Speciale edito dal "Centro Studi Officina Volturno"
Premio d’eccellenza
SPECIALE NUMERO 1 ANNO 2021
Dedicato a Gino Strada
Copertina di Antonello Dell'Omo © | Ph. Antonio Ocone © | Opera di Alessandro Ciambrone
2021 | Prima Edizione
SPECIALE Premio d'Eccellenza Città di Castel Volturno | Prima Edizione 2021
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Da dx i presentatori dell'evento: Nicola Iannotta, Silvia De Martino, Maria Chiara Giannattasio e Antonio Casaccio
Un premio per la città di Castel Volturno
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n premio per la città di Castel Volturno. È questo principalmente il premio d’Eccellenza che abbiamo scelto di istituire, spinti da una concomitanza di fattori positivi per il nostro territorio. Mai come oggi Castel Volturno ha le sinergie giuste per riscattarsi, grazie ai fondi del Pnnr e l’interesse di Enel X ad avviare sul territorio un’opera di recupero che non ha paragoni in Italia. Il 23 ottobre 2021, data del Premio, l’abbiamo vissuto come l’Anno Zero della nostra Città, capace finalmente di fare squadra e mostrare alle Istituzioni presenti le enormi potenzialità di una cittadinanza attiva, che fa scudo per salvaguardare il proprio ambiente. Cittadini, realtà associative, volontari e sana imprenditoria sono pronti a fare squadra per contrastare un eventuale prepotente ritorno della camorra, del racket e dell’usura. Per far sì che ciò accada ognuno deve fare la propria par-
te nel rispetto dei ruoli, partendo dalla politica. Le denunce che abbiamo presentato in tutte le opportune sedi non verranno mai meno, in quanto centrali per il nostro impegno giornalistico e per il rispetto della deontologia professionale. Dobbiamo ribadire, però, dubbi di coerenza, stabilità e trasparenza politica per l’amministrazione di Castel Volturno che, in tre anni, non ha ancora definito la Giunta comunale. Occorre competenza amministrativa in questo momento storico, diversamente molte delle sinergie positive andranno svanite nel nulla, lasciando a Castel Volturno solo una nuova occasione sprecata. Il Premio d’Eccellenza “Città di Castel Volturno” non è un riconoscimento ai “bambini buoni”, ma a tutte quelle realtà che hanno avuto il coraggio di resistere e di continuare ad investire nella nostra terra, facendo fronte comune contro ogni tipo di illegalità. Dal canto nostro possiamo solo essere orgogliosi
Dipartimento per le Pari Opportunità 2
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per i traguardi raggiunti da “Informare Magazine” e dall’Associazione Officina Volturno che ci responsabilizzano ancor di più e ci offrono la possibilità di approfondire ulteriori aspetti. Ci preme ribadire che le nostre scelte, editoriali e politiche, non saranno mai influenzate da interessi di parte in quanto riteniamo la nostra libertà giornalistica un baluardo da difendere. Continueremo ad essere vigili osservatori e cronisti dei nostri territori, come abbiamo sempre fatto dal 2002 ad oggi, superando tempi molto più difficili. Oggi, come allora, non temiamo nessuno se non una politica incompetente e distratta che non rifiuta con ogni sua forza fenomeni criminali che hanno distrutto il nostro territorio. Nel Premio “Città di Castel Volturno”, però, c’è stato un segnale che aspettavamo da tempo: lo Stato c’era. Il Presidente della Camera Roberto Fico, la ministra alle Pari Opportunità e alla famiglia Elena Bonetti, il Sottosegretario
Città di Castel Volturno
Una parte della redazione di Informare
Da dx Maria Antonietta Troncone, Bruno Frattasi, Salvatore Visco e Giorgio Mulé
alla Difesa Giorgio Mulé, il Capo di Gabinetto dell'Interno Bruno Frattasi, esponenti del Governo, hanno dato un inequivocabile messaggio di vicinanza e stima per la realtà sociale di Castel Volturno, tanto difficile quanto animata dalla passione civica dei suoi cittadini. Ognuno di noi ha potuto ascoltare parole di assoluta importanza verso un’imminente rinascita, è ora compito dello Stato non rigettare nella delusione una voglia di riscatto oramai incontenibile. Teniamo a ringraziare il Generale di brigata Donato Monaco per la disponibilità e la sensibilità all’ascolto delle problematiche che ci affliggono. Ringraziamo il Colonnello Antonio Zumbolo della Scuola Forestale Carabinieri per il continuo sostegno e la preziosa collaborazione del Maresciallo della stazione di Pinetamare Salvatore Nardella, così come il Colonnello Giuseppe Furciniti della Guardia di Finanza, oltre al dott. Luigi Graziano della Polizia di Stato e il Prefetto di Caserta Raffaele Ruberto. E ancora, un ulteriore ringraziamento va alla D.ssa Maria Antonietta Troncone, alla guida della Procura di Napoli Nord. Non possiamo, inoltre, dimenticare la sinergia meravigliosa con l’Università Marconi guidata dal Professor Roberto Nicolucci, che ha garantino delle reali possibilità con le borse di studio consegnate agli studenti dell’ISIS Vincenzo
Il Colonnello Giuseppe Furciniti
Corrado, guidati dalla dirigente D.ssa Angela Petringa. Ringraziamo, inoltre, l'artista Nicola Badia per la realizzazione del Pugno della Legalità, simbolo dell'associazione e del nostro Premio. Chiediamo scusa a coloro che possono aver avvertito un senso di esclusione, ma dobbiamo dirlo: ha vinto tutta la Città di Castel Volturno. Molti altri ancora avrebbero meritato un riconoscimento, ma sarebbe stato impossibile premiare tutte le realtà sociali in un’unica mattinata e solo alla prima edizione. Chi si ferma a queste banalità è perduto, ognuno di noi ha il dovere di dare il massimo per il cambiamento di Castel Volturno, per farlo occorre giocare di squadra, essere uniti e fare rete contro le illegalità. Grazie a ognuno che ha reso possibile questo evento, continuiamo a pensare in grande…insieme.
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«CASTEL VOLTURNO DEVE TORNARE NELL’AGENDA DI GOVERNO»
Il Presidente della Camera Roberto Fico dà come priorità la rinascita del litorale domitio
Il presidente Roberto Fico e la Redazione di Informare
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l 23 ottobre 2021 non è una data come tutte le altre, o almeno non per noi di Magazine Informare – Associazione Officina Volturno. In questa giornata si è svolta la I° edizione del Premio d’Eccellenza “Città di Castel Volturno”, un evento nato con l’obbiettivo di premiare tutte quelle associazioni e personalità che da tempo si battono per il benessere e la salvaguardia del litorale domitio. Una giornata nel segno della ripartenza, una giornata nel segno della speranza…perché Castel Volturno merita molto più di tutto quello che ha subìto nel corso di questi anni e finalmente sembrano esserci le giuste sinergie per partire alla grande. Ma il 23 ottobre 2021 non verrà ricordato solo per questo, ma molto molto di più. Rappresenta infatti il giorno del riconoscimento e della legittimazione dell’operato ormai ventennale di Tommaso Morlando per il territorio e dell’impegno che la redazione di Magazine Informare mette in campo giorno per giorno al fianco dei cittadini, nel segno dell’informazione, ma soprattutto della legalità. 4
In fase di organizzazione del premio, abbiamo provato, speranzosi che il nostro impegno suscitasse l’attenzione e l’interesse delle istituzioni, a richiedere il patrocinio al nostro Presidente della Camera, Roberto Fico. Spesso il mondo della politica viene visto come un corpo estraneo rispetto a quello che è il reale tessuto sociale, ma fortunatamente non sempre è così...Consci del fatto che sarebbe stato quasi impossibile ottenere il patrocinio, abbiamo riposto questo tentativo nel cassetto, nella speranza che prima o poi si sarebbe potuto avverare, un po’ come facciamo con i sogni. Quelle cose irrealizzabili, ma a cui ogni tanto piace pensare. I sogni nascono per rimanere irrealizzabili, altrimenti non sarebbero tali. Eppure, certe volte, quel cassetto lo riapriamo, e quel che vi ritroviamo supera di gran lunga le nostre
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aspettative. Nei giorni che sono seguiti, infatti, in redazione è arrivata una comunicazione, e in un secondo l’attività frenetica che normalmente ci contraddistingue, si è congelata…Non solo la nostra richiesta è stata accettata, ma addirittura ci hanno comunicato che quel giorno il presidente sarebbe venuto prima di persona in redazione per conoscerci. Non ci potevamo credere! La terza carica dello Stato aveva risposto all’appello di un magazine gratuito scritto da giovani giornalisti campani. La mattina del 23 ottobre 2021 resterà per sempre nel cuore di tutti noi collaboratori del
Il presidente Roberto Fico e Antonio Casaccio
Magazine, l’arrivo delle auto blindate, l’organizzazione, la tensione che ha preceduto il suo arrivo, sembrava di essere in un film…eppure non stavamo sognando. Lo abbiamo già detto, la politica troppe volte si è dimostrata distante dalla realtà che normalmente viviamo, ma sedere al tavolo con il Presidente della Camera, circondato da giovani quasi increduli, leggere nei suoi occhi l’interesse a scoprire il nostro mondo, è un qualcosa di inspiegabile; in quel momento lo Stato c'è stato dandoci una pacca sulla spalla esclamando: “Siamo con voi!”. La consegna di un’onorificenza del Presidente della Camera dei Deputati, le lacrime di commozione dei presenti in redazione, la sua proposta di immortalare quel momento con tutti i ragazzi, e soprattutto le parole che risuonano nelle nostre menti ancora oggi. come ieri, e probabilmente per sempre, sono come benzina in un motore che non ha nessuna intenzione di fermarsi: «È una realtà bellissima, soprattutto per quel che riguarda voi giovani, che avete così tanta voglia e passione di informare e lottare per ciò che è giusto, per ciò che è sano, per ciò che è legale per questo territorio che, tengo a ricordare, è il nostro territorio. Tutto questo è davvero stupefacente e in qualche modo miracoloso. Da parte mia c’è tutta la massima vicinanza e supporto reale. Qui c’è tanta attività e tanto fermento. Pertanto, un passo alla volta, ci riprenderemo tutto quello che davvero ci appartiene, in particolare a voi giovani». Finito l’incontro ci siamo spostati tutti presso la sede dell’evento, lì dove poi proprio Roberto Fico ha tenuto il primo intervento. Ecco che ci risiamo, e la commozione si impadronisce di nuovo dei presenti, quando proprio il presidente ci cita e ringrazia nelle prime battute del suo intervento: «Bisogna avere la capacità di reagire con tante attività concrete alle criticità presenti sul territorio, ne sono anzitutto esempio l’Associazione Centro studi Officina Volturno e il periodico Informare Magazine: che da due decenni assicurano un’informazione costante sulla realtà locale, promuovono iniziative culturali e la cittadinanza attiva». Il discorso è poi continuato, andando ad af-
ca tra le comunità, lo sviluppo economico ed il rispetto dell’ambiente. La seconda consiste nella promozione dello sviluppo economico e sociale del territorio in senso sostenibile esaltandone le potenzialità. Credo che il litorale Domizio sia una delle zone che potrà trarre maggior beneficio da una transizione ecologica equilibrata, che passa anzitutto per la bonifica e il risanamento dell’ambiente, a cominciare dal mare, dalle spiagge, dalle pinete, dalle discariche abusive. E poi per la promozione di attività sostenibili di carattere turistico, culturale e produttivo. Le risorse del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, opportunamente utilizzate, potranno certamente concorrere a questi obiettivi. Non si può pensare di costruire i muri, i muri si superano sempre. Dobbiamo riuscire ad accogliere i migranti per fare in modo che ci sia una vera integrazione. Spero che le forze politiche in Parlamento possano inserire il tema dello Ius soli o dello Ius culturae nella loro agenda». Assordante l’applauso che ha fatto seguito al suo discorso: lo Stato era lì e Castel Volturno stava rispondendo con forza e speranza. E non possiamo che confidare nelle parole del Presidente della Camera Il presidente Roberto Fico e Tommaso Morlando rilasciate a “Il Mattino”: «Castel Volturno deve tornare frontare quelle che sono le criticità presenti sul nell’agenda di Governo per diversi capitoli, da nostro territorio, manifestando quella che è la quello sociale a quello ambientale, dalla sicuvolontà di inserire Castel Volturno nell’agenda rezza agli investimenti strutturali. politica: Il Commissario di crisi per l’area, introdotto dal «Il litorale domizio, che conosco bene essendo Governo nel 2006, dovrebbe tornare in moto napoletano, rappresenta uno dei casi più così come devono essere rifinanziati i progetti lampanti di contrasto tra le notevoli bellezze al palo. Perché il litorale domitio è oggettivanaturalistiche e storiche e le grandi potenzialità mente in credito nei confronti dello Stato» turistiche, da un lato, ed una condizione di Il 23 ottobre 2021, è questo il giorno in cui Caforte degrado sociale e ambientale, dall'altro. stel Volturno ha scelto di impegnarsi per rinaQuesto è territorio ricco di problemi: dalla scere. presenza pervasiva della criminalità organizzata ai flussi migratori non gestiti secondo i canali legali e da politiche di integrazione adeguata. Dal traffico di stupefacenti allo sfruttamento della prostituzione, passando per la tratta di esseri umani, per il caporalato, l’abusivismo edilizio e la presenza di molti individui in condizione di fragilità e povertà economica e educativa. La soluzione di questi problemi richiede una combinazione di politiche pubbliche, una collaborazione costante tra istituzioni locali e nazionali e il confronto e la cooperazione con attività associative. A questo scopo, sono fermamente convinto che occorra agire in tre direzioni: la prima consiste naturalmente nella prosecuzione dell’azione di prevenzione e contrasto dell’illegalità da parte delle forze dell’ordine e della magistratura. Devono essere ristabilite pienamente in queste aree condizioni di legalità e sicurezza senza le L'onoreficenza consegnata al direttore Antonio Casaccio e al presidente Tommaso Morlando quali non sono possibili la convivenza pacifiSPECIALE Premio d'Eccellenza Città di Castel Volturno | Prima Edizione 2021
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Giorgio Mulè: «La Scuola Forestale dei Carabinieri: presidio di legalità e speranza»
L’intervento del Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa al Premio d’Eccellenza
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a presenza attenta e costante dello Stato in territori difficili, martoriati e dilaniati dal degrado e dall’incuria dell’indifferenza di molti, di troppi, è uno straordinario simbolo di vicinanza e uno spiraglio di speranza per chi, da anni con costanza e passione, lotta per renderli un posto migliore, in cui non c’è più bisogno di tornare perché è possibile scegliere di restare. Fra le personalità che hanno scelto di presenziare alla Prima Edizione del Premio Città di Castel Volturno, lanciando uno straordinario messaggio di attenzione e cura, lo Stato c’era. Dal Presidente della Camera Roberto Fico alla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, dall’Assessore alla Sicurezza, Legalità e Immigrazione della Regione Campania Mario Morcone al Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa per il governo Draghi, Giorgio Mulè. «La mia presenza qui oggi è la testimonianza della vicinanza dello Stato a questi territori, dell’impegno profuso dal Governo per la tutela e salvaguardia delle realtà più fragili e delicate, più bisognose di cure e attenzione». Giornalista di origini siciliane con una brillante carriera culminata poi in politica con l’adesione al partito Forza Italia, Giorgio Mulè è stata la personalità scelta dalla giuria del Premio d’Eccellenza per consegnare un meritato riconoscimento a uno dei fiori all’occhiello della Città di Castel Volturno: la Scuola Forestale dei Carabinieri, presidio di legalità di straordinaria importanza per il nostro territorio nonché padrona di casa di questa Prima Edizione. «Essere qui oggi è per me uno straordinario motivo di orgoglio, l’occasione perfetta per rimarcare il modo in cui il presidio dei Carabinieri e di tutte le Forze dell’Ordine rappresentate qui siano un punto di riferimento indispensabile per la popolazione locale e per i territori, per il presente e per gli anni che verranno». Territori bisognosi di attenzione e cura, nodi fondamentali del discorso di Mulè, che sceglie di sottolinearli menzionando le parole di Papa Francesco: «Parlando di cura, è inevitabile per me richiamare alla mente le parole di Papa Francesco che, nel 2015, con l’Enciclica “Laudato si’” sulla Cura della Casa Comune, parlò e si rese interprete e fautore di una cultura simile a quella che si respira in questi luoghi, nei quali oltre al rispetto della natura e della legalità, vi è anche un’attenzione e un costante impegno nel preservare l’ambiente», possibile anche e soprattutto in virtù della presenza della Scuola Forestale dei Carabinieri. «Trovo interessante un’allocuzione di Goethe in merito, quando diceva che vi sono luoghi della Terra in cui è presente una seconda natura che si innesta benissimo in quella già esistente: è proprio questo che accade con istituzioni come la Scuola Forestale dei Carabinieri, così visceralmente legata al territorio da esserne un punto di riferimento, da rappresentare – accanto ai cittadini e allo Stato – uno spiraglio di bellezza sconcertante a guardarsi, capace di affascinare perché nata in un territorio così martoriato». Un territorio saccheggiato e vandalizzato, ma con un desiderio di rinascere da togliere il fiato. Un territorio straordinariamente gremito di vitalità ed eccellenze da supportare, sostenere e premiare. Ogni giorno. 6
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Il sottosegretario Giorgio Mulè
L’eccellenza che accoglie le Eccellenze la Scuola Forestale dei Carabinieri di Castel Volturno
È
stata la Scuola Forestale dei Carabinieri di Castel Volturno, all’interno del suo splendido teatro, ad ospitare la prima edizione del Premio d’Eccellenza Città di Castel Volturno, nonché la prima eccellenza designata dalla nostra giuria ad essere premiata per il costante impegno e la dedizione impiegata ogni giorno nella tutela e salvaguardia di un territorio meraviglioso e fragile. Presidio di legalità e di elevata professionalità e specializzazione istituito a Castel Volturno nel lontano 2011, la Scuola Forestale dei Carabinieri ad oggi si occupa di tutelare e preservare ambiente e territorio, con l’utilizzo di strategie e tecnologie di fama internazionale. A ritirare il premio d’eccellenza, consegnato dal Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa del Governo Draghi, Giorgio Mulè, è stato il Generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri Donato Monaco, padrone di casa per la location del Premio. «Siamo onorati di ricevere per primi questo riconoscimento – esordisce il Generale Monaco – e onorati di ospitarne la prima edizione nel nostro Centro Addestramento di Castel Volturno, nato ormai già da qualche anno. In realtà, a livello nazionale la Scuola Forestale dei Carabinieri ha altri 4 centri localizzati in varie zone d’Italia, nati con l’intento di contribuire alla sensibilizzazione della tutela dell’ambiente, ai controlli agroalimentari, con l’obiettivo di occuparsi del settore di servizi della Protezione Civile, della sicurezza del territorio, del controllo della legalità ambientale». Un vero e proprio punto di riferimento per il territorio e i suoi abitanti, che «ha come obiettivo quello di formare le nuove generazioni di Carabinieri che entreranno nel settore di specialità dell’Arma ambientale – forestale, con l’obiettivo importante di creare le condizioni per una tutela anticipata, non repressiva, dell’ambiente, nel convincimento che l’ambiente si possa tutelare tramite azioni preventive evitando i danni nefasti che gli illeciti ambientali comportano». Proprio da questo punto di vista, la sede casertana della Scuola Forestale dei Carabinieri ha una presa forte ed è una presenza
A sx il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè , a dx il Generale di Brigata Donato Monaco
imprescindibile e costante per uno dei territori con maggiori potenzialità e maggior degrado della provincia, nonostante la bellezza imperante di uno dei litorali più affascinanti d’Italia. Radicarsi in maniera così forte sul territorio è stata l’occasione perfetta per far sì che obiettivi e innovazioni della Scuola fossero aperte e conosciute anche dalla cittadinanza. «Il nostro operato e i nostri obiettivi da tempo non sono più rivolti soltanto all’Arma, ma anche a ragazzi e cittadini. In questi due anni, per esempio, abbiamo scelto di ospitare molte scolaresche per diffondere fra i più giovani ideali e principi di una sana e corretta ecosostenibilità, per cercare di far comprendere ai ragazzi l’importanza e le funzioni delle risorse naturali fornite dal territorio». Un’attività, in realtà, con un’ampia diffusione non soltanto a livello scolastico, ma anche nel mondo accademico: «Abbiamo ospitato svariate volte gli studenti dell’Università di Salerno, per mostrare loro i sistemi tecnologici ultra-innovativi di cui ci siamo dotati e ci
doteremo in futuro. Qui a Castel Volturno, per esempio, esiste il Forest Fire Area Simulator, l’ideale per monitorare gli incendi forestali e boschivi che proprio la scorsa estate hanno martoriato il territorio locale e quello nazionale, testimoniando quanto disastrosi possano rivelarsi questi incendi che falcidiano il patrimonio boschivo italiano. Accanto a questo, un nostro fondamentale obiettivo è l’implementazione dei sistemi informatici per monitorare il settore del dissesto idrogeologico e degli inquinamenti idrici causati dagli sversamenti, per tutelare le produzioni agricole e agro alimentari locali, con risvolti dal punto di vista sociale ed economico. La strategia perfetta, insomma, per tutelare consumatori e cittadini, seguendo il modus operandi di una delle personalità più importanti del nostro territorio, don Peppe Diana, al quale il nostro teatro è intitolato in virtù dell’ispirazione costante che è per noi il suo impegno e il suo operato, che speriamo possa essere preso come punto di riferimento per le generazioni future».
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“Voi giovani protagonisti della ripartenza del Paese” L’appello della Ministra elena Bonetti al Premio d’Eccellenza Città di Castel Volturno
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lena Bonetti, la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia del Governo Draghi attualmente in carica, purtroppo non ha potuto essere presente fisicamente all’evento della prima edizione del Premio d’Eccellenza Città di Castel Volturno. Ciononostante, lo sfortunato inconveniente non le ha impedito di ottemperare al suo impegno partecipando all’evento in remoto con collegamento esterno. All’apertura del suo intervento la Ministra ha rinnovato la sua intenzione di incontrare di persona la comunità di Castel Volturno di cui ne ha encomiato la vitalità, celebrata dall’evento, nel promuovere nuovi impulsi sociali sia nell’ambito dell’educazione che nell’ambito della promozione della legalità. La Ministra ha poi fatto riferimento al compito delle istituzioni, nell’ambito delle amministrazioni territoriali differenti, di «interpretare e saper costruire questi impulsi e connessioni insieme al mondo associativo»; si è poi complimentata con i ragazzi dell’ISIS Corrado per il lavoro svolto, riconosciuto dal Premio, che contribuisce alla vita e allo sviluppo di una società in crescita e che, nel contesto storico attuale, necessita di essere ricostruita: «In questo particolare momento storico siamo chiamati a ricostruire i legami collettivi della società, siamo chiamati a sanare ferite purtroppo presenti da
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La ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti
troppo tempo nella nostra società» ha asserito con tono propositivo. Per la Ministra quello attuale è un tempo che esige coraggio, esige passione e, particolarmente, richiede di prendere scelte nette per instradare efficacemente l’indirizzo politico che deve essere perseguito nell’immediato futuro: «la direzione che vogliamo dare è quella della democrazia, della legalità, dell’educazione, vogliamo rimettere al centro valori che fanno delle nostre comunità, come della comunità di Castel Volturno, il volto bello, la testimonianza bella di una società che vuole ricominciare non lasciando indietro nessuno». L’attenzione della Ministra successivamente si è spostata sul particolare rilievo dato da realtà
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come quella di Officina Volturno e di Informare alla partecipazione giovanile: «rimettere al centro il protagonismo dei più giovani, come fanno le vostre realtà associative, è prioritario. In questo senso, in particolare come Ministero, occupandomi delle Pari Opportunità, ma anche di infanzia e adolescenza, so quanto oggi investire nel valore civico che i più giovani possono esercitare è non solo un’ottima strategia, ma anche il modo migliore per restituire al nostro Paese, come dice il presidente Draghi, l’opportunità di avere il flusso del futuro e di arrivare a operare oggi quelle scelte concrete affinché questo flusso del futuro si trasformi in una scelta chiara, nitida, in un progetto di crescita e di sviluppo di tutta l’Italia». La Ministra Bonetti ha poi concluso dicendo: «Vi sono grata, perché partecipate da protagonisti in questo nuovo percorso di ripartenza del nostro Paese», sottolineando come l’impegno civile di realtà come quelle su cui il Premio accende i riflettori siano di vitale importanza per coadiuvare l’intervento governativo e della Repubblica, nel suo complesso, per risanare e ricostruire il nostro Paese. Ha poi ringraziato i presenti e salutato ribadendo l’impegno, comunicato nell’apertura dell’intervento, a incontrare di persona la “straordinaria comunità di Castel Volturno”.
FIDUCIA NEI GIOVANI E PRESENZA DELLO STATO
nelle parole del prefetto di caserta Raffaele RUBERTO
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l Dott. Raffaele Ruberto, Prefetto di Caserta e Commissario Straordinario per l’area del Comune di Castel Volturno, è stato ospite al Premio d’Eccellenza “Città di Castel Volturno”, nelle vesti di premiante. Il Prefetto, con oltre trent’anni di carriera, ha prestato servizio sia al nord che al sud Italia, maturando esperienze nelle grandi e piccole prefetture del territorio. La presenza all’evento di una figura che rappresenta ed è simbolo di legalità diviene fondamentale per una città che ha voglia di lavare il suo nome dallo sporco che l’ha investita per anni. Una volta salito sul palco, il Prefeto Ruberto ha dichiarato: «Ho cercato fin dall’inizio, fin quando sono arrivato a Caserta di lanciare un messaggio: Lo Stato c’è ed è affianco a voi! La lotta è impegnativa perché è un territorio colmo di criticità come però di risorse, non dimentichiamolo». Continua il suo discorso aprendo una parentesi fondamentale sui giovani, spesso non coscienti delle problematiche sociali. Quando quest’ultimi invece si dimostrano interessati, consapevoli e solidali verso tali tematiche, bisogna aiutarli nelle loro battaglie e sostenerli nei loro ideali. «È nostro dovere lasciare a loro il testimone come generazione, indipendentemente da ciò che facciamo. I giovani rappresentano una delle fondamentali risorse per la società e il territorio».
Il prefetto Raffaele Ruberto consegna il premio alla preside Angela Petringa
Subito dopo il suo intervento il Prefetto è stato invitato a premiare “L’ISIS Vincenzo Corrado”, a ricevere il premio la Preside dell’Istituto Angela Petringa, che ringrazia e ribadisce l’impegno dei suoi allievi, e la soddisfazione di resistere in un territorio tormentato come questo. Ringraziamo il Prefetto Ruberto per la sua presenza, non è mai scontato ribadire concetti quali la solidarietà e dimostrare la vicinanza alle istituzioni del territorio, poiché questo rappresenta il primo passo verso un futuro composto da una collettività unita e fiduciosa.
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Ogni giorno più orgogliosa dei miei studenti
interviene la Preside dell’ISIS Vincenzo Corrado, Angela Petringa
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ISIS Vincenzo Corrado è una realtà scolastica che si estende per ben due sedi nel territorio di Castel Volturno. Comprende l’Istituto Alberghiero, il Liceo Artistico e il Liceo Scientifico: tre diverse istituzioni che coesistono e che migliorano insieme soprattutto grazie all’apporto del corpo docenti e della dell’apparato dirigente. Nella Prima Edizione del Premio d’Eccellenza Città di Castel Volturno sono stati riconosciuti come eccellenza del territorio castellano e sono stati premiati dal Prefetto di Caserta Raffaele Ruberto, dopo l'intervento e l'augurio della Ministra alle Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. Ne abbiamo parlato con la Preside dell’Istituto Prof.ssa Angela Petringa. Perché l’ISIS Corrado è un’eccellenza di Castel Volturno? Cosa offrite ai giovani del territorio? «Non si diventa eccellenti da un giorno all’altro. Questa istituzione ha portato avanti negli anni delle azioni con una particolare attenzione alle esigenze delle famiglie del territorio. Come comunità educante abbiamo lavorato molto sull’aspetto dell’inclusione e soprattutto cercando di lavorare moltissimo sull’innovazione delle metodologie didattiche. Oggi i metodi tradizionali di insegnamento non sono più alla portata dei giovani che vivono in una società globale multimediale e la scuola fa fatica a stare dietro a questi cambiamenti. Pertanto, abbiamo avuto la fortuna di avere, con gli
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anni, un organico più stabile cioè dei docenti che sono rimasti nell’Istituto per più anni rispetto a prima che era una scuola di passaggio e con il cambiamento di organico ogni anno. Grazie alla motivazione che ho dato ai docenti ed all’impegno profuso, abbiamo cercato di trasmettere in maniera più innovativa il sapere ai ragazzi. Per me Castel Volturno è stata una vocazione: io viaggio ogni giorno e per 12 anni ho fatto una scelta di portare avanti degli obiettivi, avendo il coraggio, o incoscienza, di restare nonostante le problematiche che sorgevano ogni giorno. È molto più facile dirigere un Istituto scolastico un ambiente borghese medio alto, ma non in un territorio con grandi disagi socioeconomici. Per me e per molti docenti è proprio la sfida e credo che sia la motivazione ed il motore che ci ha portati a raggiungere degli ottimi risultati. Io ci credo davvero». Quali sono le principali iniziative per i ragazzi? «Noi abbiamo vari protocolli d’intesa per l’alternanza scuola lavoro. I ragazzi fanno molti percorsi di alternanza scuola lavoro all’estero, dei progetti Erasmus per gli istituti tecnici professionali e poi abbiamo dei PON per la lingua inglese per dei ragazzi selezionati di livello B2 con un viaggio studio a Londra dove seguono un ulteriore corso per raggiungere il C1. Molti protocolli d’intesa anche con le associazioni di categoria per quanto riguarda l’alberghiero: noi siamo scuola capofila e rete degli
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alberghieri della Campania ed io sono Presidente della RIA, che è la rete degli alberghieri della Campania, e sono nel direttivo della Rete Nazionali. Questo è quello che è stato fatto per i ragazzi, ma l’apporto che ho cercato di dare ai colleghi, con umiltà e non con presunzione, è la diffusione delle Best Practices che si imparano solo facendo rete e con lo scambio con altri istituti: se la scuola italiana deve avere successo, c’è bisogno di interagire tra i vari organi. Quello che è importante è creare le competenze giuste per il mercato del lavoro, anche perché, con la digitalizzazione, cambiano e bisogna stare al passo con i tempi». Il territorio di Castel Volturno è molto difficile: nei ragazzi com’è l’integrazione? «Gli episodi di bullismo ci sono sempre stati, ma oggi sono il risultato della società con l’ampliamento continuo di numerosi social virtuali che hanno influenzato il fenomeno e che si è tramutato, poi, in cyberbullismo. Ma non si ferma lì e continua anche in classe: infatti, noi abbiamo aderito a numerosi progetti ed alcuni episodi li ho risolti con una figura di riferimento, una psicopedagogista, che è intervenuta in classe. Dunque, gli episodi li abbiamo risolti con questo sportello, per alcuni, ma non è una cosa semplice: i docenti non hanno la preparazione giusta e dovrebbero approfondire ancora di più perché è una generazione non malata, ma triste ed è colpa di noi adulti. Per quanto riguarda l’integrazione, a Castel Volturno ci sono popolazioni che vengono da tutto il mondo, anche di seconda generazione, quindi, c’è la sensazione di una grande integrazione senza particolari episodi di razzismo. E questo è proprio il punto di partenza per una rinascita». Lei ha creduto fermamente in questa realtà ed ha perseverato con la giusta energia portando avanti un intero Istituto in maniera esemplare. Qual è stata la reazione alla vittoria di questo Premio d’Eccellenza? «Sono stata davvero tanto felice. Ci sono stati altri momenti in cui abbiamo premiato i nostri ragazzi a scuola, ma è sempre stata una cosa interna. Mentre ricevere un premio dall’esterno che ci riconosce come eccellenza, per noi è un orgoglio e soprattutto mi rende molto orgogliosa dei ragazzi. E tutto questo accende il motore della motivazione e ci spinge avanti a continuare e fare sempre meglio».
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Investire nella cultura grazie ai nostri giovani L’impegno del Professor Nicolucci e dell’Università Marconi
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oberto Nicolucci, docente di Storia dell'arte moderna presso l’Università Marconi ha consegnato 6 borse di studio agli studenti dell'ISIS Vincenzo Corrado con 2 corsi di laurea gratuiti. Grande l’entusiasmo dei giovani ragazzi che sono stati premiati con questi importanti riconoscimenti: «Sono davvero felice di questo Premio e ringrazio tutto il corpo docenti, la Preside e l’Università Marconi per tutto questo» - così interviene uno dei giovani premiati. «Sono fiero di aver ricevuto questo riconoscimento e ringrazio la mia scuola per avermi dato questa possibilità» continua un altro giovane alunno. L’impegno di studenti che si sono distinti in questi anni per media aritmetica non è solo un merito e un lustro personale, ma anche di un intero Istituto che sprona gli alunni nel dare sempre di più. Molto importante è anche l’incoraggiamento dell’Università Marconi che, con questi premi, stimola questa Eccellenza castellana a fare sempre del proprio meglio. Roberto Nicolucci, già direttore del master in Impresa e organizzazione per la valorizzazione dei beni culturali presso l’Università Mercatorum è anche critico d’arte oltre che acuto osservatore delle contrapposizioni che segnano 12
il nostro territorio. La sua ricetta per il futuro è promuovere l’arte e la bellezza, per sensibilizzare nuove e vecchie generazioni al rilancio del territorio partendo dalla consapevolezza dell’immane patrimonio a nostra disposizione. Castel Volturno è un territorio molto difficile e dalle grandi sfaccettature. Nel corso degli anni è stato un atto di coraggio resistere in questo paese che era in preda alla corruzione e al malaffare. Un premio, dunque, quello organizzato che punta alla rinascita del territorio e alla rivalutazione di organizzazioni che ci sono sempre state, hanno fatto la loro parte ed hanno combattuto in questa realtà. La cultura è di fondamentale importanza per la crescita umana e sociale dell’individuo e, di conseguenza, del territorio. Lei perché ha scelto di essere qui? Qual è il messaggio che intende lanciare? «Come Università mentiremmo se non confessassimo che oggi la nostra più grande soddisfazione è vedere unite le energie del mondo dell’Università e quelle del sociale. La cultura si fonda sulla convergenza di forze diverse. Castel Volturno sicuramente è ricca di eccellenze, Informare sicuramente è una delle tante eccellen-
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ze di Castel Volturno per cui per noi essere qui è un vero onore. Premiare i giovani meritevoli di un Istituto che tra l’altro porta il nome di Vincenzo Corrado, un grande cuoco, letterato e filosofo è veramente un piacere. La consegna delle borse di studio è veramente un gesto che noi abbiamo fatto con onore. Quindi essere equi non può che essere bello». Le giovani generazioni e le scuole come baluardo per sensibilizzare la formazione delle nuove coscienze. Il cinema, al contempo, come rilancio del territorio sia dal punto di vista paesaggistico e sia dal punto di vista della promozione artistica. Perché la voglia di investire sui giovani del territorio? «La cultura, il cinema è una forma di cultura. In questi giorni con l’Università Marconi siamo presenti al Festival del Cinema di Roma perché crediamo molto in questa forma di cultura e non vi nascondo che partecipare, rivedere e rivivere l’emozione del buio in sala, della visione condivisa, del dedicare un’ora del proprio tempo ad una storia e stato molto emozionante e il cinema come del resto i libri, se guardati e letti con attenzione, si fa una parte di strada insieme all’autore. Il cinema come ogni forma d'arte
è amore». Oggi le borse di studio, per il domani lei ha intenzione di portare una parte della sua Università a Castel Volturno? «La nostra Università è telematica e quindi per sua natura non ha barriere e non ha confini. Siamo a Castel Volturno e al contempo a Caltanissetta, a Bergamo e in qualsiasi altro posto d’Italia. Ovviamente sarà sempre più bello essere vicini fisicamente a queste realtà e quindi sicuramente ci impegneremo a farlo. E la nostra presenza qui oggi credo sia una prima forma di dimostrazione della nostra vicinanza al territorio». Cinema ed Università: perché, nel 2021, investire ancora nella cultura? «L’Italia dovrebbe vivere delle sue bellezze paesaggistiche e culturali: musei, chiese palazzi e tanto altro. Napoli in generale è ricca di tutto questo e quindi investire nella cultura e nell’arte e in tutto ciò che è bello sicuramente farà bene al nostro paese, a noi, ai nostri giovani. Quindi bisogna sforzarsi sempre di più».
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è il momento del riscatto
L’Assessore regionale Mario Morcone e l’impegno per Castel Volturno
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ra le autorità presenti al Premio per le Eccellenze “Città di Castel Volturno”, abbiamo avuto l’onore di accogliere Mario Morcone, Prefetto e Assessore con deleghe alla Sicurezza, Immigrazione e Legalità nella Giunta regionale della Campania. Morcone ha da sempre dedicato parte del suo impegno ai temi della legalità e dell’immigrazione, occupandosi anche di beni confiscati. Durante l’evento c’è stato modo di discutere a proposito di questi argomenti e l’Assessore ha espresso il suo desiderio nel voler conferire alla redazione di Informare un bene confiscato, che possa finalmente rispondere alle richieste procrastinate da tempo. «Abbiamo il dovere di trovare un bene confiscato, adeguato, per questi ragazzi.
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Lo dobbiamo e lo possiamo fare senza passare necessariamente per il comune di Castel Volturno». Il Prefetto ha poi aggiunto qualche parola in merito agli obbiettivi regionali e in particolare si è espresso sulle prospettive riguardanti il litorale domitio, attenzionando il territorio di Castel Volturno con le relative criticità, indicando la strada maestra per la risoluzione di quest’ultime. «Mi sono occupato d’immigrazione per dieci anni, e devo dire che sento qualche responsabilità. Naturalmente nel mio piccolo ruolo non sarei mai riuscito a cambiare il mondo, però posso dire che Castel Volturno è stato sempre il tema principale delle nostre questioni, e non abbiamo mai fatto abbastanza per questo ter-
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ritorio. Oggi essere in Regione con una delega, che oltre i beni confiscati, tocca anche l’immigrazione, mi offre la possibilità di un piccolo riscatto con me stesso. Questo è l’impegno che ho voluto prendere e portare avanti. Si tratta di costruire una regia e una alleanza tra le Istituzioni che salvaguardi i diritti di queste persone, e metta da parte chi deve esser messo da parte».
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Il riscatto del Mezzogiorno passa da Castel Volturno
Il Capo Gabinetto del Ministero dell’Interno Frattasi spinge sulla rinascita castellana
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runo Frattasi, Capo Gabinetto del Ministero dell’Interno, ha premiato personalità come Augusto Raggi (Head of Enel X Italy), Salvatore Scarpa (Amministratore delegato Jambo1) e Luigi Ferrucci (Presidente FAI Antiracket), il Prefetto Frattasi ha lanciato un grande messaggio al territorio e soprattutto un segno di legalità e vicinanza a coloro che, in questi luoghi, hanno contrastato la criminalità organizzata e dato vita ad organizzazioni concrete e attive. «L’arma più forte è sicuramente l’educazione, la cultura, i diritti, il rispetto, la considerazione della persona per la sua individualità e non come merce o possibile oggetto di sfruttamento. Questa è una lunga battaglia: il Ministero dell’Interno è il Ministero della sicurezza, quello che coordina la Polizia, i Prefetti e i Questori; però è anche il Ministero della socialità, dell’accoglienza, dell’integrazione, del fare le cose per la società civile. Si occupa di cittadinanza, di lotta all’usura, lotta all’estorsione; vigila l’Agenzia dei beni confiscati, di cui sono stato direttore per circa due anni. Nella nostra visione c’è, soprattutto, l’educazione alla legalità. In primis grazie al rispetto delle regole: siamo stati impegnati anche durante la pandemia e lo siamo ancora. Questa situazione non ci ha lasciati liberi e stiamo cercando di far rispettare tutte le regole anche sotto questo punto di vista. Le regole che ci vedono tutti vicini in sicurezza. La sicurezza non è un
qualcosa che fa da contraltare al rispetto dei diritti, ma tutt’altro: è la base fondamentale della società» ha dichiarato sul palco il Capo Gabinetto Frattasi. Un importante spunto di riflessione in quanto ci dà non solo una risposta istituzionale su quale sia l’arma per combattere la criminalità organizzata in questi territori, ma ci dà un diverso punto di vista sul modo di intendere la sicurezza. Soprattutto in questo periodo: non un qualcosa che limita i nostri diritti bensì li tutela. Un messaggio di solidarietà da parte delle Istituzioni, ma soprattutto di legalità, che testimoniano che lo Stato è vicino a realtà come quella castellana e ne vuole assecondare il riscatto, sia sociale che economico. «La testimonianza che io voglio lasciare è quella di vicinanza e solidarietà. Voglio dire questo: lo Stato e le Istituzioni sono sempre a disposizione di realtà come Castel Volturno che cercano, con tanto coraggio, di uscire da una situazione dove criminalità, malaffare e corruzione hanno spesso avuto la meglio su tanta brava ed onesta gente. Io credo che il riscatto di questa terra sia il riscatto di tutto il Mezzogiorno, della Campania e di altre terre che sono afflitte dalla criminalità organizzata e borghese e possano trovare sempre nelle Istituzioni, nel governo, nelle forze di polizia, di magistratura, tutto quel sostegno che deve essere loro assicurato. Perché il futuro di queste generazioni deve essere restituito alla legalità, allo sviluppo ed al progresso».
Legalità, sviluppo e progresso sono i punti sulla quale il Prefetto Frattasi si è focalizzato in queste dichiarazioni rilasciate ai microfoni di Informare. Un incoraggiamento sul continuare a fare di più e a combattere con l’associazionismo e la cittadinanza attiva che sono dei punti cardine per questo territorio e continuare a promuovere ed incentivare, grazie al Premio ma non solo, realtà come quelle premiate. «Io credo che l’evento di oggi, il
Premio d’Eccellenza Città di Castel Volturno, sia stata una grande iniezione di fiducia per il futuro. È davvero molto importante che questa strada sia stata imboccata: c’è un associazionismo molto fertile e delle grandi testimonianze di cittadinanza attiva. Quello che stiamo vivendo oggi è un messaggio esemplare che doveva essere lanciato» dichiara, infine, il Capo Gabinetto del Ministero dell’Interno Bruno Frattasi a Informare.
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«Il nostro obiettivo è quello di essere inutili» Serraino: «Contenti del rapporto con le istituzioni. Castel Volturno modello da esportare in tutta Italia»
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operato di Emergency non poteva di certo passare inosservato. L’organizzazione umanitaria, nata nel 1994 dall’idea di Gino Strada per la chirurgia di guerra e presente ormai da otto anni sul territorio castellano, è stata infatti premiata come una delle realtà più positive ed eccellenti del terzo settore, diventando un punto di riferimento fondamentale soprattutto per gli immigrati, regolari e non, che vivono a Castel Volturno, ma non solo. Assistenza, cure e trattamenti per chi ne avesse bisogno, per chi a volte non vede riconosciuti i propri diritti allo stesso livello dei cittadini italiani o dei cittadini stranieri con residenza o permesso di soggiorno. Emergency però è anche molto altro, un vero e proprio ente di formazione, perché dà continuamente la possibilità a ostetriche, infermieri e medici di formarsi nelle sue strutture, come ospedali e centri di maternità. Per parlare del premio e di tanto altro, abbiamo intervistato Sergio Serraino, coordinatore dell’ambulatorio Emergen-
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cy di Castel Volturno, premiato dall’Assessore regionale Mario Morcone. L’organizzazione ha già collaborato con l’assessorato, dando vita ad una combo vincente per il territorio. Emergency premiata al “Premio Città di Castel Volturno” dedicato alle eccellenze del territorio. Quali sono le attività che svolgete a Castel Volturno? «Emergency opera in Italia dal 2006. A Castel Volturno abbiamo iniziato nel 2013 con una clinica mobile, poi dal 2015 con una struttura fissa. Fino al 2020 disponevamo di un ambulatorio di medicina per adulti, un ambulatorio pediatrico, un ambulatorio infermieristico e di un servizio di orientamento socio-sanitario e di mediazione culturale. Ci siamo occupati anche di attività specifiche dedicate alle donne mettendo in campo unità di strada per le vittime di sfruttamento sessuale, abbiamo organizzato incontri di educazione sanitaria presso le chiese pentecostali e africane che sono presenti a Castel Volturno.
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Dal 2020, con la pandemia, c’è stata una rimodulazione delle attività. In primis, con il passaggio dell’attività di medicina per adulti all’Asl: questo perché l’Asl ha potenziato i servizi sul territorio dedicati agli stranieri senza permesso di soggiorno, aumentando le ore dell’ambulatorio dedicato ai codici STP (Stranieri Temporaneamente Presente), che non hanno il permesso di soggiorno, ed ENI (Europei non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale). Nel 2013 l’ambulatorio di medicina dell’Asl faceva molta fatica, le richieste di assistenza erano davvero tante e c’era solo un medico due volte a settimana. Oggi, invece, l’Asl dispone di un servizio di mediazione culturale, sono arrivati nuovi medici e infermieri. Con il Covid-19, poi, abbiamo lanciato altre attività, come il rafforzamento del servizio di Triage per migliorare la gestione dei casi sospetti. Inoltre, abbiamo deciso di organizzare attività di informazione ed orientamento per il rispetto delle norme di distanziamento sociale,
attraverso la realizzazione di video-messaggi e messaggi sull’emergenza e sui comportamenti da tenere diffusi attraverso vari canali social. Siamo riusciti anche ad attivare un call center socio- sanitario, mentre adesso ci stiamo occupando della campagna vaccinale con più di 2500 persone assistite per le dosi di vaccino e il rilascio del Green Pass. Siamo molto felici anche per il lavoro di sensibilizzazione e informazione, fatto insieme alla “Rete Castel Volturno Solidale”, sull'accesso al vaccino, e di sollecitazione verso Regione Campania e Asl, affinché si mobilitassero per una campagna vaccinale accessibile a tutti. Molto importante, a mio avviso, è stato il Progetto Demetra, ora terminato, con la presenza per quasi due anni a Castel Volturno di un Drop In socio sanitario, finanziato direttamente dall’Asl. Dalla nascita di Emergency a Castel Volturno, abbiamo assistito più di 11mila persone ed erogato oltre 65mila prestazioni sanitarie, un risultato non da poco. Il nostro obiettivo è quello di essere inutili, e il trasferimento dell’attività di medicina per adulti completamente all’Asl è stato un grande risultato. A noi non interessa creare sistemi paralleli perché non siamo in concorrenza con nessuno. L’obiettivo è fare in modo che le persone che richiedono il nostro aiuto e la nostra assistenza possano avere accesso al servizio pubblico». Il premio sarà dedicato proprio a Gino Strada, fondatore di Emergency. Cosa ha rappresentato per voi operatori? «Il Dott. Strada va molto oltre Emergency. Rappresenta una figura, sia dal punto di vista intellettuale che morale, di riferimento per questo paese, ma non solo. Un personaggio di caratura elevata e internazionale. Dopo la sua morte, ho ricevuto diverse e-mail e messaggi di vicinanza e cordoglio. Nella mia vita l’ho incontrato in diverse occasioni, sempre per questioni legate ad Emergency. Ricordo che a Milano, nella vecchia sede di Emergency, lanciò una campagna per l’abolizione della guerra, rifacendosi a quello che sosteneva Einstein: “La guerra non si può umanizzare, si può solamente abolire”. Ecco, il Dott. Strada credeva fermamente in questa cosa, per lui non era utopia. Era un trascinatore ed una persona che ogni qualvolta interveniva pubblicamente lasciava il segno. Chi lo ha conosciuto ha detto che non amava tanto parlare, ma fare. Secondo me, quando si parla di Gino Strada è importante raccontare quello che Emergency ha fatto e continua a fare, perché Gino Strada è Emergency». La vostra organizzazione è stata premiata anche dinanzi il Capo di Gabinetto del Ministro dell’Interno Bruno Frattasi. Proprio quel Ministero è centrale in questo territorio... «Sicuramente un bel riconoscimento. Avere dei contatti con lui in futuro non sarebbe male, soprattutto per tutta la Rete di Castel Volturno
L'Assessore regionale Mario Morcone consenga il premio a Sergio Serraino, coordinatore Emergency di Castel Volturno
Solidale e per la questione dei permessi di soggiorno. Come avrete già sentito, a Castel Volturno c’è stato questo disastro del primo decreto sicurezza, che ha abolito la protezione umanitaria. Pertanto, a gran parte degli immigrati che vivono a Castel Volturno è stato tolto il permesso di soggiorno. Si tratta di persone che non hanno commesso reati, regolarizzati ormai da anni con residenza, contratto di affitto, medico di base etc. Da un giorno all’altro si sono ritrovati senza il permesso di soggiorno perché non sono riusciti a trovare un lavoro regolare, ma qui questo tipo di contratto è un sogno. Una beffa, una cattiveria che ha coinvolto almeno 2mila persone. Riparare questo grandissimo danno con l’aiuto delle istituzioni sarebbe l’ideale». Sergio, vivi ormai da anni il territorio di Castel Volturno, che ha avuto problemi di ogni genere. Il premio ha rappresentato l’occasione per far capire all’Italia intera che qui ci sono anche realtà positive ed eccellenze su cui investire in futuro… «Ho sempre detto che Castel Volturno è sicuramente un territorio dove si può trovare il peggio, inquinamento, criminalità organizzata e abusivismo. È anche però un territorio in grado di esprimere il meglio della società civile, sia italiana che straniera. Di questo ne sono sicuro perché lo vedo quotidianamente. E dispiace che su Castel Volturno ci sia una narrazione tossica, che inquina ogni cosa buona, a partire dalla questione dei numeri. Si parla, per esempio, di 20-25mila irregolari, vengono sparati numeri come alla tombola, numeri completamente irrealistici. Alcuni servizi televisivi e articoli di giornale hanno superato la finzione dei film di Garrone e di De Angelis, arrivando quasi alla fantascienza con delle bufale veramente assurde o addirittura all’horror, perché ormai gli immigrati vengono chiamati “invisibili” o “fantasmi”. Queste persone sono invisibili per chi non le vuole vedere, ma per noi e per tutte le altre associazioni sono visibilissime, posseggono un nome,
un cognome, un volto e una storia. Gente che ha solo difficoltà nell’avere una residenza. Durante il primo lockdown, poi, la parola d’ordine fu “bomba”: bomba contagio, bomba sanitaria. Ma non è scoppiato nemmeno un petardo, i cittadini stranieri contagiati sono stati pochissimi e non c’è stato nemmeno un morto». Riscontrate qualche difficoltà nel vostro operato? Qual è il rapporto con le istituzioni? «A parte la questione pediatra per bambini immigrati sprovvisti di codice fiscale, che purtroppo non possono avere accesso ai trattamenti, siamo molto contenti della collaborazione e del rapporto che si è instaurato con le istituzioni sanitarie. Il mio auspicio è che l’Asl mantenga questa linea e trovi le risorse per potenziare ancora di più i servizi, non solo su Castel Volturno, ma in tutta la provincia. Quello di Castel Volturno potrebbe rappresentare un modello da esportare in tutta Italia, grazie al quale la collaborazione tra istituzioni e terzo settore ha raggiunto risultati importanti, soprattutto per quanto riguarda l’assistenza sanitaria alla comunità straniera. Il fatto, per esempio, che la Regione Campania abbia modificato la piattaforma per dare la possibilità anche a stranieri senza permesso di soggiorno e comunitari senza residenza di prenotarsi per il vaccino ne è una dimostrazione. È stata la seconda regione d’Italia a farlo. Tra l’altro, ho notato la sorprendente velocità nel comunicare i dati al Ministero della Salute, in modo da far avere il Green Pass agli stranieri senza il permesso di soggiorno. La Campania, attualmente, è la prima regione per numero di Green Pass rilasciati a cittadini che non possiedono il permesso per soggiornare nel nostro paese. Per questo, ci teniamo a ringraziare ancora una volta l’assessore Mario Morcone e l’Asl di Caserta. Dalle istituzioni sanitarie, dunque, abbiamo sempre ricevuto disponibilità all’ascolto e volontà di trovare soluzioni ai problemi. Oggi posso dire però che gli operatori di Emergency giocano un ruolo fondamentale, sono diventati una sorta di consulenti dell’Asl e del Distretto di Castel Volturno quando si parla di cittadini stranieri, consulenti ovviamente non retribuiti».
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TAM TAM BASKETBALL
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l TamTam Basket, associazione sportiva dilettantistica senza scopi di lucro, si è da sempre distinto per il proprio impegno sociale, dedicato ai ragazzi di provenienza africana con gravi problemi di inserimento. Per l’occasione, abbiamo avuto modo di intervistare Massimo Antonelli, ex-cestista e allenatore della squadra, nonché uno degli iniziatori del progetto. Come nasce il TamTam Basket? «Il TamTam Basketball nasce nel 2016 dal desiderio di cinque ex-giocatori di dare il via ad un’associazione a favore di quei ragazzi che normalmente non avrebbero possibilità di praticare alcun tipo di sport. Volevamo restituire qualcosa al basket, quello che gli americani chiamano “Giving Back Philosophy”, e l’abbiamo fatto con decine di immigrati di Castel Volturno. L’inizio è stato complicato poiché non avevano una vera e propria disciplina, noi li ab18
biamo anche formati a livello comportamentale. Ma grazie alla voglia che li sorregge siamo riusciti a raggiungere traguardi importanti in poco tempo. Ad oggi si nota come la pandemia ci abbia un po’ penalizzato. Perdere due anni è stato davvero tremendo, ma vedo che i ragazzi hanno tanta voglia di ricominciare». A livello sociale, che impatto state dando alla città di Castel Volturno? «Io credo che il nostro impatto sociale sia fortissimo, soprattutto sui ragazzi: gli abbiamo cambiato la vita in meglio. Gli abbiamo donato l’opportunità di fare dello sport sano e gratuito, e i cambiamenti ci sono stati. Molta gente di Castel Volturno ora guarda questi giovani con una certa ammirazione, soprattutto per i loro sacrifici a favore dello sport. Vengono anche più ricercati per dei lavori; evidentemente il TamTam è diventato anche un marchio di qualità, grazie al quale si hanno delle credenziali in
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più, ed è cosa molto bella per il Litorale. Avevano bisogno di questa possibilità, forse senza di noi non avrebbero potuto farlo. Il progetto ha da subito avuto un aspetto sociale poiché la realtà a cui è rivolto è molto bisognosa. Infatti, cerchiamo di dare le giuste attenzioni ai nostri ragazzi, dopotutto loro fanno ciò che fanno perché credono nello sport. Grazie alla loro passione, sono riusciti a vincere il titolo regionale in una competizione Under 15. Il 22 ottobre 2021 faremo cinque anni di
farà conoscere sia noi che Castel Volturno in giro per il mondo. Al-Jazeera ha una capacità di ascolto quasi spaventosa. I ragazzi si sono resi conto non solo della qualità che c’era dietro a questo progetto, ma anche dell’amore e della passione». Quali progetti ci sono in programma per il futuro del TamTam? «Per il futuro del TamTam vorremmo avere in modo definitivo la possibilità di giocare tutti i campionati. Lo sport purtroppo guarda anche la nazionalità dei giocatori. In una realtà come la nostra non c’è bisogno di differenziare i ragazzi, è molto vergognoso. Questa è una delle prime battaglie che abbiamo iniziato. Dopodiché, aspettiamo l’apertura della nostra nuova palestra, la quale, grazie ad una gara vinta ci è
attività. Durante tutti gli allenamenti in palestra, nessuno di loro mi ha mai chiesto se fosse l’ora di tornare a casa: è il loro grande momento di gioia, una volta arrivati non vogliono andarsene». Riceverete il Premio D’Eccellenza “Città di Castel Volturno”. Qual è stata la prima reazione dopo aver saputo la notizia? «È la prima volta che Castel Volturno ci riconosce qualcosa, soprattutto un premio. Nonostante il nostro titolo regionale e il nostro impatto sociale, non avevamo mai ricevuto nulla. Sapere che ci sarà donato da una redazione giornalistica curatissima e per la quale ho una grande stima è fantastico. Siamo consapevoli di essere stati scelti come parte importante di questa città e ci fa davvero molto piacere». Al-Jazeera vi ha dedicato un documentario di quasi un’ora, com’è stato essere parte di questo grande progetto? «È stato un onore, abbiamo vissuto un vero e proprio film. Sarà un documentario di 52 minuti. Abbiamo visto molta professionalità e tutti i ringraziamenti vanno al regista Moha-
med Kenawi e alla sua speciale troupe. Le riprese sono state fatte in dieci giorni impegnativi e hanno toccato molti luoghi di Castel Volturno per raccontare storia e vita del TamTam. La cosa pazzesca è che verrà rilasciato in più lingue, come l’arabo e l’inglese; quindi,
stata affidata per ben dieci anni. Si chiamerà la TamTam House, una vera e propria casa per i nostri giovani. Una volta aperta ci sarà modo di accoglierne molti di più, soprattutto perché potremo dedicargli molta più attenzione».
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augusto raggi
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CON IL SUPERBONUS CASTEL VOLTURNO ESEMPIO PER L’ITALIA
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on poteva mancare il Responsabile di Enel X Italia, dottor Augusto Raggi, che è stato premiato dal Capo di Gabinetto del Ministro dell’Interno, Bruno Frattasi. Augusto Raggi ha spiegato la grande opera di rivoluzione in atto nel territorio di Castel Volturno grazie all’attività di Enel X, azienda con radici molto solide nel settore dell’energia rinnovabile, della sostenibilità e della digitalizzazione che ha deciso di investire in questo territorio. Una notizia straordinaria per i castellani, che vedono il gigante dell’energia scommettere su un territorio fino ad oggi costantemente mortificato, in cui nidificava un’imprenditoria malsana. La mission di Enel X nel recupero di Pinetamare è assolutamente ammirevole, grazie ad investimenti che restituiranno ai cittadini un senso della bellezza ormai disperso nei tanti scheletri di edifici abbandonati sparsi per il territorio. Il suo intervento ha sottolineato come il pro-
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getto di "elettrificazione dei consumi" grazie al Superbonus abbia avuto un effetto benefico per Pinetamare, località di Castel Volturno, una volta nota per le torri ecomostro: «Il Premio non è solo di Enel X, ma di tutto il territorio. Specialmente quello di Castel Volturno con i suoi cittadini che hanno scelto un tema di riqualificazione energetica degli immobili, hanno scelto il Superbonus per poter riqualificare anche la loro qualità di vita attraverso soluzioni di efficienza energetica grazie alle rinnovabili, hanno scelto il tema della mobilità elettrica. Tutti questi aspetti così concreti sono stati realizzabili anche attraverso l’intervento delle istituzioni. Ecco perché desidero ringraziare il Presidente della Camera Roberto Fico intervenuto oggi a questo evento». Il Responsabile di Enel X ha poi elogiato la presenza delle Istituzioni in questo territorio anche grazie allo strumento del Superbonus
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energetico, incentivo che migliorerà la vita quotidiana dei cittadini: «Grazie al Superbonus, abbiamo capito che esiste uno strumento potente per migliorare la vita dei cittadini. Desidero quindi sottolineare che, in questo caso, il valore aggiunto sono proprio gli imprenditori e le imprese di questo territorio. Il Premio poi è di tutte le persone che lavorano dietro le quinte di Enel X. Persone che cercano di confezionare quei prodotti e servizi che portano poi tre elementi fondamentali per attuare questa rivoluzione. Il primo elemento è la convenienza dell’offerta del Superbonus, il secondo è la Customer Experience, ovvero l’esperienza di vivere l’esperienza della propria casa. Al tempo, in questo territorio, si contavano numerosi appartamenti con la scritta “Vendesi”. Ad oggi questi immobili non sono più in vendita e hanno perfino quadruplicato il loro valore». Questo significa inevitabilmente una rivoluzio-
il RESPONSABILE ENEL X ITALIA AL PREMIO CITTÀ DI CASTEL VOLTURNO ne per l’intero territorio e se a confermarlo è direttamente Augusto Raggi, allora possiamo davvero essere piacevolmente colpiti da questa notizia. Non è da dimenticare che il territorio di Castel Volturno ha un enorme potenziale, sia da un punto di vista ambientale che da un punto di vista delle risorse umane presenti e attive sul territorio. «Il terzo elemento è quello della sostenibilità: Castel Volturno è un territorio meraviglioso dal punto vista ambientale. La scelta di efficientare in maniera intelligente la riqualificazione degli immobili, porta un chiaro segnale concreto di sostenibilità. Quello che sta succedendo a Castel Volturno deve essere d’esempio per tutto il Paese, perché gli strumenti ci sono e sono funzionanti». Parole che il direttore di Magazine Informare Antonio Casaccio ha sottoscritto, descrivendo come questi progetti inficino positivamente anche sul tema della rivalutazione sociale ed
ancor più vicino a quelle terre, e in Campania ne abbiamo tante, che hanno patito anni di malagestione politica e imprenditoriale. Oggi il Superbonus può essere davvero uno spiraglio di luce concreto e, incredibilmente, tutto partirà proprio dall’esempio Castel Volturno. Non ci resta che augurare il meglio ad Enel X e riporre fiducia nella determinazione del dott. Augusto Raggi.
estetica di Castel Volturno, un panorama che in passato ha appunto lasciato in eredità edifici e palazzi abbandonati. Chiosa Augusto Raggi: «L’esempio è contagioso. Se si realizza qualcosa del genere a Castel Volturno, sono sicuro che tante altre realtà prenderanno spunto da questa iniziativa». E qui il dottor Raggi lancia una visione applicativa del Superbonus finalizzata al recupero di territori storicamente degradati. Pensiamo alla potenza di tale strumento se venisse reso
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luigi ferrucci «Castel Volturno ha tante potenzialità, c’è bisogno solo di forze positive»
Il Presidente nazionale della FAI, Luigi Ferrucci, ci racconta la nostra Castel Volturno e la piaga del racket
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uesto riconoscimento che significato può assumere per Lei e per la Comunità? «Secondo me la grande importanza di questo premio sta nel voler far emergere anche le storie di chi si impegna, le storie positive, le storie fatte di rete e di cammino condiviso, storie che dimostrano che una realtà diversa è possibile. Il fatto poi di aver voluto premiare me, ovviamente mi fa enorme piacere e mi dice di continuare a percorrere questa strada. È un premio che ovviamente condivido con tanti amici di viaggio». «L’emergenza Covid che ripercussioni ha avuto sulla “piaga” del racket?» «La crisi pandemica ha esposto soprattutto al rischio di sovra indebitamento e usura tanti operatori economici e semplici cittadini, per i quali la mancanza di liquidità costituisce, credo, la principale criticità. Io non sono uno di quelli che lamenta l’assoluta mancanza di in-
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terventi economici e legislativi, anzi sono stati messi in campo diversi strumenti per venire incontro a tale situazione con i vari decreti di sostegno. Tuttavia, si doveva e si deve fare di più, altrimenti il rischio è che le organizzazioni criminali, che non hanno certo problema di fondi o di intoppi burocratici, arrivino sempre prima dello Stato, con tutte le conseguenze del caso. Il discorso è invece un po’ diverso per quanto riguarda il racket delle estorsioni, dato che durante la chiusura forzata delle attività, ovviamente, non si poteva girare a chiedere il pizzo se non a quelle tipologie di attività rimaste aperte. La nostra preoccupazione era che, una volta decretata la riapertura, le organizzazioni criminali si sarebbero ripresentate in maniera ancora più aggressiva per ristabilire il proprio dominio, cosa che riteniamo si stia avverando in vari territori. Infine, altro grande tema
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è quello delle infiltrazioni ancora più pesanti delle mafie nell’economia legale, attraverso l’acquisizione di imprese in difficoltà per la crisi da Covid-19». «Cosa serve per portare avanti questa battaglia?» «Bisogna che altri attori della società civile facciano di più, c’è bisogno che il mondo produttivo e le sue associazioni di categoria ci diano una mano, c’è bisogno che la politica faccia di più rendendo i nostri territori terreni fertili per i nostri giovani. C’è bisogno che ogni cittadino capisca che l’unica strada da percorrere è quella della legalità, sempre, in ogni comportamento quotidiano e in ogni cosa apparentemente di poca importanza. Per quanto riguarda la FAI, noi siamo operatori economici che in maniera volontaria, forti della esperienza personale di vittime di estorsio-
ne o usura di molti, si impegnano affinché tanti colleghi si decidano a denunciare, facendolo in seno a una rete che mai li lascerà soli». «Dall’inizio del Suo percorso, ha notato un’evoluzione nel pensiero dell’opinione pubblica?» «Se penso ad alcuni territori, certamente la differenza è notevole. La stessa Castel Volturno, pur con i suoi problemi, è una realtà lontana anni luce da quella che conoscevamo nel periodo in cui ho denunciato, anni in cui la parola camorra a stento si poteva pronunciare. Tutto ciò mi dà la forza di sostenere questo
grande impegno e andare avanti. Per quanto riguarda l’opinione pubblica, ebbene anche in quartieri difficili di tante città ho la netta impressione che ci sia una diversa consapevolezza, una voglia di riscatto da parte di giovani e associazioni». «Cosa direbbe a quei giovani imprenditori che accettano di avviare le proprie attività nel nostro territorio?» «Direi subito non di “accettare” di avviare l’attività a Castel Volturno, ma di “volerlo” con convinzione. È un luogo che ha tante potenzialità, ha bisogno solo di forze positive.
Sono fermamente convinto che una delle concause che può determinare il declino di un luogo è l’approssimazione della classe produttiva e del commercio, con la presenza di attività commerciali che non rispettano le regole e che non si preoccupano del fatto di essere anch’essi il biglietto da visita di un territorio. Qui c’è il mare, la pineta, c’è spazio e dei tramonti bellissimi: bisogna esigere che tutto ciò venga valorizzato e non più violentato come vediamo da troppo tempo. Si deve insistere, fare la propria parte ed esigere che gli altri facciano altrettanto: si può fare, si deve fare».
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salvatore scarpa
«Diffondiamo cultura contro la camorra»
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a roccaforte economica del capoclan Michele Zagaria, a vera e propria eccellenza per il territorio dell’agro-aversano. È stata questa la metamorfosi del Centro Commerciale Jambo 1 di Trentola Ducenta, resa possibile solo grazie all’ottimale gestione dell’Amministratore Unico, Salvatore Scarpa. Un polo commerciale estremamente dinamico, che ha saputo, negli anni, combinare alla perfezione commercio e cultura. Una splendida creatura nata dal più brutto dei bachi, nella speranza che possa essere la prima di una lunga serie. «Cosa si prova nel ricevere un riconoscimento del genere?» «È veramente un grande piacere, mi dà emozione, ed è una gratificazione per il lavoro che sto svolgendo, nonché uno stimolo a fare sempre di più». «Il Jambo 1 è destinato ad essere un’oasi verde nel deserto? Secondo Lei ci i sono presupposti per lo sviluppo di realtà simili nel casertano?» «Io sono un ottimista e spero possa esser un modello da seguire per altre aziende nel territorio. Le difficoltà sono quelle che normalmen-
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te si ritrovano se si vuole implementare l’attività produttiva. Secondo me oggi manca il coraggio di tentare». «Nel momento in cui Le è stato affidato il Jambo 1, aveva già chiaro il percorso da seguire?» «Per me era assolutamente una novità, anzi, inizialmente ero anche spaventato. Le idee sono venute sul campo, lavorando giorno per giorno, nulla di programmato. Io sono molto soddisfatto del lavoro svolto, ovviamente c’è sempre da migliorare e migliorarsi. I risultati che abbiamo oggi sono davvero eccellenti e gratificanti». «Quali sono stati i concetti base sui quali ha costruito questa realtà?» «Io non avevo obiettivi prefissati, sono partito con la volontà di lavorare e fare il mio meglio. Non sta a me commentare i miei risutlati, sarà il tempo a giudicarmi. Il Jambo1 è forse la più importante realtà dell’agro-aversano, qui ci lavorano oltre mille persone. Già il fatto di avere questa responsabilità ti spinge a dare sempre di più, ogni giorno». «Non di rado avete anche ospitato delle mostre tematiche, commercio-cultura è un binomio
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che funziona?» «Noi oltre allo scopo di lucro, che ogni azienda ha, anche confiscata, perché tutte devono autofinanziarsi, abbiamo anche un obbiettivo sociale. Il tutto è iniziato con due mostre di opere d’arte di scuola Caravaggio, tra il ‘500 e il ‘700 napoletano, ed è stato un successo enorme. Siamo riusciti a portare all’interno del Centro Commerciale un museo fruibile per tutti i visitatori. Un’idea ambiziosa, ma secondo me, riuscitissima. Quando si porta cultura, anche se riesci ad influenzare una sola persona, il bilancio è sempre positivo». «Sotto la sua gestione, il Jambo1 ha decisamente, e fortunatamente, voltato pagina, quale sarà il prossimo step?» «Cercheremo di mantenere almeno i risultati raggiunti, sia in termini gestionali che in termini di messaggio sociale. Naturalmente noi tentiamo sempre di migliorarci, prevedere nuove iniziative che possano sensibilizzare il territorio. Le dico con la massima trasparenza che già mantenere i risultati attuali sarebbe un successo enorme».
L’Amministratore Unico del Jambo 1, Salvatore Scarpa, ha da sempre sostenuto le iniziative sociali e culturali dell'associazione officina volturno e di "informare"
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BUFFALO GARAGE E CENTRO LAILA: LA FORZA DELLA RETE
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a Buffalo Garage nasce dalla passione di due "ragazzi" con in testa il mito delle auto americane che costellano l'immaginario comune. E proprio alle muscle cars che spopolano negli USA tra gli anni 60/70 rivolgono la loro attenzione dapprima lavorando sulle proprie auto e su quelle degli amici già dal 1998, per poi fondare nel 2011 l'associazione Hot Rods Motor Club. Grazie al grande seguito viene poi finalmente nel 2016 costituita la Buffalo Garage, una realtà che possa seguire e soddisfare la voglia viscerale di "American Horses". Questa realtà ha voluto premiare un’associa-
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zione che, sul territorio castellano, dà sostegno alle famiglie immigrate, aiutandole con l’assistenza ai minori e per beni di prima necessità: il Centro Laila. «La Buffalo Garage è un'azienda nata qui sul territorio per scelta, malgrado sia completamente astrusa dal mercato locale: i suoi clienti sono in tutta Italia e all'estero. Più che clienti, bisognerebbe parlare di appassionati ed estimatori perché la Buffalo Garage si presenta come officina artigianale di restauro di auto sportive americane, compito arduo nel continente patria di case automobilistiche
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Chrisrtian Giancotti
eccellenti. Ma proprio la scelta di insistere su questo territorio e di partecipare alle vicende locali ha dato lo spunto per mettere insieme progetti tesi alla sensibilizzazione sociale, con la raccolta fondi destinata al Centro Laila, che alla produzione di una puntata pilota televisiva dove si intrecciano le vicende dell'officina con le eccellenze del territorio di Castel Volturno» afferma il proprietario di Buffalo Garage Christian Giancotti. Un sostegno a questo punto di riferimento importantissimo per la città castellana che vede ogni giorno protagonisti Giselle Luciano e suo marito Rachid, colonne portanti della gestione e dell’organizzazione del Centro Laila. Un gesto forte ed importante per aiutare l’associazione, che mette insieme queste due realtà del territorio, con l’obiettivo comune che è la base di tutto questo: fare rete.
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impegnamoci nell'accoglienza culturale dei giovani Angelo Morlando
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ngelo Morlando, socio fondatore dell'associazione Officina Volturno e responsabile scientifico di Informare ha premiato la struttura di prima accoglienza Centro Fernandes presente a Castel Volturno, consegnando il premio a S.E.R. Mons. Salvatore Visco. Di seguito l'intervento dell'ing. Angelo Morlando: «È un grande privilegio poter consegnare questo Premio a Sua Eccellenza per una realtà come quella del Centro Fernandes che, è giusto ricordarlo, costituisce una struttura di prima accoglienzaper immigrati donata all’arcidiocesi di Capua dalla famiglia Fernandes–Naldi, inaugurata nel 1996 e operativa, quindi, da oltre 25anni. La struttura trova proprio nell’Arcidiocesi di Capua il riferimento costante per poter portare avanti le proprie attività. È stata una delle prime grandi opere di orientamento e solidarietà realizzate in una delle aree più fortemente segnata dalla presenza di extracomunitari. In oltre 25 anni, il Centro ha offerto una serie qualificata di servizi affermandosi nel territorio circostante e nel contesto regionale come uno dei poli più significativi nel campo della complessa e dinamica realtà dell’immigrazione. Ci sentiamo particolarmente vicini a questa realtà, perché proprio circa 25 anni fa è iniziata anche l’attività sul territorio dell’associazione culturale Centro Studi Officina Volturno. Tra gli obiettivi principali vi è stata l’accoglienza culturale di tanti giovani che hanno trovato nell’associazione un riferimento costante per la propria formazione, soprattutto nell’ambito giornalistico-informativo attraverso il periodico Informare, che oggi costituisce un magazine di informazione culturale diffuso almeno a livello regionale». Grande la vicinanza dell'ing. Angelo Morlando con il Centro Fernandes, che conclude ribadendo quali sono gli obiettivi comuni: «Siamo uniti quindi ai valori del Centro nel provare a dare un futuro di speranza ai nostri ragazzi, attraverso un’informazione libera e multiculturale dove il noi e l’interesse della collettività prevale sull’egoismo. Concludo, pertanto, citando le parole del Sommo Pontefice Papa Francesco proprio in concomitanza dell’ultima giornata dei migranti dal titolo particolarmente significativo: “verso un noi sempre più grande”».
La sinergia di ideali tra Officina Volturno e Centro Fernandes
Angelo Morlando consegna il premio al S.E.R. Mons. Salvatore Visco
Cito le parole del sommo pontefice: “passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Il futuro delle nostre società è un futuro a colori, arricchito dalla diversità. Non dobbiamo aver paura di sognare e di farlo insieme come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra casa comune, tutti sorelle e fratelli” SPECIALE Premio d'Eccellenza Città di Castel Volturno | Prima Edizione 2021
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Credo che non tutti sappiano cosa rappresenti il Centro Fernandes di Castel Volturno
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redo che non tutti sappiano cosa rappresenti il Centro Fernandes di Castel Volturno. Potremmo tranquillamente definirlo un piccolo presidio di legalità che, insieme alle altre forze buone del territorio, cerca di offrire e dare una speranza alle nostre terre. Il Centro Fernandes fu voluto fortemente da Monsignor Luigi Diligenza e portato avanti dal mio predecessore, Monsignor Bruno Schettino, che ha dato la vita per questo presidio. Sulla targa d’eccellenza che ci ha premiati c’è scritto Centro di Prima Accoglienza, ed è proprio questo che noi facciamo. Tra l’altro, il Centro Fernandes viene sostenuto interamente dall’Arcidiocesi, cercando di mettere a disposizione una accoglienza immediata, che a volte è anche sporadica perché non ci sono sempre grandi flussi di migranti che richiedono il nostro aiuto. Può succedere però che di notte, per esempio, una pattuglia dei carabinieri porti una donna incinta che deve partorire e che viene accolta dalle nostre suore francescane. Parliamo quindi di un presidio di legalità che si esprime attraverso l’impegno della Diocesi, ma soprattutto attraverso l’impegno dei nostri volontari, dei missionari e delle suore francescane. A Castel Volturno c’è una zona del territorio, Destra Volturno, dove i nostri missionari e alcuni sacerdoti della nostra diocesi lavorano. Vogliamo far conoscere il nostro lavoro e siamo contenti che oggi anche le persone che non conoscono il centro possano iniziare a fare riferimento a questa piccola presenza di legalità a Castel Volturno. Con l’aiuto di Dio, mi permettete di dirlo, desideriamo fare di più di quello che abbiamo fatto finora. Grazie a tutti». 28
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«I MIGRANTI RICCHEZZA DI QUESTO TERRITORIO»
fenomeno migratorio era già molto forte e quindi si attendeva di dare delle risposte significative, la chiesa e la Caritas di Capua le hanno date. Sono state tra le prime ad interessarsi del fenomeno, innanzitutto con interventi assistenziali a queste persone. Anche nella parrocchia del Villaggio Coppola si dava assistenza sanitaria e ascolto a tutti coloro che ne avevano bisogno, poi il fenomeno è cresciuto e c’era bisogno di una realtà più significativa. Nasce così il Centro Fernandes, che già in passato aveva fornito assistenza ma in maniera decisamente difformata. Oggi il Centro si occupa di assistenza e servizi, e sottolineo la parola servizi dal momento che questo è un luogo dove innanzitutto gli immigrati (e non solo) ricevono questi ultimi». Cosa ne pensa delle seconde generazioni di migranti ormai totalmente integrate nel nostro tessuto societario? «Questa è stata un po’ una nostra profezia, abbiamo sempre detto alle persone -che già all’inizio gridavano all’invasione- che il fenomeno sarebbe stato destinato ad aumentare e soprattutto sarebbe stato portatore di molti tesori e cose positive, tra le quali le seconde generazioni che con esse portano nuova linfa vitale al territorio. Le strade erano due: o continuare a tenere queste persone isolate e rifiutate o inglobarle a noi e farle diventare una ricchezza per Castel Volturno. Se così non fosse stato, prima o poi, una delle due parti sarebbe scoppiata. All’inizio tutto si poneva sotto un punto di vista conflittuale, noi stessi siamo stati oggetto di tante contrarietà, dal momento che noi eravamo il simbolo dell’immigrazione, ovvero il male assoluto causa di tutti i mali di questo paese agli occhi dei nostri detrattori, abbiamo sofferto tanto. Oggi possiamo dire che nel territorio il tasso di consapevolezza è sicuramente aumentato e ha fatto comprendere a più persone che forse i migranti non sono i carnefici ma le vitti-
Intervista ad Antonio Casale, direttore del Centro Fernandes
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astel Volturno, più che una città, è negli anni divenuta una parola polisemica. Uno dei tanti significati che questa parola si porta con sé è “immigrati”. Purtroppo gli immigrati, soprattutto davanti agli occhi ciechi, non sempre vengono visti come un tesoro e un’opportunità ma come semplici portatori di problemi e caos. Sono in realtà molto di più: esseri umani. In qualità di appartenenti a questa particolare specie animale, essi cercano in ogni modo di sopravvivere e lo fanno con le difficoltà che hanno tutti più quelle che gli vengono addossate dagli ignoranti. Per fortuna c’è qualcuno che a questi esseri umani più sfortunati degli altri ha sempre dato una mano: il Centro Fernandes, indiscussa Eccellenza di Castel Volturno. A dirigere questa realtà il direttore Antonio Casale. Oggi di che cosa si occupa il Centro Fernandes? «Il Centro Fernandes ha mantenuto fede alla sua ispirazione originale, quella dei primi anni ’90. Durante quegli anni, a Castel Volturno, il
me di tanti mali. C’è ancora tanto da fare, basti pensare che quelli che sono ragazzi italiani al 100%, purtroppo, non lo sono agli occhi dello stato italiano». Nella pluralità delle persone che il centro ha accolto ci sono delle storie che l’hanno particolarmente colpita? «Ce ne sono veramente tante. Noi siamo qui a 360° e non abbiamo un target specifico. A partire dai ragazzi che da una situazione di sfruttamento o di oppressione psicologica sono riusciti a rifiorire, conseguendo anche importanti risultati nello studio. Abbiamo accolto qui dei giovani che erano stati letteralmente pescati nel Mediterraneo dopo tre giorni che avevano passato appesi alle reti da pesca per i tonni, o addirittura un ragazzo chiuso per due giorni nello scantinato di un ristorante perché si era ustionato con l’olio bollente e il datore di lavoro, per paura di essere denunciato, lo aveva rinchiuso». Cosa ne pensa del Premio D’eccellenza Città di Castel Volturno? «Mi ha molto sorpreso ed emozionato. Siamo stati a lungo oggetto di fraintendimenti, e abbiamo spesso subito la stessa sorte dell’immigrato: il capro espiatorio che si addossa le colpe degli altri. Quello che facciamo lo facciamo senza mai aspettarci nulla in cambio e visto che questo è un territorio spesso avaro sotto questo punto di vista non posso che gioire di questo riconoscimento». Che consiglio darebbe ai giovani sia nati italiani che nati “stranieri”? «Io consiglierei di non avere paura, perché la paura è sempre una cattiva consigliera. Ci troviamo in un’epoca in cui tutti siamo condizionati dalla paura. È certamente un sentimento che serve a rimanere prudenti ma non dobbiamo lasciare che diventi un ostacolo alla crescita. Bisogna andare incontro al fenomeno dell’immigrazione col cuore aperto, perché se noi apriamo il nostro l’altro aprirà il suo. Dall’ostilità nascono i mostri, dall’unione frutti meravigliosi».
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passione al servizio della comunitÀ
Beniamino Schiavone e la ricetta per un’imprenditoria vincente
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ra le numerose personalità che sono state presenti alla cerimonia della prima edizione del Premio d’Eccellenza “Città di Castel Volturno”, non poteva di certo mancare la figura del Presidente di Confindustria Caserta Beniamino Schiavone. Nato e cresciuto a Castel Volturno, il Dott. Schiavone ha da sempre ribadito il suo voler rafforzare la collaborazione con tutte le realtà del territorio, lavorando tutti insieme e non lasciando indietro nessuno. Castel Volturno è una terra molto difficile e dalle grandi sfaccettature. Nel corso degli anni è stato un atto di coraggio resistere in questo paese che era in preda alla corruzione e ai malaffari. Un premio, dunque, quello organizzato che punta alla rinascita del territorio e alla rivalutazione di organizzazioni che ci sono sempre state, hanno fatto la loro parte
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lia non è semplice e in questo periodo lo è ancor meno. La cosa importante, però, è crederci e metterci sempre tanta passione, energia ed entusiasmo. Questi sono sicuramente gli elementi fondamentali che ci permettono ogni giorno di dare il massimo in questo lavoro. Tuttavia, sono convinto che l’impresa sia un’attività che deve comprendere un forte senso di responsabilità sociale verso l’intera comunità». Il presidente ha speso, inoltre, parole emozionanti riguardo l’intero gruppo di Informare: «È grazie a giovani realtà come le vostre che
ed hanno combattuto in questa realtà. Perché ha scelto di essere qui? «Da cittadino di Castel Volturno, non potevo perdere un evento di tale importanza in cui si celebrano i numerosi spiragli di luce che danno vita alla rivalorizzazione di questo territorio. Sono nato e vissuto qui, e continuo a farlo per scelta». A dar voce a questa realtà ci sono persone come Gino Pellegrino, fondatore e architetto dei Laghi Nabi che rappresentano un complesso riuscito ad assumere le sembianze di un’eccellenza del turismo e non solo, oppure artisti come Alessandro Ciambrone che, attraverso i suoi quadri, riesce a trasmettere l’anima di un territorio e a farlo conoscere in tutta la nostra Nazione. Questi due esempi sono stati scelti per essere premiati dal presidente Schiavone durante l’evento, perché sono
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il simbolo della rivalutazione di questo posto sotto il punto di vista economico, artistico e sociale. Qual è secondo lei la ricetta per un'imprenditoria vincente su questo territorio di Castel Volturno? «In generale, fare impresa in Ita-
si continua ad avere speranza in luoghi come Castel Volturno. Informare è un inno alla speranza per questo territorio, che ha ancora tanto da offrire ed investire; le diverse istituzioni che sono presenti qui oggi ne sono la testimonianza».
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il valore della deontologia è alla base del giornalismo ottavio lucarelli sprona i giovani cronisti
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n giorno così importante e significativo per il territorio non poteva non accogliere un’istituzione importante nonché grande sostenitore della nostra testata giornalistica: il direttore Ottavio Lucarelli, scelto dall’associazione Centro Studi Officina Volturno per presenziare all’evento e quindi premiare le eccellenze su palco. In primis, alla domanda che gli è stata posta circa il cambiamento del giornalismo e i valori che devono contraddistinguere i giovani che decidono di intraprendere questo percorso, il presidente Lucarelli, dopo aver ringraziato tutti e, in particolare, dopo aver rivolto uno speciale ringraziamento a Tommaso Morlando, colui che nel 2002 fondò il magazine di promozione culturale “Informare” dando poi vita all’associazione, dice: «Il valore della deontologia, della
Il presidente dell’ODG Campania al Premio d’Eccellenza di Castel Volturno professionalità sono alla base del mestiere di giornalista. Il fatto che ci siano giornalisti e direttori giovani che con tanti sacrifici si prestano a tale professione è assolutamente positivo, come i giovani di Informare, che sono un vero esempio - prosegue poi con una riflessione - Dobbiamo essere ancora più presenti, ci sono molti territori che hanno delle sofferenze, specialmente la città di Castel Volturno e, siccome il nostro è un Ordine regionale, saremo più presenti!». In seguito, è chiamato a premiare la giornalista de “il Mattino” Marilú Musto, che con le sue inchieste e attivismo sul nostro territorio si è fatta portatrice di denunce su crimini ambientali che hanno mortificato il nostro ecosistema. Ammirevole è inoltre la sua campagna “io sono Salvo” per sensibilizzare i cittadini sui
disturbi dello spettro autistico nei più piccoli. Il direttore Lucarelli così prima di consegnare il premio aggiunge: «Scelta bellissima! Marilù è un esempio. I giornalisti devono accoppiare la professione, l’impegno giornalistico con l’impegno civile». Poi, a proposito della disinformazione sul web, tema introdotto dal nostro direttore Antonio Casaccio, il presidente afferma: «La disinformazione circolante sul web è un vero e proprio problema per l’opinione pubblica…». Per l’appunto questo tema viene scelto per annunciare un’eccellenza speciale nel campo della medicina: il medico ortopedico Giancarlo Fiorentino. Pertanto, la I Edizione del Premio d’eccellenza “Città di Castel Volturno” ha dimostrato quanto vali questo territorio e soprattutto ha reso omaggio a tutti coloro che si spendono per Castel Volturno e, in generale, per il territorio di Caserta offrendo un aiuto e un servizio concreto alla comunità.
Giornalismo e impegno civile SPECIALE Premio d'Eccellenza Città di Castel Volturno | Prima Edizione 2021
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Marilù Musto il giornalismo che lotta contro le disuguaglianze
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oi siete il quarto potere!” questa l’espressione da cui vorrei partire per raccontarvi quanto il giornalismo sia stato e continua essere importante anche e soprattutto per la crescita e il cambiamento in un Paese. Nata nel 1787 in Inghilterra quest’espressione fu utilizzata durante una seduta della Camera dei Comuni del Parlamento inglese: il deputato Edmund Burke la usò per rivolgersi ai cronisti parlamentari seduti in tribuna. A distanza di secoli da quell’episodio i mezzi d’informazione risultano essere tra i principali strumenti a disposizione dei cittadini di uno Stato democratico. Marilù Musto, giornalista del Mattino impegnata da anni a denunciare le carenze delle nostre terre, a raccontare la loro sottomissione forzata alla camorra e a impegnarsi socialmente per aiutare ed educare la cittadinanza, è una di quelle persone che l’importanza del quarto potere la sente in modo vivo. Il suo impegno da cronista le ha permesso di non ridurre il giornalismo al mero raccontare i fatti ma piuttosto di conoscere la terra in cui ha sempre vissuto nutrendosi a piene mani degli eventi che l’hanno sconvolta, scoprirne
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gli altarini e indagare su chi aveva deciso di mortificare e prendersi la briga di comandare in un luogo che non gli apparteneva affatto. Il giornale divenuto, grazie all’insistenza di una professoressa di italiano, la finestra sul mondo di un’alunna delle scuole medie si è trasformato col tempo l’obiettivo da raggiungere di una giovane donna vogliosa di cambiare le carte in tavola di un paesino con problemi di amministrazione prima e di una regione in preda all’epidemia camorristica poi. Il suo percorso giornalistico si incrocia con la piaga camorristica a seguito dell’evasione di Giuseppe Setola dalla clinica in cui era stato trasferito a Pavia dopo essersi finto cieco. La latitanza del camorrista, che in 8 mesi si è reso protagonista dell’assassinio di 18 persone, l’ha vista impegnata dall’aprile del 2008 al gennaio 2009 negli spazi dell’AGI – Agenzia giornalistica italiana – e del Mattino a raccontare la cronaca dettata dalla fuga e dalle stragi del sopracitato tra cui figurano l’uccisione dell’imprenditore Domenico Noviello e la cosiddetta strage di Castel Volturno in cui persero la vita sei migranti nigeriani, vittime innocenti della carneficina.
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«Facendo questo lavoro mi sono resa conto che il giornalismo va vissuto come un impegno sociale e civile. Per questo mi sono impegnata affinché sia riconosciuta la dignità delle persone con disabilità, soprattutto dopo la diagnosi di autismo di mio figlio Salvo». Con il coinvolgimento in prima persona nelle tematiche e nei problemi susseguiti alla diagnosi, la dott. ssa Musto si rende conto che le strutture e i progetti che puntano all’inclusione dei bambini autistici nelle scuole spesso si limitano ai soli documenti cartacei. Ad oggi l’obiettivo è quello di far sì che i bambini con disabilità non siano solo un oggetto da posizionare in una classe di bambini normodotati quanto più quello che si sviluppino modi di interagire ed educare gli altri bambini al coinvolgimento nelle attività scolastiche. La nascita del progetto #SonoSalvo si snoda attorno ai disegni di Salvo e, per sviluppare l’idea di unire la passione a un qualcosa che potesse entrare nelle case di tutti, ha coin-
volto l’associazione La forza del silenzio – un laboratorio sito in un bene confiscato a Casal di Principe – gestito da una cooperativa nella quale lavorano solo ragazzi autistici con medio-alto funzionamento. I gadget creati sono stati acquistati anche da Tommaso Morlando e da Chiara Gemma – europarlamentare del M5S che abbraccia il tema della disabilità nel suo lavoro – la quale ha destinato i gadget alle scuole in modo da poter portare l’argomento della disabilità all’interno delle classi in modo più leggero. Altra battaglia portata avanti dalla dott.ssa Musto è quella di creare un connubio tra l’indipendenza delle persone con disabilità e la mobilità sostenibile. Attività infatti svolta in compagnia di Salvo è quella di andare a scuola o fare delle passeggiate in bicicletta. Correlata a questo tipo di attività è la richiesta di piste ciclabili in giro per tutta la Penisola in modo da poter garantire l’indipendenza a tutti i soggetti.
L’informazione, linfa vitale dei nostri territori, e la missione sociale, perno attorno al quale nasce la nostra associazione, sono i motivi per cui ci è sembrato giusto premiare, nella prima edizione del Premio “Città di Castel Volturno”, una figura come quella di Marilù Musto.
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Gennaro Fiorentino
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a Castel Volturno all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, Gennaro Fiorentino è un medico ortopedico, originario castellano ed attualmente primario in un ospedale d’eccellenza in Italia e nel mondo. Per il lavoro svolto magistralmente durante l’emergenza Covid, è stato premiato alla Prima edizione del Premio d’Eccellenza Città di Castel Volturno. Ci ha raccontato i suoi studi e soprattutto il suo apporto e la sua esperienza in quella che si può definire la “trincea” contemporanea. Il suo legame con Castel Volturno e la sua evoluzione: com’è arrivato da un piccolo paese della provincia di Caserta all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo? «Io ho fatto gli studi a Castel Volturno, mio padre era medico e ci siamo trasferiti lì dove ho fatto le scuole elementari e le scuole medie, per poi trasferirmi a Napoli per completare gli studi liceali ed universitari. Durante la specialistica, poi, sono andato all’estero. Un percorso di studi da Castel Volturno, con particolare attenzione 34
alle scuole medie che sono state fondamentali per la mia crescita. Per poi proseguire con gli studi fuori città, anche all’estero, poi per 14 anni a Parma, fino ad arrivare nel 2016 all’Humanitas Gavazzeni. Anche se ricordo una mia prima esperienza in cui, durante la specialistica, ebbi un’idea su un intervento da presentare a dei professori svizzeri durante un convengo (in cui vinsi anche una borsa di studio) ed il modellino me lo regalò proprio un falegname di Castel Volturno. Tutto è partito da qui». Lei è stato primario all’Humanitas Gavazzeni anche durante l’emergenza covid: ci racconti la sua esperienza «È stato allucinante, una delle esperienze più forti della mia vita. Anche il ricordo non è facile farlo riaffiorare: vedere un reparto che si ristruttura alla velocità della luce, ogni ora cambiavano le disposizioni ed il reparto veniva completamente denaturato da ospedale multidisciplinare ad ospedale covid. Io che ero ortopedico, sono diventato uno pneumologo.
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Abbiamo lavorato come pneumologi 24 ore su 24 ed io durante il lavoro mi sono anche ammalato. Mi sono ammalato in ospedale, facendo anche turni di 36 ore: è stato molto forte. Vedere persone morire giorno dopo giorno è stato orribile, anche perché Bergamo è stata non solo l’epicentro d’Italia, ma anche una delle città più colpite d’Europa». Ed il suo reparto, quello di ortopedia, com’è andato avanti in questa emergenza? «Facevamo solamente le urgenze e le fratture e molte erano anche covid positive quindi operavamo con tutte le attenzioni del caso, anche perché tutto l’ospedale si era trasformato». Come siete usciti da questa emergenza e come vi siete riorganizzati per il futuro? «Tutt’ora non siamo ancora tornati alla completa normalità: si fanno ancora i tamponi di ingresso, si chiede il green pass, non facciamo entrare i parenti. I reparti sono ancora destrutturati in parte perché ci sono alcune zone grigie e non siamo ancora nella normalità. Ci
L’eccellenza dell’ortopedia da Castel Volturno all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo sono delle aperture controllate, però è chiaro che adesso si fanno anche attività elettive, per fortuna». Un ospedale di eccellenza come l’Humanitas Gavazzeni: qual è stato il suo apporto all’ospedale e quali sono le principali innovazioni? «Il mio apporto all’ospedale è stato innanzitutto di organizzare nel modo migliore possibile il servizio d’urgenza ovvero la traumatologia che è la cosa più importante. Il nostro è un ospedale che ha un grosso pronto soccorso e quindi il servizio d’urgenza per la popolazione è molto importante. Io ho portato della chirurgia nuova in particolare la chirurgia dell’anca con la protesi d’anca in invasiva e delle nuove tecniche chirurgiche sulla protesica dell’anca: quella per via anteriore ed in queste sono uno dei pochi
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d’Italia che le padroneggia. Siamo ancora oggi pochi a farle e questa è stata una ventata di novità. Il mio, inoltre, è anche un lavoro manageriale quindi una serie di provvedimenti di tipo organizzativo che hanno portato qualche beneficio nella struttura. Per innovazioni, invece, ne fanno tante: adesso stanno puntando sulla robotica. Hanno già comperato il robot per la cardiochirurgia e adesso stanno optando per quello per la protesica. Sono ospedali che quando le idee sono buone, investono, perché per quanto nel pubblico la dinamica possa essere più farraginosa nel privato convenzionato è molto più diretta. Anche se la sanità italiana non è mai a lesinare su eventi importanti. Il mio ospedale è
molto lungimirante e se capisce che c’è un intervento su cui puntare, lo fa tranquillamente». In merito alla situazione covid ed agli investimenti futuri, quali sono gli obiettivi in prospettiva? «L’obiettivo futuro è quello di tornare alla normalità. Per quanto riguarda gli investimenti, ne hanno fatto uno grandissimo: hanno costruito un pronto soccorso nuovo, una struttura di 3mila metri quadrati di ultima generazione che nasce come centro covid e che pian piano stiamo riposizionando come Emergency center e speriamo che a breve vada a pieno regime. È nato per sopperire ad una terza/quarta ondata, ma speriamo di trasformarlo, man mano, in un pronto soccorso d’eccellenza».
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Gino Pellegrino “C
redere nelle risorse del territorio”, è questo il messaggio che lancia Gino Pellegrino, fondatore dei Laghi Nabi di Castel Volturno. La storia dei Laghi Nabi è la storia bella di chi crede nelle proprie idee e combatte per vederle realizzate. Uno spazio affascinante nato dall’opera di bonifica di un luogo, lungo il litorale Domitio, dove dagli anni ’70 agli anni ’90 la camorra ha rubato sabbia per la produzione di cemento: 40 ettari di superficie rimasti abbandonati che sono divenuti oggetto di riconversione e rigenerazione ambientale. Una realtà che oggi rappresenta un modello virtuoso di lavoro, di etica del lavoro e insieme un esempio di quanto importante e fruttuoso sia recuperare un’area usurpata e degradata, così da poterla poi trasformare e convertire in una ricchezza del territorio. Il progetto dei Laghi Nabi nasce da una scommessa coraggiosa: l’architetto Gino Pellegrino, sindaco di Parete, ha da sempre creduto nella potenzialità della sua terra e ha intravisto ric-
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chezza in un luogo simbolo di degrado. Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’architetto visionario e pioniere della bioarchitettura al Sud. Gino parlaci del progetto dei Laghi Nabi... «I Laghi Nabi sono ex cave di sabbia che di fatto erano un non luogo. L’idea di partenza era quella di creare una nuova destinazione offrendo una nuova possibilità ad un territorio abbandonato. Appunto i Laghi Nabi, il cui nome è composto da “Natura” e “Bioarchitettura”, ovvero un progetto di turismo ecosostenibile. Progetto che rappresenta una grande scommessa per Castel Volturno, soprattutto perché sembra un paradosso per chi conosce questo territorio e sa del peso dei problemi sociali e ambientali che lo attanagliano. Una scommessa che però sta riuscendo e ne siamo felici. L'area comprende due strutture ricettive: il Nabi Resort& Glamping, con tende e suite sul lago, e il Plana Resort Spa, con piscine, un albergo e case in legno. Le attività svolte arricchiscono
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poi l’offerta con il corso di vela, il wakeboard e il maneggio. Noi crediamo nella riuscita di questa ambiziosa scommessa. Il progetto riguarda non soltanto un recupero territoriale, ma anche sociale. Molti sono i dipendenti immigrati che hanno difficoltà di inserimento sociale, ma grazie al lavoro riescono a far rete più facilmente, abbiamo immigrati che lavorano felicemente insieme alle altre persone del territorio. Noi valorizziamo il merito e l’etica del lavoro. È importante fare rete e fare comunità; non importa invece quale sia la provenienza di ciascuno. Chi lavora deve saper fare squadra e deve saper agire da squadra. Questo può aiutare». Un occhio d’eccellenza che sa valutare attentamente le potenzialità del territorio. Cosa si aspetta da Castel Volturno? «Castel Volturno ha tantissime potenzialità. È un territorio che è stato devastato prima dalla guerra e poi dal terremoto. Abbiamo una prateria davanti a noi e tantissime possibilità da poter sfruttare. Il mio augurio è che la nostra
esperienza possa essere d’aiuto anche per altri che intendono investire nel turismo, e non solo. Essere soli nell’offerta turistica non è piacevole. Sarebbe bello essere in tanti, di modo che le persone abbiano più cose da fare, più posti da visitare, più luoghi dove alloggiare. Oggi abbiamo a Castel Volturno un turismo deleterio, principalmente messo in moto dai pendolari di Napoli. Noi vogliamo un turismo diverso: cerchiamo di attirare nella nostra terra un tipo di turista diverso, che venga qui perché desideroso di farlo, desideroso di conoscere i nostri luoghi e invogliato a visitarli. Inoltre, col nostro lavoro intendiamo recuperare uno spazio per la comunità; uno spazio per la prossimità capace di essere un luogo dove trascorrere il proprio tempo e poter dedicarsi al proprio benessere. La nostra volontà è quella di restare sul territorio per cercare di migliorarlo. Vogliamo mettere insieme tutte le nostre energie per riuscire nell’impresa».
La scommessa dell’imprenditoria al Sud: la favola dei Laghi Nabi
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alessandro ciambrone COLORA IL TERRITORIO DI CASTEL VOLTURNO!
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ntriamo nel mondo di Alessandro Ciambrone, un mondo fatto di tele, pennelli e colori. Un pittore che aggiunge ai suoi dipinti le tecniche d’architettura imparate all’università. Entriamo nel suo studio, che magicamente diviene casa sua, per iniziare un viaggio all’interno della vita e dei segreti di un artista. «Quando ero bambino disegnavo, sempre. Ero solitario, mi sedevo al tavolo del ristorante dei miei genitori e con un foglio e dei pastelli iniziò, quasi inconsapevolmente, la mia passione verso questo mondo». Iscritto successivamente ad architettura, Alessandro riesce a vincere un primo concorso nazionale e un secondo poi con la sua tesi di Laurea. «Vinsi una borsa di studio internazionale negli Stati Uniti – ci racconta l’artista- «arrivai primo in Italia, il mio progetto, sullo sviluppo economico del sud Italia, riguardava Castel Volturno. Feci un’analisi comparativa sulle fasce costiere di Napoli e Los Angeles, con un focus sul nostro territorio, Malibù e Santa Monica». Dopo sei anni passati all’estero tra Irlanda,
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Francia e Stati Uniti, Ciambrone torna in Italia perché vincitore di un dottorato in ricerca, quest’ultimo darà il via al suo lavoro in collaborazione con l’Università della Campania, dipartimento di architettura, e poi successivamente con il Centro di Competenza Regionale sui Beni Culturali. Come si avvicina il nostro architetto alla pittura? «Fui nominato direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Capua, passavo molto tempo lì… guardavo gli artisti dipingere e poco tempo dopo iniziai a farlo anch’io. Ebbi successo, postavo le immagini dei miei quadri sui social e iniziai a vendere le mie opere. Questa mediazione diretta che utilizzavo per rendere noti i miei quadri, funzionava». Con le sue tele Alessandro riesce con il tempo a sviluppare il concetto di portare il “bello” anche nei luoghi dove la sofferenza regna sovrana, parliamo di ospedali o il centro Anti-Violenza bambini e donne a Napoli. Ma non solo, anche nei luoghi di lavoro, fabbriche importanti, imprese, insomma porta il colore nel luoghi grigi del territorio. A questo punto ci chiediamo come mai, un ar-
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chitetto, un artista affermato decide di stabilirsi a Castel Volturno, e così lo chiediamo subito. «Mi piace pensare come un medico, salvare un malato grave come questo territorio per un architetto può essere molto più interessante di un opera di restyling per Bulgari. Nel mio mondo di valori, venendo da una famiglia di persone umili, ho cercato di dare un senso etico al mio lavoro e alla mia passione: recuperare socialmente, economicamente e culturalmente Castel Volturno». Quale pensi che sia l’elemento distintivo delle tue opere? «I miei quadri sono caratterizzati da un’apparente semplicità espressiva. Ma se si guarda in profondità si potranno notare rapporti geometrici precisi, proporzioni auree, costruzioni geometriche imparate grazie agli studi di architettura, rapporto fra luci e ombre… Insomma tutto quello che è il mio bagaglio scientifico e culturale». Alessandro decide inoltre di dipingere un quadro dedicato a lei, alla sua amata alla quale è legato sempre con un pizzico di amarezza… Castel Volturno. L’opera la racconta così:
“La vela spiegata nelle acque del Volturno è un faro di speranza verso il futuro… Le acque del Volturno si fondono con il mare e s’intrecciano in onde sinuose di mille colori, caratterizzate dall’oro proprio perché l’acqua è il tesoro inestimabile che bagna e nutre la città: la costa con le dune, l’Oasi dei Variconi, l’area dei laghi, i paesaggi agricoli delle bufale. Il ponte è un chiaro riferimento alla necessità di creare un’integrazione culturale senza la quale è impossibile definire prospettive di stabilità, consapevoli che nelle società più evolute le differente razziali, di genere e culturali sono considerate un eccezionale valore di crescita”. Come è stato sapere di ricevere il premio dedicato alle eccellenze di Castel Volturno? «Sembra strano, ma sono assolutamente cosciente di meritare questo premio, perché per questo territorio ho fatto molto. Ho istituito concorsi nazionali e internazionali, ho portato l’UNESCO, ho fondato un museo virtuale a Ca-
stel Volturno… Ho fatto una promozione così forte di questo territorio, sia in Italia che all’estero, che penso non abbia fatto nessuno, sono molto legato a questo posto». Lasciamo il nostro artista con la voglia di saperne di più…affascinati dai racconti di Alessandro che lavora duro per ottenere sempre il meglio da se stesso, tutto frutto della dedizione e amore che si riflettono anche nel suo lavoro! SPECIALE Premio d'Eccellenza Città di Castel Volturno | Prima Edizione 2021
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Al cinema insieme Cinque giornate d’arte al Festival del Cinema di Castel Volturno
L’
arte è un rito sociale in quanto mette in comunicazione una pluralità di persone. A Castel Volturno l’arte unisce, e nei fatti l’arte cinematografica riunisce. Infatti, dal 25 al 30 ottobre si è tenuto il Festival del Cinema, ormai giunto alla sua quarta edizione. La bellezza di questo festival risiede nella volontà di chi lo organizza di fare del cinema un mezzo di incontro, comunione e condivisione. Una passione che lega e un mondo, quello cinematografico, che insegna quanto i legami siano essenziali per la costruzione e la fruizione dell’oggetto cinema. Perché questo, appunto, non consiste semplicemente nella storia che guardiamo sullo schermo, ma è, in realtà, composto da quel mondo celato dietro le quinte, dove operano in sinergia sceneggiatori, attori, costumisti, tecnici, registi, montatori ecc, insieme a quel mondo bisbigliante che sta davanti allo schermo, in sala, dove giovani, adulti, amici, e perché no sconosciuti, commentano scene del film scambiandosi reciprocamente punti vista. Il cinema è un rito sociale e nella sua funzione sociale risiede il fine educativo del prodotto artistico. Oggi giorno però, in una società sempre più individualista e pigra, questo raccordo
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sociale sembra venire meno, soprattutto a causa dell’emergere di piattaforme streaming che hanno sostituito il vecchio modo di “andare al cinema” portando lo spettatore a preferire, comodamente a casa, il divano e il televisore
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ad alta definizione. Tendenza che si è acuita soprattutto in seguito al periodo di lockdown appena trascorso. E al recupero dell’importanza sociale del cinema guarda il Festival organizzato a Castel Volturno. Il Festival del Cinema
di Castel Volturno è organizzato dalla Titania Teatro, Associazione di produzione teatrale e cinematografica. Attiva dal 2006 la Titania vanta di aver avuto come presidente onorario il maestro Carlo Croccolo, baluardo del cinema e del teatro italiano, a cui oggi il Festival dedica il suo premio più prestigioso. Daniela Cenciotti è direttrice artistica del festival e ci ha parlato dell’organizzazione della manifestazione e dell’importanza sociale del cinema: Daniela, che importanza ha il Cinema per il territorio di Castel Volturno? Il cinema è una parte importante di questo territorio e soprattutto per la parte di Pinetamare, che è nata legandosi al cinema anche per volontà di chi voleva pubblicizzare questa zona. Castel Volturno, infatti, è set cinematografico già a partire dagli anni 60 e negli ultimi anni è
stato scelto e celebrato da alcuni dei più prestigiosi registi italiani. Ora come ora il cinema è un’opportunità. Un’opportunità innanzitutto di crescita culturale, perché il cinema non consiste soltanto nel piacere di vedere un film ma è anche il piacere di capire come una storia è stata raccontata, per poi comprendere meglio sfumature della nostra storia. Il cinema è anche un’opportunità di lavoro perché il cinema è un mestiere e in quanto mestiere deve esser fatto in determinati modi. A Castel Volturno si è sempre fatto cinema, e credo sia un luogo giusto dove continuare a farlo. Il cinema sta cambiando e soprattutto il modo in cui il pubblico ne fruisce si sta trasformando. Cosa pensa a riguardo? Il cinema, come il teatro, è un rito collettivo. Ciò significa che delle persone insieme si mettono
davanti ad uno schermo e guardano insieme una medesima cosa e reagiscono insieme; significa che io ascolto la risata o il pianto del mio vicino e questo in qualche modo condiziona il mio modo di continuare a guardare. Uno dei miei ricordi più belli è legato ad uno spettacolo teatrale “Buonanotte Mamma”, quando una signora, seduta accanto a me in platea, senza dire nulla, mi allungò un fazzoletto mentre piangevo come una disperata, perché commossa. Lei aveva capito perfettamente il mio stato d’animo e con quel gesto me lo aveva dimostrato: entrambe avevamo condiviso una stessa emozione. Questa cosa è importante nella misura in cui consideriamo il rito collettivo del teatro o del cinema importante. Ognuno vive e percepisce una stessa storia in modo diverso, è però importante confrontarsi, dialogare, per allargare la propria visione e condividere emozioni. Noi del Festival stiamo cercando di rieducare il pubblico a questi valori che forse si stanno perdendo. Quali sono le sue aspettative legate al Festival? Che questo Festival possa essere utilizzato dalla città di Castel Volturno come una risorsa per valorizzare la sua identità. Il Festival dà l’opportunità non soltanto di ospitare ragazzi, attori registi nel nostro territorio ma anche di portare Castel Volturno in altri luoghi del mondo, come la Francia o il Venezuela per dirne alcuni, attraverso i contatti da remoto che registi, attori materialmente impossibilitati ad essere qui instaurano con i nostri ragazzi e il nostro pubblico da remoto. È un modo per far conoscere Castel Volturno e far parlare di castel Volturno. Inoltre, noi qui abbiamo persone splendide, luoghi splendidi, opportunità altrettanto splendide, bisogna riconoscerle e valorizzarle.
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ASSOCIAZIONE
I LOVE
PINETAMARE
Il biglietto da visita della località
L’
associazione I love Pinetamare nasce nella località di Pinetamare nel comune di Castel Volturno nel Dicembre del 2012, con l’obiettivo di dare nuova dignità ed eleganza a quella frazione di Castel Volturno che non molti decenni fa poteva considerarsi il fiore all’occhiello del litorale. In che modo? Quello più semplice e diretto: occupandosi del decoro urbano e della pulizia del luogo. «A fondare l’associazione eravamo perlopiù persone che avevano vissuto i fasti di Pinetamare in prima persona e guardare, dopo 40 anni, la nostra casa così ridotta e degradata, ci faceva male, quindi abbiamo deciso di intervenire per nobilitare nuovamente quel luogo a cui eravamo incredibilmente legati» dice Marco
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Eboli, presidente dell’associazione. Da subito I Love Pinetamare si è scorciata le maniche per eseguire i compiti che si era data: spazzamento, pulizia, cura del verde, ripristino di opere. Nel primo trimestre del 2013 con la raccolta fondi derivante dalle quote di iscrizione degli associati, il primo traguardo dell’associazione, per riaccendere i riflettori sulla località, è stato il ripristino totale dell’impianto di illuminazione al centro di Pinetamare, sia della rotonda, sia delle serpentine, acquistando, a tal fine, autonomamente i lampioni e tutto il necessario. «Ci siamo presi cura del piccolo parchetto urbano adiacente alla pineta verso le torri orientali, abbiamo decorato strade con murales,
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come quello dedicato a Marek Hamšík, nostro sostenitore; abbiamo rifatto le insegne esterne sulla Domiziana, quella lato Sud, quella centrale enorme e quella lato Nord, di cui andiamo fieri perché è un riconoscimento, non si sapeva nemmeno più che quello fosse Pinetamare, ci siamo ripresi la nostra identità» dice, con orgoglio, Marco Eboli. Ma la lista degli interventi non si esaurisce a questo: è opera dell’associazione anche il ripristino dei cestini portarifiuti dei portici al centro di Pinetamare e anche, per concludere, ultimo non per importanza, il lavoro di ristrutturazione della rotonda del centro e delle serpentine adiacenti del 2021 con ceramiche colorate, impresa non facile in un periodo difficile
come quello del post- lockdown. Ma oltre alle opere che portano la loro firma, i soci e volontari di I Love Pinetamare sentono come propria vittoria anche la graduale ripopolazione della località. «Ci siamo sentiti soddisfatti nel rivedere nel periodo di massima affluenza (primavera/estate) vecchi proprietari che avevano chiuso da anni la loro residenza estiva, ritornare, ripopolare Pinetamare; di sentirci dire che Pinetamare è pulita, che c’è maggiore decoro e pulizia, che quindi si vede che c’è una società civile attiva ed attenta, almeno sotto questo punto di vista, per noi è una grande soddisfazione» afferma Eboli con fierezza. Questi i traguardi di un’associazione che, negli anni, è diventata punto di riferimento per gli abitanti che spesso ne sollecitano l’intervento laddove si ripresenta l’insufficiente azione di pulizia dell’amministrazione. «Abbiamo nuovi progetti: vorremmo passare da un’attività concentrata su pulizia, decoro e spazzamento, ad un’attività che sia più culturale e sportiva, cominciando proprio dalle scuole, modificando un po’ lo statuto. Perché stanno nascendo altre associazioni e consorzi che dovrebbero iniziare a sostituirsi al lavoro fatto da noi fino ad oggi». Anche questa associazione, per la sua caparbietà e per il suo amore per il territorio di Castel Volturno si è guadagnata l’attenzione del Premio d’Eccellenza Città di Castel Volturno. «Abbiamo accolto la notizia del Premio con molto entusiasmo, ci sentiamo onorati soprattutto per il fatto che siete un’informazione trasparente, corretta e costante sul territorio di Castel Volturno, perché raccontare il territorio è importante» conclude con riconoscenza Marco Eboli.
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Associazione
Domizia
ILmiracolo delle Tartarughe
Caretta Caretta
L’
intervento dell’associazione Domizia, l’associazione bandiera di tutela ambientale per la salvaguardia delle tartarughe caretta caretta, è stato miracoloso: in meno di 4 mesi hanno certificato e assistito alla schiusa di ben 18 nidi di tartarughe, tutti nel territorio di Castel Volturno. A Castel Volturno c’è vita, c’è amore per l’ambiente e finalmente ci sono centinaia di tartarughe!! L’associazione Domizia è un’organizzazione che nasce nel Giugno del 2021 e riunisce associazioni di rilievo nazionale e del territorio come Legambiente, E.N.P.A., Movimento azzurro, Coldiretti impresa pesca e altre, ma anche enti come la Commissione comunale sul ciclo delle acque, e, ancora, esperti di comunicazione, imprenditori del settore turistico e una componente della guardia costiera. Le tartarughe caretta caretta sono la specie più diffusa del Mar Mediterraneo , eppure, sono ormai al limite di estinzione nelle acque territoriali italiane. Sono state classificate come vulnerabili nella Lista Rossa delle Specie Minacciate della IUCN (unione internazionale per la conservazione della natura). La specie risulta, quindi, affrontare un rischio molto elevato di estinzione in natura. Le caretta caretta, purtroppo, si sono guadagnate questa etichetta poiché la loro sopravvivenza è minacciata dall'inquinamento marino, dalla riduzione degli habitat di nidificazione, dalle collisioni con le imbarcazioni, e dagli incidenti causati dalle reti a strascico e dagli altri sistemi di pesca. Nelle coste Italiane negli ultimi 25 anni la nidificazione è stata ritenuta sporadica o eccezionale, tranne che per le isole di Linosa e Lampedusa, isole per le quali la nidificazione annuale è risultata accertata ma sempre in numero esiguo (2/3 nidificazioni l’anno). Sul litorale di Castel Volturno in 20 anni sono stati certificati solo due nidi, mentre annualmente il ritrovamento di tartarughe morte si aggirava intorno al numero di 30 esemplari. E’ in questo contesto che Domizia fa il proprio debutto, per cercare di intervenire e di arginare la criticità della situazione: “la sproporzione tra tartarughe morte ritrovate e nidi certificati era inquietante e ho deciso di agire per fare qualcosa, perché se c’erano quelle morte dovevano esserci per forza anche quelle vive che nidificavano. Quindi ho chiamato a raccolta gli attua-
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li soci e abbiamo deciso di andare alla ricerca di nidi di tartaruga” - ha dichiarato Vincenzo Ammaliato, fondatore di Domizia - “Avevamo deciso di iniziare entro un anno da quell’incontro del 18 giugno 2021 ma, una settimana dopo, di fronte al lido in cui ci eravamo riuniti la prima tartaruga, che abbiamo chiamato Domizia (da qui il nome dell’associazione) ha nidificato. Quello per noi è stato un segnale inequivocabile: sono state Domizia e le altre tartarughe a venire da noi a chiederci aiuto e noi dovevamo rispondere”!. E Domizia ha risposto e come! Immediatamente sono iniziati i pattugliamenti per trovare e certificare i nidi di tartarughe affinchè potessero essere messi in sicurezza fino alla schiusa. Ogni tartaruga depone dalle 50 alle 120 uova, ma se i nidi non vengono messi in sicurezza i rischi sono tanti: a partire dagli animali (cani randagi, volpi, cinghiali) che possono scavare il nido e mangiare le uova, pasto ricco di proteine; oppure le mareggiate che possono coprire il nido e quindi o soffocare i nascituri o disperdere le uova. A partire da quel 18 Giugno fino alla fine della stagione della deposizione delle uova, che coincide con la fine di Agosto, i volontari di Domizia hanno riempito la loro agenda con una fitta lista di impegni: sveglia alle 05:00 del mattino e dritti in spiaggia alla ricerca di nidi fino alle 08:00, orario in cui, nel periodo estivo, inizia l’attività balneare dei lidi che può disperdere le tracce. Una volta scoperto un nuovo nido, l’iter consisteva nel chiamare tempestivamente la stazione zoologica Anton Dorhn presidiando fino all’arrivo degli esperti. Dopo la certificazione e la messa in sicurezza, l’attività dei volontari di Domizia proseguiva, effettuando dei controlli periodici durante il periodo di incubazione che è di 50 gg; quando era chiaro che la schiusa fosse imminente, si toglieva la rete (o si allargava) e i volontari di Domizia iniziavano i presidi fino alla nascita delle tartarughine. I turni di presidio sono molto sacrificanti, il presidio dura tutta la notte, bisogna quindi dormire in tenda in spiaggia per controllare a turni il nido. Questo è il lavoro che ha portato i componenti di Domizia a veder nascere centinaia di tartarughine da ben 18 nidi di Castel Volturno nel giro di una sola estate. Record indiscusso degli ultimi 25 anni. Ma l’impegno di Domizia non si esaurisce, tante sono le proposte e i progetti che bollono
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in pentola. Anzitutto l’attenzione per le caretta caretta non può non focalizzarsi sulle infauste e troppo frequenti morti degli animali, spesso dovute all’attività impattante della pesca, talvolta anche illegale. La tartaruga è un rettile, sceglie di stare in mare, ma non può stare più di 40 minuti nell’acqua. Quando, invece, finisce nelle reti a strascico, rischia di restare sott’acqua per alcune ore, morendo di soffocamento. Altre volte, anche se viene presa e tirata subito in superficie potrebbe rischiare un’embolia polmonare. I pescatori, talvolta, le liberano, credendo di aver risolto il problema, ma poi le tartarughe muoiono poco dopo proprio a causa dell’embolia. Per salvarle basterebbe chiamare la guardia costiera e lasciare che esperti se ne prendano cura, invece che rigettarle in mare, ma spesso l’ignoranza a tal riguardo è micidiale per i poveri rettili. Per questo motivo, uno degli obiettivi di Domizia è l’informazione e la sensibilizzazione dei pescatori, al fine di limitare stragi evitabili. Ma le iniziative illustrate da V. Ammaliato non si limitano a questo: “abbiamo molti progetti: faremo didattica scolastica; diventeremo facilitatori per i lidi; stiamo cercando di realizzare un marchio di sostenibilità ambientale con un disciplinare molto rigido a cui potranno associarsi liberamente i lidi, impegnandosi a rispettare le nostre regole (eliminazione della plastica, fuochi d’artificio, favorire parte della crescita della duna…) , e in cambio avranno sponsorizzazione turistica da parte nostra, uniremo il loro logo al nostro della tartaruga Domizia, e proveremo a fargli avere detrazioni fiscali sulle tasse demaniali o comunali. Attualmente stiamo studiando questo disciplinare e poi ce lo faremo certificare da un ente preposto, dopo ciò ci rivolgeremo ai lidi invitandoli ad associarsi” (V. Ammaliato). Meraviglia, stupore, riconoscenza, per il lavoro di tante persone che, pur non avendo un tornaconto economico, per amore dell’ambiente e del proprio territorio, si sono scorciate le maniche impegnandosi anima e corpo per la causa. “Il nostro è stato reale volontariato, chiaramente il ritorno è ambientale, tutelando le tartarughe noi tuteliamo la nostra città e quindi noi stessi” dice ancora V. Ammaliato. E’ questa un’eccellenza degna del premio “Città di Castel Volturno” e noi di Officina Volturno siamo onorati di darle il pregio che le spetta.
Associazione
FIRE ANGELS
Gli angeli custodi di Castel Volturno contro i roghi tossici
L’
associazione di volontariato “Fire Angels” nasce nel Giugno del 2020 come risposta ad una esigenza, quella di agire contro il problema dei roghi tossici appiccati dolosamente nel territorio di Castel Volturno e nei territori circostanti. “Il momento in cui abbiamo deciso di dire basta, dobbiamo intervenire in qualche modo, è stato quello di non riuscire a respirare, quello di chiuderci in casa la notte, quello di entrare in camera di mio figlio e dover barricare la finestra per evitare che le mura si impregnassero di fumo. Quella è stata la scintilla che ha fatto scattare sia in me che negli altri associati l’esigenza di agire in qualche modo, perché purtroppo nessuno fa niente, o interveniamo noi cittadini o tutto resta così.” Afferma Daniela Zuccaro, presidentessa dell’associazione. È proprio questo senso di soffocamento, che la stessa presidentessa racconta con forte intensità emotiva, che ha spinto i volontari di Fire Angels a dare un rilievo fondamentale al problema dell’inquinamento dell’aria: mamme, padri, nonne e giovani uniti per difendere il proprio diritto all’aria salubre e ad intervenire in protezione dei propri cari, della propria comunità e delle generazioni future. Il problema dei roghi è più che mai attuale e peggiora soprattutto nelle stagioni calde. “Quest’estate è stata molto pesante, ci sono stati molti roghi, manca molto controllo e ci sentiamo un po’ abbandonati” dice con un po’ di amarezza nella voce Daniela Zuccaro. Inoltre, non è limitato al territorio di Castel Volturno, essi sono, anzi, appiccati soprattutto nelle campagne dei comuni limitrofi dell’entroterra. Nonostante la relativa distanza dal punto in cui il rogo è appiccato, il fumo e
i nuvoloni neri impregnati di aria insalubre generata dall’incendio si spostano e si espandono con i venti, condannando tutti i territori nell’arco di parecchi km quadrati alla sopportazione degli effetti nocivi. Lo strumento più semplice ed efficace utilizzato da questi “angeli del fuoco” è stato, ed è, la vigilanza del territorio: ciascuno dei volontari, nell’associarsi, ha deciso di sacrificare parte del proprio tempo per metterlo a servizio dell’ambiente e della propria comunità, partecipando, a turno, a giri di perlustrazione per intercettare e intervenire tempestivamente a segnalare ai vigili del fuoco gli incendi in questione, per limitare il più possibile l’impatto della combustione di materiali potenzialmente nocivi per la salute, procedendo poi con denunce contro ignoti ai carabinieri. Uno degli strumenti principali dell’operato dei Fire Angels è proprio la
denuncia: “Abbiamo anche messo in rete un modello di denuncia, in disponibilità di chiunque volesse denunciare un inizio di incendio o anche una puzza nauseabonda. Esortiamo i cittadini a denunciare. Se non si denuncia non cambia nulla. Le denunce sui social sono importanti, ma non richiamano l’attenzione delle forze dell’ordine.” Dice sempre Daniela Zuccaro. Il lavoro dell’associazione è dunque successivo, come argine al rogo già appiccato, ma anche preventivo: le denunce dei Fire Angels, infatti, riguardano spessissimo anche depositi abusivi di spazzatura e rifiuti che potrebbero essere incendiati. I volontari intervengono inviando PEC al Comune di Castel Volturno al fine di sollecitare l’intervento di pulizia dell’amministrazione. Una sfida importante per l’associazione è anche la sensibilizzazione della cittadinanza, da una
parte affinchè la maggior informazione sui danni incommensurabili dei roghi possa finalmente far in modo che cessino di essere appiccati e da un’altra affinchè la denuncia venga utilizzata sempre più spesso in modo da richiamare l’attenzione di chi di potere ad intervenire in maniera sempre più incisiva ed efficiente. Tra gli obiettivi a breve termine c’è anche quello di intraprendere un percorso di protezione civile. “Abbiamo grandi progetti e chiediamo a chiunque volesse agire per il proprio territorio in questo modo ad unirsi a noi, cercando di darsi da fare e non lamentarsi solo. Ci vuole ancora molto lavoro per cambiare la mentalità dei cittadini” -afferma ancora Daniela Zuccaro. Fire angels è un’associazione che sicuramente ha tanta voglia di fare e tanti progetti in cantiere, ma per i traguardi già raggiunti e per il lavoro instancabile profuso dai suoi volontari merita indubbiamente di essere encomiata e premiata come eccellenza del territorio di Castel Volturno. Sono queste le realtà a cui il premio “Città di Castel Volturno” vuole dar voce per riconoscere l’impegno prestato e per spronarle a continuare per il bene della comunità. “È stata una grande emozione per noi sapere del premio. Quando mi hanno chiamata mi sono commossa, mi sono venute le lacrime agli occhi. Il premio è di tutti i volontari, da chi dedica 5 minuti a chi una giornata, è un premio di gruppo e in questo modo abbiamo sentito che tutto il tempo investito e sottratto a figli e famiglia è servito a qualcosa, ci ha spronato così a voler dare ancora altro tempo, perché non ci possiamo fermare, non ci possiamo fermare nemmeno per un attimo” conclude con entusiasmo Daniela Zuccaro.
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Emilio il Pasticciere
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milio il Pasticciere è un’istituzione del casertano, nota ai più per l’invenzione del Roccobabà. Nasce a Casal di Principe nel 1980 dal duro lavoro di Emilio Goglia e attualmente conta ben 22 dipendenti. Sebbene al giorno d’oggi la pasticceria distribuisca in tutta Italia ed anche in Spagna, Olanda e Svizzera, resta ben radicata sul territorio che gli ha dato i natali. Il legame tra Casal di Principe ed Emilio il Pasticciere è indissolubile ed è proprio questa forte appartenenza territoriale, da cui deriva il rispetto della tradizione, la chiave del successo dell’attività. Per meriti professionali ed imprenditoriali, la pasticceria della provincia di Caserta è stata chiamata a Venezia per ricevere l’onorificenza del Leone d’Oro. Per questa occasione abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Nicola Goglia, figlio di Emilio, nonché attuale responsabile di ricerca e sviluppo della pasticceria e tecnico in laboratorio. Parlaci del viaggio a Venezia e dell’emozione nel momento del ritiro del premio. «Sono andato a Venezia con due compagni di viaggio eccezionali: Maurizio Pollini, amico di mio padre, e Mauro Bruner. Il giovedì c’è stata la serata di gala, dove abbiamo conosciuto gli altri premiati: tanti imprenditori di altissimo livello e diverse istituzioni. Il venerdì mattina è avvenuta la premiazione, che si è tenuta nel Palazzo della Regione Veneto. Inizialmente ero abbastanza tranquillo, ma quando ho visto il Console russo Vincenzo Schiavo – che sapevo dovesse premiare me – alzarsi, hanno iniziato a tremarmi le gambe. Appena ho ricevuto il premio ho iniziato ad avvertire il peso della responsabilità: mi sentivo portavoce non solo della nostra attività, ma dell’intera comunità di Casal di Principe. Ero orgoglioso e allo stesso tempo emozionatissimo». Chi hai sentito di dover ringraziare nel mo46
in un mese: Leone d’Oro di Venezia e Premio Città di Castel Volturno mento in cui hai ricevuto il Leone d’Oro? «La prima persona che mi è venuta in mente con il Leone tra le mani è stato mio padre, perché lui non ha mai smesso di crederci e ha insegnato anche a me a credere nell’arte della pasticceria. Il secondo pensiero, non per importanza, è andato a mia madre, a mia moglie e ai miei figli, che ci sostengono sempre, nonostante non sia facile stare dietro ad ogni nostra scelta e sacrificio. Inoltre, questo premio è anche di tutti i nostri collaboratori: quelli che non ci sono più, quelli che sono ancora con noi e quelli che verranno. Sono stato io a ritirare il premio materialmente, ma appartiene a tutta la comunità». Cosa significa per voi continuare la vostra attività a Casal di Principe? «Sappiamo benissimo quanto sia difficile fare impresa oggi in Italia, soprattutto al Sud e ancora di più a Casal di Principe, che spesso è sulla bocca di tutti per spiacevoli fatti di cronaca. Abbiamo avuto tante opportunità per lasciare la nostra terra, ma quindici anni fa abbiamo voluto investire sul territorio. Tante persone ci hanno chiamato sciocchi, perché la nostra attività localizzata in un altro posto avrebbe avuto un prestigio diverso, ma mio padre ha sempre continuato a crederci. Tutta la nostra attività
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parte da Casal di Principe: farlo da qui e dare lavoro a persone sul territorio per noi è motivo d’orgoglio». Questo premio, quindi, lo dedicate a tutta Casal di Principe. «Abbiamo avuto il Leone d’oro esposto cinque giorni in pasticceria ed è stata un’emozione unica ricevere i ringraziamenti dei clienti e fare le foto con loro con il premio. Questo riconoscimento è di tutti, lo abbiamo vinto tutti: da soli non si va da nessuna parte». Cos’ha Emilio il Pasticciere in più rispetto alle altre pasticcerie? «Noi non siamo i migliori, ma siamo unici a modo nostro. L’azienda Emilio il Pasticciere è tanto altro, sia per innovazione che per impegno nel sociale. Siamo stati la prima pasticceria a fare l’e-commerce con il sotto zero, distribuendo il Roccobabà a -18°C. Dopo il Covid abbiamo trasformato il ricavato in altri Roccobabà da regalare per l’Epifania a tutte le famiglie del casertano che hanno avuto bisogno della Croce Rossa. Quando ho detto a mio padre che volevo fare il pasticcere, mi ha chiesto di non essere mai banale e di puntare sempre in alto: questa è la promessa che mi sono fatto. Il mio motto in pasticceria è: saperne oggi più di ieri e domani più di oggi».
SPECIALE NUMERO 1 | ANNO 2021 Premio d'Eccellenza Città di Castel Volturno Edito da Edito dal Centro Studi Officina Volturno Presidente Tommaso Morlando
L
Sede Operativa
La giuria
Piazza delle Feste, 19 Pinetamare - 81030 - Castel Volturno (CE)
Tel: 0823 18 31 649
E-mail: redazione@informareonline.com IBAN: IT 83 V030 6974 8731 0000 0001 835
a giuria della Prima edizione del Premio d’Eccellenza Città di Castel Volturno è stata composta da specialisti, di ogni settore, che hanno scelto le eccellenze di tutto il territorio castellano al fine di premiare il forte impegno nel sociale e l’attivismo di ogni associazione e imprenditore locale. Ardua la decisione in un territorio così ricco di associazionismo, ma la giuria è riuscita ad estrapolare coloro che in questo territorio si sono impegnati cercando di trarne il buono e renderlo un posto migliore.
Direttore Responsabile
Hanno collaborato
Antonio Casaccio
Antonio Casaccio
Vicedirettore
Benedetta Guida Clara Gesmundo
Luisa Del Prete
Donato Di Stasio
Caporedattore
Francesco Cimmino
Donato Di Stasio Rapporti Istituzionali
Gennaro Alvino Gianrenzo Orbassano Giuseppe Spada Iole Caserta
Antonio Di Lauro Responsabile scientifico
Angela Mallardo Docente specialista nel settore socio-educativo e giornalista
Anna Copertino Bruno Marfè Giornalista di RoadTv e attiva Ingegnere e amante delle arti e cronista di cultura e sociale del territorio del territorio
Luisa Del Prete Marika Fazzari
Angelo Morlando
Nicola Iannotta
Responsabile legale
Nunzia Gargiulo
Fabio Russo Graphic Communications Giancarlo Palmese Web master Nicola Ponticelli
Pasquale Di Sauro Raffaele Cecoro Rossella Schender Silvia De Martino Simone Cerciello Teresa Coscia Valeria Marchese
© 2021. È vietata la riproduzione (anche parziale) di testi, grafica,
Fabio Russo Avvocato penalista e tra i soci fondatori di Officina Volturno
Fernanda Esposito Professoressa dell’ISIS Corrado e giornalista con un grande impegno nel sociale
Francesco Mercurio Commercialista e giudice tributario
foto, immagini e spazi pubblicitari Palmese GRAPHIC
realizzati all'interno del magazine.
Si ringraziano i fotografi dell'evento
gabriele arenare | camrine colurcio | angelo marra Stampa: Teraprint srl - www.teraprint.it Chiuso il: 30.10.2021 - Tiratura: 5.000 copie
Silvana Fiorillo Professionista nel settore biologico e chimico/fisico
www.informareonline.com
SPECIALE Premio d'Eccellenza Città di Castel Volturno | Prima Edizione 2021
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www.edizionidirobertonicolucci.it