InPRESSIONI n. 3 Spring 2011

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ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011 Year 2 • Number 3 • Spring 2011


COLOPHON n.1 - Primavera, Spring 2010 Redazione: Gian Carlo Torre, Marco Picasso, Priamo Pedrazzoli, Carlotta Giardini Grafica: Giovanni Daprà, Ester Crisanti (lares@iol.it) • Web: Renato Gelforte Traduzione: Barbara Raineri (inglese), Tamara Osler-Schweers (tedesco) Organizzazione: Bruno Zani, Elio Osler, Luigi Lanfossi Chi intende riprodurre le parti del presente fascicolo deve citare la fonte o chiedere l’autorizzazione alla redazione. La responsabilità dei testi e dei termini è dei singoli autori. Tutti i marchi e le aziende citate su inPRESSIONI, sono proprietà dei loro detentori. Qualsiasi forma di collaborazione con inPRESSIONI è su invito e a titolo gratuito. Il materiale inviato alla redazione se non preventivamente concordato per iscritto, non sarà restituito. Informazioni: www.graficainsieme.ning.com - g.insieme@gmail.com

Sommario Bruno Bramanti, pittore e incisore Michel Fingesten testimone del suo tempo Tra sperimentazione e rinnovamento Il mondo dei sogni di Sergey Hrapov Il mio Don Chisciotte Sergio Tarquinio, non solo illustrazione. Il Frederikshavn Kunstmuseum e la sua collezione di ex libris La ASOCIACIÓN ANDALUZA DE EXLIBRISTAS (AAE) e la sua rivista “EXTAMPA” Concorsi ed Eventi Culturali - Competition and Cultural Events

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SUSSIDIO DIDATTICO

Associazione C.F.P. "Eugenio Fassicomo" - Scuola Grafica Genovese Via Imperiale, 41 - 16141 Genova (Italia) Telefono (+39) 010 518651 - Fax (+39) 010 51865288 - scuola.grafica@tiscali.il I sussidi didattici sono distribuiti a titolo gratuito. È gradito un contributo a sostegno delle attività dell'Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo - Scuola Grafica Genovese, da versare sul conto dell'Associazione. Scrivere in modo leggibile: nome, cognome e indirizzo di chi invia il contributo. IBAN - IT26 H061 7501 4030 0000 1478 620 - Causale: Contributo per Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo. This educational publication is being distributed on a complimetary basis, free of any charge. The sponsoring association (Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo) will gratefully acknowledge independent grants in support to this editorial initiative, to be paid to: Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo - Scuola Grafica Genovese - IBAN - IT26 H061 7501 4030 0000 1478 620 Contributo per Ass. C.F.P. Eugenio Fassicomo - Indicating clearly the name and address of the sponsor. Esta publicación cultural es distribuida de forma gratuíta. Se agradecerá la ayuda para el sostenimiento de la actividad de la Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo - Scuola Grafica Genovese, para lo que se detalla la cuenta. Indicar claramente el nombre y apellidos de quien realiza la contribución. Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo - Scuola Grafica Genovese IBAN - IT26 H061 7501 4030 0000 1478 620 - Contributo per Ass. C.F.P. Eugenio Fassicomo. Die Unterrichtsmaterialien werden kostenlos verteilt. Es ist ein willkommener Beitrag zu den Tätigkeiten der C.F.P. - Unterstützung Eugenio Fassicomo - Schule Graphics Genovese, zahlbar im Namen des Vereins. Schreiben Sie gut leserlich: Name und vollständige Anschrift des Beitrags des Absenders. IBAN - IT26 H061 7501 4030 0000 1478 620 - Beitrag für Ass. C.F.P. Eugenio Fassicomo

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Nato per il libro e legato al suo destino, l’ex libris continuerà ad essere un amico prezioso dell’uomo di cultura di ogni tempo e di ogni paese

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Maria Adriana Gai

conclusione del primo anno di inPRESSIONI vogliamo ricordare due momenti dell’anno passato. Il 29 settembre è scomparsa all’età di 95 anni la Professoressa Maria Adriana Gai, allieva di Sigmund Lipinski e di Attilio Giuliani; dal 1969 al 1985 resse la cattedra di “Xilografia e Incisione su metallo” della Scuola delle Arti Ornamentali del Comune di Roma. Decana e memoria storica della grafica e dell’ ex librismo italiano collaborò con Luigi Servolini e fu la segretaria degli “Ex libristi d’Italia (E.L.D.IT), formata e diretta esclusivamente da artisti. Delle mostre da Lei ideate e organizzate, ricordiamo la storica e magistrale mostra “Panorama dell’ex - libris europeo contemporaneo”, che ideò e curò a Lucca nell’ottobre 1956. La sua lunga esperienza e militanza di studiosa e di grande divulgatrice attenta, appassionata e infaticabile nel campo dell’arte, della grafica, la sua azione di promozione e di convalida verso l’ex libris, condotta con coraggio non indifferente, come donna e come artista, ha permesso la diffusione e la valorizzazione dell’ex libris italiano e straniero con conseguente tutela dell’ex libris storico a partire dal primo novecento. Sul sito www.graficainsieme. ning.com è visitabile una sintesi del video, girato da Giovanni Daprà lo scorso anno a Lei dedicato. Il 14 novembre presso la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli al Castello Sforzesco in Milano si è inaugurata la mostra curata per il centenario della AEM. Mostra storica per la realtà exlibristica italiana grazie al mecenatismo dell’AEM e dei quattro sponsor ad essa collegati, per i contenuti, per gli artisti partecipanti, per i premi elargiti, per il libro / catalogo realizzato e per la sede ove è stata esposta che si collega alle realtà del Castello Sforzesco che rendono onore agli artisti partecipanti: la Civica Raccolta delle Stampe, la presenza della collezione di ex libris di A. Bertarelli e il legame con la “Scuola Superiore d’Arte Applicata” conosciuta come la “Scuola del Castello” che dal 1882 al 2000 ha formato generazioni di maestranze esperte. La Fondazione AEM e il CRAEM hanno donato alla Raccolta Bertarelli una delle tre copie degli ex libris partecipanti. La giornata inaugurale ed il successo di pubblico sono visibili nei due video e nelle immagini presenti su www.graficainsieme. ning.com. La mostra ora è esposta a Livigno, da dove raggiungerà Tirano, Bormio e Grosio. Two moments within the last year are worth to be remembered: the death of Professor M. Adriana Gai and the opening of the exhibition held on the occasion of AEM centennial. Student of Sigmund Lipinski and Attilio Giuliani, from 1969 to 1985, M. Adriana Gai, held the chair of “Xylography and Engraving on metal” at the School of Ornamental Arts in the Townhall of Rome. She cooperated with Luigi Servolini and was the secretary of the association “Ex librists of Italy (E.L.D.IT)”. She was an active and skilled researcher, a careful divulger, passionate and tireless, an active woman in promotion and validation towards the ex libris, which was carried out with not indifferent courage; as a woman and as an artist she had allowed the diffusion and evaluation of the Italian and foreign ex libris with following safeguard of the historical ex libris, starting from the beginning of the twentieth century. The 14th of November has been the day of the opening of the exhibition for the AEM centennial. It was a memorable exhibition, for the Italian exlibristic reality thanks to the patronage of AEM and of its four sponsors connected to it, for its contents, for the joining artists, for the dispensed rewards, for its catalogue/book realized and for its exhibition area that raises the joining artists to the highest honours, for the donation of a copy of all the ex libris to the Bertarelli Civic Collection and, at last, for the large audience participation. On the website www.graficainsieme.ning.com you can find a résumé of the video dedicated to M. Adriana Gai and two videos dedicated to the opening of the exhibition of AEM, both realized by Giovanni Daprà. ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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Xilografia su legno di testa (X2) - 1956 [PF 1958], mm 124 x 80

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Bruno Bramanti, pittore e incisore Gabriella Gentilini

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ato a Firenze nel 1897, Bruno Bramanti frequentò l’Accademia di Belle Arti, dove fu allievo di Adolfo De Carolis. Nel 1915 si arruolò volontario negli Alpini e dopo il congedo dall’esercito nel maggio 1920, tornò a dedicarsi all’attività artistica. Pittore e incisore, privilegiò la xilografia legata soprattutto all’illustrazione del libro. Dal 1922 iniziò a partecipare alle maggiori esposizioni italiane ed estere, tra cui varie edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma e a moltissime rassegne di incisione e di ex libris, ottenendo premi e riconoscimenti. Fu presente alla II Mostra Internazionale dell’Incisione di Firenze del 1927 e all’Esposizione Internazionale del Libro di Parigi del 1931. Attivo nell’ambiente culturale fiorentino, dal 1926 al 1936 collaborò alla rivista letteraria Solaria di Alberto Carocci. Fu membro dell’Accademia Nazionale Luigi Cherubini, socio fondatore dell’Associazione Incisori d’Italia e Presidente della Sezione Incisione dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, rivestendo inoltre alcuni incarichi esteri. Dal 1931 al 1934 soggiornò a Rodi, chiamato ad eseguire francobolli e stampe per il Governo del possedimento italiano nell’Egeo; visitò anche il Medio Oriente. Nel 1940 fu richiamato alle armi e nel 1944, rifugiatosi a Firenze, rimase gravemente ferito da una mina tedesca. Abilissimo incisore, nella xilografia riuscì ad ottenere risultati eccezionali. La nitidezza del segno e l’equilibrio compositivo, il raffinatissimo rigore formale e l’accuratezza prospettica conferivano sempre ai suoi lavori la compiutezza di opere d’arte dense di profonda spiritualità. Il suo carattere molto riservato gli consentiva di raggiungere un completo distacco dalla realtà circostante e di lavorare appartato, in silenziosa solitudine. Legato al concetto dell’antica bottega artigiana, costruiva personalmente gli strumenti per il lavoro, sceglieva e preparava il legno (sempre di bosso) e l’inchiostro. La salda impostazione delle figure richiama direttamente al classicismo toscano di derivazione rinascimentale. Nel suo saggio “Io e il bossolo” dichiarò che la sua predilezione per l’arte andava da Giotto al Rinascimento, mentre per tutto il resto aveva scarso interesse. “…chi pratica le arti – scriveva – ha solo da capire e interpretare nel modo più nobile e perfetto ciò che il miracolo visivo, attingendo dall’universale, suggerisce all’anima. Le maniere per esprimersi sono infinite, come infinita è la creazione ed ognuno ha la libertà di scegliere quello che è più adatto alla sua sensibilità…” Una particolarità della tecnica incisoria di Bramanti consisteva nel non produrre effetti di nero su bianco, come avviene in genere, risparmiando il disegno e scavando i vuoti intorno ad esso, ma al contrario incideva la figurazione in modo che nella stampa risultassero effetti di bianco su nero (stampa in negativo) ottenendo il chiaroscuro ed i valori luministici mediante sottilissimi tratteggi di linee parallele o incrociate. La severa bellezza delle sue figure è esaltata da suggestivi effetti di luce radente, nell’elegante astrazione di composizioni molto elaborate, ricchissime di minuziosi dettagli. “Un perfetto fiorentino” - lo definisce l’amico e collaboratore Italo Zetti, nel discorso di commemorazione tenuto a Barcellona nel 1958 in occasione del VI Congresso Europeo di Ex Libris - di una bellezza elegante senza essere ricercato, per un innato senso dell’armonia che l’italiano in genere, e il fiorentino in particolare, nutre in modo spiccato… Si riusciva a capire l’essenza della civiltà fiorentina… Osservando le ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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incisioni del Bramanti è facile sorprendersi a confrontare certi tagli compositivi, persino certa iconografia, con quelli dei grandi maestri toscani…” Dal 1933 l’artista iniziò una lunga collaborazione con molti editori nel settore dell’illustrazione del libro. Per Vallecchi illustrò la “Storia di Cristo” di Giovanni Papini, nel 1934 per Bemporad la “Vita di Nostro Signore” di Dickens. Nel 1947 illustrò per l’editore veronese Mardersteig preziose pubblicazioni d’arte stampate in pochissimi esemplari, come l’”Esopo Moderno” di Pietro Pancrazi, con ventisette xilografie raffiguranti animali fantastici. Sempre nel 1947 eseguì trentotto piccole incisioni per gli “Stornelli e Rispetti Toscani” per l’editore Bodoni di Verona. Lavorò anche per editori statunitensi illustrando “I Promessi Sposi” del Manzoni nel 1951 e il “De Bello Gallico” di Giulio Cesare nel 1954. Illustrò inoltre libri di testo per le scuole elementari e medie e realizzò numerosissime incisioni per biglietti augurali, partecipazioni, vignette, sigle, francobolli. L’ultimo, prestigioso contributo di Bruno Bramanti all’arte del libro fu l’illustrazione dei Vangeli in edizione inglese e latina, con centoquattordici xilografie tratte dagli incunaboli del 1495, pubblicata da Mardersteig nel 1962. Gli ultimi otto legni furono completati dopo la morte del Maestro, avvenuta nel 1957, da Italo Zetti, che era stato suo allievo. (La figlia di Bramanti, Anna, completò gli ultimi quattro volumi dell’Opera Omnia di Niccolò Machiavelli lasciata incompiuta da Zetti alla morte, avvenuta nel 1978). Opere di Bruno Bramanti si trovano presso i Gabinetti Disegni e Stampe di musei e biblioteche di molte città italiane ed estere, tra cui gli Uffizi di Firenze. Dopo la scomparsa del Maestro gli sono state dedicate alcune mostre. Nel 1968, in occasione del XII Congresso Internazionale dell’Ex Libris a Como, la BNEL presentò una retrospettiva di ex libris. Nel 1970 alcune xilografie furono esposte alla II edizione della Biennale Internazionale della Grafica d’Arte di Palazzo Strozzi a Firenze. Nel giugno-luglio del 1975, l’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte di Firenze allestì una mostra antologica di dipinti, disegni, puntesecche e xilografie in onore della moglie dell’artista che si congedava da Direttrice dell’Istituto. L’opera xilografica di Bruno Bramanti è stata trattata nella tesi di laurea di Gabriella Gentilini dal titolo “La xilografia contemporanea degli artisti toscani attraverso le opere esposte alle Biennali Internazionali della Grafica d’Arte in Palazzo Strozzi a Firenze”, Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di Studi sul Medioevo e Rinascimento, Cattedra di Storia della Miniatura e delle Arti Minori, A.A. 1988-89.

Bibliografia Giovanni Colacicchi, «Bruno Bramanti» in “Seconda Biennale Internazionale della Grafica”, catalogo mostra, Firenze, aprile-giugno 1970, Centro Di, Firenze. Giovanni Colacicchi, «Bruno Bramanti 1897-1957», catalogo della mostra, Firenze, giugno-luglio 1975, Centro Di, Firenze. Giuseppe Mirabella, «Bruno Bramanti xilografo», in “Ex Libris”, rivista italiana di xilografia, ex libris e piccola grafica, aprile 1986. «Firenze fra le due Guerre - La Pittura», catalogo della mostra a cura di Costante Costantini con la collaborazione di Gabriella Gentilini, Palazzo Strozzi, Firenze, aprile-maggio 1990. Bruno Bramanti fu presente con tre dipinti. Gabriella Gentilini, «La Xilografia», Edizioni Pietro Chegai, Firenze, 1997. Gabriella Gentilini, «Repertorio della Xilografia Italiana 1946 - 1999», Pietro Chegai Editore, Firenze, 1999. Susanna Ragionieri, «Bruno Bramanti pittore e xilografo», Collana Fondazione Carlo Marchi, Olschki Edizioni, Firenze, 2002.

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Born in Florence in 1897, Bruno Bramanti attended the Academy of Fine Arts, where he was a student of Adolfo De Carolis. As painter and engraver, he privileged xylography above all connected to the exlibris and to books illustrations and cooperated with prestigious editors at International level. From 1922, he began to take part to the main Italian and foreign exhibitions, among which various editions of the Biennale Exhibition of Modern Art in Venice and to the Quadriennale in Rome and to several shows of engraving and exlibris, obtaining rewards and recognitions. He was present at the II International Exhibition of Engraving in Florence in the year 1927 and to the International Book Exhibition in Paris in the year 1931. He was an active man in the Florentine cultural circle; from 1926 to 1936, he cooperated with the literary magazine Solaria by Alberto Carocci and was a member of important institutions. As a very capable engraver, in xylography he obtained extraordinary results, conferring his works the completeness of works of art full of deep spirituality. His engravings can be seen in Cabinets of reading, on drawings and printings belonging to museums and libraries in many Italian and foreign cities, among which the Uffizi in Florence.

Xilografia su legno di testa (X2) opus 108 – 1955, mm 116 x 71 Xilografia su legno di testa (X2) opus 74 – 1950-1951, mm 97 x 74 ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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Xilografia su legno di testa (X2) opus 39 – 1934, mm 80 x 54 Xilografia su legno di testa (X2) opus 73 – 1946, mm 66 x 46 Xilografia su legno di testa (X2) opus 46 – 1936, mm 81 x 61

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Michel Fingesten testimone del suo tempo Cristiano Beccaletto

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ra i grandi protagonisti dell’ex libris del Novecento emerge, per la validità artistica, per la citazione assidua delle avanguardie, per i contenuti drammatici spesso autobiografici e per la cospicua produzione, la figura di Michel Fingesten (Buczkowitz 1884 - Cerisano 1943). La sua esistenza spesso errabonda – dal 1902 al 1912 viaggia in Stati Uniti, Australia, Cina e Giappone – e sregolata, guidata più dall’irrequietezza del suo animo libero che dalla ragione, più dalla sua voglia di vivere, una sorta di forza vitale, quasi primordiale, che da una forse più ragionevole e facile normalità quotidiana, ha contribuito, insieme al suo esilio forzato in Italia per motivi razziali, a crearne un mito senza tuttavia dargli la notorietà raggiunta da quegli artisti – fra gli altri Emil Orlik, Max Liebermann, Käthe Kollwitz e Heinrich Zille – attivi con lui a Berlino fra il 1913 e il 1934. La sua scelta, maturata negli anni fra il 1915 e il 1920, di dare uno sbocco al suo talento dedicandosi all’arte applicata, realizzando illustrazioni, copertine di libri, manifesti, stampe d’occasione e soprattutto ex libris è più affine alla sua preparazione artistica (vedi la frequentazione dello studio di Franz von Stuck a Monaco nel 1907) e al lavoro d’illustratore svolto negli anni americani, di cui si hanno notizie, seppure frammentarie. Nonostante l’adesione alla Secessione berlinese, anche nelle sue opere di grafica e pittura, Fingesten avrà sempre come punti di riferimento e di ispirazione l’estetica e gli elementi distintivi dell’Espressionismo e del Surrealismo; ma talvolta alcune divagazioni a puntasecca come una serie di nudi (anni venti) o ritratti di personaggi della cultura tedesca (anni trenta) sono piacevolmente presenti nel suo repertorio. Il suo talento si è manifestato principalmente nell’opera grafica sottilmente ironica, nel racconto della storia, nella visione del mondo, un’arte da testimone del suo tempo, un’arte che racconta il sociale, la maternità, il sacro, l’erotismo, il macabro, la tragedia. Fingesten, fra i primi, intende l’ex libris anche come arte autonoma, separandolo dal libro e dalla sua secolare funzione. Dopo il periodo berlinese e una breve parentesi spagnola nella primavera del Cliché da disegno acquerellato (P1 acquerellato) 1935, per sfuggire alle persecuzioni razziali del na- 1941-1943 [periodo di Ferramonti], mm 90 x 45 ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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zismo, lascia Berlino per l’Italia e si stabilisce a Milano. Qui vive della sua arte incidendo numerosi ex libris per il gallerista-editore Bolaffio, per i collezionisti Lombardo, Raimondo, Sabattini, Botta, per il quale realizza alcuni dipinti fra cui una grande Madonna, e Mantero per il quale affresca un’intera parete nella residenza di Villa Perti sul lago di Como. Nel 1938 Fingesten pubblica la cartella “Essai de Danse Macabre” e, nell’anno successivo, “Piccole annotazioni marginali sul tema della guerra”, profetiche visioni dell’immane catastrofe che si avvicina. Il 9 ottobre 1940, dopo l’entrata in guerra dell’Italia, Fingesten è arrestato per la sua origine ebraica e internato nel campo di Civitella del Tronto (Teramo). L’anno successivo abbraccia la religione cattolica. L’artista mantiene contatti epistolari con Mantero e con Botta; con mezzi di fortuna realizza alcuni ex libris in bassa tiratura, prevalentemente linoleografie. Il 13 novembre 1941 è trasferito al campo d’internamento di Ferramonti-Tarsia, vicino a Cosenza. Dalla direzione del campo riesce ad ottenere una baracca-atelier dove continua a fare arte, costituendo anche una scuola di arti figurative. Numerose opere – ex libris, linoleografie, disegni, oli, tempere – create nel campo, sono a tema religioso, ma si contano pure paesaggi, nudi di donna e i consueti soggetti fra l’ironico e il macabro. L’artista, autorizzato dalle autorità del campo, è ospitato alcuni giorni dal parroco di Bisignano (vicino a Ferramonti) per il quale dipinge una pala d’altare raffigurante il martirio di S. Bartolomeo. Fingesten, purtroppo, non vedrà la primavera della ricostruzione; l’8 ottobre 1943, dopo la liberazione del campo da parte degli alleati, muore a Cerisano (Cosenza) per i postumi di un’operazione chirurgica. Lontano dai clamori del mondo, da Berlino e da Milano, ora che finalmente il suo animo irrequieto trova la pace interiore, termina la sua vita terrena. I suoi ex libris apprezzati da generazioni di collezionisti, la sua testimonianza come artista e come uomo, il suo profondo dissenso verso il potere ed il crimine dell’uomo sull’uomo, rimangono nel tempo ad indicare la via, perché nessuno sia diverso per il nome che porta, perché nessuno dimentichi, mai. Bibliografia J. Lenze, “Michel Fingesten”, in Ex Libris Buchkunst und Angewandte Graphik, Magdeburg, 1918. Anno 28, numero 1-2. Rivista dell’Associazione di Ex libris tedesca. P. Friedrich, “Michel Fingesten”, Verlag N. Kunsthandlung, Berlin, 1920. N. Nechwatal, “Michel Fingesten Das graphische Werk”, Druckhaus Neue Presse Coburg, 1984. G. Mirabella, “Michel Fingesten un Odisseo del XX secolo”, Biblio, numero 1, Maggio 1995, Corsico, pp.18-26. C. Beccaletto, “Michel Fingesten e la donna violoncello”, L’Ex Libris Italiano, anno 3, numero 4, Ottobre-Dicembre 1997, Neoprint Arti grafiche, San Colombano al Lambro, pp.88-89. E. Deeken, “Exlibris von Michel Fingesten, Versuch einer vorläufigen werkliste”, Verlag Claus Wittal, Wiesbaden, 2000. C. Beccaletto, catalogo della mostra “Grafica ed ex libris di Michel Fingesten, Dalla Mitteleuropa all’Italia degli anni Trenta”, Comune di Roccalbegna, Neoprint Arti grafiche, San Colombano al Lambro, 2001. G. Mirabella, “Artisti che non videro e chi presagì tutto: il ceco Michel Fingesten”, L’Ex Libris Italiano, anno 7, numero 3, Nastro & Nastro, Germignana (Varese), 2001, pp. 6-8. Rivista dell’Associazione Italiana Ex Libris. C. Beccaletto, “Michel Fingesten: le tematiche di una vita”, Ex Libris Rivista internazionale di xilografia, ex libris & grafica originale, numero 28 (n. 1 nuova serie) - marzo 2004, pp. 22-28.

Puntasecca (C4) - 1921, mm 150 x 100

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“Ombra della morte”, Acquaforte e remarque a puntasecca (C3 + C4) - 1939, [Kleine Randbemerkungen zum Thema “Krieg” Milano], mm 225 x 155 ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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Puntasecca (C4) - primi anni Venti, mm 119 x 158

Michel Fingesten (Buczkowitz 1884 – Cerisano 1943) is one of the greatest leading characters of the ex libris of the twentieth century, for his artistic value, for the unbroken reference to avant-gardes, for his dramatic oftenautobiographic contents and for his considerable production. He dedicated himself in particular to applied arts, realizing illustrations, book covers, posters, bargain prints and above all ex libris, but sometimes some digressions using drypoint, like for example a series of nudes (in the twenties’) or portraits of characters of the German culture (in the thirties), are pleasantly present in his repertory. He sometimes dedicated himself to oil painting and to fresco. The aesthetic and the distinctive features of Expressionism and Surrealism were his points of reference and inspiration. Fingesten has been among the first to consider the ex libris also as an independent art, separating the book from its century-old function. After his stay in Berlin from 1913 to 1934, he settled in Milan, Italy. Here he lived of his art by engraving numerous ex libris for collectors and also dedicated himself to graphic works. In 1938 Fingesten published the folder “Essai de Danse Macabre” and, in the following year, “Small marginal notes on the subject of war”, prophetic visions of the incoming huge catastrophe. On the 9th of October 1940, Fingesten was arrested and was committed to the field of Civitella del Tronto (Teramo) because of his Jewish origin. In the following year, he will embrace the catholic religion. On the 13th of November 1941, he was transferred to the commitment field in Ferramonti-Tarsia, close to Cosenza. From the field direction, here he obtained a sort of shed-atelier where he carries on with his artistic production until he will establish a school of figurative arts. Numerous works – ex libris, linocut, drawings, oil tempera paintings – that were created in the field have religious subjects but there are also landscapes, woman nudes and the usual subjects between the ironic and the macabre. Fingesten died on the 8 of October 1943 in Cerisano (Cosenza) for the after-effects of a surgical operation. His story as an artist and as a man, his deep dissent towards power and crime from man to man, remain in time to indicate the way, so that no one must be different because of the name he has, so that no one must never forget.

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Tra sperimentazione e rinnovamento Giovanni Turria

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a mia produzione di immagini, un tempo rigorosamente volta alla realizzazione di incisioni in bianco e nero all’acquaforte, secondo i canoni della tradizione, ha preso poi strade più varie, accondiscendendo alle sperimentazioni, dapprima con incisioni di grande formato, ora con xilografie intagliate in formati anche inconsueti e poi con ricerche su multisovrapposizioni di figurazioni grafiche, con fondini inusuali, da fogli di antichi libri catastali a vecchi quaderni di scuola degli anni trenta. Dopo anni intensi di mostre personali e dopo la partecipazione alle più importanti mostre di settore dedicate alle arti grafiche penso che ora, entrato di ruolo nella cattedra di incisione che fu di Renato Bruscaglia nella prestigiosa Accademia di Belle Arti di Urbino, io possa esercitare un ruolo non indifferente nel cercare di dare un nuovo senso all’incisione, spingendo i miei studenti non solo a rinnovare le motivazioni con cui affrontano le tecniche tradizionali e dunque la loro applicabilità, ma anche nel rinnovare i soggetti possibili, ampliando il “range” delle prospettive. Penso che l’incisione debba essere affrontata con nuove speranze, ma anche con serio intento, perché possa essere considerata non archeologia ma una tecnica che, al pari delle altre e delle nuove, può affrontare la sfida della contemporaneità. Per questo continuo a far parte, con molto orgoglio, dell’Associazione Incisori Veneti, che tanto ha dato alla storia della grafica in tempi memorabili per personalità e motivazioni, ma non tralascio di essere aggiornato alle sperimentazioni del momento, e a volgere lo sguardo alle poetiche degli artisti internazionali che utilizzano il medium della grafica. I riferimenti al dato naturale che più prediligo rimangono ancorati ad esperienze visive di forte impatto: le luci e le ombre che si stagliano su uno sfondo, dei visi - che rimangono il mio soggetto preferito – contrassegnati dal controluce, ultimamente anche soggetti inanimati che abbiano riferimenti con mestieri intellettuali: il calamaio, le lettere, la scrittura stessa che è così vicina in fondo alla pratica dell’incidere, dello “scrivere” sulla lastra. Mi attraggono sempre i colori basici, mentre rifuggo dalle note squillanti, come riprendendo il vecchio cammino dell’incisione cui ero abituato. Tra i miei recenti amori sta la scoperta della produzione di piccole plaquette in cui poesia e immagine si legano assieme. Mi era già capitato di effettuarne assieme ad editori di pregio, ma la possibilità di avere un mio laboratorio e la coincidenza dell’incontro di alcuni poeti tra i massimi della letteratura mondiale hanno creato il presupposto per la composizione di libretti d’artista (tra i quali la collana “Diversiinversi” e alcune collane come “Fatti d’Arte e poesia”) con l’Accademia di Urbino o l’Officina arte contemporanea di Vicenza. L’abbinamento di arte e poesia conduce a un nuovo modo di interpretare l’incisione, forse più vicino al piccolo formato dell’ex libris, che avevo iniziato ad interpretare per alcuni collezionisti del settore o per amici appassionati, ma interessante e foriero di nuove possibilità di effetti, di scoperte inaspettate, che sconfinano anche con la possibilità di collaborare proficuamente con altri artisti e colleghi che stimo. Questa conformazione cartacea, in vari formati, mi entusiasma perché assomma la capacità compositiva della tradizione al rigore necessario per dare una bella composizione generale e permette di reinterpretare un tema, sia esso il racconto o una sola evocazione del tema riportato nello scritto, suggerendo soggetti inusitati, sonorità timbriche, libertà nuove. ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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Puntasecca (C4) – 2001, mm 115 x 115

Biografia Giovanni Turria (Francavilla di Sicilia (ME), 1970), incisore e pittore, si diploma nel 1994 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, prosegue gli studi a Firenze presso la Scuola Internazionale di Grafica d’Arte “Il Bisonte”. E’ stato docente di Tecniche dell’incisione nelle Accademie di Belle Arti di Venezia, Roma, Macerata, Sassari, Reggio Calabria, Foggia, Lecce, è titolare della cattedra di Grafica d’Arte-Tecniche dell’incisione all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Ha esposto in Italia e all’estero in numerose collettive e personali a Vicenza, Firenze, Catania, Siracusa, Genova, Edimburgo e Stoccarda. Partecipa alle principali rassegne internazionali della grafica, dalla Biennale Internazionale per l’Incisione di Acqui Terme (dove riceve il I premio nel 2005) a quella di Alijo in Portogallo (I premio giovani nel 2001); tra i vari riconoscimenti ha ricevuto il II premio al Premio “L. Sciascia Amateur d’Estampes” nel 2005 e il I premio giovani al Premio Internazionale Biella per l’Incisione nel 1996. Nel 1997 fonda a Vicenza l’Officina arte contemporanea che ospita uno spazio espositivo e studi d’artista oltre ad una stamperia dove pubblica libri d’arte e poesia con autori come Yves Bonnefoy, Mark Strand e Chris Wallace-Crabbe. Sue opere sono al Gabinetto Disegni e Stampe di Firenze, Raccolta Bertarelli di Milano, Museo Villa Croce di Genova, Museo della Stampa di Soncino. Vive a Vicenza.

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Bulino, acquaforte, puntasecca (C2 + C3 + C4) – 2002, mm 150 x 106

Puntasecca (C4) – 2002, mm 130 x 90

In my works I preferred above all the traditional technique to etching, later on I moved on the

experimental stage, at first by realizing very large engravings and then xylographies in unusual sizes and graphics composed of multi-overlappings of figures with unusual backgrounds that sometimes are composed by ancient books or old school notebooks of the beginning of the twentieth century. My favourite visual references are light and shadow effects that stand out on a background, faces marked by backlights, lately also inanimate subjects that have references with intellectual jobs. Recently I devoted myself a lot to the production of small plaquettes in which engravings go together with poetry: I realize them in my laboratory, sometimes in cooperation with the greatest authors of world literature creating different editorial collections. Their small size is very close to that of the ex libris to which I got near some time ago. After years full of personal exhibitions and after taking part to the most important exhibitions within this field concerning graphic arts, now I have obtained the post of teacher of engraving at the Academy of Fine Arts in Urbino and I urge my students to use traditional techniques in order to obtain new results, to renew subjects so that graphics is not archaeology but contemporaneity.

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“All is not as it seems”, Bulino e puntasecca (C2 + C4) – 2007, mm 400 x 900

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Il mondo dei sogni di Sergey Hrapov Oleh Rudenko

(ACCADEMIA UCRAINA DI STAMPA)

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a fervida fantasia di Sergey Hrapov ha dato vita ad un’immensa città incantata, che cresce anno dopo anno conquistando nuovi territori abitati da protagonisti vecchi e nuovi che lottano contro la storia universale, le abitudini e le presunzioni umane, la generosità e l’infamia, la gioia e la frustrazione, la lealtà e la perfidia, o in breve – contro tutto ciò che fa parte della vita… Il cuore della città è un’antica piazza del mercato con maestosi leoni che ne presidiano l’entrata. Le strade medievali che si aprono a ventaglio dalla piazza, sono ornate da facciate pregne di elementi decorativi. Cariatidi e atlanti sorreggono il peso dei balconi, abitati da bellissime donne dai sorrisi demoniaci, con visi lunghi e quasi di pietra, sguardi gai e maliziosi, seni robusti e ben torniti (ex libris di Karl Vissebs e Li Fu Tian). Grifoni e aquile, appollaiati sugli edifici, affiancano creature immaginarie e guardano in basso verso la vita affaccendata delle strade e dei cortili. Qui è dove si possono udire innumerevoli storie surreali e stravaganti e dove ci si può perdere nello spazio infinito del passato. Si può volare attraverso i decenni e persino i secoli, per incontrare un vero cavaliere armato di corazza; Don Chisciotte a riposo, curvo sulla sua spada che progetta nuove grandi imprese in onore del suo amore immaginario (Giorgio Frigo); o un samurai che ha sconfitto un drago per conquistare il cuore di una bella fanciulla. Qui si può incontrare una bella senza veli con gambe da gatto, che si ciondola nella calda pelliccia della criniera del leone, abbellendo la bestia che è sua schiava (Nicola e Anna Carlone). Dopo aver assaporato le strade strette della città incantata, l’artista parte all’improvviso e irrompe in un labirinto di indistinti edifici multipiano, in una metropoli futuristica. Egli diventa una rotella di un immenso ingranaggio, nel quale la corona d’alloro del vincitore da risalto in modo grottesco allo stato e al posto adatti ad un artista in questo mondo e le lancette fanno roteare un quadrante a forma di occhio. Un’ironica figura disegnata scrupolosamente è il primo asse di un’incisione. La figura, con una piccola elica in mano che la trasporta oltre i condomini attorniati da oggetti metallici, verso nuove vette creative, vacilla sulle onde del progresso Acquaforte, acquatinta, maniera nera (C3 + C5 + C7) - 2009, mm 127 x 108 ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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tecnologico (opus 11). Probabilmente la città incantata è Lviv, la città natale dell’artista. Lviv viene spesso descritta come una Roma in miniatura, perché proprio come Roma giace su sette colli. Ma è anche possibile che ogni città del mondo possegga qualche elemento dell’immaginaria e impenetrabile ambientazione urbana creata dall’artista. La città misteriosa vive in ognuno di noi. È nascosta nel profondo del nostro inconscio. Proprio come la città che giace su sette colli, l’arte dell’incisione nella Lviv moderna giace sulle sue vette, e una di esse è stata realizzata dal bulino di Hrapov. Questo colle è visibile solamente nella sovrabbondanza di macchie, punti, linee e ombre che dipingono la città dietro un velo di pioggia. La città è mutevole e sfuggente; è al tempo stesso emozionante e indefinibile venirne racchiusi in un lampo. Le sue opere si trovano in molte parti del mondo: in Olanda, Belgio, Italia, Inghilterra, Stati Uniti, Corea, Cina e Giappone. In ognuno di questi intrichi cittadini, da qualche parte pressappoco al nono o forse al novantanovesimo piano, appare la figura di Sergey Hrapov, che getta uno sguardo sul mondo attraverso il mirino della sua anima. Sergey Hrapov esprime i suoi sentimenti attraverso ogni mezzo disponibile ad un artista. Egli è un maestro nelle tecniche d’incisione, puntasecca, acquatinta e mezzotinto. Vive nel suo profondo, stravagante, irrazionale regno di idee senza fine. Utilizzando oggetti speciali, egli trasforma tali idee in una metafora pittoresca e ci offre l’opportunità di leggere ed interpretare il suo testo visivo. Egli scompone la forma perfetta del viso umano, comprimendola nel sorriso di una bella senza veli sulla copertina di una rivista da quattro soldi; ci mostra i dolci incanti delle sirene mentre vanno a distruggere una fortezza medievale con i loro strali (Yang Guang Chao). I suoi ex libris si estendono verticalmente verso l’infinito e rivelano l’essenza di un artista in questo mondo. Il pesce mangia il pesce – cosa significa? Simboleggia gli spasimi mortali dell’arte mostrandoci come l’artista consuma se stesso? O è il simbolo della gelosia umana, dell’orgoglio e della stupidità che porta le persone “Stan Hengues” - Acquaforte, acquatinta, maniera nera (C3 + C5 + C7) opus 11 – 2005, mm 238 x 145

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ad uccidersi a vicenda? Prosegue incessantemente dall’inizio dei tempi. Ciò nonostante, l’artista continua a sognare in modo ottimistico ed il suo angelo continua a sorreggere il suo pesante fardello – un enorme pesce misterioso (Aquarius). La città incantata di Sergey Hrapov è una riflessione sul microcosmo dell’anima dell’artista. È una dimora per gli eroi vaghi e famosi della presunzione, dell’assurdità e della generosità umana nella storia universale, in quanto essi sono i protagonisti della storia della vita. L’ultima pagina del libro è un piccolo segno del tempo, un ex libris quale riflessione metaforica di questa grandiosa rappresentazione…

Acquaforte, acquatinta, maniera nera (C3 + C5 + C7) - 2009, mm 129 x 98

Acquaforte, acquatinta, maniera nera (C3 + C5 + C7) - 2009, mm 155 x 118

Sergey Hrapov’s creative imagination has given birth to a huge enchanted city, which grows year by year, conquering new territories inhabited by old and new protagonists battling over global history, human vanities and routines, greatness and villainy, joy and frustration, loyalty and treachery, or in short - what life is all about… The heart of the city is an old marketplace with fantastic lions guarding the entrance to the town hall. Medieval streets fanning out from the plaza are ornamented with elaborate facades. After savouring the enchanted city’s narrow streets, the artist suddenly leaves and bursts into a labyrinth of indistinguishable multi-storey buildings in a futuristic metropolis. Perhaps that enchanted city is Lviv, the artist’s hometown. Lviv is often described as a miniature Rome, because just like Rome, it sits on seven hills. He is a master in the techniques of etching, dry-point, aquatint, and mezzotint. He lives in his very own, idiosyncratic, irrational, realm of eternal ideas. Using specific objects, he transforms these ideas into a picturesque metaphor and offers us the opportunity to read and interpret his visual text. His own ex-libris, extending vertically to infinity, reveals the essence of an artist in this world. Fish eating fish – what does it mean? Does it symbolize the death throes of art by showing us how the artist devours himself? Or is it the symbol of human jealousy, pride and stupidity that makes people kill each other? Sergey Hrapov’s enchanted city is a reflection of the microcosm in the artist’s soul. It is a home for famous and obscure heroes of human vanity, absurdity and greatness in global history, for they are the protagonists in the book of life. The end-leaf in the book is a tiny sign of time, an ex-libris as a metaphorical reflection of this magnificent performance… ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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Acquaforte, acquatinta, maniera nera (C3 + C5 + C7) - 2008, mm 157 x 107 Acquaforte, acquatinta, maniera nera (C3 + C5 + C7) - 2009, mm 146 x 105 Acquaforte, acquatinta, maniera nera (C3 + C5 + C7) - 2004, mm 195 x 145 Acquaforte, acquatinta, maniera nera (C3 + C5 + C7) - 2009, mm 151 x 98

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Il mio Don Chisciotte George Sekine

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urante il mio primo Congresso F.I.S.A.E. a Frederikshavn in Danimarca nel 1988, osservai che molti collezionisti avevano un tema o un soggetto specifico per le loro collezioni. Decisi di collezionare ex libris a tema cervantino, collegando questo cavaliere errante al mio pseudonimo che in giapponese si pronuncia ‘don-ki-hoté. In Danimarca commissionai a Oswin Volkamer il mio primo ex libris cervantino, la mia collezione ora ha raggiunto i 75 ex libris a tema cervantino a mio nome eseguiti con differenti tecniche (X1, X2, X6, C, S1, S2, S3 e C.A.D.) da 52 artisti di 15 paesi quali Giappone, Germania, Belgio, Bulgaria, Ungheria etc. Traggo molta soddisfazione dall’osservare le differenti caratteristiche immagini di Don Chisciotte e Sancio Panza, avendo ciascuno di essi una differente espressione e motivazione, realizzate da artisti di tutto il mondo. Conosco altri collezionisti del tema cervantino nel mondo tra i quali sono molto conosciuti il tedesco Paul G. Becker e l’italiano Gian Carlo Torre. Io credo che il nostro eroe deve continuare ad essere un importante motivo di ispirazione per le arti e per gli ex libris. È molto difficile per me spiegare perché ho un grande interesse in Don Chisciotte. Don Chisciotte è stato tradotto in giapponese da molti autori ed è ampiamente conosciuto dal popolo giapponese. La cavalleria di Don Chisciotte, descritta tra delusione e realtà, sembra avere qualche connessione con il giapponese “Samurai”. Penso che questo sia uno dei motivi che hanno attratto molti lettori giapponesi e quindi non solo Don Chisciotte ma anche Sancio Panza, Ronzinante e Dulcinea sono ben noti. Nel 1990 fu pubblicato il Don Chisciotte illustrato da 120 disegni di Gustave Dorè, le cui immagini aggiunsero ulteriore fascino al capolavoro cervantino. Nel 1893, quando Don Chisciotte fu tradotto per la prima volta in giapponese da Matsui Shouyou, fu chiamato usando i caratteri cinesi. si“macchina”, gnifica “lenta”, FRANÇOIS MARECHAL (F), Linoleografia (X3-2) – 1998, mm 99 x 80 ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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“un vecchio uomo”, “avventura” e “storia”. Il giapponese allora, confrontato con la cultura occidentale, non aveva altro modo di tradurre le lingue straniere se non usando i caratteri cinesi; ma in Kataadesso, Don Chisciotte è scritto kana (il sillabario fonetico giapponese). Io ho preso in prestito il nome dell’amato e innocente cavaliere per il mio pseudonimo usan. significa do differenti caratteri “bere”(specialmente bevanda alcoolica), sta per “pergolato”. Non pen“piacere”, “profumo” e sate che questi aspetti vi rendono piacevole l’immasi gine dello stesso Don Chisciotte? Il carattere pronuncia anche “nomu”, cosi se voi leggete di continuo, la frase diviene “nonkiho-tei”. Nonki significa libero di preoccupazioni e spensierato (anche che prende il mondo come viene). L’impressione che ricaviamo da questi quattro caratteri ce lo indicano come un ottimistico bevitore ma anche un uomo . Per questi motivi amo il mio romantico pseudonimo e non è esagerato affermare che Don Chisciotte fa parte della mia persona. HAMANISHI KATSUMORI (J), Maniera nera (C7) - 2005, mm 150 x 66 MATSUBARA KUNIMITSU (J), Tecnica giapponese - Kappa (S4) – 2006, mm 91 x 93 OUTI KOUHOU (J), Xilografia su legno di testa (X2) -1993, mm 29 x 29

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HIRATSUKA AKIO (J), Tecnica giapponese – Kappa (S4) – 2000, mm 149 x 69 ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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HAYASHI YUKI (J) Acquaforte (C3) – 2008, mm 152 x 39

VERESCHAGIN GENNADY (UA), Acquaforte, acquatinta (C3 + C5) – 2002, mm 136 x 82

Don Quixote is one of the most popular literary heros among Japanese people. His knighthood described between delusion and reality seems to have some connection with Japanese “Samurai”. I think it is one of the reasons which have attracted many Japanese readers from the first translation into Japanese in 1893 by Mr. Matsui Shouyou. My first FISAE was the Danish Congress in 1988, where I noticed that many collectors had specific themes or subjects for their collections. I decided to collect Don Quixote ex libris, because i liked this knight errant so much that I have borrowed the name of the lovable and innocent knight for my pen name, pronounced ‘don-ki-hoté’ in Japanese. In the Danish FISAE, i commissioned to Oswin Volkamer my first Don Quixote ex libris. I have enjoyed very much a variety of characteristic images of Don Quixote and Sancho Panza and some well-known episodes from Don Quixote produced by world bookplate artists. My Don Quixote ex libris collection has steadily grown in number and there are now 72, made by 52 artists of 15 countries such as Japan, Germany, Belgium, Bulgaria, Hungary, etc. I know there are other collectors of Don Quixote bookplates in the world, among whom Paul G. Becker of Germany (Fig. 5, 6) and Gian Carlo Torre of Italy are well-known.

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Sergio Tarquinio, non solo illustrazione. Priamo Pedrazzoli

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ergio Tarquinio (Cremona, 13 ottobre 1925) è conosciuto a livello internazionale per la sua attività di illustratore e disegnatore, in particolare di fumetto western. La sua collaborazione con le case editrici comincia sul finire del 1945 e prosegue per quasi mezzo secolo, fino ai primi anni ’90. Il 29 luglio 1948, sulle ali del giovanile spirito di libertà e d’avventura, s’imbarca sul “Sestriere” e insieme a tanti emigranti, dopo un viaggio di tre settimane, sbarca nella prospera e frenetica Argentina, dov’è assunto dall’Editorial Avril di Cesare Civita. Vi rimarrà quattro anni, collaborando a Misterix con Alan Blood e con altre testate e partecipando a quella che sarà universalmente nota come la “Scuola italiana del fumetto sudamericano” altrimenti conosciuta come “Escuela de Acassuso”1. A questo gruppo di lavoro, di cui Sergio Tarquinio fu precursore, aderiscono Hugo Pratt, Mario Faustinelli, Alberto Ongaro e Ivo Pavone, giunti anch’essi dall’Italia sul finire del 1950. Questi giovani si ritrovano nella villa di Acassuso non solo per la redazione delle varie pubblicazioni, ma si assumono anche il compito di “formare” i disegnatori argentini, contribuendo a quella fioritura fumettistica ancor oggi rammentata dai cultori del genere e assurta a vera e propria “scuola” per qualità e marchio stilistico. Fu un periodo d’intenso lavoro, di discussioni sull’arte e la letteratura ma anche di giovanile goliardia, divertimento e creatività. L’avventura argentina di Tarquinio, peraltro da lui mai rimpianta, termina il 17 maggio 1952 quando, insieme alla mamma e alla sorella che nel frattempo l’avevano raggiunto in Sudamerica, s’imbarca sulla nave 1 Sobborgo di Buenos Aires dove si trovava la villetta del gruppo veneziano cosiddetto dell”Asse di Picche” di Hugo Pratt.

Cliché (P1) – 1971, mm 101 x 60

Xilografia su legno di filo (X1-2) – s.a., mm 62 x 82

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“Sises” e ritorna in Italia, nella natia Cremona. Fatta eccezione per due o tre lavori che riesce a portare con sé, Tarquinio è costretto a lasciare in Argentina tutta la sua produzione artistica di quel periodo (oli, xilografie e litografie) a causa della burocrazia locale e della legislazione, assai restrittiva all’esportazione di opere d’arte. Riprende quindi l’attività di illustratore, collaborando con la Dardo e anche, in modo saltuario, col Vittorioso e con le editrici inglesi Fleetway e Amalgamated Press. Sul finire degli anni Cinquanta, nasce la collaborazione con l’editrice Araldo, per la quale disegna le avventure del Giudice Bean e Giubba Rossa. Fra i suoi lavori, anche alcune storie di Superman e di Batman per la Mondadori e una saga di pirati per il Corriere dei Piccoli. Infine, Tarquinio entra nello staff dei disegnatori della Storia del West e successivamente in quello di Ken Parker. Negli anni ‘80 si trasferisce al Giornalino, disegnando alcune serie western come Fra due bandiere e Nuove frontiere. La collaborazione durerà per tutto il decennio. Una vita intensa e una professione brillante, svolta accanto ai più importanti nomi dell’illustrazione che, anche i meno esperti del settore, potranno cogliere in questa seppur breve esposizione. Ma Sergio Tarquinio, prima ancora dell’illustrazione, inizia la propria carriera artistica con l’incisione xilografica, sua vera grande passione insieme alla pittura. A sedici anni, studente all’Istituto Industriale di Cremona e già appassionato per il disegno, s’interessa all’incisione frequentando la Biblioteca Governativa, dove può ammirare le antiche xilografie di Ugo da Carpi, di Anton Maria Zanetti e di Domenico Beccafumi. Così, dopo essersi costruito artigianalmente gli attrezzi per l’intaglio e per la stampa, realizza le prime incisioni xilografiche su matrici di legno di filo. Già nel 1947 e sempre da autodidatta, comincia a sperimentare la xilografia a colori, che trova affascinante per la difficoltà di realizzazione poiché, fin dall’inizio, adotta il procedimento del cosiddetto “legno perso”. Le difficoltà di questo metodo, che consiste nell’eseguire tutta la lavorazione su di un’unica matrice anziché incidere un blocco per ciascun colore da stampare, sono notevoli poiché è richiesta una abilità tecnica non comune e presuppone già dall’inizio, nella mente dell’artista, la visione finale e definitiva dell’opera. Va tenuto presente, infatti, che l’incisione xilografica, a differenza di altre tecniche, è un procedimento operativo “in negativo” per il fatto che il segno ottenuto non è tracciato direttamente sulla matrice ma è ottenuto scavando e asportando il “bianco” e quindi ogni taglio si riflette sulle fasi successive e quindi sul risultato finale. Con questo procedimento inciderà complessivamente una sessantina di xilografie, alcune di esse realizzate a ben cinque colori. Grazie alla notevole capacità nel disegno, che è Acquaforte (C3) - 1970, mm 88 x 80

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“Vecchio pescatore”, Linoleografia (X3) - 1955, mm 112 x 85 [stampa inedita] ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

Si ringrazia Sergio Traquinio per il dono. Thanks to Sergio Traquinio for the gift.

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alla base d’ogni arte figurativa, Sergio Tarquinio si dedica oltre che alla xilografia, anche all’incisione calcografica, alla litografia, all’acquarello e alla pittura, realizzando un insieme di opere di tutto rispetto, tra cui anche 132 ex libris. Un peintre-graveur a pieno titolo che, pur non aderendo formalmente ai movimenti artistici che hanno attraversato il secolo breve, nella sua interpretazione artistica è vicino ai realisti esistenziali, cioè ai Guerreschi, ai Ferroni, ai Vespignani e alla xilografa tedesca Käthe Kollwitz. Con la sua arte trasfonde la propria visione della vita partecipando a quel mondo dei sofferenti, degli emarginati che ha sempre amato, specialmente il mondo dei pescatori e dei ghiaiaioli del Po, che era la realtà più sfortunata che esisteva al tempo nella sua zona. Parte della sua opera grafica, circa 415 pezzi, è reperibile presso il Museo Ala Ponzone di Cremona, a cui è stata donata, nel 2002, insieme all’intero corpus degli ex libris. Vanno ricordate, oltre ai “Paesaggi padani”, alle “Colline”, agli “Uomini del Po”, le serie dedicate alle demolizioni e alle texturologie urbane, metafora della perdita d’identità dell’individuo. Sergio Tarquinio ha conseguito numerosi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale e le sue opere sono presenti in diversi musei. Ha svolto anche l’attività di docente e si è sempre adoperato per la divulgazione dell’arte. Attualmente, abbandonata la più faticosa arte incisoria, si dedica alla pittura e all’acquerello nel suo amato atelier, “come un ragno sta nel “Gli addii”, Xilografia su legno di filo (X1) legno perso 3 colori - 1958, mm 177 x 175 suo buco”, dalle parole dello stesso artista cremonese. Bibliografia Vladimiro Elvieri (a cura di), “Sergio Tarquinio – L’opera incisa”, Donazione al Museo “Ala Ponzone”, Cremona, 2002. “L’incisore inciso – Sergio Tarquinio a colloquio con Vittorio Cozzoli”, Persico Edizioni, Cremona, 2003. Costa S, Marcianò L. Tamagnini L (a cura di) “Sergio Tarquinio – Un disegnatore per l’avventura”, A.N.A.F.I., Reggio Emilia, 2005

Sergio Tarquinio (Cremona, 13th of October 1925) is known at International level for his activity as an

illustrator and designer, in particular of the western strip cartoons. He cooperates with publishing houses in 1945 and continues for almost half a century, until the beginning of the ‘90s. From 1948 to 1952, he carries out this activity in Argentina, where he joins that group famous as “Italian school of the South American strip cartoon” that stands out for its quality and stylistic brand. Back in Italy, he carries on his cooperation with several editors and scriptwriters by drawing and illustrating numerous stories. Very young, in 1942 he begins his artistic activity by engraving, his first xylographies on woodblocks cut longitudinally using the tools that he built himself. A strenuous artistic production, either engraving and pictorial, will follow and that places him in closeness to the existential realists. He received numerous recognitions at national and international level and his works are present in different museums, especially in the museum Ala Ponzone in Cremona, where part of his graphic works is preserved.

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“Collina emiliana”, Xilografia su legno di filo (X1) legno perso 5 colori - 1958-1960, mm 150 x 261

“Piccolo vigneto”, Xilografia su legno di filo (X1) legno perso 5 colori - s.a., mm 235 x 411 ANNO 2 • NUMERO 3 • Primavera 2011

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“Crocifissione”, Xilografia su legno di filo (X1) legno perso 5 colori - s.a., mm 498 x 350

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Il Frederikshavn Kunstmuseum e la sua collezione di ex libris Klaus Rödel

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l piccolo museo d’arte della città portuale di Frederikshavn nel nord della Danimarca, accoglie la propria collezione (dipinti, acquerelli, pastelli) del pittore paesaggista danese Karl Bovin, alternando mostre d’arte, soprattutto di artisti Danesi e Nordici e mostre di arte su carta. Fondamentale nel dipartimento di arte su carta è il settore dedicato agli ex libris. Il museo ha una propria collezione di circa 40.000 ex libris, acquisiti mediante acquisti, scambi e donazioni. Il patrimonio più importante è costituito dalla proprietà della fondazione Den Danske Exlibrisfond (the Danish Exlibris Foundation). La fondazione fu costituita in 1979 ed è un settore indipendente del Frederikshavn Art Museum. Essa è la risultante delle collezioni di Eigil Jenssen-Tusch, Helmer Fogedgaard, Johnny Køhler e di Klaus Rödel, circa 450.000 ex libris (inclusi i doppi!) e 3.500 titoli di letterature sugli ex libris. Dopo la morte dei primi due co-fondatori, le loro collezioni di ex libris e le loro biblioteche exlibristiche sono conservate nel museo, unitamente alla collezione di ex libris di Klaus Rödel (circa 40.000 ex libris), che tuttora conserva, presso la sua abitazione, la personale biblioteca exlibristica (circa 7.000 titoli). La fondazione amministra le collezioni di ex libris, grafica e le rispettive biblioteche, rendendole accessibili al pubblico con esposizioni e quando possibile dando alle stampe un periodico a tema. La fondazione, inoltre, secondo le direttive del comitato direttivo promuove l’arte dell’ex libris. Ogni anno sono presentate da 40 a 50 mostre tematiche come ad esempio “Leda e il Cigno”, “Il ratto di Europa”, vino (Bacco), musica e strumenti musicali (organi, jazz), musicisti (Mozart), mostre ad argomento (ex libris sugli scrittori: il Don Chisciotte di Cervantes, le favole di Hans Christian Andersen, Dostojevski, Sherlock Holmes, Thomas Mann), mostre a carattere nazionale (Germania, Italia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Spagna, Ungheria, etc.) e mostre di singoli artisti. Dal 1978, anno della fondazione del museo, sono state realizzate più di 800 esposizioni. Nel 2009 ha avuto inizio la nuova serie di mostre battezzata “Contemporary Bookplate Artists”, fino ad ora sono state realizzate 30 mostre di artisti provenienti da differenti paesi. Nel 1972 il XIV Congresso Internationale di Ex Libris F.I.S.A.E. ebbe luogo a Helsingør e il XXIV, nel 1988, a Frederikshavn come il successivo XXIX nel 2002, dove furono presentate non meno di 12 mostre di ex libris. Anche se la Danish Ex libris Society (DES) è costituita da un modico numero di membri, e sono relativamente pochi gli artisti di ex libris, queste attività e la portata delle collezioni conservate nel Frederikshavn Kunstmuseum fanno della Danimarca una delle più importanti ed attive nazioni in campo exlibristico in Europa.

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PER CHRISTENSEN (DK), Serigrafia (S1), 1995 ca , mm 100 x 70

Frederikshavn Art Museum follows three objectives: its own collection of the art (paintings, water colours, pastels) of the Danish landscape painter Karl Bovin – alternating art exhibitions, above all of Danish and northern artists – as well as art on paper. The emphasis in the department of art on paper is on ex libris. The museum has its own collection of about 40.000 ex libris, acquired by purchases, exchanges and donations. The most important assets are property of the foundation Den Danske Exlibrisfond (the Danish Exlibris Foundation), a independent part of the Frederikshavn Kunstmuseum, established in 1979. There are the collections of Eigil Jenssen-Tusch, Helmer Fogedgaard, Johnny Køhler and Klaus Rödel (about 450.000 ex libris including duplicates!). and 3.500 titles of literature on ex libris, only the literature collection of Klaus Rödel, however, (about 7.000 titles) is still kept at home. The foundation make these collections accessible to the public by exhibition activities and – if possible – the edition of a respective periodical. Every year the art museum presents about 40 to 50 exhibitions in a combination of motive, thematic, national, individual artists exhibitions. Since the foundation of the museum in 1978 till today about more than 800 exhibitions have been shown; in 2009 started a new series of exhibitions “Contemporary Bookplate Artists”, until now we have arranged 30 exhibitions. The 14th International FISAE Ex libris Congress took place in Helsingør in 1972, the 24th in 1988 in Frederikshavn, as did the 29th in 2002. Even though the Danish Ex libris Society (DES) has only a modest number of members, and there are relatively few ex libris artists, these activities and the scope of the collections in the Frederikshavn Kunstmuseum make Denmark belong among the most important activists of the ex libris in Europe.

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La ASOCIACIÓN ANDALUZA DE EXLIBRISTAS (AAE) e la sua rivista “EXTAMPA” José Miguel Valderrama Esparza

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a Asociación Andaluza de Exlibristas (AAE) è stata creata nel 1997 a Siviglia e, come indica il suo nome, è una associazione dedicata all’ex libris, il cui obiettivo primario è quello di promuoverne e svilupparne la cultura mediante tutte quelle attività che conducono a questo fine: esposizioni, concorsi, conferenze, dibattiti, incontri etc. La nostra Associazione, benché Andalusa dal nome, ha carattere nazionale ed internazionale. Attualmente raggiungiamo i 150 soci. Portavoce dal 2000 de La Asociación Andaluza de Exlibristas è la rivista “Extampa”, pubblicata una volta all’anno. In essa sono trattati tutti quegli argomenti connessi con la storia, la teoria e le differenti tecniche di esecuzione degli ex libris. Informa su tutte le notizie riferite al tema, presenta i collezionisti e gli artisti che realizzano ex libris e riferisce sulle attività organizzate dall’Associazione per i suoi membri: conferenze, esposizioni, visite culturali etc. Nel contempo dà informazioni sulla vita e sulla bibliografia exlibristica e grafica, sia nazionale sia internazionale. La rivista, preparata dallo studio grafico di Víctor Oliva, ha ricevuto il plauso delle Associazioni Europee e ciò è per noi motivo d’orgoglio. Il contenuto di Extampa è realizzato grazie alla collaborazione dei nostri soci. In tutti i numeri, seguendo la tradizione più pura dell’exlibrismo, sono inseriti vari ex libris originali eseguiti con differenti tecniche grafiche, firmati dagli autori, forniti in modo altruistico dai nostri membri collezionisti, artisti grafici o simpatizzanti. La quota associativa annuale per Spagna e Portogallo è di 45,00 Euro, per il resto dei paesi comunitari è di 60,00 Euro. Per maggiori informazioni si può consultare la nostra pagina Web: www. andaluzadexlibristas.es.

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The ASOCIACIÓN ANDALUZA DE EXLIBRISTAS (AAE) created in the year 1997 in Seville, though Anda-

lusian by the name, has national and international character. At present, it counts 150 members; their main objective is that to promote and develop the exlibristic culture through all those activities that lead to this aim: exhibitions, contests, conferences, discussions, meetings, etc. From the year 2000 they have been publishing the review “EXTAMPA”, one print per year, that works as its messenger. It deals with all subjects connected to history, theories and different techniques of realizations of the exlibris. It presents all collectors and artists engaged in realizing exlibris; it informs on those activities organized by the Association for its members (conferences, exhibitions, cultural sightseeings etc.) and supplies information on life and on graphic and either national and international exlibristic bibliography . The review, prepared by Víctor Oliva’s graphic study, has received the approval by the European Associations and we can be proud of having one of the exlibristic reviews that has been published. The content of Extampa has been realized thanks to the cooperation among its members. By following the purest exlibristic tradition, in all prints various original exlibris are included: they have been realized through different printing techniques and signed by their own authors; they are supplied in unselfish way by our members who are collectors, graphic artists or simply fans. I invite you to visit our website www.andaluzadexlibristas.es. The annual Association fee is € 45,00 for Spain and Portugal and € 60,00 for the rest of EU Countries.

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Concorsi ed Eventi Culturali - Competition and Cultural Events 11 marzo - 3 aprile 2011 X Mostra Internazionale Biennale “GRAFICA ED EX LIBRIS” - ANTONELLO MORONI (1889 - 1929). Casale Monferrato (AL) Info: Gruppo Arte Casale - www.graficaedexlibris.it barolapio@libero.it 9 aprile 2011 sabato, ore 9.30 - 17.00 “IL BULINO E GRAFICA inPROGRESS” presso Associazione c.f.p. “E. Fassicomo” - Scuola Grafica Genovese - Via Imperiale, 41 - Genova - tel. 010518651 - Seminario didattico e culturale. A disposizione spazi per gli scambi di Opere Grafiche e di Ex Libris. Il modulo d’iscrizione, che comprende le quote differenziate di adesione (studenti e non) e ulteriori informazioni si trovano sul sito www.graficainsieme.ning.com 18 giugno 2011 (Inaugurazione) VI Concorso Ex Libris Acqui Terme - 150 anni in miniatura - L’unità d’Italia negli ex libris di incisori internazionali contemporanei. X Biennale Internazionale per l’Incisione - Premio Acqui 2011 Info: Giorgio Frigo cell.335.5651980 - giorgio.frigo@tin.it 4 giugno - 30 settembre 2011 XXIII International Biennial Exhibition of Modern Ex Libris - Malbork 2011 - Muzeum Zamkowe Staroscinska, 1- Marlbork - Info: b.omieczynska@zamek.marlbork.pl - Tel. 0048 55 647 09 78 AEM- Dalla sua nascita a oggi: l’energia, i suoi luoghi e il progresso industriale. Gli ex libris narrano e illustrano. Dopo Milano la mostra ora è esposta a Livigno, a fine febbraio raggiungerà Tirano, poi Bormio e Grosio. Informazioni:www.fondazioneaem.it - www.craem.it Omaggio ai Maestri dell’EROICA a cura di Gian Carlo Torre. Tipografia Grifani Donati (fondata nel 1799) Corso Cavour , 4 - Città di Castello Dal 30 luglio al 30 novembre 9.30 -12.30, 15.30-19.30 giorni feriali, sabato 9.30-13.00, 18.00-19,30, festivi su appuntamento. Info Gianni Ottaviani 333.3232753 info@grifanidonati.it

Indirizzi - Address Cristiano Beccaletto: crbeccal@tin.it • Gian Carlo Torre: giancarlotorre@alice.it • Priamo Pedrazzoli: p.pedrazzoli@ tin.it • Gabriella Gentilini: g.gentilini@firenzeart.net • Giovanni Turria: giovanniturria@katamail.com • Sergey Hrapov: hrapov@yahoo.com • George Sekine: sekine@maple.ocn.ne.jp • Klaus Rödel: klaus.roedel@aahoj.dk • José Miguel Valderrama Esparza: jmvesparza@hotmail.com • Carlotta Giardini: carlotta.giardini@gmail.com

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ADOLFO DE CAROLIS (I) Xilografia su legno di testa (X2) - 1928, mm 282 x 188

...nel prossimo numero - Autunno 2011 ...in the next number - Autumn 2011 • • • • • • • •

Adolfo de Carolis - Andrea Disertori Ctibor Št'astný (1884-1962) - Josef Chalupský L’EROICA - Marzia Ratti Cesare Ratta - Adalberto Monti Dalla grafica libera all’ex libris - Adriano Benzi Gianluigi Uboldi - Franco Sciardelli Il Fondo Pariani della Biblioteca Civica di Verona - Carlotta Giardini Kisgrafika - Lajos Palasthy

www.graficainsieme.ning.com - g.insieme@gmail.com


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