ticino7
BERE ) MANGIARE
Il giusto «spirito» per le festività
NUMERO 52 / 23 DICEMBRE 2016 / CON PROGRAMMI RADIO 8 TV DAL 25 AL 31 DICEMBRE
MA QUALE TERZA ETÀ
Gli ultrasessantenni riscoprono il piacere della vita CORRIERE DEL TICINO / LA REGIONE CHF 3.6
38
Lettori
ticino7
concorso
La foto del mese
le stagioni
Pubblichiamo la dodicesima e ultima immagine selezionata tra quelle giunte in Redazione nell’ambito del concorso fotografico lanciato quest’anno ai lettori del nostro settimanale. 2
Foto di ©Pierre Pellegrini
Su Ticino7 n. 1 del 7 gennaio 2018 pubblicheremo i migliori scatti pervenuti nel corso di questo 2016. E naturalmente verrà premiata la fotografia che la Redazione riterrà più interessante e
suggestiva. Ricordiamo che al vincitore verrà corrisposto un premio in contanti di 400.– franchi. A presto e Buone Feste!
Sommario
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storia di copertina
04
04 invecchiare a tutto sprint di Marco Jeitziner 07 alimentazione ananas, salute Dai tropici a cura della Redazione
protagonisti
il pensiero Della settimana
Il Natale è quel periodo dell’anno in cui la gente (Gianni Rodari) torna nel rifugio della famiglia.
ticino e non solo
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35 natale pranzo e cenone, quale menÙ? di Patrizia Mezzanzanica 36 cultura fonDazioni: Da milano a parigi di Farian Sabahi 38 Bollicine il giusto «spirito» Del natale di Tommy Cappellini
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quote di pernottamenti registrati nella stagione invernale (2014)
TiCiNo
28% VaLLESE
11 DaDomenica25asaBato31
Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di TV e radio per rimanere sempre informato e non perdere i tuoi programmi preferiti.
LUCErNa
relax
42
42 stelle & curiositÀ astroparaDe di Betty l’oggetto a cura della Redazione istruzioni per l’uso di Walter Mariotti 43 gioca (e vinci) con ticino7
35%
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dirETTo da paride pelli CoNLaCoNSULENZadi Waltermariotti rEdaTTorErESPoNSaBiLE fabiomartini CorEdaTTorE giancarlofornasier ProGETTo GraFiCo elena montobbioperWmWorkshop GraFiCa robertoDresti e Deborahvaccaro SiTo wEB www.ticino7.ch
Fonte: il ticino turistico(o-tur, 2016)
tv e radio
53%
40 stile regali: le soluzioni last minute di Valentino Odorico
Cosa cerchiamo? di Giancarlo Fornasier
lo sapevi?
tendenze
08 sette DomanDe sanDra sain di Keri Gonzato 10 ore sette mercatino Di natale a lugano di Stefano Ember
parliamone
La recente pubblicazione da parte di Google dei temi, personaggi ed eventi più cercati durante il 2016 è certo veritiera ma a suo modo fuorviante. Se siete tra coloro che negli ultimi mesi si sono interessati agli Europei di calcio o alla discografia dello scomparso David Bowie, sappiate che altri milioni di svizzeri e centinaia di milioni di utenti nel mondo le parole che hanno ricercato più sovente sono state piuttosto Facebook, YouTube e altri vocaboli assai più espliciti quali porno e sesso (tra i più gettonati in assoluto in buona parte del pianeta). Queste sono alcune delle «parole SEO» (Search Engine Optimization, ottimizzazione nei motori di ricerca), termini molto utili ai gestori dei siti per predisporre la propria pagina web o blog in modo che sia più attraente per l’indicizzazione nei motori di ricerca. Nel volume Minori nella rete di Marco Faccioli apparso nel 2015 (Key Editori), si fa notare però come già nel 2010 le parole indicizzate proprio nelle piattaforme come Google rappresentavano circa l’1%(!) delle pagine realmenti presenti in rete (parliamo di centinaia e centinaia di miliardi). Tutto il resto è un universo quasi sconosciuto, in parte noto come «dark web», dove le statistiche non entrano.
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Storia di copertina
Invecchiare
a tutto sprint
Stanno bene di salute, godono del loro tempo libero, viaggiano e sognano. Sono i «nuovi anziani», la generazione degli ultrasessantenni che morde la vita come mai accaduto prima. Scrive Marco Jeitziner
D
ai dati sugli anziani ticinesi, le loro abitudini, il loro stile di vita emergono considerazioni piuttosto interessanti. Innanzitutto, si conta solo una persona su cinque con meno di 80 anni in casa di riposo, e meno di uno su sei tra gli ultra ottantenni. Quasi la metà dei 65-79enni ha poi un alto sentimento di padronanza della propria vita e tre quarti di loro è, dal punto di vista della salute, indipendente e autonomo. Lo afferma lo studio Fragilità e risorse della popolazione anziana in Ticino, pubblicato l’anno scorso. Sondando un po’ il terreno ecco infatti la 90enne di Lugano che frequenta tuttora il mondo culturale, il 70enne di Bellinzona che viaggia, si diverte e si gode la vita molto più di tanti giovani e giovanissimi; il 60enne del Mendrisiotto che non ha mai smesso di andare per concerti in giro per l’Europa e organizzarne in Ticino. E che dire, riferiva la cronaca, della centenaria di Locarno che a 70 anni suonati faceva ancora carnevale? Altro che inattività, solitudine o depressione! Tante altre storie sono diventate pubbliche grazie ai media. Per esempio, un documentario ha raccontato quella di Mario, 70enne di Solduno, e di Gianfranco, ultra 60enne della Val Colla, entrambi emigrati in Thailandia a
4
lo sapevi?
30%
degli svizzeri considera l’aumento della speranza di vita come un beneficio per la società, piuttosto che un problema.
51%
degli svizzeri di tutte le età ritiene che la vecchaia inizi dai settant’anni in su.
12% 46%
dei 65-79enni in Ticino è ancora attivo professionalmente.
dei nonni ticinesi si prende cura «ogni tanto» o «spesso» dei loro nipoti presso il proprio domicilio.
trascorrere la pensione con le giovani mogli indigene. La scorsa estate si è parlato dei tre pensionati di Lugano, Elio, Mirko e Roger che, inforcata la loro bicicletta, hanno macinato più di 4mila chilometri giungendo fino a Capo Nord. Oppure il 90enne pescatore locarnese Ennio, che ancora saltella da un masso all’altro sul greto del fiume Maggia. Casi eccezionali? Forse. Casi isolati? Mica tanto. Pensionati felici Qualcuno ricorderà le pellicole Non è mai troppo tardi o Tutto può succedere, in cui i quasi 80enni Jack Nicholson e Morgan Freeman, o la 70enne Diane Keaton, sono tutto fuorché gli anziani che siamo abituati a immaginare. Invece eccoli «giovanilisti», in forma, più che arzilli, pronti a nuove sfide, curiosi, ottimisti e, perché no, alla ricerca di un nuovo amore. La realtà svizzera a volte supera la finzione cinematografica, basti citare il caso dell’80enne che si è vantato della sua vita sessuale ricca e soddisfacente; oppure il 70enne che ancora pratica sport estremi, come scalare le palestre di roccia. E in Ticino? Abbiamo parlato, per esempio, con Germano, 68 anni di Arbedo, pensionato felice e super occupato. È attivo sia come accompagnatore per l’Associazione ticinese terza età (Atte), sia come organizzatore di
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La donna sembra che abbia più voglia di viaggiare rispetto all’uomo, forse perché cerca più compagnia. attività sportive in palestra o in piscina, nonché di passeggiate coi diabetici per incentivarli a muoversi. «Quello che vedo è che l’anziano non c’è più», ci dice, «una volta a 65 anni si era già anziani e si pensava subito alla casa di riposo, invece mi occupo di 75-80enni che sono in piena forma! Camminano, vanno in palestra, sono più “giovanili” e hanno maggiori possibilità finanziarie. Il genitore oggi è autosufficiente fino a 80-85 anni e sono pochi quelli in casa anziani». E le donne? È noto che la speranza di vita è più favorevole alle signore (in media di 4 anni superiore agli uomini). Infatti, ci dice ancora Germano, «noto che ci sono molte più donne. Siamo stati in Croazia con un gruppo di 40 persone e una trentina erano donne! La donna sembra che abbia più voglia di viaggiare rispetto all’uomo, forse perché cerca più compagnia. Ci sono pensionati che sono andati a vivere in Spagna o in Italia, ma non sempre riescono ad abituarsi alla mentalità del luogo. Altri “giovani” di 60 anni vanno all’estero per non stare soli e convivere. Diciamo che la mentalità è cambiata molto negli ultimi anni». E sono sempre di più gli over 65 (oltre 150mila) che vanno a vivere all’estero. «Le mete più gettonate per questa seconda nuova vita sono la Thailandia, il Sud America e più in generale tutti quei paesi dove il caldo regna sovrano», riportava la stampa l’anno scorso. Materia di studio Che si tratti di age management o di «invecchiamento attivo», il fenomeno sociale è studiato in tutti i paesi occidentali almeno dalla fine degli anni Novanta. I «nuovi anziani», afferma la ricerca ticinese, «dimostrano una notevole capacità di adattamento e ricorrono a varie strategie, con l’obiettivo di cambiare la realtà per renderla conforme alle proprie aspettative», cioè non sono più «sinonimo di declino e di decrepitezza, ma pur accorgendosi di avere un corpo segnato da qualche acciacco, vogliono concedersi quegli agi, quei piaceri, quel tempo libero, quei viaggi ai quali hanno dovuto rinunciare in precedenza». Stefano Cavalli, del Centro di competenze anziani della SUPSI, ci dice che da un
diamo i numeri
80.864
7,6%
55%
151.325
sono i residenti in Ticino dai 55 ai 74 anni
delle donne oltre gli 80 anni vive da sola; gli uomini sono solo il 23%
dei e delle 65-79enni in Ticino è celibe; il 10,6% è divorziato o non coniugato
gli svizzeri over 65 residenti all’estero nel 2015 5
Storia di copertina
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mai vecchi Un libro
Il tempo senza età (Raffaello Cortina, 2014) di Marc Augé L’autore, noto antropologo francese, confuta l’idea più comune secondo cui la terza età sarebbe una stagione della vita triste e senza sorprese. Augé dichiara invece nel suo libro che «la vecchiaia non esiste», o almeno, non come abitualmente la intendiamo. Al contrario, essa offre l’occasione di prendersi finalmente il tempo di vivere ma anche di fare nuove esperienze e creare inaspettati rapporti.
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ventennio «“anziano” non è sinonimo di malattia, dipendenza, povertà, solitudine ed esclusione. Si è quindi cominciato a suddividere la popolazione di 60/65 anni e oltre in due o più gruppi. Nel linguaggio comune parliamo di terza età (indicativamente dai 60 ai 75 anni, ndr.), una nuova fase della vita tra pensionamento e la vera vecchiaia, e la quarta età (i cosiddetti “grandi anziani” dai 75 ai 90 anni, ndr)». Non appare dunque corretto considerare questa fascia della popolazione solo come un «costo» per la collettività (come fanno spesso i politici), e nemmeno soltanto i lati negativi dell’invecchiamento (come fanno spesso gli studiosi). Anche se, precisa Cavalli, «bisogna evitare le generalizzazioni, i percorsi e i modi di vita variano molto da persona e persona. Accanto a giovani anziani in forma, attivi e relativamente benestanti, ce ne sono altri fragilizzati nella loro salute, che vivono situazioni di precarietà se non addirittura di povertà, che non riescono a ridare un senso alla loro esistenza dopo il pensionamento». Un cambiamento di mentalità Non è un caso che nel 2011 sia nata in Ticino, a Lugano, l’associazione «Generazioni & Sinergie» il cui scopo è «accelerare un cambiamento di mentalità e d’azione a livello regionale». Nel loro sito si legge che «i comportamenti abituali di questi “nuovi anziani” e, in particolare, dei “giovani anziani”, fanno emergere nuove opportunità. Nuovi mercati per nuovi prodotti e servizi in risposta a gusti e bisogni che con l’età evolvono (non solo socio-sanitari, di 6
I «giovani anziani» tra 65 e 79 anni godono di maggiore benessere rispetto a qualsiasi altra fascia di età. turismo, di Wellness o rispetto a nuove strutture abitative)». Lo scorso mese di maggio Svizzera Turismo e Hotellerie Suisse hanno definito questa clientela come «un mercato dal potenziale enorme» e quindi di voler «migliorare l’accessibilità degli alberghi elvetici alle persone anziane». Proprio questo ottobre l’Atte ha messo al centro dell’annuale Giornata cantonale della persona anziana il tema La felicità nella terza età. Un caso? Certamente no. Per il sociologo François Höpflinger, del Centro di gerontologia dell’Università di Zurigo, non c’è dubbio: poiché i «giovani anziani» tra 65 e 79 anni godono di maggiore benessere rispetto a qualsiasi altra fascia di età, e sono tra i più attivi, «molti hanno un’immagine nuova della terza età come di un’età dell’oro». Insomma, se già i britannici hanno coniato, con una certa lungimiranza, l’espressione green old age, cioè «verde vecchiaia», e se l’antropologo francese Marc Augé ha intitolato il suo ultimo libro Il tempo senza età. La vecchiaia non esiste, forse è davvero giunta l’ora di abbandonare certi pregiudizi sui pensionati dai capelli bianchi. Temete la vecchiaia? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7
Un film
Basta che funzioni di Woody Allen (Stati Uniti, 2008) Chi meglio del regista newyorkese poteva narrare la storia d’amore fra l’anziano e cinico fisico in pensione Boris, vero e proprio alter ego dello stesso Allen, e la giovane e sognatrice Melodie? Fra colpi di scena, gag, parenti bizzarri e scoperte inattese, la trama scorre piacevolmente verso un finale tragicomico. Una vicenda divertente e brillante con alcuni dei monologhi più efficaci dell’intera filmografia alleniana.
Un disco
You want it darker (Columbia, 2016) di Leonard Cohen Da poco scomparso, è stato definito da Lou Reed come il «cantautore più grande e più influente». Negli ultimi anni della sua esistenza ha vissuto una seconda giovinezza artistica che ha rafforzato la sua immagine di autore sensibile e intelligente.
Come dove quando
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ALIMENTAZIONE
Salute dai tropici
L’ananas salva la digestione (e la linea) L’ananas è una pianta che cresce spontanea nelle foreste tropicali e subtropicali del Sudamerica. Tutti conosciamo il frutto, ma anche le foglie hanno un loro mercato quale fonte di una fibra che può essere utilizzata per produrre corde e tessuti. Se sull’utilizzo dell’ananas in cucina e nella preparazione di dolci, macedonie e ottimi succhi siamo tutti al corrente, meno nota è l’estrazione dal suo gambo della bromelina, un enzima in grado di ridurre le proteine in semplici amminoacidi: presente in parte anche nel frutto, essa serve alla preparazione di farmaci e integratori ed è tra i rimedi naturali (fitofarmaci) più efficaci e senza particolari controindicazioni. Per esempio, la bromelina facilita la digestione degli alimenti ricchi di proteine (come la
carne); è un ottimo rimedio antinfiammatorio e antiedematoso; ha una riconosciuta efficacia anche come antitrombotico e una buona azione ipotensiva; quale antiedematoso è utile nel trattamento della cellulite (soprattutto complicata da ritenzione idrica anche dolorosa). All’ananas sono riconosciute anche proprietà eupeptiche – ovvero stimolare la secrezione dei succhi gastrici facilitando le funzioni digestive –, oltre a favorire il metabolismo dei grassi, poiché le fibre contenute nella polpa sono in grado, a livello intestinale, di contrastare l’assorbimento dei lipidi. Per questo motivo è tra i frutti preferiti da chi sta cercando di perdere peso. Tutti benefici legati però a un consumo del frutto fresco: se cotto è solo fonte di ottime fibre. t7
Quanti se ne raccolgono nel mondo
ogni
5’
420.000 kg
50%
Curiosità
In Europa, l’ananas sciroppato è il frutto in scatola più consumato
è la crescita del mercato mondiale negli ultimi 20 anni Origini
Sud America
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Protagonisti
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sette domande
Sandra Sain I veri amici non sono molti
e guai a chi non ti guarda negli occhi 1 Sandra, c’è un viaggio che ha nel cuore e uno che ancora desidera fare? Sono tanti i viaggi che porto nel cuore e che mi hanno segnata. Il primo che mi viene in mente è quello compiuto a 18 anni, da sola, in Andalusia. Per tre settimane ho girato la regione zaino in spalla affrontando ogni incognita come un’avventura e un’affermazione di maturità. È stato in quell’occasione che ho constatato per la prima volta che sono le ragazze e le donne a viaggiare di più e a saper viaggiare da sole. Poi penso a una breve permanenza in Niger, a 24 anni, al seguito di un’organizzazione non governativa, per collaborare alla nascita di una radio umanitaria in una zona molto povera del paese. Un’esperienza faticosissima: 45 gradi, umidità al 90%, chilometri e chilometri di sterrato durante il giorno, la sera si dormiva spesso all’addiaccio, niente acqua corrente, poco cibo e tanti villaggi in cui i bambini ti travolgevano di entusiasmo e non potevi non chiederti quanti di loro avrebbero raggiunto la maggiore età. Infine, un viaggio in Sud Africa qualche anno fa: un paese straordinario, ricco di contrasti drammatici che però hanno dato vita a una cultura affascinante. Oggi vorrei fare un viaggio nel cuore degli Stati Uniti, visitare i grandi parchi e percorrere quelle lunghe infinite strade.
Ha dei rituali che conferiscono bellezza e sacralità alla sua giornata? Sembra banale ma da sempre amo svegliarmi con la radio, mi fa sentire subito connessa, parte di una comunità. La sera invece non posso spegnere l’abatjour se prima non ho letto un po’.
2 Cinema, lettura, natura: quali passioni coltiva nella sua vita? Adoro sia il cinema sia il teatro tanto che da ragazzina sognavo di fare l’attrice e recitavo in una piccola filodrammatica. La musica è declinata in base all’umore e alle esigenze: può essere classica, cantautorale, italiana, francese, anglosassone, etnica. Tom
4 E rituali di benessere? Come coltiva lo «stare bene»? Vengo da una famiglia che alla buona alimentazione ha sempre attribuito grande importanza, non nel senso di un’attenzione alle calorie ma alle materie prime, alla qualità e al gusto, e da appassionata di cucina cerco di seguirne gli insegnamenti. Sono convinta
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il personaggio
Laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha cominciato a fare radio a 18 anni. Da responsabile del settore Educazione ai Diritti Umani di Amnesty International si è occupata di carceri e condizioni detentive. Dopo aver collaborato con Radio2 RAI e Radio 24 è arrivata alla Rete Due. Per 4 stagioni ha condotto Storie su LA1 e per due anni ha presentato il Festival del Film Locarno con Olivier Père e Carlo Chatrian. Da gennaio 2014 è produttrice responsabile di Rete Due.
Waits e Joni Mitchell sono due punti di riferimento. Senza libri non posso e non potrei stare e quando arrivo a casa la sera, mi guardo attorno e vedo pile di volumi da leggere ammonticchiate qua e là, sono felice, anche se magari chi vive con me apprezza meno questo disordine. Tra i tanti generi che frequento, la narrativa, la poesia, le graphic novel, ma anche i libri di cucina. Mettermi ai fornelli è un potente anti stress e preparare una bella cena è un modo di prendermi cura delle persone che amo. 3
che mangiare bene sia un primo passo per prendersi cura della propria salute. Non sono invece mai stata una grande sportiva ma amo nuotare: potrei fare avanti e indietro in piscina per ore. Se non che dopo 50 minuti sono stanca. E le amicizie? I veri amici non sono molti, e io ho la fortuna di averne più d’uno, sia donne sia uomini, recenti o di lunga data (con Marianna giocavamo a cucinare foglie e fango da bambine). Di loro sono particolarmente fiera e il loro affetto mi lusinga e mi riempie di gioia: sono persone intelligenti, sensibili, generose, divertenti e soprattutto pulite, integre. 5
6 Che qualità essenziali si riconosce? Domande come questa mi mettono un po’ in difficoltà, è come se mi chiedesse di tessere le mie lodi. Di certo sono una persona determinata sebbene non mi ritenga particolarmente ambiziosa. Non ho paura di faticare e so essere coraggiosa se si tratta di assumersi delle responsabilità e prendere una decisione, meno se mi si chiede di sfidare le mie vertigini. Ammiro le persone serie, che prendono a cuore ciò che fanno e investono in se stessi e nel proprio tempo. Rifuggo invece chi si prende troppo sul serio: chi non sa ridere di sé non dà grande prova di intelligenza. 7 Che cosa osserva quando incontra una persona per la prima volta? Se mi guarda negli occhi o meno. Se lo sguardo resta basso o laterale è un segnale importante e, senza trarre conclusioni affrettate, drizzo le antenne.
Intervista di Keri Gonzato Foto di ©RSI/L. Daulte
Protagonisti
ticino7
ore sette
mercatino di natale a lugano, ore 7 e ore 19 di giovedĂŹ 8 dicembre 2016.
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Foto di ŠStefano Ember
Spiriti liberi
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Quale menù? Il pranzo di Natale, momento particolare di incontro e condivisione, si sta adeguando alle nuove tendenze alimentari ed etiche. Scrive Patrizia Mezzanzanica
S
e è vero che, nella maggior parte dei casi, il menù del pranzo di Natale resta un caposaldo della cucina tradizionale, la presenza sempre più varia di cibi etnici, ha portato a interessanti integrazioni con pietanze altrettanto prelibate tipiche di altre culture. Ma non solo, oltre allo zighinì eritreo e al dhal indiano (ma potremmo facilmente citare decine e decine di ricette di paesi diversi), il menù di Natale risente di ulteriori cambiamenti riconducibili alle nuove tendenze alimentari. Parliamo dei cibi naturali, biologici, di produzioni artigianale, di cucina vegetariana e vegana. Quest’ultima, per esempio, si è molto affermata negli ultimi tempi e, in occasione del Natale, propone pietanze alternative a quelle classiche ma ugualmente gradevoli e sfiziose. Il rifiuto di consumare carne, pesce o derivati come il latte e le uova non impedisce, infatti, la creazione di ricette interessanti, vista soprattutto, la grande e variegata quantità di cereali, verdure e spezie usate in questo tipo di cucina. Ecco allora che ai piatti prettamente tradizionali come i tortellini in brodo o il cappone ripieno, si so-
stituiscono il riso nero con le verdure, oppure ceci, lenticchie, quinoa, orzo, polpettoni di seitan e tofu da condire con sughi leggeri e poco elaborati, pesti e battute. O, in caso di cucina vegetariana, creme e risotti, paste fresche o ripiene e fondute. A corto rAggio Un’altra tendenza alimentare decisamente in crescita è quella dei prodotti a km 0, coltivati o realizzati alla minor distanza possibile dal luogo di consumo. Riduzione dei costi, un limitato impatto ambientale e una maggiore freschezza sono i vantaggi più evidenti ma non i soli a determinarne la scelta. La
La processione di Küssnacht Diversamente da molti altri paesi europei, in Svizzera i festeggiamenti natalizi hanno inizio il 5 dicembre, alla vigilia di San Nicola, suo patrono. È questo, infatti, il periodo delle tradizioni più suggestive, come quella che si svolge ogni anno a Küssnacht am Rigi, piccola cittadina affacciata sulle sponde del lago di Lucerna. Una processione di duecento persone vestite interamente di bianco e munite di enormi mitre episcopali illuminate al loro interno da candele, sfila di notte accompagnando San Nicola, seguita dal magico suono di un migliaio di suonatori di campanacci. Un evento da non perdere e che vale assolutamente la visita. 35
provenienza del cibo che arriva sulle nostre tavole è sempre più un fattore discriminante che ha a che fare anche con le condizioni di lavoro di chi produce o si occupa della raccolta. Rinunciare a una primizia, o ridurne la quantità a favore della qualità, non è ancora diventata una vera e propria tendenza del Natale ma si intravedono segnali incoraggianti che non devono essere ignorati. Ricche macedonie di frutta di stagione possono sostituire o accompagnare qualsiasi dolce dando la possibilità, al consumatore, di conoscere le aziende produttrici. E arriviamo al gluten free. Il Natale senza glutine è relativamente facile da gestire perché esistono in commercio prodotti che permettono di poter preparare qualsiasi tipo di menù, o quasi. In caso, però, ci si voglia organizzare senza passare per lo scaffale dedicato che si trova ormai in quasi tutti i supermercati, si possono gustare riso, carni, pesci, uova, frutta e verdura (a patto che nulla sia infarinato o miscelato con ingredienti vietati o a rischio) e terminare con una bella torta senza farina al cioccolato, previa attenta consultazione dell’etichetta.
Aggiungi un (segnA)posto A tAvolA
Decidere il menù di Natale significa essere già a buon puntoma,altrettantoimportante, è la preparazione della tavola. Non c’è un allestimento, un colore, uno stile, un materiale preferibile a un altro, l’unica regola da seguire è quella del fare: inventarsi qualcosa che la renda unica, originale e accogliente. E non c’è altro modo di farlo se non attraverso il cuore: l’affettività è ciò che rende ognuno di noi creativo. Ecco quindi qualche consiglio per realizzare piccole decorazionichefaccianosentireogni ospite, un ospite speciale. Si possono creare bellissimi segnaposto semplicemente piegando in due un cartoncino da impreziosire con una cornice di glitter, bastano un po’ di carta, un pennarello, della colla e dei lustrini. Lo stesso cartoncino può essere infilato e sorretto fra due rametti di legno poi incollati fra loro o, ancora, pinzato sul tovagliolo di ogni ospite con una molletta da bucato. Anche realizzare un portatovagliolo natalizio è davvero alla portata di tutti. Semplicemente infilando delle bacche rosse su del fil di ferro si ottengono originali coroncine in cui infilare il tovagliolo o da posarci semplicemente sopra. Lo stesso effetto si raggiunge piegando a cerchio dei rami di rosmarino fermati con dello spago, oppure avvolgendo il tovagliolo con più strati di lana per poi inserirvi dei rametti di pino e pungitopo.
Ticino e non solo
cultura
Da Milano a Parigi, l’altra faccia della moda Negli ultimi decenni l’industria del fashion si è legata a filo doppio all’arte contemporanea attraverso una serie di fondazioni le cui attività sono dedicate a progetti eclettici. Scrive Farian Sabahi
Fondation Louis Vuitton (Parigi)
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empio dell’arte contemporanea disegnato da Frank Gehry, la Fondation Louis Vuitton di Parigi ha appena inaugurato una mostra da non perdere per almeno due motivi: i tesori esposti rappresentano un mito dell’arte contemporanea (in questo caso per lo più francese) di inizio Novecento mai mostrata al di fuori della Russia, e la storia del collezionista moscovita Sergueï Chtchoukine (1854-1937) è curiosa e affascinante. Erede di una dinastia di industriali del tessile, Sergueï giunge a Parigi nel 1897 e qui entra in contatto con l’avanguardia francese, in particolare con Monet, Matisse e Picasso. Seguendo il proprio gusto, e in parte affidandosi ai consigli degli addetti ai lavori, dà avvio a una collezione le cui vicende saranno tumultuose. Alla morte del padre, Sergueï si aggiudica il palazzo Troubetskoi. Le 36
il progetto trussardi A differenza di altre fondazioni private che operano nell’ambito dell’arte contemporanea, la Fondazione Nicola Trussardi ha scelto di non disporre di un proprio spazio espositivo, ma di organizzare mostre e progetti site-specific di arte contemporanea all’interno degli spazi storici che la città di Milano offre. In questo modo, è stato creato una sorta di museo «nomade» per la produzione e la diffusione dell’arte contemporanea in contesti molteplici e attraverso i canali più diversi, dopo gli anni di attività nella sede di Palazzo Marino. Una decisione nata dalla volontà della presidente Beatrice Trussardi e del direttore artistico Massimiliano Gioni. Nel 2003 la Fondazione ha quindi lasciato tali spazi per portare l’arte contemporanea nella metropoli lombarda, organizzando eventi gratuiti aperti a tutti. Un modo esemplare e non convenzionale di connettere territorio e cultura.
eredità portano il loro fardello e, dovendo arredare un immobile alquanto impegnativo, chiede aiuto a Matisse. Quest’ultimo non se lo fa ripetere, ed è proprio il rapporto privilegiato con il mecenate russo – con cui intrattiene una fitta corrispondenza, in parte conservata e ricca di informazioni – a permettere all’artista di acquistare la casa di Issy-les-Moulineaux e di costruirvi un atelier adatto a quadri decorativi di grandi dimensioni come La Danse e La Musique. Su richiesta di Chtchoukine, Matisse si reca a Mosca dove gli viene presentato Ivan Morozov che – come Sergei – è il rampollo di una famiglia importante. I due si fanno concorrenza ma le loro scelte sono diverse: Morozov è più cauto e compra per diletto, mentre Chtchoukine privilegia opere più radicali e tra il 1897 e il 1914 acquista oltre 250 quadri d’arte moderna tra cui 8 Cézanne, 16 Derain, 16 Gauguin, 38 Matisse, 3 Monet e una cinquantina – se non più – opere di Picasso scelte in parte nell’atelier, in parte presso dei commercianti e in parte attraverso l’acquisizione della collezione Stein. E nel 1907 decide di condividere il suo tesoro dando avvio a un museo che apre al pubblico l’anno seguente con una metodologia didattica, quasi scientifica, un registro ancora estraneo alla tradizione francese fatta eccezione per gli Stein che, con la loro collezione avantgardista, si rivolgono soltanto a una schiera di eletti e – a differenza di Chtchoukine – hanno l’abitudine di rivendere alcune delle opere acquistate. Il vento della storIa A mettersi di traverso sarà la Rivoluzione russa del 1917 e con essa l’espropriazione da parte di Lenin della collezione Chtchoukine che diventerà – con le
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Zegna Creata nel 2000 per volontà della famiglia Zegna con la missione di dare continuità ai valori, al pensiero e all’azione di Ermenegildo Zegna, la fondazione ha sede a Trivero, nelle Alpi biellesi, dove sorgono anche Casa Zegna, archivio storico e polo di aggregazione culturale, e l’Oasi Zegna, un «laboratorio all’aria aperta» di oltre 100 kmq che valorizza la relazione tra uomo, cultura della montagna e natura. «Negli anni Trenta», ci spiega la presidente, Anna Zegna, «quando ancora non esistevano benefici fiscali per l’investimento nell’arte, mio nonno Ermenegildo aveva chiesto a Ettore Olivero Pistoletto, padre di Michelangelo, di dipingere per il lanificio il ciclo di affreschi La Storia della Lana per rappresentare le fasi di lavorazione in una Firenze medievale». In che modo vi differenziate da altre istituzioni analoghe? Oltre alla piattaforma di arte contemporanea abbiamo un progetto per Trivero, nel biellese: promuoviamo la cultura, l’ambiente (in collaborazione con il FAI) e il benessere sociale.
Fondazione Prada (Milano)
opere di Morozov – il primo museo d’arte moderna occidentale dell’Unione Sovietica. Alla metà degli anni Trenta la crisi economica fa sì che la collezione venga messa in vendita sul mercato internazionale con, in prima linea, il Mardi-Gras di Cézanne. Inizialmente i mercanti e i collezionisti dell’Europa occidentale declinano l’invito ben sapendo che si tratta di opere confiscate. Ma qualche anno dopo, nel 1937, non si faranno scrupoli ad acquistare nelle aste di Lucerna, senza disdegnare le opere messe sul mercato dai nazisti. Nel 1948 un decreto di Stalin ripartirà le opere tra l’Ermitage di San Pietroburgo e il museo Pouchkine di Mosca. Nel frattempo, con l’arrivo dei bolscevichi Chtchoukine e Morozov scelgono come prima meta del loro esilio la Ger-
Fondazione Zegna (Trivero - Biella)
mania, dopodiché Sergueï prenderà la via per Parigi, dove morirà nel 1918. I tesori di Chtchoukine arrivano a Parigi quasi cent’anni dopo la confisca da parte di Lenin (6 novembre 1918). Un allestimento semplice, essenziale, ben distante da quello originario di palazzo Troubetskoi per una mostra curata da Anne Baldassari, già presidente del museo Picasso (2005-2014) e che chiuderà a febbraio del 2017. All’appello mancano opere importanti di Matisse come La Danse, La Musique e Le Bain turc che erano state portate al Grand Palais di Parigi nel 1970 in occasione del centenario della nascita del pittore. La Danse era stata mostrata anche alla Fondation Vuitton nel 2015, mentre non era stato possibile trasportare La Musique a causa dei rischi di distacco del colore perché Matisse aveva l’abitudine di dipingere e poi cancellare, un procedimento che impediva al colore di aderire perfettamente. «Il fenomeno è inerente alla sua esitazione, al suo perpetuo pentirsi», spiega la curatrice. Questo deperimento non è però inevitabile, e infatti gli esperti francesi e russi del museo Pouchkine stanno lavorando insieme nel restauro dell’opera L’Atelier rose, un lavoro che li impegnerà per sei mesi. Un restauro possibile perché il dipinto risale al 1911, e quindi al ritorno dalla Spagna: Matisse si era dovuto sbrigare, non aveva cancellato le pennellate e il colore presenta quindi un’aderenza maggiore.
Quali le mostre in corso? L’arazzo Dare/Avere dell’artista William Kentridge, eseguito in parte con filati del nostro Trofeo Mohair. Il titolo fa riferimento non solo ai libri contabili ma anche all’impegno filantropico.
Prada Fondazione attiva dal 1993 su diversi progetti di arte contemporanea, la sede milanese ha appena inaugurato – nella ex distilleria di via Isarco – la mostra, aperta fino all’8 gennaio, dedicata all’eclettico artista americano William N. Copley (1919-1996). Influenzato dal surrealismo e attivo a Los Angeles dalla fine degli anni Quaranta, nel 1951 si trasferisce a Parigi per tornare negli Stati Uniti nel 1962 dove operò come anello di congiunzione tra il surrealismo europeo e la pop art americana. Copley tratta temi diversi sfidando le convenzioni sociali. Tra questi temi, la guerra fredda, le ideologie politiche e le identità nazionali. Curioso anche il lavoro attorno alla «prostituta ignota» (in contrapposizione ironica al monumento al «milite ignoto») inteso come elogio alla libertà sessuale e omaggio alla prostituta come categoria sociale vittima – secondo l’artista – di ingiustizie e discriminazione. Un percorso biografico e intellettuale condiviso con Marcel Duchamp, Ernst, Magritte e Man Ray. La mostra include un’imponente raccolta di pubblicazioni, fotografie, cataloghi e materiali d’archivio. Curata da Germano Celant e Toby Kamps, quella alla Fondazione Prada rappresenta la più ampia e importante retrospettiva dedicata al pittore noto anche con lo pseudonimo CPLY, con 150 lavori realizzati dal 1948 al 1995 e provenienti da musei internazionali tra cui il Museum of Modern Art di New York e il Los Angeles County Museum of Art. 37
Ticino e non solo
Il giusto «spirito» per le festività Il Natale è alle porte: ecco qualche suggerimento in particolare per l’aperitivo e l’after dinner. Non solo bollicine, in ogni caso, e una volta a tavola quel che finisce nei bicchieri dipende dalla personalità del padrone di casa. Scrive Tommy Cappellini
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ovrebbe essere Natale tutto l’anno: non per edonismo o ipertrofica religiosità, ma per l’amabile atmosfera. Lavorare, si lavora lo stesso, tuttavia c’è qualcosa nella luce (soffusa, alla Tiepolo) e nelle relazioni (non ci s’incontra, ci si sfiora soltanto) che meriterebbe di perdurare ben oltre dicembre. E ci sono i drink delle feste: bottiglie qualitative, a saperle scegliere. Ecco qualche suggerimento in particolare per l’aperitivo e l’after dinner, ché i vini centrali del pasto ciascuno li compone da sé in una sinfonia ben personale.
InIzIare bene, anzI meglIo La Svizzera italiana è fortunata: qui il vermut, per retaggio culturale, non è guardato con ubbia come oltre Gottardo. Vino fortificato versatile ed evocativo, negli ultimi anni sta vivendo un buon revival grazie a una schiera di piccoli produttori che son quasi degli alchimisti. Fred Jerbis, ad esempio, produce un vermut nello stile di Antonio Benedetto Carpano (tra i padri fondatori del settore, suo il ragguardevole Punt e Mes). La base è un verduzzo autoctono del Collio, privo di lavorazioni, con l’aggiunta di 25 botaniche che rilasciano una nota fruttata (amarena, mirtillo) accanto al classico amaricante. È un vermut rosso rubino, con 200 grammi di zucchero per litro, come da tradizione, e sembra di non sentirli. Jerbis ha sul mercato anche un bitter molto morbido, con 34 botaniche (tra cui genziana, angelica, assenzio, arancio e limone) a compensare una bassa quantità di zucchero, il che significa, tra l’altro, meno mal di testa «dopo». Suggestivo il colore: un aranciato che ricorda quello di una tisana. L’ideale per uno spritz insolito, che potrebbe stare in una pagina di Schnitzler, una sera di primavera fuori Vienna, o per introdurre 38
un pranzo natalizio senza compromessi. Terza bottiglia Fred Jerbis: un «gin 43» a completare il necessario per un Negroni in stile Belle Époque. Basterebbero comunque le prime due per concedersi un memorabile Milano-Torino (regal città
beneamata da parecchi ticinesi) o un Americano. Chi vuole osare, scenda lungo le volute di un Boulevardier, intenso cocktail d’aura proibizionista (bourbon, vermut e bitter in parti uguali, miscelato). Doveroso fornire alternative. Eccole: La Quintinye è un vermut francese che piacerà a tutti i fan del Pineau des Charentes, altra grande opzione d’aperitivo di recente tornata in auge. Quello di Dolin, invece, una ditta di Chambéry, è un vermut dal sapore savoiardo, saggio e dinamico come la prosa di C.F. Ramuz. Fa il paio col Dogliotti 18/70 (base di moscato d’Asti, piemontese fin nelle midolla). La storica Luxardo, dal canto suo, ha in catalogo un bitter e un bitter bianco di spessore, autorevolissimi, un paio di bottiglie che meriterebbero un romanzo ciascuna (a firma D’Annunzio). Rientriamo in Svizzera: lo zurighese de Gents è un vermut diretto, alla tedesca, tropicale quanto basta. Serve ancora un goccio di gin? Scendiamo in Ticino: il Bisbino è ottimo nel tumbler come sotto l’albero. In sostanza, per accogliere gli ospiti sotto il vischio con un apéro non banale,
Cantine deluxe al Ciani Il gruppo LVMH - Louis Vuitton Moët Hennessy ha scelto il Ristorante Ciani di Lugano per presentare, a un pubblico di addetti ai lavori, alcune eccellenze vinicole. L’incontro s’è tenuto nelle scorse settimane ed ecco le cantine presenti: Cloudy Bay (Nuova Zelanda), Terrazas De Los Andes (Argentina), Cheval Des Andes (Argentina) e Numanthia (Spagna). La cucina del Ciani vi ha abbinato fingerfood di pescato, carne asada, preparazioni di cioccolato artigianale. Come dire, prendiamone nota e traiamone ispirazione per il nostro menu e la «carta dei vini» per Natale.
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la parola a seven group «Le richieste dei clienti? Champagne, Franciacorta e prodotti del territorio» Per i locali pubblici le festività di fine anno sono l’occasione giusta per far vedere quanto «ci si sa fare» con le proposte alla clientela, oggi parecchio esigente. Il Seven Group è attivo con diversi locali in Ticino: «Le richieste tra le piazze di Ascona e Lugano – ci racconta Katharina Geiger, food & beverage manager – sono diverse. Ci teniamo comunque a creare un tema unico per tutto il gruppo: poi ogni “outlet” lo interpreta a suo modo. Quest’anno, per San Silvestro, sarà “Midnight in Paris”».
quest’anno si tratta di tornare all’Ottocento, a quella borghesia cui dobbiamo, in fin dei conti, tante glorie del bere miscelato. Pausa Pranzo con brio Una volta a tavola quel che finisce nei bicchieri dipende dalla personalità del padrone di casa e solo in seconda battuta dal menu. Diamo pochi, necessari suggerimenti, tutti improntati sul vin bianco, essendo il rosso, come dicono in Mitteleuropa, «un latte per bambini cresciuti». Ci si rechi idealmente, dunque, in Mosella: Peter Geiben, Dr. Loosen, Markus Molitor, Joh. Jos. Prüm e Fritz Haag sono la costellazione di riferimento per questi vini minerali, fiabeschi, goethiani, perfetti. Settore bollicine: sotto Natale girano confezioni deluxe e gift box di ogni tipo, alcune d’alto di gamma. Palmes D’Or Rosè di Nicolas Feuillatte è un millesimato annata 2006 venduto in una seducente bottiglia (più due coppe) ispirata a una collana di perle nere appartenuta a una misteriosa diva del secolo scorso. Pare che il fondatore del marchio ne fosse invaghito. Ad ogni modo, il Feuillatte è sempre generoso, e qui ci sono pure sentori di guscio d’ostrica e bergamotto. Alternativa: un Célébris di Gosset, vintage del 2004 d’un burroso salato, per lettori del Victor Hugo in esilio a Guernsey. E PErché non un boccalE? Natale vuole birre scure, sontuose, capaci di fronteggiare la selvaggina nel piatto e qualche volta i parenti venuti
da lontano. Due direzioni si impongono: la Saint Petersburg di Thornbridge, una russian stout pulita che sa di torrefazione d’inizio Novecento, con punte di caffè, cioccolato amaro e un che d’impalpabile cenere, e la leggendaria Schlenkerla di Bamberga, affumicata pure nella sua versione weizen. Una birra eccentrica solo all’apparenza, in realtà un must per ogni tipo di carne al forno o alla brace. In direzione contraria va la Mariage parfait della Brouwerij Boon di Lembeek, Belgio centrale. Una geuze acida, erbacea, fresca, difficile, ben adatta a piatti di pesce di mare cucinati in stile adriatico. E alla fine, in un piccolo bicchiere rigorosamente panciuto da tenere in mano mentre ci si sposta nel fumoir: un sorso della kriek lambic di Lindemans, tutta ciliegie e mandorle. DoPocEna in salotto Un calvados del 1989 di Domaine de la Vigannerie (affrettarsi: stock introvabili) è bottiglia preziosa, indicata per gli ospiti maschi in cerca di drink molto secchi e dalla forte personalità, alla Hemingway, o per le ragazze coi capelli à la garçonne. Altra buona notizia dicembrina: dopo un periodo di fuori-mercato, con gli appassionati che si contendevano le ultime casse da sei ad altro prezzo su eBay, Johnny Walker ha rimesso in distriubuzione il suo scotch Green Label, un blended di soli quattro malti e vecchio di 15 anni, di equilibrio sostenuto, senza grilli per la testa. Il whisky giusto da appoggiare accanto alla scacchiera.
Cosa si beve di questi tempi? «Lo champagne è ben richiesto, abbiamo intercettato però una richiesta sempre più forte di Franciacorta. Preparato allo stesso modo dello champagne, il metodo classico con rifermentazione in bottiglia, viene visto come un prodotto di alta qualità». E cosa non si beve più? «I vecchi aperitivi classici che venivano consumati lisci o allungati con un po’ di seltz. Sostituiti dal bere miscelato». Le preferenze dei ticinesi? «Molto local. Prodotti regionali e artigianali. Nel vino come nelle birre, e pure nei superalcolici». E degli stranieri? «Gli italiani cercano cocktail internazionali, gli americani doppie dosi di distillati premium, spesso accompagnati con bibite, i russi, be’, oltre alla vodka, molto vino e champagne. Altra differenza: sovente gli stranieri consumano al banco e non al tavolo. E non ci sono drink invernali o estivi». Infine, con cosa accompagnate i vostri aperitivi per le feste? «Specialità ticinesi, classici italiani e ogni piatto preparato dal nostro sushi master chef. A proposito, per quest’inverno abbiamo studiato un cocktail proposto dal nostro ristorante Asia: il Winter Dream Sake. Dieci centilitri di sake Takara Shochikubai, tre centilitri di succo d’arancio, un centilitro di sciroppo alla vaniglia. Shakerato. Da provare». 39
Tendenze
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Soluzioni last minute La corsa ai regali di Natale è ormai agli sgoccioli. Vi serve qualche idea per risolvere dubbi, gaffe e dimenticanze dell’ultimo momento? Scrive Valentino Odorico
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oni natalizi last minute? Tra nuove idee e gli immancabili evergreen, le possibilità sono molte, ma affrettatevi! Da una recente ricerca si evince che circa i due terzi della popolazione già a metà dicembre ha provveduto alla scelta degli oggetti da regalare. Abbigliamento, libri e profumi si confermano ancora una volta tra i preferiti come idea regalo. Crescono in modo esponenziale anche i prodotti enogastronomici: cibo e vino sono estremamente apprezzati e molto amati da chi li riceve. L’abbigliamento si attesta al 37% delle scelte, seguono i libri al 35%, mentre i prodotti gastronomici si piazzano al terzo posto del podio con il 32%. Scalano la classifica anche gli eReader e proprio in questi ultimi giorni i produttori hanno presentato nuovi modelli di punta. L’utilità della spesa vince a scapito della bellezza e dell’effetto sorpresa: ecco quindi che la scelta ricade su oggetti e su servizi che possono essere utilizzati per diverso tempo. La gastronomia esprime uno stile di vita attento al piacere del palato, alle tradizioni culinarie e per l’acquisto si punta molto sui prodotti locali, come quelli ticinesi, contrassegnati da qualità e prelibatezza. Numerosi esercizi commerciali, ma anche i privati, optano pure sul devolvere il corrispettivo delle spese a favore di fondi benefici e associazioni; per chi vuole farsi un regalo personale in questo periodo è sempre possibile un progetto di adozione a distanza: il senso del Natale interpretato in un modo realmente profondo. Dal Design ai viaggi Per i regali si opta anche per oggetti di design, opere d’arte dal valore non eccessivamente elevato, ma capaci di valorizzarsi nel tempo: un pensiero che diventa un investimento per la vita. Sul versante casa ci si orienta verso l’acquisto di oggetti quali cuscini, complementi d’arredo, candele ed elementi
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Consigli / I gIochI con fInalItà educatIve (dal mInIcomputer al tablet creatIvo per bImbI dI 2/3 annI) possono essere un’Idea, ma non esagerate: pIaccIono pIù aglI adultI che aI pIccolI, che Invece Imparano maggIormente Inventando e costruendo oppure recItando e fIngendo neI gIochI dI ruolo.
e per i bambini? 1. Trenini in legno
Mai passati di moda, tramandati e rivenduti più e più volte, (quasi) indistruttibili. Un vero classico.
2. Domino
Gioco «semplice» ma le cui tessere permettono di lanciarsi in invenzioni senza limiti. Altro che iPad!
3. Mattoncini
Semplici nella forma ma essenziali per sviluppare abilità manuali e immaginazione.
4. Biciclette senza pedali
Da usare in casa o fuori, leggere e personalizzabili, più sono vissute più il loro fascino pare aumentare.
che donano colore ed eleganza agli ambienti. In crescita anche il mondo dei diffusori aromatici: dai più economici a quelli più ricercati, le soluzioni sono molteplici, con fragranze diverse e ideali per vari locali. Per chi ama viaggiare una soluzione apprezzata giunge dagli Smart box: i cofanetti contengono pacchetti vacanza per una settimana, cene a tema e weekend in vari posti del mondo e rappresentano un’originale soluzione che in questi anni ha preso piede; anche in Ticino sono numerose le location, i ristoranti, gli hotel e i centri benessere inseriti in questi circuiti: un’occasione per scoprire il nostro territorio e la varietà di offerte che la regione propone. Prelibatezze e wellness Via libera anche ai buoni di vario genere e forma: da quelli per servizi come sessione di trucco e pieghe dai parrucchieri, fino alle tessere prepagate per nego-
zi, centri commerciali o per acquisti in rete. Per chi è bravo ai fornelli, una pratica originale e in ascesa è quella di creare il proprio regalo: biscotti di Natale, liquori, marmellate fatte in casa, torte, ciambelle, panettoni e mostarde, sono tutte prelibatezze ottime anche come piccoli pensieri personalizzati e unici. In un’epoca dove siamo sempre di corsa e abbiamo poco tempo da dedicare a noi stessi, un’originale proposta è regalare un qualcosa che aiuti a dedicarsi del tempo: percorsi di coaching, incontri di stile, una giornata alle terme, una sessione in palestra, un massaggio, fino a chi punta a stupire con un giro in mongolfiera o un’esperienza in alta quota; idee che vogliono rendere il Natale un’occasione per dedicarsi anche a se stessi, alla riscoperta della quotidianità, ritagliandosi un break dallo stress giornaliero. Con tutte queste idee, non può che essere un Buon Natale!
5. Animali & fattorie
Color legno o dipinti, mucche, maialini e trattori aiutano a creare giochi di ruolo senza tempo.
6. Attrezzi da lavoro
Cacciaviti, martelli e bulloni da riporre in una comoda cassetta. Tanto reali da piacere anche agli adulti.
7. Puzzle
Meno delicati di quelli in cartone, aiutano a sviluppare memoria e associazione. Serve altro? 41
Relax
stelle & curiosità l’oggetto Il calendario
Astroparade
di Betty
Il Leone emerge fra tutti, motivato e ruggente, seguito da uno scalpitante Toro e da un Capricorno in evoluzione. Il Cancro vive una fase conflittuale mentre l’Ariete è scosso dal risentimento Tra quelli dell’imminente 2017 più cliccati e «curiosati», il calendario delle contadine svizzere ha avuto un indubbio successo: sarà perché l’abbinamento è certamente irresistibile e foriero di ancestrali fantasie maschili, sarà perché le ragazze poco vestite ritratte nel loro ambiente naturale non passano inosservate. Nell’era del tutto digitale, insomma, il buon vecchio calendario di carta miete ancora parecchie vittime, e una recente visita a un amico garagista me ne ha data piena conferma. Il rituale del calendario in omaggio alla fine dell’anno non coinvolge però solo donnine poco vestite e prodotti per la cura dell’auto: dalle piccole tipografie alla nota azienda di trasporti & traslochi, dai patinatissimi grandi formati con modelle e modelli inarrivabili (su tutti il noto «Pirelli») ai ben più sacri calendari di Padre Pio e Frate Indovino, ce n’è per tutti i gusti. Nello sfogliarlo le prime cose che si cercano sono le vacanze scolastiche e le festività (parificate o meno): quando cade Natale? Ma dai, Carnevale il prossimo anno è così tardi... E il Primo d’agosto? No, è di domenica! C’è chi, per guadagnare qualche giorno di vacanza, tutti gli anni brucia sul tempo colleghi e capo ufficio spulciando possibili ponti e ponticelli, weekend lunghi, giorni di malattia stagionali e indisposizioni «prenotati» mesi e mesi prima. Più che una programmazione quanto mai necessaria, una vera battaglia navale fatta di crocette sparse ovunque. Chi vincerà?
istruzioni per l’uso Capodanno felice: le sette regole di Walter Mariotti 1. Il Capodanno non dura tutto l’anno. Ricordatevelo, 42
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Momento importante: siete al centro di un allineamento astrale. Ricordate quanto dichiarò Louis de Funès: «Io coltivo il mio giardino. E nella mia vita professionale come nel mio pezzetto di giardino mi sforzo al meglio di buttare via le erbacce!». Stabilite obiettivi e priorità e poi spingete sull’acceleratore.
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TORO
«Non possiamo agire se non in funzione di una durata limitata: un giorno, una settimana, un mese, dieci anni o una vita. Se, per disgrazia, rapportiamo i nostri atti al Tempo, tempo e atti si eclissano; ed è l’avventura del nulla, la genesi del No», ha scritto Emil Cioran. Venere in Acquario vi rende impulsivi.
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CAPRICORNO
Tutta l’ultima settimana del 2016 sarà segnata dai forti aspetti presenti sulla croce cardinale. Grazie a un marcato allineamento potrete compiere azioni memorabili e affrancarvi dai dominatori, più o meno interiori. Situazioni inaspettate. Decisive e impegnative le giornate comprese tra il 29 e il 31 dicembre.
4 pesci
5 gemelli
6 vergine
7 cancro
8 acquario
9 sagittario
10 ariete
11 bilancia
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La congiunzione del 29 favorirà gli affari. Ma ricordate Robert Louis Stevenson che a proposito dichiarò: «La devozione costante a ciò che un uomo chiama i suoi affari, può essere sostenuta soltanto dal perpetuo oblio di molte altre cose».
Continua la rivoluzione copernicanadeinatinelsegno.Leambizionitendono ad amplificarsi e così eventuali conflitti con le famiglie di origine. Momento favorevole per gli avventurosi; scarso adattamento per i più rigidi e conservatori. «Il pericolo dell’odio è che, una volta cominciato a coltivarlo, hai cento volte più di quanto ti aspettassi. Una volta cominciato, non ti fermi più», ha scritto Philip Roth. Evitate atteggiamenti bipolari... almeno per l’ultimo dell’anno.
se dovete passarlo in famiglia. 2. Anche l’ultimo dell’anno non dura tutto l’anno. Quindi bevete ma sapendo di dover tornare sobri la mattina del 2 gennaio. 3. Fondamentale. Non è vero che bisogna vestirsi di rosso.
Giornate positive, anche se il risultato finale dipende come sempre dal resto dei valori presenti sulla carta natale. Momento importante per la vostra vita professionale e sentimentale. Prendete al volo il treno! Il 2016 vi saluta. «Così funziona il cuore. Non è qualcosa di uniforme. È come il corso di un fiume. Si adatta alla forma delle cose» (Haruki Murakami). Dal 29, passaggio di Venere e contestuali aspetti con i pianetti maggiori. Ergo, atmosfere romantiche.
Colpi di fulmine ma anche delusioni per i nati tra la seconda e la terza decade. Momento significativo per chi svolge attività artistiche. Riconoscimento inaspettato in ordine al valore di una vostra attività. Puntate dritto al futuro!
4. Soprattutto, scegliete la biancheria intima non in base al colore ma alla comodità. 5. L’unico dovere è lo champagne. Non per esterofilia ma perché se ne può bere a litri senza ubriacarsi. 6. Non andate all’estero, passatelo a casa.
Marte si congiunge a Nettuno e ai Nodi alla fine del 2016. Aspetto cruciale per i nati tra la prima e la seconda decade. Se state per dire la verità, seguite il suggerimento di Billy Wilder, «siate divertenti altrimenti vi uccideranno».
La Luna in Sagittario tra il 26 e il 28 dicembre amplifica emozioni e sentimenti. Vi rende nostalgici. Ma badate, la nostalgia, come ha detto Erri De Luca, «non è mancanza. È presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarci». «Un po’ di umiltà avrebbe più valore di mille onori», ha scritto Romano Battaglia, «ma è soltanto una prerogativa di coloro che conoscono i propri limiti e, purtroppo, si contano sulla punta delle dita». Parole da ripetere come un mantra.
Non per sicurezza, per economia. Una settimana alle Seychelles dopo Capodanno costa la metà. E c’è meno gente. 7. Esprimete un desiderio. Realistico però. Anche perché per diventare belli, ricchi e magri vi serve un altro anno.
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TIRATuRA cONTROLLATA 63.212 copie chIusuRA RedAzIONALe Venerdì 16 dicembre 2016 edITORe teleradio7Sa,muzzano AmmINIsTRAzIONe viaindustria,6933 muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919603155 dIRezIONe, RedAzIONe, cOmpOsIzIONe e sTAmpA CentroStampa ticinoSa via industria, 6933 muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919682988 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7è su facebook sTAmpA (cartapatinata) Salvioniartigrafiche Sa bellinzona tbS,labuonaStampaSa Pregassona pubbLIcITà Publicitas aG, danielSiegenthaler muertschenstrasse39,Postfach 8010Zürich tel.058680 95 92 / 0796357222 daniel.siegenthaler@publicitas.com dATI peR LA sTAmpA riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste ANNuNcI LOcALI Publicitas lugano tel.058680 91 80/fax.0586809171 lugano@publicitas.ch IN cOpeRTINA auguridalcaldo!(foto©Photolondon)
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La soluzione del Concorso apparso il 9 dicembre è: RIMPALLO Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Roberta Garobbio 6826 Riva San Vitale Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti! 43
Promesso! Tutto il nostro pesce è sostenibile.
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