Notiziario 2-3/'17

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NOTIZIARIO 2-3/’17 Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia w w w.i n g e g n e ri v e ro n a . i t

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Appennino centrale. Una sequenza di oltre 65.000 scosse Un aggiornamento sullo stato dei lavori e sulla progettazione geotecnica in corso d’opera di una delle più importanti opere infrastrutturali d’Europa, già presentata sul «Notiziario» 1/2014

APPARECCHIATURE DI SOLLEVAMENTO Indagine supplementare e vita utile residua delle apparecchiature di sollevamento

corriamo il rischio La partecipazione della delegazione di Verona al 62° Congresso nazionale ingegneri di Perugia


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Notiziario | 11

Sommario Notiziario Ordine

degli

Ingegneri

Verona

di

e

Provincia

13 nove anni dopo

di Ilaria Segala

15 Appennino centrale. Una sequenza di oltre 65.000 scosse

di Silvia Bonetti

▷ sisma 2016: l’attività dei volontari di Fabrizio Zanetti

22 il fiume e l’energia

di Michele Perazzoli

26 villa in sommacampagna p. 15

di Andrea Panciera

31 Indagine supplementare e vita utile residua delle apparecchiature di sollevamento

di Andrea Garzon, Alessandro Garzon

35 ingegneri in europa e dintorni

di Giovanna Ghio

38 corriamo il rischio p. 22

41 fLASH NEWS

p. 38

di Alessia Canteri

di Silvia Fazzini


12 | Notiziario Ordine

degli

Ingegneri

di

Verona

e

Provincia

Aprile - Settembre 2017 N° 132 Periodico trimestrale Aut. Tribunale Verona n. 565 del 7.3.1983 Direttore Responsabile Ilaria Segala Comitato di Redazione Angelo Bertolazzi, Silvia Bonetti, Alessia Canteri, Antonio Capizzi, Maurizio Cossato, Elena Guerreschi, Giovanni Montresor, Roberto Olivieri, Andrea Panciera, Roberto Penazzi, Paolo Pinelli (consigliere referente), Pier Giorgio Puppini Martini, Carlo Reggiani, Giuseppe Puglisi Guerra

IN COPERTINA: Particolare di albero riduttore di apparecchio di sollevamento (cfr. pp. 31-34).

Grafica Sebastiano Zanetti Editing Alberto Vignolo Redazione 37135 Verona - Via Santa Teresa, 12 Tel. 045 8035959 - Fax 045 8031634 ordine@ingegneri.vr.it Le opinioni dei singoli autori non impegnano la redazione. Gli articoli possono essere modificati per esigenze di spazio con il massimo rispetto del pensiero dell'autore. Le riproduzioni di articoli e illustrazioni è permessa solo previa autorizzazione della redazione. I dati personali degli abbonati in nostro possesso saranno trattati nel rispetto del D. Lgs. 196/03 recante il Codice in materia di protezione dei dati personali e con modalità idonee a garantirne la riservatezza e la sicurezza.

Edizione e pubblicità a cura di EDITORIALE POLIS 37024 Negrar (VR) - Via Calcarole, 16 Tel. 0457500211 Tel. 3407960641 info@editorialepolis.it www.editorialepolis.it

Testi e immagini sugli articoli di questo numero disponibili su www.ingegneriverona.it

ANTICIPAZIONI SULL’OFFERTA FORMATIVA DELL’ORDINE INGEGNERI VERONA periodo autunno-inverno 2017/2018 Continua serrato il programma di eventi formativi proposti dal nostro Ordine Ingegneri Verona. Ecco di seguito alcune anticipazioni per l’autunno/inverno 2017-2018. Innanzitutto il Corso base 120 ore di specializzazione in materia di Prevenzione Incendi (art. 4 del DM 05/08/2011 integrato con DM 03/08/2015) il cui avvio è previsto a novembre 2017 per concludersi con gli esami finali ad aprile 2018. Si tratta di un corso che apre la possibilità ai Professionisti iscritti negli albi degli ingegneri, architetti, chimici, geometri e periti industriali di inserirsi negli appositi elenchi del ministero degli interni. Altri argomenti di grande attualità oggetto di eventi formativi saranno il Sismabonus, il BIM, il Codice appalti con relativo decreto correttivo e le Norme tecniche per le costruzioni NTC 2017 la cui emanazione è prevista a brevissimo. La Commissione ICT ha organizzato una serie di corsi sulla sicurezza informatica, questione sempre più all’ordine del giorno visto i recenti attacchi informatici di cui sono stati oggetto aziende di ogni dimensione. E ancora spazio a Project Management, Industria 4.0 e a temi aziendali (ad ottobre 2017 verrà riproposto il corso “Bilancio aziendale per non addetti ai lavori” organizzato assieme al CUOA). Come sempre proporremo con cadenza quasi mensile corsi e seminari di aggiornamento per i professionisti che si occupano di sicurezza e prevenzione incendi, i quali hanno il vantaggio di valere sia come aggiornamento obbligatorio che come CFP per gli ingegneri. Il seminario su Etica e deontologia, obbligatorio per i neo iscritti all’Ordine Ingegneri, si terrà come di consueto a novembre 2017. Concludiamo ricordando che i corsi, seminari, convegni e visite tecniche che organizza il nostro Ordine Ingegneri Verona sono sempre aperti a tutti, quindi non solo agli ingegneri, in linea con quello che è anche il motto della nostra rassegna “Open - ingegneri aperti alla città”. Per info ed iscrizioni si rimanda come sempre al portale Isi Formazione, al quale si accede dalla pagina dell’Ordine (www.ingegneri.vr.it - sezione Formazione - Eventi con CFP).


Notiziario | 13

Nove anni dopo Il commiato del direttore responsabile Ilaria Segala in corrispondenza del passaggio ad un impegnativo ruolo tecnico-amministrativo per la città di Verona Segala ◉ Ilaria direttore «Notiziario»

@ilariasegala

Sono passati nove anni da quando, nel numero 1 del 2009, scrivevo l’editoriale di esordio come direttore responsabile di questo «Notiziario». Ho riletto quell’articolo prima di accingermi a scrivere questo che, al contrario, segna il mio “passaggio di consegne”: “...è tempo di issare la vela e cogliere i venti del destino, ovunque essi guidino la nave! ...” In questi nove anni tanta la strada percorsa. L’Ordine degli Ingegneri di Verona e provincia è molto cambiato, si è aperto agli iscritti e alla città, e mi sento di dire grazie ad una squadra di giovani – ormai quarantenni – che si è messa in gioco. Dopo un mandato da presidente nel 2014 non mi sono più ricandidata in Consiglio pensando fosse necessario un turnover (cosa che farebbe molto bene anche alla politica...).


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degli

Ingegneri

di

Verona

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Provincia

ingegneri verona e nuova giunta comunale a verona Tra gli assessori della nuova giunta del Comune di Verona anche Ilaria Segala, già presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia dal 2010 al 2014, a soli 31 anni, la più giovane presidente per di più donna di un Ordine degli Ingegneri in Italia e la prima donna a guidare gli Ingegneri di Verona dalla data dell’istituzione dell’Ordine scaligero per regio decreto nel 1925. Ingegnere civile e libera professionista, Ilaria Segala – 39 anni – è il nuovo assessore Pianificazione urbanistica, Programmazione ed interventi per abbattimento barriere architettoniche, Edilizia privata, Edilizia commerciale e popolare e Ambiente del Comune di Verona. Ilaria Segala, che lascia in queste pagine la “guida” del Notiziario, riceve il plauso dell’Ordine anche per il ruolo svolto come coordinatore della rassegna culturale Open. Ingegneri aperti alla città. «Da presidente degli Ingegneri di Verona – sono parole dell’attuale presidente ing. Alessia Canteri – nonché da donna delle professioni tecniche, a nome di tutto il Consiglio plaudo alla scelta di una giovane professionista dettata da competenza, apertura e servizio verso la cittadinanza. Un impegno profuso in questi anni all’interno dell’Ordine per instaurare un dialogo proficuo tra professionisti, amministrazione e cittadinanza sui grandi nodi della città. Urbanistica, rigenerazione, risparmio energetico e sostenibilità ambientale restano temi assolutamente urgenti per tutta la categoria. A lei un ringraziamento per il lavoro svolto, anche per la lungimiranza e il coraggio avuto – insieme al “suo” Consiglio – nella scelta di collocare la sede dell’Ordine negli attuali spazi rigenerati degli ex Magazzini Generali».

01. Ilaria Segala tra i suoi successori alla presidenza dell’Ordine Ingegneri di Verona e provincia: Luca Scappini fino al 2016 e la presidente in carica Alessia Canteri.

01

Nelle amministrative di quest’anno mi sono candidata in una civica per Verona. Pur senza essere eletta, il neo sindaco Federico Sboarina mi ha però voluta in giunta scegliendo sulla base delle competenze, così come aveva promesso durante la campagna elettorale. Eccomi allora dallo scorso 8 giugno a ricoprire la carica di Assessore alla pianificazione urbanistica, programmazione interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche, edilizia privata, edilizia economica popolare e ambiente del Comune di Verona. L’assessorato all’urbanistica non penso sia una delega che molti mi invidiano: le vicende giudiziarie che hanno caratterizzato il recente passato – e proseguono tutt’oggi – impongono un impegno ancora più profondo. Ho salutato con grande soddisfazione la delega sulle barriere architettoniche, istituita per la prima volta a Verona: una scelta che accompagnerà il mio mandato con un’attenzione particolare per queste tematiche troppo spesso trascurate. Mi è stato affidato inoltre il compito di occuparmi della riqualificazione dell’Arsenale austriaco. Oggetto attualmente di un Project financing, il progetto di rigenerazione e riutilizzo per la città ha suscitato in questi anni un focoso dibattito per cambiarne le sorti, sia per quanto riguarda gli aspetti progettuali sia per le destinazione d’uso previste. In questo momento storico Verona sta attraversando grandi cambiamenti, servono lungimiranza e visione, occorre allontanarsi e guardare il quadro nel suo insieme, cercando anche di ipotizzare gli sviluppi futuri. Ciò che ho trovato insediandomi sono i tanti progetti sul tavolo, ma troppe volte sconnessi e spesso frutto di accordi o proposte di interesse squisitamente privatistico. Restano poi altri grandi nodi ancora irrisolti: traforo, filobus, TAV, varianti urbanistiche, musei, piano della mobilità. Trasparenza, concertazione e strategia: sono queste le tre parole cui stavo pensando mentre scrivevo questo articolo guardando Verona dalla terrazza di Castel San Pietro. Cos’altro pensavo, credo avrò modo di dirvelo nel prossimo futuro. Spero proprio dalle pagine di questa rivista oppure sul web, a seconda di come la redazione del «Notiziario» vorrà impostare il suo futuro cammino. Di certo non interromperò il dialogo durato nove anni con gli amici e colleghi ingegneri! ■


Struttura & Ambiente | 15

terremoti

Appennino centrale. Una sequenza di oltre 65.000 scosse

Bonetti ◉ Silvia ingegnere, Verona

Sono oltre 65.800 gli eventi registrati 1 sull’Appennino centrale dallo scorso 24 agosto 2016 al 30 aprile 2017, articolati su 3 sequenze successive le forti scosse del 24 agosto 2016, del 30 ottobre 2016 e del 18 gennaio 2017, a cui possiamo aggiungere gli eventi di magnitudo 5.4 e 5.9 registrati nella serata del 26 ottobre 2016. Di seguito è riportata una sequenza fotografica (01) che riassume l’andamento della crisi simica in Appenino Centrale dal 24 agosto. Gli eventi con magnitudo M≥3 sono 1.128, chiaramente avvertiti dalla popolazione, 70 gli eventi con magnitudo M ≥ 4 e ben 9 le scosse di intensità maggiore di 5.


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Note 1

Fonte ISIDe – Italian Seismogical Instrumental and Parametric Data-Base. Dati aggiornati al 30 aprile 2017 ore 23.59 tempo UTC.

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Struttura & Ambiente | 17

Non trascurabile il dato relativo agli eventi di magnitudo superiore al 2, attestato a 11.513 al 30 aprile 2017. Si tratta insomma di una delle sequenze sismiche più intense mai registrate, per lo meno per quanto concerne il dato relativo alla sismicità italiana e dell’Appennino nello specifico. Come si legge dal grafico di fig. 02, relativo all’andamento del numero totale di eventi per Magnitudo 3+ e Magnitudo 4+, l’evoluzione delle sequenza ha subito forti accelerazioni in corrispondenza degli eventi principali del 26/30 ottobre e 18 gennaio; è da notare tuttavia che le 4 forti scosse di magnitudo 5+, registrate il 18 gennaio tra Montereale e Campotosto, pur associate ad un rilascio energetico importante, hanno visto l’incremento di eventi giornaliero riportasi a livelli normali già entro pochi giorni dai main shocks.

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La maggior parte degli eventi si colloca tra gli 8 e gli 11 km di profondità, con non pochi valori relativi a eventi decisamente superficiali, di magnitudo strumentale L’andamento di una sequenza sismica dopo un main shock generalmente segue uno sviluppo dettato dalla legge di Omori, per cui all’aumentare della distanza temporale dall’evento principale, espressa in giorni, diminuisce sensibilmente il numero di eventi di magnitudo rilevante ed aumenta il numero di eventi molto bassi e strumentali. Seguendo l’andamento dell’intera sequenza, come dal grafico di fig. 03, è possibile in realtà distinguere 2 distribuzioni, una prima sviluppata dal 24 agosto e una seconda innescata dagli eventi del 30 ottobre, rimanendo le forti scosse del 26 ottobre e 18 gennaio apparentemente ininfluenti, ovviamente escludendo i giorni immediatamente successivi, indicativamente 7/10 giorni, rispetto al decadimento delle energie dissipate. Lo stesso meccanismo è leggibile sul grafico di fig. 04 che correla per ciascuno dei 65.800 eventi la magnitudo al tempo. Volendo escludere i picchi del 26 ottobre e del 18 gennaio, che non sembrano generare un nuovo sistema, si riconoscono nettamente due sequenze molto intense in sviluppo. Il dato è estrapolabile anche osservando l’andamento della linea rossa centrale, che interpola i valori della media mobile a 30 giorni. A differenza di quanto avvenuto nei giorni successivi al 30 ottobre infatti, superato il picco giornaliero, riprende l’andamento normale senza variazioni residuali. Volendo analizzare l’andamento della Magnitudo massima giornaliera (dato dal valore statistico più che sismologico), si nota come gli eventi successivi al 18 gennaio non influiscono in modo rilevante ne sulle magnitudo massime dei giorni successivi né sulla media mobile a 7 giorni del dato analizzato (fig. 5).

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Interessante è anche l’analisi dell’andamento del posizionamento in profondità degli ipocentri rispetto al tempo. Come si nota la maggior parte degli eventi si colloca tra gli 8 e gli 11 km di profondità, con non pochi valori relativi a eventi decisamente superficiali, di magnitudo strumentale. Eventi più profondi sembrano intensificarsi a ridosso degli eventi principali per poi ridursi notevolmente con la regolarizzazione delle sequenze (fig. 6). Nel grafico di fig. 7 si riportano invece le collocazioni degli epicentri rispetto al tempo e alla posizione geografica. Abbiamo scelto la latitudine indicando a destra le principali località interessate. A valle di ciascun evento principale si assiste ad una distribuzione di epicentri grossomodo posizionata in modo equivalente a nord e a sud dell’epicentro principale. Gli eventi del 18 gennaio sembrano invece non rispettare il trend, continuando, nei giorni e nelle settimane successive al 18/01, la sequenza sugli epicentri post 30 ottobre con un leggero infittimento a sud, senza interessare le zone poste più a sud di Montereale, quindi le zone del terremoto aquilano del 2009. A tal proposito si è montato un video che evidenzia la sismicità della zona degli ultimi 20 anni, dal terremoto Marche Umbria del 1997 al 2017. Si riportano qui i fotogrammi principali. è davvero interessante notare come gli eventi degli ultimi mesi si collochino andando a chiudere il gap compreso tra le zone interessate nel 1997/98 e il 2009 (fig. 8).


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L’evoluzione della sequenza nei primi mesi del 2017 fino a oggi

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Come accennato in precedenza, escludendo i giorni successivi al 18 gennaio, la sequenza dell’Appennino centrale, pur con notevole diminuzione del numero di eventi medio giornaliero, continua a far registrare scosse di magnitudo non trascurabile, accanto a valori costanti per magnitudo basse e strumentali. Andando a “zoomare” uno dei grafici riportati in precedenza rispetto ai soli valori del 2017, si nota come nelle ultime settimane il numero di eventi di magnitudo superiore al 2 si mantenga pressoché costante tra valori di 5 e 25 eventi giorno (fig. 9). Interessante a tal proposito è l’analisi dell’andamento della magnitudo strumentale, inferiore a 2, e il suo evolversi. I valori si attestano comunque attorno a 80/140 eventi giornalieri, quindi tutt’altro che trascurabili, anche se di numero notevolmente inferiore rispetto ai dati registrati nei mesi precedenti e nel 2016, quando le scosse giornaliere variavano da 630, a ridosso dei main shock, a 250 (fig. 10). Il posizionamento degli epicentri delle ultime settimane è determinato dal grafico in latitudine scalato rispetto al solo 2017. Accanto a due eventi importanti di magnitudo 4+ registrati nella zona di Visso lo scorso 27 aprile, negli ultimi giorni si assiste ad una leggera intensificazione dell’attività nella zona di Pizzoli, quindi nell’area frapposta tra gli epicentri del 2009 e del 2016/2017 (fig. 11). I dati sono in continuo aggiornamento, rimanderemo quindi ad una successiva pubblicazione l’evolversi prossimo delle sequenze. ■


Struttura & Ambiente | 21

Sisma 2016: l’attività dei volontari di Fabrizio Zanetti Come è noto, il terremoto iniziato il 24 agosto scorso ha interessato 4 regioni (Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio), ha provocato 299 vittime e gravi danni. La scossa del 30 ottobre, di magnitudo 6.5, è stata la più forte in Italia degli ultimi 30 anni. In gennaio, poi, si è aggiunta l’eccezionale ondata di maltempo. La Protezione Civile ha allestito a Rieti la DiComaC (Direzione di comando e controllo) per il coordinamento delle attività di assistenza alla popolazione e di ricostruzione. La sua attività è cessata il 7 aprile e la gestione dell’emergenza è passata alle singole regioni, con assistenza da parte del Dipartimento della Protezione Civile fino al 19/8/2017 per alcune attività tra le quali il completamento delle verifiche di agibilità, verifiche per le quali a noi ingegneri è chiesto di partecipare. Le verifiche di agibilità sono iniziate il 29 agosto con le schede Aedes (Agibilità e danno nell’emergenza sismica) per scuole ed edifici pubblici, e il 5 settembre per gli edifici privati. Il susseguirsi delle scosse ha esteso di molto gli edifici colpiti e le conseguenti richieste di verifica, oltre ad aver reso necessario rivedere molti degli edifici già visitati. Allo scopo di affrontare l’enorme numero di verifiche da eseguire è stata predisposta, per la prima volta, la scheda Fast (Fabbricati per l’agibilità sintetica post-terremoto) che avrebbe dovuto consentire una ricognizione preliminare dei danni ai fabbricati privati e concludersi con un giudizio di utilizzabilità o non utilizzabilità degli edifici e quindi, nel primo caso, consentire l’immediato rientro dei cittadini. A fine aprile le verifiche Aedes sono state 61.000, con il 44% dei fabbricati agibili, il 33% inagibili, il 20% parzialmente o temporaneamente inagibili (il 3% senza esito). Le verifiche Fast sono state 84.000, con il 57% di edifici agibili e il 43% di non utilizzabili. La scheda Aedes è composta da 3 pagine, quella Fast da una. Sembrerebbe quindi che la Fast richieda meno tempo per la compilazione. Io ho compilato schede Aedes nel 2009 in Abruzzo e schede Fast nel 2016 in centro Italia. Se la situazione dell’edificio da esaminare è drammatica, il sopralluogo è molto breve, come è breve se non ci sono lesioni. Quando però ci si trova nella situazione intermedia, occorre dedicare molto tempo per individuare il quadro fessurativo e comprendere il comportamento durante il sisma, la storia precedente e lo stato finale; indicativamente tra le una e due ore a fabbricato, tenuto anche conto che nei centri storici le proprietà spesso cambiano da piano a piano e che ristrutturazioni del passato non sempre hanno rimediato agli effetti dei precedenti sismi ma talvolta li hanno solo mascherati. Ci è capitato di rilevare una fessura modesta, di togliere l’intonaco e sotto trovare una fessura assai più importante. Per cui, secondo me, l’utilizzo delle schede Fast non velocizza di molto i sopralluoghi. Nel caso della nostra squadra, che operato nel comune laziale di Antrodoco, i risultati sono stati un po’ diversi da quelli complessivi: circa 1/3 sono stati i fabbricati agibili, 1/3 i non utilizzabili e per l’ultimo terzo abbiamo rimandato a chi compilerà le schede Aedes in quanto non era possibile un giudizio

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“o bianco o nero”. Bisogna comunque mettere in conto di dover parlare con la gente, ascoltarli, consigliarli e... confortarli, specialmente chi abita tuttora in una casa inagibile e pericolosa. Molti dei paesi colpiti non hanno un’economia e, probabilmente, neanche un futuro. La popolazione ci ha sempre accolto con rispetto e fiducia ed il rapporto umano è stato ottimo. Molto buono è stato anche il rapporto con i colleghi. I 6 ingegneri presenti nella nostra settimana (2 di Verona, 2 di Brescia e 2 di Cosenza) eravamo nello stesso albergo e di giorno operavamo nello stesso comune, per cui sia di giorno che la sera vi sono stati utili momenti di confronto ma anche piacevoli momenti di convivialità. Una mattina ci siamo presi la libertà di andare ad Amatrice e nei paesetti vicini: ci siamo fatti accompagnare dai Vigili del Fuoco (molto disponibili, che io considero la vera anima della Protezione Civile) nella zona rossa: la vista atterrisce, ben più delle foto e delle immagini alla tv. Il giorno del ritorno siamo passati da Norcia, anche qui ci hanno accompagnato i Vigili del Fuoco: erano molti edifici lesionati e le chiese crollate: guardando le macerie si capisce perché quel sistema costruttivo non sia corretto. Ma forse nessun sistema costruttivo può reggere una scossa lunga 2 minuti. Ci sono tantissimi edifici da verificare (pare che le richieste siano 250.000) e pochi tecnici disponibili per cui continuano le richieste di disponibilità da parte del CNI. Io penso che noi ingegneri siamo stati fortunati: certamente le nostre famiglie ma anche la collettività ci hanno consentito di diventare quelli che siamo. Siamo tutti molto impegnati ma in situazioni di emergenza come questa dovremmo mettere a disposizione parte delle nostre conoscenze e del nostro tempo, restituire un po’ di quanto abbiamo ricevuto. Non pensiamo alle mancanze e alle disfunzioni di tanti apparati pubblici, che pur ci sono, ma al fatto che il nostro servizio è a favore di quelle persone che hanno vissuto un’esperienza drammatica che ha cambiato loro la vita. Quindi il mio invito è: non abbiate timore di non essere all’altezza (ci si può associare ad un collega più esperto o anche lavorare “in ufficio”), prendetevi una settimana di pausa dal vostro lavoro e andate nelle zone terremotate, tornerete più soddisfatti e più sereni. ■


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visita tecnica

Il Fiume e l’energia Il resoconto della visita tecnica alla diga del Chievo-Verona organizzata in data 16.04.16 dalla Commissione Docenti dell’Ordine degli Ingegneri di Verona

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Perazzoli ◉ Michele ingegnere, Verona

La visita alla centrale idroelettrica di Chievo, oltre ad essere un tuffo nella storia di AGSM, visto che è stata una delle prime realizzazioni che ha permesso di produrre energia per la nostra città da fonti rinnovabili, ha consentito di capire ed osservare direttamente lo sforzo ingegneristico e la sinergie di competenze per la costruzione di questa centrale. La visita è stata possibile grazie alla collaborazione di prof. ing. Claudio Modena, ing. Stefano Rizzi, P.I. Luca Braggio e alla preziosa partecipazione del Consorzio Canale Camuzzoni nella persona del direttore operativo, l’ing. Federico Vigato.


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Le opere di consolidamento Il prof. ing. Claudio Modena ha perfettamente introdotto la visita alla diga del Chievo, andando ad illustrare il recente passato della diga e quindi gli interventi di consolidamento. Sono stati descritti, in particolare, gli interventi resisi necessari per la messa in sicurezza delle strutture della diga e quelli richiesti per l’inserimento della centrale idroelettrica nella conca di navigazione. La struttura venne ideata nel 1920 dall’ingegnere Gaetano Rubinelli. La costruzione fu terminata nel 1923. Lo scopo della diga era principalmente quello di elevare il livello dell’acqua dell’Adige per aumentare l’immissione nel canale Camuzzoni, che qui inizia il suo corso. Il canale è poi fondamentale per l’alimentazione delle centrali idroelettriche e delle fabbriche poste in località Basso Acquar, zona industriale dell’epoca vicino al centro di Verona. La diga è costruita in 8 arcate, nell’ultima, sulla destra Adige, è presente una conca che consentiva la navigazione, molto importante all’epoca. La costruzione fu finanziata da un consorzio formato da diverse realtà, tra cui: Comune di Verona, Cartiere Fedrigoni, Mulini Consolaro, Cotonificio Veneziano. Il 25 aprile 1945 fu distrutta dai tedeschi che si stavano ritirando e poi ricostruita, rispettando le caratteristiche dell’originale, nel 1946. Le pile, di sezione rettangolare 1.20x4.00 m, sono realizzate con paramento esterno in laterizio e nucleo in calcestruzzo e poggiano su speroni di sezione pressoché rettangolare 2.05x11.00 m che, nella loro parte alta, presentano un analogo paramento in laterizio, mentre nella parte bassa presentano un paramento in pietra, generalmente calcare rosso di Verona. Sulla parte verso valle degli speroni, poggia una passerella carrabile costituita da campate ad arco realizzate in calcestruzzo armato. L’analisi della documentazione fotografica, di alcuni fonti letterarie ed i sopralluoghi precedenti ai lavori, avevano dimostrato come l’opera fosse stata progettata ed eseguita con grande perizia ed accuratezza, certamente ai massimi livelli possibili in relazione alle conoscenze sui materiali

e sulle tecniche costruttive disponibili all’epoca della sua realizzazione: infatti le fondazioni sono realizzate in c.a., la parte immersa in acqua delle pile e delle spalle è realizzata con un paramento esterno in pietra di buona qualità, la parte più elevata delle pile è realizzata con paramenti murari e riempimenti in calcestruzzo, il ponte è realizzato in cemento armato. I danni principali che hanno reso necessaria l’esecuzione degli interventi di consolidamento erano legati a fenomeni di scalzamento, inevitabile conseguenza di sistemi di fondazione, inadeguati rispetto a tali effetti, sui quali erano sorti dei dubbi in merito alla effettiva rispondenza fra le indicazioni della documentazione disponibile e la situazione reale. Si è quindi resa necessaria una campagna di indagini diagnostiche in sito e prove di laboratorio. Tali attività di indagine hanno interessato le varie strutture della diga per valutarne lo stato di conservazione e si sono articolate nelle seguenti fasi: - rilievo del quadro fessurativo dell’intera struttura; - sondaggi a carotaggio continuo, orizzontali, verticali e sub-verticali per determinare la successione e la composizione dei materiali costituenti le pile, gli speroni su cui esse poggiano e la passerella; - ispezione con sonda televisiva all’interno dei fori di sondaggio realizzati per migliorare le informazioni acquisite relative alle caratteristiche strutturali e per individuare e rilevare le discontinuità eventualmente presenti; - prove con martinetto piatto singolo per la determinazione dello stato di sollecitazione delle strutture murarie; - prove con martinetto piatto doppio per la determinazione delle caratteristiche di deformabilità delle strutture murarie; prove di pull-out; - indagini di laboratorio sui campioni di calcestruzzo prelevati per determinarne le caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche. A seguito di tali indagini sono stati individuati i necessari lavori di consolidamento, fra i quali si ricordano: - rifacimento della soglia, che ha previsto

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01. Vista dal camminamento alto della diga. 02. Ricostruzione della diga (1923). 03. Opere di consolidamenti: carotaggi (foto SM ingegneria).


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la realizzazione di un solettone continuo dello spessore di 50 cm; - consolidamento delle pile e delle spalle che hanno interessato per lo più le porzioni in muratura di mattoni; - consolidamento del muro del canale di presa. Nel 2007, in vista della futura installazione e messa in servizio di un impianto meccanico a turbine Kaplan per la produzione di energia elettrica, sono stati realizzati i lavori di adeguamento della conca di navigazione.

La centrale idroelettrica 04

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04. Opere di consolidamento: immagine durante i lavori (foto SM ingegneria). 05. Centrale idroelettrica: prove di sollevamento blocco generatore (foto Andritz Hydro).

Dopo l’introduzione e presentazione dei lavori di consolidamento da parte del prof. Ing. Claudio Modena, l’ing. Stefano Rizzi, della Andritz Hydro, ha descritto tutte le soluzioni tecniche adottate nella conca di navigazione per l’installazione delle turbine per la generazione di corrente elettrica. L’Adige ha una portata variabile: essa viene convogliata per 60 m3/s nella conca di navigazione, 115 m3/s nel canale di presa del Canale Camuzzoni ed il resto nel passaggio dalle paratie della diga, con una portata media annua di circa 200 m3/s. Il posizionamento di un impianto di generazione con turbine, prevede l’analisi di diverse condizioni al contorno: la gestione dei detriti gallegianti, il controllo della portata in uscita, il passaggio della fauna ittica, controllo delle potenziali alluvioni, nessuna modifica del paesaggio, la massimizzazione dell’investimento, la salvaguardia di un edificio storico, la gestione dei rifiuti e nel caso specifico di Chievo, la gestione del nodo idraulico. La soluzione individuata ha previsto l’installazione di turbine con tecnologia StrafloMatrix, che consistono in un disegno speciale per applicazioni con spazio limitato o restrizioni per quanto riguarda il peso massimo del modulo. Questo disegno pone il generatore direttamente sulla periferia della girante della turbina, che si traduce in una disposizione molto compatta e permette di costruire unità che sono il 50% più corte e pesano il 35% in meno rispetto alle unità Hydromatrix. Il rotore del generatore è costituito da magneti permanenti disposti sul perimetro esterno della girante della turbina (per ottenere un gruppo generatore a tenuta stagna, rotore e statore sono interamente riempiti con un composto per la tenuta e l’isolamento). Nella centrale idroelettrica ad acqua fluente presso la diga del Chievo sono state istallate 5 turbine con la tecnologia Straflomatrix accoppiate a generatori a magneti permanenti del peso totale di circa 170 tonnellate che vengono sollevate in caso di piena. Inoltre è stata posizionata una macchina sgrigliatrice per la pulizia della griglia ed il sistema di sollevamento è stato integrato tra le torri esistenti della paratoia di valle della conca di navigazione, con un telaio di supporto simile a quello esistente (che poi è stato rimosso). Alcuni dati riguardanti la centrale idroelettrica: Salto medio lordo: 3,60 m Salto medio netto: 3,10 m Portata nominale: 56,1 m3/s


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Numero di turbine: 5 Potenza nominale (garantita): 1.188 kW Potenza nominale (misurata): 1.430 kW Produzione annuale attesa: 10 GWh Durata dei lavori di costruzione: 18 mesi

La visita Infine con il P.I. Luca Braggio del Consorzio Canale Camuzzoni, la visita è proseguita con il sopralluogo alla centrale idroelettrica nella conca di navigazione, con la descrizione ed i dettagli tecnici dei macchinari. Le turbine sono state sollevate dalla posizione di esercizio, per permettere ai visitatori di visionare il blocco generatore formato da 5 turbine, che produce energia elettrica. La macchina sgrigliatrice è stata messa in funzione per osservarne il funzionamento ed in particolare l’opera di pulizia della griglia posta davanti alle turbine per evitare che materiale trasportato dal fiume vada a danneggiare le turbine stesse. Da una griglia posta sul terreno si nota anche il canale per il passaggio della fauna ittica, che “aggira” lo sbarramento della diga e la centrale elettrica. Infine è stata data la possibilità ai visitatori di percorrere il camminamento alto della diga, consentendo una visuale del fiume e della zona circostante, da un punto di vista nuovo e suggestivo. ■

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06. Particolare del camminamento alto della diga. 07. Centrale idroelettrica: blocco generatore immerso (foto Andritz Hydro).


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casi studio

Villa in Sommacampagna Un contributo informativo sintetico sullo stato attuale della tecnica e della tecnologia applicata alle costruzioni edili per strutture e impiantistica

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Andrea Panciera ◉ ingegnere, Verona

Descrizione generale Strutturalmente l’edificio è costituito da un piano interrato con platea di fondazione, setti e colonne in cemento armato. L’impalcato al piano terra è realizzato con un solaio di predalles in appoggio su travi in cemento armato. La restante parte dell’edificio fuori terra, ad eccezione delle pareti di sostegno del corpo scala centrale e del vano ascensore in c.a.o., è realizzata con travi e pilastri in acciaio e copertura di legno lamellare. I solai del secondo impalcato (piano primo) sono costruiti con struttura composta lamiera grecata e getto cls integrativo.


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Dal punto di vista del calcolo automatico la struttura principale è stata modellata con software ad elementi finiti denominato SISMICAD, simulando mediante analisi dinamica le sollecitazioni cui il sisma virtuale sottopone la struttura. La scelta di realizzare l’edificio con struttura portante in acciaio è stata determinata dai numerosi vantaggi che questo sistema costruttivo comporta. Un primo fattore è sicuramente quello legato alla riduzione dei tempi e dei costi di costruzione grazie all’alto livello di prefabbricabilità: la realizzazione in officina e la facilità di assemblaggio in cantiere garantiscono infatti la definizione di soluzioni finite in tempi decisamente ridotti rispetto ad altre ipotesi progettuali. Inoltre, occorre tener conto che l’assemblaggio in officina (dove sono garantiti controlli, collaudi e standard qualitativi di assoluta affidabilità) riduce i rischi dovuti a fattori e condizioni ambientali tipici delle costruzioni in opera assicurando quindi cantieri più puliti e sicuri. Gli edifici in acciaio sono caratterizzati poi dalla loro leggerezza. Questo consente di realizzare fondazioni più contenute, riducendo di conseguenza i volumi di scavo, di calcestruzzo e di rinterro con conseguente diminuzione dei costi di realizzazione. La riduzione del peso strutturale rispetto strutture tradizionali si traduce anche in una riduzione dell’entità delle forze inerziali generate dal sisma sulla struttura. Dal punto di vista strutturale le costruzioni metalliche rispondono perfettamente ai requisiti costruttivi per la costruzione in zona sismica. Le strutture in acciaio garantiscono la possibilità di assorbire l’energia sismica, utilizzando le elevate riserve plastiche proprie del materiale: questo dal punto di vista tecnico si traduce nella realizzazione di dettagli costruttivi meno onerosi e pesi strutturali decisamente inferiori rispetto a quelli di analoghe soluzioni tradizionali. Un ulteriore fattore a garanzia dell’affidabilità antisismica del materiale è la qualità dell’acciaio assicurata dai controlli di produzione: la tracciabilità del materiale viene garantita dalle normative su tutta la filiera, dalla produzione in acciaieria alla messa in opera in cantiere. I prodotti

sono obbligatoriamente marcati CE. Le grandi potenzialità dell’acciaio permettono inoltre di concepire spazi interni molto più ampi senza strutture intermedie di sostegno, assicurando una maggiore variabilità di soluzioni costruttive grazie anche alla facilità con cui l’acciaio si sposa con gli altri materiali. Infine l’acciaio grazie alle moderne tecnologie di zincatura e verniciatura mantiene intatte le sue proprietà per tutta la vita dell’opera, contribuendo ad allungare la vita della costruzione.

01. Prospetto sud. 02. Realizzazione manufatto (vista by Google map). 03. Prospetto nord.

dati essenziali Superficie fondiaria ≈ 7.000 m2 Volume ≈ 1.148 m3

Descrizione impiantistica L’impianto elettrico, come anche quello idraulico e termico, ha iniziato a prendere forma negli elaborati grafici più di un anno e mezzo prima della reale installazione. Le diverse fasi di sviluppo hanno interessato i vari aspetti di integrazione con gli altri impianti e soprattutto con l’aspetto architettonico. Il tutto nell’ottica di una concretezza delle aspettative degli utilizzatori. L’edificio è stato progettato per cercare di ridurre il fabbisogno energetico, con la costruzione di strutture edilizie ben isolate, oltre che con l’utilizzo di fonti rinnovabili come l’energia aeraulica sfruttata dalla pompa di calore e l’energia solare sfruttata dall’impianto fotovoltaico. Dal punto di vista della distribuzione elettrica, la scelta progettuale è stata

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Superficie coperta piano terra ≈ 287 m2 Altezza massima fuori terra all’intradosso gronda ≈ 6,57 m dal piano campagna

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04. Pianta dell’edificio P.T. ed area prossima circostante. 05. Pianta copertura, prospetto nord e particolari.

quella di suddividere in zone omogenee l’impianto che è servito da ben sette quadri di zona, vista anche l’estensione dell’abitazione. L’impianto di illuminazione, che per una sua caratteristica intrinseca deve essere anche componente essenziale dell’arredo, oltre che ovviamente di comfort, utilizza principalmente fonte luminosa a led. Gli apparecchi illuminanti sono inseriti nelle strutture edili e di finitura (cartongessi, modanature, ecc.) al fine di evitare un eccesso di evidenza degli stessi. Di contro, in altre zone, quali la cucina, questi diventano, invece, protagonisti pur essendo ben integrati nella struttura generale. Nelle zone di passaggio l’accensione avviene con sensori di presenza, dotati di sensore di luminosità al fine di evitare accensioni inutili nelle ore diurne. Particolare attenzione è stata posta a questo aspetto nelle zone living dove un eccesso di automazione avrebbe potuto limitare la libertà di utilizzo delle persone, pertanto alcune logiche di funzionamento sono state limitate. Per massimizzare il risultato di creare un ambiente consono all’utilizzo, in alcuni ambienti alla semplice pressione di un tasto vengono creati degli scenari preimpostati di luce artificiale e automatismi associati, quali ad esempio per la sala proiezione. Come per tutto il resto dell’impianto, anche quello di illuminazione è supervisionato da un sistema di controllo centralizzato che permette qualsiasi comando e controllo da locale e da remoto. Tale sistema è composto da una centrale, da vari moduli intelligenti locali posizionati nei vari quadri elettrici di zona e in alcuni punti terminali. L’interfaccia utente è composta da vari pannelli touch-screen incassati a parete che sono dei veri e propri personal computer e quindi anche in grado di gestire altre applicazioni oltre che accedere direttamente a internet. Inoltre l’accesso al sistema di comando e controllo è possibile da smartphone, tablet, pc connesso in rete wi-fi locale o da remoto tramite web e quindi da ogni parte del mondo. Affiancato al massimo della tecnologia presente oggi sul mercato il progetto ha anche inserito una serie di allarmi di malfunzionamento


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sui principali sistemi tramite semplici spie locali al fine di avere un riscontro anche in caso di fuori servizio della rete o delle apparecchiature di controllo. Nei vari dispositivi di visualizzazione presenti è integrato anche l’impianto di telecamere a circuito chiuso, sistema citofonico, diffusione sonora, antintrusione e fotovoltaico. Dal punto di vista energetico, l’intera struttura è progettata per un contenimento energetico principalmente di tipo passivo (strutture, serramenti, ecc.), e da un controllo dei carichi e dei fabbisogni energetici in funzione della presenza o meno degli abitanti, dello stato di apertura o chiusura delle finestre, ecc. Il tutto integrato da un impianto fotovoltaico posizionato sulla copertura, di potenza pari a 9,6 KW, collegato alla rete che contribuisce in modo considerevole al contenimento energetico. L’impianto gode anche del contratto di scambio sul posto con il GSE (Gestore Servizi Energetici) al fine di valorizzare l’energia immessa in rete non auto-consumata, peraltro tendenzialmente ridotta al minimo. Le principali strutture edilizie realizzate hanno i seguenti valori di trasmittanza termica “U”: - pareti perimetrali in laterizio con cappotto in EPS (Polistirene Espanso Sinterizzato) con grafite sp. 14 cm: 0,17 W/m2K - tetto con tavelle in cotto isolato con fibra di legno sp. 18cm ventilato: 0,19 W/m2K - serramenti in legno con doppio vetro b.e. (media): 1,4 W/m2K - pavimento del piano interrato (su terreno): 0,17 W/m2K Inoltre sono stati isolati anche tutti i punti in delle zone particolari o dettagli strutturali, come i tratti di soffitto del piano interrato esposti all’esterno ed i pilastri in acciaio. Questi ultimi sono stati rivestiti interponendo del materiale isolante tra la struttura metallica ed il rivestimento stesso. L’edificio presenta un indice di energia primaria dell’involucro (Epi,invol) pari a 38,52 KWh/m2 anno, mentre l’indice di energia primaria (Epi) è pari a 29,43 KWh/m2 anno. L’utilizzo di energia rinnovabile (pompa di calore ed impianto fotovoltaico) garantisce quindi una riduzione del fabbisogno di energia primaria, portando l’edificio ad essere classificato in Classe A (certificazione secondo linee guida nazionali). L’installazione dell’impianto solare termico contribuirà ulteriormente a ridurre il fabbisogno di energia primaria dell’edificio. La generazione del calore avviene tramite pompa di calore aria/acqua reversibile (caldo/freddo) ad energia elettrica, la quale alimenta l’impianto radiante a pavimento, lavorando quindi a bassa temperatura in modo da garantire un rendimento ottimale. Al raggiungimento di una bassa temperatura dell’aria esterna, tuttavia, la pompa di calore viene spenta ed il calore viene prodotto da una caldaia a gas metano a condensazione; questo perché il COP (coefficiente di prestazione ovvero “Coefficient of Performance”) della pompa di calore risulterebbe troppo basso e quindi il suo utilizzo non sarebbe più conveniente dal punto di vista energetico ed economico. La caldaia a gas, inoltre, viene utilizzata per riscaldare l’acqua calda sanitaria, l’acqua della piscina interna e per alimentare la batteria della unità per il trattamento aria (UTA) della zona piscina interna. Per tali utenze non viene utilizzata la pompa

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06. Modello Strutturale F.E.M. 07. Dati sismici. 08. Spettro risposta elastico (Stato Limite Danno).


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di calore in quanto le temperature di esercizio necessarie sono troppo alte e fuori dal campo di lavoro della pompa di calore stessa. Per la distribuzione del fluido sono utilizzati tutti circolatori elettronici a velocità variabile, per ridurre al minimo i consumi elettrici. I terminali dell’impianto termico sono pannelli radianti a pavimento, realizzati su tutti e tre i piani dell’edificio. Nei bagni sono stati installati dei termoarredi di integrazione alimentati con resistenza elettrica. In tutti i piani è presente un impianto di ventilazione meccanica controllata, con recuperatori di calore dinamici. È stata installata una macchina per ogni piano in modo da poterle gestire autonomamente. Tali unità sono adatte per essere utilizzate nel regime estivo per deumidificare l’aria ambiente. Il raffrescamento estivo si ritiene non necessiti, sia per le esigenze dei proprietari che non richiedono una bassa temperatura interna in estate e sia per la collocazione dell’edificio, il quale si trova in una zona permanentemente ventilata. Infatti è possibile sfruttare la ventilazione naturale per mantenere un clima dell’ambiente interno confortevole. L’edificio stesso, inoltre, è dotato di protezioni solari passive su lato sud, in modo da moderare il carico termico estivo dell’edificio. Tuttavia, sono stati previste alcune unità ad espansione diretta (split) che possono essere utilizzate per raffrescare in caso di necessità; inoltre, l’impianto radiante a pavimento può funzionare anche in regime di raffrescamento, con il controllo dell’umidità ambiente gestito dalle macchine di ventilazione meccanica controllata. In questo caso la generazione dell’acqua refrigerata avviene con la pompa di calore. È prevista a breve l’installazione di impianto solare termico per integrare, in ordine di priorità, la produzione di acqua calda sanitaria ed il riscaldamento dell’acqua della piscina interna. Nel regime estivo, l’eventuale esubero di energia prodotta dai pannelli solari sarà utilizzato per riscaldare l’acqua della piscina esterna. L’impianto quindi contribuirà a ridurre il consumo di gas metano dell’abitazione. La regolazione dell’impianto è del tutto automatica, con la gestione della centrale termica (automatismi, valvole, pompe, funzionamento generatori, ecc.) e degli ambienti. Il tutto è integrato nel sistema domotico, con la possibilità per l’utente di gestire l’intero impianto per adattarlo alle proprie esigenze con dei comandi semplici ed intuitivi. Infine, ma di primaria importanza, si è cercato di realizzare un impianto che, oltre a rispondere alle aspettative di contenimento dei consumi energetici dell’utilizzatore, sia anche di facile e intuitivo approccio e utilizzo. ■

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09. Impianto trattamento acqua piscina interna. 10. Impianto aspirazione centralizzata e trattamento acqua. 11. Centrale termica.


Industria & Tecnica | 31

RICERCHE

Indagine supplementare e vita utile residua delle apparecchiature di sollevamento

Garzon ◉ Andrea Alessandro Garzon

ingegneri, Verona

www.creacentroricerche.com

Il D.M. 11 aprile 2011 recante la “Disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’All. VII del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, ha reso obbligatoria una indagine supplementare per alcune tipologie di apparecchi di sollevamento (gru a torre, autogru, gru su autocarro, piattaforme di lavoro elevabili, gru a portale semoventi, gru – autogru semovente, ecc.) che superano i 20 anni di età, peraltro senza escluderne la validità per tutte le altre tipologie di apparecchiature di sollevamento. Al punto 3.2.3 dell’Allegato II del citato decreto è chiaro come il datore di lavoro


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Non da ultimo si analizzano i registri di manutenzione, per capire gli even NonNon da ultimo dae, ultimo si analizzano si analizzano i registri i registri di manutenzione, di manutenzione, perrelativi per capire capire gli eventual gli even subito soprattutto, si reperisconodall’utilizzatore i dati all’utilizzo d Non da ultimo si analizzano i registri di per capire gli eventuali interventi che la apparecchiatur subito subito e, manutenzione, soprattutto, e, soprattutto, si reperisconodall’utilizzatore si reperisconodall’utilizzatore i datii dati relativi relativi all’utilizzo all’utilizzo dellad subito e, soprattutto, si reperisconodall’utilizzatore i dati relativi all’utilizzo macchina. E’ nell’interpretazione corretta di tali della dati che vogliamo porre particolare a E’ nell’interpretazione E’ nell’interpretazione corretta corretta di tali di dati tali dati cheloche vogliamo vogliamo porre porre particolare particolare attenz necessaria introduzione teorica, mediante studio reale della vita residua diau E’ nell’interpretazione corretta dinecessaria talinecessaria dati che vogliamo porre particolare attenzione e lo faremo, dopo una introduzione introduzione teorica, teorica, mediante mediante lo studio lo studio reale reale della della vita vita residua residua di brev undicu necessaria introduzione teorica, mediante lo studio reale della vita residua di un carroponte. Le normative di riferimento per la progettazione delle apparecchiature FEM Le normative Le normative di riferimento di riferimento per la per progettazione la progettazione delledelle apparecchiature apparecchiature FEMFEM 100 K : macchine mediante lo spettro di carico p Le normative di riferimento per la progettazione delle apparecchiature FEM definiscono il modo di utilizzo Kp: K1001 macchine macchine mediante mediante lo spettro lo spettro di carico di carico p: 1 K: macchine mediante lo spettroNon di da carico ultimo sipanalizzano i registri di manutenzione, per capire gli eventuali interventi che la apparecchiatura ha  K1P 3 1 P 33  dx subito e, soprattutto, si reperisconodall’utilizzatore i dati relativi all’utilizzo della macchina. 1  KP  KPP 0dx P  dx E’ nell’interpretazione corretta di tali porre particolare attenzione e lo faremo, dopo una breve ma  K Pdatiche P 3 vogliamo  dx 0 0 necessaria introduzione teorica, mediante lo0 studio reale della vita residua di un carroponte. dove: Le normative di riferimento per la progettazione delle apparecchiature FEM 1001 definiscono il modo di utilizzo delle dove: dove: dove: macchine mediante lo spettro di carico Kp: P rapporto tramanutenzione, il carico generico il carico massimo p  p pMax p eeventuali Non da P ultimo i registri per capiree gli interventi che la apparecchiatura 1 P si analizzano rapporto rapporto tra ilditra carico il carico generico generico il e ildella carico massimo massimo .ha p pMax p p Max pMax pMax pall’utilizzo p carico Max 01 subito e, soprattutto, i dati macchina. = K Prelativi dx P rapporto tra il carico generico carico massimo pMax . pò P3p×Max p esi ilreperisconodall’utilizzatore  Volendo approssimare la situazione reale, trattando intervalli discreti di tempo 0 E’ nell’interpretazione corretta di tali dati che vogliamo porre particolare attenzione e lo faremo, dopo una breve ma Volendo Volendo approssimare approssimare lalosituazione la situazione reale, reale, trattando trattando intervalli intervalli discreti discreti di tempo, di tempo è necessaria reale, introduzione teorica, mediante studio reale della vita residua di un carroponte. dove: Volendo approssimare la situazione trattando intervalli discreti di tempo, è possibile scrivere: 3 r sia obbligato a effettuare su queste tipologie di apparecchi discreti di tempo, è possibile scrivere:   p n 3 3 Le normative di riferimento per la progettazione delle apparecchiature FEM definiscono il modo di utilizzo delle r pMax )1001 rapporto tra il carico generico p e il carico . 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N numero complessivo dei cicli di carico. anomalie, nonché quello di stabilire la vita residua in Pcui la rapporto il carico generico e il carico pMax  . pMaxcarico. dip carico. n pi dei effettuati concomplessivo ilpcarico ; massimo numero numero complessivo cicli dei cicli di Nnumero N ditracicli A seconda valori assunti da ililregime regimedidi carico è discre- dalla se macchina potrà ancora operare sicurezzai con numerodicomplessivo dei cicli di carico.deidei N in condizioni A seconda valori assunti da K carico èscrivere: discretizzato Pdiscreti di tempo, Volendo approssimare la situazione reale, trattando intervalli ècarico possibile N numero complessivo dei cicli di carico. A seconda A seconda dei valori dei seguente valori assunti assunti databella: il regime di carico di è discretizzato è discretizzato dalladalla seguen se KdaP ilKregime tizzato dalla le eventuali relative nuove portate nominali. P A seconda dei valori assunti Adaseconda di carico èregime discretizzato dalla seguente tabella: K P ildeiregime 3 di è discretizzato dalla seguente valori assunti da K P ilFattore r del carico nominale di carico spettro pertabella: apparecchi di sollevamento K

 p  n Ma cosa è in definitiva questa indagine supplementare e di K del  Fattore Fattore di  spettro di spettro carico del nominale per apparecchi per apparecchi di sollevamento di sollevamento K p sec K  carico   nominale di spettro del carico nominale per apparecchi di sollevamento K secondo FEM 1.001 T.2.1.2.3  p  K pNsecondo FEM 1.001 T.2.1.2.3 Fattore di spettro del carico Fattore nominale per apparecchi di sollevamento cosa si compone? Regime Kp Regime Regime Regime di carico il carico p ; Kp Kp Definizione Imprescindibile, ovviamente, l’indagine visiva (VT) sulla macchina numerodidicarico cicli effettuati con K n Regime di Q1 carico Kp di carico DefinizioneApparecchi che moviment Kp ≤0,125 da verificare, che deve essere effettuata non solo sulleNparti numero complessivo di carico Apparecchi che movimentano carichi molto raramente Q1 Apparecchi Apparecchi che e, movimentano che movimentc dei cicli di carico. (leggero) Q1 Q1 K ≤0,125 K ≤0,125 di solito, leggeri. K ≤0,125 p p Apparecchi che movimentano carichi moltoApparecchi raramente e, di moviment solito, leg (leggero) (leggero) (leggero) più critiche ma sull’intera apparecchiatura.Q1 Se ciò non dovesse che Kp valori ≤0,125 A seconda dei assunti daQ2 dalla seguente tabella: K il regime di carico è discretizzato 0,125 < Kp ≤0,25carichi (leggero) Apparecchi che movimentano con una certa Q2 Q2 Apparecchi Apparecchi che movimentano che movimentc normalmente moderati. Q2 (moderato) bastare, inoltre, si deve procedere nelleQ2 situazioni di dubbio 0,1250,125 <die K ≤0,25 Kp ≤0,25 p< frequenza normalmente < nominale K ≤0,25 per apparecchi Fattore di (moderato) spettro del0,125 carico sollevamento Kmoderati. secondo FEM 1.001 T.2.1.2.3 una certa frequenza e normalmente normalmente moderati. moderati. Q3 Apparecchi che movimentano carichi con Apparecchi che sollevano <(moderato) Kp(moderato) ≤0,25 0,25 < Kp ≤0,50 Apparecchi con controlli NDT (Non Destructive(moderato) Testing – UNI EN ISO0,125 normalmente moderati. Q3 Q3 Apparecchi che sollevano che sollevano caric Regime Apparecchi che sollevano carichi con frequenza e (pesante) K pesanti. 0,25 0,25 < Kcarichi ≤0,50 Kpesanti. p< p ≤0,50 Q3 Apparecchi sollevano carichi con Definizione frequenza e solitamente carichi di carico Q3 0,25 < K ≤0,50 chesolitamente (pesante) (pesante) pesanti. pesanti. 9712 – liv.II) quali: Apparecchi che sono solita 0,25Q1< (pesante) Kp ≤0,50 Q4(molto pesante) 0,50 < K ≤1,00 p Apparecchi che movimentano carichi molto raramente e, di solito, leggeri. (pesante) pesanti. K ≤0,125 Apparecchi che sono che sono solitamen solita Q4(molto Q4(molto pesante) pesante) 0,50 0,50 < Kche ≤1,00 Kp solitamente ≤1,00 Apparecchi p< Apparecchi sono sottoposti a servizi - MT: esame magnetoscopico (su saldature di travi a cassone (leggero) Q4(molto Apparecchi chepesanti. sono solitamente sottoposti servizi pesanti.e Q4(molto pesante) 0,50Q2< K Apparecchi movimentano carichi conauna certa frequenza 0,50 < K ≤1,00 p ≤1,00 < K ≤0,25 Le pesante) norme FEM0,125 introducono anche il che numero (moderato) normalmente moderati. di cicli massimo che una appare per individuare eventuali cricche) [Foto 1]; Le norme Le norme FEMFEM introducono introducono anche anche il numero il che numero di cicli di cicli massimo che che una una apparecch appare Q3 Apparecchi sollevano carichi con massimo frequenza e solitamente carichi 0,25 < K ≤0,50che una apparecchiatura può fare in sicurezza secon Le (su norme FEM anche numero ditabella: cicli - PT: esame ai liquidi penetranti ganci edintroducono alberi di riduttori Le norme il FEM introducono anchemassimo il numero di cicli massimo (pesante) pesanti. che una apparecchiatura può fare in sicurezza secondo la seguente Apparecchi che sono solitamente sottoposti a servizi pesanti. Q4(moltoseguente pesante) < K ≤1,00 tabella: tabella: Le norme FEM0,50introducono anche il numero di cicli massimo per individuare eventuali cricche) [Foto 2]; seguenteseguente tabella: seguente tabella: Le norme FEM introducono anche il numero di cicli massimo che una fare in sicurezza - UT: esame ad ultrasuoni (su travi e particolari in parete chiusa che una apparecchiatura può fare inapparecchiatura sicurezzapuò secondo la secondo la seguente tabella: Condizione Condizione tabella: al fine di valutare i cali di spessore) [Foto 3]. seguente Numero massimo Numero massimo Condizione Condizione di Note di di ciclioperativi n Numero Numero massimo massimo Non da ultimo si analizzano i registri di manutenzione, per Condizione di ciclioperativi n impiego di di N Numero massimo impiego di ciclioperativi di ciclioperativi Condizione di Noten n capire gli eventuali interventi che la apparecchiatura ha subito di ciclioperativi Numero massimo Uso Irregolare impiego impiego n di Note di ciclioperativi n impiego impiego U0 x 10⁴ n≤1,6 x 10⁴ e, soprattutto, sidireperiscono dall’utilizzatore i dati relativi U0 la interventi mo siNon analizzano i registri manutenzione, gli eventuali interventi che apparecchiatura da ultimo si analizzano i registri dipermanutenzione, per per capire gli gli eventuali cheche la ha apparecchiatura ha Non da ultimo si analizzano i registri dicapire manutenzione, capire eventuali interventi la apparecchiatura ha U0n≤1,6 U0 n≤1,6 n≤1,6 x 10⁴ x 10⁴ U0 x 10⁴ n≤1,6 all’utilizzo della simacchina. U0 U1 x 10⁴ n≤1,6 1,6 x 10⁴<n≤3,2 x 10⁴ prattutto, si reperisconodall’utilizzatore i dati relativi all’utilizzo della macchina. subito e, soprattutto, reperisconodall’utilizzatore i dati relativi all’utilizzo della macchina. subito e, soprattutto, si reperisconodall’utilizzatore i dati relativi all’utilizzo della macchina. Uso Irregolare U1 U1 x 10⁴<n≤3,2 x 10⁴<n≤3,2 x 10⁴ x 10⁴ U1 1,6 x 10⁴<n≤3,2 x 1,6 10⁴ 1,6 è nell’interpretazione corretta di tali dati che vogliamo porre registri di manutenzione, per capire gli eventuali interventi che la apparecchiatura ha Irregolare U1 U1 attenzione1,6 U2 Irregolare Irregolare x 10⁴<n≤3,2 x 3,2 10⁴ 3,2 Uso x 10⁴<n≤6,3 x 10⁴ UsoUso i manutenzione, perdicapire gli eventuali che la apparecchiatura rpretazione corretta talirelativi dati che vogliamo porre particolare e ha lo faremo, dopo una breve ma U2 10⁴<n≤6,3 x 3,2 10⁴ E’ nell’interpretazione corretta difaremo, tali dati che vogliamo porre particolare attenzione e U2 loex faremo, dopo maxma E’ nell’interpretazione corretta diinterventi tali dati che vogliamo porre particolare attenzione lo faremo, dopo una breve onodall’utilizzatore i dati all’utilizzo della macchina. Uso Irregolare U2 3,2 xuna 10⁴<n≤6,3 xbreve 10⁴<n≤6,3 10⁴ x 10⁴ particolare attenzione e lo dopo una breve ma necestilizzatore i dati relativi all’utilizzo della macchina. 1,6 x 10⁴<n≤3,2 x 10⁴ U2 ntroduzione teorica, mediante lo studio reale della vita residua di un carroponte. 3,2 x 10⁴<n≤6,3 x 10⁴ U3 U3 6,3 x 10⁴<n≤1,25 x 10⁵ 6,3 x 10⁴<n≤1,25 x 10⁵ necessaria introduzione teorica, mediante lo studio reale della vitavita residua di un necessaria introduzione teorica, mediante lo studio studio reale della residua di carroponte. un carroponte. saria teorica, mediante lo della vita U3x 10⁵<n≤2,5 U3 6,3 x 10⁴<n≤1,25 xUso 10⁴<n≤1,25 x 10⁵ x 10⁵ di tali dati cheintroduzione vogliamo porre particolare attenzione e lo reale faremo, dopo una breve U4 ma regolare leggero 1,25 x 10⁵6,3 U3 U4 il delle Uso regolare 6,3 x 10⁴<n≤1,25 xdi 10⁵ 1,25 x 10⁵<n≤2,5 x 10⁵ ti di cheriferimento vogliamo porre particolare attenzione e lo faremo, dopo una breve ma ve per la progettazione delle apparecchiature FEM 1001 definiscono il modo utilizzo residua di un carroponte. Le normative riferimento la progettazione delle apparecchiature FEM 1001 definiscono modo di utilizzo delle Lelonormative di della riferimento per ladiprogettazione delle apparecchiature FEM definiscono il modo di utilizzo delle , mediante studio di reale vitaper residua un carroponte. U5 1001 Uso regolare intermittente 2,5 x 10⁵<n≤5 x 10⁵ U4 U4 regolare regolare legg 1,251,25 x 10⁵<n≤2,5 x 10⁵<n≤2,5 x 10⁵ x 10⁵ UsoUso lo studio reale della vita residua di un carroponte. K : mediante lo spettro di carico U4 Uso regolare leggero U5 Uso regolare 1,25 x 10⁵<n≤2,5 x 10⁵ 2,5 x 10⁵<n≤5 x 10⁵ Le normative di riferimento per la progettazione delle apparecKp:Kp: macchine mediante lo spettro di carico p spettro macchine mediante lo di carico U6 Uso irregolare intenso 5 x 10⁵<n≤1 x 10⁶ U5 U5 regolare regolare inte 2,5 2,5 x 10⁵<n≤5 x 10⁵<n≤5 x 10⁵ x 10⁵ UsoUso er la progettazione delle apparecchiature FEM 1001 definiscono il modo di utilizzo delle chiature FEM 1001 definiscono modo di utilizzo delle macchine U7 1 x 10⁶<n≤2 x 10⁶ regolare ttazione delle apparecchiature FEM 1001 ildefiniscono il modo di1 utilizzo delle 1 U5 intermittente U6 Uso Uso irregolare 2,5 x 10⁵<n≤5 x 10⁵ 5 x 10⁵<n≤1 x 10⁶ 1 i carico Kp: U6 U6 x 10⁶ 5 x 10⁵<n≤1 UsoUso irregolare irregolare int 5 Uso x 10⁵<n≤1 x 10⁶ x 10⁶ 3 U8 intensivo 2 x 10⁶<n≤4 mediante lo spettro di carico  K P :  P 3  dx  KU6 dx3  dx 5 x 10⁵<n≤1 p: KP P P P  intensox 10⁶ x 10⁶ U7 Uso irregolare 1 x 10⁶<n≤2 P

p

i

i

i 1

Max

i

p

i

p

P

p

p

p

p

p

p

p

p p

 

U9 U7 n> U74 x 10⁶ 1 x 10⁶<n≤2 1 x 10⁶<n≤2 x 10⁶ x 10⁶ U8degli apparecchi di sollevamento Uso intensivo 1 x 10⁶<n≤2 x 10⁶di impiego 2 x 10⁶<n≤4 x 10⁶ Condizioni secondo FEM 1.001 T.2.1.2.2 U8 U8 UsoUso intensivo intensivo 2 x 10⁶<n≤4 2 x 10⁶<n≤4 x 10⁶ x 10⁶ 0 U8 2 x 10⁶<n≤4 x 10⁶ U9 Uso intensivon> 4 x 10⁶ dove: 0 U9 U9 n> 4n> x 10⁶ 4 x 10⁶ apportoPtraPil rapporto carico generico eililcarico carico massimo pMax p carico  pmassimo  . pMaxpMax U9 n> 10⁶ rapporto il generico carico . xcombinazione tratra il carico generico massimo del numero di cicli “U” e dallodispettro p eepilpecarico rapporto tra generico il carico massimo  p ppDalla Max Condizioni di impiego degli apparecchi sollevamento second Maxp4 Max  . 1

 K  K P  P  dxP dove: dove: 3

1

P

3

 dx

0

U7

0

0

Condizioni Condizioni di impiego di deglidegli apparecchi apparecchi di sollevamento di second FE di carico Kp otteniamo infine la impiego classe di progetto “A”sollevamento dellasecondo

Condizioni di tempo, impiego degli di sollevamento secondo FEM 1.001 T.2.1.2.2 genericoVolendo ilapprossimare carico massimo p reale, pMaxreale, pMax plae situazione prossimare reale, trattando discreti di tempo, è possibile scrivere:  .trattando intervalli discreti di è possibile scrivere: approssimare situazione trattando intervalli discreti di tempo, èapparecchi possibile scrivere: nostra attrezzatura (discorso analogo, ma in termini di ore di carico . massimo p situazione plaMax pMax la p e il Volendo  . intervalli 3 3 3 utilizzo, vale per le classi M dei meccanismi della macchina): r zione reale, trattando intervalli discreti di tempo, possibile r  èpscrivere:  ni scrivere:  r pi p i ni ni i , trattandoVolendo intervalli approssimare discreti di  tempo, è possibile  K   K la situazione reale, trattando intervalli   P K P        P 3 N i 1 i p1 Max i 1  pMax   pMax N N 3r  p  ni i r  KpPi ni      KP   N con i 1 ilpcarico  effettuati umerondi cicli effettuati pi ; concon di cicli effettuati il carico pi ; pi ; Ndi Max cicli il carico i 1numero i ni Max   pnumero


macchina):

macchina, e i cicli reali Ciclireali , ovvero il numero di cicli compiuti realmente Tabella 1 Condizione di impiego e massimo numero di cicli operativi secondo FEM 1.001 Tabella T.2.1.2.4 Dalla combinazione del numero di cicli “U” e dallo spettro di carico Kp otteniamo infine laI classe n d u s t rdi i a progetto & T e c n “A” i c a |della 33 Kdei p nostra attrezzatura (discorso analogo, ma in termini di ore di utilizzo, vale pere massimo leCicli classi M meccanismi della Condizione di impiego numero di cicli   Cicli eff reali Regime operativi di un apparecchio di sollevamento 0, 25 macchina): Kp di carico

Dalla combinazione del numero cicli “U” e dalloAl spettro diverificare carico otteniamo infine la classe progetto “A” della T.2.1.2 Tabella 1 Condizione di di impiego e massimo numero di cicli secondo Tabella T.2.1.2.4 plaU3 fine di correttezza dell’Eq. (1)1.001 indiU7 relazione Tabella U1 U2 Koperativi U4 U5 FEM U6 U8 alla U0 U9 nostra attrezzatura (discorso analogo, ma in termini di ore di utilizzo, vale per le classi M dei meccanismi della : stessa espressione risolta in funzione di Cicli Q1 Kp ≤0,125 A4 numero A1 Condizione A1 A1di impiego A2 A3 A5 reali diA6 A8 e massimo cicli A7 macchina): (leggero) Regime Q2

Kp

operativi di un apparecchio di sollevamento

Tabella 1 combinazione Condizione di 0,125 impiego massimo didi cicli operativi secondo FEM T.2.1.2.4 0, 25 ≤ Kcicli ≤0,25 carico A1numero A1infine A2 A3Kpdiotteniamo A4 A5“A” A6 A7Tabella A8“A” della pe Dalla del numero di “U” dallo spettro carico infine la1.001 classe di A8 progetto Dalla combinazione del numero didicicli “U” e dallo spettro di carico Kp eotteniamo la classe progetto della (moderato) Cicli   Cicli reali eff U9 U1 diU2 U3utilizzo, U4 vale U5 per U6 U7 U8 meccanismi U0 nostra attrezzatura (discorso analogo, ma in termini ore di le classi M dei della K p nostra attrezzatura (discorso analogo, Q3 ma in termini di ore di utilizzo, A1 valeCondizione per le classi M meccanismi della 0,25 ≤ Kp ≤0,50 e massimo cicli A8 A2 A6 numero A3di impiego A4 dei A5 A7 diA8 A8 macchina): Q1 (pesante) macchina): Kp ≤0,125 Regime A1e si valuti A1 operativi A3 diA4 A5 correttamente A6 A7 A8 diA2 un di sollevamento seA1questa è inapparecchio grado interpretare le norme FEM. (leggero) p Q4 Condizione K di 1carico Tabella di impiego numero di cicli operativi secondo FEM 1.001 Tabella 0,50 ≤ K A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A8 A8 A8T.2.1.2.4 p ≤1,00 e massimo Non da ultimo si analizzano i registri di manutenzione, per capir Tabella 1 Condizione di impiego e massimo numero di cicli operativi secondo FEM 1.001 Tabella T.2.1.2.4 Q2 pesante) (molto 0,125 ≤ Kp ≤0,25 U1 macchina, U2 U3 U4 inA5 U6 U7 con U8lo spettro U0 U9i dati A1Se una A1 A2 A4 A6 A7 A8 A8 per ipotesi classe A5, lavora di relativi carico Q1 subito e,A3 soprattutto, siU5 reperisconodall’utilizzatore all’ (moderato) Condizione di impiego e massimo numero di cicli Q1 Q3 spettro leggero) si ottiene il seguente valore di cicli reali massimi in sicurezza Condizione di impiego e massimo numero di cicli Kp≤≤0,125 A4corretta A1 A1nell’interpretazione A2 di un A3apparecchio A5didisollevamento A6 datiA8 A7 0,25 Kp ≤0,50 A2 E’ A6 A1 A3 A4 A5 A7 A8 A8 tali che vogliamo porre par Regime (leggero) Regime (pesante) Kfatti: operativi di un apparecchio operativi di sollevamento p KQ2 Si ponga ora su questi tre p l’attenzione di carico necessaria introduzione teorica, mediante lo studio reale della vita re di carico Dalla combinazione del numero di cicli “U”Q4 e dallo spettro di carico KpKotteniamo di progetto “A” dellaA4 0,125 ≤0,25 infine A1la classe A1 A2 A3 A5 A6 A7 A8 A8 0,U6 25 0,50 ≤≤K A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A8 A8 A8 pp≤1,00 U1 U2 U3 U4 U5 U7 U8 U0 U9 (moderato) nostra attrezzatura (discorso analogo, ma in termini di ore di utilizzo, vale per le classi M dei meccanismi della U1 U2 U3 U4 U5 U6 U7 U8 U0 U9 (molto  progettazione  250000 500000  Ciclidelle - lo pesante) spettro di carico Q2 è quello di riferimento per la determinazioni combinazione Q2/U2 da reali Qclassi: Le normative di riferimento delle apparecchiat 1per la la 0,125 macchina): Q3 Q1 02 infatti A2; Q2/U30,25 da A3; da A1 A4 e A1 così viaA1 per tutte le classi diA3 riferimento (in rosso orizzontale); Q1 ≤ KpKQ2/U4 ≤0,50 A2 A6 A3 A4 A5 A7 A8 A8 A8 A4 A1 A2 A5 A6 A7 A8 p ≤0,125 K : macchine mediante lo spettro di carico p K(pesante) A1 di cicli A1operativi A1 secondo A2 FEM A31.001A4 A6 A7 A8 p ≤0,125 (leggero) Tabella 1 (leggero) Condizione di impiego e massimo numero TabellaA5 T.2.1.2.4 Questo valore coincide, infatti, con il limite inferiorepiù (edo ilmeno numero minimo di Q4 se si vuole, a parità numero massimo di cicli (ad esempio U5), caricare in maniera gravosa 1 Q2 Q2 0,50 ≤ Kp fatti: ≤1,00 Si ponga ora≤l’attenzione su questi tre A3 A5 A5 A7 A6 A8 A7 A8 A8 A6A8 A7 A8 A8 A8 A8 0,125 ≤ Kp ≤0,25A2 A1 A1A4 A6 A2 A3 A4 A5 3 0,125 Kpesante) A1 ciA1 A2 A3 A4 (molto p ≤0,25 (moderato) Condizione di impiego e massimo numero di cicli l’apparecchiatura, si dovrà muovere in verticale e cambiare la classe di progetto “A “(in verde verticale);  K P  dx con lo spettro di carico Q2 avente = (moderato) Se la stessa macchina in classe A5, lavora con lo spettro di carico PQ2 avente K Regime operativi unesempio, apparecchio di sollevamento Q3 0 - Kp-lo spettro di carico Q2 quello di≤0,50 riferimento pervolte la determinazioni dellesi classi: la combinazione Q2/U2 da la stessa classe, A5 èdiad appare ed diagonale: immediato pensare che se la stessa 0,250, il seguente valore Q3 0,25 ≤ K di carico A6 A1più A3in A4 A5 è ottiene A7 A8 A8di p da ultimo siA4analizzano iA2 registri di sicurezza: manutenzione, per capire gliA8eventuali interventi che l 0,25 ≤macchina Kp(pesante) ≤0,50 cicli reali massimi in A6 A1U2Non A3 A5 A8 A8 A8 infatti A2; A3;A2 Q2/U4 e così tutte le di riferimento (ine rosso orizzontale); verrà con unA4 regime carico più A7 gravoso durerà di massimi meno viceversa. Ad esempio per la U1 dautilizzata U3 U4da U5 U6 divia U7per U8 U0Q2/U3 U9classicicli (pesante) reali in sicurezza: dove: subito e, soprattutto, si reperisconodall’utilizzatore i dati relativi all’utilizzo della macchina. Q4 Si ponga ora l’attenzione su questi tre fatti: Classe A5, corrisponde un≤ numero cicli di carico variabile 63000 (Min U3) 1000000 (MaxA8 U6), in Q1Q4 0,50 Kp ≤1,00 di A2 A6 A4 A5tra A6 in A7maniera A8 epiù A8o meno A8 se ≤si(molto aA1parità massimo (adA3A7 esempio caricare gravosa K-p ≤0,125 0,50 Kpvuole, ≤1,00 A4 A1pesante) A2 A4 A3 A8 U5), A2A1E’numero A3 A5 diA5cicli A6 A8 A8 A8 0,particolare 25 (leggero) (molto pesante) giallo in tabella. nell’interpretazione correttaA7 di taliA8datirapporto che vogliamo porre attenzione e lo faremo P tra il carico generico e il carico massimo pMax p 250000 250000 Cicli    - lo spettro di caricociQ2 è quello di riferimento pere la determinazioni classi: la “(in combinazione Q2/U2 da Q 2 “A l’apparecchiatura, si dovrà muovere in verticale cambiare la classedelle di progetto verde verticale); reali Q2 0,125 ≤ Kp ≤0,25 necessaria introduzione teorica, mediante lo studio reale della vita residua di un carroponte. A1 A1 A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A8 0, 25 (moderato) infatti A2; Q2/U3 da A3; Q2/U4 da A4 e così via per tutte le classi di riferimento (in rosso orizzontale); la stessa classe, A5 ad esempio, appare più volte ed in diagonale: è immediato pensare che se la stessa La Tabella indica che una macchina di classe A generica può compiere in sicurezza un numero diverso di cicli a Volendo approssimare la situazione reale,Adtrattando intervalli Q3 verrà con un di più dinumero meno e di viceversa. esempio per illachediscret 0,25 ≤ Kponga ≤0,50 Le normative diA6 per lagravoso progettazione delle apparecchiature FEM 1001 definiscono il m seconda di ora come viene caricata, distinguendo così il numero di cicli reali dal cicli effettivi. La relazione A2utilizzata A3 A4 A1 A5 A7carico A8 A8 durerà p macchina Questo valore coincide, con l’attenzione su questi treregime fatti: valore coincide, infatti, con ilinlimite inferiore U5. umeroSidiponga cicli “U” e dallo spettro di carico K infine classe diriferimento progetto “A” della (pesante) sitre a parità numero massimo ciclidiA8 (ad esempio caricare maniera più odiinfatti, meno gravosa p otteniamo l’attenzione su-Siquesti fatti: Dalla ora combinazione del numero di se cicli “U”vuole, e dallo spettro di carico Kp la otteniamo infine ladiQuesto classe progetto “A” della U5), 3 Classe A5, corrisponde un numero di cicli di carico variabile tra 63000 (Min U3) e 1000000 (Max U6), in Cicli , ovvero il numero dei cicli “pesati” in funzione della classe di progetto della spiega il rapporto tra i cicli effettivi K : macchine mediante lo spettro di carico Q4 limite inferiore di U5. effle in nostrama attrezzatura (discorso in A2 termini di ore di utilizzo, vale classi dellapla classe di progetto “A “(in verde verticale); r  p  orso analogo, in termini di analogo, ore utilizzo, vale per classi Mperdei meccanismi della ciA4 sile dovrà verticale e cambiare 0,50 ≤ Kp l’apparecchiatura, ≤1,00 A3 A5 A6 A7di A8M deiA8meccanismi A8 laA8 -diè ma loin spettro di carico Q2 èmuovere quello riferimento per determinazioni delle classi: la combinazione Q2/U2 da i (molto pesante) di carico Q2giallo tabella. -macchina): lo spettro quello di riferimento per la determinazioni delle classi: la combinazione Q2/U2 da   K   Analogamente, con lo spettro di carico Q3  1 - la stessa classe, A5 adda esempio, appare più volte ed intutte diagonale: immediato pensare che se laPsistessa , ovvero il numero cicli realmente macchina, la macchina, e i cicli reali Cicli infatti A2; Q2/U3 Q2/U4 da A4 edidi così viacompiuti per le classi riferimento (in èrosso realiA3; Analogamente, con lorosso spettro dièdidalla carico Q3 avente =orizzontale); 0,500, ottiene il seg K pseguente: i 1  pMax 3  infatti A2;Condizione Q2/U3 da A3; Q2/U4 da A4 e così via per tutte le classi riferimento (in orizzontale); Tabella 1 di impiego e massimo numero di cicli operativi secondo FEM 1.001 Tabella T.2.1.2.4  K P  dx avente = 0,500, si ottiene il seguente macchina utilizzata un classe regime carico più gravoso di meno eun viceversa. esempio per laa che l La Tabella indica verrà che una macchina di Adigenerica compiere in sicurezza numero diverso di interventi cicli P per Non con da ultimo si analizzano i può registri di durerà manutenzione, capire gliAd eventuali ione di impiego e massimo numero di cicli operativi FEM 1.001 Tabella T.2.1.2.4 sicurezza: - come se A5, siviene vuole, asecondo numero massimo di ciclidi(ad esempio U5), caricare in effettivi. maniera più o meno gravosa 0U3) Si ponga questi tre di fatti: Classe corrisponde unimpiego numero dicosì cicli di carico variabile tra 63000 (Min e 1000000 (Max U6), in caricata, distinguendo il numero cicli reali dal numero di cicli La relazione valore di cicli reali massimi in sicurezza: - ora sel’attenzione si vuole,suaseconda parità numero massimo diparità cicli (ad esempio U5), caricare in maniera più o meno gravosa Condizione di e massimo numero di cicli Analogamente, con lo spettro di carico Q3 avente = 0,500, siche ottiene il s K subito e, soprattutto, si reperisconodall’utilizzatore i dati relativi all’utilizzo della macchina. K p in verticale p numero di cicli effettuati con“(in il carico ni e cambiare pverticale); l’apparecchiatura, ci dovrà muovere la classe di progetto “A verde i ; Regime operativi di si unCicli apparecchio di la sollevamento giallo in tabella. , ovvero il numero dei cicli “pesati” in funzione della classe di progetto della spiega il rapporto tra i cicli effettivi (1) Cicli   Cicli l’apparecchiatura, ci si dovrà muovere in verticale e cambiare classe di progetto “A “(in verde verticale); K Si ponga ora l’attenzione su questi tre fatti: macchina, e i cicli reali , ovvero il p di riferimento per la dove: - lo spettro di carico Q2Condizione è quello determinazioni la combinazione Q2/U2 da eff delle eff di classi: reali di impiego e massimo numero cicli di carico 0, 25particolare laA4stessa classe, ad U4 esempio, appare più volte eddati inpensare diagonale: immediato pensare che se la stessa 0, 25sicurezza: E’A5 nell’interpretazione di talidalla che vogliamo porre attenzione e lo faremo A2; Q2/U3 da A3; Q2/U4 da e U0 così via tutte classi di riferimento rosso orizzontale); - loinfatti la stessa classe, A5 ad- eesempio, appare più volte ed in diagonale: ècompiuti immediato che launstessa U1per numero U2 U3 U5 U6 (incorretta U7 U8 250000 125000 Cicli   cicli  -K spettro di carico Q2 è quello di didi cicli compiuti realmente durerà èseQ 3meno numero complessivo dei di carico. N U9compiere operativi di un apparecchio sollevamento reali ,lediovvero ilclasse numero cicli realmente dalla macchina, èviceversa. la seguente: macchina, i cicli reali Cicli La Tabella indica che una macchina A di generica può in sicurezza numero diverso di cicli aper la reali p macchina verrà utilizzata con un regime di carico più gravoso di e Ad esempio 0,50 necessaria introduzione teorica, mediante lo studio reale della vita residua di un carroponte. Q1per utilizzata con un regime di carico più gravoso durerà dipiù meno eTabella viceversa. Ad esempio perpeffettivi. la  p 1.001, P tra ilnumero carico generico il carico massimo pLa p edal  . si(Max -riferimento semacchina si vuole, a verrà parità numero di ciclicaricata, esempio oalla meno gravosa la determinazioni delle macchina, ècaricare laA4seguente: ≤0,125 Maxrelazione Max A1 A1 A1 A2 U5), A3rapporto A5 A6 A7 A8 Al Kfine di verificare la(ad correttezza dell’Eq. (1)in in relazione delle norme consideri lain dimassimo come viene distinguendo così ilmaniera di cicli reali numero di (Min cicli 0, 25FEM A seconda deiT.2.1.2.4 valori assunti da il regime di carico èche discretizzat KU3) (leggero) seconda Classe A5, corrisponde un numero di cicli carico variabile traCicli 63000 e 1000000 U6), P U2 U3 U4 U5 U6classe U7 U8 U0 corrisponde U9di l’apparecchiatura, ci U1 si dovràQ2/U2 muovere in verticale e cambiare la didiprogetto “A “(in verde verticale); Classe A5, un numero di cicli di carico variabile tra 63000 (Min U3) e 1000000 (Max U6), in 250000 125000      Le normative riferimento per la progettazione delle apparecchiature FEM 1001 definiscono il m reali Q2 classi: la combinazione da infatti Questo valore coincide, infatti, con il Questo valore coincide, infatti, con il limite inferiore di U4. Q 3 della : stessa espressione risolta in funzione di Cicli Cicli , ovvero il numero dei cicli “pesati” in funzione classe di progetto della spiega il rapporto tra i cicli effettivi 0,125 ≤ K ≤0,25 reali giallo in tabella. A1 A1 A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A8 eff è immediato 0,50 Kp - la giallo stessa classe, A5 ad esempio, appare più volte edVolendo in diagonale: che reale, se la stessa approssimare la pensare situazione trattando intervalli discreti di tempo, èper possibile scrivere: (moderato) in tabella. Fattore di spettro del carico nominale apparecchi di soll K : macchine mediante lo spettro di carico A2; Q2/U3 da A3; Q2/U4 da A4 e così (1) limite inferiore di U4. (1) seguente valo Cicli  eCicli pper la Kp ≤0,125 macchina Q3 verrà conA1 un iregime di carico piùA4 gravoso durerà di menoA7 viceversa. Adlo esempio A1 utilizzata A10,25 A2 A1 A3 A5 A8compiuti eff A6 reali Ed infine con di carico Q4macchina, avente K pèun =la1,000, si diverso ottiene ildi di cicli realmente dalla seguente: macchina, cicli reali Cicli ≤Tabella K e≤0,50 A2 A6 A4 A5il numero A8 A8 A8spettro reali , ovvero 25A7 indica cheA A3 una macchina di0,(Min classe A generica può compiere in cicli a 3 numero (pesante) Questo valore coincide, consicurezza il limite didiU4. A5, corrisponde un di di cicli di(in carico variabile trapuò 63000 U3) (Max ininfatti, viaClasse per indica tutte le dinumero riferimento Ed infine lo inferiore spettro carico Q4 La Tabella checlassi unaLa macchina classe generica compiere ine 1000000 sicurezza unU6), numero diverso di cicli an rcon Regime 1 p 0, 25   Q4 i Kp seconda diA3 come viene caricata, distinguendo così ilA8 numero di cicli reali dal numero di effettivi. La relazione che 3i cicli in tabella. (2) Cicli   Cicli 0,50 ≤A2 K distinguendo ≤1,00 A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A8 A8 A8 0,125 ≤rosso Kpgiallo ≤0,25   K A1 A1 A4 A5 A6 A7 A8 di carico seconda di (molto come viene caricata, così il numero di cicli reali dal numero di cicli effettivi. La relazione che reali eff   orizzontale); avente = 1,000, si ottiene il seguente K P FEM dxK =1.001,  P  pesante) Al fine di verificare la correttezza dell’Eq. (1) in relazione allacon Tabella T.2.1.2.4 delle sisiconsideri P norme Ed infine lo dei spettro di“pesati” carico Q4 avente ottiene il la seguente v  K p N 1,000, p Cicli , ovvero il numero cicli in funzione della classe di progetto della spiega il rapporto tra i cicli effettivi 0, 25 p K i 1  Max Q1 Apparecchi che 0 reali  massimi eff p “pesati” La Tabella indica chetra macchina di classe generica può compiere in sicurezza un numero diverso didella cicli avalore CicliArisolta numero dei cicli in funzione classe di progetto della spiega rapporto i stessa cicli effettivi - seil si vuole, a una parità numero massimo diin funzione Alilfine didi verificare la correttezza dell’Eq. di cicli in sicurezza: K ≤0,125 250000 62500 63000 Cicli    eff , ovvero   p : espressione Cicli (1) Cicli  Cicli reali Q4 reali diA8 (leggero) reali 0,25 ≤ Kp di ≤0,50 A2distinguendo seconda come viene così il numero diA6 cicli reali daleff numero cicli effettivi. relazione che A1caricata, A3 A4 A5 A7 A80, A8cicliLacompiuti 1, 00 , ovvero il25 numero di dalla macchina, è la seguente: Apparecchi che macchina, i il cicli Cicli cicli (ad U5), caricare inequesta maniera (1) incicli relazione alla Tabella T.2.1.2.4 delledella equesti sireali valuti se èreali in grado di“pesati” interpretare correttamente leprogetto norme FEM. reali Si l’attenzione su tre, fatti: ovvero numero di compiuti realmente dalla macchina, èrealmente la seguente: macchina, e ora iesempio cicli realieffettivi Q2 Cicli dove: Cicli in funzione della classe di spiega il ponga rapporto tra i cicli 0, 25 0,125 < Kp ≤0,25 numero di cicli effettuati con il carico ; ncicli p eff , ovvero il numero dei i i 62500  63000 Cicli   250000  (moderato) normalmente m   più o meno gravosa l’apparecchiatura, ci si norme FEM 1.001, si consideri la stessa reali il Questo valore coincide, infatti, con inferiore di(il U3. -e i cicli lo spettro carico èdiA4 quello di A5 riferimento per laA7 determinazioni la combinazione Q2/U2 daT.2.1.2.4 Q 4limite 0,50 ≤ Kp ≤1,00 A2diCicli A3 A6 A8 delle A8 A8 0,in 25 Alreali fine verificare correttezza dell’Eq. (1)classi: relazione alla Tabella delle norme FEM 1.001, si consideri la lo che ,Q2 ovvero il numero dilacicli compiuti realmente dalla macchina, èA8 la seguente: macchina, reali 1, Se una macchina, per ipotesi in classe A5, lavora con lo spettro di carico Q1 avente 0,125 più gravoso per K00 Q3 Apparecchi p = (2) Cicli   Cicli infatti A2; Q2/U3 da A3; Q2/U4 da A4 e così via per espressione tutte le classi di riferimento (in rosso orizzontale); P rapporto tra il carico generico e il carico massimo . p p p p   dovrà muovere instessa verticale e cambiare la risolta in funzione di K p eff dei cicli di reali 0,25 < Kp Max ≤0,50 numeroK:complessivo carico. N Max K espressione risolta in funzione di Cicli (pesante) pesanti. Fatta questa breve ma necessaria introduzione teorica, prendiamo ora in esame un p reali p (1) Cicli   Cicli spettro leggero) si cicli ottiene il seguente valore dimaniera cicli reali massimi in sicurezza dall’Eq. (2):coincide, eff in reali - di se progetto si vuole, a parità numero massimo di (ad Cicli esempio U5), caricare più ovalore meno gravosa (1) Cicli Questo coincide, infatti, con ildiscretizzato limite inferiore diinfatti, U3. con classe “(in verde verticale); Questo il eff reali : Apparecchi che K 0, 25 Q4(molto pesante) 0,50di <ha K A seconda dei valori assunti da verticale); il regime diche carico èvalore dalla seguente tabella: K Non da ultimo si “A analizzano i registri di manutenzione, per capire gli eventuali interventi la apparecchiatura p p ≤1,00 P Volendo approssimare la situazione reale, trattando intervalli discreti tempo, è possibile scrivere l’apparecchiatura, ci si dovrà muovere in verticale e cambiare la classe di progetto “A “(in verde 0, 25 (1) lolimite Cicli   Ciclireali Una società ha richiesto studioinferiore della vitadiresidua per un suo carroponte. Per q eff la stessa classe, A5 ad esempio, appare U3. e si valuti se questa è in grado di interpretare correttamente le norme FEM. 0, 25 la stessa classe, A5 ad esempio, appare più volte ed in diagonale: è immediato pensare che se la stessa subito e, soprattutto, si reperisconodall’utilizzatore i dati relativi all’utilizzo della macchina. Fatta questa breve ma necessaria introduzione teorica, prendiamo ora in esame u su questi tre fatti: 0, 25 presentato, ladelclasse di progettazione delbreve carroponte 905, èp secondo A5 (ovvero Q2/U5) Fattore direlazione spettro carico nominale perquesta apparecchi di sollevamento Kdi FEM 1.001 T.2u 3il numero Al fine diimmediato verificare larelazione correttezza dell’Eq. (1) in alla Tabella T.2.1.2.4 delle norme FEM 1.001, si consideri lache Le norme FEM introducono anche cicli massimo macchina utilizzata conèun regime di(1) carico più gravoso durerà di  meno eT.2.1.2.4 viceversa. Ad esempio per la piùdivolte ed inverrà diagonale: (2) Fatta ma necessaria intro(2) Cicli   Cicli r Al fine verificare la correttezza dell’Eq. in alla Tabella delle norme FEM 1.001, si consideri la 250000 500000 Cicli   reali eff     ni ma reali di verificare laA5, correttezza dell’Eq. (1)di inditali relazione alla T.2.1.2.4 norme FEM 1.001, si consideri la Qporre 1 lavora i breve riferimento per il calcolo della vita residua. Se una macchina, per ipotesi in classe A5, con loQ2/U2 spettro diU6), carico Q1 =p0,125 piùpergravoso per lo K p una corrisponde un numero cicli dati dirisolta carico variabile trala 63000 (Min U3) e: 1000000 (Max E’ nell’interpretazione corretta cheTabella vogliamo attenzione ein lo faremo, Kparticolare società ha richiesto loavente studio della carroponte. Pe stessa espressione funzione didelle Cicli ico Q2Al èfine quello diClasse riferimento per la determinazioni combinazione da 0,125 p realiUna   (il K P dopo pensare che se stessa verrà duzione teorica, prendiamo orauninsuo esame  vita  residua  :delleinclassi: stessa espressione risolta in funzione di :Cicli Regime giallo in tabella. stessa espressione risolta inlafunzione dimacchina Ciclireali seguente tabella: realilo K p N Definizione presentato, la classe di progettazione del carroponte 905, è A5 (ovvero Q2/U necessaria introduzione teorica, mediante studio reale della vita residua di un carroponte. p i 1  3 da A3; Q2/U4 da A4 e così via perleggero) tutte le si classi di riferimento (in rosso  Max  pratico. ottiene il seguente valore di orizzontale); cicliSecondo reali massimi sicurezza dall’Eq. (2): i datididiinintercarico forniti dal proprietario, durante ogni ciclo nel periodo 19 di carico utilizzata con unspettro regime di carico più e di sicompiere valuti se questa in grado un semplice La Tabella indica che macchina diquesta classecoincide, Aè generica può sicurezza un è numero diverso di cicli a euna si valuti se in grado interpretare correttamente leilnorme Questo valore infatti, con ilin limite inferiore (ed numero minimo diessendo cicli) dilacaso U6 che compare in Tabella. riferimento per il FEM. calcolo della vita residua. Q1 di cicli Apparecchi che movimentano moltopari rarame carico costante pari a 8000 kg, portata massima del carichi carroponte a1 Le normative di riferimento per la progettazione delle apparecchiature FEM 1001 definiscono il modo di utilizzo delle 0, 25 seconda di come viene caricata, distinguendo così il numero di cicli reali dal numero effettivi. La relazione che gravoso durerà di meno e viceversa. Ad pretare correttamente le norme FEM. Una società ha richiesto lo studio della ≤0,125 0, 25U5), 0, arità numero massimo di cicli (ad esempio caricare più o meno gravosa Kp(2) 25 n in maniera (leggero) (2) Cicli   Cicli Cicli   Cicli numero di cicli effettuati con il carico ; p al giorno pari a 20. Tutto questo per 245 giorni l’anno e per 21 anni. reali eff reali eff Cicli , ovvero il numero dei cicli “pesati” in funzione della classe di progetto della spiega il rapporto i cicli effettivi i classe iK dal Secondo i dati di carico forniti proprietario, durante ogni ciclo nel periodo 0, 25 Se lo una macchina, per ipotesi in A5, lavora con lo spettro di carico Q1 avente = 0,125 (il più gravoso per lo K (2) Cicli  Cicli Sespettro stessa in classe A5, lavora con lo spettro di carico Q2 avente = 0,250, si ottiene il seguente valore di eff macchina K : macchine mediante di carico p reali eff K Condizione p a, ci si dovrà muovere intra verticale elaA5, cambiare la classe di progetto “A “(in verde verticale); esempio per la Classe corrisponde Se una macchina, per ipotesi in classe vita residua per un suo carroponte. Per p K p 500000 p Q2 Apparecchi cheNumero movimentano carichi con una certa  250000  Ciclireali Q1  K compiuti massimo 0,125 < Kap 8000 ≤0,25 kg,diessendo la portata carico costante massima del carroponte pari il numero di cicli realmente dalla macchina, è la macchina, eappare i cicli reali Cicli reali , ovvero 0,125 (moderato) normalmente moderati. A5 ad esempio, più volte ed variabile in diagonale: immediato pensare che seseguente: la stessa spettro leggero) si ottiene ilpèseguente valore cicli reali massimi inpari sicurezza dall’Eq. (2): cicli reali massimi in sicurezza: un numero di cicli di carico tra A5, lavora con spettro di carico Q1 quanto riportato dal fascicolo tecnico si ottiene il valore 0,262. In F Effettuando il calcolo dello spettro di carico K numero complessivo dei cicli di carico. N 1 di lo di ciclioperativi P e si valuti se questa è in grado di interpretare correttamente le norme FEM. al giorno per parile a norme 20. Tutto questo per 245 giorni e per 21 n anni. impiego 3 Q3 Apparecchi chel’anno sollevano carichi con frequenza e s e più sidivaluti se questa è di inavente grado edi interpretare correttamente FEM. utilizzata con unseregime di carico gravoso durerà meno viceversa. Ad esempio la K P  dx 63000 (Min U3) e 1000000 (Max U6), in = 0,125 (il più gravoso per lo presentato, la classe di progettazione 0,25 < K e si valuti questa è in grado interpretare correttamente le norme FEM. p ≤0,50 carico in forma grafica. K P K  A seconda dei valori assunti da il regime di carico è discretizzato dalla seguente tabella: K P p con loinfatti, (pesante) pesanti. Questo valore coincide, con il limite inferiore (ed il numero minimo cicli) di U6 che compare in Tabella. Se una macchina, per ipotesi in classe A5, lavora spettro di carico Q1 avente = 0,125 (il più gravoso per lo K P (1)   Cicli63000 p Effettuando sponde ungiallo numero di cicli di caricoCicli variabile tra (Min U3) e 00,1000000 (Max U6), in eff reali si ottiene il valore 0,262. In il calcolo dello spettro di carico K 25 0, 25 in tabella. spettro leggero) si ottiene il seguente del carroponte 905, è A5 (ovvero Q2/ per U0 avente n≤1,6 10⁴gravoso P 0, 25 Se una macchina, per ipotesi in classe A5, lavora con lo spettro di Q1 =lo0,125 (ilxpiù loservi Kper Apparecchi sono solitamente sottoposti a Q4(molto pesante) 0,50=<0,125 Kp carico ≤1,00 p che 250000 500000 Cicli    250000 250000    Se unaleggero) macchina, perilSe ipotesi classe A5, lavora con lo spettro di carico Q1 avente (il più gravoso K   spettro si ottiene seguentein valore di cicli reali massimi inCicli sicurezza dall’Eq. (2):   reali reali pQ2 avente Q1 Q 2con Fattore di spettro del carico nominale per apparecchi di sollevamento K secondo FEM 1.001 T.2 K la stessa macchina in classe A5, lavora lo spettro di carico = 0,250, si ottiene il seguente valore di p carico in forma grafica. K La Tabella indica che una macchina valore di cicli reali massimi in sicurezza U5). Questa classe è presa perciò come pU1 25 dove: 1,6 x 10⁴<n≤3,2 x 10⁴ Al fine di verificare la correttezza dell’Eq. (1) in relazione alla Tabella T.2.1.2.40,125 delle0, norme FEM 1.001, consideri la spettro leggero) ottiene il seguente valore di cicli realiPsimassimi in sicurezza dall’Eq. (2): P/P spettro leggero) ottiene ilreali seguente valore sidiin cicli reali massimi in sicurezza Uso Le norme FEM introducono ila numero riferimento di cicliMax massimo una della apparecchiatura può fare in risolta in funzione dicompiere distessa classe Asigenerica può dall’Eq. (2):numero per il che calcolo vita residua. Cicli na macchina diespressione classe A generica può compiere sicurezza un diversodall’Eq. dianche cicli(2): cicli massimi Regime 0, 25reali :in sicurezza: U21.0di U6 che3,2 x 10⁴<n≤6,3 xDefinizione 10⁴ Kp   250000 500000  Cicli valore Questo coincide, infatti, con il limite inferiore (ed il numero minimo di cicli) compare in Tabella. Questo valore coincide, infatti, con ildieffettivi. limite inferiore di U5. reali Q1 cicli P rapporto tra ildiverso carico generico e il carico massimo . p p p p   carico aricata, distinguendo così il numero di reali dal numero di cicli La relazione che sicurezza un numero di cicli a Secondo i dati di carico forniti dal proprieMax 0,125 P/PMax seguente tabella: 0,Max 25 250, 25 in funzione U3 x movimentano 10⁴<n≤1,25 x 10⁵molto Q1 che carichi Cicli lo spettro  250000 500000 Ciclieff , ovvero ilSe numero dei cicli0, “pesati” della classe di progetto della li effettiviseconda  0.9Apparecchi (2) Cicli  Cicli di come viene caricata, distintario, durante ogni ciclo nel periodo 0, 25 K la stessa macchina in classe A5, lavora con di carico Q2 avente = si 6,3 ottiene il seguente valore di rarame reali Q K ≤0,125 reali eff 250000 p 1 500000 Cicli   p QuestoVolendo valore coincide, infatti, conla il limite (ed iltrattando numero minimo di cicli) di U6 che compare inpossibile Tabella. scrivere: 0,250, reali inferiore (leggero) 1.0 Q1 K preale, approssimare situazione intervalli discreti di tempo, è 0,125 250000 250000 Cicli      reali Q 2 0,125 U4 Uso 1,25 x 10⁵<n≤2,5 x 10⁵ guendo così il numero di cicli reali dal 1995/2015 la macchina ha sollevato un il numero di cicli cicli compiuti realmente dalla macchina, è0, la25 seguente: CiclirealiSe, ovvero reali massimi in sicurezza: 0.8Apparecchi che movimentano carichi con una certa la stessa macchina in èclasse A5, con lo spettro di carico Q2FEM. avente KQ2 di 0,125valore < Kp ≤0,25 p = 0,250, e si valuti se questa in grado dilavora interpretare correttamente le norme 3 si ottiene il seguente 0.9 (moderato) normalmente moderati. Condizione numero di cicli effettivi. La relazione che Questo valore coincide, infatti, con il limite carico costante pari a 8000 kg, essendo r il limite inferiore (ed il numero minimoU5 Questo valore coincide, infatti, di cicli) di U62,5 chexcompare Uso 10⁵<n≤5inxTabella. 10⁵  pminimo  ni di cicli) di U6 Questo valore coincide, infatti, conA5, ilcoincide, limite inferiore (ed ililcon numero chelo compare in0.7 Tabella. Numero massimo cicli reali massimi in sicurezza: i Q3 Apparecchi che sollevano carichi con frequenza es Questo valore con limite inferiore di U5. Se una macchina, per ipotesi ini classe lavora con loinfatti, spettro di carico Q1 avente (il più gravoso per di Kp =di Note   0,125 K  spiega il rapporto tra cicli effettivi inferiore (ed il numero minimo di cicli) la portata massima del carroponte pari a  P 64,0%x 10⁶ 0,25 < K 0.8 p ≤0,50 di ciclioperativi n 0, 25 U6 Uso 5 x 10⁵<n≤1 K psi ottiene il seguente pQ2 N Kpesanti. Se laA5, stessa in Cicli classe A5, lavora con lo spettro di carico Q2 avente sidiottiene il seguente valore di i (pesante) 1 impiego spettro leggero) valore dimacchina ciclicon realilo massimi in sicurezza dall’Eq. (2): Max   p = 0,250, 250000 250000    K Se laCicli stessa macchina in classe lavora spettro di carico avente = 0,250, si ottiene il seguente valore reali 0.6 (1)   Cicli p , ovvero il numero dei cicli “pesati” U6 che compare in Tabella. 12500 kg, per un numero di cicli reali al Q2 0, 25 eff reali che solitamente Q4(molto 0,50 < Kp ≤1,00 U7 Apparecchi 0,pesante) 25 0.7 1 xsono 10⁶<n≤2 x 10⁶sottoposti a servi 250000  massimi  250000 in   Cicli 0, 25 cicli sicurezza: reali Q 2reali 64,0% cicliinreali massimi in sicurezza: funzione della classe di progetto Se la stessa macchina in classe A5, lavora giorno pari a 20. Tutto questo per 245 U0 0, 0, 2525 della n≤1,6 x 10⁴ 0.5 numero di Cicli cicli effettuati con il  carico ni 250000 500000 pi ; reali Q1  U8 massimo Uso 2 una x 10⁶<n≤4 x 10⁶ può fare 0.6 Le norme FEM introducono anche il numero di cicli che apparecchiatura in Questo valore coincide, infatti, con il limite inferiore di U5. 0,125 rrettezza dell’Eq. (1) in relazione Tabella T.2.1.2.4 U1 si consideri 1,6lax 10⁴<n≤3,2 x 10⁴ Questo valore coincide, infatti, conalla il limite inferiore di U5. delle norme FEM 1.001, 0.4 0, 25 U9 Uso Irregolare n> 4 x 10⁶ 0, 25 numero complessivo cicli(eddiilcarico. N valore coincide, infatti, il limitedei inferiore numero minimo di cicli) U6 che compare in Tabella. : in funzioneQuesto di Cicli 0.5 250000  250000   Cicli Q 2 di seguente tabella: reali reali 3,2 x 10⁴<n≤6,3 x 10⁴ 250000 Cicli  250000  con reali Q 2  0,U2 25 0.3 0,regime 25di carico K p = 0,250, si ottiene Se stessa macchina in classe A5, lavora spettro Q2 avente il seguente valore di Condizioni di impiego degli apparecchi di sollevame A laseconda dei valori assunti da con di carico è discretizzato dalla seguente tabella: K Plo il 0.4 U3 6,3 x 10⁴<n≤1,25 x 10⁵ p

p

p

p


34 | Notiziario Ordine

degli

Ingegneri

di

Verona

e

In funzione della classe dell’apparecchio A5, in Tab esame con spettro di carico K P pari a 0,262.

Provincia

Tabella 2

ogamente, con lo spettro di carico Q3 avente K p = 0,500, si ottiene il seguente valore di cicli reali massimi in

Calcolo

con lo spettro 0,500, si valore ottiene ildiseguente valore di cicli in reali massimi in 3ezza: avente 0,500,Q3siavente ottieneK pil =seguente cicli reali massimi K di= carico alogamente,p con lo spettro di carico Q3 avente K p = 0,500, si ottiene il seguente valore di cicli reali massimi in

Verifica di A

urezza:

Calcolo cicli residui di funzionamento - FEM 1.001 - 1987.10.01 0, 25 125000  250000   Cicli reali Q 3  0, 25 i carico Q3 avente = 0,500, si ottiene il seguente valore di cicli reali massimi in K 0,50 p 125000  Ciclireali Q 3   250000  0, 25 0, 25 125000 0,50   250000  Coeff. maggiorazione f : 1.2 Registrazione 125000  250000 Q 3  0,50 to valore coincide, infatti, Cicli con ilrealilimite inferiore di U4. oincide, infatti, con il limite inferiore di U4. 0,50 inferiore U4. fine con lodi0,coincide, spettro di infatti, carico avente 1,000, ottiene il seguente valore di cicli reali massimi in sicurezza: Kinferiore 25Q4 avente p = spettro di carico 1,000, si ottiene il seguente valore di cicli reali massimi in sicurezza: K p =Q4 esto valore con il limite di si U4. 125000 li  250000  Classe CNR 10021 : reali Q 3  0,50si ottiene il seguente = 1,000, valoregli di eventuali cicli reali massimi in sicurezza: K p di stri manutenzione, per capire interventi che la apparecchiatura ha in sicurezza: infine con lo spettro di carico Q4 avente K p = 1,000, si ottiene il seguente valore di cicli reali massimi 25 0, 25  63000 della macchina. all’utilizzatore i0,dati relativi all’utilizzo 62500  250000   Ciclireali Q 4  62500  63000 Cicli   250000  on il limite inferiore di U4. 1, 00 reali Q 4 1, 00 In funzione della classe dell’apparecchio A5, in Tabella 1 è rappresentato il calcolo dei cicli residui del carroponte in tri diavente manutenzione, per capire gli eventuali che laincon apparecchiatura esame spettro di carico pari a 0,262. 0, 25 250000 62500 63000    Q4 = 1,000, si ottiene il seguente valore di interventi cicli reali sicurezza: K ali dati che vogliamo porre particolare attenzione e lo massimi faremo, dopo una breveK Pha ma p il limite oincide, infatti, con inferiore di U3. 250000 62500 63000 Cicli       reali il Q 4limite to valore coincide, infatti, con di U3. all’utilizzatore ireale dati relativi all’utilizzo della macchina. 1,residua 00inferiore diante lo studio della vita di un carroponte. 03 ve ma necessaria introduzione teorica, prendiamo ora in esame un semplice caso pratico. gg Periodo : 1995/2015 n° anni : 21 ma necessaria introduzione teorica, prendiamoeora infaremo, esame undopo semplice caso pratico. inferiore di U3. 0,breve 25 Tabella 2 Calcolo dei cicli residui della macchina. liquesta che vogliamo porre attenzione lo una breve ma esto valore coincide, infatti, con ilparticolare limite di Per U3.quanto richiesto lo studio della vita residua per un suoinferiore carroponte. riportato dal fascicolodi tecnico progettazione delle apparecchiature FEM 1001 definiscono il modo utilizzo delle 62500   250000  63000 Q dati 4 1,progettazione 00 asseteorica, dilo del carroponte 905, è semplice A5 (ovvero Q2/U5). Questa classe è presa perciò come iante studio reale della vita residua di un carroponte. società ha richiesto loora studio della vita residua per un suo carroponte. Per quanto riportato dal fascicolo tecnico ne prendiamo in esame un caso pratico. Cicli / gg : 40 Kp : 0.262 ta questa breve necessaria teorica, prendiamo ora in esame un semplice caso pratico. K co Verifica di Affaticamento Apparecchiatura giorni l’anno eintroduzione per anni. p:della lntato, calcolo vitama residua. la classe di progettazione del21 carroponte 905, è A5 (ovvero Q2/U5). Questa classe è presa perciò come aonresidua per un suodicarroponte. Per quanto riportato dal fascicolo tecnico Calcolo cicli residui di funzionamento -delle FEM 1.001 - 1987.10.01 il limite inferiore U3. rogettazione delle apparecchiature FEM 1001 definiscono il modo di utilizzo Effettuando il calcolo dello spettro di amento società ha richiesto lo studio della per 1995/2015 un suo carroponte. quanto riportato dal fascicolo tecnico per il calcolo della vita residua. 1durante i carico forniti dal proprietario, ognivita cicloresidua nel periodo la macchinaPer ha sollevato un carroponte 905, è A5la (ovvero Questa classe è presakg,perciò come di cicli reali 3Q2/U5). pari a 8000 essendo portata massima del carroponte pari a 12500 per un numero sentato, classe di progettazione carroponte 905, è A5 (ovvero Q2/U5). Questa classe è presa perciò come K : lakg, co introduzione teorica, oradel in un semplice caso pratico.  Kprendiamo P  dx carico ottiene ilesame valore 0,262. Innel pdati P sidal ndo i di carico forniti proprietario, durante ogni ciclo periodo 1995/2015 la macchina ha un manuale dei tempi di utilizzo e carico Coeff. maggiorazione f : sollevato 1.2 Registrazione 20. Tutto questo 245 giorni e per 21 anni. rimento per il per calcolo dellal’anno vita residua. 0 Figura è un rappresentato lo quanto spettro di dal pari oiocostante pari a 80001per kg, essendo la portata massima delriportato carroponte a 12500 kg, per un numero di cicli reali 1 suo carroponte. della vita residua Per fascicolo tecnico ario, durante ognidiciclo nelK Pperiodo 1995/2015 la macchina ha un lo spettro di si ottiene il valoredurante 0,262. Figura 1 èsollevato rappresentato alcolo dello spettro 3 245 250 000 ondo idel dati di Tutto caricocarico proprietario, ciclo nel periodo 1995/2015 la macchina CNR 10021 : ha- sollevato unClasse FEM : A5 Max cicli utilizzo (Q2) : rno pari a 20. questo per giorni l’anno e perInogni 21 anni. zione carroponte 905, èPdal A5 (ovvero Q2/U5). classe presa perciò come Classe  Kforniti pari dx carico portata massima del carroponte agrafica. 12500 kg, perQuesta un numero di ècicli reali P in forma Come si può osservare, i cicli effettivi compiuti dal ma grafica. ico costante pari a 8000 kg,0 essendo la portata massima del carroponte pari a 12500 kg, per un numero di cicli reali ita residua. rni l’anno e per 21 anni. si ottiene tuando il calcolo delloquesto spettroperdi245 carico K Pl’anno 129478 dei 250000 cicli iniziali per una classe FEM 1 iorno pari a 20. Tutto giorni e per il 21valore anni. 0,262. In Figura 1 è rappresentato lo spettro di dal durante ogni ciclo nel periodo la macchina ha sollevato un erico e ottiene ilP/P carico massimo . p pMax1995/2015 pMax p forma ocoKproprietario, grafica. complessivi, mentre la vita residua della macchina è p K P Pin si Max il valore 0,262. In Figura 1 è rappresentato lo spettro di ottiene valore 0,262. In Figura 1 è rappresentato lo spettro di ettuandolailportata calcolomassima dello spettro di carico pari K P asi12500 essendo del carroponte kg,ilper un numero di cicli reali 1.0 gg/anno : 245 h/gg : 0.333 Periodo : 1995/2015 n° anni : 21 per 245trattando giorni l’anno e per 21 discreti anni. reale, intervalli di tempo, è possibile scrivere: Si fa notare come un ragionamento più semplicistico ico in forma grafica. K

rico pP e il carico massimo 0.9 P/PMax pMax  p pMax  .

In funzione della classe dell’apparecchio A5, in Tabella 1 è rappresentato il calcolo dei cicli residui del carroponte in

Cicli / gg : da ultimo 40 Kpanalizzano : 0.262 Cicli eff. = f·Kp/0.25·C/gg·gg/anno·anni 478 Non i registri di manutenzione, per capire : gli 129eventuali interve 0,262. In Figura 1 è rappresentato lospettro spettro di ttro di carico K P si ottiene il valore esame con di carico a 0,262. K P pari si 3

r 1.0 e, soprattutto, si Non reperisconodall’utilizzatore i dati relativi della macchin P/P Non da ultimo sisubito analizzano i registri di manutenzione, da ultimo analizzano per reali capire gli i registri eventuali diall’utilizzo manutenzione, interventi che per la appar capi pi  ndii tempo, è possibile Se si i cicli non vengono reale, trattando intervalli discreti scrivere: Cicli pesati residui . come 120 522 cicli effettiv   0.7K P  0.9Max  64,0%  subito e, soprattutto, si reperisconodall’utilizzatore subito e, soprattutto, i dati relativi si reperisconodall’utilizzatore all’utilizzo della macchina. i dati relativi al = 0.26 corrisponda, in classe spettro di carico K p porre particolare attenzione A5 N 1.0 3 i 1  pMax E’ nell’interpretazione corretta datidella che vogliamo el Tabella 2 Calcolo dei di ciclitali residui macchina. 0.6 r esaurito la vita utile.   p n 0.8i i introduzione mediantetenuto lo studio reale vita di residua un carropont Come si puònecessaria osservare, i cicli effettivi dalla vogliamo macchina, conto delle reali condizioni utilizzo, PMax E’ nell’interpretazione corretta di talicompiuti dati E’teorica, nell’interpretazione che porre corretta particolare didella tali attenzione dati che evogliamo lodisono faremo, porre dopo pa  K P   0.9 0.5   VerificaFEM di Affaticamento Apparecchiatura 129478 dei 250000 cicli iniziali per una classe 1.001 introduzione -reale A5 come quella in esame, corrispondenti a 51,8 % deireale cicli della vita con N necessaria introduzione teorica, mediante necessaria lo studio della vita teorica, residua mediante di un carroponte. lo studio Viceversa, seguendo lo stesso ragionamento, per uno i 1  p0.7 1.0 il carico pi ; Max  complessivi, mentre la vita residua macchina èper pari ala48.2 corrispondente a 120522 cicli effettivi Calcolo cicli residui di funzionamento - FEM 1.001 1987.10.01 Le normative di-della riferimento progettazione delle apparecchiature FEM 1001 defini 0.8 0.4 64,0% Come si può osservare, i cicli effettivi A%,conclusioni analoghe ed rimanenti. altrettanto utile di oltre il 50%. 0.6 0.9 Le normative di riferimento per la progettazione Le normative delle di apparecchiature riferimento per FEM la progettazione 1001 definiscono delle apparecchia K : macchine mediante lo spettro di carico Si fa notare come un ragionamento più semplicistico avrebbe potuto portare a conclusioni errate. 0.3 compiuti dalla macchina, tenuto conto divergenti si arriva se si considerano iil modo di p cicli di carico. 0.7 Coeff. maggiorazione f : 1.2 Registrazione manuale dei tempi di utilizzo e carico on il carico 64,0% pi ; 64,0% Si pensi che perdelle il carico caso in oggetto, in termini di cari K : K : macchine mediante lo spettro di carico macchine mediante lo spettro di 0.5 0.2 0.8 p p delle reali condizioni di utilizzo, sono limiti superiori classi di utilizzo (50% 1 a pensare che ad uno 0.6 il regime di carico è discretizzato dalla seguente tabella: Se i cicli reali non vengono pesati come cicli effettivi, entrando nella Tabella 1 si sarebbe portati 3 portata di massima di 12500 kg,e risulta evidente l’inc 250 000 = 0.26 corrisponda, in classe A5 un numero di cicli pari a 125000 (U4) e che la macchina abbia spettro di carico K Classe CNR 10021 : Classe FEM : A5 Max cicli utilizzo (Q2) : 0.1  K P  dx 129478 dei 250000 cicli iniziali per una di vita utile con =0.26 e 75% con p icli 1 1 0.4 0.7 di carico. 0.8

P

0.5

64,0% esaurito la vita utile. arico nominale per apparecchi di sollevamento K p secondo FEM 1.001 T.2.1.2.3 classe FEM 1.001

3 3 Kconclusioni  K P  Psi  dx - A5 come quella in A non si0 normalizzasse ed altrettanto divergenti arr P=0.24)  P odxseanaloghe Viceversa, seguendo lo stesso ragionamento, per uno spettro di carico0pari a Kp=0.24 in classe A5 troveremo una vita 0 esame, corrispondenti a 51,8 % dei cicli anche nel caso questo non cada al confine =0.26 e 75% con K =0.24) o se non di vita utile con K p p dove: utile di oltre il 50%. 0.2 0.5 Kp Definizione rico nominale per apparecchi di sollevamento K p secondo FEM 1.001 T.2.1.2.3 0.3 un regime di carico ed un altro. Figura 1 spettro Rappresentazione dello spettro complessivi, mentre lan°vita residua della:tra i245due traspettri un regime di carico edKguna fronte altro.di una resentazione grafica dello di carico reale grafica per il funzionamento del carroponte 905 nelper periodo dove: h/gg : la differenza è 0.333 Si pensi che in oggetto, di gg/anno carico di circa 500 Periodo : il caso 1995/2015 anniin: termini 21 dove: 0.1 0.4 Apparecchi che movimentano carichi molto raramente e,Pdi solito, leggeri. 2015 rapporto tra il carico generico e il carico massimo p pMax  . p p  portata di massima di 12500 kg,e risulta evidente l’incoerenza di tale modo di procedere. 0.2 di carico reale per il funzionamento del carroponte macchina è pari a 48.2 %, corrispondente Kp ≤0,125 Max Non da ultimo si analizzano i registri di manutenzione, per Kpcapire la apparecchiatura ha478 Cicli / gg : 40 : 0.262 gli eventuali interventi Cicli eff. = f·Kp/0.25·C/gg·gg/anno·anni : 129 Kpche Kp Definizione p P orniti norme FEM impongono di moltiplicare per unPcoefficiente aanaloghe 1,20 ilil carico rapporto tra generico e il carico rapporto massimo tra il carico generico . e il carico massimo p p f pari cicli 0.3 non registrati, pM p p   A conclusioni ed altrettanto divergenti si arriva se si considerano i limiti superiori delle classi di utilizzo (50% 905 nelleperiodo 1995/2015 a 120522 effettivi rimanenti. Il fattore permette infatti di togliere Max infatti di togliere Maxpermette le ambiguit Il fattore Apparecchi che movimentano carichi frequenza e 00.1 e, 0.1 0.2 0.3 0.4si 0.5 0.6 con 0.7 una 0.8 certa 0.9 1.0 subito soprattutto, reperisconodall’utilizzatore i dati relativi all’utilizzo della macchina. n/n MaxK =0.26 approssimare Volendo lao situazione reale, trattando discreti diconfine tempo, 125 < Kp ≤0,25 e 75% con Kp=0.24) se non si normalizzasse Kp anche nelintervalli caso questo non cada di vita utile ottenuti. 0, 25 Apparecchi chemoderati. movimentano carichi molto raramente e,con di solito, leggeri. p Cicli residui . al 120 522 tra è possibile normalmente 0.2 Si fa notare come un ragionamento più K ≤0,125

0.3 0.4 0.5 0.6 l 0.6 regime di carico è discretizzato dalla 0 0.1 0.2 0.3 0.7 seguente 0.8 0.9 1.0 tabella: n/n 0.4 Max

0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7E’0.8nell’interpretazione 0.9 1.0 n/nMax Volendo approssimare la situazione reale, Volendo trattando approssimare intervalli la situazione didopo tempo, reale, possibile trattando intervalli discr di tali chen/nvogliamo porre particolare attenzione e lodiscreti faremo, unaè breve mascrivere: Apparecchi che245 sollevano e solitamente carichi 3 0.2 102900 0.3 carichi 0.4 corretta 0.5con 0.6frequenza 0.7 0.8 dati 0.9 1.0 Maxavrebbe potuto portare a Cicli Cicli  anni 0forniti 20  0.1 non 21 Essendo i dati le semplicistico le ambiguità dovute r alla 25 Kp≤0,50 giorno  giorni anno 0.1<reali Apparecchi che movimentano carichi una certa frequenza ecarroponte 905 nel periodo Concludendo, sebbene stima vita residua de  lapdiscretizzazione  ndella ra grafica dello spettro diregistrati, carico realecon permediante il funzionamento K p delreale pesanti. i i necessaria introduzione teorica, lo studio della vita residua di un carroponte. 251< Rappresentazione Kp ≤0,25 3K delle 3 Come si può osservare, cicli effettivi compiuti dalla macchina, conto delle realiclassi condizioni sono r permettei infatti di togliere le ambiguità dovute delle allatenuto discretizzazione Il fattore   dello normalmente moderati.  di progetto. di utilizzo, r classi norme FEM impongono moltiplicare conclusioni Pprogetto. imprescindibilmente Apparecchi che sono di solitamente sottoposti aperiodo servizi econdo (1) si ottiene:  conto di  0, 25 errate. pin nicorrispondenti 50 < 1995/2015 Kladi p ≤1,00 dei pesanti. 250000 cicli iniziali per una classe FEM 1.001 - A5 tenere come quella spettro carico realeApparecchi per il funzionamento del carichi carroponte 905 nel129478 N% deiKcicli stato dipi con i esame, i 1  pMax a51,8 sollevano con frequenza e solitamente carichi 0 1 Rappresentazione 0.1 per 0.2 0.3 0.4 Le 0.5 0.6 che 0.7 0.8 0.91,20 1.0 ura grafica dello spettro di carico reale per il funzionamento del carroponte 905 nel periodo    K n/n normative di riferimento per la progettazione delle apparecchiature FEM 1001 definiscono il modo di utilizzo delle     un coefficiente pari a il numero Se i cicli reali non vengono pesati come Concludendo, sebbene la stima della vita P Max condizioni ambientali cui rimanenti. la macchina si trova 25 <i Kdati complessivi, mentre la vita residua della macchina a 48.2P%, corrispondente a 120522 cicliin p ≤0,50 ndo forniti nonpesanti. registrati, le norme FEM impongono di moltiplicare per un coefficiente 1,20è pari il f pari Concludendo, sebbene la stima della vita aresidua delle attrezzature dati non certi e debba i 1 pMax psollevamento N si basi sueffettivi i 1 di 1995/2015 Kdi Max  macchina,  0, 262144 p cicli massimo lronumero che una apparecchiatura può fare ineffettivi, secondo nella la mediante lo spettro di carico correttamente sotto il punto di vista ematematico il m dei cicli ottenuti. cicli Tabella 1 si residua delle attrezzature di sollevamento tenere conto imprescindibilmente dello stato di conservazione della delle manutenzioni effettuate delle 1,macchine 20  102900 129478 Cicli f daottenuti.  Cicli  sono  p:sicurezza Si fa K notare come unentrando ragionamento più semplicistico avrebbe potuto portare a conclusioni errate. effK reali Apparecchi che solitamente sottoposti a servizi pesanti. dei cicli Non ultimo si analizzano i registri di manutenzione, per capire gli eventuali interventi che la apparecchiatura ha 50 < ≤1,00 p me FEM impongono di moltiplicare per un coefficiente f pari a condizioni 1,20 il ambientali numero di cicli effettuati con il carico ; n p 0, 25 0, 25 i i cui la macchina trova ilad operare, bisogna anche porre estrema a valutare endo dello i dati fornitidinon registrati, le norme FEM impongono di moltiplicare un coefficiente a ad 1,20 f pari afica carico reale per il funzionamento del carroponte 905 nelper periodo l’argomento l’ufficio tecnico di CREA Srl è a vostra sarebbe portati ain pensare chesiil uno sinella basi su dati non portati certi eattenzione debba tenere subito spettro e, soprattutto, si reperisconodall’utilizzatore i dati della macchina. sotto il punto di1 vista matematico il modo in; cui la Tabella macchina lavorato. Se desiderate approfondire Secorrettamente i relativi cicli reali all’utilizzo non pesati come cicli entrando 1 siha sarebbe a pensare che ad numero divengono cicli effettuati coneffettivi, di cicli effettuati con il carico ; ni 102900 ni carico pnumero piuno i http://creacentroricerche.com/. 3 mero dei cicli ottenuti.  Cicligiornoche  giorni  anni  20  245  21 numero diCicli cicli unaannoapparecchiatura può fare in sicurezza secondo la reali massimo  K numero P  dx l’argomento tecnico CREA Srl è a vostra disposizione a Verona in Corso Milano, 9 o sul web all’indirizzo spettro di l’ufficio carico =di0.26 corrisponda, conto imprescindibilmente dello stato complessivo dei cicli di carico. p

un regime di carico ed un altro.

NKp= 0.26 corrisponda, in classe A5 un numero di cicli pari a 125000 (U4) e che la macchina abbia spettro di carico P

E’anni corretta di tali dati che vogliamo attenzione e lo faremo, dopo una breve ma esaurito la vita utile. trati, lenell’interpretazione norme impongono di moltiplicare per un coefficiente pari aparticolare 1,20 il numero f porre 0 deidi ianno i cicli  20 FEM 245la 21 numero complessivo cicli carico. complessivo dei ciclimacchina, di carico. delle inhttp://creacentroricerche.com/. classe A5 un cicli di conservazione della Ndi pari ndo secondo (1)si102900 ottiene: A seconda assunti da aKnumero Cicli  giornianno  anni  20 245 N 21 reale  102900 reali  Cicligiorno necessaria introduzione teorica, mediante lo studio della vita residua didei unvalori carroponte. P il regime di carico è discretizzato dalla seguente tabel in classe A5 unaGarzon vita Viceversa, stesso la ragionamento, per uno spettro dimanutenzioni carico pari a Kp=0.24 125000seguendo (U4) elo che macchina abbia effettuate e troveremo delleAndrea condizioni

dove: A seconda A seconda dei valori assunti dadalla di carico è discretizzato il regime tabella: di carico è discretizza K P seguente Numero massimo utile di dei oltrevalori il 50%. assunti da K P il regime ando secondo di la (1) si ottiene: Fattore di spettroildel carico per apparecchi di Alessandro sollevamento Kad Note delleesaurito p secondo FEM K Lei cicli normative riferimento per lala0, progettazione apparecchiature FEM 1001 definiscono modo dinominale utilizzo delle 262144 Pesando i cicli secondo (1) si ottiene: la vita utile. ambientali in cui la macchina si trova p Garzon di ciclioperativi n  anni  21reali  102900 1, 20  129478 Cicli  f  20  245  Cicli  102900  Si pensi che per il caso in oggetto, in termini di carico tra i due spettri la differenza è di circa 500 Kg a fronte di una giorno  giorni anno eff Fattore di spettro del carico nominale per apparecchi Fattore di di sollevamento spettro del carico K nominale FEM per 1.001 apparecchi T.2.1.2.3 di so p secondo P rapporto tra il carico generico e il carico massimo . p p p p K : macchine mediante lo spettro di carico   0, 25 0, 25 Viceversa, seguendo lo stesso ragionaoperare, bisogna anche porre estrema p Max Max portata di massima di 12500 kg,e risulta evidente l’incoerenza di procedere. Regime 0, 262144 K Ingegneri in Verona alizzano i registri di  manutenzione, per0, 262144 capire gli eventuali interventi che la apparecchiatura ha di tale modo Numero Kp Definizio p 1, 20  massimo 129478  102900 ottiene: Note 1, 20 102900 129478 Cicli  f  Cicli     di carico mento, per uno spettro di carico pari a attenzione a valutare correttamente sotto Regime Regime 10⁴ effn reali 0,x25 1 A conclusioni analoghe ed altrettanto divergenti si arriva se si considerano i limiti superiori delle classi di utilizzo (50% disin≤1,6 ciclioperativi reperisconodall’utilizzatore iapprossimare dati relativi all’utilizzo della macchina. 0, 25 0, 25 Kptempo, è possibile scrivere: ApparecchiKche pDefinizione Volendo la situazione reale, trattando intervalli discreti 3con K =0.26 carichi mo e 75% con Kp=0.24) odi se non vita si normalizzasse Kp anche nel caso questo non cada almovimentano confine tra di p diutile carico di carico  K Pvita P in dxclasse =0.24 A5 Q1 troveremo una ilKpunto p ≤0,125di vista matematico il modo in

0 Q1di ecarico x 10⁴<n≤3,2 x0,10⁴ (leggero) una breve ma un regime ed un altro. 262144 Q1Apparecchi che movimentano carichi molto raramente Apparecchi e, ch di ne Cicli corretta dati che vogliamo porre particolare attenzione lo ilfaremo, 3 Uso Irregolare 1,di 20 tali 129478  102900  utile(leggero) di oltre 50%.r dopo cui la macchina Apparecchi ha lavorato. Kp ≤0,125 n≤1,6 10⁴ realix che■ movimentano carichi co Q2 pi  Kpn≤0,125 (leggero) x 10⁴ 5x 0, 25lo studio reale della vita residua di un carroponte. Kp i 0,125 < K ne10⁴<n≤6,3 teorica, mediante p ≤0,25  K Pil infatti (moderato) normalmente moderati. di dovute alla discretizzazione delle classi di progetto. Il intogliere  leambiguità Sifattore pensi chepermette per caso oggetto, in termini  Q2 Q2Apparecchi che movimentano carichi con unaApparecchi certa frequen ch dove: x 10⁴<n≤3,2 x 10⁴ 0, 25 0,125N < Kp ≤0,25 0,125 < Kche p ≤0,25 i 1  xrimento 10⁴<n≤1,25 x 10⁵ della Q3pMax Apparecchi sollevano normalmente carichi con fre Uso Irregolare (moderato) normalmente moderati. per progettazione delle apparecchiature FEM di 1001 definiscono modo dilautilizzo delleè(moderato) In la funzione classe dell’apparecchio carico tra i dueil spettri differenza 0,25 < Kp ≤0,50 (pesante) x x10⁴<n≤6,3 x x10⁴ Concludendo, della vita residua delle attrezzature di sollevamento si pesanti. basi su dati non certi e debba Apparecchi Q3 psebbene Q3Apparecchi che sollevano carichi con frequenza e solitame ch P rapporto carico generico e il carico massimo pala fronte pstima regolare leggero 10⁵<n≤2,5 10⁵  Q4(molto Kp: tra1 ilèUso o spettro di carico 0,25 ≤0,50di 0,50 0,25 < Keffettuate A5, in Tabella rappresentato ilp calcolo di circa 500 di una portata Max  .dello MaxKg p ≤0,50 Apparecchi che sonoe solitamente conto imprescindibilmente stato< diKpconservazione della delle manutenzioni delle pesanti.sottop pesante) < Kmacchina, (pesante) (pesante) pesanti. p ≤1,00 numero di cicli effettuati tenere con il carico ; ni p i 10⁴<n≤1,25 x 10⁵ condizioni ambientali in cuikg,e la macchina si trova ad operare, bisogna anche porre estrema attenzione a valutare deixcicli in esame Q4(molto massimapesante) di 12500 risulta Usocarroponte regolare intermittente 5 x 10⁵<n≤5 10⁵residui del 1 Apparecchi che sono solitamente sottoposti aApparecchi servizi pesan ch 0,50 <evidente Kpscrivere: Q4(molto 0,50 < Kp ≤1,00 Volendo approssimare la situazione reale, trattando intervalli discreti tempo, è introducono possibile correttamente sotto ildipunto di vista matematico il≤1,00 modo in cui pesante) la macchina ha lavorato. Se desiderate approfondire 3 Le norme FEM anche il numero di cicli massimo che una apparecchiatura pu Uso regolare leggero xx 10⁵<n≤2,5 x 10⁵ con spettro di carico pari a 0,262. l’incoerenza di tale modo di procedere.  K P  Pcomplessivo intenso dx numero dei l’argomento cicli di carico. N Uso irregolare l’ufficio tecnico di CREA Srl è a vostra disposizione a Verona in Corso Milano, 9 o sul web all’indirizzo 10⁵<n≤1 x 10⁶ 3 Le norme FEM introducono anche il numero Le norme di cicli FEM massimo introducono che una anche apparecchiatura il numero di può cicli fare massimo in sicurez che http://creacentroricerche.com/. 0 Uso regolare 10⁵<n≤5 xx 10⁶ 10⁵ A seconda  p di  carico seguente n dei valoriintermittente assunti da K P il rregime ètabella: discretizzato dalla seguente tabella: xx 10⁶<n≤2  KP   i   i Andrea Garzon seguente tabella: Uso intenso seguentei 1tabella: xx10⁵<n≤1 pMax  per N apparecchi di sollevamento Usoirregolare intensivo nominale 10⁶<n≤4xx10⁶ 10⁶ Fattore di spettro del carico K p secondo FEM 1.001 T.2.1.2.3 Alessandro Garzon x 10⁶<n≤2 x 10⁶


Notiziario | 35

professione

Ingegneri in Europa e dintorni Una consultazione pubblica UE sulle professioni regolate Ghio ◉ Giovanna Ingegnere, Verona

Il contesto

ghio.giovanna@alice.it

Dal 27/5 al 21/8/2016 l’Unione Europea ha promosso una importante consultazione pubblica sul tema delle professioni regolamentate. Nelle intenzioni degli estensori i risultati di questa consultazione dovrebbero concretizzarsi in una linea guida per ogni paese a favore dell’armonizzazione delle regolamentazioni e un quadro analitico strutturato per la gestione dei criteri di proporzionalità adottati dai singoli paesi per il raggiungimento degli obbiettivi comuni. Spaventati? Certo, detto così in “europeese” è ragionevole che al primo impatto ci abbia fatto fare una brutta faccia, qualcuno forse ha già smesso di leggere… Tuttavia l’argomento è quantomeno attuale e interessante e si presta a molti e utili approfondimenti sulla figura dell’ingegnere, della sua storia radicata in modo diverso in ogni paese e soprattutto del suo futuro visto nella prospettiva più ampia del mercato comune europeo a cui apparteniamo. Per questo motivo il Consiglio dell’Ordine di Verona ha deciso di partecipare in prima persona alla consultazione compilando il questionario on line, previa disamina dei contenuti messi a disposizione. Tutti i documenti sono ancora direttamente consultabili tramite link sulle pagine di presentazione della consultazione 1. In questo articolo sono riassunti alcuni concetti e contenuti illustrati nei documenti alla base della consultazione UE e in ultimo sono riportati i commenti espressi dal nostro Consiglio dell’Ordine in sede di questionario.

Road map UE in materia di servizi e professioni La consultazione UE dell’estate 2016 nasce all’interno di una road map della UE intrapresa in materia di mercato comune dei servizi (libera circolazione dei servizi Dir. 2006/123/CE). Il terzo punto dell’elenco degli attuali obbiettivi comunitari in tema di mercato comune dei servizi riporta 2: Improve the opportunities for businesses and professionals to move across borders (Migliorare le opportunità per le imprese e professionisti di muoversi attraverso i confini) è importante notare che citando esplicitamente la mobilità dei professionisti tra i punti a programma (nove punti che riassumono l’intera programmazione comunitaria in materia di mercato dei servizi!) la UE ha dedicato un’attenzione specifica al mondo delle professioni rispetto alla globalità del mercato dei servizi, in quanto riconosce che questi sono particolarmente funzionali alla crescita e sviluppo del settore produttivo e manifatturiero.


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degli

Ingegneri

Note 1 http://ec.europa.eu/growth/tools-databases/ newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=8827 Consultation on the regulation of professions: Member States’ National Action Plans and proportionality in regulation. 2 http://ec.europa.eu/growth/single-market/strategy/ documento di sintesi adottato ad ottobre 2015. 3 I documenti sono consultabili al link: https:// ec.europa.eu/growth/single-market/services/ free-movement-professionals/transparency-mutualrecognition_en. 4

Carta del Professionista: https://ec.europa.eu/growth/ single-market/services/free-movement-professionals/ policy/european-professional-card_en. 5 Consultazione pubblica sul Passaporto per i Servizi: http://ec.europa.eu/growth/tools-databases/ newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=8796.

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Verona

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Provincia

Leggendo i documenti correlati emerge che le politiche UE per quanto riguarda le professioni regolamentate puntano alla attuazione della direttiva servizi del 2006, e specificano che non è in discussione la direttiva in se’ ma come ottenere maggiori risultati nella direzione tracciata ormai 10 anni fa. Il percorso verso il mercato comune del settore dei servizi si è rivelato infatti molto complesso e i risultati desiderati in termini di produttività, crescita e sviluppo attesi sono ancora piuttosto lontani. Fin dal 2014 la Commissione UE ha promosso un lavoro di analisi e valutazione delle professioni regolamentate all’interno di ciascun paese membro, i cui risultati sono stati raccolti in un database comune consultabile on line dove è possibile trovare 3: - la mappa delle professioni regolamentate, dove si possono consultare per ogni paese quali sono e a che titolo corrispondono le professioni regolamentate nei diversi paesi UE (NB: Sono oltre 5000 le professioni regolamentate in UE, e sono 174 in Italia!); - i report di settore per alcune professioni in UE (è disponibile il report sugli ingegneri civili) che illustrano con alcuni dati e considerazioni di contorno qual è la realtà nei diversi paesi membri; - i Piani di Azione Nazionale redatti da ciascun paese membro in risposta alla chiamata della UE sulla valutazione delle professioni regolamentate. Nel gennaio 2016 è stata introdotta in UE una procedura di riconoscimento dei titoli professionali per alcune qualifiche (ad oggi solo 5 professioni: 3 in ambito medico e sanitario, l’agente immobiliare e la guida alpina). La procedura consente di ottenere la European Professional Card (EPC) 4 che consente il riconoscimento del titolo acquisito nel proprio paese negli altri paesi comunitari. Negli obbiettivi UE questo strumento verrà esteso ad altre professioni ma per il momento non è prevista per gli ingegneri. Per i servizi di natura professionale propri dei settori economici e business, quali i servizi di ingegneria nell’ambito delle costruzioni, è allo studio una procedura di rilascio di un Service Passport: non vi è alcuna proposta di dettaglio, ma sono

comunque disponibili dei documenti di discussione ed è stata già evasa una consultazione pubblica nel 2016 5. La consultazione pubblica sulle professioni regolamentate del 2016 si inserisce quindi in questo quadro di attività in itinere della programmazione UE in materia di mercato dei servizi.

Ecco quindi un frammento, solo uno spunto, per lanciare un sasso nello stagno di chi dorme sonni tranquilli mentre non lontano sono cominciate le grandi manovre

Report di settore: ingegneri civili in Europa Il rapporto di settore relativo agli ingegneri civili (categoria evidentemente più confrontabile all’interno delle professioni tecniche tra i paesi UE) contiene spunti davvero interessanti, eccone qualcuno che ne ho trovato io: - il n. di ingegneri civili per abitante in Italia è di 171/100.000 abitanti contro la media UE di 378: siamo penultimi, dopo di noi solo l’Irlanda (non così per gli architetti: siamo al primo posto in UE con 242/100.000 abitanti contro la media UE di 97); - in UE ci sono 99 diverse classificazioni di ingegnere civile (su qualcosa come 4000 professioni regolamentate) ma i 2 livelli (Albo A e Albo B) ci sono solo in Italia e Portogallo; - pur avendo in Italia un numero basso di addetti (molto sotto la media UE) il valore aggiunto della categoria per addetto è più alto della media UE, ed è anche più alto rispetto all’intero settore produttivo (al contrario che negli altri paesi in cui mediamente è il settore produttivo a sopravanzare); nonostante questo la produttività rimane più bassa sia rispetto


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alla media UE che al settore produttivo; - l’indice della regolazione all’accesso della professione è tra i più alti in UE e dintorni, con 9 paesi (Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Olanda, Norvegia, Svezia, Svizzera, Inghilterra) senza alcuna barriera, e 15 con diversi gradi di regolamentazione; solo in 6 paesi però, tra cui l’Italia, è prevista l’attività riservata e anche la protezione del titolo; - è previsto aggiornamento continuo in 9 paesi su 31 (un terzo); in 17 paesi su 31 (la metà circa) è previsto l’obbligo di assicurazione professionale; solo in 5 paesi, tra cui ovviamente l’Italia, sono entrambi requisiti obbligatori.

I Piani Nazionali di riforma delle professioni Le professioni regolamentate (ovvero l’esercizio delle quali può essere svolto solo nel rispetto di specifiche disposizioni di legge) in Italia sono circa 140 6. Non deve essere facile pianificare e nemmeno immaginare una possibile armonizzazione di sistemi così complessi e così fortemente correlati con storie, culture, consuetudini, convenzioni diverse. L’impressione che si ha dalla lettura del Piano dell’Italia e di alcuni Piani presentati dagli altri paesi è che non parlino nemmeno della stessa cosa. La Germania si concentra sul suo modello fortemente federale e autonomo (regolamentazione a livello di Lander), l’Inghilterra promuove spassionatamente i criteri della libera registrazione (Chartered Bodies), la Francia nelle professioni tecniche annovera solo gli architetti e si preoccupa più delle società di capitale e delle partecipazioni che dei professionisti in senso stretto. L’Italia in compenso è l’unica a pubblicare 175 pagine (la media degli altri paesi non supera le 40) di cui solo le prime tradotte in inglese: temo che qualunque cosa ci sia scritto difficilmente sarà comprensibile per un cittadino europeo. Si prospetta una strada lunga quella della condivisione dei criteri della regolazione. Però è importante esserci, confrontarsi. All’Ordine di Verona ci abbiamo provato.

L’Ordine di Verona e la consultazione UE del 2016 La consultazione UE era strutturata per lo più in una lista di domande a risposta multipla. Solo in alcuni punti era possibile esprimere un concetto. Ecco quindi qui un frammento, solo uno spunto, per lanciare un sasso nello stagno di chi dorme sonni tranquilli mentre non lontano sono cominciate le grandi manovre e ci si prepara ad un confronto epocale. Riporto integralmente due delle risposte date alle domande sul Piano Nazionale di Riforma (PAN) dell’Italia. Domanda. Dalla lettura di questo PAN vi risulta che abbia analizzato a fondo tutte le professioni regolamentate? Risposta. In qualche misura Commento 1) Le professioni tecniche sono poco rappresentate nei loro aspetti rilevanti, in particolare: nella descrizione non vi è alcuna differenza tra professioni a cui si accede con diploma o titolo di laurea. Noi riteniamo che questo aspetto andrebbe meglio specificato e che il PAN dovrebbe prevedere tempi e obbiettivi certi per la risoluzione del problema delle competenze riservate per legge a tecnici laureati e tecnici diplomati, anche con attenzione all’armonizzazione dei titoli in ambito UE. 2) Non sono affrontate problematiche che riteniamo fondamentali per il raggiungimento degli obbiettivi UE (crescita e sviluppo, concorrenza e non discriminazione, mobilità tra i paesi membri) tra cui: mancanza di riferimenti di tariffa a tutela delle prestazioni ricorrenti, esigenza di semplificazione burocratica e amministrativa, problematica della qualificazione della committenza, eliminazione della prassi del massimo ribasso nell’aggiudicazione servizi da parte di enti pubblici, riduzione degli oneri legati a incertezze politiche e di regolamentazione di specifici settori (energetico, infrastrutture,..), efficacia e tempestività del sistema giudiziario in campo civile e penale. Domanda. Dalla lettura di questo PAN vi risulta che abbia analizzato a fondo tutti gli impatti della regolamentazione?

Risposta. Non veramente Specificare il motivo: Mancano analisi e dati di feedback sull’efficacia delle modifiche alla regolamentazione già avviata, e non è chiaro se ci siano stati dei benefici concreti e per chi. Vista la crisi che stanno attraversando le professioni tecniche nel nostro paese per prevenire ulteriori contraccolpi al settore riteniamo necessario che siano valutati attentamente e analiticamente gli effetti di ciascuna azione da intraprendere affinchè il rapporto costi / benefici sia sempre a favore di questi ultimi. Volete formulare altre osservazioni generali su questo PAN? PAN molto voluminoso e ripetitivo, carente nella programmazione di obiettivi, risorse e scadenze; non è evidente la data di revisione, non tiene conto delle più recenti modifiche alla regolamentazione. PAN non tradotto completamente in inglese: riteniamo che questo ne impedisca o limiti la comprensione al di fuori dell’Italia. ■

Note 6

L’elenco delle professioni regolamentate in Italia ai sensi della direttiva 2005/36/CE è reperibile qui: http:// www.politicheeuropee.it/attivita/60/elenco-professioniregolamentate.


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degli

Ingegneri

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Verona

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CONGRESSO NAZIONALE

Corriamo il rischio Necessità o opportunità? la partecipazione della delegazione dell’Ordine ingegneri di Verona al 62° Congresso nazionale di Perugia

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Canteri ◉ Alessia Presidente Ordine degli Ingegneri

di Verona e provincia

canterialessia@gmail.com

Si è tenuto dal 28 al 30 giugno, nella suggestiva cornice di Assisi, il 62° Congresso Nazionale Ordini Ingegneri d’Italia dal titolo: “Corriamo il rischio: ingegneri per una società aperta, sicura, innovativa”. Il richiamo ad un atteggiamento positivo nell’affrontare il rischio, nelle sue varie accezioni ed interpretazioni, è stato affrontato nelle giornate dei lavori congressuali attraverso cinque moduli di discussione, cui hanno partecipato esponenti prevalentemente del mondo delle Professioni. Per espressa volontà degli organizzatori infatti, il confronto con la classe politica è stato destinato ad altro ambito. Formazione; politiche di prevenzione dal rischio; responsabilità e ruolo dei professionisti; nuove forme di organizzazione professionale; Ordini professionali 2.0. Questi i cinque moduli affrontati, temi già approfonditi in una giornata di lavori


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pre-congressuali tenutasi a maggio a Roma con i delegati inviati dai vari Ordini d’Italia: quanto emerso in quella sede ha costituito dunque la premessa della discussione congressuale. I moduli hanno visto la partecipazione diretta al congresso anche dei delegati che hanno potuto porre domande ed osservazioni ai relatori e partecipare ai sondaggi posti per ciascuna sezione, secondo una modalità di coinvolgimento felicemente sperimentata nel precedente Congresso di Palermo. Gli esiti della discussione che, in qualche caso, si è discostata dai lavori precongressuali, sono stati raccolti nella proposta di mozione, poi discussa e quindi votata dai delegati. La mozione approvata (divulgata con Circolare CNI n. 97 del 19.07.17) è stata suddivisa nei moduli discussi. Per quanto riguarda il punto su “Formazione e professione”, si ribadisce la necessità di una riorganizzazione del sistema della formazione universitaria ridando centralità al ciclo unico magistrale e definendo struttura e funzione delle lauree triennali professionalizzanti, che possano dare risposta alla necessità del mercato del lavoro di nuovi profili professionali da inserire in sezioni specifiche e dedicate dell’Albo. Nell’ambito delle “Politiche di prevenzione dal rischio”, la mozione sottolinea l’esigenza di farsi promotori della diffusione di una “cultura del rischio e della prevenzione”, di proseguire l’azione presso le forze di Governo per la definizione di un piano a medio-lungo termine di prevenzione e mitigazione del rischio sismico, di attivarsi per rendere gli iter procedurali-amministrativi legati agli interventi di prevenzione, mitigazione e ricostruzione più funzionali ed efficaci e, infine, di promuovere il ruolo dell’ingegnere quale responsabile del processo di garanzia della sicurezza nella gestione e trasmissione delle informazioni, rischio a tutt’oggi sottovalutato. Per l’”Incremento di efficienza e di capacità competitiva degli organismi professionali” si ritiene indispensabile definire degli standard prestazionali al fine di individuare parametri di riferimento per i compensi professionali, incentivare nuove forme di aggregazione tra professionisti e sviluppare ulteriori modelli organizzativi a carattere

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multi e interdisciplinare, rafforzare i ruoli tecnici della Pubblica Amministrazione, vigilare sul rispetto della normativa sui lavori pubblici e favorire l’accessibilità ai bandi da parte dei professionisti. Infine, per quanto riguarda il tema “Ordini professionali 2.0”, la mozione sostiene la necessità di una riorganizzazione delle strutture ordinistiche che dia maggiore impulso all’attività degli Ordini e alla loro capacità di far rete sul territorio, così da sviluppare un sistema più efficiente di comunicazione che fornisca uno standard di servizi uniforme agli iscritti, favorisca le attività di internazionalizzazione per la categoria e promuova la certificazione delle competenze su base volontaria. Nel complesso quindi la mozione raccoglie

01. Veduta di Perugia, dove ha avuto luogo il congresso. 02. Un momento dei lavori. 03. I nostri delegati si sono presentati con la maglietta “Keep Calm and No CFP”.


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degli

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L’ORDINE DI verona al congresso Significativa la presenza dell’Ordine di Verona a questo Congresso. Oltre alla delegazione del Consiglio, hanno partecipato Irene Ferro, giovane collega under 35 e Ilaria Segala, ex Presidente degli Ingegneri veronesi che è intervenuta come relatrice alla discussione del IV modulo incentrato sul tema: “Una nuova visione dell’organizzazione del lavoro professionale: rischi e opportunità”. A lei il compito di portare sul palco del teatro Lyrick la voce dei giovani professionisti che faticano ad inserirsi nel mondo professionale per la mancanza di opportunità e di misure – talvolta anche da parte della stessa categoria - che tutelino il riconoscimento della loro professionalità. Accanto ai dibattitti non sono mancati piacevoli momenti conviviali. Da non dimenticare l’iniziativa del nostro Consiglio: i nostri delegati si sono presentati con la maglietta “KEEP CALM and NO CFP”, indossata simpaticamente anche dal Presidente Armando Zambrano e dal Consigliere nazionale Luca Scappini, ex Presidente dell’Ordine di Verona. Un’iniziativa insolita e “leggera” che però ha voluto veicolare un messaggio molto serio: ovvero quello di sdrammatizzare la “rincorsa ai crediti formativi” riportando l’obiettivo della formazione professionale obbligatoria ad un aggiornamento di qualità.

il monito contenuto nel titolo del Congresso ad affrontare il rischio con spirito positivo e costruttivo facendo in sostanza di necessità virtù. In un contesto professionale e territoriale in cui quasi quotidianamente ci si trova a fare i conti col rischio, il messaggio è quello di affrontare con fiducia la sfida di rinnovare il ruolo dell’ingegneria e dell’ingegnere sotto il profilo culturale, sociale e organizzativo. Si tratta di un obiettivo certamente ambizioso per raggiungere il quale non credo gli Ordini professionali siano preparati, almeno nell’attuale modello organizzativo. Negli ultimi dieci anni mentre è notevolmente aumentata la richiesta di prestazioni e di burocrazia a carico degli Ordini, è venuta invece a mancare la loro rappresentatività. Se da un lato infatti si è aperta la possibilità di un maggior dialogo con gli iscritti e la società, dall’altro rimane la difficoltà di cogliere in pieno questa opportunità per vincoli normativi e gestionali che legano gli Ordini ad una dimensione anacronistica che male rappresenta la realtà degli ingegneri italiani di oggi. Se, come scritto nella premessa della mozione, “il CNI ha la responsabilità di rappresentare l’Ingegneria nel suo complesso e nei suoi molteplici settori, ruoli e attività” urge un ripensamento del ruolo degli Ordini e della loro struttura organizzativa. Il Congresso rappresenta certamente un momento stimolante di incontro e di confronto oltre che con il CNI anche con gli altri Ordini d’Italia: è occasione di riflessione sui temi d’interesse per la categoria. Rimane però sempre la sensazione che si tratti di una parentesi un po’ “scollegata” dalle realtà professionali e ordinistiche locali, che risultano fra l’altro anche molto diverse rispetto alla collocazione geografica. Le modifiche apportate nell’organizzazione degli ultimi congressi sembrano andare nella direzione di un maggiore coinvolgimento degli Ordini, scelta che considero positiva e indispensabile per raggiungere la rappresentatività auspicata; auspico che anche la decisione di organizzare i Congressi con cadenza biennale possa essere sfruttata per dare modo di approfondire il dialogo e la condivisione delle tematiche con gli iscritti. Ci diamo appuntamento a Sassari nel 2019! ■


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dall’ordine

Flash news Fazzini ◉ Silvia Addetta stampa OIV

ufficiostampa@ingegneri.vr.it

Festival della bicicletta EnerGita, settanta ingegneri di Verona su due ruote alla scoperta dell’Ecomuseo dell’energia pulita

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Domenica 7 maggio settanta ingegneri di Verona si sono dati appuntamento all’ex Arsenale di Verona per partecipare all’ottava edizione di EnerGita, l’escursione di 30 km in bicicletta – da Verona ad Arcè di Pescantina e ritorno – promossa da FIAB Verona Onlus e dalla Commissione sostenibilità dell’Università di Verona nell’ambito del Festival della bicicletta del Comune di Verona. Tra i partner del Festival della bicicletta 2017 anche l’Ordine degli Ingegneri di Verona che ha patrocinato l’intero evento e aderito in particolare a EnerGita, inserendola come visita tecnica nella Rassegna OPEN. Ingegneri aperti alla città 2017 “INNOVISIONI. Idee e progetti del tutto nuovi”. L’iniziativa ha rilanciato il progetto dell’Ecomuseo dell’Energia pulita con il riutilizzo dei percorsi dei canali e delle centrali idroelettriche che tra Otto e Novecento hanno trasformato il nostro territorio e che ancora oggi raccontano un pezzo importante di quella affascinante storia industriale che ha saputo incarnare una visione lungimirante per la città. «Con l’adesione dell’Ordine a questa iniziativa – ha sottolineato l’ing. Giovanna Ghio, Segretario dell’Ordine e consigliere referente della Commissione Impianti elettrici – non solo ribadiamo la nostra apertura alla città, alle sue istituzioni e associazioni ma sottolineiamo, in particolare, quanto la tutela e la salvaguardia ambientale debbano diventare per gli Ingegneri presupposto imprescindibile nella pianificazione urbanistica e progettazione del costruito, a partire dal ripensare la mobilità in una direzione sostenibile. Da sottolineare la portata didattica e formativa della visita tecnica in cui sono state illustrate la centrale di recente realizza-

zione alla diga del Chievo e quella da costruirsi in sinergia con il rifacimento del ponte di Arcè a Pescantina». All’interno di Villa Spinola l’ing. Simone Venturini, ingegnere progettista di Technital, ha spiegato il progetto della nuova turbina mentre il prof. Claudio Malini ha ripercorso la storia della costruzione del Canale Biffis avvenuta tra il 1938 e il 1943. Quindi la discesa al ponte di Arcè e la risalita verso il canale Biffis. In mattinata il ritorno a Verona, all’ex Arsenale austriaco dove si sono tenute le principali iniziative del Festival in Bicicletta.

Ingegneri in assemblea Bilancio, formazione continua e parità di genere. Non solo “bilancio” nell’assemblea ordinaria che si è svolta il 19 maggio scorso. Ma anche numeri “vivi” che parlano di appartenenza all’Ordine e professionalità nella gestione dell’emergenza. Dopo i saluti della Presidente Alessia Canteri e l’approvazione del bilancio 2016 affidata al tesoriere Paolo Pinelli, l’assemblea ha affrontato due focus importanti per le linee programmatiche future della politica ordinistica. Luca Scappini, già presidente uscente dell’Ordine di Verona e oggi consigliere Nazionale del CNI con delega al settore Formazione, ha presentato un approfondimento sull’andamento della formazione professionale obbligatoria avviata nel 2014, un’analisi utile per una possibile revisione del Regolamento inerente l’aggiornamento continuo. Giovanna Ghio, Consigliere Segretario e membro della Commissione pari opportunità dell’Ordine, ha presentato invece una riflessione sulla parità di genere, a partire dalle rilevazioni nazionali (Almalaurea 2017 e CNI 2017) e guardando l’evoluzione normativa ordinistica.


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Provincia

Giornate del Lavoro agile Il COWORKING ING “cresce” e aderisce all’iniziativa del Comune di Milano

Più giovane rispetto alla media nazionale ha 38 anni (contro i 39 anni), esattamente dieci anni in meno rispetto all’ingegnere uomo iscritto (48,8 anni); è principalmente libera professionista ed è presente in tutti e tre i settori dell’albo professionale: civile e ambientale, industriale e dell’informazione, con un buon inserimento in quest’ultimo. È questo l’identikit della donna ingegnere veronese tracciato dai dati presentati: nonostante un continuo aumento di donne laureate in ingegneria, emerge come la professione resti ancora marcatamente maschile. Rispetto agli uomini, il dato delle laureate si attesta sul 25%, di cui solo il 15% si iscrive all’albo professionale; restano inoltre ancora forti il gender pay gap (6%) e il gender employment gap al 19% che vanno entrambi riducendosi dopo il primo anno di impiego. A Verona su 2726 ingegneri iscritti, le donne ingegnere sono 293, pari al 10,9% del totale, con un incremento superiore al 50% tra il 2005 (124) e il 2015 (282). In linea con la media nazionale l’età media dell’ingegnere donna veronese i «La Commissione pari opportunità dell’Ordine – hanno sottolineato l’ing. Giovanna Ghio e l’ing. Monica Bertoldi, coordinatore della Commissione – è impegnata su vari fronti per creare relazioni, cogliere e divulgare opportunità, lavorando insieme alle professioniste di altri settori e con l’Università».

A chiudere due momenti importanti per la “vita” dell’Ordine: la consegna degli attestati di merito agli undici ingegneri volontari nelle zone colpite dal sisma in Centro Italia nell’agosto 2016 e la consegna di una formella di San Zeno ai colleghi che hanno raggiunto nel 2017 il 50° anno di laurea.

Lo scorso 11 maggio, nel giorno del via libera del Parlamento alla legge sul lavoro autonomo – che stabilisce nuove regole anche per il cosiddetto «smart working» o «lavoro agile» – l’Ordine degli Ingegneri di Verona ha aderito con il suo spazio COWORKING alla IV edizione delle Giornate del lavoro agile, iniziativa promossa dal 2014 dal Comune di Milano, estesa quest’anno a tutti i Coworking partner COWO® d’Italia anche al di fuori di Milano. Dal 22 al 26 maggio, anche negli spazi dedicati del CoworkING degli Ingegneri di Verona nella sede in Via Santa Teresa 12, è stato dato il via alla sperimentazione del lavoro agile e dello smart working per aziende e professionisti. A disposizione gratuitamente e su prenotazione sei postazioni di lavoro con servizi dedicati per scoprire i vantaggi di poter conciliare impegno lavorativo e qualità della vita. L’Ordine Ingegneri di Verona è stato il primo, tra tutti gli Ordini professionali d’Italia, ad aprire uno spazio coworking. Inaugurato nel gennaio 2012 nella sede storica di via Leoncino in centro città, oggi risiede nella location ex industriale dei Magazzini Generali rigenerati, in una posizione strategica di fronte alla Fiera di Verona. La sede offre una serie di servizi assolutamente completa e assortita: postazioni coworking, sale riunioni, aule corsi, sale convegni (fino a 84 + 40 posti), spazio eventi, gallery (spazio mostre). «Scegliere il Lavoro Agile – a parlare l’ing. Alessandro Fiorio, Cowo Manager dell’Ordine – significa infatti favorire la conciliazione tra qualità della vita e buon lavoro, risparmiare tempo negli spostamenti, meno stress, limitare traffico e inquinamento atmosferico; vuol dire immaginare e sperimentare nuovi modi per essere al lavoro e per lavorare meglio. Con il valore aggiunto di poter creare una rete di relazioni professionali oggi indispensabile». Info: www.ingegneri.vr.it/coworking


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Convegno “Open. Innovisioni” Industria 4.0, la strada verso le competenze del futuro «Questa rivoluzione tecnologica pone diverse sfide, anche umane. Ci chiede di essere forti nelle conoscenze tecnologiche, domanda rigore nell’adottare le tecnologie, esige metodo. Ci chiede anche di essere costantemente aperti al cambiamento, al nuovo. Con spirito curioso. Chiede di pensare non al passato, ma al futuro e anche alla future generazioni. Forse sono queste le sfide più difficili che l’Industria 4.0, o come la volete chiamare, ci pone oggi». A dirlo è Sergio Terzi, professore associato di Product Lifecycle Management e di Industrial technologies del Politecnico di Milano, dove è co-direttore dell’Osservatorio Industria 4.0, intervenuto sabato 27 maggio a Verona all’incontro “Industria 4.0 – La strada verso le competenze del futuro. Sfide e opportunità della quarta rivoluzione industriale”, promosso dalla Commissione ICT dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia nell’ambito della rassegna “Open. Innovisioni”. Nel suo intervento Terzi ha fatto il punto sulle competenze con cui le imprese manifatturiere saranno capaci di una maggiore inter-connessione e cooperazione tra le proprie risorse, per garantirsi una maggiore efficienza e competitività. Tecnologie digitali, Internet of Things (IoT), Cloud e Big Data ma anche un buon management, capacità di analisi di processo, strategia nei piani di sviluppo e gestione del cambiamento. Più che di rivoluzione, Terzi parla di una (ri)-evoluzione che parte da lontano e che deve accelerare mettendo la marcia sulla formazione dei professionisti, andando oltre i benefici e i buoni riscontri legati alle misure – contingenti – dell’iperammortamento e delle agevolazioni fiscali. L’innovazione è l’unico modo per competere, serve innovare e occorre farlo velocemente per restare sul mercato. Sia per le grandi, sia per le piccole e medie imprese del manifatturiero. E in questa fase, un ruolo fondamentale spetta alle competenze dei professionisti, soprattutto quelle legate al settore digitale e dell’ICT, che già ci sono e che possono trovare ulteriore

supporto sia nei Competence Center, inseriti nel piano Industria 4.0 Governo, sia negli Hub digitali dedicati. «Negli ultimi tempi vediamo un grande interesse verso quella che appunto viene definita la quarta rivoluzione industriale – ha spiegato Francesco Marcheluzzo della Commissione ICT dell’Ordine e coordinatore del Gruppo di Lavoro Industria 4.0 –. Se da un lato essa offre alle aziende la possibilità di rinnovarsi e diventare più competitive per uscire dalla crisi, dall’altro questa “nuova via” all’innovazione rappresenta per i professionisti, e per noi ingegneri in particolare, un’opportunità da non perdere, sia pure con le molte incognite che il nuovo riserva». «L’Industria 4.0 è cosa da ingegneri – ha proseguito Sergio Terzi. – Senza gli ingegneri, l’Industria 4.0 non si può fare; gli ingegneri possono sovrapporre discipline e competenze diverse: da quelle digitali, l’elettronica, l’informatica e l’autonomazione, alle skills della meccanica. La sfida allora resta quella di imparare ad essere talvolta ingegneri “creativi”, capaci di interagire con gli altri decisori aziendali per mettere in atto buone pratiche di management e governare il cambiamento». Robotica, autonomazione, sicurezza e sistemi embedded. Sono i temi ripresi dal contributo di Claudio Tomazzoli, ricercatore al Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Verona, che

ha sottolineato l’importanza dell’accordo fatto tra gli atenei del Veneto per la costituzione di un Competence Center capofila l’ateneo di Padova con la facoltà di ingegneria – per la fascia alta della strategia a supporto della trasformazione digitale, luoghi dove realizzare, progettare e cogliere possibilmente a priori le problematiche legate all’applicazione dell’interconnettività ai processi produttivi. All’incontro è intervenuto anche Gianni Tortella, responsabile Marketing di T2i, società consortile per l’innovazione delle Camere di Commercio di Treviso-Belluno, Verona e Venezia Rovigo Delta Lagunare, sostenuta da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici (CSIT) e riconosciuta dalla UE primo Digital Innovation Hub (DIH) del Triveneto nell’ambito del programma I4MS (ICT Innovation for Manufacturing SMEs). A lui il compito di tracciare una panoramica della trasformazione in atto collocandola nel più ampio contesto degli obiettivi europei 2020. «La nostra mission è quella di promuove la trasformazione digitale delle aziende manifatturiere – ha detto Gianni Tortella. Per noi è dunque fondamentale il sostegno sia alle nuove start up sia ai percorsi di innovazione delle imprese che andiamo a supportare sia attraverso la formazione, sia con lo sviluppo di reti collaborative, l’offerta di servizi avanzati e di strumenti finanziari a livello locale e europeo». A chiudere due esperienze concrete di


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realtà già 4.0. Alberto Valente, ingegnere, tra i fondatori di Plumake srl, azienda di robotica e di automazione industriale, ha fotografato la realtà dei FabLab come “luoghi dove nasce l’Industria 4.0”. «A disposizione di aziende, privati, scuole, designer, artigiani, makers, imprenditori e tutti coloro che desiderano trasformare le proprie idee in nuovi prodotti e prototipi – ha detto Valente –, la filosofia del modello FabLab è quella della condivisione di idee e dello sviluppo tecnologico sostenibile per formare nuove figure professionali e nuovi modelli di business». Quindi la presentazione di un case history made in Verona. Start up con sede a Pescantina Hangar s.r.l. si occupa di servizi per l’industria illuminotecnica. Idee, passione per le nuove tecnologie, ricerca e innovazione sono la carta vincente con cui offre ai propri clienti soluzioni innovative su progetti personalizzati complessi, anche grazie a collaborazioni con aziende specializzate del settore.

Convegno Il recupero di risorse negli impianti di depurazione – realtà e prospettive Le acque nere, il petrolio d’Italia Recuperare, salvare, riutilizzare, trasformare. Dalle acque di scarico, filtrate e trattate dai depuratori. Ecco allora che la ghiaia diventa materiale per i sottofondi stradali, il metano prodotto dagli impianti diventa energia elettrica, il recupero di fibre di cellulosa diventa carta igienica, recuperando biopolimeri dalla biomassa si fanno plastiche biodegradabili. Di depurazione e innovazione si è parlato il 24 maggio scorso in Gran Guardia a Verona nel convegno Il recupero di risorse

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negli impianti di depurazione – realtà e prospettive, la 54esima giornata di studio di Ingegneria Sanitaria - Ambientale dedicata alla depurazione e organizzata dal gruppo di lavoro Gestione Impianti di Depurazione dell’Università di Brescia, dall’Ordine degli Ingegneri di Verona e provincia, con la collaborazione del Consiglio di Bacino dell’Ato Veronese, Acque Veronesi e Azienda Gardesana Servizi, con il patrocinio del Comune di Verona. Il convegno ha fatto il punto e ha fissato le linee di un (prossimo) futuro della gestione idrica integrata con ingegneri, docenti, studiosi universitari e protagonisti, relatori durante questo intenso focus. Un momento di confronto tra mondo del sistema idrico integrato e mondo della ricerca, una lente sulla situazione attuale degli impianti di depurazione nel nostro Paese e le prospettive che offre il domani con l’impiego delle nuove tecnologie e dei nuovi mezzi d’avanguardia. Le acque di scarico provenienti dalle fognature sono caratterizzate da un contenuto significativo di risorse materiali (carbonio organico, fibre, nutrienti) ed energetiche (energia termica, chimica, potenziale, cinetica). Benché l’obiettivo primario sia la depurazione, ovvero la restituzione all’ambiente di acque compatibili con l’ecosistema ricettore, sempre più l’attenzione si rivolge alle possibilità di sfruttamento delle risorse materiali ed energetiche delle acque nere. Il Depuratore del futuro potrebbe cambiare pelle e divenire un centro di produzione di materia ed energia recuperate dalle acque di scarico che può valere milioni di euro. Ma quali sono le prospettive concrete? Alcune soluzioni sono già da tempo in uso, pur con periodici ripensamenti dovuti al naturale evolversi delle conoscenze e del conseguente quadro normativo. Alcuni esempi sono il riuso sia delle acque depurate sia dei fanghi in agricoltura o l’adozione di pre-trattamenti della digestione anaerobica dei fanghi e, quindi, la produzione di energia. I ricercatori e le principali aziende del settore stanno studiando ulteriori alternative in questa direzione, avendo in alcuni casi già sviluppato impianti pilota su scala industriale che consentono la produzione di ricchezza:

dal recupero delle fibre di cellulosa alla produzione di biopolimeri estratti dalla biomassa per produrre plastiche biodegradabili, dalle Microbial Fuel Cells alla produzione di idrogeno. Uno specifico sottogruppo del Gruppo di Lavoro Gestione Impianti di Depurazione ha lavorato per due anni su questi temi, con l’obiettivo di delineare lo stato dell’arte della ricerca a livello internazionale e definire, con una indagine a livello nazionale, la situazione attuale in Italia circa l’applicazione degli interventi di recupero; ma anche valutare, attraverso l’esame di casi di studio, le interazioni tra varie forme di recupero e le implicazioni tecniche ed economiche. Nel corso del Convegno sono stati presentati i risultati di questo lavoro e illustrati casi reali da parte di gestori di impianti e a un’ampia tavola rotonda. Per l’Ordine degli Ingegneri è intervenuto l’ing. Eleonora Ambrosi, neo consigliere: «Molto del futuro dell’ingegneria ambientale si gioca qui, nel grande tema della “Wastewater”, ovvero delle acque reflue e della loro valorizzazione come fonte di energia sostenibile. Al centro dell’ultima Giornata mondiale dell’acqua indetta dall’Onu e celebrata lo scorso 22 marzo, quest’ambito di ricerca e applicazione resta fondamentale e urgente nel più ampio contesto della salvaguardia ambientale e di una razionalizzazione intelligente delle risorse idriche disponibili. Oggi, infatti, la componente della tutela e della salvaguardia ambientale deve diventare un aspetto assolutamente imprescindibile anche nella professione ingegneristica. Per questo i colleghi ingegneri hanno condiviso l’iniziativa e risposto con una presenza importante al convegno, avviando quella “economia circolare” in grado di mettere in rete tutti i portatori di interesse coinvolti: centri di ricerca, università, tecnici e professionisti, istituzioni, enti di gestione e distribuzione. Con l’obiettivo ultimo di lavorare in squadra per condividere buone pratiche e definire così le soluzioni più appropriate per gestire adeguatamente le problematiche legate alle acque e ai rifiuti e individuare soluzioni applicabili e sostenibili – dal punto di vista tecnico, sociale, economico ed ambientale –, basate sull’impiego di tecnologie appropriate».


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Convegno Il Decreto correttivo al nuovo Codice degli Appalti Ad un anno dalla pubblicazione del Nuovo Codice degli Appalti è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.Lgs. 19 aprile 2017 n° 56, Decreto Correttivo al Codice degli Appalti Pubblici. Il Decreto è entrato in vigore il 20 maggio scorso e ha apportato ben 441 modifiche ad un Codice tanto innovativo quanto problematico. Le principali modifiche riguardano le modalità di affidamento ed esecuzione dei contratti per opere, servizi e forniture pubbliche, il ritorno del massimo ribasso, le modifiche all’offerta economicamente più vantaggiosa, l’obbligo di utilizzo del decreto parametri per la progettazione, il subappalto. Ance Verona, l’Ordine degli Architetti Paesaggisti e Pianificatori della Provincia di Verona, l’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia, in collaborazione con il Comune di Verona e la Provincia di Verona, hanno promosso lo scorso 25 maggio in Gran Guardia un incontro dal titolo “Il Decreto vorrettivo al nuovo Codice degli Appalti”, cui sono intervenuti accanto ai saluti istituzionali dei rispettivi presidenti degli enti promotori l’avv. Francesca Ottavi, direttore Legislazione Opere Pubbliche di ANCE; l’ing. Michele Lapenna, Consigliere Tesoriere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, l’avv. Michele Miguidi, dirigente Area di Supporto Giuridico Amministrativo, Servizio Contratti Pubblici Provincia di Verona e l’avv. Chiara Bortolomasi, dirigente Aziende Speciali e Partecipate, Gare Appalti Comune di Verona. Presente inoltre l’ing. Luca Scappini del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e l’ avv. Damiano Bellè, vicepresidente Opere Pubbliche Ance Verona che ha coordinato i lavori. Scopo dell’incontro – ampiamente partecipato – quello di analizzare nello specifico il Decreto Correttivo, individuare le principali novità in materia di appalti di lavori, servizi e forniture e promuovere l’intento di una formazione continua in materia di appalti pubblici. La nuova architettura normativa, che prevede una norma primaria ed una serie di provvedimenti di soft law in continua pubblicazione ed aggiornamento, crea la

necessità di aggiornamenti continui per le Stazioni Appaltanti e per gli operatori del settore. «Il decreto correttivo al Codice degli Appalti è entrato in vigore cinque giorni fa, e ci siamo dati da fare per presentare tempestivamente tutte le novità introdotte – dichiara Damiano Bellè, vice presidente di ANCE con delega ai lavori pubblici – . Noi costruttori abbiamo criticato sin da subito questo nuovo Codice degli Appalti, paventando un blocco del settore, e i risultati hanno confermato le nostre previsioni: nel 2016 si è registrato infatti un forte rallentamento nella pubblicazione dei bandi di gara: -19,6% per gli appalti tra i 150.000 e i 500.000 euro, - 33% tra i 500.000 e il milione di euro, -36,9% per la fascia tra i 5-15 milioni. E sono tre i temi più preoccupanti: le norme sul subappalto, sulle procedure negoziate e il sorteggio. Purtroppo, il decreto correttivo non li ha risolti. Ho letto che le procedure negoziate non potranno più essere affidate con il massimo ribasso, bensì con l’offerta economicamente più vantaggiosa. Ciò vorrebbe dire renderle inutilizzabili, pertanto è prioritario che questa modifica sia cancellata con un futuro provvedimento. Nel frattempo penso sia importante concertare modalità di individuazione degli operatori economici diverse dal sorteggio. Veder affidato alla sorte il destino della propria impresa è frustrante per un imprenditore, ma ritengo che non possa essere un principio efficace

nemmeno per la pubblica amministrazione. Per le imprese è un metodo devastante, non solo perché mette le nostre aziende nelle mani del fato, ma perché ci obbliga ad allontanarci dal territorio inviando manifestazioni d’interesse in giro per l’Italia. L’attività edile è legata al cantiere, al territorio, alle relazioni con fornitori e subappaltatori, ai lavoratori dipendenti che abbiamo formato nel tempo, che sappiamo come lavorano e che qualità ci possono dare. Per la complessità di questo provvedimento è importante fare sistema e introdurre al più presto un tavolo di confronto condiviso per trovare soluzioni a questi aspetti. Ed è l’obiettivo che ci siamo posti in questa giornata assieme agli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri» «Quello al Codice degli Appalti è un decreto correttivo dovuto che presenta, accanto a molte novità positive, ancora qualche zona d’ombra per i progettisti – ha ribadito l’ing. Alessia Canteri, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia –. Tra gli interventi migliorativi sottolineiamo l’obbligo per le Stazioni Appaltanti di rifarsi obbligatoriamente al Decreto Parametri del giugno 2016 per calcolare gli importi da mettere a base delle gare di progettazione. Quindi il dovere delle stesse stazioni appaltanti di pagare sempre e comunque i professionisti anche qualora il finanziamento per l’opera progettata non sia in definitiva erogato.


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Preme invece sottolineare come sul fronte delle Pubbliche Amministrazioni venga definito che i progettisti interni non abbiano l’obbligo di iscriversi all’Albo professionale di riferimento, né siano richiesti loro quei livelli di esperienza che invece sono precisati dal mercato per la progettazione e la direzione lavori di un’opera. Scelte queste che vanno nella direzione di una svalutazione qualitativa e intellettuale del processo di progettazione e direzione dei lavori. Valutato a partire da una pura quantificazione economica, non se ne considerano i fondamentali contenuti tecnici e di professionalità che garantiscono il raggiungimento degli standard di qualità cui le PA dovrebbero tendere». L’iniziativa da programmare è quella di creare degli appuntamenti periodici di approfondimento sugli appalti pubblici, trattati dai tre punti di vista (Pubblica amministrazione, imprese, professionisti) e instaurare dei rapporti di scambio e collaborazione tra gli attori del territorio. È stato ribadito che l’uscita del Correttivo al Codice dei Contratti deve essere l’occasione per avviare questo percorso virtuoso che deve coinvolgere tutti gli attori: politici, dirigenti, funzionari, professionisti e imprese. ■

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TALKS SLIDINGDOORS 2017: #INNOVATORI Verona, teatro ristori – 22 Ottobre 2017 Darà la parola agli #Innovatori la terza edizione dell’evento pubblico TALKS SLIDINGDOORS 2017 in programma a Verona domenica 22 ottobre dalle ore 17 alle 20, sempre nella splendida cornice del Teatro Ristori. FORMAT - Ideato dal CNI per far dialogare ingegneria e società, il format – inserito nella rassegna Open INNOVISIONI - è realizzato dagli Ingegneri di Verona in collaborazione con il Collegio Ingegneri e l’Accademia di Belle Arti di Verona. IL TEMA – L’edizione 2017, dedicata agli #innovatori, vedrà salire sul palco del Ristori figure di eccellenza della società contemporanea che hanno saputo nel loro ambito professionale e quotidiano produrre e diffondere la cultura dell’innovazione. In un momento in cui il termine innovazione pervade la nostra quotidianità, ci siamo chiesti: e se l’innovisione fosse anche – inaspettatamente – un saper fermarsi e addirittura un “tornare indietro”? Porre una domanda di senso su se stessi, sulla realtà, su ciò che quotidianamente facciamo e produciamo? E su come lo stiamo facendo? L’ARTISTA – Ospite straordinario sarà il maestro Roberto Cacciapaglia. Compositore e pianista, Cacciapaglia è protagonista della scena musicale internazionale più innovativa per la sua musica che integra tradizione classica e sperimentazione elettronica. Suo il brano “Tree of Life Suite”, composto per il night show dell’Albero della Vita a Milano EXPO 2015. I RELATORI – A Verona ancora nomi importanti sul fronte dell’innovazione applicata ai vari ambiti professionali. Confermati gli interventi di Pier Paolo Bardoni, founder & CEO di THINGS, la prima agenzia in Italia ad occuparsi di design e business innovation focalizzata sull’Internet of Things (#IoT). Alessandro Sannino, ingegnere chimico, professore associato di Tecnologie dei Polimeri e Biomateriali all’Università del Salento. Un phd in Tecnologie dei Polimeri all’Università di Napoli e un post doc in Bioingegneria all’MIT Cambridge (USA), Sannino è autore di oltre ottanta articoli su riviste scientifiche, nel cassetto più di venti brevetti internazionali. Creatività, giovani e territorio saranno invece le parole d’ordine dello speech di Antonella Andriani, docente dal 2009 della Scuola di Design dell’Accademia di Belle Arti di Verona dove dal 2015 dirige il Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate. Infine, un affondo nello sport guardando alle cime. Quelle delle Dolomiti dove Nicola Tondini – alpinista veronese e guida alpina – ha aperto a fine luglio una delle vie più lunghe e difficili. Passione, coraggio, rischio e calcolo, sacrificio, preparazione, allenamento e competenza, paura, cadute e successo: tutti gli “ingredienti” dell’innovatore… I PARTNER E SPONSOR DELL’EVENTO – L’appuntamento è realizzato grazie al sostegno di importanti ponsor: AMIA, LineaEcoklima, Sever, IBT Srl, Viessmann Srl, Gasperotti Srl e Agorà. Si ringraziano in particolare i partner tecnici: la Cantina Castelnuovo del Garda, il Ristorante Arche e l’Hotel Trieste di Verona. E il media partner dell’evento, il Magazine Pantheon di Verona. L’evento TALKS SLIDINGDOORS è a ingresso libero fino ad esaurimento posti con prenotazione on line al sito www.ingegneriverona.it.


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Sala Convegni della sede Ordine Ingegneri di Verona e Provincia

Viale del Commercio, 10 - 37135 Verona Tel. 045 8250033 www.sever.it


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