Ticino7

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ticino7

Letteratura

Scrittura: i rituali aiutano la creatività

numero 53 / 30 dicembre 2016 / con programmi radio & tv dall’1 al 7 gennaio

l’anno che verrà Ecco cosa promettono stelle e pianeti

corriere del ticino / la regione w chf 3.–

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Promesso! Tutte le nostre banane saranno sostenibili.

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Di più su questa promessa entro il 2017 su generazione-m.ch


Sommario

ticino7

storia di copertina

04

04 stelle. Che anno sarà? di Elisabetta Lolli

come dove quando

06

06 letteratura istruzioni per sCrivere di Alba Minadeo

protagonisti

08

08 sette domande edo Bertoglio di Stefania Briccola 10 ore sette Bellinzona, Castelgrande di Mélanie Türkyilmaz

tv e radio

11 da domeniCa 1 a saBato 7

Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di tv e radio per rimanere sempre informato e non perdere i tuoi programmi preferiti.

il pensiero della settimana

Nel bel mezzo dell’inverno, ho infine imparato (Albert Camus) che vi era in me un’invincibile estate.

ticino e non solo

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lo sapevi? come è utilizzato il suolo del cantone ticino (aST,2015) arEE EdiFiCaTE, iNdUSTriaLi, STradE

35 spiriti Bevande. dignità analColiCa di Roberto Roveda 36 sette Continenti st. moritz di Keri Gonzato

tendenze

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38 marChi Colmar. sport e leggenda di Marisa Gorza 40 sette truCChi neve. pronti a sCendere? di Keri Gonzato

5,3% vEGETaZioNE imProdUTTiva, aLPEGGi

35,5% BoSChi, BoSChETTi, arEE arBUSTivE

41 Bellezza BamBini. Capelli da fiaBa a cura della Redazione

relax

42

42 stelle & Curiosità astroparade di Betty l’oggetto a cura della Redazione istruzioni per l’uso di Walter Mariotti 43 gioCa (e vinCi) Con tiCino7 il CruCiverBa

50,7%

ticino7

dirETTo da paride pelli CoNLaCoNSULENZadi Waltermariotti rEdaTTorErESPoNSaBiLE fabiomartini CorEdaTTorE giancarlofornasier ProGETTo GraFiCo elena montobbioperWmWorkshop GraFiCa robertodresti edeborahvaccaro SiTo wEB www.ticino7.ch

parliamone Un altro anno con il numero 7 di Paride Pelli Il 2016 è stato un anno speciale per Ticino7, che ha deciso di cambiare rotta a livello di linea editoriale e layout grafico. Dalla data del lancio sono trascorsi quattro mesi e diciotto numeri, durante i quali la rivista con le sue storie di copertina ha toccato temi d’attualità relativi alla trasformazione di società e culturanelventunesimosecolo, coniugando tradizioni locali e temi internazionali legati agli stili di vita. Il nostro vuole e continuerà a essere un magazine aperto e positivo, il complemento ideale della già ricca proposta dei quotidiani, Corriere eLaRegione,coniqualiviene distribuito. E per il 2017, superata la fase di assestamento che fa seguito a ogni redesign,Ticino7siprefigge di crescere ulteriormente, di offrire nuovi contenuti, di aprirsi ad un pubblico più eterogeneo, con servizi che continueranno a stuzzicare l’interesse delle famiglie. Il tutto declinato sempre attorno alla magia del 7, numero perfetto per questo magazine di storia e tradizione che con il passare degli anni, invece di invecchiare, ringiovanisce. Come dimostra l’intenzionedipresentare,abreve,un rinnovato sito web, attento anche alle dinamiche dei social network (attualmente su ticino7.ch è comunque possibile consultare i numeri arretrati) per coinvolgere maggiormente il pubblicosucanalidigrande fruizione come Facebook e Twitter. A voi oltre centomila lettori, nel frattempo, un grazie per la fedeltà e un augurio per l’anno alle porte che, guarda caso, finisce proprio con il numero 7. Un bel segno del destino.

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Storia di copertina

Come sarà

il 2017

Con il sopraggiungere del nuovo anno si moltiplicano le divinazioni e le letture celesti. Al di là dell’eterna querelle fra sostenitori e detrattori dell’astrologia, gli oroscopi ci aiutano davvero a capire chi siamo? Scrive Elisabetta Lolli

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ome a ogni inizio d’anno il web, come del resto le pubblicazioni specializzate in astrologia offrono una miriade di consigli, indicazioni e vere e proprie divinazioni riguardo quello che sarà l’anno a venire. Difficile districarsi. Chi all’astrologia è indifferente, se non addirittura ostile, il problema non se lo pone affatto: vivrà l’anno a venire in base ai suoi progetti, aspettative, interessi e affetti e, mettiamolo bene in chiaro, farà benissimo. La maggioranza, invece, fra scetticismo e un pizzico di curiosità, si limiterà a leggiucchiare qua e là qualche «pronostico» nella speranza di individuare magari uno spunto, un incoraggiamento, una prospettiva di cambiamento o solo come occasione per trascorrere un po’ di tempo. Per altri, invece, l’astrologia rappresenta una faccenda seria, uno strumento in grado di svelare quale archetipo energetico agisce in noi e in che modo può influenzare le nostre scelte esistenziali. Qualche tempo fa ho avuto l’occasione di incontrare una persona assai preparata in questo ambito: conosceva gli autori più significativi e mostrava di essere perfettamente aggiornata sui transiti del periodo e i conseguenti riflessi sui diversi segni e ascendenti. Alla fine della nostra conversazione mi ha però rivelato che la di4

l’oroscopo per lara Gut

Per la campionessa ticinese il 2017 si presenta nel complesso come un anno favorevole soprattutto per quanto concerne i primi nove mesi, durante i quali il Pianeta della Forza donerà energia e occasioni di successo. Con Venere, dea e archetipo di amore, in trigono con la Luna e con Giove, si prevede un periodo positivo sotto il profilo dei sentimenti e delle relazioni affettive, grazie anche a uno charme invidiabile. L’ultima parte dell’anno richiederà invece un rafforzamento del proprio senso di responsabilità in vista di scelte e decisioni importanti sul piano professionale ed esistenziale.

scussione sulla veridicità dell’astrologia era in fondo quello che meno la interessava. Ciò che l’affascinava era che a partire da una carta natale – o tema astrale, che è l’insieme dei dati che descrivono la situazione celeste al momento della nascita – è possibile avviare un’analisi profonda su se stessi, considerando quel tema come una sorta di seme, di momento germinale del proprio essere. Un’occasione, in altre parole, per prendere consapevolezza di quelle zone dell’anima sulle quali dobbiamo operare per superare i limiti interiori e i condizionamenti che ci giungono dal passato. Ma veniamo ora al 2017, cercando di dare dell’anno che verrà un profilo il più possibile veritiero, ascendenti permettendo. giove e saturno Due i principali elementi di cui tener conto: i transiti dei due pianeti lenti, Giove e Saturno. Il primo si muoverà con continuità nel segno della Bilancia per poi, in ottobre, entrare in Scorpione, aspetto che determinerà l’aprirsi di scenari nuovi; il secondo per tutto il corso dell’anno sarà di transito nella terza decade del Sagittario. Altro fattore rilevante è legato a Venere che, retrocedendo nella prima parte dell’anno fra i segni dell’Ariete e dei Pesci, stimolerà la vita sentimentale e relazionale im-


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primendo scossoni, rallentamenti e accelerazioni. Infine, una doverosa precisazione: le considerazioni che seguono sono legate alle principali dinamiche celesti dell’anno e vanno lette sempre e soltanto in relazione al tema natale e al proprio ascendente. Segno per Segno Entriamo quindi nel dettaglio, partendo naturalmente dall’Ariete: tipi tosti, determinati e coraggiosi, a volte spavaldi, incontreranno, soprattutto nei primi mesi dell’anno, una serie di impedimenti e difficoltà ma avranno al contempo la possibilità di vivere un periodo intenso e proficuo sotto svariati i punti di vista. I nati nel Toro dovranno invece far leva sulla capacità di assumersi maggiormente le proprie re-

sponsabilità di fronte a una serie di possibili svolte esistenziali che potrebbero anche includere, soprattutto nei mesi estivi, un nuovo importante incontro sentimentale. Per i Gemelli la strada pare essere in discesa e senza particolari impedimenti a parte qualche problematica familiare e di relazione, aspetti che paiono comunque risolvibili se affrontati con la dovuta calma e con serenità. I nati in Cancro, nel corso della prima parte dell’anno dovranno affrontare fasi di contenimento e conflitti anche aspri in ambito lavorativo, a causa dei molti transiti e della complessità del quadro astrale. Con l’arrivo di Giove dal 10 ottobre la situazione però cambierà radicalmente: si apriranno nuovi scenari con una maggiore positività. Per quanto concerne il Leone, il

quadro generale è decisamente benevolo, con i pianeti in posizione favorevole: una condizione che porterà alla realizzazione di grandi progetti e a successi professionali. Diversa la situazione per i nati in Vergine: il 2017 sarà un periodo piuttosto articolato, con una prima parte dell’anno nella quale tenderanno a farsi sopraffare dallo stress e a vivere momenti di confusione, in particolare in relazione agli obiettivi lavorativi e di vita. Da ottobre, grazie al sestile con Giove, vi sarà un progressivo miglioramento che potrà essere messo a frutto sviluppando le relazioni pubbliche. Per quanto riguarda la Bilancia, sarà un anno decisamente positivo grazie al potente transito di Giove. I nati nel segno potranno ritrovare fiducia in se stessi e una maggiore serenità, anche se l’influsso di Urano e le spinte al cambiamento e al nuovo si faranno sentire. Venere un po’ birichina nei primi sei mesi con qualche riflesso sulla stabilità sentimentale. I nati in Scorpione avranno nel corso dell’anno una lunga serie di opportunità da cogliere e se pronti il 2017 potrebbe davvero offrire loro grandi occasioni di svolta e di espansione personale. Periodo di affaticamento intorno alla metà dell’anno che potrebbe indurre a scelte non a sufficienza meditate. Urano, dispensatore di fuoco creativo, darà l’opportunità ai Sagittari di vivere una fase eccitante: l’appoggio di Giove, Venere e Saturno contribuirà a rinsaldare obiettivi e aspirazioni. Sarà dunque un anno generalmente positivo. Per i Capricorno invece si procederà a fasi alterne. Ambizioni, progetti e aspirazioni avranno la possibilità di essere realizzati ma con qualche difficoltà nelle relazioni dovute alla tendenza a essere talvolta troppo impulsivi e tranchant. Anche in questo caso, sensibile miglioramento a partire da ottobre. Stabili affettivamente e ben orientati i nati in Acquario che pur vedendo alternarsi successi e insuccessi sapranno tenere la posizione con calma e tenacia, soprattutto nel corso dei primi dieci mesi. Un 2017 di espansione per i Pesci che avranno la possibilità di assumere decisioni rilevanti sia sul piano professionale sia su quello relazionale. Dopo il 10 di ottobre Giove darà loro una mano così come Saturno, nella parte finale dell’anno. I più fortunati? Inutile fare classifiche, le variabili sono legate sempre al tema natale e all’ascendente. Per saperne di più, iniziate a fare la vostra conoscenza. Non potrà che essere un’occasione di crescita e ricerca interiore. Buon 2017! Ti aspetti un 2017 migliore del 2016? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7 5


Come dove quando

letteratura

Istruzioni per scrivere La creatività deve essere supportata da metodo, costanza e qualche rituale, come testimoniano anche alcuni autori di prosa e poesia ticinesi. Scrive Alba Minadeo

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ome fanno gli scrittori a esercitare, sollecitare, canalizzare l’estro creativo? Ecco che cosa ci ha detto Alberto Nessi: «Talvolta prendo un appunto, per strada, in un bar, su un treno. Oppure mi viene un’idea di notte, mi alzo e la annoto su un foglio, per non lasciare che si perda nel buio: è un piccolo “tesoro notturno” (ma non in senso bancario...), per me. Il mattino, poi, la riprendo e tento di elaborarla letterariamente. Ma la prima cosa che faccio, il mattino, è leggere qualche pagina, in prosa o in poesia, di buona letteratura: è il mio modo di scaldare il fornello della creatività. Poi vado nel mio studio, accanto alla casa dove abito, e cerco di continuare i lavori in corso. Ogni tanto alzo gli occhi per guardare, dalla finestra, il verde della vegetazione: gli alberi mi danno forza, sono un esempio di vitalità». Abbiamo chiesto a Yari Bernasconi come si scrive una poesia. «Ecco il problema: si tratta ogni volta di un’avventura diversa. È quasi impossibile programmare la scrittura, organizzando con anticipo i tempi di composizione e di ispirazione. Difficile insomma parlare di “rituali”. La realtà è sempre meno romantica – ma anche più sorprendente – di quello che vogliamo immaginare. Certo, ogni tanto mi ritrovo comunque davanti al computer con gli appunti raccolti nell’ultima settimana sul solito taccuino rilegato (sempre uguale, sempre quello), e allora non può mancare il caffè. Rigorosamente amaro, corto e nero come la pece». Tommaso Soldini non è «persona di molte manie», ma ha anche lui i suoi riti: «Mi piace scrivere di mattina, magari all’alba, per tre, quattro ore di fila, quando tutti dormono. Se non è possibile, allora mi accontento di essere all’aperto, lontano da qualsiasi collegamento a internet, dalla radio, dai televisori, se possibile anche dai computer. Mi piace l’idea (...) di scrivere a mano sui quaderni quadrettati rettangolari, quelli 6

alberto nessi (©Mario del Curto)

SuperStizioni e abitudini «Io mi alzo presto, per scrivere devo essere vestito e sbarbato. In pigiama non ci riuscirei. Bevo una birra, al mattino presto, prima di mettermi al computer. Poi niente alcol fino al giorno dopo». Così, Andrea Camilleri in un’intervista di otto anni fa. Invece Georges Simenon cadeva in état de romans con: «Il Do not Disturb alle due porte, il caffè accanto a me, quattro dozzine di matite nuove accuratamente appuntite, un blocco altrettanto nuovo di carta grigiastra e la busta gialla con i nomi, l’età, gli indirizzi dei miei personaggi. Tende chiuse, macchina per scrivere e pipe ben pulite».

che trovi nei grandi magazzini a pochi franchi, perché mi danno la possibilità di misurare riga per riga la fatica, mi permettono di trovare subito il passaggio che mi ero dimenticato, di prendere nota delle nuove idee. I miei libri li ho scritti quasi tutti così, spesso al bar, in una piazza affollata, con le cameriere che passano veloci, i vassoi alti tra le mani. Non sento che le voci dei miei personaggi quando tutto va bene, sono distratto dalla vita degli altri, invece, quando la concentrazione si fa fiacca; allora mi sembra bello guardare la gente che beve, litiga o amoreggia dietro un bicchiere. A volte, se proprio le cose non funzionano, trascrivo le conversazioni che sento, così, tanto per». Ma c’è anche chi, come Fabio Pusterla, dice: «Non ho, credo, rituali di nessun tipo, e scrivo quando posso, non quotidianamente.» O Daniele Bernardi: «Non ho particolari abitudini se non


ticino7 Claudia quadri (©SebaStien agnetti)

otto ore al giorno La scrittura, come la musica, avrebbe bisogno di essere esercitata otto ore al giorno, proprio come un lavoro. E ciò non lascia molto spazio alla lettura, altrettanto necessaria per scrivere. Ecco che cosa diceva Giuseppe Pontiggia, l’autore comasco per molti anni maestro di scrittura creativa: «Le ore destinate alla lettura sono sempre troppo poche, per questa voracità smisurata che ho. (...) Leggo sempre meno di quello che vorrei, ho un rimpianto per tutti i i libri che non ho letto e che non potrò leggere, faccio delle incursioni dentro i libri per avere come la percezione di un paesaggio».

note dai grandi spiriti daniele bernardi (©alexandre Zveiger)

(come tanti) quella di portare con me un quaderno per gli appunti - poi, a dipendenza dei momenti, mi metto alla tastiera e scrivo, riscrivo e correggo. Tutto qui». Rituali al femminile Secondo Virgina Woolf, occorre «una stanza tutta per sé». Una sua omonima contemporanea, Virginia Helbling, riesce a scrivere senza avere spazio e tempo protetti. «Vivendo in una famiglia numerosa ho imparato a farlo sempre e ovunque. Con la TV accesa, i bambini che giocano, parlano o urlano. Però mi capita di dire: “Da questo momento in avanti crolli pure il mondo ma è assolutamente vietato dire mamma”. Perché se vengo interpellata troppe volte perdo il filo del discorso. Non è che funzioni a dire il vero: ma mi accontento se le richieste si riducono del cinquanta per cento. Due calcoli. Un giorno ho contato dal

mattino a sera il numero di “mamma” pronunciato dai miei [sei] figli. Erano circa 250. Su 12 ore sono circa 20 “mamma” all’ora, uno ogni tre minuti. Se per scrivere posso contare su delle apnee da “mamma” di almeno sei minuti navigo a vele spiegate». E Claudia Quadri racconta: «Fin qui i miei rituali sono stati più “necessari” che fobici o segreti, del tipo: i figli, tutto a posto? Sono occupati in attività non troppo pericolose? Il cagnaccio è uscito e ha mangiato, così starà tranquillo per qualche ora? Quando scrivo bevo grandi quantità di tè verde e bianco e caffè d’orzo – ma in realtà anche quando non scrivo – e quando ho bisogno di chiarirmi le idee interrompo le sessioni di scrittura e faccio una passeggiata. E il cane, quando lo chiamo per uscire penserà: ma cosa vuole? L’ho portata fuori prima, non doveva starsene tranquilla per qualche ora a scrivere?».

«Il lavoro è sempre il modo migliore per fuggire dalla vita», scrisse Flaubert (foto in basso) che, tutte le sere dopo la cena e due ore di chiacchiere con la madre, si sedeva a scrivere per buona parte della notte. «La routine, in un uomo intelligente, è segno d’ambizione», era il parere del poeta Auden, per il quale la creatività comportava una disciplina militare e che cominciava a scrivere dopo aver fatto le parole crociate per qualche minuto. Orwell scriveva al mattino perché il pomeriggio lavorava in una libreria e la notte andava in giro. Anche Joyce passava le serate al bar, dove cantava vecchie canzoni irlandesi, con la sua voce da tenore: impiegò ventimila ore per scrivere l’Ulisse. «Papà è di cattivo umore finché non si lava», ricordava il figlio di Tolstoj. Arrivava a colazione sempre in ritardo, mangiava due uova sode senza dire una parola e poi si ritirava a scrivere. Nabokov cominciò Lolita in viaggio attraverso gli Stati Uniti, lavorando di notte sul sedile posteriore dell’auto parcheggiata. Da giovane, preferiva scrivere a letto; poi alternò la scrivania alla poltrona e al divano. Kafka faceva ginnastica nudo, con la finestra aperta, per dieci minuti; poi cenava e si metteva a scrivere, magari fino alle sei del mattino. E andava al lavoro, con la camicia sporca del giorno prima. Molti grandi spiriti sono insonni. (Dal libro: Rituali quotidiani di Mason Currey, Vallardi 2016).

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Protagonisti

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sette domande

Edo Bertoglio

«Blow up» mi ha cambiato la vita portandomi lontano da Lugano Qual è il luogo più interessante che ha visitato di recente? Le tombe licie sommerse al largo della costa dell’isola di Kekova in Turchia che abbiamo raggiunto in barca partendo da Kastellorizo, in Grecia. Questi monumenti funebri sono impressionanti così come le antiche rovine della «città sommersa», cinque metri sotto il livello del mare. La zona è protetta ed è vietato gettare l’ancora o nuotare. Tra le sorprese della breve crociera estiva, dalla Grecia alla Turchia, c’è stato un delfino che ha incrociato la barca ingaggiando con noi un rally giocoso. 1

C’è un tratto tipico del suo stile? Non posso fare a meno delle scarpe inglesi e della pochette da taschino. Ho una vera passione per le calzature d’oltremanica che durano anni. La suola non è incollata, ma cucita con il sistema Goodyear. Le indosso in autunno, inverno e primavera, mentre nella stagione calda prediligo quelle italiane. Poi ho l’abitudine di portare la pochette nel taschino della giacca. Quella bianca è per le occasioni formali, mentre ne ho diverse altre colorate. Gli accostamenti dipendono dalla giacca, dalla camicia e dai calzini. Mia mamma mi ha trasmesso il senso dello stile. Era sarta in una casa di moda a Lugano e ogni tanto sfilava. Sceglieva cosa indossare non in base alla moda o al prezzo, ma seguendo uno stile personale. 2

3 Se lei non fosse un fotografo e regista, quale altro lavoro farebbe? Il collaudatore di motociclette per le quali nutro una passione bruciante. Le guido da 45 anni. Quando vivevo in America avevo una Harley Davidson, mentre adesso prediligo la Ducati. Per fortuna mia moglie adora accompa-

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il personaggio

Edo Bertoglio, fotografo e regista, è nato a Lugano nel 1951 e vive a Collina d’oro. Si è diplomato in regia e montaggio al Conservatoire Libre du Cinéma Français di Parigi nel 1975 e si è trasferito prima a Londra poi, nel 1976, a New York. Ha lavorato come fotografo per riviste di moda, arte e costume, americane, giapponesi, francesi e italiane e ha collaborato regolarmente con Andy Warhol’s Interview dal 1978 al 1982. Tra i suoi film si ricordano Downtown 81 su Jean Michel Basquiat (1980) e Face Addict (2005). Oggi si dedica a progetti fotografici per mostre e alla sistemazione del suo importante archivio.

gnarmi nei viaggi in giro per l’Europa. La moto è libertà, ricerca della curva perfetta e, se corri in pista, velocità che sembra portarti all’infinito. 4 Chi vorrebbe su un’isola deserta? Mia moglie, perché insieme ci divertiamo. Ho avuto molte fidanzate, ma ho sposato Viviana perché è una persona solare, non si prende sul serio e ha il senso dell’umorismo. Con lei condivido il dono più bello che abbia mai ricevuto; quello di sapere voltare pagina e ricominciare. Non ci annoiamo mai. Guardiamo il mondo con stupore e siamo interessati al lato positivo di ogni cosa. 5 Che cosa colleziona? Modellini di automobili degli anni Sessanta per piste di legno elettriche che sono stati oggetto di una mostra al Pack di Milano nel 2008. Hanno forme avveniristiche, ma viste con gli occhi di allora. Colleziono il formato più grande, di circa 20 cm di lunghezza, fatti a mano, con tubi di ottone e motorini elettrici truccati. Un hobby in voga negli anni Sessanta. I papà con i figli andavano in centri ricreativi che ospitavano piste

lunghe oltre 50 metri. Quando avevo 15 anni ne avevano aperto uno a Massagno, ma non potevo andare alle competizioni perché si tenevano alla sera e mia madre non mi lasciava uscire dopo le sette con il motorino. 6 Quali libri ha letto di recente? Ravel di Jean Echenoz, un breve romanzo che racconta il compositore francese conducendo il lettore nel suo mondo, nei suoi viaggi e ai suoi concerti. Diluvio di fuoco, ultima parte della trilogia della Ibis dedicata alla guerra dell’oppio, di Amitav Ghosh, scrittore indiano di lingua inglese. Appassionante per lo stile raffinato della prosa e le atmosfere dell’India e della Cina dell’Ottocento. 7 Un film di riferimento? Blow up di Michelangelo Antonioni, un film di culto per i fotografi della mia generazione. Da una parte c’è la swinging London degli anni Sessanta e dall’altro c’è l’universo della fotografia. La scena che più mi aveva colpito era quella in cui il protagonista va in camera oscura a sviluppare e stampare le foto scattate durante un reportage e vede l’immagine che si rivela nella bacinella. Ho visto Blow up nel 1967 quando avevo 16 anni. Allora si viveva una rivoluzione nella musica, nella moda e nella società. Il film mi ha dato il la per andare a studiare cinema a Parigi e approdare in seguito a Londra e New York. Lugano mi stava stretta. In quelle immagini ho visto un pezzetto della vita che sognavo, forse il glamour, il divertimento, la musica e l’immagine fotografica che si rivelava davanti a me. È stato molto, molto importante per me.

Intervista di Stefania Briccola Foto di ©Reza Khatir



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Protagonisti

ore sette

castelgrande di bellinzona, ore 7 e ore 19 di venerdì 16 dicembre.

Foto di ©Mélanie Türkyilmaz

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Spiriti liberi

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Dignità analcolica

Un fUtUro molto soft

Come sarebbe la vita senza bibite, sciroppi, succhi e beveroni vari? Meno briosa, meno colorata, meno saporita e dolce. E molto, molto meno varia. Scrive Roberto Roveda

L’

analcolico ha la sua ragion d’essere, soprattutto se è in bottiglietta vitrea, senza metalli e plastiche attorno. Può essere «biondo che fa impazzire il mondo», come nella pubblicità del Crodino, oppure «l’altro modo di bere scuro», come si diceva del chinotto. Può essere «con tutte quelle, tutte quelle bollicine», come canta Vasco Rossi oppure liscio e naturale. Comunque sia, è parte di noi e alimenta il nostro immaginario. Dopo averci dissetato, naturalmente. Riflettiamoci sopra e senza neanche citare la famosa cola di Atlanta che, tra parentesi, ha pure dato il colore a Babbo Natale. Rimaniamo alle nostre latitudini e pensiamo a quanti giorni della nostra vita ci ricorda lo «champagne dei poveri», insomma la gazzosa o gazosa o gassosa che dir si voglia. Oppure il chinotto, che i marinai liguri usavano per combattere lo scorbuto e che noi da ragazzi usavamo per combattere più modestamente la sete dopo una partita all’oratorio oppure nei bar di paese. Lo ricorda bene Stefano Benni nella sua Favola della fine del mondo: «dai paesi poveri i disperati cercavano

di sbarcare nei paesi ricchi. Alcuni trovavano un’accoglienza di destra, un calcio nel didietro e via, altri un’accoglienza di sinistra, un calcio nel didietro e un chinotto». L’infinita varietà Insomma, il chinotto era proletario calumet della pace come la limonata era quotidianità con cui accompagnare la frittata per il protagonista di Sostiene Pereira di Tabucchi. E, la limonata, la bibita primordiale, quella che piace a tanti e che sta sullo stomaco a tanti altri ancora. Una bibita nata per dividere tanto che Raymond Carver le ha intitolato un racconto, Limonata appunto, in cui un padre e un

Bollicina ticinese L’analcolico nostrano è naturalmente la gazosa, prodotta e commercializzata ancora oggi da una decina di ditte nel cantone. Giunta in Ticino alla fine dell’Ottocento, si è affermata come bevanda tipica dei giorni di festa in famiglia. Originariamente veniva preparata in casa facendo fermentare l’acqua zuccherata a cui si aggiungeva poi succo di limone, di mandarino oppure della menta. Oggi la fermentazione non si usa più ma sono rimasti i gusti tradizionali accanto ai quali i gazosat, i fabbricanti di gazosa, hanno aggiunto nel tempo il lampone, il mirtillo, il sambuco fino ad arrivare al moscato. Tradizionale è rimasto l’imbottigliamento che si affida ancora in molti casi alle classiche bottiglie in vetro dalle forme riconoscibilissime e al tappo con la macchinetta. Più che una bibita, insomma, la gazosa è ormai un’icona del Ticino. 35

figlio sono irrimediabilmente separati prima da lei e poi dalla vita: «Ecco cos’era andato lì a comprare Jim Senior, qualche arancia e le mele, altro che limoni per fare la limonata, limoni, per carità! Li detestava lui i limoni – ora più che mai – ma a Jim Junior la limonata piaceva, gli era sempre piaciuta. Voleva la limonata». Come quasi sempre in Carver il dissidio sarà incomponibile e le cose finiranno male ma forse sarebbe bastato non essere troppo radicali. Puntare su una cedrata Tassoni, quella che Mina definiva con voce anni Settanta «per voi e per gli amici»: gialla anch’essa, lievemente aspra, ma tanto, tanto più dolce da evitare tragedie! Oppure farsi trascinare nell’universo delle spume dai tanti colori, del ginger amaro e del sambuco a tratti quasi stucchevole. C’è poi chi preferisce la quiete liquida senza gas e allora la scelta diventa veramente infinita come mostra l’incontenibile mix fluorescente che ci assale in ogni supermercato. E se si va, infine, sul classico una nostrana Rivella basta e avanza per evitare tragedie e sentirsi ancora ai tempi del boom economico.

Le bevande analcoliche, i cosiddetti soft drink, hanno conosciuto un vero e proprio boom negli ultimi anni. Inoltre, i produttori hanno riportato in auge bibite tradizionali come la gazzosa, il chinotto, la cedrata,ilsambucodeclinandole però secondo le esigenze moderne del mercato: rigorosamente bio, preparate secondo ricette tradizionali, utilizzando materie prime di qualità ed evitando i coloranti. Allo stesso tempo furoreggiano i mix moderni in cui acqua gassata e no si mescola con tutti gli aromi possibili e succhi e sciroppi si incrociano in maniera spericolata. La tendenza mixhacoinvoltoancheicolossi del settore e si sono diffuse così la Coca Cola alla ciliegia o alla vaniglia oppure la Fanta mescolata al sambuco. Lenuovefrontiereanalcoliche puntano, per esempio, sulle plant waters, bevande naturali trattedallepiantepiùsvariate: acqua di betulla, di fico d’india o di cocomero. Altra bevanda destinata a espandersi è la cactus water, un mix di estratto di fichi d’India più acqua e aromi naturali. E l’acqua di cocomero sembra pronta ad avere lo stesso roseo futuro. Secondo gli analisti, il settore raggiungerà un giro di affari di 4 miliardi di franchi a livello globale entro dieci anni. Porte aperte, infine, per i mix di succhi o soft drink con pepe, peperoncino,wasabiozenzero.E ancora per il matcha freddo e per le bevande di proteine vegetali come spirulina, lenticchie, riso, soya, canapa.


Ticino e non solo

sette continenti

St. Moritz

Il diamante dei Grigioni

S

t. Moritz (in tedesco Sankt Moritz; in romancio San Murezzan) è un diamante di montagna. Piccola e prestigiosa, d’inverno brilla bianca come la neve. D’estate, quando i raggi del sole si riflettono sulla superficie del suo lago, luccica. È adagiata su una terrazza alluvionale, protetta dal vento dai monti dell’Albula e dal Bernina. La cittadina grigionese, che si trova a 1.853 sul livello del mare, gode di una spettacolare cornice montana: a nord si trovano il Pizzo Ot. (3.294 m.), a ovest il Julier (3.385 m.), a est il Languard (3.266 m.) e a sud il Pizzo Surlej (3.188 m.). Rappresenta il più antico resort di sport invernali al mondo e ha ospitato ben due Olimpiadi invernali.

Una storia illUstre La sua fama è cresciuta nel tempo, fino a divenire una delle mete più ambite al mondo per i VIP ma anche per chi così importante non è. Gli abitanti del luogo 36

Percorsi culturali Art Masters

Prestigioso festival di cultura e arte contemporanea inaugurato nel 2008, si svolge nell’ultima settimana di agosto e presenta eventi e artisti nazionali e internazionali di grande fama. Da non perdere.

Museum Engiadinais

All’interno di una tradizionale casa engadinese, il museo, voluto da Riet Campell, ospita una collezione importante di mobili e oggetti della vita alpina. La collezione comprende - oltre gli interni storici - più di 4.000 oggetti.

Forum Paracelsus

St. Moritz vanta una cultura dei bagni che risale al 1400 a.C. Le sorgenti termali con la loro acqua ricca di ferro e anidride carbonica godettero di buona fama e furono apprezzate dal medico Paracelso. L’istituto MTZ Medical Wellness offre anche terapie a indirizzo olistico. La sorgente d’acqua potabile permette di degustare l’acqua minerale effervescente di St. Moritz.

si dedicano all’industria alberghiera e alle attività e ai commerci che intorno ad essa gravitano: solo 6.000 persone anche se, nei mesi invernali, specialmente durante le vacanze natalizie, le stradine di St. Moritz Dorf sono affollate di gente. Nel tempo, i suoi hotel chic e i numerosi ristoranti gourmet hanno ospitato famiglie coronate e celebrità. Dell’Engadina si sono innamorati filosofi e artisti di fama internazionali: da Friedrich Nietzsche a Herman Hesse, da Rainer Maria Rilke a Thomas Mann e Richard Wagner, da Ferdinand Hofler a Giovanni Segantini. Tra i massicci engadinesi trovavano pace, ristoro e ispirazione. A Sils-Maria, fiabesco paese nelle vicinanze di St. Moritz è ancora possibile visitare la casa dove Nietzsche e altre personalità importanti hanno trascorso periodi delle loro vite. Tutt’oggi l’Engadina, capitanata da St. Moritz, è l’epicentro culturale dei Grigioni. Non è dunque un caso che sia diventato nel corso degli


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Corpo e mente / Per gli amanti della meditazione St. moritz offre un PercorSo filoSofico di grande SuggeStione: un Sentiero fiancheggiato da tavole con le maSSime di PenSatori quali Socrate, nietzSche e Sartre. Senza contare che il Panorama è davvero imPareggiabile.

ultimi anni un importante centro d’arte con alcune gallerie private di notevole interesse (Galleria Andrea Caratsch, Galleria Stefan Hildebrandt, Galleria Karsten Greve, Galleria Vito Schnabel, fra le altre). Un’offerta variegata La città è suddivisa in Saint Moritz Dorf e St. Moritz Bad, ai suoi piedi. Dorf è il centro vitale con boutique, pasticcerie e ristoranti, hotel stellati, gallerie d’arte, appuntamenti cult per l’après-sci e club per i nottambuli. Da qui gli amanti dello sci e dello snowboard possono salire in vetta con la funicolare Chantarella. La funivia Signal viene invece preferita da chi soggiorna in uno dei numerosi hotel di St. Moritz Bad. Questa seconda parte della località sorge sul lago omonimo che, con il gelo invernale si trasforma in una lastra di ghiaccio tanto spessa da permettere di farci passeggiate e per-

sino di organizzarci la coppa mondiale Snow Polo St. Moritz, unica al mondo. Letteralmente a due passi da St. Moritz si trova Celerina, località più discreta dove è possibile soggiornare in hotel o in uno dei numerosi appartamenti in affitto. In inverno, l’offerta sciistica della zona è notevole. Oltre alla Montagna Corviglia di St. Moritz, con un piccolo spostamento si possono raggiungere le piste di Diavolezza, Zuoz e Corvatch dove ogni venerdì si può sciare in notturna sulla pista illuminata più lunga della Svizzera. I villaggi di Samedan e Pontresina con le loro piste offrono invece una soluzione ideale per le famiglie. Per un’avventura divertente bisogna provare la discesa con le slitte, rigorosamente di legno, da Preda a Bergün. Il finale perfetto arriva con un tuffo nelle acque fumanti di una delle tante SPA presenti in zona. Un viaggio di Keri Gonzato

mangiare Sulle piste

Alpina Huette Appollaiato tra le piste del Corviglia offre piatti di montagna e ambiente festivo con aperitivi e dj set ad alta quota.

Tipico

Restaurant Engadina Nel centro di St. Moritz Dorf, in puro stile alpino serve fondue e altre specialità a prezzi accessibili.

Stellato

Talvo by Dalsass A Champfèr, ristorante storico riconosciuto con una stella Michelin, viaggia dai piatti locali al mediterraneo.

Esclusivo in vetta

La Marmite Se sei in vena di grandeur prenota un tavolo alla finestra per goderti la vista e la raffinata cucina dello chef Reto Mathis.

bere Après-ski

Roo Bar @ Hauser’s Perfetto sia per gustare una cioccolata calda e un dolce che per una birra al simpatico bar open-air.

Serata informale

Stübli Ambiente caloroso, musica live, ideale per una serata in compagnia.

Vip

King’s Club @ Badrutt’s Palace Hotel, per brindare tra le celebrità.

dormire Low budget

Jugendherberge St. Moritz Struttura piacevole, recentemente rinnovata con vista sulle montagne.

Moderno e chic

Nira Alpina A Silvaplana, con vista sull’omonimo lago e una bella SPA.

Gran lusso

Giardino Mountain Per una vacanza di lusso interpretato però con vivacità e allegria. 37


Tendenze

marchi

Colmar: sport e leggenda La nota firma di abbigliamento invernale si è fatta conoscere nel mondo grazie a soluzioni innovative, al classico stile italiano e a campagne pubblicitarie che ancora oggi colpiscono nel segno. Scrive Marisa Gorza così che al popeline impermeabile furono inseriti dei fianchetti elastici. Una specie di guaina, assolutamente innovativa, che per diversi anni fu lo stracopiato cavallo di battaglia del marchio monzese.

D

ue minuti, trenta secondi e otto decimi: il tempo per percorrere i 2.435 metri della terrificante, ghiacciata pista di Norefijell in Norvegia. Era il 16 febbraio 1952 e Zeno Colò (nell’immagine sopra) si cingeva il collo con l’oro olimpico di discesa libera. Medaglia vinta in un’epoca dal fascino aspro, ma genuino. Un’epoca in cui si sciava senza casco e con lunghi, rigidi attrezzi di legno ai piedi. Quanto peso avrà avuto per la riuscita della leggendaria impresa la tenuta che indossava il nostro Falco Bianco? Nessun dubbio sulla sua mitica classe, comunque Zeno Colò vestiva la tuta aerodinamica studiata appositamente per lui dalla Colmar. Il campione aveva espresso l’esigenza di indossare una giacca da sci più aderente e che non sbattesse a causa del vento: un capo perfetto per lanciarsi a capofitto nelle spericolate discese. Fu 38

Il tIcIno deglI scI Fu proprio nel nostro cantone, ad Airolo, che nel 1879 apparve il primo paio di sci approntato da Giacomo Dotta, un intraprendente giovanotto che all’età di 29 anni partì per la California in cerca d’oro. Il suo sogno stava per avverarsi quando una grande nevicata, insolita per quei luoghi, ricoprì i pascoli dove viveva tra gli indiani. Fortuna volle che nelle vicinanze abitasse un norvegese in possesso di un paio di sci il quale costruì degli esemplari anche per il nostro amico, istruendolo sul modo di fabbricarli e usarli. Tornato in patria il Dotta scolpì due robusti legni di larice, lunghi 2,14 m e larghi 15 cm, dotati di un ingegnoso cuneo per bloccarli in salita. Alla prima apparizione in pubblico con gli sci ai piedi, amici e compaesani lo derisero non poco e ci fu persino chi dubitò della sua salute mentale. Però in seguito a una enorme caduta di neve che non permetteva il tragitto dalle case alle preziose stalle, ne implorarono l’intervento e si fecero costruire i loro aggeggi personali.

Da abiti Da lavoro a tenute per sciatori La Manifattura Mario Colombo nasce a Monza nel 1923, quando il signor Colombo, dopo aver lavorato per anni in un’azienda produttrice di feltro, decide di dar vita alla propria omonima realtà industriale, insieme alla moglie, la signora Irma. Dapprima produce cappelli e ghette, ma gli anni ’30 segnano una prima svolta e conversione, infatti Mario Colombo decide di concentrare la produzione sugli abiti da lavoro. In particolare sulle tute per gli operai in materiale ultraresistente. Intanto l’azienda veniva ribattezzata Colmar, acronimo del nome e cognome del fondatore. Con la fine della Seconda guerra mondiale e la ripresa economica, più il propagarsi dello sci quale attività ludica e sportiva (dapprima legata alle occorrenze e alle attività militari) nel nord d’Italia e sulle piste svizzere si comincia a utilizzare proprie quelle tenute da lavoro extra strong. Perfette per le sciate amatoriali e per i primi weekend e vacanze sulla neve. Al contempo si perfeziona la vocazione dell’azienda nella produzione di abbigliamento sportivo, con particolare attenzione a quello da sci. Lavorando in stretta collaborazione con la Federazione italiana sport invernali, Colmar acquista presto notorietà come produttrice di indumenti altamente tecnici e qualificati fino all’apoteosi delle Olimpiadi di Oslo del 1952 che videro la straordinaria vittoria di Colò. Nei successivi quattro decenni Colmar veste le squadre nazionali di sci alpino, sci nordico e di altre discipline come il bob e lo slittino. Angelo e Giancarlo, figli del fondatore, portano avanti con passione la «mission» dell’azienda


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sette abbigliamenti 1. Sci

Il DNA Colmar si riconferma con un prodotto dedicato alla stagione in corso: i capi realizzati in grafene, materiale nanotech a base di grafite. La collezione sci si divide in Alpine, Freeride e Outdoor con una palette di colori sinergica dai toni intensi e basic facilmente abbinabili tra loro. Tagli curvy, tasche interne, inserti di rete, maniche preformate, cappuccio apribile per contenere il casco sono accorgimenti che rendono subito riconoscibile la passione del brand per il massimo comfort coniugato allo stile.

2. Fashion

Nel 2009 nasce Colmar Originals, la collezione studiata per la vita cittadina con capi iconici del guardaroba maschile reinterpretati da Christian Pellizzari. Il gilet in jacquard di cotone e nylon è doppiato in neoprene, il blazer stempera il genere formale con una intercapedine in piuma naturale e coulisse in vita. Pure la capsule collection femminile, chiamata Comeforbreakfast, è carica di energia e anticonformismo. Un bomber minimal con maxi zip e un anorak oversize con cappuccio dilatato parlano di un inedito concetto di eleganza.

3. Golf

Nata nel 2010 la collezione Golf è in continua evoluzione di materiali e linee. Tessuti stretch idrorepellenti per l’inverno e imbottiture sempre più calde e leggere. Le felpe si adattano alle diverse condizioni meteo e gli abiti per lei sono in scubaneoprene fantasia da portare con i leggings. I pantaloni maschili hanno tagli moderni e check ton sur tone.

4. Active

investendo in una costante ricerca stilistica e tecnologica e nelle sponsorizzazioni degli atleti e delle squadre della Coppa del Mondo di sci. Basti ricordare gli atleti della «Valanga azzurra» (anni ’70) e i fuoriclasse che hanno fatto la storia globale dello sci per i quali la Colmar realizza le tenute da gara. Il marchio diventa sinonimo di neve e il suo claim «in caso di...» è il tormentone che cattura l’immaginario del grande pubblico. Ancora oggi l’azienda brianzola mantiene saldamente il genuino carattere familiare. Mario Colombo, figlio di Giancarlo, è l’attuale Presidente, mentre Giulio e Carlo Colombo, figli di Angelo, sono gli AD. Recentemente è entrata attivamente nella compagnia la quarta generazione di questa grande famiglia.

In caso dI neve, ma non solo Non solo sport invernali e comunque non solo sport. L’azienda ha saputo mutuare il know how acquisito negli anni nelle collezioni di abbigliamento per uomo, donna e bambino dal forte contenuto moda e dall’accattivante design. Un armadio molto articolato dal quale poter attingere l’outfit giusto per ogni occasione, sia per praticare attività agonistiche, sia per il tempo libero e l’outdoor, sia per l’operosa vita cittadina. Proposte corredate da accessori di qualità, studiati nei minimi dettagli, coordinati per materiali, colori e motivi. Tutto per un pubblico trasversale e variegato, per accontentare i gusti dei giovani e di chi, magari meno giovane, ne ha lo spirito e la filosofia di vita.

Confortevoli giacche antivento e impermeabili, pantaloni con inserti alle ginocchia, oppure con zip per trasformarli in bermuda, felpe e T-shirt da abbinare ai capispalla. Infine, in attesa dell’estate, i costumi da bagno nel mood heritage proprio della casa.

5. Accessori

Si tratta di complementi che integrano l’offerta neve: cappellini, berretti, fascette, guanti tecnici... e la collezione Colmar Originals: cappelli, sciarpe, zainetti...

6. Calzature

Le collezioni footwear di Colmar sono pensate, disegnate e realizzate da Wage. Calzature per il tempo libero, per lo più sneakers in materiali tradizionali e innovativi: un mix di urban style e fascino vintage.

7. Ski underwear

Si tratta di calzamaglie in materiale elastico da infilare sotto i completi da sci. Il GrafeneG+ entra pure nella composizione del filato di questo intimo tecnico. 39


Tendenze

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sette trucchi

Pronti a scendere? Sport invernali significa anche materiali all’avanguardia, alta tecnologia e una crescente ricerca di abbinamenti accattivanti e linee alla moda. Per fortuna le proposte a inizio stagione non mancano mai... Scrive Keri Gonzato

L’

inverno è arrivato. L’aria si fa frizzante e stuzzica la fantasia. E allora ci ritroviamo a vagare in cantina per controllare l’attrezzatura invernale, con la mente che corre verso i pendii innevati. Con l’intenzione di affrontare al meglio la stagione sciistica diamo un’occhio alle lamine, calcoliamo gli anni di vita della tuta e degli scarponi e contiamo i buchi nei guanti consumati dalle stagioni passate. Se doveste scoprire che è giunta l’ora di aggiornare il vostro equipaggiamento per la montagna ecco una guida alle ultime tendenze in fatto di sci, snowboard e dintorni. Ogni anno l’industria degli sport invernali avanza proponendo innovazioni che permettono di affrontare le discese con più agio e di migliorare le proprie performance. Per orientarci in questo mondo vasto e ricco di scelta ci siamo focalizzati su alcuni tra i prodotti sciistici vincitori degli Award ISPO per l’anno 2016/2017, esibizione di prodotti nati per lo sport più grande al mondo che si tiene a Monaco.

1 Sci - Per avanzati

Fischer The CURV offrono tecnologia da Coppa del Mondo per performance da campioni.

2 attacchi innovativi

Grip Walk Volkl – Nuovo sistema suola/attacco che permette di camminare con più agio senza rischiare di scivolare grazie alla suola anti-scivolo, offrendo al contempo un’ottima trasmissione scarpone-attacco per masterizzare la pista.

3 Snowboard

Amanti di sci & snowboard: Jones Snowboards Solution Splitboard è lo splitboard (separando la tavola da snowboard si ottengono due sci) più venduto al mondo. La versione 2017 include materiali ecologici e un design sempre più performante. Al femminile: Gnu B-Nice Women Snowboard colorata e performante, è una ta40

vola all terrain freestyle studiata per le snowboarder.

4 abbigliamento

Picture Organic Clothing – Pantaloni e giacche high-tech organiche e sostenibili, perfette per fare snowboard e sci. La loro nuova giacca Eno 2.0 ha vinto l’Award Ispo 12016/2017: è già disponibile da alcune settimane.

come verificare il ProPrio materiale Avete rifatto il fondo di sci e tavola da

snowboard (presso un professionista)?

Ricordatevi che affilare le lamine significa

anche migliorare tenuta e sicurezza.

Controllare che il proprio materiale sia in

buono statom con un’attenzione particolare ad attacchi e scarponi. Nel caso degli snowboard stringere le viti degli attacchi e regolare la posizione perché sia ottimale.

Peak Performance Milan Jacket – Perfetta in città e sulle piste ha un design minimale, pulito ed elegante si combina a materia high-tech.

5 acceSSori

Goggles – Salomon Xt-One sono la nuova tecnologia Custom ID-Fit che permette di adattare gli occhiali a ogni viso per offrire un comfort altissimo unito all’alta performance.

6 caSchi

Marker Phoenix Carbon OTIS – Grazie alla rivoluzionaria MAP Tech hanno una schiuma che assorbe gli schock offrendo alta protezione.

7 Sicurezza - airbag

Arc´teryx Voltair utilizza una batteria Lithium-io Polymer che permette di essere utilizzata più volte lo stesso giorno fino a –30°C. È incredibilmente user-friendly e grazie allo zainetto weatherproof AC² rimane protetto.


Tendenze

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CURE TROPICALI

BELLEZZA

Capelli da fiaba I bambini non sono semplicemente dei «piccoli adulti» e nella scelta dei prodotti per la cura della loro cute è dunque necessario prestare la dovuta attenzione

I

capelli dei bimbi piccoli non hanno bisogno di lavaggi frequenti e di prodotti specifici: nei primi mesi di vita è sufficiente utilizzare un olio detergente per la pulizia, che solo dopo il primo anno di età potrà essere sostituito da uno shampoo delicato. La pelle dei bambini, infatti, manca di secrezioni sebacee e apocrine e risulta quindi assai meno grassa rispetto alla pelle normale (né secca né grassa) di un adulto; lo stesso dicasi per il cuoio capelluto. Meglio dunque evitare l’utilizzo di detergenti nei bimbi che hanno meno di sei mesi di età e in tutti in casi è consigliabile non applicarlo «puro» sui capelli, ma diluirne un cucchiaio circa con un po’ di acqua tiepida e risciacquarlo rapidamente dopo la detersione.

LA SCELTA DELLO SHAMPOO I tensioattivi sono gli ingredienti che svolgono la funzione detergente all’interno di shampoo, bagnoschiuma e saponi liquidi. Queste sostanze sono in grado di diminuire la tensione superficiale dell’acqua e di legarsi contemporaneamente all’acqua e alle particelle grasse dello sporco presenti sulla

cute, espletando così la loro funzione detergente. A seconda della carica che il tensioattivo sviluppa in acqua, questi si dividono in quattro gruppi: tensioattivi anionici, cationici, anfoteri e non ionici. Nel caso dei bambini è necessario optare per uno shampoo dedicato, magari orientandosi su prodotti eco/ bio che contengano tensioattivi delicati, poco sgrassanti e poco schiumogeni in grado di non aggredire la cute. Nella scelta dello shampoo in base ai tensioattivi, questo si traduce nella scelta di prodotti contenenti tensioattivi anionici leggeri come il Sodium lauroyl sarcosinate e il Sodium Cocoyl Glutamate, tesioattivi anfoteri come le betaine e, tra i tensioattivi non ionici, quelli derivati dal glucosio e dal saccarosio come il Decyl glucoside, il Lauryl glucoside e il Coco glucoside. Occorre quindi controllare l’etichetta che riporta la lista delle componenti dello shampoo per poter scegliere quello, appunto, più delicato. QUANDO I CAPELLI CRESCONO Se il vostro piccolo comincia ad avere una chioma più folta (dai 2 anni circa) potete lavare i capelli con uno shampoo delicato, e con poco sebo e sudore, introdurre il rito dei capelli una o due volte alla settimana. I peli dei bambini sono solitamente più sottili rispetto a quelli di ragazzi e adulti, e necessitano quindi di prodotti particolarmente idonei che li rendano brillanti senza appesantirli. E se la schiuma finisce negli occhi e il piccolo strilla? Anche in questo caso gli shampoo più delicati aiutano a ovviare al problema (per esempio quelli agli estratti di malva sono ottimi). In commercio poi si trovano «paraspruzzi» da far indossare ai piccoli: se posizionati bene assicurano una buona protezione agli occhi. In alternativa, potete far indossare loro anche una maschera (come quelle che si usano al mare o in piscina). Ma anche il classico asciugamano funziona egregiamente. t7

NOVITÀ PER IL BENESSERE ALLA MIGROS

Il freddo non fa per voi? La nuova linea trattante «Esthetic» in vendita in esclusiva presso Migros vi regala fragranze e profumi che riportano al caldo Oriente e sensazioni che vi avvicinano alle foreste incontaminate e alla natura più selvaggia. Tra le quattro proposte disponibili, anche «Vanilla & Almond», per momenti di puro piacere grazie al profumo di vaniglia e mandorle, e «India Bliss», una straordinaria combinazione nata da componenti pregiate come il legno di sandalo e il chiodo di garofano. Nulla di meglio per rilassarsi e ritrovare «la pace interiore».

Asia Bloom

Sensualità, armonia e bellezza: la nuova linea trattante Esthetic Asia Bloom racchiude l’essenza del Paese del Sol levante: una fragranza unica nel suo genere che conduce verso lidi lontani grazie a un viaggio rilassante.

Amazon Forest

La nuova linea trattante Esthetic Amazon Forest avvolge il corpo con gli esotici profumi della foresta pluviale. La formula pregiata coccola i sensi accompagnandoli nel magico mondo delle cascate, del canto degli uccelli e della sfarzosità dei fiori. 41


Relax

stelle & curiosità l’oggetto Gli sci

Astroparade

di Betty

Acquario in testa, in questo inizio d’anno, seguito a ruota dal Cancro in evoluzione e da un introspettivo Scorpione. Intanto, Bilancia e Leone si preparano a svettare su tutti nel 2017

Una volta erano «un paio di legni», oggi dentro trovi tecnologie aeronautiche e ricerche nella galleria del vento. La storia degli sci è parte integrante della cultura dei popoli nordici, che li utilizzavano quali mezzi di locomozione, forse tra i più antichi di sempre. Una significativa testimonianza è rappresentata da un’incisione rupestre rinvenuta nell’isola norvegese di Rodoy, nella quale è visibile una figura dalle sembianze umane che indossa proprio degli sci. E proprio in Siberia, Scandinavia e Lapponia in passato sono stati fatti ritrovamenti fossili che testimoniano come gli sci esistessero sin dai tempi più antichi. Più recentemente è stata un’opera del norvegese Fridtjof Nansen (scienziato, esploratore e Premio Nobel nel 1922) pubblicata nel 1890 a far scoprire la notevole utilità degli sci per lo spostamento nei luoghi innevati, e la sua opera – che descrive un suo viaggio di circa 500 km con gli sci effettuato in Groenlandia – ne ha promosso una certa diffusione. Per centinaia di anni gli sci sono rimasti né più né meno che semplici assi di legno; fino alla prima metà del 1800, quando le innovazioni tecniche si sono susseguite fino ad arrivare ai materiali super tecnologici di oggi. Innovazioni che hanno contribuito a trasformarlo nell’appassionante e divertente sport che conosciamo e che in molti praticano, precipitazioni nevose permettendo.

istruzioni per l’uso Sette regole sulle stelle di Walter Mariotti 1. L’oroscopo non è una cosa seria, l’astrologia sì. 42

1

AcqUARIo

Il 2017 inizia con il transito di Venere nel vostro segno zodiacale. Anno all’insegna della bellezza, della creatività e dell’amore con momenti professionalmente importanti per i nati in febbraio. La retrogradazione di Mercurio nel segno del Sagittario riporta in auge un vecchio progetto che avevate messo da parte.

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cANcRo

«Giunti al capo d’anno, ci scopriamo sopraffatti dalla routine. E questo giorno ci appare assolutamente uguale agli altri. Il che “non” è vero. Perché le ricorrenze servono a commemorare oppure a rinnovare. occasioni di memoria e di speranza, per tornare indietro con gli occhi e la mente» (Ilvo Diamanti).

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ScoRPIoNE

Marte prima, Venere dal 3, entrambi favorevoli. «L’anno che sta arrivando tra un anno passerà/io mi sto preparando, è questa la novità», cantava Lucio Dalla. Partite da voi stessi, dalle vostre energie: è lì che è racchiuso ciò che siete, sarete e desiderate. Nettuno e Nodi favoriscono gli incontri romantici.

4 toro

5 sagittario

6 ariete

7 gemelli

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Il transito di Venere nell’amico segno dei Pesci, dal 3 gennaio in poi, aiuta i nati nella prima decade rendendoli particolarmente seducenti. Grazie a Nettuno potrete vivere atmosfere particolarmente romantiche. Seguite il cuore.

Fino al 3, Venere in Acquario. Attenzione, «un flirt», ha detto catherine Deneuve, «è come un farmaco: nessuno può prevedere i suoi effetti secondari». Rompeteconilpassato,dateampiospazio al vostro futuro senza guardarvi indietro. Gelosia è «l’eco di vissuti abbandonici sperimentati nell’infanzia e, rivivendoliinmodoinfantile,perchéilbambino di un tempo è vivo in noi, vogliamo “uccidere” chi ci ha privato dell’esclusività del nostro amore» (U. Galimberti).

L’astrologia si occupa di principi primi di realtà, la scienza di piani concreti di realtà. 2. Nessuno può prevedere il futuro, tantomeno le stelle. 3. I segni raccontano come era il cielo quando si è nati. Per l’astrologia tutto quello

Benjamin Franklin, scienziato e politico americano, scrisse: «Sii sempre in guerra con i tuoi vizi, in pace con i tuoi vicini, e lascia che ogni nuovo anno ti trovi un uomomigliore».Unprogrammadatenere a mente, Saturno permettendo. «È sbagliato giudicare un uomo dalle persone che frequenta», dichiarava Marcello Marchesi. «Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili». Rivoluzione copernicana per seconde e terze decadi, grazie a Plutone, Urano e Giove.

Per Friedrich Nietzsche, «Gli uomini che pensano profondamente appaiono a se stessi commedianti nei rapporti con gli altri, perché allora, per essere capiti, devono sempre simulare una superficie». A volte una maschera è indispensabile.

che si verificherà nella vita è già presente, in forma analogica, alla nascita. 4. I segni zodiacali sono simboli di principi primi (verticali) che attraversano tutti i piani (orizzontali) della realtà. 5. Non esistono rapporti di causa ed effetto

L’anno inizia con il transito di Venere nel segno amico dell’Acquario. Incontri e occasioni inaspettate. Umore bipolare in forza dell’opposizione con Giove. La retrogradazione di Mercurio induce disguidi ai nati nella prima decade. Situazioni inaspettate in virtù del forte transito di Giove con Urano. Liberatevi da ogni forma di condizionamento. Puntate sulla vostra autonomia o emancipazione. Venere positiva fino al 3 gennaio favorisce incontri amorosi e flirt.

Turbamenti per la vita sentimentale dei nati nella prima decade. con Marte, Venere e Nettuno in opposizione è facile farsi prendere da facili tentazioni. Incontri karmici per i nati in agosto stimolati dal passaggio del nodo lunare sud.

tra le stelle e i diversi piani della realtà. 6. L’astrologia è come il termometro. Uno strumento di misurazione della realtà. 7. Credere all’astrologia è una cosa, farsi influenzare un’altra. La differenza si chiama libertà.


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La soluzione verrà pubblicata sul numero 2

Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro il 5 gennaio 2017 e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro il 3 gennaio a: Twister Interactive AG, «Ticino7», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw.

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1. Lavorano soprattutto in una determinata parte dell’anno w 10. Li coltiva l’ortolano w 11. Cuor di cane w 12. Formano il perimetro w 13. Connessioni w 15. La nota Zoppelli w 16. Bosco di conifere w 17. I confini di Essen w 18. Mezza paga w 19. Grosso camion w 20. Ferie w 23. Dittongo in boato w 25. Bel paesino del Mendrisiotto w 26. Congiunzione inglese w 27. Io, in altro caso w 28. Molti lo sbarcano a fatica w 31. Membrane oculari w 32. Nostro in breve w 34. Mangime per cavalli w 35. Segno zodiacale w 37. I confini di Bodio w 39. Emirato arabo w 40. Il noto Jones della canzone w 42. Difese, patrocinate w 45. La nota Staller w 46. In mezzo al mare w 47. Gli indirizzi in rete w 48. Nubi isolate w 50. Orientale

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Premio in Palio: buono Per le offerte del temPo libero di railaway ffS RailAway FFS offre un buono

del valore di CHF 100.– per le sue offerte del tempo libero. Per esempio l’offerta Snow’n’Rail «Disentis 3000» (ffs.ch/snr-disentis) che include il viaggio con i trasporti pubblici e lo skipass con il 20% di sconto. Con i suoi 60 chilometri di piste, Disentis è una località sciistica che accontenta tutti gli amanti della nave, dai freerider ai bambini alle prime armi, dai scialpinisti ai snowboarder. Rilassatevi e godetevi il magnifico paesaggio alpino con vista sul Ghiacciaio del Medel.

1. Lo sport con i bilancieri w 2. Rimorchiare w 3. Idonea w 4. Allegri, gioviali w 5. Riga centrale w 6. Ciascuno w 7. Nulla w 8. Placche di ghiaccio w 9. Delfino di fiume w 14. Mezza dozzina w 16. Il fiabesco Peter w 18. Noto conduttore di quiz e show televisivi w 21. Cuba e Zambia w 22. Un romanzo di Jack London w 24. Un bello dell’Olimpo w 26. Superficie w 29. Cantone svizzero w 30. Cantore epico w 33. Le sopportano i muli w 36. La perla del collezionista w 38. Il pronome che mi riguarda w 40. La bevanda che si filtra w 41. Il nome dell’architetto Botta w 43. I confini di Roveredo w 44. È simile al frac w 46. Si corre quello du Triomphe w 49. Marina nel cuore

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TIRATuRA cONTROLLATA 63.212 copie chIusuRA RedAzIONALe Venerdì 23 dicembre 2016 edITORe teleradio7Sa,muzzano AmmINIsTRAzIONe viaindustria,6933 muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919603155 dIRezIONe, RedAzIONe, cOmpOsIzIONe e sTAmpA CentroStampa ticinoSa via industria, 6933 muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919682988 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7è su facebook sTAmpA (cartapatinata) Salvioniartigrafiche Sa bellinzona tbS,labuonaStampaSa Pregassona pubbLIcITà Publicitas aG, danielSiegenthaler muertschenstrasse39,Postfach 8010Zürich tel.058680 95 92 / 0796357222 daniel.siegenthaler@publicitas.com dATI peR LA sTAmpA riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste ANNuNcI LOcALI Publicitas lugano tel.058680 91 80/ fax.0586809171 lugano@publicitas.ch IN cOpeRTINA Guardo le stelle (foto ©tolu4f)

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La soluzione del Concorso apparso il 16 dicembre è: CAPESTRO Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Rosamaria Binkert 6500 Bellinzona Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti! 43


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PER MOMENTI DAVVERO SPECIALI. Concedetevi momenti di assoluto piacere per il palato con le delizie Fine Food, provenienti da ogni angolo della Terra. Ad esempio lo Champagne Grand Gru Prestige Fine Food del viticoltore Jean-Etienne Bonnaire, realizzato esclusivamente con uve Chardonnay del comune Grand cru di Cramant. Il suolo calcareo del suo terroir conferisce a questo Blanc de Blancs una mineralità e una freschezza uniche, mentre il bouquet è dominato da agrumi e lievi sentori di ananas, accompagnati da delicati aromi floreali e di noce.

coop.ch/finefood

VAL_RZ_1_ANH_FF_INSERAT_APERO_TICINESE_SETTE_210X295_I.indd 1

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