Ticino7

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CONCORSO FOTOGRAFICO

Ecco il vincitore del mese di marzo

NUMERO 12 / 24 MARZO 2017 / CON PROGRAMMI RADIO 3 TV DAL 26 MARZO AL 1. APRILE

TI PULISCO IO Quando il culto dell’igiene diventa un’ossessione

CORRIERE DEL TICINO / LA REGIONE

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N I I T S PO O R T S O N L I R E P A N U B I . E TR M POLL A 92,5% SSRA La maggior parte dei nostri pollami da ingrasso viene allevata conformemente alle norme per i sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali (SSRA).

ARIA FRESCA Inoltre nei pollai SSRA di giorno il pollame ha sempre accesso a un giardino invernale.

Perché la carne di origine svizzera è più sostenibile: la-raffinata-differenza.ch

AREE DI RIPOSO SOPRAELEVATE Nelle aziende SSRA il pollame da ingrasso dispone di aree di riposo sopraelevate adeguate alle loro esigenze naturali.


Sommario

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storia di copertina

04

04 IGIENE, troppo pulItI? di Roberto Roveda

come dove quando

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07 passEGGIatE NavoNE, balcoNE al solE di Giancarlo Fornasier

protagonisti

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08 sEttE domaNdE clarIssa crotta di Keri Gonzato 10 orE sEttE stabIo, pIazza maGGIorE di Stefano Ember

tv e radio

11 da domENIca 26 marzo a sabato 1. aprIlE

Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di tv e radio per rimanere sempre informato.

Il pENsIEro dElla sEttImaNa

A nulla servono un bagno e un discorso se non ci rendono puliti.

ticino e non solo

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parliamone (Plutarco)

lo sapevi? persone che si lavano le mani dopo essere state in bagno

(FoNTE: wiN/GaLLUP iNTErNaTioNaL, 2015)

Ricco,bello,pulito?

PorToGhESi

di Giancarlo Fornasier

35 coNcorso fotoGrafIco la foto dEl mEsE di Catherine Decarli 36 sEttE coNtINENtI rENo, l’altra las vEGas di Elena Montobbio

85% SviZZEri

tendenze

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38 socIEtà scrIttura, pEssImE lEttErE di Duccio Canestrini 39 sEttE INGrEdIENtI dalla cINa coN saporE di Eleonora Postizzi 40 stIlE moda, sENsualE camIcIa di Marisa Gorza

73% oLaNdESi

relax

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42 stEllE & curIosItà astroparadE di Betty l’oGGEtto a cura della Redazione IstruzIoNI pEr l’uso di Walter Mariotti 43 GIoca (E vINcI) coN tIcINo7 Il crucIvErba

50%

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dirETTo da paride pelli CoNLaCoNSULENZadi Waltermariotti rEdaTTorErESPoNSaBiLE fabiomartini CorEdaTTorE Giancarlofornasier ProGETTo GraFiCo Elena montobbioperWmWorkshop GraFiCa robertodresti edeborahvaccaro SiTo wEB www.ticino7.ch

Le Journal de la santé du roi Louis XIV è un opuscolo redatto per 58 anni dai medici di corte di Re Sole. Un illustre paziente che in pubblico si mostrava per forza di cose sempre in forma ma che, in realtà, aveva sofferto di ogni genere di patologie, dal vaiolo (che gli causò la totale perdita dei capelli) alla malaria, e nella vecchiaia reumatismi, gotta e coliche renali. Il suo spirito «di sopravvivenza» non gli impedì di vivere sino a 77 anni, e questo malgrado i rimedi medici dell’epoca (spesso) fossero peggio dei mali stessi. Senza disturbare i ciarlatani descritti da Molière nelle sue commedie, è noto che nel Seicento la panacea per tutti i mali fosse il clistere, rimedio che associava lo stato di salute alla possibilità di farsi praticare dei lavaggi interni, tanto da diventare una vera moda in tutta la corte francese. Anche per questioni religiose e culturali, denudarsi e lavarsi il resto del corpo non era al contrario molto diffuso: le fonti storiche attestano che nella reggia di Versailles si viveva nella sporcizia (in compenso profumi e fragranze non mancavano), tanto che lo stesso Luigi, dal 1647 alla sua morte,pareavessefattoappena un paio di bagni: uno da bambino e l’altro da adulto... La conferma che ricchezza e bellezza non sempre fanno rima con igiene, né ieri né oggi.

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Storia di copertina

Troppo

puliti?

Detergenti per le mani sempre a disposizione, prodotti per la casa che eliminano virus e batteri: ormai il culto dell’igiene è elevato all’ennesima potenza. Ma quali sono le conseguenze dell’ossessione per la sterilizzazione? Scrive Roberto Roveda

J

ean-Jacques Rousseau viveva nell’Europa piuttosto sudicia del settecento e passava per rivoluzionario quando affermava che «la sola parte utile della medicina è l’igiene; e l’igiene, del resto, più che una scienza è una virtù» . Una virtù oggi portata all’eccesso dato il vero e proprio culto del pulito e dell’inodore che permea lanostrasocietà. Attornoa noi, nella pubblicità e negli scaffali dei supermercati, è tutto un trionfo di detersivi e additivi antibatterici e virucidi senza considerare che negli ultimi anni, complici le ricorrenti psicosi da epidemie, si sono diffusi i gel lava-mani igienizzanti e disinfettanti, prima utilizzati principalmente negli ospedali. Aumentano quindi i prodotti a disposizione, salgono i fatturati del settore dei self service drug, i sempre più diffusi negozi che vendono principalmente prodotti per la cura della casa e della persona, e crescono parallelamente le nostre ansie di sterilizzare tutto quello che ci circonda. Insomma, la pulizia appare una dellechiaviperinterpretare lasocietà contemporanea, così desiderosa di tenere tutto sotto controllo, di evitare ogni imprevisto, come ha scritto anche il sociologo Zygmunt Bauman: «Chiamiamo pulizialarimozionediciòcheèindesiderabile, il ristabilimento dell’ordine. Pulizia significa ordine». 4

sette «untoRi» sottovalutati 1. Le banconote e le monete sono ricettacoli di batteri. Uno studio ha rivelato la presenza di 130 mila germi di vario tipo su una banconota. 2. Gli interruttori della luce, soprattutto nei luoghi pubblici. 3. Le maniglie. Quelle delle porte sono sporchissime ma anche quella del frigorifero non è da meno. 4. La tastiera del computer. Soprattutto se si ha l’abitudine di mangiare mentre si lavora diventa un vero ricettacolo di sporcizia e batteri. 5. I cellulari. Quasi mai li si pulisce e si trasformano in ambienti ideali per la proliferazione di batteri, soprattutto perché li appoggiamo ovunque. 6. I carrelli della spesa. Uno studio ha dimostrato che sui manici dei carrelli sono presenti batteri, saliva e materia fecale in quantità superiori a quelli presenti su telefoni e nei bagni pubblici. 7. Il telecomando. Un altro oggetto che non viene quasi mai pulito.

Rischi peR la salute? Ma tutto questa sistematica pulizia implica automaticamente salute e benessere? «Quando si parla di un tema delicato come l’igiene è bene evitare fraintendimenti», avverte il dottor Massimiliano Fontana, responsabile del servizio di Allergologia e Immunologia Clinica dell’Ospedale Regionale di Mendrisio. «Non dobbiamo dimenticare mai che l’introduzione di norme igieniche ci ha consentito di compiere, nei secoli scorsi, un grande balzo in avanti nella speranza di vita. Fare attenzione alla pulizia è quindi sacrosanto. Gli eccessi sono però da evitare. Soprattutto i bambini devono essere esposti ad allergeni per aumentare la tolleranza di fronte a virus e batteri. Vi è poi quella che è chiamata “l’ipotesi dell’igiene” secondo la quale, in base ad alcuni studi, i bambini che vivono in una famiglia di contadini o in una fattoria contraggono meno allergie, perché sono esposti anche ai cosiddetti LPS, lipopolisaccaridi, che sono tossine, batteri, eccetera. Teniamo però presente che l’igiene non è l’unica responsabile dell’aumento delle allergie. Può essereunacomponenteassiemeatantealtre, dall’inquinamento all’alimentazione». tutto steRile Fondamentale è anche il tipo di prodotti che vengono utilizzati per la nostra igie-


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ne personale e della casa. Nel settembre del 2016 la Food and Drug Administration, l’agenzia del governo statunitense che controlla alimenti e farmaci in commercio, ha bandito l’uso di 19 antimicrobici in prodotti da banco per l’igiene per i possibili rischi dovuti a un uso prolungato e non controllato, fra cui la comparsa di resistenze batteriche. «La cosa più importante rimane lavare bene e frequentemente le mani», spiega ancora Massimiliano Fontana. «I gel igienizzanti, antibatterici, virucidi mi paiono una soluzione eccessiva anche perché una sostanza può agire su determinati virus e non su molti altri. È in fondo normale che i germi ci siano e che si riformino e non dobbiamo assolutamente inseguire la sterilizzazione degli ambienti e degli oggetti attorno a noi. Teniamo poi presente che prodotti troppo aggressivi rovinano la pelle, alterano la flora batterica fisiologica che la ricopre e riducono la sua naturale funzione protettiva». Scelte anti-ecologiche L’eccesso di igiene ha poi una ricaduta non indifferente sull’ambiente. In media ogni persona in Svizzera consuma ogni anno circa 15 mila litri d’acqua per l’igienepersonale.Inoltre,detersivi,tensioattivi e additivi vari vengono abitualmente dispersi nell’ambiente e rilasciano sostanze inquinanti che impregnano gli spazi in cui viviamo. Alla fine combattiamo germi e batteri per poi magari inalare nelle nostre case gas ancora più pericolosi per la nostra salute, alla faccia degli slogan pubblicitari sul famoso «profumo di pulito» da inseguire a tutti i costi! Meglio allora qualche odore naturale e usare i prodotti della «nonna» come aceto, bicarbonato e sapone di Marsiglia. Vale quanto scritto dalla rivista di divulgazione scientifica New Scientist in un recente articolo dal significativo titolo «How clean is too clean?» (Il pulito è troppo pulito?): «Gli antibatterici sono utili negli ospedali, oppure nelle case di pazienti con il sistema immunitario compromesso. Per l’igiene personale bastano acqua calda e sapone; dai vestiti non è necessario eliminare ogni germe e per i capi normali è sufficiente un lavaggio a 30 °C in lavatrice. Meglio invece lavare a 60 °C asciugamani e lenzuola, aggiungendo un detergente a base di candeggina se sono stati usati da una persona con influenza o simili». Una vera oSSeSSione C’è poi un ulteriore fattore di cui tenere conto e che ci riporta alla correlazione strettissima tra pulizia e ordine a cui abbiamo già accennato citando le parole di Zygmunt Bauman. Tutta questa ricerca di pulito e igiene incide anche sulla no-

una lettura «igienica» la Sporca Storia del pUlito

Il rapporto dell’uomo con l’igiene ha una storia antica, caratterizzata da aspetti diversi durante le varie epoche. Giulio Guizzi nel suo volume Pulizia igienica e sanificazione (Edizioni LSWR, 2015), ne narra la storia, intrecciando il racconto cronologico dell’evoluzione dell’igiene con la concezione culturale tipica del periodo preso in esame. Il saggio, molto godibile nonostante il titolo «asettico», mette in evidenza gli aspetti collettivi e privati legati alle nozioni di sporcopulito e salubre-insalubre con tutte le conseguenze e le ricadute sulla vita sociale. Infine, vengono descritti i mezzi e i sistemi via via escogitati per la rimozione della sporcizia: vere e proprie invenzioni che contrassegnano le fasi di quella che Guzzi ironicamente definisce «la sporca storia del pulito» e che mettono in evidenza come l’inventiva umana non si sia mai posta limiti nella sua lotta contro lo sporco.

Questione di termini il lato pSicologico

La mania eccessiva per la pulizia e l’igiene viene indicata dagli specialisti con termini particolari. Esiste la «germofobia», cioè la paura eccessiva di entrare in contatto con agenti patogeni di qualsiasi tipo. Ancora più preciso è il termine «misofobia» che descrive la paura patologica del contatto con lo sporco al fine di evitare qualsiasi tipo di contaminazione o di germe. Abbiamo poi la «rupofobia», (dal greco rupos, sudiciume) che è una vera a propria ossessione per lo sporco che porta chi ne è vittima a lavare continuamente se stesso e tutto ciò che lo circonda (in particolare la casa). Non mancano infine le definizione letterarie per queste ossessioni di pulizia come Sindrome di Pilato ed Effetto Lady Macbeth (personaggio shakespeariano che si lava ossessivamente le mani per cancellare i propri delitti). 5


Storia di copertina

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terapie Pulizia compulsiva: cresce l’attenzione

stra psiche, sul modo con cui essa si rapporta con il corpo e con il mondo che la circonda come ci conferma anche lo psicoterapeuta Andrea Nervetti, autore del volume Vinci l’ansia delle pulizie (Edizioni Riza, 2016): «Il tema della pulizia è in superficie semplicemente una questione igienico-sanitaria e anche estetica. A livello piscologico può diventare una vera e propria ossessione alimentata anche dai continui richiami all’igiene e al pulito tipici della nostra società. È lo stesso meccanismo per cui il culto della magrezza enfatizzato dai media innesca le patologie alimentari come l’anoressia e la bulimia. Quel modello di magrezza è eccessivo così come lo è il modello di igiene proposto oggi, in quella che è l’epoca più pulita della storia, non dimentichiamolomai.L’uomohavissutosempre la compresenza di sporco e pulito, dentro e fuori di sé. Ha al suo interno parti ombra, “sporche”, e parti di luce, “pulite”. Quando le parti ombra vengono negate, pulite a oltranza, ecco che possono diventare veri e propri mostri. Il pulire quello che non andrebbe pulito crea di per sé il mostro». La spinta a pulire, igienizzare può diventare allora un Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) e la persona può essere portata a sviluppare ossessioni legate alla sporcizia e al contagio che sfociano in rituali di pulizia, lavatura, disinfezione. Chi soffre di un disturbo di questo tipo si ritrova allora in uno stato di perenne allerta poiché individua «insidie» per l’igiene pressoché ovunque. Vive un’esistenza faticosissima perché influenzata da a un disagio profondo come spiega ancora Andrea Nervetti: «Fare pulizia all’e6

Chi soffre di un disturbo di questo tipo si ritrova in uno stato di perenne allerta poiché individua «insidie» per l’igiene pressoché ovunque. sterno è un modo di fare pulizia dentro di noi, questo è il grande tema. Il tema della pulizia ha a che vedere con le angosce interne, le nostre parti “sporche” che cerchiamo di eliminare circondandoci di perfezione formale. È un moderno tentativo di purificazione per eliminare gli aspetti inquietanti di noi, una spinta che l’uomo ha sempre avuto e che nelle società tradizionali veniva tenuto sotto controllo attraverso i rituali collettivi di purificazione. Caduti però i grandi riferimenti culturali, come le grandi religioni, l’uomo si ritrova solo e preda delle sue angosce interiori». Chi si ritrova «vittima» di un’ossessione di questo tipo lava continuamente mani e oggetti, si allarma se qualche persona con cui entra in contatto non fa la stessa cosa. Si cambia quando entra in casa e lava immediatamente i vestiti. Impone gli stessi rituali ai familiari e alla fine evita il più possibile tutte quelle situazioni che aumentano la sua ansia o la costringono a lunghi rituali di pulizia. Alla fine insegue un desiderio di perfezione irraggiungibile e si ritrova ad avere una qualità della vita estremamente bassa. Quante volte al giorno ti lavi le mani? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7

Negli ultimi anni nel nostro paese è cresciuta l’attenzione verso le problematiche di tipo ossessivo-compulsivo (che riguardano circa il 2% della popolazione) grazie al lavoro della Società Svizzera per il disturboossessivo-compulsivoedell’Associazione della Svizzera Italiana per i disturbiansiosi,depressivi eossessivi-compulsivi. Ma molto rimane da fare come ci spiega Aba Delsignore, psichiatria dell’Università di Zurigo e membro del comitato di SGZ: «Manca l’informazione tempestiva e spesso chi si rivolge a noi specialisti ha già una patologia conclamata e che dura da anni. Solo che così la situazione cronicizza ed è più difficile intervenire. Meglio chiedere una consulenza per tempo perché non si deve pensare di dover per forza sottoporsi a una terapia di anni». Cosa può scatenare un disturbo ossessivo legato alla pulizia? «Lo stress, un cambiamento avvenuto oppure l’attesa di un mutamento futuro. C’è però una predisposizione iniziale in persone già di per sé “precisine”, fissate in partenza con l’igiene. A influenzare è anche l’ambiente in cui siècresciuti,leesperienzepregresse». Che tipo di interventi si possono predisporre? «Possiamo ricorrere a una forma specifica di psicoterapia, chiamata terapia cognitivo-comportamentale, come pure ad alcuni farmaci, vale a dire gli antidepressivi che agiscono sul metabolismo della serotonina. La terapia cognitivo-comportamentale è molto efficace. Consente di “entrare” nella situazione che genera l’ansia. La chiave sta nel riuscire a trovare un modo per evitare i rituali di pulizia, diminuendone a poco a poco il numero e la durata. Consentiamo così alla persona di esperire che l’ansia legata a questo genere di ossessioni diminuisce, a poco a poco, anche senza eseguire i rituali di pulizia».


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Come dove quando

PAsseggiAte

Fatti, non parole n. 234

Balcone al sole Alla scoperta di Navone, tranquillo e suggestivo nucleo sopra Semione. Scrive Giancarlo Fornasier

Le nostre montagne: un patrimonio da tramandare ai nostri figli. Gli ingredienti utilizzati per i prodotti unici a marchio Pro Montagna provengono esclusivamente dalle regioni di montagna svizzere, dove vengono anche lavorati. In questo modo si mantengono i posti di lavoro e alle aziende artigianali locali viene garantito un canale di vendita sicuro per le loro specialità. Per ogni prodotto Pro Montagna acquistato si devolve un importo fisso al Padrinato Coop per le regioni di montagna, che, da oltre 70 anni, sostiene i progetti di autoaiuto e con essi anche le famiglie di contadini di montagna. Dal 2007, grazie a Pro Montagna sono stati già raccolti 7,3 milioni di franchi. Un ciclo sostenibile che garantisce un futuro alle nostre montagne. <wm>10CAsNsjY0MDQx0TUxsDCyMAcA701nMw8AAAA=</wm>

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A

dagiatosuunaterrazzanaturale nella parte alta del comune di Semione (Valle di Blenio), Navone è ricordato in particolare per un piccolo edificio barocco dedicato alla Natività di Maria, noto anche comeOratoriodiSantaMariaBambina. Per raggiungerlo è possibile utilizzare la strada che conduce ai monti del comune (oggi quartiere di Serravalle), una frazione sorprendentemente ricca di case signorili e ville, oltre alle evocative rovine del noto castello. In una bella giornata di primaveranientedimeglio,però,cheraggiungere Navone a piedi, vista la presenza di sentieri poco impegnativi, comodi e ben tenuti, godendosi nella risalita la bella vista sulla zona agricola attorno al fiume Brenno, con Malvaglia proprio di fronte, Biasca a sud,

Motto, Dongio e Acquarossa a nord. Caratterizzato da una pianta ottagonale con un grande porticato all’entrata e un piccolo campanile, l’Oratorio, la cui costruzione i documenti attestanoapartiredal1667,fuedificato al posto di un’antica e preesistente cappella (più tardivo è invece il portico, aggiunto nel 1709 circa). L’interno, molto luminoso vista la presenza di alcune aperture, è contraddistinto da un soffitto dipinto con scene della vita della Madonna (opere di Giovanni Antonio Soliva e Giovanni Battista Soldati; 1681–’83), oltre a un altare in stucco che ospita un dipinto murale riconducibile alla cappella originaria (XVI secolo) e raffigurante il Crocefisso con l’Addolorata, san Giovanni Battista e naturalmente la Madonna in trono col Bambino. Al di là dell’Oratorio, Navone merita una visita anche per la buona conservazione degli edifici privati presenti, case e cascine in pietra a vista e intonacate, generalmente ben tenuti e restaurati/risanati coerentemente con l’architettura della regione. Senza dimenticare la presenza di muri a secco, prati e piante secolari, come il monumentale castagno all’inizio del nucleo.Esesiete deibuonicamminatori non vi annoierete: boschi e passeggiate qui certo non mancano.

fatti-non-parole.ch

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Protagonisti

sette domande

Clarissa Crotta I cavalli mi danno forza e coraggio, la lettura invece è il mio sonnifero 1 Se avesse poco tempo per presentarsi, cosa racconterebbe di sé? Mi considero una persona positiva, leale, ambiziosa e una gran lavoratrice: ho un carattere forte ma chi mi conosce sa che sono molto sensibile, anche se lo nascondo bene perché non mi piace apparire vulnerabile. Mi ritengo estremamente fortunata perché ho una famiglia speciale che amo con tutto il cuore e che mi ha trasmesso e insegnato i valori della vita, a partire dal rispetto, dall’amore e dall’umiltà! E poi adoro gli animali, soprattutto cavalli e cani, e guai a chi me li tocca. 2 In che modo il coraggio rappresenta una qualità e l’aiuta a vivere meglio? Credere in me stessa e nei miei cavalli sempre, questo è il mio coraggio! Avere fatto o compiere determinate scelte, superare alcuni ostacoli, psicologici o sul campo di gara, prendere decisioni facili o difficili: ogni giorno ho bisogno di coraggio! Penso che ognuno di noi debba avere una dose di coraggio e una di fortuna per realizzarsi nella vita.

Ha vissuto momenti di crisi e di svolta che l’hanno cambiata profondamente? Ovviamente sì. Ma ogni difficoltà, crisi o cambiamento mi ha fatto diventare la persona che sono oggi. E la persona che sono diventata mi piace! Nella vita è importante avere fiducia in se stessi, nelle proprie possibilità e lottare per quello in cui si crede. Meglio combattere e perdere, che non provarci e avere rimorsi. 3

4 Il cavallo è una creatura unica. Quali qualità bisogna possedere per stabilire una relazione di fiducia? Sono nata in una scuderia. Ho imparato

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il personaggio

Nata a Locarno il 10 giugno, sotto il segno dei Gemelli, Clarissa Crotta fin da piccola è stata appassionata di cavalli ed equitazione. Il sogno di trasformare questo amore in professione si è concretizzato a 8 anni quando partecipa con successo alle prime competizioni dando avvio a una importante carriera sportiva. Ha infatti raggiunto ottimi risultati in vari campionati di alto livello in tutto il mondo. Nel 2009 il suo team vince ai campionati europei di Windsor e nel 2012 viene convocata ai Giochi Olimpici di Londra. Vive e si allena nella scuderia di famiglia a Giubiasco e in Germania ma è spesso in viaggo. Si dedica anche alla preparazione e alla vendita di giovani cavalli promettenti.

a montare a cavallo prima ancora di imparare a camminare e posso affermare che i cavalli sono animali meravigliosi: se li ami e li rispetti ti danno tutto. Sono intelligenti, capiscono i tuoi stati d’animo. Dandogli amore e rispetto si ha l’amico più dolce e leale al mondo. Come si è sviluppata la sua carriera nel tempo e quali le maggiori soddisfazioni che ha avuto? Sono stata fortunata a nascere con un po’ di talento che ho avuto modo di sviluppare grazie ai cavalli e all’allenamento di mio papà. Ho iniziato a competere all’età di 8 anni e ho avuto una bella carriera giovanile coronata da medaglie cantonali, nazionali e europee. Con il lavoro, la determinazione, l’aiuto di alcuni proprietari, della mia famiglia e di alcuni cavalli eccezionali, ho avuto grandi soddisfazioni con vittorie e piazzamenti nei Gran Premi più importanti del mondo. Ho inoltre partecipato a due campionati europei 5

élite coronati dalla medaglia d’oro di Windsor e dalla convocazione per le Olimpiadi di Londra. Al momento ho diversi cavalli giovani di qualità che mi stanno dando soddisfazioni. Mi auguro di trovare un nuovo proprietario, uno sponsor o un investitore che mi permetta di tornare al top. Voglio restare in sella, magari con una medaglia olimpica al collo! Come riempie la sua vita quotidiana? Adoro leggere, da sempre, e un bel libro prima di addormentarmi è una routine che coltivo ed è il mio miglior sonnifero. Poi amo lo sci nautico e sciare. Anche cucinare mi piace molto, me la cavo discretamente anche se sono lontana dall’essere una cuoca eccezionale come mia mamma: chi ha avuto la fortuna di mangiare dalla Clarita sa di cosa parlo: lei è fantastica! 6

A chi rivolge la sua gratitudine oggi? Sono molto grata alla mia famiglia, agli amici del cuore, alle persone che hanno creduto e credono in me e a tutti i «miei» cavalli che hanno saputo e sanno regalarmi momenti e soddisfazioni incredibili. Un grazie importante va a mio papà che, nel corso della carriera, mi ha sempre sostenuta con tutta la sua energia, da quando ho iniziato a cavalcare da piccola fino alle competizioni internazionali. Si è sempre assicurato che io e mio fratello Fabio disponessimo di buoni cavalli per allenarci al meglio in modo da poter partecipare a tutti gli eventi principali in Europa. La vita è bella grazie alle persone importanti che ne fanno parte! 7

Intervista di Keri Gonzato Foto di ©Fiorenzo Maffi/CdT


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Protagonisti

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ore sette

Stabio, piazza maggiore, ore 7 e 19 di giovedĂŹ 9 marzo 2017.

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Foto di ŠStefano Ember


Ticino e non solo

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concorso fotografico

La mia giornata

riflessi sulla neve Raccontaci la tua gioRnata Anche quest’anno Ticino7 rinnova il concorso fotografico dedicato ai lettori: «La mia giornata» è l’unico (e assai ampio) tema sul quale potete sbizzarrirvi proponendo impressioni di tutto ciò che fa parte del vostro quotidiano. È possibile inviare immagini scattate anche con il vostro smartphone, purché la risoluzione sia sufficientemente alta (300/320 ppi) per consentirne la

Foto di ©Catherine Decarli pubblicazione. Il materiale va inviato al seguente indirizzo di posta elettronica: phototicinosette@gmail.com Pubblichiamo la seconda immagine: la signora Catherine Decarli è la vincitrice selezionata dalla redazione tra tutti coloro che hanno aderito al concorso. Rinnovandovi l’invito a farci pervenire i vostri scatti, il prossimo appuntamento è tra quattro settimane. A presto e siate numerosi!

vinci e guida una smaRt! L’autore della fotografia del mese disporrà di una vettura Smart «full optional» per la durata di una settimana a chilometri illimitati e pieno di carburante incluso al momento del ritiro (maggiori informazioni su www.smartrent.ch/italiano/full.html). Il ritiro del veicolo potrà essere fatto a Giubiasco oppure a Lugano. Requisito fondamentale: esibire una patente in corso di validità.

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Ticino e non solo

sette continenti

Reno, via da Las Vegas

M

eno di 750 chilometri le separano. Sei ore di macchina, 50 minuti di aereo. In mezzo il Nevada con i suoi deserti e la famosa Death Valley. Una è Las Vegas, capitale del divertimento e del gioco d’azzardo, città dei balocchi dalle architetture pacchiane e dei matrimoni veloci. Contornata solo dal deserto è talmente appariscente da essere uno dei luoghi più illuminati al mondo e quello più visibile dagli astronauti nello spazio. Vicina al confine con la California, si trova quasi alla stessa latitudine di Los Angeles. L’altra è Reno, città dei casinò e delle slot machine ma in tono minore, con edifici chepuntanoallosfarzodellasorellamaggiore ma non ci riescono (o non vogliono proprio) e meta per chi vuole sbarazzarsi del coniuge con un divorzio lampo. 36

Accanto le colline aride e desertiche ma anche verdi praterie con allevamenti di muccheecavalli.Asoli30kminizialoYosemite Park e a una quarantina di minuti in macchina si incontrano le splendide spondedellagoTahoeeTopaz.Anch’essa vicinaalconfineconlaCalifornia,sitrova in linea d’aria all’altezza di San Francisco. Sono Las Vegas e l’altra Las Vegas. Quasi 600.000 abitanti la prima e poco meno della metà la seconda. Due facce delle stessa medaglia, quella del divertimento sfrenato, del vizio e del sogno americano dei soldi facili. La rivaLe in recupero Las Vegas è famosa in tutto il mondo, Reno è meno conosciuta ma offre un pacchetto turistico molto più vario grazie al quale sta recuperando terreno. «The

Biggest Little City in the World», ovvero «La più grande città piccola del mondo» è la scritta che campeggia nel centro della città, capoluogo della contea di Washoe. Gli abitanti si vantano con l’eterna scintillante rivale che il primo casinò al mondosianatoproprioqui.Leprincipali viedelgiocod’azzardoedelleagenzieper coppiescontentesitrovanotuttenelcentro di Reno, tra EastFourthStreet,Wells Avenue, l’area dell’Unr, Kietzke Lane, e South Virginia St. Most. In Nevada ogni anno arrivano quasi 60 milioni di visitatori e più di 42 milioni alloggiano almeno una notte a Las Vegas. Gli altri 20 però viaggiano per lo stato e generalmente transitano per le strade della sorella minore. Non tutti i turisti sono stranieri, molti vengono dagli altri stati d’America. Secondo le statisti-


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Il primo casinò / La prima casa da gioco è nata a venezia neL 1638. nota come iL ridotto di san moisè, è L’antenata deLL’odierno casinò che ha La sua sede principaLe a ca’ vendramin caLergi, un prestigioso paLazzo suL canaL grande che fu anche La residenza di richard Wagner daL 1882 aL 1883.

sette consigli 1. Lago Tahoe

A quasi 2.000 metri di altitudine sulle montagne della Sierra Nevada, il lago Tahoe rientra nella classifica dei trenta posti più belli al mondo dove fare il bagno. Ha acque limpide che richiamano i colori dei Caraibi. Peccato per le temperature non abbiano nulla a che vedere con i Tropici.

2. Lago Topaz

A 120 km da Reno questo bacino artificiale al confine tra Nevada e California è un punto di ritrovo per tutti gli amanti della pesca. Ogni anno infatti le sue acque vengono ripopolate di trote che possono essere prese all’amo tra gennaio e settembre.

©Elena Montobbio

©Elena Montobbio

3. Valle della morte

Il Death Valley National Park è una zona desertica (le temperature raggiungono i 50 °C) famosa per essere il punto più basso di tutti gli Stati Uniti. A pensarci oggi sembra incredibile, ma secondo i geologi qui una volta c’era il mare.

4. Una notte da re

che (The Statistic Portal) l’economia del turismo contribuisce per il 12,9% al Pil del Nevada mentre le entrate per il gioco d’azzardo valgono più di 10 miliardi di dollari. E anche se Vegas continua a detenere lo scettro della città più attrattiva (anche la fama vuole la sua parte), per chi viaggia nella regione dei laghi spesso una tappa a Reno, per regalarsi un paio di giorni trasgressivi a tentare la fortuna conildioDenaro,èd’obbligo.Amenoche non si venga attratti da altri due eventi – sempre all’insegna della trasgressione, del divertimento e del rischio – che ormai da decenni animano la fine dell’estate di questa piccola cittadina. Da 52 anni, infatti, ogni settembre l’appuntamento è con la Reno air Race, una gara acrobatica mozzafiato di aerei d’epoca che per cinque giorni volteggiano senza sosta nel cielo. Non manca la possibilità di salire a bordo di un velivolo degli anni della guerra che si destreggia in giri della morte e planate in verticale. Per visitare l’area è necessario prenotare e i biglietti per l’edizione 2017 sono in vendita sul sito airrace.org (il costo per una giornata è di 110 dollari).

Città temporanea Più recente invece il festival «The Burning Man» che si tiene dal 1991 nel deserto di Reno. Per otto giorni, tra fine agosto e i primi di settembre, 70.000 persone (che pagano dai 380 ai 1.000 dollari a testa) si ritrovano per dar vita a una città che vive solo una settimana all’anno e dove il baratto è l’unica forma di scambio possibile. Bisogna arrivare equipaggiati di tende e ogni bene di sopravvivenza, i cellulari sono banditi, le macchine fotografiche vanno registrate all’ingresso e la parole d’ordine sono «arte, comunità, libera espressione personale e autosufficienza». Tutti i cittadini di «Black Rock City» vivono in un non luogo che esiste solo una volta all’anno e ha regole proprie (o meglio quasi non ne ha). La settimana si conclude con un’enormefalòdellastatuadilegnochecampeggia al centro del festival e che segna la distruzione della metropoli temporanea. È uno degli eventi più controversi al mondo ma è talmente unico che perfino Obama ne ha parlato alla cena dei corrispondenti alla Casa Bianca. Un viaggio di Elena Montobbio

O forse da imperatore. A Las Vegas si trova il quarto hotel più caro del mondo (il primo è a Ginevra). Alla Hugh Hefner Sky Villa esiste una suite di tre camere con un enorme letto girevole, ogni sfarzo immaginabile e un panorama da favola. Rendono più piacevole il soggiorno anche una SPA, una piscina e un tavolo da poker. Peccato per i 30.000 euro a notte.

5. Jackpot sensazionali

Chissà come se la sta passando l’ingegnere che in una sola notte a Las Vegas ha sbancato il casinò dell’Excalibur Hotel per la bellezza di 39.713.982 dollari. A oggi questa rimane la vincita più alta mai realizzata.

6. Oggi sposi

Una notte di follia e una corsa in una delle tante cappelle che in Nevada celebrano matrimoni lampo. E poi? Se anche il giorno dopo siete convinti del passo fatto dovrete notificare il matrimonio presso la rappresentanza svizzera degli Usa. Solo così sarà veramente valido.

7. La fine del sogno

Sono solo sei settimane quelle che servono per dire ufficialmente addio al proprio coniuge a Reno. La rete pullula di agenzie che si offrono per gestire le pratiche per un costo che oscilla generalmente dai 300 ai 600 dollari. 37


Ticino e non solo

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società

Pessime lettere Ma insomma, i nostri ragazzi sanno o non sanno scrivere? Ma poi, siamo sicuri che farlo bene è così importante e necessario? Scrive Duccio Canestrini formaggio e i vermi (Einaudi, 1976) che documenta la fervida fantasia di Menocchio, un mugnaio friulano del cinquecento, imprigionato e giustiziato per eresia dall’Inquisizione. Era un tipo brillante e creativo, ma il libro lo ha scritto Ginzburg, non Menocchio. Per converso, non è detto che chi sa scrivere abbia una mente sopraffina, come vuol dirci maliziosamente Molière nellacommediaLeIntellettuali (Lesfemmes savantes, 1672), dove sbeffeggia l’affettato uomo di cultura Trissotin, campione di pedanteria letteraria.

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eneralizzare è sempre un rischio, ma è chiaro che i problemi sono molti: di lessico, di sintassi, di contenuti, forse soprattutto di lettura. Per saper scrivere bisogna leggere, tanto e di tutto. Spesso anche le tesi di laurea sono oggetti svolazzanti non formattati: corsivi, virgolette, maiuscole («Perché maiuscolo scusa?» Risposta: «boh…»), con ringraziamenti strappalacrime a mamma, papà, zia, nonni e fratellini. Scrivere è una tecnica, una competenza come altre. Per qualcuno oggi è indispensabile padroneggiarla. Ma non credo sia di vitale importanza per tutti. Se occasionalmente non si sa fare una cosa utile e necessaria, ci si può far aiutare. Personalmente non chiedo particolari doti linguistiche e narrative al tecnico che mi riprogramma la caldaia elettronica (anche se solitamente i caldaisti sono abbastanza loquaci, ancorché latitanti). Ma neppure a un videomaker, a un infermiere, a un violoncellista; tutte persone di cui magari invidiamo le competenze specifiche. Lo storico Carlo Ginzburg è stata autore di un libro sorprendente intitolato Il

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MutaMenti sociali Le nuove generazioni, si sa, hanno più familiarità con le immagini. Le captano e le decodificano velocemente, magari senza un enorme bagaglio culturale iconografico, ma a modo loro. Anche il linguaggio delle immagini è comunicazione, se è la comunicazione che ci interessa. Lo scandalo e l’orrore per gli abusi della grammatica avvertiti da chi insegna è bell’e servito quando si infilano i giovani nelle strettoie di esposizioni lineari. Sin da bambini oggi si ragiona e si conosce per collegamenti ipertestuali (link), rimandi e «finestre». Non sto dicendo che l’educazione alla composizione di un testo corretto e piacevole sia sbagliata, anzi, è una buona disciplina. Ma nel frattempo, diciamo in quest’ultimo mezzo secolo, sono cambiati la sintassi, i media, la tecnologia, la società. Tutto. Antonio Gramsci, che fu anche studioso di filologia, diceva che quando si agitano questioni di linguaggio c’è qualche sommovimento sociale in atto. Viviamo in un’epoca di sommovimenti sociali? Altroché. La lingua cambia. L’italianocometuttelelingueèindivenire. Certo, se qualcuno, per esempio, scrive: «Non si placca la polemica sulla riforma dell’istruzione», scappa un po’ da ridere per lo svarione (placa, non placca). Ma nuovi significati e nuove metafore sono in agguato: a volte, per fermarla, la polemica bisogna proprio placcarla.

piccola libreria umoristica 1. V. J. Propp

ComiCità e riso. letteratura e vita quotidiana (Einaudi, 1988)

2. S. Bartezzaghi

non ne ho la più squallida idea (Mondadori, 2006)

3. Ennio Flaiano

Frasario essenziale per passare inosservati in soCietà (Bompiani, 1986)

4. Achille Campanile

«trattato delle barzellette» (1961) in opere 1931-1974 (Bompiani, 1994)

5. J.-C. d’Avec (Giancarlo Consonni)

il Corruttore di bozze (La Vita Felice, 2000)

6. Fabio Mauri

21 modi di non pubbliCare un libro (il Mulino, 1990)

7. Antonio Di Stefano

dottore, ho i dolori aromatiCi (Mondadori, 2001)

Bologna error day Ogni anno a Bologna, il 28 febbraio, una banda di «erroristi» (senza la t) celebra gli strafalcioni. L’Error Day annovera e spettacolarizza sbagli, abbagli, spropositi, inesattezze, gaffe, malintesi, sviste, lacune, svarioni e cantonate. Vale a dire i comuni denominatori della fallace umanità. nel programma, aggiornato a ogni edizione, figurano toppe accademiche e sfondoni geopolitici, ma non mancano spassosi momenti conviviali come cene sbagliate e camere con svista.


Nome Sezione

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sette ingredienti

Dalla Cina con sapore Il riso alla cantonese è solo una delle ricette di una cucina che piace e che riesce molto bene quando realizzata in casa. Cucina Eleonora Postizzi

tipo di ricetta preparazione: 15 mINUTI cottura: 10 mINUTI difficoltà: bASSA

ingredienti per 4 persone 250 g dI rISO A chIccO LUNgO (TIPO bASmATI) 1-2 cIPOLLOTTI 3 UOvA 125 g dI PrOScIUTTO cOTTO A dAdINI 250 g dI PISELLI (cONgELATI O frESchI) 1 gOccIO dI SALSA dI SOIA qb OLIO dI SEmI Ev. SALE Ev. NOcI dI AcAgIù

preparazione 1. Sciacquare il riso prima di cuocerlo in acqua bollente per una decina di minuti. Solitamente preferisco fare questa operazione la sera precedente o almeno qualche ora prima in modo che il riso si raffreddi. 2. In una ciotola sbattere le tre uova e cuocerle in un wok o in una padella antiaderente dove avrete fatto scaldare un goccio di olio di semi. Strapazzarle con una spatola in modo che si formino dei pezzetti. Lasciarle su un piattino.

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ucina cinese, che passione! Sarà che quando ero piccola i miei genitori mi portavano spesso in un ristorante cinese dove venivo rimpinzata di pollo fritto, manzo alla piastra e riso alla cantonese. Per finire non potevano mancare i biscotti della fortuna. Che a dirla tutta (solitamente) di buono hanno ben poco, ma il rituale di sbriciolarli e trovare al loro interno una frase è un ricordo vivo nella mia memoria. Una sorta di Bacio Perugina orientale, insomma. Così, appena ne ho avuta l’opportunità, ho deciso di visitare la Cina. Inutile cercare di descrivere la meraviglia architettonica e culturale di un mondo così diverso dal nostro, in un paese dove nessuno capisce quello che dici e viceversa. «Ma sul cibo non avremo problemi, stai tranquillo» dicevo a Matteo, mio fedele compagno di viaggio. Ma non è andata proprio così. Volendo evitare lo-

cali turistici, un giorno l’ho trascinato in quella che da noi sarebbe stata considerata «una bettola di paese». Cinque tavoli mal messi, sgabelli al posto delle sedie, luci al neon e, in fondo, una cucina a vista. No, non come quelle dei grandi stellati: semplicemente, non c’erano più né vetri né porte! La cameriera, dopo un’attesa di un quarto d’ora, ci aveva portato un menu scritto interamente in mandarino con qualche foto dei piatti. La voglia di andarcene era forte, ma alla fine sono arrivati in tavola dei ravioli dumpling meravigliosi (per lui) e delle zampe di gallina in un brodo tutt’altro che appetitoso (per me). Avessi avuto un biscotto della fortuna con me quel giorno, la scritta probabilmente sarebbe stata: «Non è il tuo giorno, prova di nuovo». Ma tranquilli, la cucina cinese resta una delle mie preferite, soprattutto se preparata in casa.

3. Nello stesso wok scaldare altro olio di semi e aggiungere il cipollotto tritato (tenendo da parte le rondelle verdi che serviranno per la decorazione), unire il prosciutto cotto e i piselli (se congelati metterli prima in una ciotola sommersi da acqua bollente per un paio di minuti e poi scolarli). Lasciar rosolare per bene. Aggiungere anche il riso e farlo friggere. Unire le uova e il goccio di soia. 4. Servire il riso alla cantonese con le rondelle di cipollotto e delle noci di acagiù tostate. NOTE: Il cipollotto non fa parte della ricetta tradizionale ma, personalmente, trovo ci stia a pennello. Provare per credere!

lo sapevi? Alcuni chef europei al posto del prosciutto cotto classico propongono quello di Praga per conferire al piatto una nota affumicata. Per accompagnare il riso è consigliabile un vino bianco senza picchi aromatici. 39


Tendenze

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Sensuale camicia Non c’è nulla di più intrigante di un capo concepito per l’universo maschile ma riproposto sulla silhouette femminile. Un indumento senza tempo e sempre d’attualità, da interpretare con carattere e leggerezza. Scrive Marisa Gorza SETTE CONSIGLI 1. Romanticismo ribelle

Tra le proposte Blumarine, spicca lo chemisier ritagliato in un romantico pizzo dai trafori che disegnano corolle delicate. La gonna a ruota si spalanca sugli shorts dalle trasparenze maliziose e inaspettate.

2. Incroci di righe sexy

Una camicia prettamente maschile secondo Ermanno Scervino può fungere da copricostume. Usata come un capospalla mette in evidenza il completo culotte e brassière a righine incrociate e lacci.

3. Fasto hollywoodiano

Volutamente elaborato, il prototipo di Elisabetta Franchi ha spalle e maniche percorse da rivoli di rouches. Spacchi decisi svelano le gambe e il body fasciante tempestato di brillantini.

4. Glamour spensierato

Reiterazioni di fantasie grafiche e maxi pois creano un effetto cartoon sui grandi abiti percorsi da una teoria di bottoni slacciati. Il glamour spensierato di iBlues cammina su sandali piatti a listini coloratissimi.

5. Candido impressionismo

Rosa manoush, mango, rosso peonia e blu oltremare dipingono fiori impressionisti sullo chemisier idi Maria Grazia Severi. Maniche da arrotolare a piacere, cintura stretta in vita e gonna lunga e fluttuante.

6. Black & White

Imprimere short stories, emozioni e pensieri su abiti e camicioni è la nuova passione di Martino Midali. Il duttile jersey è siglato con la firma in nero su bianco e sotto lo chemisier spunta il pantalone all’orientale.

7. Essenza di primavera

Ancora freschezza ed essenzialità per la proposta siglata N21. Volumi casual ritagliati nello scattante popeline da camiceria maschile, addolcito da giochi di fettucce, ricami a nido d’ape e smerli di valenciennes. 40

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abito chemisier o abito a camicia che dal maschile attinge la linea essenziale e il comfort e dal femminile la vaporosità e la fantasiosa versatilità, vanta una lunga e nobile storia e si ammanta di un appeal tutto particolare. Pronto a dare carattere e guizzi estrosi al guardaroba di primavera è un capo sempre apprezzato poiché sta be-

ne proprio a tutte. Non importa il tipo di fisico che vi hanno regalato i geni e madre natura: lo chemisier lo accarezza mimetizzando i difettucci e donando un particolare e sofisticato allure. Legato a quello sottilmente sensuale di quando, al mattino, tutte assonnate, vi infilate per sbaglio (?) la camicia del vostro lui al posto della vestaglia.


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Abbinamenti / Per un look easy chic, informale ma semPre elegante, Provate a indossare il vostro abito chemisier con un Paio di mules: una scelta facile e in gran voga come le Più note fashion blogger dichiarano! Per le amanti delle sneakers e dei sandali l’abbinamento funziona semPre.

noblesse oblige La «chemise de bain» di Maria Antonietta lanciò la moda

Dalla matinée allo chemisier L’abito a camicia è nato nel settecento, indossato in primis da Maria Antonietta, consorte diLuigi XVI di Francia. Quando la regina si toglieva le sontuose toilette, girava per le stanze private di Versailles con una lunga, semplice veste dal taglio diritto e abbottonata davanti. La pratica veste, poi adottata tra le pareti domestiche dalle dame dell’alta borghesia ottocentesca, fu chiamata matinée. Solonelsecoloscorsoconquistavalepasserelle dell’alta moda reinventata come robe chemisier da Worth, Poiret e dalla rivoluzionaria Chanel. Successivamente seguiti da altri importanti couturier, tra i quali Lanvin e Dior, con capi sperimen-

tali con tanto di polsi e colletto. Sfoggiati da icone di stile come Audrey Hepburn e Jackie Kennedy, gli chemise dress diventavano capi intramontabili del bon ton occidentale e sarebbe lungo l’elenco degli stilisti che negli ultimi anni hanno riproposto svariate interpretazioni di tale foggia. Corto, lungo alla caviglia, scollato ocastigato,tintaunitaofantasia,distoffa leggeraocorposa,l’abitochemisiermerita sempre un posto d’onore tra gli outfit di stagione. E se fa ancora un po’ freschino, in attesa che esca da solo, basta infilarcisopraunsofficecardiganol’immancabile trench. È lungo e fuoriesce all’orlo svolazzando? Tanto meglio: rientra giusto nel vento della moda!

Come già detto, Maria Antonietta pare sia stata la prima a indossare la camiciona di taglio maschile nei momenti di relax e durante la sua lunga e complessa toeletta mattutina. Alla corte di Versailles, dove l’igiene personale non era particolarmente coltivata, la regina era una delle poche persone che amava lavarsi. Una sana abitudine derivata dall’infanzia viennese che volle mantenere anche a Parigi. Si fece quindi costruire una grande sala da bagno, impreziosita da specchi decorati e dotata di una vasca nella quale si immergeva ogni giorno, ma solo dopo aver fatto profumare l’acqua con essenza di arancio. Nonostante l’atmosfera libertina che vigeva a corte, fare il bagno nuda era impensabile: troppo scandaloso! Per non fornire motivi di pettegolezzo alle numerose malelingue di palazzo, Maria Antonietta indossava una tunica di flanella lunga fino ai piedi che teneva addosso per tutto il tempo dell’ammollo. Non era certo il massimo del comfort, ma era di sicuro una soluzione migliore rispetto a quella di rinunciare a lavarsi. Piccola ulteriore curiosità: durante l’immersione nell’acqua profumata, la sovrana si concedeva il lusso di sorseggiare una bella tazza di cioccolata calda. Vezzi da regina. 41


Relax

stelle & curiosità l’oggetto Lampade LED

Astroparade

di Betty

Ispirato dalla sete di conoscenza, il Cancro guida il podio seguito dal Capricorno e dai seducenti Gemelli. Il Leone, altalenante come spesso gli accade, chiude la graduatoria

Dovremmo chiamarlo diodo a emissione di luce, ma per tutti è il LED, acronimo di Light Emitting Diode. In pratica è un dispositivo che sfrutta la capacità di alcuni materiali semi-conduttori di produrre emissioni spontane percepibili dall’occhio, ovvero della luce. Il primo LED fu sviluppato nel 1962 da tale Nick Holonyak Jr., uno statunitense che lavorava per la General Electric: dalla primordiale elettronica presente nei laboratori di ricerca e aerospaziali, la tecnologia venne in seguito adottata dall’industria di consumo per trovare una vastissima gamma di applicazioni in seguito. Oggi le lampadine al LED sono in rapidissima diffusione: si usano in casa come nell’illuminazione pubblica, ma anche su automobili e biciclette. I vantaggi? Basso consumo (85% in meno rispetto alle lampadine convenzionali), elevata luminosità, prezzo competitivo, efficienza e affidabilità (possono durare anche 15-17 anni). Pratiche, ma da smaltire correttamente perché contengono mercurio. Accusate di emettere una luce fredda, nel frattempo sono state sviluppate lampadine con «temperature di colore» per tutte le esigenze. In verità, il mercato già propone altre novità: come le OLED, delle LED ma in più «Organic», con una luce più morbida, più efficiente e meno inquinanti. Se volete risparmiare sulla bolletta, ora sapete dove mettere mano.

istruzioni per l’uso Sette consigli sulla pulizia di Walter Mariotti

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Tra il 26 e il 27 la Luna vi sarà favorevole transitando nella nona casa solare. Momento ideale per una vacanza, magari al mare. Ricaricatevi e poi rimettetevi in moto. «La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di conoscere se stessi», ha scritto Hermann Hesse. E nulla è più importante.

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cAPRIcORNO

Marte e Plutone in buon aspetto per i nati nella seconda e nella terza decade. Questo transito rappresenta un’ottima occasione per raggiungere traguardi importanti. Se dovete apportare dei cambiamenti rilevanti alla vostra vita fatelo adesso. Amplificazione delle capacità seduttive. Bene tra il 30 e il 31.

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GEMELLI

«Tutti», ha scritto Graham Greene, «disponiamo del potere di attrarre, della capacità di attirare a noi gli altri e di mantenerli sotto il nostro incantesimo». Seduzioni imperiose favorite dalla retrogradazione di Venere. con Lilith in opposizione si fanno spazio i pensieri più proibiti. Ma non fatevi del male!

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Tra il 26 e il 27 la Luna attraversa il vostro segno. Questo aspetto oltre ad amplificare la vostra naturale sensibilità accresce il potenziale offerto dal passaggio dei Nodi Lunari. Sogni particolari. Incontri con personaggi guida.

Mercurio, Urano e Giove stimolano nuovi interessi e impongono alcune priorità. Maggiormente favorite le attività da svolgersi in completa autonomia. Tra il 28 e il 29 marzo, la Luna Nuova nel segno favorirà cambiamenti e incontri. «La gente è superba», ha dichiarato Henry James, «soltanto quando haqualcosadaperdere,eumilequandoha qualcosa da guadagnare». Sogni premonitori di una certa rilevanza per i nati nella prima decade. Seguite il cuore.

1. Il corpo è la nostra casa e la cosa più intelligente è starci bene dentro. Tenendola pulita e funzionante. 2. Come in ogni casa, quadri alle pareti e fiori nel terrazzo sono importanti, ma scarichi puliti e sifone

Tra il 30 e il 31 marzo la Luna attraversa il segno congiungendosi con Marte, un aspetto che tenderà ad accendervi come un fiammifero. canalizzatevi verso quello che più vi si addice. Guadagni ma anche possibili spese. Riposatevi.

Lucio Battisti ne La collina dei ciliegi: «Se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante/cancella col coraggio quella supplica dagli occhi/troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante». Agite! Fate una cosa alla volta senza perdere la scala delle vostre priorità. competitivi i rapporti con i familiari, soprattutto se fratelli e/o cugini. Vita sentimentale positiva grazie all’appoggio di Venere. Bene sia il 28 che il 29.

libero sono decisivi. 3. La crisi fa paura, ovunque. Il sapone però resta uno dei prodotti più economici sul mercato. 4. Evitate di lavarvi con essenze di violetta e sandalo. Meglio saponi neutri che permettono alla pelle di

Nei Frammenti postumi Friedrich Nietzsche scrive, a proposito del concepimento: «Scopo della procreazione è mettere al mondo uomini più liberi di noi». Amore alla grande. Mercurio e Urano rendono decisive le giornate tra il 28 e il 29. Mercurio e Urano in opposizione vi spingono a pensare in maniera diversa dal solito. colpi di genio. Restate centrati puntando verso i vostri obiettivi. Evitate dispersioni e tentennamenti. Maggior prudenza tra il 29 e il 30 marzo.

«È più facile riconoscere l’errore», ha scritto Goethe, «che trovare la verità; il primo sta in superficie, ed è facile venirne a capo; la seconda riposa in profondità, e cercarla non è cosa da tutti». Attenti a quello che dite. Prudenza il 30.

essere se stessa. 5. Una donna bella è bella, ma una donna curata è speciale. 6. Un uomo che puzza non è un uomo vero: fa solo schifo. 7. Di voi la gente non ricorderà le parole oppure i vestiti ma l’odore. Tenetelo a mente.


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Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro il 30 marzo e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro il 28 marzo a: Twister Interactive AG, «Ticino7», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. 9

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TIRATuRA cONTROLLATA 63.212 copie chIusuRA RedAzIONALe Venerdì 17 marzo 2017 edITORe Teleradio7SA,Muzzano AmmINIsTRAzIONe viaIndustria,6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919603155 dIRezIONe, RedAzIONe, cOmpOsIzIONe e sTAmpA CentroStampa TicinoSA viaIndustria, 6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919682988 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7è su Facebook sTAmpA (cartapatinata) Salvioniartigrafiche SA Bellinzona TBS,LaBuonaStampaSA Pregassona pubbLIcITà PublicitasAG,Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse39,Postfach 8010Zürich tel.058680 95 92 / 0796357222 daniel.siegenthaler@publicitas.com dATI peR LA sTAmpA riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste ANNuNcI LOcALI PublicitasLugano tel.058680 91 80/ fax.0586809171 lugano@publicitas.ch IN cOpeRTINA Belli puliti (foto ©AlenDobric)

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La soluzione del Concorso apparso il 10 marzo è: RACCOLTA Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stato sorteggiato: Antonio Rossatti Pregassona Al vincitore facciamo i nostri complimenti! 43


Portati a casa il tuo coniglietto nel pacchetto sorpresa.

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stici Con fanta uiti e rat prodotti g ietto. un conigl Dal 14.3 al 10.4.2017 per ogni fr. 20.– di spesa, alle casse di ogni supermercato Migros ricevi un bollino (al massimo 15 bollini per acquisto, fino a esaurimento dello stock; sono esclusi i buoni e le carte regalo). La cartolina completa di tutti i bollini può essere consegnata in tutte le filiali Migros fino al 18.4.2017 ricevendo in cambio un pacchetto del valore di circa fr. 20.– contenente prodotti di uso quotidiano e un coniglietto di peluche. L’offerta è valida fino a esaurimento dello stock. Ulteriori informazioni su migros.ch/coniglietti


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