Ticino 7 numero 23

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30 05 08 L’appuntamento del venerdì

nu numero

4 Petrolio. In fondo al pozzo 6 Tom Waits. La mia voce è il mio strumento 50 Bullit. Automobili e pallottole

Corriere del Ticino • laRegioneTicino • Giornale del Popolo • Tessiner Zeitung • CHF. 2.90


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numero 23 30 maggio 2008

Impressum Tiratura controllata 93’617 copie

Chiusura redazionale Venerdì 23 maggio

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Agorà Petrolio. In fondo al pozzo

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Arti Tom Waits. La mia voce è il mio strumento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Media Giovani. Immigrati nella rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Società Milano. Una diocesi in grande . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Salute Il sole, ospite (s)gradito

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Direttore editoriale

Reportage Calciatori in erba: essere se stessi, come Kakà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Capo progetto, art director, photo editor

Tendenze Bullit. Automobili e pallottole

Peter Keller

Adriano Heitmann

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

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Giancarlo Fornasier

Concetto editoriale IMMAGINA Sagl, Stabio

Amministrazione via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12

Libero pensiero

Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Fotografia: Francesca Agosta Ti-Press, Stabio

Cortese direttore, le scrivo per esporre alcune osservazioni circa il nuovo Ticinosette, nella speranza che vengano prese in considerazione. Non voglio entrare nel merito delle scelte grafiche che trovo comunque più attuali e in un certo senso necessarie. Anche i contenuti, in buona parte cambiati, mi sembrano nella media abbastanza interessanti. Quello che mi ha deluso è stato constatare il maggior spazio dedicato all’astrologia (assai discutibile, fra l’altro, la scelta di chiamarla Astri). Secondo me questa pseudoscienza rappresenta una mistificazione, una forma di inganno che crea false aspettative nelle persone, oltre a favorire forme di irrazionalità (per non parlare poi dei ciarlatani sempre pronti a pelare i poveri polli che ci cascano). Ritengo che la razionalità sia probabilmente la dotazione migliore di cui dispone il genere umano, soprattutto tenendo conto dei tempi che corrono. Con queste, mi permetta, baggianate, si alimenta la tendenza della gente a fuggire dai veri problemi e dalla realtà. Una scelta editoriale del tutto discutibile che non mi sento affatto di condividere. Con i migliori auguri, S.L. (Bellinzona) Gentile lettore, rispondo volentieri alla sua lettera che ben sintetizza una critica sollevata da altre persone. Innanzitutto una considerazione di tipo editoriale: sono moltissimi i periodici che ospitano

rubriche simili alla nostra, il che non significa che gli editori e i responsabili di redazione siano degli scriteriati che aspirano a gettare i lettori in pasto ai ciarlatani. Ticinosette, in quanto servizio di informazione e veicolo di pubblicità, si rivolge a un pubblico variegato, senza la pretesa di voler soddisfare le esigenze e le aspettative di tutti. Ma veniamo alla ratio. Personalmente, al di fuori di quello che è il metodo scientifico applicato allo studio della natura, non riesco proprio a concepirla come un valore assoluto. Certamente, nella sua come nella mia vita, la razionalità ha un peso e un rilievo non indifferente: entrambi ci sforziamo quotidianamente di fare scelte e assumere decisioni “razionali”. Se però considero me stesso e le persone con cui di solito mi relaziono, devo ammettere anche la presenza di aspetti irrazionali connessi all’emotività, a capacità intuitive e a inclinazioni spirituali, aspetti che difficilmente possono essere ricondotti alla ratio. E poi, se la immagina una società perfettamente razionale, costituita da esseri che operano – o sono costretti a operare – sempre e comunque razionalmente? Qualcuno ci ha provato in passato ma i risultati li lascio giudicare a lei. L’astrologia è piuttosto esercizio simbolico, lettura archetipica dell’umanità che affonda le radici nel mito e nella psicologia. Come in ogni cosa, anche la razionalità è questione di misura ed equilibrio. Cordialmente, Fabio Martini


Petrolio. In fondo al pozzo

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L’

ipotesi circola da tempo e divide il mondo degli esperti in campo petrolifero: nell’arco dei prossimi dieci anni sarà raggiunto il cosiddetto peak oil, il punto di culmine dell’estrazione petrolifera, oltre il quale si innescherà il declino della produzione mondiale. La congiuntura non è delle migliori, dato che tutto ciò avviene nel momento in cui la domanda di derivati del petrolio è in rapida crescita a causa della fame di energia dei due grandi colossi asiatici, Cina e India. L’incremento del prezzo della benzina e del gasolio è del resto sotto i nostri occhi, quotidianamente, tutte le volte che transitiamo presso una stazione di servizio. In questi giorni, per esempio, siamo intorno ai 130 dollari al barile, ma fra un mese o due le cose evolveranno, probabilmente in peggio. Naturalmente le cause di questa drammatica impennata, avviata circa due anni fa, sono molteplici e articolate. La speculazione finanziaria (numerosi fondi pensionistici, americani e non, stanno investendo su hedge funds legati alla crescita del prezzo delle materie prime), la debolezza della divisa statunitense, le tensioni politiche e militari in aree sensibili (Iraq e Golfo Persico, innanzitutto), la cattiva gestione delle risorse, sono fra queste. Premesso il fatto che le previsioni valgono quanto un due di picche, è molto, molto probabile che il costo del barile prosegua la sua folle corsa al rincaro.

In un rapporto del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti del febbraio 2005, intitolato Il picco della produzione mondiale di petrolio: conseguenze, mitigazioni e gestione del rischio, si legge: “Le precedenti transizioni energetiche (da legna a carbone e da carbone a petrolio) sono state graduali ed evolutive. Il picco del petrolio sarà improvviso e rivoluzionario”. La recente “morte” del giacimento messicano di Cantarell, uno dei superproduttori del pianeta, situato al largo delle coste dello Yucatan e scoperto casualmente negli anni Settanta da un pescatore, Rudesindo Cantarell, sembra in tal senso rappresentare un pessimo presagio. Ma la spada di Damocle del peak

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Agorà

La morte di Cantarell nel golfo del Messico, la lotta per il controllo di Kashagan, la crescita economica di India e Cina, il fallimento militare americano in Iraq… fatti apparentemente lontani ma che tocchiamo con mano tutte le volte che facciamo il pieno alla pompa di benzina oil non preoccupa tutti. Rex Tillerson, amministratore della Exxon ha recentemente sostenuto che “in tutta la storia dell’azienda, abbiamo fronteggiato numerose sfide, tra cui sconvolgimenti economici, instabilità politica e nazionalizzazione delle risorse. Le abbiamo sempre superate con l’obiettivo di continuare ad alimentare la prosperità globale”. Altri, come Jim Mulva, amministratore della Conoco, la pensano diversamente: “Non abbiamo più la disponibilità di nuove aree esploratrive che storicamente eravamo soliti ottenere. Come produttori di energia dobbiamo cercare fonti nuove ed esotiche”. Il fatto è che la posizione delle cosiddette majors è profondamente cambiata nell’arco degli ultimi trent’anni: dal vero e proprio monopolio esercitato negli anni Settanta, in cui le “sorelle”, grandi e piccine che fossero, controllavano l’85% delle riserve mondiali di petrolio, si è passati a una situazione opposta che vede le compagnie di stato – dalla Russia all’Algeria, al Venezuela – controllare oltre l’80% dei giacimenti. La recente e complessa disputa per il controllo del grande giacimento di Kashagan, che ha visto emergere l’ENI nel contrasto tra BP e Exxon Mobil, per poi giungere ad accordi di maggiore complessità con il governo e la compagnia di stato del Kazakhstan, è in tal senso paradigmatica. L’accesso alle risorse da parte delle compagnie private è infatti soggetto a pesanti royalty, elevate tassazioni e non di rado a multe, elementi che influiscono sulle future strategie delle compagnie, costrette a guardare oltre l’orizzonte rappresentato dai combustibili fossili. Le strade da percorrere sembrano essere diverse: innanzitutto lo sviluppo di tecnologie estrattive sempre più raffinate, come per esempio, i pozzi “multilaterali” a bassa manutenzione, piattaforme in grado di per-


forare fondali di oltre 2 chilometri di profondità, modellizzazioni statiche e dinamiche dei giacimenti, recupero di pozzi dati per esauriti. Tecniche costose, ma al momento praticabili grazie ai profitti derivati dall’aumento del prezzo del greggio a cifre mai viste. Significativa in tal senso la dichiarazione di Paul Siegle, vice presidente della Chevron per la pianificazione strategica: “Ditemi quando raggiungeremo il picco della tecnologia e potremo parlare di picco della produzione”. Una posizione simile a quella sostenuta da Leonardo Maugeri, direttore Strategie e Sviluppo dell’ENI e autore di interessanti libri sull’argomento, secondo cui il pianeta è pieno di petrolio, il problema è estrarlo. Un’altra via sembra essere quella della produzione di combustibile dallo sfruttamento delle sabbie bituminose e del carbone che viene presa in serie considerazione dall’amministratore della Royal Dutch Shell, Jeroen van der Veer. A suo parere, la produzione da fonti non convenzionali, come le sabbie bituminose canadesi, potrebbe rappresentare il 15% delle risorse della Shell già nel 2015.

Il declino della produzione petrolifera inizierà dunque, con estrema probabilità, prima che siano state sviluppate alternative valide per soddisfare il deficit di energia. Senza poi ignorare il fatto che per produrre nuove fonti energetiche si deve disporre di ulteriore energia e che i biocombustibili e il Liquido da Gas (GTL) hanno un potere energetico inferiore. La riduzione della dipendenza dagli idrocarburi, e quindi della vulnerabilità del sistema, dipende soltanto dalla prontezza di governi e cittadini nell’adottare nuove forme di trasporto e nella capacità di affrontare una profonda riorganizzazione delle società: meno viaggi e spostamenti, telelavoro, veicoli ibridi e utilizzo sistematico dell’energia “cosmica” per le abitazioni. Non c’è scelta. Cristopher Maltin, rappresentante britannico nel Comitato per la Bioenergia, nel corso di una recente intervista al canale televisivo Aljazeera ha ricordato, a tal proposito, una celebre frase di Albert Einstein: “Non riusciremo a uscire dal caos in cui ci siamo cacciati utilizzando le stesse idee che lo hanno causato”.

Agorà

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» di Fabio Martini; illustrazione di Domenico Mendicino

La terza possibilità è quella dello sviluppo nella produzione di biocombustibili, che nel 2007 hanno contribuito per circa 1,3% all’offerta di petrolio (una porzione modesta, ma superiore al contributo petrolifero dell’Indonesia). Ma qui il discorso si fa complicato. Sì, perché il costo del cibo e quello dei combustibili appaiono sempre più strettamente interconnessi: il prezzo del petrolio in costante crescita innalza il prezzo dei fertilizzanti e dei trasporti, componenti essenziali dei costi dei prodotti agricoli. Per non parlare poi dello sfruttamento di aree agricole utilizzate per il sostentamento delle popolazioni in paesi a basso profilo economico. Il risultato è che gruppi ambientalisti, una volta favorevoli ai biocombustibili, stanno facendo marcia indietro e lo stesso primo ministro britannico Gordon Brown ha avviato un ripensamento sulle politiche che riguardano i biocombustibili. Il bioetanolo derivato da cellulosa, un processo di produzione che non ricade sulla produzione agricola, rappresenta per il momento un orizzonte ancora lontano, anche se non mancano sperimentazioni sostenute da compagnie private e governi. Anche il Brasile - fra l’altro è stato recentemente scoperto dalla Petrobras un giacimento di enormi dimensioni (33 miliardi di barili di petrolio) che andrà in produzione fra 8-10 anni - ha il potenziale per un aumento dell’etanolo derivato da canna da zucchero attraverso lo sfruttamento di terre destinate al pascolo, con un impatto ridotto sulla produzione di cibo e la deforestazione. Ma i tempi sembrano ancora lunghi.


Film

Down By Law (Daunbailò nell’edizione italiana) Diretto da Jim Jarmusch e uscito nelle sale nel 1986, include fra i suoi protagonisti Tom Waits, John Lurie, Roberto Benigni, Nicoletta Braschi ed Ellen Barkin.

2006 della rivista “Rolling Stone”: “L’ho potenziata, ci ho lavorato sopra più che su ogni altra cosa. Più di quanto abbia lavorato sulla tecnica del pianoforte…” e ancora: “… ho capito che dovevo lavorare sulla voce. Mi è sempre piaciuto il parlato”. Sono state dette e scritte molte cose su di lui, tanto che il personaggio e l’aneddotica mitizzante hanno spesso posto in secondo piano l’enorme mole di lavoro e di artigianato che sta dietro a un “fenomeno” di siffatta statura. Le sue parole chiariscono senza ombra di dubbio che non sono gli stravizi a regalarci il suono della sua voce ma un duro lavoro di scelte, esperimenti ed errori. Che a Tom Waits interessi innanzitutto la musica lo dimostra poi il fatto che la sua ultima pubblicazione discografica Orphans: Brawlers, Bawlers & Bastards, riunisce in tre splendidi cd una quantità di musica che avrebbe potuto tranquillamente pubblicare in tempi più dilatati, garantendosi una presenza costante sul mercato ma rinunciando a un progetto così speciale e organico. “Orphans”, prosegue Waits, “è fatto di canzoni dure e tenere. Rumbe e sirene, tarantelle sugli insetti, madrigali sull’annegamento. Canzoni orfane impaurite e dirette, che parlano di estasi e di malinconia. Canzoni che sono cresciute in modo difficile. CanMusicista, poeta, attore Tom Waits rappre- zoni di origini dubbie senta una delle grandi voci di questi anni. ritrovate dal destino crudele e ora lasciate La sua articolata capacità vocale, al di là di sole a desiderare qualogni suggestione romantica, ci svela qualità cuno che si prenda cuartistiche ed espressive uniche ra di loro. Fate vedere che non avete paura e Ancora più interessante e riportatele a casa. Non mordono, hanno solo velatore, sempre riguardo alla bisogno di attenzione”. In un mondo che ci propria voce, è quello che il stupisce sempre più per la sua follia e incoemusicista racconta in un’inrenza, il fatto che in Orphans la motivazione tervista di Rex Weiner ripormusicale prevalga sul calcolo commerciale ci tata sul numero di dicembre rende un po’ più felici e fiduciosi…

» di Giancarlo Locatelli

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a sua disposizione. Come un attore alla ricerca della giusta interpretazione per affrontare un determinato testo, Tom Waits trasforma ogni traccia in un’occasione di sperimentazione vocale, perseguita anche grazie a modi differenti di ripresa del suono. Per ogni canzone egli individua una precisa e singolare qualità vocale e recitativa che si incorpora perfettamente alla strumentazione e all’arrangiamento. Riferendosi a Orphans Tom Waits ha dichiarato: “Al centro di questo disco c’è la mia voce. Ho fatto del mio meglio per sbuffare, sibilare, sussurrare, gemere, rivelare, infierire, piagnucolare, sedurre. Con la mia voce posso sembrare una ragazza, un boogieman, un theremin, un fuoco d’artificio, un clown, un dottore, un assassino. Posso essere tribale. Ironico. O disturbato. La mia voce è il mio strumento”.

Tom Waits Orphans, Brawlers, Bawlers & Bastards Anti, 2006 56 canzoni, un ricco libretto di 94 pagine con testi e fotografie: un’occasione, per chi non lo conoscesse, per entrare nel mondo graffiante e caliginoso dell’artista americano.

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Arti

Nel variegato panorama della canzone Tom Waits si conferma a ogni sua uscita discografica come un musicista dai tratti assolutamente originali. Acuto e sorvegliato esploratore del mondo dei suoni egli è, proprio per questo, apprezzato da musicisti appartenenti a generi musicali diversi e da un folto pubblico di affezionati che ne segue l’evoluzione da ormai quasi tre decenni. Non vogliamo qui ribadire l’aspetto romantico del personaggio, quanto porre piuttosto l’occhio alla cura estrema delle sue scelte musicali, forgiate in un laboratorio di continue sperimentazioni. Le sue canzoni sono uniche sia per la particolarità degli argomenti e dei personaggi di cui trattano, sia per l’ampio spettro di modi e mondi musicali cui fanno riferimento. Nella sua musica albergano il blues e il jazz, il rock e il cabaret, ma anche la polka, il tango, il valzer... l’America, l’Europa. Un aspetto, più di altri, ha dato spunto a letture e interpretazioni: la sua voce. C’è chi ha parlato di fumo e di alcol, chi di una somiglianza con la voce di Bruce Springsteen “ma con un cancro in gola”. Quello che invece mi preme sottolineare è la moltitudine di voci che egli riesce a “inventare”, di canzone in canzone, grazie a un’estrema lucidità nell’utilizzo dei mezzi

La mia voce è il mio strumento

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Internet

www.pewinternet.org Il Pew Research Center è un osservatorio no profit. La ricerca Teens and Social Media citata è scaricabile dal sito, putroppo solo in inglese… www.digitalyouth.ischool.berkeley.edu Sito sul quale è possibile consultare il contributo Kids’ Informal Learning with Digital Media.

per mostrare le foto ad altre amiche e insieme a loro sceglie quale abito le sta meglio. Capo che poi comprerà online, risparmiando. Ciò che spinge la madre di Mary, testimone di questo episodio, non è tanto la dimestichezza con cui la figlia tredicenne usa il computer, internet e la fotocamera digitale, quanto la disinvoltura con la quale la figlia e le sue amiche si “spostano” tra realtà e virtualità: dalla visita al grande magazzino alle interazioni nel mondo digitale per condividere fotografie, discutere, fare delle scelte condivise da un gruppo allargato e, alla fine, acquistare. E questo in piena libertà… o presunta tale. Ancora più interessante è il secondo dato riportato nello studio Teens and Social Media. Circa due terzi degli adolescenti che usano internet – quindi i due terzi di quasi tutti gli adolescenti – utilizzano la rete come strumento per comunicare e per esprimere la propria creatività. Non solo consultazione di informazioni, ma partecipazione e condivisione di contenuti auto-prodotti. Testi e storie – e le ragazze in questo ambito sembrano cavarsela meglio – finiscono sui blog o sulle pagine personali; fotografie e video vengono caricati su siti specializzati come Flickr o YouTube. Gli adolescenti inoltre pubblicano profili personali sui siti di social network per restare in contatto con gli amici, dimostrando, spesso, di essere in grado di cavarsela meglio dei loro genitori La nascita dei nativi e degli immigrati di- di fronte ai rischi legati gitali: come i ragazzi sfruttano al meglio le alla protezione dei dati opportunità offerte dalle nuove tecnologie… personali. La storia di Mary è sintomatica ansenza rinunciare al confronto personale che di un altro aspetto, forse più sorprendente sabato pomeriggio con le amie controcorrente: i ragazzi attivi in rete sono che in un centro commerciale, gli stessi che hanno un’intensa vita sociale. provandosi vestiti e scattando Certezza che, per chi di anni ne ha qualcuno fotografie dei capi più belli con in più, forse è la più “disturbante”… nel rila sua macchina digitale. Torcordo di serate solitarie passate a giocare con nata a casa, Mary usa internet archeologici pc, lenti, tristi e noiosi.

» di Marco Faré; elaborazione immagine Tecnica T7

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Angelo Petrosino Un amico Internet per Valentina Piemme, 2001 Valentina attraverso internet riesce conoscere un ragazzino di nome Jack. Inizia una fitta corrispondenza e una certa simpatia. Sino a quando… Un libro per ragazzi da 8 anni.

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Media

e delle nuove tecnologie da parte dei giovanissimi è in costante crescita, tanto che sono pochi gli adolescenti che oggi non comunicano e si relazionano attraverso internet. Se per giungere a questa conclusione non è necessario scomodare sociologi e massmediologi – osservare spesso aiuta a capire più di molte parole – qualche dato oggettivo ci viene fornito da una delle ultime e più complete ricerche pubblicate, Teens and Social Media, uscita sul finire del 2006 negli Stati Uniti ed eleborata dal Pew Internet & American Life Project. I ricercatori statunitensi hanno intervistato telefonicamente un campione di ragazze e ragazzi tra i 12 e i 17 anni. E il risultato ha mostrato non solo l’impressionante diffusione della rete come strumento di comunicazione primaria, ma pure, rispetto ad analogi studi svolti a partire dal 2000, anche la costante crescita percentuale di questa fascia di fruitori rispetto alla comunità globale degli internauti. Non stupisce che la rete sia intensamente diffusa tra i ragazzi, mezzo di comunicazione versatile, in particolare nella vita privata e per le attività legate al tempo libero. Non a caso Marc Prensky, studioso, giornalista, insegnante e autore di numerosi videogiochi destinati all’apprendimento, riferendosi ai giovani parla di nativi digitali. I nostri adolescenti sono nati quando i computer e i telefonini erano

già diventati oggetti e servizi di largo consumo, o lo stavano diventando. La naturalezza che le nuove generazioni dimostrano utilizzando queste tecnologie si contrappone ai movimenti lenti e meditati degli immigrati digitali, cioè coloro che hanno dovuto apprendere a usare strumenti che non erano disponibili al momento della loro nascita. E con loro anche i linguaggi nati con la rete e i nuovi modi di interagire, più veloci, sbrigativi e immediati. Meno “timidi”. Ma a distinguere tra nativi e immigrati digitali è la naturalezza con cui i primi sanno muoversi dentro e fuori il mondo digitale. Secondo quanto riferisce Danah Boyd, ricercatrice americana del Digital Youth Research di Berkeley (California), per i ragazzi di oggi è normale iniziare a conversare faccia a faccia e continuare la conversazione online grazie a strumenti di messaggeria istantanea, o viceversa. La storia di Mary, raccontata durante un convegno, è emblematica. Questa ragazza americana di tredici anni, trascorre un tipico

Immigrati nella rete

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L’uso diffuso dell’informatica

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A. Caprioli et al. Diocesi di Lugano Due volumi – un po’ specialistici – ma che si lasciano comunque leggere da chi vuole conoscere in maniera approfondita la storia della chiesa milanese, collocata nel più ampio contesto della storia religiosa della Lombardia.

Internet

www.chiesadimilano.it Il portale internet della comunità ambrosiana guidata dall’arcivescovo Dionigi Tettamanzi. Formazione, notizie, arte e attualità su “incroci news” .

testimonia quanto grande ed estesa sia stata l’influenza ambrosiana: un esempio sono le valli ticinesi di Blenio, Leventina, Riviera (non per nulla chiamate Valli Ambrosiane) che hanno fatto parte dal IV fino al XIX secolo della diocesi di Milano. Qui le celebrazioni sono ancora in rito ambrosiano, così come sono ambrosiani, sempre in Canton Ticino, i due storici e famosi carnevali, quelli di Biasca e Tesserete. Questo per ciò che riguarda il passato: ma che dire degli anni più recenti e magari futuri? Il ruolo di protagonista di Milano non si è fermato ad Ambrogio: l’ultimo cinquantennio è stato caratterizzato da figure come Giovan Battista Montini, prima arcivescovo di Milano (1954-63) e poi pontefice con il nome di Paolo VI, uno dei protagonisti della grande stagione del Concilio Vaticano II per arrivare quasi ai giorni nostri con Carlo Maria Martini, arcivescovo dal 1980 al 2002 e una delle personalità più autorevoli del cattolicesimo contemporaneo. E anche oggi la chiesa milanese sembra non aver perso la sua capacità di precorrere i tempi: molta attenzione viene data alle tematiche sociali, in particolar moLa storia della diocesi di Milano rappresendo alla famiglia, alle ta un caso singolare all’interno del mondo coppie che si separano cattolico. La chiesa milanese continua a di- o divorziano, ai prostinguersi per il suo forte impegno sociale e blemi dei giovani e la notevole articolazione interna degli anziani, all’educazione e all’integrazione. In una città come Milano con la più con la Quaresima che inizia alta presenza di immigrati in Italia, dove la domenica. ogni giorno quattro matrimoni “scoppiaProprio la persistenza del rito no”, dove sempre di più sono i single e gli ambrosiano anche in terre anziani tutto questo appare veramente di che attualmente non fanno buon auspicio per il futuro. parte della diocesi di Milano

avere un proprio rito liturgico (il rito ambrosiano) e un proprio canto per accompagnare le celebrazioni (il canto ambrosiano invece del “classico” canto gregoriano). Da un punto di vista religioso, questo si traduce in alcune differenze nella celebrazione della Messa e nel calendario delle celebrazioni religiose rispetto al rito romano, quello usuale nella restante Chiesa cattolica. Uno degli aspetti peculiari più evidenti, anche per chi non è praticante, è legato alla fine del Carnevale e all’inizio della Quaresima. Nelle zone dove vige il rito romano il Carnevale termina con il Martedì grasso e la Quaresima comincia dal Mercoledì delle Ceneri, nelle zone “ambrosiane” il Carnevale si conclude, invece, alcuni giorni dopo, il sabato,

» di Roberto Roveda; fotografia di Adriano Heitmann

Società

si cinque milioni di fedeli distribuiti sui 4243 km2, sono questi i numeri della diocesi di Milano guidata dal 2002 dall’arcivescovo Dionigi Tettamanzi: questa la “carta d’identità” che ci restituisce l’immagine di una diocesi in grande, ben simboleggiata dall’imponente mole della sua cattedrale, il Duomo di Milano. Se da un lato i dati ci indicano che la diocesi di Milano è una delle più estese e popolose del mondo – in Europa risulta essere la prima per numero di battezzati – non ci permettono di cogliere del tutto le peculiarità e l’importanza della chiesa milanese, né ci raccontano la sua lunga storia. Già, perché la diocesi di Milano non è solo “grande”, ma è anche antichissima, tanto che le sue origini risalgono al 52 d.C., quando l’apostolo Barnaba (così racconta la tradizione) divenne il primo vescovo milanese, il primo di oltre centocinquanta! Tre secoli dopo sarà sant’Ambrogio a imprimere alla chiesa meneghina le caratteristiche di originalità ancora oggi presenti: la diocesi divenne così “ambrosiana” e una delle poche al mondo ad

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Oltre 1100 parrocchie e qua-

Una diocesi in grande

La Basilica di Sant’Ambrogio a Milano

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dermatologo e segretario della Società ticinese di dermatologia e venerologia. “Fa anche bene all’umore, essendo un antidepressivo naturale. Il suo effetto più deleterio, invece, è l’eccesso in tempi brevi. Per l’esposizione vale quindi una regola semplice: uso e non abuso”. Che il calore e la luce solare siano un toccasana per l’umore lo confermano molti studi, ma forse basta un esempio per capire il loro valore. Viganella, un piccolo paese piemontese di montagna, da novembre a febbraio viveva nell’ombra. Per rendere luminosi e più gioiosi i mesi bui, ha installato a monte un grande specchio che riflette i raggi solari sulla piazza del paese. Il sole è dunque un grande amico dell’uomo, ma basta poco per trasformarlo in un

www.meteosvizzera.ch/salute MeteoSvizzera non si occupa solo di previsioni del tempo, ma anche di quelle dei raggi ultravioletti (Uv). In base all’indice Uv previsto e quindi all’intensità dei raggi, dà consigli su come proteggersi.

per difendersi dall’attacco dei raggi ultravioletti (Uva e Uvb, responsabili rispettivamente dell’invecchiamento della pelle e delle ustioni), non certo per diventare più bella e sana. Proteggerla fin dai primi anni di vita è fondamentale, perché le scottature giovanili aumentano di molto il rischio di cancro. Basti pensare che a vent’anni la pelle ha assorbito l’80 per cento dei raggi Uv che può tollerare senza danni lungo tutta la vita. “Prima di esporsi al sole è indispensabile conoscere il proprio fototipo e se si è portatori di nei pericolosi”, spiega Gilardi. “L’esposizione va evitata se si stanno assumendo farmaci fotosensibilizzanti, come gli antinfiammatori, gli antibiotici e gli psicofarmaci, e se ci si è spruzzati del profumo. Nel caso in cui si debba o si voglia rimanere molto tempo al sole, bisogna evitare le ore più calde, dalle 11 alle 16, proteggendosi con vestiti e applicando creme solari con il fattore di protezione adatto alla propria pelle e idrorepellenti se si è in piscina o al mare”. Il pericolo di ustioni può essere ridotto con la tintarella, per così dire, paziente. “Bisognerebbe esporsi Per il fisico e la mente i raggi solari sono un già dalla primavera, in vero e proprio toccasana. Diventano però modo da abituare a poco a poco la pelle al un acerrimo nemico della pelle quando se ne sole. Anche il solarium abusa: le ustioni sono infatti una delle cause può essere d’aiuto, tedei tumori cutanei nendo però presente le premesse che valgonemico spietato. Alle nostre no per l’esposizione ai raggi solari”. latitudini l’abbronzatura è Le lampade emettono infatti raggi Uva e ancora uno status symbol, favoriscono un’abbronzatura leggera. Il ma non è sempre sinonimo colorito ambrato non deve quindi trarre in di salute. La pelle si colora, inganno: la pelle al sole ha sempre bisogno producendo più melanina, di protezione.

» di Antonella Sicurello

l’estate che bussa alla porta, sorge un dubbio amletico: il sole lo faccio entrare oppure no? La risposta è quella che vale per l’ospite: sì, se rimane per un po’; no se la permanenza si prolunga oltre il dovuto. Con questa regola elementare, ci si può Salute godere i raggi solari migliori, salutari per la mente e per il corpo, e si allontanano quelli che alla lunga creano problemi (ustioni e tumori) alla pelle. Ma gli svizzeri sono ospitali? Le statistiche dicono che lo sono fin troppo. Nel confronto internazionale, infatti, la Svizzera è tra i paesi con i tassi più elevati di cancro alla pelle. Ogni anno sono colpite da un tumore cutaneo 15 mila persone, di cui 1700 da un melanoma, una forma maligna tra le più pericolose, che ne uccide 250 (più uomini che donne). Alla base di questi dati, poco confortanti, ci sarebbero condizioni economiche migliori rispetto ad altri paesi, che permetterebbero periodi frequenti di vacanza, con una maggiore esposizione ai raggi solari. “Il sole non va però demonizzato, perché rappresenta una fonte energetica insostituibile e indispensabile per la fotosintesi delle vitamine”, sottolinea Stefano Gilardi,

www.swisscancer.ch Sul sito della Lega contro il cancro si possono scaricare opuscoli che descrivono i diversi tipi di pelle (fototipo) e spiegano come proteggersi dal sole e prevenire il cancro cutaneo. Consulenza telefonica gratuita allo 0800 118811.

»

Con

Il sole, ospite (s)gradito

Il sole fotografato dalla sonda Soho

Internet


ma che è questo odore di bruciato?”. Mister Solarium non l’ha capita e ha trasformato le ciniche risate in un più vasto “Ehi! Questi mi amano proprio”.

Miss Tettona è una che se la

vedi in costume da bagno, e pure tu sei in costume da bagno e magari di quelli attillati “c’è posta per te”, ti tocca guardare l’orizzonte piatto del mare sconfinato e sforzarti più che puoi a farti venire a mente l’attacco del Requiem di Mozart, ma potrebbe non bastare. Miss Tettona non è ancora morta, né investita dal gelataio, né infilzata da un ombrellone e nemmeno annegata al largo, strano… Strano sì, perché sulla spiaggia riceve maledizioni e malocchi corali da tutta una schiera di donne col marito che, voltato sulla pancia, con la bavetta che amalgama la sabbia, passa ore a fissarle i cocco belli. Miss

Tettona se la ride della prova costume.

La Signora Paranoia è una di quelle che increma il flacone della crema stessa e la tela dell’ombrellone. Quando fa il bagnetto lascia un alone lucido e cangiante sull’acqua. Pochi secondi dopo il suo passaggio – solitamente a rana – affiorano i pesci morti. Suo marito invece non riesce ad alzarsi dalla sdraio in quanto scivola e ci ripiomba, così tutto il giorno, ma non gli sfugge una sola bestemmia perché ama la premurosa moglie. I due figli sono mostri di sabbia appiccicaticcia. I loro castelli sono di gran lunga i più spettacolosi della spiaggia. Usando la crema come legante la sabbia solidifica al punto che il bagnino, la sera, per distruggerli e tirare la rena piatta, deve farli saltare con la nitroglicerina degli shampoo abbandonati alla doccia pubblica.

» di Kurt Sghei

Solarium lavora in banca. È un tipo davvero ganzo, o almeno così crede. In realtà le sue colleghe, facendo la di lui viperina valutazione, come è tipico delle donne in pausa caffè, si dividono in due ben distinte correnti di pensiero. C’è chi sostiene “è omosessuale outing”, e c’è chi dice “è omosessuale represso”. Mister Solarium, finite le sue brave otto ore e mezza, molla le pratiche sulla scrivania e dice ai colleghi “a dopo ragazzine, al bar Fikoni, come sempre” e corre sculettando, altero fra gli uomini, al suo solarium del cuore. Ci si frigge dieci minuti per parte per poi precipitarsi in spider al bar per la solita cena a base di pistacchi e Franciacorta. L’altra sera, un suo collega ha fatto ridere tutti con una battuta che non è nemmeno granché, quando Mister Solarium li ha raggiunti al tavolo ha sibilato “Ehi ma...

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Gli adoratori del sole

Mister

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Le ad er

i ied mon ei p diale nella cura d


Internet

www.homeofthehamburger.org Se volete sapere tutto o quasi sull’hamburger originale questo è il vostro sito. E vi convincerete che Charlie Negreen non è una leggenda. Forse…

di arrosto. Leggende e personaggi in questa storia culinaria non mancano: come i fratelli Menches – venditori di salsicce di maiale ad Akron, Ohio – che, rimasti senza materia prima, arrangiarono un hamburger condito con caffè durante un festival ad Hamburg (New York). Ben più interessante la storia di Charlie Nagreen. Stato del Wisconsin – quello delle mucche –, Anno di Grazia 1885: alla Outagamie County Fair di Saymour il quindicenne Charlie cerca di vendere le sue succulente polpette agli affamati visitatori della fiera campestre. L’intraprendente ragazzo aveva percorso decine di chilometri dal suo domicilio per raggiungere la manifestazione, sicuro del successo. Purtroppo, rimase deluso dalle vendite: le sue palline di carne, per quanto deliziose, erano piuttosto complicate da mangiare, specialmente mentre si passava da una bancarella all’altra. Come spesso avviene, la lampadina si accese all’improvviso e, procuratosi delle fette di pane, schiacciò le sue polpette facendone un panino. Pare che il successo fu immediato e in breve tempo non ci fu più fiera nella regione senza la bancarella di Hamburger Charlie. Tanto che nel tempo il carretto divenne una tenda e Charlie continuò a servire saporiti hamburger divertendo i suoi clienti con un simpatico jingle accompagnato dalla sua chitarra. Fino al 1951, anno in cui morì, con Il tanto denigrato panino è una delle molte vit- oltre 65 anni di servitime della più micidiale arma che mente umana zio alle spalle. Ancora oggi è lui il vero padre abbia mai partorito: la globalizzazione del panino più diffuso al mondo. Dalla metà del Novecento l’invasione delle “polpette” scelto e macinato, 4 once è stata inarrestabile. Accompagnato da lat(113 grammi) di rene o mituga, pomodoro e un po’ di salsa ketchup, dollo macinato, il tutto moa meno che non siate vegetariani, il vero dellato a forma di polpetta e hamburger, costituito da carne macinata ripieno di cipolle lievemente e di buona qualità, è certamente un’espesoffritte. Quanto ottenuto verienza indimenticabile… Tutto il resto è fast niva infine impanato, fritto food, roba veloce, insomma. nel burro e servito con salsa il figlio) e, perfezionata nel tempo, la si trova diffusa in tutta Europa a partire dal XIX secolo. Con lievi cambiamenti, l’antenato dell’hambuger compare quale alimento delle classi più povere, una carne sotto sale e lievemente affumicata che faceva da base proteica durante le lunghe, migratorie traversate atlantiche verso il mondo delle grandi promesse: gli Stati Uniti. Tra i più noti e maggiori porti dove imbarcarsi sulla via della speranza, quello di Amburgo non era secondo a nessuno. Amburgo ovvero Hamburg. Il resto lo lasciamo al vostro spirito “sherlockiano”… L’Hamburg Steak, la bistecca di Amburgo, appare sui tavoli dei migliori ristoranti newyorkesi alla fine del’Ottocento. Nel Ricettario del noto Charles Ranhofer (1894), chef del Delmonico’s Restaurant, si legge che la “raffinata” Hamburg Steak consisteva in una libbra (453,59 grammi) di filetto di manzo magro

» testo e illustrazione di Ulrico Gonzato

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Hamburger: me provochi e…

Gastronomia

to. L’hamburger, per decenni bandiera gastronomica di chi stava al passo con i tempi che cambiano, è una specialità conosciuta da tutti. Chi non ha mai assaggiato il “panino” pronto, caldiccio e che non ti lascia mai deluso? Pochi, ne siamo certi. Al di là dell’eterno dibattito tra salutisti e cultori del “gusto globalizzato”, tra quelli che “mai lì dentro!” perché contro le multinazionali e quelli che “almeno so che cosa mangio” nella patria della polenta come a Tokyo, risulta molto più interessante analizzarne le origini che, a dire il vero, hanno ben poco di americano. Il signor Charles Darwin, papà dell’evoluzionismo, sarebbe d’accordo nell’affermare che il noto panino rotondo non è apparso dal nulla, ma si è evoluto nel tempo. L’hamburger affonda le sue radici nel lontano XII secolo, quando la carne ovina veniva ammorbidita sotto la sella dei soldati Tartari che cavalcavano nelle fredde steppe spalla a spalla con Gengis Khan. Infatti, le “esigenze strategiche” del conquistatore mongolo costringevano i soldati a lunghe e inarrestabili cavalcate alternate a improvvise e sanguinarie battaglie. E un esercito ben nutrito costituiva naturalmente un notevole vantaggio. La Bistecca alla Tartara venne portata a Mosca da Kublai Khan (ebbene sì…

Fast Food Nation Pellicola anglo-americana di Richard Linklater del 2006, vede tra gli altri la partecipazione della cantante canadese Avril Lavigne. Un film a tratti duro, che solleva interrogativi sulla macellazione degli animali e le multinazionali dell’alimentazione.

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Lussurioso, grasso, succulen-

Film


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» testo di Giancarlo Fornasier; fotografia IMMAGINA

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anche lei autrice di racconti brevi, adoro le descrizioni dell’universo femminile, ironiche, fatte di una quotidianità diversa, “femminile”. Mi piace molto anche andare al cinema. Adoro Pedro Almodóvar, in particolate per la sua abilità nel costruire film popolari e allo stesso tempo universali, con livelli di lettura infiniti… barocco, ma capace di scardinare i sentimenti umani. È straordinario. La gestione di un’attività culturale è un processo costruito sul compromesso. Nella programmazione della stagione è necessario trovare un giusto equilibrio tra temi e spessore culturale delle proposte. Spettacoli leggeri e per un pubblico di nicchia devono è estremamente labile. Non convivere, con pari dignità e visibilità, in è semplice ritagliarsi i propri modo da accontentare tutti. E il successo di spazi privati. Le amicizie ne Chiasso sta forse anche in questo, oltre che in risentono un po’, anche se scelte che vengono da lontano. Già vent’anni rappresentano un valore e una fa la città aveva capito che era necessario avere dimensione da difendere, che una persona che si occupasse di programmacerco di coltivare il più possibizione, un professionista in modo da creare una le. Nel tempo libero mi dedico continuità nel tempo. È il frutto di una bella al cinema, mi piace assistere e felice costellazione astrale che si era creata ad altri spettacoli… questo antra l’esigenza di maggiore cultura da parte del che per poter vagliare proposte pubblico e una rinnovata sensibilità politica. e sceglierne di nuove per il Altre manifestazioni, come ChiassoDanza, nostro cartellone. Qualcuno Piazza Blues a Bellinzona, compiono vent’anni ci chiama operatori culturaproprio quest’anno… credo non sia casuale. Si li… forse è vero, ma di una iniziò allora a intuire che la cultura come invecultura che ognuno coltiva stimento poteva migliorare la qualità della vita secondo la propria sensibilità. di tutti. È anche il mio caso… nei dodici anni Sapete, prima di laurearmi io di attività personale per la città di Chiasso, avevo una formazione come ho vissuto momenti straordinari: il concerto infermiera psichiatrica… due Goran Bregovi´c con la pace appena raggiunta mondi apparentementi lonnella ex Jugoslavia. O più personali, come tani. Invece sono due aspetti l’incontro con il critico Tatti Sanguineti, che di me che rivelano il desiderio ci fece visita per la retrospettiva che dedicamdi condividere con la gente il mo a Walter Chiari. Lo straordinario Gianrico proprio tempo. Oggi come ieri, Tedeschi venne con il nipotino appena nato e sono le relazioni umane che la figlia. Così, scopri nel tempo come un uomo mi interessano e come queste di cultura o un grande artista non abbia bisosfociano nella creatività. Ma gno di molti fronzoli… Poi ci sono i momenti difficili… Che dire di quando Beppe Grillo si Assistente alla direzione del CinemaTeatro di ammalò per due volChiasso, Tiziana è una vera passionaria della te consecutive? Ricorcultura… con il sogno di viaggiare do ancora il pubblico inferocito. Si impara a mi piace anche starmene con convivere con la paura dell’insuccesso, anche me stessa, a casa, ciondolare a a livello inconscio… spesso lo si sogna. È un destra e sinistra… leggere. Ho lavoro meraviglioso, ma lascia poco tempo. un debole per Raymond Carver Coltivo sempre il desiderio di viaggiare. Mi e Grace Paley. Del primo appiacerebbe un giorno potermi dedicare a un prezzo la capacità di sintesi, le progetto che abbini l’ambito culturale a quello sue parole sono pietre… Ricorsociale… magari in America latina, in Africa… da molto Cechov. Della Paley, sono dei sogni. Un giorno, chissà…

Tiziana Conte

Vitae

i sveglio attorno alle sette e mezza, faccio colazione a casa… abito ad Arzo. Tè verde, doccia e al lavoro a Chiasso. Sono in ufficio verso le nove. La prima cosa che faccio è bere un caffé, sperando di trovare le energie vitali necessarie. Saluti i colleghi nel foyer del teatro, controllo la posta e programmo la giornata, che va abbastanza “a braccio”. Durante la giornata tutto può variare, anche in funzione della programmazione serale o dei momenti legati agli spettacoli: la gestione dell’ufficio stampa, il coordinamento e l’organizzazione degli eventi e degli artisti, la raccolta dei documenti… Se è in programmazione uno spettacolo faccio una breve pausa pranzo. Ma non sono un “donna-yogurt” che digiuna. Poi ricomincio verso le due. Quando vi sono delle attività nel pomeriggio o la sera non ho il tempo di tornare a casa… e dunque mi capita di cambiarmi nei camerini… come gli artisti. Rientro verso le ventitrè… a seconda della programmazione. Il dopo-spettacolo è un momento particolare, di grande privilegio per chi fa il mio mestiere, che è molto stressante e nel quale si lavora costantemente “in urgenza” ed emergenza. Scambiare le impressioni con gli artisti è un privilegio, un momento molto intimo. Tutto diventa informale quando l’adrenalina dell’esibizione scema per tutti. Sono i momenti in cui scaturiscono le chiacchiere “migliori”. Si scoprono le “persone” : chi ti racconta delle difficoltà di tenere unita una vita artistica e la famiglia, chi di altre passioni… Insomma, si ha la possiblità di conoscere le persone da un altro punto di vista. Può apparire paradossale, ma gli organizzatori sono spesso soli. Incontriamo sempre persone di passaggio. Potere parlare con loro è impagabile, credetemi… Rientrata a casa crollo letteralmente. Nella mia attività professionale il lunedì non è diverso dal sabato, giornate molto variabili in cui il confine tra lavoro e non lavoro

»

M


Reportage

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Il calcio giovanile rappresenta uno degli ambiti di maggiore aggregazione nella nostra regione. Ma qualcosa sta cambiando. Una riflessione su ragazzi, genitori, arbitri e allenatori alla luce dei nuovi “modelli� sportivi che giungono dal mondo del professionismo

di Paolo Galli fotograďŹ e: Ti-Press


Foto: Adriano Heitmann Torneo di calcio all'Oratorio Oratorio di Mendrisio. Sono stati coinvolti tutti i ragazzi delle scuole, circa 300, 00, in un evento svoltosi sull'arco di tre giorni

c

orricchiavo nel lungo corridoio co di casa, inseguendo un pallone marcato stretto da mio m fratello maggiore. Dodici anni in più, un colosso per me ch che ne avevo soltanto sei. E gridavo “Zico, Zico, Zico”. In quell’anno, quell nel 1983, il brasiliano si trasferì all’Udinese (all’Udin (all’Udinese!). Avevo istintivamente pianto per lui, dodici mesi prima, prim quando l’azzurro Gentile – di nome ma non di fatto – gli strappò la maglia. Zico. Idolo per istinto. Quandò arrivò in Friu Friuli aveva già trenta primavere alle spalle, ma il suo look era da d over-40. Per nulla affascinante.


Capelli lunghi e arruffati, magrolino, sguardo perennemente accigliato. Maradona non era molto più ammaliante, per quanto concerne l’aspetto fisico, addirittura tarchiatello. E Rummenigge? E Platini? Non certo degli adoni. Ma, a quei tempi, vendere la propria immagine non rientrava fra le prerogative dei calciatori. E noi bambini ci accontentavamo di idolatrarli per ciò che mostravano sul campo. Veniamo al giorno d’oggi. Ritorno al futuro, insomma. Pensiamo a Beckham, a Cristiano Ronaldo, a Kakà. Sono strepi-

tosamente bravi, ma sono anche l’immagine della bellezza, oltre che della salute. Fisici possenti, sorrisi che brillano, capelli sempre a posto. Non solo. Sono trascinatori in fatto di look. Andate un po’ a seguire un allenamento o una partita tra ragazzini. Vedrete decine di calciatori in erba con le scarpe arancioni di Ibrahimovic. Vedrete qualche pettinatura aggressiva alla Cristiano Ronaldo. Vedrete pure insistite, e raramente riuscite, finte alla Ronaldinho. È cambiato l’“essere calciatore”. Ma è cambiato pure, parallelamente – della serie:


foto grande: Rancate, torneo calcistico di Pentecoste foto piccole: Lugano, vittoria e sconfitta sul volto dei giovani protagonisti


è nato prima l’uovo o la gallina? –, il modo di guardarli, di imitarli, di… comprarli. comprarl Ve lo immaginereste un Maradona in mutande per Dolce e Gabbana? Invendibile. Il mercato del calcio punta pu proprio alle giovani generazioni, quelle che appunto son sono disposte a comprare. A comprare cosa? Un sogno, che si porta appresso un’intera spesa. Puntare al figlio per arrivare arrivar al borsellino dei genitori. E oggi i genitori sono maggiormente maggiorm disposti, mediamente, rispetto al passato, ad accontentare accontent i desideri del figliolo. Il sogno non è soltanto del ragazzino. ragazzino Anche padri e madri, oggi, hanno un ruolo un pochino di differente rispetto a quello che ricoprivano in passato. Ho assistito casualmente a una discussione as tra un allenatore e un papà, al termine di un allenamento di p allievi D (dieci-undici an anni). Ebbene, il genitore si lamentava del fatto che il figliolo, continuando ad allenarsi in questa realtà provinciale, non avrebbe certo potuto progredire. Lui, il suo pupillo, già lo vede pronto per una grande squadra v

italiana. E allora altro che comprargli le scarpe arancioni! Un’altra azienda, non quella che segue Ibrahimovic, ha recentemente lanciato una nuova campagna pubblicitaria. Alcune stelle del calcio incontrano i bambini di alcuni piccoli paesi, da Andorra a San Marino. La voce narrante dello spot è di José Mourinho, ex allenatore portoghese del Chelsea. A un certo punto, sottolinea: “Non cercate di essere il nuovo Kakà, il nuovo Messi o il nuovo Beckham, cercate di essere semplicemente voi stessi”. Un ottimo consiglio, sicuro. Peccato che intanto noi vediamo scorrere immagini eloquenti di ragazzini dagli occhi gonfi d’emozione nel giochicchiare al fianco dei loro idoli. Uno tra essi, proprio il brasiliano del Milan, aggiunge: “Non siamo giocatori singoli, siamo una squadra”. Lo dice lui, il Pallone d’Oro, il calciatore più invidiato ed emulato. E i bambini sognano, e si fanno comprare le magliette di quella marca lì. Ma non dovevano essere loro stessi? O forse, per riuscire davvero a esserlo, hanno bisogno di vestirsi in un


foto ricordo “femminile� al recente torneo di qualificazione alla Coppa Ticino allievi E a Morbio Inferiore


certo modo? Il gioco della pubblicità. Nulla di nuovo insomma. È chiaro però che, oltre al divertimento, i bambini di oggi, giocando a pallone, cercano anche qualcos’altro. La competizione è nel presente, ma rivolta al futuro. Diventare calciatore ma soprattutto uomo immagine. Poi, per fortuna, i bambini sono pur sempre bambini. E allora piangono e ridono, e conservano comunque un pizzico di straordinaria innocenza. Quella che invece, nella maggior parte dei casi, perdono i genitori. Ma vi ricordate le mamme di una volta? Non venivano al campo “perché ho paura che si faccia male” o, se per caso passavano di lì, preferivano girare lo sguardo a ogni piccolo contrasto. Ora, accidenti, sono diventate aggressive. Alcune comandano. Una, un giorno, gridò al suo figlioportierino: “Non ascoltarlo (l’allenatore, ndr.), rinvia su”. I bambini allora non sarebbero cambiati. È cambiato, naturalmente, il modo di educarli. Sono cambiati gli stimoli. Differente il mondo attorno a loro. Ricordo anche un intervento di Totti nel corso di un incontro con alcuni studenti romani di scuola elementare: “Il bello del calcio è nelle vostre mani”. Facile. Troppo. Un conto sono le parole, un altro sono gli esempi che si hanno davanti. Proprio per questo si è lavorato molto, negli ultimi anni, sulla formazione degli allenatori. In calo sono i burberi mister di una volta, in ascesa invece quelli rampanti, quelli che usano il gergo tecnico e piccoli accorgimenti psicologici di grande effetto. Un’arma a doppio taglio. Perché in questo modo tutto è diventato più professionale, e allora un allenamento per calciatori in erba si trasforma in una piccola lezione, non solo sportiva ma anche morale, in cui il gioco rischia di nascondersi dietro una spessa patina di retorica calcistica. I formatori format spingono proprio i “nuovi” allenato allenatori nel favorire il “gioco”, ma la loro concentrazione co e la loro preparazione nel farlo potrebbero persino rischiare di esaltare troppo i singoli. Fondam Fondamentale allora spingere sul reale senso di integrazione e di aiuto tra compagni di squadra. Le origini dei piccoli calciatori sono tra le più svariate, la società, ve v ne sareti accorti, è cambiata parecchio – quella sì –, e allora in quel senso gli allenatori meritano davvero una form formazione adeguata. Loro sono i primi a do doversi integrare con i piccoli, favorendo così la crescita sana di un favorend vero e pro proprio spirito di squadra. Lo dice persino Kakà...


I colori dell’India, i suoi odo-

ri speziati: Wes Anderson, prodigioso giovane regista laureatosi all’Austin University in Texas, ha fatto di nuovo centro con un film, delizioso, ironico e unanimemente acclamato dalla critica all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Stiamo parlando di The Darjeeling Limited. Non nuovo ai set indiani, Anderson ci racconta una storia, che inizia a Jodhpur e finisce a Udaipur, dove tre fratelli americani, che non si sono parlati per oltre un anno, si recano alla ricerca di una tigre albina che si suppone essere la reincarnazione del loro defunto padre (Bill Murray). In realtà il loro obiettivo spirituale è quello di ritrovare se stessi e il loro rapporto fra-

terno. Presto si ritroveranno nel bel mezzo del deserto, con 11 valigie, una stampante e un macchinario del tutto inutile. Un cast d’eccezione: Adrien Brody (Oscar 2003 ne Il Pianista), Jason Schwatzman, Owen Wilson (al quarto film insieme ad Anderson), Natalie Portman, Anjelica Huston. Un film dalla risata intelligente e amara, un piccolo capolavoro di sceneggiatura (per la penna di Anderson e Roman Coppola, fratello di Sofia nonché figlio del più anziano dei Coppola: Francis Ford) con una colonna sonora assolutamente fantastica. Geniale la trovata di iniziare il film con uno “short” una sorta di cortometraggio dal titolo Hotel Chevalier dove si raccon-

CIP · RSCC

The Darjeeling Limited Regia di Wes Anderson Con: Adrien Brody, Jason Schwatzman, Owen Wilson, Natalie Portman, Anjelica Huston Produzione: American Empirical Pictures, 2007

Abbiamo visto per voi

inclusive

ta di Jack, (uno dei fratelli, scrittore, alias Jason Schwatzman). Nelle sequenze finali in un simbolico treno dove, in pochi minuti, ripercorrendo la vita dei personaggi, lo spettatore ha il quadro completo di quella strana famiglia: un padre riccone proprietario di una Ferrari old style, morto investito da un taxi, la madre (Anjelica Huston) suora in un santuario indiano da cui fugge il giorno dopo l’arrivo dei suoi tre figli e infine i tre fratelli alla ricerca, tra ex fidanzate, mogli in dolce attesa e assistenti in fuga, di una propria dimensione esistenziale. Dello stesso regista raccomandiamo I Tenebaum e Le avventure acquatiche di Steve Zissou, entrambi su etichetta Buena Vista.

» di Paola Tripoli

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Che montagne. Che laghi. Che luce!


Nata per vincere! Nuova Mazda5.

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Nuova Mazda5. Now that’s Zoom-Zoom. Garanzia Mazda di 3 anni o 100 000 km. Categoria d’efficienza energetica B – D, consumo in ciclo misto 6,1 – 8,3 l/100 km, emissioni di CO2 162 – 198 g/km, valore medio di CO2 di tutti i modelli nuovi 204 g/km.


:BULLIT AUTOMOBILI E PALLOTTOLE: LA NASCITA DELL’INSEGUIMENTO

fiche lle sale cinematogra m■ 63), Bullit uscì ne hn (19 ug ss Va rt tne be Wi Ro scheda del fil te st di Robert L. Pike Mu Yates. Tra gli altri, ricordiamo nel ca mica Tratto dal romanzo ter Bisset (nel film l'a di per la regia di Pe lui ne I magnifici sette), Jacqueline tar più ni an e qu cin con Fell ano Chalmers; già Oakland e Norman (nel ruolo del capit bert Duvall, Simon Ro n, rdo Go n Do Cathy), nei quali l’aspetto libri ■ mo due volumi multilingue ni dedicate all’attore, segnalia li estratti azio deg o blic son pub ne e ine eros pag num ste le Tra que delle immagini presenti sue e Part te. alen prev è ico 4 200 fotograf Claxton photographs, Taschen Tectum Publishers 2008 ➜ Steve McQueen. William vita di Yann-Brice Dherbier, una di i agin Imm n. uee ➜ Steve McQ

internet ■ co sia cambiata negli ultimi 40 Un indirizzo interessante per scoprire come San Francis anni. All’inseguimento di Bullit… www.rjsmith.com/bullitt-locations.html

SAN FRANCISCO, fine anni Sessanta■ Il luogotenente Frank Bullit (Steve McQueen) è incaricato di proteggere un importante testimone in un processo di mafia■ Non ci riuscirà… almeno apparentemente■ Ma il presunto omicidio farà da spartiacque, dividendo letteralmente in film in due parti■ Alla prima, più narrata e che mira alla descrizione di un improbabile agente di polizia della squadra omicidi, farà posto un crescendo di violenza, il cui appice è l’inseguimento automobilistico tra Frank e un paio di ceffi assoldati per pedinarlo■ Così, tra i saliscendi di “Frisco” e le assolate e polverose strade californiane, prende vita la più memorabile delle scene di inseguimento nella storia del cinema■ E la più ricordata... Dieci minuti, una sfida tra la Ford Mustang GT390 verde del poliziotto e la nera Dodge Charger R/T 440 Magnum dei “cattivi”■ Chi caccia e chi è preda? Chi insegue e chi scappa? Politica e mafia, fughe di notizie e polizia corrotta: soggetti classici, ma in questa pellicola il gioco degli sguardi, i punti di vista dei protagonisti, diventano i veri occhi sul narrato■ Lo spettatore scopre e vive la trama attraverso le verità che Bullit districa, solitario e introspettivo, nella sua vita privata come di fronte ai suoi superiori■ Alla fine si ritroverà tra dubbi veri e presunti, mentre esce da un aeroporto, le sue sicurezze scalfite da scelte umane… e per questo prive di certezza■ Decidere è sempre un rischio… Nessuno meglio di McQueen poteva interpretare questo ruolo■ Bullit è lui■ Corridore motociclistico e d’automobili, Steve nutriva una passione viscerale per le auto veloci e le corse■ Passione che diede vita nel 1971 ad un’altra memorabile pellicola dedicata questa volta alle competizioni: Le Mans, un film-documento sulla più famosa gara di durata al mondo, che l’attore americano volle, tra mille problemi e qualche grave incidente, lasciare come testimonianza – tuttora inarrivabile – della gara a cui tutti i piloti, almeno una volta, sognano di partecipare■

Tendenze

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FORD MUSTANG “BULLIT” 2008 ➜ Per celebrare i 40 anni di Bullit e i suoi 10 minuti di inseguimento, Ford America ha immesso sul mercato nel corso di quest’anno un’edizione speciale della famosa coupé americana: la Mustang Bullit 2008. Progettata in collaborazione con Ford Racing Technology, si distingue dalla versione di serie per alcune migliorie meccaniche, oltre che estetiche. Il motore è il classico 8 cilindri a V di 4,6 litri di cilindrata, con 315 cavalli e 440 Nm di coppia. Il lavoro dei tecnici ha interessato soprattutto le sospensioni con inediti bracci e nuovi ammortizzatori. All’anteriore è stata inoltre montata anche una barra duomi per ridurre il rollio. La Bullit 2008 ha un

Biografia

Eclettico attore statunitense, Steve McQueen (1930 - 1980) è stato tra gli anni Sessanta e Settanta l’incarnazione dell’anti-eroe. Problematico per registi e produttori e insofferente al sistema produttivo hollywoodiano, originario dello stato dell’Indiana, Steve ha all’attivo una trentina di pellicole, che spaziano dalla fantascienza (Blob - Fluido mortale di I. S. Yeaworth, 1958) al western più classico (I magnifici sette di J. Sturges, 1960) al grande filone dei film “catastrofici” (L’inferno di cristallo di J. Guillermin, 1974). McQueen si sposerà tre volte e dalla prima moglie, l’attrice Neile Adams, avrà due figli. Nel 1979 gli viene diagnosticato un mesotelioma. La morte se lo porterà via l’anno seguente. Aveva 50 anni. La sua passione per auto e moto e le indubbie qualità di pilota gli davano la possibilità di fare a meno delle controfigure e degli stuntman. Durante la sua carriera cinematografica McQueen partecipò a parecchie gare e si dice abbia considerato più volte l’ipotesi di abbandonare il cinema per dedicarsi completamente alle gare. Nel 1970 prese parte alle 12 ore di Sebring (Germania) insieme a Peter Revson con una Porsche 908 Gulf, arrivando primo nella sua categoria e secondo assoluto a soli 23 secondi dal vincitore, Mario Andretti su Ferrari. La stessa Porsche 908 fu la camera car utilizzata per girare il film dedicato alla 24 di Le Mans (1971). L’insuccesso commerciale del film fu un duro smacco professionale per Steve McQueen, ma allo stesso tempo un caso emblematico di progetto cinematografico non pienamente compreso da pubblico e produttori. Oggi, a distanza di decenni, quella pellicola è ricordata, invece, come una realistica testimonianza su uno dei più incredibili ed epici periodi della storia delle corse su pista. Forse il migliore film sull’automobilismo mai girato...

nuovo impianto frenante sviluppato per diminuire drasticamente il fading – termine inglese che indica la progressiva perdita di efficienza dei freni a causa del surriscaldamento dell’impianto dovuto all’uso intenso –. Esteticamente la speciale Mustang si distingue per nuovi cerchi in alluminio con finitura satinata. Ma è il suo Highland Green, una tinta particolarissima, quella che la distingue da tutte le altre. Una verniciatura dedicata specificamente a lei e che la lega indelebilmente all'antenata cinematografica. La Bullit 2008 è purtroppo destinata esclusivamente al mercato americano e canadese, prodotta in tiratura limitata a soli 7.700 esemplari.


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➜➜ Pagina precedente: Steve McQueen durante una gara motociclistica nel deserto californiano ('63) A sinistra: nell'abitacolo della Porsche 908 e a passeggio nei box durante le riprese di Le Mans ('71) Sopra: Frank Bullit gioca a “guardie e ladri” a bordo della sua Mustang verde (Bullit, '68)

■ di Giancarlo Fornasier


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La settimana si apre con l’ingresso della Luna nella vostra seconda casa solare. Possibili spese riconducibili a un abbellimento dei vostri ambienti abituali. Positiva configurazione di Mercurio, Marte e Venere per i nati della seconda e terza decade.

Grazie a un buon stellium di pianeti in Gemelli state ritrovando il sorriso. Numerosi incontri nel corso della settimana, soprattutto nella fase centrale. Probabile inizio di una relazione amorosa per i nati ai primi di ottobre.

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Grande trigono di Terra per i nati in aprile. Il destino vi sta per offrire una grande opportunità, cercate di coglierla al volo senza pensarci troppo. Se avete poi incontrato la persona della vostra vita non escludete un bel viaggio a due.

La settimana potrebbe iniziare in maniera burrascosa a causa di una irascibile quadratura tra Marte e la Luna. Momenti di forte tensione con il partner o in ambito familiare. Non confondete le situazioni lavorative con quelle affettive.

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Questa settimana è segnata dalla fusione del Sole con Venere. È giunto il momento di guardarvi allo specchio; siete ricchi di charme, di simpatia. Non sono da escludere incontri e situazioni affettive provocati dal caso.

Momenti di nervosismo con il partner a causa di un veloce stellium di pianeti nella vostra settima casa solare. State sempre attenti a quello che dite, ed evitate di parlare troppo. Tenete presente che Marte in questa settimana aiuterà maggiormente i nati ai primi di dicembre.

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Giove in transito nell’opposto Capricorno tende ad accrescere e a esasperare le vostre emozioni. Provate a non ingigantire ogni cosa. Cercate sempre di mantenere il giusto distacco, evitando di farvi trascinare eccessivamente sia in casa sia sul lavoro.

Settimana superlativa caratterizzata da un grande trigono di Terra. Puntate dritto verso i vostri obiettivi, perché, se veramente lo vorrete li potrete raggiungere. La combinazione di pianeti in Gemelli favorisce i contatti con i vostri collaboratori.

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Marte in transito nel vostro segno vi rende impavidi e coraggiosi. State però anche attenti alla vostra irascibilità. La Luna in Toro ai primi di giugno potrebbe favorire una certa tendenza alla permalosità, soprattutto con il partner e in famiglia.

Evoluzione! Chirone, Nettuno e il Nodo Lunare Nord si stanno fondendo nei vostri cieli (interessando soprattutto i nati della terza decade). L’importante è che i nati della seconda decade, soggetti a Marte, sappiano incanalare le proprie energie in maniera costruttiva.

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Grande trigono di Terra anche per voi. Giornate più che movimentate sia per quanto riguarda la vita affettiva sia gli impegni professionali. Numerosi pianeti nei Gemelli tendono a sollecitare le vostre reazioni. Buone possibilità di successo nel lavoro ma evitate di cedere allo stress.

Momenti di stress per i nati in marzo. Il vostro cielo è sottoposto all’azione di diversi pianeti nella vostra quarta casa solare. Per tutta la settimana dovrete gestire attentamente le vostre relazioni familiari se non volete cadere in una serie di equivoci e inutili fraintendimenti. Grandi cambiamenti per la terza decade.

Elemento: Aria - mobile Pianeta governante: Mercurio Relazioni con il corpo: braccia, polmoni, sistema nervoso Metallo: mercurio Parole chiave: loquacità, dualità, curiosità mutevole Nell’universo mitologico i Gemelli sono rappresentati dalle figure di Castore e Polluce (o Polideuce), detti anche Dioscuri. Secondo la leggenda, Zeus, nelle sembianze di cigno si unì a Leda, regina di Sparta, la quale, nel corso della stessa notte, ricevette la visita del marito, il re Tindaro. Dalla duplice unione nacquero Polluce ed Elena (di natura divina) e Castore e Clitennestra (di natura umana). L’umano Castore era apprezzato per le sue doti di guerriero e domatore di cavalli mentre il divino Polluce vantava fama di miglior pugile dei tempi. Gemelli inseparabili, si muovevano in perfetto accordo e sempre consultandosi prima di compiere un’azione. Fra queste ve ne furono di eroiche come la partecipazione alla spedizione degli Argonauti o la lotta fatale contro i figli di Afareo (Idas e Linceo). Giunto a soccorrere il fratello, ferito a morte da Idas, Polluce implorò Zeus di morire con lui rinunciando così all’immortalità. Considerati tanto dai Greci quanto dai Romani come protettori degli uomini in ogni situazione di pericolo, su terra come su mare, venivano spesso rappresentati come due giovani su cavalli bianchi, con elmo e lancia e una stella al di sopra del capo. In loro onore si celebravano a Sparta, ma in seguito anche a Roma, le Dioscurie, giornate di feste e giochi. Vita e morte, luce e ombra, umano e divino: aspetti connessi da un legame indissolubile. Ma anche simbologia del “doppio”, raffigurata talvolta da un corpo con due teste. Ecco allora nel segno dei Gemelli prevalere a volte il lato ideativo e la prontezza di spirito di Polluce, in altre gli aspetti di generosità, combattività e calore tipici di Castore.

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cancro

Il Sole transita nel segno dei Gemelli dal 21 maggio al 21 giugno

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» a cura di Elisabetta

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Âť Illustrazione di Adriano Crivelli


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Schema realizzato dalla Società Editrice Corriere del Ticino

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1. Ha affiancato Baudo nella conduzione dell’ultimo Festival di Sanremo • 2. Arbusto ornamentale • 3. Le pigioni del collegio • 4. Sbagliata • 5. Poppanti • 6. Mezza tara • 7. Un condimento • 8. Edelweiss (pl) • 9. Trasparenti come il vetro • 13. Agenzia Telegrafica Svizzera • 20. Sta per “vino” • 21. Attraversa l’Egitto • 23. Brillante, sfavillante • 27. Derisioni • 29. Soccorrere, dare una mano • 30. Specchi centrali • 31. L’olio della miss • 34. Dittongo in Paolo • 39. Sophia, nota attrice • 41. Ha scolpito “Il pensatore” • 44. Affermare • 46. Posto centrale • 48. Oriente • 50. Cons. in tedio.

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1. Strepitosi, fenomenali • 10. Rabbie, furori • 11. La fugge il sognatore • 12. Misura di superficie • 14. Pari in vitello • 15. Figure geometriche • 16. Lealtà • 17. Lega Nazionale • 18. Cuba e Svezia • 19. Università (pl) • 22. Il noto Terence • 24. Delfino di fiume • 25. I confini di Intragna • 26. Ultimo Scorso • 28. Antica pentola romana • 30. Si dice consegnando • 32. La dea dell’abbondanza • 33. Frittella, patacca • 35. Dittongo in piuma • 36. Si empie di stelle • 37. Nuovo Testamento • 38. Cons. in ruolo • 40. Croce Rossa • 41. La Silvia vestale • 42. Est-Ovest • 43. Elettrodo positivo • 45. Seggi regali • 47. Frullano in testa • 49. Prova attitudinale • 50. Terna al poker • 51. È a capo di un ufficio amministrativo militare.

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“Viale Portone, Bellinzona”.

Nota della Redazione Avvisiamo le gentili lettrici e i cordiali lettori che a questo concorso fotografico non è legato nessun premio.

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Le soluzioni verranno pubblicate sul numero 25.

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La soluzione a Epigoni è: Nova Express di William S. Burroughs (Adelphi, 2008).

Epigoni A quale romanzo appartiene il seguente finale? La soluzione nel n. 25. Al vincitore andrà in premio “Il sapore del racconto” di A. Morgantini e S. Luban, SalvioniEdizioni, 2008. Fatevi aiutare dal particolare del volto dell’autore e inviate la soluzione entro giovedì 5 giugno a ticino7@cdt.ch oppure su cartolina postale a Ticinosette, “Epigoni”, Via Industria, 6933 Muzzano. “Ma per adesso erano ancora le otto, e mentre camminavo lungo il viale sotto quello splendido cielo azzurro ero felice, amici miei, l’uomo più felice che sia mai vissuto”.

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Exxtra Kommunikation MGB www.migros.ch

TerraSuisse garantisce un’agricoltura svizzera in sintonia con la natura. In Svizzera, gli spazi vitali per piante e animali selvatici si riducono costantemente. Con il nuovo marchio TerraSuisse, la Migros si impegna a salvaguardare anche in futuro gli habitat di piante e animali indigeni.


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