giugno 2013

Page 1

www.informatorenavale.it

Atene

niCArAguA

CivitAveCChiA

Cosco farà del Pireo il porto più grande

La Cina investirà 50 miliardi per un supercanale più grande di Panama

La nuova sfida del porto

del mediterraneo

pag. 5

pag. 6

pag. 7

Sped. in A. P. - 45% - art. 2 comma 20/B, Legge 662/96 - Filiale di Napoli Imprimé a Taxe Reduite - Taxe Percue - Tassa Riscossa - Napoli Italy

ANNO 51° — N° 6 — GIUGNO 2013

€ 0,51 — iSSn0393/9952

una copia ia

Roma: assemblea della Confitarma. Indicato Emanuele Grimaldi come prossimo Presidente OMA – Il 19 giugno a Roma, presieduta da Paolo d’Amico, si è tenuta la sessione privata dell’Assemblea della Confederazione Italiana Armatori che ha proceduto all’approvazione del bilancio e della Relazione annuale sull’anno 2012. La Commissione di designazione ha anticipato all’Assemblea che dalle consultazioni per la futura presidenza, è risultato candidato unico Emanuele Grimaldi, attuale Vice Presidente di Confitarma. L’Assemblea si riunirà di nuovo il 9 ottobre per procedere all’elezione del nuovo Consiglio e del nuovo Presidente della Confederazione. Entro la fine dell’anno verranno nominati tutti gli altri organi sociali della Confederazione.

R

Nel corso dell’Assemblea il Presidente d’Amico ha illustrato l’attività svolta da Confitarma in relazione alle problematiche del settore sottolineando che la generale confusione politica in cui si è venuto a trovare il nostro Paese nell’ultimo anno ha reso particolarmente difficili i rapporti con la Pubblica Amministrazione e in particolare con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Nonostante il generale contesto non facile – ha affermato Paolo d’Amico – Confitarma ha comunque ottenuto quello che si poteva otper garantire la tenere competitività della nostra flotta, che alla fine del 2012 è pari a 19,1 milioni di tonnellate di stazza, consistenza confermata anche a giugno 2013, si posiziona al 12° posto

nella graduatoria mondiale delle principali flotte ed al quarto posto tra le flotte di bandiera dell’Unione europea e si conferma tra le più giovani al mondo, con il 66% del naviglio di età inferiore ai 10 anni ed il 44% con meno di 5 anni”. “Gli armatori italiani, nonostante l’avversa congiuntura economica – ha concluso il Presidente di Confitarma – crescono e continuano a competere sui mercati e siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto e fiduciosi di saper affrontare con vigore le sfide future”. Infine, l’Assemblea, nel ricordare che i fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono ancora trattenuti in India, ha auspicato che la vicenda possa finalmente essere risolta con il loro rientro in Italia al più presto.

Napoli: collaborazione tra Grimaldi Lines e ISC (Interporto di Nola) N APOLI – Interporto Servizi Cargo e Grimaldi Lines hanno stretto una collaborazione operativa, per sviluppare il traffico intermodale da tutta l’Europa e dal Nord Italia verso la Sicilia, Tunisia e Libia e viceversa. Progetto, presentato al recente Transport logistics di Monaco di Baviera, consente agli operatori di avvalersi di tutti i mezzi di trasporto: Nave – Gomma – Treno, sfruttando pienamente le potenzialità delle Autostrade del Mare, mettendo in stretta connessione due nodi logistici del Sud Italia, quali il porto di Salerno e l’Interporto di Nola. Il treno verrà utilizzato per il trasporto fino all’Interporto di Nola, per gli spostamenti delle merci continentali, da Nola verso Salerno si utilizzeranno navette “camionistiche”, le merci verranno imbarcate al porto di Salerno, su navi Ro-Ro della Grimaldi raggiungeranno la Sicilia e i paesi del Nord Africa. Secondo stime, questa collaborazione – grazie alla intermodalità – consentirà di abbattere i costi del trasporto fino al 10% rispetto ad altri sistemi di trasporto merci. Con una Unica prenotazione per tutta la tratta, la collaborazione ha l’obiettivo di rendere più efficiente il trasporto sia come costi che come tempi, dal centro dell’Europa si potrà raggiungere in 61 ore le città di Palermo e Catania. Nel 2009 Interporto Campano ha costituito Interporto Servizi Cargo (I.S.C.), operatore intermodale ed impresa ferroviaria che gestisce un proprio servizio di tra-

sporto combinato merci a livello nazionale e internazionale, costituita dai più grandi operatori logistici italiani ed europei. L’interporto fa parte del Distretto CIS, Interporto, Vulcano riunisce tre realtà che operano in stretta sinergia, ciascuna con una specifica funzione: il CIS nella distribuzione, l’Interporto nella logistica integrata ed il Vulcano Buono nei servizi e il retail. Su una superficie di circa 5 milioni di metri quadrati, con 1.000 aziende e 9.000 addetti, rappresenta un vero e proprio Distretto del terziario avanzato dove si integrano tutte le fasi della filiera logistica/distributiva ed ogni tipo di servizio, da quello ai trasporti, a quello alle aziende ed alle persone. E’ l’unico interporto italiano ad avere al suo interno una Stazione ferroviaria elettrificata con 13 binari inserita nella rete nazionale, il cui sistema ferroviario si integra con il Terminal Intermodale gestito dalla società TIN (Terminal Intermodale Nola), che con 225.000 mq, 6 binari per la movimentazione merci ed un’area doganale di custodia temporanea, rappresenta il cuore dell’Interporto. Interporto ISC in partnership con i più importanti Operatori Intermodali europei, quali Inter Ferry Boats (ferrovie Belghe), Hupac (ferrovie svizzere) e Kombiverkehr (ferrovie Tedesche) è in grado raggiungere ben 50 destinazioni in Europa (Belgio, Francia, Germania, Olanda e Paesi dell’Est). In 3 anni di attività la ISC ha trasportato circa 70.000 UTI, producendo circa 3.000 treni e percorrendo quasi 2.000.000 di km sulla rete ferroviaria nazionale (50 volte il giro del Pianeta). La crescita di ISC vede la società posizionarsi, nel trasporto combinato delle merci, come uno dei principali Player privati nazionali, con interesse a sviluppare un network treni sempre più radicato tra il Nord ed il Sud del nostro Paese.

Napoli: Navalcantieri Italia con il vento in poppa NAPOLI, 28 giugno 2013 – C’e’ anche chi và controcorrente in questo particolare momento di crisi che si registra in Italia e in Campania. E’ il caso della Navalcantieri Italia srl, una società che opera nel campo della meccanica navale da lungo tempo, con sede operativa all’interno del porto di Napoli. Il consolidamento di queste performance è avvenuto con il cambio dell’ A.D. nella persona di Gennaro Ievoli: “Conti in ordine bilanci positivi, al passo dei tempi per qualità di competenze e attaccamento al lavoro’’ ha dichiarato Ievoli. Sono 20 il numero degli addetti della Navalcantieri Italia srl, senza contare quelli dell’indotto. Dall’inizio di quest’anno la Navalcantieri Italia srl è stata designata dal colosso mondiale PRESS-VAC agente in tutta talia, nel campo navale ed industriale.La Navalcantieri Italia srl è nata come costola della Marnavi spa prestigiosa società di navigazione napoletana che opera in tutto il mondo con i più grandi player del settore petrolchimico ed altro. “Il segreto della Navalcantieri Italia srl si racchiude’’ conclude Gennaro Ievoli “in una squadra coesa e di persone competenti, come il capo officina, le squadre tecniche e di meccanici e, non ultimo, mio cugino Antonio dElia.” L’azienda napoletana spera di incrementare ulteriormente le commesse di lavoro, per creare nuovi posti di lavoro.

Napoli: la Tirrenia Cin subisce la concorrenza della Regione Sarda

APOLI– Ci sono cose che proprio non vanno giù. In Gallura un gruppo di 60 imprenditori turistici ha deciso di dar vita ad una società di navigazione dal nome significativo “Go Sardinia” per combattere il caro traghetti e “per liberare la Sardegna dal cartello delle compagnie napoletane” - come dicono nell’isola – E fin qui tutto regolare, liberi gli imprenditori di costituire una società, liberi anche di noleggiare una nave per la prossima stagione estiva. Ma che ti noleggiano? La “Kritu, costruita nei cantieri giapponesi Mihara nel 1979, poi ristrutturata e finita nella flotta della greca Anek Lines nei collegamenti tra Patrasso e Venezia. Ma poi la stessa Anek, per questa linea ha noleggiato da Aldo Grimaldi, una unità più moderna. Così la “Kritu” arriva ai sardi. E la società “Go Sardinia” che vuole passare come la salvatrice della patria, mette in linea una nave di 34 anni di età che oggi nessuno vuole. E’ proprio la soluzione giusta da offrire ai sardi, anche in termini di efficienza e sicurezza? L’impressione è che in questa guerra tra i sardi di Cappellacci ed i “napoletani” a perderci siano, alla fine, proprio i sardi.

N

continua a pag. 2


Pag. 2

ANNO 51° - N°6 - GIUGNO 2013

DALLA PRIMA PAGINA TIRRENIA CIN Ora, al di là del fatto che non si capisce come si sia sempre più alimentato, con la benedizione del presidente della Regione, questo livore nei confronti dei “napoletani” rei di aver avuto per anni la sede della Tirrenia che, forse, per il passato non ha trattato i sardi proprio al meglio ma che ora sicuramente ha cambiato musica, c’è da dire che “I napoletani” hanno sostituito le vecchie navi che servivano l’isola con traghetti moderni, sicuri ed efficienti. I sardi lamentavano di non avere marittimi a bordo? Ebbene il management di Tirrenia Cin ha dato vita a speciali corsi di formazione per i giovani sardi che, certo, nel

loro dna non hanno mai avuto la passione per il mare. Il turismo verso l’isola è drasticamente calato? Sempre Tirrenia-Cin, per cercare di incentivarlo, ha stretto accordi con i tour operator, con strutture alberghiere, con la società aerea Meridiana, con i porti turistici, offre sconti, inventa il pagamento dei biglietti a rate: tutto per stimolare a visitare la splendida isola verde. Ed allora, ci si chiede, cui prodest questa guerra inutile che fa male a tutti? Il sospetto è che nelle mire dei politici legati a Cappellacci – quelli che continuano a fare la guerra anche dopo il fallimento della flotta sarda creata dalla Regione e conclusasi lasciando sul terreno un bel po’ di debiti che ricadranno sui cittadini dell’isola – ci siano soltanto i contributi che lo Stato dà a Tirrenia per garantire la continuità territoriale

L’inFOrMAtOre nAvALe di napoli giornale Marittimo È un periodico edito dalla EDI.MAR. sas di Gennaro Scotto Pagliara Direttore Responsabile gennArO SCOttO PAgLiArA Condirettore: SiLviO SCOttO PAgLiArA Sede: Stazione Marittima (Porto), 80133 Napoli Direzione, redazione e pubblicità: Calata Vitt. Veneto (ex manufatto USO) ☎ 081-203633 - Fax 081-289854 e-mail: gescotto@tin.it Registrazione presso il Tribunale di Napoli n° 1716 del 18/7/1964. Registro Nazionale della Stampa n° 9504 Spedizione in Abbonamento Postale

impaginazione e grafica eDiMAr sas. Stampa: ALFA di Castaldo gaetano napoli

Napoli: Maurizio Salvi di Msc Crociere e Flavio Natale di SKYTV comunicatori anno 2013 NAPOLI – Maurizio Salvi di MSC Crociere e Flavio Natalie di Sky sono i “comunicatori dell’anno” a cui è stato assegnato il riconoscimento per il 2013. I due responsabili della comunicazione delle rispettive strutture hanno vinto la quinta edizione del Premio Comunicatore dell’anno assegnato, come di consueto, dalla Fondazione Valentino nell’ambito del Premio Ischia internazionale di giornalismo. I premi sono stati attribuiti “a due professionisti che nel corso dell’anno si sono imposti all’opinione pubblica attraverso le attività di comunicazione sviluppate per la capacità di riuscire a dare incisività all’azione delle organizzazioni di appartenenza in un periodo di particolari difficoltà legate alla crisi”. A Maurizio Salvi, Direttore Relazioni Esterne di MSC

Crociere, la Fondazione Valentino ha riconosciuto “la capacità di aver strutturato la comunicazione del gruppo, valorizzandone le competenze e lo sviluppo motivazionale delle risorse. MSC Crociere ha attivato un tipo di comunicazione promozionale centrata su contenuti emozionali e suggestivi di grande efficacia. A questo proposito si è scelto di premiare Salvi come “comunicatore dell’anno” valutando le attività di comunicazione corporate e di funzione sviluppate in una organizzazione di grande successo.” “Vincere il prestigioso Premio Ischia credo sia l’ambizione di qualsiasi comunicatore, per questa ragione ne sono molto orgoglioso” ha affermato Maurizio Salvi, Direttore Relazioni Esterne di MSC Crociere. “Un riconoscimento che ricevo grazie a MSC Crociere, una compagnia

straordinaria che mi ha dato l’opportunità di ideare, organizzare e seguire numerosi eventi e iniziative di comunicazione di portata nazionale e internazionale. Il mio ringraziamento va quindi all’armatore, al mio staff e a tutta la compagnia che è dotata di grandi professionalità e di una forza propulsiva difficile da trovare in altre aziende multinazionali” A Flavio Natalie “per aver saputo costruire in questi anni una via sorprendente, sempre nuova e originale alla comunicazione aziendale nel settore televisivo, valorizzando sia i contenuti televisivi come i programmi in onda (le prime tv, le esclusive sportive, l’intrattenimento) sia la forza complessiva dei suoi prodotti (Skytg24, Sky sport, Sky cinema), sia il marchio Sky che l’innovazione tecnologica legate alla visione”.

ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Pubblicazione iscritta al Centro Nazionale ISDS (International Serials Data System) del Consiglio Nazionale Ricerche con il numero di codice ISSN 0393-9952. Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n° 5707 Responsabile del trattamento dei dati personali (D.Lgs.196/2003) gennaro Scotto Pagliara Direttore dell’Informatore Navale di Napoli


ANNO 5째 - N째6 - GIUGNO 2013

Pag. 3


Pag. 4

ANNO 51° - N°6 - GIUGNO 2013

Napoli: la ricerca di SRM ”Un Sud che innova e produce” APOLI 26 giugno 2013 – È stata presentata oggi, nel corso di un convegno nella sede del Banco di Napoli, la ricerca realizzata da SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) dal titolo “Un Sud che innova e produce. La filiera agroalimentare”, secondo volume della collana di studi sui settori manifatturieri di punta del Mezzogiorno. Il convegno introdotto dal Presidente del Banco di Napoli, Maurizio Barracco, e dal Presidente di SRM, Paolo Scudieri, si è concentrato in particolare sulla filiera agroalimentare intesa come settore sintesi di tradizione e innovazione; un comparto che può crescere ed essere rilanciato, soprattutto sui mercati esteri, se posto al centro di un sistema logistico efficiente, di supply chain internazionali e sviluppando reti di impresa in un’ottica di sinergia produttiva e distributiva. I risultati della ricerca – presentati da Massimo Deandreis, Direttore Generale di SRM, e Olimpia Ferrara, Responsabile Reparto Imprese e Terzo Settore di SRM – hanno evidenziato un Mezzogiorno protagonista, che copre un’ampia porzione degli oltre 267 miliardi di euro di PIL generati dal settore agroalimentare italiano. Un Sud che conta il 45% delle imprese attive del comparto, il 43% degli occupati e che genera 5,7 miliardi di export. Ne hanno poi discusso nella tavola rotonda “Spunti e proposte per il rilancio della filiera agroalimentare del Mezzogiorno”, Sabino Basso, Presidente Confindustria Campania, Annibale Pancrazio, Vicepresidente Federalimentare e Presidente ANICAV, Maurizio Marson, Direttore Generale Agriventure (Gruppo Intesa Sanpaolo), Giuseppe Calcagni, Presidente Besana Group, Piero Mastroberardino, Presidente e CEO Mastroberardino S.p.A., Biagio Mataluni, Presidente Oleifici Mataluni–Olio DANTE e Valentina Sanfelice di Bagnoli, Amministratore Delegato del Centro Agroalimentare di Napoli. Maurizio Barracco, Presidente Banco di Napoli: “Oltre ad essere uno dei punti di forza della nostra economia, l’agroalimentare presenta caratteristiche e tipicità che sono conosciute ed invidiate in tutto il mondo. E’ quindi un punto di forza sul quale puntare e che va anzi rafforzato e adeguato alle diverse esigenze del mercato internazionale e che certamente va anche in parte ripensato in un’ottica di valorizzazione del territorio del Mezzogiorno, possibilmente in una logica di filiera che vada ad integrarsi anche con settori diversi come il turismo e le specifiche Culture del nostro straordinario territorio.” Paolo Scudieri, Presidente SRM: “Con questa nuova ricerca sulla filiera agroalimentare SRM prosegue il ciclo di studi inaugurato lo scorso anno dedicato ai settori manifatturieri di punta del nostro Mezzogiorno. Dopo le analisi su Automotive e Aeronautico, SRM vuole continuare a portare alla luce un elemento di cui c’è poca consapevolezza nel dibattito sullo sviluppo economico del Paese, ossia che nel Mezzogiorno, nonostante la crisi, esiste un tessuto di imprese eccellenti che rappresentano il driver fondamentale per riprendere a crescere; l’agroalimentare con le sue 390mila imprese meridionali ed un export di oltre 5,6 miliardi di euro rappresenta in pieno il “Sud che innova e produce” con la sua voglia di crescere e competere”. Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM: “Raramente si mette in evidenza che, degli oltre 267 miliardi di euro di PIL generati dal settore agroalimentare italiano, circa il 30% è rappresentato dalle imprese meridionali; inoltre spesso si dimentica

N

il peso ancora maggiore del contributo di “domanda” interna e di mercato del Mezzogiorno. È con questa ricerca, e attraverso la discussione attivata nell’ambito del convegno di oggi, che SRM vuole sottolineare i vantaggi competitivi che può offrire la valorizzazione e la qualificazione del tessuto imprenditoriale meridionale per il rilancio del settore agroalimentare. Innovazione, apertura internazionale, efficienza logistica. È da qui che occorre partire per disegnare lo scenario economico del Mezzogiorno e di tutto il Paese nel prossimo futuro”. RISULTATI PRINCIPALI DELLA RICERCA Il valore economico della supply chain alimentare nell’UE27 è rilevante, si stima che sono presenti oltre 30 milioni di occupati che hanno lavorato in quasi 17 milioni di imprese realizzando quasi 800 miliardi di euro di valore aggiunto. In Italia il settore agroalimentare si presenta come un settore ricco di opportunità ed economicamente significativo. L’Agricoltura presenta un valore aggiunto di 28,1 mld di euro pari al 2% della ricchezza complessiva ma che interagendo con tutti i settori ad essa collegati – industria alimentare, distribuzione, servizi e quindi l’indotto – raggiunge un valore complessivo di 267 miliardi di euro pari al 17% del PIL, in crescita di oltre il 10%, a partire dagli anni ’90. Circa il 20% della filiera (53,8 mld) è da attribuire alla produzione agroindustriale (agricoltura e industria alimentare) ed una fetta consistente è rappresentata dal Mezzogiorno (circa il 30%). Le altre principali componenti, sono rappresentate da circa 109 miliardi di valore della commercializzazione e distribuzione, 43,9 miliardi di valore aggiunto dei servizi di ristorazione, circa 24,2 miliardi di consumi intermedi agricoli e 17,9 miliardi di investimenti agroindustriali. La produzione agroindustriale rappresenta un valore riconosciuto nel mondo per l’elevata qualità della materia prima e la capacità di trasformarla in prodotti di eccellenza. A tal proposito è bene ricordare che l’Italia nel settore agricolo si posiziona al 2° posto in Europa, dopo la Francia (35,8 miliardi di euro), con un Valore aggiunto pari al 14% dell’Ue 27 (200,1 mld di euro, anno 2012) ed al quarto posto in quello alimentare, con una quota pari al 10,9% del Valore aggiunto europeo, dopo la Germania (16,8%), la Francia (15,9%) ed il Regno Unito (14,8%). Il settore agroalimentare, quindi, rappresenta una delle eccellenze produttive del Made in Italy e costituisce, insieme alla moda, l’emblema dell’Italian way of living. Rilevante è il valore del nostro brand all’estero: i prodotti alimentari di qualità sono il vero punto di forza che consente all’Italia di occupare il primo posto nella speciale classifica del Country Brand Index 2012-2013, insieme al patrimonio storico artistico e culturale. Dal punto di vista dinamico il settore ha mostrato nel tempo un sentiero di crescita piuttosto sta-

bile rispetto ad altri settori ed ha evidenziato una notevole capacità di tenuta anche durante i periodi di congiuntura economica negativa, sia per quanto riguarda la produzione che per quanto riguarda i livelli occupazionali. Le migliori performance del settore, tuttavia, non devono far passare in secondo piano alcune criticità che si stanno accentuando negli ultimi anni. La riduzione del potere di acquisto delle famiglie ha innescato una forte contrazione dei consumi alimentari, determinando un calo dell’attività produttiva che solo in parte è stato compensato dalla crescita sostenuta delle esportazioni. Secondo le stime del centro studi di Federalimentare infatti, nel corso del 2012 la produzione agroalimentare si è ridotta dell’1,4% (in Ue +2%) e solo la dinamica dei prezzi ha reso possibile una crescita del fatturato complessivo di settore del 2,3%. Incide il calo della produttività del settore italiano (circa l’1% ogni anno nell’ultimo decennio) ed il gap esportativo che, nonostante una crescita interessante dell’export alimentare nazionale, ancora permane nei confronti dei principali competitor quali Francia e Germania. Quest’ultimo punto evidenzia come l’industria alimentare italiana sia ancora strettamente dipendente dalla debole dinamica della domanda interna. Oltre al calo della produttività dei consumi ed al gap esportativo, i punti di debolezza rilevati sono: • polverizzazione dell’offerta (forte prevalenza di medie e piccole imprese a cui spesso si associano limitazioni in termini di risorse di capacità strategica); • squilibri nella distribuzione del valore lungo la filiera (squilibrio nella catena del valore del sistema alimentare, che avvantaggia le attività legate al trasporto ed alla distribuzione, a scapito dell’agricoltura e dell’industria alimentare. Lo scarso spirito collaborativo porta le PMI ad operare secondo una logica di concorrenza più che di collaborazione con le altre imprese del settore); • scarsa propensione all’innovazione (nonostante l’attenzione all’innovazione sia crescente, le imprese presentano una bassa capacità di innovazione con un livello delle spese in ricerca e sviluppo decisamente contenuto, rispetto ad altri settori e rispetto alla media italiana) • criticità logistiche (manca un sistema basato sulla progettazione di filiere logistiche agroalimentari dove vengono localizzate competenze, si sviluppino relazioni e siano forniti innovativi servizi materiali ed immateriali sia all’imprenditoria locale che ad operatori esterni, anche a livello internazionale. La disponibilità di efficienti terminali di trasporto è fondamentale per permettere al sistema agroalimentare italiano di creare valore aggiunto). LE 10 CHIAVI DI AZIONE - Favorire la crescita dimensionale attraverso anche il contratto di rete

- rafforzare l’interesse per l’innovazione - impegnarsi per una maggiore apertura all’internazionalizzazione - implementare un sistema logistico efficiente - migliorare la valorizzazione della qualità del prodotti italiani - favorire l’inserimento delle imprese italiane nella supply chain internazionale per cogliere le nuove correnti di sviluppo - rafforzare e consolidare l’interconnessione tra gli attori della filiera - migliorare la tracciabilità e la sicurezza alimentare - mantenere una lente puntata sul soddisfacimento dei nuovi bisogni dei consumatori - sviluppare una produzione che non perda mai di vista il concetto di sostenibilità ambientale.

TERMINAL FLAVIO GIOIA SpA EQUIPMENT: MOBILE CRANE GOTTWALD SWL 100 Tons, Post-Panamax MOBILE CRANE GOTTWALD SWL 100 Tons MOBILE CRANE GOTTWALD SWL 60 Tons REACH STEAKER CVS 42 Tons REACH STEAKER CVS 42 Tons REACH STEAKER FANTUZZI 45 Tons REACH STEAKER FANTUZZI 45 Tons FRONT LIFT TRUCK FANTUZZI SWL 45 Tons FRONT LIFT TRUCK FANTUZZI SWL 45 Tons FRONT LIFT TRUCK CVS SWL 42 Tons FRONT LIFT TRUCK CVS SWL 18 Tons FORK LIFT CATERPILLAR SWL 40 Tons FORK LIFT CATERPILLAR SWL 45 Tons FORK LIFT CATERPILLAR SWL 45 Tons FORK LIFT TCM SWL 08 Tons FORK LIFT TCM SWL 08 Tons FORK LIFT TCM SWL 08 Tons

MULTIPURPOSE TERMINAL OPERATORS - NAPOLI CALATA VITTORIO VENETO 80133 NAPOLI PORTO TEL.: 081-265888/266106 - FAX: 081-282348 E-MAIL: tfg@mclink.it - tfg@portnet.it

ALTAMENTE SPECIALIZZATI IN

CONTENITORI - HEAVY LIFT - RO/RO MERCI VARIE - IMPIANTISTICA TRASPORTO INTERMODALE -

MAGAZZINO DOGANALE IMPIANTO ALIMENTATO PER CONTENITORI REEFER L’AREA TFG È DI 32.000 mq . ORMEGGI 42 - 43 - 45 - 46 -48-49

MEMBER OF THROUGH TRANSPORT CLUB LONDON TMS ITALIA GENOA


ANNO 51° - N°6 - GIUGNO 2013

Pag. 5

Atene: Cosco farà del Pireo il porto più grande del mediterraneo

Antonis Samaras

TENE, 27 giugno 2013 - Il gruppo Cosco, il colosso cinese della logistica marittima, intende effettuare

A

nuovi investimenti per un totale di 224 milioni di euro nel porto ateniese del Pireo per renderlo il più grande ed efficiente del Mediterra-

neo. Lo ha detto ieri il premier greco Antonis Samaras durante l’inaugurazione del molo n. 3 del porto alla presenza del presidente della società, Wei Jiafu. Il nuovo investimento, ha spiegato il premier, prevede l’estensione della parte occidentale del molo n. 3 e la creazione di 500 nuovi posti di lavoro. “E’ in corso una nuova trattativa – ha detto Samaras – che riguarda opere per un totale di 224 milioni di euro per la costruzione della parte occidentale del molo n. 3 del porto con la creazione di 500 nuovi posti di lavoro fissi e 200 posti di lavoro in più per i prossimi tre anni, quanti durerà la costruzione”. Il premier ha sottolineato che la Cosco ha investito sinora in Grecia 340 milioni di euro e ci sono ancora grandi possibilità di

Porto del Pireo

ulteriori investimenti. Da parte sua il presidente della Cosco ha ricordato che la filiale del gruppo (Sep. A.E.) ha trasportato durante il primo anno dell’accordo 116.000 container di merci che nel 2012 hanno raggiunto i 2,1 milioni, mentre nel 2013 si prevede che tale

cifra potrà superare i 2,5 milioni. “La Cosco – ha detto Jiafu – aumenterà la quantità delle merci dirette verso la Grecia. Porteremo più container destinati a raggiungere l’Europa per mezzo di ferrovie per le quali abbiamo già espresso

il nostro interesse al premier greco. Inoltre – ha concluso Jiafu – vogliamo investire ancora sul molo n. 3 del porto per aumentare il transito dei container a oltre 5 milioni e facendo così del porto del Pireo il numero uno del Mediterraneo”.


Pag. 6

ANNO 51° - N°6 - GIUGNO 2013

Nicaragua: la Cina investirà 50 miliardi di dollari per un supercanale più grande di Panama

na crescita del Prodotto interno lordo (Pil), oggi attorno al 4-5%, fino al 10,8% nel 2014 e al 15% nel 2015, in vista, addirittura, di un “raddoppio” dell’economia nel 2018: a ciò, secondo le stime del segretario per le politiche pubbliche del governo, Paul Oquist, il Nicaragua arriverà grazie al Grande Canale Interoceanico tra l’Atlantico e il Pacifico, un progetto antico quasi due secoli, che sembra sul punto di concretizzarsi attraverso due disegni di legge all’esame del Congresso. In attesa dell’assemblea plenaria di giovedì – il parlamento è dominato dai sandinisti del presidente

U

Daniel Ortega – le proiezioni ufficiali prevedono che il Canale triplicherà il numero di posti di lavoro al livello nazionale. Si stima che per la realizzazione del Canale occorreranno 10 anni e saranno necessari stanziamenti, iniziali, di 40 miliardi di dollari. Panamá, per costruire una nuova serie delle gigantesche chiuse del Canale, complete nel 2015, sta pagando circa 5,2 miliardi di dollari. Fa discutere alcuni settori la decisione di assegnare la concessione del mega-progetto all’azienda cinese HK Nicaragua Canal Development Investment Co. Limited, con sede a Hong Kong. La proposta di Ortega prevede inoltre che la conces-

sione durerà 50 anni e potrà essere prorogata per altri 50 da parte della stessa azienda: quest’ultima è guidata da un imprenditore, Wang Jing, che l’opposizione definisce “un avvocato e non un uomo d’affari” senza esperienza di progetti di tale portata. Ripercorrendo le tappe storiche del progetto, il presidente del Congresso, il sandinista René Núñez, ha ricordato che risale al 1826, cinque anni dopo l’indipendenza del Centroamerica dalla corona spagnola. Nel 1830 il Nicaragua cominicò a promuoverne la realizzazione cedendo a una società a capitali olandesi la concessione per cominciare i lavori, ma senza successo.

Nel 1849, durante la ‘febbre dell’oro’ negli Stati Uniti la concessione passò all’imprenditore Cornelio Vanderbilt, con l’incarico di utilizzare il tratto tra il fiume San Juan, il Lago de Nicaragua e l’Istmo de Rivas, nel sud del paese. Nel 1850, il Trattato Clayton-Bulwer cambiò le carte in tavola, cancellando la concessione precedente per disporre inoltre che né gli Usa né l’Inghilterra potessero costruire un canale attraverso il Nicaragua, a meno di un accordo bilaterale. Nel Nel 1904 il Congresso statunitense scartò infine l’ipotesi di un canale in Nicaragua sembra a causa di un sigillo che ritraeva nel Grande Lago un vulcano in eruzione, optando così per Panamá. Dal 1914 al 1971 è in ogni caso rimasto in vigore un patto bilaterale per la realizzazione di una via interoceanica analoga a Panamá. Il progetto del ‘Gran Canal Interoceanico de Nicaragua’ prevede un passaggio oceanico più largo di quello del nuovo Panamá ampliato e un ‘corridoio secco’ con una ferrovia, oleodotti, porti e scali aerei, sia dal lato Atlantico che da quello Pacifico. La proposta del go-

verno è sostenuta dal settore imprenditoriale che, tuttavia, chiede come condizione priorità ai lavoratori nicaraguensi e alle imprese nazionali, trasparenza e tutela dell’ambiente. Ma l’impatto ambientale è proprio l’aspetto su cui il mega-progetto incontra le più stre-

nue resistenze: sebbene il tracciato della via interoceanica non sia stato ancora definito, tutti e quattro quelli al vaglio delle autorità attraversano almeno in parte il Gran Lago che la legislazione vigente classifica come una “riserva naturale di acqua potabile”.

NICARAGUA - AVVISO COSTRUZIONE DEL NUOVO CANALE INTEROCEANICO Mercoledì 29 Agosto 2012 11:45 Visite: 209 Fiere e gare OGGETTO: Avvio dello studio di prefattibilità. LOCALITA’: Nicaragua INFORMAZIONI: Il governo nicaraguense ha posto le basi giuridiche per dare avvio alla grande opera di costruzione del Canale che colleghera’ la costa del Pacifico con quella Atlantica. Nel passato sono state esaminate diverse possibili rotte di collegamento tra i due oceani ed ora il governo intende approfondire lo studio della rotta lungo il fiume San Juan. A questo fine l’Autorita del Gran Canal ha firmato con il consorzio Royal Haskoning, di cui fanno parte le imprese olandesi DHV , B.V. e Ecorys, un contratto per l’esecuzione di uno studio di prefattibilita’ che dovra’ analizzare la fattibilita’ tecnica, finanziaria ed economica delle opere di costruzione con particolare attenzione alla gestione delle acque ed all’impatto ambientale. CONTATTO: Ufficio Commerciale dell’Ambasciata d´Italia a Managua – NICARAGUA


ANNO 51° - N°6 - GIUGNO 2013

Pag. 7

Inaugurata questa mattina (con sei mesi di anticipo) la prima banchina della Darsena Sant’Egidio. Al via la “Due giorni del Mediterraneo”. Interesse del gruppo Gavio e di Contship Italia per il nuovo terminal container.

Civitavecchia: la nuova sfida del porto IVITAVECCHIA, 21 giugno 2013 – Dal passato e dal presente le chiavi per costruire un futuro che passa attraverso la realizzazione della più importante piastra logistica e di un terminal container in grado di accogliere, probabilmente unico per dimensioni e ambizioni, nel panorama italiano, le navi portacontainer giganti che detteranno legge sull’interscambio mondiale delle merci. Questo il messaggio forte e chiaro che è emerso prepotentemente dalla Due giorni del Mediterraneo, apertasi questa mattina nel porto di Civitavecchia, con l’inaugurazione (sei mesi in anticipo rispetto alla ta-

C

bella di marcia dei lavori) della nuova banchina della Darsena Sant’Egidio. Il presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia, Pasqualino Monti, che ha ufficialmente annunciato la progettazione e la realizzazione di un grande terminal container in acque profonde, ha incassato anche il sostegno a questa iniziativa di due fra i maggiori gruppi trasportistici e logistici del mondo, la Contship Italia, che in Italia gestisce realtà portuali di successo come La Spezia, Gioia Tauro e Ravenna, e il gruppo Gavio (autostrade, porti, ferrovie e logistica integrata). Aperta dal Sindaco di Civitavecchia, Pietro Tidei, e culminata nella benedizione della banchina di Sant’Egidio da parte di monsignor Vincenzo Paglia nonché nel taglio del nastro del nuovo impianto, da parte del presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, la Due giorni del Mediterraneo ha acceso tutti i riflettori su quello che ormai viene definito “il miracolo Civitavecchia”, ma anche sulla storia che questo miracolo ha prodotto. Ne hanno parlato, l’ammiraglio Felicio Angrisano, comandante generale delle Capitanerie di porto, che si è soffermato sul fattore sicurezza che pare caratterizzare costantemente il lavoro nel porto di Civitavecchia; ne ha parlato Guido Grimaldi, dell’omonimo gruppo armatoriale

(oggi il più importante d’Europa, che ha tenuto a battesimo con una sua nave la nuova banchina e che ha annunciato proprio oggi il potenziamento dei servizi da Civitavecchia e l’apertura di una nuova linea per Valencia). Lo ha confermato il Sindaco di Civitavecchia ribadendo l’importanza di creare sinergia e sviluppo. Fondamentali per le ricadute concrete che potrebbero generare, gli interventi di Cristoforo Canavese (già presidente del porto di Savona) che ha parlato in nome del gruppo Gavio (era presente alla manifestazione Marcello Gavio) e di Marco Simonetti, amministratore del gruppo Contship Italia (anche in questo caso era presente, con Cecilia Battistello, il vertice aziendale). L’identikit che hanno tracciato del terminal container di cui ha bisogno il sistema paese, e della location “baricentrica” indispensabile per sfruttare l’opportunità generata dall’entrata in servizio delle navi portacontainer giganti nonché dalla concentrazione in atto (è recentissima l’intesa a tre fra Maersk, Msc e Cma-Cgm sulle rotte del traffico container), è esattamente quello del già progettato terminal di Civitavecchia, sul quale da oggi è palese l’interesse dei maggiori gruppi del settore. “Esiste la nostra volontà – ha affermato Simonetti, rompendo ogni indugio – di essere parte integrante di questa sfida”.Un imprimatur importante per il presidente dell’Autorità portuale, Pasqualino Monti, che nel suo intervento ha ricordato una per una le tappe della storia recente che hanno condotto lo scalo laziale a collocarsi in prima fila (come già accaduto per le crociere) anche nello sfruttamento delle opportunità che si stanno creando sui mercati globali del trasporto dei container. Monti, che ha ringraziato uno per uno, tutti i protagonisti di quello che ormai comunemente viene definito il miracolo Civitavecchia, ha tracciato le linee guida di un piano di sviluppo che ha “cambiato marcia” nell’aprile scorso con la firma dell’atto aggiuntivo con cinque ministeri, la Regione Lazio, cinque Comuni e aziende di Stato come RFI, Snam, Anas, Ardis e Fincantieri nonché il Consorzio Oasi di Porto e Fondazione Portus. Un’intesa che ha consentito al porto di Civitavecchia di lanciarsi in una nuova sfida, che prevede la realizzazione di importanti opere portuali ma anche di infrastrutture logistiche strategiche quali il completamento della Civitavecchia-Orte. Monti ha sottolineato le forti sinergie che si sono cementate con i ministeri competenti e con il presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Ha quindi citato quale progetto di punta quello in fase di realizzazione per fare di Fiumicino, in connessione diretta

con l’aeroporto Leonardo da Vinci, una base importante per le crociere. Ha poi focalizzato l’attenzione, oltre che sulla Darsena di Sant’Egidio, la cui prima banchina è stata costruita a tappe forzate, sul progetto del grande terminal container fra la Darsena servizi e la Centrale Enel. Un terminal in grado di accogliere navi da 18.000 teu, con fondali sino a 20 metri, aree di manovra e specialmente un retroterra (5 milioni di metri quadri di aree retro-portuali) che non trova equivalente in nessuna altra realtà portuale italiana. E sarà questo terminal il perno sul quale realizzare una piastra logistica laziale in grado di attirare anche importanti realtà produttive e quindi di generare occupazione. A questi appuntamenti l’Autorità portuale di Civitavecchia si presenta con una dote rappresentata da una crescita del 20% nei traffici, un incremento del 16% nell’occupazione e con un utile di esercizio 31 volte più consistente di quello del 2010. Monti ha anche confermato la realizzazione di un grande marina per mega yacht e di un acquario. Da Gianni Letta, il cui ruolo negli ultimi anni è stato determinante nella crescita di Civitavecchia, è giunto un autorevole avvallo alla progettualità del porto. Un porto che – ha sottolineato Letta – si connota, anche per la trasversalità politica dei consensi, “come il porto delle larghe intese”. Una conferma degli impegni anche infrastrutturali contenuti nell’Atto aggiuntivo dell’aprile scorso, è venuta dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha sottolineato come il porto sia la giusta sintesi fra visione e concretezza. Zingaretti ha assicurato il supporto della Regione per garantire trasparenza ed efficienza anche nella ricerca di finanziamenti per le infrastrutture e per il varo di norme che consentano la sburocratizzazione della macchina amministrativa. Mentre il presidente della Camera di Commercio di Roma, Giancarlo Cremonesi ha insistito sulle ricadute territoriali e produttive estese che potranno (come già avvenuto per le crociere) essere generate dalla realizzazione della piastra logistica e del terminal container. La mattinata (moderata da Franco Di Mare) si è conclusa con la benedizione del nuovo impianto portuale da parte di monsignor Vincenzo Paglia e con il taglio del nastro. Marco Impagliazzo presidente della Comunità di Sant’Egidio ha sottolineato il legame fra la Comunità e un porto, che più di altri è destinato a recitare quel ruolo di “punto di incontro e base di partenza verso altre culture”, che rappresenta il vero valore aggiunto di uno scalo marittimo.


Pag. 8

ANNO 51째 - N째6 - GIUGNO 2013


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.