ticino7
concorso fotografico
Tutte le immagini e il vincitore 2016
numero 1 / 7 gennaio 2017 / con programmi radio & tv dall’8 al 14 gennaio
Svago 2.0 La tecnologia cambia davvero il modo di vivere il nostro tempo libero?
corriere del ticino / la regione w chf 3.–
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PER MOMENTI DAVVERO SPECIALI. Concedetevi momenti di assoluto piacere per il palato con le delizie Fine Food, provenienti da ogni angolo della Terra. Ad esempio lo Champagne Grand Gru Prestige Fine Food del viticoltore Jean-Etienne Bonnaire, realizzato esclusivamente con uve Chardonnay del comune Grand cru di Cramant. Il suolo calcareo del suo terroir conferisce a questo Blanc de Blancs una mineralità e una freschezza uniche, mentre il bouquet è dominato da agrumi e lievi sentori di ananas, accompagnati da delicati aromi floreali e di noce.
coop.ch/finefood
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Sommario
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storia di copertina
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04 Il mIo tempo lIbero? Con lo smartphone di Marco Jeitziner
come dove quando
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07 soCIetà ChIC Consapevole di Barbara Bitetti
Il pensIero della settImana
parliamone
Non importa quanto costa qualcosa, ma quanto forte è lo sconto.
ticino e non solo
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(Arthur Bloch)
lo sapevi? cosa fanno tutti i giorni i ragazzi svizzeri tra i 18 e i 19 anni nel loro tempo libero CELLULarE E SmarTPhoNE
La celebrità di Giancarlo Fornasier
35 ConCorso fotografICo Il vInCItore del 2016 a cura della Redazione 38 barCellona festa mobIle (e tanto altro) di Elena Montobbio
99%
LETTUra di LiBri
tendenze
40 08 protagonisti
tv e radio
11 dadomenICa8asabato14
Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di tv e radio per rimanere sempre informato e non perdere i tuoi programmi preferiti.
relax
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42 stelle & CurIosItà astroparade di Betty l’oggetto a cura della Redazione IstruzIonI per l’uso di Walter Mariotti 43 gIoCa (e vInCI) Con tICIno7 Il CruCIverba
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ticino7
dirETTo da paride pelli CoNLaCoNSULENZadi Waltermariotti rEdaTTorErESPoNSaBiLE fabiomartini CorEdaTTorE giancarlofornasier ProGETTo GraFiCo elena montobbioperWmWorkshop GraFiCa robertodresti edeborahvaccaro SiTo wEB www.ticino7.ch
fonte: Studio JAMeS/ZHAd, 2016
08 sette domande flavIo sala di Roberto Roveda 10 ore sette gIornICo di Stefano Ember
40 shoppIng l’ultIma oCCasIone di Valentino Odorico
13%
viSioNE di dvd/vidEo
Nel giorno della scomparsa dell’ex stella pop George Michael non pochi telegiornali hanno aperto con le immagini più felici del cantante, accompagnate dalle sonorità del classico «Last Christmas» (un evergreen diventato anche la pietra tombale dell’artista, vista la beffarda tempistica degli eventi). Malgrado fosse sparito dalle classifiche e avesse diradato le apparizioni pubbliche, tutti i media hanno dato ampio risalto alla notizia.Isteriacollettiva?Nel Regno Unito si sono levate voci critiche rispetto al reale peso artistico e alla visibilità data alla sua fine; senza dimenticare l’eredità milionaria lasciata ad amici e conoscenti, forse poco presenti nelle settimane precedenti ilfatidico giorno di Natale. Le ultime fotodelcantantemostrano un uomo irriconoscibile e con evidenti problemi personali. La sua scomparsa è la riprova di quanto sia difficile per un artista slegarsi dall’immagine che negli annid’orosiècreato,quelli della giovinezza, della trasgressione, del successo. E qualcuno si chiederà: ma se per George Michael la mobilitazione mediatica è stata di tale portata, con analisi ed esperti di musica nei TG, cosa succederà quando personaggi quali Jimmy Page, Mick Jagger oppure Eric Clapton se ne dovranno (per forza di cose e speriamo il più tardi possibile) andare?
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Storia di copertina
Il mio tempo libero? Con lo smartphone Tra arte, cultura, sport e ritrovi pubblici, in Ticino per divertirsi c’è solo l’imbarazzo della scelta: tempo e soldi permettendo, naturalmente. Ma al contempo si sta assistendo a una sorta di «transizione culturale» su cui incidono profondamente le nuove tecnologie. Scrive Marco Jeitziner
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al 2012 a oggi in Ticino «si sono svolti oltre 10.000 eventi a carattere culturale», annota l’Osservatorio culturale del cantone, mentre nel 2015 c’è stata «una perdita annuale di circa 600 eventi» soprattutto musicali. Questi numeri, impressionanti, in realtà non dicono granché sulle motivazioni che spingono (o non spingono) i cittadini a usufruire di questa ampia offerta tra arte, cultura, sport, parchi e ritrovi pubblici. Diversi osservatori parlano ormai di «transizione culturale» nella quale giocano più motivi: la crisi economica, l’invecchiamento della popolazione, una certa omologazione dell’offerta, le concentrazioni di proprietà, ma anche il profondo mutamento sociale dettato dalle nuove tecnologie (cellulari, tablet, piattaforme come YouTube o Spotify). È probabile che internet stimoli nel pubblico, soprattutto quello più giovane, anche maggiore esigenze e curiosità (si scoprono realtà diverse e c’è chi va costantemente alla loro ricerca) ma anche maggiore frustrazione (tra chi non ha il tempo o i soldi per permettersi un certo tipo di svago).
diamo i numeri
800
sono i giochi da tavolo messi in commercio ogni anno nel mondo.
70%
degli svizzeri visitano musei, monumenti, vanno ai concerti e al cinema almeno una volta all’anno.
47%
sono gli svizzeri che vanno a teatro.
25%
circa degli svizzeri si dedica a un’attività creativa (fotografia, disegno, pittura, musica).
CresCe il Consumo virtuale Come giustamente annotava nel 2013 Mauro Stanga, dell’Ufficio di statistica cantonale, «la dimensione “individuale” (…) rimanda a concetti piuttosto astratti quali le sensazioni, le emozioni, la gratificazione, la crescita che un certo tipo di fruizione culturale porta con sé». Questo vale per qualsiasi concetto o pratica di svago. Come mi sento se passeggio in un parco? Che emozioni mi dà una partita di hockey? Mi gratifica giocare a casa col cellulare o con la consolle? Prendiamo qualche dato. Forse un po’ vecchiotta (è del 2011) e poco rappresentativa (considerava solo 319 economie domestiche ticinesi), ma l’inchiesta federale Omnibus afferma che già allora «circa il 40% degli internauti scarica, guarda o ascolta film, video e musica su internet», mentre «la pratica di giocare on-line o scaricare giochi è infine diffusa presso il 16% degli intervistati». Sicuramente queste percentuali oggi sono maggiori, ma ciò non significa che chi guarda film online poi non si rechi al cinema o viceversa. Un’indagine federale sulle attività culturali e il tempo libero del 2016 ci dice, in realtà senza grandi sorprese, che «le persone tra i 30 e i 74 anni preferiscono la radio, quelle di età media i CD, mentre moltissimi giovani ascoltano la musica su internet, su un computer, un lettore mp3 o un cellulare». Ci dice anche che solo la metà della popolazione
(il 47%) va a teatro. Insomma, c’è forse sempre meno gente nei luoghi associativi e sempre più fruizione individuale del tempo libero? Non è detto. il ritorno del ludiCo I giochi di società non stanno affatto scomparendo. Anzi. Sono giochi di guerra, di strategia, di simulazione come Dixit, Room 25, Hive, ecc., che vantano schiere di appassionati, associazioni, negozi specializzati e ritrovi fissi dedicati come avviene a Lugano o a Giubiasco. Ogni anno ne vengono commercializzati ben 800, ci sono fiere tematiche in Europa che richiamano fino a centomila persone, tra cui anche molti adulti. «I giochi da tavolo permettono di stare in compagnia e sono divertenti. Inoltre stimolano il cervello, che riflette, elabora delle strategie, memorizza, fa associazioni e anticipa le mosse altrui. (…) E poi i giochi di società consentono di mettere allo stesso tavolo persone di ogni età, di ogni ceto sociale, con professioni diverse», ha dichiarato a un settimanale il presidente di Giochintavola, Paolo Baronio. Il fenomeno è globale. In Italia due coniugi del Sanremese, affranti nel vedere tutti quei giovani riuniti ma immersi ciascuno nel proprio cellulare, organizzano serate ludiche di questo tipo: «Invece di stare da soli davanti a un computer, magari giocando con qualcuno che è a centinaia di chilometri di distanza, non è meglio potersi vedere, toccare, dirsi “no, perché non hai fatto quella mossa” o “quella la dovevi fare così”?», hanno affermato su un sito. Non sembra dunque vero che i giovani si svaghino soltanto online o che vagabondino senza meta nei centri città. Quel che è certo è che non frequentano molto i musei. andare per musei Anche le mostre d’arte sono svago e tempo libero, oltre che cultura. Dall’apertura del più grande polo museale del cantone, il LAC a Lugano, poco si sa sul perché uno ci va oppure no. Leggiamo che i musei (pubblici e privati) ticinesi «hanno ospitato nel solo 2014 oltre 500.000 visitatori, una cifra di molto superiore alla popolazione residente in Ticino». Sono cifre molto approssimative che ancora una volta dicono poco. L’inchiesta del 2016 afferma che, in un paese benestante e fondato sul lavoro come il nostro, la mancanza di tempo (o di denaro) penalizza molte persone. Quanto ai musei, si legge, «i giovani, le persone con un livello di formazione di grado secondario e gli abitanti delle zone rurali e della Svizzera italiana sono un po’ meno soddisfatti. La maggioranza delle persone (58%) desidera visitare 5
Storia di copertina
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più spesso musei». Questa non è forse un’indicazione importante per i politici e gli operatori culturali? Se dunque tanti musei (o tanti teatri) nel territorio non garantiscono affatto molta affluenza, appare più sensato agire sull’avvicinamento dei giovani all’arte come esperienza innanzitutto emotiva, come già fanno certe strutture scolastiche. In questo ambito anche la tecnologia che i giovani adorano potrebbe fungere da incentivo, da alternativa al poco tempo che c’è o al costo dei biglietti. Eppure, salvo rare eccezioni (come al Museo di storia naturale a Lugano), le «visite virtuali» e la «realtà aumentata» sembrano ancora musica del futuro nel cantone. Non resta che andare a ballare... Mostrarsi in discoteca Da simbolo dello svago notturno sin dagli anni sessanta e settanta, e dopo i fasti degli anni ottanta e novanta del secolo scorso, che ne è oggi della discoteca? Diversi osservatori, anche in questo caso, negli ultimi due decenni notano un cambiamento nel modo di divertirsi rispetto alla figura «antica» del DJ, alle sue potenti frequenze sonore. «In Europa crolla la febbre del sabato sera» titolava, per esempio, lo scorso febbraio un grande quotidiano italiano. Abbiamo interpellato un locale ben noto del Luganese che sta vivendo il suo quarantennio di attività e aggregazione. Manuel Pruiti, attuale responsabile dell’ospitalità al WKND Club (l’ex Club Morandi), vede i pro e i contro dell’era virtuale. Le reti sociali come Facebook, dice, aiutano anche a fare marketing, ma «il lato negativo è che la gente ha smesso di comunicare, sta attaccata al telefono senza più creare dialogo, sono più impegnati a taggarsi e fare selfie. Una volta si andava in discoteca per dialogare, conoscere gente nuova, bersi un drink, ora quello che vedo è che la maggior parte ci va per uno status symbol, per farlo sapere agli altri tramite i social». Sembrerebbe dunque che il DJ non sia più l’unica star, ma vuole esserlo sempre di più anche il singolo cliente. nella Massa Musicale La musica dal vivo, da sempre potente fattore di aggregazione, pare stia anch’essa attraversando un periodo di mutamento. Uno si può chiedere: perché pagare il biglietto per assistere a dei concerti se posso stare comodo a casa a guardarne quanti ne voglio gratuitamente? La scena più commerciale rock e pop è una giungla, un sottobosco in continuo adattamento. I grandi eventi estivi all’aperto sono ancora gettonati, per vari motivi più o meno affini alla 6
musica. Il discorso è diverso per i locali musicali che tra Chiasso e Airolo si contano ormai sulle dita di una mano. Secondo l’analisi federale «il 70% (della popolazione, ndr.) si reca a concerti. I concerti di musica classica sono più frequenti in Svizzera tedesca, i concerti con canzoni a testo o cantautori nella Svizzera francese, i concerti di musica jazz, funk o country nella Svizzera italiana». Andando più in profondità la «transizione culturale» colpisce talvolta in maniera paradossale. Da un lato c’è la massificazione dei gusti malgrado l’enorme diversità offerta da internet; dall’altro c’è la spinta verso la periferia dei locali musicali per questioni di rumore (e non solo). È notizia recente che persino in una metropoli vivace e crea-
tiva come Milano chiuderà un noto locale rock aperto nel 2010. «Chiudiamo a causa della crisi» e perché il progetto era «incentrato su generi non di facile consumo e non rivolti alle masse», ha dichiarato il gestore. «Riteniamo non ci sia più, da parte delle persone, la voglia di scoprire nuove realtà che non siano quelle che fanno notizia», senza contare che «la posizione periferica non ha aiutato», malgrado una maggiore mobilità giovanile. È un caso italiano, certo, ma è successo e succede anche in Ticino. Nel nord Europa sembra tutta un’altra musica, ma questo è un discorso diverso. Cosa fai nel tuo tempo libero? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7
Come dove quando
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società
Chic consapevole Sono sempre di più le aziende del fast fashion impegnate a ridurre l’impatto ambientale legato alla propria produzione. Eleganza sì, ma con coscienza. Scrive Barbara Bitetti
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ino a qualche anno fa essere ben vestiti identificava uno status e un potere di spesa, mentre oggi evidenzia il gusto delle persone e l’appartenenza a un determinato gruppo sociale. Al contempo, l’offerta continuativa, varia e di facile reperibilità unita a prezzi ridotti ha portato alla cosiddetta moda «usa e getta», per un consumo annuo mondiale di 80 miliardi di capi d’abbigliamento: una delle industrie più inquinanti al mondo. Ma quali sono gli effetti collaterali di questa costante corsa all’«ultima borsa»? Partiamo dal nostro guardaroba. Gli abiti si ammonticchiano, riducendo il nostro spazio vitale e la nostra energia. Secondo Marie Kondo, autrice de Il magico potere del riordino sovrabbondanza e disordine minacciano la serenità d’animo ed è consigliabile fare spazio, liberandosi di ciò che è inutile. Ma una volta smessi, cosa succede a questa mole di vestiti? Buona parte si trasformano in rifiuti tessili, con tutte le difficoltà legate alla non smaltibilità di molti capi: l’ecopelle, per esempio, è una spalmatura di resine poliuretaniche che ha ben poco di ecologico; l’elastan è un filamento misto, sintetico che contiene l’85% di poliuretano; l’acrilico è una fibra prodotta con un derivato del petrolio (acrilonitrile). Quelli che non vengono gettati, finiscono nei mercati dei paesi più poveri (quando non alimentano il giro d’affari dei racket malavitosi). Ne
E in casa? Marie Kondo, autrice del libro best seller Il magico potere del riordino, ha elaborato un metodo per riorganizzare i propri spazi domestici. Il riordino aumenta la fiducia in se stessi, l’elevazione del pensiero, allontana dal passato, dà giusto riconoscimento al proprio valore, riduce gli acquisti inutili. Il caos, all’opposto, allontana il momento dell’introspezione e della conoscenza di sé.
quinano due volte: nei luoghi di origine e a destinazione, a causa dei continui lavaggi scaricati nel terreno dalle nostre lavatrici (e resta da chiarire che effetto comportino a contatto con la pelle). I risultati pubblicati da Greenpeace consentono di monitorare i marchi promossi da viziosi a virtuosi.
consegue che una montagna di indumenti sta invadendo l’Africa, annientando le realtà locali impossibilitate a competere. Cinque paesi africani, sopraffatti da questa situazione, hanno dichiarato l’intenzione di vietare queste importazioni. Aziende virtuose Alcune società, per esempio HM, hanno attuato una forma di riuso di abiti smessi: HM Conscious, ricicla i vecchi indumenti portati in
negozio dai clienti, per tessere nuovi filati. Una parziale limitazione del danno, allo scopo di farci consumare nuovamente. E com’è la situazione prima che ci vengano venduti? Nel 2012 Greenpeace ha reso noto come, molti marchi della moda, impiegassero coloranti/bagni tossici per l’uomo e ha preteso, con successo, che i brand aderissero al «Progetto Detox», il cui scopo è bandire totalmente le sostanze nocive. Le sostanze dannose in-
PEr cominciarE Connecting Cultures, associazione no profit, organizza presso lo spazio Ferré a Milano «Out Of Fashion»: un corso di formazione suddiviso in sei masterclass, da gennaio a giugno 2017. Al centro, il tema della moda etica e consapevole nei suoi molteplici aspetti: i materiali e il loro impatto ambientale, il rapporto creativo tra arte e fashion, la tracciabilità della filiera, la responsabilità e la giustizia sociale. La partecipazione ad almeno tre moduli, consentirà l’accesso al programma gratuito di pre-incubazione di impresa. Il corso è organizzato in collaborazione con il London College of Fashion, CNA Federmoda, CNA Milano Monza Brianza e la Fondazione Gianfranco Ferré. Iscrizione: entro 15.12.17
sostenibile Al quAdrAto Oltre all’aspetto ambientale, va considerato anche quello sociale. Operai e operaie non dovrebbero essere sottopagati, lavorare duramente o troppo a lungo in luoghi insalubri onde evitare che il costo più pesante di questi capi divenga quello umano. La soluzione non risiede in una drastica riduzione dei consumi, ma in una crescita della sensibilità individuale all’acquisto. In che moso? Optando per uno shopping che privilegi prodotti ecologici, in grado di durare oltre la stagione, realizzati con fibre naturali e non derivate dal petrolio; prediligendo l’opera di aziende virtuose che adottano la pratica del riciclo, nel rispetto ambientale e sociale; facendo attenzione all’eventuale successivo smaltimento. In sintesi, evitando di acquistare guidati solo dalla testimonial o influencer di turno. Perché ogni atteggiamento virtuoso, ripetuto e moltiplicato per milioni di utenti, può davvero salvare il mondo. 7
Protagonisti
ticino7
sette domande
Flavio Sala Con il mio lavoro regalo sorrisi,
perché senza speranza non si vive
Flavio, se non fosse diventato attore, che cosa avrebbe fatto? Il mestiere dell’attore è sempre stato il mio sogno più grande e pensavo non fosse possibile farlo diventare un mestiere alle nostre latitudini. Però ho molti interessi e passioni e quindi credo che me la sarei cavata comunque, anche se non fossi riuscito a recitare da professionista. La mia formazione è stata di tipo artistico: ho frequentato l’Accademia di Brera e avrei potuto diventare, per esempio, insegnante di disegno. Ci ho anche provato mentre muovevo i primi passi alla Rete Tre ma avevo poca pazienza e ho lasciato perdere. 1
2 Ha deciso quindi di dedicarsi anima e corpo alla recitazione? Sì anche se mando avanti altri progetti assieme al mestiere d’attore. Una mia grande passione sono i vecchi programmi televisivi, in particolare i telefilm e i cartoni animati. Sto portando avanti da anni un progetto di archiviazione di questi materiali e sto per avviare uno studio per la digitalizzazione dei vecchi formati audio e video, insomma di tutto ciò che è analogico. A breve avrò a disposizione – e pare sarò l’unico nella Svizzera italiana – uno strumento che riprende la pellicola dei vecchi film super 8 e tutti gli altri formati fino al 16mm fotogramma per fotogramma consentendo così una definizione eccezionale. 3 Qual è il primo programma che le piacerebbe «salvare»? In effetti, sono riuscito a restaurare la mia seria animata preferita, Star Blazers, cartone giapponese degli anni settanta. Queste serie di qualche decennio fa tipo Mazinga e Goldrake mi hanno sempre appassionato. Mi sono ritrovato a lavorare come disegnatore delle co-
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il personaggio
Nato a Locarno nel 1974, Flavio Sala è noto per il ruolo del frontaliere Roberto Bussenghi nella sit-com Frontaliers. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, diplomandosi nel 2001 con un lungometraggio autoprodotto. Nel 2002 si è iscritto all’Accademia dello Spettacolo, dove ha studiato recitazione per due anni, e sempre nel 2002 ha iniziato la sua collaborazione con la Rete Tre della RSI. Dal 2011 al 2015 è stato attore nella compagnia del Teatro Popolare della Svizzera Italiana e di recente ha creato la compagnia «Flavio Sala» che si dedica alla commedia dialettale.
pertine di una casa che realizzava DVD dedicati a queste serie. E dato che mi dilettavo anche con il montaggio video, mi avevano affidato la realizzazione degli «extra» da inserire nei DVD. Così intervistavo i personaggi che gravitavano attorno al mondo di queste serie: i creatori delle sigle e i doppiatori, che sono spesso fior di professionisti. 4 Il frontaliere Bussenghi lavora in una ditta di meccanica di precisione. Lei come se la cava con la tecnologia? Nutro un rapporto di amore e odio. Mi serve per realizzare quello che mi piace, però spesso mi rema contro. Sono perennemente in lotta con computer e affini, semplificheranno anche la vita ma prima di andare a regime fanno perdere un sacco di tempo! 5 Recentemente ha creato anche la Compagnia teatrale «Flavio Sala», un impegno non da poco. Ma nel tempo libero cosa fa? La compagnia teatrale è la vera sfida di questo ultimo anno. Sono esterrefatto dal successo e dal calore con cui il pubblico ci accoglie durante le rappresen-
tazioni. La gente desidera divertirsi e passare una serata spensierata, frase che mi sento ripetere spesso a fine recita. Per questo ringrazio tutto lo staff, da chi lavora dietro le quinte agli attori e soprattutto mio padre: era un suo grande desiderio che io realizzassi una commedia tutta mia e a lui questo spettacolo è dedicato. Per quanto riguarda il tempo libero, qualche serata con gli amici. Amo cantare e ogni tanto sono in giro con il gruppo «I cugini di Montagna». Poi, se devo avere una pausa di introspezione, mi piace camminare nei boschi. 6 Oltre a recitare, le piace fare anche lo spettatore? Si, certo. Prediligo i film leggeri, quelli che mi permettono di staccare la spina, le pellicole di azione, come quelle di James Bond e i film comici (adoro de Funès, Laurel & Hardy). Non sono votato al cinema impegnato. A teatro amo la commedia. Fin da bambino sono sempre stato un fan della prosa dialettale della RSI. È da lì che è nata quella passione che mi ha portato a intraprendere il mestiere che faccio oggi. Poi mi piace tutto il teatro dialettale, da Gilberto Govi a Macario al grande Piero Mazzarella. 7 Qual è la cosa senza la quale non potrebbe vivere? Penso non si debba mai rinunciare alla speranza. Non si deve mai smettere di credere che le cose possano andare avanti e migliorare. Senza speranza diventa veramente difficile vivere, soprattutto in epoche un po’ cupe come quella che stiamo vivendo negli ultimi anni. Spero, attraverso il mio lavoro, di portare il sorriso a chi ne ha bisogno.
Intervista di Roberto Roveda Foto ©Alessandro Crinari/CdT
Protagonisti
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ore sette
Giornico, ore 7 e ore 19 di VenerdĂŹ 14 ottobre 2016.
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Foto di ŠStefano Ember
Ticino e non solo
ticino7
reportage concorso
Pierre Pellegrini
Alla fine l’ha spuntata una «vecchia conoscenza» di Ticino7, Pierre Pellegrini di Aldesago, e proprio con uno scatto selezionato alla fine di dicembre. L’eleganza del bianco e nero, l’equilibrio tra gli elementi (pochi e in armonia),
il valore simbolico del’albero (segno di vita) e della strada che scompare a ridosso della collina, mimetizzandosi con le linee create dalla vegetazione dei prati brulli. La luce del paesaggio invernale e il cielo, quasi immateriale,
fanno il resto, donando all’immagine una connotazione trasognante. Complimenti dunque da parte della Redazione al signor Pellegrini che vince il Concorso 2016 e riceve 400 franchi in contanti. 35
Ticino e non solo
Anna Piccaluga Piatti - Lâ&#x20AC;&#x2122;equilibrio
Pierre Pellegrini - Lâ&#x20AC;&#x2122;equilibrio
Patrizia Wyss - Il ritratto
Antonio Scopazzini - La leggerezza
Gianni Zanella - Le stagioni
Rosa Da Veiga - La leggerezza 36
ticino 7
Chaterine Decarli - Il ritratto
Gianclaudio Lanini - L’equilibrio
Gian Piero Pampuri - Equilibrio
Giovanni Piacenza - Le stagioni
ConCorso fotografiCo 2017: appuntamento alla fine di febbraio
Luana Biadici - L’equilibrio
Con il nuovo anno Ticino7 rinnova il Concorso fotografico dedicato ai lettori, introducendo alcune novità: «La mia giornata» diventa l’unico (e assai ampio) tema sul quale potrete sbizzarrirvi, proponendo impressioni di tutto ciò che fa parte del vostro quotidiano. Inoltre, è possibile inviare immagini scattate anche con il cellulare, purché la risoluzione sia alta per consentirne la pubblicazione. Il materiale, come sempre, va inviato a phototicinosette@gmail.com. I premi in palio verranno comunicati nelle prossime settimane. A presto! 37
Ticino e non solo
sette continenti
Barcellona
Festa mobile (e tanto altro)
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renta milioni di visitatori all’anno, solo quattro in più quelli che transitano per l’aeroporto di El Prat, Barcellona, e non si fermano in città. Il quotidiano spagnolo La Vanguardia a ottobre si è chiesto se per il Comune non stesse arrivando il momento del collasso turistico. Visitatori del fine settimana, stranieri da tutto il mondo in vacanza, famiglie e giovani coppie. Ma non solo. La Spagna è la prima meta (secondo la Commissione Europea) scelta dagli studenti Erasmus. Su 40.000 giovani che arrivano ogni anno, un quinto di loro sceglie proprio Barcellona. Aggiungendo anche chi frequenta un master o un dottorato, gli stranieri nei campus risultano quasi raddoppiati tra il 2008 e il 2014, passando da 13.701 a 21.932. A fare numero anche l’esercito di ragazzi che giunge in città per festeggiare l’addio al nubilato o al celibato. In primavera, su
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un volo low cost è davvero difficile non vedere gruppetti di donzelle festose che accompagnano la futura sposina verso il suo ultimo weekend da single. Il fenomeno è talmente evidente che il web si è subito mosso per creare pacchetti per tutte le esigenze e ABTA (l’Associazione delle agenzie di viaggio del Regno Unito) ha condotto uno studio secondo cui i ragazzi spendono di più ma le ragazze scelgono hotel migliori. MetaMorfosi urbana Tutti a Barcellona quindi, quasi come a Parigi o a New York. Ma per la capitale catalana il fenomeno è relativamente recente. Il cambiamento è iniziato nel 1992 con i Giochi olimpici. Prima di allora inoltrarsi nei centralissimi quartieri del Gotico e del Raval era pericoloso. E ancora un decennio dopo i vicoli che costeggiano le famosissime Ramblas erano spesso mal frequentati.
Dal 2005 a oggi il cammino verso modernità e risanamento urbanistico è stato inarrestabile. Barcellona ha cambiato volto: prima con El Peix dorato costruito proprio nel ‘92 accanto al Villaggio Olimpico e nuovo simbolo della rinascita con le due torri che ospitano il lussuoso Hotel Arts e un casinò; poi con il discusso grattacielo a forma di proiettile (la Torre Agbar degli architetti Nouvel e Vazquez accusati di aver copiato Foster a Londra) che ha definitivamente cambiato lo skyline della città; infine, l’ultimazione dei lavori della Sagrada Família e il recente Hotel Vela che padroneggia sul porto e offre stanze da 400 euro a notte. Contemporaneamente i quartieri (los barrios) Gotico, Raval, Born e Gràcia sono stati invasi da cantieri per ristrutturare palazzi cadenti, demolire edifici fatiscenti e sistemare le piazze. Hanno aperto centinai di locali, negozi di tendenza e tapas bar. Calle Avynió,
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Sulla strada / per qualche misteriosa e insolita ragione la luce verde per l’attraversamento pedonale degli incroci ha tempi davvero molto brevi. un consiglio? correte. altro suggerimento: d’estate la città «puzza», e non poco. Fa molto esotico ma a volte disturba. meglio la mezza stagione.
sette modi per visitarla 1. Per gli innamorati
Barcellona festeggia per tradizione San Valentino il 23 aprile. Durante le celebrazioni ha luogo anche il tradizionale Festival della Rosa, celebrato fin dal Medioevo per onorare la cavalleria e l’amor cortese.
2. Una cena romantica
Se avete voglia di concedervi una cena speciale in un ristorante elegante con atmosfera d’altri tempi prenotate nello splendido El Gran Cafè, fondato nel 1920 nel cuore del Barrio Gotico. Tutte le notti le note di un pianista accompagnano i commensali.
3. Al mercato
A pranzo invece d’obbligo passeggiare per il mercato della Boqueria lungo le Ramblas per perdersi nei 2.583 metri quadrati tra i 300 banchi dai mille colori. Dopo un giro di ricognizione scegliete uno dei bar all’ingresso e ordinate tapas preparate sul momento.
4. La Xampanyeria
La sera si anima a tal punto che per entrarci e ordinare ci vuole davvero coraggio. Eppure la Xampanyeria - in Carrer de la Reina Cristina - è una tappa obbligata per chi desidera sentirsi un vero barcellonese. Si beve cava (rigorosamente in piedi) e si gustano panini con pesce, carne o affettati. Chi ordina una bottiglia o più di tre bicchieri deve per forza mangiare un entrepan.
non lontano dalla Cattedrale, un tempo era una strada buia e malfamata dove decine di senza tetto stazionavano giorno e notte. Adesso passeggiare, anche la sera, per quelle vie è un piacere per chi visita la città, ha voglia di fare shopping, ammirare le chiese gotiche e sedersi a sorseggiare una birra all’aperto. Moderna e cosMopolita Anche la spiaggia della Barceloneta è migliorata: sono stati costruiti moli per rendere il mare più calmo, hanno aperto ristoranti di paella, è stata costruita una passerella dove fare jogging, andare in bici o – ultima moda che presto invaderà altre città europee – muoversi con uno skateboard (che fa il suo gran ritorno sulla scena dopo gli anni ottanta). La città in due decenni è diventata un simbolo di internazionalità, coabitazione di culture diverse (fortissima l’immigrazione da America Latina, Cina e
Pakistan) e fucina di nuove tendenze culturali. Capitale della musica elettronica, nuovo centro del mondo dei videogiochi, sede di fiere del fumetto e mostre di arte contemporanea, Barça appare oggi nel suo massimo splendore. Certo, qualcosa negli anni si è anche perso: sono scomparse le centinaia di statue umane che hanno reso le Ramblas un museo di creatività libera (il comune ha dovuto impedire questa forma di arte non regolamentata), la corrida di Plaza España è ora un centro commerciale e trovare un catalano Doc non è più così scontato. Rimangono invece i simboli del modernismo e del genio di Gaudì che hanno reso unico questo luogo. Perché assieme alla nuova Barcellona della movida, Passeig de Gracia con Casa Batllò e la Pedrera, il Parc Güell, Casa Vicens e la Sagrada Familia continuano a incantare. Un viaggio di Elena Montobbio
5. Shopping alternativo
Lasciate perdere i grandi centri commerciali e passeggiate per le vie del quartiere di Gràcia. Qui ci sono una miriade di piccoli negozietti che vendono abbigliamento, accessori e oggettistica originali e quasi tutti made in Barcellona.
6. Dentro e fuori
Appassionati di arte e architettura (ma non solo) non possono mancare una visita al Macba, il Museo di Arte Contemporanea nel Raval che propone sempre almeno un paio di esposizioni. Accattivante anche la struttura esterna progettata dall’architetto statunitense Richard Meier.
7. Affascinanti ma rumorose
Le Ramblas sono caratteristiche e pulsanti di vita, un luogo simbolo per chi visita la città. Ma per dormire sonni tranquilli cercate una sistemazione che non affacci sulla via.
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Tendenze
SHOPPING
L’ultima occasione Ogni anno, dopo le feste natalizie ma a volte anche prima, prendono il via i saldi di fine stagione. Un appuntamento che permette di acquistare merce a prezzi scontati, quando l’inverno è appena iniziato. Scrive Valentino Odorico
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a parola saldo proviene dal mondo del commercio: la differenza tra le entrate e le uscite sono appunto un «saldo», negativo o positivo. Nel commercio al dettaglio i saldi diventano ciò che non è stato venduto in negozio; merce che quindi è bene far girare velocemente per monetizzare la spesa sostenuta per l’acquisto da parte dell’esercente. La prima regolamentazione generale prevedeva l’introduzione di due modi di presentare una scontistica: le «vendite straordinarie» e le «vendite di liquidazione». I negozianti erano liberi di scegliere quando attuare una vendita straordinaria, che era possibile proporre solo due volte all’anno e per una durata di massimo quatto settimane. OCCHIO ALLE TRAPPOLE I saldi oggi esistono un po’ ovunque nel mondo e ogni singolo paese stabilisce legislazioni particolari per le vendite promozionali. Alla vista di un cartellino rosso oggi siamo inevitabilmente attratti nel scoprire e scovare la promozione migliore, il grande affare della stagione, ma ci sono delle regole utili per non cadere in spiacevoli tranelli. Occorre prestare attenzione alla qualità dei prodotti, al rapporto tra qualità, estetica e prezzo proposto, oltre a tener ben presente ed essere consapevoli che una diminuzione del costo non vuol dire una riduzione dei diritti da parte del consumatore. I saldi non riguardano mai tutti i prodotti ma solo quelli stagionali e caratterizzati da una «perdita» di valore, in quanto fortemente legati alle dinamiche della moda: ecco perché molto spesso delle borse simbolo di una marca, pezzi intramontabili e linee continuative non vengono venduti a prezzo agevolato. Lo sconto deve sempre essere chiaro, espresso in percentuale sul cartellino e deve sempre essere accompagnato anche dal normale prezzo di vendita. Un’altra regola importante è che se i
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SETTE CONSIGLI 1. Giro di ricognizione
Nei giorni che precedono i saldi è buona regola fare un giro nei negozi, individuare quello che si desidera comperare, marcando anche il prezzo: in questo modo è possibile verificare l’effettivo sconto praticato dal negoziante.
2. Andare e tornare
Ritornare settimanalmente nei negozi permette di trovare a rotazione delle proposte nuove. Questo non è dato dal fatto che rifilano fondi di magazzino ma, disponendo durante la stagione di merce sempre diversa, anche i capi in saldo spesso vengono fatti roteare. Il martedì e il giovedì sembrano essere due giorni buoni per scovare dei nuovi prodotti.
3. Internet
Navigare in rete permette d’ottenere degli sconti ancora più vantaggiosi: molti brand infatti applicano una scontistica maggiore nel negozio on-line. Una prassi molto usata di recente è quella di provare un capo in negozio per poi chiudere l’acquisto in rete. Meglio comunque puntare sull’on-line solo per quei prodotti che non sono presenti nel punto vendita di fiducia.
4. Diffidare è meglio
Prestare attenzione a sconti che superano il 50-60%: spesso infatti dietro a questa prassi si nasconde lo stratagemma di dover svuotare fondi di magazzino. Questo non vuol dire che uno sconto all’80% non è reale, ma semplicemente è meglio informarsi.
5. Outfit classico
negozi solitamente permettono il pagamento con carta di credito, anche durante il periodo di sconto sono obbligati ad accettarla, senza richieste di prezzi maggiorati, neppure con la giustificazione di eventuali commissioni. DIAMO I NUMERI Un capitolo da non sottovalutare è quello dalla percentuale dello sconto: un saldo normale si aggira tra il 30% e il 50%: valori maggiori spesso nascondono stratagemmi legati allo smaltimento dei fondi di magazzino. Per essere sicuri che si tratti delle collezioni attuali è ideale fare un giro nei negozi un paio di settimane prima. Leggendo questo vademecum i saldi, a prima impressione, possono sembrare un fattore di stress, ma in realtà se vissuti con lo giusto spirito possono diventare ottimi alleati per
rinfrescare il proprio guardaroba, comperare un capo che si sogna da molto e possono essere un intelligente investimento sia per le stagioni future, sia per giocare con il look. In concomitanza con i saldi vanno in scena anche le passerelle del prossimo inverno: informarsi sulle tendenze permette di comperare dei capi in linea con la moda che verrà e quindi, con un anno in anticipo, poter acquistare dei pezzi da giostrare su più stagioni. I saldi invernali propongono anche una ricca serie di capi più leggeri e perfetti per la primavera: puntando sul colore, su tagli classici e basici, si possono mettere in armadio delle idee ottime da sfruttare sia attorno al mese di marzo, sia per eventuali uscite in alta quota durante l’estate. Ora resta solo darsi da fare per trovare l’acquisto perfetto!
Se l’intendo è quello di usare dei capi per più stagioni, meglio puntare su indumenti classici, non troppo riconducibili ad una singola collezione e quindi perfetti anche come base per mix d’effetto. Ottimo anche indirizzarsi su capi non troppo pesanti e ideali per essere indossati anche in primavera.
6. Taglie esaurite
I saldi di fine stagione devono proporre la merce della collezione attuale: diffidate dai negozi che poco prima dei saldi hanno scaffali mezzi vuoti e poi, sotto data, riempiono lo spazio all’inverosimile. Spesso si tratta proprio di capi rimasti invenduti da molto e che quindi esulano dalle collezioni dell’anno. Anche il fatto che tutte le taglie minori, all’inizio dei saldi, siano già esaurite, suona come un campanello d’allarme.
7. Meglio se accompagnati
Avere una persona che consiglia sugli acquisti, evita il problema di comperare cose solo perché costano poco e che spesso non ci stanno bene. Essere accompagnati aiuta anche, quando siamo in camerino, a recuperare eventuali taglie differenti senza dover uscire e rifare nuovamente la fila per la prova. 41
Relax
stelle & curiosità l’oggetto Il reggiseno
Astroparade
di Betty
Un Leone vincente e ambizioso sale sul podio seguito dalla Bilancia (segni favoriti nel 2017). Il Capricorno vive una fase di ricerca interiore, mentre il Sagittario è insofferente ai legami La prima parola che viene in mente è sexy. Non v’è dubbio che il reggiseno sia oggetto capace di suscitare fantasie e ricordi: per i giovani maschi rappresenta una sorta di frontiera, una linea che prima o poi è indispensabile varcare nella scoperta dell’altro sesso. Per le giovani donne, un fondamentale strumento di seduzione, e l’indossarlo la prima volta segna il passaggio verso la riconosciuta maturità sessuale. Quando ero piccino le signore, mamma compresa, lo chiamavano «reggipetto»: una parola che includendo il termine «petto», asessuato e virile, tentava, invano, di attenuarne il potenziale erotico. Inventato da Hermine Cadolle, bustaia parigina, nel 1889, vanta in realtà una storia ben più antica. Le donne dell’antica Roma, per esempio, utilizzavano delle fasce, come è visibile negli affreschi pompeiani, a contenere le forme anche perché pare che i latini non amassero i seni abbondanti. Oggi, invece, in una sorta di esasperazione iconica dei modelli sessuali, la terza sembra essere per molte donne la minima misura accettabile. A venire incontro a tali esigenze ci hanno pensato le case produttrici di intimo che ne hanno inventate di tutti i colori e, ovviamente, la chirurgia estetica. Ma c’è anche chi, negli anni sessanta e settanta, epoca il cui il reggiseno ha attraversato una fase di scarsa popolarità, si è goduto una gioventù libera da costrizioni.
istruzioni per l’uso Iniziare bene l’anno in sette consigli di Walter Mariotti 1. Siate consapevoli che il 2017 non dovrebbe fare 42
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LEONE
Socialità in fermento tra il 9 e il 10. Se è vero che «Il successo è la fortuna di essere frainteso da alcune persone influenti», come ebbe a dichiarare Eugène Ionesco, ben vengano i fraintendimenti. Del resto non è nella vostra natura sottilizzare troppo quando si tratta di affermarsi. Periodo produttivo.
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bILANCIA
Grande lucidità mentale. Marte e Venere all’interno dell’ottava casa solare spingono verso nuove intuizioni: «Le relazioni umane somigliano agli uomini anche in questo, che poche sanno adattarsi all’inevitabile, a sopportare con dignità dolore e vecchiaia e a morire in bellezza», sosteneva Arthur Schnitzler.
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VERGINE
Il ritorno di Mercurio diretto del 12 gennaio nel segno del Capricorno potrebbe imprimere una spinta alla vita professionale e relazionale, in particolare ai nati nella prima decade. Incontri con persone più giovani. Periodo sempre karmicamente «bollente» a causa dei transiti dei Nodi e di Marte e Venere nel segno dei Pesci.
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La Luna del 11 e 13 vi spinge a rischiare. Del resto, «esagerare fa bene, è un esercizio delle passioni, dalle quali veniamo sempre più allontanati dalla realtà analgesica in cui viviamo», parola di Oliviero Toscani, uno che ha saputo osare.
Tra il 11 e il 13 gennaio la Luna si troverà di transito in Cancro. Ogni giorno di più siete consapevoli che «gli uomini sono moralmente ambivalenti: l’ambivalenza è al cuore della “scena primaria” del confronto umano» (Zygmunt bauman). Mercurio stimola l’arrivo di notizie e comunicazioni. Se positive, prendetelapallaalbalzo.Malumoriconlafamiglianataletral’11eil13acausadeltransito lunare. Opportunità in campo professionale. Evitate condizionamenti!
molta fatica a essere meglio del 2016. 2. Guardatevi bene dal promettere (a voi stessi) cose che sapete già di non poter raggiungere. Meglio fare la lista di ciò che è a portata di mano. 3. Evitate di «desiderare di cambiare». Chiedete invece di essere
Incontrokarmicointornoall’8gennaio. La congiunzione di Venere e Marte con i Nodi potrà rilevarsi significativa per molti di voi. La retrogradazione di Mercurio consiglia di adottare maggior cautela sia nel parlare sia nello scrivere. Luna in trigono tra il 9 e il 10 nella quinta casa, il settore astrologico dell’eros. Colpi di fulmine e atmosfere romantiche. Cambiamenti per quanto riguarda i nati tra la seconda e la terza decade pronti a intraprendere iniziative coraggiose .
«A dissolvere la famiglia non è stato il comunismo come un tempo si diceva, ma il capitalismo, sottraendo ai padri e alle madri quell’unica cosa necessaria alla cura e alla crescita emotiva che è il tempo», ha scritto Umberto Galimberti.
indulgenti, accettando i vostri pregi e difetti. E soprattutto, quelli degli altri. 4. Concentratevi per far germogliare il fiore che non sapete di avere in mano. 5. A colazione, il primo dell’anno, non guardate il vostro compagno/a per
«Mentre la ragione arriva sul far del crepuscolo e sistematizza quanto acquisito da altri, l’intuito si alza la mattina presto, si aggira che ancora è buio, pretende di vedere quando ancora non c’è luce» (Vito Mancuso). Crescita dei desideri. Per Daniel Pennac: «Nel deserto il tentatore non è il diavolo, è il deserto stesso:tentazionenaturaledituttigliabbandoni». In altre parole, imparate a riconoscere i veri problemi e a non farvi distrarre troppo da inutili «film».
Occasioni sentimentali tra l’11 e il 12 favorite dalla Luna oltre che dai transiti nei Pesci. Momento decisivo per le professionicreative,soprattuttoseriferibileainati nella seconda decade. Parlate meno e attenti alle manipolazioni.
cercare cosa non ha. Siate felici invece di tre cose che ha (e ringraziatelo). 6. Fate un progetto annuale con i vostri figli e ogni mese verificate come procede. 7. Se poi non funziona niente, la Legione Straniera vi aspetta a braccia aperte.
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Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro il 12 gennaio 2017 e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la soluzione entro il 10 gennaio a: Twister Interactive AG, «Ticino7», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. 9
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1. Collega Paradiso alla vetta del San Salvatore w 10. Preparare il terreno per la semina w 11. Golfo arabo w 12. Formano il perimetro w 13. Occidente w 14. Fu fondata dagli Spartani w 16. In mezzo al coro w 17. Dittongo in Coira w 18. La vetta più alta w 21. Lo dice chi rimanda w 23. Adatta w 24. Li incassa l’armatore w 25. Consonanti in zero w 26. Gatto inglese w 28. Passeracei americani w 31. Radice piccante w 32. Due nullità w 33. Cuor di cane w 34. Il Ben di Wyler w 35. Antica cambiale w 37. Italia e Belgio w 38. Li calza il cavaliere w 40. Attraversa Berna w 42. Il noto Ramazzotti w 43. Giallo pallido w 45. Zio spagnolo w 46. Lapalissiano w 47. Il noto Tse Tung w 48. Lo stato con Benares w 50. Mezza sala w 52. Il vil metallo w 53. Il poeta latino di Sulmona
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1. Rapace che si ciba di api e altri insetti w 2. Metallo radioattivo w 3. Venuti al mondo w 4. Arcobaleno w 5. Mezza cena w 6. Lo cerca il disoccupato w 7. Adesioni w 8. Nel cuore della foresta w 9. Si valuta quella dei danni w 15. Echeggiano di belati w 19. Promuove libri w 20. Giardino invernale w 22. Gioca il derby con il Milan w 27. Isola delle Antille Olandesi w 29. È vicino ad Aquila w 30. Malvisto w 35. Attracco w 36. Grossa arteria w 39. Tediosi, uggiosi w 41. È vicino ad Arogno w 44. Pari in schiena w 47. In nessun tempo w 49. Quattro romani w 51. I confini di Arogno
TIRATuRA cONTROLLATA 63.212 copie chIusuRA RedAzIONALe Venerdì 30 dicembre 2016 edITORe Teleradio7SA,Muzzano AmmINIsTRAzIONe viaIndustria,6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919603155 dIRezIONe, RedAzIONe, cOmpOsIzIONe e sTAmpA CentroStampa TicinoSA viaIndustria, 6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919682988 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7è su Facebook sTAmpA (cartapatinata) Salvioniartigrafiche SA Bellinzona TBS,LaBuonaStampaSA Pregassona pubbLIcITà PublicitasAG,Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse39,Postfach 8010Zürich tel.058680 95 92 / 0796357222 daniel.siegenthaler@publicitas.com dATI peR LA sTAmpA riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste ANNuNcI LOcALI PublicitasLugano tel.058680 91 80/ fax.0586809171 lugano@publicitas.ch IN cOpeRTINA Davanti alloschermo(foto©Nyul)
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La soluzione del Concorso apparso il 23 dicembre è: TRICICLO Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Bernadette Omassoli 6929 Gravesano Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti! 43