Inverno - Winter 2011 Numero omaggio Free copy
Periodico di cultura, arte, arti decorative, design e ambiente Cultural magazine, art, decorative arts, design and environment
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GIOVANNI ANZANI AD POLIFORM
EXHIBITION MEDIA
A NEW TV NETWORK FOR ART IS BORN
SCANAVINO - DEP ART GALLERY INTRECCI ESISTENZIALI THE EXISTENTIAL ENTANGLES
ENVIRONMENT
SIGSOLAR ITALIA CREDE NEL “RINASCIMENTO ENERGETICO” BELIEVES IN “AN ENERGETIC RENAISSANCE”
CINEMA
68. VENICE FESTIVAL FROM VENICE TO RIO
EVENTS
ENZO FIORE I MITI DELLA STORIA LEGENDS OF THE PAST
INTERVIEWS
Emmanuele Emanuele
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Sommario
EDITORIALE Quando la rana cade in padella 6 di Ferruccio Gard MOSTRE Intrecci esistenziali, Emilio Scanavino 10 di Andrea Maurizio Campo La Neometafisica 14 di Gaetano Salerno ARTE E IMPRESA La divulgazione della grande Arte 28 di Armin R. Mengs Cultura e sport, una relazione unica e distintiva 30 di A.C. CONTEMPORARY Blue and Joy in picchiata su Miami 18 di Lucia Majer Pintaldi e la realtà filtrata 20 di Andrea Maurizio Campo ITINERARI La Rocha De Mel 24 di Dario Dall’Olio AGENDA SPECIALE Testi di Ferruccio Gard Venezia vince al Lotto 126 O’keeffe il sesso nei fiori? 128 La luce di Massagrande 130 OPENING Contemporaneo digitale - Pixar 38 di Andrea Maurizio Campo MEDIA Nasce un nuovo ArtNetwork televisivo 142 di Gaetano Salerno PROJECTS ArtDefender 64 di Ilario Tancon HOME SPACES Spazio ai sensi Alpe-Astra 2012 104 di A.T. EXCLUSIVE Bartorelli, fascino griffato 40 di Francesco Spinaglia FASHION Borbonese, dettagli di stile 96 di Ilario Tancon CINEMA Festival del cinema : da Venezia a Rio 48 di Ferruccio Gard IN AGENDA “In movimento” alla galleria Tega 52 di Andrea Ferrazzi INCONTRI Emmanuele Emanuele presidente fondazione Roma 54 di Ferruccio Gard BRAND Captare i desideri prima che nascano... di Elena Moretti
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DESIGN Gruppo Euromobil design innovativo 70 di Marco Rossi Cultura dell’abitare Total Home Design 72 di S.C. LIGHT OMA premiata al Lumen Fortronic 76 di Ilario Tancon
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ARTISTI testi di Stefania Prandi Teresa Emanuele, attenzione ravvicinata 78 Vorrei combattere...Ludmilla Radchenko 82 GLASS Bisanzio, opere d’arte tra terra e fuoco 100 di A.C. ART IN PROGRESS La tecnologia diventa Arte...Linea Murano Art 114 di Stefania Prandi STYLE Giovanni Anzani AD Poliform 86 di Paolo Fontanesi EVENTI Enzo Fiore I MIti della Storia 90 di Luca Beatrice Un cubano a Roma Julio Larraz 94 di Andrea Maurizio Campo VERNISSAGE Vedute Veneziane di Adrea Maurizio Campo
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FUORI PORTA Arte e Vino: le passioni della famiglia Ceretto 84 di Stefania Prandi APPUNTAMENTI Impeti Riflessivi 98 di Giorgia Gallina PUNTO SUL PUNTO Cocò, il pappagallo di De Pisis 112 di Milena Milani PERSONAGGI Fortissimamente Alex Zanardi !!!! 124 di Paolo Fontanesi ARTPEOPLE Ilirjan Xhixha 116 di Lucia Majer WISHES I segreti di Viviana... 120 di Ilario Tancon GALLERIE Galleria Gioacchini ospita Cucchi 110 di Stefania Prandi PERCORSI D’ARTE A tu per tu con Cinzia Vecchiato 132 di Lucia Majer SCULPTURE Alba Gonzales, dal classico ai protagonisti del novecento 44 di Gaetano Salerno AMBIENTE SIGSOLAR Italia crede nel rinascimento energetico 34 di Emanuele Confortin INTERNI Zandegiacomo, Bottega d’Arte 136 di Ilario Tancon Eccellenze italiane - Colber 138 di Mirko Cassani LIBRI Lidia Panzeri, Mapping History 148 di Francesco Spinaglia Lo chalet della memoria 150 di Andrea Ferrazzi Nonsoloporno 152 di Ferruccio Gard MOSTRE & EVENTI a cura della redazione
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sito internet: www.art-style.it e-mail: info@art-style.it Direttore responsabile: Ferruccio Gard e-mail: ferrucciogard@art-style.it Coordinatore: Cristian Contini e-mail: cristiancontini@art-style.it Hanno collaborato: Ilario Tancon, Armin R. Mengs, Eros Rampone, A.C., Francesco Spinaglia, Otis, Andrea Ferrazzi, Marco Rossi, Mirko Cassani, Elena Moretti, Cristina Gioacchini, Paolo Fontanesi, Lucia Majer, Gisella Pagano, Elena Zardini, Roberto Daolio, Sania Gukova, Franco Salvadori, Chiara Canali, Vania Conti, Umberto Mazzoni, Paolo Levi, S. C., Monica Migliorati, Michele Beraldo, Fabio Migliorati, Luigi Abbate, Luigi Meneghelli, Elena Pontiggia, Massimo Costa, Ivan Quaroni, Andrea M. Campo, Anna Maria Barbato Ricci, Francesca Giubilei, Valentina Fogher, Stefania Prandi, Emanuela Peruzzo, Vittorio Sgarbi, Emanuele Confortin, Laura Bresolin, Valeria Pardini, Paolo Buda, C.P., Marco Bevilacqua, Milena Milani, Cosimo Mero, Luca Beatrice, Gaetano Salerno, Achille Salvagni, Dario dall’Olio. Traduzioni: Valencia Scott Colombo prepress - print - binding: Peruzzo Industrie Grafiche S.p.A. Mestrino (PD) www.graficheperuzzo.it Pubblicità: Euroedizioni s.r.l. Tel. (+39) 393 31 10 007 Corso Milano, 103 - 35139 Padova E-mail: info@art-style.it Editore: Euroedizioni s.r.l. Sede legale e amministrazione Corso Milano, 103 - 35139 Padova Cod. fisc. e part. Iva 12209520159 Le opinioni degli autori impegnano soltanto la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quella della direzione della rivista. Manoscritti e fotografie anche se non pubblicati, non si restituiscono. © Proprietà artistica e letteraria riservata. È vietata la riproduzione anche parziale di testi pubblicati senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Registrazione del Tribunale di Milano n° 810 del 2 dicembre 1998.
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QUANDO LA RANA CADE IN PADELLA di Ferruccio Gard
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e aste di opere d’arte hanno ripreso a volare confermando che, soprattutto nei momenti di crisi economica, l’investimento nell’arte è sempre il più consigliabile e sicuro. Questa ventata di ottimismo mi mette di buon umore, invogliandomi a raccontare un divertente episodio che può essere inserito, senza la pretesa di alcuna risposta, nella vecchia querelle su cosa può essere considerato o meno un’opera d’arte. Vi ricordate la rana crocifissa di Martin Kippenberger? Tre anni fa costò il posto di direttore al Museion di Bolzano alla svizzera Corinne Diserens, rea di aver esposto quest’opera considerata blasfema dalle autorità ecclesiastiche (ma non solo). Il fantasma di Kippenberger( ottimo artista tedesco, morto nel 1997) ha colpito ancora, mettendo ora nei guai una povera donna delle pulizie dell’Ostwal Museum di Dortmund. La sventurata, credendo che fosse spazzatura, ha gettato nel cassonetto un miscuglio di gesso collocato in una bacinella di gomma nera, facente parte di una scultura in legno alta due metri e mezzo. Opera d’arte irrimediabilmente danneggiata e probabili seri guai giudiziari ed economici in arrivo per la signora. L’episodio ricorda la famosa porta del dadaista Marcel Duchamp, dipinta per errore da un imbianchino alla Biennale di Venezia del 1978. La vicenda si è conclusa lo scorso anno, con la condanna dei responsabili a un risarcimento di una cifra in euro pari a 279 milioni di lire. Il bello è che a sostenere la tesi che qualsiasi oggetto possa essere considerato un’ opera d’arte, purché maneggiato da un artista, fu proprio Duchamp con i suoi ready-made e il celebre orinatoio Fontana del 1917. Le teorie di Duchamp continuano a trovare persone impreparate(vedi Biennale e Museo di Dormunt) e a seminare dubbi. Alla vernice della 54.
bellissima Biennale della svizzera Bice Curiger, uno dei “pezzi” più fotografati all’Arsenale fu un elevatore, dipinto con un bel verde intenso e posteggiato, fra installazioni e sculture, sotto una scala blu. “Che bello” dicevano in tanti, che bei colori, e giù fotografie e riprese televisive. Il giorno dell’inaugurazione sparì. Dunque non era un’opera d’arte? Il dubbio permane. E chi l’ha incautamente spostato, forse è meglio che si cerchi un buon avvocato. WHEN THE FROG FALLS IN THE POT
Art auctions are on the rise confirming above all that in a moment of economic crisis investing in art is still the most advisable and secure. This wave of optimism makes me feel good and desirous to narrate a funny episode that makes one ask that old cliché –without need of an answer – “what can or cannot be considered a work or art?”. Remember the Martin Kippenberger’s crucified frog ?Three years ago the director at the Museion of Bolzano, Corinne Diserens, lost her job guilty only of having exhibited this work which was considered blasphemous by the ecclesiastic authorities (and others). The ghost of Kippenberger (excellent German artist, d. 1997) strikes again, this time at the misfortune of a poor cleaning woman at the Ostwal Museum of Dortmund. Thinking it to be dirt, the ill-fated soul scrubbed away a mixture of plaster patina resembling a painted puddle inside a black rubber basin, which instead was part of a 2.5 mt. wooden sculpture. A work of art irreparably damaged and the possibility that she will now have to face judicial and financial problems. The episode recalls to mind the famous door of Dadaist Marcel Duchamp, mistakenly painted over by a worker at the Biennale of Venice in 1978. The incident was resolved last year with the conviction for those held responsible to pay the sum of roughly € 279,000 euros compensation. Ironically it was Duchamp himself who sustained that any object could be considered a work of art as long as it had been handled by an artist; Duchamp with his ready-made art and his famous urinal, “Fountain” presented in 1917. The theories of Duchamp continue to find the incompetent (see Biennale and Dormund Museum) and cast doubt. At the inauguration of the wonderful 54th Biennale curated by the Swiss director Bice Curiger, one of the most photographed pieces at the Arsenal was an elevator with intense green paint, placed between installations and sculptures underneath a blue ladder. “Lovely”, many commented on the colors; many photographed it and others filmed it for TV. The day of the inauguration it disappeared. Wasn’t it a
work of art? I have my doubts. Maybe better that the person who incautiously moved it should begin looking for a good lawyer…
Rubrica “Il colibrì” Un libro, un quadro di Andrea M. Campo
sULLO SFONDO: L’elevatore esposto, all’arsenale, durante la vernice della 54. Biennale
E’ una melodia complessa e seducente quella che soffia sui percorsi dell’anima di Elias: vibrazioni che si susseguono raccontando del sé, impercettibili armonie del divenire proprie di ogni creatura vivente. Elias è un essere speciale, e per questo rifiutato, allontanato, escluso, detestato dai suoi simili, incompreso perché capace di decifrare il divino. Questo giovane dagli occhi gialli “come il piscio della vacca” percepisce le voci del mondo, sente le fruscianti volute dei pesci che depongono le loro uova, sente il canto delle maree, sente il “battito di una bambina non ancora nata”, il battito – come scoprirà durante la sua breve vita – del cuore della donna amata. Robert Schneider, scrittore e drammaturgo austriaco, ne “Le voci del mondo” narra della breve vita di Johannes Elias Alder, un bambino dalla musicalità straordinaria, dotato dell’orecchio assoluto, capace di ascoltare il richiamo degli animi del Creato. Elias si fa portatore di un valore unico e diversificato, coltivato nella parte più intima di ogni essere, quella musica che Kandinskij eleva a “espressione dell’animo”. Un’arte sopra le arti che universalizza la bellezza, sollevandola dalla trasfigurazione artificiosa, compiendone l’essenza primitiva: la musica è espressione della natura, voce dell’esistenza e sublimazione dell’essere. Elias è uno strumento, un mezzo al servizio della musica, Kandinskij volge il suo orecchio a quella armonia, interpretandone il senso: i colori diventano suoni e il rapporto di valore è la melodia che ne deriva; comunicano all’unisono in sequenze derivate come suonerebbero “le corde di un violino se una sola di esse viene sfiorata”. E se nel piccolo paesino di Eschberg qualcuno avesse compreso la lezione di Kandinskij, il giovane Elias sarebbe ancora lì, nella sua chiesetta, a suonare il blu profondo di un organo antico.
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S Mostre
InTRECCI ESISTENZIALI
“Emilio Scanavino, opere 1970 - 1986.” dal 17 febbraio al 14 aprile alla dep ART di milano
di Andrea Maurizio Campo
L’
argomento della mia poesia” affermava lo scrittore Eugenio Montale in una intervista radiofonica nel primo dopoguerra “è la condizione umana in sé considerata: non questo o quell’avvenimento storico. Ciò non significa estraniarsi dal mondo, significa solo coscienza e volontà di non scambiare essenziale col transitorio”. A partire dagli anni cinquanta, Emilio Scanavino condensa l’inquietudine e il disagio del suo inconscio
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riducendo la narrazione del sé a sostanza informale: la natura vacillante del dato esperienziale lascia posto all’affermazione della propria identità, l’indeterminato malessere crepuscolare annulla ogni orpello stilistico per divenire icona; è così che “il nodo” (intreccio irregolare di filati, definiti e gravi, simbolo di un travaglio interiore che non abbandonerà il pittore per tutta la sua esistenza) diventa elemento imprescindibile delle opere di Scanavino. Ma è solo a partire dagli anni settanta
A Destra: LA MONTAGNA - 1981 Olio su tela - cm 89x116 PAGINA PRECEDENTE: L’alfabeto senza fine - 1974 Olio su tela - cm 100x100
che il nodo stilizzato raggiungerà il suo compimento trovando esatta collocazione in opere quali l’olio su tela “Alfabeto senza fine” del 1974 –parte dell’omonima serie-, la tragica e inquietante figura sospesa di “Appeso” (1981), o ancora, l’ombra tetra di “ La Montagna” (1981) e infine con il vigore luttuoso di “Storia in quattro tempi” realizzato nello stesso anno della sua morte. Queste e altre tele rappresentative degli ultimi anni della vita del pittore ligure resteranno esposte nella mostra “Emilio Scanavino, opere 1970 - 1986.” a cura di Flaminio Gualdoni in collaborazione con l’Archivio Scanavino (catalogo italiano-inglese)
SOTTO: Tramatura - 1983 Olio su tela - CM 130x97
A SINISTRA: Appeso - 1981 Olio su tela - cm 100x73
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S dal 17 Febbraio fino al 14 aprile presso la Galleria Dep Art (via Giuriati, 9 - Milano Tel/Fax +39 02 36535620 - Email: art@depart.it -Orario: Martedì - Sabato 15 / 19 - Mattina e Festivi su appuntamento; per informazioni contattare il direttore Antonio Addamiano cell. + 39 335 1998212). L’esposizione sarà presentata in anteprima ad Arte Fiera Bologna, dal 26 al 30 gennaio 2012 in uno stand monografico (pad 16 stand C2). SOTTO: L’ alfabeto senza fine - 1974 Olio su tela cm 60x60
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SOTTO-SOPRA - 1971 Olio su TAVOLA - CM 100x100
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La neometafisica Giorgio de chirico & Andy WarHOl di Gaetano Salerno
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ivive nelle atmosfere della mostra della Farsettiarte di Cortina d’Ampezzo, fino all’8 gennaio 2012, l’incontro tra il teorico della Metafisica e il padre della Pop Art; atmosfere ieratiche della storia traghettate definitivamente nella contemporaneità dal gesto autoritario della serialità. Due mondi geograficamente e culturalmente lontani, protagonisti ciascuno delle prime e seconde Avanguardie del secolo passato, eppure improvvisamente vicini, grazie a quei percorsi di rimandi, citazioni, affinità elettive che solo la grande arte è in grado di cogliere ed esprimere. Rivive così, grazie a Farsettiarte, lo “strano” sodalizio artistico tra Giorgio de Chirico ed Andy Warhol, attraverso una trentina di opere dei due maestri, esposte nella sede di Cortina d’Ampezzo (P.le Marconi 18) in occasione delle festività natalizie. Entrambi cantori ossessivi delle proprie realtà biografiche, ansiosi di far riaffiorare gli archetipi sommersi delle proprie origini attraverso le immagini stereotipate eppure fortemente classicizzate, delle rispettive culture di riferimento, i due artisti tipizzano e reiterano senza disillusione la forma dei propri miti ancestrali, anche a costo di sbiancarli della logica aurea della sacralità artistica per renderli popolari e fruibili: come De Chirico non riesce a liberarsi dei propri natali ellenici e ritrova nella statuaria classica l’inizio di un personale mondo figurativo che, per quanto piatto e privo di narrazione, allude all’energia di un passato ancora presente, così Warhol, nato artisticamente e culturalmente nell’America dei consumi, ne adotta le logiche riconoscendosi in essa fino a non potersene liberare, nemmeno sotto il profilo segnico, ripetendone i dettagli con maniacale ed ossessiva dedizione. Avendo presto preso coscienza ed accettato la loro intima essenza, nessuno dei due riesce
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Giorgio de Chirico Mobili nella valle, 1963, olio su tela, cm 80x60
Giorgio de Chirico
Ettore e Andromaca, 1971, SCULTURA IN bronzo lucidato e patinato, es. 4/9, cm 173 h.
veramente a liberarsene per intraprendere una carriera al di fuori del proprio Mito e lontana dai rispettivi Eroi. Ecco allora l’incontro newyorkese del 1974 tra i due grandi protagonisti del Vecchio e del Nuovo Mondo e la scoperta di punti comuni e di sguardi simili sugli oggetti che porterà Andy Warhol ad apprezzare ad alta voce le opere del maestro della Metafisica dicendo “ogni volta che le vedevo sentivo di essergli molto vicino, credo che considerasse la ripetizione un modo per esprimersi, forse è questo che ci unisce”. Un’unione di concetti ripresa da questa interessante mostra, resa possibile dall’idea del collezionista italoamericano Carlo Bilotti di commissionare all’artista americano, dopo la morte di De Chirico, una serie di opere ispirate alla pittura metafisica (presenti in galleria); la pop art, con la stessa deferenza con la quale aveva tracciato i contorni di bottiglie di vetro o lattine di alluminio interviene sui manichini, lasciandone intatto spirito e atmosfere. Ciò che oltrepassa il confine fisico torna così, nell’intervento autoritario ma rispettoso di Andy Warhol, nel mondo della materia, sancendo non solo il passaggio di testimone tra i due artisti ma anche l’adesione definitiva ad un sentire culturale che nella reiterabilità dell’immagine annulla le distanze tra l’oggetto e il soggetto aprendo il pensiero artistico ad una definitiva modernità.
A LATO: Andy Warhol Hector and Andromache (After de Chirico), 1982,
disegno a grafite su carta a mano, cm 79,8x60,3 ca.
Andy Warhol Hector and Andromache (After de Chirico), 1982,
acrilico e tecnica mista su tela, cm 127x106,7
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Contemporary
BLUE AND JOY IN PICCHIATA SU MIAMI di Lucia Majer
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opo Milano, Londra, New York e Barcellona, il duo Daniele Sigalot – Fabio La Fauci, in arte Blue and Joy, approda a Miami, con una grande mostra antologica dal titolo “The wind doesn’t have a plan”. Più che approdare si può dire planare, vista la presenza massiccia di aeroplanini di carta – in realtà realizzati in alluminio – che occupa sia gli spazi interni della splendida Freedom Tower sia quelli esterni della centralissima Brickell Avenue. La mostra è stata organizzata dalla storica galleria italiana Ca’ d’Oro, fondata a Roma nei primi anni Sessanta ed ora al suo primo anno di attività a Miami, che festeggia con questa mostra curata da Gloria Porcella, Lamberto Petrecca e Stella Holmes e dedicata al duo artistico più simpatico e innovativo dell’arte italiana contemporanea. Fino al prossimo 16 gennaio è possibile vedere il meglio di quanto i “nostri” Blue and Joy hanno prodotto negli ultimi anni, a cominciare dagli aeroplani che hanno ispirato la mostra e per i quali l’alluminio viene lavorato in modo da simulare l’effetto della carta e riprodurre, enfatizzandolo, l’intento ludico e ironico dei giochi dell’infanzia. Ma gli artisti dimostrano anche di saper esplorare a trecentosessanta gradi l’uso di materiali non ortodossi, creando dei mosaici con le monete, i bottoni e le pillole medicinali. Ironia, divertimento e gioia è quanto si percepisce in una passeggiata attraverso gli spazi, a tu per tu con installazioni e opere che trasmettono vitalità e freschezza, come un tuffo nel mondo limpido e giocoso dei bambini che i nostri artisti fanno rivivere attraverso l’arte, sublimandolo e rendendolo per così dire incorruttibile. Non mancano poi i due personaggi-simbolo di questo sodalizio artistico, i veri Blue and Joy: ecco Blue, con la sua espressione triste e la lacrima sul viso, ed ecco Joy, esultante di gioia, entrambi a rappresentare un intero mondo di sogni e disillusioni, di speranze e di finali agrodolci, metafora ironica della vita stessa. Il progetto Blue and Joy nasce nel 2005 dal lavoro dei due creativi pubblicitari Sigalot-La Fauci che stanchi di creare modelli aspirazionali e vincenti per qualunque marchio, un po’ per sfogo un po’ per gioco hanno dato vita a questi due “alter ego”, promuovendoli poi con successo attraverso diverse esposizioni in giro per l’Europa (Barcellona, Milano, Roma, Ibiza, Parigi, Londra, Firenze
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e Berlino) e recentemente anche in Asia (la prima Biennale di Nanchino). Dalla pittura, alla fotografia, alla scultura, fino ai mosaici, per poi estendersi al mondo dell’editoria e a quello del digitale il mondo di Blue and Joy dimostra infinite potenzialità espressive e la capacità di parlare un linguaggio internazionale, che le recenti esposizioni dimostrano appieno.
NELLE IMMAGINI GREEN - 2011 Spray su alluminio e legno cm 100x40x20 TOPOBLUE - 2010 20.000 monete da 1 cent di euro su legno cm 130x170 IN THE LAND OF UPSIDE OUT Giclee print su dibond cm 200x280x70
The Ca d’Oro Gallery, one of the most important contemporary Italian art galleries is celebrating its first year of business in Miami with an exhibition entitled “The Wind Doesn’t Have a Plan”, that will run through January 16th. Protagonists of the show are the duo Daniele Sigalot and Fabio Fauci, who go by the pen name of Blue and Joy. The exhibition presents for the first time a series of paper airplanes realized in aluminum, both inside the Freedom Tower of Dade College and externally along Brickell Avenue. An anthology that presents the best of their works realized in the past two years in which the artists explore to the fullest extent the use of un-orthodox material to create mosaics, such as coins, buttons and medicinal pills. The aluminum is worked in a way to resemble the effect of paper and re-produces with emphasis, the playfulness and irony of the installations. A foray into the pure and fun filled world of children; a world that each one of us has conserved intact deep down inside. Blue and Joy give that world back to us through art with their surprising capacity to amaze by means of simple and synthetic imagery.
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REALTà filtrata
GALLERIA MUCCIACCIA PRESENTA LE OPERE DI CRISTIANO PINTALDI
di Andrea Maurizio Campo
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occhio che penetra nei quadri di Cristiano Pintaldi assiste al lento disgregarsi della rappresentazione in frazioni rigorose che disattendono (al)la comprensione dell’oggetto e della forma: la materia si frammenta
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delineando alvei corpuscolari, particelle primigenie serrate in saldi ranghi che raccontano l’alterità della percezione. La compiutezza dell’occhio umano è tradita dalla brutale – e ingannevoleimparzialità dello schermo che lo
spettatore elegge a vero, idea parziale e imperfetta, filtrata attraverso canoni sintomatici e arbitrari. La pittura di Pintaldi si risolve nella costruzione retinica dei pixel, “come lo schermo del PC o del televisore” e racconta “la contemporaneità
trasformata”. “L’unica realtà condivisa è quella filtrata dai media- spiega l’artista, che espone i suoi quadri presso la Galleria Mucciaccia (Piazza d’Ara Coeli, 16 – Roma) – l’informazione cambia la realtà che ci circonda, quella cui non possiamo accedere se non attraverso i media”. “I miei quadri- prosegue Pintaldi composti da punti uniformi rossi-verdiblu, cioè i pixel RGB, danno l’idea di essere un’elaborazione al computer perché trasmettono una sensazione quasi meccanica”. (Ogni particella dà un’esperienza anomala della realtà come se si stesse sdoppiando e l’osservatore resta spiazzato come se passasse in continuazione dall’una all’altra realtà”). Nel percorso di ricerca, costantemente volto all’interrogazione dei processi evolutivi dell’immaginario collettivo e sui paradossi dell’informazione, Pintaldi ha attraversato politica, religione, attualità e realtà virtuali (tra le sue opere, alcune celebri immagini di film e di serie televisive) giungendo, con gli ultimi lavori, all’analisi del fenomeno UFO “Da gli anni ’50 sono stati migliaia gli avvistamenti di UFO in tutto il mondo e oggi esistono migliaia di immaginiconclude il pittore –ormai fanno parte della nostra vita e della nostra realtà, e sono un evento che condiziona le nostra esistenza: non ho mai visto Obama se non in tv ma non per questo posso dire che non esista”.
PAGINA PRECEDENTE Senza titolo - 2000 acrilico su tela - CM 195x265
DALL’ALTO in senso orario: Senza titolo - 2001 acrilico su tela - CM 265 x 335 UNTITLED - 2011 Acrilico su tela - cm 165 x 333 Senza titolO - 2011 Acrilico su tela - CM 195 x 320 Untitled - 2011 Acrilico su tela - CM 190 x 340 Obama e Clinton - 2010 Acrilico SU Tela - cm 140 x 205
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Itinerari
Il castello di Zumelle nella Val Belluna
La Rocha de Mel di Dario Dall’Olio
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a Val Belluna è un’ampia conca che si apre nel bacino del medio Piave, da un punto di vista antropogeografico chiaramente identificabile con i due centri maggiori di Belluno e Feltre. La Lunga cresta delle Prealpi che la separa dalla pianura veneta conserva però valichi e passi d’epoca molto antica. Si pensi che fin dalla preistoria, e lo dimostrano le testimonianze archeologiche, vi erano nelle vallette trasversali insediamenti di popolazioni dedite a caccia, agricoltura e alla ricerca dei preziosi filoni di selce per costruire raffinati strumenti. Successivamente, a protezione delle vie verso le risorse metallurgiche individuate più a settentrione nelle zone dell’attuale Parco delle Dolomiti Bellunesi: Agordino, Zoldano e area di Primiero, si realizzarono altri insediamenti e fortezze. Nella zona di Mel, fra profonde valli di due torrenti, Val Maor e Val Rui, sopra una rupe sorge il Castello di Zumelle, citato in una preziosa carta del 500 come la Rocha de Mel. L’alta torre che lo caratterizza è cinta da una possente muratura, costruita con il materiale scavato nell’arenaria rossa di una vasta area di fossati di difesa. Il castello era cinto da una triplice muratura che lo rendeva praticamente inespugnabile. All’interno del cortile è collocato un pozzo a cisterna ancor oggi funzionale. Nei restauri degli anni 80 venne portata alla luce la fondazione di un’antica cappella dedicata a San Lorenzo: il primo documento che parla di una chiesetta nel castello è del 1185 e ne testimonia già la notevole importanza da un punto di vista ecclesiastico. L’elemento centrale del castello, che ne doveva costituire l’estrema possibilità di difesa, come un vero e proprio mastio, è la robusta torre, che sorge completamente isolata. Fondazioni di una torre ancora più antica, forse ancora quella romana, si sono trovate ad un livello di circa tre metri sotto l’attuale piano del cortile, di dimensioni lievemente minori e con un andamento ruotato rispetto alla torre esistente. Nei sotterranei si rinvennero numerose sepolture e un grande sarcofago che conteneva i resti di una coppia di inumati. è parso quindi molto facile riferirli alla denominazione del maniero di Zumelle-Gemelli. Il luogo era quindi storicamente di strategica importanza come dimostra il rinvenimento in una adiacente collinetta di un piatto d’argento di epoca bizantina, rappresentante Pallade Athena al bagno circondata dalle ancelle e un giovine Tiresia nascosto fra rocce che tipologicamente ricordano le profonde forre dei luoghi, dimostrazione d’un abile raffinato artigianato orafo
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S Il Majestic Hotel Miramonti di Cortina d’Ampezzo ospiterà nella stagione invernale 2011-2012 una mostra inedita di pittura e fotografia dedicata alla Rocha de Mel del maestro Dario Dall’Olio e la presentazione del volume di Gian Maria Ferretto sull’arte rinascimentale nel territorio zumellese.
locale. Nel 1196 avviene la famosa spedizione militare contro il castello da parte dei Bellunesi e la distruzione dello stesso( risalgono con maggiori probabilità a quest’epoca le evidenti tracce di incendio rovinoso scoperte nelle primitiva chiesetta ). Dell’anno 1473 è la bella campana del mastio fusa da ZAMPETRUSPATAVUS con le immagini del crocifisso della Madonna, di San Marco e di San Giorgio e con lo stemma dei conti Zorzi del vicino centro di Mel ai tempi della Serenissima, salvata miracolosamente dalla totale spogliazione di tutte le altre chiese dell’intera Val Belluna, durante le razzie della prima guerra mondiale, con un gesto rischioso e coraggiosissimo della famiglia Isotton, abitante nei pressi. Passato di proprietà alla famiglia veneziana dei Gritti e messo nell’ottocento in vendita con l’ampio parco boscoso, fu fortunatamente acquistato dal Comune di Mel. Lo stesso comune ha provveduto ad un attento restauro, dieci anni or sono, con la collocazione di un ospitale ristorante e sale per mostre ed eventi. Molti studiosi si sono occupati della storia del maniero dai tempi passati ai giorni nostri: gli architetti Adriano Alpago Novello, Mauro Vedana e Bruno Fontana, gli storici Sauro Francescon e Giovanni Sartori, per ricordarne meritoriamente alcuni. L’antico maniero di Zumelle, più volte passato di mano nel corso dei secoli: dai Goti ai Longobardi, dai Vescovi Conti a Da Camino, dai Carrara ai Visconti, dalla Serenissima al Comune di Mel, per citare solo alcuni anelli di una lunga travagliata catena che lo ha visto più volte sopraffatto e distrutto, ma sempre ricostruito, merita, oltrepassata la soglia del nuovo millennio, di diventare protagonista non più di fiere battaglie, ma di Pace e Cultura.
Rocha de Mel The Zumelle Castle in Val Belluna From an anthropological point of view the Val Belluna is an ample hollow that opens into the basin of the Medio Piave area, clearly identifiable by two main centers – Belluno and Feltre. The long crest of pre-Alps that separates it from the Veneto lowlands, safeguards mountain crossings from ages ago. It is thought that in Prehistoric times, in the transversal valleys – verified by archeological indications – lived settlements of people dedicated to hunting and agriculture, and searching for precious flint that was utilized for making refined tools. Later, towards northern Italy in the area that today is called the Park of the Bellunese Dolomites - Agordino, Zoldano and areas of Primiero – metallurgic resources were found and roads leading there were protected by the construction of settlements and forts. In Mel, situated between the deep valleys of Val Maor and Val Rui , and two torrents, the castle of Zumelle (also known as the Rocha de Mel) rises above a cliff, as cited in a precious map dating back to the 1500s. The high tower that characterizes it is surrounded by a massive wall built from red sandstone dug from a vast area of defense trenches. In fact, the tower was enclosed within a triple wall that practically rendered it impregnable. Inside the courtyard remain a well and cistern, still functional today. The renovations during the 1980s brought to light the foundation of an ancient chapel dedicated to Saint Lawrence; an early document from 1185 mentions a church thus proving its importance from an ecclesiastical viewpoint. The central element of the castle, which likely was its main defense, is the completely isolated robust tower that rises up. The foundations of an even more ancient tower, perhaps from the Roman era, were found nearly three meters underneath the actual floor of the courtyard, slightly smaller in size and of a different rotation in respect to the existing tower. The discovery in the underground vaults of numerous burial places and a large sarcophagus
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containing the remains of a couple, which is easily referred to colloquially as the “Zumelle Twins”. The area therefore was of strategic importance documented by the discovery in an adjacent hill of a silver plate from the Byzantine era representing Pallas Athena bathing, surrounded by handmaidens and a young Tiresias hidden amongst rocks typical of those found in the profound ravines of the area and proof of the existence of an able local silversmith. In 1196 the castle was attacked by a famous military expedition led by the Bellunese people and most likely destroyed at that time by a devastating fire, as evidenced in traces found in the primitive church. In 1473 the beautiful bell, fused by ZAMPETRUSPATAVUS with images of the crucifixion, of the Virgin Mary, of Saint Mark and Saint George, with the stem of Count Zorzi (family from nearby Mel during the Serenissima Republic), was miraculously saved from being pillaged as occurred with other churches plundered during World War I, thanks to the courage and risk taken by local residents, the Isotton family. The ownership of the manor later passed from the Venetian Gritti family and was placed for sale in the 1700s along with its ample woods and park and fortunately acquired by the Municipality of Mel. Ten years or so ago the same municipality oversaw an accurate restoration with the addition of a restaurant and halls for exhibitions and events. Many scholars have been involved with its history which has been passed down to our times - Adriano Alpago Novello , Mauro Vedana and Bruno Fontana , historians Sauro Francescon and Giovanni Sartori, just to name a few deserving of merit. The ancient manor of Zumelle has many times changed hands over the centuries – from the Goti to the Longobardi , from the Vescovi Conti to the Da Camino family, from the Carrara to Visconti, and from the Serenissima Republic to the Municipality of Mel, just to cite a few rings of a lengthy and troubled chain of events that more than once overtook, destroyed yet always rebuilt. Having entered into a new millennium, the castle no longer deserves to be the protagonist of fiery battles, but rather a center of Peace and Culture.
ESPERIENZA N°6: Il suono di un’emozione
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Arte e Impresa
OLTRE QUATTROCENTO MOSTRE NEL MONDO
LA DIVULGAZIONE DELLA GRANDE ARTE di Armin R. Mengs
Van Gogh e il viaggio DI GAUGUIN Genova, Palazzo Ducale 12 novembre 2011 - 15 aprile 2012 Paul Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? 1897-1898
Da VERMEER a Kandinsky
Capolavori dai musei del mondo a Rimini Rimini, Castel Sismondo 21 gennaio 2012 - 3 giugno 2012 Lorenzo Lotto La Vergine e il Bambino con San Girolamo e San Nicola da Tolentino, 1523-1524
Zotti. Opere scelte Rimini, Castel Sismondo 21 gennaio 2012 - 28 marzo 2012 Carmelo Zotti Mitico, 1992
ARTEFIERA ART FIRST Bologna 26 - 30 gennaio 2012 Gruppo Euromobil è main sponsor dal 2007
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UNA STRAORDINARIA SERIE DI ESPOSIZIONI CON PRESTIGIOSI PITTORI DELL’ ARTE ITALIANA E INTERNAZIONALE
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l Gruppo Euromobil e i fratelli Lucchetta hanno creato una relazione nuova ed originale tra arte, design, sport e industria, realizzando una specifica unicità. Una corporate identity unica e distintiva, conseguita attraverso il sostegno di oltre quattrocento mostre d’arte nel mondo. Per il Gruppo Euromobil questo progetto è iniziato ancora prima. “Da Monet a Morandi” nel 1997, “Da Van Gogh a Bacon” nel 1998, “Da Cézanne a Mondrian” nel 1999 a Palazzo Sarcinelli, Conegliano, non sono che la prefazione di una straordinaria serie di esposizioni che hanno lasciato un segno nella cultura italiana: a Treviso, a Casa dei Carraresi “La nascita dell’Impressionismo” 2000-2001, “Monet i luoghi della pittura” 2001-2002. “L’Impressionismo e L’età di Van Gogh” 2002-2003 ha portato in questo museo ben 120 capolavori provenienti da Musei di ogni parte del mondo. Straordinarie le esposizioni parigine “Leonardo da Vinci. Disegni e Manoscritti” e “Il dagherrotipo francese. Un oggetto fotografico”, realizzate al Louvre e al Museo d’Orsay nel 2003. Da sei anni, il Gruppo Euromobil ha istituito ad ARTE FIERA di Bologna un premio internazionale per il miglior artista under 30.
ARTEFIERA - ART FIRST BOLOGNA Le attività culturali promosse o sostenute dal Gruppo Euromobil sono ancora una volta al centro dell’installazione “I luoghi dell’arte, i luoghi del design”. L’installazione, ideata da Roberto Gobbo e agenzia BAM!, si pone come uno spazio di pausa e riflessione all’interno del vorticoso percorso di Artefiera. Alle pareti, dei monitor, consentono ai visitatori di vedere un breve ma significativo filmato attraverso il quale viene comunicata la passione e lo spirito del Gruppo e delle sue aziende nel mondo del design e dell’arte. Arricchiscono lo Spazio Gruppo Euromobil, oltre alle poltrone KARA e LACOON, entrambe di Désirée, disegnate rispettivamente dal noto designer Marc Sadler e dal giovane Indiano Jai Jalan. Nello spazio “I luoghi dell’arte, i luoghi del design” è possibile consultare il volume “Gruppo Euromobil, un’impresa di design tra arte e sport”, edito da Skira, che ripercorre il sodalizio del Gruppo industriale con il mondo dell’arte attraverso le oltre 400 mostre sostenute e sponsorizzate. Per la durata di Artefiera “Art First”, l’installazione diventa punto di incontro per artisti, critici ed appassionati, accolti dai fratelli Lucchetta.
EUROMOBIL PROMUOVE L’ EDIZIONE DEL CATALOGO GENERALE DI CARMELO ZOTTI
CARMELO ZOTTI: CATALOGO GENERALE Il Gruppo Euromobil promuove da anni una serie di iniziative coordinate e sistematiche, volte a far conoscere l’opera di Carmelo Zotti, (Trieste 1933 – Treviso 2007) uno dei maggiori esponenti della cosiddetta generazione di mezzo. I fratelli Lucchetta hanno convintamente sostenuto la realizzazione del primo e del secondo volume del Catalogo Generale delle Opere Pittoriche di Carmelo Zotti. Con il
compito di cooperare nella archiviazione e catalogazione delle opere pittoriche, è stato creato un Comitato Scientifico, composto da Dino Marangon, Franca Bizzotto, Brigitte Brand e Michele Beraldo, che ha dato seguito al progetto di pubblicare i due volumi editi da Skira. Il primo volume pubblicato nel 2008, con la prefazione di Enrico Crispolti, raccoglie le opere dal 1952 al 1979. Il secondo volume (1980 – 2007), con la prefazione di Francesco Poli, sarà presentato ad ARTE FIERA Bologna spazio Art Talks, il 28 gennaio 2012 alle 14.30.
www.gruppoeuromobil.com
A SINISTRA: ANTONIO LUCCHETTA, PHILIPPE DAVERIO E GASPARE LUCCHETTA SOPRA: CARMELO ZOTTI GIUDITTA, 1974 TEMPERA SU CARTA
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CULTURA E SPORT UNA RELAZIONE UNICA E DISTINTIVA
Un 2011 ricco di eventi speciali ed eccellenti
di A. C.
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Giancarlo Lucchetta, fondatori e titolari del Gruppo Euromobil - perché siamo più che mai convinti che l’arte contemporanea anticipi i tempi, prefiguri tendenze, offra stimoli vitali. Raffinati collezionisti d’arte, titolari di Euromobil cucine, Zalf mobili, Désirée divani, a Torino i fratelli Lucchetta sono partner di RCS in un progetto che li vede protagonisti di una serie di incontri, ospitati nei padiglioni dell’Oval Lingotto Fiere.
l Gruppo Euromobil supporta i grandi artisti attraverso la rivista Abitare: una sponsorizzazione come tributo all’arte contemporanea nel mondo. Il titolo della testata, Being Cattelan, è un numero dedicato interamente a Maurizio Cattelan. In occasione dell’inaugurazione della retrospettiva “MAURIZIO CATTELAN: ALL”
GRUPPO EUROMOBIL, SOSTIENE CULTURA E ARTE SPONSORIZZANDO LA RIVISTA “ABITARE” DEDICATA ALL’ ARTISTA CATTELAN
al Guggenheim Museum di New York, Abitare Being Cattelan, numero fuori collana, parla dell’artista italiano più discusso (e amato) del mondo, da oltre vent’anni protagonista della scena internazionale come produttore di immagini, sculture e situazioni di straordinaria efficacia, capaci di sollevare la curiosità e la brama dello spettatore. GRUPPO EUROMOBIL AD “ARTISSIMA” REALIZZA LA LOUNGE RCS E PROMUOVE LA CULTURA. Un grande Gruppo di comunicazione e un Gruppo leader in Europa nel design, per la prima volta insieme ad una manifestazione che intercetta e interpreta i nuovi fermenti dell’arte. “Abbiamo deciso di essere con RCS ad Artissima – affermano Gaspare, Antonio, Fiorenzo e
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PREMIO CAMPIELLO GRUPPO EUROMOBIL ALLA FENICE DI VENEZIA Il Premio Campiello nella sua storia ha provato la validità delle sue scelte culturali segnalando all’attenzione del grande pubblico numerosi autori e romanzi che hanno segnato la storia della letteratura italiana. Alla cerimonia di premiazione che si è svolta il 3 novembre 2011 al Gran Teatro la Fenice di Venezia, il Gruppo Euromobil ha contribuito tecnicamente alla riuscita dell’evento fornendo le poltroncine Angel (design Andrea Lucatello) di Désirée. Erano presenti le più alte cariche istituzionali, del mondo confindustriale e dell’imprenditoria nazionale e veneta.
IN GRUPPO PER VINCERE 30° ANNIVERSARIO DELLA SQUADRA CICLISTICA Nello Sport il Gruppo Euromobil è attivo da anni con forme e modalità diverse, dalla sponsorizzazione dell’Universiade invernale del 1985 a quella di squadre di calcio, pallavolo, basket, campionati di sci nordico, pattinaggio artistico e partite di calcio commemorative. Il fiore all’occhiello del Gruppo è la ZaIf-Euromobil-Désirée-Fior, una delle più importanti società di ciclismo dilettantistico a livello internazionale che nel 2012 festeggia trent’anni di vittorie. 8 TITOLI MONDIALI CONQUISTATI. ZaIf-Euromobil-Désirée-Fior è una delle più importanti società di ciclismo dilettantistico a livello internazionale, come attesta la straordinaria serie dei successi ottenuti. Tra essi spiccano gli otto titoli mondiali conquistati da Mirko Gualdi, Daniele Pontoni, Cristian Salvato, Giuliano Figueras, Kurt Arvesen e Ivan Basso.
2 TITOLI EUROPEI 22 TITOLI NAZIONALI OLTRE 1000 GARE VINTE. La squadra ha lanciato nel professionismo innumerevoli campioni e ha riempito il suo palmarès di prestigiose affermazioni, tra cui 2 titoli europei. Non si può parlare della storia della
Zalf-Euromobil-Désirée-Fior senza citare inoltre i ventidue titoli nazionali conquistati e le oltre mille vittorie. Dietro questi fantastici risultati di livello mondiale c’è l’impegno e la passione, “in gruppo per vincere”. www.zalfdesireefior.com
SOPRA: MATTEO BUSATO CAMPIONE ITALIANO ELITE 2011 A LATO E PAGINA SINISTRA: TEATRO LA FENICE PREMIO CAMPIELLO 2011 POLTRONCINE ANGEL DI DÉSIRÉE PAGINA SINISTRA: GASPARE LUCCHETTA, E MARIO PIAZZA DIRETTORE DI “ABITARE” BEING CATTELAN GRUPPO EUROMOBIL SPONSOR DI “ABITARE”
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Ambiente
Sig Solar Italia punta sul ‘Rinascimento Energetico’ Testi e Foto di Emanuele Confortin
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egli ultimi cinque anni, l’Italia è stata protagonista di una intensa crescita nel campo delle energie rinnovabili. Risultati alla mano, il ruolo di testa di ponte del settore è andato al fotovoltaico, passato dalla condizione di tecnologia ‘utile ma dispendiosa’, così come era stato tacciato agli albori, a quello di alternativa concreta alle risorse esauribili. Petrolio, gas e nucleare sono stati progressivamente messi in ombra dall’irradiazione solare, tanto che oggigiorno si parla liberamente, senza risultare patetici, di raggiungere la ‘grid parity’. Vale a dire, in un confronto con i combustibili fossili, l’energia prodotta dal sole ha un costo pari o inferiore. La risposta del pubblico alla seduzione del solare non si è fatta attendere, e sui tetti delle abitazioni sono comparsi i primi sistemi integrati, sufficienti a garantire il fabbisogno energetico giornaliero di una famiglia o di piccole attività. A breve, la logica degli incentivi pubblici previsti dal Conto Energia è stata assorbita e rimodulata ad uso e consumo degli attori del mercato finanziario, attirati dall’opportunità di destinare parte dei propri capitali ad investimenti sicuri, con rendite superiori alla media e soprattutto certe. La commistione tra ‘tecnologia etica’ e business, ha innescato una nuova stagione per il fotovoltaico, divenuto simbolo di una intensa metamorfosi concettuale: produrre energia e salvaguardare l’ambiente. Tanto è bastato a diradare le nebbie della diffidenza, e finalmente vedere la luce del sole, trasformando il fotovoltaico in un faro cui puntare dopo anni di deriva culturale, fomentata dalle correnti contrarie della speculazione in campo energetico, e dal vento della disinformazione. Materiali apparentemente statici come l’alluminio, il vetro e le superfici di silicio che compongono i moduli solari, sono stati adattati alle esigenze creative dell’architettura, e trasformati in soluzioni di pregio con cui arricchire coperture e facciate dei nuovi edifici, o come alternativa stilistica nella ristrutturazione di immobili antichi. In quello che potremmo ribattezzare
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ig Solar Aims at “An Energetic Renaissance” In the last five years, Italy has been the protagonist of an intense rise in the area of renewable energy. Results in hand, the role of bridgehead went to photo-voltaic energy. passing from a condition of technology considered “useful but expensive” in its early beginnings to being re-evaluated as an concrete alternative to exhaustible resources. Petrol, gas and nuclear sources have progressively been put aside by solar irradiation, so much so that today it’s common to talk about achieving grid-parity, without seeming pathetic. Thus said, in comparison to fossil combustibles, the energy produced by the sun has an equal or inferior cost. The response from the public enticed by the idea of solar power came quickly and d the first integrated systems appeared on the roofs of homes, sufficient to guarantee the daily energy needs of a family or a small business. In short, the logics of the public incentive expected from Conto Energy has been absorbed and remodeled to use and consumption by players in the finance markets, attracted by the opportunity to designate part of ones capital towards secure investments, with gains higher than the norm, but above all, safe. The co-mingling between “ethical technology” and business has created a new moment for photo-voltaic energy, symbol of an intense conceptual metamorphosis: producing energy while safeguarding the environment. This was sufficient to dissolve distrust, transforming photo-voltaic energy into a “beacon of light” to be trusted after years of cultural drifts, instigated by counter-attacks on speculation in energy and through general misinformation. Materials considered static such as aluminum, glass and silicon surfaces - components of solar modules - have been adapted to the creativity provided by architecture and transformed into prestigious solutions that enhance rooftops and facades of new buildings, or as alternative styling in the restructuring of historic ones. In that which could be re-baptized as “Energetic
ONDE SOLARI TRA LE SCULTURE DI ORAZIO MARINALI
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LA TORRE DELLA SERRA ISPANO-MORESCA, VILLA BOLASCO
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SPERIMENTAZIONI FOTOVOLTAICHE TRA ARTE E NATURA A VILLA BOLASCO
‘Rinascimento Energetico’, c’è chi cerca di guardare oltre, provando ad immaginare utilizzi sempre più evoluti, se vogliamo azzardati del fotovoltaico, con applicazioni nel campo dell’arte. Tra i pionieri in questo ambito c’è Sig Solar Italia, gruppo di origine tedesca leader nella realizzazione di impianti fotovoltaici, principale distributore mondiale di moduli Sun Earth, e presente nel campo della mobilità elettrica con il marchio Etropolis. L’idea di coniugare il linguaggio dell’arte al solare risale al 2010, quando il general manager di Sig Solar Italia, Alessandro Delladio, pensò di mettere a disposizione di giovani creativi le pareti esterne delle cabine installate nei parchi fotovoltaici. Fu questo il primo passo verso una concezione più matura dell’utilizzo con finalità artistiche del fotovoltaico, “scaturita – spiega Delladio – dall’incontro e dal confronto con un artista di fama internazionale (non ancora reso noto ndr), che ha colto sin da subito le molte potenzialità di questa tecnologia, soprattutto per applicazioni innovative, che esulano dai canoni di pittura e scultura”. Tornando al presente, Sig Solar Italia sta investendo parte delle proprie energie nello sviluppo di incontri culturali e importanti eventi artistici per il 2012. “La fase progettuale è ad uno stadio avanzato, ma preferiamo diffondere i dettagli ad inizio 2012”, conclude Alessandro Delladio, “siamo curiosi di capire se saranno le rinnovabili a rendere l’arte ecosostenibile, o l’artista ad umanizzare la tecnologie del cambiamento”.
Renaissance” there is always further investigation to be made, trying to imagine more evolutive uses and even daring to apply it in the field of art. Amongst the pioneers in this respect, Sig Solar Italy Group, German-based company, leader in the realization of photo-voltaic structures and the principal distributor in the world of the Sun Earth modules, present in the area of electric mobility under the brand name Etropolis. The idea of combining art and solar energy goes back to 2010 when the General Manager of Sig Solar Italy, Alessandro Delladio, thought of putting the external walls of the booths installed in photo-voltaic parks, at the disposition of young creative artists. This was a first step toward a mature concept regarding photovoltaic energy and the use of artistic finality. Ecstatic, Delladio explains, his “meeting and encounter with an internationally famed artist” (N.B., he prefers not to mention the name), “who understood immediately the potentiality of this technology above all its innovative applications that extend beyond classic painting and sculpture”. Back to the present, the Sig Solar Italy is investing part of its own energy into the development of cultural meetings and important artistic events for 2012. “The projectional phase is at an advanced stage, but we prefer to divulge the details at the beginning of 2012”, concludes Alessandro Delladio, “…we’re curious to understand if it will be the renewables to render art eco-sustainable, or the artist to humanize changing technologies.
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Opening
PIXAR DIGITALE CONTEMPORANEO
la Pixar giunge in Europa al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano con un’imponente mostra
di Andrea Maurizio Campo
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l suo fascino hanno ceduto geni visionari come George Lucas e Steve Jobs. La stessa Walt Disney Company ha creduto nelle infinite potenzialità espressive di quella che, oggi, può essere annoverata tra le più grandi case cinematografiche d’animazione del mondo. Dalla sua nascita, nel 1986, come divisione della LucasFilm, la Pixar Animation Studios ha inanellato una lunga serie di successi, accrescendo di anno in anno la sua fama: in occasione dei suoi 25 anni la Pixar giunge in Europa al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano con un’imponente mostra curata da Maria Grazia Mattei. Un percorso espositivo con oltre 500 opere. Tavole, schizzi, disegni preparatori, suddivisi in quattro sezioni: Personaggi, Storie, Mondi e Digital Convergence e due speciali installazioni, l’Artscape e lo Zoetrope, che utilizzano la tecnologia digitale per far rivivere le opere esposte nel percorso espositivo. La mostra racconta dell’evoluzione creativa dei maestri d’animazione della casa americana, partendo dal primo lungometraggio dal titolo “Luxo Jr” (1986) per giungere ai grandi capolavori come “Monster & Co” (2001), “Toy Story” (1, 2 e 3), “Ratatouille” (2007), “WALL·E” (2008), “Up” (2009), “Cars 2” (2011) e con un’anticipazione di Brave, in uscita nel 2012. E’ lo stesso John Lasseter, chief creative officer di Walt Disney and Pixar Animation Studio, fondatore di Pixar, a spiegare le ragioni della mostra itinerante, dall’Australia all’Estremo Oriente, dedicata interamente all’animazione “Molti non sanno che la maggior parte degli artisti che lavorano in Pixar utilizzano i mezzi propri dell’Arte come quelli dei digital media. La maggior parte delle loro opere prendono vita durante lo sviluppo di un progetto, mentre stiamo costruendo una storia o semplicemente mentre guardiamo un film. La ricchezza del patrimonio artistico che viene plasmato per ogni film raramente esce dai nostri studi, ma il prodotto finale, che raggiunge ogni parte del mondo, non sarebbe possibile senza questa fase artistica e creativa”.
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Exclusive
FASCINO GRIFFATo MAISON BARTORELLI di Francesco Spinaglia
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i rinnova la partnership tra il grande cinema e le Gioiellerie Bartorelli. Dopo aver affascinato tante dive del grande schermo, un’altra creazione griffata “Maison Bartorelli” ha conquistato il film di Natale per eccel-
lenza. La parure composta da diamanti brown, tutti da 1 carato l’uno, esclusivamente D color e certificati GIA montati su oro rosa e’ l’ensemble di grande effetto che ha fatto innamorare la produzione del film “Vacanze di Natale a Cortina” che l’ha scelta per realizzare la preziosa, è davvero il caso di dirlo, cornice di alcune delle scene del film. Non è la prima volta che le creazioni di alta gioielleria Maison Bartorelli vengono scelte dal mondo del cinema per accompagnare le dive del piccolo e
carlo ed emanuela bartorelli con sabrina ferilli
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carlo bartorelli laura harring gabriel garko
grande schermo, da sempre ammiratrici dello stile unico dell’azienda. Il diamante, in tutte le sue varianti, da sempre simbolo dell’amore per eccellenza, è il protagonista della nuova collezione Bartorelli per la stagione invernale 2012, dedicata a chi ama ed è amato, ma soprattutto a chi desidera stupire la donna della sua vita con un pezzo unico al mondo per purezza. La Maison punta non solo all’eccellenza dei prodotti ma anche a rinnovarsi e a coniugare tradizione e modernità.Infatti, per seguire le novità, gli eventi esclusivi e tutte le curiosità sul mondo dell’alta gioielleria e alta orologeria, oltre al sito internet (www.bartorelli.it) è da pochi giorni online anche la pagina Facebook Bartorelli Gioiellerie per rimanere sempre aggiornati e informati sulle attività dell’universo Bartorelli.
BARTORELLI JEWELERS In the gem of the Dolomites, diamonds brighten the winter of 20112012. The symbol of love for excellence – diamonds – is the protagonist of the latest Bartorelli collection dedicate to lovers, but above all to the person who wants to astonish the woman of his dreams with a piece that is unique in the world for its purity. The prestigious Maison, after opening locations in Riccione, Pesaro and Milan Marittima, in December 2009 created a space in the enchanted scenery of the Ampezzano conch and renews its tradition with the proposal of a parure of brown diamonds, each stone weighing 1 carat, exclusively D color and certified by the GIA (prestigious Gemology Institute of America) and set in rose gold. A setting of sensational effect that has even captured the world of cinema. How? The producers of the film Vacanze a Natale (Christmas Vacation) fell in love with it and chose it to use in several scenes of the movie. This is not the first time that Bartorelli creations have been used to adorn
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both stage and screen actressewho have always admired the unique style of the company In any case, classic brands combined with the same passion that has always characterized the family at the helm of this company, makes Bartorelli Jewelers a point of reference for clients who seek excellence, exclusivity, luxury and above all unique objects; precious accessories guaranteed by a name that has been in business for over 125 years.The prestigious Maison aims not only towards excellence in its proposals but also towards innovation, combining tradition and modernity. In fact, for updates on new products, exclusive events and curiosities from the world of high fashion jewelry and watches, in addition to their internet website (www.bartorelli.it) you can follow them online through Facebook pages! Bartorelli Jewelry wants to keep its clients always informed on the latest activities of the Bartorelli universe.
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Sculpture
Alba GONZALES di Gaetano Salerno
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el solco di una tradizione che dalla statuaria classica arriva fino ai grandi protagonisti del Novecento, l’artista esprime, attraverso la sacralità del marmo e del bronzo, storie terrene, dettate da sentimenti ed emozioni collettive Protagonista di spicco, fin dai primi anni Settanta, del panorama artistico italiano ed internazionale la scultrice Alba Gonzales, unendo l’energica creatività ereditata dalle origini siciliane e spagnole alla
coerenza ed al rigore di grammatiche artistiche dai forti richiami classici e mitologici, prosegue la collezione di opere e di successi di pubblico e critica. Dalla potenza ieratica del marmo e del bronzo, dal vocabolario immutabile della pietre e dei metalli, estrapola con sensibilità percorsi narrativi emozionali e spiccatamente umanizzati, conferendo immediata forza linguistica ad una produzione scultorea esposta prevalentemente in spazi ampi ed aperti, di immediato e suggestivo richiamo, con i quali l’artista crea dialoghi serrati e giochi di rimandi imprescindibili per la loro fruizione. Reduce dai successi estivi della personale di Pietrasanta, Alba Gonzales ha da poco concluso l’Ala del Mito, percorso espositivo urbano realizzato nel Comune di Seravezza, organizzato dalla Fondazione Terre Medicee e curato da Giuseppe Cordoni. Nove sculture di grandi dimensioni, dislocate con piglio antologico lungo le vie e le piazze della cittadina dell’Alta Versilia, nelle aree medicee da poco restituite al loro splendore, riprendendo lo spirito rinascimentale di costruzione dello spazio attraverso forme armoniche e decoro scenografico. Figure
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Nel solco di una tradizione che dalla statuaria classica arriva fino ai grandi protagonisti del Novecento
FOTO DI MARIAN VANZETTO
imponenti, modellate nel rigore della tradizione diventano qui portatrici di stati emotivi di un sentire collettivo e di sentimentalismi percepiti a livello sociale; ogni opera, da frammento imitativo o celebrativo, diventa spunto di riflessioni etiche, rivivendo oltre il Mito al quale si rapporta nelle forme, per inserirsi appieno nella contemporaneità. Nel rigore inalterabile del gesto scultoreo, sia additivo che sottrattivo, la cui veemenza imperitura non teme la morte fisica, l’artista racchiude i suoi pensieri, affidandoli al tempo perché possano sussistere alla mortificazione delle carni, eternamente prossimi alle perfette sfere delle Idee, da dove provengono. Chira, centaura di Enea, Chimera, Gli Sposi, Innesto, Apollo – Omaggio a Vulci, Sfinge, tra le opere esposte, destrutturano il linguaggio sicuro della classicità aurea per svelarci, nelle digressioni e nelle incongruenze formali, le nostre incongruenze odierne, la discesa verso l’antropomorfizzazione di concetti divini. Per chi ha dunque sempre inteso l’arte come un’affermazione dolce ma autoritaria dell’uomo nello spazio, guidandolo così nell’appropriazione di porzioni di esistenze volumetriche e psichiche, oltre l’illusorio artificio della bidimensionalità, tutto questo assume il valore di afflato vitale. Ecco allora la scultura di Alba Gonzales, inserita nel solco della tradizione culturale ellenistica e mediterranea, caratterizzata da dettagli vibratili e spaziali, imporsi oggi come erede di un sentire moderno, già delineato dai grandi maestri del Novecento, in cui la materia si riscopre elemento dinamico e l’artistademiurgo recupera intatti, attraverso i molteplici e imprevedibili stati aggregativi di questa materia, le anime nascoste sotto lo schermo della sua superficie.
Centaura di Ares, 2010, bronzo, cm 420x280x110
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Alba GONZALES
Mitiche da che spiagge qui risale la corsa del suo canto? Fra la forza del fiume e la misura di marmi favolosi. Che melodioso corpo di cavalla e che sorriso di malinconia? E che saggezza guaritrice torna in un Chirone che si scopre donna?
Alba Gonzales è nata a Roma da madre siciliana, di origine spagnola e greca, e da padre spagnolo, come si evince dal cognome. Vive e lavora tra Pietrasanta e Roma. Ha cominciato a dedicarsi alla scultura con continuità all’inizio degli anni Settanta. Nel 1975 inaugura la sua prima mostra personale. Dopo gli esordi di figurazione tradizionale, ha subito il fascino delle materie (pietre, tufi, marmi) indirizzando l’esperienza verso forme di stilizzazione del corpo, per coglierne e interpretarne la valenza simbolica, la struttura ritmica e la suggestione totemica. Nel 1978, in seguito all`invito del critico Giorgio Di Genova ad esporre nella Piazza del Duomo di Pietrasanta la sua prima opera monumentale in bronzo (rassegna Scultori e artigiani in un centro storico), avvia un’assidua frequentazione del laboratorio del marmo di Sem Ghelardini, con il quale manterrà poi sempre una stretta collaborazione e amicizia. Lavorare con i bravi FOTO DI LUCA BRACALI maestri scalpellini della Versilia anche dopo la scomparsa di Sem a Pietrasanta, con quelli dello Studio Angeli a Querceta o del laboratorio di Carlo Nicoli a Carrara; veder crescere le proprie opere accanto a quelle dei più importanti e riconosciuti Maestri della scultura contemporanea (Moore, Marino, Cesar, Noguchi, Adam, Signori, Cascella, Consagra, Penalba e altri, provenienti da ogni parte del mondo), sono state per lei occasioni straordinarie di approfondimento delle tecniche e delle poetiche del fare scultura e anche della conoscenza di se stessa. La personalità e la creatività di Alba Gonzales si sono sviluppate e articolate sulla base di alcune tematiche fondamentali. Sino al 1985 ha privilegiato la dialettica della struttura con figurazioni antropomorfiche, che sondano in maniera originale il senso del mito arcaico e del meccanicismo moderno. Dal 1986 è il tema Amori e Miti che, tuttora in divenire, si arricchisce di nuove, importanti opere a testimonianza del fascino che la cultura mediterranea continua ad esercitare. Contemporaneamente un altro tema sollecita la risposta scultorea di Alba Gonzales alla condizione esistenziale: Sfingi e Chimere ovvero la bestia che è dentro di noi, affidata a una drammatizzazione e teatralizzazione della forma di figurazione fantastica con forti componenti erotico-oniriche. Ha esposto su invito in Italia ed all’estero, ordinando importanti personali all’aperto a Roma (Via Veneto, Piazza di San Lorenzo in Lucina, Via del Babuino), a Fregene, a Pietrasanta, a Cortina d’Ampezzo, a San Quirico d’Orcia, a lesolo Lido e molte altre località. Nel 2005 è stata invitata nella Basilica Palladiana a Vicenza alla mostra storica “Da Martini a Mitoraj. La scultura moderna in Italia 1950/2000”. Per il Natale Romano 2005-2006 ha esposto cinque sculture monumentali nella storica via del Babuino con la Galleria d’Arte Benucci. Nel 2009 a Fiumicino città è stato inaugurato, in Piazza dei Delfini, il monumento “Il pescatore di cieli”, omaggio ai pescatori che hanno dato vita al borgo sin dai secoli passati. Nel 2010 in piazza Statuto, a Pietrasanta, è stata inaugurata la scultura Sfinge e colomba. Invitata dal Critico d’Arte Prof. Vittorio Sgarbi per la LIV Biennale di Venezia - Regione Lazio, espone nel Museo di Palazzo Venezia l’opera monumentale “Lei, vede e non vede o altrove guarda”, che simboleggia la Giustizia. Alba Gonzales realizza le sue opere monumentali in marmo nei laboratori di Pietrasanta, Querceta e Carrara. Per le fusioni in bronzo si avvale delle più importanti fonderie artistiche di Pietrasanta, Verona e Vicenza.
Chira, Centaura di Enea 2003, bronzo, cm 305x260x107
PER AMORE DELLA POESIA
CHIRA CENTAURA DI ENEA 2003, bronzo, cm 305x260x107
Nel giardino che accoglie la novità dell’antico
TESTI DI GIUSEPPE CORDONI
Come in passato, anche per questa mia mostra in Serravezza, cittadina della mia amata Versilia così ricca di affascinante Storia, ho pensato di scegliere per la presentazione in catalogo un critico che fosse anche un poeta, Giuseppe Cordoni. Inizia questo mio rapporto con i poeti nel 1980 grazie ad una reciproca stima conquistata solo dopo aver visionato le mie sculture, con Mario Luzi, Giorgio Caproni, Dino Carlesi, Elio Pecora,Vito Riviello e Maria Luisa Spaziani che insieme a critici molto noti come Tommaso Paloscia, Vito Apuleo ed altri presentarono nello stesso catalogo come una antologia, la mia prima mostra personale a Viareggio negli spazi interni ed esterni della ‘Fondazione Viani’ invitata da Vittorio Grotti, anch’egli poeta. Duranti i molti anni che seguirono volli condividere questa fantastica e gratificante esperienza di Mostre con altri noti scrittori e poeti importanti, penultima in ordine di tempo nel 2010 per il parco della Versiliana con il Comune di Pietrasanta, con lo scrittore e poeta Alberto Bevilacqua, che scrisse un interessante testo per il catalogo della mia mostra “Miti e metamorfosi”. Tra i numerosi amici, poeti e scrittori che non posso ovviamente citare tutti in questa pagina come non ricordare la mia amica tra le più care, Milena Milani? Lei anche pittrice e ceramista, insieme a Lucio Fontana fece parte del movimento “Spazialismo”. Grazie a Milena il pubblico e le gallerie di Cortina d’Ampezzo conoscono il mio lavoro. Nel 1983 mi presentò a Frediano Farsetti nella cui Galleria ebbi l’onore di esporre con i Maestri Soffici e Carrà. Grazie a ciò, conosciuta la qualità del mio lavoro, nel 1984, invitata dal Comune di Cortina, inaugurai una grande personale con opere in marmo e in bronzo in tutto il Centro Storico dove tra importanti testi di critici e poeti, un’eccezione era quella del sociologo Franco Ferrarotti. Con Milena Milani, dopo i primi rapporti, nacque una profonda amicizia che dura tutt’ora. Amo molto la poesia ed è consequenziale che ami chi la scrive. Il poeta con poche sintetiche parole ti fa intuire il mondo dei sentimenti più intimi e universali. Anch’io nei momenti di maggiore sofferenza, senza pensarmi poeta, prendo la penna e scrivo del mio dolore.
LINEA MURANO ART Group Linea Murano Art was first established in 1980. Since inception,
the company was managed by Foccardi Luigi; this continued up until 2005 when his son, Nicola, assumed control. .
In the last 6 years, the company has been transformed from what was effectively just a commercial store into one of the most important Glass Galleries in Italy. In 2006, the gallery expanded to create a new area to give guests the ability to appreciate best pieces of the most important Murano Glass Artists. . For more than 30 years , Linea Murano Art has searched out the finest quality of Murano Glass products to offer their clients.
In 2008, the company became the exclusive importer f o r A m m o l i t e J e w e l s, a n e w G e m S t o n e obtained from 75 million-year-old fossils. At the same time, the company decided to produce a collection of Art Pieces inspired by the multicolored Gem Stones. All pieces were designed and made by the famous glass artist, Afro Celotto.
info@lineamuranoart.com Fondamenta Manin 1 Murano - Venice
Telephone: +39 041 736845
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Cinema
FESTIVAL DEL CINEMA: DA VENEZIA A RIO di Ferruccio Gard
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lla mostra del cinema, al Lido di Venezia, c’è un grande buco, ma il cinema italiano non è andato a… buca. Nonostante la concorrenza di grossi calibri da Stati Uniti, Asia ed Europa, ha ottenuto un meritato riconoscimento con il film Terraferma, di Emanuele Crialese, vincitore del Premio speciale della giuria. E proprio Terraferma ha guidato in Brasile la pattuglia dei film italiani invitati alla 68. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. La Biennale, in una delle tante iniziative volute dal presidente Paolo Baratta durante i suoi due efficientissimi mandati, ha proseguito anche per il 2011 il progetto culturale internazionale che da sei anni si propone di diffondere il cinema italiano nel mondo. I film sono stati presentati, dal 7 novembre al 23 dicembre, a Rio de Janeiro, San Paulo, Curitiba, Brasilia e Belo Horizonte. In cartellone, oltre al film di Crialese, Il Villaggio
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di cartone, di Ermanno Olmi, L’Ultimo terrestre, di Gian Alfonso Pacinotti e Quando la notte, di Cristina Comencini. In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, sono stati inoltre presentati 1860, capolavoro di Alessandro Blasetti del 1934 e Noi credevamo, di Mario Martone, proiettato al festival del 2010 e vincitore di numerosi premi. Il successo dell’iniziativa ha confermato il gradimento ottenuto dal pubblico che ha affollato la restaurata Sala Grande del Palazzo del Cinema e gli altri spazi della mostra dove, nascosto da un chilometro di telone, occhieggia la voragine scavata per costruirvi il nuovo mega-palazzo. Che, purtroppo, resterà nei sogni per un aumento dei costi(già spesi 32 milioni ). Sotto le radici di una splendida pineta giaceva, dormiente, una immensa quantità di amianto e la bonifica ha allungato i tempi e fatto lievitare le spese. Il progetto, come annunciato in apertura
del Festival dal presidente Baratta, dovrà essere così ridimensionato. Tornando ai premi, hanno trionfato il cinema di Russia e Cina che ha battuto 3-2 la corazzata americana. A bocca asciutta George Clooney e Roman Polanski, pur avendo presentato due bellissimi film, destinati a un sicuro successo nelle sale. Delusione per molti, ma sembra che la giuria, presieduta dal regista americano Darren Aronofky(Leone d’oro tre anni fa con The Wrestler),abbia addirittura raggiunto l’unanimità (caso rarissimo)nel giudicare miglior film il Faust del grande regista russo Aleksader Sokurov . Liberamente ispirato al capolavoro di Goethe e interpretato da Johannes Zeiler e Anton Adasinskiy, è una lezione di cinema di alta qualità, ma che difficilmente incontrerà i favori del vasto pubblico. Forse ancora più difficile il cinese People Mountain People Sea, seconda regia di Shangjun Cai, (premiato con il Leone d’argento) che racconta con bravura, ma anche con esasperante lentezza, le peripezie di un minatore che vuole vendicare l’uccisione del fratello minore. Il cinema cinese è stato premiato anche con la Coppa Volpi, migliore attrice, a Deanie Yip, per il film A Simple Life di Ann Hui. Favoriti erano l’avvincente Carnage di Polanski (con le strepitose Jodie Foster e Kate Winslet, la ragazza del Titanic), e il
DALL’ALTO IN SENSO ORARIO: Michael Fassbender, Coppa Volpi per il miglior attore sessuomane quasi sempre nudo nel film Shame Folla in attesa delle star Il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore della Mostra, Marco Muller sulla passerella del Festival Madonna sul red carpet del Festival OVAZIONE PER AL PACINO George Clooney firma autografi
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cinema americano, con ben 5 film in concorso (3 dei quali meritevoli di un premio) e con alcuni importanti ritorni, come quello di Abel Ferrara. E dire che il festival si è svolto nel segno del cinema americano, con i film di apertura (Clooney) e di chiusura (Damsels in Distress, con il ritorno alla regia, dopo dieci anni, di Whit Stillman). Clooney, a Venezia per la sesta volta, è regista e interprete del thriller The Ides of March (Le idi di marzo), titolo che rievoca la congiura contro Giulio Cesare. Clooney è un candidato alle primarie in Ohio per la presidenza del partito democratico e, fra sesso e intrighi, ci offre una amara e cruda riflessione sui limiti morali oltre i quali ci si può spingere nel mondo di una politica senza scrupoli. Stellare il cast. Con Clooney, attori formidabili quali Ryan Gosling, Paul Giamatti, Evan Rahel Wood e i premi Oscar Philip Seymour Hoffman e Marisa Tomei. Cosa fare nelle ultime ore di vita del mondo? Ce lo suggerisce Abel Ferrara in 4:44 Last Day on Earth (L’ultimo giorno sulla Terra). Un attore di successo, Willem Dafoe e una pittrice sua moglie, Shanyn Leigh, aspettano nel loro appartamento di New York le 4.44 della mattina. Sarà l’ora della fine del mondo. Qualche speranza che si tratti di un errore? Pare di no. E come trascorreranno i due le ultime ore della loro vita? Tiriamoci su il morale con Contagion (fuori concorso) di Steven Soderbergh. Anche qui si parla di fine del mondo ma con speranze (forse) di salvezza. In America si diffonde un virus che provoca milioni di morti e un inarrestabile panico in tutto il mondo. La comunità medica del pianeta ingaggerà una disperata lotta contro il tempo perché la diffusione del virus è velocissima. Anche qui un grande cast: Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Laurence Fishburne, Marion Cotillard e Jude Law. In concorso invece, e fra i film americani inizialmente presi in considerazione per il Leone d’oro, “Killer Joe”, che William Friedkin, il regista de “L’esorcista” ha tratto dalla versione
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“dark” della favola di Cenerentola, scritta dal commediografo Tracy Letts. Un poliziotto-killer di Dallas, il convincente Matthew MaConaughey, è un sanguinario principe azzurro, protagonista di una storia incentrata sull’idiozia e la malvagità degli uomini. “ Anche se il titolo fa pensare a risvolti sinistri – ha commentato Friedkin – trovo che il film sia molto divertente”.Una scena destinata a diventare cult la fellatio (già ribattezzata “pollatio”) di Gina Gershon a una coscia di pollo fritto. A proposito, un festival del cinema non è tale senza scandali. In questo senso molta era l’attesa per Madonna. La star “number one” è però apparsa castigata sia in passerella sia nella regia delle scene d’amore del film W.E. (fuori concorso) da lei scritto e diretto (è la seconda regia della diva del pop). E’ un piacevole melodramma sul gran rifiuto di Edoardo VIII (Oscar Isaac) che abdicò dal trono d’Inghilterra per sposare la divorziata americana Wallis Simpson (l’attrice Abbie Cornish). Scene più spinte, tutto sommato, nel film-sperimentale (non è né un film narrativo né un documentario) Wilde Salomè in cui Al Pacino, regista e interprete, indaga, nelle vesti di Erode, anche un po’ su se stesso, oltre ovviamente che sulla personalità complessa e lussuriosa
di Salomè (la sensuale Jessica Chastain). Tutto sommato, il più “osè” questa volta è stato un uomo, visto che Michael Fassbender, Coppa Volpi per il miglior attore, nel film Shame , è uno spudorato erotomane spesso in versione “nature”, attivissimo “coso” compreso. Applausi e risate per il presunto film anti-Lega Cose dell’altro mondo, di Francesco Patierno, con Diego Abatantuono nelle vesti di un imprenditore veneto che si augura che tutti gli immigrati spariscano. Succederà e…se ne pentirà. Tornando al cinema italiano, infonde ottimismo il Leone del futuro-Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentis che la giuria ha assegnato a La bas-Educazione criminale, di Guido Lombardi, presentato nella “Settimana della Critica”. La 68.Mostra del cinema ha sicuramente lasciato il segno. Il livello è stato particolarmente alto, tutti i film (per la prima volta nella storia) erano in prima mondiale e c’è stato il record degli spettatori(43mila paganti). Un bilancio largamente positivo per il direttore Marco Muller e per Paolo Baratta, meritatamente riconfermato dal ministro Ornaghi, per il terzo mandato consecutivo, presidente della Fondazione Biennale di Venezia.
Il Festival, con il restauro della Sala Grande, nel vecchio Palazzo del Cinema, e delle altre sedi logistiche ha fatto miracoli, nonostante il gigantesco cratere, dove era prevista l’inaugurazione (per il 31 agosto scorso!!!) di un nuovo mega palazzo da migliaia di posti. Durante gli scavi è però saltato fuori l’amianto e il risanamento ha causato un’impennata delle spese, salite a 32 milioni di euro. Le Associazioni ambientaliste del Lido, che già avevano protestato per l’abbattimento di una splendida pineta, sono ora tornate alla carica per chiedere una soluzione. Il progetto è stato ora ridimensionato. Verranno costruite due sale da 1.200 e 600 posti.
Il gigantesco buco per la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema coperto con dei teli bianchi durante il Festival
Luca Pignatelli
Luca Pignatelli, “Afrodite”, acrilico su tela, cm 210 x 210
GALLERIA GIOACCHINI Cortina d’Ampezzo: c.so Italia 116, tel. 0436.861751 Ancona: c.so Garibaldi 26, tel. 071.201005 www.galleriagioacchini.com 51
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In Agenda
LA GALLERIA TEGA A FEBBRAIO CAMBIA SEDE
In movimento di Andrea Ferrazzi
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l viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma, scrisse Bruce Chatwin in “Anatomia dell’irrequietezza”. Una citazione, questa, che è una sintesi efficace del significato delle opere di Riccardo Gusmaroli, le cui opere sono esposte dal 28 novembre negli spazi della Galleria Tega di Milano. La mostra “In movimento” offre un valore aggiunto alle tecniche miste dell’artista veronese, tecniche rivolte all’idea di un gioco smarrito con l’infanzia che chiama in causa spazi immaginari o carte geografiche debitamente rivisitate. Viene così ribadito il significato più profondo e più impalpabile del viaggio, che, per dirla GUSMAROLI con le parole di Guy de Maupassant, può FONTANA ABBOTTONATO - 2000 essere inteso come una “specie di porta cm 28X24 attraverso la quale si esce dalla realtà come sui nuovi muri che ricordano i vecchi muri a sovrapporre e a saldare il per penetrare in una realtà inesplorata che passato col presente. Dunque, un significativo segno di continuità. Non sembra un sogno”. Come è stato scritto, a caso la prima opera che accoglie il visitatore, appena superata la soglia Gusmaroli “ci consente di viaggiare della galleria, è costituita da una matita riprodotta sulla carta su cui è stato senza fare un passo”. Ma, in questo appena tracciato il filo di un percorso che attende o promette un seguito. Così caso specifico, il valore aggiunto dell’ei suoi “vulcani” sembrano sbocciare dal foglio inciso e debitamente lavorato vento è dato anche dal fatto che c’è di modo che tali estroflessioni indichino un cammino, seminino un alfabeto di anche un viaggio reale: quello degli interrogazione o di conoscenza o di smarrimento onirico. Altrimenti il foro ritspazi della Galleria Tega che, alla micamente ripetuto sulla carta acquarello evidenzia una sottostante pagina dorata: fine di dicembre, abbandona la allora il piccolo ricamo o il decoro dei tondi fornisce impronte di passi, ritmi di sede che ha ospitato le rassegne fuga armonica verso un orizzonte in continua espansione che non conosciamo e degli ultimi trentadue anni (la che tuttavia ci attrae con simili promesse narrative. Sono promesse che vediamo prestigiosa partenza nel 1979 emergere dall’“uovo” realizzato dal nostro autore quale emblema misterioso e ricorfu nel nome di Giorgio de rente della vita da interrogare per simboli, per enunciazioni dal sapore crittografico. Chirico) per spostarsi di due Infine l’oro conquista gli Stati Uniti e l’Alaska trasformando queste terre in preziose isole portoni nella medesima via circondate da un mare di correnti disegnate e scandite da barchette di carta ( proprio del Senato, dove occuperà un tutto simili a quelle costruite dai bambini di una volta con elementi di fortuna ) che si ambiente del tutto simile inseguono e inseguono il sogno di un approdo. Addirittura in un’opera concepita alcuni a quello lasciato seppur anni fa Gusmaroli, punto dalla premonizione, ha inserito questo flusso di natanti intorno confortato da un maggior all’isola di Lampedusa. D’altronde le sue barche rimbalzano ovunque moltiplicandosi per respiro espositivo. gemmazione o per germinazione: circondano e accarezzano l’aurea lucentezza de Il mondo, “L’omaggio a Gusmaroli una planetaria composizione di quasi tre metri di ampiezza che accoglie ogni possibile tragitto – scrive Luciano della fantasia nell’eterna rincorsa spiraliforme di simili gusci a cui volentieri affidiamo il nostro Caprile - compirà lo desiderio di evasione. In tal modo l’approccio concettuale di Riccardo Gusmaroli si sposa perfetstesso breve tragitto tamente all’ingrediente ludico che accompagna e sostiene ogni suo gesto da riversare nel nostro e terminerà alla fine sguardo”. A febbraio sarà invece Valerio Adami ad inaugurare ufficialmente i nuovi ambienti di via di gennaio la sua Senato 20 a Milano, con una importante serie di lavori che, secondo la consuetudine del maestro corsa espositiva
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bolognese, indagano il mito e l’intima filosofia dei comportamenti attraverso immagini che coniugano il perfetto disegno del racconto alla suggestione dei timbri che accendono e distillano l’emozione di chi osserva. Così la Galleria Tega può ripartire memore del proprio glorioso passato da proiettare in un rinnovabile futuro di stimolanti occasioni espositive.
GUSMAROLI ITALIA 150 ANNI - 2011 cm 40X60
“A journey not only broadens the mind, it shapes the mine”, wrote Bruce Chatwin in “Anatomy of Restlessness”. This citation is an effective synthesis of the significance of the works by Riccardo Gusmaroli, whose works have been on exhibition since November 28th at the Tega Gallery in Milan. The exhibition “Movement” offers an added importance to the mixed techniques of the Veronese artist, techniques that address the idea of a game lost in infancy that recalls imaginative spaces or revisited maps. Therefore the most profound and impalpable significance of the journey reinforced in the words of Guy de Maupassant , could be a “sort of door through which you leave reality as if to penetrate into an unexplored dreamlike reality”. As written, Gusmaroli “allows us to travel without taking a single step”. But in this specific case, an added value of the event is the fact that a real trip to the spaces of the Tega Gallery exists. At the end of December, the gallery will leave the location where exhibitions have been shown for the last 32 years (the first opening was in 1979 with Giorgio De Chirico), for a new space two doors away along the same street, Via Senato, where the ambience will be in a like manner to the old location but pleasurably with more footage of space. “The tribute to Gusmaroli”, writes Luciano Caprile, “will follow the same path with the continuation of the exhibition though the end of January, hung on the new walls that recall the old ones, overlapping and binding the past with the
GUSMAROLI VORTICE ROSSO - 2011 CM100X70
present - a significant sign of continuity. Not by chance the first work that will greet visitors at the entrance is made of a pencil reproduced on paper on which a line traces what awaits us or the promise of events to follow”. In February an exhibition of Valerio Adami will officially inaugurate the new location with an important series of works that, according to the Bolognese maestro’s custom, will explore the myth and intimate philosophy of behavior through images that combine the perfect design with a suggestion of tones that spark and distill the emotions of the observer. And so the Tega Gallery will recommence, mindful of its glorious past, projecting itself into a future of stimulating event exhibitions.
GUSMAROLI MONDO ORO - 2011 CM 110X290
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Incontri
ITALIA: BELLISSIMA E INFELICE EMMANUELE EMANUELE di Ferruccio Gard
Presidente fondazione roma e fresco di nomina nel Cda della Biennale
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Italia è il più bel Paese del mondo, ma è infelice per l’inadeguata attenzione verso la cultura”. A dirlo con commossa partecipazione, quasi con dolorosa sofferenza, è un personaggio che, in fatto di cultura(ma non solo) proprio se ne intende, avendone, dagli anni sessanta, un’esperienza da protagonista e una riconosciuta autorevolezza a livello nazionale e internazionale. E’ il Professor Emmanuele Francesco Maria Emanuele, l’uomo che, nel campo dell’arte, ha trasformato e lanciato la Fondazione Roma verso livelli europei, creando nel 1999 la Fondazione Roma Museo, organizzatrice di grandi mostre di arte classica e arte moderna. Due filoni che è possibile seguire in parallelo perché, grazie al Professor Emanuele, dopo Palazzo Cipolla (arte moderna e
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contemporanea, attualmente è in corso una mostra della pittrice americana Georgia O’Keeffe, v. articolo a pag. 128) c’è ora un nuovo spazio espositivo, destinato all’arte classica: lo splendido Palazzo Sciarra, risalente al XV secolo e sede storica della Fondazione Roma. Qui è in corso la grande mostra “Il Rinascimento a Roma. Da Michelangelo a Vasari”. I due palazzi sono dirimpettai in una strada centralissima quale via del Corso, proprio nel cuore della Capitale. 35 le mostre sinora organizzate, 19 quelle programmate sino al 2016. La Fondazione Roma, ex-Fondazione Cassa di Risparmio, una storia di cinque secoli(le origini risalgono al 1539 quando papa Paolo III istituì il Monte di Pietà per combattere la piaga dell’usura)ha cinque settori di intervento: sanità (fra cui un
hospice per malati terminali), ricerca scientifica, istruzione, assistenza alle categorie sociali deboli,arte e cultura. Interventi strutturali e continuativi che hanno sostituito all’80% le cosiddette “erogazioni a pioggia”, per poter affrontare meglio quelle che il Prof. Emanuele definisce le “emergenze” del territorio. E che hanno fatto della Fondazione Museo, grazie a questa svolta, un caso unico in Italia. Una definizione che la lusinga, Prof. Emanuele? R: qualcuno lo dice ma non so quanto mi giovi, perché in questo Paese dove, invece che i riconoscimenti alle attività ci sono le invidie piuttosto che non gli apprezzamenti, far troppo bene il proprio mestiere non è un fatto tanto auspicabile: ci si fanno troppi nemici… D: ma lei ci ha fatto il callo, ormai. R: beh, il callo lo ci si fa perché alla
fine per far bene le cose bisogna andare avanti indipendentemente da quello che pensano gli altri. E io voglio continuare a fare tanto e bene. D: i vostri interventi a quanto ammontano in un anno? R: vanno da 40 ai 60 milioni di euro, cioè il netto ricavato dagli investimenti delle nostre disponibilità finanziarie, detratte naturalmente le imposte che paradossalmente si pagano su una attività che poi in fondo è filantropica. D: lei ha definito la Fondazione un’isola felice in questo mare drammatico della crisi economica. R: forse il termine è eccessivo, meglio dire che è un’isola più prudente perché noi non abbiamo mai voluto occuparci di banche, mentre altre fondazioni l’hanno fatto, con il risultato che si sono trovate con i conti un po’ depressi con il mancato arrivo di dividenti. Noi questo problema non l’abbiamo e ovviamente lavoriamo sulla base delle nostre risorse pregresse per continuare a fare quello che
è nostro compito, quello che prevedeva la legge Amato, cioè quello di intervenire nel territorio nel campo del sociale laddove lo Stato è meno presente, ha meno possibilità di dare delle risposte. D: nell’ambito dell’arte avete già organizzato 35 mostre, mentre ne sono in arrivo altre 19. Le proposte sono variegate e assai qualificate: dalle antiche Cina, India, Iran, Giappone, al Rinascimento, i Carracci e poi Kokoscha, Murillo, Matta, Picabia,Plessi e tante altre. E’ un programma da museo internazionale d’altissimo livello. R: devo confessarle che la mia vocazione alla cultura e in particolare alle arti visive è sempre stata compagna della mia lunga vita di professionista, di amministratore, di professore universitario e di quantaltro. Perché è sempre stata un po’ la mia isola felice, questa sì, la mia uscita di sicurezza, per usare un termine noto caro a Silone e ad altri. Ho sempre pensato che la cultura lenisce le amarezze della quotidianità e
quindi ho sempre preferito, privilegiato questo tipo di impegno in aggiunta all’attività della quale tradizionalmente mi occupo, la professione universitaria, la professione di avvocato, di amministratore di aziende. Ho pensato in grande, dice qualcuno, io dico semplicemente che ho dato delle risposte al territorio. Fra l’altro ho contribuito a creare una grande orchestra a Roma, ho dedicato una particolare attenzione al teatro Quirino, alla poesia, alla letteratura, ma confesso che la mia grande passione è soprattutto per le arti visive. Ora abbiamo un grande progetto anche per i Paesi del Mediterraneo ,che è una culla di civiltà plurimillenaria. D: lei, negli anni sessanta, è stato fra i protagonisti della mitica stagione artistica di Roma e Milano, amico di tanti pittori divenuti famosi, e collezionista preveggente, di sopraffine intuizioni. Come le è nata questa passione? R: dal fatto di avere avuto il privilegio e
la fortuna di essere nato in una casa dove la cultura era messa al primo posto. Mia madre era una donna molta colta,aveva la passione delle arti visive, della musica, della letteratura, del canto e questo in qualche modo ha condizionato fortemente la mia gioventù e devo confessare che la ringrazio perché, pur avendo fatto studi completamente diversi, scienze delle finanze, diritto, economia, fortunatamente quel piccolo fiume ha continuato a correre parallelo in me, ha fatto di me prima di tutto un collezionista ma anche un attento conoscitore del contemporaneo e mi ha concesso di vivere una vita migliore di
quella che avrei vissuto se non avessi fatto questa esperienza. D: lei si è autodefinito un eccentrico perché scrive libri di diritto, di economia e libri di poesie… R: mi definiscono molto spesso una persona un po’ non catalogabile. In effetti credo che abbiano ragione, perché io mi occupo sia di scienza delle finanze, una materia asperrima, molto ricca di matematica, ricca di visioni poco poetiche, ma mi occupo anche di arte in tutte le sue diverse forme, dalle arti visive alla musica, dalla danza alla poesia, perché ognuno di noi nasce poeta, tutti gli uomini sono poeti, alcuni
lo sanno altri no, alcuni hanno poi la capacità di mostrare questa loro natura, altri non lo vogliono ma nel cuore di ogni uomo io spero che ci sia la poesia. In ogni caso anche questa è una delle forme che consente alla vita di essere migliore di quanto non sarebbe se non ci fosse. D: la definizione di Giamburrasca delle Fondazioni italiane le garba o meno? R: qualcuno mi ha chiamato così perché spesso non ho condiviso, senza timore di spiegarne il motivo, alcune scelte dei miei colleghi, ai quali i fatti hanno poi dimostrato che non avevano avuto le intuizioni che avevo avuto io. D: un esempio?
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S Il Rinascimento a Roma. Nel segno di Michelangelo e Raffaello
R: mi avevano criticato quando avevo detto che le Fondazioni dovevano uscire dalle banche, ed ho avuto ragione io. Quando, nel 2007, ho detto che l’America sarebbe andata in crisi mi hanno dato dell’antiamericano… D: mi pare che abbia azzeccato… R: purtroppo sì. Ora dico che sull’Europa bisognerebbe un po’ripensarci e anche qui mi danno un po’ addosso, ma alla fine avere qualche volta la capacità di essere un Giamburrasca ti libera la mente e ti fa vivere più coerentemente con te stesso. D: qual‘è la domanda che non vorrebbe che le venisse posta e la domande che preferirebbe di più che le venisse fatta? R: quella che più mi piacerebbe mi venisse posta è perché ho questo grande amore per la gente che è meno fortunata. E questo mi fa piacere dirlo perché come ho attribuito a mia madre il ruolo di ispiratrice delle mie sensibilità culturali e artistiche, così vorrei ricondurre a mio padre questo grande amore per la povera gente. Mio padre aveva un ruolo molto importante nell’epoca in cui viveva, era un grande medico, era un uomo d’azione, ma era un uomo di una grande famiglia antica della nostra terra, in Sicilia, e aveva una particolare sensibilità verso le persone che avevano problemi esistenziali. Ricordo sempre che quando dipartì dalla vita terrena mi stupì molto nel vedere la folla enorme che l’accompagnò all’ultimo viaggio. D: presidente, nonostante l’umanissima e toccante commozione che l’ha colpita nel ricordare quel grand’uomo che era sicuramente suo padre, mi consente di ricordarle …“cinicamente” l’altra domanda? R: è una domanda alla quale mi fa sempre meno piacere dover rispondere in negativo: come mai questo Paese che è così meravigliosamente dotato di bellezze naturali, archeologiche e artistiche, che è il più bel Paese del mondo, è così infelice? Dovrei rispondere: perché l’attenzione a questo mondo della cultura, che è l’unico vero grande assist di cui noi disponiamo, non è adeguata. La cultura è sempre stata marginalizzata, lo Stato non risponde come dovrebbe e qualcuno ha anche detto nel tempo che con la cultura non si mangia, dimenticando che soltanto con quella strada forse l’Italia avrebbe titolo per meglio dare le risposte al mondo che ci circonda.
ITALY: BEAUTIFUL AND UNHAPPY - AN INTERVIEW WITH E. EMANUELE, PRESIDENT OF THE ROME FOUNDATION “Italy is the bel paese of the world, but unfortunate in its inadequate attention towards culture”. Nearly moved to tears, with sufferance and pain, this statement was made by a person who in the fact of culture (and not only), is an expert in the field, having had since the 1960s first-hand experience and received compelling international and national recognition – Professor Emmanuele Francesco Maria Emanuele. A man who in the field of art has transformed and promoted the Rome Foundation to European standards, creating in 1999 the Rome Museum Foundation, organizer of important classic and modern art exhibitions; two threads that are possible to follow in parallel because thanks to Professor Emanuele, after Palazzo Cipolla (Modern and Contemporary Art where currently an exhibition by American artist Georgia O’Keefe is being shown), there is now a new space destined for Classic Art – the splendid Palazzo Sciarra,
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which dates back to the 15th century, and houses the historical office of the Rome Foundation. Currently on exhibition is the event “Renaissance to Rome. From Michelangelo to Vasari”. The two palaces stand side by side on the main street, Via del Corso, right in the heart of the capital city. Up to now, 35 exhibitions have been organized, 19 more in program through 2016. The Rome Foundation, former Cassa di Risparmio Foundation, five centuries of history (its origins date back to 1539 when Pope Paul III created the Monte di Pietà (pawn brokers) to combat the plague of usury; five interventions done amongst which a hospice for the terminally ill, scientific research, instruction, social assistance for the underprivileged, and art and culture. Structural and continuous interventions, 80% of which has replaced the so-called “ rainfall of financial handouts” in order to better face that which Professor Emanuele defines as State “emergencies”. Q: And what have they done with the Museum Foundation thanks to this?; it’s something unique for Italy. Is it something that you are proud of,
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Professor? A: I’m not sure how convenient it is for me, as some insinuate because in this country instead of recognition for activity, there is envy rather than appreciation. Doing one’s job too well is not welcomed - you make too many enemies. Q: But you can withstand it… A: Well, yes because in the end to do well, things must go on independently from what others think. And I want to continue doing many things and well. Q: How much do your interventions amount to in one year? A: From 40 to 60 million Euros, or the net gain from investments, naturally minus the taxes that paradoxically must be paid on activities that essentially are philanthropic Q: You have defined the Foundation as an oasis of happiness in a dramatic world of economic crisis. R: Perhaps that’s a bit excessive, better to say that it’s a more prudent oasis because we never intended to have interests in banks, though other foundations have done so, resulting in there finding themselves somewhat short on cash from the lack of dividends coming in. We have not had this problem and of course we work on the basis of our existing resources in order to continue our duties – according to the Amato law – and therefore intervene in the area of social affairs particularly where the State is less present and has less possibilities to give answers. Q: In the field of art you have already organized 35 exhibitions, and 19 more are to come. The proposals are varied and of highest quality – from ancient China, India, Iran, Japan to the Renaissance, the Carracci and then Kokoscha, Murillo, Matta, Pacabia, Plessi and many others; an international museum agenda of the highest level. A: I must confess that my dedication to culture and in particular to visual arts has always accompanied me in my long career as a professional, administrator, university professor and what not. It has always been my oasis of happiness, my “security exit”, as Silone and others would
Palazzo Cipolla
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say. I have always thought that culture eases the bitterness in life, and therefore I have always preferred to parallel this type of commitment along with that which I normally do – university profession, lawyer, business administrator. I was thinking big, some say, but I say simply that I gave answers. Amongst others things I contributed to create a large orchestra in Rome, I dedicated particular attention to the Quirino Theatre, to poetry, to literature, but I admit that my greatest love is above all visual arts. We are also now working on an important project for Mediterranean countries, a plural millennium bed of civilization. Q: In the 60s you were amongst the leaders of the legendary artistic season in Rome and Mila, friend of many different painters who became famous and a foresighted collector with refined intuition. How did this come about? A: It comes from having had the privilege to being born into a home where culture was in first place. My mother was a woman of refined tastes and was passionate about visual arts, music, literature, song and in this way strongly influenced my youth; I must admit that I thank her notwithstanding the fact that my studies were completely diverse – finance, law, economy – fortunately that small river continued to flow in me; it made me first of all a collector and also an observant expert of contemporary art and it allowed me to live a better life than that which I would have lived had I not been given this experience. Q: You are self-defined as an eccentric because you are the author of books on law, economy and poetry… A: I have often been described as an un-classifiable person. As a matter of fact, I agree; I deal with the science of finances, a harsh matter, full of mathematics, full of un-poetic visions, but I also deal with all the aspects of art forms from visual to music, from dance to poetry. Each one of us is born a poet, all men are poets; some know it, others do not. Some are capable of exhibiting this talent, others refuse to but I hope that poetry exists deep down inside every person. In any case, life is better so than it would be if there were no form of art. Q: What about being called the “bad boy” of the Foundation? A: Someone called me that because often I have disagreed with several of my colleagues, without fear of explaining why; facts later demonstrated that they had not been as intuitive as I was. Q: For example? A: I was criticized for having said that the Foundations should detach from the banks and I was right. In 2007 I said that America would be facing a grand crisis and they called me anti-American. Q: It seems you were right. A: Sadly so. Now when I say that we need to re-consider views on Europe even this bothers some, but in the end sometimes being a “bad boy” frees the mind and allows you to live more coherently with yourself. Q: What is the question that you would not like to be asked and what question would you most prefer to answer? A: The question I like the most is why I possess this great love for those who are less fortunate. And it pleases me to respond that is it because I attribute to my mother the role of having inspired my cultural and artistic sensibility, thus leading to my father who greatly loved the poor. My father had an important role in the era in which he lived - a wonderful doctor, a man who took action , but also a person with old Sicilian family roots; he was particularly sensitive towards those persons with existential problems. I will never forget when he departed this life and how surprised I was to see the enormous crowd that accompanied him on his last earthly journey. Q: President, this was an emotional and touching remembrance of the great humane person that your father was…however, please allow me to remind you cynically of the other question. A: It’s a question that I am not pleased to answer negatively: Why is this country - so wonderfully gifted with natural archeological and artistic beauties, the most bel paese in the world - so unhappy? I should respond so: Because attentiveness to the world of culture, the only great tool at our disposal, is inadequate. Culture has always been marginalized, Government doesn’t give the answers it should; some people are of the opinion that culture doesn’t put food on the table, overlooking the fact that this is the one thing that Italy would be the most qualified in to give better answers to the world that surrounds us.
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Vernissage
vedute veneziane di Adrea Maurizio Campo
la Galleria Phidias Antiques & Interiors celebra l’immutato fascino di questi dipinti, inaugurando la mostra “Sogno Veneziano – vedute veneziane dal XVIII al XX secolo” a Cortina D’Ampezzo
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pigoni del Canaletto e a volte suoi rivali, furono quelli che degli angoli della Serenissima fecero cartolina e dal Settecento diedero lustro alle architetture cittadine. Ma la pittura degli “Illuminati” non fu solo quella di Francesco Guardi e Bernardo Bellotto, di Gaspare Vanvitelli, di Luca Carlevarijs e di coloro che si servirono della camera ottica (il sistema di lenti mobili che proiettava su un foglio l’immagine capovolta del soggetto e con cui i vedutisti componevano i loro lavori). Accanto a questi, nei secoli successivi, operarono nella città lagunare artisti di talento come Guglielmo e Beppe Ciardi, come Giacomo Guardi (figlio del più celebre Francesco), insieme allo spagnolo impressionista Martin Rico y Ortega, che ammaliato dal fascino di Venezia, si dilettò nel riprodurre -tra le altre- la Scuola Grande di San Marco (e), la veduta del Campo San Giovanni e Paolo e la Chiesa di Santa Maria della Salute. Mercoledì 28 dicembre (ore 18) la Galleria Phidias Antiques & Interiors celebra l’immutato fascino di questi dipinti, inaugurando la mostra “Sogno Veneziano – vedute veneziane dal XVIII al XX secolo” a Cortina D’Ampezzo (presso Largo delle Poste, 12); è questa una raccolta delle opere di vedutisti stimati vissuti a cavallo di tre secoli tra cui: Vincenzo Chilone annoverato tra i più dotati vedutisti della sua epoca, l’enigmatico Apollonio Domenichini la cui abilità era seconda solo al Canaletto e al Marieschi (in mostra i suoi “Veduta del Canal Grande con barche e gondolieri” e “Veduta del Molo con il Bucintoro”), e ancora, Giuseppe Bernardino Bison che ricevette diversi incarichi in diverse città e operò per la realizzazione degli affreschi di Palazzo Dolfin Manin a Venezia, Johan Richter conosciuto per la sua prospettica rigorosa e nitida, e infine Francesco Tironi considerato l’ultimo esponente del vedutismo durante la Repubblica della Serenissima, cui si aggiungono i sopra citati Guglielmo e Beppe Ciardi Giacomo Guardi e Martin Rico y Ortega (presente con la veduta della Chiesa di Santa Maria della Salute).
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Apollonio Domenichini Veduta Campo Santi Giovanni e Paolo
Martin Rico Y Ortega Santa Maria della Salute” olio su tela - cm 101 x 66 (l’opera sarà esposta da ottobre 2012 a marzo 2013 al Museo del Prado di Madrid)
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Projects
DOPO Firenze aprirà a gennaio una sede di oltre 3500 mq a Bologna
ART DEFENDER MOLTO PIù DI UN PROGETTO IMPRENDITORIALE di Ilario Tancon
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rt Defender, molto più di un progetto imprenditoriale. Art Defender è lo spazio per l’arte, vale a dire una grande sinergia al servizio dei privati per custodire, conservare, restaurare il patrimonio artistico italiano. Una sinergia che nasce dall’unione di più conoscenze e realtà imprenditoriali per essere al servizio di banche, fondazioni, assicurazioni, collezionisti, antiquari, gallerie e case d’asta. Lo spiega bene Alvise di Canossa, presidente di Art Defender, già presidente di Arterìa. «L’obiettivo è quello di dotare l’Italia di un sistema finalmente rispondente ai due interrogativi “Dove e Come?” che il mondo dei collezionisti e detentori di beni di pregio si pongono ormai con insistenza, con la volontà di custodirli, conservarli e valorizzarli nel modo più avanzato, sicuro e tecnologico possibile»”. Tutto questo, lo si diceva qualche riga più su, sarà possibile grazie alla collaborazione di diverse eccellenze. Art Defender nasce infatti da un’idea di Arterìa, la più grande azienda italiana (e tra le prime al mondo) dedicata alla logistica ed alla movimentazione dei beni culturali, che ha riunito in un unico progetto alcuni protagonisti del mondo dei servizi finanziari e assicurativi: Alleanza Toro-Gruppo Generali, Unione Fiduciaria delle Banche Popolari, Fondazione di Venezia e Compagnia Fiduciaria Nazionale. AXA-Art partecipa come partner di progetto. Art Defender sarà quindi in grado di offrire con la massima qualità, molteplici servizi sia a livello tecnico, sia a supporto di esigenze finanziarie/assicurative dei fruitori. L’obiettivo finale? Divenire il punto di riferimento per il mondo dell’arte e per tutti coloro che detengono beni di pregio e che richiedono soluzioni di sicurezza e conservazione avanzate, per valorizzare e tramandare i propri valori nel tempo. Dopo l’apertura, lo scorso giugno, di Art Defender Toscana, alle porte di Firenze, che occupa un’area di 3300 metri quadri e dove risiederà lo spazio restauro dell’Opificio delle Pietre Dure (istituto autonomo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la cui attività operativa e di ricerca si esplica nel campo del restauro delle opere d’ar-
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te), a gennaio aprirà, su un’area di oltre 3.500 metri quadri, la sede di Bologna, a cui seguirà successivamente quella di Torino. Si stanno inoltre perfezionando i progetti di Venezia, Milano e Roma. L’investimento è importante: 12milioni di euro solo per la tecnologia e gli impianti delle prime due strutture, il più grande investimento dal dopoguerra dedicato dall’imprenditoria privata italiana a questo delicato, seppur fino ad oggi sottovalutato, problema. «I criteri di progettazione sono finalizzati a garantire la totale sicurezza dei beni custoditi – aggiunge Danilo Maitti, amministratore delegato di Art Defender-. Sono presenti strutture in cemento armato, porte blindate, porte corazzate, sistemi antintrusione integrati, videosorveglianza attiva 24 ore su 24 sul posto e in remoto, sistemi antincendio ad aspirazione dei fumi e gas atossici, sistemi antiallagamento, sistemi di monitoraggio costante dei parametri termoigrometrici». Gli impianti dispongono di depositi specifici per le varie tipologie di beni, dalle celle di sicurezza di varie metrature ad uso personale ed esclusivo all’area deposito collettivo alle cassette ed armadi blindati. «Per quanto riguarda i servizi accessori e di struttura – dice ancora Maitti
IN ALTO: Dott.SSA CRISTINA ACIDINI SOVRINTENDENTE POLO MUSEALE FIORENTINO CON IL DOTTOR ALVISE DI CANOSSA
- il restauro è una delle principali attività su cui puntiamo con la collaborazione dell’Opificio delle Pietre Dure, ma siamo in grado di offrire anche una sala per private view e una sala posa fotografica, nonché l’accesso tramite internet al proprio spazio dedicato dove controllare, visionare e mostrare a terzi la propria collezione con tanto di schede tecniche allegate e un catalogo allestito». Con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, è nata infatti una collaborazione che metterà a disposizione del privato la secolare eccellenza della realtà toscana nell’ambito dei servizio di analisi, diagnosi e restauro di opere d’arte. «Questo traguardo – commenta Alvise di Canossa – vuole colmare un grande vuoto di opportunità, fortemente sentito dal mondo del collezionismo privato nazionale ed internazionale, con l’intento di conservare il valore delle opere nel modo più tecnico possibile».
ART DEFENDER Art Defender, a grand synergy at the service of private clients for safe-keeping, preservation and the restoration of Italian artistic heritage. Alvise di Canossa, president of Art Defender best explains, “The objective is to equip Italy with a system that can answer to two questions, that the world of collectors and possessors of luxury assets are constantly asking, ‘Where and Why’, and be capable of safeguarding, conserving and enhancing these assets in the most technologically advanced and secure way possible”. Art Defender is at the center of a synergy that represents the world’s top experts in financial and insurance services – Alleanza Toro-Generali Group, Unione Fiduciaria delle Banche Popolari, the Venice Foundation and Compagnia Fiduciaria Nazionale. Following the opening last June of Art Defender in Tuscany at the portals of Florence, that occupies an area of 3,300 sq. mt., another location of over 3,500 sq. mt. in Bologna will open in January, to be followed by an opening in Turin. The company is also perfecting projects for Venice, Milan and Rome; an important sum of 8 million Euros has been invested in the first two structures only. “The project planning criteria has been finalized in order to guarantee total security of the goods in safekeeping”, adds Daniel Maitti, CEO of Art Defender. “We have structures in armoured cement, steel-clad doors, armoured doors, integrated anti-intrusion systems, video surveillance 24/7, fire prevention systems, an aspirator for the removal of smoke and toxic gasses, anti-flooding systems, and systems to constantly monitor the thermo hydrometric parameters”.
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Foto: Marino Moro
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Brand
Il successo è captare i desideri prima che nascano
di Elena Moretti
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Intervista ad Alessia Giacobino, anima del marchio riminese JONOFUI e ideatrice di Mr & Mrs Furs
ALESSIA GIACOBINO CON DANIELA, PROPRIETARIA DELLA BOUTIQUE FRANZ KRALER DURANTE LA NOTTE BIANCA DI CORTINA
appiamo che sei impegnatissima a seguire i tuoi marchi JONOFUI e MR&MRS FURS. Quest’ultimo come si sta sviluppando? MR&MRS FURS è una collezione che esiste dal 2009 e come JO NO FUI ha riscontrato immediato successo nelle migliori boutique. A Gennaio usciamo per la quarta stagione, la collezione nel frattempo è cresciuta diventando una collezione completa di capi spalla uomo e donna: non solo parka vintage, ma anche un mondo che ruota intorno allo spirito originario di MR&MRS FURS. Fino all’anno scorso mi occupavo di consulenze anche per altri brand, ora ho deciso di concentrarmi soltanto sulle mie collezioni. Alessia, qual è la ricetta del tuo successo? Il successo è avere intuizioni giuste al momento giusto. Mi rendo conto che riesco a captare in anticipo ciò che le donne desiderano, spesso anche con molto anticipo … Durante la notte bianca per il week end dell’Immacolata a Cortina, le varie boutique hanno presentato un marchio: io ho presentato i miei da Franz Kraler, una cliente in sintonia con il mio modo di creare, non acquista mai nulla di scontato o troppo basico ma sempre novità che stuzzicano la clientela. E poi mi ha fatto piacere vedere in certe vetrine alcuni abiti presentati come novità, con temi appartenenti alle mie collezioni passate. Come il pizzo fluorescente, tanto in voga questa stagione: io l’avevo fatto uscire nell’estivo 2008. Adesso l’ho reinterpretato come interno dei miei parka estivi: abbiamo già una lunga lista di prenotazioni e riassortimenti. Le mie clienti e a loro volta le clienti finali conservano i miei vecchi capi come dei must del guardaroba. Il mio successo sta nel fatto che molti abiti delle mie collezioni non sono mai obsoleti. Spesso mi fermano dicendomi “porto ancora quell’abito, è attualissimo …”. I tuoi marchi rispecchiano una parte della tua personalità. Qual è l’Alessia di Jonofui e quale quella di MR&MRS FURS? Alessia è una donna versatile che sa essere sexy, femminile ma anche bon ton. JO NO FUI è l’essenza del mio stile personale, quello che mi ha stimolato a creare la prima collezione: piaceva il mio gusto nello scegliere gli abiti e il mio modo di interpretarli. MR&MRS FURS è la mia parte anticonformista e un po’
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snob: volevo un capo casual e pratico ma non troppo sportivo, caldissimo senza rinunciare ad un tocco glamour. Niente è più caldo e lussuoso di una pelliccia, così è nato il mix con capi classici e iconici come i parka vintage. Il mio segreto è un mix contemporaneo che rifugge dall’eccesso. Quali step ha seguito il marchio per diventare così internazionale? Essere coerenti nella distribuzione ha fatto sì che i miei brand si consolidassero, comparire fin da subito nelle vetrine giuste è stato il biglietto da visita per raggiungere anche i clienti esteri. Attraverso il sito e i portali dei miei clienti che vendono on line, adesso è più facile essere visibili nel mondo, anche se la sfilata rimane un mezzo importante. Hai creato dei capi speciali che si potranno trovare solo in alcuni negozi, quali? Solo ad alcuni clienti che sanno cogliere le potenzialità della mia azienda lascio la possibilità di creare insieme delle capsule collection ad edizione limitata, per soddisfare la curiosità delle clienti più esigenti. serie o N O
Per Franz Kraler ad esempio ho creato una di parka MR&MRS FURS nei colori di stagione e alcuni preziosissimi in zibellino stampa pitone, ma anche una capsule JO FUI di preziosi abitini da sera in pizzo macramè incrostati di pietre ossidate e candidi tubini in pizzo e tulle con lacche in tono, proposte esclusive dedicate alle serate dei giorni di festa.
CAPO Mr&Mrs furs realizzato appositamente per la boutique Franz Kraler
un capo JONOFUI della P/E 2008 che anticipa la tendenza del pizzo fluo
Cosa non può mai mancare nella tua valigia per Cortina? Cosa indosserai in questi giorni di vacanza? Nella mia valigia non manca mai un parka MR&MRS FURS. Ne ho diverse versioni: da quello originale verde a quello nero sovratinto con interno in cincillà da indossare sugli abiti da sera. Il maxi gilet di JONOFUI in patch di pellicce diverse della sfilata invernale 2011 ha quell’allure wild che nel mio guardaroba di montagna non può mancare. Un desiderio sotto l’albero: cosa vuoi oggi e pensi che vorrai sempre? Adoro tutto ciò che è classico e rimane: una borsa in coccodrillo, una coperta di pelliccia … preferisco spendere in oggetti investimento, in linea con la filosofia della mia azienda, proporre capi che durano. Il parka MR&MRS FURS è un regalo di questo tipo, fra 10 anni sarà sempre attuale.
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Design
PROGETTI INNOVATIVI “JO HOUSE”, AD ABITAMI LA CASA DI JO SQUILLO di Marco Rossi
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l Gruppo Euromobil è partecipe del design “innovativo”. A Milano uno spazio disegnato dall’architetto Simone Micheli e arredato con elementi del Progetto IT-IS: cucine, elementi giorno, divani e armadi di Euromobil, Zalf e Désirée, è stato progettato pensando alla vita dell’artista e agli aspetti chiave della sua progettazione. La nuova temporary house di Jo Squillo “la casa di JO” è stata progettata pensando alla vita dell’artista, ai suoi ritratti, all’innovazione e agli aspetti chiave della sua progettazione. Lo spazio, disegnato dall’architetto Simone Micheli, è distribuito in
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modo che ogni stanza non sia più privata, chiusa, come qualsiasi altra abitazione, ma totalmente “open space’’. Grazie a questa caratteristica si va a creare un nuovo modo di vivere i rapporti sociali all’interno dell’abitazione. Grande importanza viene data sia alla sostenibilità sia alla qualità dell’abitare: viene quindi creato un ambiente moderno, ecosostenibile ed articolato secondo una nuova socialità. La Casa di Jo, prossima temporary house dell’eclettica Jo Squillo, trae dai tratti dell’artista, dalla sua vita, collettiva ed individuale, legata alla mutevolezza, all’innovazione, gli aspetti chiave della sua progettazione.
GRUPPO EUROMOBIL DESIGN INNOVATIVO: “JO HOUSE” , LA CASA DI JO SQUILLO FIRMATA DA SIMONE MICHELI AD ABITAMI MILANO 2011
AL CERSAIE DI BOLOGNA DÉSIRÉE DIVANI ARREDA “LA CASA” DEL GRUPPO DEL CONCA Il Gruppo Del Conca arreda la sua Casa al Cersaie con il meglio del Made in Italy firmato Gruppo Euromobil. Seduti sullo splendido divano Lacoon, progettato dal designer Jai Jalan per Désirée, personaggi famosi del mondo dell’Arte, dell’Architettura e dello Sport. Un vero e proprio percorso, fra suggestioni ed emozioni, quello che si può vivere attraversando gli ambienti allestiti per il Gruppo Del Conca al Cersaie 2011. Un’alternanza di atmosfere contemporanee e vintage, country e dal gusto metropolitano segnano le tappe, di una lunga passeggiata, fra le superfici ceramiche di ultima
generazione e il meglio del design Made in Italy. Grazie infatti ad un’ iniziativa di co-marketing “la Casa” del Gruppo del Conca al Cersaie è una sequenza di spazi abitativi, con pezzi esclusivi, di tendenza, firmati Gruppo Euromobil e dai più famosi designer che collaborano proprio con il Gruppo veneto. È stato proprio il famoso architetto Simone Micheli, creatore della cucina IT-IS, uno degli ospiti al centro della scena animata inoltre, nei 5 giorni di fiera, da Gaspare Lucchetta, dal campione del mondo Gianluca Zambrotta testimonial Del Conca, dal pilota Pol Espargarò del Team di Moto 2 SpeedUp e dall’artista Marco Lodola, famoso in tutto il mondo per le sue sculture luminose. Le sue opere d’arte hanno illuminato gli ambienti creando giochi di luce e provocando grande impatto emotivo. Il connubio tra l’azienda dei fratelli Lucchetta e il Gruppo Del Conca è iniziato ancora prima del Cersaie 2011 dove i prodotti del Gruppo Euromobil hanno un ruolo da protagonista. “Le nostre strade – sottolinea il CEO Del Conca Enzo Donald Mularoni - si sono già incrociate con la sponsorizzazione in simultanea delle grandi mostre d’arte organizzate da Linea d‘Ombra.
A SINISTRA E SOPRA: JO HOUSE EUROMOBIL CUCINA IT-IS DÉSIRÉE DIVANO IT-IS PROGETTO SIMONE MICHELI
IN ALTO: CERSAIE “LA CASA” DÉSIRÉE DIVANO LACOON E POLTRONE TULISS PROGETTO JAI JALAN
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otal Home Design del Gruppo Euromobil si presenta con tempismo per soddisfare in modo concreto le esigenze dell’abitare contemporaneo, attraverso un progetto in grado di esprimere valori e contenuti tangibili frutto di passione e ricerca. Total Home Design è un concetto progettuale esclusivo, che comprende sistemi e complementi di arredo di alta qualità per la casa di design, integrati, trasversali, ad un costo accessibile. Il progetto prevede il coordinamento totale dei materiali e delle finiture in tutte le aree del territorio domestico. In questo senso, le cucine Euromobil dialogano in modo armonico e coordinato con gli ambienti giorno,
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EUROMOBIL CUCINE Euromobil presenta il nuovo progetto ONEtouch / filoONEtouch, la cucina che offre sempre di più a meno: design autorevole e distintivo, costo accessibile. Un progetto rispettoso del claim “less is more”, dove la sintesi è bellezza e l’elevata qualità è intelligenza nel saper far bene le cose, autentica regola del Gruppo Euromobil. Caratterizzato da un design contemporaneo ed un gusto giovane, il sistema ONEtouch / filoONEtouch, in continuità con la filosofia progettuale Living and Cooking, offre alte prestazioni tecnico–funzionali ed estetico–emozionali e soprattutto rivoluziona il concetto tradizionale di cucina, proponendo una nitida e pura percezione di leggerezza e levità, assicurando inoltre una completezza funzionale superiore. Le superfici vellutate in impiallacciato frassino “touch” in quattro varianti, i laccati opaco texturizzato e lucido spazzolato (ONEtouch+ filoONEtouch+), i laminati polimerici “mat–plus” e i melaminici termostrutturati (ONEtouch / filoONEtouch), offrono una palette materico–cromatica che, con una
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cortina d’ampezzo, corso italia 50/b L’eccellenza dello stile e dell’alta moda internazionale • Un assortimento di occhiali unici, selezionati tra le più eleganti ed esclusive linee di tutto il mondo salmoiraghi & viganò ° oltre 500 negozi in tutta italia • www.salmoiraghievigano.it
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Light
OMA premiata al LUMEN FORTRONIC di Ilario Tancon
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rotagonista assoluta nel mondo della progettazione e della produzione del Led Lighting. Oma Illuminazione, la realtà padovana che ha fatto dell’investimento in tecnologia avanzata e in innovazione continua la propria filosofia lavorativa, ha avuto una ribalta importante a Lumen Fortronic, la recente mostra convegno dedicata alle tecnologie Led e alle sue applicazioni nel lighting promossa da Assodel, l’Associazione Nazionale Fornitori di Energia Elettrica, con il patrocinio di Enea e di Assoluce. A Lumen Fortronic, Oma ha ottenuto il Lumen Award, il premio al prodotto che meglio rappresenta design e tecnologia avanzata nell’utilizzo dei led. Il premio a Oma ha voluto riconoscere il carattere innovativo e la validità tecnologica di tutta la collezione di lampade da quadro, da specchio e da lettura che montano, invece della tradizionale lampadina, i nuovi Led Multichip. «Ora Oma ha completato anche lo sviluppo di una nuova lampada da quadro che funziona con batterie al litio di lunga durata, ricaricabili (in pratica la tecnologia dei telefonini portatili, ndr) e che libera
SULLO SFONDO: UN REPARTO DI OMA ILLUMINAZIONE NEI PRIMI ANNI ‘60
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quindi da ogni vincolo chi vuole illuminare un quadro e non ha il punto luce sopra o dietro lo stesso – spiega Piero Brunello, titolare di Oma Illuminazione -. Quello del led è un trend che non conosce rallentamenti: lighting designers, architetti e progettisti preferiscono ormai i led nell’illuminazione di interni ed esterni sia per la durata, sia per l’efficienza energetica, cioè il basso consumo, sia ancora per l’eco-compatibilità, vale a dire l’assenza sostanze pericolose ed inquinanti». Una tecnologia così elevata non impedisce comunque a Oma Illuminazione di operare con
notevole elasticità produttiva (merce rarissima oggi), ciò che permette realizzazioni speciali con lampade lunghe anche oltre 2 metri, per grandi quadri, affreschi, librerie e quant’altro. Realizzazioni che sempre più vengono apprezzate e utilizzate da prestigiose strutture alberghiere italiane e internazionali: ad esempio, recentemente hanno scelto i prodotti Oma Illuminazione due prestigiosi hotel 5 stelle di Firenze e, tra breve, lo farà il più noto albergo di Saint Vincent che monterà 300 lampade a basso consumo lunghe ciascuna 1,5 metri.
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Artisti
TERESA EMANUELE OCEAN RUSH - PLEXIPRINT ESSAOUIRA - 2009
TERESA EMANUELE ATTENZIONE RAVVICINATA AL PARTICOLARE Testi di Stefania Prandi
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eresa Emanuele “offre un mondo interiore di fantasie e di sogni, una presentazione delle idee in una sequenza di inquadrature e non fotografie, alla ricerca del proprio specifico”. Con queste parole il critico e storico dell’arte Mauro De Felice racconta il lavoro di Emanuele, artista poco più che trentenne che, dopo aver abbandonato il lavoro a Wall Street nel 2006, ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia. Nel tempo si è cimentata con diverse forme di composizione, dalla ritrattistica alla paesaggistica. Pur non rinunciando mai alla sperimentazione, Emanuele predilige il bianco e nero. All’attivo ha 5 personali – l’ultima, intitolata Rushed, alla Gallery A-3 di Mosca – 12 collettive e la partecipazione al Padiglione Lazio della Biennale di Venezia con il lavoro “Senza Ombra di Dubbio”. Questa è un’opera realizzata mediante una stampa in plexiglass e un delicato meccanismo di
Teresa Emanuele nasce a Roma nel 1980. Ai suoi studi, classici prima e giuridici poi, affianca da subito un profondo interesse per l’arte moderna e contemporanea e per la fotografia. Nel 2004 si laurea in giurisprudenza alla Luiss, trasferendosi poi a New York per un master alla Columbia University ed una carriera a Wall Street. Il caos della Grande Mela è al contempo una grande ispirazione ed il più versatile e colorato set fotografico. Il suo lavoro denota un’attenzione ravvicinata al particolare, uno studio del macro che trascina il quotidiano all’astratto. Nel 2008 frequenta un corso presso la Photomanhattan - School of Photography, dove perfeziona la tecnica e scopre la ritrattistica e il bianco e nero. Tornata da poco in Italia, si dedica alla fotografia affiancando la pellicola al digitale, e lavora nel mondo dell’arte contemporanea. Da qualche anno viaggia in Paesi in via di sviluppo come fotografa ufficiale volontaria delle missioni dell’associazione benefica Smile Train Italia Onlus.
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‘animazione’ della proiezione dell’immagine che la rende dinamica. “Come l’arte iconografica si serve dell’occhio, Teresa Emanuele si serve dell’obbiettivo, cercando di creare un’immagine inclusiva fatta di svariati momenti, fasi ed aspetti delle cose – scrive il critico De Felice. - L’artista mima sì il quadro, ma con la possibilità di ritagliare il particolare, emancipando le capacità visive artistico- creative attraverso le quali ipotizzare quella funzione narrativa che possa accrescere in parte il patrimonio formativo comunicabile”. Per Emanuele, continua De Felice, “l’impostazione operativa è caratterizzata tanto dal suo mondo interno, quanto dalla sua relazione con il più ampio contenuto ambientale. L’artista è consapevole che, osservando la natura, si impari a conoscere il mondo dal quale si trae esperienza. Gli elementi naturali o fisici diventano immagini, necessariamente legate con la struttura emozionale dell’artista”.
T - 100x70 cm
Teresa Teresa Emanuele “offers an interior world of fantasy
and dreams, a presentation of ideas in a sequence of frame shots, not photographs, a study on precision”. With these words the critic and art historian Mauro De Felice talks about the work of Emanuele, artist in her early thirties who chose to abandon a Wall Street career in 2006 to dedicate herself full time to photography. Over time she has tried her hand at diverse forms of composition, from portraits
NELLA PAGINA PRECEDENTE VITTORIO SGARBI ILLUSTRA, alla biennale di quest’anno, UN’OPERA AD ALCUNI OSPITI insieme all’allora PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SILVIO BERLUSCONI
to landscapes. While never renouncing experimentation, Teresa prefers black and white. To her credit, 5 personal exhibitions, the last of which entitled Rushed was held at Gallery A-3 in Moscow; 12 collective and a participation at Lazio Pavilion at the Biennale in Venice with the work, “Without the Shadow of a Doubt” (Senza ombra di dubbio). This work was realized with a print on plexiglass and a delicate mechanism of “animated” projection resulting in dynamic imagery.
TERESA EMANUELE Senza Ombra di Dubbio shadow box - 130x190cm Atlante, Marocco 2009
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GLOW-IN divano e tavolino design Marc Sadler STRIPE pouf design R&S Désirée STRUTTURA LUCE tappeto Désirée è main sponsor delle mostre: Van Gogh e il viaggio di Gauguin. Dal 12/11/2011 al 15/04/2012. Genova, Palazzo Ducale. Da Vermeer a Kandinsky. Capolavori dai musei del mondo a Rimini. Dal 21/01/2012 al 03/06/2012. Rimini, Castel Sismondo. Zotti Opere scelte. Dal 21/01/2012 al 28/03/2012. Rimini, Castel Sismondo. Gruppo Euromobil Numero Verde 800-011019 www.divani-desiree.com
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VORREI COMBATTERE PER UN MONDO MIGLIORE LUDMILLA RADCHENKO
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udmilla Radchenko ci accoglie nel suo studio milanese, ampio e luminoso, mimetizzato tra le vetrine dei negozi di zona Pasteur, dove si rinchiude per giorni interi a dipingere. Alle pareti i quadri della sua ultima mostra intitolata “Woman been”, un ciclo di tele con figure femminili e autoritratti. Opere realizzate con tecniche che vanno dalla stampa su tela allo stencil, passando per l’acrilico e le resine. Alcune ancora imballate, di ritorno dal vernissage dello scorso novembre. Un grande evento, con oltre 600 invitati, allestito su due piani negli spazi dello Studio Più di zona Tortona a Milano,
LUDMILLA RADCHENKO BETTER WORLD FOR NEW GENERATION - 2011 cm 150x150
SOTTO LUDMILLA RADCHENKO GOD SAVE MY SHOES - 2011 CM 200x130
dove sono stati esposti in tutto 28 lavori. Accanto a un video artistico (che racconta il percorso di crescita di una donna dall’infanzia all’età adulta), tele di grandi dimensioni e un’installazione dal titolo “Il mondo alla frutta”: un enorme torsolo di mela coperto da lattine vuote con al centro una sveglia. “Voglio che le mie opere abbiano un’etica ben precisa” spiega Radchenko, pittrice trentenne approdata dalla televisione al mondo dell’arte con all’attivo personali tra New York, Milano, Roma, Lugano e una Biennale (la 54esima) nei padiglioni di Torino e Viterbo. “Un’opera che amo molto si intitola “Cessored” ed è una parodia dell’Italia di oggi dove, a certi livelli, contano soltanto i soldi, il potere e il sesso”. Gli studi all’accademia e il diploma in design hanno dato a Radchenko l’abilità di esplorare tecniche diverse. “Mi piace sperimentare ma sempre come pittrice aderente alla corrente del Pop Ralism - dice. - Sento di vivere in un momento storico in cui è importante trasmettere messaggi per migliorare il mondo”. Come in “God save my shoes”, quadro con la Venere di Botticelli che indossa un paio di All star e sullo sfondo il permesso di soggiorno della stessa Radchenko “come promemoria delle difficoltà che ho avuto per stare in Italia”. Oppure come in “Better world” con Pippi Calzelunghe e la scritta “I wanna be free but I need your help for save the planet”. “Il mio mito di quando ero piccola e vivevo ancora in Siberia – dice sorridendo. - Con questo lavoro ho voluto renderle omaggio”. Foto Luca Patrone e Marco Curatolo
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Fuori porta
ARTE E VINO: LE PASSIONI DELLAFAMIGLIA CERETTO
PER LA FAMIGLIA CERETTO ricerca enologica e piacere di una buona bottiglia sono soprattutto un fatto di cultura
di Stefania Prandi
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rte e vino. Sono queste le passioni della famiglia Ceretto che da anni affianca la produzione di vini pregiati all’amore per l’arte. Convinti che la ricerca enologica e il piacere di una buona bottiglia siano soprattutto un fatto di cultura i Ceretto, come mecenati d’altri tempi, hanno dato impulso ad attività in favore della pittura, dell’architettura e della letteratura. Una delle ultime iniziative di questo percorso, cominciato nel 1982 con la reinterpretazione delle etichette delle bottiglie, è la “Casa dell’artista”. Una cascina che offre agli artisti di tutto il mondo l’opportunità di trascorrere qualche tempo nella cornice delle Langhe per ispirarsi e creare. In questo spazio è stata anche presentata la collezione di opere di diversi pittori (tra i quali Baldessarri, Clemente, Graf, Karella, Kiefer, Nozkowski, Wollard e Smith) primo passo per un progetto che ha come obiettivo la creazione di un’area espositiva nelle vigne per la valorizzazione e il sostegno dell’arte contemporanea. Un altro progetto è stato “L’Acino” in cima alla collina Monsordo
LA SALA DEGUSTAZIONE
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in Alba: una grande bolla ovale, sospesa tra le vigne. Un oggetto leggero, totalmente trasparente, a rappresentare un acino d’uva. Per la sua realizzazione gli architetti Luca e Marina Deabate hanno scelto un materiale plastico innovativo, l’Etfe, soffice e pruinoso come l’uva. Vicino a quest’opera l’architetto Giuseppe Blengini, ispirandosi ai colori delle vigne e all’affascinante geometria irregolare dei filari, ha creato uno spazio dedicato all’accoglienza e alla degustazione. Tra le altre iniziative dei Ceretto ci sono “Il Cubo”, situato sulla sommità del Bricco Rocche in Castiglione Falletto e “La Cappella di Sol LeWitt e David Tremlett” a Brunate La Morra. Inoltre non si possono dimenticare i brindisi organizzati per battezzare le nuove annate dei vini di casa alla presenza di autori e giornalisti. Tra i partecipanti, negli anni scorsi, ci sono stati Enzo Biagi, Umberto Eco, Massimo Gramellini, Enrico Mentana e Beppe Severgnini.
L’ACINO
THE CERETTO FAMILY - Art and wine. This is what the Ceretto family is passionate about and for years has combined their fine wine production with the love of art. One of the last initiatives is the “The Artist House” (Casa dell’artista), a farmhouse that allows artists from all over the world the opportunity to spend time in the Langhe region. Collections from different artists have been presented – Baldessarri, Clements, Graf, Karella, Kiefer, Nozkowski, Wollard and Smith, to name a few. Another project has been “The Grape” (L’Acino) on top of the Monsordo Hills in the town of Alba – where a huge oval bubble is suspended between grapevines. Other initiatives of the Ceretto family have been “The Cube” (Il Cubo) on the peak of the Bricco Rocche hill in Castiglione Falletto, “The Chapel of Sol De Witt and David Tremlett” (La Cappella…) in Brunate La Morra. Impossible not to mention the toasts raised to christen new vintage Ceretto wines with the participation of noted journalists and writers such as Enzo Biagi, Umberto Eco, Massimo Gramellini, Enrico Mentana and Beppe Severgnini.
cappella di Sol LeWitt e DavID TREMLETT
PIOLA - PIATTI ARTISTICI
LA CASA DELL’ARTISTA
INFO: CERETTO Località San Cassiano 34 12051 ALBA tel.+39 0173 282582 www.ceretto.com
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Style
INTERVISTA ESCLUSIVA A GIOVANNI ANZANI AD POLIFORM di Paolo Fontanesi
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ttualmente ricopre due incarichi pubblici di notevole prestigio: è Presidente di Assarredo nonché Vice-presidente di Federlegno che fa capo a Confindustria. Lui è Giovanni Anzani, Amministratore Delegato del gruppo Poliform, classe 1950, che dall’età di vent’anni subentra al padre nell’azienda di famiglia e assieme ai due cugini, Alberto e Aldo Spinelli, decide di imprimere un nuovo corso alla società che si trova a dirigere. Nasce così Poliform, e prende il via una nuova strategia aziendale che mira a rivolgersi a mercati sempre più ampi con proposte di design moderno e metodi produttivi di tipo industriale. Oggi Poliform è indiscutibilmente una delle realtà italiane più importanti nel settore dell’arredamento internazionale. Anzani in particolare si è sempre occupato della crescita e dell’attività di comunicazione aziendale. A lui si devono tutte le efficaci e geniali campagne pubblicitarie sia di Poliform che di Varenna, la seconda azienda
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rilevata e poi rilanciata in ordine di tempo. Poliform è stata una delle poche aziende del distretto del mobile lombardo a capire per tempo l’importanza di uscire dai confini italiani e anche da quelli europei. Negli ultimi anni più del 50% dei ricavi è arrivato dai mercati esteri. Poliform è stata forse l’unica azienda italiana del mobile a poter competere persino con le primarie aziende tedesche, i competitor di sempre e ancora oggi leader mondiali nelle cucine. Ora l’obiettivo dell’azienda di famiglia, in parte già realizzato, ci ha confidato Giovanni Anzani in questa intervista esclusiva per Art Style, è di consolidare e crescere la nostra presenza oltre che in Europa, in particolare negli Stati Uniti. Per fare questo Poliform si sta muovendo in due direzioni: quella del contract, con una società creata ad hoc, la Poliform Contract, e quella de-
gli showroom, per farsi conoscere al grande pubblico internazionale. Dott. Anzani, Lei occupa due incarichi di prestigio e di grande responsabilità rispettivamente in Assarredo e Federlegno: come conciliare gli impegni istituzionali con quelli aziendali ? «Come imprenditore, mettersi in discussione e accettare nuove sfide è quasi un imperativo metodologico. Dal 1970, anno in cui io e i miei cugini, Aldo e Alberto, siamo subentrati nella gestione dell’azienda di famiglia, ci mettiamo in discussione tutti i giorni. Siamo in periodo oggi di grande difficoltà perché stiamo vivendo un momento di crisi globale. Personalmente, nei miei ruoli, cerco di intervenire fornendo il mio contributo e la mia esperienza alle aziende che fanno capo alla nostra associazione. Il mio obiettivo è cercare di fare maggiore sistema.
Siamo individualisti e più portati ad agire da soli che con azioni comuni. Abbiamo la fortuna che il mobile “Made in Italy” è leader nel mondo, ma è anche vero che i fatturati che genera il nostro settore non sono paragonabili a quelli ben più importanti che caratterizzano l’abbigliamento e l’alimentare, quindi si deve cercare di migliorare le risorse e gli investimenti». Assarredo, l’associazione di FederlegnoArredo ha scelto di aderire all’ADI la fondazione che riunisce imprese, progettisti, critici, ricercatori e giornalisti. Con quale scopo ? «Sicuramente per contribuire a realizzare iniziative e manifestazioni che promuovano la cultura del design. Inoltre il nostro impegno nella Fondazione ADI, vuole contribuire a portare al suo interno il bagaglio di esperienze che hanno reso la nostra associazione protagonista, interprete e promotrice del design italiano. L’adesione alla Fondazione è la conferma del costante impegno di Assarredo nel diffondere l’idea di un design sostenibile, rispettoso dell’ambiente e del benessere sociale». Per essere veramente competitivi bisogna quindi imparare anche a vendere e a pubblicizzare al meglio i prodotti italiani? «Bisogna porsi degli obiettivi ambiziosi, concepiti e portati a termine grazie ad idee vincenti e metodologie efficaci. Operazioni mirate, proponendo quello che di più bello l’Italia ha da offrire, attraverso i canali pubblicitari. Prima di tutto ci deve esserci qualità e competizione dei prodotti, e in questo Poliform assicura da sempre una ottima certificazione sui materiali come il legno, che è il meglio che offre il mercato mondiale. Poi viene la comunicazione, un aspetto fondamentale per ogni azienda, perché è soprattutto attraverso la pubblicità che si
riesce a far conoscere al grande pubblico ciò che ognuno di noi produce, in sostanza quelli che chiamiamo i nostri prodotti. Molte aziende, ad esempio, nell’attuale situazione di crisi tendono a sacrificare l’attività di promozione e comunicazione per far quadrare i conti, e questa è una scelta sbagliata perchè poi certamente non aiuta a vendere di più ma sempre di meno. Tagliare in pubblicità è un pò come togliere benzina ad una macchina. Pubblicità a tutti i livelli ovviamente, senza escludere internet, perché sappiamo che oggi la “rete” consente di raccogliere e diffondere informazioni in tempo reale. È un’opportunità incredibile, anche per veicolare il sistema Made in Italy del mondo dell’arredamento e del design. Accanto ai tradizionali canali commerciali sono convinto, inoltre, che il mondo delle grandi forniture internazionali possa fornire grosse soddisfazioni e margini di crescita. È per questo che uno degli obiettivi che perseguirò fino alla fine del mio mandato in Assarredo, sarà lo sviluppo del settore del “Contract”. Su cosa si deve investire di più affinché l’internazionalizzazione sia efficace? «Bisogna investire in studi molto approfonditi del mercato. Avere dei dati attendibili che mostrano la situazione reale di ciascun paese e cogliere le opportunità di sviluppo che offrono. È importante avere ben presenti anche le problematiche civili e politiche del Paese, quindi rispettare le mode di quel Paese, i gusti della gente e i loro modi di vivere gli spazi della casa, e magari soltanto dopo proporre nuovi stili». L’arte può essere un valore aggiunto dell’arredamento ? «L’opera d’arte completa quindi arricchisce le nostre case, e come l’arredamento, rispecchia i gusti e la personalità di chi abita quella casa. Il mio rapporto con l’arte è
storico, perché da molti anni mi avvicino al mondo dell’arte per arricchire la mia collezione. E’ vero che potersi permettere l’acquisto di opere d’arte dipende soprattutto dalla disponibilità economica. Personalmente non compro esclusivamente per puro investimento, ma preferisco scegliere quadri o sculture perché inizialmente mi colpiscono lo sguardo e mi comunicano qualcosa. Poi se scopro che sono opere di autori emergenti che possono diventare di grande valore, ancora meglio. L’importante è avere un proprio gallerista di fiducia che ti possa consigliare quindi dare delle garanzie su ciò che hai appena acquistato». Poliform non significa soltanto “arredamento”, ma anche sport e cultura vero ? «Poliform è sponsor, con un suo catamarano, della Class-1 World Championship di motonautica. Un’iniziativa senza precedenti quella che ha visto più volte come protagonista il catamarano di Classe 1 Poliform 74: la barca, pilotata da Guido Cappellini, di origini comasche, nel campionato principe della motonautica mondiale e nel Gran Premio d’Italia FIA - Formula 1, già 10 volte campione mondiale di F1 H20, con al suo fianco Giampaolo Montavoci. Per ciò che riguarda la cultura e l’arte, sosteniamo tutte le attività promosse nella splendida Villa Olmo a Como, come testimonianza ed attenzione rivolta sempre al nostro territorio».
PAGINA PRECEDENTE Giovanni anzani Nello sfondo la sede poliform
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AN INTERVIEW WITH GIOVANNI ANZANI, THE CEO OF POLIFORM
Presently this man is responsible for two prestigious public commissions: President of Assaredo and Vice-president of Federlegno headed by Confindustria (Italian workers federation). The person is Giovanni Anzani, CEO of the Poliform Group; born in 1950, he took his father’s place in the family business at the age of 20 and together with his two cousins, Alberto and Aldo Spinelli, he decided to change the course of the company he found himself directing. Poliform was born and a new business strategy was undertaken aiming towards broadening the markets with modern design proposals and industrial-type methods of production. Today, Poliform is without a doubt one of the most important realities in the sector of international décor. Poliform is perhaps the only Italian furnishing company capable of competing with top German companies, strong competitors who still today lead the international market in kitchen design. Giovanni Anzani confides to Art Style that the objective of this family business which in part has already been realized – is to consolidate and grow beyond the boundaries of Europe, aiming particularly towards the United States. Mr. Anzani, you are fully responsible for two important prestigious roles both for Assarredo and Federlegno. How are you able to conciliate both public and your business commitments? “As a businessman, to question oneself and to accept new challenges is a methodological imperative. Since 1970, the year in which I, with my cousins Aldo and Alberto, took over the direction of the family business, we interrogate ourselves every day. Today is a time of great difficulty due to the global crisis that we are faced with. Personally, in my roles I try to intervene offering my contribution and my business experience to companies that are under our association. My objective is to find a major system”.
Assaredo, associated with FederlegnoArredo has chosen to adhere to ADI (Association for Industrial Design) that unites businesses, designers, critics, researchers and journalists. Why? “Most probably in order to participate in the realization of initiatives and exhibitions that promote the culture of design . Besides, our commitment to the ADI Foundation means contributing internally with our baggage of experience that has made our organization a leader, interpreter and promoter of Italian design. Assarredo’s adherence to the Foundation confirms their constant commitment to diffuse the idea of sustainable design, respectful of the environment and social well-being”. Therefore, to be truly competitive is it necessary to learn how to better sell and publicize Italian products? “There’s a need to conceive ambitious objectives and bring them to a conclusion with winning ideas and efficient methodology. Targeted operations that propose the best of what Italy has to offer, through channels of publicity. First of all, there’s a need for quality and competition and Poliform in this respect, guarantees an optimal certification on products like wood, the finest available in the world market. Next there’s communication, a fundamental aspect for any company, because it is through publicity that what we produce, or our products, are promoted on a larger scale to the public. Publicity on all levels, internet included, because in today’s age, the “web” allows us to collect and diffuse information in real time. An incredible opportunity for moving the “Made in Italy “ system in the world of home furnishing and design. Besides, compared with traditional channels of commerce, I am convinced that the big international distributors worldwide will derive huge satisfaction and greater margins of growth”. What investment would create a more efficient internationalization?
“There’s a need to invest in very intense studies on today’s market. To have credible data that shows the actual situation of every country and to take advantage of any development opportunity offered. It’s important also to have clear ideas on the eventual civil and political problems of a country and therefore to respect traditions, the likes of the people and their style of living space in the home, after which perhaps new styles could be introduced”. Can art be considered a valid addition to home furnishing? “A work of art completes and embellishes our homes and as décor reflects on the tastes and personality of those who inhabit within. My rapport with art is historic because for many years I have been in contact with the art world to enrich my own collection. Personally, I don’t buy exclusively for pure investment, but prefer to choose paintings or sculptures that initially catch my glance and communicate something to me . Later if I discover that these are works of emerging artists destined to increase in value, then even better. The important thing is to have a gallery dealer that you trust, who can advise you and give you guarantees on that which you have just purchased”. Poliform does not only signify “home furnishing” but sport and culture as well, correct? Poliform, with its catamaran, sponsors the Class-1 World Motorboat Championship. An initiative without precedence in which Poliform 74, Class 1 catamaran has been a protagonist various times (the boat is piloted by Guido Cappellini, originally from Como, a 10-time world champion of F1 H20, assisted by Giampaolo Montavoci), in championships of international motorboat racing as well as in the Italian Gran Premio FIA - Formula 1. For what regards art and culture, we endorse all the promotional events at Villa Olmo in Como as a demonstration of the attention we reserve towards our national territory”.
DIVANO Metropolitan di Jean Marie assaud
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IL LUSSO À LA CARTE. TRE RISTORANTI OLTRE LE STELLE.
Siamo l’unico cinque stelle lusso a brillare sulle Dolomiti. Eppure non ci accontentiamo. Parlando di emozione, magia e charme, sappiamo che i nostri clienti sono insaziabili e allora abbiamo con cura, passione e competenza estrema, messo a punto tre ristoranti. Tre itinerari meravigliosi: lungo i sentieri della cucina ampezzana, con “La Stube 1872” o “Il Gazebo-Gourmet Restaurant”, con la sua mirabolante struttura vetrata il cui piatto forte è lo spettacolo delle Tofane, o ancora fra le pirotecniche proposte dei piatti tipici di mare e monti dell’irripetibile tradizione regionale italiana de “La Veranda del Cristallo”. Potremmo raccontar vi tante altre cose che ci riguardano ma, come sanno i nostri clienti, a tavola è bene non parlare mai troppo.
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Eventi
ROMA. AL COMPLESSO DEL VITTORIANO DAL 12 APRILE AL 25 MAGGIO 2012
ENZO FIORE GENESI: I MITI DELLA STORIA di Luca Beatrice
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l designer Hubert Duprat, nel suo progetto “The wonderful caddis worm”, ha messo a disposizione di un allevamento di tricotteri (comuni bachi da seta), tutta una serie di materiali preziosi di diverse forme e colori (oro, perle, zaffiri, rubini). E loro, gli insetti, hanno realizzato degli “astucci” abitativi di invidiabile genialità progettuale e finezza scultorea. “Siamo natura e natura ritorniamo” ci ricorda Enzo Fiore. Osservando le sue grandi tele e le sculture, torna alla mente la perfezione di certi nidi di volatili o quegli habitat costruiti da organismi animali in grado di adattarsi all’ambiente nel quale si trovano a vivere.
La pittura di Enzo Fiore è certo organica e insegue la perfezione naturale nella scelta dei materiali usati. L’artista conosce la terra e il legno grazie anche alla formazione da restauratore e da scenografo. Nato a Milano nel 1968, ha unito la passione per una ricerca quasi da entomologo e naturalista con la lezione poverista impartitagli all’Accademia di Brera dal maestro Luciano Fabro. Fiore sceglie una personale rivisitazione del tema del ritratto: non riduce gli elementi
PAUL NEWMAN TECNICA MISTA SU TELA 160X120 cm - 2010
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JOHN LENNON TECNICA MISTA SU TELA 160X120 cm - 2010
della rappresentazione a minime forme concettuali bensì investe i soggetti, nobili, di una vibrante e nuova vitalità grazie all’uso insolito dei materiali pulsanti e viventi, che cambiano stato, forma e consistenza nel tempo. Ama le sgocciolature artificiose e la pigmentazione naturale. Ben lontano da un gusto per l’informe, il suo è un gesto più espressionista, certo emozionale, derivato in parte dal controllo dell’immagine e da un’improvvisazione dettata dall’organicità delle sostanze che indicano la sinestesia con cui sono state costruite. Compaiono
sulle sue tele muschio, radici, foglie e resine (cemento per assemblare e solidificare le sculture): i ritratti “nidificano” sul supporto, s’intrecciano e s’infittiscono in maglie organiche e dense. La copia resta fedele all’originale o quantomeno verosimile, che si tratti del volto complesso di Bacon, dell’imperscrutabile Kafka o dell’icona pop Andy Warhol. La natura e l’arte convergono per Enzo Fiore nella galleria di ritratti che dedica alla storia della cultura occidentale grazie alla copia dei classici che si rinnovano nel linguaggio e nella tecnica.
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LIZ TAYLOR TECNICA MISTA SU TELA 100X75 cm - 2011
GIUSEPPE GARIBALDI TECNICA MISTA SU TELA 180X140 cm - 2011
ENZO FIORE The designer Hubert Duprat, in his project “The Wonderful Caddis Worm” left at the disposal of caddis flies (common silkworms), precious materials of diverse forms and color (gold, pearls, sapphires, rubies). They, the insects created habitable “encasings” of enviable planning geniality and refined sculpturing. “We are made of nature and to nature we will return”, Enzo Fiore reminds us. Observing his large canvases and sculptures recalls to mind the perfection of certain bird’s nests or those habitats created by animal organisms capable of adapting to their
MARILYN MONROE TECNICA MISTA SU TELA 120X90 cm - 2011
GRETA GARBO TECNICA MISTA SU TELA 140X110 cm - 2011
J.M. BASQUIAT TECNICA MISTA SU TELA 200X150 cm - 2011
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environment. Enzo Fiore’s painting is by all means organic and pursues natural perfection in the selection of the material utilized. The artist knows the earth and wood thanks to his early formation as art restorer and scenographer. Born in Milan in 1968 he combines his passion for research almost as an entomologist and naturist using the lessons on “Poor Art” imparted at the Academy of Brera, tutored by maestro Luciano Fabro. Fiore chooses a personal reassessment of the theme of portraits; without reducing elements of representation to minimalistic conceptual forms, but rather investing his subjects with a vibrant and new vitality thanks to the unusual use of pulsing, live matter that changes its condition, form and consistency over time. Passionate about artificial driblets and natural pigmentation. Far from abstract, his forms, more expressionist and emotional, derive in part from a controlled imagination and by an improvisation dictated by the organicity of the substances that indicate the synesthesia with which they have been constructed. Musk, roots, leaves and resin (cement for assembling and solidifying the sculptures) appear on his canvases; the portraits “nest” on supports intertwining and thickening in a dense organic weave. The copy is faithful to the original and just as realistic, whether it’s the complex face of Bacon or the inscrutable Kafka or the pop art legend Andy Warhol. For Enzo Fiore, nature and art blend in a gallery of portraits dedicated to the history of Western civilization thanks to copies of the classics, renewed in imagery and technique.
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Julio Larraz, un cubano a Roma
In estate al Vittoriano, le opere ironiche dell’artista guerriero rappresenteranno il potere dal 7 luglio al 4 ottobre
Reminiscing in The Firing Room - 2011 olio su tela - cm 198x152
di Andrea Maurizio Campo
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onserva in sé l’indole guerresca del mar Caraibico, il piglio battagliero della Repubblica di Cuba che nelle sue tele si tramuta in una forza immaginativa virulenta e autarchica. I suoi soggetti sono sempre caratterizzati da una fortissima ideologizzazione, un realismo sociale che pare discendere in linea retta dall’esperienza cubana, quella revolucion, a cui suo malgrado – era ancora bambino- dovette partecipare. “A Cuba mio padre aveva una biblioteca di 25.000 libri, che alla nostra partenza fu data alle fiamme- racconta Julio Larraz in una intervista di qualche tempo fa -la mia pittura esprime l’indignazione per gli abusi dei potenti, il loro lato grottesco e la loro egolatria. Pensano esclusivamente a loro stessi dimenticando gli altri. Non tollero le dittature di destra e di sinistra, la guerra e il militarismo, e dipingendone i simboli me ne libero. Mi libero delle mie paure”. Il pittore cubano, nell’estate del 2012, sbarcherà a Roma in uno dei luoghi simbolo della capitale, il complesso del Vittoriano, dove verrà celebrata la sua arte parodistica e grottesca, figlia di quell’esperienza da caricaturista
The artist olio
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The Royal M.L.E.S. Queen of Hearts 2011 - olio su tela - cm 152x182
che contraddistinse la prima parte della sua carriera “Ho lavorato per il NewYork Times, il Washington Post, il Times Magazine e altre importanti testate statunitensi- spiega l’artista -ma ho sempre sentito di essere pittore, fin da quando, da piccolo, vidi tra i libri di mio padre i dipinti di Caravaggio”. Utilizzando lo strumento linguistico più vicino a lui, l’ironia, Larraz porterà al Vittoriano le sue invettive espressioniste e quei ritratti burleschi fortemente ostili a ogni genere di sopruso, a ogni prevaricazione, a ogni ingiustizia deterministica, in cui la morale “popolare” sublima in una contestazione velata e giocosa. “Io dipingo ciò che mi interessa, né per la critica né per il pubblicoconclude l’artista -un artista deve essere autentico, svelare e denunciare al mondo la verità e le ingiustizie. Il dovere di ogni pittore è informare”.
artist and his model - 2011 olio su tela - cm 152x198
Nemo - 2011 olio su tela - cm 52x182
Meteor Shower - 2011 olio su tela - cm 101x127
The left wing - 2011 olio su tela - cm 152x198
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Fashion
BORBONESE, DETTAGLI DI STILE di Ilario Tancon
V
olumi e linee ergonomiche sono i punti di forza di borse e accessori della collezione PrimaveraEstate 2012 che la creatività del marchio Borbonese interpreta facendoli divenire oggetti unici, dai movimenti e dai tagli innovativi. Con Borbonese la borsa diventa “body friendly”, cioè asseconda le linee del corpo e facilita l’uso di un oggetto indispensabile nel guardaroba della donna contemporanea. I materiali vengono stravolti e subiscono una metamorfosi materica. Borbonese, poi, attinge dal suo archivio storico e ripropone alcune borse importanti, come la Mambo e la Tango, con accorgimenti tecnici che ne garantiscono la qualità e la continuità di immagine e tradizione. I dettagli che caratterizzano le creazioni sono prestigiosi, come l’anello torchon, ripreso dal disegno di un anello nautico dei primi del ‘900 e che Borbonese ripropone come motivo ricorrente anche nelle stampe dei foulard. I materiali sono ricercati e innovativi. La parola d’ordine è infatti “sperimentazione”: le pelli sono ultra leggere e vengono trattate come foulard, proposte in una palette di colori vitaminici. L’OP stampato sul pitone propone una nuova interpretazione dell’animalier e diventa optical. Le borse in camoscio OP estremamente morbide con attacco torchon e il manico regolabile prendono spunto dalla selleria per creare nuove linee, con una loro cartella di colori più “cosmetici” e sui toni degradè. Elementi “funny” ma funzionali sono inseriti nelle borse più “urbane”, versione double face e leggere. Come per le forme, Borbonese si ispira al suo passato anche per un materiale utilizzato negli anni ’80, il cuoio vegetale con cui si progettano borse più strutturate. I giochi di intrecci per i manici delle borse, le calzature e i bijoux sono dettagli ricorrenti in tutta la collezione. I colori della stagione sono il blue royale, il corallo, il mimosa, il verde anice o verde menta abbinati alle tonalità neutre come l’avorio e il bianco. Il nylon è proposto in tutte le varianti colore e il Crystal, il pvc trasparente, è usato per creare delle nuove borse mare con profili colorati. Una collezione moderna e innovativa, quella Primavera – Estate 2012, garantita dalla tradizione di un marchio che non tradisce mai le aspettative dei suoi ammiratori.
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Volume and ergonomic lines are the strong points of purses and accessories of the new SS12 Collection by Borbonese that through the creativity of the brand become unique pieces in their movement and innovative styles. With Borbonese the purse becomes “body friendly”, by following the shape of the body and facilitating the use of an indispensable item in the wardrobe of today’s contemporary woman. Borbonese draws from its historical archives and presents several important bags, like the Mambo and the Tango with technical solutions that guarantee the quality and the continuity of tradition. The details that characterize the creations are exquisite, such as the twisted ring, taken from the design of a nautical ring from the early 1900s which Borbonese is showing
again as a recurrent motive even stamped on the scarves. The password is experimentation” – with ultra-light leather that is treated like a scarf proposed in a palette of vivacious colors. The “OP” embossed on the python offers a new interpretation of animalier and becomes optical. The“OP” suede bags are extremely soft with a twisted ring and an adjustable handle, inspired by the saddlery , creating new lines, with a range of more cosmetic colors and graduated tones. The Spring-Summer 2012 collection is both modern and innovative, guaranteed by the long-standing tradition of the brand that has never betrayed the expectations of its admirers.
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Appuntamenti
IMPETI RIFLESSIVI di Giorgia Gallina
sotto MICHELE TOMBOLINI
NELLO sfondo IL CANDELABRO TECNICA MISTA E COLLAGE SU TAVOLA 2011 - CM 213x174
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l Palazzo delle Prigioni di Piazza San Marco sono visibili alcuni selezionati lavori di Michele Tombolini appartenenti al lungo e fertile ciclo “e luce fu..”. Le grandi tele esposte ritraggono i momenti d’impeto che l’artista veneziano riserva alla riflessione sulla violenza della natura umana, sulla sofferenza delle tragedie che hanno toccato l’occidente indelebilmente e, soprattutto, su quelle condizioni di vita che sfiorano l’assurdo desiderio di potere e di dominio di pochi sulle masse. Una pittura talmente materica, ricca, densa di colore, stoffe, oggetti d’uso che avvicinano il suo linguaggio a quello pop e allo stesso tempo a quello dell’arte povera di cui è originalissimo interprete. I soggetti ritratti vengono compressi all’interno di
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La mostra, curata da Chiara Casarin, verrà inaugurata alle ore 12 del 6 gennaio e rimarrà aperta fino al 20 gennaio
simboli violenti, gli viene chiusa la bocca non per non farli parlare ma per fare capire a noi quanto silenzio ci sia sempre stato dietro le grandi manovre sociali di repressione. Gli occhi dei bambini, le stoffe ricche e drappeggiate che colano dal busto dipinto, le forme semplici e istintive sono tutti piccoli segni del suo alfabeto pittorico sempre più definito, sempre più riconoscibile oltre confine, sempre più accattivante e adatto a quella forma di collezionismo e apprezzamento critico che può fare la differenza nella produzione artistica italiana. La mostra, curata da Chiara Casarin, verrà inaugurata alle ore 12 del 6 gennaio e rimarrà aperta fino al 20 gennaio.
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Glass
ROBOT ESEGUITO IN BLU COBALTO INCAMICIATO OPALINA ALTO CIRCA 68 CM
Un’opera d’arte tra terra e fuoco di A. C.
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siste un’arte che ancora oggi è sfida dell’uomo, della maestria contro gli elementi. Fuoco e terra sono le energie contro cui deve lottare trasformandole in alleate il maestro vetraio. La gravità che attira a se, alla terra il vetro, ammorbidito dal calore del fuoco; terra e fuoco che il maestro deve gestire per plasmare la materia rovente e farle assumere la forma dell’emozione, dell’opera d’arte. Antichi saperi e fulminee movenze per pinzare, tagliare, addolcire l’incandescente pasta che prende forma sono le cose che rendono unica e diversa da tutte le altre opere d’arte quelle realizzate in vetro. Un’alchimia unica che ancora oggi vive nelle creazioni artistiche della vetreria muranese Bisanzio Gallery. Un nome evocativo, che nasce nel lontano 1816 quando il laboratorio muove i primi passi nella meravigliosa isola veneziana come azienda artigianale a conduzione familiare. Negli anni, il desiderio di produrre cose belle è sempre rimasto l’orizzonte verso cui Bisanzio Gallery ha puntato per creare opere, oggetti unici che dentro racchiudono tutte queste energie. La Vetreria oggi diretta con la passione di un tempo da Leone Panisson raccoglie le opere di vari artisti, tra i quali Walter Furlan ed il figlio Mario, maestri vetrai tra i più importanti dell’isola di Murano. Con loro collaborano, oltre lo stesso Panisson, anche importanti creatori d’arte; dai più famosi come H. Sobotta, B. Lindstron,
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Bisanzio Gallery presenta i suoi vetri. La poesia delle trasparenze veneziane
SCORPIONE E MAMMUT ESEGUITI IN TECNICA FILIGRANA E ZANFIRICO SOMMERSI SCORPIONE ALTO CIRCA 65 CM MAMMUT ALTO CIRCA 66 CM
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É bello quando si torna a casa! E tornare al Grand Hotel Savoia Vi darà la stessa sensazione di esclusiva familiarità, di lussuoso calore, in una struttura completamente rinnovata. Sul comfort non siamo scesi a nessun compromesso, abbiamo pensato solo a quello che poteva farvi stare bene, con camere e suite di grande pregio, il ristorante Savoy, il bar Giardino d’inverno, il Cigar Bar, spazi per mostre d’arte ed eventi musicali, il centro benessere Messeguè e il centro congressi, storico punto di incontri della cultura, donato nuovamente a Cortina d’Ampezzo. Grand Hotel Savoia, il nuovo hotel a 5 stelle di Cortina d’Ampezzo: è qualcosa di meglio, ed è bello poterlo scegliere!
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Art amidst earth and fire. In the Muranese laboratory, founded in 1816, the passions of Leone Panisson live on. An art form exists that still today challenges man in mastery against the elements. Fire and earth are the energies against which a glass master must fight to transform them into an allies.
The gravity that attracts it to the ground, softened by the heat of the fire; earth and fire must be handled by the master to mould the fiery matter and give it a shape - of emotions, of a work of art. Centuries-old secrets and split-second timing to pinch, cut and soften the incandescent paste that begins to form, are what renders artistic glass unique and diverse from other forms of art. A unique alchemy that still today lives in the artistic creations of the Bisanzio Gallery glass factory. An evocative name that was born long ago in 1816 when the laboratory began its initial steps in the incredible Venetian island as artisans in a family-run business. Over the years, producing beautiful products has always remained the horizon towards which Bisanzio has aimed, creating works, unique objects
VASI SOFFIATI COPERTI DA TESSERE IN COLORI LIBERI - VASO SX ALTO CIRCA CM 67 - VASO DX ALTO CIRCA CM. 68
F. Bianconi, V. Marzi, ad altri. E anche qui l’alchimia di saperi e conoscenze si fonde, nella continua ricerca della profondità emotiva delle forme, dell’armonia dei colori, della qualità dei cristalli che diventano poi opere d’arte uniche. Ogni singola scultura nasce da un disegno che ne traccia le prime linee con un lavoro creativo che richiede tempo e giorni per rendere su carta ciò che è l’estro artistico creativo. La cristallizzazione dell’idea in opera concreta, tangibile è poi il rito che le maestre mani compiono nel silenzio creativo della fornace, dove fuoco, terra e mestiere danno vita alle forme, in una magia che unisce l’esecutore, il presentatore e la materia, che diventa opera. Opera d’arte unica, come le creazioni della Bisanzio Gallery.
that hold within this amazing energy. The glass factory today is directed with the same passion by Leone Panisson who collects works from various artists such as Walter Furlan and his son Mario, renowned glass masters on the island of Murano. In addition to Panisson, other collaborators include important art designers - H. Sobotta, B. Lindstron, F. Bianconi, V. Marzi and others, to name a few. An alchemy of profound knowledge and wisdom mingles in the continuous study on the deepest emotivity of form, of color harmony and the quality of crystal that will later become unique works of art. Every single sculpture is created from a design traced from a creative work that requires time, sometimes days to render the inspiration of the artist on paper. The crystallization of the idea into a concrete and tangible work of art is a ritual of the master whose hands silently create in front of the furnace where fire, earth and craftsmanship give life to forms in a magical sequence that unites the master, the presenter and the material that becomes a work of art - a unique piece of artwork, distinctive of the Bisanzio Gallery.
VASI SOFFIATI SU BASE NERA CON INTARSI DI PERLE A 4 DIMENSIONI VASO SX ALTO CIRCA 66 CM VASO DX ALTO CIRCA 47 C
RICCARDO GUSMAROLI in movimento esposizione dal 29 novembre al 17 dicembre 2011
Fiera Internazionale d’arte contemporanea International exhibition of contemporary art
SAREMO PRESENTI PAD 15
27-30 GEN 2012 - BOLOGNA ITALIA
via Senato, 20 Milano 20121 tel. +39 (0) 276006473 fax +39 (0) 2799707 cell. +39.3487421417 info@galleriatega.it www.galleriatega.it
lun - sab 10 -13 / 15 - 19
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Home spaces
ALPE - ASTRA
SPAZIO AI SENSI 2012 di A.T.
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STRA SPA arricchisce la sua proposta di modelli con una nuova interpretazione dell’abitare in cucina; LINE è il ritratto dell’attualità nel segno della concretezza attraverso il design delle superfici laccate lucide oppure acriliche, queste ultime caratterizzate da uno straordinario “effetto seta” al tatto. Si tratta di una vasta gamma di novità che riflettono differenti sensibilità, dove le combinazioni di cromie e materiali diversi generano una molteplicità di risposte per l’architettura domestica. Un caleidoscopio di toni caldi e rassicuranti lega i singoli volumi di un ambiente immerso in una luce soffusa. Accanto alla pulizia formale di un’estetica senza la maniglia, trova spazio l’accostamento di colori in libertà, per un progetto che unisce il design alla forma e alla funzione.
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ALPE ASTRA Senses in the Space Astra range is enhanced with a new way of living the kitchen; Line is the actual portrait of the concreteness is the present by the shiny and lacquered/japanned surfaces or the acrylic ones: these particularly silky to the touch. It is a new range of colours and materials corresponding to many sensations and creating different solutions for the domestic architecture. The ambient volumes are reciprocally closed one with the other as a kaleidoscope of warm and soft tones. Together with an essential aesthetic line without handle, the colours found space in freedom merging the form and the function together.
A SINISTRA E SOPRA: ASTRA - Progetto LINE
in basso: dettaglio ante LINE
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FORMA E FUNZIONE La “Linea GIORNO” di ALPE Arredamenti è un progetto per arredare spazi contemporanei in continua evoluzione, che si arricchisce nel tempo di nuove componenti e di nuove varianti. Contiene un’idea di casa reale, vera, sempre più legata alla sensazione di comodità e di Italian Style, che trova la sua più alta espressione nel calore e nella matericità delle superfici in laccato opaco. L’utilizzo di geometrie primarie e di volumi essenziali nella zona giorno interpreta la ricerca della massima leggerezza compositiva, fra essenzialità del design e soluzioni progettuali evolute dove tutto è a portata di mano.
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FORM AND FUNCTION The Alpe living idea is to furnish contemporary spaces always challenging and improving with new elements and possibilities. The inner idea is the real and true housing sensation, the comfort closed to the Italian Style; the first expression is found in the warm and materiality of matt surfaces. The lightness of living is reached by essential geometries and simple volumes. The project solutions are studied among essentiality of design where everything is closed to you.
SOTTO: Progetto TEKNICA laccato opaco Tortora e Rovere Grigio
a destra: Progetto TEKNICA laccato opaco bianco e ferro le cucine
www.astra.it
giorno & notte
www.alpe.it
AD: arch. Alessandra Turchet www.interiordesignconcept.eu FOTO: Marino Moro www.marinomoro.it
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Granocchia Fine Art Cortina - Milano - Londra Gioielli - AntichitĂ
Giovanni Ghisolfi, Milano 1623-1683 Coppia di dipinti olio su tela 61 x 81cm
Paesaggio con ruderi e figure che indicano un filosofo emergente da una grotta
Paesaggio con ruderi e rappresentazione della parabola del pesce
Cartier - bracciale ed orecchini, oro giallo , rubini, diamanti
Van Cleef & Arpell’s oro bianco, perle e diamanti
David Webb NY - bracciale, oro giallo , smalto bianco e nero, diamanti, 2 rubini, anni 60
Harry Wiston, orecchini, platino e diamanti
Bulgari, collana oro e diamanti
Bulgari oro giallo, smeraldi 36ct, rubini 12ct, diamanti 20ct, anni 80
Tiffany NY, bracciale platino e 25ct di diamanti F/G vs1
Cartier oro giallo, diamanti e perle naturali
Cortina d’Ampezzo - Corso Italia, 85 - Tel. & Fax 0436 2326
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Gallerie
GALLERIA GIOACCHINI OSPITA ENZO CUCCHI
SOPRA: GIANCARLO GIOACCHINI CON ENZO CUCCHI
di Stefania Prandi ENZO CUCCHI - CINEMA - 2003 OLIO SU TAVOLA - Ø 20 cm
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O
ltre al Museo delle arti Marca di
Catanzaro e a Palazzo Reale a Milano, anche la galleria Gioacchini ha voluto festeggiare il periodo natalizio a Cortina con una mostra del maestro più visionario tra gli esponenti della Transavanguardia, Enzo Cucchi. Ricordiamo infatti che il suo mondo è in questi giorni esposto in un’ importante personale a Catanzaro curata da Achille Bonito Oliva e in una delle cinque mostre del gruppo della Transavanguardia a Milano. Nativo di Morro d’Alba, marchigiano come i Gioacchini, legati da un’amicizia che risale ai tempi giovanili, l’artista torna tra le pareti della galleria ampezzana con un’ esposizione inaugurata il 27 dicembre che rimarrà aperta fino a marzo 2012. In mostra alla Galleria Gioacchini quindici opere di rilevante significato artistico. Tra queste, alcune fanno parte del ciclo “Erezione”, già esposte in Irlanda e a Zurigo, alla Galleria Bruno Bischofberger. Si tratta di lavori rappresentativi della pittura di miniatura dove l’attenzione al particolare dimostra una concentrazione iconologica che si traduce nel respiro in dilatazione del microcosmo rappresentato. Le immagini sono composte in inquadrature filmiche fissate in aggettanti prospettive lenticolari. In questi dipinti il corpo della pittura è lo stesso del pensiero. Inoltre, tra le altre opere in mostra, si evidenziano il significativo olio su tela “Piede vede” del ‘96, con firma di Cucchi a tutto quadro in metallo, ed “Omeopatia”, un olio su tela del 2004 di formato cm.47x55. Enzo Cucchi è un artista di fama internazionale che indaga senza sosta tra tecniche e discipline diverse. Usa la pittura come mezzo di aggregazione di forme, concetti e materiali e si avvale dell’espressione invasiva del gesto, attraverso il quale la tela assurge a ricettacolo di immagini e pensieri, veicoli di un discorso frastagliato in mille sospensioni. Nei suoi lavori sono presenti simboli disparati, di matrice classica o onirica, strappati all’attualità o alla memoria, che si sovrappongono e dialogano sul tessuto cromatico da cui sembrano, in concomitanza, emergere. La carriera di Cucchi esplode negli anni ‘70 nel momento di crisi delle ideologie, quando un gruppo di cinque artisti fanno la Transavanguardia, un movimento teorizzato nel 1979 su Flash art da Achille Bonito Oliva, capace di scatenare al superamento del concetto di storia inteso come ricerca costante del progresso. I cinque sono: Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino. E come scrive lo stesso Bonito Oliva di Cucchi: “Essere originali significa tornare alle origini. Enzo Cucchi è artista d’onore, visionario e sorprendente, capace di colpire per la ricerca mirata all’essenziale. In questo senso lo definisco un artista a futura memoria”.
ENZO CUCCHI OMEOPATIA - 2004 OLIO SU TELA CM 47 x 55 ENZO CUCCHI PIEDE VEDE - 1996 OLIO E METALLO SU TELA CM 40 x 40
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Punto sul punto
COCÒ, IL PAPPAGALLO DI DE PISIS, GLI BECCHETTAVA IL VOLTO di Milena Milani
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nseparabile dal suo proprietario, il pappagallo di de Pisis, chiamato Cocò, era sempre lo stesso, oppure ogni tanto veniva sostituito? I maligni dicevano che il Maestro ne aveva una schiera, che lo seguivano nei suoi spostamenti, preparati per rispondere a ogni domanda. Comunque sia, i pappagalli erano di una razza pregiata, con un bel ciuffetto sul capo; un po’ maliziosi, conoscitori di ogni segreto del pittore. Io avevo incontrato il Cocò veneziano, per la prima volta quando a causa dei bombardamenti, de Pisis aveva avuto la distruzione del suo atelier di Via Rugabella a Milano e, come se niente fosse, eccolo nella Serenissima con quadri, telai, cornici, pennelli, colori, vasetti di ogni genere. Cocò stava nel suo trasportino speciale, storico addirittura, perché ogni lato portava dipinti di altri Maestri amici. C’erano opere di Arturo Tosi, il grande paesaggista lombardo; quelle di Campigli con le sue donne a teatro; di de Chirico metafisico; di Tomea artista-gelataio; di Carrà, futurista della prima ora; e di tanti altri, ognuno con qualche centimetro quadrato di spazio, in esaltazione di un volatile bizzarro piuttosto pettegolo dalle origini antiche, forse di cinquanta milioni di anni fa. Aveva una voce stridula che, in ogni istante, ripeteva le parole di de Pisis, creando un singolare intreccio di vocaboli, compresi insulti e stupefacenti improperi. Cocò aveva un particolare interesse a stare in alto, soprattutto sui pioli del suo attrezzo ma, preferibilmente, sulla spalla destra del Maestro, becchettandogli a intervalli i capelli o qualche punto del volto, come nei, bollicine, piccole imperfezioni. A lui tutto era permesso. Era davvero un protagonista assoluto, tutt’uno con il suo padrone. Spesso esprimeva il suo sdegno per qualche collezionista che non si era munito di biglietti di banca in contanti, svolazzava, e gridava inquieto la sua collera, identica a quella di de Pisis che si chiudeva a riccio e non mollava nessuna opera se non vi era il corrispettivo liquido. “Soldi, soldi” ripeteva il Maestro. “Siamo in guerra, la vita è sempre più cara, i costi sono raddoppiati, anzi triplicati, voglio i soldi in contanti”. I presenti erano impauriti, qualcuno usciva per andare in banca a cambiare gli assegni; il perfetto barone Languasco, segretario di de Pisis, era sempre pronto con le sue tabelle scritte per indicare agli acquirenti ciò che bisognava fare. In attesa, nel corridoio c’erano gli uomini della borsa nera, con ogni genere di vettovaglie e mercanzie. Ai tè pomeridiani, Cocò era avveduto nei confronti di chi si riforniva per la seconda volta di dolci, di pasticcini, di zucchero. Interveniva perentorio, con autorità, attento e preciso e gli invitati cercavano di scusarsi. Quando de Pisis usciva a dipingere quadri esterni, Cocò era il primo a svolazzare, a indicare il percorso da seguire, a sistemarsi in attesa che l’artista terminasse il lavoro. Anche quando de Pisis saliva in gondola e il fidatissimo Bruno la conduceva per rii e canali al luogo prescelto, Cocò si districava tra la folla che ammirava il Maestro, appollaiandosi il più alto possibile. Ogni tanto la sua voce dominava la scena con vocaboli incredibili zeppi di significati. Le parolacce terrorizzavano gli ammiratori d’arte che circondavano il Maestro, ma lui, imperturbabile, spiegava che Cocò era l’espressione del tempo, l’esaltatore della vita che si rinnovava.
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LA NEOMETAFISICA Giorgio de Chirico & Andy Warhol
26 Dicembre 2011 - 8 Gennaio 2012
Giorgio de Chirico Piazza d’Italia con squadre e Arianna dormiente, 1969 olio su tela, 57,5x76,5 cm
Aprile, Ottobre: • DIPINTI e sculture del XiX e XX secolo • ARREDI E DIPINTI ANTICHI Maggio, Novembre: • DIPINTI, DISEGNI, SCULTURE E GRAFICA • ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
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La Farsettiarte effettua stime gratuite e riservate di dipinti antichi e moderni, arredi e oggetti d’arte. Le opere da inserire in catalogo saranno visionate fino a 60 giorni prima dell’asta.
CORTINA D’AMPEZZO - Largo delle Poste (Piano rialzato) - Tel. 0436 860669
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Art in Progress
LA TECNOLOGIA DIVENTA ARTE di Stefania Prandi
LINEA MURANO ART HA Presentato alla stampa il 22 dicembre, il primo software in grado di gestire e controllare l’originalità dei pezzi prodotti
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ora in poi chiunque acquisterà un’opera di Afro Celotto sarà certo di avere tra le mani un originale. A certificare l’autenticità dei lavori dell’artista veneziano, maestro della lavorazione del vetro di Murano, il nuovo sistema Rfdi (Radio frequency identification). Si tratta di un dispositivo che permette di riconoscere gli oggetti in modo automatico, a distanza, con l’uso di apparati come smartphone o tablet. “L’identificazione è possibile grazie ad un chip digitale chiamato tag – spiega Ferruccio Ferrari, amministratore delegato di Novarex, ditta specializzata in sistemi per l’etichettatura - che viene applicato al pezzo artistico e utilizza le radiofrequenze per la trasmissione di dati. Il tag contiene un certo numero di informazioni come il codice, la data di realizzazione, l’artista e comunica con un server da dove l’utente può scaricare certificazioni, fotografie e filmati inerenti al pezzo”. Il progetto per applicare la tecnologia Rfdi alle opere di Celotto - che si estenderà, in una seconda fase, ai lavori di altri artisti - è stato ideato e realizzato da Linea Murano Art srl e Art Glass Studio in collaborazione con Novarex. “E’ la prima volta al mondo che questo tipo di tecnologia viene applicata alle opere di un artista – spiega Nicola Foccardi titolare della Linea Murano Art – Abbiamo purtroppo verificato che molte aziende commerciali usano incidere nomi quali “Afro Design, Afro Studio o Afro Celotto for” su pezzi fatti da altri maestri per ingannare il collezionista. Con il sistema Rfdi questo non accadrà più. Si tratta di una certificazione sicura, senza possibilità di clonazione”, assicura Foccardi. Il sistema Rfdi ha anche altri tipi di applicazione. Una di queste verrà utilizzata per la nuova opera di Celotto, una scacchiera grande 5 metri quadrati che l’artista realizzerà interamente in vetro di Murano per marzo 2012, in occasione della festa di riapertura – dopo una chiusura di 2 mesi per restyling - della sede della Linea Murano Art. L’integrazione del dispositivo Rfdi servirà ad illuminare le caselle della scacchiera su cui si sposteranno i pezzi grandi più 80 centimetri.
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Opera del maestro Afro celotto
Fine articolo CELOTTO
Fondo di un opera del maestro Celotto con un RFDI “Radio Frequence Identification”. la tecnologia usa trasmissioni a microonde tra un chip elettronico inserito nel vaso e un apposito lettore. Con questa tecnologia SI da AI CLIENTI la possibilità di verificare l’originalità del vaso.
From now on, whoever acquires a work signed by Afro Celotto, will be certain to possess an original. The authenticity of work by the Venetian artist - Muranese glass master - will be certified by RFID (Radio Frequency Identification). This system is equipped with a device that permits the automatic recognition of objects from a distance with the use of apparatus like Smartphones or Tablets. The identification is made possible thanks to an electronic chip, or tag, that is applied to the artistic piece and utilizes radio waves to transmit data. The tag contains a certain quantity of information such as a code, the date, facts on the artist and communicates with a server from which the user can download certificates, photos and films inherent to the work. The project for applying the RFID technology to Celotto’s work (later to be extended in a second phase to the works of other artists), has been conceived and realized by the Linea Murano Art company and Art Glass Studio in collaboration with Novarex.
FLAMINGO RUBINO
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ArtPeople
UN’AVVENTURA A TUTTO TONDO di Lucia Majer
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a parte più nobile dell’influenza umana sulla natura, la carezza sapiente nel grumo di gesti sconsiderati, è l’arte; che si manifesta attraverso la trasformazione ispirata della materia, nel gesto antico del demiurgo che plasma una forma e che rinnova costantemente la sorpresa e quel senso di mistero che da sempre accompagna l’opera d’arte. Un lavoro enorme si svela agli occhi quando sfogliamo il catalogo dei lavori di Ilirjan Xhixha. Un lavoro cominciato fin dalla giovinezza, a Durazzo, e poi coltivato e approfondito con gli studi specialistici all’Accademia di Belle Arti di Tirana prima e all’Accademia di Brera di Milano poi, da cui esce con il Diploma sia in Pittura che in Scultura, qualifiche che ancora oggi definiscono la duplice anima del suo lavoro, di pittore e scultore. Per entrambi i generi l’artista offre un’ampia galleria di opere che si dividono in figurative ed astratte, le prime avendo come tema privilegiato il cavallo, le seconde una linea e una pennellata curva e sintetica, dalla spazialità depurata. Sicuramente colpisce, nella serie di opere (dipinti e sculture) figurative, l’attenzione e la massiccia presenza del cavallo come tema iconografico, scelta che pone immediatamente l’artista in relazione con l’intero corso della storia dell’arte. Simbolo di potere, forza e soprattutto nobiltà non c’è artista che non abbia ritratto la bellezza delle sue forme e l’armonia dei suoi muscoli, basti pensare – per rimanere nell’ambito moderno – a grandi maestri come de Chirico, Marini,
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Fratello del famoso Helidon, Ilirjan Xhixha completa l’esperienza estetica di una famiglia di artisti.
Messina e Sassu. Xhixha rappresenta l’animale a volte in forma accennata, con pochi ma decisi tratti, altre volte con linee marcate e possenti, immerso in un’atmosfera mitologica (è il caso delle opere monumentali in acciaio) ma sempre e comunque elegante, sobrio e dinamico. Nei corrispettivi pittorici la forma e il movimento sono resi da una pittura accesa e vibrante, pur nell’essenzialità dei tratti, giocata su forti contrasti di luce. Il cavallo è così per l’artista un fantastico “gioco” immaginativo nel quale si incontrano virtuosismi tecnici e voglia di evasione. Rimanendo sul piano della forma, è interessante osservare come le linee asciutte che incontriamo nella rappresentazione della figura le ritroviamo anche come elemento dominante nei lavori astratti, per lo più intesi come ricerca spaziale e ritmica. Lo spazio della tela, attraversato da un movimento di pennellate curve, fluide e veloci, diventa lo spazio di un’indagine in profondità, che penetra nelle trasparenze di colore e nell’oscurità dell’intimità personale. Analogamente
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S troviamo nelle sculture concettuali la stessa sintesi di articolazione della forma – fissata nell’espansione a spirale – e di movimento, in un perfetto intreccio costruttivo. In queste opere, realizzate in alluminio, in ferro o in bronzo, si afferra con gli occhi tutto il sapore di un’energia vitale che si rinnova e si espande sia nel contesto di interni vissuti privatamente sia di collettivi spazi in cui il luogo urbano è spazio di convivenza umana.
Leafing through the pages of the catalogue of works by Ilirjan Xhixha, reveals an enormous amount of painting and sculpture. He began as a youth in Durazzo and later deepened his interest with specialized studies first at the Academy of Fine Arts in Tirana followed by the Academy of Brera in Milan, where he received his diploma both in Painting and Sculpture; this qualifying attribute still today defines the two-fold spirit of his work as painter and sculptor. In both areas the artist offers an ample gallery of works that can be divided into figurative and abstract categories, the first particularly with themes on horses, the second is a line, a curved and concise brush stroke in a purified spatiality. Xhixha sometimes represents the animal in a “barely there”
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form, with few but decisive features; other times with more marked, stronger lines in a mythological atmosphere (such as the monumental work in stainless steel), but always with elegance, sobriety and dynamic. Similarly we find the same synthesis of articulation of form and movement in the conceptual sculptures as they spiral and expand up into a perfect interwoven contraction.
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Wishes
I SEGRETI DI VIVIANA CONQUISTANO PARIGI di Ilario Tancon
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segreti di Viviana conquistano Parigi. Non stiamo parlando di gossip ma di “Eclat de Mode”, l’evento parigino dedicato all’universo del bijou dove creatività, fantasia, metalli preziosi e moda si incontrano in un salone che anticipa tendenze e crea stili. 4 giorni di esposizione, 400 creatori di bijoux e preziosi arrivati dal mondo intero, in un luogo di scambio unico e caloroso, nel cuore di Parigi, città della moda. Questo è “Eclat de Mode”. L’appuntamento dello scorso settembre ha visto protagonista anche le creazioni di “Secret Vivian” firmate da Viviana Reatti. La vitalità e la creatività della designer cortinese hanno conquistato la Ville Lumière. «Ho tentato la via di Parigi e Parigi ha risposto – commenta con soddisfazione Viviana Reatti -. Quella all’ “Eclat de Mode” è stata un’esperienza meravigliosa: l’arrivo, le gambe che tremano per l’emozione,il vedersi esposti due pezzi nel Fashion Village, tra i 30 migliori designers presenti, il non rendersi perfettamente conto dell’esperienza che si sta vivendo. Un’atmosfera magica: l’allestimento, la gente in fermento, la collaborazione, l’essenza pura della creatività. Il Salone è stata davvero un’esperienza entusiasmante – dice ancora Viviana -. Al di là dell’ottimo riscontro avuto, specialmente in un momento come questo nel quale il mercato è in piena crisi, molto importante è stato l’aver acquisito un nuovo bagaglio d’esperienza». Esperienza che diventa sempre più importante, con oltre 300 disegni prodotti e commercializzati. Sono numeri importanti. «Sì, ma anche se i numeri sono importanti, credo di avere trovato la strada giusta per continuare a produrre artigianalmente i miei gioielli senza cedere alla grande produzione. Anche se la produzione è su larga scala, sono e vorrei rimanere un’artigiana. Al servizio del mondo femminile, a trecentosessanta gradi: dalla ragazza attenta ai dettami della moda, che magari indossa una delle ultime realizzazioni come quelle che si ispirano al tema dei teschi, alla donna discreta, che preferisce il classico stile Arabesque o fiabesco». E poi oltre alla collezione basica in argento e in resina, le novità in plexiglass e smalto e l’ottone lavorato come fosse argento per non
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prendersi troppo sul serio. Una produzione vasta che nasce da una fantasia infinita … «Direi, meglio, da fonti d’ispirazione infinite: uno scorcio, i colori della montagna, gli arabeschi delle nuvole in cielo, un libro, una favola, una piccola scaramanzia. Ma anche il pensare a chi potrà indossare una mia creazione, che sia una donna o una ragazza che voglia sentirsi a proprio agio con un gioiello ironico e allo stesso tempo raffinato e ricercato».
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Personaggi
FORTISSIMAMENTE ALEX ZANARDI !!! di Paolo Fontanesi
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lex Zanardi, bolognese classe 1966, è un noto pilota automobilistico di Formula Uno, divenuto di recente anche un popolare volto televisivo di Rai 3, rete su cui conduce, il sabato in prima serata, la fortunata trasmissione a divulgazione scientifica, «E se domani ..». Zanardi è nato e cresciuto con la passione per lo sport e per l’automobilismo. Ha iniziato a gareggiare all’età di 14 anni con i kart, debuttando a Vado in una gara sponsorizzata dalla Pubblica Assistenza. Nel giro di pochi anni diventa un ottimo e promettente pilota, tanto da esordire nel 1988 nel Campionato di Formula 3 Italiano, con una Dallara-Alfa Romeo del team di Coperchini. Dopo le prime vittorie, nel 1991 passa in Formula 3000 con il team del Barone Rampante di Giuseppe Cipriani, e al volante di una Reynard 91D-Mugen vince la gara d’esordio a Vallelunga, e si ripete un paio di mesi dopo al Mugello. Sempre nel 1991 Eddie Jordan, manager dell’omonima squadra di Formula 1, ingaggia Zanardi come sostituto di Michael Schumacher, passato allora alla Benetton. Grazie ai buoni risultati viene terza guida della Benetton nel 1992 e partecipò a tre gare alla guida di una Minardi in sostituzione di Christian Fittipaldi. L’anno seguente venne ingaggiato dalla Lotus come seconda guida dopo Johnny Herbert. Alex ottenne il primo punto mondiale piazzandosi in sesta posizione in Brasile ma subì un grave incidente nelle prove a Spa-Francorchamps che lo costrinse a concludere anticipatamente la stagione. Ma la svolta professionale del pilota bolognese arriva nel 1996, con l’esordio nel campionato statunitense CART, a bordo della vettura del team Chip Ganassi Racing. Zanardi ottiene da subito la pole position alla seconda gara e tre vittorie finali che gli assicurarono il terzo posto nel campionato. Nel 1997 e nel 1998 conquista poi per due volte il titolo dominando le stagioni e divenendo un idolo delle folle d’Oltreoceano grazie alle sue vittorie spettacolari. Segue poi un periodo di andata e ritorno tra i campionati di Formula Uno e quelli di CART, che si conclude nel 2001 con il tragico incidente avvenuto durante il finale della gara in Germania, sull’EuroSpeedway Lausitz, già teatro dell’incidente mortale di Michele Alboreto. Dopo una lunghissima riabilitazione, per molti considerata una ripresa quasi miracolosa, Zanardi è tornato non soltanto a camminare grazie all’utilizzo di protesi, ma anche a fare sport a livello agonistico. Nell’ottobre 2005 vince la Prima Manche del Campionato Europeo Superturismo a Vallelunga. Nel 2006 partecipa ancora con la BMW al Campionato Italiano Superturismo e al WTCC, nel quale conquista la seconda vittoria in campo internazionale nella gara della tappa turca del WTCC a Istanbul. Ora da alcuni anni ha iniziato a partecipare a varie manifestazioni sportive paraolimpiche, e intrapreso una nuova carriera sportiva nell’handbike, in cui corre nella categoria H4. Il 19 giugno 2010, ai campionati italiani di ciclismo su strada di Treviso, ha conquistato la maglia tricolore, e ai campionati mondiali del 2011 a Roskilde, in Danimarca, ha vinto la medaglia d’argento nella prova a cronometro. Di recente è reduce dalla vittoria alla maratona di New York, stabilendo nell’occasione anche il nuovo record della categoria handbike. In questa intervista, Zanardi svela ai lettori di Art Style, di essere diventato conduttore un po’ per caso, e di non sentirsi affatto un personaggio
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televisivo ma piuttosto un telespettatore “in prestito” momentaneamente al piccolo schermo. Zanardi, ci sveli quindi com’è arrivato a fare televisione e a condurre in prima serata un programma di cultura sulla rete doc della Rai, tra l’altro molto seguito dal pubblico del sabato sera ?. «Direi assolutamente per caso. Nel senso che non mi ci vedevo nel ruolo di conduttore, e non mi sento nemmeno oggi un conduttore televisivo. Devo dire che la proposta che mi era stata fatta dagli autori del programma era stata fin da subito molto allettante, quando ancora il programma però era in via di definizione. Oggi, a distanza di tempo, posso confermare che il successo del programma deriva anche dalla semplicità del linguaggio divulgativo con cui si affrontano in realtà argomenti a volte molto complessi, ma resi semplici e comprensibili da tutti. Il mio ruolo in tutto questo sta nel sollecitare gli ospiti, per altro sempre molto illustri, con domande che a volte saranno anche banali ma sempre molto utili per fare capire al grande pubblico i concetti scientifici trattati. Per questo dico di non sentirmi un vero conduttore, ma piuttosto uno dei tanti “curiosi” che fa parte del pubblico che sta a casa davanti alla tv». Da quando fa televisione, ha dovuto sottrarre parte del suo tempo libero allo sport ? «Rispondo categoricamente con un “no”. Non avrei mai accettato di fare televisione se avessi dovuto rinunciare anche solo ad una minima parte della mia attività sportiva. Lo sport viene ancora prima di ogni altro impegno di lavoro. Posso dire che insieme agli impegni televisivi posso ancora concedermi il lusso di fare sport. Ovvio che in alcuni
se va rispettato, perché quando si “incacchia”, non c’è barca che tenga. Ma la libertà di solcare le onde, di alzarsi il mattino in un angolo isolato della Croazia e buttarsi direttamente in acqua senza nemmeno “passare dal via”, di ormeggiare al pontile di quei piccoli ristoranti che si trovano sulle isole Croate e mangiare il pesce appena catturato dai pescatori locali, di vivere soltanto di costume e T-shirt alla sera sono a mio avviso davvero impagabili. Poi non posso fare a meno dello sci, che rimane un momento di aggregazione fantastico, da vivere assieme alla famiglia, agli amici. Anzi, questo è l’unico aspetto che, dopo il mio incidente, speravo di poter recuperare. Quando provai il Monoski, lo strumento che uso oggi per sciare, cercavo soltanto un modo per tornare sulle piste con mio figlio, con Daniela e gli amici. Di certo non potevo immaginare che grazie a quel piccolo “trabiccolo”, avrei vinto una piccola sfida personale e avrei anche riassaporato il piacere intenso di uno sport che continua ad essere molto più “fisico” di quanto immaginavo potesse essere per persone nella mia condizione». Oltre allo sport e agli impegni di lavoro in televisione, Le rimane un po’ di tempo per gli hobbies ? «Come tutti i 45eeni coltivo diverse passioni, se così le vogliamo chiamare. Anche se effettivamente di tempo libero me ne rimane sempre ben poco. Detto questo, credo che leggere un buon libro, per esempio, sia sempre un ottimo modo di passare il tempo libero. Vi confesso però che da quando ho preso casa al mare, in Toscana, lì ho sempre tante cose da fare». Sappiamo che quest’anno ha visitato la Biennale di Venezia. Quindi anche l’arte è una delle sue “passioni” da coltivare ? «Diciamo che l’arte mi interessa, mi piace visitare mostre d’arte, anche se mi ritengo un profano in materia. Preferisco l’arte di tradizione, o meglio, faccio ancora molta fatica a capire l’arte contemporanea, quella concettuale. Come i tagli nella tela di Lucio Fontana o molta arte alquanto strana, so che non è un termine idoneo per definire certi stili, che ho visto appunto alla Biennale. Ma la mia non vuole essere una critica polemica ma semplicemente una personale testimonianza. Essendo nato in campagna ed essendo figlio di un operaio, per me rimane sempre una bella opera d’arte anche un manufatto uscito da un tornio o lavorato a mano da quei sapienti artigiani che oggi non ci sono più, purtroppo». Un’ultima curiosità: è vero che sta lavorando alla edizione di un Suo nuovo libro ? «Al momento non c’è nulla di nuovo in cantiere. E’ vero però che proprio alcuni giorni fa, parlando insieme al mio amico e giornalista Gianluca Gasparini (della Gazzetta dello Sport, ndr), si diceva che è arrivato quasi il momento di fare una versione più aggiornata della mia prima biografia uscita nel 2003. Vedremo se dopo le gare di Londra, ci sarà abbastanza materiale per lavorare su un prossimo libro. Certo è che la scrittura, visto i successi precedenti, mi prende davvero tanto».
periodi dell’anno mi capita di dover riorganizzare in parte la mia giornata, per non perdere nemmeno un minuto per gli allenamenti. Soprattutto in vista di gare importanti, prima fra tutte quella di Londra 2012 dove parteciperò nella categoria della Handbike». Quali sono per Lei le altre attività sportive più divertenti a cui non può proprio rinunciare ? «La barca è una mia grande passione. Intendiamoci, ammetto senza retorica che è una passione assai costosa. “Come ingrassare un maiale a Savoiardi!”, diceva mio Padre. Comunque, fortunatamente, oltre a tante soddisfazioni, la carriera mi ha dato anche gratificazioni economiche tali da potermi permettere un simile “giocattolo”, che io ho chiamato Hakuna Matata. Il mare vissuto in barca è veramente fantastico, anche
FOTO DI FONDO DI MARCO GIAROLI TRATTA DAL LIBRO FORTISSIMAMENTE, PUBBLICATO DALLA EDITVALLARDI
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Agenda Speciale
Testi di Ferruccio Gard
GALLERIE DELL’ACCADEMIA VENEZIA VINCE AL LOTTO
Ritratto di coniugi (Giovanni M. Cassotti e la moglie Laura Assonica?)
1523-1524 circa - olio su tela, 96 × 116 cm S. Pietroburgo, Museo di Stato Ermitage - inv. 1447
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ue fra i quadri più belli in assoluto di Lorenzo Lotto (Venezia 1480-Loreto 1556) appartengono all’Ermitage di San Pietroburgo, uno dei quattro musei più importanti del mondo. Il loro prestito per una mostra ha dell’eccezionalità, e da soli giustificano un viaggio a Venezia per visitare, alle Gallerie dell’Accademia, la mostra “ Omaggio a Lorenzo Lotto con i dipinti dell’Ermitage”. I due quadri in questione (ma in tutto ne sono esposti 14, tutti di notevole livello)sono il Ritratto di coniugi e la Madonna delle Grazie. Le due opere, la prima degli anni Venti e la seconda degli anni Quaranta del ‘500, sono considerate degli autentici capolavori. Il Ritratto di coniugi, dipinto verso la fine del soggiorno bergamasco del pittore veneziano, raffigura una coppia di patrizi locali, probabilmente gli stessi committenti del quadro, che viene raffrontato con due opere giovanili, la Giuditta e la predella della Pala di San Bartolomeo. Benché di piccole dimensioni splendida è anche la Madonna delle Grazie, capolavoro dell’ultimo periodo del Lotto. Si tratta di una rielaborazione di un quadro più grande, che fu rubato a Osimo all’inizio del secolo scorso e mai più ritrovato. è caratterizzato da un’atmosfera pacata, quasi sommessa e teneramente familiare, in contrapposizione con lo stile eroico del Tiziano. Il curatore Matteo Ceriano gli ha posto accanto un quadro dalla scenografia totalmente diversa, e cioè lo straordinario “ Vesperbild”( compianto sul Cristo morto), imprestato dalla Pinacoteca di Brera. Dal Kunsthistorisches Museum di Vienna è invece arrivato il Cristo in Gloria, dipinto dal Lotto nei suoi ultimi anni a Venezia e presentato assieme a una versione precedente di proprietà della Collezione d’Arco di Mantova. Stimolante è il confronto con le tre versioni bronzee che ne ricavò il Sansovino e che sono state imprestate dalla Basilica di San Marco, dal Museo del Bargello di Firenze e dai Musei Statali di Berlino. La mostra, promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e dal Polo Museale di Venezia, sarà visitabile sino al 26 febbraio 2012. E’ completata dall’esposizione di dipinti di artisti coevi di Lorenzo Lotto, del quale è in mostra, fra gli altri, anche il Giovane gentiluomo di casa Avogadro, riportato a nuova vita dopo un accurato restauro e riproposto per la prima volta al pubblico dopo la rassegna veneziana del 1953. Mentre è esposto per la prima volta in assoluto, tra vari documenti, il testamento che il Lotto scrisse di suo pugno a favore dell’Ospedaletto, la confraternita veneziana della quale era membro.
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Natività (Il bagno di Gesù Bambino)
1521 olio su tavola, 55,5 × 45,7 cm iscrizioni: «Lotus 1521» Siena, Pinacoteca Nazionale - inv. 643
Madonna delle Grazie
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GEORGIA O’KEEFFE IL SESSO NEI FIORI?
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Serie di nudi VII - 1917 Acquarello su carta 45,7 x 34,3 cm
u assillata da critici d’arte che vedevano sesso dappertutto, dai quadri astratti ai fiori, Georgia O’Keeffe, una delle icone dell’arte americana. In Europa, per la verità, non è molto conosciuta.Una incomprensibile lacuna, alla quale provvede ora la Calle - 1924 Fondazione Roma Museo che, dopo il Olio su tela successo della mostra su Edward Hopper, 40,6x30,5 cm si propone il bis con quest’altra grande artista, alla quale molti attribuiscono il merito di aver contribuito a cambiare il corso della storia dell’arte moderna attraverso la sua innovativa visione delle forme naturali e architettoniche del mondo. Nata nel 1887 nel Wisconsin e morta nel 1986 in Nuovo Messico, all’età di 98 anni, Georgia frequentò gli Istituti d’Arte di Chicago e New York, segnalandosi giovanissima, con un premio di pittura vinto a 21 anni. Paradossalmente, nello stesso anno, era il 1908, entrò in crisi e smise di dipingere, non identificandosi più con la esauriente il complesso tradizione del Realismo che le era stata itinerario dell’artista inculcata. Si mise ad insegnare e nel nei suoi vari passaggi, 1912, ad un corso all’University of dai nudi, al periodo Virginia, un apprezzato docente, delle architetture di Arthur Wesley Dow, la affascinò New York, ai fiori con una teoria a quei tempi macroscopici( forse i quasi rivoluzionaria. Secondo quadri che le diedero Dow, l’obiettivo di ogni la maggior fama) ai artista era quello di trasmetpaesaggi desertici del tere i propri sentimenti e le Nuovo Messico, dove proprie sensazioni attraverso si era trasferita negli armoniche combinazioni di linee ultimi anni della sua vita. e forme e il notan, i giochi di luci Curiosamente, ma forse e di ombre tramandati dall’arte non totalmente a torto, i critici giapponese. Per la O’Keeffe americani, sin dai quadri astratti fu una folgorazione. Tornò a sino e soprattutto ai fiori, si fissarono a dipingere con entusiasmo, condar loro una interpretazione in chiave sessuale, convinti che fossero una vertendosi all’astrattismo. Alcuni rappresentazione di parti del corpo dell’artista e delle sue esperienze suoi disegni a carboncino vennero sessuali. O’Keeffe negò di essere, al proposito, una seguace delle teorie apprezzati dal celebre fotografo freudiane, anche se ammise che in alcune sue opere voleva cogliere la Alfred Stieglitz( si sposeranno nel sessualità e la sensualità delle forme presenti nel mondo naturale, a 1924), che nel 1916 le organizzò incominciare appunto dai fiori. Promossa dalla Fondazione Roma e la prima mostra personale nella organizzata dalla Fondazione Roma Arte Musei e da Arthemisia Group, sua galleria, la modernista 291. la mostra è arricchita dalla ricostruzione dello studio dell’artista e Fu l’inizio di una entusiasmante da una serie di scatti di famosi fotografi americani che consacrano carriera che già negli anni venti momenti e luoghi dell’appassionante vita di Georgia. Dopo il Museo fece assurgere Georgia O’Keeffe Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, in via del Corso (sino al 22 gennaio fra i capofila americani dell’arte 2012), la mostra sarà trasferita alla Kunsthalle di Monaco di Baviera e modernista. La mostra romana, all’Art Museum di Helsinki. con l’esposizione di 60 opere provenienti da Musei e Fondazioni di vari Paesi ripercorre in modo Strada di New York con la luna - 1925
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Olio su tela montata su masonite - 121,9 x 76,2 cm
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LA LUCE DI MASSAGRANDE
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diventata anche un omaggio a Giorgio Segato, il critico d’arte padovano scomparso immaturamente la prima settimana dello scorso novembre, la mostra antologica che il Comune di Asiago dedica a Matteo Massagrande nella prestigiosa sede del Museo Le Carceri. In catalogo, oltre a uno scritto di Sandro Parmiggiani è pubblicata una mirabile e profonda analisi critica di Segato, nello stile di questo grande, competente, sensibile e appassionato protagonista dell’ultimo mezzo secolo dell’arte italiana, fra i fondatori, a Padova, della una volta celebre Biennale del Bronzetto. La mostra di Massagrande(sino al 26 febbraio 2012) espone 80 quadri realizzati negli ultimi 9 anni, oltre a una ventina di incisioni, tecnica che l’artista padovano ha perfezionato alla scuola di un maestro quale Giovanni Barbisan. Massagrande da anni si è imposto all’attenzione della The anthological exhibition dedicated to Matteo Massagrande that the Municipality of Asiago has inaugurated in the prestigious Le Carceri( ex-prison) Museum, has also become a tribute to Giorgio Segato, art critic prematurely deceased the first week of this past November. In addition to a text by Sandro Parmiggiani the catalogue has published a profound critical analysis of Segato, in grand style, of this competent, sensitive, and fascinating protagonist of the last half century of Italian art; he was also one of the founders in Padua of the once-famous Biennale of Bronze. The exhibition of Massagrande (open through February 2012) is displaying 80 paintings realized in the last 9 years, along with nearly twenty etchings, a technique that the Paduan artist perfected under the tutelage of maestro Giovanni Barbisan. Massagrande for years has been noted by critics and collectors both in Italy and
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MUSEO LE CARCERI DI ASIAGO
critica e del collezionismo in Italia e all’estero con le sue suggestive e seducenti ricerche sulla materia e sulla luce. Le sue opere, dal figurativo, alla natura morta e al paesaggio, infondono nell’osservatore emozioni che toccano le più intime corde dei sentimenti. Dipinge le luci, i rumori e i sapori di ciò che lo circonda e realizza i paesaggi dell’amata Ungheria (diventata la sua seconda patria, dopo aver sposato una donna magiara) come se veramente ci fosse dentro, in ossequio al detto secondo il quale un ungherese ama dire che “ io vivo dentro il paesaggio, non ce l’ho solo davanti”. Una sensazione che Massagrande riesce a trasmettere mirabilmente, così come sa suscitare nostalgie e sensazioni di ricordi familiari nelle evocazioni di antiche atmosfere con le personali raffigurazioni di pareti e stanze vuote di vecchie case, forse abitate negli anni dell’infanzia. La mostra, curata da Alberto Buffetti, segue le altrettanto abroad, with his evocative and seductive studies on material and light. His works – from figurative to still life and landscapes – inspire emotion in the viewer that touch upon intimate sentiments. He paints light, noises, and the flavor of that which surrounds him; he realizes landscapes of his beloved Hungary (his second home after wedding a woman from Magyar), as if he were truly inside, in deference to what Hungarians love to say, “The landscape in not only in front of me, I live inside it”. Massagrande is admirably capable of transmitting this sensation, just as he is able to awaken nostalgia and sentiments of family memories in his depiction of age-old atmospheres, empty walls and rooms of old homes, where he perhaps lived during the years of his infancy. Curated by Alberto Buffetti, the exhibition follows the equally important shows at the Museum of the Saint in Padua and the Esedra di Levante
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importanti rassegne al Museo del Santo di Padova e nella Esedra di Levante di Villa Manin, a Passariano. Patrocinata dalla Regione Veneto, è organizzata dall’Assessorato comunale alla cultura che vuole così proseguire nel progetto di fare di Asiago e del suo splendido Altopiano, mete già affermate del turismo internazionale, anche un centro importante per la cultura e l’arte contemporanea. Determinante la collaborazione dell’Associazione no profit Alberto Buffetti, che ha come finalità la diffusione della cultura in tutte le sue forme. La visione dell’arte che vuole diffondere è tutta nella frase del poeta Kahlil Gibram: “La bellezza non è un bisogno, ma un’ebbrezza. Non è una bocca assetata, né una mano vuota protesa. Ma piuttosto un cuore ardente e un’anima incantata”. Un concetto bellissimo che Alberto Buffetti ha significativamente scelto come slogan per la sua Associazione. in Villa Manin located in the village of Passariano. Sponsored by the Veneto Region, the exhibition was organized by the municipal office of Assessor to Culture and Heritage that would like the exhibition to continue in Asiago and its splendid surrounding altipianos , already an affirmed international tourist location as well as an important center for contemporary art and culture. A determining factor was the collaboration with the no-profit association, Alberto Buffetti, whose aim is to spread any form of cultural enlightenment. This entire vision is contained in one phrase by the poet Khalil Gibran, “… beauty is not a need but an ecstasy. It is not a mouth thirsting nor an empty hand stretched forth. But rather a heart enflamed and a soul enchanted…” A beautiful concept that Alberto Buffetti significantly has chosen as the slogan for his Association.
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Percorsi d’Arte
A TU PER TU CON Cinzia Vecchiato di Lucia Majer
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uando e come è nata la galleria che Lei dirige? La galleria è stata fondata nel 1987 da mio fratello Dante con l’idea di creare uno spazio di ricerca dinamico ed in continuo sviluppo. Io ho maturato la mia esperienza nell’ambito dell’organizzazione e delle pubbliche relazioni, privilegiando soprattutto la ricerca e la valorizzazione dei giovani artisti della nostra scuderia artistica in Italia e nel mondo. In questo senso nel 2006 abbiamo inaugurato un nuovo spazio a Padova in via Alberto da Padova che ha contribuito ulteriormente a dare al nostro lavoro una risonanza internazionale. Quali sono le linee di ricerca della Sua galleria? Attualmente promuoviamo maggiormente la parte contemporanea, attraverso artisti emergenti italiani e stranieri ma rimaniamo anche in qualche modo
legati alla cosiddetta parte storica, con le principali Avanguardie del Novecento – Fontana, Afro, Haring, Hartung, Warhol, Cucchi, Mathieu, Arman, Christò, solo per citarne alcuni, soprattutto in onore del grande lavoro fatto sugli stessi da mio fratello Dante. Un importante riscontro lo abbiamo avuto anche nei confronti dell’arte cinese e indiana, che abbiamo proposto con alcune mostre a Padova e a Milano. In questo momento cosa proponete in galleria? Abbiamo una personale di Silvia Papas ma sono molti gli artisti che curiamo con un lavoro a tutto tondo, non solo qui da noi ma anche all’estero, come testimonia il successo raggiunto da Rabarama, ormai richiestissima in tutto il mondo e da Cesare Berlingeri, artista concettuale e “di nicchia” se vogliamo, molto amato dalla critica e dai galleristi. E poi ci sono tutti gli artisti, emergenti e non, che ho conosciuto attraverso i miei viaggi e le nuove proposte che arrivano in galleria e che per un qualche motivo mi colpiscono, sulle quali poi progettiamo percorsi ad hoc per valorizzarle al meglio. Com’era il rapporto con suo fratello e come ha influito nello sviluppo della galleria? Io e Dante eravamo due entità molto diverse ma estremamente complementari. Lui aveva l’indole dell’artista, con una personalità creativa, grandi intuizioni ma forse con poco senso pratico (tipico dei grandi rivoluzionari quale lui era),
Interview with Cinzia Vecchiato, Manager of an internationally renown Italian art gallery. When and how was the art gallery created? My brother, Dante, opened the gallery in 1987, with the aim of creating a dynamic and continuously evolving space for research. I have been mainly concerned with the organisation and public relations side of the activity, with particular attention to research and the promotion of the young artists we represent in Italy and abroad. To this aim, in 2006 we opened a new gallery in Padua, via Alberto da Padova, which has contributed to the further enhancement of our reputation abroad. What are the lines along which your gallery prefers to experiment? We are currently focusing on contemporary art, sponsoring emerging Italian and foreign talents, but our work is still rooted in the socalled historical period, with the main Avant-Garde trends of the XX century - Fontana, Afro, Haring, Hartung, Warhol, Cucchi, Mathieu, Arman, Christò, to name but a few, especially given the considerable time and effort spent on them by my brother Dante. We have had good results also with Indian and Chinese art, which we have promoted through some exhibitions in Padua and Milan. What do you show in your gallery, at present? We are exhibiting the works of Silvia Papas, just now, but we usually give space also to many other artists, by promoting them in Italy and abroad; examples of this are Rabarama, a very talented, very popular sculptress, and Cesare Berlingeri, a “niche” conceptual artist who is very well loved and appreciated by critics and gallery owners. And then we have several other artists whom I met in my travels, and the new proposals offered to our gallery and which I find striking: in such cases we draft ad hoc plans to advertise them in the best manner. How was your relationship with your brother, and how did it influence the development of the gallery? Dante and I were very different, but we complemented each other. He was an artist, by temperament as well as by skill, with a very creative personality, a lot of intuition and very little common sense (typical traits of a revolutionary), while I believe I am quite concrete, even though my passion for art equals his own. In my work I have always given priority to organisation and team work and, although my brother was fundamental for my professional growth, I have my own identity, also thanks to what I learned from him. How do you see this crisis that is affecting the whole world and that is changing also the art world? What does Italy offer, and what would you like it to offer? The global crisis has brought some positive things too, as it has broadened the horizon for our art gallery, encouraging us to work more abroad. Italy certainly has several good cards to play, but at present there is very little enthusiasm. For instance, the latest
mentre io per carattere mi ritengo concreta, pur avendo la stessa passione e lo stesso amore per l’arte. Nel mio lavoro ho sempre privilegiato l’aspetto organizzativo ed il lavoro di squadra e, anche se mio fratello è stato molto importante per la mia crescita, io ho un’identità completamente differente, anche grazie a ciò che ho imparato da lui. In base alla sua esperienza, come valuta questo particolare momento di crisi che ha colpito il mondo e che sta cambiando radicalmente anche il sistema dell’arte? Cosa offre l’Italia e cosa vorrebbe che offrisse? La crisi globale ha portato anche qualcosa di positivo, nel senso che ha decisamente allargato gli orizzonti della nostra galleria, portandoci sempre più a percorrere il mercato estero. L’Italia avrebbe molte carte vincenti, ma al momento la vitalità e l’entusiasmo sono cose che riscontro di più altrove. Ad esempio per noi sono state molto positive le nostre ultime esperienze negli States, Cina e Inghilterra dove abbiamo riscontrato un interesse e una partecipazione che qui si è decisamente perso. Posso dire che la mia vita è molto movimentata, perché oggi per un gallerista è fondamentale muoversi e viaggiare. Mio fratello aveva già cominciato, in tempi non sospetti, ad avviare i primi contatti all’estero (per esempio con il mercato orientale di Cina, India, Turchia e perfino Grecia), e ancora prima partecipando a Fiere come quella di Miami, Palm Beach e Toronto, contatti che ho sempre seguito io. La mia vita è, quindi, costantemente un viaggio. E’ bello pensarlo anche come una metafora, perché la nostra esistenza non è che
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questo, un viaggio che porta ciascuno di noi a crescere spiritualmente, oltre che professionalmente. Attualmente questo è l’unico sbocco alla crisi economica, una via d’uscita che ha anche i suoi lati negativi, come la continua emorragia di talenti dall’Italia, in ogni settore, non solo quello artistico. Ecco, quello che vorrei offrisse questo Paese è senza dubbio un po’ più di speranza e di impegno concreto per i giovani. La Sua galleria si avvale anche di un canale televisivo. Qual è la sua opinione sul mondo delle televendite? Anche la televisione è entrata in crisi, perché fa parte anch’essa di un sistema vecchio che in parte ha perso di credibilità verso il pubblico. Tuttavia continuiamo lo stesso ad investire in essa parte del nostro tempo, puntando magari su artisti di qualità e sul desiderio che può avere il pubblico di conoscere talenti nuovi. Ma sicuramente non è questo il settore prevalente nel nostro lavoro. L’attività espositiva della sua Galleria è sempre stata aperta alle novità. Crede che questo l’abbia distinta dalle altre? L’attività della galleria oggi coincide in gran parte con il mio amore per i giovani. Loro sono il futuro e anche la speranza di questo paese da tutti i punti di vista, ed è per questo che cerco di valorizzarli. Certo non è facile, soprattutto qui in Italia, perché i pregiudizi e i timori sono tanti. Nel mio lavoro non c’è niente di scontato, ogni giorno nasce come una nuova sfida ed è proprio questa sfida continua che mi dà la forza e l’entusiasmo per credere in ciò che faccio. E’ un po’ come nello sport, non ci si sente mai arrivati, ma c’è sempre qualche passo in più da compiere o un nuovo traguardo da superare. Qui in Italia la collaborazione fra gallerie è molto difficile, perché prevale il senso di competizione e spesso anche la paura di osare qualcosa di nuovo. Un “nuovo” inteso non solo come proposta artistica ma anche come impostazione del proprio lavoro in generale. Quali crede che possano essere i punti di forza per chi vuole intraprendere questa professione? I miei punti di forza sono sicuramente l’esperienza che ho maturato negli anni e la professionalità, ma sostanzialmente penso che ciò che conta sia la determinazione, l’onestà, la correttezza, la fiducia. Tutti elementi fondamentali in un gioco di squadra come il mio e basilari in qualsiasi rapporto di mercato. Sapere che ci sono in giro per il mondo collezionisti che mi amano e si fidano di me è la cosa che mi dà più soddisfazione, segno che ho svolto bene il mio lavoro e stimolo a migliorare sempre di più. Potrebbe dare un consiglio ad un artista che voglia affacciarsi al mercato dell’arte? Certo, non è facile. Viviamo in un tempo di assoluta velocità. Ma la fretta divora anche la pazienza e non saper aspettare è uno dei peggiori handicap dei nostri tempi. La verità è che, come in tutte le cose, anche nell’arte se si vuole raggiungere un risultato che duri nel tempo ci vogliono fatica,
pazienza e umiltà. Io non sono per le cose facili, amo le sfide perché penso sia giusto avere obiettivi importanti. Le cose quindi vanno sofferte, attese e soprattutto condivise. In genere non ho pregiudizi sul lavoro di un artista, astratto o figurativo che sia, ma sicuramente una cosa che guardo è la serietà. Un artista sicuramente deve colpirmi per il suo talento, per la genialità, ma alla fine un progetto lo condivido solo se alla base trovo serietà, onestà e correttezza. Quali sono i suoi progetti per il futuro? C’è un progetto in embrione di cui potremo parlare meglio nei prossimi mesi. Però posso anticipare che si tratta di un progetto internazionale di grande respiro che toccherà vari Paesi come la Spagna, la Francia, la Florida, il Canada, il Nevada e la California. Nell’immediato però il mio progetto è continuare a svegliarmi la mattina con un pensiero positivo, per il mio lavoro e per il nostro Paese. L’Italia ha enormi potenzialità ma, solo grazie alla collaborazione e all’impegno di tutti – compresi i nostri politici – si potrà uscire dalla crisi. Servono idee ma anche grande determinazione per far valere e riscattare tutte le cose buone e il meglio che possediamo.
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experiences in the United States, China and England, which were characterised by considerable interest and a high level of participation, long absent in Italy, have been quite positive. I can tell you that my life is quite frantic today, because a gallery manager must travel and get around. My brother had started to establish contacts abroad before anyone else (for instance, he was interested in the Eastern markets of China, India, Turkey and even Greece), participating in Trade Fairs such as those in Miami, Palm Beach and Toronto, and trusting me to cultivate these relationships. So my life is a continuous travel. Sometimes I like to think that this is a metaphor for life, as life is just this, a travel that leads each of us to grow, both spiritually and professionally. Currently, this is the only solution to the economic crisis, albeit one that has its negative side, such as the continuous haemorrhage of talented people who leave Italy, and I do not refer only to artists. What I would like my country to offer would be hope and a concrete support action for young people. Your art gallery works also through a TV channel. What is your opinion on the world of home shopping? Television broadcasting, too, is suffering from the crisis, because it is a sector that is also part of an old-fashioned system which has lost considerable credibility in the eyes of the public. However, we have decided to continue investing part of our time in this field, maybe focusing on valid artists and on the wish, on the part of the public, to know new artists. In any case, this is not a pre-eminent part of our job. Your gallery has always been open to novelties. Do you think that this has made it stand out? The activities of the gallery today are a reflection of my love for young people. Young people are our hope and our future, from all points of view, and this is why I try to promote them as much as possible. It is not easy, especially in Italy, because there is a lot of prejudice and also a lot of fear. In my job nothing is predictable, every day brings a new challenge and this is what gives me strength and enthusiasm in what I do. The sports world is like this: you never feel at the top, there is always something more that you can do or a new goal to attain. Here, in Italy, co-operation between galleries is very difficult to obtain, because competitiveness prevails and people are often afraid to dare something new. And by “something new� I mean artistic proposals as well as the general organisation of the work. Which are, in your opinion, the strengths of those who wish to launch on this career path? My strengths are my experience, developed in years and years of work in this field, and professionalism, but I believe that the essential elements must be determination, honesty, fairness and trust. These are all fundamental elements of team work, and they are also essential in any relationship. Knowing that there are collectors out there who love me and trust me is the best compliment for me: it means that I have worked well and it encourages me to improve further. What advice would you give to an emerging artist? It is not easy. Today’s world lives for speed. But haste devours patience, and being unable to wait is one of our worst handicaps. The truth is that art, too, like many things do, requires effort, patience and humility in order to achieve long-lasting results. I do not like it easy, I like a challenge, because I think it right to have important goals. Things must be strived for, waited for and, above all, shared. As a rule, I do not have any prejudices against the work of an artist, be it figurative or abstract art, but the thing I insist upon is earnestness. An artist strikes me for his/her talent, genius, but, when all is said and done, I share a project with an artist only if I feel that that artist is serious, honest and fair. What are your plans for the future? We are working on a project, but will be able to share the details only in a few months. All I can tell you now is that it is a wide-ranging international project which shall involve several countries, including Spain, France, Florida, Canada, Nevada and California. In everyday life, I hope to get up in the morning thinking positive thoughts about my work and my Country. Italy has an enormous potential, but it is only with the co-operation of all - including our politicians - that we shall be able to survive the crisis. We need ideas, but we need also determination, to promote and develop all the good things we have.
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Interni
BOTTEGA d’ARTE di Ilario Tancon
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l legno diventa arte e benessere. Il calore e il piacere del legno si trasformano in rifugio esclusivo. Sono i risultati del lavoro ordinario-straordinario della Bottega d’Arte, la realtà artigianale dei fratelli Zandegiacomo che opera tra Auronzo di Cadore, sede del laboratorio, e Cortina d’Ampezzo, sede dello show room. Una realtà che Davide e Gianpaolo hanno ereditato dal padre Bruno e che hanno fatto propria, trasformandola nel tempo. Bottega d’Arte è ora un punto di riferimento importante, specializzato nella realizzazione di progetti di arredamento chiavi in mano per la casa e per le collettività. Realizza i suoi lavori, così come le sue collezioni, con lo spirito di trasferire la vocazione dell’antica ebanisteria in mobili ed elementi di arredo che conservino valore nel tempo, utilizzando, per la loro costruzione, materiali pregiati. I manufatti in legno della Bottega d’Arte si fondono spesso con accessori e dettagli esclusivi, eseguiti dai più abili artigiani, esperti lavoratori nel vetro e nel trattamento della pelle, con l’obbiettivo di creare arredi con vocazione all’eleganza ed alla raffinatezza. I materiali oggetto delle lavorazioni sono i più ricercati, con spiccato senso tattile e una forte carica emozionale, come i legni masselli spazzolati, i legni decorativi pregiati, le pelli cucite a vista ed assemblate, i metalli lavorati con tecniche della lavorazione tipica argentiera, in cui ogni dettaglio assurge al ruolo di protagonista. L’intervento progettuale è effettuato dal team tecnico interno al gruppo Zandegiacomo/ Bottega d’Arte, che opera a stretto contatto con gli architetti e gli interior designer per dare il massimo della corrispondenza fra l’idea progettuale e la sua realizzazione. «Partiamo da un’attenta rilevazione degli ambienti, attuata grazie ad uno scanner-laser tridimensionale di estrema precisione – spiega Gianpaolo Zandegiacomo -. Su questi rilievi, poi, si costruisce il progetto vero e proprio e in fabbrica arriva il dettaglio dei componenti da realizzare, già numerati progressivamente e quindi con precise indicazioni per l’assemblaggio.
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DOVE IL LEGNO DIVENTA ARTE E BENESSERE
La maestria dei montaggisti consente di completare al meglio l’opera». «Il cuore di tutto è il legno – prosegue Zandegiacomo – Il legno inteso come materia, calore, atmosfera. Inteso come “abito” che veste la casa per farla diventare un rifugio intimo, esclusivo, accogliente». Alla Bottega d’Arte la tradizione si sposa spessa con la sperimentazione. Ecco nascere, qualche tempo fa, Inle. «E’ una collezione di elementi in teak per l’architettura d’interni del bagno – spiega ancora Zandegiacomo -. I suoi prodotti, vasche, lavabi, piani d’appoggio per docce, si propongono di offrire ai clienti finali la massima funzionalità d’uso, insieme al piacere tattile, anche nel bagno, di una superficie calda e gradevole come quella offerta dal legno. Inle è anche un brand del gruppo Zandegiacomo / Bottega d’Arte, espressione dell’impegno dell’azienda nello sviluppo di un prodotto tecnico di notevole complessità come per l’appunto elementi in legno per il bagno, affascinanti ed assolutamente funzionali e adatti ad un uso quotidiano».
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ECCELLENZE ITALIANE COLBER di Mirko Cassani
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a firma di Colber sul Mandarin Oriental Hotel du Rhone. L’azienda brianzola, da oltre trent’anni al servizio dell’ospitalità e della residenzialità in tutto il mondo, è approdata a Ginevra per collaborare alla realizzazione della prestigiosa struttura alberghiera e, in particolare, per la realizzazione delle aree pubbliche: Lobby, Lounge bar, Rasoi Indian Restaurant, Le Sud Restaurant. Il progetto del Mandarin Oriental Hotel du Rhone della città svizzera è stato curato da Adam D. Tihany (New York), uno dei migliori studi di progettazione al mondo, con il quale Colber ha collaborato curando l’arredamento di altri hotel della stessa catena, da Las Vegas a Barcelona, passando per Parigi fino ad arrivare a Hong Kong. Quella tra l’azienda lombarda e i progettisti a stelle e strisce non è una collaborazione esclusivamente legata alla famiglia Mandarin Hotel: portano infatti la stessa firma altri progetti seguiti da Colber, tra i quali spiccano sicuramente l’Aleph Hotel a Roma per restare in Italia, il Daniel Restaurant a New York e il Joule Hotel di Dallas negli Stati
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Uniti, il Palmilla Restaurant all’interno del One&One Resort in Messico. Una vocazione internazionale, quella di Colber, che porta in giro per il mondo alcune tra le caratteristiche imprescindibili del Made in Italy: la qualità, l’affidabilità, il comfort, la cura dei particolari, la personalizzazione del prodotto. Hotel, ristoranti, lounge bar, ambienti residenziali, navi da crociera: per ogni esigenza Colber è in grado di realizzare
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prodotti che sanno unire le linee e le forme dal sapore di altri tempi con materiali moderni. Dai divani alle poltrone, da sedie e sgabelli a tavoli, la tradizione e l’esperienza del lavoro artigianale si sposano con la tecnologia e il gusto attuali, per arredi che diventano pezzi unici, progettati in collaborazione con designer di tutto il mondo. Un mondo senza confini per Colber, realtà per la quale ogni progetto rappresenta una sfida. Da vincere con quel gusto italiano che da sempre è punto di riferimento.
NELLE IMMAGINI mandarin oriental hotel du rhone geneva ph-laigneleric
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Dinnanzi al fiume del tempo di ciò che ci rubò la giovinezza Quale chimera sopravvive dentro? L’arpa d’un sogno l’eco ne propaga. Ancora dei tuoi volti possibili t’illude.D’ogni svanita ipotesi felice seguita a tormentarti. Così s’avvita il cigno nella danza d’un tenero morire.
Mostre Personali - Serravezza (LU) Centro storico e/and Palazzo Mediceo: “La voce del Mito”, a cura di / curated by Fondazione Terre Medicee, testo di /text by Giuseppe Cordoni (agosto-settembre/AugustSeptember) - Pietrasanta (LU) Show Room Pianeta Azzurro: “Il pianeta di Alba tra sogno e ironia”, testo di /text by Nicola Micieli (fino al 12 Agosto / until 12 August) - Cortina d’Ampezzo Terrazza dell’Hotel Ancora: “Omaggio a Cortina” (in permanenza da giugno / permanently from June) Mostre Collettive - Roma /Rome Palazzo Venezia, 54ª Biennale Arte di Venezia, a cura di / curated by Vittorio Sgarbi, (fino al 22 Settembre / Until 22 September) - Maastricht (Olanda): “Meestersin debeeldhouwkunst”, Chàteau St.Gerlach en op deterrassenbij Chàteau Neercanne. Gallery Bell’Art (fino al 2 ottobre / until 2 October) - Roma/Rome, Villa Torlonia: “Rassegna Internazionale di Scultura Contemporanea” (fino a luglio /until July), a cura di / curated by Comune di Roma e/and Galleria Ca’ d’Oro, Roma - Montone (PG): I Biennale internazionale “Scultura/pittura/ fotografia”, Complesso Museale di San Francesco, a cura di / curated by Mohamed Sazesh (fino 7 agosto / until 7 August)
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LA NUOVA SCOMMESSA DELLA FAMIGLIA ORLER di Gaetano Salerno
SOTTO LA SEDE DEL NUOVO NETWORK A MARCON
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a gennaio 2012 il nuovo progetto della famiglia Orler: un canale tematico, interamente dedicato all’arte, attraverso il quale fare – e non limitarsi a proporre – cultura. Con l’obiettivo di consolidare il successo costruito in oltre trent’anni di attività. Prosegue, con rinnovato vigore e con la precisa mission aziendale di anteporre la dimensione culturale a quella commerciale, di continuare ad essere punto di riferimento per il collezionismo d’arte conquistato in trentacinque anni di
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attività e per differenziarsi ulteriormente nel panorama ormai caotico delle televendite nell’epoca delle piattaforme digitali, la parabola televisiva della famiglia Orler. Nome storico dell’arte moderna e contemporanea, con un’operazione culturale e di mercato unica in Italia, dal prossimo gennaio 2012 diventerà gestore unico di una rete televisiva (canale 78 del digitale terrestre) destinata alle trasmissioni d’arte durante le ventiquattro ore della giornata. Un palinsesto ricco, pensato e strutturato per accogliere e presentare al pubblico – esigente e copioso,
A LATO WILLY MONTINI
NASCE UN NUOVO NETWORK TELEVISIVO DEDICATO ALL’ARTE
composto in prevalenza da collezionisti ed appassionati d’arte – gli artisti e le loro principali produzioni. Quattro i segmenti cardine lungo i quali si articolerà questo ambizioso progetto, da implementare ed arricchire nell’arco dei prossimi tre anni, grazie soprattutto alla risposta e ai consigli dei telespettatori che diventeranno sempre più parte integrante e fondamentale del successo dell’operazione: Collezione Orler, icone e antiquariato, vera traccia storica della famiglia, marchio e sinonimo indiscussi di qualità (www.collezioneorler.it); ArteTivu,
sguardo puntuale ed attento sulle novità e sugli ampi orizzonti dell’arte contemporanea (www.artetivu.com); Tendenze, appuntamento con gioielli, diamanti e perle importati direttamente dall’Oriente; Gioielli di carta, prestigiosi disegni e manoscritti dal 1500 ad oggi (www.gioiellidicarta.it). Uno sguardo lungo e attento dunque al mercato delle arti maggiori e minori e ai valori d’asta, attraverso la proposta di artisti storicizzati e contemporanei, l’analisi puntuale della situazione odierna del panorama culturale, la vicinanza ai nuovi artisti
NELLA FOTO PAOLO FRATTINI
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e al loro lancio, selezionati e presentati dal comitato critico di esperti del settore del quale si avvale la rete televisiva. Nuovi presentatori dunque, coadiuvati da critici ed esperti del mercato artistico per legare ogni momento televisivo alla realtà del quotidiano, diretti e affiancati dai volti ormai storici del canale, destinati a diventare le punte di diamante della divulgazione artistica. Dirette e differite, documentari tematici, interviste, dibattiti, incontri con gli artisti, schede tecniche e grafiche per meglio capirne le personalità e le poetiche e approfondirne le specificità: tutto questo e molto di più – trattandosi di una scommessa e soprattutto di un progetto in fieri – aspetterà allora gli appassionati d’arte dai primissimi giorni del
La Vetreria Bisanzio Gallery collabora con i più grandi maestri vetrai. All’interno della fornace si possono trovare ancora i forni di fusione fatti nel 1960 dal Maestro Ermanno Nason. La possibilità di differenziare le produzioni garantisce la creazione di oggetti d’arte sia contemporanea che classica, ovvero, eseguiti con criteri antichi quanto la storia dell’isola di Murano. La professionalità è il requisito principe con il quale qualsiasi ospite viene ricevuto e consigliato
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prossimo anno. Al centro di ogni evento televisivo della rete l’oggetto artistico, garantito, autenticato, reso protagonista dei percorsi e dei rimandi intellettuali ad esso legati e pretesto per parlare – adottando una didattica dinamica ed interattiva - di storia, società, cultura. Con la possibilità, non di secondaria importanza, di entrarne in possesso e di appropriarsi così di un pezzo di storia. Un esperimento che, facendo tesoro dell’esperienza accumulata nel settore e responsabile dei successi fino ad ora ottenuti, porterà sempre di più l’arte nelle nostre case, contemporaneamente veicolo, al di là dell’aspetto commerciale ovviamente insito nell’operazione, di quella cultura e di quella educazione al bello di cui si avverte oggi, sempre con maggiore intensità, un crescente bisogno.
NELLA FOTO ALESSANDRO GEA
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idia Panzeri. “MAPPING HISTORY . L’arte in dialogo “. Dar voce ai protagonisti dell’arte contemporanea a Venezia, quasi si trattasse di un campo, dove le persone si incontrano, si scambiano opinioni, si confrontano, anche si scontrano , in un coro dalle molte variazioni. E’ questo il filo conduttore del volume di Lidia Panzeri, critica d’arte, corrispondente de “Il giornale dell’Arte”e collaboratrice de “Il Gazzettino “ , intitolato “ MAPPING HISTORY. L’arte in dialogo” . Sottotitolo Venezia contemporanea. Le istituzioni, gli artisti.”
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B+ M Editions. Introduzione di Philip Rylands, direttore della Collezione Peggy Guggenheim. E’ una mappa degli eventi che ha visto la città al centro dell’attenzione internazionale, nel periodo che va dalla Mostra di Architettura del 2008 alla recente edizione della Biennale di Arti Visive. Attraverso le interviste ai protagonisti : rappresentanti delle istituzioni come Paolo Baratta, presidente della Biennale; Martin Bethenod, Amministratore Delegato della Fondazione Pinault o Alfredo Bianchini della Fondazione Vedova: critici come
Francesco Bonami e Vittorio Sgarbi; artisti come Damien Hirst, Richard Serra o Fabrizio Plessi, a titolo esemplificativo. Quello che emerge è un fatto, forse a tutti noto, ma finora mai messo per scritto. Che l’arte contemporanea a Venezia non è un fatto episodico, ma un sistema, a cui concorre una pluralità di istituzioni pubbliche e private, in una sintesi, ancora provvisoria, ma aperta a ulteriori, fecondi sviluppi. Di rilievo l’apparato iconografico, ad opera soprattutto di Alcide Boaretto.
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LO CHALET DELLA MEMORIA DI ANTONIO DI FRANCO di Andrea Ferrazzi
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ostiene lo scrittore Erri De Luca che “un uomo è quello che ha commesso: se dimentica è un bicchiere messo alla rovescia, un vuoto chiuso”. Forte di questo ammonimento, Antonio Di Franco, da oltre quarant’anni barman dell’Hotel de la Poste di Cortina d’Ampezzo, ha raccolto in un libro esperienze e ricordi di un mondo, il suo, che è anche un privilegiato punto di osservazione in una delle località più esclusive del mondo. “A che serve passare dei giorni se non si ricordano?”, si chiedeva Cesare Pavese. A poco, se non a niente. E allora eccolo qua questo “chalet della memoria”, per usare il titolo di un bel libro dello storico Tony Judt. Il riferimento, per quanto apparentemente azzardato, non è casuale. Anche nel volume di Antonio Di Franco (“L’Arte nel bicchiere”, ovvero “Storia e storie del bar Posta a Cortina d’Ampezzo”) si scoprono, infatti, alcuni frammenti di una vita, quella trascorsa dietro il bancone del bar di uno dei locali simbolo della Regina delle Dolomiti. In queste pagine, insieme alle foto dei quadri della sua vasta collezione, troviamo anche le opere e le testimonianze dei personaggi che hanno frequentato, che frequentano tuttora, la stube del Posta. Nomi fra i più rappresentativi della pittura contemporanea: Mimmo Rotella, Giuseppe Cesetti, Tano Festa, Luciano Minguzzi e decine di altre firme dell’arte italiana e straniera. E poi le opere della sua collezione, con nomi appartenenti al “gotha” dell’arte: da Vasarely a Schifano, da Guidi a Chia, da Music a Turcato. E ancora le testimonianze affettuose e amichevoli di scrittori, giornalisti e imprenditori: Marco Buticchi, Milena Milani, Paolo Mieli, Vittorio Feltri, Eugenio Scalfari, Mario Moretti Polegato (Geox), Bruno Vespa e Luca Cordero di Montezemolo. Come in uno dei suoi cocktail, in questo libro Antonio Di Franco mixa e shakera con armonia e creatività ricordi, emozioni, esperienze di una persona che sa essere molto di più di un barman: un confidente, a volta addirittura un amico con il quale condividere pensieri e riflessioni. Il suo bicchiere, lo abbiamo capito, non è mai messo alla rovescia, non è mai un vuoto chiuso. E’ aperto e pieno: di ricordi da condividere. Di vita vissuta.
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COPERTINA DEL LIBRO
ANTONIO DI FRANCO CON LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO
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L’esordio nella poesia di Vincenzo De Falco
NONSOLOPORNO di Ferruccio Gard
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n Italia ci sono non meno di 40mila fra pittori e scultori. Impossibile calcolare, anche in modo approssimativo, gli scrittori e i poeti, militanti o aspiranti tali. Sicuramente sono una caterva, e in grandissima parte presuntuosi, convinti di essere dei geni, o arrabbiati con il mondo se il loro “genio” non viene compreso. E’ pertanto motivo di soddisfazione quando, nel mondo della letteratura, si affaccia timidamente, con modestia, un autore che invece dimostra di avere notevoli qualità. E’ il caso del veneziano Vincenzo Paolo Maria De Falco, nato nel 1958 al Lido e residente a Cappella di Scorzè. Scrive poesie praticamente da sempre ed ora ha selezionato il frutto di oltre trent’anni di lavoro e pubblicato il libro Nonsoloporno. Poesie dal cielo alla terra (Editoria Universitaria di Venezia, pagine 170, E 20), ricco di alcune centinaia di poesie (mi scusi l’autore se non le ho contate). Vincitore, a partire dal 1991, di vari premi di poesia in tutta Italia e all’estero De Falco, nella copertina di questa sua prima raccolta, afferma che la poesia è diventata “ un suo stile di vita” e che si alza “ritualmente ogni mattina alle quattro, per poter essere al tavolino alle cinque a Noale, dove lavora, e scrivere così le sue liriche in “ vuoto mentale”, in pura meditazione, utilizzando proprio la poesia come mezzo di perfezionamento interiore”. Confessa di essere “eccentrico per natura” ma “ estremamente socievole, e
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di intrattenersi spesso a Noale con amici e da solo per scrivere e dialogare”. Il libro è diviso in due parti. La prima è dedicata alle poesia premiate nei concorsi, la seconda alle sperimentazioni linguistiche e formali degli ultimi anni. Vari e disparati i soggetti ispiratori di queste liriche: dai ricordi d’infanzia, ai giochi, alle amicizie, ai primi amori,agli affetti familiari, da osservazioni e considerazioni sulla bellezza della natura a riflessioni di carattere filosofico e religioso ( De Falco ha abbracciato la religione Buddista Zen soprattutto per la “serenità che questa Religione infonde una volta che si è interiorizzata”. Non si faccia fuorviare il lettore dal titolo “Nonsoloporno” pensando di incontrare un libro di poesie in prevalenza a luci rosse.
Nelle liriche ispirate all’amore o all’attrazione dei sensi non vi è nulla di osceno o di perverso. A questo proposito l’autore osserva che il “ Censore censura solo ciò che eccita e non quello che lascia indifferenti, e che il sesso è l’aspetto ludico dell’essere umano adulto. Quindi non c’è nulla di nuovo sotto il sole, né nulla di osceno, ma solo situazioni ed atteggiamenti che possono piacere o non piacere”. Sono liriche che catturano l’interesse anche dei non abituali lettori di libri di poesie. Come rimanere insensibili, ad esempio, davanti a un “ Sogno perduto”?: Lascio/alla malinconia/un sogno perduto,/un’ombra/che s’allunga/ al meriggio/per dissolversi/nella sera. Oppure Il viaggio dell’ES: “Incomincia il viaggio/dell’ES/in un brivido d’inchiostro/e va il poeta/ove il sole non può”. E sono poesie, sottolinea Gregorio Sampieri nella prefazione, che “trasmettono valori, emozioni, pezzi di vita che tirano a sé il lettore” e che, afferma De Falco “ spero diano spunto ad un ragionamento, un’immagine su cui impostare un dialogo, e, se avverrà questo, vorrà dire che la mia fatica non sarà stata vana”. Ed è una speranza che ha ottime probabilità di diventare una certezza.
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Calendario
MOSTRE & EVENTI a cura della Redazione --
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ngelo Muriotto riflessi|oni la mostra sarà visitabile fino a sabato 17 dicembre 2011 lun – sab | 15.30 – 19.30 sabato 10 dicembre 2011 dalle ore 18.00 alle ore 19.30 - Box.e Gallery Via Caneve 73/b - Mestre | Venezia. -’ stata la Biennale Arte dei giovani e dei primati. “ Illuminazioni”, diretta dalla svizzera Bice Curiger,ha chiuso con un numero record di visitatori, ben 440.000 (2850 la media giornaliera),il 18% in più rispetto all’edizione di due anni fa. Significativa la percentuale dei giovani, il 31% del pubblico totale, e 27mila i giovani che hanno partecipato alle attività educational. Lo straordinario successo di pubblico ha sorpreso gli stessi organizzatori. “ Penso che a premiarci – ha commentato il presidente della Biennale Paolo Baratta – sono stati la stima nell’istituzione,l’affidabilità delle nostre proposte, la capacità di scatenare valori finora trascurati”. La 54.Biennale Arte(un’esperienza straordinaria,ha detto Bice Curiger) ha visto la partecipazione di 89 Paesi e di 37 Eventi collaterali con 4 nazioni presenti per la prima volta( Andorra, Arabia Saudita, Bangladesh e Haiti). Successo anche per il Padiglione Italia, organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e curato da Vittorio Sgarbi. Fra le mostre più apprezzate “ Mariverticali”di Fabrizio Plessi al Padiglione Venezia, promossa dalla Città di Venezia. -l settecento a Verona. Tiepolo,Cignaroli,Rotari. La nobiltà della pittura” è la mostra che, nel Palazzo della Gran Guardia, si propone di approfondire un momento della civiltà pittorica scaligera sinora mai indagato. Saranno esposti,sino al 9 aprile 2012, 150 capolavori tra dipinti, stampe e documenti, molti dei quali provenienti da importanti musei stranieri, dall’Ermitage di San Pietroburgo al Prado di Madrid. I curatori Fabrizio Magani, Paola Marini e Andrea Tomezzoli hanno selezionato, fra gli altri, quadri di Bernardo Bellotto e Giambattista Tiepolo. Ampio spazio a due artisti veronesi: Giambettino Cignaroli, fondatore dell’Accademia di pittura che porta il suo nome e Pietro Antonio Rotari, definito il “pittore della corte russa” per il suo lungo periodo al servizio degli zar. -ono stati assicurati per oltre 30 milioni di euro i due capolavori di Rembrandt che il Museo dell’Ermitage ha imprestato per la mostra che la Città di Padova dedica, nel Museo civico agli Eremitani, al grande pittore olandese. Si tratta del Ritratto di vecchia e del Ritratto di vecchio ebreo, dipinti nel 1654, anno difficile per Rembrandt, caduto in difficoltà economiche a causa della sua vita dispendiosa. Una situazione che forse lo pungolò verso una pittura più innovativa e più intensamente e impietosamente rappresentativa della realtà e delle vicende umane. Per la prima volta in mostra anche stampe di Rembrandt provenienti dalle collezioni civiche e dalla Biblioteca del Seminario Vescovile.
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Con questa mostra è stata siglata una collaborazione fra l’Ermitage e Padova, che ha imprestato al Museo russo l’Eterno Padre di Giotto, proveniente dalla Cappella degli Scrovegni. -a presenza russa, in Veneto, è una “triade”. A Vicenza, a Palazzo Leoni Montanari, sede espositiva di Banca Intesa San Paolo nella città del Palladio, è in corso la mostra “Avanguardia russa. Esperienze di un mondo nuovo”. Esposte, sino al 26 febbraio 2012, 85 importanti opere imprestate dai Musei regionali russi. Ci sono artisti(bravissimi)sconosciuti in Italia, ma non mancano nomi stellari, da Kandinskij e Malevic a Rodcenko,Tatlin e Larionov. Palazzo Leoni Montanari è sede di un importante Museo di icone russe. -on il Nobel 2011 per la letteratura allo svedese Tomas Transtromer, di 80 anni, salgono a 4 i poeti del PEN che hanno avuto il prestigioso riconoscimento(gli altri tre sono Herta Muller, Mario Vargas Llosa e Liu Xiaobo). Lo sottolinea, in un ampio articolo, l’ultimo numero della rivista trimestrale del P.E.N. Club Italia, diretta dal noto poeta e critico d’arte Sebastiano Grasso. Fra gli altri articoli di grande interesse, il reportage di un viaggio di dieci scrittori e giornalisti italiani sulla mitica Transiberiana, un resoconto sul 77° Congresso internazionale del Pen, tenuto a Belgrado, e una inedita ricostruzione, grazie all’apertura, dopo mezzo secolo, degli archivi del Premio, dei retroscena che nel 1960 portarono all’assegnazione del Nobel per la letteratura, a grande sorpresa, a Saint-John Perse. Molte le novità editoriali, in questi ultimi mesi, per alcuni soci del PEN Italia: da Adonis a Luciana Castellina, da Gillo Dorfles e Sebastiano Grasso a Dacia Maraini, da Ferdinando Scianna ad Andrea Zanzotto, recentemente scomparso all’età di 90 anni. -a regola della mano destra. Sette artisti. Una ricerca. Sette soluzioni formali”, è la mostra proposta a Pieve di Cento(BO) dal MAGI’900,il Museo delle eccellenze artistiche e storiche fondato dal noto imprenditore e collezionista Giulio Bargellini, con la direzione artistica di Vittoria Coen. A proporre, sino al 6 gennaio 2012, opere recenti legate da comuni basi estetico-filosofiche sono Milena Barberis, Angiola Churchill, Behnam Alì Farahzad, Annamaria Gelmi, Giuliano Giuman, Silvestro Lodi e Lucia Pescador. La mostra è curata da Cristiana Curti con un testo in catalogo di Massimo Donà.
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ilvestro Lodi - Dressed Bodies, 2011 Installazione cm 300x600 cm
ORD WIDE WORKS Il Circolo Ufficiali di Verona ospita fino a fine dicembre la mostra Word Wide Works, dedicata all’artista Stefano Boato e curata da Lucia Majer e Carlotta Vazzoler, consolidando così il sodalizio tra l’associazione ANUPSA, la Città ed il suo territorio attraverso l’arte contemporanea. I lavori esposti rappresentano il meglio di quanto l’artista ha realizzato negli ultimi due anni, spaziando dagli Arazzi ai Combines, dai Collages ai più recenti Box 3D che l’artista ha presentato a Venezia in occasione della scorsa Biennale d’Arte. --
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n singolare e interessante esempio di collaborazione fra pubblico e privato a Palermo. Gli artisti presenti nell’Archivio del Riso, il Museo d’arte contemporanea della Sicilia erano stati invitati a un concorso per la progettazione di opere d’arte da inserire nelle vetrine della sede palermitana della Rinascente, la famosa catena di grandi magazzini. Il risultato è andato oltre gli iniziali obiettivi, superando la concezione di un’opera d’arte concepita esclusivamente per le vetrine.Una qualificata commissione, composta fra gli altri dal direttore del Riso Sergio Alessandro, dalla coordinatrice generale Antonella Amorelli e dal coordinatore progettuale Renato Quaglia, ha così faticato non poco per selezionare i 7 artisti invitati alla mostra “ Rinascenze”, nella sede della Rinascente alla Vucciria, il pittoresco quartiere immortalato da Guttuso. I nomi dei 7 artisti: Federico Baronello, Marco Bonafè, Andrea Buglisi, Alessandro Di Giugno, Studio ++, Paolo Parisi e Mariagrazia Pontorno. Sino a fine gennaio.
STUDIO BETARCHITETTI
HELIDON XHIXHA - VILLA REALE - MONZA
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ast Zone” è una mostra che documenta un reciproco scambio di influenze ed esperienze culturali, nell’Ottocento, fra fotografi italiani e del lontano Oriente. Protagonisti sono gli scatti di Antonio e Felice Beato, due fratelli grecoveneziani, e del vicentino Adolfo Farsari. Protagonisti della nascita del fotogiornalismo, i tre fecero scoprire agli europei luoghi e personaggi di vari Paesi, dall’Egitto al Giappone. La mostra è organizzata dalla Regione Veneto nella monumentale Villa Contarini a Piazzola sul Brenta(Padova). Sino al 1 aprile 2012. --
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suggestivi paesaggi di Riccardo Galuppo sono esposti, sino al 29 gennaio 2012, in una bella personale nel Complesso museale S.Paolo di Monselice(PD), organizzata dall’assessorato comunale alla cultura. Mostra che Galuppo ha voluto dedicare alla moglie Maria, sua compagna per 60 anni e che con lui ha condiviso l’ansia per la nascita di molti dei dipinti esposti. --
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olori per il mio Gianluca” è il titolo della bella e intensa mostra che il Castello di Roncade(TV)dedica a Franco Cilia. Organizzata in collaborazione con il Centro per la Cultura e le Arti Visive LE VENEZIE, presieduto da Luigina Bortolatto, e dalla Fondazione Casa di Dante in Abruzzo, per la quale Cilia ha illustrato i primi otto Canti del Purgatorio, la mostra è un viaggio cromatico attraverso sentimenti, sofferenze e aneliti e dinamismi di luce nel segno dell’amore verso Gianluca, il figlio precocemente rapito. Franco Cilia, pittore conosciuto e apprezzato a livello internazionale, è anche autore di drammi e di romanzi. La mostra, che vale un viaggio anche per visitare con l’occasione il rinascimentale e fiabesco Castello di Roncade (con degustazione dei vini dell’omonima azienda agricola), rimarrà aperta sino all’8 gennaio 2012.
Monjan è un artista emergente formatosi dall’unione di due entità distinte che, nell’arte e nella creazione di svariate opere, si fondono completamente dando luce al colore e spessore alla materia. Una forma di interpretazione del mondo circostante non separabile dalla sua essenza e nella quale spirituale e materiale necessariamente coesistono cercando disperatamente di mantenere la stessa rotta. Monjan la chiama “Ch-ord Art”, e nasce dal bisogno di equilibrio tra CHaos e ORDine attraverso la forza stabilizzante della corda! Monjan - Totem - 2011 Attualmente in esposizione: NET Center - Palazzo Tendenza - Padova - GALLERIA WEB ART - Barchessa Villa Quaglia, Viale XXIV Maggio 11, Treviso - Collettiva d’Arte - The Body forme e colori a confronto www.monjan.it - monjan@monjan.it
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ergio Ferrero esporrà dall’1 febbraio al 15 marzo 2012 GRANDE ARCHE DE LA DEFENSE - PARIGI
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ario Arlati espone dal 1 Dicembre fino a fine febbraio al District Design, Design and Contemporary Art presso lo spazio Poliform 180 NE 39TH street Miami Florida
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SoloCortina
a cura della Redazione
L’Arte è il valore aggiunto dell’uomo a ciò che Dio ha creato
Cristian Contini
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l Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi delle Regole d’Ampezzo, Il ritratto maschile è il tema conduttore di un nuovo allestimento della prestigiosa collezione permanente del Museo che, dopo il successo della scorsa estate, anche nella stagione invernale prosegue le Conversazioni d’Arte al Museo. Sono state chiamate Arte d’Inverno, con conferenze il 28 dicembre, il 4 e il 5 gennaio, alle 17,30. I tre Musei delle Regole proporranno durante le vacanze di Natale animazioni museali per bambini da 5 a 12 anni a cura di Stefania Zardini Lacedelli: il 29 dicembre nel Museo Paleontologico Rinaldo Zardini vi sarà il laboratorio I fossili suonano? con la consulenza scientifica di Chiara Siorpaes, il 3 Gennaio al Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi, Nicoletta Cargnel accompagnerà i piccoli visitatori A spasso con de Pisis, mentre il 5 Gennaio nel Museo Etnografico delle Regole d’Ampezzo si proporrà ai bambini di andare alla scoperta di una delle protagoniste delle leggende delle Dolomiti: Samblana o Befana? -ai romanzi di Cazzullo, Veladiano e Molesini al ricordo di Andrea Zanzotto, alla Guida Michelin 2012, è fitto e di grande interesse il programma della quinta edizione di Una Montagna di Libri, l’ormai nota rassegna di incontri con l’Autore al Palazzo delle Poste di Cortina d’Ampezzo. La manifestazione, organizzata da Vera Slepoj, psicoterapeuta e scrittrice, e da Francesco Chiamulera e Alberto Sinigaglia, prevede una dozzina d’incontri, sino alla Pasqua del 7 aprile 2012. Fra i dibattiti che si preannunciano di maggiore interresse, il rapporto ( 7 gennaio)tra l’Islam e la Lega Nord, con l’intervento di Khaled Fouad Allam e di Leonardo Boriani, direttore del quotidiano La Padania, e il ruolo della Regina delle Dolomiti (3 marzo) come capitale della cultura e del turismo, con il sindaco Andrea Franceschi e il direttore di “Airone” e “ In viaggio”, Andrea Biavardi. Una Montagna di libri, 75 incontri in 5 edizioni, è organizzata con il sostegno della Regione Veneto e del Comune di Cortina d’Ampezzo. “ Una iniziativa – afferma Francesco Chiamulera, responsabile della manifestazione – che continua a portare a una delle più belle località del mondo il valore aggiunto della cultura e della riflessione”. -cienza e bellezza racchiuse nella roccia. Le Dolomiti sono così: un prezioso tesoro da custodire, proteggere e valorizzare. Proprio con l’obiettivo di far conoscere e vivere la particolarità di queste montagne è nato il Concorso Fotografico Internazionale sulle Dolomiti UNESCO. Immagini realizzate Comune di Cortina d’Ampezzo da persone comuni che hanno “catturato” il fascino di vette uniche, definite dallo stesso Mostra fotografica del Le Corbusier: «La più bella architettura Concorso Flash for Dolomiti naturale al mondo». Sino al 15 gennaio Mostra di Mario De Biasi omaggio alle Dolomiti 2012, Flash for Dolomiti esporrà, nelle sale del “Comun Vecio” di Cortina d’Ampezzo, Cortina d’Ampezzo Corso Italia - Comun Vecio una selezione di 30 scatti provenienti dal dal 19 dicembre 2011 Concorso fotografico Internazionale sulle al 15 gennaio 2012 Dolomiti Unesco. E sono immagini che raccontano il fascino delle Dolomiti colto da chi le conosce da sempre o le ha scoperte per la prima volta. Accanto a Flash for Dolomiti è allestito un secondo percorso espositivo: “Omaggio alle Dolomiti”, questo il titolo scelto dal presidente onorario del concorso Mario De Biasi, che racconta le sue Dolomiti in 38 fotografie. Orario di visita dalle 10.30 alle 12,30 e dalle 17.30 alle 19.30. Ingresso libero.
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orario: 10.30 - 12.30 e 17.30 - 19.30 Natale e 1° gennaio 17.30 - 19.30
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Foto di Maria Efisia Schirru
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L CANE A SEI ZAMPE A CORTINA Dopo il successo ottenuto in varie città italiane e al Parlamento di Bruxelles è ora a Cortina d’Ampezzo, alla Ciasa de ra Regoles, la mostra “ Il cane a sei zampe”, dedicata all’ex-villaggio Eni di Corte di Cadore. Il villaggio – 260 villette, una colonia per 600 bambini, un campeggio, un albergo, un residence e una chiesa co-firmata dal grande architetto veneziano Carlo Scarpa – fu costruito nel 1956 dal fondatore dell’Eni Enrico Mattei che affidò il progetto al famoso architetto Edoardo Gellner, cortinese d’adozione. La zona prescelta, in comune di Borca di Cadore, a 16 km da Cortina, è situata a 1100 metri di altitudine in una posizione splendida, dirimpetto al Pelmo e praticamente ai piedi dell’Antelao, due fra le montagne più belle delle Dolomiti, Patrimonio mondiale dell’Umanità. Il villaggio è considerato fra gli esempi di architettura di montagna più importanti d’Europa e uno dei primi esempi di architettura ecosostenibile d’Italia. Probabile quindi che un domani dia lavoro ad avvocati, Tribunali, Sovrintendenze e Associazioni Ambientaliste la proposta di tagliare in due il villaggio deviando il canalone di scarico delle acque pluviali dall’Antelao, con l’abbattimento di una ventina di villette. Lo fa presagire la recente costituzione, da parte degli abitanti del Villaggio di Corte di Cadore, di un apposito e qualificato Comitato composto da avvocati, geologi e ingegneri idraulici. La mostra cortinese è articolata in fotografie, planimetrie, disegni e filmati provenienti dall’archivio storico Eni e dallo studio Merlo di Cortina. E’ visitabile sino all’11 marzo 2012, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30, con ingresso gratuito. --
a surreale cronistoria del reale” “L mostra personale di Giuseppe Veneziano. Galleria d’arte Contini Via Roma, 2 26 dicembre 2011 9 aprile 2012
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