Ticino7

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ticino7 TALE , C SPECIALE NA

ONCORSO

STILE

Ecco come vestirsi durante le festività

NUMERO 49 / 2 DICEMBRE 2016 / CON PROGRAMMI RADIO 8 TV DAL 4 AL 10 DICEMBRE

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COSA TI REGALO? I consigli per donare nel modo giusto

CORRIERE DEL TICINO / LA REGIONE  CHF 3.6


LA GIOIA DI

REGALARE <wm>10CAsNsjY0MDQx0TUxMDAwMwUAzP3ahQ8AAAA=</wm>

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Sommario

ticino7

STORIA DI COPERTINA

04

04 L’ARTE DEL DONO di Mariella Dal Farra

COME DOVE QUANDO

08

08 SOCIETÀ [ ECONOMIA QUEL TEMPO CHE TI STRINGE di Barbara Bitetti

PROTAGONISTI

12

12 SETTE DOMANDE RONNIE KESSEL di Paride Pelli 14 ORE SETTE AEROPORTO DI AGNO di Giorgia Panzera

TV E RADIO

15 DADOMENICA4ASABATO10

Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di tv e radio per rimanere sempre informato e non perdere i tuoi programmi preferiti.

IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

Si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona.

TICINO E NON SOLO

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39 PROFILI MAURA WASESCHA UNA CARRIERA DA FAVOLA di Paride Pelli 42 MOTORI [ PASSIONI SOTTO L’ALBERO VORREI... di Giancarlo Fornasier

TENDENZE

44

44 ABITARE NATURA E FANTASIA di Marisa Gorza 45 ALIMENTAZIONE IL MANDARINO SPICCHI PER LE FESTE a cura della Redazione 46 SETTE CONTINENTI PICCOLA ZANZIBAR TUTTE LE MERAVIGLIE DI UN’ISOLA di Fabio Martini 48 STILE UN NATALE DI TENDENZA di Valentino Odorico

RELAX

50

50 STELLE [ CURIOSITÀ ASTROPARADE di Betty L’OGGETTO a cura della Redazione ISTRUZIONI PER L’USO di Walter Mariotti 51 GIOCA TE VINCIW CON TICINO7 IL CRUCIVERBA

PARLIAMONE (Carl Gustav Jung)

CONCORSO DI NATALE TEMPO DI REGALI Quelli che vanno, quelli che tornano

QUANTE SFERE DI VETRO SONO NASCOSTE IN QUESTO NUMERO DI TICINO7? In palio tre carte regalo Migros del valore di

250 150 100 FRANCHI

Per partecipare al concorso chiamate lo 0901 59 15 50 (CHF 0.90/chiamata) entro giovedì 8 dicembre e seguite le indicazioni, lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la soluzione entro martedì 6 dicembre a: Twister Interactive AG, «Ticino7 - Concorso di Natale», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. I vincitori verranno segnalati sul n. 51 del 16 dicembre prossimo. In collaborazione con

ticino7

DIRETTO DA Paride Pelli CONLACONSULENZADI WalterMariotti REDATTORE RESPONSABILE Fabio Martini COREDATTORE GiancarloFornasier PROGETTO GRAFICO Elena MontobbioperWMWorkshop GRAFICA RobertoDresti e Deborah Vaccaro SITO WEB www.ticino7.ch

di Giancarlo Fornasier Esiste e tutti lo sanno, ma è assai difficile trovare qualcuno che scagli la prima pietra. Chi non vi è inciampato, almeno una volta (e certo non per caso)? Dalla bottiglia di vino alle calze di lana, dal classico Il giovane Holden di Salinger passato negli ultimi 3 anni in altrettante mani (e mai letto) a set per la cura del corpo, nulla sfugge al riciclo natalizio. C’è chi lo fa per risparmiare chi perché, in fondo, non c’è nulla di male a rimettere nel grande calderone del «dono a tutti i costi» oggetti e buoni regalo che altrimenti finirebbero diritti nel dimenticatoio. Ma come in tutte le cose, anche per il riuso dicembrino meglio munirsi di un pizzo di buon gusto, ed evitare palesi figuracce. Per esempio, i set per la cura del corpo vanno centellinati e riversati solo ad amici e colleghi che si conoscono bene, eviterete così i soliti fraintendimenti («Forse crede che non mi lavi abbastanza?»). Guanti e sciarpe si riciclano solo se colori e materiali lo permettono (voi indossereste una sciarpa acrilica blu con tanto di renne?). E per finire il classico set da tè di dubbia praticità: d’accordo, si tratta solo di un pensiero, ma se anche a voi proprio non piaceva, perché piazzarlo a casa di vostra zia?

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Storia di copertina

L’arte del dono Ci siamo: anche quest’anno, all’approssimarsi del Natale, si riaccende la corsa al regalo. Assillo gioioso per alcuni, tormentato per altri, irresistibile per molti. Ecco come scegliere quello giusto. Scrive Mariella Dal Farra

C

hi non conosce quella caratteristica febbre da «caccia al regalo» che cresce mano a mano che la vigilia s’avvicina? La sensazione d’euforia nel momento in cui, dopo lunghe e infruttuose ricerche, capiamo di avere finalmente individuato «il dono giusto», la trepida attesa con cui anticipiamo le reazioni dell’altro, sperando che il nostro regalo venga compreso, apprezzato e gratificato da un’espressione di piacere sul viso del destinatario? E co-

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me si spiega che un rito tutto sommato un po’ appiattito sulle nostre consuetudini consumistiche riesca ogni volta a emozionarci? In altri termini, perché doniamo? Cosa facciamo, davvero, quando offriamo un regalo? «La possibilità del dono non può essere compresa se non nella relazione, nel riconoscimento, inteso sia in senso passivo (come essere riconosciuto) che in senso attivo (come riconoscenza)», scrive Enrico Parolari, sacerdote, psicologo e psicoterapeuta. «Solamente

in un contesto di mutualità si può accogliere non solo il senso del dono, ma anche quello di un’eventuale risposta gratuita, cioè di un debito senza colpevolezza. Nella lingua portoghese vi è un’espressione che esprime bene il senso di questo debito buono: “Obrigado” (obbligato)»: l’attestazione di un legame improntato alla gratitudine. Al di là degli automatismi associati a ricorrenze e festività, a prescindere dalle regole sociali e dalle convenzioni, fare un regalo significa sempre, in una qual-


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che misura, mettersi in gioco. Perché si rende manifesto il proprio sentimento – di amicizia, amore, tenerezza, ammirazione – nei confronti di una persona, e per di più lo si fa svelando la propria sensibilità, il proprio stile personale. «Può darsi che il destinatario risponda al donatore e si inneschi un rapporto reciproco», afferma Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, nell’ambito di una lectio magistralis, «ma può anche darsi che il dono non sia accolto o non susciti alcuna reazione di gratitudine. C’è un rischio da assumere nell’arte di donare, ma questo rischio è assolutamente necessario per negare l’uomo autosufficiente, l’uomo autarchico. E se il dono non riceve ritorno, in ogni caso il donatore ha posto in essere un gesto eversivo»: un gesto, cioè, che esula dalla logica dell’utilitarismo e del do ut des; potenzialmente in grado di scompaginare l’ordine precostituito delle cose proprio perché gratuito e inaspettato. le regole da seguire Considerata l’entità (simbolica) della posta in gioco, non c’è da stupirsi se, nel corso della storia, l’atto di donare sia stato imbrigliato in protocolli ben precisi e «regolamentato» da un’etichetta talvolta rigida. Nell’ambito dei rapporti sociali, esistono formule codificate per ricevere «in maniera appropriata» un dono, così come per respingerlo: secondo il galateo, per esempio, «il regalo deve essere accettato con gioia dal ricevente. Quando non è gradito si deve comunque ringraziare, cercando poi di usare un’espressione educata con cui

si fa presente che probabilmente verrà eseguita una sostituzione». Analogamente, se proprio ci vedessimo costretti a rifiutarlo, «il rifiuto deve essere discreto e riservato, accompagnato dalle parole “non posso accettare”. Il donatore potrà, in un secondo tempo, chiedere le motivazioni del rifiuto (che, tuttavia, dovrebbero essere già evidenti)». Al fine di prevenire situazioni così incresciose, la stessa fonte puntualizza le regole del «buon regalo» – prima fra tutte, quella per cui «il dono deve incontrare le preferenze del destinatario e non imporre il gusto personale del donatore» – oltre a fornire una lista dettagliata dei regali da evitare. Fra questi: le perle (che per tradizione portano lacrime; ma attenzione, «basterà “ripagarle” al donatore con una piccola cifra simbolica, anche solo con una monetina» per evitare che ciò accada), i fazzoletti (idem), spille e fermacravatte («dono che punge amor disgiunge»), coupon e carte prepagate (perché impersonali), abbigliamento sexy (perché troppo personale), e così via. una faccenda delicata La scelta del regalo è dunque faccenda delicata e tutt’altro che banale, anche perché tendiamo a diventare sempre più selettivi in materia. Non a caso, nel 2014 la Society for Personality and Social Psychology ha organizzato un simposio dedicato alla Psicologia del fare e ricevere regali. Fra i vari contributi, un sondaggio condotto dalla PennState University su un campione di 7.466 persone intervistate durante il Black Friday – giorno di super saldi

25%

offrire & intercettare

Quelli «avvelenati»

Certo, ricevere un regalo «sbagliato» può essere imbarazzante, ma che dire quando il dono equivale, metaforicamente parlando, a una vera e propria «polpetta avvelenata»? Tale tipologia vanta illustri precedenti, a partire dal cavallo di Troia fino allo stemma degli Stati Uniti regalato nel 1945 dall’organizzazione sovietica «Giovane Pioniere» all’ambasciatore americano Averell Harriman come gesto d’amicizia: l’elegante oggetto, di legno pregiato e intarsiato a mano (nella foto), conteneva infatti una microspia progettata dall’inventore russo Leon Theremin. Poiché il dispositivo era estremamente difficile da intercettare (non emetteva segnali radio e non necessitava di alimentazione: una tecnologia sorprendente per quei tempi), il regalo venne appeso alla parete dell’ufficio di Harriman, presso l’ambasciata, dove rimase fino al 1952, quando «la cosa» (come poi venne chiamata) fu infine scoperta, con comprensibile disappunto, tre ambasciatori più tardi.

i ticinesi e il natale. come spendiamo? Dati Istituto LINK di Lugano (2013)

20%

15%

10%

5%

Fino a 200 Franchi

non sa o non risponde

dai 200 ai 400

dai 400 ai 600

non Fa regali

dagli 800 ai 1.000

oltre i 1.000 Franchi

dai 600 agli 800

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Storia di copertina

ticino7 Foto ti-Press/Pablo Gianinazzi

pensieri low cost La diffusa sensibilità ecologista del nostro cantone si rivela anche nella cultura del regalo. Esistono due organizzazioni nate in Ticino con la missione di recuperare gli oggetti dismessi, mettendo in collegamento i donatori con i potenziali riceventi (categorie peraltro suscettibili di interscambio reciproco). Un mondo diverso

La prima in ordine di tempo è Te lo regalo se vieni a prenderlo (benewpeople.com), associazione no profit fondata nel 2011 da Salvatore Benvenuto che, in sinergia con altri gruppi, pubblica annunci di donatori sull’omonima pagina Facebook ( facebook.com/teloregalosevieniaprenderloufficiale/ ). Donare con un click

tradizionalmente dedicato all’acquisto dei regali di Natale – ha rilevato che ben il 39% giudica i destinatari dei propri acquisti come «troppo esigenti» o «schizzinosi». Tale percezione tende a demotivare il donatore, spingendolo ad adottare strategie che minimizzino lo sforzo profuso nella ricerca dei doni, se non addirittura a rinunciare. Così, a fronte di destinatari particolarmente choosy, si tende ad acquistare solo articoli specificamente richiesti, o a «ripiegare» sulle carte-regalo, azzerando così il rischio ma anche quel fattoresorpresa che costituisce una parte significativa del piacere di ricevere un dono. Gli esperti concludono invitando a diffidare delle top ten che si trovano in rete durante il periodo pre-natalizio, 6

optando per un suggerimento capace forse di riavvicinarci al significato originario di questo gesto antico: «Per rendere un vostro amico, il coniuge o un familiare più vicino a voi, date loro un’esperienza». Gli studi rivelano infatti che i doni «esperienziali» (un viaggio, un corso, un abbonamento a teatro), indipendentemente dal fatto che vengano realizzati insieme, migliorano la qualità del rapporto fra donatore e destinatario in misura significativamente maggiore rispetto agli oggetti materiali. Regalare a qualcuno la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo su di sé e sul mondo è sempre un dono prezioso. Preferisci fare o ricevere regali? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7

La seconda è una app progettata nel 2015 da tre amici ticinesi (Federico Parli, Andrea Delucchi e Gianluca, per gli amici Ibne), scaricabile dallo store di Apple attraverso il portale re-galo.ch, con la quale è possibile postare e ricevere annunci di oggetti in regalo, al fine di «promuovere la cultura del riuso e del riciclo» (in contrapposizione alle derive più concumistiche regalando ciò che non serve più e dandogli così una nuova vita, magari regalando un po’ di felicità a chi non ha i mezzi finanziari per permettersi quell’oggetto. Anche loro hanno una pagina Facebook dedicata, rintracciabile all’indirizzo: facebook.com/ Regalo-235320690135313/.


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Come dove quando

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società & economia

Quel tempo che ti stringe Il settore dell’orologeria vive una crisi che ha importanti cali nelle vendite. Proviamo ad analizzare le ragioni del tramonto di un oggetto cult, non di rado tramandato di generazione in generazione. Scrive Barbara Bitetti

qualche incertezza Apple in crisi? Il primo smartwatch è stato messo sul mercato nell’aprile del 2015, e da allora l’azienda è riuscita a collocarsi bene nella classifica dei produttori di orologi da polso. Per queste ragioni e per sfruttare in modo proficuo il ristagno che caratterizza il settore, è uscita la seconda serie di questi orologi (vedi Ticino7 n. 48/2016). Il design del prodotto ha subito leggere modifiche estetiche mentre sono nuove alcune caratteristiche fondamentali per migliorarne le funzionalità: software recente, ultimo processore Dual Core più potente, perfezionamenti nella cassa per consentire un sorta di impermeabilità dichiarata «sino a fino a 50metri» (aspetto appetibile per gli amanti di tutti gli sport acquatici), un display migliore e più luminoso e un il GPS integrato. Proprio l’impermeabilità è uno dei punti su cui hanno lavorato alacremente. In verità il mercato forse aveva attese maggiori circa il rinnovamento, poiché le vendite ad oggi sono inferiori alle attese.

Buone notizie

D

ella drammatica contrazione delle vendite nel settore orologiero si legge sempre più spesso: «profit warning» per Swatch Group e Richemont e cali anche per Apple che registra –71% nel sell-out rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È vero che probabilmente l’effetto novità si è esaurito, ma il decremento generico è talmente vasto da impensierire. E approfondendo l’argomento, emergono diversi errori strategici come concause. Analizziamo in primis la riduzione del fatturato del 12-15%. È notizia recente che Richemont, il gigante ginevrino dei segnatempo, prevede profitti in discesa del 51% e le aree di maggior sofferenza sono: Europa, Giappone e Asia-Pacifico e Medio Oriente che contabilizzano –20%, –15% e –12%. L’equivalente di una doccia fredda: una radicale diminuzione del turnover, in un solo esercizio, 8

nell’alto-di-gamma. Lo stesso che fino a pochi mesi fa ci era sembrato resistente alla crisi per merito dei prodotti stessi che, per loro natura, sono destinati a una clientela poco afflitta dalle fasi negative dell’economia. Le ragioni di questo scenario sembrano diverse. Proviamo a individuarle. Contesto geopolitiCo globale Alla già nota frenata della Russia, si somma il rallentamento della Cina. Calo fisiologico post-indigestione, pare, che unito alle nuove tattiche anti-corruzione del governo (restrizioni per gli omaggi ai funzionari di Stato), ha fatto registrare per Hong Kong, da anni mercato principe per l’export d’alta orologeria, un decremento del 26% del sell-out. Al tempo stesso assistiamo ad un’importante blackout del turismo in Europa (non compensato dal deprezzamento post

Se è vero che viviamo un momento storico con meno certezze di qualche anno fa, è altrettanto vero che esistono aziende illuminate e virtuose, capaci di affrontare ottimamente le criticità. TAG Heuer ha preso in esame la tecnologia digitale come un’opportunità. Secondo quanto riferisce il gruppo, i 60mila esemplari della prima produzione del Connected Watch sono andati sold out e le stime per la seconda produzione del 2017, si attestano sulle 150mila unità. Verrà aperta una filiale nella Silicon Valley con sviluppatori e ricercatori per rafforzare il legame di Tag Heuer con Google e Intel Corp nel settore degli smartphone, in funzione anti-Apple. Inoltre, forte di un sell out ben distribuito e non sbilanciato su un unico paese come la Cina, l’azienda ha potuto chiudere l’orribile 2015 con un’incoraggiante crescita del 2,5%.


¡feliz Navidad!

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Il prosciutto spagnolo «Serrano Gran Reserva» da regalare oppure per il consumo personale. Solo per breve tempo nei punti di vendita Coop di maggiori dimensioni.

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Come dove quando

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la cronobanca in ticino Quando la cosa più preziosa non è il denaro

di Giancarlo Fornasier

Brexit della sterlina) imputabile al calmierato benessere asiatico e alla paura indotta dagli attentati terroristici. Circostanze che hanno incupito l’atmosfera e trasformato il Vecchio Continente da meta ambita a destinazione con meno appeal. Basti ricordare che i flussi turistici interessavano circa la metà del valore del commercio del lusso in Europa, dato quantificabile con accuratezza per merito del circuito tax free. ApprezzAmento del frAnco Il 15 gennaio 2015 la Banca Nazionale ha eliminato il tetto al tasso di cambio CHF/EUR: strategia attuata nel 2011 al fine di agevolare le esportazioni, rivelatasi poi col tempo onerosa per la Banca stessa. La soppressione ha generato un immediato incremento della valuta elvetica. Conseguentemente, i costi legati alla manifattura svizzera sono lievitati e anche le diffusioni all’estero sono state impattate dal nuovo tasso di cambio, sfavorevole all’export. Il mercAto «grIgIo» Secondo Fortune i rivenditori subiscono la concorrenza intestina del «grey». Si tratta di un fenomeno comune a tutte le merceologie: usato talvolta dalle aziende stesse per vendere legalmente con forti sconti, anche se in modo non ufficiale, i vari surplus produttivi. Praticato perfino dai retailers stessi: costretti dalle società ad acquistare lotti minimi o quantità eccessive per il loro giro d’affari, si ritrovano loro malgrado a doversene poi liberare. Modalità non apertamente dichiarata che, pur riducendo il margine del dettagliante, è auspicata perché evita il male peggiore della perdita secca. In estrema sintesi: una logica di crescita che, eccedendo 10

la domanda, ha contribuito a saturare il mercato con eccessi di produzione. Come se si fosse scelto di ignorare la regola dell’offerta inferiore alla domanda: strategia e che dimostra ora la propria miopia. Si è così creata una situazione pericolante che, una volta sommata a congiunture economiche sfavorevoli ciclicamente rinnovate, ha portato allo stallo. A conferma di ciò, pare che l’Antitrust elvetico voglia riconsiderare gli equilibri attuali tra i pochissimi costruttori di movimenti esistenti. mIllennIAls Molti player del settore hanno deciso in passato di non investire in innovazione per offrire un prodotto migliore, presumibilmente basandosi sull’errata convinzione che rinnovare non fosse necessario. Infatti, secondo una ricerca di Deloitte del 2014, solo l’11% del top management dell’orologeria considerò Apple come un potenziale concorrente. A oggi, questa stessa percentuale è lievemente cresciuta, ma raggiunge un blando 25%. Inoltre, i marchi principali del lusso non sono ancora riusciti a offrire ai consumatori più giovani una gamma appetibile e faticano molto a ingaggiare/fidelizzare i millennials (i giovani dai 15 ai 35 anni). Atteggiamenti presuntuosi che rifuggono il mutamento e la chance di miglioramento in esso contenuta. Senza considerare che tutto questo si riverbererà negativamente sui fatturati futuri: quando i «baby boomers» (50/70enni) usciranno dalla piazza, cessando di essere acquirenti attivi, non saranno sostituiti da clientela fresca. Per almeno la metà dei punti indicati, è forse il caso di citare un vecchio adagio sempre attuale, a quanto pare: «chi è causa del suo mal pianga se stesso».

Organizzazioni sovente «no profit», le banche del tempo sono composte gruppi di persone che decidono di scambiarsi beni, servizi e saperi, prestazioni che non sono retribuite con l’utilizzo di denaro ma usando come moneta di scambio il proprio tempo e le conoscenze. Realtà che da qualche anno sono presenti anche in nel nostro cantone. Come l’organizzazione Scambio di favori (scambiodifavori.ch) che mira a «valorizzare i rapporti umani, promuovere la solidarietà, promuovere l’autostima tramite scambio di servizi e competenze, valorizzare le diversità dei membri, dare ai soci la possibilità di sentirsi socialmente utili e produttivi, consentire agli aderenti di ottenere piccoli risparmi economici ed energetici». Nata nel 1997 senza scopo di lucro, si dichiara «indipendente, apartitica e aconfessionale». Conta circa 135 membri ripartiti equamente fra Sopraceneri e Sottoceneri attraverso le sedi di San Nazzaro e Breganzona. Vi sono rappresentate più di 60 professioni, prevalentemente nel settore terziario, e 10 lingue straniere. In media vengono scambiate giornalmente circa 1,5 ore di servizi. Di respiro più internazionale è TimeRepublik, definita «la prima banca del tempo globale» e presente dal 2012 anche in Ticino con una sede a Lugano: una piattaforma digitale di utilizzo pubblico estesa a tutto il mondo e non limitata al proprio territorio (come le banche del tempo tradizionali). Attraverso il portale timerepublik.com è possibile iscriversi e dunque rendere pubbliche le proprie competenze: una modo per poter anche «riattivare e potenziare il talento di ognuno di noi rimettendolo a disposizione della collettività».


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Protagonisti

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sette domande

Ronnie Kessel

Il lusso non è girare a 300 all’ora, ma trovare il tempo per farlo Lei è abituato a guidare auto veloci: ma c’è qualcosa che Ronnie Kessel fa con calma? Il mio lavoro richiede ritmi indiavolati ma ogni decisione deve essere presa con estrema ponderazione e meticolosità: coinvolge non solo gli interessi della mia azienda ma soprattutto le persone che la compongono. Bisogna sempre stare molto attenti per non cadere in errori dettati dalla frenesia. La sfida fuori dal circuito sta invece nel riuscire a ritagliarsi il giusto tempo da dedicare ad amici e famiglia, che rappresentano un pilastro fondamentale. Il tempo è una risorsa sempre più rara: i momenti dedicati al buon cibo o allo sport in compagnia delle persone che ami sono impagabili e questa vita professionale a mille all’ora mi permette di apprezzare ancora di più questi aspetti, troppo spesso dati per scontati. 1

2 Donne e motori, un classico. Cosa ci può dire a riguardo? Nella mia azienda e nel mondo delle competizioni le donne sono una componente essenziale e rappresentano un valore aggiunto all’organizzazione. Io credo nel modello di azienda fatto da persone che, per raggiungere i migliori risultati, utilizzano le proprie qualità: come in ogni famiglia, il contributo di ciascuno è dunque fondamentale! Non da ultimo ci sono parecchie piloti donne nelle nostre categorie che dimostrano come il connubio donne-motori sia imprescindibile. 3 Qual è il viaggio più bello da fare in automobile? Il tragitto previsto dalla Pechino-Parigi: è una gara alla quale possono iscriversi non solo piloti professionisti ma anche gli appassionati: non si tratta di

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il personaggio

A 29 anni Ronnie Kessel è un giovane capitano d’impresa che tiene le redini dell’azienda di famiglia, specializzata nella vendita di automobili di lusso e nella gestione di vetture da competizione della categoria Granturismo, quelle a ruote coperte. Dopo la scomparsa, nel 2010, del padre Loris, che da pilota era approdato sino alla Formula 1, Ronnie è passato alla testa della Kessel Auto e della Kessel Racing, le cui officine si trovano a Grancia.

una gara di velocità ma di regolarità. Attraversando bellissimi territori, la propria auto si trasforma da mero mezzo di trasporto a strumento che ci permette di scoprire nuovi paesaggi e culture. In generale, penso che non ci sia cosa più bella di mettersi al volante e iniziare a guidare, indipendentemente dalla meta. Guidare trasmette un senso di libertà e permette di pensare lontano da tutto e da tutti; in auto mi sono venute molte idee e progetti che negli anni sono poi riuscito a concretizzare. Un CD, un libro e un dvd che si porterebbe su un’isola deserta. Un CD di David Bowie, perché le sue canzoni sono ricche di significati profondi e avrei la canzone giusta per ogni momento della giornata. Il libro, be’, «Piloti, che gente…» scritto da Enzo Ferrari, un uomo partito dal nulla che è riuscito a creare uno dei brand più importanti al mondo. Il film: opterei per Rush, un vero e proprio capolavoro basato su valori, competizione e amicizia. 4

5 Quale pilota di Formula 1 del presente e del passato avrebbe voluto sfidare. E su che circuito? Oggi sfiderei Sebastian Vettel: mi piace la sua determinazione, ma ancor più la

sua semplicità. Per quanto riguarda i piloti del passato avrei voluto avere la possibilità di una rivincita con mio padre Loris, che mi battè durante la nostra prima gara insieme. Come circuito prediligo Silverstone, tempio mondiale dell’automobilismo. Lei fa uno dei lavori più invidiati del mondo: non si fosse occupato di automobili, chi sarebbe oggi Ronnie Kessel? Essendo cresciuto a «pane e automobili» mi viene difficile pensare a un ambito lavorativo diverso. Anche in un settore differente, cercherei di mettere massima dedizione e impegno. La passione è sicuramente il fattore trainante ma, in qualsiasi ambito ci si muova, la costanza e il sacrificio sono le qualità per raggiungere gli obiettivi. Un elemento inoltre importantissimo è il team: quando in un’azienda c’è la piena e totale collaborazione tra tutti i membri dello staff, i risultati positivi diventano motivo di orgoglio per tutti. 6

7 Per Coco Chanel «il lusso non è l’opposto della povertà ma è l’opposto della volgarità». È d’accordo? Spesso si rischia di travisare il concetto di lusso interpretandolo come un mero mezzo di ostentazione. Certo, mi rendo conto che le supercar o le auto d’epoca non sono accessibili a tutti ma, come succede per le opere d’arte, è incredibile vedere quante persone, di qualsiasi età ed estrazione sociale, siano legate dalla passione per oggetti così pregiati. Per quanto mi riguarda, invece, il lusso non è girare a 300 km/h in circuito su una potente Ferrari, ma trovare il tempo per farlo!

Intervista di Paride Pelli Foto di ©Orazio Truglio



Protagonisti

ticino7

ore sette

aeroporto di agno, ore 7 e ore 19 di domenica 13 novembre 2016.

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Foto di ŠGiorgia Panzera


ticino7

Profili

Maura Wasescha

Una carriera da favola

Anche i sogni a prima vista impossibili si possono realizzare: lo dimostra la straordinaria parabola di un’elegante e simpatica signora italiana che da donna delle pulizie è diventata la regina dell’immobiliare a St. Moritz. Scrive Paride Pelli

L

a sua è una storia che merita di essere raccontata. Non foss’altro per dimostrare che i sogni, anche quelli più grandi e a prima vista impossibili, si possono realizzare. È la storia di un’elegante e simpatica signora dal sorriso contagioso. Arrivata per caso in Svizzera a 19 anni dal suo paese, l’Italia, ha iniziato a lavorare come cameriera al buffet della stazione di St. Moritz. Poi, madre separata con due figli, si è guadagnata da vivere come donna delle pulizie e custode di condomini e chalet. Oggi è la regina dell’immobiliare nella ricca località engadinese, una persona di fiducia per tutti coloro che vogliono affittare o acquistare abitazioni di lusso. Una parabola straordinaria, quella di Maura Wasescha, fondatrice e proprietaria dell’omonima agenzia.

Foto Cdt/Chiara zoCChetti

Signora Maura, partiamo dall’inizio: come arriva a St. Moritz? Ci arrivo un po’ per caso, nel 1978, per sostituire temporaneamente al Buffet della stazione mia cugina vittima di un grave incidente automobilistico. Dovevo «garantire per lei», sennò avrebbe perso il lavoro secondo la legge in vigore in quegli anni. Avevo frequentato la scuola alberghiera, in seguito ho conseguito anche il diploma di maturità turistica: il tedesco lo parlavo, per cui immaginavo di non incontrare problemi particolari a St. Moritz. Ma non avevo fatto i conti con lo «Schwyzerdütsch»! Non capivo un accidenti quando si rivolgevano a me, e tutto all’inizio risultava tremendamente complicato. Mi sono dovuta rimboccare le maniche ed imparare quel dialetto, per farmi accettare e apprezzare. 39


Profili

facoltosi ebrei-ortodossi. Guadagnavo 12 franchi e 65 all’ora: sì, esattamente quella cifra. Nella necessità ti ricordi tutto, sino all’ultimo centesimo. Ma non mi sono fermata: ho lavorato anche come custode nelle case spesso vuote di St. Moritz, ho spalato metri e metri di neve per anni e se oggi ho le spalle larghe, in tutti i sensi, è anche per quel mio trascorso al buio e al freddo.

e scrivere: superati i pregiudizi, divenni la sua collaboratrice per traduzioni dal tedesco all’italiano e per i contatti con la clientela a sud delle Alpi. Ma la persona che devo ringraziare più di tutte è stato il titolare di Interhome Bruno Franzen, che mi diede la possibilità di lavorare come intermediatrice immobiliare: i primi sei mesi furono di grande sacrificio, con un salario ancora più basso di quello di donna delle pulizie, ma per me si trattava di un investimento professionale. Dopo pochi mesi, trovai in busta paga una cifra considerevole: ero ormai diventata una tra le migliori collaboratrici e da lì a poco fui nominata responsabile per la prestigiosa filiale di St. Moritz. Un sogno, dopo essere partita da zero.

Èproprioconquell’impiegochelasuacarriera e la sua vita subiscono una svolta: Sì, perché attraverso quei lavori sono entrata in contatto con molti proprietari di case con i quali avevo instaurato un rapporto di fiducia. Non mi risparmiavo mai, ero comunque sempre allegra; sorriso e buonumore venivano apprezzati da tutti. Un giorno sul giornale trovai un annuncio della ditta Interhome, che cercava case in affitto a St. Moritz per la propria clientela: non mi restava che convincere i proprietari delle abitazioni dove lavoravo a metterle a disposizione. Alla prima intermediazione, lo ricordo ancora con emozione, ricevetti un compenso di 500 franchi. Tanti, per me, in un solo colpo. Più le altre provvigioni man mano che portavo clienti. Fu solo l’inizio della collaborazione con Interhome, dove facevo abitualmente le pulizie. Un giorno la responsabile della filiale mi umiliò, chiedendomi con una certa arroganza se sapessi anche leggere

Poi un altro incontro, e un nuovo cambio di vita: Mi innamorai di un uomo che mi aveva affidato i suoi appartamenti da affittare. Era proprietario di una tipografia a Berna, ma engadinese di nascita. Ci sposammo e rimasi nuovamente incinta, eventualità che i medici consideravano impossibile. Lasciai St. Moritz e Interhome per la capitale federale: non volevo che mio figlio, Michael, vedesse il papà solo una volta alla settimana. Mi concentrai sul ruolo di casalinga e madre, ma mi occupavo anche del marketing della tipografia di mio marito. Tuttavia, continuavano a contattarmi i clienti storici e non riuscivo veramente a staccare dal mio vecchio lavoro. Per cui decisi di ricominciare a esercitare la professione che, in fin dei conti, avevo sempre amato: fondai perciò la mia ditta, «Maura Wasescha AG», esclusivamente dedicata al segmento immobiliare del lusso.

«Io a 11 anni, praticamente bambina, davo già una mano in una trattoria a Grosio, in Valtellina, come cameriera in sala e in cucina: lì si ottenevano delle belle mance e un pranzo era assicurato» Maura, che infanzia ha avuto? Provengo da una famiglia umile: mio padre guidava gli autobus, mia madre era sarta. Sorrido quando, oggi, sento parlare di ragazzi che iniziano presto a lavorare. Io a 11 anni, praticamente bambina, davo già una mano in una trattoria a Grosio, in Valtellina, come cameriera in sala e in cucina: lì si ottenevano delle belle mance e un pranzo era assicurato – una gioia visto che a casa mia le porzioni erano contate – per cui mi sentivo fortunata anche se arrivavo stravolta la sera. Mi è subito stato chiaro che nella vita le cose bisogna guadagnarsele, e che nessuno ti regala nulla. Questo insegnamento mi è stato utile con il passare degli anni. A St. Moritz incontra il suo primo marito, con cui – giovanissima – decide di metter su famiglia. Sì, dalla nostra unione agli inizi degli anni Ottanta nascono Massimo e Michela, ma la relazione, per gravi problemi, non funzionava. Per garantire la tranquillità necessaria ai miei figli ho quindi divorziato: una decisione sofferta, per una donna cresciuta con valori cattolici e in un’epoca che non era quella odierna. A quel punto, avevo necessità di lavorare di più, per garantire un futuro ai piccoli: non ci ho pensato due volte quando mi è stato proposto di andare a pulire le abitazioni dei clienti, in particolare

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l’appuntamento

Dopo il 1934, 1948, 1974 e 2003, dal 6 al 19 febbraio 2017 si svolgono per la quinta volta a St. Moritz i Campionati mondiali di sci alpino. Circa 600 atleti da 70 Paesi si misureranno nelle sei discipline discesa libera, slalom gigante, super-G, slalom, super combinata e nel team event. Con una pendenza di 45 gradi, il cancelletto di partenza della discesa libera maschile, la cosiddetta «Caduta libera», è una delle attrazioni delle piste. La cerimonia di premiazione e altri momenti importanti, come la festa d’inaugurazione, si svolgono sullo storico terreno delle Olimpiadi, nel padiglione del ghiaccio appena rinnovato dall’archistar Lord Norman Foster, al Kulm Park. Spettacolo aereo, festival di strada e un ricco programma d’intrattenimento al Public Village saranno in grado di soddisfare tutti i desideri.

Al centro di questo progetto c’era e c’è appunto il lusso, una novità a quei tempi, parliamo della fine degli anni Ottanta: Tranne forse Suvretta, a St. Moritz non esisteva il lusso come è inteso oggi. Si costruivano belle abitazioni, certo, ma pensate che nel 1997 uno dei motivi per scegliere una casa in Engadina era la presenza di una lavastoviglie in cucina. Questo per far capire come il discorso lusso si sia evoluto in modo decisivo solo negli ultimissimi anni anche a St. Moritz, per definizione la mecca dell’eccellenza. Io, a fine anni Novanta, mi sono voluta specializzare in questo settore perché vedevo un grosso margine di crescita, e a distanza di quasi vent’anni posso dire di aver preso la decisione giusta: oggi la mia società non si limita però solo a vendere o ad affittare immobili esclusivi, ma offre un servizio di interior design di lusso personalizzato attraverso un’altra mia ditta, la Maximum Wellbeing, affinché – come dico nel mio slogan di presentazione – «la magia del momento diventi piacere assoluto». Ciò significa però rimanere sempre a disposizione del cliente, ventiquattro ore su ventiquattro, rispondere a qualsiasi esigenza o capriccio. La crisi? Per fortuna gli immobili di lusso rimangono un investimento sicuro e non perdono valore, ma negli ultimi anni il mercato immobiliare è diventato più difficile, non solo per il crollo dei mercati nel 2008, ma anche per l’inasprimento delle normative di legge. Che clienti sono questi uomini facoltosi e come si rapporta con loro, lei che ha dovuto partire dal basso? Il segreto sta nel non farsi impressionare, neanche quando davanti si ha una celebrità o una persona di successo. Sarà perché sono cresciuta in un contesto modesto, completamente all’opposto, sarà perché con gli anni ho incontrato tanti clienti importanti, ma io riesco sempre a essere me stessa! Anche per questo amo il mio lavoro, che rimane innanzitutto una grande passione. E il lusso al giorno d’oggi cos’è? Il grande lusso, per le persone ricche, è il tempo. Se hai tempo puoi godertelo appieno. Ci sono diverse tipologie di clienti, ognuno con il suo modo di essere. Il rispetto è la base di tutto, la non ostentazione è ormai oggi un must. Ho un cliente affezionato che in garage colleziona una trentina di Ferrari. Non l’ho mai visto guidarne una, gira solo con delle utilitarie. Gianni Agnelli a St. Moritz si muoveva esclusivamente con una Fiat Panda 4x4: i veri ricchi, ancora oggi, fanno come l’Avvocato.

come combattere la crisi «Spazio ai giovani e alle nuove idee»

A St. Moritz aumentano i negozi che chiudono e diminuiscono gli interessati ad affittare i locali vuoti. Le pigioni esorbitanti e il drastico calo dei turisti hanno fatto sì che a metà estate fossero 25 i locali commerciali sfitti. Nel frattempo, comunque, il preoccupante numero si è leggermente ridotto. «Gli affitti sono talmente alti che ormai quasi nessuno è in grado di sostenerli» ha dichiarato Christian Biel, vicepresidente dell’organizzazione del commercio di St. Moritz. All’anno vengono chiesti fino a 2.000 franchi per metro quadrato e ciò corrisponde a circa 16.000 franchi al mese per un locale di 100 metri. Si tratta di quasi il doppio di quanto richiesto nella vicina località di Pontresina. Gli affitti risalgono ancora ai tempi in cui nella rinomata località vi era grande richiesta di turismo di lusso. Negli scorsi anni St. Moritz ha perso però quasi un terzo dei pernottamenti e nella regione sono spariti mille posti letto a causa della chiusura di alberghi. Maura Wasescha, al proposito, dall’alto dell’ottimismo che l’ha sempre contraddistinta ma anche di un realismo dettato dalla meticolosa conoscenza del territorio e delle abitudini della clientela, non sembra preoccuparsi: «È vero, gli affitti sono sempre cari, ma dove c’è turismo d’élite questo è da mettere in conto» afferma. «Naturalmente va apportato qualche correttivo per parare il colpo ed è soprattutto importante lasciare spazio a nuove idee imprenditoriali e ai giovani, perché spesso le crisi sono causate da un lato dal mancato cambio generazionale e dall’altro da un certo scetticismo verso forme di business più innovative o alternative. Sono sicura – conclude – che St. Moritz nei prossimi anni tornerà al suo massimo splendore. La crisi è d’altronde ciclica, e come è arrivata, se ne andrà». 41


Ticino e non solo

MOtOri & passiOni

Sotto l’albero vorrei... sette bellezze da desiderare 1. Aston Martin

Di inglesine desiderabili ve ne sono molte, ma certo una Vanquish Coupé color antracite con il suo V12 da 6 litri e 576 cavalli sarebbe un bel regalone (non solo da «007»).

Ci sono auto costose ed esclusive, altre che nel tempo sono diventate pezzi rari e ricercati. Ma non sempre i sogni sono irrealizzabili. Scrive Giancarlo Fornasier

2. Abarth 595 Record Edition

No, non è la solita 500: questa è gialla, ha 190 cv, al posto dei sedili posteriori c’è un bel roll bar e ha un differenziale autobloccante. Una serie limitata a 133 veicoli.

3. Porsche 911 R

La GT3 RS sarebbe la scelta più logica, ma la 918 Spyder è celestiale. Terza incomoda la 911 R: nuda e pura, telaio della GT3, 500 cv e cambio manuale. Limitata a 991 copie.

4. Ferrari La Ferrari

Il suo 12 cilindri è il motore aspirato più potente mai usato su una Ferrari stradale (800 cv). Poi aggiuntete i 163 che vi regala il motore elettrico... Ne faranno solo 499.

5. BMW M4 GTS

Erede della storica M3 E30 SportEvo da 238 cv (1990) e della M3 E46 CSL da 360 cv (2003), la GTS del 2016 di cavalli ne ha 500. Quante ne faranno? Solo 700.

6. Jaguar F-type Coupé

Se la serie limitata Project 7 vi è sfuggita, tra le varie F-type c’è sempre la classica da 380 cv e cambio manuale. Meglio se nella versione British Design Edition Coupé.

7. Mercedes C63 AMG

Il meglio lo regala la versione AMG delle diaboliche «Black Series». La prima edizione (2012) aveva 517 cv, ma se aspettate il Natale 2018 potrebbero arrivarne altri. 42

C

aro Gesù Bambino, lo so, quello che ti sto chiedendo potrebbe metterti in serie difficoltà e non so nemmeno se il tuo aiutante Babbo Natale abbia a disposizione una slitta abbastanza grande per potermi portare quello che desidero con tutto il cuore. Io, da parte mia, ho già chiesto al mio papà di allargare il camino: purtroppo, i lavori non sono ancora iniziati, ma sono certo che per la notte del 24 dicembre tutto sarà a posto. Gli anni scorsi le cose sono andare sempre benone. Ah, dimenticavo, ricordati di portarmela con le gomme invernali: qui da noi, la notte di Natale annunciano già parecchia neve, e io vorrei tanto porterla utilizzare per andare al grande pranzo del 25 dai miei nonni, che abitano oltre il San Gottardo. Per facilitarti nel momento della scelta, ti allego anche una fotografia; così non vi potete sbagliare quando con i tuoi aiutanti nanetti, gnomi e fatine dovete impachettarla. In trepidante attesa, un bimbo veloce.

Che cosa sarebbe un Natale senza sogni. Si torna bambini e la magia di scartare un regalo (magari dalla confezione inaspettatamente voluminosa) racchiude momenti di magia e trepidante attesa irripetibili. Certo, tra una vera automobile e un modellino non esistono paragoni, ma la meraviglia di avere tra le mani una riproduzione telecomandata o una fuoriserie in mattoncini tutta da costruire – e con la quale immaginare viaggi e avventure – non si distanziano poi molto dall’emozione di guidare (finalmente) l’auto dei propri sogni. Magari su strade alpine tutte curve e panorami mozzafiato. Quei poster in cameretta Ogni decennio ha avuto «l’auto dei sogni», quella che buona parte dei ragazzi appendeva vicino al proprio letto. Dalla Lamborghini Countach, un simbolo tra gli anni ’70 e ’80 (tanto esagerata che pareva voler spiccare il volo) alla inarrivabile Ferrari F40, l’ultima «rossa» il


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Idee regalo / Volete sorprendere la Vostra compagna? anche in ticino È possibile noleggiare auto esclusiVe per uno o più giorni. un esempio? la società Ėlite rent-a-car mette a disposizione una mclaren mp4-12c spider a partire da 1.113 chF al giorno. Vi basta aVere 28 anni (e 2 carte di credito).

cui sviluppo è stato seguito di persona da Enzo Ferrari. Oppure una Porsche 959 ritratta mentre percorre le piste insabbiate della Parigi-Dakar. Ma c’era chi si accontentava di molto meno: una «muscle car» americana dal vocione grosso, una Opel Kadett personalizzata al punto giusto. O ancora un’immagine della Mercedes 190E 2.5 «Evolution II» mentre si confronta in pista con le rivali nel Campionato turismo tedesco; e poi la mitica Ford Capri dal cofano lungo e dal muso minaccioso. Ricordo un amico d’infanzia che custodiva nel suo diario l’immagine di una Fiat Ritmo Abarth tutta rossa: era la mitica 130TC; per lui era una vera «macchina da corsa», paragonabile alla Lancia Delta Integrale, per altri era piuttosto una goffa imitazione delle ben più diffuse VW Golf GTI prima serie. Ma guai a dirgli che la Ritmo era quasi inguardabile e che sembrava un pesce con gli occhi orbitanti: quella era la macchina dei suoi sogni, chissà se ha mai potuto guidarne una?

OPEL manta: un mitO dEL PassatO Icona per un’intera generazione di giovani europei, la Manta fu prodotta in due serie tra il 1970 e il 1988. Nella foto una GT/E da 105 cavalli.

Mercato & investiMenti

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sono le Bentley vendute dal 2011 al 2015 in Ticino, molte nelle versioni Continental GT e GTC. Solo nei primi 9 mesi del 2016 altre 16 vetture del prestigioso marchio inglese sono finite nei garage di fortunati (e facoltosi) acquirenti.

17 milioni

è il prezzo a cui è stata venduta una rarissima Ferrari 250 GT Spider California SWB del 1961. Le aste si sono svolte lo scorso 11 marzo ad Amelia Island, in Florida. Il giorno seguente sono invece bastati 2,5 milioni di franchi a un acuto collezionista che si è portato a casa una Ferrari 288 GTO del 1984, tra le vetture di Maranello più «pure e dure» di sempre.

17%

è il rendimento medio annuo di chi investe in auto storiche (fonte: Knight Frank Luxury Indey, 2016).

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Tendenze

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abitare

Natura e fantasia Che cosa sarebbe il 25 dicembre senza decorazioni? Anche in questo caso il bosco ci viene in aiuto, basta aggiungere creatività e piccole abilità manuali. Scrive Marisa Gorza

A

gli entusiasti del «fai da te» e amanti della natura, le festività offrono l’occasione di sbizzarrirsi e inventare personalissimi addobbi per la casa. In questo caso tutti dall’anima «green» e con il profumo dei boschi. Basta raccogliere pigne, foglie, rametti di abete e pino, vischio, bacche e piccoli frutti, pungitopo, alloro, edera e rosmarino. Raccolti con il massimo rispetto per le piante, tutto serve per realizzare ghirlande, festoni e centritavola solitamente molto apprezzati.

Sull’uScio di caSa Per decorare l’ingresso mi affido alla ghirlanda di rami veri-veri e attorcigliati, magari legati insieme da un filo di nylon trasparente. Mentre per realizzare un allegro festone per l’interno attorciglio lunghi tralci d’edera e rami di pino intorno ad un grosso cordone d’arredamento, riempiendo gli spazi vuoti con gli elementi elencati sopra e secondo l’ispirazione del momento. Legati con del sottile filo di ferro verde o appiccicati con la colla a caldo. E in un attimo ecco pronte da appenderelesferedisorbe:unapalla di polistirolo fa da supporto ai frutti colorati che vi si applicano con stecchini di legno. Per conservare più a lungo possibile la verde freschezza dei rami si possono poi infilare i gambi recisi in micro fialette d’acqua, ben nascoste da bei fiocchi setosi. Mi piacciono molto le gale rosse-rosse con le quali adorno 44

L’arancia fragrante Al mio amato appartamentino non manco mai di regalare ogni Natale un’arancia speziata. Come fare? Servono, appunto, una bella arancia perfettamente rotonda, chiodi di garofano interi e un nastro di un brillante color rosso. Si inizia imbragando il frutto con il nastro, incrociandolo giusto per farci un bel fiocco sulla cima: si procede conficcando uno ad uno i gambi delle inflorescenze fino a riempire completamente la buccia sugosa con la loro testolina a corolla. Imbibiti del succo dell’agrume i nostri chiodi daranno il meglio della loro fragranza in uno speciale connubio di essenze. Per non parlare dell’effetto estetico: simile ad un globo bronzeo dorato farà un figurone appeso con un filo di nylon davanti ad una finestra o ad uno specchio. Passate le feste potete appendere la vostra arancia nell’armadio, pronta a profumarlo e a proteggerlo dalle tarme. Provare per credere.

pure l’alberello di Natale, quest’ultimo mai molto grande e acquistato in un vivaio con tanto di radici vive e vegete. Appena terminate le feste viene interrato nel bosco suddetto, libero di crescere nel suo ambito. Beh sì, negli anni ne ho piantati diversi e ho ben incrementato la popolazione verde. al centro della tavola Sempre con il profumo intenso della natura e quello delicato della tradizione nordica, ecco il mio centrotavola preferito. Adagio su un piatto ovale una mattonella di spugna sintetica (poi da imbibire d’acqua a giorni alterni) che, partendo dai bordi esterni, riempio con ramoscelli e ciuffetti sempreverdi, alternati ai vermigli cinorrodi di rosa canina, alle gocce d’oro degli alchechengi e alle brune bacche di ginepro. Al centro posiziono una o due candele. Frutta secca, pannocchie di granoturco, melograni, mandarini, castagne nel loro riccio e piccole pigne possono avere un posto trionfale su un vassoio dopo essere stati spruzzati di vernice dorata. Meno natalizia ma forse più interessante è la soluzione di lasciare tutti gli elementi al loro colore naturale. Molto suggestivo è pure il tutto bianco richiamato alla magia dei paesaggi innevati. Per una composizione in tema candido vanno bene i rami di opalescente lunaria (conosciuta pure come «medaglie del Papa») da abbinare a pigne laccate, tralci di abete, ciuffi di vischio dalle bacche perlacee e rose essiccate di un pallido avorio. Il tutto legato con un nastro d’argento. E per i regali? Di sicuro qualcuno ci sta già pensando, ma per qualche «piccolo presente» dell’ultimo minuto non è una cattiva idea orientarsi su tutto ciò che può far bella la casa. Perché mai come ora, fra i molti ritorni, spicca il desiderio di restituirla alle sue antiche dolcezze.


Tendenze

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alimentazione

Spicchi per le feste

Senza mandarini, che Natale è? I suo parenti più stretti, tutti appartenenti al genere Citrus, sono il cedro e il pomelo, ma certo è lui il re delle feste natalizie e dei dopo cena, assieme alle arachidi. Nei secoli coltivazione e incroci hanno portato alla creazione di avari ibridi, che oggi chiamiamo tutti impropriamente «mandarini»: tra questi il mandarino arena, il ponkan, il satsuma, il cleopatra, il tangerino, o ancora il mandarino tachibana. Ma quelli più noti sono il mandarancio (unione tra mandarino e arancia), le clementine (mandarancio e mandarino) e il mapo (mandarino e pompelmo). Il vero mandarino lo si riconosce subito: è sferico, un po’ appiattito all’attaccatura, gli spicchi sono facilmente divisibili, la polpa è di colore arancio chiaro, e all’interno so-

no presenti molti semi. La buccia è sottile e profumata e spesso si distacca dalla polpa ancora prima che il frutto venga colto dal ramo, il che gli conferisce un aspetto quasi «ammaccato». L’inverno è la stagione migliore per gustare dei mandarini maturi, che sono un vero portento di salute: la polpa è ricca di vitamina C (che protegge anche mucose e capillari), e poi la vitamina P che favorisce la diuresi contrastando la ritenzione idrica, senza dimenticare calcio, potassio e le fibre che regolano l’intestino favorendo il transito e combattendo la stitichezza. Ricco di bromo, il mandarino favorisce il sonno e il riposo perché distende il sistema nervoso: fa dunque bene mangiarne uno dopo cena, prima di andare a letto, oppure berne un po’ di succo. t7

VALORI NUTRIZIONALI (PER 100g)

53 2 mg 13 g 166 mg 0,8 g

Calorie sodio Carboidrati potassio proteine

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Tendenze

sette continenti

Piccola Zanzibar

Tutte le meraviglie di un’isola

S

olo a pronunciarne il nome – Zanzibar deriva dall’antico persiano zanj e significa nero – la mente vola a tempi lontani, a sapori e a profumi esotici e rari. E se la complessa storia dell’isola e del suo arcipelago (comprende circa quaranta isole molte delle quali disabitate) non manca di affascinare gli storici e gli studiosi del colonialismo, il presente non è certo da meno. Come meta turistica comincia timidamente ad affermarsi negli anni settanta: soprattutto giovani, per lo più i classici frikkettoni (i Jefferson Airplane la citavano in una loro celebre canzone) e soggetti in cerca di avventure e luoghi in cui vivere esperienze sensoriali nuove. Apripista del turismo esotico che negli anni ottanta e novanta diverrà fenomeno globale, Zanzibar, rispetto alle più gettonate Maldive, Mauritius e Seychelles, ha saputo mantenere un’identità e un fascino particolari. In qualche modo la sua

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storia & politica Già nota a partire dagli ultimi secoli del primo millennio, quando arabi e persiani avviarono una forte espansione in tutto l’Oceano Indiano, Zanzibar divenne uno dei punti di quella straordinaria triangolazione commerciale che dal Medio Oriente giungeva fino in India e in Cina. Fu un periodo d’oro, segnato dalla diffusione della lingua swahili (ancora idioma locale) e che terminò con l’arrivo dei portoghesi la cui colonizzazione portò al collasso il sistema commerciale creato dagli arabi. L’isola conobbe un periodo di rinascita nel corso del XVII secolo con l’affermarsi del sultanato di Oman e l’avvio del commercio degli schiavi. Ma l’espansione coloniale britannica mise fine alla tratta ed esercitò il suo controllo fino al 1963. L’anno successivo, dopo una breve rivoluzione, nasceva a Zanzibar una Repubblica di stampo socialista, che sebbene successivamente annessa alla Tanzania, ha mantenuto fino a oggi un’autonomia politica e amministrativa divenendo una sorta di stato a livello interno e un semi-stato a livello internazionale.

fortuna. Innanzitutto di Africa si tratta, una realtà che si coglie non appena scesi dall’aereo nel piccolo e un po’ caotico aeroporto situato a pochi chilometri a sud di Stone Town, la capitale. L’isola, tutto sommato piccola – ha la stessa superficie di Fuerteventura ed è leggermente più grande di Rodi –, si allunga da nord a sud, allineata alla costa del continente africano. Siamo vicinissimi all’equatore e il clima tropicale si fa sentire alternando a periodi piuttosto secchi due stagioni delle piogge: la maggiore, da marzo a giugno, e la minore, da ottobre a dicembre. I momenti migliori per visitarla sono dunque quelli che vanno da giugno a settembre, la stagione secca, e il mese di febbraio durante i quali godrete del magnifico mare e dei suoi fondali, delle straordinarie spiagge e dell’atmosfera magica e misteriosa di un luogo in cui non sorprenderebbe incontrare Corto Maltese o un giovane Joseph Conrad.


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Cose dell’altro mondo / ZanZibar, nota anche come l’isola dei sultani, fu la prima regione africana a introdurre la televisione a colori: era il lontano 1973. in altre regioni della tanZania questo serviZio giunse oltre vent’anni più tardi.

NoN per tutti Per quanto riguarda l’accoglienza, l’isola ha un’offerta varia ma sempre indirizzata a una vacanza improntata al relax e al contatto con la natura. Si può scegliere fra uno degli alberghi cittadini oppure optare (come molti turisti tendono a fare) per uno dei resort ovunque presenti sia sulla costa occidentale sia su quella orientale. In quest’ultimo caso, la scelta, oltre a essere condizionata dal costo – ve ne sono davvero di lussuosissimi –, deve tener conto di aspetti diversi: la vicinanza alla capitale, se si desidera vivere l’atmosfera di Stone Town, la variazione delle maree, che non è affatto uniforme nei diversi punti dell’isola (al nord è decisamente ridotta e consente una balneazione più facile), e infine il tipo di attività che si desidera svolgere, dal diving alla visita degli spazi naturali all’interno, alla solidarietà (sono molti gli occidentali che hanno avviato iniziative a sostegno della popolazione locale). Per chi invece aspira alla movida e a fare vita notturna, è necessario chiarire che è meglio rivolgersi ad altre mete, magari a noi più prossime: a parte i bar sulle spiagge settentrionali fra Kendwa e Nungwi oppure a Kiwengwa (l’Obama Beach Bar) o più a sud, a Uroa (il Kambakocho), l’isola non offre molto altro. A Stone Town, si possono trovare buoni pub/ristoranti e anche qualche discoteca (The Garage Club è la più nota) ma è comunque sconsigliabile girovagare di notte non accompagnati da personale locale. Vale comunque la pena visitare la capitale e non solo per la presenza della casa natale di Freddie Bulsara in arte Freddie Mercury, ma anche per

immergersi nell’atmosfera di un’antica città africana ricca di storia e tradizioni (da visitare gli antichi Bagni Persiani, nel cuore della città, piombati nel silenzio dell’abbandono, ma in ottimo stato di conservazione, il Forte Portoghese, possente, il Palazzo delle Meraviglie con i suoi tre piani di colonnati metallici importati dalla Scozia per volontà del Sultano Bargash). Mari del sud I resort sono delle realtà chiuse (il web offre informazioni precise sulle numerose strutture), al cui interno, sotto l’occhio vigile e attento dei Masai, è possibile reperire tutto il necessario per trascorrere una vacanza piacevole (dalle piscine agli attrezzatissimi diving center, dalle escursioni sulle tradizionali barche a vela di legno ai piccoli shop che propongono oggetti di artigianato locale come i noti dipinti su tela Tinga Tanga). Ciò nonostante, molte di queste strutture hanno avviato iniziative di solidarietà, come visite alle scuole e all’ospedale e all’orfanotrofio della capitale. In questa prospettiva, può essere simpatico acquistare un po’ di materiale di cancelleria (pennarelli, quaderni, gomme) da portare con sé e donare alle scuole. Il resto è pura meraviglia: mare e spiagge straordinarie, cieli e tramonti da sogno, pesce ottimo e freschissimo, personale gentile (abituatevi però alle richieste di denaro: siamo in Africa e le condizioni di vita sono comunque difficili), fondali che sembrano affollate metropoli in cui pesci di ogni dimensione e colore convivono. Un luogo che, vi assicuro, non dimenticherete facilmente. Un viaggio di Fabio Martini

SETTE coSE da SapErE

1. All’arrivo in aeroporto dovrete pagare per il visto 50 dollari a persona (evitate gli euro: ve ne chiederebbero comunque 50). Il pagamento della tassa di uscita da Zanzibar è previsto solo per i voli charter e non per i voli di linea. 2. Contrattate, con ragionevolezza, sul cambio (tendono a offrire poco) e sugli acquisti di oggetti e souvenir. Il costo della vita non è elevato ma si consiglia di non pagare mai in euro (vedi sopra). 3. Se si desidera visitare l’isola anche in luoghi non esclusivamente turistici un abbigliamento adeguato e rispettoso delle consuetudini locali è vivamente consigliabile. 4. Tra i vaccini è consigliata, ma non obbligatoria, la profilassi antimalarica. Il pericolo di contrarla a Zanzibar non è elevato e alcuni accorgimenti lo riducono ulteriormente: per esempio dal tramonto indossare capi che coprono tutto il corpo. 5. Qui il sole non scherza e bastano pochi minuti di esposizione non protetta per trasformare la vacanza in un vero incubo, per voi e soprattutto per la vostra pelle. Quindi spalmarsi sempre ) e più volta durante la giornata) con prodotti ad altissima protezione e se si passeggia sulla spiaggia coprirsi sempre la testa e il corpo. 6. A Zanzibar le strutture ospedaliere sono carenti anche se i farmaci più comuni sono disponibili. Comunque, per comodità e sicurezza, conviene portare i propri medicinali. È opportuno non dimenticare di mettere in valigia spray antizanzara e le pomate contro le punture degli insetti. 7. Per chi desidera dare un aiuto si consiglia di portare materiale scolastico (penne, quaderni, gessi, matite colorate, zaini e libri di lettura in inglese). Vestiti, scarpe e medicine sono molto apprezzati. Per strada e in spiaggia si incontrano bambini che tendono la mano, ma è preferibile lasciare gli oggetti presso istituti come scuole, missioni, moschee e l’orfanotrofio di Stone Town. 47


Tendenze

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Un Natale di tendenza Ogni situazione richiede i giusti abbinamenti, per lei e per lui. Con un denominatore comune: l’attenzione agli accessori, perché ricami e applicazioni saranno sicuri protagonisti questo inverno. Scrive Valentino Odorico

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icembre è il mese delle feste e tra Natale e Capodanno sono innumerevoli le cene, le serate, i cocktail party ai quali veniamo invitati. Dagli appuntamenti tra le mura domestiche, alla settimana in montagna, dal ristorante elegante, fino alla discoteca di tendenza, ogni contesto richiede il giusto look. 48

Questo inverno c’è un ricchissimo mix di proposte: da un lato gli outfit eleganti creati grazie a tessuti pregiati, dall’altro delle idee più fashion e di tendenza. Per un effetto raffinato, via libera a tutte le realizzazioni in velluto: grande protagonista della stagione, è ottimo per donare quel naturale tocco di classe. Il nero è garanzia di sobrietà, ma anche

le varianti in rosa e rosso sono decisamente in auge. Promossi tutti i look metallizzati con riflessi in oro e argento che, oltre ad essere nuance tipiche nelle feste, sono decisamente glamour. maglioni protagonisti Per chi vuole uscire dalla tradizione del «troppo elegante» le varianti sono mol-


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SETTE SEgrETi PEr il look 1. Indossare orecchini, collane e bracciali scintillanti, regalano immediatamente quella giusta luce al look, soprattutto se si scelgono capi basici. Abbinarli ad una scarpa con tacco, magari anch’essa luccicante, aggiunge spessore all’insieme. 2. Il pranzo di Natale, soprattutto se in famiglia, rappresenta uno di quei momenti tradizionali dove l’essere eleganti è quasi un obbligo. Un tubino per lei e un completo o un dolcevita per lui, sono idee perfette. Osare anche con colori come il verde, il blu, il rosso o il bianco: se dosati in modo sapiente, permettono di essere al top. 3. Per il veglione di Capodanno solitamente farsi notare è piacevole: via libera alle idee glitterate, oppure ad abiti da sera ricercati. L’accessorio per eccellenza e di assoluta tendenza è sicuramente una clutch gioiello. Per l’universo maschile la parola d’ordine è eleganza, magari con soluzioni originali come i completi con dettagli a contrasto sulle cuciture. Per i giovani sì anche alle idee con borchie o ricami a rilievo, che sono assolutamente glamour.

teplici e tutte interessanti: sia per lui, sia per lei, i maglioni sono attori principali, capaci di donare quell’eleganza rilassata ed essere un indumento passe-partout abbinabile a diversi capi. Per le signore un semplice cambio di gonna o di pantalone, unito ad un maglioncino basico e alla giusta collana, permette d’avere sotto mano due look differenti. Oggi ci sono tagli che vestono in modo sinuoso il corpo, donando un’aria fresca e giovane. Per le più romantiche il cipria e il nude look sono una soluzione perfetta, anche in abbinamento a paillettes; unica accortezza è prestare attenzione al proprio incarnato, per evitare l’effetto pallido: stemperare il tutto con accessori particolari e materiali diversi può essere una soluzione vincente. Per chi ama i maglioni natalizi, l’importante è non eccedere: raffinati motivi geometrici e lavorazioni jacquard possono benissimo personificare le feste, senza necessariamente essere sopra le righe. I cappotti sono sempre più spesso ricercati e particolari, anche in colori accesi e che portano nuove tonalità alle cromie del cammello e del verde, con tessuti pettinati e impreziositi con inserti in pelliccia o con dettagli a rilievo. Di grande tendenza anche le mantelle, capi troppo spesso dimenticati e poco usuali nel guardaroba: una soluzione calda che permette di farsi notare.

Un po’ di primavera Per i più giovani, il camouflage anche quest’anno è presente in modo preponderante, rivisitato in varianti di colore assolutamente contemporanee. Per una ventata di primavera nella stagione fredda, sono attualissime anche le proposte floreali mentre, per chi ama viaggiare, i tagli dal sapore orientale sono un must di questo inverno. Anche in fatto di intimo è importante giocare: un deciso no a quello sportivo, soprattutto a Capodanno e se non si vuole usare il solito rosso, le soluzioni in pizzo nero sono perfette. Per l’uomo che non vuol rinunciare alla massima eleganza ma essere alla moda, un doppiopetto e una giacca in velluto sono indispensabili. Per i giovani un completo dal taglio classico, ma con l’applicazione di dettagli come piccole borchie, rende rock e personale il proprio look. l’importanza del dettaglio Regola fondamentale che accomuna entrambi i sessi è l’attenzione agli accessori: ricami e applicazioni primeggiano nell’inverno 2016. Anche l’uomo è attento in fatto di borse, cinture, cravatte e foulard: semplici dettagli che permettono di osare in modo immediato, raccontando la propria personalità e giocando con diversi stili. Sì, quello che ci aspetta è un Natale assolutamente di tendenza.

4. Per le signore che vogliono qualcosa di diverso dal solito glitter, una proposta dal taglio maschile può essere perfetta per questa serata. Osare con uno smoking in velluto, regala un look stiloso ed originale. Se ci aggiungete un papillon, una cravattina, un pantalone aderente e una camicetta in seta bianca, raggiungerete la perfezione! 5. Per i signori uomini, uno stile sobrio è la carta vincente: una camicia o un dolcevita, abbinati ad una giacca, sono soluzioni ottime per le occasioni formali. Tessuti come un cotone ricercato, la lana pregiata, il cashmere e il velluto donano un sapore sofisticato. Infine un pantalone classico abbinato ad un mocassino invernale o ad una stringata, completano il look; coordinare il tutto con un papillon, una cravatta, con le bretelle o con un fazzolettino per il taschino. 6. Quest’anno c’è un ritorno alla moda degli anni ’60, ’70 e ’80: per la notte di Capodanno sono proposte che possono risultare divertenti, soprattutto se contestualizzate in serate a tema. Anche tutti i look vintage, con capi particolari o dettagli sofisticati ripescati nel guardaroba, sono idee originali per salutare il vecchio anno e dare il benvenuto a quello nuovo. 7. Per i capi a tema la parola d’ordine è sobrietà: cercare soluzioni che con disegni invernali, texture geometriche, ricami a contrasto in colori freddi, trasmettano l’idea tipicamente natalizia, pur mantenendo un’eleganza di base. 49


Relax

stelle & curiosità L’oggetto Il presepio

Astroparade

di Betty

Mentre lo Scorpione vede aprire inattese porte davanti a sé, i Pesci retrocedono, a dire il vero senza troppe ansie. Il Cancro, sfiduciato e incline all’autocommiserazione, resta in coda

Per alcuni è un sorta di prodotto a lunga conservazione: lo congeli a inizio gennaio e lo fai riemergere dalla cantina con le prime luci di dicembre. In verità negozi e grandi magazzini gli fanno «gran festa» con parecchie settimane d’anticipo: non si sa mai, che qualche pecorella nel frattempo non si sia data alla fuga. In verità, il presepio è cosa assai seria e storicamente affascinante. Rappresentazione artistico-figurativa della nascita di Gesù nella mangiatoia di una stalla a Betlemme, sulla sia origine le fonti non mancano. Gli evangelisti Luca e Matteo sono stati i primi a descrivere la storia dell’incarnazione di Cristo; molto noto è il «Vangelo di Natale» di Luca, apparso nel secondo secolo dopo Cristo e poi divulgato nelle prime comunità cristiane. Nei secoli si hanno numerose testimonianze di queste rappresentazioni, ma dobbiamo attendere san Francesco d’Assisi per poterne ufficializzare la nascita. Era il Natale del 1223 e il santo ne allestì uno in un bosco: l’allora papa Onorio III gli permise di uscire dal convento di Greggio, e Francesco ne approfittò per costruire una mangiatoia all’interno di una caverna, dove portò anche un asino e un bue (vivi), ma senza la Sacra Famiglia. Lì, davanti a molte persone, tenne una memorabile predica di Natale, rendendo accessibile e comprensibile la storia della nascita del figlio di Dio a tutti coloro che, ed erano la maggioranza, non sapevano leggere.

istruzioni per l’uso Un Natale sereno in sette consigli di Walter Mariotti

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CAPRICORNO

Se è vero che, come scrisse Walter Benjamin, «Una persona la conosce solo colui che l’ama senza speranza», voi siete sulla buona strada. Del resto, fino al 7 dicembre Venere transiterà nel vostro segno, agitando non poco le acque dei sentimenti e delle pulsioni. Inoltre, Plutone vi rende seducenti e carismatici.

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SCORPIONE

Siete consapevoli che «Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno. Ma quello che accadrà in tutti i giorni che verranno può dipendere da quello che farai oggi» (Ernest Hemingway). Grazie a Plutone sentirete il desiderio di esprimervi nei confronti della persona amata. Nulla è precluso.

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VERGINE

Mercurio e Venere nella quinta casa solare, il settore astrologico riconducibile al gioco, ai figli e all’Eros. Incontri con persone assai più giovani. Nuove opportunità stimolate da Plutone. Violazione delle regole in relazione agli aspetti con Giove e Urano. Fortuna al gioco per i nati nella terza decade.

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Secondo Winston Churchill, «I risparmi sono una cosa molto buona soprattutto se i tuoi genitori li hanno fatti per te». Ma voi ci state lavorando con grande determinazione. Periodo di conquiste sociali e realizzazioni patrimoniali.

I rapporti con il segno dell’Acquario si fanno particolarmente difficili e ambivalenti. Dal 7 dicembre in poi non vorrete più sentir parlare di cose serie e/o impegnative che richiedono una qualche forma di sacrificio. Autoindulgenza. Tra il 4 e il 6 dicembre la Luna attraverserà la terza casa solare regalandovi atmosfere sociali ricche di originalità. Incontrisentimentaliconparticolareattenzione alle possibili relazioni sentimentali con il Acquari e Bilance.

1. Ricordatevi che Natale viene una volta all’anno e dura 24 ore. Ce la si può fare. 2. Riciclando i regali, fate attenzione a incrociare gli anni. Dopo due nessuno ricorda più nulla. 3. L’imprevisto di lavoro la sera del cenone dai

Tra il 4 e il 6 Luna e Venere favoriranno un aiuto dietro le quinte da parte del partner. Cambiamenti importanti per i nati nella seconda decade, soprattutto per quanto riguarda le priorità professionali. Novità per i nati in febbraio. «Per intendere la verità bisogna avere una mente molto precisa e chiara; non una mente astuta, bensì capace di vedere senza distorsioni, una mente innocente e aperta», ha detto Jiddu Krishnamurti. Evitate le situazioni impegnative.

All’opposto dei primi sul podio, la vostra vita sentimentale risulta disturbata proprio dal transito di Venere e Plutone nel segno del Capricorno. Atteggiamenti istrionici e aumento della libido. Nei meno evoluti, pulsioni distruttive.

suoceri non è più credibile, putroppo. Meglio usare l’argomento dissenteria. 4. Le recite dei bambini toccano il cuore. Un rischio per il vostro dopo i quarant’anni, meglio mandare la tata. 5. L’albero è un must

«Si nasce sempre sotto il segno sbagliato», ha scritto Umberto Eco, «e stare al mondo in modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio oroscopo». Quindi non prendeteci troppo sul serio. Marte e Luna vi rendono nervosi. Per Nelson Mandela «Non si può trovare passione nel vivere in modo mediocre. Non accontentatevi di una vita che è meno di quello che siete capaci di vivere». Siate molto più concilianti e propositivi verso il futuro. Possibili guadagni.

Vi sentite svuotati e tentati dal cibo. Ricordate Amos Oz: «La speranza non è una virtù per tempi tranquilli, ma è l’unica virtù di cui abbiamo necessità assoluta nelle epoche di instabilità e incertezza, come questa che stiamo vivendo».

ma scale, palline e luci sono peggio dell’Isis. E le candele sono dinamitarde. 6. Se aprite i regali la mattina, la sera prima togliete il prezzo. 7. Ricordate che Natale è una festa per voi, non solo per i commercianti.


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Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro l’8 dicembre e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro il 6 dicembre a: Twister Interactive AG, «Ticino7», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw.

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ORIzzONTALI

1. Comprende anche Vira e Gerra w 10. Antica regione dell’Asia Anteriore w 11. Uno detto a Zurigo w 12. Il Nichel del chimico w 13. L’indimenticato Calindri del teatro w 14. Università w 16. Il Ticino sulle targhe w 17. Parte del perimetro w 18. Fu fondata dagli Spartani w 21. Adesso w 22. Il noto Ventura w 23. La fine di Aramis w 24. L’ha buona l’alacre w 26. Il dog che si mangia w 28. Cocciuti w 31. Fiume russo w 33. Lo stato con Zagabria w 34. Cafonaggine w 36. Zia spagnola w 37. Un intingolo per la pasta w 38. Vaso panciuto w 40. Pari in vinto w 41. Rosa pallida w 43. Il nome di King Cole w 44. Sovrasta Airolo w 47. Il maresciallo interpretato da Proietti w 48. Mezza cena w 49. Divinità femminile w 51. Dittongo in Coira w 52. Replica w 53. Quella bianca è tagliente w 54. Megera

VeRTIcALI

1. La diva di «Pane, amore e fantasia»w 2. Risiedere, dimorare w 3. Mezza mela w 4. È vicino a Miglieglia w 5. Spinta iniziale w 6. Gracida w 7. Cenni, segni w 8. Chiari e limpidi w 9. La Yoko di Lennon w 15. Idrocarburo w 19. Poppanti w 20. Vale a dire w 25. Non bagnato w 27. Lo scrittore greco del «Discorso ai greci» w 29. Preposizione semplice w 30. Copricapo papale w 32. Fragore w 35. Consonanti in regia w 38. Un nome di Lorca w 39. Aspettata w 42. Il mitico re di Egina w 45. L’ha sostituito il bus w 46. Le iniziali del regista Argento w 48. Centodue romani w 50. Articolo romanesco w 52. Belgio e Portogallo

Premio in Palio: due carte regalo FFS Le Ferrovie Federali Svizzere

offrono 2 carte regalo per un valore totale di CHF 100.– a un fortunato vincitore. Ulteriori informazioni su ffs.ch/cartaregalo

TIRATuRA cONTROLLATA 63.212 copie chIusuRA RedAzIONALe Venerdì 25 novembre2016 edITORe teleradio7Sa,muzzano AmmINIsTRAzIONe viaindustria,6933 muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919603155 dIRezIONe, RedAzIONe, cOmpOsIzIONe e sTAmpA centroStampa ticinoSa via industria, 6933 muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919682988 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7è su Facebook sTAmpA (cartapatinata) Salvioniartigrafiche Sa Bellinzona tBS,laBuonaStampaSa Pregassona pubbLIcITà Publicitas ag, danielSiegenthaler muertschenstrasse39,Postfach 8010Zürich tel.058680 95 92 / 0796357222 daniel.siegenthaler@publicitas.com dATI peR LA sTAmpA riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste ANNuNcI LOcALI Publicitas lugano tel.058680 91 80/ fax.0586809171 lugano@publicitas.ch IN cOpeRTINA iltempodeidoni (foto©citalliance)

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La soluzione del Concorso apparso il 18 novembre è: CASOLARE Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Claire Beretta 6600 Locarno Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti! 51


Raccogli i bollini e ricevi gratuitamente un orsetto.

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Portati a casa gratuitamente i tre orsetti di Natale. –––––––––––––––––––––––––––––––––––– Dal 22.11 al 19.12.2016, ogni fr. 20.– spesi nei supermercati Migros ricevi un bollino (al massimo 10 bollini per acquisto, fino a esaurimento dello stock). Consegna la cartolina completa dei 18 bollini entro il 27.12.2016 in un qualsiasi supermercato Migros e riceverai un orsetto gratuito (fino a esaurimento dello stock). Maggiori informazioni su: migros.ch/natale


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