ANNO XVXV n. n. 1 Gennaio ANNO 3 MaggioFebbraio Giugno 2017
4 ATM: le domande dell’igienista
6 A Parma il Congresso AIG
6 A Napoli il XIV Congresso SINET
7 Convegno di Etica in Odontoiatria
8 ENPAM e FNOMCeO contro il disagio
14 Riconoscimento alla ricerca italiana
Allo Spring Meeting on Oral Hygiene organizzato dall’AIDI il 5 ed il 6 maggio a Roma, l’igienista può inserire nella scheda anamnestica domande per intercettare alcune disfunzioni ATM.
Indirizzato a professionisti odontoiatri, specializzandi, studenti di odontoiatria si è svolto il 24 maggio a Roma il Convegno su Etica, Bioetica e Biodiritto in Odontoiatria.
“La gnatologia clinica nella pratica quotidiana” ha inteso stimolare l’interesse e il dibattito sulla fisiologia della masticazione e dell’apparato stomatognatico, soprattutto nei giovani in genere.
Sulla Terapia e prognosi delle retrusioni mandibolari, tema così presente nella pratica ma ancora tanto da approfondire, il 13 maggio a Napoli in scena il XIV Congresso SINET.
I due Enti uniranno le forze per individuare situazioni di disagio nella professione e valutare nuovi welfare per la categoria, analizzando le cause delle difficoltà di alcuni colleghi.
LA LINGUA BATTE
Al Congresso dell’AAO (S.Diego, 21/ 25 aprile) premiati Caprioglio, Rosa, Lucchi e Ferrari oltre a Zachrisson col premio B.F. and Helen. E. Dewel per il miglior articolo di ricerca...
ECM e medici competenti: arrivano i chiarimenti di Ministero e FNOMCeO Buone notizie per i medici competenti – quelli che collaborano alla valutazione dei rischi ed effettuano la sorveglianza sanitaria dei lavoratori – che, pur in regola con l’aggiornamento ECM, fossero stati cancellati dall’apposito elenco nazionale a seguito di omessa comunicazione dei crediti conseguiti. Ad affermarlo è una Circolare congiunta Ministero della Salute - FNOMCeO secondo cui “per poter svolgere le funzioni di medico competente risulta necessario il possesso del titolo e del requisito dell’aggiornamento ECM, mentre non risulta parimenti indispensabile la presenza in elenco, stante la funzione riepilogativa e non abilitativa dello stesso”.
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Indagine conoscitiva ENPAM FNOMCEO sulle difficoltà di medici e odontoiatri
TERRE ORTO e l'esperienza da cui nasce Io in un terremoto fui coinvolto tre volte. Avvenne nel 2012 in quello dell’Emilia, che mi straziò come professionista, distruggendo l’ambulatorio che avevo nella piazza di Novi di Modena (e per il quale finora non ho visto un euro di rimborso). Mi coinvolse in un secondo momento poiché dovetti realizzare l’assistenza odontoiatrica in tenda e camper per l’AUSL territoriale. La terza volta, infine, mi prese perché cercai di realizzare un progetto di raccolta fondi con il sindaco di San Felice, progetto che andò felicemente a buon fine. Io, quindi posso dire di conoscere bene le fasi dell’emergenza e dell’urgenza e soprattutto il valore del mantenere alta l’attenzione sulle popolazioni perché non vengano dimenticate, vista la lunghezza dei tempi di intervento e la vastità del territorio. Di qui il richiamo al progetto di aiuti denominato “TERREORTO“ scaturito dal disastroso evento che in centro Italia ha visto numerosi paesi coinvolti e che,
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non solo per la denominazione, rappresenta per tutta l’Ortodonzia italiana, una sfida civile e di solidarietà che gli ortodontisti non possono e non debbono perdere, anche soprattutto per i bambini con cui essi hanno quotidianamente a che fare. Sergio Pirozzi Sindaco di Amatrice, di cui alla pagina seguente, vuol essere solo uno dei tanti uomini simbolo, che si stanno prodigando quotidianamente per cercare di ricostruire. E noi, pur nel nostro piccolo, vogliamo essere al suo fianco.
Pietro di Michele Presidente Nazionale SUSO
TERRE ORTO ORTODONTISTI DOPO IL TERREMOTO
TERRE
Per informazioni e iscrizioni inviare mail a: ecm@emmeduegroup.it
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Eliana Di Gioia: L’eredità difficile (ma appassionante) di una figlia d’arte, cresciuta “respirando Ortodonzia” Nella rubrica “Tesi ieri oggi e domani” il pensiero della protagonista Eliana Di Gioia va al padre, Prof. Elio, che le trasmise la passione per l’Ortodonzia e soprattutto “la determinazione a volersi migliorare, guardare al futuro senza dimenticare le proprie radici culturali, professionali ed umane”.
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RTO
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La Responsabilità Odontoiatrica e i rapporti di attività professionale in Ortodonzia L’accesso al corso è consentito solo esclusivamente ai soci in regola con la quota associativa 2017.
Fondazione ENPAM e FNOMCeO uniscono le forze per individuare situazioni di disagio nella professione anche per valutare nuove misure di welfare a favore della categoria. Verificheranno con un’azione congiunta le cause che portano alcuni colleghi a trovarsi in difficoltà con il versamento dei contributi previdenziali o con il pagamento delle quote d’iscrizione.
BANCA CARIGE
IT 70X0617512901000000477280 Intestato a SUSO: Largo Re Umberto 104 - 10128 Torino
In pieno corso la campagna pro bimbi terremotati by SUSO (il nuovo IBAN) Continua la campagna del SUSO a favore dei bambini terremotati. In contrasto al venire meno della memoria (sempre in agguato nelle grandi tragedie, a mano che il tempo passa stendendo un velo di oblio sulle rovine), il SUSO e gli Ortodontisti italiani non dimenticano. Riproponiamo pertanto l’IBAN della Banca Carige in cui versare il proprio contributo in favore dei bambini terremotati, con l’avvertenza che le prime cifre sono state cambiate a seguito dell’avvenuta fusione della Banca CARIGE con altro Istituto di credito.
Per informazioni e notizie
www.suso.it
susosindacato@libero.it
SUSO Sindacato Ortodonzia
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DALLA PRIMA
Una coppia di sposi ed un Sindaco simboli di rinascita da una grande tragedia
Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi il giorno dei funerali solenni delle vittime del terremoto.
Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, con il quale SUSONews ha preso contatto, vuole essere solo uno dei tanti uomini simbolo che si stanno prodigando quotidianamente per cercare di ricostruire la loro vita personale e di collettività, avendo a fianco, seppur nel loro piccolo, anche gli ortodontisti. A lui e ad Amatrice viene data voce attraverso le pagine del nostro giornale.
Tra le tante notizie che continuano a scaturire dal disastro dell’Italia centrale annientata dal terremoto del 24 agosto scorso e di quelli successivi (18 gennaio) quella che ha più colpito è stata la celebrazione, l’11 giugno nella sede provvisoria del Municipio di Amatrice (Rieti), del matrimonio civile tra Daniele Coltellese originario di Amatrice impiegato in un salumificio e Ana Mihaela Pop, cuoca di origini romene. A unirli in matrimonio, Sergio Pirozzi, Sindaco di un paese fino all’agosto scorso celebre prevalentemente per la specialità gastronomica cui dà il nome, divenuto assai più tristemente famoso per avere battuto ogni record nel numero delle vittime: sugli oltre a 300 morti dei tre paesi più colpiti dal sisma, più di due terzi sono quelli del territorio di Amatrice, che con Accumoli e Arquata ha visto distrutti gran parte degli edifici pubblici e privati. Tornando alla cerimonia quale regalo di nozze, dicono le cronache, il Sindaco Pirozzi ha donato loro un paio di scarponi come segno del loro attaccamento al territorio. Un simbolo, per l’appunto, così come fortemente simbolico è la cerimonia, al punto da richiamare l’attenzione perfino del TG1. Anche Pirozzi è divenuto un simbolo.
Alla 12° edizione del "Premio Alberto Sordi", in programma, come da tradizione, il 15 giugno (giorno in cui il grande Albertone compiva gli anni) presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma, Sala Sinopoli, viene assegnato il 'Premio Alberto Sordi per la Solidarietà'. Fabrizio Frizzi, presentatore dell'evento, premia l’Arma dei Carabinieri e il Sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, entrambi con la stessa motivazione:
l'impegno profuso a sostegno delle popolazioni colpite. I proventi raccolti di una serata all'insegna di musica e cinema vengono destinati alla costruzione del nuovo Centro polifunzionale di Amatrice, progetto guidato da Croce Rossa Italiana e dall'Associazione "Io ci sono" nato per restituire ai territori colpiti da un sisma che ha imperversato per mesi. Un importante spazio di aggregazione e confronto per giovani e anziani. Un’ultima annotazione: quando il
Presidente Mattarella, accorse sui luoghi del disastro, l’invocazione ricorrente dei famigliari delle vittime era "Presidente, non ci lasciare soli" e il Capo dello Stato non la lasciava cadere nel silenzio: "State tranquilli, non vi abbandoneremo". Un’invocazione ed un’esortazione che attraverso TERRE ORTO anche gli ortodontisti italiani vogliono fare proprie.
Iscrizioni SUSO 2017
S.U.S.O. (Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, 1976) Siamo l'unico puro Sindacato di categoria. Uniamo TUTTI gli Ortodontisti (specialisti, esclusivisti, prevalentisti) d'Italia. Siamo in crescita perché riconosciuti, presenti e attivi a livello intersindacale, Ordinistico e politico (locale e nazionale). Offriamo una serie di servizi fondamentali per la gestione quotiodiana della professione: consulenza legale e fiscale, formule assicurative personalizzate (professionali, RC, TFR, Investo nell'Orto) e personali, analisi e informazioni su tutte le varie normative (vecchie e nuove) che regolano la nostra professione, incontri regionali-provinciali-nazionali su tematiche di particolare interesse sindacale, consigli etici-gestionali-comportamentali, SUSO News,
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ANNO XV - N. 3 - 2017 SUSO news Notiziario d'Informazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia. S.U.S.O. Largo Re Umberto, 104 10128 Torino Tel. 011. 50 28 20 Fax 011. 50 31 53 susosindacato@libero.it www.suso.it Orari di Segreteria: Lun-Mer-Gio 9.00/13.00 13.30/17.30 Mar-Ven 9.00/13.00
Coordinamento redazionale Patrizia Biancucci Comitato di Redazione Direttore responsabile: Pietro di Michele Vicepresidente S.U.S.O.: Alessandra Leone Segretario S.U.S.O.: Antonio Cesta Tesoriere S.U.S.O.: Francesca Rosato In Redazione Pietro Bracco, Damaso Caprioglio, Gabriella Ceretti, Alessandra Leone, Roberto Longhin, Gianna Maria Nardi, Alberto Pezzini, Federico Picchioni, Maurizio Tonini, Claudia Tosi, Pasquale Venneri
E tutto questo a sole € 130 annuali che diventano € 50 se sei specializzando al 2° o 3° anno o masterizzando e € 20 se sei specializzando al 1° anno o neolaurato. Se lo ritieni necessario e utile, saremo felici di poterti accompagnare e aiutare nell'affrontare le difficoltà sempre crescenti della nostra professione. La domanda di iscrizione è scaricabile da www.suso.it
Hanno collaborato Dario Betti, Paola Bilanzone, Marino Bindi, Elena Bortolazzo, Antonio Cesta, Lorenzo Cigni, Ernesto Comitale, Claudio Buccelli, Eliana Di Gioia, Paola Frati, Stefano Fusetti, Luigi Gallo, Alberto Laino, Marco Lama, Annalisa Lorenzi, Giampiero Malagnino, Gilda Mangino, Silvia Margherini, Roberto Masnata, Marino Musilli, Sergio Pirozzi, Fabrizio Sanna, Luigi Scotti, Felice Tartaglione, Luca Toninato, Antonella Vista, Paolo Zampetti. Segreteria di Redazione Angela Rosso
Norme redazionali La Redazione si riserva la facoltà di apportare modifiche, se necessario. In mancanza di dichiarazione contraria, qualunque articolo sottoposto all'approvazione della Redazione presuppone la tacita conferma alla pubblicazione totale o parziale. Non si assumono responsabilità in merito a libri o manoscritti non citati. Gli articoli non a firma della Redazione rappresentano l'opinione dell'Autore, che può non corrispondere a quella dell'Editore. La Redazione non risponde inoltre degli annunci a carattere pubblicitario o equiparati e non assume responsabilità per quanto riguarda informazioni commerciali inerenti associazioni, aziende e mercati e per conseguenze derivanti da informazioni erronee.
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Chiuso il giornale al 16/06/2017 Finito di stampare nel mese di giugno 2017
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SCIENZA E TECNICA
Probiotici in ortodonzia: consigliabile l’assunzione di yogurt ai pazienti con dispositivi ortodontici fissi Le biotecnologie guardano alla cura delle affezioni orali e sistemiche facendo riferimento a scelte terapeutiche alternative alla cura antibiotica, che mirino a target specifici, all’espressione e allo sviluppo della risposta immune, come i prodotti probiotici, un termine che riporta alla nozione di batterioterapia, secondo cui le specie batteriche simbiotiche benefiche possono essere regolate nell’organismo per ripristinare la salute e il benessere del paziente.
La terapia ortodontica può causare un peggioramento degli indici di salute orale
I probiotici sono definiti dalla WHO/ FAO come microrganismi viventi non patogeni che, assunti in adeguate quantità (in cibi o integratori alimentari), apportano benefici per la salute dell’ospite. I ceppi principalmente analizzati e in uso nel campo della cura delle affezioni del cavo orale appartengono alle famiglie di Lactobacilli e di Bifidobatteri. Il razionale di utilizzo dei probiotici rimanda a tre principali meccanismi di azione: implicazione nella modulazione della risposta immune, azione diretta contro i patogeni responsabili di infezione del cavo orale e indiretta attraverso meccanismi di esclusione competitiva. Le vie di somministrazione figurano tra le più diverse: compresse, chewing gum, latte e derivati, dentifrici e collutori. Emerge sostanziale eterogeneità d’azione e di efficacia del probiotico, al variare del ceppo: prodotti a base di L. brevis CD2 sfruttano principalmente la sua capacità di liberare l’enzima arginina deiminasi (AD) per arrestare la produzione di ossido nitrico, mediatore infiammatorio, at-
traverso un meccanismo di competizione con l’ossido nitrico sintetasi (NOS) per il comune substrato arginina. La terapia ortodontica con dispositivi fissi può causare un peggioramento degli indici di salute orale per un maggior accumulo di placca batterica che può determinare demineralizzazione dello smalto e la crescita di specie microbiche parodontopatogene. In letteratura è stata posta al vaglio l’efficacia di probiotici nel trattamento di carie e malattia parodontale, dimostrando in entrambi i casi, una rimarcabile variazione qualitativa del microbiota orale conseguente alla somministrazione di probiotici, seppur con una limitata modificazione dei parametri clinici. Ciò conformemente ai risultati di uno studio condotto presso l’Università dell’Insubria, su di un campione di 20 adolescenti trattati con dispositivo ortodontico fisso che hanno assunto il probiotico
a base di L. brevis o una compressa placebo per due settimane. Dopo l’assunzione del prodotto medicato o del placebo non ne è emersa una modificazione statisticamente significativa dei parametri clinici rilevati. Tuttavia nel corso della somministrazione si è potuto assistere a una riduzione dell’indice di placca (PI) e della profondità di sondaggio (PPD) statisticamente significativa (p<0,005). Per verificare se alla riduzione del volume di ipertrofia gengivale corrisponda una regressione dei parametri di infiammazione e se alla diminuzione quantitativa di placca presente corrisponda una variazione qualitativa della microflora orale, sarebbe opportuno condurre un’indagine microbiologica che verifichi la diminuzione dei patogeni presenti. Il miglioramento progressivo della condizione di salute parodontale emerso suggerisce l’utilità di supplemento di questi prodotti come coadiuvanti alla routine di igiene orale dei soggetti adolescenti in terapia ortodontica. Ulteriori studi, estesi a coorti più ampie e di lungo periodo, potranno contribuire a testare l’efficacia preventiva della supplementazione probiotica. Pur essendo lo yoghurt un vettore che contiene diversi e differenti probiotici è possibile suggerire l’assunzione quotidiana ai pazienti con dispositivi ortodontici fissi. Tale ambito si integra nel concetto di “dieta orale” di Luca Levrini, dove ogni trattamento odontoiatrico (quindi anche ortodontico) deve avere come coadiuvante suggerimenti nutrizionali.
Silvia Margherini
Le considerazioni di una “figlia d’arte” in Odontoiatria (due anni dopo la laurea) Quando si parla di “figli d’arte” spesso si pensa che questa sia una condizione vantaggiosa soprattutto per quelli che si trovano la strada professionale spianata. Subito dopo la laurea sanno già dove poter lavorare approfittando della copertura dei genitori . C’è il vantaggio di uno studio avviato e di un insegnante disponibile per la parte clinica e per quella gestionale e relazionale, quella che purtroppo nessuna Università ci insegna. Non è però solo un privilegio. A volte si fa fatica a sentirsi adeguati proprio perché si ha la consapevolezza di quanto i pazienti si fidino di una figura conosciuta e professional-
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Collaborazione con l’ortodontista allo Spring Meeting dell’AIDI
mente apprezzata da lungo tempo e si ha l’impressione di dover fare più fatica a conquistare la loro fiducia. Mio padre è medico, specializzato in pediatria e anche mia madre è medico, specializzata in ortognatodonzia. Sono cresciuta sentendo parlare tutti i giorni di salute e cura rendendomi conto di quanto fosse importante fare questo lavoro. Li sentivo parlare alla sera della giornata lavorativa trascorsa in mezzo ai pazienti, alle difficoltà e ai risultati ottenuti. Ed anche quando la stanchezza era tangibile vedevo che non diminuiva la loro voglia di apprendere. Forse proprio per questo ho iniziato a sviluppare
interesse per le professioni che prevedono cura di altri. Così finito il liceo mi sono iscritta alla Facoltà di odontoiatria conseguendo la laurea nel 2015. Da allora sono passati due anni. E adesso che anche io esercito la professione capisco meglio la sensazione di non sapere mai abbastanza, il continuo bisogno di scoprire cose nuove per migliorare. Solo ora mi rendo conto che la laurea è solo una base di partenza di un lungo percorso.
Antonella Vista
Il paziente al centro di una fitta intelaiatura di collaborazioni tra specialisti di diverse branche sanitarie, per un approfondimento diagnostico e un trattamento di cura e riabilitazione che ne consideri il benessere globale. Per intercettare eventuali disturbi alimentari o disfunzioni dell’ATM, l’igienista può inserire nella scheda anamnestica da compilare col paziente alcune semplici domande, quali ad esempio la preferenza di taluni cibi nella sua dieta odierna e il rifiuto di altri, rilevare la presenza di erosioni dentali, di candidosi orale, di malattia parodontale, di cefalee ricorrenti. Dietro ogni patologia orale, infatti, può celarsi un disturbo di diversa origine. La collaborazione con un patologo orale, con uno gnatologo, con un nutrizionista, ma anche con l’otorino, l’ortodontista, il logopedista, l’ortottista il fisioterapista e con altri specialisti può consentire di seguirlo al meglio per un reale miglioramento della qualità di vita. La competenza più importante in un approccio olistico di questo tipo diventa la prevenzione. La collaborazione interdisciplinare come punto di forza delle professioni sanitarie è stato il tema principale discusso durante lo Spring Meeting on Oral Hygiene dell’associazione AIDI, tenutosi il 5 ed il 6 maggio, a Roma, ad un mese e mezzo circa di distanza dall’incontro in Senato tra i rappresentanti dell’AIDI, dell’UNID e i politici attenti alle istanze dei professionisti sanitari. Paola Bilanzone
ATTUALITÀ
Giampiero Malagnino (ENPAM) sul 2% del fatturato dovuto dalle Società
Giampiero Malagnino Accogliendo il ricorso dell'ENPAM, una sentenza della Cassazione, impone alle società che svolgono attività medica o odontoiatrica in regime di accreditamento con il SSN il versamento del 2% del loro fatturato. Di qui le domande in merito fatte da Patrizia Biancucci a Giampiero Malagnino dentista, vice presidente vicario dell’ENPAM. Quali società? Di capitali e le Srl? Sono comprese anche le STP (Società tra Professionisti)? La sentenza è forse rimasta disattesa? Quella sentenza è la conclusione di un problema sorto da più di venti anni: le Regioni, da quando è nato l’accreditamento con il SSN, hanno favorito la trasformazione in società dei cd. “convenzionati esterni”. Il loro contratto prevede che una percentuale del reddito sia versata dalle ASL direttamente all’ENPAM, come avviene per gli ambulatoriali e i medici di famiglia. Quelle accreditate non avevano tale prelievo e questo ha comportato che il fondo degli specialisti esterni, non ricevendo più tutti i contributi e dovendo pagare pensioni, andasse in squilibrio. Nella Finanziaria 2007 ENPAM ottenne che le Società accreditate con il SSN versassero a questo fondo il 2% del fatturato con il SSN. Le società interessate e loro associazioni non accettando tale norma fecero ricorso e, dopo circa 10 anni, con questa sentenza lo hanno definitivamente perso. Il 23 dicembre 2016 le loro associazioni e l’ENPAM hanno firmato un protocollo d’intesa per cui da quest’anno verseranno il dovuto dando la possibilità a quel fondo di tornare in equilibrio. Da cosa nasce questo dibattito sulla mancata contribuzione delle società che effettuano prestazioni mediche o odontoiatriche? Quali decisioni sono state prese durante la riunione della Consulta quota B del 10 marzo? Sono gli iscritti ENPAM a usufruire del contributo integrativo? Sarebbe a carico dei pazienti o dei professionisti? È previsto anche in altre casse previdenziali private? Tutt’altra cosa è il contributo integrativo! Quasi tutte le altre professioni ordinistiche prevedono che il cliente debba pagare, oltre la parcella a favore della Cassa di quella professione, anche un contributo previdenziale, dal 2 al 5%, a carico del cliente a sostenere le spese generali della Cassa. Da qualche tempo in qualche Cassa, parte del contributo va anche a favore del professionista che lo ha procurato. La legge non lo prevede per i medici e i dentisti. Da qui la proposta di chiedere anche per i pazienti dei medici e dei dentisti l’assoggettamento a tale versamento. Se ne è discusso in Consulta. La maggioranza dei consultori, però, ha valutato essere maggiori gli aspetti negativi sui positivi quindi non ha dato seguito alla proposta. Quelli negativi sono: 1. Il contributo andrebbe solo in parte a favore del professionista che lo ha procurato 2. Sarebbe a carico solo dei pazienti dei liberi pro-
fessionisti: medici e i dentisti convenzionati non lo procurerebbero in quanto il contributo non deve avere oneri per lo Stato. Essendo questi colleghi in convenzione con il SSN (e, quindi, pagati dallo Stato) non verserebbero. 3. Si dovrebbe passare al sistema di calcolo contributivo (ossia quello dell’INPS, come prevede la legge), togliendo autonomia decisionale alla categoria 4. Molti consultori hanno sostenuto che, in realtà, questo 2% non sarebbe stato versato dal paziente, ma sarebbe stato a carico del professionista (come “sconto” sulla parcella). Positivo sarebbe stato invece l’alleggerimento della contribuzione previdenziale a carico del libero professionista che però non era e non è, possibile quantificare in anticipo. Il contributo integrativo potrebbe alleggerire i giovani odontoiatri che già sosterranno a fatica l'aliquota del 19,5% sul reddito? Un contributo integrativo è una novità o ci sono dei precedenti? Perché il fondo Quota B è andato in sofferenza? Il Fondo della libera professione in realtà non è in sofferenza, anzi è quello più in salute di tutti i fondi ENPAM, essendo il più “giovane”. Nato nel 1990 (gli altri nel ‘78) ha meno pensionati e le pensioni attualmente erogate sono più basse avendo i liberi professionisti pensionati meno tempo per versare e quindi hanno versato di meno. Il presidente della Consulta quota B dell’ENPAM, Zovi, ritiene che l’applicazione del 2% sulle fatture emesse ai pazienti dalle Società di capitale potrebbe legittimare una sorta di riconoscimento giuridico nell’attività odontoiatrica. È d’accordo o anche ENPAM deve prendere atto che nuovi attori sono entrati in scena sul mercato odontoiatrico? Zovi ha ragione quando dice che sarebbe un riconoscimento delle società! La proposta di far versare ad esse il 2% del fatturato fatta propria anche dagli uffici ENPAM, è una mia proposta personale, legata al ddl concorrenza. L’art. 57 prevede che possono esercitare l’odontoiatria, oltre che gli iscritti all’Albo, anche le società. Se dovesse diventare legge le società non avrebbero nessun prelievo previdenziale, il che comporterebbe a medio-lungo termine uno squilibrio nel fondo della libera professione e, lasciatemelo dire, un vantaggio concorrenziale ulteriore per le società rispetto al libero professionista. Quindi dobbiamo batterci perché questo obbrobrio anticostituzionale non passi. Ma se dovesse eventualmente avvenire, bisogna prendere in considerazione gli aspetti previdenziali di questa norma.
Patrizia Biancucci
A Torino primo corso universitario di Linguistica medica e clinica
Ha preso il via il 24 aprile (fino al 7 giugno 2017) presso l’Università degli Studi di Torino il primo corso di linguistica medica e clinica, all’interno della Laurea magistrale in Scienze linguistiche (Dipartimento di Studi Umanistici, Scuola di Scienze Umanistiche). Si tratta del primo insegnamento in Italia dedicato a questa disciplina. Il corso è per ora rivolto a studenti di area umanistica ma l'obiettivo è poterlo estendere anche ai medici in formazione. La linguistica medica studia - con un metodo testuale - l’ampio tema della comunicazione in ambito medico-sanitario. In particolare analizza i passaggi cruciali come la relazione tra medico/operatore e paziente, il discorso possibile nella terapia, gli strumenti comunicativi dell’atto medico e la dinamica della trasmissione dell'informazione al cittadino/paziente. Il versante clinico è invece dedicato ai casi di ‘disfunzionamento’ linguistico, soprattutto di ambito psicopatologico, attraverso la descrizione e l’analisi delle forme che la lingua può assumere in pazienti psicotici, autistici e con la sindrome di Alzheimer. Tenuto da Raffaella Scarpa, docente di linguistica ita-
liana all’Università di Torino, il corso è un punto di arrivo di un lungo periodo di ricerca e sperimentazione che negli anni ha visto anche esperienze di insegnamento all’interno di strutture universitarie mediche. In questi anni è nato il Gruppo di ricerca ‘Remedia – lingua medicina malattia’ costituito da studiosi che indagano le sinergie tra linguistica e scienza medica. Il corso universitario dà anche la possibilità di svolgere tirocini pre-laurea della durata di 150 ore presso le strutture sanitarie con cui Remedia, nel corso degli anni, ha attivato apposite convenzioni di collaborazione a fini di ricerca. I tirocinanti che svolgono attività di osservazione e supporto, imparano le tecniche di discorso e propongono nuove modalità di interazione alla luce dei loro studi. Lavorano in collaborazione con gli operatori e con i pazienti per raccogliere testi e testimonianze da sottoporre ad analisi, proponendo nuovi metodi di raccolta-dati” Il progetto ha quindi un obiettivo formativo: cercare di definire una nuova figura di professionista della parola che possa offrire al contesto sanitario competenze e strumenti innovativi a partire dalla linguistica medica e clinica.
Firmato al Ministero il Regolamento delle Società scientifiche accreditate
Maria Grazia Cannarozzo, Claudio Buccelli, Alberto Laino e Giuseppe Renzo
Paola Cozza
È stato finalmente firmato al Ministero della Salute, sotto la regia di Giuseppe Renzo, Presidente nazionale CAO, il Regolamento per la definizione del percorso di riconoscimento delle Società Scientifiche Odontoiatriche accreditate, necessità sentita in primis dalla FNOMCeO e dalla CAO Nazionale essendo le Associazioni molto numerose e con una costituzione societaria assai variabile. La FNOMCeO e la CAO Nazionale per la parte odontoiatrica rappresentano gli unici Organi Istituzionali autofinanziati e senza scopo di lucro, cui aderiscono tutti gli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri italiani. Attraverso le due sigle viene garantita la tutela delle professioni tramite la verifica del rispetto del Codice deontologico. La tutela della professione si esprime anche con la garanzia di un controllo sulla formazione continua, inteso non solo come verifica-registrazione diretta-indiretta dei percorsi formativi di ciascun iscritto, ma anche e soprattutto da un offerta scientificamente provata, libera da condizionamenti di qualsi-
Raoul D'Alessio
asi natura, avulsa da interessi politici ed economici, svolgendo una terza funzione di controllo affinché le Società Scientifiche Odontoiatriche posseggano i requisiti fondamentali di cui sopra. Il Gruppo di Lavoro ha proposto un set di requisiti minimi che le Società Scientifiche Odontostomatologiche devono possedere: requisiti di legge correttezza economica, di qualità scientifica, di dimensione e territorialità, la costituzione di un Board per l’accreditamento nonché allegate norme transitorie. Sono state circa 40 le Società firmatarie con CAO e CIC in prima linea seguite da ANDI, AIO, SUSO, SIDO, SIOF, COI Aiog, SOCI e tante altre. Questo regolamento di intenti è il primo passo per qualificare le Società in chiave dapprima etica e poi scientifica dando finalmente dignità anche alle piccole realtà che possono apportare grandi progressi scientifici ed umani.
Alberto Laino
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ATTUALITÀ
Il XIV Congresso nazionale SINET a Napoli su “Terapia e prognosi delle retrusioni mandibolari”
Funzionalità e riabilitazione masticatoria nel Congresso AIG di Parma
Sandro Palla e Roberto Masnata, Presidente AIG
L’impostazione del programma terapeutico per i pazienti con malocclusioni di seconda classe dento-scheletriche caratterizzate da prevalente iposviluppo e retro-posizione mandibolare rappresenta da sempre una sfida in ambito ortodontico. Il successo del trattamento richiede un approccio e una competenza multidisciplinare, per la gestione e formulazione di una diagnosi corretta, preludio ad una terapia individualizzata.
Durante la giornata sono stati evidenziati anche aspetti attualissimi sull’indirizzo preso dall’Ortodonzia odierna. Come gli studi più importanti si astraggono dal singolo paziente per cercare una verità universale, prescindendo dai singoli casi, sembra quasi che Terapia Ortodontica stia acquisendo sempre più i connotati di una terapia universale, che prescindendo dal singolo paziente, gli toglie il ruolo centrale.
È il messaggio conclusivo rivolto a coloro che il 13 Maggio, a Palazzo Alabardieri di Napoli, hanno partecipato all’ evento scientifico organizzato da Adolfo Ferro (già Direttore della Scuola di Spec. in Ortognatodonzia della S.U.N. e Past-President SIDO) impegnato da anni ad organizzare il Congresso nazionale della Società Italiana di Terapia Non Estrattiva (SINET). Quest’anno alla XIV edizione, ha visto confrontarsi alcuni tra i maggiori esponenti dell’ortodonzia e della chirurgia maxillo-facciale europei provenienti dal mondo accademico e dalla libera professione. Il tema del Congresso è stato affrontato con il supporto della letteratura scientifica più aggiornata e soluzioni cliniche suggerite in rapporto alle differenti età del paziente esaminato. Per la terapia funzionale e la terapia ortodontica/ ortopedica sono intervenuti R. Deli, R. Martina, B. Melsen e R Schiavon., mentre per quella chirurgica M. Friscia, A. B. Giannì e L. Trevisol.
Pareri autorevoli e sensazioni forti, espresse in momenti congressuali e conviviali, da Birte Melsen e Adolfo Ferro, concordando su aspetti cruciali e derive pericolose per il paziente di oggi. La sensazione è che il centro dell’attenzione sia il prodotto delle aziende, il dispositivo con cui effettuare la cura, un dispositivo con ottime potenzialità terapeutiche per gran parte dei pazienti, ma che non tiene conto delle sue individualità e talvolta finisce per rendere più complessa la situazione clinica.
Presente anche il Presidente SUSO, Pietro di Michele, in qualità di chairman di seduta e sostenitore dell’iniziativa TERRE ORTO, raccolta fondi in denaro promossa da SUSO per i bambini delle scuole primarie terremotate del Centro Italia.
La soluzione è solo nelle mani del clinico, il responsabile unico delle terapie che lo porteranno a scegliere ciò che dà meno problemi (anche medico-legali). È più efficace, ma soprattutto idoneo per i pazienti, perché estremamente individuale. Alle Istituzioni ed alla Comunità Scientifica il ruolo di formare e di rendere consapevoli i clinici circa le loro scelte terapeutiche.
Marino Musilli Gilda Mangino
Si è concluso con successo il 30° Congresso dell’AIG (Associazione Italiana di Gnatologia), costituitasi nel 1989 essendo nata per volontà di alcuni liberi professionisti per approfondire le tecniche di riabilitazione dell'apparato stomatognatico, confrontarne la validità e valutarne i risultati a distanza sul paziente. Al Congresso tenutosi presso lo Starhotel di Parma sono intervenuti circa 150 colleghi. Un bel successo, soprattutto per un’Associazione piccola come l’AIG, sopravvissuta e rafforzatasi sempre più in questi anni, nonostante la Gnatologia non sia mai stata al centro dell’attenzione dell’Odontoiatria. Intitolato “La gnatologia clinica nella pratica quotidiana” il Congresso intendeva stimolare l’interesse e il dibattito sulla fisiologia della masticazione e dell’apparato stomatognatico, soprattutto nei giovani in genere. Si è voluto porre particolare attenzione su come sia possibile ottenere e mantenere nel tempo una corretta funzionalità masticatoria evidenziando come diagnosticare, progettare e trattare le riabilitazioni dei pazienti, valorizzando la parte clinica, ma anche quella pratica in collaborazione con gli odontotecnici. Per ben sottolineare questi aspetti, sono stati invitati specialisti di fama, primo tra tutti Sandro Palla, Professore emerito dell’Università di Zurigo. Prevista per l’intero pomeriggio, la sua conferenza è stata molto apprezzata. Il professore ha mostrato numerose ricerche pubblicate su riviste internazionali e dei casi clinici a dimostrazione di come sia impossibile trovare collegamenti tra l’occlusione e la postura del corpo. Non è quindi clinicamente giustificabile correggere la postura modificando l’occlusione, come non è giusto modificare l’occlusione per migliorare la postura. Non è dimostrabile, inoltre, che l’occlusione o, meglio, la malocclusione, possa essere responsabile di danni all’articolazione temporo-mandibolare. Queste affermazioni, certamente molto importan-
ti, coraggiose hanno suscitato approvazioni, ma anche dubbi e perplessità tra l’esperto pubblico. La mattina seguente è stata dedicata alla coppia medico tecnico. Sandro Pradella con Claudio Nannini, Costanza Micarelli con Stefan Schunke e Luca Vailati avevano il compito di mostrare come sia indispensabile avere un grande affiatamento per affrontare riabilitazioni protesiche complesse in pazienti disfunzionali. Il medico deve trasmettere al laboratorio molte informazioni non limitate alla qualità delle impronte o alla registrazione di una corretta posizione intermascellare. Indispensabili sono infatti anche la determinazione di una corretta altezza verticale, l’inclinazione del piano occlusale, la registrazione dei movimenti dei condili, il posizionamento e inclinazione degli incisivi, il piano asse orbitale, ecc. I relatori hanno messo in evidenza questi aspetti, sottolineando l’importanza di ricercare una corretta funzione oltre che una gradevole estetica. Ha preso poi la parola Claus Avril, professore e “padre dell’AIG”, oltreché grande Maestro, tracciando le linee fondamentali della storia della gnatologia. Dal greco gnatos (mandibola) e logos (studio) è la scienza che studia la mandibola e, siccome i denti fanno parte integrante della mandibola, la gnatologia si occupa dei denti e dell’occlusione. Tutti gli odontoiatri, sia ortodontisti che protesisti, devono conoscere l’anatomia e la fisiopatologia della masticazione. Ci sono alcune regole da rispettare, per una corretta funzione. Ha preso infine la parola Dario D’Alessio, Master Internazionale di Ortodonzia, che ha presentato alcuni casi di pazienti con gravi malocclusioni, i quali, trattati con speciali tecniche ortodontiche e seguendo la filosofia di Sato, sono stati risolti in modo a dir poco stupefacente. Il Congresso si è poi concluso con una Tavola rotonda cui hanno partecipato tutti i relatori, investiti con grande interesse da numerose domande del nutrito pubblico. Roberto Masnata
Longhin: “Con Bersani una nuova forma di esercizio dell’odontoiatria diversa da quella della professione liberale” L’articolo che segue, a firma del consulente legale SUSO Roberto Longhin è stato pubblicato il 25 maggio su Dental Tribune Italy Daily con il titolo “Indagare a fondo la mutagenesi odontoiatrica in corso e canalizzare i nuovi artefatti” Il ddl “concorrenza” approvato dal Senato nelle scorse settimane ha messo in allarme la categoria degli odontoiatri. L’art. 57 legittima l’esercizio dell’odontoiatria anche a “società operanti nel settore odontoiatrico il cui direttore sia iscritto all’albo odontoiatrico”. La norma è l’effetto della mutagenesi della professione iniziata nel 2006 con il decreto Bersani che, abolendo il divieto fornire prestazioni da parte di società di persone, ha generato le società di servizi, i centri low cost, le società tra professionisti ed ora le “società odontoiatriche”. Più che una nuova forma di società il ddl concorrenza ha sdoganato una nuova forma di esercizio dell’odontoiatria diversa da quella propria della professione liberale. L’odontoiatria fondata sul rapporto fiduciario tra paziente e dentista garantita dall’Albo, controllata dagli Ordini, sembra avviata sulla strada della fine perché se il ddl concorrenza sarà licenziato, la professione liberale vedrà affiancarsi un artefatto di suo esercizio totalmente nuovo costituito dall’odontoiatria d’impresa che per capire dove possa arrivare basta visionare www.yoursmiledirect.com. Un artefatto è sempre pericoloso perché è un qualcosa di sconosciuto, più che mai questo che è il frutto di un’inarrestabile mutagenesi che la categoria stenta a riconoscere, limitandosi a combatterne i sintomi in cui si manifesta con palliativi. Non si può infatti definire in altro modo l’unico proposto dalle organizzazioni di categoria che queste società siano affidate alla direzione di un odontoiatra iscritto all’albo. Poca cosa. L’odontoiatria d’impresa non può infatti affiancarsi alla libera professione svincolata da ogni regola e neppure può bastare un direttore sanitario perché il capitale assuma veste di professionista. Occorre allora pensare alla professione in modo nuovo, occorre sapere incanalare gli artefatti sulla giusta via, magari trasformandoli in occasioni di lavoro come ha saputo fare la medicina più di 50 anni orsono con le cliniche, le case di cura, gli istituti privati d’analisi. È necessario pretendere che le società odontoiatriche per operare in questo mercato debbano acquisire preventiva autorizzazione specifica come tutte le altre strutture del settore sanitario quali le cliniche, le case di cura. E’ necessario pretendere che la loro pubblicità
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non sia lasciata al libero arbitrio che finisce per ingannare il consumatore, perché la salute non è un prodotto da supermercato. È necessaria una disciplina di settore che indichi non solo i requisiti minimi strutturali, ma altresì la dotazione minima di personale odontoiatrico, paramedico e amministrativo in ragione delle dimensioni della struttura e della tipologia di autorizzazione. Sarà inoltre necessario che tutti i rapporti di lavoro siano contrattualmente formalizzati, preferibilmente con rapporto di dipendenza, che la remunerazione del lavoro sia regolata da contrattazione collettiva, che siano garantite le tutele previdenziali, assicurative e di fine rapporto dei professionisti, che sia pagato loro il patto di non concorrenza, le ferie, la malattia. Soprattutto sarà necessario garantire al cittadino la possibilità di scegliere l’odontoiatra al quale affidarsi all’interno della società e, solo quando egli non dia indicazioni, sarà consentito alla società l’attribuzione di un curante. Occorrerà altresì pretendere un sistema sanzionatorio ad hoc per reprimere abusi in un settore particolarmente delicato qual è quello della salute perché le sanzioni comminabili ai professionisti restano irrilevanti per le società che dispongono di offerta di lavoro senza limiti. Il nuovo artefatto opportunamente studiato può diventare un'occasione di lavoro specie in tempi come questi dove è sempre più difficile per un giovane laureato disporre di sufficienti risorse per aprire un proprio studio. L’artefatto inoltre non si svilupperebbe neppure in modo invasivo da soffocare la libera professione perché, incanalato a dovere, potrebbe aprire la via dell’odontoiatria dipendente, pur sempre manifestazione di un esercizio liberale, accettabile perché consentirebbe di continuare a garantire la salute del cittadino, la qualità delle cure, la fiduciarietà del rapporto, il controllo degli operatori, la trasparenza dei messaggi pubblicitari. Tocca alla categoria saper sviluppare questi spunti di riflessione, indagare a fondo il fenomeno nuovo della mutagenesi odontoiatrica, canalizzarne i nuovi artefatti smettendo di pensare alla professione del futuro come ad un passato già vissuto. Roberto Longhin Consulente legale SUSO
ATTUALITÀ
Responsabilità professionale: quali novità? Il 23 Maggio presso l’’Ordine di Torino, incontro organizzato dal SUSO e dedicato alla responsabilità professionale. Due i relatori: Roberto Longhin, consulente legale SUSO e Guido Fracchia, avvocato penalista. Ecco la cronaca. Approvata il 24 marzo, la Legge Gelli ha avuto una gestazione lunghissima, essendo la risultante di 8 disegni di legge codificati in un unico testo, nato dall’esigenza di regolamentare il campo sanitario, in cui sempre più spesso il professionista appariva vincolato dalla cd “medicina difensiva”. Un fenomeno dilagante che ha portato ad un crescente numero di cause contro gli operatori sanitari con costi elevati per il sistema sanitario la cui riduzione permetterebbe ovviamente di avere a disposizione maggiori risorse. Rispetto ai decreti precedenti la nuova legge rappresenta un netto passo avanti, anche se non sono mancate critiche, in particolare dagli odontoiatri, secondo cui sarebbe stata realizzata ad hoc per le figure mediche, tralasciandone altre. La serata è stata idealmente divisa in due parti, per un esame della legge dal punto di vista penale e civile. Nel primo caso, le implicazioni per il campo medico, in particolare odontoiatrico, sono ridotte. In caso di lesioni da errore terapeutico, il paziente può rivalersi sul medico attraverso un processo civile che, a discrezione del giudice, può sfociare nel penale. Circa l’85% delle cause “sanitarie” si concludono di fatto in penale, con l’assoluzione del medico, essendo arduo dimostrare il nesso di causalità fra azione medica e danno al paziente, soprattutto in caso di lesioni gravi o morte dell’assistito. A preoccupare maggiormente il medico è la causa civile dove possono esser notevoli le “ricadute risarcitorie”, che suggeriscono l’allestimento preventivo di una documentazione clinica e radiografica il più completa possibile. L’Avv. Longhin ha riassunto schematicamente le sostanziose novità introdotte. Le due maggiori variazioni sono legate al tentativo obbligatorio di conciliazione e alla presenza delle assicurazioni già nelle fasi iniziali della conciliazione. Finora un paziente poteva infatti intentar causa contro il medico, costretto di conseguenza a giustificare il proprio operato col dimostrare assenza di negligenza e imperizia. D’ora in poi invece il paziente avrà l’obbligo di presentare, all’interno dell’accertamento tecnico preventivo, la propria contestazione in un incontro conciliatorio a livello giudiziario; un
Da sinistra Roberto Longhin, Patrizia Biancucci, Guido Fracchia, Gian Luigi D'Agostino, pres. CAO, William Manuzzi grosso ribaltone che pone un limite al fenomeno diffuso, delle “cause facili”. Nel caso dei consulenti, la legge prevede una netta divisione in materia di responsabilità professionale: il titolare della struttura (studio dentistico, centro medico o struttura pubblica) risponderà di un obbligo di natura contrattuale. Solo in seconda istanza il “consulente” potrà essere coinvolto dovendo rispondere al titolare per responsabilità extracontrattuale. Nulle, di conseguenza, le possibili clausole contrattuali stipulate in precedenza per manlevare il responsabile della struttura dall’operato di un professionista esterno, perché egli sarà tenuto a stipulare, con la propria Assicurazione, una copertura a beneficio di eventuali collaboratori per tutelarli in caso di contenzioso. Altro tema “spinoso” la partecipazione delle compagnie assicurative al contenzioso fin dalle prime fasi conciliatorie. Punto importante, in quanto impone loro di farsi carico del problema risarcitorio fin dall’inizio impedendo, come spesso succedeva in passato, che il professionista venisse “scaricato” dalla Compagnia coinvolta solo se e quando una
sentenza imponeva il risarcimento. Ora, dimostrato il dolo e ottenuta la conciliazione, il paziente può agire direttamente contro di essa, sollevando il medico dall’obbligo di fare da tramite. Il vero problema è il raggiungimento di un discrimine che consenta di definire quali siano le indicazioni chiare di una cattiva pratica medica. Vengono citate ripetutamente le linee guida, ma sia in campo odontoiatrico come in tutte le altre branche mediche è complesso stilarne di univoche. In ogni specialità dell’odontoiatria ne sono presenti numerose, stilate da personalità diverse per cui trovare una via comune sembra ostico. Standardizzare il lavoro rendendolo protocollabile semplificherebbe il lavoro della magistratura ma non risulterebbe in linea con la personalizzazione delle cure. Un problema dibattuto su cui sembra difficile trovare una soluzione a breve termine.
Fabrizio Sanna
“Etica, bioetica e biodiritto in Odontoiatria”: convegno sui massimi sistemi al Gemelli di Roma Mercoledì 24 maggio dalle 16.30 al Policlinico A. Gemelli si è svolto un convegno dal titolo “Etica, bioetica e biodiritto in Odontoiatria”, indirizzato a Odontoiatri, specializzandi, studenti di Odontoiatria ed organizzato Alessandro Gallo, Cinzia Lignini e Luigi Gallo Sabrina Santaniello da Roberto Deli, responsabile scientifico di Odontoiatria etica in proposti dai relatori della Commissione bioetica e collaborazione con lo scrivente, Delegato del biodiritto di Roma: Sabrina Santaniello (“Il dentista Presidente della Commissione bioetica e biosentinella contro la violenza di genere: il segreto diritto Albo odontoiatri di Roma. Coordinatore professionale tra codice deontologico e dovere degli interventi Alessandro Gallo, membro della civico”), Cinzia LIGNINI (”Bioetica delle virtù”), Luigi commissione Bioetica dell’Albo. Di notevole spesGALLO (“Odontoiatria e ingegneria genetica. Prosore gli interventi hanno sviluppato un confronto blema etico di una tecnica pervasiva”). dialettico tra l’istituzione universitaria del Gemelli Società, filosofia e tecnica sono temi che occupae la Commissione che da qualche anno si occupa no la pagina culturale dei quotidiani e non a caso di temi bioetici. Tra i docenti della Cattolica insi intrecciano in un convegno di bioetica. Il dentervenuti, Antonio SPAGNOLO (“Modelli bioetici tista può svolgere un ruolo sociale che va oltre il di relazione odontoiatra paziente”); Lucilla BECCI mandato e lo impegna a investigare sulla violenza (“Il senso etico degli odontoiatri”) e Roberto DELI di genere. I limiti entro i quali svolgere il ruolo di (“Il progetto Gemelli Odontoiatria Etica e la diffusio“dentista sentinella”, sono in realtà molto più ampi ne di una cultura etica”). Come si evince dai titoli, di quanto non si creda. La Technè che secondo i tre relatori, hanno toccato la complessità della Aristotele aiuta l’uomo là dove la natura mostra questione bioetica, portando alla luce quel filo sotle sue lacune, si sta sostituendo alla natura stessa. tile e delicato che lega etica, deontologia e morale Da pochi anni abbiamo imparato a leggere il DNA del clinico e la richiesta sempre più consapevole umano e già vogliamo riscriverlo, mentre genetisti del paziente. Lo sviluppo di “Modelli bioetici” fonda audaci sventolano i possibili sviluppi dell’ingegnela propria impalcatura su una categoria che meriria genetica verso il compimento di un’eugenetita di essere indagata a fondo, ossia “Il senso etico ca liberalizzata “costruire il figlio che si desidera”). degli odontoiatri”. Il dispendio di energie e risorse Quest’ambito non risparmia l’odontoiatria. “La bioprofuso dai bioeticisti del Gemelli trova il proprio etica delle virtù” applicata alla professione medica, adempimento nel “Progetto Gemelli Odontoiatria ripropone le virtù aristoteliche di Giustizia, Onestà Etica e la diffusione di una cultura etica”, che bussa e Coraggio come un faro che illumina dal di denalla porta dello studio odontoiatrico con la pretetro il pensiero di chi si assume la responsabilità di sa di sostituirsi al rappresentante dell’industria del prendersi cura delle sofferenze umane. dentale, nel diffondere e radicare un nuovo modo di pensare l’odontoiatria. Questi gli argomenti Luigi Gallo
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NORME E PRASSI
ECM integralmente deducibili Finalmente una buona notizia! Il 10 maggio è stata approvata la nuova legge a tutela del lavoro autonomo, nota come “Jobs Act dei lavoratori autonomi”.
Le nuove regole previste dal legislatore si applicano dal periodo di imposta 2017 e sostituiscono quelle in vigore fino al 2016
Tra le varie disposizioni, viene modificato il comma 5 dell’articolo 54 del TUIR: le spese per l’iscrizione a Master e a corsi di formazione o di aggiornamento professionale, di iscrizione a convegni e congressi, comprese quelle di viaggio e soggiorno, diventano integralmente deducibili dal reddito di lavoro autonomo professionale, entro il limite annuo di 10.000,00 euro. Le spese di vitto e alloggio, ove sostenute nell’ambito di corsi di formazione, divengono deducibili per intero, fermo restando la soglia massima dei 10 mila. Le nuove regole previste dal legislatore si applicano dal periodo di imposta 2017 e sostituiscono quelle in vigore fino al 2016, secondo le quali le spese di formazione, comprese viaggio e soggiorno, erano deducibili nella misura del 50% del loro ammontare. Oltretutto per le spese di vitto e alloggio collegate ad eventi di formazione, la deducibilità del 50% era da conteggiare sul 75% delle spese sostenute. Quindi diventavano deducibili solo nella misura del 37,5% del costo sostenuto. Finalmente è stata compresa l’importanza della formazione, dando la possibilità di dedurre fiscalmente tutti i costi sostenuti.
ne del costo di 1.000 euro e spese di vitto e alloggio collegate di 200 euro, con la precedente disciplina era possibile dedurre fiscalmente solo 575 (50% di 1.000 + 37,5% di 200), mentre ora si può dedurre l’intero costo sostenuto di 1.200 euro. È chiaro che il professionista dovrà prestare particolare attenzione nel conservare la documentazione oltre a dimostrare il collegamento tra le spese di vitto e alloggio e l’evento formativo.
Si ritiene, altresì, che la deducibilità integrale delle spese di viaggio e soggiorno sia possibile anche nel caso in cui la partecipazione all’evento di formazione sia gratuita. In tale ipotesi, non essendo disponibile alcun documento recante addebito di spese di formazione, sarà onere del professionista esibire in sede di verifica ogni altra documentazione idonea a dimostrare il collegamento delle spese sostenute con l’evento cui si è preso parte. Infine, sebbene non sia presente nella legge una disposizione specifica al riguardo, si ritiene che nell’ambito delle associazioni tra professionisti il limite di 10.000 euro debba essere riferito ad ogni singolo associato e non all’Associazione professionale.
Maurizio Tonini Consulente Fiscale SUSO
Esemplificando, supponendo un corso di formazio-
Sanata una ingiustizia… non due Se sono scaricabili i costi sostenuti per lezioni frontali e pratiche ma anche quelli di e-learning per la formazione a distanza (FAD); se sono deducibili anche le spese di viaggio, vitto ed alloggio inerenti ai momenti formativi, il provvedimento di cui all’articolo precedente corregge tuttavia solo una parte della disparità tra operatori sanitari dipendenti e liberi professionisti. I primi fanno l’aggiornamento durante l’orario di lavoro (e quindi vengono pagati)
mentre i liberi professionisti... lo fanno abbandonando l'attività lavorativa. Forse tra diciotto anni anche questa ingiustizia verrà sanata.
Marta Traversa
ECM e medici competenti Arrivano i chiarimenti del Ministero e di Fnomceo Buone notizie per i medici competenti – quelli che collaborano alla valutazione dei rischi ed effettuano la sorveglianza sanitaria dei lavoratori – che, pur in regola con l’aggiornamento ECM, fossero stati cancellati dall’apposito elenco nazionale a seguito di omessa comunicazione dei crediti conseguiti. Ad affermarlo è una Circolare congiunta Ministero della SaluteFNOMCeO che, tra gli altri punti, chiarisce che “per poter svolgere le funzioni di medico competente risulta necessario il possesso del titolo e del requisito dell’aggiornamento ECM, mentre non risulta parimenti indispensabile la presenza in elenco, stante la funzione riepilogativa e non abilitativa dello stesso”. La vicenda nasce da lontano, e precisamente con il Decreto Legislativo 81 del 2008 che, all’articolo 38, dispone che per svolgere le funzioni di medico competente è necessario partecipare al programma di Educazione continua in Medicina, conseguendo almeno il 70% dei crediti necessari nella disciplina “medicina del lavoro e sicurezza degli ambienti di lavoro”. Solo i medici in regola con l’aggiornamento possono iscriversi all’Elenco nazionale dei medici competenti.
Solo i medici in regola con l’aggiornamento possono iscriversi all’Elenco nazionale dei medici competenti.
M. T.
Difficoltà di medici e odontoiatri ENPAM-FNOMCeO attivano un'indagine conoscitiva Lo studio approfondirà le ragioni alla base del mancato versamento dei contributi previdenziali e delle quote di iscrizione. Fondazione ENPAM e FNOMCeO uniscono le forze per individuare situazioni di disagio nella professione anche per valutare nuove misure di welfare a favore della categoria. L’Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri e la Federazione verificheranno con un’azione congiunta la conformità dei rapporti con i propri iscritti, con l'obiettivo di analizzare le cause che portano alcuni colleghi a trovarsi in difficoltà con il versamento dei contributi previdenziali o con il pagamento delle quote d’iscrizione. Grazie all’incrocio dei dati sarà possibile tracciare un quadro delle difficoltà emergenti all’interno della categoria, con particolare attenzione ai giovani colleghi.
ENPAM e FNOMCeO devono essere sempre vicini e collaborare, poiché entrambi hanno al centro del loro interesse il benessere dei colleghi riducendone il disagio
“È un dato di fatto che un libero professionista sotto i 35 anni guadagna oggi oltre un terzo in meno rispetto a un collega 55/60 enne. Oltretutto il gap generazionale negli ultimi anni si è dilatato – dice il Presidente dell’ENPAM Alberto Oliveti – Questo dimostra quanto sia importante intervenire per sostenere il lavoro dei medici e degli odontoiatri”. I risultati del lavoro condotto, costituiranno l’ossatura di un’indagine attraverso cui l’Osservatorio giovani professionisti ENPAM-FNOMCeO punterà a individuare i profili e le esigenze tipo dei colleghi che si
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Di qui un lungo avvicendamento di cancellazioni da parte del Ministero, riammissioni, proroghe per mettersi in regola, ma anche molte questioni ancora aperte, alla quale la Circolare arriva ora a rispondere. Per quanto riguarda il fabbisogno di crediti ECM, Ministero e FNOMCeO ricordano che, per completare i crediti dello scorso triennio, 2014-2016, i professionisti avranno ancora tempo sino alla fine del 2017. Persiste l’obbligo di comunicare il possesso del requisito formativo alla Direzione Generale Prevenzione Sanitaria (dal 1° gennaio 2017 sino al 15 gennaio 2018), pena la cancellazione dall’elenco. Per quanto riguarda il triennio in corso, il Ministero effettuerà controlli a campione per verificare la conformità della formazione, controlli che diventeranno sistematici a fine triennio. Altre precisazioni su esoneri, cancellazioni e reiscrizioni nella Circolare del 1/6/2017 - Ministero Salute e Fnomceo all'indirizzo: www.trovanorme.salute.gov.it/norme /renderNormsanPdf?anno=2017&codLeg=59508& parte=1%20&serie=null
trovano ad affrontare difficoltà contingenti, per arrivare a fornire un’assistenza più calibrata sulle attuali esigenze della categoria. La collaborazione tra FNOMCeO ed ENPAM testimonia lo sforzo congiunto di tutte le espressioni della categoria per tutelare i professionisti in difficoltà, sulla linea di quanto indicato dalla Presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Roberta Chersevani, nel corso dell’ultima Assemblea Nazionale ENPAM.
“ENPAM e FNOMCeO devono essere sempre vicine e collaborare, poiché entrambi hanno al centro del loro interesse il benessere dei colleghi e la riduzione del loro disagio” ha detto Chersevani.“ Un impegno forte, doveroso volto a coniugare rispetto delle regole e attenzione a quella quota di professionisti in vera difficoltà - afferma il Presidente CAO FNOMCeO, Giuseppe Renzo - . L'odontoiatra, che esercita nella quasi totalità in libera professione, rappresenta uno spaccato da cui trarre elementi di valutazione concreti a cui prestare la massima attenzione, anche per monitorare la situazione. Ai giovani professionisti guardiamo con la dovuta attenzione e intendiamo porre lo stesso interesse a quella quota di esercenti ‘morsi’ dalla crisi”.
Ufficio Stampa Fondazione Enpam
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NORME E PRASSI
Legge Gelli: meno conflitti e risarcimenti più efficaci all’insegna di qualità e sicurezza delle cure
Prima parte pubblicata su Suso News 2 2017 p. 10
(Seconda parte)
La Legge 24/2017, cosiddetta legge Gelli/Bianco, rappresenta un importante punto d’incontro fra la necessità di calmierare il contenzioso in ambito di responsabilità sanitaria da un lato e quello di garantire un sistema risarcitorio più efficace nei confronti del paziente. La ratio generale è comunque quella di implementare un sistema di qualità che ha come premessa la sicurezza delle cure considerata come elemento costitutivo del diritto alla salute, a garanzia in primo luogo del paziente stesso.
La ratio generale è comunque quella di implementare un sistema di qualità che ha come premessa la sicurezza delle cure considerata quale elemento costitutivo del diritto alla salute
Articolo 7. La responsabilità civile del medico e della struttura sanitaria L’art. 7, al fine di arginare il dilagare del contenzioso in ambito civilistico, ha con chiarezza rispetto alla legge “Balduzzi” introdotto il doppio binario in ambito civilistico: la struttura sanitaria risponderà per responsabilità di natura contrattuale ex art. 1218 cod. civ., mentre il medico, salvo il caso di obbligazione contrattuale assunta con il paziente, risponderà in via extracontrattuale ex art. 2043 cod. civ.. Le principali differenze fra le due forme di responsabilità riguardano il regime probatorio e il regime prescrizionale. Nella responsabilità contrattuale il paziente danneggiato deve provare solo il titolo (che dimostri il ricovero e dunque l’assunzione dell’obbligazione da parte dell’ospedale) ed allegare l’inadempimento, la restante prova incombe sull’ente convenuto; nel caso della responsabilità extracontrattuale propria del pubblico dipendente l’onere dell’attore abbraccia tutti gli elementi della domanda risarcitoria: condotta – evento – nesso di causa e colpa. Il doppio binario agisce anche sul piano della prescrizione dell’azione, decorrendo quella contrattuale nell’ordinario termine decennale (art. 2946 cod. civ.) e quella aquiliana nel più breve termine quinquennale (art. 2947 cod. civ.). L’intento della riforma è dunque diversificare in modo netto le due posizioni, spostando il rischio sul soggetto maggiormente capiente e idoneo ad attuare strumenti di prevenzione dell’errore attraverso il rischio clinico. Ciò può costituire un vantaggio tanto dell’esercente la professione sanitaria, il quale risponde solo dei danni integralmente provati dal paziente, tanto del paziente medesimo che viene invitato ad agire contro chi più facilmente può ristorare i danni. Articoli 8 e 9. Riduzione del contenzioso e azione di rivalsa Il combinato disposto delle due norme ha la finalità di ridurre il contenzioso per i procedimenti di risarcimento da responsabilità sanitaria. In particolare, l’articolo 8 prevede l’introduzione di un tentativo obbligatorio di
conciliazione a carico di chi intenda esercitare in giudizio un’azione risarcitoria ovvero la proposta di ricorso presso il giudice civile competente per l’espletamento di una consulenza tecnica preventiva ai sensi dell’art. 696-bis c.p.c., ai fini dell’accertamento e della relativa determinazione dei crediti derivanti dalla mancata o inesatta esecuzione di obbligazioni contrattuali o da fatto illecito. La domanda giudiziale è procedibile, solo se la conciliazione non riesce o il relativo procedimento non si conclude entro il termine perentorio di sei mesi dal deposito del ricorso. L’articolo 9 disciplina lo spinoso campo dell’azione di rivalsa o di responsabilità amministrativa della struttura sanitaria nei confronti dell’esercente la professione sanitaria, in caso di dolo o colpa grave di quest’ultimo, successivamente all’avvenuto risarcimento (sulla base di titolo giudiziale o stragiudiziale) ed entro un anno dall’avvenuto pagamento.
Articoli 10-11. Obblighi assicurativi I punti salienti sono: a) Le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private devono essere provviste di copertura assicurativa o di altre analoghe misure per la responsabilità civile verso terzi e per la responsabilità civile verso prestatori d’opera. b) Le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private devono essere provviste di copertura assicurativa o di altre analoghe misure per la responsabilità civile verso terzi e per la responsabilità civile verso prestatori d’opera, ai sensi dell’articolo 27, comma 1bis, del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, anche per danni cagionati dal personale a qualunque titolo operante presso le strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche e private, compresi coloro che svolgono attività di formazione, aggiornamento nonché di sperimentazione e di ricerca clinica. c) è fatto obbligo di assicurazione a carico del professionista sanitario che svolga l’attività al di fuori di una delle predette strutture o che presti la sua opera all’interno della stessa in regime libero-professionale, ovvero che si avvalga della stessa nell’adempimento della propria obbligazione contrattuale assunta con il paziente, per i rischi derivanti dall’esercizio della medesima attività. d) Al fine di garantire efficacia alle azioni di cui all’articolo 9 e all’articolo 12, comma 3, ciascun esercente la professione sanitaria operante a qualunque titolo in strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private provvede alla stipula, con oneri a proprio carico, di un’adeguata polizza di assicurazione per colpa grave.
A Napoli un Master sui lineamenti medico legali per medici e odontoiatri CONTRIBUTO DI ISCRIZIONE
È previsto un contributo di iscrizione, comprensivo dell'onere assicurativo dei soggetti frequentanti, pari ad euro 4.000,00 pagabile in due rate (la prima di euro 2.000,00 all'atto d'iscrizione, la seconda di euro 2.000,00 entro il 30 novembre 2017), oltre ad euro 140,00 per la tassa regionale per il diritto allo studio universitario.
“Lineamenti medico legali della professione odontoiatrica” si intitola il Corso di perfezionamento scientifico e di alta formazione permanente (e ricorrente) indetto dall’Università Federico II di Napoli e coordinato da Claudio Buccelli. Mira a formare figure altamente specializzate offrendo, mediante un approccio teorico e pratico ed apporto multidisciplinare, un particolare affinamento culturale in ambito medico legale attraverso l'approfondimento delle principali tematiche etico-deontologiche e forensi proprie della disciplina. Il forte richiamo anche in ambito odontoiatrico a temi di natura etico deontologica rende indispensabile l’approfondimento di conoscenze su temi quali relazione col paziente, comunicazione con lui ed i suoi familiari, acquisizione del consenso all'atto medico, assunzione di responsabilità etiche e morali, rispetto della riservatezza, aggiornamento professionale ed attenzione agli aspetti valoriali e culturali di una società multietnica. Altri temi: problematiche cliniche delle utenze speciali, conflitti di interesse nell'esercizio dell'attività odontoiatrica, collaborazione con varie figure professionali nelle attività di gruppo e delimitazione delle competenze, pubblicità sanitaria. Vi è Inoltre l'esigenza di acquisire specifiche competenze anche in ambito medico sull’autorizzazione all'apertura e la gestione di uno studio/ambulatorio odontoiatrico, sugli obblighi certificativi, il contenimento
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Art. 15. Periti nei giudizi di responsabilità sanitaria 1. Nei procedimenti civili e nei procedimenti penali aventi a oggetto la responsabilità sanitaria, l’autorità giudiziaria affida l’espletamento della consulenza tecnica e della perizia a un medico specializzato in medicina legale e a uno o più specialisti nella disciplina che abbiano specifica e pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento, avendo cura che i soggetti da nominare, scelti tra gli iscritti negli albi di cui ai commi 2 e 3, non siano in posizione di conflitto di interessi nello specifico procedimento o in altri connessi e che i consulenti tecnici d’ufficio da nominare nell’ambito del procedimento di cui all’articolo 8, comma 1, siano in possesso di adeguate e comprovate competenze nell’ambito della conciliazione acquisite anche mediante specifici percorsi formativi. 2. Negli albi dei consulenti di cui all’articolo 13 delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, e dei periti di cui all’articolo 67 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, devono essere indicate e documentate le specializzazioni degli iscritti esperti in medicina. In sede di revisione degli albi è indicata, relativamente a ciascuno degli esperti di cui al periodo precedente, l’esperienza professionale maturata, con particolare riferimento al numero e alla tipologia degli incarichi conferiti e di quelli revocati.
Università degli Studi di Napoli “Federico II”
MASTER UNIVERSITARIO DI II LIVELLO
SEDE DEL MASTER
e contrasto delle richieste risarcitorie, la valutazione del danno
Le attività formative stomatognatico, del Master si svolgeranno prevalentemente presso il Dipartimento di Scienze dell'apparato ecc. Di durata annuale articolata Biomediche Avanzate ed il Dipartimento di Neuroscienze e Scienze Riproduttive ed Odontostomatoloin moduli formativi con incontri periodici di 3 giorni al mese per giche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
attività teorica frontale, esercitazioni, seminari, attività di tirocinio
Sono previsti inoltre seminari ed esercitazioni itineranti presso sedi universitarie e strutture sanitarie impartiti anche con modalità pubbliche distribuite sul territorio nazionale. telematica, si avvale di uno scelto
corpo docente (Oriana Clarizia, Pierpaolo Di Lorenzo, Aniello Ingenito, Alberto Laino, Massimo Niola, Fabio Policino, Ida Torre, Paolo Valerio). Agli studenti (laureati in Odontoiatria e Protesi dentaria e CONiscritti IL PATROCINIO medici chirurghi all’Albo) DI: che supereranno la prova finale verrà rilasciato il Titolo di Master di II livello in “Lineamenti medico legali della professione odontoiatrica”. I professionisti così formati avranno acquisito specifiche competenze in materia medico-legale odontoiatrica, potendole impiegare tanto nell'esercizio quotidiano della propria attività professionale, quanto nello specifico ambito giudiziario e assicurativo nei confronti di enti pubblici e privati (INAIL, ASL, Unità di Risk Managment, Compagnie di Assicurazione, soggetti privati, etc.). Per l’attivazione del Master è richiesto un numero minimo di 10 studenti, fino a un massimo INFO di 30 studenti. La domanda di partecipazione dovrà essere recapitata, a pena di esclusione dal Concorso, entro le 12 del 20 giugno 2017 all’Ufficio Scuole di Specializzazione e Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Master (Via Mezzocannone, 16 · 80134 Napoli). all’indirizzo: https://www.unina.it/-/13466005-ma_sba_lineamenti-medico-legali-della-professione-odontoiatrica
Info sul sito web dell'Ateneo www.unina.it
Direttivo SIOF Claudio Buccelli Paola Frati
Lineamenti Medico Legali della Professione Odontoiatrica Direttore Scientifico: Prof. Claudio Buccelli
NORME E PRASSI
Il punto sul voucher: ultimo... ma non ultimo Dietro l’ampio dibattito dottrinario e legislativo sviluppatosi attorno all’annoso dilemma “voucher si, voucher no?” si nasconde, in realtà, una problematica di più ampia portata, collegandosi, in modo ormai quasi indissolubile con una delle storiche lotte che in particolare coloro che operano in materia di diritti dei lavoratori e nuove opportunità per le aziende, hanno ingaggiato contro la piaga sociale del lavoro non regolarizzato (“lavoro nero”). Ripercorriamo quindi con una veloce carrellata, le tappe attraverso cui i buoni lavoro hanno dapprima trovato ingresso nella legislazione, per poi evolversi ed adeguarsi alle esigenze delle categorie più coinvolte, sino a divenire la bandiera giuridico - legislativa per battaglie politiche, ideologiche e sindacali. Introdotti dalla legge Biagi, nel 2003 i buoni per il lavoro accessorio miravano a far emergere e, quindi, ridurre, le varie tipologie di lavoro sommerso esistenti, restituendo dignità a lavoratori ridotti in schiavitù e la visibilità necessaria anche agli occhi del fisco. Alle origini, il voucher era destinato ad una platea di lavoratori ‘svantaggiati’ quali i disoccupati di lunga durata, studenti, pensionati, casalinghe, che operavano entro comparti specifici: piccoli lavori domestici, lezioni private e manifestazioni sportive o culturali. Si caratterizzava infine per il meccanismo di liquidazione del compenso del lavoratore fondato sui buoni entro il limite dei tremila euro annui, per contrastare il lavoro irregolare e semplificare le procedure amministrative. Nel 2008 venne prevista la possibilità di acquistarli in tabaccheria ed il lavoro accessorio viene esteso ad attività di vendemmia di breve durata, a carattere saltuario, a lavori in altri settori produttivi ed in agricoltura e, successivamente, per pulizia e manutenzione di edifici, strade, parchi e monumenti da parte di enti locali. La legge 192/2012, meglio nota come Legge Fornero, allora Ministro del lavoro, ha escluso qualsiasi vincolo categoriale nell’impiego dei voucher che, quindi, vedevano decisamente ampliarsi la platea dei fruitori, sino ad essere massicciamente impiegati nelle aziende, in agricoltura ed in molteplici altri settori produttivi, col limite di compenso annuo di 5.000 euro netti per singolo prestatore, con riferimento alla totalità dei committenti. Con l’entrata in vigore del Jobs Act, il tetto veniva elevato sino ad € 7 mila netti (pari ad 9.333 lordi) con riferimento alla totalità dei committenti ed € 2.020 netti (pari ad € 2.693 lordi) con riferimento a ciascun committente. Ma veniva imposto per la prima volta un divieto di utilizzo dei voucher nell’esecuzione degli appalti. Si assisteva tuttavia ad un abnorme impiego dei buoni lavoro, facilmente rilevabile in quanto trattavasi di cartelle numerate e datate, con un valore nominale prefissato per un’ora di lavoro ed acquistabili da professionisti e imprenditori tramite modalità telematica e tabaccherie autorizzate. Il Decreto Legislativo n. 185/2016, entrato in vigore l’8 ottobre, introduceva correttivi attraverso le modifiche al D.Lgs. n. 81 del 2015, riguardanti la preannunciata stretta sull’utilizzo nell’ambito del lavoro accessorio. Per garantirne la piena tracciabilità infatti, il Decreto “correttivo” prevedeva che i committenti (imprenditori non agricoli o professionisti) che ricorressero a prestazioni di lavoro accessorio fossero tenuti, almeno sessanta minuti prima dell'inizio della prestazione di lavoro accessorio, a comunicare alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo, il giorno e l’ora di inizio e di fine della prestazione. Il rischio, in caso di violazione degli obblighi di comunicazione, era l’applicazione di una sanzione amministrativa ricompresa tra € 400,00 ed € 2.400,00 in relazione a ciascun lavoratore per cui si fosse incorsi nella omessa comunicazione. Dal 17 marzo 2017, infine, il Decreto legge n.25/2017 (pubblicato a tempo di record in Gazzet-
ta Ufficiale il 17 marzo 2017 ed entrato in vigore lo stesso giorno) ha vietato l’acquisto dei voucher, comunque utilizzabili, se già acquistati, entro il 31 dicembre del medesimo anno. In effetti lo scenario di una maggiore delimitazione nell’utilizzo dei buoni lavoro era ampiamente nell’aria dopo i dati che hanno visto schizzare verso l’alto le statistiche sul loro impiego e che ha portato la Cgil a farsi promotrice di una proposta referendaria abrogativa riguardante tra gli altri, proprio i buoni lavoro. Superato il vaglio della Cassazione il 9 dicembre 2016, l’analisi di legittimità dei quesiti referendari veniva sottoposta all’indagine della Corte Costituzionale che l’11 gennaio 2017, ammetteva due, quesiti referendari, tra cui quello su buoni lavoro. Con l’addio dei voucher deciso dal Governo, imprese e famiglie fanno i conti con la valutazione delle alternative per pagare i lavoretti di giardinaggio o le faccende domestiche. L’abrogazione avvenuta senza periodo transitorio, ha infatti gettato scompiglio e portato conseguenze soprattutto dove il ricorso ai buoni lavoro era diventato prassi: pubblici esercizi, stewarding, manifestazioni calcistiche, solo per fare alcuni esempi. Di recente, l’idea che si è fatta largo nel partito di maggioranza e che pare stia trovando forma legislativa in una proposta di legge già in Parlamento, è prevedere due tipi di soluzioni normative. La prima per le famiglie, con una soluzione che sostanzialmente ricalchi i voucher, cioè titoli di pagamento per badanti, colf, collaboratori domestici da acquistare dal tabaccaio. Il secondo per le aziende, attraverso una forma di pagamento a metà tra voucher e contratto a chiamata, facilmente reperibile che eviti al datore di lavoro di affidarsi ad un professionista per assumere un impiegato anche solo per poche ore. La forma di pagamento, quindi, dovrà essere simile a quella del contratto a chiamata, rendendo più flessibile questa tipologia, che ora non può essere usata per i dipendenti dai 25 ai 55 anni, ossia il grosso della forza lavoro. Mentre si fanno strada le prime risposte normative al vuoto legislativo creato dal D.L. n. 25/2017 che ha abrogato i voucher, per i datori di lavoro e per i professionisti resta il problema di come gestire nell’immediatezza quelle prestazioni di lavoro “marginali” prima coperte dal lavoro accessorio. L’analisi delle tipologie contrattuali alternative disponibili mostra la loro inadeguatezza specie per i costi elevati, tipici del lavoro subordinato, oltre al quale si potrebbe ricorrere alla somministrazione di lavoro, tramite agenzie autorizzate, oppure, se le caratteristiche del rapporto lo consentono, alle collaborazioni stipulate attraverso contratti co.co. co ovvero a partita Iva. Resta sempre valido il contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, che garantisce la possibilità di tarare la forza lavoro in base a esigenze di organizzazione della produzione che risentono della estrema frammentarietà del mercato. Questo contratto è caratterizzato da una molteplicità di vincoli (durata massima, limite percentuale, numero di proroghe, rinnovi, ecc.), oltreché da elevati costi tipici del lavoro subordinato (ai quali si sommano la contribuzione aggiuntiva e gli oneri di gestione), che lo rendono poco flessibile. Gli effetti dell’abrogazione dei voucher rischiano di ricadere sui committenti ma anche sugli stessi beneficiari, senza alternative in grado di rispondere alle esigenze di flessibilità che il lavoro accessorio garantiva e tenendo presente che i destinatari dei voucher non potranno più godere di alcuni benefici. E’ il caso, per esempio, dei percettori di misure di sostegno al reddito, che non potranno più cumulare lo stipendio da rapporto di lavoro con i sussidi, come invece potevano fare con i buoni lavoro (fino a € 3000 annui); ma, in genere, chi percepiva i voucher - senza imposizione fiscale e incidenza sul proprio stato di disoccupazione o di inoccupazione - subirà conseguenze, anche su eventuali prestazioni assi-
Introdotti dalla legge Biagi, nel 2003 i buoni per il lavoro accessorio miravano a far emergere e, quindi, ridurre, le varie tipologie di lavoro sommerso
stenziali. In conclusione, la gestione operata dal legislatore rispetto alla disciplina del lavoro accessorio lascia tutti disorientati: prima gli operatori sono stati dotati di uno strumento, il cui campo di applicazione, nel tempo, è stato addirittura allargato e potenziato; ora, di punto in bianco, è avvenuta la soppressione totale, senza un’alternativa confacente a soddisfare determinati fabbisogni, ferma restando la condanna degli abusi, da combattere, non solo per l’utilizzo di-
storto dei voucher ma per le situazioni patologiche del mercato del lavoro legate alla violazione delle norme di legge.
Avv. Marco Lama Giuslavorista
Affascinante naturalezza „ LA PERLA È, IN NATURA, L‘EMBLEMA DELLA BELLEZZA. PRENDE FORMA ALL‘INTERNO DI UNA CONCHIGLIA E CIÒ RICHIEDE TEMPO, PER MATURARE ALLA PERFEZIONE.“
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TESI, IERI, OGGI, DOMANI
Eliana Di Gioia: L’eredità difficile (ma appassionante) di una figlia d’arte cresciuta “respirando Ortodonzia” Quando sentì parlare per la prima volta di Ortodonzia? Con una battuta, si potrebbe dire sin dalla scuola elementare! In quanto “figlia d’arte” sono cresciuta respirando Ortodonzia da sempre. Insieme alla mia famiglia accompagnavamo spesso papà ai Congressi già dai primi anni della SIDO, conoscevamo i suoi colleghi ed amici in SIDO in GISO e in SUSO, degli ultimi due è stato anche un fondatore. Dedicarmi all’Ortodonzia è stata quindi la naturale evoluzione di una fascinazione familiare e personale. Il primo vero approccio fu nel 1984, in occasione della mia tesi di laurea. Mi cimentai con la sperimentazione clinica e teorica di un apparecchio ortodontico innovativo chiamato “Arco linguale D.G.” ideato dal Prof. Elio Di Gioia per risolvere problemi di affollamento e linguo-inclinazione dei denti anteriori. Dall’anno 1979 al 1984 furono trattati con questo dispositivo 79 pazienti (31 maschi e 48 femmine). I risultati della ricerca sperimentale teorica e clinica furono riportati nella mia tesi di laurea magistrale intitolata “Comportamento biomeccanico e risultati clinici di un Arco linguale attivabile: Arco D.G.” pubblicata nel 1984, dalla quale vennero ricavate due comunicazioni scientifiche presentate al Convegno annuale SIDO nell’84 e due lavori di ricerca originale pubblicati nei volumi 1986/vol.1 e 1986/vol.2 di
Milvia, Claudio ed Eliana Di Gioia
Mondo Ortodontico, Rivista Ufficiale SIDO. Tesi di laurea e di specializzazione in Ortodonzia: si può trovare un filo conduttore comune? In un certo senso sì, poiché entrambe sono frutto di ricerche sperimentali sui possibili campi di applicazione di nuove tecnologie tridimensionali non invasive nella clinica e nella diagnostica ortodontica. La tesi di specializzazione conseguita nel 2010 presso l’U.C.S.C. di Roma (Relatore Prof. Roberto Deli) “Fotogrammetria digitale per l’analisi e la misurazione 3D dei tessuti molli del volto” sperimentava le possibilità offerte dall’applicazione della stereofotogrammetria tridimensionale nella diagnostica facciale tramite uno scanner fotogrammetrico facciale ideato e progettato dal team del Prof. Ing. L. M. Galantucci del Politecnico di Bari, per ottenere il rilievo e la misurazione dei tessuti molli facciali prima, durante e dopo le terapie. La sperimentazione consisteva nel mettere a punto una specifica metodica (con nuova strumentazione e protocollo di lavoro) di scansione facciale tridimensionale XRay-Free per una diagnosi di precisione delle caratteristiche 3D dei tessuti molli facciali senza dover ricorrere a strumenti diagnostici invasivi come le radiazioni ionizzanti (ad es.CT-CB).
Congresso Internazionale IADR Toronto - Canada 2008
Tesi laurea 1984
Team Studio Di Gioia
Da allora quali sono state le sue linee di ricerca clinico scientifica? Il filo conduttore del mio lavoro è stato cercare una soluzione alle problematiche della gestione clinica dei casi ortodontici attraverso lo studio, l’innovazione, la tecnologia. Osservare in primis i problemi della pratica clinica quotidiana (studio), immaginare soluzioni/apparecchiature non convenzionali per affrontare specifici problemi clinici (innovazione), applicare strumenti nuovi e metodologie rigorose, specie per diagnosi e monitoraggio delle terapie e dei risultati clinici conseguiti (tecnologia). La mia tesi di laurea rispondeva alla necessità di disporre di un apparecchio ortodontico innovativo estetico, non visibile e non bisognoso di collaborazione del paziente, che consentisse il controllo di precisione delle forze (intensità e direzione) applicate sui denti. Analogamente, quella di specializzazione doveva mettere a punto una specifica metodica XRay-Free (con strumentazione e protocollo di lavoro innovativi) per la diagnosi estetico/funzionale del volto attraverso la fotogrammetria tridimensionale.
dabile e non invasivo perché non basato su radiazioni ionizzanti; • Rilievo tridimensionale anche delle minime caratteristiche e variazioni della morfologia dei tessuti molli facciali per una diagnosi precoce ed accurata dei problemi del paziente, integrando la diagnostica con l’analisi dei tessuti molli; • Monitoraggio della risposta alle terapie effettuate, potendo apportare per tempo i correttivi necessari in corso di terapia; • Personalizzazione dei dispositivi ortodontici in base ai problemi specifici del singolo paziente ed alla sua risposta alle terapie, rendendole sempre più patient-oriented”. Una metodica che ci risulta averle portato anche riconoscimenti ufficiali… In effetti, grazie alla sua messa a punto nel 2011 venni selezionata come finalista al Premio Nazionale ITWIIN 2011 (Italian Women Inventors & Innovators) a Torino. Dal 2012 la applico ai miei pazienti ortodontici prima, durante e dopo la terapia: l’osservazione di molti casi affetti da disturbi di sviluppo della dentizione, dei tessuti duri e molli facciali, mi ha consentito di arricchire il processo diagnostico con ulteriori informazioni, individualizzando le scelte terapeutiche.
Ed oggi “cosa bolle in pentola”? Le metodiche diagnostiche convenzionali riescono ad indagare molto bene le patologie a carico dei tessuti duri facciali, ma poco le problematiche a carico di quelli molli, in statica e in dinamica. Poter affiancare pertanto alle metodiche diagnostiche convenzionali anche la nuovissima metodologia diagnostica fotogrammetrica consente molti vantaggi: • Utilizzo di un metodo diagnostico accurato, affi-
INCONTRI E CONGRESSI
Alla festa della Leone, Ortodonzia protagonista ieri e oggi attraverso figure assai rappresentative Venerdì 26 maggio alla Leone SpA di Sesto Fiorentino sono stati celebrati i 20 anni dall’avvio del primo incontro culturale Leoclub avviato da Alessandro Pozzi, padre di Elena (attuale amministratrice), morto nel 2015, la quale nel saluto di apertura ha ricordato quanto il padre tenesse all’incontro tra accademia, professione e azienda. Promosse infatti nel 1997 il primo evento di una serie dedicata alla diffusione della cultura odontoiatrica, fondando anche un museo che onora l’azienda e l’Ortodonzia. Al ricordo si è unito Damaso Caprioglio, assente all’incontro per motivi di salute, di cui Pozzi fu «amico, maestro di vita e consigliere per quasi cinquant’anni». Con un messaggio vibrante, letto in apertura, Caprioglio ha ricordato la managerialità di Alessandro «sempre protesa verso nuovi traguardi», accennando tuttavia anche al suo spirito di solidarietà. Convenuti a Sesto molti rappresentanti dell’Accademia ortodontica per rendere omaggio alla sua figura e per l’incontro con Kevin O’Brien e Larry White, invitati dalla Leone a tener conferenza in tale occasione. Titolare di un blog di ortodonzia con 40 mila followers mensili O’Brien ha parlato sociologicamente di varia ortodonzia, deplorando la disinformazione e le bufale che inquinano l’immagine della professione, mentre “più tecnica” è stata la relazione di Larry White.
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Elena Pozzi e i suoi illustri ospiti La commemorazione è stata l’occasione per sottolineare la «vocazione metallurgica” della Leone, Azienda di decisa impronta familiare da ormai tre generazioni, che conta oggi 142 dipendenti in Italia, di cui quasi la metà donne. L’immagine attuale è di un’Azienda made in Italy, proiettata verso l’esportazione in 110 Paesi e impegnata nell’attuazione di un piano di sviluppo strategico quinquennale (“Leone 2020”) caratterizzato da tre punti essenziali:
l’espansione della sua presenza diretta nei mercati esteri, (ne è indice l’acquisizione di un distributore negli USA con creazione della LeoneAmericaDentalProducts Inc., oltre all’Odontec, che provvede a distribuire il prodotto Leone in Francia), mentre altri punti fondamentali sono il potenziamento della ricerca sviluppo con l’introduzione di nuovi prodotti e il miglioramento dei processi interni con una sempre maggior centralità riservata al cliente.
E un domani quali sviluppi potrebbe avere questa ricerca? L’estetica e l’armonia del volto e del sorriso di un paziente sono strettamente legati alla salute ed al buon equilibrio funzionale del complesso denti-ossa-muscoli-tessuti molli. Infatti la morfologia armoniosa delle strutture del terzo medio e inferiore della faccia e della stessa dentizione può essere molto disturbata, oltre che dalla presenza di patologie o disarmonie a carico dei denti e/o delle ossa mascellari, anche di scompensi muscolari o di abitudini viziate che alterano l’equilibrio dei muscoli e dei tessuti molli oro facciali. Purtroppo però il campo d’indagine sui tessuti molli facciali è stato spesso inficiato da metodiche di rilievo poco affidabili, scarsamente ripetibili nel tempo e poco confrontabili tra i differenti operatori. Al contrario, il protocollo di rilievo fotogrammetrico 3D messo a punto dal team di ricerca di cui faccio parte e da noi pubblicato su varie Riviste di medicina e ingegneria**** viene da noi applicato per lo studio del comportamento e delle variazioni a livello dei tessuti molli facciali in risposta alle sollecitazioni determinate da terapie ortodontiche o dalla spontanea evoluzione delle patologie in atto. Un campo di indagine vasto ed affascinante! Per concludere, mi fa piacere riportare un breve stralcio della dedica della mia tesi di specializzazione: “In ultimo, ma non per ultimo, un pensiero grato va alla memoria di mio padre, Prof. Elio Di Gioia, che mi ha trasmesso la passione per l’Ortodonzia e la determinazione a volersi migliorare, guardare al futuro senza dimenticare le proprie radici culturali, professionali ed umane. Dedico questa mia specializzazione alla sua capacità di creare con la fantasia (anche nella routine della vita professionale), al suo inguaribile idealismo ed alla sua indomita capacità di sognare”. ****Journal of Dental Research nel 2008; IMECS Vol. I Published Newswood Limited, International Association of Engineers, Conference Best Paper Award nel 2009; Intelligent Automation and Computer Engineering Series Springer nel 2010; Journal of Craniofacial Surgery: quattro articoli rispettivamente nel 2010, 2011, 2013 e 2016; il capitolo IX del testo “Anatomia Radiologica e Cefalometria” di R. Deli e S. Saccomanno, Ed. Aracne srl, nel gennaio 2011; JDCTA International Journal of Digital Content Technology and its Applications nel 2012; Progress in Orthodontics nel 2013; Medical & Biological Engineering & Computing nel 2014; cap. V del testo atlante “Estetica dei Tessuti Orali e Periorali in Odontoiatria” di Ezio Costa, Acta Medica Edizioni 2014.
INCONTRI E CONGRESSI
Rubano (Padova): l'Alleanza Terapeutica tra medico e paziente nella cornice di un celebre parco Il 27 Maggio a Rubano (Padova) si è tenuto l'incontro della Sezione Provinciale SUSO dal titolo "L'Alleanza terapeutica: il ruolo della comunicazione”.
sia una miscela in cui giocano un ruolo predominante fattori come l'autocontrollo, l'empatia e l'attenzione al paziente. La sessione pomeridiana dei lavori è stata aperta dal Presidente Pietro di Michele con una relazione dal titolo: “Consenso e dissenso informato”, il quale si è soffermato sull’importanza dell’evoluzione del concetto di “Consenso informato” in ”Processo Decisionale Condiviso” a sottolineare come il paziente diventi parte attiva nell’accettazione di una proposta di terapia che tenga conto, oltre che di una corretta diagnosi, timing e tipologia di trattamento anche di possibili alternative terapeutiche. L’utilizzo di una terminologia comprensibile al paziente è fondamentale e può prevenire l'insorgenza di eventuali problematiche, anche di carattere medico-legale. Altri punti fondamentali del Processo Decisionale Condiviso sono: l’acquisizione scritta con consenso specifico e personalizzato e firma dei contraenti; il concetto di “minore maturo” riferito alla capacità anche del giovane paziente di aderire consapevolmente alla terapia; l’aggiornamento del consenso in caso di variazioni terapeutiche in corso d’opera e la conservazione del medesimo per almeno dieci anni dalla fine del trattamento. Anni fa, essere ottimi professionisti nel settore odontoiatrico era sufficiente per garantire l’affermazione professionale. Oggi l'odontoiatra deve invece avere anche una preparazione specifica sulla gestione e l'organizzazione dello studio dentistico, non soltanto da un punto di vista tecnico. La giornata si è rivelata assai utile per molti professionisti ed il loro staff, attenti a quanto sia importante tale necessità di cambiamento e aggiornamento. Le tecniche di coaching, PNL e psicologia positiva, integrate a corrette modalità di acquisizione del consenso al piano terapeutico, permettono di ottenere una comunicazione più efficace ed un rapporto più empatico con i pazienti.
L’utilizzo di una terminologia comprensibile al paziente è fondamentale
Sede del Congresso il Parco Etnografico di Rubano, cornice ideale per una giornata di formazione in un sabato quasi estivo. Dopo i saluti di benvenuto del Direttivo padovano, è stato dedicato un momento commemorativo alle figure di colleghi che ci hanno lasciati durante gli ultimi mesi: Franco Fusetti, già Professore di Patologia Speciale Odontostomatologica presso l'Università di Padova; Giuseppe Ferronato, Direttore delle Scuole di Specializzazione di Ortognatodonzia e Chirurgia Maxillo-Facciale, dello stesso ateneo Milena Salomone, Specialista in Ortognatodonzia, collega ed amica di molti di noi. La sessione mattutina dei lavori è stata aperta dal Prof. Dario Betti con la relazione dal titolo: “L’alleanza terapeutica: il ruolo della comunicazione. Dettagli teorico-applicativi”. Un’interessante disamina sulla necessità della comunicazione in ambito medico-odontoiatrico tenendo conto di vari fattori, l’ambiente in cui viene somministrata la comunicazione che prelude al consenso ed i problemi di relazione, spesso di diffidenza, favoriti da ostacoli di ordine emozionale, socio-economico o ambientale. La relazione si è soprattutto concentrata su cosa, come e perché si comunica, visto che il momento comunicativo è considerato uno strumento terapeutico, che contribuisce a strutturare e mantenere la relazione terapeutica nel cui contesto si sviluppa e persiste il rapporto di collaborazione (alleanza) tra team medico e paziente. Durante la giornata, una sezione rilevante è stata dedicata al Protocollo di fidelizzazione del paziente odontoiatrico, con due relazioni di Pedro Morchon Camino, Presidente e fondatore di Enfoque dental e Docente di Marketing odontoiatrico all’Università di Oviedo e Università católica di Murcia (Spagna), che ha posto l'accento sulla gestione efficace del paziente sotto la prospettiva del coaching, attraverso strumenti di programmazione neurolinguistica e psicologia positiva, sottolineando come il rapporto medico-paziente
Un sentito ricordo ed un commosso omaggio a Giuseppe Ferronato All’incontro SUSO di Rubano, un sentito ricordo ed un omaggio ad un amico del SUSO, Giuseppe Ferronato, che ha lasciato i suoi cari ed i colleghi tutti in modo improvviso all'inizio dell’anno. Ordinario di Chirurgia maxillo-facciale, già Direttore della Cattedra, dell’Unità Operativa Complessa e della Scuola di specializzazione in Chirurgia maxillo-facciale ed Ortognatodonzia dell’Università di Padova, docente a Padova dal 1988, si è sempre interessato in modo prevalente di Chirurgia Ortognatica e preprotesica. Pur impegnato anche negli altri campi della disciplina chirurgica maxillo-facciale, quali traumatologia, oncologia e trattamento delle malformazioni sindromiche o meno in età pediatrica, il suo interesse scientifico si era orientato di recente verso le biotecnologie, sotto l’aspetto della “tissue engineering” per il
Antonio Cesta, Stefano Fusetti
Niente alleanza terapeutica se il paziente non diventa a sua volta responsabile della cura
Luca Toninato Antonio Cesta Annalisa Lorenzi Ernesto Comitale Elena Bortolazzo
Al tema dell’alleanza terapeutica nella relazione odontoiatra-paziente, mutuato dalla psicoanalisi nord-americana degli Anni Sessanta e focalizzato nell’ evento di Rubano nella relazione di Dario Betti, Dental Tribune ha dedicato l’edizione web del 30 maggio. Ne riportiamo i passi salienti. Dario Betti
tessuto osseo, ma soprattutto, per quanto concerne lo sviluppo di tecnologie del 3D, ricostruzioni tridimensionali da scansioni laser e sviluppo di hard e software per la chirurgia virtuale. Il Direttivo del SUSO e i suoi colleghi lo ricorderanno per la sua generosità e profondo entusiasmo per la professione e la vita.
Presidenti Provinciali SUSO Veneto, Direttivo Provinciale SUSO Padova e Relatori
I partecipanti al congresso
Elemento fondamentale di tale comunicazione è la chiarezza espositiva, adeguata alle facoltà di comprensione del paziente ed ispirata dall’onestà intellettuale del professionista, finalizzata a illustrare la soluzione tecnica ottimale per il paziente, tenendo conto delle sue necessità di cura e, sempre connotata da un'empatia che deve colmare – per quanto possibile – l'inevitabile asimmetria culturale col medico. Alleanza, tuttavia, è anche altro. Il paziente che da un lato acquisisce la maturità culturale che gli permette di operare scelte più consapevoli nella gestione della propria salute, assume in contemporanea anche una sua competenza per conservarla. Sorge quindi il concetto di dovere alla salute (non solo diritto) che lo qualifica modernamente come soggetto attento al suo mantenimento, oltre le norme di legge che lo tutelano (divieto di fumo, limitazioni di alcoolici alla guida, sistemi di protezione passivi sui veicoli a motori, vaccinazioni, etc.). Considerato quindi come “protagonista”, non solo soggetto passivo. In altre parole, un alleato dell'operatore sani-
tario che sul proprio versante, si occupa di fornire i mezzi tecnici necessari. Questa interpretazione completa il concetto di alleanza, richiamando il cittadino ad una autotutela consapevole: l’osservanza delle prescrizioni di cura, dei controlli e di quanto sia utile all’attuazione di un programma di cura che è condotto dal sanitario ma portato a compimento dal paziente per quanto di sua competenza. Un’osservazione. Responsabilità è una parola per motivi storico-culturali poco sentita nella nostra società, se non come fattore sgradevole, meglio se traslato su altri. Ma in un complesso socialmente organizzato, “gli altri” siamo noi e lo scarico della responsabilità, portato agli ultimi termini si risolve in un danno per l'intera collettività. Dal momento che la salute è comunque anche un bene personale, è ancor più giustificato che il cittadino assuma nei confronti di sé stesso e delle persone di cui deve affettivamente e legalmente rispondere, una responsabilità gestionale a compimento dell’alleanza. In sintesi. Se è vero che il cittadino si è evoluto socio-culturalmente, lo è altrettanto che ora è sufficientemente maturo per prendere su di sé una quota di responsabilità nella gestione della propria salute, a conferma del passaggio da una dipendenza adolescenziale ad una matura consapevolezza del proprio ruolo nella relazione medico-paziente. Dario Betti
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INCONTRI E CONGRESSI
Assegnato alla Scuola italiana il premio Dewel per il miglior articolo scientifico di ricerca clinica Nuovo riconoscimento alla ricerca italiana La Scuola ortodontica italiana, che tante soddisfazioni sta mietendo in Europa e nel mondo, durante il Congresso Internazionale dell’American Association of Orthodontists, svoltosi a San Diego (California) dal 21 al 25 aprile ha visto premiati Alberto CAPRIOGLIO, Marco ROSA, Patrizia LUCCHI e Simona FERRARI assieme al mostro sacro dell’Ortodonzia mondiale Bjorn ZACHRISSON con il premio B.F. and Helen. E.DEWEL per il miglior articolo scientifico di ricerca clinica pubblicato nel 2016 sull’American Journal of Orthodontics & Dentofacial Orthopedics, la Rivista scientifica in ortodonzia più prestigiosa al mondo. Si tratta dell’articolo “Congenitally missing maxillary lateral incisors: long-term periodontal and functional evaluation after orthodontic space closure with first premolar intrusion and canine extrusion”, dove vengono analizzati i risultati del posizionamento dei canini superiori in luogo degli incisivi laterali, nei casi di agenesia di questi ultimi, ed i loro aspetti parodontali nel lungo periodo. Variando la posizione dei denti, viene inoltre valutata la loro influenza sulla salute dell’articolazione temporo-mandibolare. I risultati indicano che tali procedure non espongono il paziente a rischi accessori sia dal punto di vista parodontale che funzionale avendo per contro il grande vantaggio di non dover ricorrere all’uso di soluzioni implanto-protesiche dei denti agenesici.
Da sinistra a destra: Prof. Alberto Caprioglio Dr.ssa Simona Ferrari - Prof. Rolf Behrents (Editor in Chief dell'American Journal of Orthodontics & Dentofacial Orthopedics) - Dr. Marco Rosa - Dr.ssa Patrizia Lucchi
L’articolo può essere considerato un testo base per il futuro, del controverso argomento sull’apertura o sulla chiusura degli spazi in ortodonzia in caso di agenesia. Il risultato è stato possibile grazie al lavoro congiunto delle Università di Cagliari, Oslo e dell’Insubria uniti con liberi professionisti italiani di chiara fama. SUSONews
Disturbi respiratori e malocclusione a Sondrio nel Convegno SUSO e ASST Valtellina Presso la Sala Vitali la Sezione SUSO di Sondrio e l’Azienda Ospedaliera Valtellina hanno tenuto il 6 maggio un Convegno sui “disturbi respiratori e la malocclusione in età evolutiva ed a fine crescita”. Nel trattamento interdisciplinare dei disturbi respiratori si è centrato l’obiettivo di coinvolgere tutti gli specialisti: ortodontisti, odontoiatri, pediatri, otorinolaringoiatri, pneumologi, allergologi e logopedisti. Trattato magistralmente da Giampietro Farronato e da Pasquale Capaccio il tema dominante riguardava la funzione respiratoria, la ostruzione delle prime vie aeree di differente eziologia nel bambino e le conseguenze sul piano clinico. Si può instaurare un alterato modello respiratorio che comporta una modifica della postura della mandibola e della lingua con conseguente atresia delle vie nasali. La persistenza di questo alterato modello respiratorio in età evolutiva può determinare un insufficiente sviluppo dei diametri trasversi del mascellare fino all’instaurarsi di una laterodeviazione funzionale della mandibola. Ecco la figura dell’ortodontista assumere una notevole rilevanza a fianco dell’otorinolaringoiatra, del pediatra e dell’allergologo nell’individuare precocemente e nel trattare i piccoli pazienti affetti da questi disturbi respiratori. Nella sessione successiva Umberto Garagiola, Pietro di Michele ed Elio Narducci hanno trattato
Pasquale Capaccio, Umberto Garagiola, Giampietro Farronato, Lorenzo Cigni, Elio Narducci, Pietro di Michele
un tema di grande interesse la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS), patologia che affligge un numero elevato di soggetti specialmente in età adulta con vari sintomi: dal russamento alle crisi apnoiche con continui risvegli. Il disturbo comporta un riposo notturno non soddisfacente conseguenti sonnolenze diurne, irritabilità e scarsa efficienza sul posto di lavoro. Di qui gli interventi sinergici di più specialisti. Lorenzo Cigni Presidente Sezione Sondrio
Riaffermato a Rimini lo “spirito di teamwork” al XXIV Congresso ORTEC Tre giorni di Convegno nazionale ORTEC per parlare di “Teamwork in Orthodontics”, questo il titolo del XXIV Convegno nazionale dell’Associazione Tecnici Ortodontisti Italiani che ha riunito a Rimini iscritti e simpatizzanti dall’ 8 al 10 giugno. Tra gli ospiti, importanti nomi dell’ortodonzia tradizionale e moderna tra cui William Clark, Eric Liou e Maria Grazia Piancino. E posso dire “io c’ero”. Da simpatizzante ed amico dell’ORTEC (almeno così piace ritenermi) per me è sempre un piacere prendere parte a questi lavori. Prima di tutto perché da ortodontista amo condividere ciò che è di comune competenza tra clinico e tecnico, ma soprattutto perché con il termine “teamwork” anche l’ORTEC intende l’insieme di tutte le figure professionali alleate nella pianificazione e realizzazione terapeutica ortodontica. Ecco quindi uno dei tanti punti in comune che condivido con questo gruppo di amici odontotecnici ed imprenditori. Al riguardo, ricordo con piacere la bella occasione che ebbi lo scorso anno nel parlare in qualità di Relatore di “Team ortodontico: il ruolo dell’ASO – Odontoiatra, Odontotecnico, ASO”. Ascoltando le relazioni con un occhio attento al programma, tra i relatori ho visto odontoiatri liberi professionisti, professori universitari ed odontotecnici: Eric Liou (dr.), Dieter Petermann (sig.), Eliana Di Gioia (dr.), Gianluigi Lastilla (odt.), Maria Grazia Piancino (prof.), Antonio Busato (dr.), Daniela Pavesi (Odt.), Paolo Andreini (Odt.), Paolo Zelli (Odt.) e William Clark (Dr.). A questo ricco programma si sono aggiunti poi 4 affollati workshop del venerdì pomeriggio, dedicati alle nuove tecnologie ed ai nuovi materiali in odontotecnica, e la sessione poster in cui sono stati affrontati argomenti di tecnica ortodontica. Grazie alla formula di relazioni congiunte Odontoiatra – Odontotecnico, è stato possibile apprezzare l’aspetto di diagnosi e trattamento (di competenza odontoiatrica) e di realizzazione del dispositivo ortodontico, con un sano confronto
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Alcuni momenti del congresso dell’auditorio tra esigenze cliniche e tecniche al termine di ogni relazione. Questo è valso sia per la terapia ortodontica tradizionale che per quella 3D con tecnologie CAD (scansione/digitalizzazione, esportazione file.stl, importazione software, esportazione lavoro) – CAM (protopizzazione), a cui è stata dedicata ampio spazio anche in visione dell’Odontotecnico del III millennio. Al riguardo della relazione relativa al laboratorio del III millennio ho apprezzato come ORTEC, basandosi su un’attenta analisi dei dati statistici, abbia individuato valori, criticità e dubbi della situazione attuale dell’odontoiatria moderna, valutando con realismo ed obiettività l’ipotesi di aderire ad un’ampia rete di impresa per le sfide che negli anni avvenire dovranno essere affrontate sul profilo economico – imprenditoriale – aziendale.
Ospite d’onore del sabato mattina William Clark, inventore nel 1977 del dispositivo Twin-Block, che ha mostrato come la tradizione possa trasformarsi in innovazione tramite una contenzione termostampata dei piani di protrusiva
Ospite d’onore del sabato mattina William Clark, inventore nel 1977 del dispositivo Twin-Block, che ha mostrato come la tradizione possa trasformarsi in innovazione tramite una contenzione termostampata e dei piani di protrusiva. “Fisiologia, disfunzione, diagnosi, pianificazione terapeutica, realizzazione tecnica e trattamento ortodontico”: tutti argomenti di giornate interessanti, non senza l’emozione di aver potuto incontrare personaggi come Clark da tutti noi ortodontisti studiato nei libri di Ortodonzia, che grazie ad ORTEC abbiamo avuto la possibilità di conoscere personalmente. Le riflessioni di fine evento del Presidente nazionale ORTEC Roberto Giammarini sono state di soddisfazione e ringraziamento verso la platea giunta a Rimini da tutta Italia per un appuntamento da 8 anni divenuto ormai tradizione. Un ringraziamento particolare
è andato ai relatori tecnici e clinici, allo staff organizzativo ed agli sponsor da sempre vicini all’ORTEC, che da 49 anni concentra il suo impegno sulla formazione ortodontica del comparto tecnico attraverso una realtà associativa consolidata ed una rivista diffusa in tutta Italia. Su questo sforzo l’ORTEC può contare anche sull’aiuto del SUSO che condivide l’importanza della competenza e conoscenza in Ortodonzia per distinguersi nel panorama odontoiatrico nazionale. A conferma di ciò la presenza a Rimini del Presidente SUSO, Pietro di Michele che, tramite un suo commento, ha avuto parole di apprezzamento per l’eccellenza della componente tecnica che deve lavorare in team con il gruppo clinico ed ausiliario. Il dovere comunque non ha impedito il piacere per la bellissima serata trascorsa in amicizia presso l’Embassy 1870 di Rimini. Marino Bindi
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A.I.F.O.
Associazione Italiana Funzionalisti Orofacciali
Attualità nell’utilizzo degli Attivatori nelle terapie non estrattive Lo scorso 19 e 20 maggio si è tenuto a Salerno il congresso nazionale AIFO Associazione Italiana Funzionalisti Orofacciali con tematica “Attualità nell'utilizzo degli attivatori nelle terapie non estrattive”. Dopo il breve intervento di benvenuto fatto dal Presidente dell’Albo degli Odontoiatri di Salerno Dott. Gaetano Ciancio e dalla introduzione al tema congressuale svolta dal Presidente dell’AIFO Dott. Luigi Scotti, i lavori sono iniziati con la relazione della Dott.ssa Barbara Monaco che ha preso in considerazione, brevemente ma in modo esaustivo, gli aspetti clinici e tecnici di due degli apparecchi funzionali più conosciuti ed utilizzati: il Regolatore di funzione di Fraenkel ed il Twin Block di Mc Namara. Ne emerge l’importanza del timing, la reale conoscenza dei principi di ideazione, costruzione e di funzionamento delle apparecchiature, la scelta strategica del loro uso clinico, in base ai cambiamenti scheletrici e/o dentali desiderati ed alla necessità di controllare anche i disordini funzionali spesso associati alle malformazioni dentomaxillofacciali di II classe. La seconda relazione è stata quella del Dott. Stefano Frediani Valutazione extraorale del rapporto mandibolo-cranico nell’applicazione dell’Attivatore” . In questa relazione, partendo dalla considerazione di M. Bondi secondo cui "Il fine della terapia funzionale si identifica nella riprogrammazione posturale totale", l’autore mette in risalto alcune possibili integrazioni derivanti dalle conoscenze proprie della medicina manuale in campo odontoiatrico relative sia alla componente neuromiofasciale del distretto stomatognatico, nonchè alla relazione di questa con il resto del corpo secondo il modello interpretativo delle catene miofasciali, sia la possibilità di valutare attraverso una semplice semeiotica manuale la forma, la macromobilità e la micromobilità del cranio e nello specifico del distretto Articolare Temporo Mandibolare nella sua componente legamentosa e sinoviale. I dati rilevati da questo approccio semeiologico manuale vengono integrati con i dati derivanti dall’esame obiettivo, dalla valutazione dei modelli di studio e dai dati provenienti dalla valutazione Rx (dato cefalometrico) al fine di costruire e verificare clinicamente il morso di costruzione dell'attivatore in chiave oro- cranio-cervico-rachidea al fine di attenerci quanto più possibile a quanto scritto nelle Raccomandazioni Cliniche in Odontostomatologia del Ministero della Salute che indicano quale obiettivo della terapia Ortognatodontica il "creare le premesse per ricondurre nell'ambito della norma biologica la vis vitalis della crescita naturale". Dopo la pausa ha preso la parola il Dott. Stefano Corti con una relazione dal titolo “La Riprogrammazione Motoria in ortodonzia funzionale”. Partendo da una accurata analisi kinesiografica dei movimenti dis-funzionali della bocca presenti nella maggioranza dei pazienti è stato messo a punto un apparecchio allo scopo di riprogrammare fisiologicamente i movimenti funzionali orali. Il dispositivo chiamato Riprogrammatore Motorio Neuro Occlusale o NORM agisce inizialmente nel recupero di un movimento protrusivo e laterale simmetrico della mandibola condizione considerata come predisponente e necessaria per la successiva azione di cambiamento della forma del tavolato occlusale, dal recupero di una funzione corretta si passa quindi ad una forma esteticamente migliore. La tecnica NORM non vuole rappresentare una tecnica alternativa bensì un momento complementare
ad altre tecniche operative ponendosi lo scopo di preparare il paziente alle successive fasi di terapia ortodontica.
La malocclusione, tema del prossimo Congresso Patologia o adattamento (dis-)funzionale? Il tema del prossimo Congresso AIFO (Firenze, 1011 novembre 17) sarà caratterizzato da un approfondimento del concetto di malocclusione. Sembra a dir poco strano che nell’ambito di un contesto di ortodontisti la scelta dell’argomento cada su quello che è il pane quotidiano della professione ossia i denti storti. Ciascuno di noi dà per scontato la presenza del fenomeno morfologico di una dentizione alterata. L’impegno e la concentrazione vengono subito convogliati sulle modalità di cura della dismorfosi sorvolando spesso sui motivi per i quali i pazienti si presentano con i denti storti. Sappiamo perfettamente che le esigenze dei pazienti e delle loro famiglie è principalmente quella di risolvere la componente estetica del problema, il più rapidamente possibile e con mezzi il più leggeri e poco invasivi possibili. Da sempre si è portati ad abbinare il concetto di malocclusione a quello di “patologia”. Ma si è proprio certi che ci siano gli estremi del “pathos”? L’esperienza clinica quotidiana sembra indicare che la maggior parte dei giovani pazienti viene portata al
La giornata si è conclusa con l’intervento del Dott. Scotti “L’Attivatore di Andresen-Bondi: il suo ruolo nella pianificazione terapeutica in ottica funzionale.” Importante il risvolto clinico emerso dalla relazione, dove si a vanificare l'effetto ortopedico dell'attivatore come stimolatore di crescita mandibolare, crescita in realtà intrinseca del soggetto che ad un tempo T0 mostra un fenotipo di II Classe scheletrica (Funzionale Falsa) ma destinata ad esprimere il suo fenotipo finale solo a fine crescita. In quest'ottica l’Attivatore di Andresen-Bondi si inserisce perfettamente in una visione allostatica della ortodonzia funzionale per le sue caratteristiche tecniche costruttive assolutamente individuali, per il suo utilizzo part-time, per la sua autoregolazione volta a non creare cambiamenti irreversibili e, non ultime, per la sue teorie d’azione altamente fisiologiche. Il particolare ruolo che oggi assume questo apparecchio nell’ambito della pianificazione terapeutica è quello della risoluzione del deficit di dimensione verticale tipico dei soggetti brachifacciali. Il secondo giorno di Congresso si è aperto con la relazione del Dott. Antonio D’Astore dal titolo “Ortopedia con Bio Attivatore AMCOP: da una tecnica tradizionale ad una nuova frontiera”. Partendo dagli studi e dalle esperienze cliniche degli attivatori elastici nati negli anni cinquanta da un’idea di due ortodontisti francesi (Soulet e Besombes) sono stati creati dispositivi di nuova concezione che differiscono dagli originali per forme e materiali di costruzione. Gli apparecchi funzionano da veri stimolatori di crescita conseguente alla induzione di una corretta funzione masticatoria indotta dalla presenza in bocca degli apparecchi elastici. Gli attivatori AMCOP sono disponibili in una ampia gamma di dispositivi sulla base delle esigenze costituzionali del paziente ed in rapporto alle esigenze ed agli scopi della terapia. In quest'ottica funzionale è stato stilato il prossimo programma del congresso nazionale AIFO che si svolgerà a Firenze il prossimo 10 e 11 novembre con tema: La malocclusione: patologia o adattamento (dis-)funzionale? A precedere il congresso un corso precongressuale "Le basi diagnostiche ed eziopatogenetiche della nostra associazione” corso mirato ad uniformarsi a livello diagnostico, momento unico ed indispensabile in corso di terapia ortognatodontica.
consulto non perché presenti particolari dolori ma per ragioni principalmente estetiche: hanno i denti storti e non gli piacciono. Partendo sempre dalla clinica sappiamo che il più grande problema della specialità non riguarda il raddrizzamento dei denti ma il loro mantenimento e stabilizzazione nel tempo. Vale a dire il controllo della recidiva durante la contenzione: perché una volta raddrizzati i denti, troppo spesso cercano e trovano posizioni stabili diverse da quelle di fine trattamento? Altra considerazione pratica riguarda la frequenza delle malocclusioni: non si riesce più a fare figli con dentature accettabili (se non in casi davvero sporadici). Si sono persi i geni delle bocche con i denti dritti? Perché l’animale uomo a differenza di tutti gli altri mammiferi ha sempre più bisogno dell’ortodontista? Per cercare di rispondere a queste ed altre domande sulla genesi delle malocclusioni e sull’evoluzione della dentatura umana pensiamo ci sia bisogno, tra le tante fonti di ricerca e di informazione, di allargare la visione dal dente all’intera specie Homo sapiens. Seguendo questi pensieri è sembrato interessante invitare, cosa inusuale per un congresso di ortodontisti, una antropologa (specializzata nella ricerca dei cambiamenti delle superfici dentali a seguito delle variazioni delle diete) partendo dalla convinzione che solo una visione più ampia potrà forse portare ad un sempre migliore approfondimento dei nostri interessi. Luigi Scotti Presidente AIFO
Nasce in Francia nel 1743 “l'Orthopédie” ossia “l'art de prévénir et de corriger...” Figlio di un mercante, Nicolas Andry de Bois-Regard (1658-1742) nacque a Lione dove fece i suoi studi umanistici mentre quelli filosofici a Parigi. Dopo due anni di professione come precettore di studi teologici si convertì alla Medicina e prese il titolo di dottore a Reims nel 1693 e successivamente a Parigi nel 1697. Il suo trattato “De la generation des verms dans le corps de l'homme” del 1700, dove descrive i vermi del dente, gli valse la nomina a professore al Collegio di Francia, censore reale dei testi e associato al Journal des Savants; successivamente (1725) venne eletto Decano della Facoltà. Esaltato dai privilegi della sua casta che riteneva di dover difendere con tutti i mezzi, andò a manifestare in quell’anno, alla testa di una delegazione di medici in pompa magna contro i chirurghi della rue des Cordeliers, colpevoli di darsi un insegnamento autonomo senza la presenza di un dottore responsabile della Facoltà. Nel 1731, scrisse una violenta requisitoria “Cleon
a Eudowe”, che esaltava la preminenza della Medicina sulla chirurgia. Di penna feconda, a quest'autore si devono numerose polemiche, critiche e un Traité des aliments de carème (1737), alcune opere minori sul the, sulle preparazioni chimiche e ancora sui vermi solitari (1718), come anche le due opere postume sulla peste e sulla rabbia (1778). La sua opera la più celebre, tuttavia, più volte edita e tradotta in tedesco e inglese è “L'Orthopedie ou L'Art de prevenir et de corriger dans les enfans les difformités du corps”. Pubblicata postuma (1743) ne è stata spesso sottolineata la fondamentale importanza. Fu il primo autore quindi a coniare il termine di Ortopedia nel campo della medicina. Nella sezione dedicata alla odontoiatria si occupa di anomalie dentarie, di forma e di posizione, dedicando a queste ultime una attenzione particolare. Damaso Caprioglio Paolo Zampetti
Nell'attesa del prossimo congresso è possibile seguire l'associazione sul suo sito internet www.associazioneaifo.it oppure sulla pagina facebook Congresso Nazionale AIFO. Felice Tartaglione Segretario AIFO
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LA FINESTRA SUL LABORATORIO
ORTODONZIA PRE-PROTESICA “Up-righting, distalizzazione e mesializzazione semplificata” Premessa: Il prototipo del dispositivo nasce nel 2000 per soddisfare le esigenze di quei clinici che non praticano l’ortodonzia quotidianamente e necessitano di soluzioni pratiche, prevedibili ed affidabili. (fig.1)
Varianti di utilizzo: Eliminando i bottoni e saldando o inserendo il braccio del modulo in vestibolare alla banda o alla superficie del dente interessato, avviene la sola distalizzazione. (fig.5)
Spinta occlusale: indispensabile ove non sono possibili le soluzioni precedenti per la scarsa eruzione del dente interessato al movimento desiderato. (fig.9)
Riccardo Palla Socio ordinario Ortec – SDT
Caso clinico: Nel seguente caso il modulo è stato inglobato su corona implantare provvisoria e bondato direttamente al dente
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5 Obiettivi: Up righting e distalizzazione 37 per apertura spazio e parallelismo pilastri per eventuale ponte o impianto in sostituzione elemento mancante (36). (fig.2)
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9 Spinta vestibolare/linguale: utilzzata in mancanza di spazio interprossimale mesiale o distale del dente interessato. Il dispositivo può essere ancorato a bande o direttamente bondato ai denti coinvolti; (fig.6)
6 Componenti: Bande su 35 e 46 per arco linguale di ancoraggio; Banda su 37 con doppio bottone vestibolare; Modulo distalizzante autocostruito ancorato su 35 e rotante su 37; (fig.3)
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10 Spinta interprossimale mesiale: è possibile in presenza di spazio a mesiale ma assente a distale. Utile per eventuale rotazione vestibolo linguale o viceversa e per un maggior controllo dell'estrusione mesiale. (fig.7)
7 Meccanismo d'azione: Tramite la spinta esercitata dal modulo sul bottone mesiale il dente ruoterà fino a quando il peduncolo dello stesso modulo si arresterà sul bottone distale con angolazione programmata. A questo punto la spinta non potrà che essere solo distale fino alla distanza prestabilita. (fig.4)
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aumentare lo spazio per la corona definitiva. (fig.13)
13 Spinta con molla “a vista” o “invisibile”?: efficaci entrambe le soluzioni se attive “al punto giusto” ma sicuramente più confortevole, igienica e sicura quella con “pistone autobloccante”.
Per gentile cortesia Dr. Sammarco – Trento
11 Spinta interprossimale distale: in mancanza di spazio mesiale è utilizzabile a distale anche per un maggior controllo sull'intrusione distale. Utile anche per eventuale rotazione vestibolo linguale o viceversa. (fig.8)
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da distalizzare al fine di
Stop rotazionale: può essere linguale o vestibolare a seconda della spinta utilizzata. Permette il controllo del tip e trasforma la rotazione in movimento corporeo distale o mesiale. (fig.10)
Questo “modulo auto-costruito” è oggi il sistema più utilizzato e diffuso nei “dispositivi no-compliance” richiesti e realizzati nel mio laboratorio. (fig.11-12)
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RICCARDO PALLA Diplomato odontotecnico nel 1983 si occupa esclusivamente di ortodonzia da ormai trentanni. Titolare del laboratorio Orthocheck in Trento dal 1992 collabora oggi con numerosi professionisti. Autore di pubblicazioni e relatore a corsi di aggiornamento, conferenze e congressi, ospite di scuole di specializzazione e rinomate associazioni del settore, è socio ordinario Ortec e membro SDT. Info: riccardo@orthocheck.it
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OR-TEC CLUB - Strada Santa Lucia, 50/A - 06125 Perugia - Tel/Fax 075 5055033 - Email: ortec@ortec.it - www.ortec.it