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L’appuntamento del venerdì

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numero

Tornare a Vals

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p. 14 Auto e consumi. Ma che colpa abbiamo noi...? p. 14 Marie-Therese Brenner p. 46 Moda occhiali. L’argento vivo addosso

Corriere del Ticino • laRegioneTicino • Giornale del Popolo • Tessiner Zeitung • CHF. 2.90 • con Teleradio dal 31 agosto al 6 settembre


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numero 36 29 agosto 2008

Agorà Auto e consumi. Ma che colpa abbiamo noi...? di MARCO PIFFARETTI Arti Non è una battaglia ma una storia d’amore di GIANCARLO LOCATELLI

Impressum Tiratura controllata 93’617 copie

Chiusura redazionale Venerdì 22 agosto

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Direttore editoriale Peter Keller

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Media Sistemisti. I signori del potere tecnologico di MARCO FARÉ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Società Le angurie del sesso di IVO SILVESTRO

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Salute Argilla: la terra della salute di SABINA CAMPI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Vitae Marie-Therese Brenner di FEDERICA BAJ

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Reportage Tornare a Vals di DAMIANO REALINI

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Capo progetto, art director, photo editor

Tendenze Moda occhiali. L’argento vivo addosso di MARISA GORZA

Redattore responsabile

Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Coredattore

Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Adriano Heitmann Fabio Martini

Giancarlo Fornasier

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Concetto editoriale IMMAGINA Sagl, Stabio

Amministrazione via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12

Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Fotografia di Adriano Heitmann Assistente Olìn H.

Cari lettori di Ticinosette, forse il tema del grande reportage proposto sul numero presente potrà risultare inaspettato o suscitare interrogativi. Le Terme di Vals per la seconda volta in sette giorni? Ebbene, riconosco che questa scelta può generare più d’una perplessità. Ma è accaduto che con Damiano Realini, autore di entrambi i testi su Vals, durante la scelta delle immagini ci siamo resi conto che esisteva una sorta di spaccatura radicale tra i diversi soggetti. Da un lato le immagini riconducibili al reportage di architettura, preciso, sintetico, razionale; dall’altro quelle realizzate da un “altro” fotografo, totalmente posseduto dall’atmosfera del luogo, fatta di spazi, pietre e acqua. Rammento come a un certo punto durante la giornata, vi sia stato un cambio di marcia: gettato alle ortiche il controllo ho lasciato al movimento il compito di generare immagini. È nato così

un secondo reportage, del tutto rispondente ai sensi, alle emozioni, alle impressioni. La sintesi potrà sembrare ardua. La soluzione migliore è quella di andarci alle Terme lasciandosi trasportare dall’atmosfera del luogo che abbiamo tentato di ristrasmettere negli ultimi due Ticinosette. Con piacere torniamo anche su un tema già trattato in passato (nel n. 33): “Morte e resurrezione del Cipresso kashmiriano”. Un mio stimato collega, il fotografo Lorenzo Schuhmacher, documentò il taglio del maggior gruppo di platani (forse secolari) del cantone. Davanti al Palazzo dei Congressi, non più ombra ma un pratico posteggio sotterraneo. Evidentemente per i Borromeo e l’amministrazione comunale di Lugano le priorità sono state altre... Cordialmente, Adriano Heitmann


Ma che colpa abbiamo noi…?

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V

i siete mai chiesti che cosa sapete di quella sostanza liquida con la quale riempite i serbatoi delle vostre auto? Forse non molto, se non che si tratta di uno dei tanti prodotti estratti dal petrolio. Per cominciare a orientarci tra i meandri di questa preziosissima sostanza, è utile in prima istanza rendersi conto del suo reale contenuto energetico. Un litro della classica “verde” a 95 ottani – del peso di circa 0,75 chilogrammi – contiene 32 MJ [MegaJoule] di lavoro utile, che corrispondono a 9 kWh. Con questa quantità di energia (sviluppata da un classico motore da 1600 cm3) si possono percorrere circa 15 chilometri, come la distanza media tra il proprio domicilio e l’ufficio. È la stessa quantità di energia che occorre per portare a ebollizione 14 litri di acqua oppure per tenere accesa una lampadina da 100W per quasi 4 giorni. La stessa energia è contenuta in 1 m3 di gas metano, 0,5 mg di uranio-235 – per la cui produzione servono però 3 tonnellate di materiale di miniera –, 300 kg di batterie al piombo o 75 kg di moderne batterie stilo al litio. Se si volesse ottenere questa energia elettrica da fonti rinnovabili, per esempio tramite un impianto fotovoltaico da 3 kW (20 m2 di pannelli solari, ovvero la superficie di un garage) ricavandola direttamente dalla luce del sole, servirebbero 3 ore di tempo, contro, ad esempio,

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Agorà

La crescita costante del prezzo dei carburanti diesel e benzina ha portato nelle scorse settimane al superamento della soglia psicologica dei 2 franchi al litro: ma quale parte di questa preziosa fonte energetica viene sprecata e quanta si traduce effettivamente in energia meccanica in grado di spostarci? i 350 milioni di anni necessari alla formazione di un giacimento di petrolio…

L’automobile Nel caso specifico degli autoveicoli è utile precisare che l’energia contenuta nel carburante serve a quattro funzioni fondamentali: accelerare, superare dislivelli, vincere la resistenza aerodinamica e quella di rotolamento. Le prime due dipendono principalmente dalla massa del veicolo, la resistenza aerodinamica cresce esponenzialmente in funzione della velocità (più veloci si va, più resistenza si avrà), mentre la resistenza al rotolamento è prevalente soprattutto a basse velocità. L’energia ottenuta tramite la combustione del carburante copre quindi le quattro resistenze sopra citate secondo le seguenti percentuali, in funzione della dinamica del veicolo e le condizioni di guida. Per esempio: • viaggiando a 50 km/h costanti in pianura, l’80% dell’energia viene utilizzata per contrastare la resistenza al rotolamento, mentre il 20% quella aerodinamica: • nella fase di accelerazione da 100 a 120 km/h (un sorpasso) sulla salita del Monte Ceneri – pendenza attorno all’8% – la parte preponderante dell’energia viene utilizzata per l’accelerazione (45%) e per superare il dislivello (30%), mentre resistenza al rotolamento (15%) e resistenza aerodinamica (10%) influiscono in parte minore.

Dato che il rendimento dei migliori motori a combustione interna supera di poco il 30%, la porzione di energia rimanente si trasforma in perdite di calore: in poche parole “gettiamo alle ortiche” due terzi dell’energia disponibile.

I carburanti: una scelta di comodità Appare dunque evidente come la forma e la massa delle auto incidano sui consumi, ma soprattutto come sia indispensabile ottenere rendimenti decisamente migliori rispetto a quelli possibili oggi con i motori termici che, come suggerisce la definizione, vanno bene soprattutto per produrre… calore. Naturalmente ci sono degli evidenti motivi per cui ora dominano i motori a combustione interna e i carburanti liquidi: la benzina – che è un idrocarburo – è liquida (in condizione ambiente) e quindi estremamente facile da estrarre, raffinare e trasportare, e i rifornimenti alla pompa sono veloci e semplici. Questo non è il caso per i carburanti solidi (per esempio, legno e carbone) e purtroppo neppure per quelli gassosi e per l’energia elettrica. Ma è soprattutto il prezzo del petrolio attorno ai 120 dollari il barile (anche se a inizio luglio sono stati toccati e superati i 145) ad essere estremamente basso: nessun’altra energia è cosi


La risposta della politica Perché dunque i politici e i funzionari che operano in questi ambiti e che dovrebbero tutelare gli automobilisti in quanto cittadini, e le associazioni private a tutela degli

zione? Purtroppo, in questo senso, non abbiamo nessuna risposta convincente… Sappiamo invece che l’alternativa “rinnovabile” rappresentata dai biocarburanti si sta profilando come una pericolosa concorrenza per la coltivazione di cibo, e comunque anch’essi richie-

PER SAPERNE DI PIÙ... J [Joule] W [Watt] Wh [Wattora] H C O CO NO

unità di misura del lavoro unità di misura della potenza potenza applicata per un’unità di tempo (h = ora) idrogeno carbonio ossigeno monossido di carbonio monossido di azoto

◼ Rendimento In un processo di trasformazione di energia, il rapporto tra energia utile trasformata ed energia spesa per produrla ◼ Energia È definita come la capacità di un corpo o di un sistema a compiere lavoro ◼ Lavoro Lo si definisce come il risultato di una forza (Newton) applicata allo spostamento (metri). L’unità di misura è il Joule (esprime il lavoro effettuato per esercitare una forza di un Newton per la distanza di un metro) ◼ Potenza Lavoro di una forza o di un sistema di forze nell’unità di tempo; quantità di energia che viene erogata nell’unità di tempo. Nel caso dell’energia meccanica, la potenza corrisponde anche al prodotto della forza per la velocità del punto d’applicazione ◼ Combustione Processo di ossidazione; reazione chimica tra un reagente (ad esempio, gli idrocarburi) e l’ossigeno contenuto nell’aria stessi, come il Touring Club Svizzero (TCS), non assumono una posizione più decisa su questi temi? Perché tali enti non promuovono adeguatamente l’elettrificazione della mobilità individuale, ovverosia l’unica vera solu-

dono di essere bruciati in un poco efficiente motore a combustione interna. Al contrario, l’elettricità può essere ottenuta a livello locale da fonti rinnovabili, permettendo una mobilità a zero emissioni sull’intera

catena energetica e può essere utilizzata con rendimenti decisamente migliori. Se gli enti preposti ragionassero a lungo termine, eviterebbero ai nostri figli e nipoti di dover quasi sperare che gli speculatori finanziari facciano salire ulteriormente il prezzo del petrolio, dato che oggi l’aumento del prezzo della benzina è di gran lunga il principale motivo che induce l’industria automobilistica a cercare alternative al becero spreco di carburante per la mobilità individuale. In quest’ottica si può quindi “provocatoriamente” affermare che nel 2011-2013 la prossima “ondata” di auto elettriche a batteria, e ibride plug-in presumibilmente non si concretizzerà tanto per la lungimiranza delle case automobilistiche né grazie alla saggezza dei legislatori, ma piuttosto come conseguenza dell’attività di speculazione finanziaria, che è presumibilmente la causa principale dei recenti sbalzi delle quotazioni del petrolio. La cosa curiosa è che non pochi di questi “speculatori del petrolio” investono i loro guadagni proprio nelle auto elettriche e nello sviluppo delle batterie, cioè in un mercato che è destinato a crescere fortemente. La morale è che gli speculatori – dal rincaro “artificiale” del petrolio – ci guadagnano non una ma due volte, e chi paga è il consumatoreautomobilista. Noi.

Agorà

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» di Marco Piffaretti; illustrazione di Mario Mondo

economica, a parità di “comodità d’uso” e semplicità di “contenimento” e “manipolazione”. In parte il costo dei carburanti è tuttavia cosi basso perché le conseguenze ambientali della combustione non sono “comprese nel prezzo”: un litro di benzina, quando si trasforma in energia meccanica tramite la combustione, produce all’incirca 2 kg di CO2 (anidride carbonica), oltre ad altri agenti inquinanti – dovuti alla combustione indesiderata anche delle “impurità” dell’aria, come l’azoto, che creano NOx (monossidi di azoto), CO (monossido di carbonio) eccetera –. Da notare che la massa di CO 2 che esce dal tubo di scarico è dunque più del doppio rispetto alla massa del carburante che mettiamo nel serbatoio. Da Airolo a Chiasso una vettura media espelle 15 kg di CO2, cioè l’equivalente di circa 8 m3 di anidride carbonica. Questa è un gas inerte, inodore e incolore, perciò non ci rendiamo conto quale enorme quantità essa rappresenti. Alla luce di queste considerazioni, malgrado il CO2 non sia di per sé un agente inquinante – assieme all’acqua e all’energia solare è fonte di sussistenza per le piante tramite la fotosintesi –, ne consegue però che la quantità nella quale lo si “produce” attraverso i motori a combustione fa sì che sia all’origine degli evidenti problemi di equilibrio ambientale, essendo uno degli elementi alla base dell’effetto serra. Ed è in questo senso che l’Europa da anni tenta – finora inutilmente – di introdurre un limite di emissioni pari a 130 g di CO2 al km,

oltretutto calcolandolo solo su una parte della catena energetica, cioè TtW (Tankto-Wheel, dal serbatoio alla ruota) e non WtW (Well-toWheel, dalla fonte alla ruota) come invece dovrebbe essere in una prospettiva di rispetto ambientale e vale a dire “dal punto di vista del pianeta”.


Non è una battaglia ma una storia d’amore

dichiara ancora: “Amo la registrazione perché se accade qualcosa di eccezionalmente bello, quello rimane e, nel caso contrario, ti viene concessa un’altra possibilità di raggiungere l’ideale”. Ma allo stesso tempo, alla domanda di Bernard Asbell: “Quando lei parla di esecuzione ideale crede che si tratti di qualcosa di oggettivo, di riconoscibile?”, a sorpresa risponde in questo modo: “Beh, dipende dall’aura del momento, e anche dall’atmosfera del mese, Drew Hewitt, Glenn Gould (illustrazione tratta da www.drewhewitt.co.uk) dell’anno o dell’epoca in cui si vive o questo accade. Tutto ciò può variare enormemente”. Da quando mi sono appas- e registrazione sostiene, ad Questa risposta, sulla bocca di un jazzista, sionato a Glenn Gould mi esempio: “La tecnologia ha il potrebbe benissimo adattarsi a definire la girano per la testa frasi come potere di creare un’atmosfera caratteristica principale della musica di chi questa: “Non è soltanto un di anonimato e di garantire improvvisa. È proprio questa continua ricerca geniale interprete, ha qual- all’artista il tempo e la libertà del momento presente, del suono nell’istante, cosa che lo accomuna agli di preparare la sua personale che mi sembra avvicini, suo malgrado, Glenn improvvisatori…”. Interprete- lettura di un’opera al meglio Gould al mondo degli improvvisatori. improvvisatore è chiaramente delle sue capacità. La tecnoLa sua carriera discografica si apre nel 1955 e una contraddizione in ter- logia permette di correggere si chiude nel 1981 con l’incisione della stessa mini. È facile intuire quanto quelle terribili e degradanti opera, le Variazioni Goldberg di Johann Sebadistanti siano gli scopi di chi incertezze, così dannose sul stian Bach. Il confronto fra le due versioni è si dedica alla musica scritta piano umano, che sono una emozionante e illuminante. Già soffermane di chi al contrario cerca il conseguenza dell’esecuzione dosi sulle durate delle due incisioni ci si momento magico, improvvi- concertistica”. rende conto macroscopicamente di quanto sando. Non voglio nemmeno Spesso, e forse a ragione, si le stesse differiscano. Quella del 1955, che affermare che Glenn Gould pensa che un esecutore di lo rese celebre in pochissimo tempo, dura fosse un particolare patito musica scritta si dedichi animeno di 40 minuti mentre quella del 1981 del jazz che, a suo dire, ap- ma e corpo alla ricerca della ben 51 minuti e 15 secondi. Non si pensi prezzava molto ma a piccole “esecuzione ideale”. Alcuni però a un generale rallentamento delle sue dosi e che comunque non perseguono questo scopo perinterpretazioni col passare degli anni. Infatti, riteneva all’altezza, ad esem- fezionando la loro visione sogper arricchire l’incisione del 1955, Gould pio, dell’Arte della fuga. Ogni gettiva della partitura mentre aggiunse due fughe dal Clavicembalo ben volta che ascolto una sua in- altri cercano di darne la vertemperato, quella in Fa diesis minore e quella cisione però, sia che suoni sione più filologica possibile. in Mi maggiore, suonandole, al contrario, Bach, Schoenberg, Webern, Quasi tutti però, una volta lentissime. Le stesse due fughe nell’incisione Orlando Gibbons o William definite le caratteristiche della integrale dell’opera nel 1969, hanno una duByrd, non posso fare a meno loro esecuzione, spesso non rata decisamente inferiore: in momenti diverdi pensare alla strana affinità si, esigenze diverse lo che percepisco tra il suo mo- Cosa accomuna le interpretazioni e il “mo- portano a privilegiare do di intendere il suono e il dus operandi” di Glenn Gould all’ambito un andamento ritmico respiro ritmico, e quello di piuttosto di un altro. chi pratica musica improv- dell’improvvisazione? Una lettura non con- Rispondendo a una visata. La materia prima nel venzionale del lavoro del pianista canadese domanda sui concerti lavoro degli improvvisatori Glenn Gould parla del ha spesso a che vedere con se ne discostano più, guar“tentativo dell’interprete di realizzare una l’imprevisto, l’allusione e an- dandosi bene dal rimetterne potente identificazione con la musica che che l’imprecisione e molte in discussione i presupposti. esegue. Non è una battaglia ma una storia dichiarazioni di Glenn Gould Anche Glenn Gould, ritirand’amore”. Anche questa, sostituendo “intersono in aperta contraddizione dosi dalle scene concertistiche prete” con “improvvisatore”, potrebbe essere con tutto ciò. Riferendosi alla a soli trentadue anni, sembra una bella e precisa descrizione di cosa sia, per contrapposizione fra concerti ricercare questo scopo. Infatti, molti che la praticano, l’improvvisazione.

» di Giancarlo Locatelli

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Glenn Gould Hereafter Film del 2006 sul pianista diretto dall’amico Bruno Monsaingeon, già autore di quattro volumi su Glenn Gould e di una serie televisiva in 23 episodi.

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Arti

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per qualche minuto. Ma il suo lavoro non è solo quello di intervenire per riparare i guasti: del sistemista è fondamentale è lui che decide che programmi possiamo nel panorama aziendale: con usare. Messenger? Skype? oppure iTunes? Se il il suo lavoro garantisce che “nostro uomo” dice no, è meglio rassegnarci. la rete informatica funzioni, Da questo punto di vista, la figura del sisteche i dati siano a disposizione mista assume un’importanza quasi eccessiva degli impiegati e i collegavisto che oggi ogni innovazione aziendale ha menti con l’esterno (internet, una componente informatica. ma spesso anche la telefonia) Oltre ai sistemi aziendali, il sistemista ha siano a posto. Mentre nelle un ruolo chiave nella gestione di servizi grandi aziende il sistemista fa fondamentali per la nostra vita quotidiana. parte del team IT (Information Elettricità, impianti telefonici e idrici, traffico Technology), in quelle piccole ferroviario e stradale, sistemi di pagamento; lavora da solo. Di solito occututto è informatizzato. Lo hanno scoperto, pa un piccolo ufficio ai piani loro malgrado, i cittadini di San Francisco. bassi, ma spesso è rinchiuso in In luglio, Terry Childs, sistemista, impiegato uno sgabuzzino definito “sala comunale minacciato di licenziamento, ha server” dove installa aggiornaazzerato le password dei sistemi pubblici menti, configura il backup o bloccandone alcuni e mettendo a rischio la protegge le sue creature da vimetropoli. rus e spam. Se non è lì, sta corDobbiamo quindi renderci conto dell’imporrendo su e giù per le scale, da tanza di questa figura tecnica nella nostra un ufficio all’altro, collegando società e ringraziare il sistemista per la sua stampanti e reinstallando pc. disponibilità e la notevole pazienza spesso dimostrata. Come faGran parte delle nostre attività dipende da re? Un sistemista, Ted complessi sistemi informatici. Chi li control- Kekatos, da nove anni invita a festeggiare, la, gestisce il mondo. Siamo nelle mani degli l’ultimo venerdì di luinformatici, che hanno inventato una ricor- glio, il Sysadmin Appreciation Day, il Giorno renza annuale per ringraziarli e onorarli della Riconoscenza per Ci ricordiamo del sistemista il Sistemista. È l’occasione per ringraziare il quando qualcosa non va. Alloproprio sistemista di fiducia o fargli un regalo. ra telefoniamo, e spesso siamo Se proprio volete, potete anche abbracciarlo. anche un po’ arrabbiati. Basta Quindi, visto che so di essere un utente poco: una stampante lenta esigente, mi sento di dover abbracciare e proprio quando abbiamo fretringraziare di cuore i sistemisti che, quotita, oppure internet che non va dianamente, mi sopportano.

» di Marco Faré; illustrazione di Mimmo Mendicino

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I signori del potere tecnologico

Media

vo all’help desk informatico di una banca luganese. Insieme ad altre tre persone, rispondevo al telefono e cercavo di aiutare gli impiegati alle prese con un guasto o una difficoltà informatica. Se non riuscivo a risolvere il problema, dovevo passare la “patata bollente” a uno dei responsabili. Ricordo alcune richieste strampalate. Una volta una signorina mi chiese di stamparle 25mila pagine a colori in meno di un’ora. In un’altra occasione, un signore pretendeva che andassi personalmente ad attaccare la spina della stampante sotto la sua scrivania. E poi c’è stata una signora, inizialmente molto educata, che si irritò a tal punto con il suo computer che insultò prima me e poi lui (il computer) con parole irripetibili. Oggi svolgo un altro lavoro, ma sono sempre a contatto con l’informatica e con i suoi tecnici. Quando ho un problema, devo alzare la cornetta e chiamarlo. Lui. Il sistemista. Gli anglofoni lo chiamano sysadmin, da system administrator, cioè amministratore di sistema. È lui (raramente è una lei) a gestire i sistemi informatici delle aziende. La figura

Marco Boni Informatica Apogeo, 2005 Un testo per comprendere le nuove tendenze dell’informatica, anche per i neofiti. Una panoramica, che va dall’hardware alle applicazioni più generali, esposta in maniera chiara e puntuale.

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Una decina di anni fa, lavora-

Libri


Carla Del Ponte e Chuck Sudetic La caccia. Io e i criminali di guerra Feltrinelli, 2008

Abbiamo letto per voi La

guerra nella ex-Jugoslavia, i massacri in Ruanda. La mente corre a immagini viste in televisione o sui giornali, flash che raccontano le stragi, la pulizia etnica, gli stupri e le deportazioni di massa, le fosse comuni. Parliamo di pochi anni fa, della fine del XX secolo, eppure tutto sembra lontano, solo “passato” con il quale i conti sono chiusi, per sempre. Vincitori, vinti, vittime, carnefici, tutto amalgamato e confuso, sottoposto alla crudele realpolitik del “molti colpevoli, nessun vero colpevole”. Per Carla Del Ponte, il magistrato svizzero che dal 1999 al 2007 ha guidato la procura del Tribunale Penale Internazionale per i crimini commessi nell’ex-Jugoslavia e nel Ruanda, non è stato e non è così: i colpevoli ci sono e hanno i nomi e i cognomi dei militari e dei politici che hanno alimentato, permesso, istigato, spesso commesso in prima persona questi crimini contro l’umanità. Sono nomi sulla bocca di tutti: Slobodan Milosevic, Ratko Mladic e Radovan Karadzic, solo per citare i più famosi, i più vi-

cini a noi dal punto di vista geografico. Per Carla Del Ponte chi si è reso responsabile di colpe tanto orrende è da perseguire, sempre e comunque, anche se la guerra ormai è finita, anche se si tratta di persone che oggi sono capi di stato e uomini di governo, anche se le ragioni della politica spesso prevedono di scendere a patti con il male. E il libro, scritto in collaborazione con Chuck Sudetic, già reporter del “New York Times”, racconta, prima di tutto, questo desiderio di giustizia, in urto costante con le regole della politica e della diplomazia, con quello che l’autrice chiama “muro di gomma”. Come scrive Del Ponte “spessissimo, quando si rivolge a gente di potere qualche richiesta o qualche domanda sgradita, le parole rimbalzano” e l’unica risposta che si ottiene è “un rifiuto travestito da qualcosa che non sembra un rifiuto”: disponibilità generica, frasi di circostanza, cortesia melliflua, tutte cose che nascondono unicamente la volontà di insabbiare e dimenticare. Il lavoro di Carla Del Ponte

è stato quello di provare a infrangere il muro di gomma, sapendo che una volta superato si potevano incontrare minacce, rischi, ma anche la possibilità di dare un reale significato alla parola giustizia e al dolore e alla tragedia di migliaia e migliaia di vittime. E agendo con risolutezza e non lasciando impuniti i colpevoli, secondo il magistrato svizzero, non si fa solo giustizia per il passato, ma si può realmente limitare in futuro, se non eliminare del tutto, il rischio che si ripetano situazioni analoghe a quelle accadute nella ex-Jugoslavia e in Ruanda. È questo il messaggio più forte che Carla Del Ponte ci lascia nelle pagine finali del libro: “Se si vuole che le vittime di crimini così spropositati vedano mai la giustizia realizzata, e che la società umana riduca i casi di una simile violenza criminale di massa, i rischi da correre, la volontà contrapposta da imporre e il lavoro da fare devono superare i rischi corsi, la volontà imposta e gli sforzi fatti dai peggiori tra noi, da quelli che vorrebbero farci credere che loro sono al di sopra della legge”.

» di Roberto Roveda

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Le angurie del sesso

l’anguria è prevalentemente composta da acqua e leggermente lassativa. Una piccola e, tutto sommato, innocua bufala estiva, che ci permette di fare qualche commento goliardico nelle serate estive tra amici. Può tuttavia essere interessante riflettere per qualche secondo su questa “notizia”. Innanzitutto, qualche parola sul giornalismo scientifico: senza nulla togliere ai tanti validi professionisti della divulgazione scientifica, si ha spesso l’impressione che le pagine dedicate alla scienza appartengono alla Cenerentola delle redazioni, con articoli affidati a persone che ne sanno davvero poco o che hanno poco tempo per verificare le notizie. Nel caso dell’anguria al Viagra questa superficialità si traduce, come

Silvia Bianconcini Psicobufale Rizzoli, 2008 L’autrice, psicologa e psicoterapeuta, analizza alcune leggende metropolitane sulla psicologia, scienza vittima di non pochi pregiudizi. L’autrice ha anche un blog: http:// psico-bufale.splinder.com/. Michael Hanlon Dieci domande alle quali la scienza non può (ancora) rispondere Codice edizioni, 2008 Hanlon presenta dieci temi per i quali la scienza non è ancora in grado di fornire risposte (forse non lo sarà mai, ma questo non rende meno interessante la lettura).

Una breve riflessione merita anche la bistrattata ricerca scientifica. Un tempo ci si lamentava perché gli uomini di scienza consideravano la divulgazione una cosa disonorevole; più di una volta ho sentito storie, forse non vere ma sicuramente verosimili, di ricercatori trattati con sufficienza, se non addirittura con disprezzo, dai colleghi perché cercavano di spiegare anche al profano i risultati dei propri studi e scoperte. Oggi, fortunatamente, le cose sono cambiate, e non è raro trovare ottimi esempi di divulgazione scientifica da parte di scienziati. Il problema è che molti ricercatori hanno imparato fin troppo bene le regole della comunicazione di massa, e abbiamo così ricerche insolite e bizzarre, studi che sembrano espressamente pensati per finire nei giornali insieme al gossip e regalare il famoso quarto d’ora di notorietà allo scienziato di turno (notorietà che potrebbe anche tradursi in qualche sovvenzione in più…). Tutto sommaLa notizia è una di quelle che non ti può sfug- to, è forse meglio così: gire: secondo uno studio le angurie avrebbero preferisco leggere di ricerche sul rapporto lo stesso effetto del Viagra e degli stimolanti tra le mance date alle sessuali. L’avrebbe scoperto un ricercatore spogliarelliste e il loro americano… ciclo mestruale – studio realmente effetdetto, in qualche commento tuato e, ovviamente, ampiamente diffuso goliardico e nulla più, ma dalla stampa – che pettegolezzi sul matrile conseguenze potrebbero monio della nuova e promettente stellina. essere ben più sgradevoli: Non stupiamoci troppo, però, se almeno in un articolo affrettato e imalcuni settori gli investimenti nella ricerca preciso potrebbe ingenerare scientifica sono in calo: come sappiamo le false speranze riguardanti, dive, spesso, si sposano anche senza riceveper esempio, la salute. re alcun finanziamento.

» di Ivo Silvestro; illustrazione di Micha Dalcol

Società

grande consumatore di angurie – sono in grado di “far fuori”, in un pomeriggio, un’intera anguria di una decina di chili –, la notizia che questo frutto ha lo stesso effetto della nota pastigliettina azzurra, un po’ mi ha preoccupato: ho temuto un improvviso aumento dei prezzi dovuto alla forte, e impropria, richiesta. Fortunatamente, il conoscente che mi aveva segnalato la notizie ha anche avuto la pazienza di verificarla, scoprendo che non c’è (quasi) nulla di vero. Il ricercatore, che non è un medico o un fisiologo, ma si occupa – immagino con profitto – esclusivamente di vegetali, non ha infatti effettuato nessun esperimento: si è limitato ad analizzare con certosina precisione gli elementi presenti nell’anguria e ha scoperto la presenza di l-citrullina, una sostanza il cui effetto potrebbe (…potrebbe?!) essere simile a quello delle arcinote pillole. In ogni caso, queste sostanze sono presenti soprattutto nella buccia: la polpa ne contiene relativamente poche e, per sperare di avere qualche effetto, occorrerebbe mangiare quantità davvero notevoli di anguria… Tralasciamo in quali altri “effetti collaterali” si rischia di incorrere, considerando che

»

Da

Libri


La nostra fabbrica si trova ad oltre 1000 metri di profondità. Le montagne di Vals costituiscono la nostra fabbrica. Una fabbrica che ha oltre 2 milioni di anni, attiva 24 ore al giorno. L’acqua si accumula nelle viscere di queste montagne ad oltre 1000 metri di profondità e, percorrendo un tortuoso tragitto attraverso le rocce di ardesia grigionesi, si arricchisce di minerali preziosi, quali il calcio e il magnesio. Questo processo dura ben 25 anni: tanto ci vuole per rendere un’acqua così buona e così ricca di minerali come la Valser.

www.valser.ch

Valser si prende il tempo. po.


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vere del mondo per rendere potabile l’acqua. Molti infatti, non sanno che ingerendo, applicando o aggiungendo nell’acqua l’argilla si attiva un processo che viene definito osmosi, in estrema sintesi, uno scambio di sostanze, attraverso il quale, nel caso terapeutico, le tossine e le impurità presenti nei liquidi del corpo, vengono calamitate dalla materia argillosa che le assorbe, cedendo in cambio importanti minerali necessari all’organismo. Ma ancora e non a caso, l’argilla ha assunto una notevole importanza anche in molti settori industriali. Forse il più interessante sembra essere quello della raffinazione del petrolio, in cui vengono sfruttate le sue caratteristiche assorbenti e sgrassanti. Esiste una vasta gamma di tipologie di argille, tuttavia quelle più utilizzate in commercio sono sostanzialmente due: le verdi e le bianche. Le prime sono indicate per

E. Patti et al. Argilla Macro Edizioni, 2003 Il volume rappresenta una guida esaustiva alle proprietà terapeutiche ed estetiche documentate dell’argilla. Uno strumento indispensabile per tutti coloro che sono interessati alla medicina alternativa.

S. Comerio et al. Curarsi alle terme Franco Angeli Editore 2005 Attraverso la spiegazione delle singole tipologie di cura erogate e delle proprietà terapeutiche delle acque termali, il libro permette di realizzare un viaggio nel mondo termale italiano.

definite “ventilate”. Sebbene l’assunzione per via orale apporti benefici alla salute è bene che il quantitativo somministrato sia indicato da uno specialista. Ad alcuni sembrerà bizzarro, ma anche il mondo animale non si esime dal sottoporsi all’argilloterapia – così è definito il suo impiego – infatti alcune specie animali, pensiamo ad esempio ai bufali, agli elefanti e agli ippopotami, in presenza di ferite si cospargono di fango argilloso il corpo, nel tentativo di accelerarne la guarigione. Niente di più di sbagliato, dunque, pensare che l’argilla sia unicamente riservata al settore della cosmesi. Questa sostanza naturale ha L’argilla: una terra che viene dalla terra e dimostrato la sua efun rimedio naturale, facile da usare e utile ficacia terapeutica in una moltitudine di dialla salute del nostro organismo sturbi come l’acidità di stomaco, le allergie, applicazioni esterne che si l’artrite, i calcoli renali, le emorroidi, l’intraducono in impacchi, in basonnia, la psoriasi. Ed è bello poter pensare gni, in maschere di bellezza che, malgrado il trascorrere dei secoli e per il viso, sciacqui e gargaril’avvento della farmacologia, che ha prosmi, pediluvi e maniluvi e via mosso molto scetticismo attorno ai benefici dicendo; le seconde invece prodotti sull’organismo da questo miscuglio sono indicate per essere inminerale, l’argilla rimanga, come lo era per i gerite e sono comunemente nostri progenitori, la terra della salute.

» di Sabina Campi

Salute

dall’antichità l’uomo si è avvalso delle straordinarie proprietà curative dell’argilla. Un minerale, ma anche una terra – che assume sfumature di colore diverso, dal verde, al rossiccio, al bianco, a seconda della sua provenienza – e che si forma attraverso la naturale disgregazione ed erosione delle rocce, costantemente provocata dagli agenti atmosferici. L’argilla, ancora oggi è utilizzata per curare un’infinità di disturbi, siano essi interni o esterni. Grazie alle sue prodigiose proprietà antibatteriche, antisettiche, assorbenti, battericide, cicatrizzanti, purificanti ed energizzanti, si presta ad essere un valido rimedio naturale per la cura non solo della nostra salute ma anche della nostra bellezza. La principale caratteristica dell’argilla è quella di assorbire e nel nostro caso specifico, di attirare a sé le impurità e le sostanze tossiche presenti nel corpo. Per questo motivo, una volta applicata sulla cute, deve essere tassativamente gettata, poiché il suo riutilizzo si rivelerebbe assolutamente nocivo. L’argilla è anche utile come deodorante per allontanare cattivi odori dagli ambienti in cui viviamo. Ad esempio, un vasetto di argilla nel frigorifero facilita l’assorbimento degli odori sgradevoli evitandone la diffusione. E ancora, l’argilla viene usata in molte aree po-

Marie-France Muller Curarsi con l’argilla L’Età dell’Acquario 2006 Dopo un’introduzione storica, l’autrice spiega come utilizzare l’argilla nelle sue diverse tipologie, sia nell’ambito della salute sia nell’ambiente domestico.

»

Fin

Argilla: la terra della salute

Immagine tratta da www.studitermali.org

Libri


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Disegnare la vita

Design

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Passeggiando per le strade di Aarau, nel negozio di design e antichità di Karl Schwarz, fa bella mostra di sé una sedia sdraio. Oggetto sinuoso e dalla struttura estremamente semplice ma elegante, è il risultato del lavoro di due “designer” ticinesi, i fratelli Battista (fabbro e ginnasta olimpico) e Gino Giudici. La sdraio, battezzata dagli autori Lido, fece

la sua comparsa come prototipo attorno alla metà degli anni Trenta. Il progetto fu in seguito rielaborato e perfezionato nel 1947, giungendo così alla sua maturità. Molti ticinesi ricorderanno questa sdraio fra gli arredi esterni del Lido di Locarno, da qui il suo nome. Essa è costituita da una struttura metallica tubolare sulla quale è agganciato un telo facilmen-

te asportabile e che può esser fissato in due diverse posizioni. In questo modo la sdraio può trasformarsi senza difficoltà alcuna da comoda seduta per prendere il sole a sedia per una rilassante lettura. Asportata la tela, la struttura è facilmente impilabile. Il modello oggi disponibile è prodotto dall’azienda Wohnbedarf AG di Basilea (www.wbengros.com).


» testo di Federica Baj; fotografia di Adriano Heitmann

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divorziato. È stata una scelta sofferta ma giusta, anche per i miei figli. In questa decisione mi ha molto aiutato, inconsapevolmente, Rachi. All’età di sei mesi ho capito che c’era qualche cosa che non andava nel suo sviluppo. Non riusciva a stare seduta in equilibrio. I pellegrinaggi negli ospedali sono stati un incubo: la prima diagnosi è stata di epilessia, che però era il sintomo di una malattia ben più grave. Una disfunzione cerebrale, ci avevano detto. Poi, quando Rachi aveva due anni, l’abbiamo portata all’ospedale di Zurigo. Lì i medici ci hanno spiegato che i collegamenti fra le La storia di una madre e di una figlia diverse parti del suo cervello affetta da una grave forma di handicap. non funzionavano in modo Due donne e una grande dimostrazione corretto ma non ci hanno saputo dire come si sarebbe di coraggio e di amore per la vita sviluppata la malattia. Ho passato mesi ad arrovellarmi equilibrio, un lavoro che ci per capire che cosa stesse accadendo alla permetteva di fare quello che mia piccolina. Non so quale sarà il futuro volevamo e di vivere dignitodi mia figlia, quale sarà il decorso della sua samente. malattia. Ogni giorno c’è un nuovo ostacolo Nel 1986, è nata Rachele, ogda superare. Io e lei abbiamo imparato a gi ventiduenne, una ragazza vivere alla giornata. Quello che sarà lo si affetta da una grave forma affronterà domani. Rachele ha bisogno di di handicap. Non parla, non qualcuno che le garantisca la sopravvivencammina, non è autosuffiza. Sempre. Però è una ragazza presente. Ha ciente in nulla. Alla nascita una sua personalità ben definita ed è anche era apparentemente sana anfelice. Io lo vedo che è così. che se piangeva tanto. Poteva La settimana la trascorre alla fondazione piangere ore senza smettere “Provvida Madre” di Balerna. Il Cantone mai. In fondo erano atteggiasostiene tutte le spese del soggiorno e dei menti piuttosto comuni fra trasporti. Nel fine settimana torna a casa e i neonati e quindi non le si sono due giorni tutti per noi. La mattina ci diede troppo peso. Dormiva alziamo, facciamo colazione e ascoltiamo pochissimo e di conseguenza tanta musica. Quando arriva a casa il suo anch’io trascorrevo le notti primo gesto è indicarmi lo stereo. Adora la in bianco. I miei ritmi erano musica. Non ci sono le parole, ma un’ini suoi. Sono stati mesi difficili finità di gesti, di espressioni che valgono e gli equilibri familiari hanno quanto le parola. Passeggiamo. A volte cominciato a vacillare. In andiamo a prendere l’aperitivo insieme. quel momento ho iniziato a A lei piacciono i bar, vuole stare in mezzo capire che qualche cosa nella alla gente e alla confusione. Non mi sento mia esistenza doveva cambiauna vittima e neanche sfortunata. Ho un re. I figli non si possono camlavoro all’asilo di Stabio che mi permette biare. Sono i tuoi. Il rapporto di essere indipendente e quando mia figlia con mio marito non andava non è presente riesco a prendere del tempo bene e io, in quel momento, per fare le mie cose, per badare alla casa, avevo più che mai bisogno per leggere, per riposare. È vero che in certi di una mano, di un aiuto che momenti è stata dura. Quando nasce un lui non mi poteva dare. Con bambino è una grande gioia. Quando è nata il passare del tempo ho capila Rachele non è stato così. Ma lei è stata to che sarebbe stato meglio un dono del cielo. Mi ha insegnato a vivere per me vivere la mia vita da giorno per giorno. Il domani, in fondo, è sola. Dopo qualche anno ho solo domani…

Marie-Therese Brenner

Vitae

l mio passatempo preferito è leggere. I libri mi hanno accompagnato nella vita, sorreggendomi nei momenti di maggiore sconforto e a volte indicandomi la strada giusta da seguire. La Rachele (la figlia, ndr.) è il mio libro aperto. Stare con lei è un po’ come scorrere le righe di un romanzo fatto di emozioni e sensazioni sempre nuove. Va interpretata, va capita fino in fondo, senza fretta. Comunicare con lei implica un’attenzione maggiore. Proprio come accade con un buon libro. Le sue parole sono i suoi gesti: un’espressione del volto, un sopracciglio che s’inarca, gli occhi che emanano nuova luce, una smorfia della bocca, possono significare dolore o disappunto, tristezza o gioia. Da lei ho imparato a prendere la vita per il verso giusto. Se oggi sono quella che sono, una donna indipendente, senza sensi di colpa e che dà il giusto peso alle cose, lo sono grazie a lei. Fortunata? Sì, mi ritengo una persona fortunata. La Rachele è l’ultima dei miei quattro figli. Il primo, Brian, l’ho avuto quando avevo diciotto anni. Un anno e mezzo dopo è arrivato Joel. Allora vivevo nella Svizzera interna con quello che ora è il mio ex marito. Quando si è giovani, pieni di voglia di fare, di sperimentare, si fanno scelte belle ma non sempre realistiche. Ventisette anni fa ci siamo trasferiti a Rovio, dove avevamo deciso di diventare agricoltori biologici. Abbiamo acquistato dei terreni e ci siamo rimboccati le maniche. Nel frattempo è nata Sara, la mia terzogenita. Poi, quindici anni fa, il trasferimento a San Pietro di Stabio, dove avevamo dei conoscenti, anche loro agricoltori. Così abbiamo continuato a lavorare la terra e contemporaneamente gestivamo una bancarella al mercato di Lugano, dove vendevo frutta e verdura. Pareva che finalmente le cose stessero andando per il verso giusto. Avevamo trovato un

»

I


Tornare a Vals

Reportage

39 Le Terme di Vals progettate dal basilese Peter Zumthor le abbiamo visitate e apprezzate nella loro immediatezza visiva e sapienza architettonica sette giorni or sono. Le pagine seguenti sono invece dedicate all’ “altra Vals”, al luogo dove l’acqua, elemento primordiale, scaturisce dalle profondità della terra, rivelando la sua natura benefica e rifocillante. Un percorso percettivo, fra emozioni e visioni. Nel cuore delle terme

testo di Damiano Realini fotografie di Adriano Heitmann progetti e architettura di Peter Zumthor


Le scale


Schizzi preparatori di Peter Zumthor

Reportage

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N

asco ancora, di tanto in tanto, ma, direi per precisare, sempre più raramente. La prima volta – intendo la prima volta certificata da testimoni e dalla burocrazia anagrafica – fu in una sala parto. Me la immagino perché non riesco a ricordarmela: pareti con toni pastello, sottofondi sonori e marini (balene che si parlano), un letto, e suore bianche che svolazzano attorno a un rito non proprio nuovo. C’è anche il destino, ma come sempre non si vede. Inoltre al suo fianco, e intorno a me, mia madre, sofferente e contenta insieme, e un po’ più in là, lo sento, il babbo che incoraggia e che a suo modo, in cuor suo, tifa. Infine ecco il bebè: inequivocabilmente sprovvisto di mezzi ed esposto alla vita eppure, tenuto pulito e amato, finirà per farcela anche lui e anche lui, come gli altri, berrà freddo e farà la pipi calda. Buon segno. Così nacqui la mia prima nascita. Ora racconto l’ultima.

Sono andato a Vals – che è valle, paese e acqua minerale del Canton Grigioni, da noi distante due ore e mezzo per chi viaggia col gas in turistica – attratto da un’opera architettonica celebre nel mondo. La conoscono i giapponesi e gli americani, anche quelli del Sud, i tedeschi e gli spagnoli e persino i sopra e persino i sottocenerini. Si tratta di un capolavoro, molti lo dicono, molti lo capiscono: le terme progettate e costruite dal 1990 al 1996 dall’architetto basilese Peter Zumthor che ha riscattato e rilanciato, anzi trasceso, i vecchi bagni termali ridotti, nel loro declino, a una vasca sporca scavata nel ventre di uno stanco e inopportuno hotel alpino. Le ristrutturazioni e il nuovo corpo termale hanno invece portato in valle turismo che fa del basso profilo, perlopiù colto e danaroso, il suo profilo. E così Vals, che in passato fece la fame e che di quella fame porta qua e là i segni (fienili disadorni in mezzo ai campi e vecchi uomini

con spalle sgrammaticate allo stammtisch), ora, senza farsi notare, conta i benefici di un “lusso” che non era mai giunto nella preistoria contadina, né nell’epoca industriale (acqua minerale), né nel terziario più recente. È un benessere che si manifesta sotto diverse forme, per esempio in scintillanti impianti di risalita edificati per incentivare, con garbo, la pratica sciistica, e in un cartello affisso al portone di uno dei rari club-discoteca del villaggio: “From New York to Vals” (“Da New York a Vals”). Ma entriamo nelle terme di pietra. Una signora magra come un’infermiera, avvolta in un camice bianco, distribuisce i gettoni per le chiavi degli armadietti e, a chi li richiede, sorrisi e informazioni. Insomma, sta alla cassa, come fosse una contingenza passeggera della sua esistenza, e stampa e stacca i biglietti. Fanno 40 franchi. Sono tanti... È anche vero che al Lido Ponente bastano appena per due lettini e un mare che non è onda e di


Riflesso di pietra nell’acqua


Reportage

43 Schizzi preparatori di Peter Zumthor

cui difficilmente, stando a scrutarlo sotto un parasol, si può credere che sia il padre di tutti noi. Gli rimane, questo sì, la vastità. Con questo pensierino pago e dribblo una coppia di turisti verosimilmente inglesi (quell’aria lì) che aspettano non so che, e aspettano, lui giocando con una cerniera del sacco, lei sbadigliando in un panama vintage. Non si parlano. Accenno un saluto e passo oltre, così termino un corridoio nero e stretto, un tunnel, un sotterraneo, una memoria senza immagini, una lavagna senza gesso. Insomma un inizio, un’iniziazione. Certo, a noi che entriamo, non è richiesto di lasciar ogni speranza, ma fa un certo effetto estraniante il camminarlo. Segue quindi l’approdo nella cabina della svestizione (l’augurio è di non finire a sgomitare con gli impiegati di una gita aziendale). Questa stanza è uno spazio stretto fasciato da scuri legni esotici trattati per riflettere, e quindi inevitabilmente deformare, l’immagine umana. Vis-à-vis con i fantasmi.

Qui si finisce in mutande, mentre la cravatta viene inghiottita dal mogano. E allora, così come siamo e così come siamo infine diventati – leggeri, goffi, belli, pesanti, magri, grotteschi, irresistibili, alti, soli, strani, unici, inutili – spostiamo una pesante tenda in pelle e andiamo a cercare l’acqua con il nostro corpo che altro non è che un corpo. Altro non è che… già! Eppure, è proprio dal corpo che si innesca l’esperienza di un bagno termale non ginnico ma profondamente riflessivo: pace e smarrimento. Il merito è dell’architetto e della natura che qui viene catturata e sedotta. Non succede spesso, ovviamente perché quasi ogni gesto urbanistico, ogni progettazione umana, anche la più sensibile, non può far altro che sfregiare l’autosufficienza della natura, di un prato, di un bosco, di un fiume… Allungo il piede, lo ritiro, infine mi faccio coraggio. Entro in una “piscina” di 14 °C, poi in una di 42, poi ancora in quella di 14, poi mi accascio al buio su una pietra avvolta

da vapori aromatici, quindi esco in una vasca all’aperto nuotando nella luce del sole che gioca fra le mie braccia. Mi sdraio guardando il verde della montagna dileguarsi in argento, abbasso le palpebre, divento un grande orecchio. Tutto concorre e brulica. Tutto scivola. Tutto. Penso al sangue che non ha identità, penso a uno scoglio dove gli eserciti sono costretti ad abbandonare le loro armature, le loro lame. Il mare sale e rimbomba. Il silenzio sale e risuona. Inoltre al mio fianco, intorno a me, mia madre soffre ed è contenta insieme, e un po’ più in là, lo sento, il babbo che incoraggia e che a suo modo, in cuor suo, tifa. “Stato bello Terme? – mi chiede all’uscita la cassiera in un incerto italiano, mentre mi cambia le monete per il posteggio in paese. “Sì – rispondo – come se fossi rinato”. Sarà per questo che mi sento così stanco...


All’ombra della sdraio


Schizzi preparatori di Peter Zumthor

Vals, istruzioni per l’uso

V

als può essere raggiunta dal Ticino percorrendo sia il passo del Lucomagno sia quello del San Bernardino. Per gli amanti dell’architettura, strada facendo è possibile visitare la cappella di San Benedetto a Sumvigt, realizzata sempre su progetto di Peter Zumthor. Raggiungendo Vals da San Bernardino vale invece la pena fermarsi a Zillis per visitare la chiesa di St. Martin, apprezzata per il suo soffitto tardo romanico in legno (XII sec.) interamente decorato e perfettamente conservato.

Reportage

45

Per godere del soggiorno alle Terme di Vals è bene sapere che per entrare ai bagni termali (orario 11 - 20) è necessario prenotare via internet, essendo l’accesso numericamente limitato. L’indirizzo web è www.therme-vals.ch, sub menu ticketshop. Il costo di ingresso è di fr. 40.per gli adulti e di fr. 26.- per i bambini, i quali sono ammessi solo a partire dall’età di 5 anni. Per quanto concerne il pernottamento, vi sono diverse possibilità in tutto il villaggio. In particolare, l’Hotel Therme è direttamente collegato alla struttura termale. I vantaggi sono molteplici: innanzitutto gli ospiti dell’albergo hanno accesso a partire dalle 7 di mattina, mentre il mercoledì, il giovedì e la domenica possono approfittare dell’apertura notturna dalle 22.30 a mezzanotte. Eccellente anche la colazione e il ristorante dell’albergo. Questo è dotato di 144 stanze, una quarantina delle quali sono state disegnate dallo stesso Zumthor. Idealmente si dovrebbe pensare a un soggiorno di una settimana, per sfruttare le eccellenti infrastrutture wellness, ma la presenza media per turista a Vals è attualmente di 2,1 giorni. L’età media si aggira attorno ai quarant’anni. “In fondo – ci dice Annelisa Zumthor, moglie dell’architetto e gerente dell’albergo – Vals è un nido per innamorati, poco adatto alle giovani famiglie”. Il villaggio ha mantenuto il suo carattere alpino, e per questo non è una tra le mete mondane più gettonate. La stagione termina a fine marzo e riapre due mesi più tardi. Bibliografia Peter Zumthor. Therme Vals, Scheidegger & Spiess Verlag, Zürich, 2007

Flims

Sumvitg

Domat/Ems

Ilanz Thusis

Disentis/Muster

Vals

Zillis

Olivone

Mesocco Biasca

Locarno

Bellinzona

Strada dal Lucomagno Strada dal San Bernardina

Lugano


L’argento vivo addosso di Marisa Gorza

P

Tendenze

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erché non allargare gli orizzonti dello sport e consentire a tutti coloro che hanno l’argento vivo addosso di provare, senza problemi visivi, l’ebbrezza di una sciata, di una discesa in downhill, di una corsa in bicicletta, di una uscita in canoa...? Le performance sportive sono diventate un’area di sfida per l’accessorio più espressivo del mondo, nascono così occhiali specifici per ogni disciplina, per gare estreme, o solo amatoriali, ma che si inseriscono sempre in una corroborante estetica, molto di impatto. Lo dimostrano gli esemplari Zeroh+ a cominciare dai nautici, già scelti dagli atleti del team Alinghi e da quelli di Mascalzone Latino, occhiali galleggianti e perfetti per ogni esigenza di regata. Per continuare con i Metheo, creati appositamente per il gioco del polo con le innovative lenti fotocromatiche SeeSafe Varia, capaci di annullare ogni riflesso negativo e allungate lateralmente per proteggere occhi e viso da eventuali colpi di mazza, o terriccio. In co-brand con il prestigioso polo Club Saint

Tropez è nato Plasma, l’occhiale in special limited edition ad alti livelli tecnologici di un puro lusso sportivo. PlasmaRh661, con lenti See Comfort Zeiss, viene invece fornito al team velico dell’Alfa Romeo, mentre Stylus, vero strumento di precisione ottica, è stato indossato nientemeno che dalla nazionale arcieri della Corea del Sud (medaglia d’oro in carica) nelle scorse Olimpiadi cinesi. Forme avvolgenti e abbinamenti cromatici di tendenza rendono però ogni esemplare consono pure agli “sportivi” metropolitani. Congegno ideale per spiriti indomiti, la risposta ideale a chi lo sport lo fa a livelli sempre più... alti. Così può essere definito l’occhiale Revo d’alta montagna, studiato da Luxottica con la calzata che si adatta a ogni morfologia di viso, protezione laterale e ventilazione antiappannamento. Utilizzato anche da persone con una vita dinamica e avventurosa come i giornalisti inviati speciali e i fotoreporter (tra i quali Jorg Badura) che trascorrono molto tempo all’aria aperta, alla luce intensa. La struttura molecolare delle nuove lenti LMS permette la messa a fuoco di contorni e contrasto.

E a proposito delle condizioni climatiche estreme e affascinanti dei ghiacciai, vento, gelo e riverberi

Carrera by Safilo propone C-ICE

un versatile occhiale unisex, pieghevole, dotato di coprinaso e paraocchi in pelle e cornice in Grilamid nero con lente flash silver.

Alle sciatrici, alla ricerca del look più trendy da sfoggiare sulle piste innevate

Carrera dedica il casco Perla

compatto e sferico in fibra di vetro candida e decorato con una femminilissima grafica floreale, effetto pizzo. Abbinata al casco, la maschera Scandal declina il gusto vintage per i dettagli simil-trine in seducenti sfumature dal bianco nuvola all’azzurro cielo. Ma ecco che i leggendari Ray Ban, creati oltre sessanta anni fa per l’American Air Force, continuano a prendere quota evolvendosi nel modello Phanton, nelle indovinate sfumature glossy black e dal design filante ed essenziale che lo rende ideale per proteggere gli occhi durante una corsa a cavalcioni della moto. Velocità, dinamismo e adrenalina si concentrano negli occhiali SBK Eyewear by Demenego, progettati in seguito ad un accordo con FGSport, la società che promuove la competizione internazionale motociclistica FIM Superbike World Championship, tenendo conto delle specifiche necessità della categoria. Apprezzabili anche da chi ama il look tecnico per affrontare le “gare” quotidiane. E se le due ruote sono l’icona dei ragazzi, uno dei simboli più forti del loro immaginario, il mito delle quattro ruote, esplora nuovi e veloci percorsi.

Riecco il favoloso e avventuroso mondo dell’automobilismo di razza e della sua leggendaria memoria che

Tonino Lamborghini non perde occasione di rinnovare

Come su tutti gli accessori disegnati dalla Maison del Toro, anche sulla fasciante maschera da sole in Alpacca appaiono stilizzati i tipici elementi meccanici. Anzi il motivo ornamentale di stagione riporta un “cuscinetto a sfere”, degno di un bolide di lusso.


Il cavallino rampante del marchio Ferrari by Marcolin

si accampa impavido sull’asta dei modelli pilot un po’ tondeggianti, con cromatura high tech e frontale in pelle, ma dato che la mitica, sfrecciante, rossa Daytona compie quarant’anni, viene celebrata con un occhiale d’oro 18 Carati a tiratura limitatissima: solo 40 pezzi in tutto il mondo! Montature da sole o occhiale tecnico e performante? Tutti due insieme, anzi di più. Smith, con il rivoluzionario concetto “Interlock”, ha davvero definito finito l’idea di indossare lenti solari

tercambiabili, adatte alle diver erse se intercambiabili, diverse vità sportive fino a quelle estreattività me e, per di più nelle tinte consone al mood del momento. Come dire “tre in uno”! Ciclismo, triathlon, skating, beach volley... Cebé rimane fedele alla tradizione degli occhiali da prestazioni atletiche, ideali da utilizzare da tutti gli scatenati che non vogliono rinunciare a un look vincente, addirittura imbattibile.

Profumano di sport d’élite come il golf e il cricket, o di sole intorno ai bordi di piscine esclusive, le proposte

Fila by De Rigo

dal tratto essenziale e dalla tecnologia tutta leggerezza e comfort. Intriga la maschera unisex dalla forma generosa e decisa, con l’arcata ciliare in acciaio splendente e le aste realizzate coniugando materiali diversi dove trova posto il logo sobrio e discreto. In un’eleganza richiamata alla vita libera e movimentata, ma che non trascura lo stile

Tendenze

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Il Ticino e i suoi fotografi Lorenzo Schuhmacher

Fotografia

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I lavori di abbattimento dei platani davanti al palazzo dei congressi di Lugano

La fotografia di Lorenzo Schuhmacher, fotografo ticinese che vive e lavora a Zurigo, è stata scattata dieci anni fa, durante i lavori di abbattimento dei platani secolari che ornavano l’area antistante il Palazzo dei Congressi. Un’operazione davvero discutibile che suscitò perplessità e polemiche sulla stampa cantonale. La scelta di pubblicare questa immagine, fattaci pervenire dall’autore, si collega peraltro al reportage pubblicato sulle pagine del numero 33 di Ticinosette, dedicato al recupero del Cipresso del Kashmir dell’Isola Madre. La convinzione è che la presenza di parchi, giardini e viali alberati rappresenti un elemento di grande vitalità, in grado di migliorare l’ambiente urbano rendendolo più fruibile e piacevole. Senza poi ignorare gli aspetti positivi che fanno del verde una componente dinamica dell’arredo urbano: freno alle polveri e ai rumori, ospitalità per gli uccelli e la piccola fauna, frescura estiva. Ma le trasformazioni delle città, soprattutto quelle relative all’adeguamento e alla modernizzazione della viabilità, implicano spesso interventi a carico delle piante presenti. Quanto questi siano necessari e giustificati è però tutto da valutare…


I passaggi planetari di Marte e Venere potrebbero portarvi a una maggiore indulgenza verso voi stessi con conseguente minore autodisciplina e scarsa voglia di impegnarsi. Evitate quindi di affrontare situazioni difficili o di mettervi alla ricerca di un lavoro.

Forti stimoli e una maggiore attrazione verso il sesso opposto. Vi darete un gran da fare per trovare, con successo, un/una partner, purché siate disponibili nei confronti delle necessità dell’altro. Ottimo momento per le occupazioni artistiche.

toro

scorpione

Momento decisivo per le questioni professionali. Mentre Giove e Saturno si trovano in trigono, Marte e Venere stanno attraversando la vostra sesta casa solare, quella riconducibile alle tematiche lavorative. Possibili avanzamenti professionali.

I pianeti sembrano incentivare la nascita di una relazione clandestina caratterizzata da una forte attrazione fisica. Grazie a Giove e Saturno in trigono i nati nella terza decade potrebbero dar via a un progetto creativo a lungo termine.

gemelli

sagittario

Marte e Venere si trovano di transito nella vostra quinta casa solare. Il passaggio porterà una ventata di allegria ai nati della prima decade, da diverso tempo sotto l’azione di Saturno. Momento ideale per l’amore e l’espressioni legate alla creatività.

Grazie al passaggio di numerosi pianeti nel vostro undicesimo campo solare potrete attivare una serie di progetti con i vostri migliori amici. Incontri sentimentali favoriti dal transito lunare. Fortune inaspettate per i nati della terza decade.

capricorno

Settima ideale per godersi la quiete della propria casa, magari in compagnia del proprio partner con cui condividere le gioie dell’eros. Il passaggio di Marte, se non canalizzato, potrebbe generare delle frizioni riconducibili ai desideri insoddisfatti.

Momento decisivo per il settore immobiliare soprattutto per i nati intorno ai primi giorni dell’anno. Possibile impegno per l’acquisto o il rinnovamento di un immobile. Possibili discordie passeggere all’inizio del mese a causa di una Luna storta.

leone

acquario

La vostra seconda e la vostra sesta casa solare (denaro e lavoro) sono interessate dal passaggio di Saturno e Giove. Il transito favorisce tutti coloro che si stanno indirizzando verso una risorsa economica stabile. Momenti di erotismo per i nati della terza decade.

Possibile incontro con una persona straniera favorito dal passaggio di Venere e Marte nella vostra nona casa solare. Sempre grazie a questo transito risulterà più facile risolvere una vertenza legale. Possibili flirts per i nati in gennaio.

vergine

pesci

In queste settimane con la congiunzione tra Saturno e il vostro Sole inizia un ciclo che proseguirà per ben 29 anni. Non soffermatevi troppo sui bilanci ma agite, completando ciò finora è stato lasciato in sospeso, tagliando definitivamente con ciò che non vi appartiene.

Cercate di riposarvi e rilassarvi più che potete. Le vostre energie vitali, a causa anche dell’opposizione di Saturno, sono in questo momento piuttosto basse. Potreste sentirvi incapaci ad affrontare eventuali difficoltà. Affrontate tutto con maggiore leggerezza.

Elemento: Terra - mobile Pianeta governante: Mercurio Relazioni con il corpo: apparato gastrointestinale Metallo: mercurio Parole chiave: perspicacia, intelligenza, pignoleria, modestia, riservatezza

Il segno della Vergine, a cui, fra l’altro, è ricondotta la Svizzera come nazione, ha in Demetra una delle figure di riferimento nell’ambito della mitologia classica. Dea materna della terra e delle messi dorate, ma anche delle consuetudini familiari e sociali, è spesso ricordata in quanto madre di Persefone, la fanciulla rapita da Ades e da lui condotta nel regno dell’al di là. Udito il grido disperato della figlia, Demetra si pone alla sua ricerca avviando un percorso di conoscenza del mondo, fino alla scoperta dell’identità del rapitore. Per costringere Zeus a ottenere la liberazione di Persefone, la dea ricorre al più terribile dei ricatti, infliggendo alla Terra la sterilità e minacciando la sopravvivenza degli uomini. Ma, in una sorta di anticipazione della sindrome di Stoccolma, la bella Persefone si è ormai innamorata del suo rapitore. Si stabilisce quindi che la giovane dedicherà alla madre due terzi dell’anno, mentre per il tempo restante resterà al fianco del suo sposo, in qualità di regina degli inferi. Nel comportamento di Demetra è interessante cogliere l’opposizione fra la fecondità, alimentata dal calore e dall’associazione alla terra come elemento umido, deputato alla germinazione, e la sterilità profondamente distruttiva prodotta dalla disperazione della perdita. Una dedizione completa ai propri affetti che rispecchia la coscienza tipica della Vergine in cui l’accettazione del sacrificio si interseca al senso di responsabilità nei confronti del prossimo. La rappresentazione di Demetra, in cui gli elementi mistici e religiosi sono ben presenti, la differenzia però dal mito di Gea, personificazione cosmogonica della Terra e iniziale essere primordiale nonché nutrice di tutti gli esseri.

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cancro

Il Sole transita nel segno della Vergine dal 22 agosto al 23 settembre

Astri

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» a cura di Elisabetta

bilancia

“Ma questi di Mercurio utili avvisi colui nell’alma non accolse…”

ariete

Vergine


Âť Illustrazione di Adriano Crivelli


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1. Noto romanzo di LeBlanc • 2. Feretro • 3. Minerali di color rossobruno • 4. Sposa Osiride • 5. Vocali in classe • 6. Club Alpino Svizzero • 7. Crimini • 8. Sfinito • 9. Ripetere • 14. La sigla del Ticino • 16. Un componente dell’acqua • 19. Mare del Mediterraneo • 22. Arti pennuti • 26. Annettere, allegare • 27. Allegria • 29. Non del tutto tondi • 31. Regione italiana • 33. Consonanza, euritmia • 36. L’ha di ferro lo struzzo • 38. Può cariarsi • 43. C’è quel del vero • 46. Antenata.

Soluzioni n. 34 8 2 7 1 5 9 3 4 6

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Indovina… dove siamo?

Giochi

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Verticali

1. Sbronzarsi • 10. Un malessere da mal di mare • 11. Ente Turistico Ticinese • 12. Maestrie • 13. Rimanere • 15. Località leventinese • 17. Trafila burocratica • 18. Offesi, feriti • 20. Profonda • 21. In nessun tempo • 23. La nota più lunga • 24. In mezzo al mare • 25. Art. maschile • 26. Affluente del Rodano • 27. Andate in poesia • 28. Ireos • 30. I seguaci di Russell • 32. Dittongo in giada • 34. Prep. semplice • 35. Bruciati • 37. Ostico, difficile • 39. Diverbio • 40. Chiude la preghiera • 41. Bel laghetto alpino ticinese • 42. Fiume africano • 44. Uncino da pesca • 45. Capta segnali • 47. Associazione Nazionale • 48. Antidoto • 49. Commissario Tecnico • 50. I confini di Osogna • 51. Ripida • 52. Ovest-Est.

Orizzontali

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Le soluzioni verranno pubblicate sul numero 38. Errata corrige Per ragioni tecniche alcune griglie del Sudoku apparse nelle ultime due uscite di Ticinosette presentavano degli errori e quindi non erano risolvibili. Ci scusiamo con i gentili lettori assicurando che il problema è stato risolto.

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Schema realizzato dalla Società Editrice Corriere del Ticino

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Indovina... dove siamo?

“Crocifisso sul sagrato della chiesa parrocchiale di Semione”. 1 9

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