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Corriere del Ticino · laRegioneTicino · Tessiner Zeitung · chf 3.–

№ 45 del 6 novembre 2015 · con Teleradio dall’8 al 14 nov.

parole e passioni

la pinacoteca Züst di rancate dedica una mostra alla lettura e al suo grande valore simbolico


Il tuo scontrino vale soldi sonanti!

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22.10.15 17:44


Ticinosette allegato settimanale N° 45 del 6.11.2015

Agorà Editoria. Scrittori da esportazione

Natascha Fioretti....................................

di

6

daNiele BerNardi ................................................

7

di

Società Corpo ed estetica. Meravigliose creature

di

Nicoletta BarazzoNi ..................

Tiratura controllata

Vitae Luka Ferrara

Chiusura redazionale

Reportage Pinacoteca Züst. Una lettura rivoluzionaria

Editore

Astrofood Scorpione

63’212 copie

Venerdì 30 ottobre Teleradio 7 SA Muzzano

Redattore responsabile

di

4

steFaNia Briccola ............................

Arti Fatoumata Diawara. Musica per la libertà Letture Ricardo Piglia. In gabbia

Impressum

di

roBerto roveda......................................................................

8

10

eleNa Borromeo ............

35

Patrizia mezzaNzaNica ed elviN moNtesiNo ...........................

40

Svaghi ....................................................................................................................

42

di

Fabio Martini

di

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticinosette è su Facebook

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In copertina

Mosè Bianchi, La lettrice, 1867, Milano, Pinacoteca di Brera ©Pinacoteca Züst, Rancate

Leggere (ma che cosa?) È notizia recente che in Svizzera, seguendo Come sempre, le differenze generazionali un trend diventato pressoché globale, i non permettevano allora e non permettono mezzi di informazione tradizionali (giornali, oggi di identificarsi e di comprendere pieradio e televisione) perdono utenti. A farla namente perché un adolescente ritenga più da padrone sono (naturalmente) le proposte importante leggere le disavventure della gioonline e il più delle volte gratuite: “Lo svago vane star Justin Bieber e condividerle piutprende sempre più spazio a scapito delle noti- tosto che approfondire l’importanza della creazione del Parc Aduzie cosiddette «serie». Lo la o le conseguenze del rileva l’istituto zurighese raddoppio della galledi ricerche «Pubblico e ria autostradale del San Società» (fög)”, si leggeGottardo. A ben pensava nelle agenzie stampa re le ragioni sono piutalla fine ottobre. “(...) tosto semplici e certo Sulle reti sociali e i media non bisogna farne una online si va accentuando colpa a ragazze e ragazla nozione di «informazi; piuttosto, varrebbe zione-divertimento»; gli la pena riflettere ancora utenti si segnalano l’un una volta su che cosa si l’altro soprattutto siti nasconde e come nai cui contenuti sono di sce, per esempio, il sucbassa qualità, secondo lo cesso di giovanissime studio”. star dello spettacolo... Tutto ciò non significa E, malgrado la sua enorche tra i giovani non si me potenzialità di diffulegga (e almeno queFerdinando Scianna, Roma, 1997 sione del sapere e quale sto è positivo) ma certo (©Pinacoteca Züst, Rancate) spettacolare strumento quello che viene consumato e condiviso ha il più delle volte un di libertà di espressione, bisognerebbe anche “peso” culturale e di formazione personale chinarsi su che cosa in questi ultimissimi prossimo allo zero. O come tale oggi viene anni è diventata la rete e quali modelli tende percepito e classificato dai meno giovani. e promuovere pur di accumulare “pollici Quando internet e le piattaforme di socia- alzati” (I like!) e dunque pubblicità. lizzazione non esistevano, non tutto quello Da grande contenitore commerciale, interche i ragazzi di 30/40/50 anni fa leggevano net premia l’immediato e cavalca l’onda veniva considerato di “qualità”. Anzi, pro- della visibilità. Né più né meno di ciò che babilmente molti di voi avranno consu- fanno molti altri media oggi; una forma di mato riviste e periodici di settore (fumetti, educazione dilagante, che ha permeato tutta moda, costume, modellismo, sport ecc.) e la società (non solo “i giovani”) e che viene trasmissioni radio-TV dedicate alla musica da lontano. La rete non ha inventato nulla, pop/rock. Prodotti etichettati dagli adulti di lo ha certo reso più veloce ed evidente. Buona lettura, Giancarlo Fornasier allora come inutili, leggeri e poco educativi.


Scrittori da esportazione Editoria. Nonostante l’indiscutibile valore di molti scrittori svizzeri la loro produzione resta confinata entro l’ambito linguistico di appartenenza. Una questione che non riguarda solo la diffusione della nostra letteratura oltre i confini nazionali ma anche all’interno del paese. Una lacuna che è indispensabile colmare di Natascha Fioretti

D Agorà 4

a qualche settimana è in libreria l’ultimo romanzo di Adolf Muschg Die japanische Tasche. Tra gli scrittori svizzeri più autorevoli e conosciuti, vincitore quest’anno del Grand Prix Literatur, autore di numerosi romanzi e racconti, di Muschg fino a oggi sono state tradotte in italiano pochissime e ormai datate opere. Ben noto, dunque, al mercato germanofono, e non solo, un autore del suo calibro rimane una meteora in quello italofono. E se è questa la sorte che tocca a una penna della sua statura, figuriamoci quelle più giovani o più di nicchia che ancora si devono affermare. Nasce dunque spontanea la domanda: come mai le nostre voci letterarie – e sono tante, e sono fresche, valide – non vengono pubblicate e tradotte nelle diverse lingue nazionali all’interno dei nostri confini? Che cosa impedisce di apprezzarle e valorizzarle? È una questione di mancato interesse oppure alla base esiste, piuttosto, una motivazione economica legata alla mancanza di risorse? Come facciamo a condividere davvero una stessa cultura e una stessa identità, se i libri di un autore del calibro di Adolf Muschg sono disponibili solo in tedesco? Forse è proprio per questo, per colmare questa lacuna, che tra i punti forti del messaggio sulla cultura per il periodo dal 2016 al 2020, oltre all’aumento di spesa previsto di oltre il 3%, c’è la volontà di intensificare lo scambio tra le regioni linguistiche finanziando, per esempio, la traduzione delle opere letterarie.

Stimolare la diffusione Un obiettivo importante, sopratutto se consideriamo che, dati dell’Ufficio federale di statistica alla mano, la produzione di nuovi titoli in Svizzera nel 2014 è tornata a crescere per la prima volta dopo dieci anni, passando da 10mila a 12.711 titoli. Di questi, 5768 sono stati pubblicati nella Svizzera tedesca, 2542 nella Svizzera francese e 280 nella Svizzera italiana. È evidente che sussite un grande divario di partenza e come la necessità di tradurre sia a questo punto una questione molto più urgente per la Svizzera italiana, che deve far fronte a una grande varietà di titoli. Ma, viceversa, il ministro svizzero della cultura Alain Berset, in un’intervista al microfono di Roberto Antonini su Rete Due,

ha sottolineato inoltre l’importanza di rendere accessibile e fruibile le opere degli artisti ticinesi al pubblico della Svizzera romanda o della Svizzera francese, facilitandone la traduzione nelle altre lingue nazionali. Nel frattempo, a pubblicare o a tradurre i nostri autori svizzeri ci pensano gli editori oltre confine, per esempio, il Galiani Verlag di Berlino per il quale sono usciti gli ultimi tre romanzi dello scrittore svizzero Tim Krohn, quelli di Alain Claude Sulzer e molti altri. In Italia, invece, da qualche tempo, oltre al già affermato Sellerio e ai soliti noti Feltrinelli e Adelphi, per il suo interesse verso gli autori svizzeri contemporanei, spicca Keller editore per il quale, da fine 2015, è prevista l’uscita di quattro libri di Urs Widmer. Nel 2016 uscirà invece il romanzo, vincitore quest’anno del Premio svizzero di letteratura, Ünger us del bernese Guy Krneta. Il caso trentino L’editore Keller, sede a Trento, dieci anni di vita compiuti quest’anno, ha da tempo uno sguardo attento e una sensibilità particolare per la narrativa mittelereuropea e per la letteratura di confine. In un’intervista al settimanale italiano L’Espresso rivela come il successo sia arrivato seguendo le proprie passioni: “Chi lo dice che «editore piccolo uguale catalogo piccolo»? I nostri autori, spesso nuovi per il lettore italiano, hanno ottenuto in patria premi di assoluto rilievo”. Lo abbiamo raggiunto per capire da dove nasce il suo interesse per gli autori svizzeri e il perché del loro successo in Italia. Quale è stato il primo autore svizzero che avete pubblicato? La prima è stata Aglaja Veteranyi, poi Angelika Overath, e successivamente Arno Camenisch… Il più fortunato? Questo è un discorso legato anche alla crescita graduale della casa editrice, partita in piccolo e, inizialmente, con una capacità di comunicare meno efficace. La fortuna, dunque, ha sorriso di più agli autori recenti. Per fare degli esempi, Arno Camenisch e Nöelle Revaz sono andati molto bene, poi abbiamo pubblicato la


Primavera dei barbari di Jonas Lüscher e a breve ci occuperemo delle opere di Urs Widmer, un classico svizzero che speriamo venga accolto positivamente dal pubblico italiano.

20 franchi, per quello italiano non lo è pagare 22 o 25 euro che sono moltissimi. È un ragionamento da fare, puramente economico ma i conti alla fine devono tornare.

Revaz, Camenisch e Krneta non sono solo autori svizzeri ma anche autori che usano un linguaggio molto particolare, Krneta addirittura scrive in dialetto bernese. Esiste un pubblico italiano per questo tipo di opere e quanto conta la bravura del traduttore in queste scelte editoriali? Io il bernese non lo parlo (ride, ndr.), mi sono quindi affidato alla traduttrice della Keller, Roberta Gado, un’eccellente studiosa e un’ottima scouter che mi ha fatto conoscere Guy Krenta e mi ha fatto leggere alcuni estratti del suo libro. Pure con lo stesso Camenisch ci troviamo di fronte a esperienze letterarie e linguistiche, diciamo, di confine, non adatte forse a un larghissimo pubblico, però il confine, anche linguistico, è uno dei punti forti della casa editrice. Noi siamo convinti che nei piccoli meandri delle valli alpine, delle nazioni che stanno a cavallo delle Alpi, ci siano esperienze letterarie che vanno fatte conoscere. Il pubblico della Keller è un pubblico selezionato, è un pubblico che, nel momento in cui riusciamo a fare dei libri più popolari, scopre anche questi autori più raffinati, più impegnativi perché la lettura non è un atto solamente passivo ma anche attivo e alla fine si affezionano a questi scrittori. Magari a livello di numeri non riusciamo a competere con quelli della letteratura più diffusa, ma il nostro è un pubblico fedele proprio perché rischiamo sostenendo autori meno scontati.

Più a nord E se questo è il parere di Roberto Keller, noi abbiamo volute volgere lo sguardo anche a nord rivolgendo qualche domanda a Wolfgang Hörner, responsabile del programma editoriale di Galiani, una giovane casa editrice tedesca la cui sede è al n. 8 della sfavillante Friedrichstrasse di Berlino.

Penso ad autori come Thomas Meyer e Jonas Lüscher, autori nuovi, poco conosciuti non solo in Italia ma anche in Ticino. Meyer, in realtà, è stata una felicissima scelta scoperta attraverso l’edizione tedesca. Il suo è un romanzo che ha tutte le potenzialità per essere tradotto in ogni lingua; è divertente e, pur essendo collocato nell’ambiente di Zurigo, in realtà si occupa di temi universali: il rapporto con i genitori, la ricerca della propria strada, l’amore, i sentimenti… Ci sono dunque anche libri che si prestano a essere tradotti. Pensando a Camenisch, che forse è l’esempio migliore di come un libro ambientato in una valletta alpina e in un borgo di 40 anime perfettamente collocati nei Grigioni, possa essere tradotto e avere successo un po’ ovunque. Non conta la collocazione geografica: se lo si guarda con un occhio distante ci si accorge come il suo potrebbe essere un qualsiasi villaggio del Canada o dell’entroterra russo. Camenisch tocca dei temi, delle collocazioni che rendono i suoi racconti universali. Perché secondo lei gli autori svizzeri spesso vengono pubblicati o tradotti oltre confine? La regola generale per l’editoria è che è difficile per gli autori essere pubblicati ovunque, dunque sia in Italia, in Germania o in Svizzera. Poi sul perché non accada all’interno dei propri confini questo non saprei dirlo esattamente. Il canton Ticino a livello di numero di lettori è un bacino limitato e il mercato di riferimento è sicuramente quello italiano. Diciamo poi che il cambio svizzero in questa fase non facilita un editore ticinese a pubblicare un libro perché vuol dire porre sul mercato italiano un prezzo che il mercato italiano in questo momento non riesce a sostenere. Se sul mercato ticinese è normale pagare un libro

Siete nati nel 2009, la vostra è una giovane realtà editoriale: è stato difficile imporvi sul mercato? Non proprio. La casa editrice nasce come una costola dell’editore Kiepenheuer & Witsch e, prima di iniziare qui nel 2009, ho lavorato per 18 anni per la casa editrice tedesca Eichborn. Dunque non siamo partiti da zero e non abbiamo avuto difficoltà nel trovare il nostro spazio sul mercato. Pubblicate in particolare letteratura contemporanea tedesca e grandi classici della letteratura mondiale: quali sono i criteri secondo i quali scegliete un nuovo autore? I criteri che seguiamo sono diversi. Innanzitutto però valutiamo lo spazio che abbiamo a disposizione per il nostro catalogo editoriale; al momento, per esempio, siamo saturi, tanto da non poter prendere più nessuno. Poi è importante che un testo ci convinca fino in fondo dal punto di vista linguistico e dei contenuti e, soprattutto, deve potersi inserire bene nella nostra linea editoriale. In catalogo avete diversi autori svizzeri come Alain Claude Sulzer e Irena Brežná, come mai arrivano da voi? In alcuni casi cerchiamo in modo mirato e specifico i nostri autori, in altri sono gli autori stessi a venire da noi in modo del tutto spontaneo e indipendente. Per esempio Linus Reichlin, che mi era già stato segnalato quando ero ancora da Eichborn, oppure Tim Krohn del quale abbiamo pubblicato credo quasi tutte le sue opere. O, ancora, Irena Brežná che mi è stata suggerita da un altro autore svizzero, Alain Claude Sulzer, il quale era rimasto molto colpito dal testo di Straniera ingrata. Non trova strano che uno scrittore svizzero tedesco venga pubblicato all’estero? Innanzitutto, non si tratta di autori che scrivono in modo specifico della Svizzera… Poi non trovo per niente sorprendente che un autore austriaco o svizzero venga pubblicato in Germania o, al contrario, un autore tedesco pubblicato in Svizzera. Si tratta della medesima cultura e della stessa regione linguistica. C’è anche da dire che gli autori svizzeri amano essere pubblicati in Germania perché al di là dei propri confini vengono percepiti e recepiti in modo diverso. Significa che poi sul mercato hanno successo? Questo dipende sempre molto dall’autore stesso, ognuno ha un destino diverso nella ricezione del pubblico. In questo però la nazionalità non gioca alcun ruolo. Anche se, naturalmente, sul mercato la Svizzera gode di uno spazio e un’aura particolare di cui gli autori godono. Inoltre, è comprensibile che un autore svizzero voglia raggiungere i lettori delle regioni linguistiche analoghe alla propria.

Agorà 5


Musica per la libertà Abbiamo incontrato Fatoumata Diawara, cantante e attrice impegnata nella difesa dei diritti delle donne africane, che sarà in concerto al Kaufleuten di Zurigo il 24 novembre prossimo di Stefania Briccola

Arti 6

A Zurigo il prossimo novembre con lei e la sua band ci sarà musica è sempre con me. Quando ero triste e mi chiedevo il perRoberto Fonseca, giovane pianista jazz cubano che ha colla- ché di molte cose ho iniziato a cantare e ho trovato una sorta di borato con i Buena Vista Social Club. Cantante e paladina ossessione che non è proprio tale perché la musica mi fa sentire del ruolo della donna che ha ingaggiato una battaglia gentile meglio e tutto diventa improvvisamente positivo. contro la pratica dell’infibulazione, Fatoumata Diawara è nata in Costa d’Avorio nel 1982 da genitori maliani e oggi Come trova ispirazione per scrivere le sue canzoni? vive in Francia. Nella sua musica accosta linee armoniche È un processo molto naturale che viene direttamente dall’anima, Wassoulou e del canto tradizionale femminile con elementi dal mio intimo sentire e dalla mia verità. Sono molto sensibile. pop, rock e blues europei e americani. Sul palco la cantante Ho bisogno di stare sola il più delle volte. Questo mi serve per ricaricarmi di energia e per scrivere canzoni. si muove con eleganza felina, indossa abiti coloratissimi, suona la chitarra e strumenti Perché quando si trova sul palco a cantare della tradizione come la kora e il kamaleninvita gli spettatori a ballare? goni. Il suo album d’esordio Fatou (2011) è È molto importante perché tratto temi molto stato in testa alle classifiche di world music forti nelle mie canzoni anche se le melodie sono in tutto il mondo. Fatoumata ha collaborato dolci. Spesso parlo dello sviluppo di cui l’Africa con il progetto Rocketjuice and the moon e e la nostra generazione hanno bisogno. Non ha partecipato ai dischi di Herbie Hancock, posso passare il tempo cantando di cose banali. Dee Dee Bridgewater e Bobby Womack. Ha È importante andare oltre i problemi e trovare ricevuto l’Art for peace. Science for peace una soluzione insieme. Invito a non piangere, Award nel 2013, il César per la colonna a lottare e a ballare. Così è stata la mia vita… sonora del film Timbuktu, che la vede anche fra gli interpreti. E nel 2014 è stata insignita La musica può essere una catarsi? della carica di Commendatore della Legion Fatoumata Diawara La musica può essere una medicina. In Africa d’Onore francese. A Ticinosette la cantante racconta la sua vicenda personale e le ragioni profonde della abbiamo questa tradizione per cui la musica diventa un mezzo per curare chi ha problemi mentali poiché non abbiamo ospedali sua musica che è un atto d’amore per la libertà. psichiatrici. La fuga e l’impegno sociale Fatoumata Diawara, parliamo del suo retroterra cultu- Affronterà di nuovo il tema scottante dell’infibulazione rale e di come nel suo percorso di attrice ha incontrato nelle sue canzoni come ha fatto in Boloko? Sto scrivendo cinque nuove canzoni su questo tema e continuo a la musica... Ho lasciato presto la Costa d’Avorio, dove sono nata, per andare trattarlo perché nessuno lo fa in Mali. Le donne sono spaventate in Mali. Poi ho iniziato a fare l’attrice da autodidatta lavorando e non hanno il coraggio di parlarne. La nostra generazione ha nel cinema e nella pubblicità. I registi mi proponevano di volta bisogno di confronto e di aprire il dibattito. in volta ruoli e personaggi differenti e mi gratificava interpretarli. Così mi ritrovai a fare l’attrice in Mali. Prima dei vent’anni ero Come si trova sul palco con Roberto Fonseca, che è tra i destinata a sposarmi come vuole la tradizione. Sono cresciuta protagonista della nuova musica habanera? in fretta e i miei genitori avevano paura, volevano proteggermi e È interessante perché sto imparando molto da questo straordinario hanno deciso il mio matrimonio. Così sono fuggita dal Mali di pianista cubano, così some lui sta apprendendo dalle mie sonorità notte e sono andata in Francia. Per qualche anno non ho dato mie attinte dalla tradizione africana. Io sono autodidatta e ho bisogno notizie. Da quell’esperienza ho imparato a essere una cittadina di mettermi in gioco e provare. Lasciamo che sia la musica a del mondo e la musica mi ha aiutato a trovare la mia strada e a parlare tutte le sere e tutte le volte che saliamo sul palco. non essere arrabbiata con la gente. Come definisce il suo stile dagli abiti multicolore alle Non le è mai capitato di guardare al passato con rabbia? acconciature fino ai gioielli? Ho cercato di decantare il passato. Per lo meno ci ho provato e Il mio stile è un mix che riflette me stessa e la mia libertà. Ogni ho deciso di trasformare la rabbia in amore. È stato un processo giorno cerco la mia libertà e lotto per questa che spazia dai miei molto difficile che ha richiesto tempo. Ma ora posso dire che la vestiti alle mie canzoni.


Letture. In gabbia di Daniele Bernardi

Il

nome di Ricardo Piglia è poco noto ai lettori di lingua italiana, ma non ai latinoamericani – specialmente agli argentini, suoi conterranei. Piglia, classe 1940, è oggi considerato uno degli importanti romanzieri del suo paese. Il suo libro più celebre, Respirazione artificiale, fu una delle poche grandi opere pubblicate durante gli anni bui della dittatura. Dobbiamo quindi essere grati alla casa editrice SUR che, dopo aver dato alle stampe le versioni in lingua italiana di Respirazione artificiale e La città assente, oggi ci consegna un’altra opera dello scrittore: L’invasione. Questa volta però non si tratta di un romanzo, ma di una raccolta di racconti. I testi riuniti sono accomunati da una certa spietatezza. Come indica la citazione di Roberto Arlt posta in esergo alla raccolta (“A noi è toccata la missione di assistere al crepuscolo della pietà”), tra queste pagine si respira un’aria strana, inquietante. Una tensione sottile attraversa le storie narrate, come se queste fossero parte della scena di un curioso crimine – di fatto, tutta l’opera

dello scrittore è caratterizzata anche dai suoi aspetti polizieschi. Inoltre, naturalmente, a fare da sfondo alle vicende troviamo la storia tormentata dell’Argentina. Tra i brani migliori va segnalato il brevissimo La fionda, dove, durante una domenica, alcuni operai scoprono un gruppo di ragazzi che si è intrufolato nel loro magazzino per rubare dei pezzi di piombo. Con estrema semplicità, lo scrittore, in poche pagine, crea una condizione soffocante, nella quale il lettore si sente intrappolato e ingannato come un bambino. Un altro testo notevole è quello da cui prende titolo l’intera opera, L’invasione. La condizione, come la precedente, è quella dell’ingabbiamento. La scena si svolge in una cella, in cui Renzi, il protagonista, si deve confrontare con due compagni di prigionia che, nell’oscurità, si presentano con fare minaccioso. Nel buio, quando si coricherà dopo aver avuto un breve colloquio, Renzi scorgerà le sagome dei due fondersi in un amplesso mostruoso, mentre lui, rivolto alla parete, resterà in ascolto senza fiatare.

L’invasione di Ricardo Piglia SUR, 2015

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Meravigliose creature Sorridiamo per l’imbarazzo e l’incredulità o perché non abbiamo ancora toccato il fondo, anche se proprio del fondo schiena si tratta? L’accanimento estetico ha trovato una nuova frontiera… Ma le implicazioni sono tutt’altro che scontate di Nicoletta Barazzoni

Società 8

Una tendenza ormai diffusa negli USA spinge i fanatici Signora Boffa Moretti quali sono i motivi che spingono della chirurgia estetica (ma non solo loro) a farsi sbiancare certe persone ad affrontare questo genere di intervento il didietro e più precisamente la zona muscolare esterna sul proprio corpo? che circonda lo sfintere. Mai fu così vera l’affermazione Le ricerche antropologiche permettono di svelare e spiegare i “hai la faccia come il didietro” con l’offensivo termine del motivi di usanze e comportamenti che, in un primo momento, “sei un leccaculo”. Culetti sbiancati da chirurghi estetici, appaiono privi di significato agli occhi degli occidentali. Nel corso o da estetiste improvvisate nel fai da te, si trasformano in degli anni non mi è, però, mai capitato di venire a conoscenza di popolazioni che praticassero lo “sbiancamencandidi deretani dentro corpi esasperati to” dell’ano. Si tratta perciò probabilmente e deformati di chi non potrà purtroppo solo di un’usanza recente. L’antropologia sbiancarsi il cervello né tantomeno l’aspiega che, di solito, gli interventi sul corpo nima. Pensavamo che Michael Jackson umano sono inseriti in una serie di rituali, fosse l’emblema psicotico dell’accaniche Arnold Van Gennep nel 1909 ha definito mento estetico ma dopo di lui stiamo per “riti di passaggio”. Sappiamo che all’intersuperare il declino totale fino, aspettanno di ogni società esistono dei sottogruppi doci che ci sarà qualcuno che inventerà sociali organizzati: per esempio i bambini, lo sbianca feci istantaneo e l’aerosol gli anziani, le mamme, i militari, le coppie nebulizza giallognolo. sposate, i pensionati, gli impiegati, gli sporAldilà dell’uso che se ne fa di questa motivi, i contadini, i sacerdoti e via dicendo, e da e dei motivi che la esaltano, tra questi che, nel corso della vita, capita di passare il desiderio di valorizzare la propria belda un sottogruppo all’altro. La maggior lezza acquisendo una purezza angelica parte delle culture ha creato dei rituali, e celestiale, lasciamo totale libertà di che hanno la funzione di accompagnare le interpretazione, immaginando i motivi persone durante il passaggio da uno stato di tale decolorazione. Non siamo tuttavia Venere Callipigia (dai bei glutei) I-II secolo, Napoli, Museo Archeologico sociale all’altro. Tramite preghiere, danze e convinti che il sintomo potrà avere una canti si invoca l’intervento delle divinità o cura. Perché qui si tratta di interventi contro natura. Con clean and dry e un po’ di candeggina si dell’anima degli antenati per sostenere la persona, o il gruppo sistemano le impurità del lato B vivendo una vita scevra di persone durante il passaggio. Dal punto di vista psicologico i da complicazioni? Raschiando, eliminando i peli superflui riti di passaggio hanno lo scopo di evitare il senso d’isolamento (che come i lombrichi hanno la loro rilevanza), e sbian- e di solitudine, sostenendo e rassicurando i soggetti durante un cando il panettone si ottiene quel candore da bambola di momento di fragilità e di destabilizzazione emotiva e accomporcellana. E guai ad arrossire perché il rossore delle gote pagnandoli in quello che sarà il loro nuovo posto nella società. non si intona e non fa da pendant con il bagliore luminoso È proprio al termine di queste cerimonie, durante la festa a del sedere. Immacolato come la neve candida ci sarà anche cui partecipa tutta la comunità, che il corpo viene segnato con chi rivendicherà la fedina penale pulita perché una volta un simbolo (tatuaggio della tribù di appartenenza, simbolo di sbiancato il quadro anale si sarà portati a credere di avere guerriero, taglio dei capelli, circoncisione, piercing, consegna di la faccia d’angelo? Con l’anal whitening o l’anal bleaching un bracciale, un amuleto, della vera matrimoniale ecc). Poiché (acronimo di SDB che vi lasciamo scoprire) ci si potrà guar- in quest’ultima fase il rituale coinvolge tutta la società, possiede dare allo specchio invocando la domanda: chi ce l’ha più anche lo scopo di favorire il riconoscimento da parte di tutti i bianco del reame? Culatelli raffinati si radunano in siti membri del gruppo, del nuovo ruolo con i rispettivi compiti e appositamente creati, dopo aver accuratamente compiuto responsabilità dei protagonisti, favorendo così il mantenimento una desertificazione pilifica e una pulitura circoscritta che dell’ordine sociale. Negli ultimi decenni la società occidentale ha però dimenticato i ritmi e l’ordine scanditi dal sacro, imponendo garantirà un biancore perlaceo con l’idrochinone. nuovi ritmi, definiti dai tempi del lavoro, sempre più elastici e E fin qui abbiamo fatto una riflessione ironizzante al limite del dissacrante: ora passiamo la parola, dai toni molto più senza limiti. È negli ultimi anni che, soprattutto le giovani geseri, all’antropologa medica Manuela Boffa Moretti, che si nerazioni, hanno recuperato esclusivamente l’aspetto esteriore di certe pratiche tribali (per esempio, tatuaggi e piercing) alienandoli occupa dei sistemi medici di altre culture.


dal loro significato simbolico originario o inventandone di simili. È in questa tendenza che inserirei la pratica in voga negli USA, in Australia e ora anche nei paesi europei. I nostri corpi non conoscono più i simboli ma solo segni, dietro i quali non è più possibile ritrovare la produzione di un senso. A suo avviso queste manifestazioni sono espressione di un disagio sociale? Non leggo un disagio sociale vero e proprio, ma solo l’espressione di modelli e valori materiali veicolati alla popolazione nella società occidentale. Dobbiamo chiederci che cosa desiderano le persone che fanno ricorso a queste pratiche. Restare giovani? Sicuramente; un intervento estetico che prevede il ringiovanimento del colorito della zona perianale e vaginale ha lo scopo di “mantenere” la giovinezza, da sempre accomunata con la spensieratezza, la forza, la purezza, l’attrattività sessuale, il desiderio. In una società in cui le persone anziane trovano spazio nelle case per anziani, sono isolate, mandate in pensione anticipatamente, in cui “la terza età perde senso se non diventa addirittura un peso morto”, come ci dice il filosofo Galimberti, contrariamente a quanto accade nelle culture che vivono a stretto contatto con la natura, o alla nostra cultura fino all’avvento dell’industrializzazione, in cui il vecchio era un’espressione simbolica per la comunità e, la sua ricchezza acquisita con l’esperienza, era scambiata in una dinamica di gruppo. A proposito degli interventi estetici estremi, Umberto Galimberti afferma inoltre: “Il corpo degli uomini d’oggi desidera i segni che la società gli offre per sfuggire a quella pericolosa mancanza d’identificazione che Emile Durkheim vedeva nel pericolo dell’anomia”, cioè nella mancanza di regole (nomos dal greco = legge). Secondo Durkheim, con la caduta dell’ordine simbolico garantito dalle religioni, si è determinato uno stato “anomico” della società, dove i valori che l’avevano tenuta integrata cedono riflettendosi sugli individui che si ritrovano privi di valori collettivi e di punti di riferimento.

Fatti, non parole n. 174

Con noi nessuno resta a becco asciutto. Ci impegniamo per una pesca sostenibile che tuteli gli ecosistemi marini e dal 2006 siamo partner del WWF e socio fondatore del WWF <wm>10CAsNsjY0MDQx0TW2MDAxsQAAVjAh4w8AAAA=</wm>

Seafood Group. Oltre a proporre <wm>10CFWLqw6AMBRDv2hL2909wiTBLQiCnyFo_l-x4RBtxTltrUaPL-u2n9tRCZq5UGBWqkRPiLWE5CVwYIWxcSEsUhnl93BDygD6dBzhFProydEtyT_X_QKtLqYPdAAAAA==</wm>

il più ampio assortimento di pesce e frutti di mare bio della Svizzera, il 100% dei nostri prodotti ittici freschi e

Cosa nascondono? Superficialità oppure ci sono a monte delle derive sociali e psicologiche preoccupanti? Possiamo ipotizzare anche una lettura psicologica, come la paura della vecchiaia e della morte, paura che può diventare terrore quando le persone si identificano esclusivamente con il loro corpo fisico, quello destinato a deperire, perché tutto ciò che è materiale si consuma e si deteriora. Da questa identificazione, e per esorcizzare quella paura che accomuna tutti gli esseri umani, ecco apparire il ricorso a tecniche per mantenere giovane il corpo, eliminando i segni del tempo, ormai non più solo sul viso, ma anche in quelle parti più nascoste del corpo. Sappiamo però che l’essere umano è molto di più del suo corpo biologico e che la focalizzazione su una sola parte rappresenta un immeritato impoverimento. Erwin Laszlo, nel suo libro Immortal mind ci ricorda che questa identificazione è pericolosa perché ci fa sentire separati da ciò che non muore, l’anima per la religione o quello che fisici hanno chiamato il “campo unificato”, in cui la coscienza continua a esistere con tutti i suoi dati, anche dopo la scomparsa del corpo biologico. Per concludere, desidero mettere in guardia da esperimenti legati a mode destinate a non durare nel tempo e dall’uso di creme schiarenti a base di prodotti chimici tra cui l’idrochinone, una sostanza sospettata di essere potenzialmente cancerogena. Concludo con la convinzione che si tratta di pratiche limitate a frange della società, che creano forse un certo scalpore iniziale, ma sono destinate a passare presto come tutte le mode effimere.

surgelati proviene da fonti sostenibili*.

fatti-non-parole.ch

* Consigliato o consigliato con cautela secondo le valutazioni del WWF


S

ono nato a Varese nel 1974 e ricordo che fin da piccolo ho avuto la passione per la chimica. Avevo uno zio che era un chimico molto bravo e a tavola mi spiegava le etichette dell’acqua minerale, le sostanze contenute. Mi ha insegnato ad assaggiare l’acqua cercando di capire qual era il residuo fisso. Insomma, da lui ho appreso questa passione… avessi avuto uno zio cabarettista magari oggi farei anch’io cabaret! Invece ho studiato chimica all’università e quando mi sono laureato mi sono dedicato alla ricerca, dodici ore al giorno, modello ratto da laboratorio! Per un po’ di tempo mi è andata bene come situazione poi, verso i trent’anni, ha cominciato ad andarmi stretta. Stava crescendo dentro di me la voglia di fare il musicista, di cantare e suonare. Nello stesso periodo, parliamo di una quindicina di anni fa, ha cominciato a starmi stretta anche l’Italia, non mi trovavo bene e apprezzavo sempre di più la Svizzera che conoscevo perché ho sempre abitato non lontano dal confine. Insomma, ho deciso di provare a trasferirmi come abitazione e di lavorare, sempre nel settore chimico in Ticino. Intanto però è successa un’altra cosa: cantando e suonando ho iniziato a frequentare Rete Tre (RSI). Mi sono trovato subito a mio agio, ho partecipato a un concorso, l’ho vinto e ho cominciato a lavorare alla radio dove faccio programmi tutt’ora. All’inizio lavoravo dal lunedì al venerdì in fabbrica poi la sera andavo in radio. Al mattino di nuovo in fabbrica. Di fatto un doppio lavoro, molto duro. Piano, piano sentivo che la mia passione per la musica stava prendendo il sopravvento e allora gradualmente ho ridotto il tempo in cui ero occupato come chimico finché a un certo punto mi sono detto: “Ora mi dedico solo alla musica”. E la cosa ha funzionato. Ora faccio il deejay a Rete Tre, ho un mio programma musicale specifico, faccio il presentatore e vado in giro a mettere la musica ai Carnevali. Mi sono ritagliato un mio spazio come musicista. Però anche questo non mi bastava, io sono un tipo che non si siede sugli allori. Un’altra grande passione della mia vita è sempre stata la birra, anche questa trasmessami dal famoso zio chimico. Non solo è la mia bevanda preferita ma dal

1996 me la sono sempre prodotta in casa, sono un homebrewer come si dice, un produttore di birra domestica. All’epoca, durante l’università, invece di fare gli esperimenti con le provette nei laboratori, a volte mi mettevo in casa e con le pentole della mamma provavo a produrre birra. E anche quando ho cominciato a lavorare nella cantina di casa ho sempre avuto tre pentole semiautomatizzate per produrre la mia bevanda preferita. Anche in questo campo mano a mano mi sono poi allargato. Penso, infatti, che si debbano cogliere le occasioni quando si presentano e io ho conosciuto una persona che aveva lo spazio per produrre più birra. Ho cominciato a venderla nei mercatini e a entrare in contatto con il mondo dell’artigianato ticinese. Vedevo che vendevo e allora ampliavo la mia attività che diventava sempre meno un hobby. Così anche la birra è diventata un lavoro che si affianca a quello di musicista. L’anno scorso ad aprile ho fatto un salto di qualità facendo arrivare dall’Inghilterra un impianto per la produzione della birra unico nel suo genere in Svizzera. Permette di produrre una birra ad alta fermentazione con il sistema dell’infusione, come si fa per il tè. Ho ricevuto la start-up del cantone per avviare la mia attività, poi sempre il cantone mi ha ricontattato per il primo crowfunding ticinese, cioè ci finanziamo con le donazioni in Internet e ho creato il mio sito. A distanza di un anno le cose funzionano, posso dire di aver realizzato il mio sogno di trasformare la musica e la birra, due cose che amo, nella mia professione. In entrambe le attività metto passione e impegno e soprattutto riesco a entrare in empatia con le persone, capire i loro gusti e i loro desideri. Sia con la musica sia con la birra mi piace capire chi ho davanti e cercare di offrire qualcosa di personalizzato, di speciale, creato ad hoc per lui. Mi piace stare con le persone e comunicare, mi piace anche far comprendere che la birra è un fatto culturale, una tradizione che vale assolutamente la pena conoscere.

LUkA FERRARA

Vitae 10

Fin da bambino ha avuto una grande passione per la chimica e in questo settore ha lavorato per molti anni. Poi la svolta: musicista, deejay, “voce” di Rete Tre... e ora produttore di birra

testimonianza raccolta da Roberto Roveda fotografia ©Sabine Biedermann


Pinacoteca Züst

Una lettUra rivolUZionaria

Negli spazi espositivi di Rancate, una mostra celebra il fascino e l’importanza della lettura. Dalla pittura dei grandi maestri svizzeri e lombardi dell’ottocento alle fotografie di Ferdinando Scianna a cura della Redazione, testo di Elena Borromeo immagini ©Pinacoteca Züst, Rancate


sopra: Albert Anker, Das Bilderbuch (Il libro illustrato), 1868, collezione privata in apertura: Michele Tedesco, Lettura in terrazza, circa 1864, Viareggio, Istituto Matteucci

“L

eggo un libro dietro l’altro come si accendono fiammiferi per non avere paura del buio. Il buio dell’ignoranza, il buio della solitudine”. Sono le parole di Ferdinando Scianna, fotografo contemporaneo che al gesto della lettura ha dedicato alcuni tra i più intensi dei suoi scatti: donne con un libro aperto in un caffè, bimbi di tutto il mondo assorti nella lettura. Non a caso, il suo lavoro è il punto d’arrivo della mostra “Leggere, leggere, leggere!” da poco allestita alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate e aperta sino alla fine del prossimo gennaio: una rassegna di circa 80 opere selezionate, tra tele, sculture e fotografie che indagano la rappresentazione della lettura nell’ottocento con uno sguardo sull’attualità attraverso gli occhi di Scianna. La rassegna si snoda tra i due versanti delle Alpi, con artisti svizzeri e italiani, dalla scapigliatura ai macchiaioli o ai post impressionisti, e un prologo del celebre autore elvetico Albert Anker (di cui è possibile ammirare una

ventina di tele e carte), pittore di scene di genere intrise di un realismo sentimentale e affettuoso, a cui si aggiunge però un’importante componente didattica. “Il fil rouge di tutta la mostra è la lettura non intesa soltanto come piacere, ma anche come apprendimento”, spiega Matteo Bianchi, curatore dell’esposizione. Realizzare una rassegna dedicata a questo tema, aggiunge, “è un mio vecchio sogno, perché amo i libri e la pittura. E poi per la sua utilità, perché credo che l’istruzione sia un tema molto attuale. Al di là della contemplazione della bellezza esposta, c’è il messaggio dell’importanza dell’apprendimento e della conoscenza”. Da qui la scelta di opere come quelle di Albert Anker che ritraggono giovani scolari con lavagnetta e abbecedario sotto il braccio (si veda nella pagina accanto), e che danno il senso di quella rivoluzione silenziosa avvenuta nell’ottocento nelle aule delle scuole e nell’intimità delle case: l’alfabetizzazione e, di conseguenza, la lettura, intesa prima come necessità e poi come piacere o evasione.


Albert Anker, Jeune fille revenant de l’école, circa 1878, Neuchâtel, Musée d’art et d’histoire

Albert Anker, Blonder Schulknabe mit Schiefertafe, circa 1877, San Gallo, Kunstmuseum St. Gallen

Gerolamo Induno, Donne romane, scena contemporanea, 1864, collezione privata

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La tela di Cesare Bartolena, La cattiva notizia (1869-1971), per esempio, richiama il personaggio flaubertiano di Emma Bovary: una donna che attraverso le sue letture e le sue corrispondenze amorose crea un mondo immaginario costellato di fantasticherie e illusioni nel tentativo di evadere dalla noia e dal vuoto della vita di provincia, salvo poi dover fare i conti con la crudezza della realtà, l’amore non ricambiato, l’impossibilità della fuga. La diffusione del sapere Nell’ottocento il romanzo è il genere letterario più diffuso. Accanto ad esso sbocciano i primi quotidiani di informazione (il Corriere del Ceresio o la Gazzetta di Lugano, per esempio), mentre vengono promulgate le prime leggi sull’istruzione obbligatoria, che fanno sì che in Ticino oltre la metà della popolazione impari a leggere e scrivere (la prima legge scolastica cantonale è del 1804). Anche per questo motivo, il gesto della lettura diventa meritevole di essere rappresentato e penetra nell’arte. Le opere selezionate dal curatore ritraggono letture domenicali della Bibbia o dei giornali in famiglia, epistole dal fronte, scene di letture femminili di forte impatto emotivo. Fra gli artisti ticinesi l’esposizione propone opere di Preda, Monteverde, Berta, Franzoni, Chiesa, Feragutti Visconti e Luigi Rossi. Tra gli italiani, troviamo opere importanti di Induno, Cabianca, Cremona, Ranzoni, Mosè Bianchi,

in questa pagina Giovanni Sottocornola, Ritratto di Luigia Carati, 1890, collezione privata Giorgio Kienerk, Sotto la lampada, 1914-1920, Viareggio, Istituto Matteucci nella pagina di destra Luigi Rossi, All’ombra, una piacevole lettura (Al sole di tramonto), circa 1891, collezione privata, Courtesy Quadreria dell’800, Milano Paolo Sala, Leggendo Praga, 1886, Milano, Galleria d’arte Moderna

ringraziamenti La Redazione ringrazia i responsabili e i coordinatori della Pinacoteca Züst per aver permesso la pubblicazione delle opere, in particolare la sig.ra Alessandra Brambilla per la cortesia e la grande disponibilità.


Morbelli, Nomellini, Sottocornola, Paolo Sala, Corinna Modigliani (cugina di Amedeo) e Zandomeneghi. Per poi riprendere il filo dell’attualità nell’ultima sala, con gli scatti del fotografo siciliano. “Scianna non fotografa soltanto bambini istruiti che leggono nelle biblioteche, ma anche ragazzini poveri di tutte le parti del mondo che si impegnano nella lettura per darsi un futuro. Vogliamo che questa mostra lasci una prospettiva aperta e porti a interrogarsi sulle condizioni attuali degli altri paesi, ma anche sul destino della lettura nell’epoca della smaterializzazione del libro”, osserva Matteo Bianchi; e cita la ragazza pakistana Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace, quando dice: “Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”.

la mostra Leggere, leggere, leggere! Libri, giornali, lettere nella pittura dell’Ottocento. Con una sezione di fotografie dedicate alla lettura di Ferdinando Scianna Aperta sino al 24 gennaio 2016, Pinacoteca cantonale Giovanni Züst CH-6862 Rancate (Mendrisio). Tel.: +41 (0)91 816 47 91; www.ti.ch/zuest Il catalogo dell’esposizione è edito da SilvanaEdizioni.


Astrofood

Scorpione p. 40 – 41 di Patrizia Mezzanzanica ed Elvin Montesino

Passionale, magnetico, intenso e intelligente lo Scorpione ha anche fama di essere goloso e voluttuoso, sempre pronto a inebriarsi per i piaceri della tavola e per nulla schizzinoso. Il suo approccio al cibo è quasi famelico: poco importa cosa mangia purchÊ ce ne sia in abbondanza, i piatti siano vari, saporiti e stravaganti. Oppure esotici e sconosciuti...


Astrofood - Scorpione

Partecipare a un pranzo indigeno in qualche paese sperdu-

to nel mondo sarebbe, per lui, l’esperienza perfetta e state pur certi che gusterebbe non solo con disinvoltura, ma con grande piacevolezza, qualsiasi intruglio gli venisse servito. La grande curiosità che lo caratterizza gli fa, infatti, preferire piatti in qualche modo misteriosi, con ingredienti difficili da decifrare o dai sapori inusuali. A tavola gioisce per cibi che, ai più, suscitano perplessità se non aperto disgusto. Le interiora, le lumache, le anguille, le rane, il cervello, il formaggio con i vermi, la testina d’agnello e i testicoli del toro sono, per uno Scorpione, una autentica prelibatezza. Predilige i condimenti ricchi e intensi, adora il peperoncino e il pepe, che triterebbe ovunque, e qualsiasi tipo di spezia purché forte e saporita. Il Trinidad Moruga Scorpion, il peperoncino più piccante del mondo, non lo spaventa. Così come non lo spaventerebbe mangiare i ragni fritti che si cucinano in Cambogia, o gli occhi di tonno, che in Cina e Giappone si trovano in qualsiasi negozio di alimentari, o le escamoles messicane, larve di formiche fritte utilizzate nei tacos e nelle frittate. Per conquistare uno Scorpione a tavola bisogna, quindi, esagerare: antipasti di ogni genere e molto colorati, eccentrici accostamenti di sapori comunque carichi e decisi, ingredienti curiosi e atipici.

Osare, ma con tradizione Pur amando la cucina esotica, lo Scorpione sa però anche apprezzare quella tradizionale e casalinga. Crostacei e molluschi pregiati soddisfano sia il suo palato sia il suo desiderio di ricercatezza ed eccentricità mentre la carne, decisamente al sangue, da divorare a morsi robusti, rispecchia il suo lato sanguigno e famelico. Impazzisce per il cioccolato. E, ancor più, se accompagnato allo zenzero, o al peperoncino, o a qualsiasi delle sue spezie preferite. Eccitante e afrodisiaco è proprio il cioccolato, infatti, uno dei cibi che gli appassionati di cucina e astrologia abbinano più spesso allo Scorpione, il segno legato al sesso e alla sessualità. Ai fornelli dà il suo massimo solo se può misurarsi con la preparazione di un piatto fuori dagli schemi e complicato. Allora passione e coinvolgimento lo travolgono, ma non chiedetegli penne al pomodoro e basilico perché potrebbe giurarvi inimicizia eterna. E uno Scorpione come nemico non è consigliabile a nessuno. Come padrone di casa è attento e ospitale. Magari la sua zuppa marocchina a base di carne di agnello e spezie risulterà a voi un po’ indigesta, soprattutto a cena, ma la sua conversazione sarà così piacevole che riuscirete a dimenticarvene la pesantezza per gustarvi solo il profumo. Di gusti spartani lo Scorpione non ama i fronzoli o decorare eccessivamente la tavola. Ciò gli evita errori di gusto, in cui per indole potrebbe cadere, e permette ai suoi invitati di stare a tavola comodamente e in modo piacevolmente informale. Come ospite, invece, non ha peli sulla lingua. Se qualcosa non gli è piaciuto ve lo dice senza mezzi termini. Salvo poi pentirsene e cercare di rimediare complimentandosi per quanto bella sia la vostra casa o il vostro vestito. Gli piacciono i vini rossi corposi, i whisky invecchiati, la vodka da buttar giù tutta d’un fiato e, in generale, le alte gradazioni che regge benissimo.

Qualche ricetta Frittelle di ostriche 36 ostriche; 125 g di pan grattato; 3 uova; 3 limoni; 2 cucchiai di prezzemolo tritato; 200 g di maionese; 70 g di burro; 2 cucchiai di panna; erba cipollina; sale; pepe; peperoncino in polvere. Estrarre dal guscio i molluschi e cospargerli di pepe e peperoncino. Nel frattempo sbattere le uova col succo di un limone e un po’ di sale mentre, in un’altra terrina, mescolare il pan grattato con un cucchiaio di prezzemolo, il sale, il pepe e la scorza di mezzo limone grattugiata. Passare le ostriche nell’uovo e poi nel pan grattato, quindi friggere nel burro spruzzando il limone alla fine. In una ciotola amalgamare la maionese, la panna, il succo del terzo limone, l’erba cipollina e il prezzemolo. Servire le frittelle calde con la salsa.

Spaghetti al nero di seppia (2 persone) 300 g di seppioline; 200 g di spaghetti; olio d’oliva una spruzzata di salsa di pomodoro concentrato; una spruzzata di vino bianco; 1/2 cucchiaino di brodo di pesce; 1 spicchio d’aglio; 1 bustina di nero di seppia prezzemolo. Soffriggere l’aglio, aggiungere le seppioline e saltarle a fuoco alto. Spruzzare con il vino bianco quindi aggiungere il concentrato e mezzo cucchiaino di dado. Abbassare la fiamma e cuocere per 20 minuti. Nel frattempo scaldare l’acqua e cuocere gli spaghetti. Qualche minuto prima della cottura unire al pesce il nero di seppia e il prezzemolo, mescolare bene e, una volta pronti gli spaghetti, servirli con il sugo.

Muffin lussuriosi cioccolato, zenzero, cocco e cannella (12 muffin) 5 cucchiai di farina; 2 cucchiai di cacao amaro; 3 cucchiai di burro; 3 cucchiai di zucchero; 1 uovo; 2 cucchiai di farina di cocco; 3 cucchiai di latte; cioccolato fondente; zenzero grattugiato; cannella in polvere; noce moscata. Con le fruste montare il burro e lo zucchero fino a ottenere una crema. Aggiungere l’uovo, la farina, il lievito, il cacao, il cocco e il latte a filo, quindi miscelare il tutto con le fruste elettriche. Aggiungere lo zenzero grattugiato e il cioccolato a pezzetti. Mettere l’impasto ottenuto nei pirottini e cuocere in forno a 180 °C per 20 minuti. Una volta pronti, spolverizzare con la farina di cocco, la cannella e una grattugiata di noce moscata.


La domanda della settimana

L’OMS ha messo sotto accusa carni rosse e insaccati: cambierete le vostre abitudini alimentari?

Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro giovedì 12 novembre. I risultati appariranno sul numero 47 di Ticinosette.

Al quesito “A vostro parere, le vaccinazioni rappresentano un rischio maggiore rispetto alla possibilità di contrarre infezioni pericolose da parte di soggetti non vaccinati?” avete risposto:

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Astri ariete Con Venere e Marte in opposizione forte risveglio della vita sentimentale. Possibile gelosie o incomprensioni. Tra l’8 e il 9 emozioni amplificate. Riposo.

toro Crescita delle relazioni professionali baciate da una finora mai confessata attrazione fisica. Guadagni e successi per i nati nella seconda decade.

gemelli Potrete affrontare con serenità le incombenze saturnine e compiere le vostre scelte. Liberatevi da ogni zavorra. Cautela tra il 13 e il 14 novembre.

cancro Periodo favorevole per la gestione delle attività creative o professionali. Incontri e opportunità. Date retta al vostro intuito. Vita sociale in fermento.

leone Mercurio angolare. Non sono da escludersi disguidi nelle comunicazioni e malintesi. Pesate le parole. Dal 9 incremento della vita sociale e mondana.

vergine Momento professionalmente ideale. Colloqui di lavoro per i nati nell’ultima decade. Ottime idee. Spese per l’abbigliamento tra l’8 e il 9.

bilancia Eros alle stelle. Grazie a Marte dal 12 in poi sarete particolarmente determinati e non avrete alcun timore a esternare i vostri sentimenti. Scaricate le energie.

scorpione Determinati nella gestione della vostra vita professionale. Opportunità per i nati nella seconda e nella terza decade. Ipersensibili tra il 10 e il 12.

sagittario Venere favorevole per i nati in novembre. Polemici e aggressivi invece i nati nella terza decade fino al 12 novembre. Maggior riposo tra il 13 e il 14.

capricorno Colpi di fulmine e trasgressioni. Giove in trigono rende particolarmente fortunati i nati nella seconda decade. Intuitivi e sensibili alle occasioni.

acquario Improvviso fermento nel vostro mondo delle idee, della creatività e del cuore. Situazioni inaspettate tra l’8 e il 10 novembre. Malanni di stagione.

pesci Occasioni professionali. Aggressivi con il partner i nati nella terza decade stimolati nel proprio ego da Marte. Scaricatevi attraverso lo sport.


Gioca e vinci con Ticinosette

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La soluzione verrà pubblicata sul numero 47

Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90) entro giovedì 12 novembre e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 10 novembre a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!

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Orizzontali 1. Moltiplicare per tre • 10. C’è chi li tira in barca • 11. Ecogoniometro • 12. Allestisce lo stand • 14. La dea greca della discordia • 15. Un bello mitologico • 16. È simile alla cetra • 18. Lo fondò E. Mattei • 20. Combattimento • 22. Blasfemi • 24. Trafila • 26. Adesso • 27. Una lava l’altra • 29. La fine di Aramis • 31. Nodo centrale • 32. Il nome di Chiara • 34. Chi ne soffre fatica a respirare • 36. Riluttante alla leva • 38. Venuta a galla • 40. Malattia contagiosa • 43. Oriente • 44. Sei romani • 45. Il nome di Pacino • 46. Il bel Sharif • 47. Ama Tristano • 49. Privi di compagnia • 51. Parti teatrali • 53. È bella ma stupida • 54. Una droga. Verticali 1. Noto film del 2010 di Greg Berlanti con K. Heigl • 2. Riluttante • 3. Sfrontati, maleducati • 4. Devoto • 5. Sposa Osiride • 6. Fibra tessile • 7. Non firma la missiva • 8. Quasi uniche • 9. Epoche • 13. Società Anonima • 17. Interpretano ruoli • 19. Mangime per equini • 21. Dittongo in paese • 23. Quella del marinaio non è affidabile • 25. Mezza riga • 28. Cortili agresti • 30. Prive di malattie • 33. Il geloso verdiano • 35. Sfiniti, esausti • 37. Sta per “sangue” • 39. Oscuro • 41. Assicurazione Invalidità • 42. Vi sosta la carovana • 46. Due al cubo • 47. Raganella arborea • 48. Tribunale da ricorso • 50. Pari in forca • 52. Preposizione semplice.

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La soluzione del Concorso apparso il 23 ottobre è: LAPPONIA Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stato sorteggiato: Sandro Blank 6500 Bellinzona Al vincitore facciamo i nostri complimenti!

Premio in palio: buono per le offerte del tempo libero di RailAway FFS RailAway FFS offre 1 buono del valore di CHF 100.– per le sue offerte del tempo libero. Un esempio è l’offerta “Swiss Science Center Technorama” che include il viaggio in treno e l’entrata con il 10% di sconto.

Con RailAway FFS al Technorama. Uno straordinario parco avventura per grandi e piccini: il Technorama, il più grande centro scientifico d’Europa, offre un approccio giocoso al mondo della scienza e della tecnica. Bambini, ragazzi e adulti di qualsiasi età hanno la possibilità di cimentarsi con leve e manovelle per così imparare cose nuove. ffs.ch/technorama

Svaghi 43


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