Ticino7

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MUSICA

Vinile o digitale, questo è il dilemma

NUMERO 4 / 27 GENNAIO 2017 / CON PROGRAMMI RADIO & TV DAL 29 GENNAIO AL 4 FEBBRAIO

ABBI FEDE

In Ticino siamo davvero sempre meno religiosi?

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Sommario

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STORIA DI COPERTINA

04

04 CONFESSIONI. SE NON VEDO, NON CREDO di Amanda Pfändler

IL PENSIERO DELLA SETTIMANA Sono un non credente profondamente religioso. In un certo senso è un nuovo genere di religione. (Albert Einstein)

TICINO E NON SOLO

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LO SAPEVI? APPARTENENZA RELIGIOSA IN SVIZZERA KFONTE: UFS,2012/14N

CHIESA CATTOLICA ROMANA

35 MOTORI AUTO DI TUTTI I COLORI di Giancarlo Fornasier 36 SETTE CONTINENTI SION E IL VALLESE. STORIA E VINI SORPRENDENTI di Farian Sabahi

TENDENZE

PROTAGONISTI

08

08 SETTE DOMANDE PAOLO BERNASCONI di Roberto Roveda 10 ORE SETTE ASCONA di Giorgia Panzera

TV E RADIO

11 DADOMENICA29GENNAIO ASABATO4FEBBRAIO

Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di tv e radio per rimanere sempre informato.

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38 MUSICA VINILI O CD? FUNERALE SENZA IL MORTO di Fabio Martini 40 STREET STYLE CORRI, FA FREDDO! di Bruno Berti 41 SETTE INGREDIENTI TORTINE PER STARE MEGLIO di Eleonora Postizzi

38% CHIESE NAZIONALI PROTESTANTI

26% NESSUNA APPARTENENZA RELIGIOSA

RELAX

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42 STELLE [ CURIOSITÀ ASTROPARADE di Betty L’OGGETTO a cura della Redazione ISTRUZIONI PER L’USO di Walter Mariotti 43 GIOCA TE VINCIW CON TICINO7 IL CRUCIVERBA

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CONCORSO FOTOGRAFICO

22%

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DIRETTO DA Paride Pelli CONLACONSULENZADI WalterMariotti REDATTORE RESPONSABILE Fabio Martini COREDATTORE GiancarloFornasier PROGETTO GRAFICO Elena MontobbioperWMWorkshop GRAFICA RobertoDresti e Deborah Vaccaro SITO WEB www.ticino7.ch

Partecipa e guida una Smart! Come già annunciato in occasione della premiazione del vincitore del Concorso dello scorso anno (Ticino7 del 7 gennaio), anche per questo 2017 il nostro settimanale rinnova l’appuntamento con i suoi lettori. Tema unico «La mia giornata»: potrete così farci pervenire scatti e impressioni di tutto ciò che fa parte del vostro quotidiano. È possibile inviare immagini catturate anche con il cellulare, purché la risoluzione sia sufficientemente elevata per consentirne la pubblicazione. Il materiale, come sempre, va inoltrato per posta elettronica a phototicinosette@gmail.com. Ogni mese verrà selezionata una fotografia e in premio il suo autore riceverà un’auto Smart «full optional» per la durata di una settimana a chilometri illimitati e pieno di carburante incluso al momento del ritiro (maggiori informazioni sul veicolo visitando www.smartrent.ch/ italiano/full.html). L’auto potrà essere prenotata tutti i giorni su smartrent.ch/ italiano/reservation.html oppure telefonicamente. Il ritiro del veicolo potrà essere fatto a Giubiasco oppure a Lugano. Requisito fondamentale: esibire una patente in corso di validità. Altre informazioni verranno comunicate il prossimo 24 febbraio in occasione della pubblicazione della prima fotografia selezionata e dunque del primo vincitore. A presto, vi attendiamo numerosi! 3


Storia di copertina

Se non vedo

non credo

Aumentano in Ticino le persone che si definiscono «senza confessione». Un fenomeno che la Chiesa cattolica e i liberi pensatori leggono in modo diverso, ma che impone una riflessione. Anche in relazione a temi d’attualità come l’insegnamento religioso a scuola. Scrive Amanda Pfändler

N

atale è da poco trascorso. La festa più importante per i cristiani, anzi per una parte dei cristiani, visto che non c’è accordo nemmeno sulla data stessa del Natale. Un’intera società si è preparata a questo evento, lo ha festeggiato, celebrato, vissuto. Eppure non per tutti ha lo stesso significato: al di là delle questioni legate alla data, per chi non è di fede cristiana, o per chi non appartiene a nessuna confessione, il 25 dicembre non significa granché, se non – forse – un inno al consumismo. Un concetto che, per chi è stato abituato a vivere il Natale e il periodo dell’Avvento – con tutti i riti religiosi e non che ad essi sono legati –, è praticamente incomprensibile. Eppure la società ticinese appare sempre meno incline alla religiosità e non si può ignorare che – secondo gli ultimi dati resi noti dall’Ufficio cantonale di statistica (USTAT) – dal 1990 al 2014 sono cresciuti in modo sensibile coloro che si dichiarano «senza confessione»: sono infatti passati in poco tempo dal 5 al 17%. I cattolici romani rappresentano senza ombra di dubbio la confessione religiosa più presente in Ticino: ad essa aderiscono circa 200mila persone. Va però detto che se nel 1990 rappresentavanoquasil’85%dellapopolazione, nel 2011-13 erano scesi al 69%. Oltre a chi si definisce non credente – un cittadino su sei circa – si è registrata una crescita di altre realtà religiose, in particolare quella musulmana, passata da 0,5

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L’IDENTIKIT DEL CREDENTE Il credente tipo in Ticino è cattolico, donna, svizzera di nascita e anziana. Un profilo forse provocatorio, ma che riflette quanto emerge dai dati dell’USTAT. Secondo l’Ufficio di statistica le persone più anziane sono maggiormente credenti rispetto ai più giovani. Giovani che hanno una maggiore propensione ad «abbandonare» il proprio credo religioso nel corso della loro vita. Le donne risultano più devote rispetto agli uomini, i naturalizzati presentano tratti religiosi più simili agli stranieri che non a chi è svizzero dalla nascita e infine le persone con un livello di formazione più elevato rientrano con più frequenza nella categoria dei non credenti.

a 2%; salto in avanti dall’1,6 al 5% per la comunità degli «altri cristiani», ovvero quelli né cattolici né riformati. Riformati che – dal canto loro – sono calati dal 7 al 4% all’interno della popolazione ticinese residente. Che sta avvenendo? ISTITUZIONI RELIGIOSE E FEDE Dati che devono far preoccupare la confessione di maggioranza, ovvero quella cattolica? O che perlomeno la devono far riflettere? Secondo don Rolando Leo, occorre innanzitutto fare una precisazione: «Globalmente sul bilancio cantonale, tutto sommato, rimane pressoché inalterato il numero dei cattolici in Ticino, fermo alle 200mila unità», spiega il presidente della Comunità di Lavoro delle Chiese Cristiane in Ticino, membro del Forum per il dialogo interculturale e interreligioso svizzero e direttore dell’ufficio diocesano dell’insegnamento religioso scolastico. «Le statistiche, che non descrivono per definizione la vera realtà delle cose, non spiegano tutto. La voce dei non credenti è ambigua in quanto spesso ci si professa tali riferendosi a una religione o confessione istituzionale conosciuta, mentre talvolta l’essere non credenti è associato a una categoria sociologica che rimanda a un’altra forma dell’essere credenti. Il non credente in tal senso non è definibile ateo o razionalista per forza di cose: magari crede in Dio ma in modo diverso. Occorre quindi porre molta attenzione alla lettura di tali dati».


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Senza confessione non significa tuttavia essere non credenti – questo lo sottolinea anche Giovanni Barella, presidente della sezione ticinese dell’Associazione svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) –: «Non si può affermare che gli “areligiosi” siano necessariamente tutti “miscredenti”, ma è innegabile che una loro cospicua componente rifiuta l’irreggimentazione in organizzazioni che impongono assolute verità di fede, rigorose pratiche liturgiche e inderogabili norme comportamentali, soprattutto in un mondo divenuto molto più globale: la multiculturalità (e relativa multicultualità) rende i cristiani decisamente più scettici verso i dogmi religiosi. In altre parole, si può tranquillamente ammettere che l’adesione a un’associazione confessionale ha perso molto della sua portata identitaria: il principio del “cuius regio, eius religio”, secondo cui l’appartenenza a un’etnia coincide con l’adesione a una specifica opzione confessionale, non ha più validità. Va da sé che tra i “senza confessione” vi sono numerosepersonediorientamentoateista, agnostico e razionalista a cui ripugnano le attitudini superstiziose».

IGNORANZA, INDIFFERENZA, INDIVIDUALISMO? Ma come spiegare questo cambiamento nella società ticinese, e non solo? Soprattutto considerato che sono per lo più i giovani ad abbandonare la fede d’origine? Per Giovanni Barella «Vari fattori hanno influito su questo fenomeno, a cominciare dal fatto che fino a qualche tempo fa molte persone catalogate nel gruppo numericamente maggioritario, pur non essendo praticanti, non assumevano in modo categorico la propria miscredenza per non turbare i familiari della generazione immediatamente precedente. Tanto più che l’appartenenza alla Chiesa era condizione “sine qua non” della salvezza eterna». Don Rolando Leo ritiene che un grosso problema sia rappresentato dall’ignoranza: «Lavorando nella scuola mi accorgo, parlando con i miei studenti, che un certo modo di affrontare la storia in classe e la storia della Chiesa e della Riforma può influenzare davvero negativamente le giovani generazioni che non possiedono né gli elementi né i criteri per andare a fondo sulle questioni religiose e politiche, ingenerando così pregiudizi che inducono anche a ostilità e

DIAMO I NUMERI (CONFRONTOTRAL'ANNO1990EIL2013)

CATTOLICI ROMANI

da 203.040 a 201.887

• – 1.153 RIFORMATI

da 17.437 a 12.714

• – 4.723

ALTRE COMUNITÀ CRISTIANE

da 3.952 a 14.962

• + 11.010 MUSULMANI

da 1.287 a 5.663

• + 4.376

ALTRE COMUNITÀ RELIGIOSE

da 812 a 2.143

• + 1.331

SENZA CONFESSIONE

da 12.554 a 50.128

• + 37.574

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Storia di copertina

Non dimentichiamo che storicamente siamo immessi in un solco post-illuminista in cui il fenomeno della secolarizzazione e della laicizzazione sociale non è iniziato ieri

MISCREDENTI MA IMPEGNATI Per il presidente dei Liberi pensatori ticinesi, chi non si riconosce in una confessione religiosa non lo fa necessariamente per ignoranza, per indifferenza o individualismo: «Se tra gli “aconfessionali” non c’è modo di distinguere coloro che “esprimono una sorta di menefreghismo” dai “laicisti consapevoli”, si può tuttavia supporre che chi ha dichiarato a sé estranea l’opzione confessionale, l’abbia fatto come una manifestazione di impegno. In questo ordine di idee, merita semmai di esser rilevato, per la sua consistenza numerica, l’insieme delle persone che non hanno voluto fornire informazioni circa la propria opzione ideologico/filosofica. A ben vedere, anche questa è una scelta: nel senso che chi l’ha compiuta può aver così voluto dichiarare irrilevante, a fini identitari, la propria posizione in materia di religione. La riconosciuta “non-fede” non significa necessariamente che la questione venga negletta: vuol testimoniare un’attitudine “indifferente”, appunto nel senso che in questo ambito non vanno fatte distinzioni».

avversità. Complice è l’abissale ignoranza rispetto alla dimensione religiosa e alle sue profonde implicazioni culturali». Così come Giovanni Barella, anche don Rolando Leo non ritiene che la categoria dei «senza confessione» sia interamente composta da atei razionalisti. Anzi: «In generale, si nota un’indifferenza che è imparentata con una disaffezione generale verso le istituzioni (politiche, associative, sportive e di volontariato) e che tocca in modo incisivo anche le religioni istituzionali, nella fattispecie le chiese cristiane ma anche l’Ebraismo e l’Islam. Il teologo Zygmunt Bauman, da poco scomparso, parla a riguardo di società liquida e autoreferen6

ziale, nella quale si scivola via, ognuno fa da sé e pensa per sé, venendo a mancare un senso di appartenenza civico, sociale e religioso. Il sociologo delle religioni Massimo Introvigne ha coniato il concetto, “belief without belonging”, che descrive in modo appropriato la situazione in cui ci troviamo in Europa (e non altrove): ossia che per credere non è necessario appartenere a una comunità; ognuno crede a quello che vuole e come vuole per conto suo. Inoltre, non dimentichiamo che storicamente siamo immessi in un solco post-illuminista in cui il fenomeno della secolarizzazione e della laicizzazione sociale non è iniziato ieri».

COME REAGIRE AL CAMBIAMENTO? Pur precisando che secondo vari studi e indagini, «il numero dei credenti a livello mondiale è addirittura aumentato», ammette don Rolando Leo, «questo non significa che nulla si muova e che si debba andare avanti con tranquillità come si è sempre fatto. Avvertiamo la disaffezione alla Chiesa». La questione è: come reagire a questo atteggiamento? Perché se per la Chiesa cattolica questo si traduce in un proselitismo attivo – com’è normale che sia per questa confessione –, così come nella difesa di un determinato status quo, questo per i Liberi pensatori non è accettabile. Pensiamo per esempio agli scontri – anche accesi – negli ultimi anni su questioni come il crocifisso nei luoghi pubblici, oppure la trasformazione dell’ora


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Evoluzione del paesaggio religioso POPOLAZIONE RESIDENTE PERMANENTE IN SVIZZERA DI 15 ANNI E PIÙ

100%

Senza confessione Altre chiese e comunità religiose Comunità islamiche Comunità di confessione ebraica Altre comunità cristiane Protestante Cattolico romano

80% 60% 40% 20% 0%

1970

1980

1990

2000

Giovanni Barella (©Archivio CdT)

2010

Fonti: UST - CFP (1970-2000), Rilevazione strutturale (RS, 2010) ©UST, Neuchâtel 2015

di religione confessionale in un insegnamento di storia delle religioni. Due esempi che dimostrano come da un lato si voglia mantenere quanto esisteva in passato, mentre dall’altro, sottolinea Giovanni Barella, «Il fatto che le persone dichiaratamente “senza confessione” siano il secondo gruppo più numeroso dopo i cristiano cattolici, dovrebbe per un verso indurre a tenere in maggiore considerazione le scelte alternative al fideismo o alla religiosità organizzata e, per altro verso, a ridimensionare le aspirazioni a un’egemonia clericale che sconfina nel totalitarismo». Eppure, per quanto riguarda l’insegnamento confessionale a scuola, malgrado il costante calo degli iscritti, la Chiesa maggioritaria, quella cattolica, è stata l’unica a non aderire al compromesso del «doppio binario», preferendo il modello misto. Risultato: la questione si è arenata e il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) ha deciso per lo status quo, fino a che non si individuerà una soluzione condivisa. Questa situazione non offre però a chi appunto non crede, un insegnamento alternativo in grado di affrontare il fenomeno delle religioni. «Ho seguito tutti i lavori di questi ultimi anni in prima persona», spiega don Rolando Leo, «e posso dire che è pure nostro interesse e del vescovo di Lugano che l’insegnamento religioso sia valorizzato e raggiunga tutta la popolazione giovanile. Citando il capo del DECS Manuele Bertoli, ci siamo però incagliati su una divergenza di vedute per quanto attiene alla modalità d’intervento nella scuola media ticinese, considerando la sua estrazione storica, sociale e religiosa. Saranno senz’altro riprese le trattative non appena possibile».

IL TIMORE DI UNA «SANTA ALLEANZA» Eppure chi non appartiene alla confessione di maggioranza ha – è inevitabile – dei timori e chiede che vengano posti precisi paletti. «La libertà religiosa», afferma Giovanni Barella, «non è in discussione: tutti hanno facoltà di esercitare le proprie pratiche cultuali, purché non costringano chi la pensa diversamente a subire invadenze nella libera espressione della propria miscredenza o di credenze alternative. Dunque è fondamentalmente corretto, e rispettoso delle credenze individuali, almeno il mantenimento della facoltatività di frequenza delle lezioni catechistiche (o di religione, impartite da insegnanti scelti dalle Chiese) nelle scuole pubbliche, cioè di tutti». Barella aggiunge come sia compito dello Stato, che deve essere neutrale, tutelare e garantire i diritti delle minoranze. In tal senso, «al momento, non incute timore la “dittatura di una maggioranza”, intendendo con questa formula la preminenza della Chiesa cattolica, che si trascina a rimorchio la Federazione delle Chiese evangeliche, ma semmai la prospettiva che le “religioni del libro” costituiscano una “santa alleanza monoteista” di ebrei, cristiani e musulmani, per contrastare il diffondersi dell’irreligiosità». UN NUOVO LINGUAGGIO Insomma, il timore è che, nella foga di voler conquistare nuovi fedeli, o nel tentativo di limitare il ridimensionamento della presenza confessionale nella società, le cosiddette «religioni del libro» si aggrappino con eccessiva ostinazione a privilegi che in una società così multiculturale ed eterogenea, per parte dell’opinione pubblica non hanno più ragione d’essere. Dal canto suo don Rolando Leo precisa quella che è la visione cattolica: «Tra le altre cose, sono anche

Don Rolando Leo.

assistente della Pastorale giovanile diocesana, quindi ho direttamente le mani in pasta camminando al fianco dei giovani nella scuola e fuori dalla scuola, nei nostri ambienti ecclesiali. Posso dire che è una sfida per il futuro quella di trovare un nuovo linguaggio e nuove strategie comunicative con le giovani generazioni». Don Rolando Leo confida in una «nuova forma di celebrare il cristianesimo», meno ritualizzato, ma più sentito. «Già negli anni venti del secolo scorso, il filosofo Daniel Mercier, a proposito del destino del cristianesimo in Europa, riteneva che sarebbe rinato dalle ceneri di un cristianesimo statale, civile, all’ombra del campanile delle chiese, grazie a cristiani ferventi e convinti. Il cristianesimo non morirà e la religione buttata fuori dalla porta rientrerà dalla finestra in quanto, se non tutti gli esseri umani sono religiosi, tutti sono spirituali per costituzione ed essenza propria e data». Purché, conclude Giovanni Barella, non si arrivi, più che a uno «scontro di civiltà» teorizzato da Samuel Huntington, a uno scontro tra aconfessionalismo (ovvero laicismo) e pluriconfessionalismo abramitico. Avere fede ti è di conforto? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7 7


Protagonisti

SETTE DOMANDE

Paolo Bernasconi

Sono patologicamente ottimista malgrado le miserie che ho visto Da cinquant’anni si occupa di diritto. Cosa le dà ancora tanta carica? Ho avuto tante fortune nel lavoro. La più importante è stata di poter lavorare per gli altri. Ho insegnato per trent’anni all’Università di San Gallo e alcuni dei miei allievi sono diventati a loro volta professori, alcuni più bravi di me. Ancora oggi mi invitano a tenere conferenze e seminari. Insegnare e divulgare significa trasferire non solo conoscenza, ma esperienza ai più giovani. È un preciso dovere. Poi nel mio lavoro di avvocato mi trovo spesso a combattere contro i soprusi e per queste battaglie è indispensabile una bella carica. Anche perché di ingiustizie è pieno il mondo, Ticino incluso e quindi si è impegnati, senza tregua, per tentare di ottenere giustizia. 1

Cosa rappresenta la giustizia? Innanzitutto protezione del debole. È il meccanismo che permette a chi è più vulnerabile – donne, bambini, anziani, disabili, disoccupati, malati – di temperare le differenze dovute al destino o alla società. Le nazioni si distinguono tra loro per questo: in alcune il potente domina sul più debole. Nella storia è stato a lungo così, anche da noi, nel mondo occidentale. Basti pensare a quello che è accaduto nel Medioevo ma anche nei secoli successivi. Il progresso risiede nella capacità di uno Stato di colmare il divario tra il potente o il fortunato e il vulnerabile, grazie alla giustizia. 2

3 Il suo impegno nella Croce Rossa risponde alla medesima esigenza? Certo, ma anche alla consapevolezza di avere un debito. Un debito che abbiamo un po’ tutti vivendo nei paesi più ricchi del mondo. In sintesi, ho la salute, ho potuto studiare, godere dei vantaggi di vivere in un cantone dove quasi tutto

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IL PERSONAGGIO

Nato a Lugano nel 1943, è avvocato e notaio e ha insegnato diritto penale economico internazionale nelle Università di San Gallo, Zurigo e Como. È stato consulente per le Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa, dell’OCSE e dell’Unione Europea e dal 1986 è membro del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Nel 2013 ha ricevuto la Laurea honoris causa dell’Università di Zurigo per la pluriennale lotta contro la criminalità economica e anche per il contributo scientifico allo sviluppo del diritto penale. Dal 2014 è presidente del Comitato direttivo dell’Associazione non-profit Ethics and Compliance Switzerland (ethics-compliance.ch).

funziona benissimo nonostante le lamentele dei soliti malcontenti. Allora siamo tutti debitori nei confronti di quelli che non hanno avuto la nostra stessa fortuna e sento di dover restituire il più possibile. Per tale motivo, da quasi trent’anni porto avanti un impegno, due mesi all’anno a Ginevra, per la Croce Rossa Internazionale, un’esperienza che mi ha segnato tanto e continua, a favore dei rifugiati e per combattere il teppismo politico di casa nostra. 4 Si prende mai una pausa? Nonsipuò staccare: tutti noi siamo sempre in compagnia della nostra coscienza e della necessità di aiutare gli altri. Mi piace viaggiare, ma continuo a girare il mondo solamente dove ho impegni da svolgere, persone da incontrare e con cui discutere. Cerco di agire, niente cinema né televisione, mai spettatore passivo. Mi è capitato di scrivere libri in spiaggia e se sono in una grande città mi ritaglio un’ora per visitare un museo. A Parigi ho appena visto una mostra sulle culture tribali: era da piangere, perché mi sono confrontato una volta di più col fatto che l’Occidente ha distrutto e sta

distruggendo tante popolazioni e culture. 5 Con le esperienze che ha maturato è ottimista o pessimista per il futuro? Sono patologicamente ottimista, nonostante le tante miserie che ho visto, soprattutto in trent’anni di Croce Rossa. Certo, ci si guarda attorno e c’è da avere paura. Siria, Turchia, Ucraina, Tibet, Sudan, Yemen, andiamo male in tante cose. Il populismo, il bullismo politico, ci stanno spingendo verso la Terza guerra mondiale come ha ammonito il Pontefice. Eppure resto ottimista.

Le ragioni di questo suo ottimismo? Continuo a incontrare persone formidabili, in Ticino come nel resto del mondo. Persone che compiono azioni straordinarie, in silenzio, senza che nessuno glielo chieda e senza pretendere ricompense. Sono i veri volontari che rafforzano il mio ottimismo. 6

7 Quale eredità le piacerebbe lasciare, per esempio, ai suoi nipoti? I miei nipoti hanno ricevuto libri, riviste, fumetti, soprattutto di storia. Alle mie nipoti ho passato tanti libri sulle donne importanti della storia. Le donne sono la nostra unica speranza, le sole che possono fermare la mano armata dei bulli nelle scuole come nei governi. Spero di aver trasmesso loro il modello di Gandhi, Mandela, Paul Grüninger, Arundhati Roy, Roberta Menchu, Shirin Ebadi e non quello dei Trump, Putin e accoliti. E spero che proseguano sulla strada dell’aiuto e del rispetto per il prossimo, l’unica sicura. Altro che trastullarsi con Destra e Sinistra.

Intervista di Roberto Roveda Foto ©Archivio CdT


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Protagonisti

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ORE SETTE

ASCONA, ORE 7 E ORE 19 DI DOMENICA 15 GENNAIO 2017.

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Foto di ©Giorgia Panzera


Ticino e non solo

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MOTORI

Auto di tutti i colori A inizio anno molti marchi propongono giornate di presentazione dei loro modelli, e si conferma la tendenza a puntare su tonalità accese. Scrive Giancarlo Fornasier

C

he sia definitivamente conclusa la stagione del grigio e del bianco? Forse no, almeno se si osserva la paletta cromatica presente nei posteggi dei grandi centri commerciali; al contrario, nei cataloghi e nelle brochure pubblicitarie molti marchi puntano (soprattutto in inverno) su cromie assai più appariscenti. Blu, verde e l’elegante rosso intenso su cui, per esempio, pare puntare molto Mercedes. Oppure il redivivo giallo in tutti le sue declinazioni, come quello proposto da Citroën o ilmetallizzato (quasi luminoso) di casa Renault

QUESTIONE DI GUSTI Nel mercato delle auto d’occasione i colori più gettonati (da anni) rimangono i già citati bianco e grigio, oltre alle mille sfumature del nero. Ma non è detto che vetture con cromie classiche e inimitabili come il blu pastello delle prime Audi RS e il turchese delle Porsche 964 siano facili da trovare. L’acquisto di una vettura nuova, chiaramente, pone pochi limiti nelle combinazioni; qui entra in gioco la capacità di osare del cliente, una scelta che se ben azzeccata è in grado di dare quel valore aggiunto alla vettura, rendendola unica anche tra mille. Sulla capacità di «uscire dal gruppo» si punta molto: in tempi recenti come non citare le Ford Focus RS e il loro verde ranocchia? Anche se l’auto non era tra le tue preferite, certo un’occhiatina non potevi non lanciargliela. La tendenza ad abbinare colori accesi – tipica della auto sportive, vedasi le classiche

WRAPPING E PELLICOLE

Ferrari Dino gialle o le Lambo Miura verdi – si è poi spostata su vetture assai più comuni, regalando loro quel pizzico di personalità e sfrontatezza: che cosa sarebbe oggi una Fiat 500 senza i suoi colori sbarazzini? L’abbinamento agli ormai sin troppo inflazionati cerchi neri o antracite so-

no solo la ciliegina sulla torta. Una tendenza che in casa Skoda e Opel, per esempio, ha permesso anche alle piccole Fabia (magari vestite di quel grigio stile «nave da guerra» tanto di moda nel gruppo VW) o alle rivali Adam di trasformarsi in sportive tascabili, anche nel colore.

VERNICI PLASTICHE & BOMBOLETTE «FAI DA TE» Note universalmente con il nome commerciale dell’azienda che per prima le ha diffuse, le vernici spray dell’americana Plasti Dip (disponibili in bombolette o da spruzzare con pistola e compressore) sono colori che una volta applicati su carrozzeria, cerchioni o nelle plastiche degli interni possono essere facilmente rimossi. Anche in questo caso i risultati migliori si ottengono con una preventiva e corretta pulizia della superficie da verniciare; in seguito si procede con 4-5 susseguenti applicazioni fatte da strati brevi e uniformi. Una volta asciutta la vernice ha il vantaggio di rimanere elastica e rimuoverla richiede solo un leggero sforzo meccanico (anche dopo parecchi mesi dall’applicazione). Ma questa è anche la sua debolezza: infatti, soprattutto nelle parti più esposte (come i paraurti) il degrado può essere assai veloce, anche se una nuova applicazione è sempre possibile e rimedia velocemente ai difetti creati da sassolini e graffi. Per vedere alcune delle sue molte fantasiose applicazioni (casalinghe e professionali) date un’occhiata su YouTube.

Sei stanco del colore del tuo veicolo e vuoi cambiarlo? Sino a pochi anni fa non ti restava che visitare qualche carrozzeria e scegliere tra il preventivo meno caro (ma sempre nell’ordine delle migliaia di franchi). La diffusione del «car wrapping» è stata in questo senso una grande novità, con un abbattimento dei costi e, soprattutto, la reversibilità della trasformazione del colore. Ma come funziona? Dopo un attento lavaggio e pulizia della carrozzeria e aver proceduto allo smontaggio di alcune parti per agevolare e ottimizzare il lavoro (dai paraurti ai profili paracolpi alla fanaleria), si procede alla copertura con pellicole viniliche. Oltre a una paletta cromatica quasi infinita (compresi i colori cromati), è possibile anche creare coperture del tutto originali, con trame ed effetti personalizzati. Essendo adesiva, una volta tolta la pellicola l’auto torna perfettamente originale; un bel vantaggio, per esempio, su vetture «ricoperte» appena uscite dalla concessionaria.

28%

delle automobili vendute nel mondo sono di colore bianco (dati del 2015), indipendentemente dal tipo di auto, sia essa un fuoristrada, una vettura di lusso o una citycar. È lui il colore più gettonato, seguito al secondo posto dal classico nero (18%). Il grigio si pone al terzo posto (soprattutto il grigio argento) e quarto si piazza il marrone, che fa meglio del blu. Il rosso risale al quinto posto: un colore che finalmente si svincola dalle linee filanti delle sole vetture sportive. 35


Ticino e non solo

SETTE CONTINENTI

Sion

Storia e vini sorprendenti

S

ion è una cittadina di trentamila abitanti sospesa tra l’epoca medievale – simboleggiata dagli antichi castelli – e la tecnologia più moderna: qui circolano gli SmartShuttle, i minibus senza conducente, senza pedali e senza volante. Controllati a distanza. Di colore giallo (è un progetto a cui partecipano le Poste), la fermata la si richiede con lo smartphone. La velocità massima sarebbe di 45 chilometri orari, ma sul selciato del centro urbano non si superano i venti chilometri l’ora. Alla confluenza della Sionne nel Rodano, Sion è la località con una delle migliori esposizioni della Svizzera, circondata da colline coperte di vigneti e albicocchi. Poco sopra, le cime

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innevate. Un panorama spettacolare, d’inverno come d’estate. Capoluogo del cantone Vallese, tra gli ultimi a entrare nella Confederazione Elvetica nel 1815, da qui si transita per andare a sciare a Crans-Montana oppure a Thyon, nel comprensorio delle 4 Vallées che partendo da Veysonnaz porta fino a Nendaz e – sci ai piedi – fino a Verbier. Il nome di questa cittadina evoca il monte di 765 metri su cui fu costruita la città di Gerusalemme. La capitale del Vallese – conosciuta in tedesco con il nome Sitten – è situata a soli 512 metri sul livello del mare e la sua storia risale all’epoca romana: è l’antica Sedunum conquistata da Augusto, che fece parte del regno dei Burgundi e,

dal 534, di quello dei Franchi. Cristiana fin dal quarto secolo, Sion e il resto del cantone sono a maggioranza cattolica. Per secoli il principe è stato anche vescovo: nella sua persona si univano potere temporale e spirituale. Sion è dominata da due colli, il Tourbillon e il Valère. Sul primo si staglia un castello, sul secondo una basilica fortificata che fu una delle prime sedi vescovili della Svizzera, con il campanile a torre che ricorda le strutture di difesa dei castelli. La basilica, che risale al XII-XIII secolo, fu costruita per alloggiare i canonici del capitolo della cattedrale rimasti fino alla Rivoluzione francese. Dal punto di vista artistico è una mescolanza di elementi gotici


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Fuori porta / SION È UN ECCELLENTE PUNTO DI PARTENZA PER ACCEDERE ALLE STAZIONI DI VILLEGGIATURA ESTIVE E MONTANE DEL VALLESE, COME PURE AI COMPRENSORI SCIISTICI DI VERBIER, NENDAZ, VEYSONNAZ, VAL D’HÉRENS, VAL D’ANNIVIERS E CRANS-MONTANA.

LA CITTÀ IN SETTE MOSSE 1. Castello di Tourbillon

Costruito nel XIII secolo, domina la valle ed è un simbolo del cantone Vallese. Distrutto in un incendio nel 1788, conserva solo le mura esterne. L’impegnativa salita necessaria per raggiungerlo è ampiamente ripagata dal meraviglioso panorama che si apre sulla valle sottostante.

2. La fortezza di Valère

La passeggiata conduce alla chiesa fortezza di Valère prevede una salita un filo impegnativa ma anche in questo caso la visita vale l’intero viaggio a Sion.

3. La cattedrale e romanici. L’interno è affrescato, le finestre istoriate. La navata è centrale, sull’abside troneggia una Madonna lignea su un altare. Utilizzato durante i concerti di luglio e agosto, l’organo a canne risale al 1435 ed è tra i più antichi al mondo. A SPASSO PER ENOTECHE «Le coltivazioni di vitigni nel Vallese sono un atto eroico: gli appezzamenti a terrazza sono su pendii scoscesi, con mura a secco. Il vino è ottimo perché il clima è asciutto e i vigneti sono rivolti a sud, la composizione del terreno è di tipo scisto-calcareo, ricco di minerali». Esordisce così André Darbellay, amministratore delegato di Bonvin 1858, la più antica casa vinicola del cantone: 200mila bottiglie l’anno, Cave suisse de l’année 2014 e medaglia d’oro al Gran premio dei vini svizzeri con le Cuvées 1858 bianco e rosso. La regione si distingue per le coltivazioni innovative che fanno uso di canali (les bisses) che datano al XIV secolo. In pendenza sulle colline, sono ben note a coloro che amano passeggiare e sono indispensabili per l’irrigazione in una regione in cui il tasso di precipitazioni è il più basso della Svizzera, con estati calde e autunni lunghi. Secondo alcuni studi condotti dall’Università di Basilea, la coltivazione della vite nel Vallese risalirebbe al 600 a.C. ma questi ottimi vini sono poco conosciuti oltre frontiera perché consumati quasi interamente in Svizzera, oppure prenotati dagli intenditori. Oltre alle imprese con una lunga tradizione, ad attirare la nostra attenzione è la giovane cantina Tsallin di Natalia

e Antonio Pinho, situata a pochi chilometri da Sion e meta dei migliori sommelier tra cui il russo Anton Panasenko. Venticinque ettari di vigneti antichi (60-70 anni) a basso sfruttamento, una produzione solo artigianale, in barili di legno, 120mila bottiglie l’anno. In Svizzera la distribuzione del vino Fin Bec è (in esclusiva) nei punti vendita Manor; all’estero sono russi e cinesi ad acquistare questi vini che hanno ottenuto venticinque premi tra cui quello del miglior Pinot Noir della Svizzera. Prodotti di alta gamma, ottenuti da assemblaggi come il BAC 351, oppure Or 999 e Or Suisse con schegge d’oro richiesti per gli anniversari di matrimonio e il capodanno. Ma anche specialità popolari come il Fendant (il bianco che accompagna la fondue), l’Amigne e la Petite Arvine. Tra i rossi il Merlot, la Syrah e il Cornalin. Natalia è russa, originaria della regione del Volga, ha studiato economia e ha 39 anni. Antonio è portoghese, di Porto, di anni ne ha 43. Si sono conosciuti a Verbier, dove lei era in settimana bianca. Lui le ha raccontato quanto sia difficile trarre profitto dalla coltivazione dell’uva di alta qualità, lei lo ha convinto a rilevare una cantina nel comune di Vétroz. Quattro mesi dopo si sposano e ipotecano l’abitazione per acquistare i macchinari, d’occasione. Si accaparrano il marchio Fin Bec per soli 550 franchi. Il nome dell’azienda, Tsallin, pare russo ma è quello dei loro primi appezzamenti di terra a ridosso di Sion. Una storia di stranieri che hanno saputo intrecciare amore, capacità imprenditoriali e passione per queste valli. Un viaggio di Farian Sabahi

La città vecchia vi catturerà così come la cattedrale di Nostra Signora, costruita su di un precedente edificio romanico, di cui resta la torre campanaria.

4. Felliniana

La Maison du diable – Fondazione Fellini (rue des Creusets 31) creata nel 2011 in un’antica casa signorile del 1515. Qui sono raccolti 15mila documenti originali del regista romagnolo e cicliche esposizioni dedicate alla settima arte.

5. Bianchi e rossi

La degustazione di ottimi vini è un motivo più che valido per visitare la capitale del Vallese: segnaliamo la cooperativa Provins (in termini di quantità è il primo produttore di vini svizzeri), Mont d’Or (vini liquorosi), les Fils de Charles Favre (produttori del celebre Fendant de Sion) e Philippe Varone Vins.

6. Specialità locale

Un consiglio? Fate scorta di marmellata di albicocche, prodotto tipico locale di eccellente qualità.

7. Dove mangiare

Due ristoranti: La Brasserie du Grand-Pont (rue du Grand-Pont 6) è un locale simpatico, moderno, in stile parigino. Nel Restaurant Damien Germanier (rue du Scex 33) ogni sera lo chef vallesano (sotto nella foto) propone un unico menù di nove portate (segnalato sulle guide Michelin).

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Tendenze

Vinile o CD?

Funerale senza il morto La questione divide gli appassionati di musica da molto tempo. Sta di fatto che in un mondo dominato dagli innominabili mp3 il vecchio disco pare riconquistare punti. Vediamo perché. Scrive Fabio Martini

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on saprei dire. Anzi, lo so: per chi scrive, nonostante abbia vissuto in pieno l’età del vinile, il CD suona meglio. È un fatto tecnico, scientifico e c’è poco da aggiungere. Che poi il vinile abbia un suono più caldo, sia più coinciso (dura meno), sia un oggetto bello e maggiormente fruibile sul piano grafico e informativo, è altrettanto fuori questione. Quindi il match è aperto: abbiamo vantaggi e svantaggi su entrambi i fronti. Senza considerare che in un’epoca in cui la maggior parte delle persone fruisce della musica ascol38

tando dalle micro casse del computer o dagli auricolari dei file a infima risoluzione come gli mp3 – Zygmunt Bauman l’ha definita «musica liquida» –, i vinili o i CD che siano, hanno e avranno sempre e comunque la meglio. Poi è altrettanto innegabile che la storia del vinile si sovrappone a quella di intere generazioni che, a partire dagli anni sessanta, hanno assistito all’affermazione della società di massa e dei consumi. In questo contesto l’LP ha rappresentato un potente contenitore di idee, emozioni, proteste e ideali. Non facciamo nomi, non facciamo elenchi. Ognuno ha i suoi.

DALLA PARTE DEL DIGITALE Proviamo allora a fare la parte del diavolo, e prendiamo un po’ in esame i vantaggi del CD, supporto che sta comunque vivendo una fase di declino. Perché, premesso che oggi i giovani e i giovanissimi ascoltano «male» e senza alcuna attenzione alla qualità o alla specificità del suono – digitale o analogico che sia –, il CD offre (o almeno offriva) svariati vantaggi.Innanzituttoèpiccoloefacilmente trasportabile.Poièpiùeconomicorispettoaiviniliimmessiincommercio:l’opera completadiAntonWebern,unodeimaggiori compositori del novecento, per fare


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SETTE VANTAGGI DEL 33 GIRI 1. Spazio

L’oggetto con cui esci dal negozio è assai più grande di un CD e in casa necessita di un suo spazio.

2. Materia

La copertina profuma di carta, la grafica intriga, si possono leggere tutte le note, i nomi dei musicisti, i testi senza bisogno del microscopio.

3. Testi

Il vinile sta dentro una busta di carta, non di rado anch’essa coperta di fotografie e di testi.

4. Etichette

Il disco lo adagi sul piatto, leggi l’etichetta, lo fai girare (quanto sono meravigliose ed evocative alcune etichette, come quella ipnotica della Vertigo oppure la Harvest, la Virgin, Atlantic, l’isola della Island).

5. Slow listening

Il vinile ha due facciate, che durano poco più di venti minuti l’una. Non ti puoi distrarre troppo e fare qualcosa di diverso dall’ascoltarlo, perché alla fine devi alzare il braccio del giradischi e voltare il disco. Il CD te lo puoi dimenticare e spesso neanche ti accorgi quando è finito.

La tecnologia procede a passi estremamente rapidi e ciò rende arduo intuire quali saranno gli scenari da qui ai prossimi anni

6. Lunghezza

Il CD dura fino a 80 minuti e viene riempito di musica come il tacchino a Natale. Una capacità che ha portato talvolta gli artisti ad eccedere e, di conseguenza, ad annoiare.

7. Canzoni, non numeri

Le canzoni del vinile le chiami per nome, quelle del CD sono numeri («mi fai sentire la traccia 7?»).

un esempio, è raccolta in tre CD e la si acquista con pochi franchi. La crisi di questo supporto ha inoltre portato alla commercializzazione di cofanetti e proposte interessanti a prezzi stracciati. Acusticamente è poi impeccabile. Vi manca il fruscio del vinile? Affascinante e retrò, ma personalmente, se posso, ne faccio a meno. Senza dimenticare che le registrazioni digitali attuali vengono realizzate con convertitori e plug-in di qualità ben diversa rispetto a quelli usati oltre due decenni fa e anche se la maggior parte di noi non ci fa caso la differenza c’è e si sente. Inoltre,moltiartisti,propriopercattura-

re il calore del nastro magnetico, amano registrare in analogico per poi trasferire il tutto in formato digitale. E il futuro? Difficile a dirsi. La tecnologia procede a passirapidieciòrendearduointuirequali saranno gli scenari da qui a pochi anni. Quel che è certo è che il vinile, pur ferito, non solo non è morto, ma sta rinascendo a nuova vita e attraversa una fase di apprezzamento da parte del pubblico. Ergo, evviva il CD, evviva il vinile, visto che i dati di vendita del 2016 li danno sostanzialmente appaiati, ma per favore lasciamo da parte la«musica liquida», di quella dovremmo imparare a fare a meno.

VINI E VINILI. 45 GIRI DI BIANCO

di Maurizio Pratelli e Chiara Meattelli (Arcana, 2016) Dopo il volume dedicato ai vini rossi e agli LP, l’autore, qui insieme a Chiara Meattelli, ci propone nuovi abbinamenti fra eccellenti vini bianchi e 45 giri memorabili e talvolta dimenticati. 39


Tendenze

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STREET STYLE

Corri, fa freddo! CUFFIA

La cuffia Mizuno Run, è perfetta per tutte le attività all’aria aperta. Leggera e confortevole, realizzata con l’esclusivo tessuto Breath Thermo, produce calore assorbendo l’umidità generata dal corpo. Questo rivoluzionario materiale termico genera così tepore e fornisce un riscaldamento continuo a chi lo indossa, pur rimanendo altamente traspirante.

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a freddo, le temperature la sera scendono spesso sotto zero, ma per il runner incallito non c’è gelo che tenga.L’importante,oltrealla forma fisica e alla forza mentale per sfidare vento e ghiaccio, è coprirsi in modo adeguato: ma non troppo, perché ènormaleaverefreddoall’inizio della corsa, ma già dopo i primi minuti il calore generato dal corpo, unito a un buon abbigliamentotecnico,saranno sufficienti. DA CAPO A PIEDI Sipartedallatesta–dovesidisperde il 30% del calore – che dovrà essere coperta da una cuffia, meglio non di lana, ma in materiale traspirante e più leggero: importante che vada a coprire le orecchie. Lo scaldacollo è un altro accessorio utile, che evita di esporre la gola al freddo: anche in questo caso, l’offerta prevede un ventaglio ampio, anche in paille, con vestibilità facilita-

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te da tessuti elasticizzati e più aderenti, per farci sentire veramente «al calduccio». OCCHIO ALLE ESTREMITÀ Passiamo alle estremità, che rappresentano il punto debole del runner: le mani vanno protette evitando i comuni guanti di lana, che lasciano passare troppa aria. Efficaci seppur di spessore fine, quasi tutti ormai hanno la funzionalità «touch» per selezionare sullo smartphone il brano preferito della playlist o per scorrere i dati dello smartwatch. Per i piedi, meglio puntare su calzini invernali, di maglia più spessa: devono essere ben aderenti per evitare vesciche e potrebbero costringere ad allentare l’allacciatura della scarpe per l’aumento della calzata. Fondamentale, poi, è la scelta dell’underwear, direttamente a contatto con la pelle: anche per la maglietta meglio scegliere un capo aderente al

nostro corpo, in modo da diminuire la quantità di aria. Sempre meglio, in ogni caso, evitare il cotone! ANTIVENTO E ADERENTE Imprescindibile una giacca antivento tipo k-way: realizzate con tessuti leggeri, traspiranti e duraturi, permettono di affrontare ogni genere di clima senza rinunciare a flessibilità e libertà di movimento, caratteristiche fondamentaliquandosicorre durante l’allenamento oppure in gara. Per le gambe, spazio a una tuta aderente con isolamento termico e buona traspirabilità. Una volta a casa, meglio cambiarsi subito nei primi minuti di stop, quando ancora non si avverte la sensazione di freddo, coprendosi con abiti asciutti o cercandosubitoristoroattraverso una doccia rigenerante. Il freddo, in men che non si dica, sarà solo un ricordo. Scrive Bruno Berti

SCALDACOLLO

Modello Champion della nuova collezione autunno/inverno. Un accessorio molto caldo, in pile, ideale per gli sport invernali o semplicemente per il tempo libero, con coulisse elasticizzata per la regolazione. Applicazione frontale in tessuto con logo.

GUANTI

I guanti Nike Storm-FIT 2.0 tengono le mani calde e asciutte con una combinazione eccellente di inserti Storm-FIT e tessuto elasticizzato Dri-FIT Max. Le dita articolate offrono una destrezza ottimizzata mentre il pollice e l’indice compatibili con touch screen conferiscono una funzionalità ideale.


Tendenze

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SETTE INGREDIENTI

Tortine per stare meglio Dopo i bagordi del periodo natalizio è tempo di tornare in forma, e allora spazio a verdure e a cibi più leggeri. Ma solo dopo il weekend... Cucina Eleonora Postizzi

TIPO DI RICETTA TEMPO: 30 MINUTI DI PREPARAZIONE, 25 MINUTI DI COTTURA DIFFICOLTÀ: BASSA Ideali per un pranzo (o una cena) in leggerezza, da preparare in anticipo oppure con l’aiuto dei bambini.

INGREDIENTI PER 8 TORTINE 1 PASTA BRISÉ (O SFOGLIA) 2-3 CAROTE 2-3 ZUCCHINE 1 CONFEZIONE DI CAPRINO (O CRÈME FRAÎCHE) QB SALE & PEPE QB OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA EVENTUALMENTE PASTA DI OLIVE O DI ACCIUGHE, O POMODORI SECCHI.

PREPARAZIONE 1. Ricavare 8 dischi dalla pasta brisé (o sfoglia) e posizionarli all’interno delle mini teglie da 10 cm di diametro. 2. Bucherellare il fondo. 3. Aggiungere un paio di cucchiaini di crème fraîche o di caprino sul fondo (circa mezzo centimetro). Eventualmente unire un cucchiaino di pasta di olive, acciughe o pomodori secchi. 4. Con l’aiuto di un pelapatate formare delle strisce di carota e di zucchina.

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ieta, anche definita come regime alimentare: che parola triste! Ha proprio quel (non) gusto di privazione. Tanto varrebbe chiamarla «periodo di astinenza». Eppure è la parola che va per la maggiore dopo le feste natalizie, a causa di quella fetta di panettone in più, di quell’aperitivo in piazza e delle lenticchie con cotechino a Capodanno. Lo so, siamo già quasi a febbraio eppure i propositi per il 2017 (ma anche del 2016, 2015, 2014...) stanno andando a farsi benedire. Vero anche che il meteo non aiuta: guardando fuori dalla finestra, complici le temperature glaciali, verrebbe voglia di farsi una fondue al formaggio piuttosto che una corsetta per

smaltire i chili di troppo. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare e siccome quella parola proprio non mi va giù, devo trovare un escamotage: e allora chiamiamolo, invece di dieta, periodo detox. Già, che differenza fa? Non lo so, però le parole anglofone di cui conosciamo a metà i significati suonano meglio in questi casi. Spazio allora ad acque profumate allo zenzero, a estratti di frutta, a verdure manonsolo.In qualchegiornocitrasformiamo in amanti del benessere e guai a chi ci offre un bicchiere di vino o una patatina fritta. Ma si sa, l’uomo è portato alla tentazione e, guarda caso, oggi è venerdì... Facciamo che i buoni propositi li rimandiamo tutti a lunedì?

5. A dipendenza dell’altezza della teglia dividere le strisce a metà nel senso della lunghezza e iniziare a comporre la torta. Fare uno o due giri per ogni verdura, disponendole in modo circolare. Se necessario tagliare le strisce affinché non siano troppo lunghe. 6. Condire con un pizzico di sale e pepe e un goccio d’olio: mettere nel fondo preriscaldato a 200°C per 20-25 minuti. Controllare la cottura: il fondo deve risultare dorato. 7. Fare intiepidire e servire, magari accompagnando le tortine con un’insalata di stagione. NOTE È possibile sostituire le verdure indicate con altre a piacimento. 41


Relax

STELLE & CURIOSITÀ L’OGGETTO La motosega

Astroparade

di Betty

Rivoluzione al vertice: a un Acquario in moto seguito dai metamorfici Pesci e da un Leone determinato, si contrappongono una Bilancia e un Capricorno inquieti

La motosega, ovvero un motore a combustione (il più delle volte un inquinante due tempi) alimentato con una miscela olio-benzina. È vero, esistono anche modelli elettrici certo più ecologici ma in lenta diffusione. Per i veri intenditori è però la catena la vera anima della temibile motosega – elemento horror in molte pellicole del genere splatter – che funge da lama vera e propria, fornita di singoli denti in grado di tagliare i materiali più vari. Il terreno ideale del nostro oggetto rimane però l’abbattimento degli alberi, la potatura e il taglio dei tronchi, sia per chi opera nel bosco sia per gli eroici pompieri al fine di mettere in sicurezza e aprire varchi: esistono infatti motoseghe con lame in grado di tagliare anche metalli e calcestruzzo. La sua invenzione, si legge su Wikipedia, la «si deve al tedesco Emil Lerp che nel 1927» sui monti della Turingia, dopo un lungo periodo di ricerca, «progettò e testò il primo prototipo di sega»: pesava 58 chilogrammi e servivano due persone per il suo utilizzo. La prima motosega utilizzabile da un solo operatore arrivò 25 anni dopo e da allora, naturalmente, i perfezionamenti non sono mancati. E la vecchia indistruttibile ascia? Come avvenuto nella musica tra vinile, CD e file digitali, anch’essa resiste dall’alto della sua semplicità; certo, in questo caso per abbattere un albero non basta avere una tanica di miscela sottomano.

ISTRUZIONI PER L’USO Sette cose da sapere sul clima impazzito di Walter Mariotti

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ACQUARIO

«Il desiderio», ha dichiarato Hanif Kureishi, scrittore britannico di origini pakistane, «è insolente e non si conforma ai nostri ideali: questo è il motivo per cui ne abbiamo così bisogno. Il desiderio si fa beffe di ogni sforzo umano e lo rende degno. Il desiderio è il vero e anarchico agente segreto».

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PESCI

Alla grande! Fino al 3 febbraio con Venere, Nodi e Nettuno di transito nel vostro segno. Ma, attenzione, con Saturno in quadratura. Ragione o sentimento? Chi la spunterà? Aspirazioni al cambiamento tra l’1 e il 2 febbraio. Particolarmente lucidi e loquaci i nati nella terza decade stimolati da Mercurio.

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LEONE

I buoni aspetti con Urano e Saturno vi portano a condividere quanto dichiarò Steve Jobs a Stanford nel 2005: «Il lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo per fare un gran bel lavoro è amare quello che fate».

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È vero che, come ha scritto Roberto Gervaso, «nella tolleranza c’è forza; nell’intolleranza, prepotenza». Con la Luna Nera ancora per qualche giorno di transito sul Sole, dovrete fare i conti con gli egoismi e le arroganze altrui. Anche in famiglia.

La gelosia non è, come si crede, un segno d’amore, ma una manifestazione della concezione esclusivistica dell’amore, o, come dice Proust: «un inquieto bisogno di tirannia applicato alle cose d’amore». Scatti d’ira intorno al primo febbraio. Evitate di essere troppo irascibili o commettere imprudenze. L’arrivo di Venere nel segno dell’Ariete vi porta a esaltare ogni vostra passionalità. Gelosia e colpi di testa all’ordine del giorno. Maggiore prudenza tra l’1 e il 3.

1. Tutto nasce al Polo Nord. I primi effetti sono prati sulle Dolomiti e valanghe in Sicilia. 2. Il futuro dell’umanità è segnato? No, perché il caos climatico è provocato (per lo più) dalle attività umane. 3. Occorre ridurre le attività

Con Giove opposto a Urano tendete a essere privi da qualunque forma di inibizione. Rompete gli schemi! Siate diversi! Particolarmente sagaci grazieall’aiuto di Saturno e di Mercurio. Giove spinge in avanti i nati nella terza decade. Il transito di Venere nei Pesci contribuisce a rendervi particolarmente seducenti. I numerosi transiti in Ariete favoriscono la nascita di una storia sentimentale da vivere in grande segretezza. Maggior riposo tra il 3 e il 4 febbraio. «Solo una persona può sapere se ciò che faccio è onesto, esatto, aperto e valido, o falso, chiuso e non valido, e quella persona sono io». Sono parole di Carl Rogers, psicologo statunitense, che è bene teniate a mente. Meno autoindulgenza.

nocive salvaguardando quelle buone. Sì, ma come? 4. Bisognerebbe usare meno combustibili fossili e quindi avere meno energia. 5. Questo significa una vita meno comoda? Sì. E un mondo più pulito? Forse. A noi la scelta. 6. Oppure

«Certe cose non si fanno per coraggio», ebbe a dire il generale Dalla Chiesa, «si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli». Marte vi appoggia, rendendovi più fiduciosi in voi stessi. Secondo il filosofo tedesco Immanuel Kant, «Non c’è virtù così grande che possa essere al sicuro dalla tentazione». Ma con Venere e Nettuno in agguato è difficile resistere al richiamo delle emozioni e al fascino erotico. Barra al centro.

Con i futuri transiti in Ariete si sta per prospettare un periodo piuttosto difficile e burrascoso per la vostra vita sentimentale e familiare. Dalla vostra avete che Mercurio, accompagnato da Plutone, vi rende particolarmente persuasivi.

installare più pale eoliche e deturpare i panorami o creare altre centrali rischiando catastrofi come quelle di Chernobyl? 7. Sono scelte difficili. Se i maggiori paesi si accordassero arriveremmo a ridurre le emissioni del 60%.


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Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro il 2 febbraio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro il 31 gennaio a: Twister Interactive AG, «Ticino7», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. 9

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1. È simile al cammello w 10. Intacca la vite w 11. Strumento a percussione originario dell’Asia w 12. In nessun tempo w 13. Eseguiti, terminati w 14. Donare generosamente w 17. Diede l’ordine di incendiare Roma w 18. Antenata w 20. Esenzione, dispensa w 22. Mezza cena w 24. Fa palpitare il cuore! w 26. Osso del braccio w 28. Mira al centro! w 29. Si affiancano spesso ai quali w 30. Un bello dell’Olimpo w 31. Tolto, levato w 33. Le iniziali di Papi w 34. Pari in teglie w 35. Chiamati in giudizio w 36. Seggio regale w 38. Thailandia e Germania w 39. Grossolano, villano w 41. Devota w 42. Intimo, profondo w 43. Dittongo in cauto w 44. Il Sodio del chimico w 45. L’ispettore di Simenon w 48. Ispida w 49. Vasi panciuti

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1. L’architetto di Astano che costruì l’attuale Leningrado w 2. Rigagnolo w 3. Detestare w 4. La terza nota w 5. Est-Ovest w 6. La schiava di Abramo w 7. Girare, piroettare w 8. Cuor di vinto w 9. Parte del cannone w 13. Un alimento per il bestiame w 15. La collana del devoto w 16. Folletto w 19. I confini di Vogorno w 21. Lo storico di Alicarnasso w 23. La posta in rete w 25. Ansioso, preoccupato w 27. Copricapo militare w 28. Incapaci w 30. Somaro w 32. Parte della carrozzeria w 37. Marina nel cuore w 40. Il bel Sharif w 41. È vicino a Neggio w 43. Comodità (pl.) w 45. Dubitativa w 46. Riga centrale w 47. Spagna e

Romania

PREMIO IN PALIO: 100 FRANCHI IN CONTANTI

TIRATURA CONTROLLATA 63.212 copie CHIUSURA REDAZIONALE Venerdì 20 gennaio 2017 EDITORE Teleradio7SA,Muzzano AMMINISTRAZIONE viaIndustria,6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919603155 DIREZIONE, REDAZIONE, COMPOSIZIONE E STAMPA CentroStampa Ticino SA viaIndustria, 6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919682988 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7è su Facebook STAMPA (cartapatinata) Salvioniartigrafiche SA Bellinzona TBS,LaBuonaStampaSA Pregassona PUBBLICITÀ PublicitasAG,Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse39,Postfach 8010Zürich tel.058680 95 92 / 0796357222 daniel.siegenthaler@publicitas.com DATI PER LA STAMPA riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste ANNUNCI LOCALI PublicitasLugano tel.058680 91 80/ fax.0586809171 lugano@publicitas.ch IN COPERTINA Raccoglimento (foto © Mark G.)

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La soluzione del Concorso apparso il 13 gennaio è: FILTRARE Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stato sorteggiato: Roberto Guggiari 6939 Arosio Al vincitore facciamo i nostri complimenti! 43


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B 220 d 4MATIC «Swiss Star», 2143 cm3, 177 CV (130 kW), prezzo di acquisto in contanti: CHF 37 130.– (valore della vettura CHF 48 755.– meno un vantaggio di prezzo di CHF 11 625.–). 5,0 l/100 km (equivalente benzina: 5,7 l/100 km), 131 g CO 2/km (media di tutte le vetture nuove proposte: 134 g CO 2/km), emissioni di CO 2 derivanti dalla messa a disposizione del carburante e/o dell’energia elettrica: 21 g/km, categoria di efficienza energetica: D. Esempio di leasing: durata contrattuale: 48 mesi, percorrenza annua: 10 000 km, tasso annuo effettivo globale: 1,92 %, 1a maxirata di leasing: CHF 9550.–, rata di leasing a partire dal 2 mese: CHF 229.–. Esclusa assicurazione sulle rate PPI. Un’offerta della Mercedes-Benz Financial Services Schweiz AG. Offerta valida solo presso i concessionari aderenti all’iniziativa. Assicurazione casco totale obbligatoria. È vietato concedere un credito se questo determina un indebitamento eccessivo del locatario. Offerta valida fino al 31.1.2017. Immatricolazione entro il 30.4.2017. Modello raffigurato: B 220 d 4MATIC «Swiss Star» con equipaggiamenti a richiesta («Swiss Star», AMG Line, pacchetto Night, Distance Pilot DISTRONIC), prezzo di acquisto in contanti: CHF 41 854.–, 5,0 l/100 km (equivalente benzina: 5,7 l/100 km), 131 g CO 2/km, emissioni di CO 2 derivanti dalla messa a disposizione del carburante e/o dell’energia elettrica: 21 g/km, categoria di efficienza energetica: D. Esempio di leasing: durata contrattuale: 48 mesi, percorrenza annua: 10 000 km, tasso annuo effettivo globale: 1,92 %, 1a maxirata di leasing: CHF 10 300.–, rata di leasing a partire dal 2 mese: CHF 269.–. Offerta valida fino al 31.1.2017. Immatricolazione entro il 30.4.2017. Prezzo consigliato non vincolante. Con riserva di modifiche.

La Classe B 4MATIC con un vantaggio di prezzo fino al 23 %. Che viaggiate da soli o con tutta la famiglia, la sostanza non cambia: con la Classe B viaggerete sempre con stile. Nemmeno la pioggia o la neve riusciranno a scomporvi: con la trazione integrale 4MATIC, infatti, potrete contare su una fedele alleata che rimane al vostro fianco anche in caso di condizioni meteorologiche avverse. Così con la Sports Tourer godrete non solo del massimo comfort, ma anche della massima sicurezza. www.mercedes-benz.ch/4MATIC


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