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Osservatorio SPEDIPORTO 1 semestre 2011
Consegnata decima nave per GBS
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nAPoli Ferport: variazione di bilancio di 200.000 euro a favore dei treni del porto
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pag. 6 Sped. in A. P. - 45% - art. 2 comma 20/B, Legge 662/96 - Filiale di Napoli Imprimé a Taxe Reduite - Taxe Percue - Tassa Riscossa - Napoli Italy
ANNO 49° — N° 7 — LUGLIO 2011
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Una copia ia
0,51 — iSSn0393/9952
L’Autorità Portuale di Barcellona ha assegnato al Gruppo la concessione per la gestione del nuovo terminal traghetti
Eppur si muove onostante l’incedere delle ferie estive, al lettore volenteroso di Mare Mosso lascio uno spunto di riflessione sullo studio presentato recentemente a Roma presso il CNEL dal provocatorio titolo “Far West Italia, il futuro dei porti e del lavoro portuale”. Svolto dall’ISFORT dietro richiesta dei sindacati confederali, una volta tanto un’analisi innovativa dei porti italiani, focalizzata sul valore aggiunto garantito da un porto al territorio che lo ospita e ai grandi player che lo scalano: le imprese e il know how dei lavoratori. La ricerca, condotta nell’arco temporale 2010/primi mesi 2011, incamera i concetti di corridoio e di sistema, concependo il porto come tappa di un percorso logistico integrato che inizia e finisce lontano dal mare, evidenziando che il vantaggio competitivo non si gioca tanto sul singolo porto, ma sul valore medio del risparmio di tempo e costo che l’intero percorso totalizza lungo tutto il tragitto. L’insieme di tali percorsi disegna lo scheletro portante delle economie globalizzate, che hanno concorso alla trasformazione mondiale delle operazioni portuali contraendone gli organici ed accrescendone la specializzazione in risposta alla standardizzazione dei carichi. In Italia, mentre la teoria delineava e progettava sulla carta strategie e modelli per una piattaforma logistica nazionale intercontinentale, il sistema reale dei porti italiani sceglieva un’altra direzione, forse per la frantumazione dell’offerta portuale nazionale che risponde funzionalmente al modello produttivo italiano diffuso.
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Grimaldi si aggiudica il nuovo terminal del Porto di Barcellona
Nella foto: sede Autorità Portuale di Barcellona
APOLI – Il Gruppo Grimaldi si è aggiudicato la concessione pluriennale del nuovo terminal del porto di Barcellona “Muelle Costa”, dedicato al trasporto di merci e passeggeri. Il Consiglio di Amministrazione dell’Autorità Portuale della capitale
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catalana ha infatti deliberato ieri la concessione del nuovo terminal al Gruppo partenopeo, a seguito del bando di gara pubblicato lo scorso anno. Al Gruppo è stata affidata la concessione di 15 anni, rinnovabile per altri 7,5 anni, di un’area di circa 60.000 metri quadrati,
sulla quale saranno costruiti una stazione marittima, infrastrutture, aree di stoccaggio per merci, finger e passerelle per l'accesso dei passeggeri ai traghetti direttamente dal terminal. L’investimento previsto per tale progetto è di circa 20 milioni di euro. “La realizzazione del nuovo terminal a Barcellona dimostra la volontà, da parte del nostro Gruppo, di offrire standard di servizi sempre più alti e rispondenti alle esigenze dei nostri clienti” commenta Emanuele Grimaldi, amministratore delegato del Gruppo “Il nostro obiettivo è di espandere e potenziare ulteriormente la vasta rete di Autostrade del Mare e di terminal portuali nel Mediterraneo Occidentale, rafforzando il ruolo di Barcellona come scalo strategico per i servizi merci e passeggeri offerti dal Gruppo”. Il porto di Barcellona è servito da una vasta rete di servizi operati dal Gruppo Grimaldi. Al momento tre sono i collegamenti dedicati al trasporto passeggeri e merci: il servizio giornaliero con partenza da Civitavecchia, operato dalle due ammiraglie del Gruppo “Cruise Roma” e “Cruise Barcelona”, con scalo a Porto Torres, in Sardegna, nei mesi primaverili e estivi; il collegamento quadrisettimanale con partenza da Livorno, ed infine quello settimanale che collega Barcellona con il porto marocchino di Tangeri.
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Tirrenia ad Aponte, Grimaldi e Onorato APOLI – Cin acquisisce Tirrenia. E’ stato, infatti, firmato il contratto di acquisizione del ramo d’azienda di Tirrenia da parte di Compagnia Italiana di navigazione. I soci di Cin (Marinvest, Grimaldi Group e il gruppo Moby) hanno deciso di procedere con l’acquisto della compagnia statale salvaguardando per il futuro la continuita territoriale e i livelli occupazionali. Lo rende noto un comunicato. Il contratto è stato firmato dal commissario straordinario di Tirrenia Giancarlo D Andrea e dall’amministratore delegato di Cin Ettore Morace presso gli uffici di Legance, i consulenti legali dell’acquirente. In una nota, Tirrenia conferma che il con-
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tratto è stato stipulato nel rispetto delle previsioni procedurali e secondo le previste tempistiche, con Cin risultata aggiudicataria della procedura di evidenza pubblica a suo tempo conclusa. Il contratto, si legge nella nota di Cin, prevede l’acquisto del marchio Tirrenia, di 18 navi e delle linee attraverso la convenzione che verrà stipulata con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; sono esclusi dall’acquisizione la Siremar, i fast ferries, le proprietà immobiliari e le opere d arte. Il piano industriale di Cin prevede il mantenimento dell’intero organico, la sostituzione immediata del naviglio obsoleto, il potenziamen-
to della rete commerciale, l’adeguamento degli standard di bordo ai livelli internazionali e il miglioramento immediato dei servizi e delle condizioni di viaggio dei passeggeri. Il passaggio di
Tirrenia a Cin conclude la nota rimane ancora condizionato all ottenimento del via libera antitrust da parte della Commissione Europea e interverrà definitivamente solo in tale data.
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DALLA PRIMA PAGINA Eppur si muove Da sempre gates principali dei prodotti energetici per il fabbisogno interno, i nostri porti hanno supportato lo scambio internazionale di materie prime, semi lavorati e prodotti finiti, seguendo e alimentando l’evoluzione industriale del Paese dalla grande industria di trasformazione fino all’affermazione delle PMI, diffuse, anche se più densamente nel Centro-Nord della penisola, su tutto il territorio nazionale. I dati raccolti dall’ISFORT nei 5 porti presi a campione per l’indagine sul campo (Genova, Gioia Tauro, Napoli, Ravenna, Trieste) ne confermano la funzione verso i territori a breve e media distanza: ad esempio, oltre l’80% dei container nel porto di Genova investe Lombardia (per circa la metà), Emilia Romagna e Veneto (il resto si ripartisce tra Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta); nel porto di Napoli circa il 65% delle merci ha come origine o destinazione il territorio regionale, il resto in quelli confinanti. Tuttavia, emergono alcune differenze. Appare evidente che il segmento contenitori segue la geografia industriale: nel 2010, al netto dei porti di transhipment, il 70% dei 5.777.300 TEU movimentati ha riguardato il quadrante tirrenico settentrionale (Savona Vado, Genova, La Spezia, Livorno); il 14% quello centro-meridionale (Civitavecchia, Napoli e Salerno); l’11,7% l’Adriatico settentrionale (Venezia e Trieste) ed il 5,1% quello centro-meridionale (Ravenna, Ancona, Bari e Brindisi). Invece, il traffico non containerizzato soprattutto RO-RO, sembra seguire gli addensamenti demografici, con valori piuttosto consistenti nei porti centromeridionali dell’Adriatico e del Tirreno. Mentre solo nell’ultimo decennio buona parte degli operatori logistici e del trasporto terrestri italiani sono stati acquisiti da grandi operatori internazionali, a partire dalla L.84/94 le imprese terminalistiche portuali con movimentazione di oltre 300mila TEU hanno cambiato quasi tutte la proprietà, diventando parte di grandi gruppi esteri. Ma il cambiamento radicale, in risposta all’intensificarsi dei ritmi di lavoro, alle possibilità di programmazione del ciclo produttivo in banchina ed al grado di flessibilità richiesto all’interno dello scalo, si è registrato principalmente nell’organizzazione del lavoro, che da 20.831 soci delle Compagnie portuali e 993 dipendenti di altre imprese nel 1993, è passata nel 2009 a 20.000 addetti totali, di cui solo 3.644 soci o dipendenti dei pool di lavoro temporaneo. Nella pratica, i traffici maggiormente programmabili, RO-RO e container, consentono ai terminalisti di gestire le attività con una maggiore autonomia; mentre le rinfuse solide e le merci varie, caratterizzate da maggiore indeterminatezza, richiedono un ricorso più consistente al pool di lavoro temporaneo. A Ravenna circa il 70% del traffico è composto da rinfuse solide e merci varie; a Trieste (rinfuse liquide 77%) 11% RoRo, 7% container e 4%; rinfuse solide; a Genova 33% container, 17% RoRo, 10% dry; a Napoli, con una equa ripartizione tra traffico di linea (51%) e non di linea (49%), 33% traghetti, 24% dry, 22 container; a Gioia Tauro c’è una concentrazione nel containerizzato. Composizioni diverse di traffici e lavoro, nonostante la legge nazionale 84/94, hanno generato diversi modelli di funzionamento dei porti. A Ravenna il processo produttivo in banchina è fortemente integrato tra terminalista ed impresa art. 17; a Trieste, invece, è molto frammentato con 29 imprese art. 16, che prestano servizi in forte compe-
tizione al ribasso (che indirettamente ha contratto la spesa per la sicurezza dei lavoratori), determinando la progressiva diminuzione al ricorso fino alla messa in liquidazione della Compagnia portuale, sostituita di recente nelle funzioni da una nuova impresa collegata ai principali terminalisti dello scalo. A Genova l’impresa Compagnia Portuale ha tuttora una centralità relazionale ed operativa, ma registra un graduale minore impiego non solo per il ridimensionamento dei traffici, ma per una maggiore autosufficienza operativa delle imprese terminaliste, tendente anche a ridurre la frammentazione del ciclo operativo. A Napoli il ricorso al pool di lavoro temporaneo permane nel segmento dei traghetti e nella movimentazione di cellulosa, ma non è stato possibile evitare la CIG perché il segmento container gestito quasi in toto da un unico terminal, da un assorbimento del 50-60% del pool di lavoro temporaneo dal 2007 è passato alla completa autonomia operativa. Infine, il Porto di Gioia Tauro che non ha un’impresa autorizzata per l’erogazione di lavoro temporaneo e le poche imprese art. 16 presenti ne assumono indirettamente la funzione. In tale varietà, l’integrazione dei porti in un modello logistico nazionale pone questioni rilevanti. Il modello di flessibilità, di competitività e di dignità del lavoro consolidatosi nel corso degli anni nei porti potrebbe essere messo in discussione da un approccio meno tutelato, tipico della logistica terrestre. È necessario un riallineamento delle condizioni di sicurezza, della tutela dei diritti e soprattutto della dignità del lavoro tra i due modelli, allontanando il rischio di metterli in contrapposizione limitando il confronto al costo del lavoro, sia che resti l’attuale configurazione dei sistemi portuali o in presenza dei grandi operatori dello shipping mondiale. Lo studio, che nei prossimi mesi sarà integrato dall’analisi di altri 5 porti italiani, rileva anche che l’intraprendenza degli attori presenti nei porti è stata di fatto ridotta non tanto dalla reclamata autonomia finanziaria, quanto da un limite più istituzionale, legato alla collocazione ambigua della politica portuale a metà strada tra le competenze ancora in capo al governo nazionale e quelle devolute ai governi regionali e locali. Gli enti pubblici portuali dovrebbero
pertanto assumere il ruolo di Authority indipendenti, che mettano in risalto il valore degli attori presenti e creino maggiore integrazione tra porto e territorio, senza scendere nell’arena delle contrapposizioni tra le lobby locali o costruirsi un ruolo di agenzia commerciale o di promozione, che invece potrebbe essere svolto da strutture tecniche dedicate. Occorre una regia che orienti le dinamiche commerciali del porto verso gli obiettivi di sviluppo e crescita sociale del territorio in cui è inserito; ed un arbitro in grado di garantire l’equità della competizione, il rispetto delle regole, la tutela dei diritti. Nascondersi, o confondere le acque serve a poco, secondo lo studio ISFORT, gli interessi in gioco sono troppo rilevanti e l’opportunità di evitare il confronto o la competizione poco credibile. La compattezza del sistema portuale, oltre a gestire senza subire l’ingresso o l’interessamento dei principali operatori mondiali, servirebbe ad affrontare con più convinzione alcune questioni fondamentali per lo sviluppo dei porti quali i costi esterni generati dai transiti in porto delle navi e dal loro stazionamento in banchina; l’ingresso e l’egresso dei camion; l’uso più intelligente della risorsa ferroviaria; la formazione degli addetti per accrescerne le competenze a contrasto della riduzione dei posti di lavoro; una più determinata e soprattutto omogenea attenzione alla sicurezza del lavoro in porto. I sistemi portuali nazionali se intendono approfittare delle opportunità legate al mercato nazionale ed internazionale dei trasporti, devono recuperare quello spirito di collaborazione e di pace sociale che gli ha consentito di superare le difficoltà nel corso della loro millenaria storia. Serve una comunità portuale più coesa, più attenta alle prospettive del porto di domani che al prevalere nei contenziosi di oggi. Solo attraverso uno sforzo comune sarà possibile accogliere i percorsi logistici integrati in partnership con i grandi operatori della logistica globale. Altrimenti la portualità nazionale, così come in parte già è avvenuto per buona parte della logistica lato terra, rischia di essere annessa all’interno di schemi e di priorità strategiche decise altrove. Giovanna Visco
ROYAL CARIBBEAN CRUISES LTD. NOMINA IL NUOVO DIRETTORE GENERALE PER L’ITALIA
Sarà Gianni Rotondo a guidare la compagnia nello sviluppo del mercato italiano ENOVA – Lina Mazzucco, alla guida di Royal Caribbean Italia dal 2005 passa il testimone a Gianni G Rotondo che l’ha affiancata in questi ultimi 3 mesi: “Dopo 6 anni di attività in questa grande azienda ho deciso che era arrivato il momento di lasciare per proseguire per altre strade. Porto con me tutte le esperienze e le sfide, le persone con cui ho lavorato in questi anni e le soddisfazioni, tra cui una su tutte: l’aver decuplicato il numero degli ospiti italiani sulle nostre navi – commenta Lina Mazzucco, che conclude auguro a Gianni le stesse soddisfazioni professionali e la stessa passione.”
Nella foto: Gianni Rotondo
l’inFoRMAtoRe nAvAle di napoli Giornale Marittimo È un periodico edito dalla EDI.MAR. sas di Gennaro Scotto Pagliara Direttore Responsabile GennARo SCotto PAGliARA Condirettore: Silvio SCotto PAGliARA Sede: Stazione Marittima (Porto), 80133 Napoli Direzione, Redazione e pubblicità: Calata Vitt. Veneto (ex manufatto USO) ☎ 081-203633 - Fax 081-289854 e-mail: gescotto@tin.it Registrazione presso il Tribunale di Napoli n° 1716 del 18/7/1964. Registro Nazionale della Stampa n° 9504 Spedizione in Abbonamento Postale
Fotocomposizione e grafica Stampa Generale S.r.l. ☎ 081.568.78.84 Stampa: AlFA di Castaldo Gaetano napoli ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Pubblicazione iscritta al Centro Nazionale ISDS (International Serials Data System) del Consiglio Nazionale Ricerche con il numero di codice ISSN 0393-9952. Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n° 5707 Responsabile del trattamento dei dati personali (D.Lgs.196/2003) Gennaro Scotto Pagliara Direttore dell’Informatore Navale di Napoli
Nominato il nuovo CDA di Fiera di Genova Spa Sara Armella presidente, Beppe De Simone amministratore delegato APPROVATO IL BILANCIO CONSUNTIVO 2010 Alla presenza di tutti i soci l’Assemblea di Fiera di Genova Spa ha oggi all’unanimità ufficializzato le nomine del nuovo Consiglio di Amministrazione e approvato il bilancio dell’esercizio chiuso il 31.12. 2010. Nel corso dell’Assemblea i soci hanno ringraziato il CdA uscente per l’attività sviluppata nel corso del quinquennio 20062010 . Il nuovo CdA risulta così composto: Sara Armella Comune di Genova Beppe De Simone Regione Liguria-FILSE Enrico Puppo Provincia di Genova Giacomo Rossignotti Camera di Commercio di Genova Edo Bozzo Autorità Portuale di Genova Nel corso dell’Assemblea i soci all’unanimità hanno designato presidente Sara Armella, vicepresidente Enrico Puppo, amministratore delegato Beppe De Simone. Le nomine saranno formalizzate, con l’attribuzione dei poteri, nel corso del primo Consiglio d’Amministrazione. Fiera di Genova è una società per azioni a capitale pubblico. Azionista di riferimento è il Comune di Genova con il 32%, seguito da Regione Liguria-FILSE con il 27%, Provincia di Genova con il 22%, Camera di Commercio con il 17% e Autorità Portuale con l%. Per quanto riguarda il bilancio 2010 i dati mostrano una perdita di Euro 835.850 a fronte di un valore della produzione di 23,7 milioni di Euro. Il risultato riflette il perdurare della situazione congiunturale negativa che ha caratterizzato il quadro macro-economico generale e l’intero settore fieristico. La crisi si è rivelata particolarmente severa nel core business aziendale rappresentato dal settore della nautica da diporto. Nonostante la forte tenuta della 50° edizione, il Salone Nautico Internazionale non ha potuto, in questa fase, produrre i risultati reddituali e finanziari attesi, in coerenza con gli obiettivi strategici e gli investimenti concordati con i Soci.
TRASPORTI CAMIONISTICI ED INTERMODALI Servizio intermodale per le seguenti tratte:
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Osservatorio SPEDIPORTO 1 semestre 2011 • +5% l’incremento medio del fatturato delle aziende associate rispetto al primo semestre del 2010 • circa 770 mila teus la merce trasportata nei primi sei mesi del 2011 • l’agroalimentare è il settore che ha maggiormente trainato i traffici del periodo
ENOVA - Nel terzo trimestre 2011 previsto un aumento medio del fatturato del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. +5% la crescita media del fatturato dei primi sei mesi del 2011 per le case di spedizione genovesi; +3% la stima di incremento medio del fatturato previsto per il terzo trimestre 2011 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; circa 770 mila teus (al netto dei vuoti, del trasbordo e di quelli gestiti direttamente dalle agenzie marittime) la merce complessivamente movimentata nei primi sei mesi del 2011 dalla categoria, di cui circa 362 mila teus in esportazione e circa 408 mila teus in importazione. Questi in sintesi i principali risultati dell’Osservatorio Spediporto relativo al primo semestre 2011, realizzato dall’Associazione Spedizionieri Corrieri Trasportatori di Genova, attraverso i dati forniti da un sondaggio svolto su un campione rappresentativo delle aziende iscritte a Spediporto. “I dati evidenziati dal nostro Osservatorio per il primo semestre 2011” – ha dichiarato Roberta Oliaro, Presidente di Spediporto” – “segnalano, rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso, una crescita media del fatturato delle case di spedizione genovesi pari a circa il 5%, in continuità con il trend di crescita registrato nel corso del 2010 che si era chiuso con un incremento medio di circa il 10%”. “Tale recupero” – ha aggiunto la Presidente Oliaro – “non compensa ancora la caduta di fatturato pari al 25% registrata alla fine del 2009 dalle aziende genovesi del settore. Tuttavia con un dato previsionale per il terzo trimestre del 2011, stimato sulla base dell’andamento del mese di luglio, che annuncia un ulteriore recupero del +3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, auspichiamo di poter raggiungere entro la fine dell’anno in corso livelli di ricavi equiparabili al periodo pre-crisi”. Scendendo nel dettaglio dei risultati dell’Osservatorio al 30/6/2011, il 10% delle aziende di spedizioni genovesi ha registrato un aumento dei volumi di traffico pari o superiore al 30%, il 12% un incremento tra il 15% e il 20% e il 21% tra
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il +10% e il +5% mentre il 37% si è posizionato invece su livelli di sostanziale stabilità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il 16% delle realtà aziendali ha subito una flessione tra il 5% e il 10%, il 2% ha registrato un -20% e un altro 2% ha avuto una contrazione di circa il 30%. Con riferimento alla merce movimentata dagli associati a Spediporto, nei primi sei mesi del 2011, gli spedizionieri genovesi hanno movimentano circa 790 mila teus di merce (al netto dei vuoti, del trasbordo e di quelli gestiti direttamente dalle agenzie marittime) di cui circa 408 mila teus in importazione e circa 360 mila teus in esportazione. L’Osservatorio inoltre evidenzia che, per l’80% delle case di spedizioni genovesi l’area geografica che ha trainato i traffici nel primo semestre del 2011 è stata principalmente l’Estremo Oriente, seguito dall’Africa e dal Medio Oriente e dall’Unione Europea, Centro e Sud America e solo in modo residuale dal Nord America e dall’Oceania. Sotto l’aspetto delle categorie merceologiche, è l’agroalimentare, la tipologia che ha maggiormente contribuito alla ripresa dei traffici nel primo semestre del 2011, seguita da prodotti chimici e farmaceutici, dal tessile e dall’abbigliamento, mobili e arredo e meccanica ed impiantistica. L’Osservatorio ha voluto anche verificare l’impatto della crisi geopolitica dei paesi nord africani sull’attività delle aziende associate. Considerando che circa il 50% delle aziende associate a Spediporto intrattiene rapporti commerciali con il nord Africa, i dati emersi dal sondaggio evidenziano che 37% degli associati ha subito ripercussioni da tale crisi. In particolare, per quanto riguarda i rapporti commerciali con la Libia, i volumi del traffico merci hanno subito una contrazione fino al 70% rispetto ai valori medi del periodo. Infine, sotto il profilo dell’occupazione, i risultati dell’Osservatorio mostrano che non emergono ancora sostanziali segnali di ripresa. La quasi totalità delle aziende associate che, a partire dal 2009, aveva ricorso agli ammortizzatori sociali (circa l’15% degli associati), ha rinnovato anche
Roberta Oliaro, Presidente di Spediporto. per il 2011 la richieste degli stessi. Occorre ricordare che l’Osservatorio Spediporto, giunto alla sua seconda edizione, ha come obiettivo quello di essere un appuntamento fisso semestrale per la disamina degli indici che caratterizzano il proprio settore. Spediporto, l’Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova, nasce a Genova nel 1946 e con 586 aziende, 12.500 dipendenti e circa 3 miliardi di Euro di fatturato, costituisce la più importante realtà associativa territoriale del settore dell’import e dell’export delle merci rappresentando più del 90% delle case di spedizioni marittime, terrestri e aeree della Liguria e più del 20% su scala nazionale.
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Consegnata decima nave per GBS
APOLI - Con la consegna della nave "Bottiglieri Giorgio Avino" si chiude il quinquennio di nuovi investimenti in Cina avviati dalla napoletana Giuseppe Bottiglieri Shipping, una delle tre società di
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navigazione nate dalla divisione tra i due fratelli ed una sorella della storica famiglia armatrice Bottiglieri di Torre del Greco (Napoli). La GBS ha iniziato il proprio piano di espansione puntando ad una moderna flotta "dry
cargo" con la costruzione di dieci nuove portarinfuse del tipo Post Panamax da 93.500 dwt, commissionate al cantiere cinese Jiangsu Yangzijiang, a nord ovest di Shanghai. Le nuove dieci Post Panamax della serie ordinate nel 2007 si
aggiungono alle quattro petroliere, da 40.000 tonnellate di portata lorda, già di proprietà GBS, dedicate alle quattro donne della famiglia, la capostipite Ghetty Cozzolino Bottiglieri, e le tre figlie Mariella, Alessandra e Manuela. In totale la flotta di proprietà raggiunge ora le quindici unità navali di ultima generazione. "Siamo orgogliosi di aver raggiunto tutti gli obiettivi, nei tempi prefissati e rispettare tutti gli impegni assunti nonostante la crisi globale. L'idea innovativa delle Post Panamax - spiega il presidente Giuseppe Bottiglieri permette di offrire sul mercato navi più competitive - che a parità di lunghezza e velocità sono in grado di stivare ben 19.000 tonnellate in più rispetto alle tradizionali Panamax da 74.500 dwt - questa è la chiave strategica su cui GBS punta per rendere più concorrenziale la propria flotta ed il vantaggio per i noleggiatori sarà ancora più evidente quando saranno terminati gli attuali lavori di allargamento e dragaggio del canale di Panama".
A Genova durante il Salone Nautico, da fare e da vedere l programma di eventi fuori salone “GenovaInBlu” si aggiungono le molte iniziative presenti in città nei nove giorni del 51° Salone Nautico Internazionale, da sabato 1 a domenica 9 ottobre: Galata Museo del Mare • Sommergibile Nazario Sauro Al Galata Museo del Mare la cultura e la storia della navigazione aspettano il pubblico del Salone, che può sperimentare in prima persona la vita a bordo di un sommergibile visitando il Nazario Sauro, ormeggiato davanti al museo. Il visitatore inizia l’immersione scendendo nella pancia del sommergibile munito di casco per la sicurezza e di audio guida interattiva, che si attiva automaticamente in alcuni punti strategici lungo il percorso per raccontare la vita di bordo. Ad integrare e preparare la visita al sommergibile, la sezione preshow allestita al terzo piano del Museo che consente di interagire con alcune delle strumentazioni che a bordo non sono accessibili, poiché in spazi troppo ristretti e per motivi di sicurezza. L’esperienza di viaggio prosegue sempre al terzo piano con la grande traversata oceanica dei migranti italiani a bordo dei piroscafi verso l’ America e con prossima apertura (19 ottobre) verso il Brasile e l’Argentina, con uno sguardo sull’emigrazione/ immigrazione contemporanea.
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• Yachts Portraits – La Collezione Beppe Croce Da segnalare all’interno del Museo la sezione “Yachts Portraits – La Collezione Beppe Croce”, che riproduce l’ambiente di uno yacht club inglese di fine ‘800 e la donazione da parte della famiglia di Ambrogio Fogar della zattera sulla quale, il navigatore e il giornalista della Nazione Mauro Mancini, nel 1978 hanno trascorso 74 giorni in
Atlantico dopo il naufragio del Surprise. Info: Il Galata Museo del Mare riserva uno speciale sconto di €3 a quanti possiedono la tessera di espositore del Salone Nautico (adulti e ragazzi 4-12 anni) e uno sconto di 2 € a quanti presentano il biglietto della manifestazione (adulti e ragazzi 4-12 anni). La promozione è valida sia per il biglietto solo Galata sia per il Galata + sommergibile. www. galatamuseodelmare.it Acquario di Genova • Race. Alla conquista del Polo Sud Durante il Salone Nautico, quanti saranno interessati a vivere un’esperienza legata ai temi della natura e del mare, potranno visitare l’Acquario di Genova dove ad attenderli troveranno gli ospiti delle 70 vasche espositive: 80.000 animali appartenenti a 400 specie tra pesci, mammiferi marini, rettili, anfibi e uccelli. Quest’anno particolare attenzione viene dedicata alle vasche e-
spositive antartiche, uniche in Europa, adatte ad ospitare organismi provenienti dal “deserto di ghiaccio”. Lo stesso continente che fu palcoscenico della sfida tra Scott e Amundsen sarà oggetto della mostra “Race. Alla conquista del Polo Sud”, organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura in sinergia con Costa Edutainment e Codice Idee per la Cultura, e visibile nel sottoporticato di Palazzo Ducale dal 15 ottobre al 18 marzo 2012. Per l’intero periodo di allestimento di “Race. Alla conquista del Polo Sud”, Costa Edutainment offre l’opportunità a tutti coloro che acquisteranno il biglietto Acquario di Genova o AcquarioVillage di visitare la mostra gratuitamente. Info: L’Acquario di Genova riserva uno speciale sconto di 3 € a quanti possiedono la tessera di espositore del Salone Nautico (adulti e ragazzi 4-12 anni) e uno sconto di 2 € a quanti presentano il biglietto della manifestazione (adulti e
ragazzi 4-12 anni). acquariodigenova.it
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La città dei bambini e dei ragazzi Dopo un periodo di chiusura per manutenzione, la struttura riaprirà martedì 4 ottobre 2011. • Vita da Stagno “Vita da Stagno” è l’animazione per bambini di 6-12 anni per scoprire giocando caratteristiche, abitudini e curiosità delle tartarughe e rettili non sempre rispettati come si dovrebbe e che, in alcuni casi, rischiano di estinguersi.
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INTERPORTO RIVALTA SCRIVIA: nuovi sistemi di sicurezza uovi sistemi tecnologici per migliorare ulteriormente il livello di sicurezza dei sistemi per il controllo degli accessi ai varchi, degli impianti antintrusione e di quelli di videosorveglianza. Queste in sintesi le caratteristiche principali di Rivalta Security, un progetto dell’Interporto di Rivalta Scrivia polo logistico multifunzionale in grado di garantire l’intera gestione del ciclo distributivo operativo e la conduzione diretta di tutte le attività di movimentazione delle merci - volto a completare l infrastruttura tecnologica di sicurezza dell interporto alessandrino. Più in particolare il progetto prevede l installazione di 94 telecamere fisse e 35 brandeggiabili (Speed - Dome) sia all interno che all esterno di alcuni magazzini dell’Interporto di Rivalta Scrivia, collegate al sistema di registrazione e video analisi tramite rete in fibra ottica o apparati radio. Inoltre, è previsto il posizionamento di 7 telecamere fisse a protezione del varco stradale, del varco ferroviario e dei cancelli ubicati lungo il confine della palazzina uffici di Rivalta Terminal Europa, terminal intermodale costituito nel 2006 per lo sviluppo dei traffici containerizzati e intermodali. Il nuovo sistema elettroni-
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co di controllo degli accessi verrà installato anche sulle nuove sei piste (tre di accesso e tre di uscita) che verranno attivate presso il nuovo varco di Rivalta Terminal Europa, permettendo di monitorare, abilitare e documentare l accesso al sito grazie anche all acquisizione di immagini digitali e videoclip. Rivalta Security completa un progetto per la tutela del patrimonio aziendale che prevede, al termine delle installazioni, un numero complessivo di circa 200 telecamere collegate alla centrale operativa presidiata 24/24 h. A regime il progetto prevede inoltre la fornitura, per gli operatori che ne fossero sprovvisti, di sistemi firewall e di software antivirus e antispyware per la prevenzione attiva e passiva in merito a intrusioni nei sistemi informativi aziendali. Rivalta Security si inserisce all’interno di UIRNET Security, progetto cofinanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha come obiettivo quello di fornire ai principali interporti italiani strumenti utili per
incrementare la sicurezza attiva e passiva al loro interno. Con oltre 1.200.000 mq di superfici utilizzabili, 450.000 mq di aree coperte (magazzini nazionali, doganali, fiscali e di temporanea custodia), 250.000 metri cubi di magazzini a temperatura, condizionati, freschi o congelati, e 350.000 mq di piazzali, 200.000 mq di aree verdi e 15.000 mq di uffici l’Interporto di Rivalta Scrivia è una grande infrastruttura per la logistica a conduzione diretta in grado di immagazzinare, conservare, manipolare, smistare confezionare e distribuire le merci in arrivo e in partenza da e per tutto il mondo.
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Ferport: variazione di bilancio di 200.000 euro a favore dei treni del porto ariazione di bilancio di 200.000 euro a favore dei treni del porto Napoli. Dopo un anno di CIG ordinaria a rotazione per 10 dipendenti, la società di servizi e manovre ferroviari portuali Ferport Napoli SrL, dal 5 luglio scorso è in liquidazione, con la diretta conseguenza di messa in CIGs del totale dell’organico (21 unità, mentre 2 sono temperaneamnete impiegate presso l’Interporto di Nola). Ferport Napoli, compartecipata per il 51% da Serfer SrL di Trenitalia SpA, per il 34% dall’AP di Napoli e per il restante 15% dall’Interporto Campano, non ha più treni da manovrare. Le cause sono come il gatto che si morde la coda: tariffe alte che rendono molto competitivo il trasporto su gomma, erodendo la massa critica necessaria a comporre i treni. Il destino profilato sembra lo stesso di Genova, che un anno fa, dopo un processo di liquidazione volontaria – seguito dallo stesso liquida-
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tore, Giovanni Marciani, che sta ora seguendo quella di Napoli - e la messa a gara dei servizi, ha visto aggiudicarsi il bando alla società privata FuoriMuro (compartecipata dalla Compagnia Pietro Chiesa, da Rivalta Terminal Europa e da InRail di Guido Porta) che ha acquisito la concessione in esclusiva delle manovre ferroviarie all'interno del Porto di Genova ed assorbito l’intero organico di Servizi Ferroviari Portuali FERPORT. Già nelle settimane scorse il Comitato portuale di Napoli aveva dato mandato al Presidente Dassatti di trovare soluzioni per la continuità dell’impresa - fondamentale per mantenere il posizionamento del porto sul mercato in base ai parametri comunitari, che indicano prioritario il trasporto su ferro delle merci in entrata e in uscita dai porti, per l’abbattimento di CO2 e per il decongestionamento delle aree salvaguardando la forza
lavoro impiegata. Tale volontà è stata adesso ratificata con l’approvazione di una variazione di bilancio di 200.000 euro da destinare all’esercizio dell’impresa di servizi ferroviari per il mantenimento provvisorio di questa attività di interesse generale, in attesa che si definisca un minipiano industriale, che tuttavia ha un compito molto gravoso. Infatti tornando a Genova, come riportato da La Repubblica recentemente, Enrico Melloni, Direttore regionale Trenitalia-Liguria ha dichiarato che ancora oggi il 92% delle merci che sbarcano
proseguono su gomma a causa dei tempi per far uscire un carro ferroviario dal porto, equivalenti a quelli che un camion impiega da Genova a Milano, aggiungendo che “perciò più che la realizzazione del Terzo Valico occorre intervenire sulle infrastrutture portuali”. A Napoli si aggiungono i nervosismi di uno dei soci, l’Interporto Campano, che non si è presentato al Tavolo tecnico indetto dalla Regione, che, ciononostante, ha definito il mantenimento di almeno una squadra in porto ed il distacco temporaneo del resto dell’organico in altre sedi di
Serfer, dietro un impegno della società ISO, Intermodal System Organization, che compone treni blocco tra l’Adriatico, il Basso Lazio e il porto di Napoli, ad effettuare almeno 3 treni alla settimana. Uno dei nodi di fondo resta le condizioni infrastrutturali fuori porto, che obbligando a molte manovre (unione e distacco di rotabili, spostamento da un posto all’altro, esecuzione dei movimenti per comporre e scomporre i treni) aumentano ulteriormente tempi e i costi. Per quanto riguarda le parti sociali, la FIT Cisl ritiene prioritario “salvaguardare i
livelli occupazionali. I lavoratori sono consapevoli della grave situazione, hanno già fatto sacrifici e continueranno a farli” dichiara Ugo Milone, Coordinatore nazionale porti e Segretario regionale FIT Cisl, “Ci auguriamo che le manovre ferroviarie si riprendano al più presto, evitando che i lavoratori siano dispersi” Signor Milone avete preferenze su possibili soluzioni future? “Non ci interessa chi sarà o meno a dirigere l’azienda, ma di salvare l’occupazione. Il resto viene da sé”. Giovanna Visco
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