ticino7
STILE
Occhiali da sole per tutti i gusti
NUMERO 13 / 31 MARZO 2017 / CON PROGRAMMI RADIO 3 TV DAL 2 ALL’8 APRILE
RICOMINCIARE Il ritorno al lavoro dopo la maternità, un nuovo e non sempre facile inizio
CORRIERE DEL TICINO / LA REGIONE
40
Sommario
ticino7
storia di copertina
04
04 donne & lavoro a volte ritornano di Laura Di Corcia
come dove quando
07
07 alimentazione le proprietà dell’aglio orsino a cura della Redazione
protagonisti
08
08 sette domande martino dotta di Roberto Roveda 10 ore sette campione d’italia di Stefano Ember
tv e radio
11 dadomenica2asaBato8
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il pensiero della settimana
Loro parlano della dignità del lavoro. Balle. (Herman Melville) La dignità è nel tempo libero.
ticino e non solo
35
lo sapevi? grado di occupazione delle mamme in ticino con uno o più figli sino a 10 anni di età (riFoS, 2012)
In ricordo del «cubano»
iNaTTivE
di Fabio Martini
35 società Buddhismo, la via del risveglio di Ben Zej
36 sette continenti oxford: una citta, due fiumi di Giorgio Thoeni
43,5% oCCUPaTE a TEmPo ParZiaLE
tendenze
38
38 sette ingredienti ravioli, cortesie per gli ospiti di Eleonora Postizzi
44,8% oCCUPaTE a TEmPo PiENo
40 stile dalla parte degli occhi di Marisa Gorza
relax
42
42 stelle & curiosità astroparade di Betty l’oggetto a cura della Redazione istruzioni per l’uso di Walter Mariotti 43 gioca (e vinci) con ticino7 il cruciverBa
parliamone
11,8%
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dirETTo da paride pelli CoNLaCoNSULENZadi Waltermariotti rEdaTTorErESPoNSaBiLE fabiomartini CorEdaTTorE giancarlofornasier ProGETTo GraFiCo elena montobbioperWmWorkshop GraFiCa robertodresti edeborahvaccaro SiTo wEB www.ticino7.ch
La notizia della scomparsa di Tomás Milián, avvenuta il 22 marzo a Miami all'età di 84 anni, è rimbalzata sui media. Non sono mancati articoli e ricordi affettuosi dell'attore di origine cubana, noto in Italia soprattutto per i trash movie in cui interpretava il mitico er Monnezza e l'ispettore di polizia Nico Giraldi, detto anche er Pirata. Ma Milián è stato anche un eccellente attore drammatico: formatosi all'Actor Studio insieme a Marlon Brando e Montgomery Clift, di quella scuola aveva assimilato il senso profondo («mai recitare, ma vivere il personaggio», dichiarò in una delle sue ultime interviste, e a conferma si pensi all'indimenticabile interpretazione del generale Arturo Salazar in Traffic di Steven Soderbergh, film vincitore di ben 4 premi Oscar). Amato da registi come Bolognini, Cristaldi, Bertolucci, Pasolini, Lizzani, Corbucci e molti altri, passò da ruoli «intellettuali», come lui stesso li definiva, a interpretazioni più leggere e spassose. Nonostante il coinvolgimento in molti film di grandi registi americani (James Gray, Oliver Stone,SidneyPollack,Tony Scott, Andy Garcia), il personaggio che amò di più fu proprio quello del Monnezza, ladruncolo un po' santo e un po' cialtrone, che lo fece sentire davvero «romano»edicuinonsipentìmai.
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Storia di copertina
A volte
ritornano La nascita di un figlio è sempre un evento totalizzante sul piano del tempo e dell’impegno. Ma per molte donne giunge anche il giorno in cui si avverte la necessità o il desiderio di tornare al lavoro. Scrive Laura Di Corcia
4
DIAMO I NUMERI COME SONO EVOLUTE LE PROFESSIONI ESERCITATE DALLE MADRI IN SVIZZERA =CONFRONTO TRA IL 2002 E IL 20128 66,4%
(RIFOS 2012)
+ 4%
0%
2002/2012
+2,5%
N
on sono poche le donne che, nonostante la situazione lavorativa appagante e stimolante, decidono di dedicarsi al ruolo di madre a tempo pieno, e di accantonare così per qualche tempo le aspirazioni professionali. Arriva quasi sempre il giorno – magari quando i bambini sono diventati un po’ più autonomi – in cui si avverte di nuovo il desiderio di spendersi sul piano professionale. Ma rimettersi in gioco dopo essersi allontanate dal mondo del lavoro per periodi relativamente lunghi di due, tre, a volte anche quattro o cinque anni, è tutt’altro che semplice e scontato. «La tendenza attuale è di prendere congedi sempre più brevi», spiega Fabiana Giulieri Faré, consulente presso Sportello Donna, il consultorio dell’associazione Dialogare-Incontri che offre colloqui individuali di orientamento e reinserimento professionale alle donne, comprese le mamme, in cerca di lavoro. «Pause molto lunghe, di dieci anni, sono sempre più rare», aggiunge. Diversi sono i motivi che spingono una madre, per anni concentrata solo sulla famiglia, a cercare di nuovo un lavoro: scoprire il piacere che si trae dall’essere attiva su un piano pubblico e non solo privato, contribuire al budget familiare, essere autonoma per potersi rendere indipendente dal proprio compagno, far fronte alle difficoltà economiche soprag-
6,7%
9,2%
16,7% 20,7%
30,4% 30,4%
46,2% 39,8%
DIRIGENTI PROFESSIONI SCIENTIFICHE PROFESSIONI INTERMEDIE E AMMINISTRATIVE ALTRI IMPIEGHI
giunte in seguito a un divorzio o a una separazione. Ma dopo un’interruzione lunga, molte donne sentono di aver perso il treno. Come rimettersi in moto? RISPOLVERARE IL CURRICULUM Nel migliore dei mondi possibili, la maternitàel’accudimentodeiproprifiglisarebbe valutato come un periodo di forte accrescimento, non come un «buco temporale» insignificante e anzi volto ad annichilire competenze e capacità di spendersi su un piano pubblico. Non serve però ricordare che Babbo Natale esiste solo per i più piccoli; a maggior ragione oggi, in un momento di crisi economica nel quale i datori di lavoro non appaiono particolarmente disposti verso quelle mamme che si sono allontanate per anni da una vita professionalmente attiva. L’esperienza maturata negli anni precedenti sembra avere scarso peso dunque, perché agli occhi di chi deve assumere quella pausa rappresenta l’entrata in una dimensione altra, con ritmi diversi, diverse esigenze: bisogna allora dimostrare di essere ancora scattanti, pronte ed energiche verso le esigenze dell’azienda o dell’ufficio. La pausa-maternità viene percepita come una faglia che separa il pre dal post: la stessa persona che fino a qualche anno prima veniva valutata senza nessun dubbio come un’ottima professionista, ora vede trattare il proprio curriculum con
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È consigliabile, soprattutto per i settori come il segretariato o il lavoro amministrativo, investire un po’ di tempo in un corso di aggiornamento prima di riproporsi sufficienza, come se gli anni di cure verso ipropribimbiavesseropolverizzatotutte le competenze acquisite fino a quel momento. Che fare, quindi? «Consigliamo spesso, soprattutto per quei settori come il segretariato o il lavoro amministrativo, di investire un po’ di tempo in un corso di aggiornamento», continua Fabiana Giulieri Faré. «Un esempio? Un corso di corrispondenzacommercialedelladuratadi qualchemese,magaridafrequentarealla sera. O un corso di tedesco o inglese, che permetta di rispolverare nozioni e acquisirnedellenuove.Cosìsimostraaldatore o alla datrice di lavoro che il curriculum vitae si è rimesso in moto, visto che l’attività domestica, che pure è impegnativa e per nulla semplice, purtroppo non viene quasi o per nulla riconosciuta». Ma questa non è l’unica strada. Ci sono donne che non hanno voglia di rimettersiingiocofinoatalpuntooppurechenon sono disposte a rinunciare a stare accanto ai bambini, accompagnarli nelle fasi della crescita. «C’è la mamma che ti dice che vuole essere a casa quando i bambini tornano da scuola», precisa la consulente. «Un’esigenza comprensibile, ma non sempre compatibile col mercato del lavoro: trovare un’occupazione dalle 9 alle 15 è un’impresa difficilissima. Quando ci vengono poste queste richieste consigliamo di cercare una via alternativa, per esempio il telelavoro (che permette di lavorare da casa) o le attività legate alla cura, come il baby-sitting o il mondo delle mamme diurne: tutti lavori che vanno bene per arrotondare il budget familiare, ma che non si adattano a chi invece è in cerca di una remunerazione più elevata, magari per far fronte a situazioni difficilicomeundivorzioounaseparazione». Inquesticasi,l’urgenzaeconomicaprende il sopravvento su tutto. Cambio strada Si fa presto a dire corsi di aggiornamento, formazione continua e quant’altro. Il terziario è in crisi, inutile negarlo. Che fare se, dopo diversi tentativi, ci si accorge che non si apre nessun varco, che il lavoro non arriva? «Un settore dove forse è più facile reinserirsi, perché ci sono diverse possibilità di formazione,
è il lavoro con le persone anziane», spiega la consulente. «Ma non fa per tutti. Lavorare con gli anziani non significa limitarsi a far loro compagnia: bisogna lavarli, aiutarli a muoversi, a mangiare, occuparsene da un punto di vista sanitario. È faticoso sia da un punto di vista fisico che psicologico. Le case per anziani richiedono flessibilità oraria, quindi in via preventiva bisognerebbe chiedersi se i turni non creino troppe difficoltà sotto il profilo della conciliazione lavoro/famiglia. Quando durante il colloquio emerge una motivazione in
questo senso, consigliamo di intraprendere una formazione in modo da potersi spendere nell’aiuto agli anziani. Ma se la persona nutre dei dubbi e non sa se riuscirà a far fronte ai sacrifici che questa professione implica, è meglio che prima si cimenti in un’esperienza di volontariato nel settore. A fine esperienza, si farà un bilancio della situazione: mi piace, mi sento a mio agio con la persona anziana? Molto bene, mi impegno in una formazione adeguata. Non funziona? Cambio percorso, penso a qualcosa di diverso». 5
Storia di copertina
AccAntonAre i sensi di colpA Quali sono le emozioni che provano le donne che vogliono tornare a lavorare? Quali i loro dubbi, le incertezze? «Spesso si sentono molto insicure. Per questo è importante puntare il focus sull’esperienza che hanno maturato anche stando a casa: gestire le priorità e i tempi è tutt’altro che semplice, anche se questo impegno non è tenuto in considerazione dalla società». Le donne che vogliono cercaredinuovounlavorosannochenon saràfaciletrovarlo,mavannoconfortate, ricordando loro che l’impresa è difficile ma non impossibile.«A volte si rivolgono a noi persone che si sentono un po’ sminuite: intervenire sull’autostima è sicuramente uno dei pilastri portanti del nostro lavoro». Anche il ruolo del compagno è fondamentale:ledonnechesisentonosupportate dai partner nella ricerca del lavoro farannomenofaticadiquellechedevono lottare contro l’ostilità del marito di turno, al quale magari fa comodo che la moglie si occupi della casa e dei figli. Per non parlaredelfattochespessoledonnestesse si sentono in colpa verso i figli stessi. con i sociAl è più fAcile «Quando parliamo di integrazione, le tematicheriguardanononsolol’organizzazione familiare, ma anche la capacità di far capire al resto del mondo che la maternità non è una malattia che spegne il cervelloecheladonnaèperfettamentein grado di continuare a lavorare», aggiunge Cristina Carella, di Swistudium (studio di consulenza professionale attivo in ambito personale con sede a Chiasso), alla quale abbiamo chiesto qualche con6
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siglio per le mamme che intendano tornare a lavorare: «Il pianeta social è sicuramente di supporto, infatti offre come prima grande opportunità l’indiscutibile fatto di poter rimanere sempre connesse e non creare una frattura fra pannolini e carriera», specifica la consulente. «Connesseattivamente,perl’inviodicandidature, ma anche passivamente, per mantenere lucida la conoscenza del mercato dell’impiego.Interessanteanchel’opzione “job alert”, ovvero l’iscrizione a diverse piattaforme che segnalano al proprio indirizzo mail la pubblicazione di offerte di lavoro idonee». Alle donne che vogliano farsi conoscere dai datori di lavoroCarellaconsigliadiosare,peresempio, trasmettendo candidature spontanee originali e creative, senza dimenticarsi di rispettare il perimetro di competenza e attività aziendale. «Linkedin, i social e i motori di ricerca sono una grande opportunità perché consentono di dare continuità al proprio percorso e rimanereparte,seppurvirtualmente,delmondo del lavoro», conclude. «Questa comunità social alimenta il senso di appartenenza all’universo professionale ed evita di creare una percezione di esclusione». Secondo i dati raccolti nel 2011 dall’Ufficiofederaledistatistica,inTicinonel42% deicasivigeancorailmodellotradizionale, ovvero la donna a casa e l’uomo occupato a tempo pieno, almeno fino a quandoilfiglioolafiglianonabbiacompiutoi5 anni: dai 6 ai 14 anni, il 35% delle famiglie funziona così e solo il 13,4% dei casi vede mamma e papà occupati a tempo pieno. Tornare al lavoro ti spaventa? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7
sette consigli 1. Prima i cuccioli
Prima di rientrare al lavoro, è importante che siate sicure sulla soluzione individuata per l’accudimento del piccolo: baby-sitter, nonni o nido? La scelta migliore è quella che vi farà sentire più tranquille.
2. Gradualità
Ricominciate a lavorare in modo graduale, magari a tempo parziale e solo al mattino per i primi mesi.
3. Tutto ok?
Soprattutto nei primi mesi, per far fronte ai sensi di colpa, non esitate a chiamare a casa per sapere come sta il bimbo e fargli sentire la vostra voce.
4. Valutare la flessibilità
Parlate con il vostro responsabile o la vostra responsabile delle vostre esigenze in fatto di flessibilità.
5. Cambiamenti
Se rientrate nel vecchio posto di lavoro, informatevi sui cambiamenti e sui progetti in corso.
6. Un po’ di indulgenza!
Prendete il perfezionismo, chiudetelo in un cassetto e buttate via la chiave!
7. Autostima
Siate fiere dei vostri successi: solo così metterete le basi per una sana autostima che farà bene a voi e alla vostra famiglia.
Come dove quando
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alimentazione
Il segreto degli orsi
Le grandi proprietà dell’aglio selvatico L’aglio orsino è la versione spontanea del comune aglio. Conosciuta già dai Celti e dai popoli germanici, la pianta è reperibile a partire da inizio marzo sino a giugno. Presente nei sottoboschi e nelle zone ombreggiate o vicine ai corsi d’acqua, nelnostrocantoneèpossibiletrovarlaun po’ ovunque. Essendo una pianta bulbosa è facilmente coltivabile anche nell’orto e in balcone, e riconoscerla in natura non è difficile: alta 20-40 cm, ha dei piccoli fiori bianchi, le foglie sono larghe e carnose dal colore verde quasi lucente. Senza dimenticare l’odore di aglio che emana, soprattutto quando viene manipolata. Sorprendenti le sue proprietà: come quella di abbassare il tasso del colesterolo cattivo nel sangue, le azioni antibiotiche e antimicotiche. Inoltre, aiuta
a purificare il sangue dai metalli pesanti, è un efficace diuretico ed è in grado di disintossicare da parassiti e funghi nocivi presenti nell’organismo. Contiene molte vitamine e minerali: non per nulla gli orsi ne sono ghiotti al risveglio dal letargo e se ne nutrono per ricaricarsi (da qui il suo nome). Meno intensa dell’aglio – il gusto delicato ricorda l’erba cipollina –, in cucina è possibile consumarne le foglie, il bulbo ma anche i fiori, tutti ottimi aromatizzatori (per esempio, nelle insalate): il bulbo è utilizzabile come una piccola cipolla (ottimo nelle frittate) e con le foglie è possibile confezionare dei pesti. Ma le sue applicazioni si spingono anche alla cura del corpo, visto che, tra le altre cose, ha caratteristiche lenitive e depurative per ogni tipo di pelle. t7
come conservarlo nei vasetti 1. Raccogliete unicamente le foglie giovani e tenere, mondatele e disponetele su un canovaccio fino a completa asciugatura. 2. Ponete le foglie nel mixer oppure tritatele finemente con la mezza luna. Aggiungete olio extravergine di oliva e sale marino bio. 3. Riponete il tutto in vasetti a chiusura ermetica, facendo sempre attenzione che l’olio d’oliva ricopra completamente il composto. È possibile consumarlo nella forma base (come condimento di insalate, minestre, riso, pasta), oppure aggiungendo un trito di pinoli e/o noci e del parmigiano grattugiato, così da ottenere una variante del classico pesto alla genovese.
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Protagonisti
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sette domande
Martino Dotta
Sognavo di avere una famiglia numerosa, un viaggio ad Assisi mi ha cambiato la vita 1 Come è nata in lei la scelta di diventare frate cappuccino? Nella mia decisione è stata determinante una serie d’incontri con persone in vari modi legate a San Francesco e ai Francescani in genere. Sin dai 13-14 anni d’età, ho pensato di diventare prete, ma è ai tempi del liceo che ho avuto modo di scoprire in modo più diretto Assisi e quanto ancora ruota attorno a uno dei personaggi storici che più ha influito sul mio cammino umano e spirituale. Un pellegrinaggio estivo con un gruppo di ragazzi ticinesi in Umbria, quando avevo 16 anni, è stato il punto di partenza di un percorso di verifica, che mi ha portato esattamente trent’anni fa a dare inizio alla mia vita cappuccina. 2 Avrebbe potuto fare altro nella vita? Penso di sì, almeno a considerare i miei ricordi d’infanzia. Alla fine delle scuole elementari, per esempio, sognavo di avere una famiglia numerosa. Poi, tra la prima e la seconda maggiore, mi ero posto come ipotesi professionali il cuoco (la cucina è una passione che continua ad accompagnarmi), il falegname o il già citato prete. Terminate le scuole maggiori, ho poi deciso di frequentare la quarta e quinta ginnasio presso il Collegio Pio XII di Breganzona. Allora ospitava ancora il cosiddetto Seminario minore, dove ho conosciuto alcuni fra quelli che sono stati più tardi miei compagni di studio a Friburgo. 3 Lei opera a contatto con persone indigenti e in difficoltà. Cosa la colpisce maggiormente di queste persone e delle situazioni che si trova ad affrontare? Mi colpiscono la crescente complessità delle problematiche sociali con cui mi confronto, come pure il disorientamento provato da chi, non sempre per colpa propria, si trova privo di risorse
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il personaggio
Nato a Sorengo nel 1966 in una famiglia contadina, fra Martino Dotta è il terzo di sei figli. Dopo le scuole dell’obbligo, ha conseguito la licenza ginnasiale e liceale. Laureato in teologia all’Università di Friburgo, ha pronunciato i primi voti religiosi come Cappuccino nel settembre 1989. Pubblicista e consulente sociale, opera da oltre quindici anni soprattutto a contatto con le situazioni di maggiore disagio nel nostro cantone. Coordinatore per diversi anni di Tavolino Magico, si occupa ora della Mensa sociale della Resega e della gestione di appartamenti a pigione moderata.
non solo materiali, ma forse soprattutto culturali e spirituali. Talvolta si tratta di individui, ma sempre di più di famiglie, che faticano persino a soddisfare i bisogni elementari: alloggio, cibo e vestiario. L’insufficienza di mezzi finanziari è uno dei motivi principali, per cui vengo interpellato, come pure l’eccessivo indebitamento. 4 Vive mai momenti di scoramento e come riesce ad affrontarli? Sono in particolare i problemi con cui si deve confrontare un numero crescente di nuclei familiari, e quindi di bambini e adolescenti, a suscitare in me maggiore sorpresa e preoccupazione. Provo scoramento e, non lo nascondo, a volte anche rabbia, dinnanzi al ripresentarsi delle difficoltà economiche quasi in maniera ciclica. Alcune persone faticano davvero a gestire le proprie disponibilità finanziarie! Mi meraviglia inoltre quella che considero un’eccessiva leggerezza nell’imporre limitazioni alle prestazioni sociali pubbliche, sovente già ridotte all’osso. Per contro, sono la generosità di tante persone o enti privati che sostengono il mio operato e la consapevolezza di
mettermi al servizio degli altri a spingermi a non fermarmi. 5 Riesce ad avere del tempo libero per lei, per le sue passioni? Il tempo libero che riesco a ritagliarmi (o mi concedo) è limitato soprattutto dall’accavallarsi di impegni e sollecitazioni. Non vado volentieri in vacanza per periodi prolungati, perché al rientro mi trovo a dover affrontare quanto rimasto in sospeso insieme alle richieste quotidiane. Mi piace però leggere saggi di storia o biografici, libri a carattere religioso e no. L’ascolto della musica, classica o leggera, è per me fonte di rigenerazione, come il passeggiare lungo il fiume o nei boschi. 6 Ha mai pensato di svolgere la sua opera al di fuori della Svizzera? Mi piacerebbe fare nuove esperienze in ambito sociale anche al di fuori della Svizzera, per esempio, in Africa o in America latina. Ma so che se dovessi andare all’estero, non tornerei più indietro. Credo però che ovunque ci sia ancora molto lavoro da compiere per cercare di riequilibrare le sorti di chi, suo malgrado, deve fare i conti con una vita non sempre serena. 7 Qual è un desiderio o un sogno che le piacerebbe vedere realizzato? Il mio desiderio profondo come uomo e come credente è di contribuire, nel mio piccolo, al benessere comune, nessuno escluso. Sogno un mondo nel quale gli esseri umani possano convivere in maniera pacifica e rispettosa, in armonia con l’intero Creato, realizzando infine quel progetto di bene che tutti portiamo in noi stessi.
Intervista di Roberto Roveda Foto di ©Giorgia Panzera
Protagonisti
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ore sette
Campione d’italia, ore 7 e 19 di martedÌ 7 Febbraio 2017.
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Foto di ©Stefano Ember
Ticino e non solo
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società
La via del risveglio L’arrivo a Cadro, il prossimo weekend, del Lama Shinendentsel offre l’occasione per una riflessione sul Buddhismo e su una più profonda coscienza di noi stessi. Scrive Ben Zej
I
n un’intervista realizzata da Giovanni Minoli a MargueriteYourcenarnel1987 e recentemente riproposta da Radio24, alla domanda «Con quale religione si sente più in sintonia?», la grande scrittrice francese, autrice di romanzi intramontabili come le Memorie di Adriano e L’opera al nero, rispondeva senza incertezza: «Il buddhismo». Sviluppatosi nel nord dell’India a partire dagli insegnamenti di Siddhārtha Gautama (566– 486 a.C.), universalmente riconosciuto come il Buddha storico, nel corso dei secoli il buddhismosièdiffusoinizialmenteversoest,finoaconquistareilGiappone.Apartiredal secoloXIXèiniziataunasorta di «globalizzazione» del dharma (parola che ha il significatodi«dovere»,«leggeeterna», «legge naturale», ecc), e che, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, si è propagatointuttol’Occidenteconla nascita di centri e monasteri. A partire dalla fine degli anni sessanta, il buddhismo riceve un ulteriore impulso alla sua diffusione grazie all’adesione di molti giovani in cerca di unadimensionespiritualepiù laica, non teistica e svincolata dai dogmi e dalle rigide cornici normative delle religioni euroasiatiche. Al centro del pensierobuddhistarisiedel’esperienzauniversaledellasofferenza, comune a tutti gli esseri senzienti, una condizione intimamente legata al rapporto dell’uomo con il mondo sensibile. Considerata dal Buddha come una «nobile verità»,lasofferenzarappresentailpuntodipartenzaperuna
sullo schermo Alla popolarità del buddhismo in Occidente, ha contribuito ampiamente anche il cinema. A partire dal magnifico Arpa birmana, del regista giapponese Kon Ichikawa, all’italiana Liliana Cavani che, dopo essersi occupata della vita di Francesco d’Assisi (1966), nel 1974 dirige Vita di Milarepa, mentre è di Bernardo Bertolucci il più recente e noto Piccolo Buddha (1993). Vale la pena ricordare anche l’impegno di alcuni attori, a partire da Richard Gere, buddhista militante e da molti anni attivo a fianco del Dalai Lama nel sostegno della causa tibetana nel mondo. Per un approfondimento: Cinema e buddismo, di Paolo Colombo, Centro Ambrosiano Editore, 2007.
riflessione profonda sulla nostra natura attraverso la quale raggiungere l’esperienza del risveglio. Solo quando soffriamo, infatti, cominciamo a porci domande, a investigare, a fare congetture, a cercare di scoprire la natura del reale. Tre giorni a Cadro Oggisitendesemprepiùspesso a considerare la meditazione buddhista come un abbandono del mondo, come lo sviluppo di uno stato mentale di massima concentrazione, che deriva da alcune condizioni attentamente controllate. Tecniche sicuramente utili, purché il fine non sia solo l’allontanamento da tutto ciò
Buddhismo o Buddhismi? Nonostante sia prevalentemente diffuso per ragioni storiche e di appartenenza culturale nelle aree del sud-est asiatico, il buddhismo è ormai presente un po’ ovunque nel mondo. La consistente immigrazione della comunità tibetana in esilio, a seguito dell’invasione del Tibet da parte della Cina nel 1959, ha ulteriormente contribuito alla sua diffusione in Occidente (in Svizzera i tibetani furono ospitati in comunità e aiutati a preservare la loro cultura con la creazione del monastero buddhista di Rikon). Attualmente si stima vi siano al mondo circa 500 milioni di persone di fede buddhista. Si tratta però di stime approssimative in quanto l’appartenenza a questa religione, peraltro suddivisa in moltissime forme e dottrine derivanti dagli insegnamenti del Buddha Gautama, non prevede, a esclusione dei monaci, un’iniziazione formale ma si basa su adesione volontaria.
che è spiacevole e doloroso, ma piuttosto l’apertura della mente alla pienezza delle sue potenzialità, a una sensibilità piena e alla consapevolezza che ciò che percepiamo con i sensi è parte di una realtà del tutto impermanente. Proprio intaleprospettiva,l’occasione del passaggio in Ticino, per la precisione a Cadro nelle giornate del 7, 8 e 9 aprile, del LamaShinendentsel(nellafoto), apprezzato monaco buddhista, abate del monastero Janchivdechinlen,traipiùattivie frequentati a Ulaanbaatar, in Mongolia,offriràlapossibilità di assistere al rituale «LuijinChöd», fra i più potenti della religione buddhista. Nel corso delle giornate il Lama Shinendentsel sarà disponibile a rispondere singolarmente alle domande di ogni persona, mentre durante il seminario fornirà i suoi insegnamenti con un approccio pratico e comprensibile a tutti. Per info: tel. 076 525 86 68 o EventoMongoliaLama@gmail.com. 35
Ticino e non solo
sette continenti
Una città, due fiumi
Oxford fra storia e leggenda
È
un viaggiatore un po’ speciale quello che sceglie la cittadina di Oxford come meta. Deve infatti essere attratto dalla sua storia, dal fascino secolare di uno studio selettivo e di altissima qualità, dal mistero delle sue antiche leggende. I suoi inizi, datati all’ottavo secolo, sono legati alla fondazione di un monastero, un destino comune a molte località inglesi sorte lungo il Tamigi sulle tracce di precedenti insediamenti romani. La costruzione del monastero – così vuole la leggenda – la si deve alla principessa sassone Frideswide che lo volle far erigere quale segno di divina gratitudine per essere sfuggita alle insistenze di un corteggiatore. Si possono far risalire le caratteristicheruralidelborgoprimitivo all’origine stessa del suo nome Oxenford, che indicava il guado (ford) dei buoi (ox). La città è distribuita infatti fra due corsi 36
d’acqua che ne tracciano i confini naturali: a ovest e a sud il Tamigi, a est il fiumeCherwellchedisegnaunalargaansaa cui possiamo aggiungere il taglio verticale di un canale che corre parallelo al Tamigi. Il risultato è una griglia di terreni dove mano a mano sono sorti i monasteri, le abbazie e i castelli che si sono poi in gran parte trasformati nelle sedi dei 38 college che compongono la celebre università. È a partire dall’XI secolo che Oxford diviene un luogo di studio anche se riceve un particolare impulso quando re Enrico II Plantageneto nel 1167 vieta agli inglesi di andare a studiare all’università di Parigi. Probabilmente è da allora che la conservatrice Albione alimenta i suoi pregiudizi sui francesi… Resta il fatto che ciò favorì un rapido sviluppo della cittadella universitaria di Oxford che ormai vanta un prestigio secolare.
Élite culturale
Animata da tutti gli ingredienti della modernità, Oxford è una delle più antiche e grandi città universitarie del mondo. Qui hanno studiato primi ministri inglesi come Harold Wilson, Edward Heath, Margareth Thatcher, Tony Blair, David Cameron ma anche presidenti come Bill Clinton, prestigiosi scrittori come Lewis Carroll, Oscar Wilde, J.R.R. Tolkien, T.S. Eliot o attori come Dudley Moore e Hugh Grant. Sebbene disti poco più di ottanta chilometri da Londra, Oxford resta una calamita che attira giovani provenienti da ogni parte del mondo.
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Sfida sull’acqua / La regata di cannottaggio oxford-cambridge Si diSputa daL 1829 SuL fiume tamigi tra un equipaggio (8 uomini e un timoniere) deLL’univerSità di oxford e uno di cambridge. deLLe 162 edizioni ufficiaLi Sino a oggi diSpitate, cambridge ha vinto 83 voLte contro Le 79 di oxford.
Sette paSSi in città 1. Un’ottima scuola
Il Balliol è fra i college più antichi. Fondato nel 1263, è stato il primo a ospitare una casa comune per gli studenti. Lo hanno frequentato, tra gli altri, il filosofo Adam Smith, tre premi Nobel e due re di Norvegia.
2. Set cinematografico
Il MacDonald Randolph Hotel è una costruzione del 1846 progettata dall’architetto William Wilkinson in stile gotico come molti suoi edifici edificati nella zona nord di Oxford. Il Randolph’s sorge proprio di fronte all’Ashmolean Museum, diventato famoso anche grazie alla serie TV poliziesca, Inspector More.
3. La biblioteca più antica
La Bodliean Library è la più antica biblioteca pubblica universitaria d’Inghilterra. Ha aperto le sue porte nel 1602 e attualmente vi sono conservati oltre 12 milioni di volumi, fra preziosi incunaboli, manoscritti e pubblicazioni originali. Fra le chicche vanno ricordate cinque copie manoscritte della Magna Carta del 1215, considerata come una sorta di costituzione, e una prima stampa della Bibbia di Gutenberg del 1455.
Arte & musei Ma la convivenza della popolazione autoctona con gli studenti non è sempre stata pacifica. Anzi, i college sono stati luoghi di forti tensioni sociali e religiose. Nel XIII secolo, per evitare la nascita di conflitti e sorvegliare gli studenti, furono costruite delle apposite sedi destinate a ospitare gli studenti. Oggi alcune di esse sono diventate residenze per i giovani frequentatori dei college. Ma Oxford non è solo quell’università che tutti conosciamo e che, lo sappiamo, si contende il primato dell’eccellenza con Cambridge, sua storica rivale. Ogni anno sono milioni i turisti che visitano il capoluogo dell’Oxfordshire, ricco di edifici stupendi, chiese dalle guglie maestose, musei e biblioteche imponenti che ne alimentano l’unicità. Come l’Ashmolean Museum, edificato appositamente nel 1683 con un’espressa vocazione pubblica. Non è un museo tradizionale. È un percorso che accumula vestigia del passato con l’intento di accostare i temi e le loro declinazioni nel tempo. Chi lo visita si imbatte collezioni fra archeologia e arte di impressionante ampiezza ma con una profondità di significati incrociati molto stimolanti. Non è dunque solo la contemplazione dei singoli oggetti o dei capolavori del
passato, come la celebre scena onirica rinascimentale della Caccia nella foresta di Paolo Uccello, ma anche gli abbinamenti con cui sono esposti e presentati al pubblico un centro vivAce A poca distanza dalle sale del museo inizia il centro di Oxford. L’area pedonalizzata non è molto estesa ma è animata da un costante formicolio di persone. Molte delle attività commerciali presenti rivolgono una particolare attenzione al passato: dalle fornitissime librerie (ce ne sono di ogni tipo) ai negozi apparentemente piccoli se visti dall’esterno ma che svelano ampi spazi interni dove è possibile dare sfogo al gusto per l’oggettistica d’antan, altrimenti destinata alle botteghe degli antiquari e che invece si può acquistare con poche sterline. È anche questa parte dell’amore british per gli oggetti talvolta inutili ma carichi di un antico fascino. Al termine del pomeriggio, in coincidenza con la chiusura dei negozi, questa sorta di festa collettiva si conclude e le strade si svuotano. Quasi come se la città volesse ricordarci la sacralità di un silenzio che spesso l’ha accompagnata nel corso della Storia, senza scalfirne però le abitudini. Un viaggio di Giorgio Thoeni
4. Ansia da esame
Anche a Oxford c’è un Ponte dei Sospiri. Costruito nel 1913 sul modello del ponte veneziano, collega due edifici dell’ Hertford College. Deve il suo nome al passaggio degli studenti impegnati negli esami...
5. Piante esotiche
Merita una passeggiata il Botanic Garden. Fondato nel 1621 è il giardino botanico più antico d’Inghilterra e inizialmente era riservato allo studio di piante medicinali. Esteso su due ettari di superficie fra giardino interno, esterno e serre, ospita esemplari di più di 8.000 specie botaniche di tutto il mondo, vale a dire circa il 90% delle famiglie di piante superiori.
6. Shopping
Davvero speciale è il Covered Market, in pieno centro. Esiste dalla seconda metà del Settecento ed espone le migliori produzioni locali, dai manufatti in stoffa agli alimentari. Un mercato molto famoso anche per le sue macellerie e per i negozi di dolciumi.
7. Una sera al pub
The «Eagle and Child» è il più vecchio pub di Oxford ed era frequentato da Lewis Carroll e J.R.R. Tolkien: si dice sia stato per loro fonte di fantastiche ispirazioni letterarie. C’è anche «The Lamb and Flag» e fuori dalle antiche mura, trovate il St John’s College. Merita una visita anche il «Kink’s Arms», probabilmente il più snob, che propone anche una buona cucina. 37
Tendenze
sette ingredienti
Cortesie per gli ospiti Ravioli farciti con asparagi, robiola e guanciale sono una leccornia. Ma fate attenzione, perché la ricetta nasconde delle insidie e gli invitati potrebbero anche rimanere delusi... Cucina Eleonora Postizzi Farina, uova, impasto. Troppo duro. Molto duro. Aggiungo un po’ di acqua. Mmh,troppoannacquato.Quindiunpo’ di farina. Troppo duro. Un goccio d’olio? Dai, finalmente ci siamo. Più o meno. Preparo la farcia, qualcosa di semplice. Ricotta, finocchietto selvatico e scorza di limone. Almeno su questo non posso sbagliare. Inizio a tirare la pasta e mi rendo conto che non riesco ad affrancarla sul piano di lavoro: troppo sottile! Sul tavola di sala? No, è troppo spesso! Così mi ritrovo in giardino, sul tavolo esterno a tirare pasta manco fossi alla fiera delle sfogliatine bolognesi. Ma non demordo. A poco a poco finisco con tutta la pasta, la farcisco, la chiudo e la adagio su un vassoio infarinato. Sono le 16.30 e ho già finito. Pulisco un po’ la casa e mi rilasso. Niente di meglio.
«S
taserapercenaravioli!».«Ma seisicura?Siamoinotto,èun lavoraccio», mi risponde lui. Figuriamoci se mi faccio intimorire. Per carità, parzialmente può anche avere ragione, di lavoro in effetti ce n’è. Ma potendo preparare tutto in anticipo e pre-
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gustandomi tutta la cena seduta a tavola pensochesì,hopresoladecisionegiusta. Poco importa se io sono celiaca e per me dovrò cucinare un piatto di penne. Volete mettere la bontà di una pasta fresca fatta in casa appositamente per gli ospiti? Così, mi metto all’opera.
incidenti di percorso Già. Peccato non abbia fatto i conti con l’oste. Al momento di tuffare i ravioli in acquabollentemiaccorgochenonhopiù dei graziosi ravioli ma un raviolone gigante incollato al vassoio. Cerco di staccarli. Nulla da fare, a meno che io non voglia romperli. Riprovo, mi dispero, cerco di far finta di nulla con gli ospiti e soprattutto con lui che sta elogiando le mie doti culinarie. «Vedrete, stasera ravioli fatti in casa!». No, in realtà i ravioli non hanno mai visto la luce. Provo persino a buttare tutto in acqua sperando che si dividano. È proprio vero che la speranza è l’ultima a morire. «Ma non hai capito, tesoro! Avevo detto che avrei voluto cucinare i ravioli, ma oggi non avevo molto tempo. Ho preferito un bel piatto di pasta al pomodoro. Senza glutine, va bene a tutti?». Sono passati alcuni anni da questo episodio e, credetemi, non ho mai più presentato dei ravioli agli ospiti. Ma ammetto che questi con gli asparagi sono talmente buoni che forse un’eccezione potrei farla. Seguite la ricetta qui a fianco!
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Consigli/ Per imParare a «sentire» la Pasta è indisPensabile lavorarla a mano. dovrà essere duttile e morbida, ma non troPPo, e neanche eccessivamente asciutta altrimenti tenderà a stracciarsi. alla Peggio, esistono svariati elettrodomestici che Possono PreParare l’imPasto Per noi.
preparazione 1. sul piano di lavoro formare una fontana con la farina, creare un buco e rompere all’interno le due uova e il tuorlo. aggiungere un pizzico di sale e iniziare a lavorare fino a ottenere una massa liscia e omogenea. scaldare una ciotola con dell’acqua calda, lasciarla sgocciolare brevemente e capovolgerla sul panetto di pasta appena impastato. lasciar riposare per 15-20 minuti. 2. preparare gli asparagi tagliando le punte (da tenere da parte per il sugo) e la parte finale (3-4 cm) da buttare. tagliare a rondelle la parte centrale. 3. in una padella scaldare un goccio d’olio d’oliva, rosolare brevemente lo scalogno precedentemente tritato e unire gli asparagi. salare e pepare, aggiungere un goccio d’acqua, coprire con un coperchio e lasciar cuocere per 4-5 minuti o fino a quando gli asparagi risulteranno morbidi (ma ancora consistenti). 4. frullare gli asparagi e farli raffreddare prima di aggiungere la robiola, una grattugiata di pecorino a piacere, la scorza (poca!) di limone, sale e pepe. mettere in un sac à poche e conservare al fresco. 5. tirare la pasta per i ravioli a porzioni utilizzando un mattarello o l’apposita macchina per la pasta. assicurarsi che sia sottile ma non troppo, altrimenti la farcia rischia di fuoriuscire. ottenute delle strisce, farcire con dei mucchietti di farcia disposti a distanza regolare. spennellare con il bianco d’uovo rimasto e sigillare bene la pasta in modo che tutta l’aria fuoriesca. con l’aiuto di una rotella dentata (o un coppapasta) tagliare i ravioli. 6. in una padella, senza aggiungere grassi, far rosolare il guanciale fino a ottenere dei pezzetti croccanti. 7. nella stessa padella, asciugandola del grasso, rosolare le punte di asparagi. aggiungere il burro, salare e lasciar sciogliere dolcemente.
tipo di ricetta preparazione: 30-40 minuti cottura: 10 minuti difficoltà: media
ingredienti 220 g di farina 3 uova 500 g di asparagi 50 g di robiola fresca 60 g di guanciale 1 scalogno 1 limone pecorino romano (sbrinz o parmigiano) 30 g di burro qb olio extravergine d’oliva qb sale & pepe
8. in una pentola capiente portare a ebollizione l’acqua, salarla e tuffare i ravioli. lasciarli sobbollire per 6-7 minuti a seconda dello spessore. assaggiarne uno per per verificare la cottura. 9. scolarli nella padella con le punte di asparagi e amalgamare per bene. 10. servire con una grattugiata di pecorino e una manciata di guanciale. NOTE È fondamentale che la pasta fresca, dopo essere lavorata, riposi 15-20 minuti. infatti, durante questo tempo tenderà a rilassarsi e a diventare più morbida. non bisogna preoccuparsi se dopo averla lavorata risulterà troppo compatta, quasi dura. 39
Tendenze
stile
Dalla parte degli occhi In fatto di occhiali la tendenza, al di là della costante ricerca tecnologica nell’ambito delle lenti e dei materiali, punta alla sorpresa e al fashion style. E perché scandalizzarsi: non siamo forse nella società dell’immagine e dell’apparire? Scrive Marisa Gorza
M
entre la chirurgia oftalmica fa passi da gigante e risolve problemi di diottrie e ben altri, gli occhiali diventano indispensabili per avere unlookuptodate.Altroche«quattrocchi» com’erano canzonati un tempo ragazze e ragazzicongliocchiali:c’èchipoisiinforcadegliesemplariconlentifinte,tantoper assumereun’ariapiùinteressanteeimpegnata. I modelli da sole poi si possono indossare pure per avere carisma, fascino enigmatico e osservare gli altri celando il proprio sguardo. E non solo durante la stagione estiva. Nascondersi e mettersi in mostra nel contempo? La moda è proprio la regina dei simpatici paradossi! Che ci sia grande richiesta per questo accessorio in grado di interagire con i tratti e l’espressione del viso, è fuori questione. Lo avvalora il MIDO (Mostra internazionale dell’occhialeria) con ben più di 1200 aziendedelsettoreradunateloscorsofebbraio alla Fiera di Milano-Rho. Tutte vol-
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Marchi & Mercato
90 miliardi
di franchi, è il valore del mercato globale degli occhiali.
35%
è la percentuale rappresentata dagli occhiali da vista e da sole «firmati» dai brand di lusso e prodotti da aziende specializzate nell’eyewear. A dominare questo mercato sono a tutt’oggi cinque grandi realtà di cui quattro sono italiane: Luxottica, Safilo Group, l’americana Marchon Eyewear, Marcolin e De Rigo.
3,7%
il dato realtivo all’aumento della produzione a livello mondiale nell’ambito dell’occhialeria nel 2016. Un settore che pare non conoscere crisi.
tearenderloirresistibile,puntandosuuna sperimentazionechesaunirel’esteticaallaperformance,ilcomfortallatecnologia, la soluzione di problemi visivi al fashion. Grandi Firme Un cocktail sempre ben riuscito nelle proposte delle griffe come nei modelli di Giorgio Armani (by Luxottica) dalla linea tondeggiante, enfatizzata dal doppio ponte. Particolarmente audace è la costruzione dell’asta a triplo strato, dove il legno racchiude l’anima di carbonio. Presentati pure sulle recenti passerelle maschili, questi occhiali sono il frutto di una meticolosaricercasulleinnovativesuperficitattili,specificadellacasa.Nonèquindi casuale che i grandi gruppi dell’occhialeria si prodighino per accaparrarsi le licenze delle Grandi Firme per le quali l’accessorio diviene una metafora del loro stile e concept. L’occhiale da sole, prettamente da uomo,
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Non solo occhiali / NEGLI ULTIMI 10 ANNI LE LENTI A CONTATTO SI SONO SEMPRE PIÙ DIFFUSE IN SVIZZERA. LE IMPORTAZIONI SI SONO MOLTIPLICATE PER NOVE, SUPERANDO LA QUOTA 100 MILIONI NEL 2016 E QUELLE SETTIMANALI E GIORNALIERE SONO SEMPRE PIÙ APPREZZATE. IL 60% ARRIVANO DAGLI USA O DALLA GERMANIA.
CRITERI DI SCELTA Ogni viso ha le sue specifiche caratteristiche. La montatura degli occhiali deve dunque armonizzarsi con la forma del volto. Ecco alcuni consigli:
1. Ovale
DOLCE&GABBANA
DIOR
Tutte le forme sono adatte anche se la scelta ottimale è il design rettangolare. Evitate dimensioni troppo generose o troppo piccole.
2. Rotondo
Scegliere modelli che sottolineano gli angoli, cioè un design quadrato e leggermente rettangolare. Donano anche le forme ampie.
3. Triangolare/a cuore
PRADA
GIORGIO ARMANI
di Dolce&Gabbana ha la tipica forma a goccia preziosamente rivisitata in oro bianco e giallo, con lenti pure rivestite di un sottile strato del puro metallo a 18kt. Impossibilenonscorgerviunedonismoe una solarità tutta mediterranea propria del gusto elaborato dal duo stilistico. Minimalismoradicale(madilusso)neiprototipi unisex di Prada dove l’essenziale sagomapilotsidistingueperlelentilibere esovrapposteallasottilecorniceinpalladio. Invece, per vedere il modo in rosa c’è lamascherinaatuttalentediBlumarine (byDeRigo),sfumataneitonidellenuvole. I punti luce in cristallo lungo il frontale sottolineano il legame con il sognante mondo femminile della maison.
Chiara Biasi. Verde militare, rosa e azzurro mescolati a tocchi di silver e gold, non senza una spregiudicata innocenza, disegnano sulle lenti tenere foglioline di... marijuana. Una efficace cromoterapia arriva pure con le vivacissime lenti Polaroid, super polarizzate con l’esclusiva tecnologia Thermofusion. Un’allegra festa per gli occhi, è proprio il caso di dirlo.
BRILLANO LE LENTI Le lenti degli occhiali da sole brillano di colori. Giallo, arancio e bronzo guidano le tendenze, anche se le lenti scure continuano a garantire il tocco glamour e misterioso,perfettoperlaprivacy.Masenei modellidauomoprevalgonoiltotalblack e il grigio, tinte e grafie sorprendenti enfatizzano l’occhiale da donna. Motivi geometrici a caleidoscopio appaiono sulle lenti di Dior (by Safilo) con un effetto straniante e affascinante per chi le guarda, ma del tutto impercettibile per chi le indossa. Un’esplosione di grinta e carattere, giocata su forme femminili esasperate, caratterizza i modelli Police (by De Rigo)dellacapsulecollectionfirmatacon il pungente senso estetico della blogger
FORMA E MATERIA Cornici e montature spesso si ispirano all’architettura contemporanea, a motivi grafici audaci e spiritosi con triangoli, esagoni e ottagoni, oppure esasperano le classiche sagome a goccia e a gatta. Gran carattere espresso e sottolineato pure dai materiali naturali quali il legno, il pellame e perfino il marmo. Per esempio gli esemplari di David Marc, oltre a studiare e applicare con profitto la geometria, mescolano la pelle di lucertola delle cornici con l’acciaio scintillante dell’asta. Per di più aggiungono sapienti clip per ottenere due tipi di occhiali in uno, a seconda della protezione richiesta. Ma le aste possono essere pure parlanti, conformi all’attualissimo trend del lettering. Tant’è che ai terminali degli esemplari Woow, sono state inserite delle placche che contengono un preciso messaggio verbale. Poche parole per esprimere un’emozione, uno stato d’animo o il motto personale di chi li indossa.
La scelta migliore è decisamente una montatura ovale o arrotondata. Evitare modelli minuscoli o eccessivamente colorati.
4. Rettangolare
Le possibilità migliori sono modelli con ponte ampio e stanghetta bassa. Perfetti anche gli occhiali a giorno con contorni sottili.
5. Quadrato
Evitare i modelli che sottolineano gli angoli quindi optare per le montature arrotondate, ma mai troppo piccole.
OCCHIALI: REQUISITI 3 QUALITÀ
Gli occhiali da sole devono avere lenti in grado di assorbire tutte le radiazioni UV e la maggior parte delle radiazioni ad alta energia. L’occhiale da vista, quale dispositivo medico, va personalizzato in base alle proprie esigenze e all’utilizzo.
MASSIMA ATTENZIONE
Le lenti, che siano da sole o da vista, sono regolamentate da precise direttive C.E. e vanno acquistate presso centri specializzati. L’occhio vuole la sua parte... 41
Relax
stelle & curiosità l’oggetto L’ascensore
Astroparade
di Betty
I moti celesti di Venere scombinano le carte di molti segni, esaltando sentimenti ed erotismo. Al vertice, un esuberante Toro seguito dal Capricorno e dai fin troppo responsabili Pesci
Che cos`è l’ascensore? Un «nonluogo», un locale, un elettodomestico, un mezzo di trasporto? Al cinema, per esempio, nel lift – dall’inglese to lift, ovvero alzare, sollevare – avviene di tutto, dagli omicidi ai tradimenti, risvolti horror compresi. Uno spazio che ispira dunque, e permette slanci fantasiosi e creatività. Sarà per la sua presenza capillare e la sua universalità, sarà per le dimensioni a volte assai ridotte che obbligano a convivenze involontarie. Sarà perché nell’ascensore siamo un po’ tutti uguali. E nel caso di problemi «tecnici» essere ricchi o poveri, facce note o perfetti sconosciuti, non porta a nessun vantaggio. Freud non aveva dubbi: l’ascensore rappresenta l’eccitazione sessuale, in aumento (se l’ascensore sale) oppure in calo (se scende). Meglio la prima opzione, certo, anche se la cosa più importante è riuscire a uscire (prima o poi) da quella scatola appesa sul vuoto... Se pare che già Archimede avesse progettato mezzi per il trasporto verticale di persone, i primi utilizzi su larga scala sono legati al lavoro nelle miniere e al trasporto di merce nei porti. Tra quelli che hanno fatto storia, come non ricordare quello inaugurato nel 1889 nella Tour Eiffel. Un pezzo da museo se paragonato ai 330 metri di risalita del Bailong (provincia cinese dello Hunan), un ascensore in vetro utilizzato per raggiungere la sommità di una parete rocciosa. Vertiginoso.
istruzioni per l’uso Sette consigli per un invito a cena di Walter Mariotti
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Toro
La retrogradazione di Venere nell’amico segno dei Pesci aiuta soprattutto i nati nella terza decade rendendoli particolarmente seducenti. Grazie a Mercurio e a Marte nel vostro segno vi sentirete molto dinamici. Moderate però i bellicosi bollori, canalizzandovi verso gli obiettivi in modo più metodico.
2
CAPriCorno
L’esuberante quanto imprevedibile Giovanni Trapattoni ebbe a dichiarare in un’intervista del 2009 che «dove c’è tanto business, le ragioni del portafoglio prevalgono su quelle della coscienza». Parole sante che vi aiuteranno a risolvere brillantemente una situazione complicata. Venere vi spinge a nuovi amori.
3
PESCi
robert Louis Stevenson ha affermato che «il primo dovere dell’uomo è parlare». Condividete il principio, ma cercate di dare più spazio agli affetti e all’amore senza farvi sopraffare dal senso del dovere e dalle responsabilità. Un po’ più di leggerezza. Guardate di più al presente e lasciate perdere il passato.
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«L’astrologia», ha scritto André Breton, « è una gran signora, molto bella e venuta così da lontano che non posso fare a meno di sottomettermi al suo fascino». Mercurio e Marte di transito favoriscono un rinnovato interesse per il mistero.
Lilith e Venere in ottimo aspetto. ritorni di fiamma grazie alla retrogradazione del pianeta. Si riaccendono antiche e mai realmente sopite passioni. Momento decisivo per i nati nella terza decade segnati dal ciclo di Saturno. Per i nati nel segno è arrivato il momento delle tentazioni. Con Venere in opposizione è molto difficile resistere al richiamo delle emozioni. Aumento degli appetiti sessuali e del proprio fascino erotico. Determinati e incisivi.
1. Prima di invitare qualcuno pensateci bene. Dopo potrebbe essere troppo tardi. 2. Siete proprio convinti? Bene, scegliete il pranzo, è più veloce e meno impegnativo, cioè meno rischioso. 3. Se il pranzo va bene, passate direttamente
Venere in retrogradazione porta novità e ritorni di fiamma a partire dal 3. Fatevi guidare dall’istinto. Fortunati gli incontri in prossimità dell’acqua. Molto determinati i nati nella seconda decade. Un viaggio per i nati in luglio. Venere favorevole fino al 3: «Chi ama profondamente non invecchia mai neanche quando ha cent’anni. Potrà morire di vecchiaia ma morirà giovane», ha scritto romano Battaglia. Saturno crea qualche difficoltà.
Mercurio in retrogradazione sostiene i nati nella prima decade. Sta per giungerelanotiziachestavateaspettando. Marte rende irascibili i nati nella seconda decade. Potete stare tranquilli: Giove è dalla vostra parte. Evitate imprudenze!
all’aperitivo: la sera, infatti, è bene stare leggeri. 4. Dopo l’aperitivo, ma solo se siete stati davvero bene, proponete il cinema. Costa poco, è silenzioso e non c’è bisogno di parlare. 5. Solo se proprio non potete farne a meno, proponete
«Quando ci riferiscono un giudizio sfavorevole su di noi, invece di risentirci dovremmo pensare a tutto il male che abbiamo detto degli altri, e trovare che è giusto che se ne dica altrettanto di noi». Emil Cioran picchia duro, come sempre.
La retrogradazione di Venere spinge in avanti e in indietro la vita sentimentale dei nati nel segno. ritorni di fiamma, messaggi ed echi provenienti da un lontano passato. rottura degli schemi per i nati nella terza decade! nel Talmud è scritto che «quanto più l’uomo è grande, tanto maggiori sono le sue passioni». Siate però menopolemicieirascibili.Trail5eil6aprile al Luna invita a maggiore calma e allo sviluppo della dote della pazienza.
una cena. Rigidamente in pizzeria, è economica e rumorosa. 6. In casi estremi fatevi invitare da un amico. Portando il vostro ospite. 7. Se dopo tutto questo la persona vorrà ancora venire a cena con voi, portatela direttamente all’altare.
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TIRATuRA cONTROLLATA 63.212 copie chIusuRA RedAzIONALe Venerdì 24marzo 2017 edITORe Teleradio7SA,Muzzano AmmINIsTRAzIONe viaIndustria,6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919603155 dIRezIONe, RedAzIONe, cOmpOsIzIONe e sTAmpA CentroStampa TicinoSA viaIndustria, 6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919682988 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7è su Facebook sTAmpA (cartapatinata) Salvioniartigrafiche SA Bellinzona TBS,LaBuonaStampaSA Pregassona pubbLIcITà PublicitasAG,Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse39,Postfach 8010Zürich tel.058680 95 92 / 0796357222 daniel.siegenthaler@publicitas.com dATI peR LA sTAmpA riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste ANNuNcI LOcALI PublicitasLugano tel.058680 91 80/fax.0586809171 lugano@publicitas.ch IN cOpeRTINA Miorganizzo.(©Monkeybusinessimages)
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La soluzione del Concorso apparso il 17 marzo è: BILANCIO Tra coloro che hanno inviato la soluzione corretta sono state sorteggiate: Bernadette Omassoli (Gravesano) Aurora Angelotti (Tenero) Complimenti alle vincitrici! 43
Promesso! Tutte le nostre banane saranno sostenibili.
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Di più su questa promessa entro la fine del 2017 su generazione-m.ch