Ticino7

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№ 29 del 15 luglio 2016 · con Teleradio dal 17 al 23 luglio

TRA CIELO E TERRA

Elemento dal grande valore simbolico, la luce gioca un ruolo centrale nell,architettura degli edifici religiosi

Corriere del Ticino · laRegione · chf 3.–



Ticinosette allegato settimanale N° 29 del 15.7.2016

Impressum Tiratura controllata

63’212 copie

Chiusura redazionale

Venerdì 8 luglio

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 29 88 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticinosette è su Facebook

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In copertina

La chiesa di San Giuseppe ad Arbedo progettata da Giampiero Mina (1967-’69). Le vetrate colorate sono di fra Roberto Pasotti (1982-’86) Fotografia ©Matteo Aroldi

4 Società Vacanze in Ticino. Costi d’estate di amanda PfändleR ................................... 6 Letture Claudio Andretta. Dell’energia terrena di GiancaRlo foRnasieR...................... 7 Scienze Technorama. La camera dei miracoli testo e fotoGRafie di PeteR KelleR ........... 8 Vitae Monica Copa di maRco JeitzineR; fotoGRafia di sabine biedeRmann ...................... 10 Reportage E fu la luce a cuRa di GiancaRlo foRnasieR; fotoGRafie di matteo aRoldi ..... 35 Natura Ortoascuola. Educazione naturale di fedeRica baJ ....................................... 40 Tendenze Moda. La vie en rose di maRisa GoRza ................................................... 41 Svaghi .................................................................................................................... 42 Agorà AlpTransit. Luci e qualche ombra

di

RobeRto Roveda ......................................

Ma chi ti capisce! Affogati “nell’era della comunicazione” spesso abbiamo la sensazione di non essere capiti, oppure crediamo che chi ci sta di fronte non sia in grado di cogliere l’essenza della nostra persona e del nostro pensiero. Di chi è la colpa e perché, malgrado gli sforzi, c’è chi continua a percepirci in modo (secondo noi) errato? La recente lettura di un articolo tradotto e apparso per la verità oltre un anno fa sul settimanale Internazionale (“Capirsi è difficile”, n. 1106 del giugno 2015) è illuminante sull’argomento. Il nodo del problema, manco a dirlo, sta nel funzionamento del nostro cervello e come elaboriamo le informazioni, “comprese quelle che riguardano gli altri” scrive la giornalista e autrice dell’articolo Emily E. Smith citando lo psicologo e premio Nobel Daniel Kahneman. In pratica la nostra mente ha due modelli di ragionamento: il primo elabora le informazioni rapidamente, in modo “intuitivo e automatico” e viene usato quando pensiamo senza fare sforzi; il secondo (“consapevole, razionale, meditato”) entra invece in gioco quando i problemi si fanno complessi e dunque è necessario una certa concentrazione e attenzione alle cose. In pratica, se stai guidando la tua auto su una strada che conosci bene usi il primo; se sei all’estero e senza il prezioso navigatore entra in gioco il secondo.“I due sistemi di ragionamento” scrive Smith “portano le persone a percepire gli altri in due fasi diverse, una rapida ma imperfetta e l’altra riflessiva e ragionata”, una tesi confermata da un intrigante esperimento condotto dallo psicologo Dan Gilbert. I risvolti di questa modalità di funzionamento e dell’interazione tra i due modelli (intuitivo e consapevole) sono assai interes-

santi. Per esempio, rispetto a noi stessi. Per “funzionare” bene tutti abbiamo bisogno di una certa dose di autostima: se “il proprio senso di sé viene minacciato, come quando s’interagisce con qualcuno che consideriamo migliore di noi sul lavoro che entrambi svolgiamo, questa persona viene giudicata più severamente”. Oppure, se di fronte a noi c’è qualcuno del nostro stesso sesso e obiettivamente di bella presenza, esso diventa una minaccia alla propria autostima e per questa ragione tenderemo a giudicarlo più severamente e a ritenerlo meno qualificato (per esempio, durante un colloquio di lavoro...). Quello che gli studiosi chiamano “effetto di priorità” è un’altra conseguenza del nostro sistema di giudicare persone e cose. E così l’adagio la prima impressione è quella che conta diventa meno banale e stupido di ciò che crediamo: il nostro cervello (inizialmente pigro) attribuisce alle prime informazioni recepite un’importanza enorme, tale da influenzare anche in futuro il modo in cui vediamo quella persona. Ed ecco perché anche il detto chi ben comincia è a metà dell’opera andrebbe rivalutato (per esempio, nel corso di un’interrogazione a scuola). Che fare dunque per essere chiari con tutti? “(...) Mandare segnali espliciti”, sin dall’inizio e non pretendere che gli altri facciano sforzi mentali apparentemente inutili, dicono gli studiosi. “(...) Le persone semplici da giudicare” cioè quelle che mandano segnali chiari “sono più felici e soddisfatte”, anche nella loro vita. Perché si sentono più comprese e di conseguenza in pace con se stesse e con gli altri, “che ci vedono più simili a come noi ci vediamo”. Semplice e chiaro. Buona lettura, Giancarlo Fornasier


Luci e qualche ombra AlpTransit. La nuova galleria di base sotto il Gottardo non è solo il tunnel ferroviario più lungo del mondo, ma un’infrastruttura destinata a rivoluzionare il trasporto europeo. Sempre che le vicine Italia e Germania facciano fino in fondo la loro parte di Roberto Roveda

Il

Agorà 4

primo giugno 2016 è destinato a diventare una data fondamentale per la Svizzera moderna, di quelle che trovano spazio sui libri di storia. Il grande progetto per l’alta velocità su rotaia è diventato, infatti, una realtà con l’inaugurazione del suo fiore all’occhiello: il tunnel di base del San Gottardo, che con i suoi 57 chilometri è la galleria ferroviaria più lunga del mondo. Si corona così un sogno cominciato più di un quarto di secolo fa. Fu, infatti, nei primi anni novanta del novecento che le istituzioni decisero di realizzare la Nuova ferrovia transalpina (NFTA), una linea “veloce” che attraversasse le nostre Alpi. Un’opera avveniristica e futuristica, concepita per diminuire drasticamente i tempi di percorrenza tra sud e nord del paese e per trasferire la maggior parte del traffico commerciale dalla strada alla rotaia, con notevoli riduzioni dei costi economici e dell’inquinamento ambientale per la conseguente parziale eliminazione del traffico su gomma. In questo modo la Svizzera poneva la sua candidatura a quale nuovo crocevia dei traffici commerciali europei in un clima di generale grande apertura verso il resto del continente, figlio della caduta del Muro di Berlino e della contrapposizione fra i blocchi tipica della Guerra fredda. Un clima, diciamolo, che oggi pare lontano anni luce in Svizzera (ma anche in buona parte del restante continente europeo), ma di cui si continuano a raccogliere i frutti a decenni di distanza. A testimoniare quell’afflato filoeuropeista vi furono i risultati delle votazioni popolari su AlpTransit. Nel 1992 oltre il 63% degli elvetici respinse i referendum per bloccare l’opera e nel 1994 venne approvata un’iniziativa popolare per iscrivere nella Costituzione svizzera l’obbligo di trasferire le merci dalla strada alla rotaia. Il sì definitivo al finanziamento del grandioso progetto lo diede ancora una votazione popolare nel 1998. I vantaggi di AlpTransit AlpTransit, quindi, ha coinvolto non solo le istituzioni e l’imprenditoria del nostro paese ma tutta la popolazione svizzera con un approccio democratico che ha dato sicuramente grande spinta al progetto. Questa coesione sociale ha così alimentato un’opera immane, durata 17 anni di lavori, costata più di venti miliardi di franchi e contraddistinta da un cantiere modello in cui hanno operato imprese di 15 paesi diversi. Risultato: il tunnel del San

Gottardo è stato completato un anno prima del previsto e non ci poteva essere per quest’opera unica miglior biglietto da visita per presentarsi al mondo. Certo, l’apertura del primo giugno è simbolica e la vera circolazione ferroviaria inizierà solo a fine 2016 (per la galleria del Monte Ceneri bisognerà attendere oltre, come vedremo). Però si avvicina il giorno in cui Zurigo sarà raggiungibile da Milano in meno di tre ore e grandi convogli merci potranno attraversare le Alpi a una velocità impensabile utilizzando il vecchio tracciato: di fatto sarà possibile creare un collegamento merci diretto tra i porti della Liguria e Milano con Rotterdam, Amsterdam e le grandi città portuali del nord della Germania. Aumenterà anche il traffico e la percorrenza giornaliera tra Italia e Svizzera, che passerà dagli attuali 290 a 390 convogli. Secondo i calcoli l’impatto sui trasporti e sull’ambiente sarà enorme: la Confederazione prevede che l’apertura della Nuova ferrovia transalpina permetterà nel 2020 di diminuire di 70mila unità il numero di automezzi pesanti che circolano abitualmente attraverso le Alpi svizzere e di aumentare di 105mila unità le spedizioni nel trasporto combinato. Uno studio dell’Università Bocconi di Milano afferma che in un periodo di tempo di 15 anni si potranno risparmiare quasi due miliardi di euro sul trasporto ferroviario merci e 600 milioni di euro in termini di minor inquinamento atmosferico1. Vi è poi il valore ideale dell’opera: AlpTransit porta la Svizzera al centro dell’Europa e interrompe il suo tradizionale “isolamento” tra le alte vette alpine. Timori ticinesi (e non solo) Queste le molte luci… ofuscate nel tempo da qualche ombra allungatasi sulla grande opera. Per prima cosa non tutti nella Confederazione sono così “contenti” di questa maggiore connessione con il continente e vivono il progetto come un ennesimo segnale dello sgretolamento dell’autenticità e unicità elvetica. Maggior interconnessione significa, per queste persone, minore identità. Poi non sono mancate le critiche per i costi stratosferici di un’opera che per alcuni non porterà i vantaggi sperati all’economia elvetica, soprattutto alle realtà medio-piccole, molto legate al territorio. Le maggiori preoccupazioni si concentrano, chiaramente, nei cantoni il cui territorio è


Una rete interconnessa (©AlpTransit San Gottardo SA)

direttamente coinvolto nel progetto, il Ticino a sud e Uri a nord, dove si teme di diventare semplici vie di transito per un’opera faraonica destinata ai bisogni e ai vantaggi altrui. In Ticino e Uri i cantieri sono durati molti anni, hanno portato disagi e inquinamento, e il malcontento popolare si è sentito con tutta una serie di ricorsi che hanno rallentato i lavori, per esempio, nel già citato tunnel di base del Ceneri. Quest’ultimo ridurrà i tempi di percorrenza da Lugano verso Bellinzona e Locarno ma è in ritardo sulla tabella di marcia: sarà terminato non prima del 2019 e il cantiere ora avanza a marce forzate, non senza polemiche sul rispetto delle norme di sicurezza come testimoniano anche le inchieste della trasmissione della RSI “Falò”2. Polemiche, è bene chiarirlo, rispedite al mittente dei vertici di AlpTransit e che non hanno portato a nessuna inchiesta ufficiale. Italia e Germania: orecchie da mercante… Ma a irritare, nel nostro cantone come nel resto della Confederazione, è principalmente la scarsa collaborazione alla completa riuscita del progetto AlpTransit di Italia e Germania. Le due nazioni hanno firmato fior di protocolli di intesa con la Confederazione per adeguare le proprie linee ferroviarie agli standard di AlpTransit... ma poi hanno tergiversato e non hanno rispettato le tempistiche concordate a inizio millennio. E per la Svizzera è fondamentale che la NFTA possa collegarsi a pieno regime a sud e a nord oppure il vantaggio portato da Nuova trasversale sarà ridotto. Così, nel 2014 le istituzioni di Berna hanno sfidato il malumore popolare concedendo all’Italia più di 250 milioni di franchi a fondo perduto per realizzare l’ammoderna-

mento e la messa a norma delle linee ferroviarie destinate a collegarsi con AlpTransit: quelle per Novara, per Luino e, naturalmente, per Milano. Anche grazie a quei soldi i lavori sulle tratte italiane dovrebbero essere completate entro il 2020. Si spera, inoltre, che per quella data sarà pronto anche il cosiddétto “terzo valico” tra Genova e l’entroterra ligure verso Tortona/Novi, un’opera da sette miliardi di franchi che renderà la tratta Genova-Rotterdam molto più efficiente e rapida di oggi. Soprattutto ci si augura che nella vicina Penisola non si facciano troppo sentire le varie lobby del trasporto su gomma – autotrasportatori, industria dei mezzi pesanti, edilizia autostradale ma anche aziende legate agli idrocarburi – molto potenti e influenti. Assai più preoccupante è la situazione a nord delle Alpi dato che i raccordi con la Germania sono ancora in alto mare. Per esempio, il tratto di 182 km tra Karlsruhe e Basilea non sarà ultimato prima del 2035. La Germania non ha mantenuto gli impegni presi con la Confederazione nel 1996, sia per ragioni politiche – ha altre vie di comunicazione verso sud e non ha voluto favorire fino in fondo i vicini – sia per le resistenze della popolazione e la mancanza di fondi. Ora anche in territorio tedesco si lavora a pieno regime, ma la sensazione è che aperto il tunnel del San Gottardo la strada di AlpTransit sia comunque solo all’inizio.

note 1 www.trail.unioncamere.it/writable/documenti/Senn%20Varese%20 20131128%20%281%29.pdf 2 L’inchiesta è disponibile su www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/falo/Alptransit-e-polemiche-6185398.html

Agorà 5


Costi d’estate

“Mamma, ho ancora fame!”. È esattamente in quel momento che ti rendi conto di che cosa significherà per il budget familiare l’idea di portare i bambini in una piscina pubblica. E con la montagna, andrà forse meglio? di Amanda Pfändler

Complice il bel tempo e le temperature al rialzo (final-

Società 6

tare), un caffè a te e a tuo marito, e sono altri 12 franchi. mente) hai pensato bene di portare i tuoi due bambini Risultato: la scampagnata ti è costata – senza tener conto e l’amichetta di tua figlia a fare un bel bagno. La scelta: del cibo portato da casa – circa 110 franchi. una piscina pubblica del Luganese. Costo dell’entrata: 18 Non paghi di quanto speso, qualche settimana dopo franchi un adulto, poi ci sono le due bambine di 7 anni, (anche spinti da amici che propongono una giornata mentre il piccolo di due anni non paga. Prezzi accettabili. insieme) si decide di andare in uno dei parchi avventura Il problema è che se passi la giornata in piscina, prima o in Ticino. Come sempre: mamma, papà, due figli di 7 e 3 anni e (non dimentichiamo) poi bisognerà anche mangiail cane. Posteggio, risalita, acre… Ma dopo una porzione di cesso al parco avventura per la chicken nuggets a testa e due figlia più grande e 5 corse in tranci di pizza divisi in tre i slittovia: 108 franchi. Questa bambini hanno ancora fame. volta – inoltre – non c’è stato Il che è ovvio: i nuggets erano tempo per fare i panini: dununa miseria, le patatine ancora que pasta per i piccoli, insalata meno, il trancio di pizza dalle e polpette per te e tuo marito, dimensioni di un francobollo bibite, caffè e gli immancaera tutta crosta. Così ti tocca bili gelati. Sono 85 franchi, ordinare una porzione suppleper un totale di 193 franchi! mentare di patatine (anche in questo caso una miseria) e ti La lunga estate senti doppiamente male: con Così fai due calcoli: considerale bibite – tre bottigliette di to che le vacanze scolastiche acqua – hai speso 55 franchi durano dieci settimane e ti e i tuoi figli non hanno certo Rinfrescati... a caro prezzo (da joy-club.it) vuoi concedere una giornata beneficiato di un’alimentazione sana. Ma, d’altronde, una qualsiasi alternativa meno “speciale” ogni sette, il tutto ti costerà sui 1.200 franchi. pericolosa per la salute costava il doppio (a meno che non Troppo. Ecco perché nelle settimane successive ripieghi sulti porti tutto da casa). Oltre al danno, la beffa: tu non la piscinetta in giardino, sui parchi giochi – nel corso dell’ehai mangiato – fatta eccezione per un caffè – e loro sono state li vedi praticamente tutti, almeno quelli in zona –, ancora affamati. E, considerato che hai promesso loro un sui lidi al lago (costo ancora accettabile, purché si porti il gelato, a fine giornata la tua idea di andare in piscina ti pic nic), sulle visite a casa di amici e su passeggiate che non sarà costata più di 80 franchi. E questo senza tener conto richiedono l’utilizzo di funivie, funicolari, teleferiche ecc. del parcheggio. Morale della favola: “Ragazzi, domani vi Ma verso la fine dell’estate tu e i bambini siete stufi e monto la piscinetta in giardino”. E così comincia la tua estate così – con il papà – decidete per un’ultima gita di famiglia: crociera sul lago con pranzo a bordo. Due adulti, con i figli... a casa. due bambini (il cane è rimasto a casa) e posteggio per la macchina: totale di 111 franchi. E alla richiesta del gelaVerso la cima Visto che la piscinetta da sola non basta (e che i bambini to i bambini vengono… gelati dallo sguardo del babbo: non possono passare l’estate in giardino), dimenticato “Il gelato lo mangiate a casa!”. il “trauma” del costo della giornata in piscina qualche Conclusione: le esperienze sono state divertenti per i bamsettimana dopo decidete – tu e tuo marito – di fare una bini e hanno soddisfatto i genitori. Ma spendere dagli 80 scampagnata con tutta la famiglia. Destinazione: una ai quasi 200 franchi al giorno per passare una giornata in montagna nel Locarnese. Questa volta viene anche il cane famiglia a fare qualcosa di “diverso” non è cosa da tutti e e – memore di quanto accaduto con la piscina – prepari soprattutto non per tutta l’estate. Che è molto lunga! Se panini per tutta la famiglia. Parcheggio, funicolare, funivia poi si considera che questo cantone si vanta di essere desti(anche il cane paga!), il tutto ti costa 99 franchi. Decidi di nazione turistica per famiglie… anche in questo caso anconcedere un gelato ai bambini (da casa non si può por- drebbe precisato: non per tutte le famiglie, evidentemente.


Letture Dell’energia terrena di Giancarlo Fornasier

gini e impressioni personali su temi relativi ai luoghi energetici e alla geomanzia, con la speranza che possano essere una fonte di ispirazione per ognuno di voi e uno stimolo a visitare questi e altri luoghi energetici”. Inizia così la “Nota dell’autore” (p. 289) di questo volume apparso in tedesco lo scorso anno e tradotto – non senza un certo coraggio, visti i temi trattati – da Casagrande. Un “coraggio” che in questo caso non fa rima con azzardo ma piuttosto con apertura mentale e curiosità rispetto a soggetti confinati nel calderone delle credenze popolari se non nella magia da baraccone. E immagino non saranno pochi coloro che storceranno il naso (dai fisici a chi si occupa di beni culturali) di fronte alle considerazioni del locarnese Claudio Andretta (classe 1975), alle sue letture e interpretazioni, alle espressioni utilizzate per spiegare e cercare di farci comprendere dove, come e perché in molti luoghi e località del nostro cantone – il volume ne segnala oltre una sessantina –

è percepibile qualcosa di invisibile, ma che di manifesta attraverso altre forme ed è in qualche modo misurabile. Se siete tra coloro che si sono già chiesti perché alcuni edifici religiosi sorgono in un luogo piuttosto che in un altro, perché sul passo del Lucomagno vi sentite “rinascere”, che cosa vi spinge a sostate accanto a una cascata o lungo un corso d’acqua, perché di fronte a certi alberi maestosi vi sentite protetti... forse qualche possibile risposta la potrete trovare nella lettura del libro: non delle verità assolute, ma certo una loro possibile lettura/spiegazione (come sempre dovrebbe essere nella storia delle cose). Scrive Peter Mettler nella “Prefazione”: “La nostra vita è come un viaggio, un pellegrinaggio verso se stessi. I luoghi di forza ci fortificano, ci nutrono, ci donano salute e guidano verso ciò di cui abbiamo veramente bisogno”. E che questa energia esista o meno poco importa, se la “suggestione” del beneficio e la pace interiore sono in grado di farci sentire persone migliori.

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Luoghi energetici in Ticino di Claudio Andretta Edizioni Casagrande, 2016

Un documentario dedicato al tema è stato trasmesso in “Sottosopra”, puntata 4.10 del 30 agosto 2015 (RSI). rsi.ch/sottosopra variante.ch

“Questo libro contiene informazioni, imma-

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La camera dei miracoli Il Technorama di Winterthur è un museo interattivo dove gli oggetti possono essere toccati e utilizzati per vivere esperienze del tutto personali. Qui nulla accade se non è il visitatore a farlo succedere testo e fotografie di Peter Keller

Scienza 8

Cartelli vistosi con la scritta “Vietato toccare” invitano i visitatori di molti musei a limitarsi a guardare. Vetrine, strisce rosse sul pavimento, cordoni tesi ed efficaci sistemi d’allarme impediscono spesso agli ospiti di avvicinarsi “pericolosamente” agli oggetti in mostra. “Prego toccare” è invece l’invito rivolto ai frequentatori dello Swiss Science Center Technorama di Winterthur. Un museo del tutto interattivo, un enorme campo sperimentale dove gli oggetti esposti si possono fruire toccandoli e usandoli per vivere un’esperienza del tutto personale. Qui si apprende usando le proprie mani e i propri sensi. Roba da paura! I Technorama è uno degli Science Center più grandi al mondo: unico in Svizzera, permette di vivere esperienze formative in maniera ludica; tramite la propria azione si materializzano fenomeni mozzafiato e ci si sorprende di fronte a eventi naturali impensabili. Con i suoi 250mila visitatori all’anno il museo di Winterthur è uno dei più visitati del canton Zurigo e nel suo ruolo di luogo di formazione e di attrazione per il tempo libero, la sua fama ha varcato i confini del nostro paese. Nonostante la sua unicità, il Technorama è uno dei dieci musei più grandi della Svizzera ed è un vero modello di come possono essere percepite, insegnate e apprese le scienze naturali. Provare per crederci. Sotto gli occhi del pubblico incuriosito si può sfidare un robot al gioco della dama (anche se batterlo è praticamente impossibile...). Oppure osservare sotto il microscopio come vivono, si sviluppano e si moltiplicano le cellule e i batteri. Oppure osservare quanta scienza si cela in una candela o capire perché la luce può essere anche invisibile. Nel corso della visita abbiamo osservato visitatori coraggiosi cimentarsi in esperimenti con l’alta tensione, naturalmente sotto il controllo vigile e costante di esperti in materia.

Toccando, per esempio, una sfera metallica alimentata da un generatore di alta tensione, la carica elettrica si distribuisce su tutta la superficie di un corpo umano, così come su quella di ogni singolo capello; un’esperienza spettacolare da “fare rizzare i capelli in testa” con una tensione elettrica di 500mila Volt. Ma si può andare anche oltre: una bobina di Tesla genera tensioni di 1.2 milioni di Volt provocando fulmini tuonanti lunghi oltre tre metri! Un addetto al mu-


seo, protetto da una maglia metallica, riesce a catturare un fulmine e deviarlo su una gabbia di Faraday, dietro la quale vi sono degli spettatori muniti di un guanto speciale. Poter toccare un fulmine con la mano senza restare folgorati non è certo esperienza di tutti i giorni... Scienza e arte Il Technorama è suddiviso in diversi settori come il magnetismo, la meccanica, la fisica, la chimica, l’acqua, i gas e laboratori per esperimenti individuali. Un parco all’aperto con una macchina del vento, diversi orologi solari ed esposizioni tematiche temporanee completano l’offerta di questo affascinante luogo. Una recente mostra presentava i mondi del suono e invitava i visitatori a scoprire nuovi spazi acustici come, per esempio, una camera dei suoni alta dieci metri. In un apposito bar venivano serviti dei suoni al posto delle bibite e in un altro angolo si poteva ascoltare la radio con l’aiuto delle proprie ossa, lasciare vibrare dei bicchieri e fare danzare il fuoco al ritmo della musica. Ma il Technorama è anche un luogo di cultura. Durante le epoche del rinascimento e del barocco, arte e scienza non erano facoltà separate. In spazi noti come “camere dei miracoli” venivano presentati ogni sorta di fenomeni che facevano stupire la gente, da quelli naturali, a oggetti d’arte a curiosità legate alla tecnica e alla meccanica. Fedeli a questa tradizione, i curatori del Technorama presentano anche oggetti che inizialmente furono ispirati da artisti. Raggruppati per singole tematiche come luci e ombre, pro-

spettiva, caos o strutture, si possono ammirare manufatti scientifici “gemelli” a opere d’arte, scoprendo che cosa li unisce e che cosa li accomuna. Perché in realtà scienza e arte sono molto più vicini di quanto comunemente si pensa. In questo senso, il Technorama di Winterthur è nella sua definizione storica una moderna “camera dei miracoli” in grado di affascinare adulti e bambini.

per saperne di più Swiss Science Center Technorama Technoramastrasse 1, CH-8404 Winterthur Tel. +41 (0)52 244 08 44, technorama.ch Aperto da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.00

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Vitae 10

ono cresciuta con la cultura del “si butta quello che c’è da buttare, ma non si spreca”. Gettare crea dei costi non indifferenti mentre il riciclare è simpatico, divertente e può far felici persone che possono così acquistare un mobile o un capo d’abbigliamento non comune e a buon prezzo. Sin da piccola mi piaceva scoprire i solai e le cantine, più c’era polvere e “sporco” più adoravo certi oggetti, scoprivo com’erano belli lavandoli e pulendoli. Non miravo a essere una studentessa universitaria, perciò ho passato diverso tempo all’estero per studiare le lingue, tra cui Londra e Monaco di Baviera. Ma Londra è stata la manna dal cielo! Ci sono cose kitsch ma anche assai belle. Chiaramente all’inizio non conosci tutto e fai parecchia confusione: non sai cos’è un “Wedgwood” (servizio da tè inglese in ceramica, ndr.) o un “Herend” (prestigioso servizio di piatti ungherese, ndr.), ma con gli anni leggi, ti informi e internet aiuta molto. Ho scoperto la mia passione grazie all’attività di mia madre cominciata negli anni settanta a Lugano e posso dire che è stata una vera pioniera. Lei proveniva da un lungo soggiorno in Irlanda, dove commerciare con l’usato era assai diffuso... ma in Ticino era una vera novità. Ha iniziato con l’abbigliamento di standard molto alto, facendosi una buona clientela. Coi mobili e l’oggettistica abbiamo iniziato solo sette anni fa. All’inizio non è stato facile. Devi farti conoscere, fai pochi incassi, sebbene la nostra forza sia stata la fedele clientela che già acquistava i nostri capi firmati di abbigliamento. Il primo negozio di vestiti era in via Crocetta a Viganello, poi per tanti anni in Corso Elvezia a Lugano e uno a Vezia: oggi siamo in via Cattedrale. I primi clienti erano tanti svizzeri tedeschi, il ticinese ci ha messo un attimo ad arrivare. Credo che più si va al nord più è normale questo modo di “vivere”... e pensare che ancora fino a pochi anni fa in Italia e in Ticino era quasi una vergogna, si pensava fosse roba “vecchia”, che “puzzava”. Dell’abbigliamento cerco solo le grandi firme e il vintage in ottimo stato, e in trent’anni ho imparato a prendere oggetti solo se sento un certo feeling. Mi piace l’idea che le cose possano vivere una seconda o una terza vita, e che ritrovino un’altro proprieta-

rio. È bello anche accarezzarli e poi lasciarli andare, generalmente sempre alle persone “giuste”. Secondo me è tutto uno scambio di energie. Nel corso degli anni ho incontrato clienti di tutti i tipi… Mi ricordo di uno specchio: con una signora fornitrice non eravamo d’accordo sul prezzo perché era troppo alto e non ero sicura di avere un cliente. Qualche settimana dopo ne arriva uno, gli mostro una foto dell’oggetto e finalmente riesco a trattare la vendita: questa persona ancora oggi è felice di quello specchio molto particolare, era anni che lo cercava e lo ha trovato da me! Una sera ho visto una trasmissione TV sugli amanti degli anni trenta, c’era una coppia di Zurigo che un giorno ho ritrovato in negozio. Tranne l’auto e il telefonino vivono completamente in quegli anni, cercano tutto, dal cappellino alla spilla per i capelli. A una cara amica ho venduto con grande piacere un armadio grigionese del 1870, un pezzo molto raro, una meraviglia che stava in una splendida villa che oggi non esiste più. Le ho detto, e lei lo sa, che il giorno che lo rivenderà lo ricomprerò io! (ride, ndr.). È come se oggi la gente vivesse in una realtà che non è pronta ad affrontare. Abbiamo tanta tecnologia e tante cose importanti ma anche tanto cemento, natura distrutta e credo che tutto questo, il verde, lo spazio, alle persone cominci a mancare. Allora, almeno a casa propria, si cerca di avere qualcosa di sentimentale che ti fa un po’ sognare. Molti giovani di oggi sono più parsimoniosi, si rendono conto che così non si può andare avanti, vogliono riciclare, riscoprire e conoscere il passato dei genitori o dei nonni, anche se a volte, in parte, è un po’ una moda. Ma tutti i problemi che oggi devono affrontare i ragazzi, e non sono pochi, li trasformano magari in una casa propria con oggetti vintage acquistati a poco prezzo ma che hanno un grande valore per loro. Credo si stia tornando un po’ alla natura, al bisogno di tranquillità, di semplicità e umiltà... anche se, temo, ce ne stiamo accorgendo troppo tardi.

MoNICA CopA

Da bambina amava esplorare solai e cantine polverose alla ricerca di oggetti interessanti. Oggi l’usato non è solo una passione, ma una vera professione

testimonianza raccolta da Marco Jeitziner fotografia © Sabine Biedermann


E fu la lucE a cura di Giancarlo Fornasier; fotografie ŠMatteo Aroldi


LIBRO DEI SALMI - Salmo 27 (26) (La Sacra Bibbia, CEI, 2008)

Nelle prove, il Signore è rifugio sicuro Di Davide. Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? Quando mi assalgono i malvagi per divorarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me si scatena una guerra, anche allora ho fiducia. Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. Nella sua dimora mi offre riparo nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza. E ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano. Immolerò nella sua tenda sacrifici di vittoria, inni di gioia canterò al Signore. Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie. Non gettarmi in preda ai miei avversari. Contro di me si sono alzati falsi testimoni che soffiano violenza. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Matteo Aroldi Fotografo professionista da oltre 20 anni, opera e si muove prevalentemente fra l’Asia e la Svizzera. La città, i suoi estremi, le incongruenze, l’interazione tra le persone e lo spazio urbano rappresentano il suo contesto d’azione privilegiato, “dove l’intimità degli esseri umani è esposta e perennemente visibile”. Per ulteriori informazioni: matteoaroldi.com.


Chiesa di San Carlo - Biasca Meno noto dell’edificio romanico che la sovrasta e la protegge (la chiesa dei santi Pietro e Paolo), San Carlo è un raro esempio in Ticino di chiesa con pianta a croce greca e un coro (la zona dell’altare) quadrangolare. È stata eretta da Giuseppe Martinoli tra il 1891 e il 1905 su progetto dell’architetto Carlo Maciacchini. Il tabernacolo a tempietto in legno e il bel crocefisso provengono dalla già citata SS Pietro e Paolo. L’edificio (solo in parte terminato) per molti decenni ha vissuto in un certo “grigiore”, una luce che solo gli ultimi restauri le hanno regalato, riproponendo al visitatore la bellezza e la sobria eleganza della sua cupola ottagonale.

Chiesa di San Giovanni Battista - Mogno (in apertura) Tornata sulle prima pagine dei giornali in occasione del ventennale della consacrazione, la discussa chiesa di Mario Botta (costruita tra il 1992 e il 1996) sorge al posto dell’antica edificio risalente al seicento e distrutto da una valanga (1986). La struttura con pianta ellittica è un cilindro “di pietra”, tagliato e coperto da una superficie di vetro inclinata. Il sole e la luce che scendono dall’alto creano continui e mutevoli dialoghi con gli elementi lapidei (conci bianchi e neri in marmo di Peccia e granito di Riveo); i disegni, le linee e le geometrie create dall’architetto non fanno che esaltare queste magie luminose.


Chiesa di San Nicolao - Giornico Con quella dedicata a San Vittore (Muralto), la chiesa romanica leventinese è in assoluto tra le più importanti del nostro cantone. Inserita in origine in un complesso benedettino soppresso nel XV secolo, nel corso del novecento ha subito restauri che hanno cancellato gli interventi del secoli XVI e XVIII. Solo un’esperienza diretta permette di cogliere i particolari i giochi di luce provenienti dalle piccole monofore presenti nella zona absidale, la bellezza delle pareti in pietra, l’ancestrale magia della sua cripta o ancora le complesse sensazioni che malgrado tutto (presenza delle ferrovia in primis) la chiesa riesce sempre a trasmettere…


Chiesa di San Carlo (già Sant’Ambrogio) - Negrentino Edificio poco frequentato ma tra i maggiori dell’architettura romanica in Svizzera, sorge su un’antica via di passaggio che dalla Leventina conduceva alla valle di Blenio, Biasca e giù sino a Bellinzona. Il nucleo della chiesa risale almeno al XI secolo, con successivi decorazioni, ampliamenti e trasformazioni. Curiosa e aperta a interessanti letture simboliche la presenza di due absidi, una caratteristica assai pratica e che permetteva più celebrazioni e culti nello stesso edificio. Un bel volume di Claudio Andretta da poco tradotto anche in italiano (“Luoghi energetici in Ticino”, Casagrande, 2016) ne esalta la grande forza, anche curativa.


Educazione naturale L’orto è uno scrigno di tesori, di profumi, di colori e di sapori. Ma progettarlo, custodirlo e curarlo nei giusti modi per far sì che dia buoni frutti è un’arte che si impara. A casa ma anche a scuola… di Federica Baj

Natura 40

Lo Scrigno dell’Orto è un dossier didattico per realizzare un a collaborare per un fine comune; ritrovano il contatto orto scolastico curato da Cinzia Pradella di Ortoascuola, ancestrale con la madre terra, toccandola con le mani, diassociazione per la promozione degli orti scolastici della vertendosi e facendo attività motoria; scoprono la pazienza Svizzera italiana, e Manuela Ghezzi, una delle responsabili nell’osservare i cicli vegetativi e le stagioni. Insomma l’orto di Prospecierara, la fondazione svizzera per la diversità è una vera e propria aula all’aperto in cui l’apprendimento socio culturale e genetica dei vegetali e degli animali. e il sapere non hanno limiti. “Come il docente che stimola L’idea di pubblicare il volume è nata dalla sempre mag- il piacere alla lettura concedendosi all’occorrenza di leggere un giore richiesta da parte di scuole, libro assieme ai ragazzi senza schede di insegnanti e genitori che hanno comprensione – spiegano le curatrici intrapreso o che intendono intradel testo – così può essere vissuto l’orprendere con i propri bimbi e allievi to: con le mani nella terra, in silenzio, la bella avventura di coltivare un al ritmo delle stagioni”. giardino di frutti e fiori in ambito scolastico, e desiderosi di avere tra Natura e biodiversità le mani uno strumento che li aiuti Avvicinare i bambini alla terra faa farlo nel migliore dei modi. cendo loro coltivare dei frutti e delle Gli orti scolastici sono una realtà verdure più o meno conosciuti inolaffermata in Ticino: ci sono quelli tre, è un modo pratico per educarli delle scuole elementari di Stabio, alla biodiversità, alla stagionalità, Chiasso, Claro, Brissago Lattecaldo ai metodi di coltivazione biologici, e molti altri. Chi vorrà intraprenal rispetto della natura e di tutte le dere questo tipo di attività ora ha creature viventi, oltre a renderli più uno strumento in più: non si tratta attenti alla loro salute. Un capitolo di un manuale di giardinaggio ma del volume, dedicato all’importanza di un vademecum per promuovere dell’educazione al gusto, offre infatti il tema dell’orticoltura nelle scuole una serie di ricette semplici, sane e fornendo ai docenti alcuni spunti gustose da preparare con gli ortaggi per poter integrare l’orto in maniecoltivati a scuola. ra interdisciplinare all’interno del La proposta didattica curata dalle La copertina della proposta didattica programma scolastico. due associazioni è composta da un dossier contenete consigli pratici per la realizzazione Attività per capire e conoscere dell’orto, approfondimenti tematici per il docente, propoÈ incredibile quante nozioni si possano apprendere ste di attività e giochi, schede da utilizzare con gli allievi coltivando un orto. Si imparano la storia e la geografia e indirizzi utili per le attività scolastiche legate all’orto. attraverso lo studio dei vegetali e delle loro origini; la Con il libro verrà anche fornito un set di dieci bustine di matematica e la geometria quando si delimita uno spazio semi di varietà rare (ortaggi, cereali e fiori) scelte in fundi terra o quando si calcolano le giuste distanze fra una zione del calendario scolastico e dell’interesse dal punto piantina e l’altra; il disegno e le attività creative sperimen- di vista didattico. Ogni bustina è accompagnata da una tando le pitture naturali, creando rifugi per coccinelle scheda che descrive, nel dettaglio, la varietà e i consigli su e lombrichi, decorando etichette o dando vita a buffi come coltivare, raccogliere e gustare i frutti che i semi spaventapasseri. Nell’orto con i bambini si affronta il te- daranno. ma importante dell’educazione ambientale riscoprendo conoscenze e pratiche ormai perdute e riflettendo sulle sfide della produzione, del commercio e del consumo ali- per informazioni Il volume, pensato principalmente per i docenti delle scuole mentare del giorno d’oggi (la biodiversità, l’acqua, il suolo, elementari ma anche per genitori, nonni, animatori di attività il valore del cibo). Lavorando l’orto, i bambini imparano con i bambini, può essere richiesto contattando Ortoascuola (oranche a stare insieme, a relazionarsi gli uni con gli altri, toascuola@gmail.com) o Prospecierara (masseria@prospecierara.ch).


La vie en rose Tendenze p. 41 | di Marisa Gorza

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osa: un fiore, un nome di donna, soprattutto un colore, quello dell’ottimismo. Questa nomea però non appartiene solo ai tempi moderni ma si perde nella storia. Per gli antichi egizi il colore rosa racchiudeva in sé le qualità del rosso e quelle del bianco. E se il rosso era considerato simbolo di vitalità, eroismo e vittoria, il bianco simboleggiava onnipotenza e purezza nella sua più alta accezione spirituale. La caratteristica principale del rosa è quella di alleggerire la mente e di fugare i pensieri negativi che vi si possono annidare. Pare abbia inoltre la capacità di intensificare l’amore per gli altri e per se’ stessi, di comunicare emozioni tenere e complicità tramite tutte le sue infinite tonalità. Cipria, bubble, corallo, fragola, fucsia, pesca, shocking... ma quante sono le sfumature rosee decise a portare il buonumore nel nostro guardaroba d’estate?

Pink Power

Toni pastello dei rosa più delicati a lampi accesi di arancio e di rosso per Blumarine. Sempre presente il romanticismo, sigla della maison, mixato al realismo e al glamour di una creatura moderna. Un contrappunto espresso anche dal texture degli abiti: lucido/opaco, robusto/delicato, canvas/tulle, raso/seta devoré. La silhouette aerea, allungata e dai volumi liquidi si definisce nel movimento naturale del capo indossato. Rimane su tutto un palpabile desiderio di dolcezza, tipica espressione del pink power.

Una rosa è una rosa...

Germoglia il seme dell’eleganza bon ton rivissuto con sognante fantasia. Tant’è che il tubino al ginocchio, caposaldo di femminilità e masterpiece di Chiara Boni La Petite Robe, abbandona gli scontati colori oscuri

per assumere quelli del giardino delle fiabe dagli intricati roseti. Il tessuto jersey stretch si modella docile sulla silhouette, lo scollo è incrociato a cuore, le spalle sono abbracciate da un soffice nodo, la basca sembra fatta di petali. Si completa con rose rigogliose che fungono da accessori.

Ispirazione sixties

Con i capelli e la pelle baciati dal sole, il bikini a triangoli color geranio di Verdissima è l’ideale per tuffarsi con spensieratezza nelle vacanze marine. Il costumino però ha una doppia vita o, per meglio dire, è double wear. Lo giri e oplà, assume una nuance baby più tenue. Tra i fuori acqua coordinati spicca il poncho dai teneri ricami fioriti, tutto contornato di frange d’ispirazione sixties.

Volo prezioso

Non è di cristallo come la scarpetta di Cenerentola, ma ha dei fregi a “foglia d’oro” degni di una autentica principessa. La decolleté disegnata da Gimmy Baldinini è in lucida vernice nei toni dell’aurora. Snella e slanciata come un fenicottero, si appoggia su esili tacchi tempestati di monili. Pronta a far prendere il volo.

Precisione al quarzo

Atmosfera senza tempo di un’elegante estate mediterranea per il gentiluomo che veste Canali che passa con disinvoltura dagli oufit in tinte neutre dorate, quali l’ocra e il caramello, a quelle più fresche e intense come il verde delle profondità marine. Però la tonalità che esalta al massimo il suo fascino latino è quella rosata del quarzo minerale che tinge il completo in scattante lino-seta. Precisa, come al solito, la fluida sartorialità della giacca a due bottoni, abbinata ai pantaloni dalla doppia pince. E quale donna non si farebbe portare a spasso da uno così?

Dolci colpi di testa

Forse in vena di ottimismo le star scelgono il colore rosa per le loro effervescenti testoline. Dalle ciocche corallo di Rita Ora e dell’ultimo hairlook di Nicole Richie alle sfumature quarzo dei capelli di Kylie Jenner. Chiome rosacee tendenti al viola per Georgia May Jagger, mentre Care Delevingne sceglie un tranquillo rosa perla... E il make up? Abbinato alle nuance della criniera: labbra baby e unghie confetto. Voglia di tenerezza o di bizzarria?


La domanda della settimana

Religione e fede sono ancora valori importanti e presenti nella vostra famiglia?

Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro giovedì 21 luglio. I risultati appariranno sul numero 31 di Ticinosette.

Al quesito “Ritenete che la balneazione nel Lago Ceresio, là dove consentita, sia sicura da un punto di vista igienico?” avete risposto:

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Astri ariete Viaggi e opportunità favoriti dal vostro ingegno. Colpo di fulmine con Acquario o con il Leone. Notizie inaspettate. Bene tra il 21 e il 22 luglio.

toro Canalizzate la furia marziana verso il raggiungimento dei vostri obiettivi. Mantenete la calma con il partner. Gelosi i nati nella terza decade.

gemelli Giove e Saturno vi spingono a interrompere bruscamente rapporto di lavoro. Se darete spazio a Urano, potrete risultare vincitori. Traslochi.

cancro Rompete gli schemi. Aggressivi, passionali e imprevedibili. Canalizzate questo incredibile flusso di nuove energie. Non tenetevi nulla dentro. Prudenza.

leone Sta per scoccare l’ora della rivincita e della riscossa. Periodo decisivo per la vostra vita, ricco di opportunità. Riposo tra il 21 e il 22 luglio.

vergine Grande determinazione favorita dagli effetti di Marte. Sbalzi umorali tra il 22 e il 24. Particolarmente propizie le giornate tra il 18 e il 20.

bilancia Affabili, gioiosi e affascinanti. Matrimonio o fidanzamento con il segno del Leone, o con un segno di fuoco. Stanchezza e maggior riposo tra il 18 e il 20.

scorpione Spendete ogni energia restando sincronizzati con voi stessi. Guadagni finanziari. Gelosi e ipercritici con il partner. Fuori controllo tra il 21 e il 22.

sagittario La fase delle scelte radicali continua. Favorite i cambiamenti senza riserve. Vita affettiva alla grande per i nati nella seconda decade. Colpi di fulmine.

capricorno È il momento di agire. Concedetevi un po’ di riposo. Guadagni provenienti da un’assicurazione, una speculazione e/o un’eredità. Lingua a freno.

acquario La Luna amplifica ogni vostra emozione. Parlate di meno riguardo alla vostra vita affettiva. Irascibili con i parenti i nati nella terza decade.

pesci L’amor profano, grazie a Giove, prende il sopravvento. Scarso interesse per le questioni professionali. Nuove amicizie. Bene tra il 18 e il 20 luglio.


Gioca e vinci con Ticinosette

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La soluzione verrà pubblicata sul numero 31

Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro giovedì 21 luglio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 19 luglio a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!

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Orizzontali 1. Antonio, liutaio •10. Ha per capitale Teheran • 11. Il Roussos, cantante greco • 12. Detergono • 14. Uncini da pesca • 15. Copricapi papali • 16. Il bel Pitt • 17. I confini di Essen • 18. Un colore • 20. La nota Venier • 22. Il dittongo del beato • 23. Lago dell’Asia centrale • 24. Abitavano Cuzco • 27. Piccolo a Losanna • 29. Consegnato • 30. Cozzò contro un iceberg • 32. Disegni con l’ago • 35. Pari in pianta • 36. Obbrobrio • 39. Mesce vino • 41. Italia e Austria • 42. Le iniziali di Toscanini • 43. Piccolo cervide • 45. La città con la torre pendente • 46. I trapianti del giardiniere • 48. Questa cosa • 49. Curata • 52. Alberto, scrittore. Verticali 1. La classificazione degli elementi chimici • 2. Rimorchiare • 3. Un ortaggio insulso • 4. Stranezza, anomalia • 5. I giorni fatali a Cesare • 6. Cuor di povere • 7. Privo di zucchero • 8. Posticipati • 9. Sposa Osiride • 13. Pari in antera • 16. Letto da campo • 19. Colpevoli • 21. Topo... ginevrino • 25. Si intona • 26. È anche anonima • 28. Arbusto aromatico • 31. Possono essere mancini • 33. Malati di mente • 34. Bacinella • 37. Un reato • 38. Sbarbati • 40. Pari in cernie • 44. Lo rode il cane • 47. Tribunale da ricorso • 50. Cava centrale • 51. Alcoolisti Anonimi.

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La soluzione del Concorso apparso il 1. luglio è: BRINDARE Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Barbara Vosti 6516 Cugnasco

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Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti!

Premio in palio: 2 buoni del valore di CHF 50.– l’uno per l’acquisto di biglietti per eventi FFS Le Ferrovie federali svizzere offrono due buoni per un valore totale di CHF 100.– a due fortunati vincitori per l’acquisto di biglietti per eventi da scontare presso una stazione FFS in Svizzera.

Prossima fermata: libertà. Una breve pausa dal tran tran quotidiano? Open air e festival sono un’ottima occasione per cambiare aria e musica. Il biglietto per la libertà è disponibile allo sportello FFS! Presso i punti di prevendita FFS, aperti anche nel fine settimana, trovate l’assortimento di Ticketcorner e biglietteria.ch. Inoltre per raggiungere in tutta rapidità e comodità le sedi dei vari eventi, vi consigliamo di prendere il treno. E poi c’è una novità: lo SwissPass è ora anche un biglietto per eventi! Potete caricare fino a 4 biglietti per eventi sullo SwissPass. Ulteriori informazioni sono a disposizione su ffs.ch/events. Buon divertimento!


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