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SETTE DOMANDE
Christa Rigozzi, la più amata
NUMERO 40 / 30 SETTEMBRE 2016 / CON PROGRAMMI RADIO : TV DAL 2 ALL’8 OTTOBRE
MAI VECCHI
In Ticino si vive più a lungo che nel resto della Svizzera CORRIERE DEL TICINO / LA REGIONE CHF 3.8
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Sommario
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STORIA DI COPERTINA
04
04 MAI PIÙ VECCHI di Mariella Dal Farra 07 MOBILITÀ NON GIOVANI MA MOBILI a cura della Redazione
COME DOVE QUANDO
08
08 SOCIETÀ SCHOOL OF LIFE di Fabiana Testori 09 ALIMENTAZIONE AUTENTICAMENTE SVIZZERI a cura della Redazione
PROTAGONISTI
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10 SETTE DOMANDE CHRISTA RIGOZZI di Paride Pelli 12 ORE SETTE CHIASSO (STAZIONE) di Flavia Leuenberger
TV E RADIO
13 DADOMENICA2ASABATO8
Scoprilaprogrammazionesettimanale completainTicinoeinEuropaditveradio.
IL PENSIERO DELLA SETTIMANA
L'unica cura per l'acne giovanile è la vecchiaia.
TICINO E NON SOLO
37
POPOLAZIONE RESIDENTE IN SVIZZERA PER GRUPPI D’ETÀ (2015)
0–19 ANNI
L’arte di vivere di Fabio Martini
20–64 ANNI
20,1%
TENDENZE
42 STILE COME TI CAMBIO PELLE di Valentino Odorico 44 SORPRESE GIN ALLA TICINESE di Tommy Cappellini
62%
OLTRE I 65 ANNI
RELAX
46
46 STELLE & CURIOSITÀ ASTROPARADE di Betty L’OGGETTO a cura della Redazione ISTRUZIONI PER L’USO di Walter Mariotti 47 GIOCA (E VINCI) CON TICINO7 IL CRUCIVERBA
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(Totò)
LO SAPEVI?
37 APPUNTI PAGINE PER MENTI LIBERE di Alba Minadeo 38 SETTE CONTINENTI SCOPRIRE ZURIGO di Keri Gonzato 40 SPIRITI LIBERI CI METTO LA FACCIA di Giulio Sette
42
PARLIAMONE
17,9%
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DIRETTO DA Paride Pelli CONLACONSULENZADI WalterMariotti REDATTORE RESPONSABILE Fabio Martini COREDATTORE GiancarloFornasier PROGETTO GRAFICO Elena MontobbioperWMWorkshop GRAFICA RobertoDresti e Deborah Vaccaro SITO WEB www.ticino7.ch
Quello del «saper vivere» è uno dei temi dominanti della filosofia antica i cui massimi rappresentanti – da Platone ad Aristotele, da Epicuro a Lucio Seneca, da Cicerone a Plutarco – hanno tentato di individuare un approccio equilibrato all'esistenza. E la ricerca di un principio in grado di armonizzare il rapporto fra ciò che dipende da noi e ciò che invece ci è precluso, fra libertà del soggetto e natura non si è mai arrestato. A partire dagli anni sessanta e settanta, con il diffondersi in Occidente delle discipline e filosofie orientali, sono fiorite in tutto il mondo iniziative e attività di ogni tipo, tutte tese a farci recuperare quell'equilibrio perduto, un fenomeno che ha portato alla formazione di un vero e proprio mercato del benessere mentale su cui si è innestato negli ultimi decenni quello del benessere fisico. E i valori, a livello globale, sono consistenti: solo il mercato dello yoga, disciplina che sta attraversando un momento d’oro in particolare dopo la crisi finanziaria del 2008, è oggi stimato in 10 miliardi di franchi (Financial Times). Viene da pensare dunque che Alain de Botton, dati i presupposti e lo spessore del personaggio, l'abbia vista giusta. Non è un caso che le sue School of life (a pag. 8), laiche e interdisciplinari, stiano sorgendo unpo'dovunque,segnoche il nostro desiderio di imparare a vivere e a migliorare non è venuto meno. 3
Storia di copertina
Mai più
vecchi
Quella che Kofi Annan, ex segretario dell’ONU, aveva definito «la rivoluzione silenziosa» è in pieno svolgimento. Stiamo parlando del cambiamento demografico, tendenza globale in un mondo in cui si nasce e si muore sempre di meno. E il Ticino non fa eccezione, anzi. Scrive Mariella Dal Farra
L
e cose cambiano, e lo fanno proprio lì dove meno siamo abituati ad attenderci un mutamento: nell’età avanzata. Secondo il rapporto An aging world: 2015, pubblicato nel marzo di quest’anno, il numero degli anziani a livello globale continua a crescere: alla fine dell’anno scorso, 617 milioni di persone, l’8,5% degli abitanti del pianeta, avevano più di 64 anni e si calcola che nel 2050 arriveremo a 1,6 miliardi: quasi il 17% del totale. Inoltre, se al momento tale invecchiamento – uno dei mega-trend del nostro secolo, secondo SHARE – riguarda principalmente Europa e Stati Uniti, con la punta avanzata del Giappone, nel 2050 Paesi «giovani» come Corea del Sud, Taiwan, Tailandia, Cuba e Cile saranno mediamente più «anziani» di quelli europei, ringiovaniti dai movimenti migratori. Le sfide presentate dal mutamento della composizione demografica sono molteplici e complesse, spaziando dall’ambito sociale a quello della salute e dei sistemi di cura, con le corrispondenti ricadute in termini economici per l’individuo e la collettività. Al contempo, sempre secondo SHARE, l’allungarsi della speranza di vita apre prospettive inedite e interessanti: «La sovrapposizione di quattro generazioni è un fatto nuovo nella storia dell’umanità e fornirà ai giovani un maggiore bagaglio esperienziale a cui attingere». Al contempo, «il progresso tecnologico e l’aumento di professioni nelle quali esperienza e
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capacità di management contano più della forza fisica consentiranno agli individui anziani di rimanere attivi più a lungo». Considerato che, nei prossimi vent’anni, in molti Paesi europei gli ultrasessantenni saranno quasi un terzo della popolazione, il prolungamento della vita lavorativa appare come qualcosa di più di una semplice opzione. PROSPETTIVA TICINESE Coerentemente, dal 1999 l’Organizzazione Mondiale della Sanità sponsorizza una campagna a favore dell’ «Invecchiamento Attivo» (Active Aging) con lo scopo di valorizzare le potenzialità fisiche, psicologiche, sociali ed economiche degli anziani: «La persona può fare molto per rimanere attiva e in salute anche in età avanzata. Il giusto stile di vita, il coinvolgimento familiare e sociale, un ambiente supportivo sono tutti fattori che aiutano a preservare il
benessere». In questo senso, la Svizzera presenta un ottimo assetto: insieme a Paesi Bassi, Svezia e Danimarca, la Confederazione risulta avere il minor numero di lavoratori anziani che richiedono pre-pensionamento in Europa. La longevità lavorativa è un fattore positivo non solo sul piano economico ma anche su quello psicologico, essendo ormai confermata la correlazione fra pre-pensionamento e depressione, in entrambi i sensi: mentre la depressione è spesso motivo di un precoce ritiro dal lavoro, il pensionamento – anche se dilazionato – tende a determinare l’esordio di sintomi depressivi. Forse anche per questo, i cittadini elvetici di età avanzata risultano essere proporzionalmente meno depressi dei loro coetanei europei? E il Ticino, come se la cava? Secondo l’indagine Fragilità e risorse della popolazione anziana in Ticino,
DIAMO I NUMERI
54.639
le persone residenti in Ticino di età compresa fra i 65 e i 79 anni.
22.092
le persone residenti in Ticino che hanno più di 80 anni.
le persone nel nostro Cantone «vivono a lungo, più che altrove in Svizzera, e chi raggiunge l’età della pensione si può aspettare di vivere in buona salute fino a quasi 80 anni». L’estensione del tempo di vita ha spostato in avanti l’inizio della vecchiaia: «Il nostro concetto di anziano è cambiato, e continuerà a cambiare mano a mano che le persone vivono di più, e meglio. Duecento anni fa un sessantenne era una persona estremamente vecchia mentre oggi viene considerata di mezza-età», dice Sergei Scherbov, Direttore del World Population Program presso IIASA, che aggiunge: «Le persone anziane in futuro avranno molte delle caratteristiche che oggi appartengono ai giovani». A TUTTI I COSTI Già ora, mentre la generazione dei baby-boomers si affaccia alla fatidica soglia, si notano margini di sovrapposizione, come afferma la studiosa Kathy Glasgow, autrice di saggi sull’argomento: «Percepiamo meno il gap generazionale, rispetto ai nostri genitori: ora vedi padri e figli che suonano insieme la stessa musica, si pettinano allo stesso modo, e tutti indossano i jeans». Ma se la terza età è slittata, «per amore e per forza», di circa un decennio, come distinguere fra «invecchiamen5
Storia di copertina
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CONSUMI Gli over sessanta: antidoto alla crisi
to attivo» e vera e propria rimozione della nozione di vecchiaia? Il confine appare spesso labile. A partire dalla TV, specchio fedele delle nostre mutazioni, i cui protagonisti tendono a collocarsi in un’area anagrafica indefinita: assodato che non hanno più vent’anni, diventa talvolta difficile stabilire se si trovino nella loro terza, quarta o sesta decade. Complici trattamenti estetici d’avanguardia che, fra laser frazionato, filler all’acido ialuronico, elettro-
SPERANZA DI VITA TICINESI IN TESTA
La Svizzera può vantare una speranza di vita fra le più elevate al mondo. E il Ticino, fra tutti i cantoni, la più elevata dell’intera Confederazione.
Donne
6
Uomini
85,6 81,2
stimolazione e quant’altro sembrano quasi poter coronare l’antico sogno di un’eterna giovinezza, lo stile di vita dei «nuovi anziani» appare piuttosto dinamico, talvolta edonista, improntato alla ricerca del benessere psicofisico e alla realizzazione del sé. In Svizzera, dove il PIL pro-capite è mediamente più elevato e l’incidenza di malattie croniche minore, gli over 65 «quando indicano che cos’è importante per poter trascorrere una vecchiaia appagante e vivere secondo le proprie scelte, si concentrano in primo luogo sulla salute (mentale e fisica) e sulle risorse economiche, ma tendono a sottolineare questi ambiti molto meno rispetto agli intervistati in Germania, Francia e Austria e a puntare di più su istruzione e accesso all’informazione». Non a caso, un segmento in pieno sviluppo tra i consumatori «senior» è quello tecnologico, sia in riferimento ai cellulari sia rispetto a Internet. In conclusione, che questa «nuova vecchiaia» sia ancora tutta da inventare, e che probabilmente ci riserverà un bel po’ di sorprese, lo abbiamo capito. Speriamo non si traduca in una coazione a rimanere giovani «a tutti i costi». Hai paura di invecchiare? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7
Secondo diversi studi, durante gli anni della crisi (2009–’14) sono stati gli anziani a trascinare i consumi. Unici ad avere mantenuto o aumentato il volume delle spese, questi consumatori continuano a esprimere nell’attuale, cauta ripresa, una positiva intenzione di acquisto: nel corso del prossimo anno, molti compreranno un elettrodomestico, un computer, uno smartphone o un tablet e altri prodotti tecnologici; seguono le spese per l’arredo e quelle di ristrutturazione, senza escludere l’investimento immobiliare nel prossimo triennio. Il capitolo di spesa più importante è naturalmente quello sanitario, ma risulta in netta crescita anche quello delle attività formative e sportive per sé e per altri membri della famiglia (un corso di pianoforte o di canoa per il nipote, per esempio). Molti anziani hanno ancora voglia di lavorare proprio per vivere attivamente la loro longevità: nel futuro, molti cercheranno un impiego o proveranno ad avviare un’attività autonoma. Ciò vale soprattutto per il segmento 65-79 anni, quello che frequenta maggiormente ristoranti e trattorie, nonché cinema, teatri e musei. Questi «junior anziani» viaggiano all’estero, si iscrivono a scuole di ballo, di yoga e di meditazione, dormono nei bed&breakfast e si muovono preferibilmente in bicicletta: tanto l’auto ci sarà tempo di usarla dopo gli ottanta, quando finalmente inizieranno a sentirsi «senior».
Storia di copertina
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MOBILITÀ
Non giovani ma mobili
Spostarsi in tutta sicurezza, anche al volante Gli over 60 di oggi non sono più quelli di una volta: godono di miglior salute, sono molto attivi e per muoversi si mettono volentieri al volante, sia per spostamenti brevi sia per vacanze e gite fuori cantone. Guidare significa anche sentirsi vivi, ma con l’età le capacità fisiche diminuiscono con possibili conseguenze sulla guida. Lo sanno bene al Touring club svizzero che, evoluzione demografica della popolazione alla mano, ha pensato bene di redigere un opuscolo (gratuito per i soci o scaricabile dal sito dell’associazione) dal titolo «Per sempre mobili e sicuri», con indicazioni e consigli su come muoversi privatamente o con i mezzi pubblici quando l’eta avanza. Con gli anni il tono muscolare, la rapidità dei movimenti, la mobilità e l’agili-
tà diminuiscono, compromettendo l’idoneità alla guida. Inoltre il 90% delle informazioni necessarie a guidare è percepito dall’occhio: ma con l’età gli occhi richiedono più tempo per ottenere una visione nitida; il campo visivo laterale si restringe, e la vista cala ulteriormente al crepuscolo e di notte. Questo, sommato a un udito indebolito, può creare qualche grattacapo in più o incomprensioni con altri utenti della strada. In generale, il tempo di reazione aumenta con l’età e in situazioni complesse che richiedono prontezza di riflessi è possibile commettere errori di guida. A questo vanno aggiunte eventuali patologie legate all’età (scompensi cardiaci, diabete, artrite) che possono influire sulla guida, così come l’assunzione di farmaci. t7
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SETTE CONSIGLI DAL TCS
1. Non circolare nelle ore di punta ed evitare le arterie trafficate. 2. Quando possibile non guidare con il cattivo tempo, di sera o di notte. 3. Pianificare nel dettaglio i viaggi lunghi, prevedendo frequenti pause. 4. Controllare regolarmente lo stato del veicolo. 5. Non mettersi al volante se non ci si sente bene. 6. Sottoporsi a controlli medici regolari. 7. Frequentare un corso di guida per rinfrescare le proprie conoscenze.
Come dove quando
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SOCIETÀ
A scuola di vita La filosofia può contribuire a migliorare la nostra esistenza? Certamente. Sulla base di tale convinzione Alain de Botton, imprenditore culturale e scrittore, ha fondato la School of Life. Scrive Fabiana Testori
Q
ualcosa di suo l’avevamo già letto, Esercizi d’amore, Le consolazioni della filosofia; in qualcosa c’eravamo avventurati, Come Marcel Proust può cambiarvi la vita; altro restava da approcciare: Lavorare piace. Alain de Botton è riuscito a suscitare la nostra curiosità, se non altro perché è stato capace di rinnovare l’interesse del pubblico per i temi filosofici: una sfida non da poco. Lui, scrittore e pensatore svizzero 46enne, ce l’ha fatta. La sua prima opera, Esercizi d’amore, ha venduto due milioni di copie trasformandolo in un autore di successo e soprattutto ha avvicinato la filosofia al grande pubblico, spiegando che quest’ultima può essere utile nella vita di tutti i giorni. Dalla lettura dei suoi libri al corso intensivo di cinque giorni alla School of Life da lui fondata il passo è stato breve. QUOTIDIANITÀ E ANTICHI MAESTRI Centro di Londra, venti persone dai profili più diversi si interrogano su come la filosofia possa essere applicata alla caotica e iperconnessa vita moderna. Dal banchiere della city all’artista di Camden town, dal sales manager alla casalinga, dal consulente assicurativo all’insegnante, sono tutti interessati al quesito: cosa può legare la disciplina del pensiero alla quotidianità e ai suoi aspetti? Che a guar8
darli bene non sono nemmeno così tanti e molto spesso sono sempre gli stessi: sogni, lavoro, relazioni e tempo. Sarò in grado di scoprire il mio potenziale? Imparare l’arte di resistere e superare le prove a cui l’esistenza ci sottopone è possibile? Come dare più spazio a se stessi senza trascurare il lavoro e gli affetti? Come non cadere nella trappola dell’ansia da status? Si deve rincorrere la felicità a qualsiasi costo oppure è meglio coltivare le virtù? Come far durare l’amore? La School of Life, grazie a un corpo insegnante che include filosofi, fisici, psicologi, giornalisti richiama i grandi temi della vita e del pensiero. Ed ecco quindi un excursus fra più famosi pensatori, da Socrate a Hobbes, da Seneca a Locke, consci che interessanti direzioni sono già state indicate in tempi molto lontani da noi. Il tutto viene associato a letture ed esercizi di analisi, di scrittura e di condivisione in uno spazio protetto dove ognuno è semplicemente se stesso. In un periodo storico e socio-economico tanto incerto come quello che stiamo vivendo, ritornare alla filosofia, o forse più semplicemente a «pensare», può rappresentare una nuova via per guardare al futuro, per concepirlo e immaginarlo diverso, migliore di quello che si prospetta. La filosofia può salvarci, e non solo secondo Alain de Botton.
ORA ANCHE A ZURIGO La School of Life è stata fondata nel 2008 e la sua sede principale si trova a Londra. È presente in altre città con piccole affiliate, come Amsterdam, Antwerp, Berlino, Istanbul, Melbourne, Parigi, San Paolo, Seul e Tel Aviv. La sua sede di Zurigo verrà inaugurata entro la fine del 2016. Il suo programma di incontri e conferenze si concentra su come vivere meglio e più consapevoli della propria intelligenza emotiva. La scuola offre una grande varietà di programmi e servizi che spaziano fra i temi più diversi che caratterizzano l’esistenza: trovare un lavoro appagante, gestire le relazioni, ritrovare calma e serenità, capire il mondo attuale e cercare per quanto possibile di cambiarlo in meglio.
IL PERSONAGGIO LETTERATURA E SOCIOLOGIA
Alain de Botton, nato a Zurigo nel 1969 da una facoltosa famiglia di origini ebraiche, risiede oggi in Inghilterra dove ha svolto i suoi studi universitari. Figlio di un noto finanziere, oltre ad aver lavorato in televisione ha pubblicato numerosi libri. Scrittore, imprenditore culturale, filosofo, attraverso le sue opere e i suoi programmi affronta temi relativi alla società contemporanea, evidenziandone l’aspetto filosofico. Fra i suoi romanzi e saggi più importanti si ricordano: Esercizi d’amore, Il piacere di soffrire, Come Marcel Proust può cambiarvi la vita, Le consolazioni della filosofia, L’arte di viaggiare, L’importanza di essere amati, Architettura e felicità, Una settimana all’aeroporto, L’arte come terapia.
Come dove quando
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ALIMENTAZIONE
Autenticamente svizzeri
Filiere corte e prodotti tipici tutti da (ri)scoprire È vero, noi svizzeri siamo i più grandi divoratori di cioccolato al mondo (12 chili di bontà pro capite all’anno), ma produciamo anche 450 diverse varietà di formaggio, di cui ne consumiamo annualmente oltre 21 chili a testa. Che dire poi dell’offerta regionale di insaccati? Dalla «longeole» di Ginevra al «saucisson vaudois» (Vaud), ai vari «bratwurst» (come quello bianco di San Gallo), ai sanguinacci alla panna del Giura fino alla carne secca grigionese («Bündnerfleisch»). Oppureancoralamortadelladifegatoprodotta nel nostro cantone, che con polenta, formaggi vari e dolci (come il panettone) si difende egregiamente. E in tempo di vendemmia come non citare le quasi 250 varietà di vite presenti in Svizzera, di cui circa 40 autoctone? Buon appetito! t7
Fonte: 2015 ©DFAE, PRS - Patrimonio culinario svizzero (2014) / aboutswitzerland.org
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Protagonisti
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SETTE DOMANDE
Christa Rigozzi
La bellezza esteriore aiuta però da sola non vale nulla Christa Rigozzi è una star soprattutto oltre Gottardo: anche per lei vale il detto «Nemo propheta in patria»? Lavorando nel mondo dello spettacolo e della televisione, è innegabile che l’offerta e le possibilità siano più numerose oltre Gottardo. E poi da quando ho vinto Miss Svizzera ho avuto grande visibilità soprattutto lì, dove il concorso è molto popolare. La mia fortuna è stata anche quella di aver studiato e imparato il tedesco: forse pure per questo mi hanno sempre seguita e sostenuta. Ho un fanclub numeroso e appassionato in Svizzera interna, maggiore rispetto a quello che ho in Ticino. Inoltre, lavorando con una certa regolarità sui canali SRF, raggiungo un grande pubblico. Ma con questo non voglio certo dire che nel mio cantone mi snobbino, tutt’altro: anche qui mi vogliono bene, le persone hanno imparato a conoscermi e ad apprezzarmi. Ma ci è voluto più tempo. 1
Per Aristotele «la bellezza è la migliore lettera di raccomandazione»: d’accordo? Dipende, c’è bellezza e bellezza. Interiore o esteriore, per esempio. C’è una certa differenza. Se la bellezza esteriore può indubbiamente aiutare, magari ad aprire alcune porte, con il tempo deve essere supportata da una bellezza interiore e naturalmente da capacità e conoscenze per poter svolgere un determinato lavoro, come nel mio caso. Non vorrei passare per presuntuosa, ma se dentro c’è il vuoto, a lungo andare non ci sono raccomandazioni che tengano. 2
Nel suo libro spiega di aver rifiutato una proposta indecente: a cosa invece non rinuncerebbe mai, per nessuna ragione? Non rinuncerei mai alla mia onestà e alla disponibilità nei confronti delle persone che amo o che mi apprezzano. 3
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IL PERSONAGGIO
Christa Rigozzi è nata a Monte Carasso 33 anni fa. Modella, presentatrice e donna di spettacolo, è stata eletta Miss Svizzera nel 2006 e ha rappresentato la Svizzera in occasione di Miss Universo 2007 a Città del Messico. Studentessa di criminologia e legge criminale presso l’Università di Berna, parla italiano, tedesco e francese, oltre a spagnolo e inglese. Christa, sposata dal 2010 con Giovanni Marchese, diventerà prossimamente madre di due gemelli. Recentemente ha pubblicato il suo libro autobiografico «Selfissimo». 4 Che voto si dà come moglie? E come si vede come futura mamma? Come moglie credo di essere piuttosto brava, ma devo ammettere di essere fortunata ad avere un marito come il mio. Giovanni mi sostiene in tutto e per tutto, mi lascia vivere le esperienze lavorative e di viaggio fuori cantone. Anche per questo, sento di dovergli molto. Come futura mamma, beh, ormai tutta la Svizzera ha saputo che sono in dolce attesa – di due gemelli – e sono naturalmente felicissima e curiosa allo stesso tempo. Ho grande rispetto della gravidanza, che porto avanti con amore e attenzione. Cercherò in seguito di fare del mio meglio per essere anche una madre affettuosa. Imparerò giorno dopo giorno. Un decalogo della mamma perfetta non esiste, cercherò di seguire il mio istinto e di fare del mio meglio, con l’aiuto di mio marito. 5 Qual è il personaggio che vorrebbe conoscere oggi? E la città in cui si sposterebbe a vivere senza esitazione? David Letterman, tra i tanti, è un personaggio che mi piace. Adoro i suoi «talkshow» e ammiro la sua capacità di intervistare VIP presentandoli sotto
una luce diversa e facendoli esprimere al meglio, intrattenendo nel contempo il pubblico grazie alla sua eccezionale «verve». Da un fuoriclasse come lui potrei solo imparare. A proposito di Stati Uniti, credo che se dovessi spostarmi, andrei a vivere proprio oltre oceano: adoro l’America in generale. Ma sarebbe anche difficile lasciare Monte Carasso, perché sento forti le mie radici e alla lunga avvertirei la mancanza della mia realtà e dei miei affetti. Non è un caso che proprio a Monte Carasso abbiamo costruito casa. 6 Christa Rigozzi come si trova ai fornelli? Cucino molto volentieri, in maniera semplice e con ingredienti freschi perché tengo non solo alla linea ma anche alla salute. Sono una buona forchetta e amo i risotti e le lasagne, ma ai fornelli mi diletto e mi diverto anche con un buon brasato o con il pesce. La cucina per me è condivisione, per cui mi piace, appena gli impegni me lo permettono, invitare amici a casa, offrire loro una buona cena e aprire una bottiglia di vino. Mi ritengo golosa, sì: ma solo di cose buone. 7 Il libro, la musica e la foto-ricordo che porterebbe con sé su un’isola deserta. Sul libro che porterei con me non ho esitazioni: il mio, autobiografico, «Selfissimo», appena pubblicato. In quelle pagine ci sono molte cose che svelo di me e che il pubblico ancora non conosce. Poi sull’isola ascolterei tutto il giorno Ligabue: la sua musica mi arriva dritta al cuore. Le foto ricordo temo che non ci starebbero in un bagaglio a mano: ne vorrei infatti una con ogni persona che amo. E sono davvero tante...
Intervista di Paride Pelli Foto di ©Ellin Anderegg
Protagonisti
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ORE SETTE
CHIASSO (STAZIONE), ORE 7 E ORE 19 DI MARTEDÃ&#x152; 20 SETTEMBRE 2016.
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Foto di Flavia Leuenberger
Ticino e non solo
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APPUNTI
Pagine per menti libere Nonostante l’avvento di smartphone, tablet e notebook, il classico taccuino cartaceo resta un must. E c’è anche chi lo ha quotato in borsa. Scrive Alba Minadeo
C
hi non ha un taccuino sucuiprendereappunti, fare schizzi, disegni o almeno segnare le proprie infinite password? Ne esistono di ogni tipo e prezzo: dai block notes dei grandi magazzini ai refill della Filofax; dai taccuini di Muji a quelli super economici di Tiger, fino ai bellissimi journals e notebook americani Riflepaper o Fieldsnotes, con la nuova linea Byline per reporter. Uno strumento indispensabile per chi fa questo lavoro, come diceva Anton Čechov nel suo «Scarpe buone e un quaderno d’appunti». Un taccuino può costare dai 250 franchi – come quelli in pelle della Caran d’Ache, con ricarica da 40 e 30 franchi – a meno di 5. Oggi, il brand che va per la maggiore anche in Ticino è il Paperblank, con copertine tratte da disegni di tessuti persiani, motivi giapponesi o antichi ricami indiani. Sempre intramontabili sono i quadernetti delle legatorie veneziane o fiorentine, fatti a mano con carta di Varese.
Ma ora è anche molto posh avere un taccuino prodotto con carta riciclata da artigiani creativi o magari da se stessi. Per i più green, esiste anche il Whynote, blocnotes ecologico svizzero: si trova, per esempio, da Manor, accessoriato di penna con gomma, spray, panno in microfibra per cancellare e spirale apribile. RACCOLTE FAMOSE Quel che conta non è dove prendiamo nota, ma che cosa segniamo: molte frasi famose sono state appuntate sul lembo interno di una bustina di fiammiferi Minerva. In ogni caso, il taccuino (quasi sempre nero) è uno strumento molto prezioso per tanti artisti. Virginia Woolf scriveva: «Sono in attesa di comprare un quaderno sul quale annotare le mie impressioni». È un oggetto di culto forse perché dalle sue pagine sono nati libri importanti come il Libro Rosso (una raccolta di visioni che Carl Gustav Jung aveva raccolto nei suoi quaderni ne-
ri), il Taccuino veneziano di Hermann Hesse, il Taccuino Svizzero di Diego Valeri, Il taccuino del vecchio di Giuseppe Ungaretti. Oppure Il taccuino d’oro di Doris Lessing; Il quaderno nero di Nina Berberova o Orsa minore, note di taccuino di Sibilla Aleramo. Ma anche il Taccuino di un vecchio sporcaccione di Charles Bukowski o il Quaderno nero di Joë Bousquet. Tra gli sketchbook, segnaliamo I taccuini di disegni del fronte della guerra 1915–18 di Lorenzo Viani e Il taccuino di Bento di John Berger, con i disegni di Baruch Spinoza. STORIE D’AUTORE Il taccuino più famoso è il Moleskine (da «mole skin» cioè «pelle di talpa»), quotato in borsa dal 2013. Il produttore milanese (rilevato recentemente dalla società belga D’Ieteren) ha riportato in vita quello citato da Bruce Chatwin nel suo «Le vie dei canti». Taccuini così, erano già diffusi tra gli artisti nell’Europa del XIX secolo, per dipingere e scrivere mentre si trovavano nelle strade o nei caffè. Erano prodotti da una legatoria artigianale parigina e tra i personaggi del passato che ne hanno fatto uso ci sono Oscar Wilde, Vincent van Gogh, Pablo Picasso, Ernest Hemingway ed Henri Matisse.
LUOGHI & RITROVI MOLESKINE CAFÉ A MILANO
«Per una buona dose d’ispirazione quotidiana», così si presenta il Moleskine Café di Corso Garibaldi 65. Una via di mezzo tra gli elementi tipici del caffè letterario, della galleria d’arte, del negozio e della libreria dove fare incontri; ma anche una piccola oasi di pace per una pausa di relax e di riflessione. Un programma di conferenze, sessioni formative mattutine e mostre anima il ritrovo tutto l’anno, mentre il bar propone miscele per espresso «attentamente selezionate», oltre a un menu di sandwich, minestre e insalate per colazioni e brunch. Insomma, dal caffè all’arte della conversazione: per staccare la spina, leggere, creare e ritrovarsi.
LE ORIGINI Il termine deriva dall’arabo «taquîm» e vuol dire «disposizione ordinata». Veniva usato per definire un calendario, un lunario o un almanacco. Nel tardo medioevo, era il titolo di raccolte di prescrizioni mediche e igieniche, o anche di piccole enciclopedie di medicina (tacuinum sanitatis). Oggi, il taccuino serve per annotare appunti, conti, promemoria o date; per fare schizzi, abbozzi e disegni o collage (il cosiddetto «scrapbook»). 37
Ticino e non solo
SETTE CONTINENTI
Scoprire Zurigo
Una meta per tutte le stagioni
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on i suoi 396.027 abitanti, ripartiti in 12 quartieri, Zurigo è la più grande città della Svizzera. Poca cosa, direte, in confronto a metropoli come Londra, Parigi o Roma. Nonostante ciò, per modernità, infrastrutture e servizi non è seconda a nessun’altra città europea pur avendo conservato un’atmosfera intima e accogliente che mette a proprio agio chiunque vi giunga. Adagiata tra fiumi, colline verdeggianti e la distesa placida del lago, è ricca di scorci naturali. Basta prendere uno dei tram che escono dal tracciato urbano per ritrovarsi, in una decina di minuti, in aperta campagna dove è possibile comprare burro e uova direttamente dai contadini. Non a caso la qualità di vita che Zurigo offre ai suoi abitanti è stata giudicata innumerevoli volte come la migliore al mondo. Le 38
stradine a ciottoli e gli edifici storici del centro le conferiscono uno charme senza tempo. Un fascino reso interessante dal contrasto con la modernità delle costruzioni più recenti come la Prime Tower, l’edificio più alto della Svizzera. Sesta piazza finanziaria nel ranking mondiale, Zurigo è una città dinamica e internazionale. Ogni Kreis, il nome dei suoi quartieri, ha il suo stile e il bello è proprio passare dall’uno all’altro assaporando le tante realtà che la animano. QUEL GENERE DI LUOGO Dato che è facile da girare a piedi e con i mezzi pubblici, il treno rappresenta la soluzione migliore per raggiungerla dal Ticino. Dalla Hauptbahnhof parte la famosa Bahnhofstrasse, scintillante e piacevole mecca dello shopping… Poco
più in là, attraversando il fiume, si trova il Niederdorf. Un tempo zona di locali a luci rosse e bettole, oggi è un romantico reticolo di stradine che gli zurighesi chiamano affettuosamente «Dörfli», ovvero paesello. Appoggiato sulla riva est del fiume Limmat questo quartiere offre caffè accoglienti e ristoranti per ogni gusto. È la zona perfetta per uno shopping alternativo con le sue boutique di nicchia. Verso Froschaugasse si trovano ancora le botteghe di diversi artigiani. Uscendo dal Niederdorf si sbuca verso lo Zürichsee, bacino d’acqua pacifico, da scoprire in battello o passeggiando lungo la riva. Le giornate uggiose d’autunno poi sono l’ideale per andare alla scoperta dei musei della città. Primo fra tutti il Kunsthaus, Museo di arte contemporanea, dove rifarsi occhi e spirito con una delle più presti-
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Muoversi in libertà / VOLETE ANDARE A ZONZO PER ZURIGO? I PIEDI FUNZIONANO BENISSIMO E LE BICICLETTE SONO GRATUITE. ALTRIMENTI CON LA ZÜRICHCARD (24 FRANCHI AL GIORNO) AVRETE UN JOLLY ECCEZIONALE: MEZZI PUBBLICI E MUSEI A COMPLETA DISPOSIZIONE, SCONTI NEI NEGOZI E MOLTO ALTRO ANCORA.
7 CONSIGLI PER UN WEEKEND 1. The Artisan
È un locale accogliente con un giardino urbano ideale per il rito del brunch. 2. Lily’s Factory Ci si immerge in un’atmosfera esotica con sfiziosi menu pan-asiatici, un design molto cool basato su legno, cemento e metallo e un’ampia cucina a vista. 3. Hiltl Vanta un primato: è stato il primo ristorante vegetariano d’Europa e oggi è un must per tutti coloro che desiderano un pranzo saporito (evitando la carne). 4. Sprüngli Sempre e comunque: per un’imperdibile pausa dolce. 5. Marktgasse Hotel Recentemente rinnovato, questo delizioso hotel offre stanze arredate con stile, nel cuore della città vecchia. In equilibrio tra storia e modernità fa parte degli Swiss Historic Hotel. Gli ospiti hanno accesso libero all’Hamam Münstergasse.
giose collezioni d’arte della Svizzera, da Edvard Munch ad Alberto Giacometti. Un’altra zona particolare e variegata, con una storia ricca di trasformazioni, è Langstrasse. D’obbligo un salto alla Volkhaus, edificio multifunzionale risalente al 1910: ospita un teatro con 1.200 posti e la zona bar-ristorante ha degli interni spettacolari. Con il calare della sera le possibilità offerte dalla città sono ampie: concerti, spettacoli teatrali o dj set elettronico, a voi la scelta! Zurigo regala, a chi la visita, una sensazione particolare. Come ha scritto l’autore turco Mehmet Murat Ildan «Vai in un posto per una visita e nel profondo del tuo cuore pensi che questo posto può essere casa tua. Zurigo è quel genere di luogo!». È facile trovarsi a fantasticare di farne la propria casa. Un viaggio di Keri Gonzato
I DINTORNI
6. Atlantis by Giardino
UETLIBERG: PANORAMA ASSOLUTO
Chiamarla montagna è davvero eccessivo visti i suoi 871 metri di altezza. Sta di fatto che dal cucuzzolo dello Uetliberg, rilievo collinare che domina da sud-ovest Zurigo, si gode un magnifico panorama a 360° sulla città e le sue adiacenze, lago compreso, che si estende verso meridione. Si tratta di una meta escursionistica particolarmente apprezzata soprattutto nel periodo autunnale, quando la cima dell’Uetliberg emerge dalla coltre di nebbia che copre la città. In inverno, i sentieri escursionistici si trasformano in avventurose piste per slittini, mentre in estate, l’Uetliberg rappresenta il punto di partenza ideale per raggiungere i percorsi segnalati, il tragitto per mountain-bike e la cosiddetta«Via dei pianeti». Quest’ultima è una camminata di circa due ore che porta fino al Felsenegg di Adliswil, fornendo una panoramica affascinante sul nostro sistema solare.
È un albergo estremamente chic, moderno e colorato al punto giusto e in grado di offrire ogni genere di comfort, inclusa una favolosa SPA. 7. Pensione Kafi fürDich Per chi è in cerca di atmosfere romantiche, diciotto stanze arredate con cura e dettagli vintage. Al piano terra si trova un caffè dal piglio decisamente bohémien dove fare colazione. 39
Spiriti liberi
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Ci metto la faccia
A FIL DI LAMA Memorie storiche
Radersi: un gesto quotidiano che può aprirti un mondo, il tuo. Un incontro con te stesso, allo specchio. Scrive Giulio Sette
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arsi la barba, ad averne il coraggio, può essere un viaggio. Lungo le linee, le sinuosità e le asprezze del tuo vero volto. È gesto antico, millenario (ci si radeva già nella preistoria), eppure mantiene tutta la propria forza innovativa e rigeneratrice. Non è un caso che in questa epoca di consumismo sfrenato, di tempi accelerati e di usa e getta, stiano tornando in auge modalità e strumenti che il corso dei costumi aveva mandato un poco alla deriva. E così ecco tornare sulle mensole dei bagni il caro vecchio rasoio di sicurezza. Recuperato ma-
bellezza, è dotato anche di quello della storia.
gari in qualche mercato delle pulci (raccomando, uno su tutti, il Gran Balon di Torino, che si tiene ogni seconda domenica del mese), l’oggetto, oltre che del fascino della
COME UNA CAREZZA Disintegrate le orride bombolette spray, per preparare la pelle al cammino della lama c’è solo la schiuma. Con tanto di pennello. E qui ci son due fazioni: sapone solido montato ad arte o crema, in cui il pennello si tuffa con angolo a 45 gradi. Ma esiste pure una terza via. Nel 1851 a New York in una minuscola farmacia nasce l’avventura dei prodotti Kiehl’s (kiehls.com). A noi qui interessa la Ultimate Brushless Shave Cream, nella sua versione Blue Eagle (olio di oliva castigliano, olio di sesamo e sodio PCA) o White Eagle (canfora, mentolo e olio di sesamo). Come dice il nome: non serve nemmeno il pennello. È crema che penetra nella pelle. Pazzesco. PS: Kiehl’s è sbarcata anche a Lugano, da Marionnaud, in via Nassa.
A VOLTE RITORNANO Concepito da un coltellinaio francese nella seconda metà del ’700 come evoluzione più sicura del rasoio a mano libera, quello di sicurezza ha letteralmente fatto la storia della rasatura della barba (o pogonotomia) e delle società moderne, in un tripudio di modelli, soluzioni, invenzioni e ardimenti. Sino appunto all’avvento, nei primi anni ’70, dei rasoi multilama, degenerati poi nel monumento allo spreco degli «usa e getta». Oggi, come detto, si assiste al comeback di questo gioiello di praticità e d’ingegnosità, che assicura peraltro risultati nettamente migliori in termini di qualità della rasatura. Per i più ardimentosi, spregiudicati, o semplicemente sicuri del proprio polso c’è persino la dimensione del ritorno alla purezza assoluta, rappresentata dal rasoio a mano libera. Un manico, una lunga lama e la propria faccia.
MODELLI & EVOLUZIONI A due, tre pezzi, a pettine, a pettine chiuso, con apertura a farfalla, regolabile. Esistono svariati modelli di rasoi di sicurezza, appartenenti a vere e proprie tipologie. Un occhio di riguardo meritano il Fatboy (che consente di regolare la sporgenza della lama), uno dei migliori rasoi della casa Gillette, e lo Stahly Live Blade, uno dei primi rasoi a testa vibrante, prodotto in Indiana dal 1941 al 1978. «Gimmick», un fronzolo, lo definisce qualcuno sui blog. Ma radersi con lo Stahly è un’esperienza che merita di essere vissuta. E poi l’estetica… 40
In principio furono selce, bronzo, oro e poi il ferro. Le prime lame con cui l’uomo cercò di eliminare ipelicheindesideratierano figlie delle conoscenze con i materiali che la natura offriva loro. Fu però nel passaggio dal rasoio a mano libera a quello di sicurezza che si registrò il salto di paradigma. Agli inizi del ’900 un uomo dal nome regalmente composito, predestinato a un futuro di celebrità, tale King Camp Gillette (nella foto), inventò un sistema perprodurrelametteeconomiche che potevano essere sostituite una volta inservibili. Complici le tragiche esigenze della guerra, Gillette su quelle lame costruì un impero. Sino al 1921, quando il suo geniale brevetto decadde spalancando le porte a un mercato gigantesco: la concorrenza ci si buttò a capo fitto. Fu un fiorire di prodotti e aspre competizioni. Quarant’anni di tempo e si arrivò a una nuova svolta epocale: le lamette, sin lì costruite in acciaio al carbonio (e quindi soggette all’azione spietata della ruggine), trovarono sulla propria strada un nuovo nome destinato alla celebrità: Wilkinson Sword, l’azienda che iniziò a produrre lamette in acciaio inossidabile. Basta ruggine, basta rischi inutili. E più lunga vita a quel fil di lama grazie al quale ogni giorno incrociamo le spadeconl’esercitodipelidel nostro viso.
Trattamento per un incarnato uniforme. Perfeziona l’incarnato e rende i pori meno visibili <wm>10CAsNsjY0MDQx0TUxMDE0NwUA7TFhEg8AAAA=</wm>
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Tendenze
STILE
Come ti cambio pelle Il mutare di stagione, con il conseguente inevitabile rinnovo del guardaroba, può rappresentare un’occasione per conoscerci meglio, scoprire lati inediti di noi stessi ed elaborare soluzioni creative e alternative. Scrive Valentino Odorico
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on l’arrivo dell’autunno e delle prime fresche giornate dobbiamo inevitabilmente abbandonare il nostro attuale look: le vetrine, che propongono i capi per la stagione in arrivo, suggeriscono che è giunto il momento di dare il cambio al nostro guardaroba. Anno dopo anno, legandoci a molte cose delle quali non riusciamo a liberarci e che comunque non indosseremo più, ci ritroviamo a smistare abiti, maglioni e giacche. Amato da molti e odiato da altrettanti, soprattutto dalle signore che spesso devono gestire anche quello dei figli e del compagno, affrontare il cambio del contenuto degli armadi in modo organizzato è certamente la cosa migliore. Un buon punto di partenza è quello di proiettarsi in un’ottica nuova: sfruttare questo momento non solo per mettere ordine in casa, ma viverlo come qualcosa di utile anche nel comprendere alcune sfaccettature di noi stessi.
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BOUTIQUE CASALINGHE Quello che indossiamo molto spesso racconta chi siamo, il nostro modo d’essere, le nostre passioni e il nostro mondo: ogni volta che scegliamo quale vestito cucirci addosso, istintivamente cerchiamo dei capi che ci aiutino a stare a nostro agio, rispecchiando uno stato d’animo e, cosa da non sottovalutare, siano in linea con una situazione che viviamo o con il lavoro che svolgiamo. La nuova stagione può diventare quindi anche un ottimo pretesto per immaginare una visione diversa di noi stessi, elaborando e mettendo l’accento su nuove fasi della vita. Con questa consapevolezza possiamo porre l’attenzione su dinamiche legate alla nostra fisicità: con il trascorrere del tempo il nostro corpo cambia e inconsciamente sappiamo che quella gonna, quel pantalone, quel jeans non assicurano più il comfort che donavano in passato. Per chi ama la moda, il cambio del guarda-
COMMERCIO ONLINE DELL’USATO CATEGORIE PIÙ VENDUTE Casa & vestiti
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SETTE CONSIGLI UTILI È possibile creare il perfetto connubio tra praticità, senso estetico ed essenzialità seguendo alcune semplici regole. Ecco alcuni consigli. 1. Fare una scelta rigorosa Gli abiti non indossati nella stagione passata o in quelle precedenti è meglio eliminarli. Se non è venuto naturale utilizzarli fino a quel momento, difficilmente nella nuova stagione si deciderà di indossarli. 2. Puntare sulla qualità Meglio avere meno cose ma di stile, pregiate, curate e con le quali ci si sente a proprio agio, che perdersi tra una montagna di vestiti; in questo modo non solo a rotazione si indosserà tutto ma, usando inevitabilmente ogni capo del guardaroba, senza neppure rendersene conto, i look variano maggiormente! 3. Disporre gli indumenti con un senso logico Separare i capi per colore, tipologia e occasione d’uso (sportivo, da sera, elegante), permette di risparmiare tempo prezioso nella scelta! Molto importante è anche riporre in modo ragionato cappelli, borse e sciarpe: sono gli accessori che completano e impreziosiscono un outfit! 4. Avere tutto sott’occhio Cercare di tenere a vista ogni capo permette di ampliare la scelta, facilita gli abbinamenti e non si rischia di «dimenticarsi» di possedere qualcosa. Molto importante è anche garantire un’adeguata illuminazione del guardaroba, che può essere migliorata con delle semplici luci a pile.
roba può anche fungere da apripista al mondo creativo: la moda non necessariamente deve essere solo acquistata, ma è bello anche pensare di creare nuove proposte. Per chi è pratico con il cucito, dai vecchi capi può ricavare dei tessuti da riutilizzare in modi e forme diverse. Quante volte poi ci capita che un’amica o un amico si entusiasmi per un vestito che stiamo indossando in quel momento? Un’idea da attuare per un pomeriggio alternativo, può essere quella di organizzare una «piccola boutique casalinga» dove, tra un caffè e una fetta di torta, si possono acquistare i capi che non usiamo più; all’estero è una pratica molto utilizzata, in ogni fascia d’età. Un’altra idea, certamente vincente, per avere il piacere di possedere nuove proposte senza spendere, è quella dello scambio di abiti tra amiche e amici: un modo originale per mettersi letteralmente «nei panni dell’altra».
OSSERVARE E INFORMARSI Non dimentichiamoci infine della solidarietà: molti indumenti che non indossiamo, grazie alle raccolte effettuate da comuni e organizzazioni, rivivono e portano un sostegno e un aiuto concreto a molte persone. Infine la moda può venire in aiuto nella scelta di cosa tenere e cosa eliminare, soprattutto per i fashion victim che, attenti a quello che gli stilisti propongono, prediligono optare solo per i capi di tendenza. Le proposte che troviamo nei negozi vengono presentate nelle passerelle molti mesi prima: questo ci permette non solo di sapere con largo anticipo cosa andrà di moda nell’imminente stagione, ma anche quello che sarà cool la stagione successiva; un’ottima strategia quindi è osservare e informarsi, così da valutare fin da subito su cosa è utile puntare fra la pila di indumenti sparsi nella stanza.
5. Eliminare quello che non convince Essere consapevoli che un abito non rappresenta più il proprio stile è il pretesto giusto per liberarsene. Fatelo immediatamente! 6. Controllare ogni singolo capo Osservare attentamente eventuali bottoni mancanti, orli scuciti e fodere da cambiare; intervenendo in caso di bisogno, evitiamo spiacevoli sorprese quando gli abiti dovranno essere indossati. Un lavoro noioso forse, ma un ottimo investimento per i mesi futuri! 7. Indispensabile un «profuma guardaroba» Utilizzare delle profumazioni, anche naturali e da inserire all’interno dell’armadio, aiuta a preservare gli indumenti dalle tarme; un buon odore permette anche di mantenere la sensazione di freschezza dei capi nel corso delle settimane. Per chi non ama i prodotti in commercio è possibile realizzare facilmente un profumo, direttamente con i prodotti del giardino o dell’orto; basta inserire delle foglie di alloro o dei fiori di lavanda in un sacchetto di cotone. 43
Tendenze
SORPRESE
Tenera è la notte Anche il Ticino ha il suo gin: il Bisbino. Non è meraviglioso? In un sol colpo, l’immaginario alcolico e letterario del nostro cantone si amplia, si approfondisce, si tinge d’indaco e di pensieri cristallini. Scrive Tommy Cappellini
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a parola definitiva sul gin l’ha detta Luis Buñuel nell’autobiografia Dei miei sospiri estremi, nel capitolo I piaceri terreni, dove racconta in lungo e in largo, con serena passione, di alcol e tabacco: «Non bevo mai vino in un bar. Il vino è un piacere puramente fisico, che non eccita l’immaginazione. In un bar, per provocare e alimentare una fantasticheria, ci vuol del gin». Come dar torto al regista dell’Angelo sterminatore? E come non ricapitolare nella memoria tutti quei cocktail a base di gin – in particolare il Bronx, 2/10 di succo d’arancia, 2/10 di vermouth dry e 2/10 di rosso, 4/10 di gin, shakerato – che le ragazze coi capelli à la garçonne di Scott Fitzgerald stringevano fra le dita nelle serate
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dell’Europa galante tra le due guerre? Ed ecco la super-notizia: anche il Ticino ha il suo gin. Il gin Bisbino. Dietro l’impresa, quattro uomini di bicchiere: Martino Mombelli alle ricette e in produzione, Giona Meyer in distribuzione e amministrazione, Rupen Nacaroglu al marketing e Damiano Merzari in grafica e comunicazione. Il luogo di nascita, o meglio, lo shaker di questi talenti è Sagno, in val di Muggio, dove ha sede la Bisbino SAGL. Già che ci siamo: il sito è bisbino.ch e c’è pure la sezione perfect serve, per un gin-tonic comme il faut. «Da anni siamo appassionati di ristorazione», ci racconta Rupen «Naca» Nacaroglu, «e naturalmente di gin, che abbiamo gustato nelle sue numerose varianti durante memorabili sessioni
all’Associazione Gin Club Ticino, sotto i vigili occhi di Andrea Bertarini, lo chef del Conca Bella. Insomma, eravamo tre amici al bar che a un certo punto hanno incontrato Martino Mombelli, il produttore della Terra Matta, una delle migliori birre artigianali ticinesi. Nella sua testa, come pure nella nostra, l’idea di un gin made in Ticino ha preso subito a tintinnare come il ghiaccio nel doppio tumbler di un Tom Collins (1/10 di sciroppo di zucchero, 2/10 di succo di limone, 3/10 di gin, 4/10 di soda, mescolato, ndr.)». MORBIDO O SECCO? I tre amici diventati quattro hanno dunque condotto diversi tentativi di distillazione e chiesto qualche dritta in
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L’esperto consiglia / PIÙ DI TUTTI GLI ALTRI, IL MARTINI COCKTAIL PERDE APPEAL MAN MANO CHE SI RISCALDA. PERCHÉ ALLORA NON SERVIRLO ON THE ROCKS? IL SUGGERIMENTO ARRIVA DALL’ESPERTISSIMO KINGSLEY AMIS. UN’ERESIA? PER LUI ERA «TRENDY».
UNA FACCENDA DI STILE Tra libri e ricette
giro (in Svizzera tedesca si producono ottimi gin: lo Studer a Lucerna, il White Socks a Stetten, lo Xellent Edelweiss a Willisau, il Breil Pur a Breil, e potremmo citarne una dozzina) e a fine maggio di quest’anno hanno raggiunto un prodotto che finalmente li deliziava, come delizia noi. «Abbiamo chiesto», continua «Naca», «il sostegno dell’Ente regionale per lo sviluppo del Basso Mendrisiotto, e che fatica fare quel business plan!, e a giugno siam partiti decisi, senza più dubbi. Ed è arrivato il primo lotto di 600 bottiglie. Ne stiamo distillando il secondo di 1200 bottiglie in questi giorni. Ci appoggiamo alla distilleria di Pierluigi Jelmini, affittandogli l’alambicco e la sua lunga esperienza in materia. Il Bisbino è un gin morbido, ma non ruffiano. Gli ingredienti botanici sono ginepro, coriandolo, verbena, melissa, più altri che però sono top secret». Il fattore discriminante è proprio questo: morbido o secco? Il gin nell’ultimo decennio ha avuto un incremento ragguardevole di vendite, ma sull’onda della femminilizzazione del gusto ha pagato dazio perdendo carattere. Oggi van forte i «balsamici», gli aromatici, i «dolci», roba che avrebbe fatto mordere i gomiti per la rabbia al vecchio Hemingway, che andava solo di extra-
secco. Da questo punto di vista il Bisbino è un buon compromesso: le sue note agrumate sono ben virili. Ed è pure «bio». Ed è, come si diceva, ticinese fin nelle midolla: distillato a Mendrisio, è imbottigliato dalla Sicas di Chiasso e distribuito da diverse ditte del nostro cantone. Sarà per questo che si lega splendidamente all’acqua tonica Noè, l’unica del Ticino? A proposito: l’altro banco di prova per un buon gin è il Martini cocktail. Ma qui si apre un universo.
UNA VERA SBERLA IL MARTINI COCKTAIL PERFETTO
Il Martini cocktail è il Sole nel cielo del bere miscelato (e il Whisky sour è la Luna). Sarebbe 2/10 di vermouth dry e 8/10 di gin, mescolato, uno spruzzo di scorza di limone e un’oliva. Tuttavia, meno fate percepire il vermouth più sarete apprezzati come barman, anche solo domestici. Dev’essere secchissimo e ghiacciato: una vera sberla. Buñuel racconta di vecchi cultori che arrivavano al punto di sostenere che si deve semplicemente lasciar passare un raggio di sole attraverso una bottiglia di Noilly-Prat, prima di accostare il bicchiere di gin. «Un buon Martini dry», dicevano questi nobili bevitori, «deve assomigliare alla concezione di Maria Vergine». Siamo d’accordo. Per chi vuole approfondire: Ed è subito Martini di Lowell Edmunds, prefazione di Umberto Eco (Edizioni Archinto, 2000).
È stato il conte Camillo Negroni, a Firenze, all’inizio degli anni Venti, a inventare il cocktail che porta il suo cognome (1/3 vermouth rosso, 1/3 di bitter Campari, 1/3 di gin, servito con uno stirrer in un bicchiere old fashioned). Il conte usò come base un Americano (5/10 di gin e 5/10 di bitter Campari) e vi aggiunse del gin: mossa da gran signore. Per renderlo ancora più perfetto sostituite il semplice vermouth rosso con il Punt e Mes. Un Negroni più amaro e deciso, con un che di crepuscolare. La storia di questo cocktail è ripercorsa in un ottimo saggio di Luca Picchi, pubblicato da Giunti: Negroni cocktail. Una leggenda italiana. Vi troverete fotografie assai evocative, excursus storici e ricettevariazioni. Dello stesso editore, è uscito di recente Gin. Arte, mestiere e nuova sapienza in 300 distillazioni di Aaron Knoll (sopra, la copertina). Segnale che il gin è ormai trending topic nel mondo del bere forte. E pensare che ci fu un’epoca in cui il «Geneva» era una piaga sociale: nella Londra del Settecento, come hanno raccontato Fielding e Defoe e come si può osservare nella terribile incisione di William Hogarth, «Gin Lane». Siano benedetti allora il vecchio Hem, e Graham Greene e Kingsley Amis e Jaime Gil de Biedma, scrittori novecenteschi di «categoria gin», un tratto dell’anima, e della letteratura, brillante e amarostico. Grazie a loro il gin è oggi una faccenda di stile. 45
Relax
STELLE & CURIOSITÀ L’OGGETTO Il pennello da barba
Astroparade
di Betty
Una Vergine «pasionaria» resta sul podio superata dalla coraggiosa Bilancia. Meglio il Sagittario, in ascesa nei cieli, mentre Gemelli e Scorpione soffrono per antiche pene
Se è vero che è questione di metterci la faccia non resta che impegnarsi e cercare di radersi come Dio comanda. E il pennello è lo strumento giusto perché non solo offre momenti di autentica piacevolezza ma assicura l’indispensabile ammorbidimento della pelle e il corretto sollevamento dei peli. E non c’è schiuma pronta che tenga, si badi. Ma c’è pennello e pennello, e a riguardo Dio sembra proprio averci messo del suo. Tradizionalmente, infatti, i pennelli vengono realizzati per lo più con setole di maiale o di tasso asiatico. Ne deriva che in Israele e nei paesi di fede islamica, dove il maiale è considerato animale impuro, si predilige il tasso (o il cavallo) anche se, a quanto affermano gli esperti, il pennello di maiale, benché meno elegante, offre svariati vantaggi: costa meno, perdona gli errori del neofita, trattiene meno acqua e migliora col tempo. Ovviamente un «silvertip» in tasso, con le sue setole argentate, rappresenta il top per pregio e costo. Essenziale resta la corretta manutenzione dell’oggetto che non va mai lasciato sporco di schiuma. Non solo va risciacquato dopo ogni utilizzo (previene la formazione di calcare) ma va asciugato con delicatezza usando una salvietta. Un piccolo segreto. Ogni sei mesi applicate del balsamo per capelli sul pennello asciutto: rivitalizza le setole rendendole morbide e flessuose oltre ad allungarne la vita.
ISTRUZIONI PER L’USO Sette regole per non organizzare le Olimpiadi di Walter Mariotti
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1
BILANCIA
«Quando inizi a cambiare, quando inizi il viaggio che ti porta nel tuo spazio interiore, quando diventi un astronauta dell’anima, e tutto si trasforma a grande velocità, ogni istante tremerà di paura», parole di Osho. A quanto pare, non avete alcun timore di percorrere i sentieri dell’anima. Grande momento.
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VERGINE
«Chi si mette in mezzo», scriveva Leonardo Sciascia, «prende, si sa, la parte migliore delle botte». Vi sentite spinti all’azione e anche con notevole spirito di sacrificio. Vi fa onore, ma siate cauti – soprattutto nelle giornate del 6 e 7 – perché, Sciascia permettendo, non sempre buttarsi nella mischia paga.
3
PESCI
Energia indotta dal transito di Marte. Grazie a Venere amica riuscirete a vivere atmosfere romantiche tra il 3 e il 4 ottobre. Seguite l’intuito, in particolare se appartenete alla prima decade. Iniziative professionali favorite dal transito di Marte nella undicesima casa solare. Possibile aiuto da un amico di vecchia data.
4 ARIETE
5 SAGITTARIO
6 CANCRO
7 TORO
8 CAPRICORNO
9 LEONE
10 ACQUARIO
11 GEMELLI
12 SCORPIONE
Tra il 5 e il 7 la Luna favorirà chi fra voi è impegnato in una carriera universitaria. Marte in decima casa e Giove in Bilancia, vi rendono assolutamente elettrizzati. Ma attenti alle scosse: restate sempre centrati sui vostri obiettivi.
Fuori controllo tra il 3 e il 4 ottobre a causa della Luna in opposizione. Andamento bipolare nella vostra vita sentimentale. Un peccato, va detto, perché potrebbe essere un ottimo periodo per vivere al meglio emozioni e sessualità. Orgogliosi, passionali e vendicativi. Un mio amico ripete spesso questa frase di Gandhi: «Occhio per occhio fa sì che si finisca per avere l’intero mondo cieco». Cercate di rammentarvene, soprattutto nelle giornate del 3, 4 e 5 ottobre.
1. Assicurarsi che il sindaco e i promotori la pensino nello stesso modo. 2. Prima ancora, essere certi che il sindaco ragioni in proprio, evitando l’eterodirezione. 3. Applicare la sharia a chi chiede il parere della
Mercurio ancora angolare per i nati nella terza decade. State attenti a quello che dite ed evitate le critiche fuori luogo. Tra il 5 e il 7 la Luna attraversa il segno. Malinconia per i nati nella seconda decade. Guardate con maggior fiducia al futuro. «Non voglio che tutta la mia vita sia compressa in un unica parola. Una storia. Voglio trovare qualcos’altro, che non si possa conoscere, un posto che non sia sulla mappa. Una vera avventura». (Chuck Palahniuk). Il rischio vi si addice. Gli effetti di errori commessi molto tempo fa rischiano di riemergere. Se volete farcela dovete ricorrere alle vostre doti diplomatiche e a un profondo esame di coscienza. Sbalzi umorali e qualche malinconia tra il 5 e il 7 ottobre.
cosiddetta “ggente”. 4. Non registrare conteggi, bilanci, fiscalità. A qualunque costo. 5. Nell’impossibilità, per svariati motivi, di rispettare il punto 4, ispirarsi al governo giapponese, che bruciò
Evitate le idealizzazioni e le conseguenti frustrazioni: imparate ad abbassare l’asticella. «I romantici hanno sempre paura di non essere all’altezza delle aspettative. E le loro aspettative sono sempre eccessive», ha scritto Graham Greene. Venere in Scorpione vi altera: «L’odio è un veleno prezioso più caro di quello dei Borgia; perché è fatto con il nostro sangue, la nostra salute, il nostro sonno e due terzi del nostro amore». (Charles Baudelaire). Un prezzo alto da pagare! Una sera Eric Clapton andò da George Harrison e gli disse: «Amo tua moglie. Cosa pensi di fare?». George, imperturbabile, rispose: «Non c’è problema, amico». Non dico di arrivare a tanto, ma cercate di gestire le situazioni con calma.
i verbali ufficiali delle procedure e degli acquisti delle Olimpiadi di Tokio. 6. Evitare di indossare completi da venditori di auto di periferia. 7. Se riuscite a mettere insieme i punti precedenti, ce l’avete fatta.
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GIOCA (E VINCI) CON TICINO7
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La soluzione verrà pubblicata sul numero 42
Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro il 6 ottobre e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro il 4 ottobre a: Twister Interactive AG, «Ticino7», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. 9
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1. Lussureggianti, floridi w 10. Fiore lilla w 11. Si contrappone a over w 12. Uccellini che vivono in cattività w 14. Un medico specialista w 15. Romania e Germania w 16. La terza nota w 17. Torna sempre indietro w 18. Sodio e Iodio w 20. Compatto, duro w 21. Osservare, constatare w 24. I confini di Tegna w 25. Il verso della cornacchia w 26. Regalare w 29. Lo stato con Benares w 31. Dittongo in Coira w 32. Sbagliato w 33. La De Agostini dello sci w 35. Avanti Cristo w 36. Personaggio fiabesco w 38. Consonanti in suora w 39. Zona Industriale w 40. Dotata per il volo w 42. La Kant di Diabolik w 45. Il noto Sorrenti w 46. Gara velica w 49. Tonti senza pari w 50. Un condimento del pizzaiolo w 51.
I confini di Osogna 32 33
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1. Noto film-commedia del 2010 con T. Allen e S. Weaver w 2. Arrabbiati w 3. Il noto Paoli w 4. Azzardare w 5. È vicino a Cannobio w 6. Canto patriottico w 7. Carmi lirici w 8. Sud-Est w 9. Metallo simile al platino w 13. Rimembrarsi w 15. Lo teme l’autista w 18. Redige atti w 19. Un tipo di bilancia w 22. Oregon e Norvegia w 23. Il dittongo del beone w 27. Grosso pipistrello w 28. Fa dolere la testa w 30. Personifica l’arcobaleno w 34. Lo Stone regista w 35. Bel paesino malcantonese w 37. Cuor di monaco w 41. Stop! w 43. Vi sguazza il ricco w 44. La somma degli anni w 47. L’argento del chimico w 48. Cuor di cane
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TIRATURA CONTROLLATA 63.212 copie CHIUSURA REDAZIONALE Venerdì 23 settembre2016 EDITORE Teleradio7SA,Muzzano AMMINISTRAZIONE viaIndustria,6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919603155 DIREZIONE, REDAZIONE, COMPOSIZIONE E STAMPA CentroStampa Ticino SA viaIndustria, 6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919682988 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7è su Facebook STAMPA (cartapatinata) Salvioniartigrafiche SA Bellinzona TBS,LaBuonaStampaSA Pregassona PUBBLICITÀ PublicitasAG,Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse39,Postfach 8010Zürich tel.058680 95 92 / 0796357222 daniel.siegenthaler@publicitas.com DATI PER LA STAMPA riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste ANNUNCI LOCALI PublicitasLugano tel.058680 91 80/ fax.0586809171 lugano@publicitas.ch IN COPERTINA Laforza degli anni (foto©Glenda)
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La soluzione del Concorso apparso il 16 settembre è: COMODINO Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Zaira Luzzi 6745 Giornico Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti! 47
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