001 di Paola Pivi suona come un j’accuse al Bel Paese. libero, dai parchi agli sport, dalla strada alle distruzioni e dalle Manifestazione di Michelangelo Pistoletto riconduce alla manifestazioni al mercato fino agli emblemi e agli interni. vita politica della città e allo stesso modo Comizio di Giulio Cinquanta gli artisti, fra cui Radice, de Chirico, Savinio, Turcato (1949) che all’epoca fece infuriare Palmiro Togliatti Warhol, Pistoletto, La Pietra, Lichtenstein, Merz, Chia, Chri- perché troppo astratto. sto, Cattelan, Moriyama, Newton e Beecroft, che indagano con linguaggi espressivi diversi i modi del vivere quotidiano. Uomini e merci L’opera emblema della mostra è “Le Grand Jour à l’Ile de la Tra gli altri temi affrontati dalla mostra ci sono il mercato Grande Jatte,” (2012), un dipinto su carta di Marcello Jori delle merci e degli uomini – quest’ultimo ben riassunto scelto da Giacinto di Pietrantonio e Luigi Cavadini perché nell’opera drammatica VB61 Still Death! Darfur Still Deaf, con lo spaccato di quotidianità sottolinea il tema principale Venice (2007) di Vanessa Beecroft –, il tempo libero, con i della mostra e, rifacendosi al capolavoro postimpressionista parchi e lo sport, i ritrovi di gente comune e intellettuali, del maestro del puntinismo Seurat, attiva un gioco di rimandi come appaiono nei quadri Al Bar di Salvo (1981) e Caffè in grado di dialogare con il pubblico, senza deludere sia gli Tintoretto (1981) di Sandro Chia, e gli interni, uno su tutti amanti della pittura tradizionale sia quelli del contempora- lo strepitoso Wallpaper with blue floor interior (1992) di Roy neo nelle sue variegate chiavi di lettura. Lichtenstein con i suoi quasi quattro metri di lunghezza. La vita della città è fatta anche di strade, tralicci, stazioni, gente Luoghi come simboli che va e viene. Un’autentica chicca in mostra è La partenza Diversi sono i modi di vedere la città dell’uomo che per Italo (1926) di Vinicio Paladini. Di questo quadro si erano perse Calvino è anche ”relazione tra le misure del suo spazio e gli av- le tracce dopo la presenza all’esposizione organizzata dalla venimenti del suo passato” in contrapposizione all’esaltazione Societè Anonyme di Katherine Dreier e Marcel Duchamp nel futurista. A riguardo, ci dice qualcosa Francesco Clemente 1926 per il Brooklyn Museum. nel Ritratto di Foucault (1978) che rappresenta il filosofo dell’archeologia del sapere in posa malinconica circondato Per informazioni: da iconici monumenti come la piramide azteca, il Maschio www.mostrevillaolmocomo.com/mostra/

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Negli immediati dintorni Se vi dovesse capitare, come capita a me, di vivere in due paesi (Germania e Italia) e di insegnare in un terzo paese (Svizzera), conoscereste le gioie e i dolori del pendolarismo interculturale di Francesca Rigotti; fotografia ©Reza Khatir

Arrivare dalla mia residenza tedesca di Göttingen all’uni-

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versità della Svizzera italiana (denominazione ufficiale), benché il percorso su rotaia sia di circa 800 chilometri, è una faccenda sì lunga, ma anche semplice e lineare: due treni, cambio a Basilea, 8-9 ore di viaggio lisce filate. Giornali, tablet, smartphone, libri da leggere, tesi da correggere, qualcosa da sgranocchiare, ed è subito Lugano. Niente aerei perché Göttingen non ha aeroporto e Lugano ne ha uno piccolo piccolo per voli quasi esclusivamente interni, e il viaggio sarebbe ben più costoso, faticoso e aleatorio. Le cose non sono così semplici quando devo spostarmi dalla casa italiana – in una frazione di Ghiffa, posta sui dolci pendii delle colline della sponda piemontese del lago Maggiore –, per raggiungere Lugano, distante, in linea d’aria, circa trenta chilometri. Trenta chilometri che su strada diventano ottanta, un’ora e mezza di tempo (solo ed esclusivamente in totale assenza di traffico) se si percorre in auto la costa occidentale del lago Maggiore e la si abbandona entrando sull’autostrada per Bellinzona per poi ritornare verso sud in direzione Lugano (itinerario che non prenderemo nemmeno in considerazione perché si svolge tutto su mezzo privato su gomma). Non mi dilungo su altre avventurose varianti (treno da Verbania a Domodossola, da lì ferrovia a scartamento ridotto fino a Locarno, da Locarno a Bellinzona e di lì a Lugano, oppure aliscafo per Locarno e poi treno e infine, treno fino a Milano e cambio per Lugano, tutti tragitti che richiedono circa quattro ore di viaggio). Uno scenario imponente I miei percorsi preferiti sono quelli misti, condotti con mezzi di trasporto di due tipologie (traghetto e treno) o persino tre (traghetto, auto, trenino). Affronteremo quest’ultimo, che si effettua scendendo con l’auto dal paesino collinare verso l’imbarcadero di Intra e, là giunti, imbarcando l’automobile e se stessi su un traghetto, che lascia la sponda, oggi che i tempi sono grami, ogni trenta minuti. L’unica precauzione da prendere è, il mercoledì, quella di non partire troppo presto: si troverebbe l’accesso al traghetto intasato dai camioncini che trasportano mercanzia al famoso mercato di Luino celebrato da Piero Chiara. Scampato quel pericolo, si va via lisci: ci si imbarca per i venti minuti di traversata, si tira il freno a mano, si chiude l’auto, si esce sul ponte e si ammira il panorama, non come quei passeggeri, e sono i più, che se ne stanno chiusi tutto il tempo nell’abitacolo della loro vettura a guardare nel vuoto

o su uno schermo, talvolta a fumare, anche se è vietato. Il traghetto lascia il piccolo porto tra gabbiani nell’aria e svassi, cormorani e smerghi sull’acqua o nell’acqua (ho imparato a distinguere questi uccelli acquatici proprio grazie alle mie osservazioni e ne vado parecchio fiera). Il battello oltrepassa a destra la collinetta con giardino botanico di Villa Taranto, poi il Mottarone, con la sua aria paciosa, Stresa e le isole. Sulla sinistra il lago si allunga, in fondo c’è la Svizzera, si vedono alte montagne innevate. Ma lo spettacolo più glorioso è alle spalle del natante, perché sopra la cittadina di Intra, oltre le colline verdi e azzurre che formano una sorta di conca, alla quale i battellieri danno una a denominazione volgare che non mi vogliono confessare, si scorgono, nel mezzo, tutto bianco e azzurro, il massiccio del Sempione, e, a sinistra, le cime del Monte Rosa. Denarodotto subacqueo Mentre son lì che ammiro il paesaggio mi colpisce una zaffata di profumo di soffritto; penso a una pasta alle vongole ma mi inganno: i battellieri mi spiegano infatti che, in piedi come sono dalle tre del mattino, si sono preparati alle nove una spaghettata aglio e olio. Ma già l’odore si attenua, il tragitto è breve, siamo a Laveno, da cui sbarco per iniziare il tratto in automobile del mio percorso misto, da Laveno a Ponte Tresa lungo la riva occidentale del lago, sotto quel cielo di Lombardia così azzurro, così leghista. Si attraversano le gallerie scavate nella roccia del lago, si segue la strada circondata da azalee in primavera e da ortensie fiorite dall’estate fino all’autunno inoltrato, si passa sulla strada costiera del paesino di Porto sul fondo di una valle dal nome inquietante, la Valtravaglia, se travaglio è sì franciosismo per lavoro, ma per lavoro duro, tortura di lavoro come il lavoro del parto. Sulla piazzetta di fronte al lago si affaccia l’albergo del Sole, che con le sue eleganti forme e coi caratteri della scrittura del proprio nome dichiara esplicitamente, anzi urla, di essere stato edificato negli anni trenta del novecento. Potrebbe essere opera di qualche architetto famoso, del Terragni forse, no, quello costruiva a Como, però sempre lago è, chissà. A Luino, dopo essere passati davanti alla chiesa di San Giuseppe e San Dionigi col suo bel porticato si abbandona il lago (e ricordatevi di farlo altrimenti non riuscirete più a raggiungere l’unico valico che unisce i due laghi, come mi è capitato un paio di volte) e si sale alle spalle della cittadina per attraversare il confine (ci sono ben due valichi, uno più


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agevole, le Fornasette, l’altro più impegnativo ma molto più suggestivo, Ponte Cremenaga) e sbucare nella valle del Tresa. Siamo in Svizzera e si vede. La vegetazione è la stessa ma il manto stradale è perfetto e i limiti di velocità vengono rispettati. Fino a Ponte Tresa il paesaggio non è così bello rispetto ai precedenti: la valle è chiusa e fredda, d’inverno piena di brina perché prevalentemente all’ombra. Il fiume, femminile in Svizzera e maschile in Italia (“la” Tresa e “il” Tresa, misteri della toponomastica) è un emissario del lago di Lugano che sfocia nel lago Maggiore, passando la frontiera senza controlli. Se le acque andassero nell’altra direzione si potrebbe immaginare che sul letto del fiume si snodi un denarodotto subacqueo. La via breve Quando arriviamo in auto a Ponte Tresa sono trascorsi, ricapitolando: dieci minuti dal paesello all’imbarcadero, cinque di attesa e biglietto, venti di traversata fino a Laveno, trenta per raggiungere Ponte Tresa Svizzera (perché c’è anche, al di là del ponte, Ponte Tresa Italia), paesotto con la densità di farmacie più alta del pianeta. A quel punto

ci serve qualche minuto per parcheggiare la macchina (a pagamento ovviamente, ma la tariffa è modesta; basta usare il parcheggio Park and Ride della località successiva, Caslano, per pagare tariffe quadruplicate, un mistero...). Tant’è. Si parcheggia (cinque minuti ci vogliono tutti) e si prende la Ferrovia Lugano-Ponte Tresa (FLP), un trenino a scartamento ridotto; altri venti minuti e saremo sul piazzale della stazione di Lugano, dopo aver tagliato via tutto il traffico. Loro lì nelle loro scatole di latta a procedere a passo di lumaca e noi nel nostro agile trenino a guardarli sadicamente sentendoci tanto ecologici. Ancora acque lacustri da costeggiare, quelle del Ceresio questa volta, poi l’aeroporto di Agno, che a poco serve se non si viene da Ginevra, quindi il laghetto di Muzzano e la periferia di Lugano con le sue colline cementificate cosparse di ville e case e condomini stile cubone o parallelepipedone. Dalla stazione di Lugano all’università si arriva a piedi in un quarto d’ora, oppure si prende l’autobus ma il tempo è quasi lo stesso e una camminata non guasta, e poi la strada è in discesa. Alla fine se ne sono andate quasi due ore, eppure è questo il percorso più breve.


S

ono Alberto Tomamichel di Bosco Gurin, ho cinquant’anni anni e sono sposato con tre figli. Mia moglie e io siamo originari di qui, per cui in casa comunichiamo ancora nel tedesco Walser che si è sempre parlato a Bosco. Di formazione sono falegname, ma adesso lavoro più come contadino, oltre a fare il casaro presso il Caseificio sociale del paese. Il lavoro dell’agricoltore di montagna non è facile. La stagione fredda è lunga, mentre il periodo per svolgere i lavori estivi, di raccolta e di scorta, è piuttosto breve: in un’estate che dura un paio di mesi dobbiamo cercare di raccogliere la maggior quantità possibile di foraggio per sfamare le nostre bestie d’inverno. Inoltre non possiamo eseguire tutto a macchina: certe attività come la falciatura e la rastrellatura dobbiamo farle ancora a mano. Ma questo è anche un lato bello dell’agricoltura di montagna. Un altro problema riguarda le strutture: al giorno d’oggi, se non si ha una struttura moderna, al passo coi tempi, il lavoro diventa molto dispersivo. Noi l’anno scorso abbiamo costruito una nuova stalla e una nuova casa sotto lo stesso tetto, ingrandendo un po’ l’azienda in modo da poter guadagnare tempo sia d’estate quando si fa il fieno, sia d’inverno nell’accudire gli animali. Si è trattato però di un investimento non facile perché, anche se ci sono stati degli aiuti finanziari di cui siamo grati, si tratta di spese che hanno un loro peso. Senza dimenticare che abitiamo in un luogo discosto, a 1500 metri di altitudine, dove la costruzione di una struttura come la nostra costa più che al piano. Alla fine, se si contano le ore e i franchi guadagnati, con un mestiere come questo di sicuro non si diventa ricchi... Ma un lavoro come il mio non lo si fa certo per il lato economico. Io lo faccio per passione: perché mi piacciono le bestie e il territorio, perché ho un attaccamento particolare per il mio paese. Altrimenti avrei già smesso da un pezzo. Oltretutto l’agricoltura di montagna non permette di essere autosufficienti al 100%, per cui bisogna svolgere anche altri piccoli lavori a lato. Bosco Gurin ha la fortuna di essere una località dove si pratica lo sci invernale: questo mi permette di dare per qualche settimana lezioni di sci che sono molto utili per far quadrare i conti alla fine del mese.

Oltre alle mie altre attività, da 19 anni sono sindaco di Bosco Gurin. L’anno prossimo saranno 20, ma finché il comune resta autonomo io sono a disposizione per continuare. Il ruolo del sindaco di un comune di montagna è un po’ diverso da quello di una città. Qui il paese è più piccolo e la popolazione meno numerosa, per cui si ha un contatto molto più personale con gli abitanti: in pratica si conosce direttamente ogni singolo nucleo familiare. Il vantaggio è che quando una persona ha bisogno di qualcosa si rivolge subito al sindaco, ai municipali o al segretario comunale, senza dover passare attraverso altri uffici. Per questo qui da noi non si fa politica: non c’è il tempo di occuparsene e non ci interessa. Bisogna rimboccarsi le maniche, affrontare i problemi e risolverli in prima persona. Del resto, se si decide di diventare sindaco o municipale in un comune di montagna, lo si fa per il piacere di farlo. Ogni tanto, essendo comuni di piccole dimensioni, bisogna alzare un po’ la voce per farsi ascoltare dalle autorità. Ma il bello è che dopo un po’ ci si adatta a queste dinamiche imparando a difendersi e a spiegarsi. Adesso, con il trend delle aggregazioni, a Bosco Gurin sappiamo che anche per noi questo sarà il prossimo passo. Noi siamo disposti a partecipare alla discussione, ma è importante mettere sul tavolo le nostre carte. Siamo il comune più alto del Ticino, parliamo tedesco, abbiamo una storia e una tradizione che molti ci invidiano. Per un’eventuale aggregazione bisognerà tenere conto delle nostre peculiarità e dei nostri problemi, anche perché il comune rispetto al quale si parla di un’eventuale aggregazione, Cevio, si trova a quindici chilometri e ha caratteristiche molto diverse dalle nostre. Bosco Gurin a ogni modo, con la sua quarantina di abitanti, grazie anche alla sua distanza e al turismo, ha potuto mantenere la posta, un negozio, una panetteria, diversi esercizi pubblici e alcune imprese, per cui è stato più fortunato di altri luoghi dove non esiste più un punto di ritrovo e di riferimento per le persone. Qui possiamo ancora vantare una vita di paese.

ALBERTO TOMAMICHEL

Vitae 10

Profondamente legato al suo territorio e al comune d’origine e di domicilio, Bosco Gurin, in qualità di sindaco ne difende con passione e tenacia la cultura, le tradizioni e le peculiarità

testimonianza raccolta da Demis Quadri fotografia ©Flavia Leuenberger


Heleneum. In cerca di identità di Elisabetta Bacchetta; fotografie ŠSimone Mengani


L’elegante edificio luganese chiuderà i battenti a fine agosto e il Museo delle Culture sarà trasferito a Villa Malpensata. Così ha deciso il municipio di Lugano. Non si sa ancora esattamente cosa ne sarà dell’Heleneum, il cui particolare destino, fin dalla sua costruzione, porta con sé un’aura d’incertezza

Il corrimano della scala che conduce al piano superiore dell’edificio

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u la ballerina d’avanspettacolo Hélène Bieber ad acquistare nel 1929 l’ottocentesca Villa Caréol con l’intenzione di restaurarla e ampliarla, ma cambiò presto idea e nel 1934 diede l’incarico all’architetto tedesco Hugo Dunkel di costruire un edificio nuovo e più ampio. Seguendo la moda di allora fu chiamato Heleneum dal nome della sua proprietaria. Il sogno di questa ricca e bella donna parigina di origini germaniche, era quello di dar vita sulle rive del lago di Lugano a un centro di animazione mondano e culturale, ma così non accadde. La Bieber stessa non sfruttò l`Heleneum nemmeno come abitazione, tanto che, durante i suoi soggiorni luganesi, preferiva a quella grande casa vuota, Villa Castagnola e l’Albergo Splendide. “L’idea avrebbe potuto funzionare, ma i tempi non erano maturi”, ci racconta Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture, e ancora per poco, attuale padrone di casa, “erano anni in cui non

c’era una gran voglia di festeggiare. Stava per compiersi il più immane bagno di sangue della storia umana, la seconda guerra mondiale, e nell’aria già se ne respirava la tetra atmosfera, il tutto incorniciato dalla crisi economica del ‘29”. Un pezzetto di Versailles sul Ceresio L’Heleneum è un perfetto esempio di stile neoclassico. Al suo interno il colore che predomina è il bianco. Si è pervasi da un candore che trasmette leggerezza. L’architetto Ugo Dunkel si è ispirato al Petit Trianon, l’edificio che sorge nel parco di Versailles, entrato nella storia quale dimora di Maria Antonietta. Le iniziali della Bieber impreziosiscono le inferriate in ferro battuto che danno sul lago, così come quelle della regina sovrastano il palcoscenico del teatro nel quale ella stessa si esibiva. La Bieber, incurante degli sguardi tra lo scandalizzato e il voyeristico, si intratteneva disinibita nel suo giardino so-


in apertura: il viale di accesso all’Heleneum; sopra: una delle sale in attesa dell’allestimento di una mostra

lare, protetta solo da pareti di vetro. Donne del suo rango non dovevano sottostare al rigido codice morale dell’epoca. I soldi e la non appartenenza alla società ticinese glielo consentivano. Alla sua morte, nel 1967, l’Heleneum fu acquistato dal comune di Castagnola che nel 1969 fu aggregato a Lugano e da allora il Petit Trianon ticinese è alla ricerca di una sua definitiva collocazione. Tra il 1969 e il 1971 tra le mura della villa echeggiavano i suoni celestiali provenienti dai corsi di perfezionamento pianistico tenuti dal musicista Arturo Benedetti Michelangeli. Fu poi il turno, fino al 1973, dell’Istituto ticinese di alti studi diretto da Elémire Zolla. Dal 1971 fino al 1976 l’Heleneum fu anche la sede del Centro di Studi Semantici e Cognitivi dell’Istituto Dalle Molle che operava nel campo dell’intelligenza artificiale. Dopo queste esperienze di altissimo livello culturale, la villa fu sfruttata da varie realtà locali, tra cui la scuola dell’infanzia di Castagnola. La

sua maestosa eleganza fu anche immortalata nel cinema e divenne il set di alcune produzioni cinematografiche che hanno visto la partecipazione dell’attore elvetico Bruno Ganz e del romano Aldo Fabrizi. Un Museo come ospite Nel 1989 l’Heleneum sembrò finalmente aver trovato la sua destinazione finale: ospitare il Museo delle Culture, allora Extraeuropee, termine che cadde con l’arrivo nel 2005 dell’attuale direttore Francesco Paolo Campione. “Quando arrivai trovai un edificio meraviglioso, una cornice regale per un museo abbandonato a se stesso” ricorda Campione, “mi sono rimboccato le maniche e ho ricominciato da capo”. Dopo dieci anni esatti dal suo insediamento, all’orizzonte si staglia il trasloco. “Andremo a Villa Malpensata. Sono affaticato, per i fiumi di parole spesi, ma contento. La nostra attuale posizione, seppur molto bella, è marginale. Quando riapriremo nel 2019 (...)


Le scale di ingresso all’edificio, dalle eleganti linee neoclassiche


sopra e sotto: un interno e il particolare di un ingresso

avremo a disposizione una superficie doppia, vocata dal punto di vista museale e centrale”, sottolinea Campione. Non è dato sapere chi godrà della magica atmosfera che regna all’Heleneum. Ma c’è tempo fino a fine agosto per visitare le mostre temporanee del Museo e attardarsi nel magnifico parco in stile liberty che ci avvolge fin dall’ingresso. Poi i cancelli di ferro battuto si chiuderanno, nel parco le panchine resteranno vuote e questo luogo si fermerà in attesa di un nuovo ospite. Questa è la fine dell’idillio d’amore tra l’Heleneum e il Museo delle Culture e come ogni storia d’amore che finisce, lascia dietro di sé un che di struggente. Il pensiero torna allora a Hélène Bieber. Qualcuno a Castagnola forse si ricorda ancora di lei. Era infatti proprio Hélène Bieber che negli anni sessanta passeggiava riparata da un ombrellino giapponese per nascondere la sua pelle ai raggi del sole, un effimero scudo per difenderla dagli anni che implacabili lasciavano le tracce sul suo bel viso.

Bibliografia Marta Cometti, Guida. Museo delle Culture di Lugano, Edizioni Città di Lugano/MCL – Antropunti 3/Guide, Lugano 2009. Simone Mengani Nato a Perugia, classe 1978, si trasferisce all’età di cinque anni a Vacallo, dove inizia a coltivare la passione per il territorio. Dopo gli studi liceali si iscrive all’Accademia di Architettura di Mendrisio, dove si diploma nel 2004. Dopo alcune esperienze di lavoro, nel 2006 inizia l’attività come fotografo indipendente, prediligendo la fotografia di architettura. Collabora con diverse riviste e settimanali, operando anche nell’ambito della fotografia panoramica. Per ulteriori informazioni: www.fotomengani.ch

Mostre temporanee “Jamini Roy. Dalla tradizione alla modernità. La collezione Kumar” (dal 13 giugno al 23 agosto) “Tidi’uma. Creatività e genere nell’arte yekuana”. (dal 3 luglio al 23 agosto) www.lugano.ch/museoculture


E' lento ed io ricordo bene l'addestramento, lo sbatto sul tavolo e con una leva, gli faccio perdere la presa della sua maledetta arma.

Episodio 4 : LA FAMA SCIVOLA SUL PAVIMENTO conclusione Biblioteca di Locarno,ore 19:00 circa.

Dimmi chi ha ucciso Chiara Barbieri! Non è furbo. Sento lo scatto della sua lama.

Tutt'attorno la gente inzia a scappare via.

Volevamo un colpevole, magari non sarà lui, ma sicuramente saprà dirmi qualcosa. Fingo di non averlo visto e lo lascio avvicinare.

r Dimmelo! O ti spezzo il braccio!

Testi: Massimo Rosi | Disegni: Francesco Della Santa La fama, la bellezza non dureranno mai per sempre... Non si può vivere di sole frivolezze! Lui è già qui... Non potete fermare quello che sta per arrivare.

Lui chi?!?

Matilde, sono io. Ho qui il nostro assassino.

Dobbiamo cambiare il nostro approccio, dobbiamo essere pronti a fronteggiare qualcosa che il nostro paese ancora non ha mai visto. Ed io... Io ho bisogno di pensare. Dobbiamo essere pronti, Matilde. Metti più agenti e più pattuglie in tutto il Ticino. Non è finita qui.

anche questa volta, purtroppo, ho ragione. fine espisodio


Concorso. La foto del mese

Pubblichiamo la sesta immagine selezionata tra quelle giunte in Redazione nell’ambito del concorso fotografico lanciato da “Ticinosette” ai lettori per il 2015. Il prossimo appuntamento è tra quattro settimane...

Il sogno di Frank Marcacci

Tutti possono partecipare al concorso fotografico anche se, per ovvie ragioni sono, esclusi categoricamente i professionisti della fotografia (ma non gli apprendisti fotografi e altre persone in formazione). Nel corso del 2015 i partecipanti potranno inviare una sola foto per ogni sezione, anche in tempi diversi. Abbiamo definito quattro tematiche sulle quali potete sbizzarrirvi: “la memoria”, “il sogno”, “il corpo”,

“l’acqua”. Ricordiamo che in ogni invio deve essere specificata la sezione a cui si intende concorrere, oltre al proprio nome e cognome, l’indirizzo e un recapito telefonico. Come già indicato, le immagini – che saranno accettate solo se inoltrate in alta risoluzione (300/320 ppi) in modo da consentirne la pubblicazione – dovranno essere inviate al seguente indirizzo di posta elettronica: phototicinosette@gmail.com.

Mensilmente pubblicheremo un’immagine selezionata tra quelle giunte nell’arco delle quattro settimane, e ritenuta la più interessante dal comitato di Redazione. Tra un mese verrà dunque pubblicata la settima immagine selezionata e alla fine del 2015 le migliori saranno raccolte in un reportage. Il vincitore finale, selezionato sempre dalla Redazione, riceverà un premio in contanti di ben 400 franchi.


La domanda della settimana

Ritenete che l’esito del referendum greco, anche su tempi più lunghi, porterà al fallimento del progetto di consolidamento dell’Unione Europea?

Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro giovedì 23 luglio. I risultati appariranno sul numero 31 di Ticinosette.

Al quesito “In Ticino mancano persone che donano il proprio sangue e le riserve negli ospedali scarseggiano. Avete mai pensato di diventare donatori?” avete risposto:

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Astri ariete L’arrivo di Giove vi spinge verso importanti novità. Sentimentalmente fortunati anche grazie agli strali dell’ultimo transito di Venere. Sbalzi umorali.

toro Avanzamenti professionali e riconoscimenti in ambito pubblico. Favoriti giornalisti, Acquari, addetti alla comunicazione e così anche gli sportivi.

gemelli Rivoluzione sentimentale: dal 19 Venere transita nella Vergine. Cambiamenti provocati dal desiderio sempre più forte di provare nuove emozioni.

cancro Sfruttate al massimo l’energia portata dai transiti di Mercurio, Marte, Plutone e Urano. Siate liberi dai condizionamenti. Discontinui tra il 22 e il 24.

leone State attraversando un periodo decisivo, ricco di opportunità. L’importante è non farsi condizionare da antiche paure. Bene tra il 22 e il 24 luglio.

vergine Dal 19 luglio l’astro dell’amore farà il suo ingresso nel segno. Incontri sentimentali. Percorsi trasgressivi favoriti dall’opposizione con Nettuno

bilancia Riscossa astrale: si prospettano interessanti opportunità. Situazione di stress per i nati nella seconda decade influenzati da Marte in quadratura.

scorpione La fase delle scelte radicali continua. Favorite il cambiamento senza riserva. Miglioramenti nella vita affettiva soprattutto a partire dal 19 luglio.

sagittario È arrivato il momento di compiere il grande passo. Realizzate i vostri sogni. Non potete più rimandare. Lunatici a partire dal 19. Viaggi.

capricorno Irritabilità nella gestione dei rapporti sociali. Parole in libera uscita nei confronti del partner. Miglioramenti per i nati nella prima decade.

acquario Giove e Saturno vi spingono a interrompere un vecchio legame di lavoro. Se date spazio alla vostra creatività e genialità potrete risultare vincenti.

pesci Non è il momento adatto per impegnarsi più del dovuto. Periodo professionalmente fortunato per i nati nella seconda e nella terza decade.


Gioca e vinci con Ticinosette 1

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La soluzione verrà pubblicata sul numero 31

Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90) entro giovedì 23 luglio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 21 luglio a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!

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Orizzontali 1. Ricatto • 10. Commedie, arlecchinate • 11. Lo usa il gommista • 12. A volte sono fatte! • 13. Carme lirico • 14. Si dice consegnando • 15. L’ama Garibaldi • 17. Sigla radiologica • 18. Il bel Sharif • 19. Mosca soporifera • 21. Fine inglese • 23. Le iniziali di Montanelli • 24. Oscura per il poeta • 26. In mezzo al coro • 27. Lo dice chi rimanda • 29. Un disegno con ago e filo • 31. Il nome di Clapton • 33. Fa coppia con lui • 34. Mordicchiati • 37. Consonanti in siero • 38. Quelle buone le insegna il galateo • 40. Torma • 42. Canto patriottico • 43. I genitori dei genitori • 44. Coincidenza • 46. In mezzo al mare • 47. Bandone, lamierino • 48. Il figlio di Atamante e di Ino • 51. Arte latina • 52. La sala da pranzo delle fabbriche • 53. Dittongo in Coira. Verticali 1. Li contiene la valigia • 2. Ironia • 3. Impronte, indizi • 4. Lo rode il cane • 5. Colpevoli • 6. L’immagine sacra del Pope • 7. Tramare • 8. Il no del moscovita • 9. Pari in pesco • 15. Abitano il Nuovo Mondo • 16. Automa, robot • 18. Cela la perla • 20. Mezza tara • 22. Ognuno ha il proprio • 25. Avanti Cristo • 28. Pari in rimessa • 30. Venduta, ceduta • 32. Restare • 35. Ribrezzo, obbrobrio • 36. Un pesce • 39. Il becco dell’aquila • 41. Germania e Norvegia • 45. Vi sosta la carovana • 47. Precede Angeles • 49. Le iniziali della Magnani • 50. Consonanti in cuneo.

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Questa settimana ci sono in palio 100.– franchi in contanti!

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Soluzioni n. 27 La soluzione del Concorso apparso il 3 luglio è:

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