Corriere del Ticino · laRegione · Tessiner Zeitung · chf 3.–
№ 7 del 12 febbraio 2016 · con Teleradio dal 14 al 20 febbraio
Nelle loro maNi
i ritratti di alcune donne autiste ticinesi, una professione di grande responsabilità per troppo tempo riservata agli uomini
Concorso. La foto del mese
Pubblichiamo la prima immagine selezionata tra quelle giunte in Redazione nell’ambito del concorso fotografico lanciato da “Ticinosette” ai lettori per il 2016. Il prossimo appuntamento è tra quattro settimane...
Equilibrio di Pierre Pellegrini
Tutti possono partecipare al concorso fotografico anche se, per ovvie ragioni sono, esclusi categoricamente i professionisti della fotografia (ma non gli apprendisti fotografi e altre persone in formazione). Nel corso del 2016 i partecipanti potranno inviare una sola foto per ogni sezione, anche in tempi diversi. Abbiamo definito alcune temi con i quali potete sbizzarrirvi: l’avventura, il ritratto, le stagioni, la leg-
gerezza e l’equilibrio. Ricordiamo che in ogni invio deve essere specificata la sezione a cui si intende concorrere, oltre al proprio nome e cognome, l’indirizzo e un recapito telefonico. Come già indicato, le immagini – che saranno accettate solo se inoltrate in alta risoluzione (300/320 ppi) in modo da consentirne la pubblicazione – dovranno essere inviate al seguente indirizzo di posta elettronica: phototicinosette@gmail.com.
Mensilmente pubblicheremo un’immagine selezionata tra quelle giunte nell’arco delle quattro settimane, e ritenuta la più interessante dal comitato di Redazione. Tra un mese verrà dunque pubblicata la seconda immagine selezionata e alla fine del 2016 le migliori saranno raccolte in un reportage. Il vincitore finale, selezionato sempre dalla Redazione, riceverà un premio in contanti di ben 400 franchi.
Ticinosette allegato settimanale N° 7 del 12.02.2016
Agorà Plagio. Copioni o letterati?
di
AlbA MinAdeo ..................................................
4
StefAniA briccolA .......................................
6
GiAncArlo fornASier .............................
7
MArco Jeitziner.............................................
8
Società Stefano Crespi. Svizzeritudine
di
Mobilità Strade e sicurezza. Troppo vicini
Impressum
Media Informazione. Qualità cercasi
di
di
Tiratura controllata
Recensioni Mangiare bere uomo donna / La cucina di Bahia
Chiusura redazionale
Vitae Mario Verga
63’212 copie
Venerdì 5 febbraio
Editore
Teleradio 7 SA Muzzano
di
di
Giulio cArretti .......
GAiA GriMAni; fotoGrAfiA di SAbine biederMAnn ...........................
Reportage Autiste. Nelle loro mani
di
9
10
Keri GonzAto; fotoGrAfie di rezA KhAtir .........
35
Redattore responsabile
Tendenze Coaching. Allenarsi alla vita
lAurA di corciA ......................................
40
Coredattore
Svaghi ....................................................................................................................
42
Fabio Martini
Giancarlo Fornasier
di
Photo editor Reza Khatir
Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55
Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 29 88 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticinosette è su Facebook
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(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona
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Strade più sicure, maleducati in crescita? Gli ultimi dati diffusi dall’Ufficio federale di statistica confermano come il numero totale di vittime della strada sia in continua diminuzione, con un’evoluzione molto positiva dal 2004 ai giorni nostri, periodo durante il quale i decessi sono quasi dimezzati. Nel 2014 abbiamo avuto 17.803 incidenti legati alla circolazione con danni alle persone; 243 sono state le vittime, ma ben 4.043 i feriti gravi e 17.478 quelli considerati “lievi”. Un indice molto positivo che ha svariate ragioni: dall’enorme sicurezza dei veicoli nei quali oggi viaggiamo, alle campagne di sensibilizzazione che negli anni si sono susseguite e indirizzate a tutti gli utenti della strada. E poi l’inasprimento delle pene (vedi “Via sicura”) e le modalità per il conseguimento della licenza di condurre. Ma anche la medicina e i soccorsi hanno un ruolo fondamentale nel salvare vite umane: il miglioramento dei tempi di intervento sul luogo dell’incidente, per esempio, può
evitare che questo da grave si trasformi in mortale. Oggi i veicoli targati in Svizzera sono oltre 6 milioni: nel solo 2015 sono state registrate 427.168 nuove immatricolazioni di mezzi stradali a motore (+7,7% rispetto al 2014), un valore mai registrato prima. Visto che il numero di strade e di chilometri asfaltati non è aumentato con le stesse percentuali, verrebbe da pensare che gli incidenti mortali diminuiscono anche perché negli anni la velocità media con la quale ci muoviamo è diminuita (basti pensare ai tempi di percorrenza oggi delle tratte Chiasso-Lugano o Bellinzona-Locarno). Ma più traffico significa anche maggiore nervosismo al volante e sovente molta, troppa distrazione: c’è chi in auto fa di tutto, spesso fregandosene degli altri utenti e della loro incolumità. E se le vittime della circolazione diminuiscono, il menefreghismo invece pare in preoccupante crescita. Buona lettura, Giancarlo Fornasier
Annunci locali
Publicitas Lugano tel. 091 910 35 65 fax 091 910 35 49 lugano@publicitas.ch
Numero di decessi in seguito a incidenti, secondo il vettore di trasporto
Publicitas Bellinzona tel. 091 821 42 00 fax 091 821 42 01 bellinzona@publicitas.ch
1800
Publicitas Chiasso tel. 091 695 11 00 fax 091 695 11 04 chiasso@publicitas.ch Publicitas Locarno tel. 091 759 67 00 fax 091 759 67 06 locarno@publicitas.ch
In copertina
Martina, autista a Locarno Fotografia ©Reza Khatir
2000 1600
Trasporto stradale
1400 1200 1000 800 600 400 200 0 1970
Aviazione civile
1975
Ferrovia
1980
1985
1990
1995
2000
2005
2010
2014
I suicidi non sono inclusi nella statistica. Nei (rari) casi di collisione tra treni e mezzi del trasporto stradale, le vittime sono attribuite a entrambi i vettori di trasporto. Fonti: USTRA, UST – Incidenti della circolazione stradale (SVU); UFT – Rapporto sulla sicurezza; SISI – Statistica degli incidenti aerei
© UST, Neuchâtel 2015
Copioni o letterati? Plagio. Qual è la sottile linea che separa ispirazione, fonte, imitazione, citazione, contaminazione, influsso, prestito, spunto dalla vera e propria appropriazione, dalla copia e dalla contraffazione? Un tema dibattuto da secoli nonostante il catalogo dei plagiari (e non) più famosi continui ad allungarsi di Alba Minadeo
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Q
Jonson immaginò che Crispino avesse copiato da Orazio. Fu solo nel 1886 che la Convenzione internazionale di Berna stabilì, per prima, il riconoscimento reciproco del diritto d’autore tra le nazioni aderenti.
Dietro le quinte della scrittura Nel dizionario Treccani leggiamo che “Il plagio consiste nel pubblicare o dare per propria l’opera letteraria, scientifica o artistica di altri e può essere considerato un illecito morale, che causa solo disistima e discredito, o un illecito giuridico ovvero contraffazione, vera e propria riproduzione dell’opera, anche parziale o mascherata, con violazione del diritto d’autore”. Già Virgilio pronunciò il famoso Sic vos non vobis (Così voi, non per voi), quando un attore si attribuì un suo epigramma. Nel I secolo d.C., il poeta romano Marziale denunciò un rivale per plagio. Pereant qui ante nos nostra dixerunt (Periscano quelli che prima di noi dissero le stesse cose), sentenziò invece Elio Donato, grammatico latino del IV secolo d.C. Nel suo dramma The Poetaster, l’autore elisabettiano Ben
L’elenco dei copioni In Francia esiste il Dictionnaire des plagiaires di Roland de Chaudenay, tra cui figurano: Voltaire, Lamartine, Stendhal, de Sade, Musset, Baudelaire, Zola, Anatole France, Lautréamont, Apollinaire, Cendrars, Montherlant, Guy des Cars e tanti altri. Sembra la storia della letteratura vista da dietro il sipario, dove eros creativo e vanità hanno la meglio su etica e onestà intellettuale. Anche nel saggio Plagiats, les coulisses de l’écriture di Hélène Maurel-Indart vengono citati i casi più clamorosi: accanto ai classici come La Fontaine, che prese da Esopo, Molière da Plauto, Valéry da Montaigne, ci sono Jean Vautrin, Régine Deforges, Jacques Gaillot, Jacques Attali, Louis Gardel e Calixthe Beyala. Nel 2003, l’immortale Henri Troyat fu condannato da un tribunale per contraffazione parziale, eppure i suoi colleghi dell’Accademia di Francia non lo sospesero. Nel 2011, Joseph Macé-Scaron, uno dei critici letterari francesi più in vista, plagiò Cronache da un grande paese di Bill Bryson per scrivere il suo Ticket d’entrée e vinse anche un premio. “Ho fatto une connerie”, disse poi, testuale. Così sembra volerlo giustificare lo stesso plagiato con una dichiarazione precedente al fatto: “Shakespeare era un magnifico raccontatore di storie, a patto che qualcuno le avesse raccontate prima. Non si faceva scrupolo di rubare trame, dialoghi, nomi, titoli o qualsiasi cosa facesse al caso suo”. Anche il romanzo di Michel Houellebecq La carta e il territorio contiene alcune parti prese qua e là sul web. Tra gli accusati italiani, oltre all’ultimo Saviano di ZeroZeroZero, ci sono Enzo Siciliano, Umberto Eco, Umberto Galimberti, Melania Mazzucco, Vittorio Sgarbi, Daniele Luttazzi, Corrado Augias, Rossana Campo e Susanna Tamaro. In Germania, Nietzsche e Brecht; in Spagna, il
uella parte dell’India […] verso il mezzodì […] corre dirittamente da settentrione ad ostro una catena di monti […] in vari seni… Questi frammenti ricordano “Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti tutto a seni e golfi…”. È stato Giuseppe Bonaviri a scoprire che la fonte per l’incipit de I promessi sposi di Alessandro Manzoni è l’inizio del capitolo “Dell’India” nell’Istoria della Compagnia di Gesù di Daniello Bartoli, storico gesuita del seicento. Così lo scrittore siciliano giustifica il gran lombardo nel suo libro L’Arenario: “come in un composto chimico possiamo avere una posizione differente di identici atomi […] in Manzoni troviamo il tentativo di rifarsi da quello bartoliano un proprio spazio stereografico”. In difesa del Manzoni viene lo stesso Bartoli che duecento anni prima, ne L’uomo di lettere difeso ed emendato, scriveva: “Chi si avvezza a leggere componimenti di nobili sensi e d’alte maniere, quasi ebbriato de’ medesimi spiriti, pare che non sappia più dire in altro modo che nobilmente”, tessendo involontariamente le lodi di se stesso. Dunque non si tratterebbe di plagio – come invece nel caso di D’Annunzio, denunciato dal critico Thovez per aver “copiato” da scrittori francesi e inglesi –, ma di ispirazione o imitazione.
a un robot svizzero che gira automaticamente le pagine mentre scansiona il libro), bisognerebbe rendere ancora più rigoroso l’obbligo di citare le fonti. Vero è che senza la possibilità di prendere spunto da altre opere, la letteratura non potrebbe esistere perché, come diceva Henry Miller, “siamo tutti plasmati su infiniti modelli precedenti” e, affermava Goethe, “La vera nostalgia deve sempre essere produttrice e creare una nuova cosa che sia migliore”. La scrittura è l’arte della distillazione, dell’alchimia, della trasmutazione. Ma, asserisce Carlo Bo, “una cosa è adoperare un testo altrui per crearne un altro che abbia vita autonoma, un’altra è copiare piatto piatto”. Se gli scrittori si ispirano, i saggisti riprendono trattazioni, gli artisti fanno citazioni, i comici parodie, gli architetti ridisegnano, gli sceneggiatori adattano i testi originali, gli autori televisivi i format, i pubblicitari bottinano senza pudore, gli universitari scannerizzano tesi, i musicisti rimaneggiano.
Francesco Hayez, Ritratto di Alessandro Manzoni, 1841
Nobel Cela; negli Stati Uniti, Joseph Heller e Luther King. Tra gli irlandesi, Swift e Sterne e, tra gli inglesi, Coleridge. In Russia, Nabokov venne accusato di aver copiato l’idea di Lolita da un breve racconto di uno scrittore tedesco sconosciuto, Heinz von Eschwege, apparso nel 1916 con lo stesso titolo. Ma esistono anche coincidenze o mode, come è l’esempio di Quo vadis? di Sienkiewicz che somiglia a Gli ultimi giorni di Pompei di Bulwer-Lytton. “Per poter parlare di plagio è necessario che il copiare […] carpisca la fiducia del lettore”, si legge sul Piccolo libro del plagio di Richard Posner. “ctrl+C” e “ctrl+V” Per copiare, una volta bisognava essere grandi lettori. Oggi basta navigare in rete. In un certo senso, fare qualcosa di creativo è diventato molto più difficile perché tutti possono usufruire del supporto internettico. Un tempo, solo gli eruditi potevano scoprire i plagi, oggi però ci sono i plagiarism checker, piattaforme che consentono di verificare i contenuti. Con la scoperta della stampa, fu inventato il copyright. Con la digitalizzazione universale di Google Books (che avviene a un ritmo di mille pagine l’ora, grazie
Quelli che copiano, o yeh! Quelli che piamente / Quelli che copiosamente… Così inizia la prima chanson di Jacques Prévert in “Paroles”. E su questa falsariga è stata costruita la title-track del famoso album del 1975 di Enzo Jannacci, Quelli che cantano dentro nei dischi perché ci hanno i figli da mantenere, oh yeh! La legge sostiene che “La parziale assonanza tra due composizioni musicali, casuale e limitata a poche battute, esclude che tra esse vi sia plagio, soprattutto quando esse si ispirano a diverse tradizioni musicali”. È il caso di Alla fiera dell’Est di Branduardi, adattamento del Chad Gadyà, canto pasquale ebraico. I plagi esistono in ogni settore, dal commercio alla scienza. Per esempio, Apple ha copiato la lancetta rossa dei secondi a forma di paletta dagli orologi delle stazioni svizzere. Alcune invenzioni di Tesla venivano dallo scienziato italiano Galileo Ferraris, mentre la paternità di alcuni brevetti del fisico americano per la trasmissione di informazioni via etere, tramite onde radio, fu precedentemente attribuita a Guglielmo Marconi. Perdonerete, infine, l’autrice per aver mutuato (copiato?) il titolo di uno dei paragrafi del presente articolo da un libro di Maurel-Indart. Anche Bruce Chatwin, del resto, nel suo Che ci faccio qui? riprese la celebre domanda che Rimbaud si pose una volta giunto in Etiopia.
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Svizzeritudine
Gli scritti di Stefano Crespi, raccolti in una recente pubblicazione, offrono uno scorcio illuminante sull’universo elvetico e le sue più intime e nascoste dimensioni di Stefania Briccola
Uscito per la casa editrice Le lettere, Nell’altrove della Sviz-
Società 6
per strada, nel bosco, nei campi, nell’osteria e nella sua stanza”. zera raccoglie scritti d’arte e di letteratura di Stefano Crespi. I suoi personaggi, a detta di Walter Benjamin, non hanno La selezione dei contributi – pubblicati dal critico nell’arco direzione e vengono dalla notte: “con una qualche luce di degli anni sulle pagine culturali del Corriere del Ticino e Il gioia negli occhi”. Sole 24 Ore – è illuminante per capire un mondo fatto di Max Frisch dal 1965 fino al 1991, anno della morte, elegge piccole patrie e, ancor più, di lembi di terra che diventano a suo buen retiro Berzona – poche case e una manciata di l’universo, di fame di vita e di spaesamenti comuni di abitanti nella valle Onsernone – che tra partenze e ritorni, incontri e viaggi diventa l’emblema fronte all’immensità dell’ignoto. del “mistero” della pagina bianca. Se la Svizzera nell’immaginario coNelle sue lezioni sulla letteratura, temune appare segnata da un codice nute al City College di New York nel di razionalità e puntualità, scandita 1981, dichiara di non avere nessuna dal grigio rassicurante delle banche teoria. Per lui conta: “l’indicibile, il e da una vita sociale fatta di riti bianco tra le parole, e sempre queste destinati a ripetersi, sul fronte della parole parlano di cose secondarie, di ciò creatività rivela una dimensione che in fondo non pensiamo”. E ricorda inafferrabile, segreta, affrancata che Il Quadrato nero (su fondo bianco) dalla storia. Si incontrano tra le di Malevich libera la visione dell’arpagine il Ticino in cui le ascendente “dal peso inutile dell’oggetto”. ze nordiche sono mitigate dalla luce Si descrivono Nell’Altrove della Svizmediterranea, Berna, pervasa da zera figure che sfuggono a una pura un’atmosfera grigia e da ritmi lenti lettura storicistica. Da una parte e inesorabili, dove s’insinua con artisti e letterati mostrano apertura levità “il vento di follia” dell’arte di verso le relazioni umane e le freMumprecht, ma anche l’eleganza quentazioni, dall’altra si congedano di Basilea e di Ginevra, il canton nell’interiorità della loro ricerca. AlGrigioni con la Bregaglia di Varlin e berto Giacometti coniuga l’austerità Giacometti e il Maloja di Segantini. della Bregaglia con la scena dell’arte Tuttavia la “svizzeritudine” viene di Parigi. Si avverte il senso di un declinata nell’assurdo di un nonesistere denso, solitario, talora duro, luogo o di un luogo impossibile, di tipico di una cultura incisa nella un altrove che sa liberare la forza metafora della montagna. dirompente dell’irrazionale. Robert Walser (da zibaldoni.it) In questo retroterra si inserisce anche Mario Botta, ricordato nel libro per una mostra tenuta Il bianco tra le parole Nelle parole di Stefano Crespi, questa caratterizzazione nel 2005 a Firenze, nell’aula della Gipsoteca dell’Istituto elvetica esprime “la dilemmaticità, la Stimmung del vano, d’arte di Porta Romana, e dedicata alle Architetture del sacro l’espressione del vento che, in una prosa di Walser, scorre tra i ca- che spiccano nella sua opera omnia. Le caratterizzano un pelli del poeta come una risata. Lo sfondo del vuoto e l’atto non costante dialogo tra segno arcaico e tensione verso l’infinito, abdicante della vita, in una smisurata reliquia dal volto umano”. consistenza della pietra e irrompere dell’invisibile. I suoi Una Svizzera dimenticata dalla storia in cui si apre un varco disegni rappresentano il confronto serrato e quotidiano di esperienze artistiche diverse, ma estreme da Paul Klee, con lo specchio del foglio bianco alla ricerca della verità. la cui espressione si colloca in un luogo “quasi da limbo”, a Un’abitudine questa in comune con lo scultore Alberto Varlin, che dipinge ogni aspetto della vita e i protagonisti Giacometti che in una delle sue ultime interviste all’allora dell’umana avventura in una grandezza anacronistica, e RTSI confessava di sentirsi in qualche un fallito, perché Giacometti che pensa che un’opera non possa mai essere malgrado le sue intenzioni non era ancora riuscito a fare finita e ingaggia una lotta impari per afferrare l’assoluto. una testa “come la vedeva”. In realtà, i suoi volti senza fine In un lembo dimora Robert Walser che si definì “uomo solo, raccontano proprio l’indicibilità dell’anima.
Troppo vicini
È l’infrazione al codice della strada forse più diffusa e all’origine di molti incidenti. Eppure è la meno sanzionata. Ma quando guidiamo sappiamo valutare la corretta distanza da chi ci precede? di Giancarlo Fornasier
“Tamponamento all’uscita di Lugano Sud, quattro feriti”. Il 26 gennaio scorso, verso le 21, a Paradiso alcuni veicoli si scontrano. Le immagini diffuse dai media mostrano automezzi con danni rilevanti, tali da escludere che si procedesse “a passo d’uomo”. Chissà se tra i conducenti delle vetture coinvolte qualcuno aveva letto l’opuscolo Guideresti a occhi chiusi per un secondo? che il Dipartimento delle Istituzioni aveva allegato alle imposte di circolazione, giunte negli stessi giorni ai tutti i possessori di veicoli? Si sarebbero ricordati che la disattenzione e il non rispetto della distanza di sicurezza causano da sole la metà degli incidenti gravi in autostrada.
Distanze, malcostume e sanzioni Non valutare questo tipo di dati oggettivi mentre si è alla guida significa commettere un’imprudenza ed essere passibili di sanzioni. Sulla base dell’attuale giurisprudenza – la Legge federale sulla circolazione stradale e l’Ordinanza sulle norme della circolazione – non mantenere una sufficiente distanza è da considerarsi un’infrazione da “medio-grave” a “grave”. Questo significa che si è passibili della revoca della licenza di condurre per un periodo variabile da minimo uno a tre mesi (e oltre). Ma come “calcolare” la distanza di sicurezza? Le autorità consigliano di porre tra noi e chi ci precede circa due secondi: in pratica basterebbe prendere come riferimento un Fermarsi oggetto o un segno Guidare disattenti siche la vettura davanti gnifica creare insicuha appena superato e rezza e disagio anche contare sino a due. Se in chi ci sta attorno, il vostro riferimento perché si rallenta, si è stato superato primodifica la traiettoria ma del tempo… siete di marcia e si frena troppo vicini. senza motivi apparenti; gli indicatori di Spazio di arresto = spazio di reazione + spazio di frenata (da vittimedellastrada.org) Chi frequenta le strade sa che questa infradirezione diventano un optional, non si presta attenzione ai cartelli e nemmeno zione è piuttosto diffusa anche in Ticino, tra auto e moto, nell’immettersi e nell’uscire da autostrade, strade cantonali ma anche tra furgoni e mezzi pesanti. All’inizio dello scorso e nelle località. Insomma, si guida senza rendersi conto del anno aveva fatto notizia il caso di un ticinese sanzionato in potenziale pericolo che si sta provocando, dimenticandosi modo pesante per essere stato “pizzicato” da una postazioche condurre un veicolo è soprattutto un esercizio di re- ne radar bernese mentre guidava troppo vicino – era a 1.6 sponsabilità sociale e collettiva. E una società dove si guida secondi – da chi lo precedeva (“Multe salate se non rispetti “male” e senza rispettare il codice della strada è sovente la distanza”, tio.ch, 4.2.2015). In quell’occasione l’Ufficio anche un paese dove la civiltà e il rispetto degli altri sono giuridico della Sezione della circolazione di Camorino affermò che non erano disponibili “statistiche dettagliate sul tendenzialmente deboli. “La distanza di sicurezza può essere definita come l’intervallo genere di Decreti di accusa annualmente emanati”, e dunque di spazio che ogni veicolo deve rispettare da quello che lo pre- era impossibile indicare “con precisione quanti di questi riguarcede, affinché sia in grado, in qualsiasi momento di fermarsi dano il mancato rispetto delle distanze di sicurezza”. senza tamponarlo”. È la definizione data dal Dipartimento, E 12 mesi più tardi le cose saranno cambiate? “Con i sistemi anche se non esiste una regola precisa per valutare questa informatici in dotazione non disponiamo purtroppo di statistiche distanza: le condizioni della strada, quelle atmosferiche, che ci permettano di individuare i dati (…) richiesti” è la risposta il grado di visibilità, il traffico (e dunque anche la velo- che riceviamo mentre siamo alla ricerca di qualche cifra. cità con la quale noi e gli altri veicoli procediamo) sono E ci invitano a “tentare presso il Ministero pubblico in quanto fattori determinanti e che vanno valutati da ogni singolo le relative sanzioni penali sono di sua competenza”. Purtroppo, automobilista. Così come è necessario considerare le con- al momento della chiusura di questo numero di Ticinosette dizioni del veicolo (dai freni agli ammortizzatori), il grado dal Ministero pubblico di Lugano non sono giunte novità. di carico del mezzo e, naturalmente, il tipo e le condizioni Personalmente non conosco nessuno che abbia ricevuto una sanzione per questo tipo di infrazione. E voi? del fondo stradale (asfalto, sterrato, strada bagnata ecc.).
Mobilità 7
Qualità cercasi
Secondo un recente studio la qualità dell’informazione in Svizzera va peggiorando. Con quali ricadute per la democrazia? di Marco Jeitziner
In Svizzera si assiste a “una qualità complessivamente in calo
disaffezione dei giovani alla politica (oltre che l’attenzione “strumentale” dei politici verso i giovani). Ebbene, non a caso ciò avviene sempre di più anche coi media da parte dei giovani, mentre si assiste a una “crescente politicizzazione” dei media, dice lo studio. A riguardo, leggiamo che “(…) nel periodo tra il 2009 e il 2015 diminuisce nettamente la percentuale di giovani adulti, di età compresa tra 16 e 29 anni, che si informano regolarmente tramite offerte d’informazione professionali dei generi stampa, radio o televisione”. Non è una novità. Sempre più spesso i giovani snobbano i media tradizionali, mentre sul web preferiscono le soft news (testi di agenzie, comunicati stampa preconfezionati ecc.) cioè “notizie brevi con uno scarso servizio di contestualizzazione”. Il ridotto interesse di molti giovani ad apLa politica acconsente? profondire i fatti dovrebbe preoccupare “La qualità della democrazia dipende dalseriamente. Perché se ne infischiano? la qualità della comunicazione pubblica Con quale cognizione poi agiscono, dei media”, dice lo studio. Che i media votano o consumano? È tuttavia un giochino un ruolo fondamentale nella fatto che i portali online e le reti sociali formazione dell’opinione nei cittadini stiano modificando non solo l’inforè cosa nota: se l’informazione è scamazione, ma anche il giornalismo. dente come si fa a capire la complessità Ne avevamo parlato in relazione alla della nostra società? Dunque quale massiccia informazione sportiva4: oggi informazione si vuole? Per chi, avevamo un po’ ironizzato su Ticinosette (n. chiunque può raccontare i fatti e dare 22/2013), e come scrivono i giornalisti? notizie, ma poi? Si tratta del cosiddetto Jacques-Joseph Tissot, Leggendo il giornale, 1873 Sono domande che in Ticino, con la “giornalismo partecipativo” (citizen sua altissima densità mediatica, dovremmo porci più spes- journalism) secondo cui “siamo tutti giornalisti” e che fa so. Infatti, se l’informazione è un diritto dei cittadini c’è venire la pelle d’oca a parecchi colleghi. Se questo sarà il ovviamente anche un dovere (professionale, etico, deonto- futuro si prefigurerebbero scenari sempre più inquietanti logico) dei giornalisti di informare bene e compiutamente. di disinformazione, ignoranza, superficialità, manipolaSecondo lo studio, a parte i progressi di alcuni media (radio/ zione, populismo ecc. Il progetto europeo di ricerca “Media ACT”5, a cui la Svizzera partecipa, conferma la criticità TV pubblica, qualche TV privata e portale), non sembra che ciò avvenga spesso. Questo scenario mette profondamente di questa tendenza. in discussione la Svizzera come paese “più democratico del Infine, in Ticino l’autorità politica ama ancora pensare a mondo”. Dunque? Nel 2003 a Berna una commissione po- un cantone i cui media sono “lo strumento privilegiato per litica, preoccupata dalle crescenti concentrazioni in ambito seguire e capire” i fatti cantonali e nazionali6 . Ma lo studio informativo e mediatico, chiese al governo di modificare la zurighese non dice il contrario? costituzione. Il governo si limitò a dire che i media “hanno la taglia critica e il potenziale economico necessario per fornire prestazioni giornalistiche professionali e di qualità”3. Sono note passati un po’ di anni, sono nate nuove concentrazioni 1 I media della Svizzera italiana considerati erano: “Corriere del e oggi lo studio zurighese smentisce il governo, dicendo Ticino” (stampa/web), “20 Minuti”, “Il Caffè”, “RSI” (radio/TV), “Radio3i”, “TeleTicino”, “Ticinonline”. che “va dissolvendosi l’antico consenso di politica mediatica”. dal 2010” nella “maggior parte delle testate mediatiche analizzate”1, afferma l’ultimo “Annuario dei media”, il sesto, pubblicato dall’università di Zurigo a fine ottobre. Inoltre, “della scarsità di risorse finanziarie, di personale e di tempo nel giornalismo d’informazione risente soprattutto il servizio di contestualizzazione. Le notizie episodiche acquistano importanza. Così, i cittadini vengono sempre più spesso lasciati soli nell’interpretare complesse situazioni politiche, sociali ed economiche”2. Sono alcune delle preoccupanti conclusioni a cui i media hanno solo accennato, ma che riguardano non tanto il loro futuro, quanto quello della democrazia.
Media 8
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L’era dei nuovi lettori Sempre su queste pagine (“La politica e gli invisibili”, Ticinosette n. 4/2015) tentammo di argomentare l’endemica
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foeg.uzh.ch/jahrbuch/Medienmitteilung_JB_2015_it.pdf admin.ch/opc/fr/federal-gazette/2003/5697.pdf. “Nuovi media, stesso sport?”, in Ticinosette n. 6/2014. mediaact.eu/ Da “Il Ticino in breve”, Dipartimento delle Istituzioni, 2012.
Visioni Oltre i fornelli di Giulio Carretti
Uscito nelle sale oltre vent’anni fa questo film di Ang Lee merita di essere rivisto, soprattutto alla luce della ormai stomachevole sovraesposizione che i media, soprattutto televisivi, da circa una decina d’anni dedicano al tema del cibo e della cucina d’autore. Un fenomeno che meriterebbe di essere analizzato da un sociologo data la sua estensione e complessità ma che non deve scoraggiarci perché, almeno nel caso del multiforme ed eclettico cineasta e sceneggiatore taiwanese, il cibo diventa l’occasione per tessere una trama di una commedia acuta, divertente e originale. Al centro della vicenda la famiglia di un noto cuoco di Taipei e del suo complesso rapporto con le tre figlie ormai in età da marito. Tre donne assai diverse – la prima è una professoressa di chimica, la seconda una donna in carriera impiegata in una
compagnia area e la terza una studentessa che si mantiene lavorando in un fast-food – alle prese con i problemi legati alla ricerca di una relazione stabile e all’affermazione nel mondo del lavoro. Sui forti legami ma anche sui contrasti fra le tre donne e il padre vedovo (figura centrale della pellicola, capace di rivelare tratti insospettati e una sensazionale saggezza), si regge l’intera trama, tessuta da Lee con intelligenza e sottile ironia (non a caso il film ebbe una nomination all’Oscar come migliore film straniero). Un film da assaporare nella sua interezza come una pietanza raffinata e leggera (fantastica la scena della cucina nelle prime sequenze) che descrive con perspicacia le trasformazioni di un paese in bilico fra il sogno di una ricchezza ormai alle porte e le tradizioni di una cultura millenaria più subita che realmente sentita.
Cyclette a casa o palestra? <wm>10CAsNsjY0MDQx0TW2NDGxMAAAj0lN8w8AAAA=</wm>
Mangiare bere uomo donna di Ang Lee USA/Taiwan, 1994
PRIMA MANGIA poi decidi
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Offerta a seconda della regione.
Per una buona sensazione di pancia.
Letture Il gusto di Jorge di Giulio Carretti
Il grande scrittore brasiliano Jorge Amado, uno dei più acuti e conosciuti intellettuali brasiliani del secolo scorso (era nato nel 1912 a Itabunana, nello stato di Bahia, nella cui capitale muore nel 2001), è forse lo scrittore che più di ogni altro ha saputo leggere e descrivere la società e le profonde contraddizioni del grande paese sudamericano. Noto in Europa soprattutto per i suoi romanzi – in realtà egli ha svolto una lunga e intensa attività politica nelle fila del partito comunista –, Amado è stato il cantore e l’interprete del meticciato culturale brasiliano, della “negritudine”, ma anche dei ceti più deboli oppressi da una borghesia insensibile ed egoista. Alla fine della sua carriera egli diede alle stampe questo particolarissimo libro, fortemente voluto dalla figlia Paloma, curatrice delle sue opere, consapevole del ruolo
che il cibo, come strumento di comunione fra le persone e testimonianza della complessità sociale del Brasile, aveva ricoperto nella produzione letteraria del padre. Nasce così un volume divertente e appassionato, interamente dedicato alla cucina di Bahia, una città che è stata crocevia di culture e tradizioni lontanissime (è indispensabile ricordare che la città fu il più importante centro del traffico degli schiavi in Brasile e l’impronta africana ha lasciato un solco profondo sia in termini di sincretismo religioso sia sul piano culturale, dalla danza alla musica, dalle arti marziali alla cucina). Non si tratta quindi di un ricettario d’autore ma di un testo che considera il cibo alla stregua di uno strumento culturale vivo, capace di restituirci sensazioni uniche e al contempo di insegnarci chi siamo e da dove giungiamo.
La cucina di Bahia, ovvero Il libro di cucina di Pedro Archanjo e le merende di Dona Flor di Jorge Amado Einaudi, 1998
S
ono nato a Basilea il 24 settembre 1949. Avevo appena due anni quando, nel 1951, la mia famiglia si è trasferita a Chiasso nelle case Domus di via Lucchini, dove ho vissuto sino al 1958, per spostarmi poi in via Spinée a Vacallo. In quegli anni il quartiere di via Soldini era praticamente adiacente alle due rogge che scendevano dalla Val Morea, il Faloppia e il Roncaglia. Nelle acque del Faloppia, che alimentava il mulino, nuotavano anche i gamberi di fiume che attiravano l’attenzione e la curiosità di noi bambini. Le costruzioni erano poche e si poteva tranquillamente giocare nei prati circostanti e soprattutto al Penz, dove costruivamo le nostre capanne. Vi erano i magazzini comunali e il campo d’allenamento della squadra di calcio, dove spesso e volentieri imbastivamo partite di pallone. Erano anni bellissimi per noi ragazzi perché si andava a scuola a piedi e la città moderna nasceva sotto i nostri occhi con la realizzazione di tutti i fasci dei binari della stazione internazionale. Si sono susseguiti poi, nella mia vita, momenti più o meno importanti: dalla laurea al brevetto d’avvocato e notaio, all’incontro con mia moglie Rita, con la quale da ormai quarant’anni anni condivido lo stesso tetto e la mia vita. La mia esistenza è stata costruita e vissuta all’interno della famiglia, allietata nel 1987 dalla nascita di mia figlia Ilaria. La mia professione mi piace e ha molti lati positivi fra cui il dialogo con la gente, la propensione a consigliare e la mansione notarile che mi ha sempre particolarmente interessato. Negli anni mi sono occupato a fondo nella valorizzazione della mia attività professionale, ricoprendo diverse cariche in seno all’Ordine dei notai del cantone Ticino e al Comitato di amicizia dei Notai Lombardo Ticinese. Da oltre 25 anni vivo nel mondo Raiffeisen che è diventato per me una seconda famiglia e sono attualmente ancora Presidente della Federazione Banche Raiffeisen Ticino e Moesano. Da qualche anno, però, i miei ritmi di lavoro sono diminuiti, pur rimanendo attivo e ancora titolare di uno studio legale e notarile. Gradualmente ho iniziato a riprendere gli spazi per le mie passioni e per me stesso e ne approfitto anche per allungare le vacanze in montagna e nelle città d’arte. Ed è proprio in una città d’arte come
Strasburgo che, trent’anni or sono è nata, quasi per gioco la mia passione. Curiosando tra le bancarelle del mercatino dell’antiquariato ho “incontrato” casualmente le prime cartoline che sono diventate l’inizio della mia raccolta. Stimolato dal compianto amico Gino Macconi, ho poi ampliato la collezione, frequentando mercatini di mezza Europa alla ricerca della cartolina rara. Nel corso degli anni ho volutamente limitato la raccolta a Chiasso, città dove sono le mie radici, e al Mendrisiotto e Basso Ceresio. La cartolina postale ha sempre avuto per me un grande fascino: nel 2012, durante un periodo di malattia, ho cominciato a pensare al modo di pubblicare parzialmente una parte della mia collezione. Tuttavia non una pubblicazione statica d’immagini del tempo che fu, ma un confronto fra l’immagine di allora e la realtà odierna per documentarne i cambiamenti intervenuti nell’architettura, nei costumi e nel tessuto sociale. Il rapporto di amicizia con l’artista fotografa Lydia Stadler Centonze, alla quale ho confidato questa mia intenzione, è stato fondamentale per la nascita del libro e, dopo tre anni in cui coltivavo il sogno solo nel cassetto, l’idea è piaciuta e si è sviluppata in maniera rapida, dando vita a Angoli di Chiasso ieri e oggi. A parte questo hobby, accompagnato da buone letture, tutta la mia esistenza è stata costruita e vissuta all’interno della famiglia; lavoro e passioni hanno poi sempre trovato la giusta dimensione inserendosi armoniosamente negli impegni familiari. Attivo fin da ragazzo negli esploratori, ho coltivato una grande passione per la montagna e per le passeggiate nella natura che costituiscono momenti di piacevole rilassamento. Passeggio di frequente tra Vacallo e Morbio, ascoltando musica e in estate non disdegno di salire su qualche alpe o capanna in Engadina, dove vado spesso e volentieri in vacanza. Nel silenzio della natura ritrovo me stesso, mi prendo, per così dire, le misure e nell’immensità che mi circonda trovo quella serenità e quella pace che mi consentono di affrontare la vita da una prospettiva più alta.
MARIO VERGA
Vitae 10
Avvocato e notaio, collezionista di cartoline, ha appena pubblicato un libro in cui si scoprono cose singolari, come il treno che una volta giungeva al confine di Chiasso per poi tornare indietro
testimonianza raccolta da Gaia Grimani fotografia ©Sabine Biedermann
In mani sicure di Keri Gonzato; fotografie ©Reza Khatir
Maria, Lugano
Autista di bus da 14 anni, 7 anni in Portogallo e 7 per TPL Sogni. Non ho sogni da realizzare, sono riuscita a realizzare tutto quello che volevo. Amo la mia famiglia, mi piace il lavoro che faccio. Forse una piccola cosa, mi manca guidare e vorrei acquistare una Fiat 500 d’epoca! Mi ritengo una persona affidabile, positiva, solare, spericolata e molto dinamica, una che non si ferma mai, che deve produrre qualcosa ogni giorno. Sono di origine portoghese, in Ticino da 7 anni, ho 38 anni, sposata da 18, con 2 figlie, di 17 e 2 anni. Da sempre nutro la passione per la guida dei mezzi pesanti… A 12 anni già guidavo e a 14 sono scappata con la macchina di papà, attraversando la città e percorrendo più di 10 km: ero convinta di essere già grande! Ho tutte le patenti, amo guidare la moto e… a 16 anni ho seguito un corso di paracadutismo e ho all’attivo 13 salti!
“Vivere il presente al massimo, progettando il futuro con lo stesso entusiasmo”
Petra, Lugano
Autista di bus da 3 anni, prima per l’autopostale a Mendrisio ed ora per TPL Sogni. Per scaramanzia non rivelo i miei sogni… Sono del segno del Toro e questo la dice lunga… Sono leale, paziente e onesta, tanto quanto testarda e intollerante rispetto alle ingiustizie! Dopo la Scuola professionale di commercio di Bellinzona, ho lavorato nel settore amministrativo e alberghiero. Ho cambiato tutto perché sentivo il bisogno di una sfida in un ambito nuovo. Del mio lavoro oggi amo il contatto con la gente e l’indipendenza, siamo una sorta di liberi professionisti dato che ogni mattina l’azienda ci affida un veicolo dandoci piena fiducia. Quando non lavoro amo viaggiare, tra mare e montagna, e mi sto appassionando alla barca a vela. La vita mi ha insegnato a essere realista, mi prefiggo degli obiettivi che sono certa di poter raggiungere e mi metto in marcia!
“Alcune persone sognano cose importanti , altre stanno sveglie e le realizzano”
Tanja, Lugano
Autista di bus da 4 anni per TPL Sogni. Il mio obiettivo nella vita è semplicemente questo, continuare a fare le cose che amo e farlo nel miglior modo possibile. Da piccola, nelle vacanze estive, passavo ore sul camion con lo zio… Mi sentivo grande e mi piaceva vedere nello specchietto il rimorchio articolato, che segue come il velo la sposa: non mi sembrava un lavoro solo per uomini! Sono nata il 10 ottobre del 1985 in Bosnia ed Herzegovina e successivamente mi sono trasferita in Svizzera con i miei. Dopo gli studi in economia e commercio ho cambiato rotta. A Lugano, vedevo solo due donne autiste e mi sono detta: “Voglio essere la terza!”. Quando, a 25 anni, ho preso la patente per camion e bus, mio papà mi ha detto: “Sbatti la testa anche contro il muro però dove vuoi arrivare arrivi”. Non l‘ho fatto per dimostrare nulla ma perché mi piace veramente… Non è sempre facile, tra traffico, utenza arrabbiata per il ritardo, macchine parcheggiate alle fermate. Iniziare con il turno delle 06:12 e finire alle 09:58 può mandare in tilt, ma ci ricorda che dobbiamo vivere ogni minuto della vita! Io lo faccio, amando le persone care, disegnando e creando quello che mi trasmettono le mie ispirazioni (facendo shopping, per esempio!), esplorando luoghi nuovi, conoscendo persone, coltivando il contatto con la natura e assaporando il mare!
“Vivo a modo mio”
Martina, Locarno
Autista di bus da 5 anni presso l’autopostale di Bellinzona Sogni. Uno dei miei sogni è quello di visitare gli Stati Uniti d‘America e soprattutto percorrere la route 66, magari a bordo di una vecchia Camaro. Sono una persona semplice che ama la tranquillità e la riservatezza. Sarta di professione, ho cambiato idea dopo aver fatto alcune esperienze lavorative in questo campo. Qualche viaggio all’estero e qualche lavoro saltuario mi hanno convinta a dare l’esame per la patente del camion, e poi per il bus, cercando di unire due delle mie passioni: viaggiare e guidare. Un aspetto un po’ spiacevole del mio lavoro è il fatto di essere poco considerati: a volte la gente si accorge dell’autista solo nei casi in cui commette qualche sbaglio, dimenticandosi che siamo umani anche noi… Detto questo, sono molto felice del mio lavoro!
“Non sapendo cosa ci riserva il futuro dico sempre: un anno alla volta, chi vivrà vedrà”
Maria, Bellinzona
Autista di autobus da 10 anni, per il bus scolastico nella zona di Cugnasco, presso una ditta locarnese e ora per l’autopostale di Lugano. Sogni. Vedere la nostra piccola azienda agricola familiare diventare una grande azienda, con la futura gestione dei figli Kevin e Giorgia. Il mio sogno di fare la patente per i camion e guidare mezzi pesanti è nato a 18 anni per poi realizzarsi a 40! Amo molto la famiglia, la casa, la nostra azienda agricola, ma… ho anche bisogno di stare a contatto con la vita sociale, evadendo dal ruolo di mamma, casalinga, moglie, motivo per cui ho deciso di esercitare la professione sognata fin dall’adolescenza. Sono una persona paziente ma perspicace e ho un carattere determinato. Anche quando professionalmente incontro pregiudizi perché sono una donna, do sempre il massimo per ottenere quello che desidero. Amo e apprezzo ciò che la vita mi ha dato finora, la mia famiglia, i miei animali, la nostra piccola azienda agricola, la mia vita professionale in qualità di conducente d’autopostale, il contatto quotidiano con gli utenti. Non cambierei nulla di tutto questo…
“Pensa positivo… i sogni si possono avverare!”
Coaching Allenarsi alla vita
Dal seme alla pianta: questo il percorso ideale su cui si basa il coaching. Una pratica tutta centrata sui risultati e molto meno impegnativa dellâ&#x20AC;&#x2122;analisi e della psicoterapia Tendenze p. 40 â&#x20AC;&#x201C; 41 | di Laura Di Corcia; illustrazione ŠAlexander Labramov
Ciascuno di noi ha delle potenzialità latenti che, una volta individuate, possono essere utilizzate per realizzare i propri sogni e le proprie aspettative. Il coach, quindi, altro non è che un allenatore esistenziale che elabora una strategia, ogni volta mirata e personale, per fare in modo che il nostro progetto di vita prenda forma, stimolando in particolare la nostra motivazione e l’autostima
L’ALLENATORE DEL CUORE C’è chi crede che incontrare il principe azzurro o la principessa rosa e rimanerci insieme a lungo sia solo una questione di fortuna o di destino: se diceste una cosa del genere a un love coach come minimo vi sbranerebbe. Il love coaching, infatti, pare essere la risposta più convincente per tutte quelle persone che da tempo brancolano nel buio, trascinandosi da una relazione all’altra. Una metodica adatta ai single che non riescono a trovare l’uomo e la donna dei propri sogni o per coloro che sono appena usciti da una relazione sentimentale. Il coach fornisce al cliente tutta una serie di tecniche che aiutano a gestire meglio le proprie emozioni e ad aumentare la propria autostima. Amando se stessi, non si potrà non attrarre il proprio partner ideale. Nello specifico, durante le sessioni di love coaching chi vi si sottopone impara a gestire i propri contatti e le relazioni, a conoscere i propri punti di forza, a presentarsi al meglio, a curare la propria immagine. Non solo: i love coach insegnano come essere al top al primo appuntamento e persino come comunicare e sedurre ai tempi di Facebook… Il love coaching prevede sessioni individuali, di gruppo o di coppia. Fra i vari percorsi proposti ci sono quelli per essere impeccabili agli appuntamenti, il percorso dedicato a chi ha appena
concluso una relazione e quello per chi volesse tornare con l’ex. IL LAVORO DEI PROPRI SOGNI “Mollo tutto e apro un bar su un’isoletta ai Tropici”. Possiamo battezzare questa frase come il sogno della svolta new age. Sono dichiarazioni che si sentono spesso e che indicano un certo malessere nei confronti di un mondo del lavoro sempre più competitivo e le cui caratteristiche di umanità sono ormai nostalgie per menti facili alla regressione. Se vi chiedete (non importa a che età) cosa volete fare da grandi e come potreste spendere meglio il vostro curriculum, non c’è nulla di meglio che intraprendere un percorso di coaching incentrato sul settore professionale. Prima di tutto è necessario fare chiarezza, chiedersi che cosa si vuole veramente. Siete bancari ma sognate di diventare chef? Oppure lavorate come insegnanti ma vorreste dedicarvi aprire un bed & breakfast in Toscana? In secondo luogo il coach aiuterà il suo cliente nell’esame delle possibilità di realizzare concretamente i propri sogni, grazie a un confronto con le offerte del mercato del lavoro. Un esempio di percorso? In primo luogo bisogna definire aspettative e obiettivi, poi è utile individuare quelle che possiamo chiamare caratteristiche personali. Non vi conviene puntare sull’arteterapia, per esempio, se siete allergici ai pastelli e ai pennelli. In questo senso è bene individuare con un certo rigore gli ostacoli. Volete aprire una catena di ristoranti? Beh, se non avete un padre miliardario, forse è meglio puntare su una tavola fredda in centro. Infine, col vostro coach di fiducia valuterete le competenze acquisite e provvederete insieme a tracciare un disegno del profilo professionale e un confronto serio e onesto con il mercato. Non solo: il coach del lavoro vi aiuterà a redigere il curriculum vitae nel migliore dei modi possibili, a tradurlo
in inglese, a elaborare la lettera di presentazione e a individuare un piano per le ricerche di lavoro. A DIETA CON IL COACH La forma fisica è uno dei traguardi più difficili da raggiungere. Ma attenzione: mangiare tre carote al giorno fino a quando non si raggiunge il peso desiderato non è esattamente la strada migliore da percorrere. Bando, quindi, alle diete restrittive e all’ansiogeno calcolo delle calorie: il coach nutrizionale, utilizzando le dietetica ma anche tecniche di tipo psicologico, punta soprattutto all’equilibrio psico-fisico e al benessere generale. L’alimentazione, infatti, è anche e soprattutto una questione di testa. Lo scopo del coaching nutrizionale è proprio quello di scoprire la causa (o le cause) dell’eccesso ponderale, sostituendo il concetto di dieta quantitativa con quello di dieta qualitativa. Seguendo un percorso di questo tipo imparerete a dimagrire senza contare i grammi, a distinguere fra alimenti sani e alimenti dannosi e a coniugare il piacere della tavola con la salute. Ma c’è di più: il diet coach vi aiuterà a fare la spesa in modo intelligente e a cenare al ristorante senza sacrifici o rimorsi, aiutandovi a trovare l’energia e le motivazioni necessarie per recuperare forma fisica e benessere interiore. PER SAPERNE DI PIÙ Un percorso di coaching normalmente è più breve di una psicoterapia (da preferirsi in casi di profondo malessere psicologico) e può durare dai 3 ai 12 mesi. Non è necessario che coach e paziente siano nello stesso luogo: molto spesso si possono effettuare le sedute, che solitamente durano un’oretta, per Skype o anche per telefono. In Svizzera le sedute costano dai 150 ai 200 franchi, in Italia dagli 80 ai 200 euro, fino a 600 euro, quando si tratti di coach particolarmente riconosciuti a livello internazionale.
La domanda della settimana
Siete mai stati multati o sanzionati per non avere tenuto una sufficiente “distanza di sicurezza” da chi vi precedeva mentre eravate alla guida?
Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro giovedì 18 febbraio. I risultati appariranno sul numero 9 di Ticinosette.
Al quesito “Vi capita sovente di lasciare luci ed elettrodomestici accesi o in «stand by» anche se non vegono utilizzati?” avete risposto:
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Astri ariete A partire dal 18 Venere influenzerà la vita amorosa. Con Saturno e Urano favorevoli passi in avanti nella vostra vita professionale. Svolte inaspettate.
toro San Valentino karmico. Venere, unitamente all’arrivo del Nodo Lunare e alla congiunzione di Mercurio con Plutone vi spinge nelle braccia del destino.
gemelli Colpi di fulmine. Potrebbero venir meno alcune delle vostre più radicate convinzioni. Guardatevi dentro. Occasioni inaspettate per creativi e artisti.
cancro Eventi inaspettati. Assai determinati i nati nella terza decade stimolati da Marte. Attenti a non adottare atteggiamenti autodistruttivi. Bene il 14.
leone Particolarmente irascibili per San Valentino. Vi sentite molto suscettibili. Riposo per i nati nella terza decade. Imparate a fare una cosa alla volta.
vergine Incontro con il destino favorito dai Nodi Lunari. Eros alle stelle per i nati in settembre. Puntate dritto verso la realizzazione dei vostri sogni.
bilancia Mercurio favorevole a partire dal 14 febbraio. Lucidità mentale. Incontri sentimentali con persone dallo spirito anticonformista. Bene dal 18 in poi.
scorpione Controllate la rabbia, ma colpite chi merita d’esser colpito. Scaricatevi con uno sport. Tensioni tra il 14 e il 15. Iperattività per i nati in novembre.
sagittario Favorite le professionalità creative. Introiti dall’informatica. Sviluppo tecnologico di ogni vostra attività. Riposo tra il 16 e il 17. Viaggi e trasferte.
capricorno Tra il 25 e il 27 la Luna di transito in Bilancia: effetti imprevedibili. Rottura improvvisa dai fattori limitanti. Determinati i nati nella terza decade.
acquario State per dare campo a nuove progettualità. Positive le giornate comprese tra il 25 e il 27. Marte ancora disarmonico per i nati nella terza decade.
pesci Periodo ricco di incontri, stimoli e opportunità. Momento favorevole solo per chi sa dove andare. Non adottate politiche attendiste. Tensioni sul lavoro.
Gioca e vinci con Ticinosette
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Orizzontali 1. Armoniosa avvenenza • 10. Vasto continente • 11. Una gara per centauri • 12. Vaso panciuto • 14. Nel centro di Como • 15. I confini di Roveredo • 16. Vivono in solitudine • 17. Fiume italiano • 18. Pena nel cuore • 19. Negazione • 20. Architetto spagnolo • 22. Dittongo in baita • 23. Il dio egizio del sole • 24. Svezia e Thailandia • 25. Ripida • 27. Preparato per la semina • 28. Precipizi • 29. La fine di Belfagor • 30. Città della Pennsylvania • 31. Gigari • 32. Una nota e un articolo • 33. I confini del Ticino • 34. Mezza riga • 35. Le iniziali di un Luttazzi • 36. Est-Ovest • 37. Il re di Shakespeare • 39. Il maestro della relatività • 42. Celestiali • 43. Serraglio • 45. Ne ebbe sette Barbablù • 47. È vicino a Bioggio • 48. La città del Palio Verticali 1. Il film con Jep Gambardella diretto da Sorrentino • 2. Il poeta di Ascra • 3. Per l’appunto • 4. Competere • 5. Antico Testamento • 6. Son simili ai cammelli • 7. Bella città romagnola • 8. Italia e Austria • 9. Caimani • 13. Superficie • 21. Metallo radioattivo • 22. Oscuri per il poeta • 24. Una materia ricca di date • 26. Campestri • 31. Lido sabbioso • 33. Feticcio indiano • 36. Oriente • 37. Città del Belgio • 38. La Silvia vestale • 40. Gas luminoso • 41. Il noto Ramazzotti • 44. Pari in borgo • 46. Preposizione semplice
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La soluzione verrà pubblicata sul numero 9
Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90) entro giovedì 18 febbraio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 16 febbraio a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!
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La soluzione del Concorso apparso il 29 gennaio è: RIPARATO Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stato sorteggiato: Mario Rorotini 6616 Losone Al vincitore facciamo i nostri complimenti!
Premio in palio: un Rail Check da CHF 150.– Con l’abbonamento annuale Arcobaleno gli adulti viaggiano 12 mesi pagandone solo 9, i giovani viaggiano 12 mesi pagandone solo 7. Gli abbonati annuali beneficiano inoltre di sconti e promozioni del programma fedeltà a loro dedicato. arcobalenopremia.ch
5.– franchi al giorno. arcobaleno.ch
Arcobaleno offre un Rail Check da CHF 150.– a uno dei fortunati concorrenti che comunicheranno la soluzione corretta del cruciverba.
Svaghi 43
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