InPRESSIONI n 5 Spring 2012

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ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012 Year 3 • Number 5 • Spring 2012


COLOPHON n. 5 - Primavera, Spring 2012 Redazione: Gian Carlo Torre, Marco Picasso, Priamo Pedrazzoli, Carlotta Giardini Grafica: Giovanni Daprà, Ester Crisanti (www.lares.it) • Web: Renato Gelforte Traduzione: Barbara Raineri (inglese), Tamara Osler-Schweers (tedesco) Organizzazione: Bruno Zani, Elio Osler, Luigi Lanfossi Chi intende riprodurre le parti del presente fascicolo deve citare la fonte o chiedere l’autorizzazione alla redazione. La responsabilità dei testi e dei termini è dei singoli autori. Tutti i marchi e le aziende citate su inPRESSIONI, sono proprietà dei loro detentori. Qualsiasi forma di collaborazione con inPRESSIONI è su invito e a titolo gratuito. Il materiale inviato alla redazione se non preventivamente concordato per iscritto, non sarà restituito. Informazioni: www.graficainsieme.ning.com - g.insieme@gmail.com

Sommario Tranquillo Marangoni, l’uomo nell’arte incisoria Remo Wolf, innovatore e divulgatore Heinrich Vogeler e i suoi ex libris Harry Jürgens, grafico e artista illustratore Disegno generato dal computer Iscrizioni runiche sugli Ex libris La Collezione di Ex Libris “PEPITA PALLÉ” di Barcellona Il “CLUB SVIZZERO” degli ex libris Eventi Culturali e Concorsi - Competition and Cultural Events

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SUSSIDIO DIDATTICO

Associazione C.F.P. "Eugenio Fassicomo" - Scuola Grafica Genovese Via Imperiale, 41 - 16141 Genova (Italia) Telefono (+39) 010 518651 - Fax (+39) 010 51865288 - scuola.grafica@tiscali.il I sussidi didattici sono distribuiti a titolo gratuito. È gradito un contributo a sostegno delle attività dell'Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo - Scuola Grafica Genovese, da versare sul conto dell'Associazione. Scrivere in modo leggibile: nome, cognome e indirizzo di chi invia il contributo. IBAN - IT26 H061 7501 4030 0000 1478 620 - Causale: Contributo per Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo. This educational publication is being distributed on a complimetary basis, free of any charge. The sponsoring association (Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo) will gratefully acknowledge independent grants in support to this editorial initiative, to be paid to: Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo - Scuola Grafica Genovese - IBAN - IT26 H061 7501 4030 0000 1478 620 Contributo per Ass. C.F.P. Eugenio Fassicomo - Indicating clearly the name and address of the sponsor. Esta publicación cultural es distribuida de forma gratuíta. Se agradecerá la ayuda para el sostenimiento de la actividad de la Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo - Scuola Grafica Genovese, para lo que se detalla la cuenta. Indicar claramente el nombre y apellidos de quien realiza la contribución. Associazione C.F.P. Eugenio Fassicomo - Scuola Grafica Genovese IBAN - IT26 H061 7501 4030 0000 1478 620 - Contributo per Ass. C.F.P. Eugenio Fassicomo. Die Unterrichtsmaterialien werden kostenlos verteilt. Es ist ein willkommener Beitrag zu den Tätigkeiten der C.F.P. - Unterstützung Eugenio Fassicomo - Schule Graphics Genovese, zahlbar im Namen des Vereins. Schreiben Sie gut leserlich: Name und vollständige Anschrift des Beitrags des Absenders. IBAN - IT26 H061 7501 4030 0000 1478 620 - Beitrag für Ass. C.F.P. Eugenio Fassicomo

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opo l’omaggio a Adolfo De Carolis e a “L’EROICA”, quest’anno iniziamo ricordando il centenario della nascita di Tranquillo Marangoni e Remo Wolf, indimenticabili maestri e guide della xilografia italiana, proprio mentre inizia il percorso della mostra itinerante “1912 - 2012, I Cento anni della Xilografia italiana dalla Mostra Internazionale di Xilografia di Levanto ad oggi” (Finale Ligure, Complesso Monumentale di Santa Caterina, 3 Marzo - 1 Aprile / La Spezia, Palazzina delle Arti, 11 Maggio - 14 Ottobre / Collesalvetti (LI), Pinacoteca “Carlo Servolini”, 26 Novembre - 24 Gennaio 2013), nel contempo il testo di Martin Baeyens ci introduce nel mondo del CGD (Computer Generated Design), i profili di Vogeler e di Jurgens, la storia della collezione Pepita Pallé, gli ex libris a tema runico e la presentazione del “Schweizerische ex libris Club” completano questo quinto numero. Comunico con costernazione che Furio De Denaro non è più tra noi. Ricordo Furio De Denaro incisore, xilografo e bulinista prestigioso, storico dell’arte, uno dei massimi studiosi delle tecniche incisorie, conosciuto in campo internazionale, membro della Society of Wood Engravers dal 1999. Dal 1978 fu impegnato nella didattica artistica, museale e universitaria di Trieste (Università, Istituto Statale d’Arte, Museo Civico di Storia e Arte, Scuola Libera dell’Acquaforte), Firenze (Il Bisonte) e Pisa (Il Segno Inciso). Ricordiamo il Suo “Domenico Tempesti e la teoria delle taglie” un lavoro di non comune portata critica e filologicamente ineccepibile, che considerava “momento di incontro e sintesi tra la ricerca di documentazione teorica e la relativa sperimentazione di questi processi”. Persona schiva, alieno da certi soubrettismi, sposò la sua solida preparazione culturale di base e specialistica con una manualità incisoria prodigiosa; nell’ex libris come indicava Decio Gioseffi nel 1994 «ha trovato una nuova libertà con accostamenti al modernismo e recupero di tutte le tecniche incisorie del passato».

After the tribute to A. De Carolis and to “L’EROICA”, it’s worth remembering, in the centenary of their birth, Tranquillo Marangoni and Remo Wolf, unforgettable masters and guides of Italian xylography, period in which the route of the itinerant exhibition “1912 -2012 Hundred years of Italian xylography from the International Exhibition in Levanto until today” was starting. Dismayed, I convey that Furio De Denaro is no longer among us. He was engraver, xylographer, a famous burinist, historian of arts, known at world level since 1999 as a member of the Society of Wood Engravers. He was engaged in artistic, museum and university didactics; as a reticent person he embraced his basic solid and specialized culture having a prodigious engraving manual skill. In copertina: TRANQUILLO MARANGONI (I) - Xilografia su legno di testa (X2) - 1952, mm 104 x 73 REMO WOLF (I) - "8616 Tarocchi" - Xilografia su legno di filo (X1), acquarellata - 1986, mm 358 x 180 ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

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"Giardini sul lago" - Xilografia su legno di testa (X2) - 1968, mm 207 x 130

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Tranquillo Marangoni, l’uomo nell’arte incisoria Carlotta Giardini

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riulano di nascita e genovese d’adozione (Pozzuolo del Friuli 1912 - Ronco Scrivia 1992), Tranquillo Marangoni inizia a dedicarsi all’arte della xilografia nel 1942 quando, durante uno dei suoi viaggi in treno tra Monfalcone e Udine, realizza il suo primo ex libris, «tanta era la mia ansia - dice l’artista - di portare a termine quella che per me era una nuova e affascinante forma espressiva».1 L’attività di falegname del padre lo porta ad aver familiarità fin da piccolo con il legno e gli attrezzi da lavoro; trova la sua prima occupazione presso un mobiliere e successivamente presso la fabbrica di sci “Lamborghini”, impiego che riprenderà anche nel 1935 dopo il servizio militare svolto a Trento e Bolzano. «Costretto a coltivare nelle ore notturne la passione per il disegno»,2 Marangoni completa da autodidatta i suoi studi artistici. Attratto dalla scultura, frequenta per un certo periodo lo studio dell’artista udinese Antonio Franzolini. Insieme a quella per l’arte figurativa matura anche la passione per la musica, che diventerà un’inseparabile compagna di vita: si costruisce un piccolo flauto e giovanissimo entra a far parte della banda paesana. Dopo aver iniziato la sua attività di xilografo si dedica, dal 1943, oltre che alla creazione di ex libris, anche alla realizzazione su legno di bolli e timbri per conto delle forze partigiane operanti nel Friuli. Nel 1945 partecipa per la prima volta ad una mostra d’arte e l’anno successivo organizza a Trieste una sua personale. Nel 1952 espone alla Biennale di Venezia con due opere realizzate per l’occasione (“Rotaie” e “Relitto in bacino”); partecipa poi anche alle successive edizioni del ’54 e del ’56. In quest’ultima è presente con 18 xilografie e 12 ex libris, nella sezione bianco e nero: si consacra la notorietà di Marangoni e si conferma l’importanza dell’incisione come mezzo espressivo. Il contatto diretto con le vicende operaie del grande complesso industriale del cantiere navale di Monfalcone, dove dal 1939 Marangoni è impiegato in qualità di disegnatore edile e arredatore navale, influenza prepotentemente l’opera dell’artista. In “Oblò” (1953), uno dei suoi capolavori, il senso di angoscia e oppressione degli operai è descritto magistralmente nella drammatica gestualità dei soggetti. Attraverso il mezzo xilografico viene messa in risalto una realtà fatta di profonda umanità, di solidarietà e nello stesso tempo di denuncia sociale. È proprio Marangoni ad affermare quanto sia «essenziale la presenza dell’uomo, vuoi come protagonista centrale, vuoi come riflessione del suo contatto con le cose o con il manifestarsi delle sue problematiche culturali ed esistenziali».3 L’arte diventa una missione, e la dedizione, e la passione con cui il linguaggio incisorio viene studiato, indagato ed affrontato permettono all’artista di maturare un lessico comunicativo unico ed originale nel panorama italiano. Probabilmente questo aspetto indurrà Marangoni a mantenere un certo distacco ed indifferenza verso le problematiche avanguardiste e neoavanguardiste sull’arte di quel periodo. L’artista friulano ricerca nella figurazione, e nell’assenza di colore, una carica di realismo e di attenzione per il dettaglio. La severità compositiva di trame fitte e serrate richiama quel bisogno di concretezza e di 1 L. De Biasio, F. Stella, Tranquillo Marangoni. Ex libris, Comune di Monfalcone, Stamperia Comunale, 2002, p. 23. 2 G. Mirabella, A. Dragone, Tranquillo Marangoni Xilografo. L’opera incisa, Milano, Ex Libris Museum, 1994, p. 34. 3 ibid. p. 56.

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"Porto Pigheuggio, Genova" - Xilografia su legno di testa (X2) 1968, mm 284 x 218

"Oblò" - Xilografia su legno di testa (X2) - 1953, mm 358 x 372

aderenza al presente in cui si riflette anche una poetica densa di connotazioni morali. La figura umana appare quasi deformata, con tratti a volte al limite del caricaturale e del grottesco, ma sempre con una forte valenza espressiva. Nella serie di “Divertimenti” (1959) il tema dell’alluvione del Po è affrontato attraverso la disperazione umana, enfatizzata dalla presenza del soggetto ritratto in primo piano di spalle che pone l’osservatore all’interno della scena, in soggettiva. Le incisioni di Marangoni sono una sintesi di linguaggi che portano ad un esito compatto di ardite composizioni: si alternano effetti di positivi e negativi che si intersecano tra loro come nella serie delle “Filastrocche ed arie genovesi” (1967), dove ogni segno tracciato dal bulino si armonizza ed è parte dell’equilibrio compositivo generale, ma dove la presenza umana non viene meno perché rappresentata attraverso le architetture edificate nel paesaggio ligure. «Una realtà - dice l’artista - costruita sul ricordo, scomposta e ricomposta secondo equilibri prima costruiti entro se stessi», tali da creare «un’immagine rievocativa il più soggettivamente verosimile».4 In“Porto Picheuggio” poi, del 1968, le componenti espressioniste e cubiste si fondono creando un dinamismo dello spazio descrittivo. Le composizioni architettoniche sono spesso azzardate e paiono in precario equilibrio, svelando poi, ad uno sguardo più attento, un perfetto intreccio di segni e forme, risultanti dall’accostamento di campiture chiaroscurali, che restituiscono nel tratto inciso anche la resistenza opposta dalla nodosa compattezza insita nella matrice lignea. È, infatti, la natura del legno stesso a suggerire, e talvolta ad imporre all’artista, certi tratti o certe scelte compositive: in “Posacavi sul viadotto del Campasso” (1964) e “Reti a Manarola” (1969), dove la precisione e stilizzazione geometrica si avvicinano alle purezze formali di una composizione astratta, vengono addirittura sconvolte le regole dell’impianto tradizionale del foglio inciso. Marangoni ha un’attenzione quasi maniacale per ogni fase di realizzazione dell’opera: provvede 4 ibid. p. 57.

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"Ciclamini e fragole lungo la via" - Cliché da xilografia su legno di testa - X2 - 1961, mm 517 x 300 ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

Si ringrazia Aldo Marangoni per il dono Thanks to Aldo Marangoni for the gift

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Xilografia su legno di testa (X2) - 1961, mm 55 x 93

personalmente alla stagionatura dei legni, al loro taglio, preparazione e levigatura; personalizza i suoi strumenti di lavoro, costruendo da sé sgorbie, bulini, scalpelli e il torchio per stampare. Un rigore esecutivo mantenuto dai primi segni inferti alla matrice, sino alla stampa finale del foglio. Con l’illustrazione del libro questa attitudine si manifesta compiutamente, attraverso la ricerca di un’armonica e perfetta unione di testo ed immagine. Sono da ricordare, tra gli oltre trenta libri illustrati, le 104 xilografie per “I lavoratori del mare” di V. Hugo edito dall’Officina Bodoni di Verona per conto di The limited Editions Club di New York (1959) e le 45 tavole per il ciclo di “Santa Teresa” (1984), concluse dopo due anni di intenso lavoro, con le quali l’artista raggiunge l’eccellenza: un testamento artistico in cui si ritrovano gli esiti delle esperienze tecniche, formali e umane di tutta la sua vita. Il tempo dedicato all’insegnamento, dopo il trasferimento in Liguria nel 1962, e l’incarico di presidenza nel nuovo liceo artistico statale di Genova, sono l’occasione per condurre la propria sperimentazione in altri campi artistici, quali l’affresco, la decorazione del vetro, il mosaico, la grafica pubblicitaria. Da sempre sensibile alla conoscenza e alla diffusione dell’arte xilografica, Marangoni mantiene vivi i propri contatti con artisti internazionali ed istituzioni europee, grazie anche ai numerosi viaggi studio all’estero, e partecipazioni ad esposizioni internazionale di xilografia. Nel 1952 è fondatore insieme a Giorgio Trentin, Virgilio Tramontin e Remo Wolf dell’Associazione Incisori Veneti e nel 1956 è nominato membro onorario della Society of Wood Engravers di Londra. Nel 1984 accetta l’incarico di Presidente della nascente sezione italiana della Xylon International, grazie alla quale viene organizzata, nel 1986, la prima Triennale Nazionale della Xilografia “Xylon italiana 1” presso il Museo di Arte Moderna di Villa Croce a Genova. Marangoni muore improvvisamente nel 1992. Rimangono, tra gli ultimi lavori, gli schizzi preparatori per un ex libris che avrebbe realizzato proprio per celebrare i suoi ottant’anni. Una significativa conclusione di un’attività artistica che proprio dall’ex libris è nata e che attraverso la realizzazione di 1500 legni incisi, a cui si aggiungono numerose xilografie per l’illustrazione di libri e i pannelli ispirati alle matrici xilografiche per la decorazione di motonavi, fa dell’uomo tema di indagine di un’intera vita. 8

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"Grado" Xilografia su legno di testa (X2) 1968, mm 259 x 171 Born in the Friuli region but lived in Genoa (Pozzuolo del Friuli 1912 - Ronco Scrivia 1992), Tranquillo Marangoni carries out and completes his artistic studies as a self-taught person. He starts devoting himself to the art of xylography in 1942, by realizing his first bookplate; in 1946 he organizes his first personal exhibition in Trieste. He exhibits his works at the Biennial Exhibition in Venice in 1952, in 1954 and in 1956. Through xylography, Marangoni brings out a reality made up of a deep humanity, solidarity and social exposure. Arts is for Marangoni like a mission and the passion with which the engraving language is inquired and dealt with allows him to mature a communicative lexicon that is unique in the Italian panorama. In 1962 he moves to Genoa; he dedicates himself to teaching and to experimenting other artistic fields: fresco, glass decoration, mosaic, advertising graphics and book illustrations, in which he reached excellence through the 45 tables for the cycle of Santa Teresa (1984). In 1952, together with G. Trentin, V. Tramontin and R. Wolf, he founds the Association of Venetian Engravers and in 1956 he is appointed honorary member of the Society of Wood Engravers in London. In 1984 he accepts the office of President of the newly born Italian section of the firm Xylon International. Marangoni’s production counts about 1500 engraved wooden plates among which 183 bookplates, several pieces of xylography for illustration of 35 books and numerous panels for the decoration of motor ships. ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

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"Polesine II - la casa" - Xilografia su legno di filo (X1) - 1952, mm 348 x 248

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Remo Wolf, innovatore e divulgatore Priamo Pedrazzoli

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cultori della xilografia ricordano il 1912 come l’anno in cui furono poste le basi per il rilancio di questa tecnica, fino ad allora legata principalmente all’illustrazione di libri o alla funzione di riproduzione di altre opere. È, infatti, l’anno della mostra internazionale di Levanto, voluta e organizzata da Ettore Cozzani e dal gruppo di xilografi raccolti attorno ad Adolfo De Carolis e alla rivista “L’Eroica”. Ma è stato anche l’anno di nascita di uno dei più significativi interpreti di questa affascinante tecnica: Remo Wolf. Oggi lo possiamo considerare, senza dubbio, non solo come uno dei più prolifici incisori ma, in questo campo, uno dei più tenaci ricercatori, innovatori e tra i più appassionati divulgatori. È noto che il giovanissimo Wolf si interessò alla xilografia dopo aver visitato a Firenze una mostra di Bruno da Osimo, nella quale erano esposti anche numerosi ex libris. Inizia così nel 1929-30 a incidere da autodidatta i primi ex libris (purtroppo andati perduti), dando il via a una lunga carriera protrattasi poi per oltre settantadue anni. Ma in che cosa si distingue la produzione artistica di Remo Wolf nel panorama variegato, spesso caotico e tribolato, dell’arte del XX secolo? Certamente uno dei motivi è il consistente numero di opere prodotto, recentemente stimato in 3800 incisioni, di cui circa 2700 xilografie e 1100 calcografie, 320 grafiche d’occasione, circa 900 ex libris, centinaia di opere pittoriche, pastelli, disegni, senza dimenticare le vetrate legate a piombo presenti in alcune chiese. Numeri stupefacenti se si considera che egli svolgeva l’attività artistica al di fuori del lavoro principale: per oltre quarant’anni fu, infatti, insegnante di disegno e storia dell’arte nelle scuole trentine. Un’altra caratteristica è la varietà di temi e di soggetti affrontati e rappresentati nelle diverse opere. Si va dal paesaggio alla figura umana, soprattutto femminile; dalla rappresentazione a carattere religioso alla mitologia e allegoria; dalle immagini fortemente icastiche alle atmosfere magiche e esoteriche; dalle vicende umane, a volte sofferte, ai voli di una sconfinata fantasia. Ma ciò che personalmente mi ha sempre colpito dell’arte wolfiana è che nel vasto corpus incisorio ritroviamo l’utilizzo di molti, se non tutti i vari metodi operativi: nella calcografia, accanto all’acquaforte, troviamo numerosi lavori eseguiti con la tecnica dello zucchero e dell’acquatinta; mentre nell’opera xilografica, più differenziata e ricca, sono presenti svariate forme d’incisione. Remo Wolf lavora sia il legno di filo, sia il legno di testa; utilizza sia il classico “taglio lineare” dei primitivi (anche per tavole di grandi dimensioni), sia l’incisione della “linea bianca”. Soprattutto negli anni ’50 fa un ampio uso del cosiddetto procedimento “timbrico” che consiste nell’incidere il soggetto e la scena principale utilizzando la linea chiusa di contorno, quindi in piena luce, e lasciando la parte rimanente, che realizza attraverso il segno inciso con la sola sintesi lineare a risoluzione dei rilievi e delle forme, completamente al buio. Con questo metodo aggiunge alla xilografia un altro elemento descrittivo e significativo della visione. Già negli anni ’30 aveva sperimentato l’incisione su celluloide, realizzando alcuni fogli con soggetti ripresi dalla vita di caserma, mentre molti dei suoi ex libris sono realizzati con il metodo del “camaïeu” utilizzando, per la seconda matrice, il linoleum. Ettore Cozzani, nella presentazione della ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

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La Madonna col Bambino tra San Rocco e San Sebastiano Xilografia su legno di testa (X2) 1955, mm 175 x 206

mostra personale di Remo Wolf alla Galleria Delfino di Rovereto nel novembre 1950, sosteneva che [...] «... Remo Wolf non è uno di quegli artisti che cercano e definiscono una tecnica come disporrebbero in terra un binario, per corrervi poi tranquilli e sicuri per tutta la vita. Egli è uno spirito inquieto e tormentato: ha cioè il dono doloroso dell’ansia del superamento…». È evidente, quindi, oltre all’utilizzo dei diversi metodi d’incisione, che a caratterizzare il repertorio wolfiano sono proprio la costante ricerca, la sperimentazione di nuovi materiali, lo studio, e le soluzioni date ai diversi problemi che la xilografia poneva al di là del puro aspetto tecnico, quali il rapporto di bianco e di nero, il movimento, il colore, ecc.

La xilografia a “legno perso” La cosiddetta xilografia a “legno perso”, o a “riduzione di matrice”, è quel procedimento xilografico che permette di ottenere la stampa a colori utilizzando per tutte le tonalità la medesima matrice. È il metodo utilizzato sul finire degli anni ’50 da Picasso per realizzare numerose tavole incise su linoleum, e prima ancora praticato già da alcuni anni da Sergio Tarquinio su legno di filo.1 Il procedimento, che necessita sempre della massima concentrazione e non consente errori o indecisioni, implica una visione complessiva del risultato finale, poiché ciascuna operazione di taglio si riflette sulle successive fasi di intaglio e di sovrapposizione del colore. A lavoro ultimato la matrice è resa inutilizzabile per altre tirature e per questo motivo è stata definita a “legno perso”. Remo Wolf, nell’arco di venticinque anni, a partire dal 1969, realizza un insieme di opere a “legno perso” di rara bellezza e suggestione che da solo basterebbe a definire tutto il talento e la padronanza tecnica dell’autore. In totale sono 61 i fogli con i quali interpreta i temi a lui più cari e usuali: il paesaggio, la 1 Vladimiro Elvieri (a cura di), Sergio Tarquinio L’opera incisa - Donazione al Museo Civico “Ala Ponzone” di Cremona, Cremona, 2002, p. 19 e seg.; L’incisore inciso - Sergio Tarquinio a colloquio con Vittorio Cozzoli, Persico Ed., Cremona, 2003, p. 51 e seg.

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s.t. - Xilografia su legno di testa (X2) - Prima metà anni '50, mm. 110 x 58 ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

Si ringrazia la Fam. Wolf per il dono Thanks to Fam. Wolf for the gift

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Xilografia su legno di filo (X1) -1952, mm 117 x 72

"Il bagno" - Incisione su celluloide (X6) - 1938, mm 135 x 100

montagna, la figura femminile, le figure allegoriche e mitologiche, i soggetti religiosi. Le tinte utilizzate, a volte di inafferrabili gradazioni, aggiungono un ulteriore elemento di comunicazione al linguaggio xilografico. Non va infine dimenticato l’impegno profuso da Wolf nella conoscenza e divulgazione dell’arte, soprattutto quella incisoria. Già co-fondatore del Centro Culturale “F.lli Bronzetti” di Trento, in qualità di responsabile della sezione artistica, organizzò nell’arco di vent’anni ben 111 mostre. Furono così esposte al pubblico trentino le opere di artisti antichi e moderni, nazionali e internazionali, già noti o in via di affermazione. Per ricordare solo alcuni nomi, si va da Antonio da Trento a Goya, da Feininger a Rouault, Grosz, Leger, Grieshaber, Escher, da Chagall a Ernst, Marangoni, Tramontin, Bramanti, Bruno da Osimo, Piacesi, Federica Galli.2 Per meglio rendere l’idea di quanto impegno vi abbia profuso Remo Wolf basta ricordare che, con mezzi finanziari limitatissimi (le stampe viaggiavano in rotoli postali), lui stesso si occupava in modo diretto praticamente di tutto: dal contatto con gli artisti all’allestimento, dai testi dei piccoli e originali 2 Aldo Bertoluzza, 40 anni attività del Centro Culturale Fratelli Bronzetti - 40 anni di cultura nella città e nella provincia di Trento, Edizione a cura del Centro Culturale F.lli Bronzetti, Trento, 1995, p. 21.

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cataloghi alla presentazione della mostra, per finire persino alla sorveglianza delle sale espositive. Come sempre i numeri rendono tutto più evidente: in quarant’anni di attività del Centro Culturale F.lli Bronzetti (1952-1992) sono state presentate 124 mostre d’arte comprese le 111 organizzate da Wolf nei vent’anni i cui ne è stato il responsabile (1952-1972).3 Concludo queste brevi note in ricordo del centenario della nascita, rammentando le parole del poeta e critico Renzo Francescotti: 4 «....Quando questa immensa produzione incisoria di Remo Wolf sarà studiata a fondo, sarà ripercorsa e storicizzata, ci si accorgerà che probabilmente nessun altro incisore italiano (soprattutto xilografo) può vantare come lui, nella nostra epoca, un respiro artistico di ascendenze letterarie e popolari così vasto, così tenace, così “classico”…»

Remo Wolf (1912-2009)

Nato a Trento, nel 1927 si trasferisce a Parma dove frequenta l’Istituto d’Arte, e quindi al Magistero di Firenze, per poi ottenere a Roma l’abilitazione all’insegnamento. Dal 1931 al 1932 è docente a Bolzano e Merano. Dopo il servizio militare torna a insegnare sino allo scoppio della guerra che lo vede prima sul fronte francese, e successivamente in Africa Settentrionale. Al termine della battaglia di El Alamein è fatto prigioniero dagli inglesi (4 novembre 1942). Ritorna in patria nell’aprile del 1946 e riprende l’insegnamento a Trento, quindi a Rovereto e nuovamente a Trento fino al 1976. Nel 1949 s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia - sezione pittura con il maestro Guido Cadorin - e stringe rapporti d’amicizia con gli incisori Tramontin, Marangoni e Dinon con i quali, nel 1952, fonda l’Associazione Incisori Veneti. Ha esposto in moltissime mostre collettive e personali, partecipando a quattro edizioni della "Biennale Internazionale d’Arte" di Venezia (1942, 1950, 1954 e 1956) e alle "Quadriennali d’Arte di Roma" del 1940, 1952, 1956, 1960, 1966. Memorabili i cicli xilografici dedicati ai temi più diversi: “Danza della morte”, “Piccola Pazzia”, “Polesine”, “I vizi capitali”, “Teste”, “I sogni”, “Le maschere”, “Dai proverbi”, “Incubi di ieri e oggi”, “Pagine d’album”, “Gli amici”, “Omaggio a Villon”, “Omaggio a Boccaccio”, “I venti” e tanti altri.

3 Ibidem, p. 294. 4 Renzo Francescotti, l’Adige, Trento, 2 marzo 2007.

Remo Wolf (1912-2009) was born in Trento; in 1927, he moves to Parma where he attends the Institute of Arts and afterwards the School of Teaching in Florence in order to subsequently obtain the qualification for teaching in Rome. From 1931 to 1932 he is a teacher in Bolzano and Merano. After the military service he comes back to teach until the outbreak of the war that sees him at first on the French front and consequently in Northern Africa. At the end of the battle of El Alamein he was held prisoner by the English (4th of November 1942). He comes back to his homeland in April 1946 and starts teaching again in Trento, then in Rovereto and again in Trento until 1976. In 1949 he enrolls at the Academy of Art in Venice - painting section with the teacher Guido Cadorin - and concludes friendship relationships with engravers like Tramontin, Marangoni and Dinon with whom, in 1952, he founds the Association of Venetian Engravers. He exhibited his works in many collective and personal exhibitions participating to four editions of the «International Biennial Arts Exhibition» in Venice (in 1942, 1950, 1954 and 1956) and to the «Quadriennial Arts Exhibition in Rome» in 1940, 1952, 1956, 1960, 1966. Memorable are those cycles dedicated to most different topics: “Danza della morte” (Dance od death), “Piccola Pazzia” (Little madness), “Polesine”, “I vizi capitali” (Deadly sins), “Teste” (Heads), “I sogni” (Dreams), “Le maschere” (Masks), “Dai proverbi” (By proverbs), “Incubi di ieri e oggi” (Nightmares of yesterday and today), “Pagine d’album” (Album pages), “Gli amici” (Friends), “Omaggio a Villon” (Tribute to Villon), “Omaggio a Boccaccio” (Tribute to Boccaccio), “I venti” (Winds) and many others. ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

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Heinrich Vogeler e i suoi ex libris Siegfried Bresler

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gli albori del XX secolo Heinrich Vogeler (1872 Brema - 1942 Kazakhstan) era uno degli esponenti tedeschi più conosciuti dello Jugendstil e faceva inoltre parte del gruppo di Worpswede che riuniva alcuni artisti tedeschi della Germania del nord. I suoi cicli di incisioni rivelano in modo particolare gli elementi stilistici tipici dello Jugendstil. Le sue grafiche sono ancora oggi molto quotate e ricercate tra i collezionisti. Heinrich Vogeler ci ha lasciato un ampio insieme di ex libris prodotti negli anni dal 1896 al 1923: in totale sono circa 125 fogli tra calcografie e cliché. Nel corpus di ex libris si riflettono sia le vicende della sua vita sia i cambiamenti del suo stile di artista. Tra i suoi primi ex libris se ne trovano due eseguiti per sé, che rappresentano la sua casa “Barkenhoff” a Worpswede, un motivo ripreso anche successivamente. Altro soggetto che si ripete è una figura femminile che ricorda da vicino l’adorata moglie Martha, che era per lui musa e modella al tempo stesso. Paesaggi romantici e giardini da sogno saranno i temi degli anni a seguire sia negli ex libris sia nelle opere pittoriche. Verso il 1912 una crisi sia di vita sia creativa, provoca un mutamento di stile e i fogli di piccolo formato diventeranno più realistici. Le sue grafiche dopo la prima guerra mondiale mostrano trasformazioni che si ritrovano anche nelle sua pittura: soluzioni di sapore espressionista si riscontrano nei fogli del 1919 eseguiti per il suo amico Ludwig Roselisus e per il collezionista Richard Schlüter. Lo sguardo sull’orizzonte con il sole che sorge, che simboleggia la speranza in un cambiamento della società, è adesso un elemento cardine delle sue composizioni una speranza a cui Vogeler si dedicherà totalmente dal 1919. Gli ex libris calcografici sono realizzati soprattutto con le tecniche dell’acquaforte e dell’acquatinta. In un secondo momento Vogeler utilizzerà anche la puntasecca. Con la vendita della matrice incisa, insieme a una piccola tiratura di cinque o sei stampe firmate, lasciava i diritti al cliente. Stava poi a quest’ultimo la scelta di far stampare l’edizione. Così gli ex libris di Vogeler firmati sono rari. Circa un terzo dei suoi ex libris sono stati eseguiti per sé, per la sua famiglia e per un ristretto circolo di amici. Molti lavori venivano dati come regali o come scambio di “servizi”. Un certo numero di nomi di proprietari di ex libris si può collegare a committenze di progetti architettonici o alla vendita dei suoi dipinti. L’ex libris, come lavoro su commissione, spesso restringe la libertà di composizione dell’artista. Nonostante le pressioni e i desideri dei clienti, Heinrich Vogeler è riuscito ad imporre i tratti tipici della sua grafica anche nella sua produzione exlibristica accanto agli elementi richiesti dal cliente e alla forma tradizionale dell’ex libris, troviamo i suoi inconfondibili margini e ornamenti floreali. Le sue ispirazioni artistiche erano più importanti dei desideri dei committenti. Inoltre, come avviene nella sua grafica Jugendstil, Vogeler incornicia con un bordo decorativo anche molti ex libris. Gli elementi che costituiscono il bordo sono spesso collegati al proprietario, come l’ornamento germanico dell’ex libris per lo studioso della preistoria Hans Müller-Brauel; o le rose rampicanti nel foglio per Adele Wolde, che si riferiscono al parco della sua villa. L’artista si è misurato anche in ex libris “parlanti”: in quello per Theodor Bienert, collezionista d’arte e mugnaio di Plauen, è raffigurato il paesaggio del fiume Elba sopra il quale vola una grande macina girata da uno sciame di api e più in alto troneggia il

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suo stemma familiare decorato lateralmente da spighe di grano. Nell’anno 1923, con il suo trasferimento da Worpswede a Berlino e l’emergere di interessi politici, terminano sia la sua produzione grafica sia i suoi ex libris. A un collezionista di questi ultimi, Friedrich Schläger, Vogeler scriveva nel gennaio del 1928: «Di ex libris non ho fatto più niente, io stesso non posseggo più nessun foglio, mi sono dedicato totalmente anche nel mio lavoro artistico alla lotta del proletariato». Heinrich Vogeler ci lascia un corpus di ex libris notevole per la qualità e la bellezza.

"Frühling" (primavera) - Acquaforte (C3) 1896, mm 343 x 247 Acquaforte (C3) - 1899, mm 95 x 80

Bibliografia essenziale Bresler, Siegfried, Auf den Spuren von Heinrich Vogeler (Biografia), Schünemann Verlag, Bremen 2009. Elze, Peter, Heinrich Vogeler. Buchgrafik, Worpsweder Verlag, Lilienthal 1997. Rief, Hans Herman, Heinrich Vogeler. Das grafische Werk, Worpsweder Verlag, Lilienthal 1983. sito dell’associazione Heinrich Vogeler: www.heinrich-vogeler-gesellschaft.de ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

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"Um Mittag" - Acquaforte, acquatinta (C3 + C5) - 1899, mm 158 x 158

Acquaforte, acquatinta (C3 + C5) - 1904, mm 100 x 81

Acquaforte (C3) - 1919, mm 127 x 98

Acquaforte, acquatinta (C3 + C5) - 1899, mm 140 x 96

Heinrich Vogeler and his bookplate prints. Heinrich Vogeler (born 1872 in Bremen, deceased 1942 in Kazakhstan) was one the most acknowledged German Jugendstil artists at the beginning of the 20th century. In his graphic achievement we encounter typical stylistic elements of the Jugendstil: framing ornaments and stunning floral compositions. Between 1896 and 1923 about 125 bookplate prints emerged. These small graphics vary artistically from the Jugendstil through to the expressionism. Nearly all of them are manufactured using the etching technique and in many cases are devoted to members of his family, close friends and customers who bought his art. In 1923 when Vogeler relocated from Worpswede to Berlin he finished his graphic work.

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Harry Jürgens, grafico e artista illustratore Helma Schaefer

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el mondo attuale, così veloce ed effimero per quanto riguarda l’informazione delle immagini, le opere artistiche dell’artista Harry Jürgens sono in particolar modo straordinarie. L’artista utilizza i mezzi grafici autentici dell’acquaforte per creare illustrazioni di libri e di copertine/rilegature, einblattdrucke e soprattutto per ex libris. Il punto di partenza per queste opere create con la penna, il bulino e finalmente con la lastra, sono personaggi, luoghi e avvenimenti storici interessanti in quanto rispecchiatisi nella letteratura. Ciò sulla sua predisposizione di narratore. In tal modo Harry Jürgens è capace di arricchire una favola o un racconto con un’affascinante varietà di dettagli, e nello stesso tempo mostra la sua capacità di rappresentare l’essenziale e il caratteristico dell’argomento ricercato, con la modalità della strutturazione e dell’incorniciatura del ritratto. Harry Jürgens, nato a Tallin (Estonia) nel 1949, vive e lavora a Lipsia (Germania) dal 1976. Dal 1970 al 1976 ha studiato grafica e illustrazione all’Accademia statale delle Belle Arti di Tallin. In seguito ha intrapreso lo studio superiore di specializzazione all’Accademia di grafica e arte del libro a Lipsia, un’accademia che si distingue per la sua tradizione artistica, particolarmente riguardo all’intenso interesse per il libro come simbolo della sintesi delle arti. Questo spirito era il presupposto per i lavori di Harry Jürgens negli Anni Settanta e Ottanta, fino a sviluppare un suo stile personale, illustrando numerosi libri. Così già nel 1981 ha partecipato con una grafica bibliofila (Elegie romane di Goethe) alla fiera internazionale d’arte del libro (IBA) a Lipsia, precisamente al fianco del suo professore, il tipografo Albert Kapr (1918-1995). Harry Jürgens ha illustrato molti soggetti impegnativi, fra questi: soggetti dell’antichità, storici o biblici. Così l’opera di quest’artista sorprendente comprende lavori che si consacrano a Ovidio ed Erodoto, ai Nibelunghi, alle fantasie fiabesche del Barone di Münchhausen, alle fiabe popolari russe o ai romanzi e racconti sulla monarchia asburgica. Con il suo stile artistico movimentato coinvolge sempre l’osservatore nei ritratti dei caratteri. L’effetto di queste illustrazioni si basa su una composizione che presenta azioni diverse in maniera simultanea o combinata, essendo le azioni affiancate. Harry Jürgens sa come accentuare abilmente i dettagli e come mettere in risalto il secondo piano. Come una lastra che diviene teatro, dove le figure grafiche dell’artista agiscono fantasiosamente sul palco com’è scritto nei modelli storici o letterari. Anche negli anni Novanta come all’inizio del XXI Secolo, Harry Jürgens lavora in questo modo e perfeziona il suo stile, per esempio con le stampe bibliofile che ha creato per The Bear-Press di Dr. Benda, per l’Edition Curt Visel, Memmingen o per il Miniaturbuch - Verlag a Monaco di Baviera. Per quest’ultimo l’artista ha sviluppato uno stile particolarmente complesso. Poi, a partire dagli anni Novanta, tra le opere di Harry Jürgens appaiono sempre più gli ex libris. In questo campo egli segue la tradizione dei famosi artisti tedeschi come Albrecht Dürer o Lukas Cranach, e quella della Scuola viennese del Realismo fantastico di Ernst Fuchs o del grafico tedesco Max Klinger. Nel periodo dal 1979 al 2011 ha creato più di 500 ex libris. Attraverso le illustrazioni per stampe bibliofile di soggetti dell’antichità, in particolare della letteratura romana e greca d’amore, ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

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“Don Quixote” - Acquaforte (C3) - 2009, mm 110 x 148

“Die Replik an Franc Gontier” (François Villon) - Opus 1987/55 Acquaforte (C3) - 1987, mm 125 x 113

“Das Märtyrium des Heiligen Sebastian” - Opus 1988/60 Acquaforte (C3) - 1988, mm 110 x 120

“In memoriam Giuseppe Arcimboldo” - Opus: 1992/132 Acquaforte (C3) - 1992, mm 110 x 120

e sulla vita come le Lettere delle cortigiane di Alcifrone (Edition Curt Visel, 1993) o la favola Amore e Psiche di Apuleio (The Bear Press, 1995), i motivi erotici hanno ottenuto un valore indicativo nelle opere di Harry Jürgens, anche capace di riprodurre l’espressione segreta del corpo femminile con la sua sensibilità artistica particolarmente forte. Harry Jürgens vive e lavora a Lipsia, in Germania. 20

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Bibliografia: Ebersbach, Volker: Metamorphosen. Zu Grafiken Harry Jürgens. In: Illustration 63. Jahrgang 25. 1998. H. 1, S. 3. Ebersbach, Volker: Mythen in Filigran. Neuere Radierungen und Federzeichnungen von Harry Jürgens. In: Illustration 63. Jahrgang 40. 2003. H.1, S. 13-19. Schaefer, Helma: Die Bilderwelten des Harry Jürgens. Betrachtungen zum 60. Geburtstag des Grafikers und Buchillustrators. In: Graphische Kunst. Neue Folge: Heft 2/2009, Umschlag, S. 2-8.

“The Labyrinth” - Opus: 1998/239 Acquaforte (C3) - 1998, mm 120 x 110

“Karneval in Venedig/Commedia dell’Arte” Opus: 2003/332 - Acquaforte (C3) - 2003, mm 120 x 110

Traduzione di Anna-Sophie Jürgens, Monaco di Baviera 2011

The graphic artist Harry Jürgens was born in 1949 in Estonia. Between 1970 and 1976 he studied graphics and book design at the National School of Arts in Tallinn (ERKI) and between 1980 and 1983 at the School for Graphics and Book Arts (Hochschule für Graphik und Buchkunst) in Leipzig with Professor Albert Kapr. In 1983 he received an honorary scholarship to study with Professor Albin Brunovsky in Bratislava, Slovakia. Harry Jürgens designed and illustrated numerous books, including bibliophilic editions such as Edition Curt Visel and Dr. Wolfram Benda’s The Bear Press. Mr Jürgens, who works and lives in Leipzig, Germany, is internationally renowned for his exlibris art. Between 1979 and 2011 he produced more than 500 exlibris. ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

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Disegno generato dal computer Un evento d’arte contemporanea nell’ex libris

Prof. Martin R. Baeyens

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a qualità dell’istruzione artistica dipende per la maggior parte dall’entusiasmo dei suoi insegnanti. Altri fattori determinanti sono il continuo aggiornamento, la frequentazione di mostre, l’internazionalizzazione, i mezzi a disposizione, ecc. Pertanto, una costante evoluzione e l’aggiornamento sono necessari per ogni aspetto del programma di istruzione. L’ex libris si è evoluto nei tempi moderni, come la pittura, l’incisione e la scultura. L’impegno di studiare e creare un ex libris, al giorno d’oggi, è una sfida piacevole ed interessante. In un ex libris il testo e l’immagine devono essere inseriti in una composizione armoniosa. L’artista non deve solo riporre la sua attenzione sul contenuto del libro ma anche sull’alto livello artistico del disegno presente sull’ex libris. La cosa più bella da stampare al mondo è un libro; un libro sopravvive sempre grazie al buon rapporto con il suo proprietario. Un altro oggetto interessante da stampare è il denaro. Ma il suo rapporto con il suo possessore è molto breve: dobbiamo spendere le banconote per continuare a vivere. Disegnare un ex libris richiede: un’attenta pianificazione, intuito artistico come anche abilità tecniche. È molto consigliabile progettare e redigere uno studio preparatorio prima di iniziare la realizzazione dell’ex libris. Per ottenere un buon risultato artistico gli originali dei documenti digitalizzati - disegni, schizzi e fotografie - devono essere utilizzati in modo professionale, cioè seguendo il corretto ordine e livello. Anche per un’incisione su legno si deve mettere in pratica una pianificazione simile, ad esempio, nel decidere quale tipo di struttura verrà utilizzata per avere diverse sfumature di grigio nella composizione. Non vi è alcuna differenza quando si inizia a sperimentare una nuova tecnica. In questo articolo vorrei presentare una tecnica moderna recente: il disegno generato dal computer (CGD). Ma prima che ciò venga spiegato, vi racconterò la mia storia. Io realizzai il mio primo ex libris sotto la pressione del mio insegnante, Gerard Gaudaen, utilizzando la tecnica della stampa in rilievo: un’incisione astratta nel legno. Più tardi, quando presi parte ad una mostra-scambio, per la prima volta nessuno dimostrò interesse alla mia nuova proposta. Fu un’esperienza molto frustrante per un giovane artista. Alcuni anni dopo il mio primo ex libris stampato in serigrafia incontrò la stessa reazione… e così fu anche per il mio primo ex libris CGD. Da queste esperienze risultava chiaro che spesso la novità intimorisce il pubblico, e che quest’ultimo preferisce attenersi a tecniche tradizionali. Per evitare che giovani autori di ex libris vivano simili reazioni negative, ho accettato l’invito a scrivere questo testo. Tuttavia è con piacere che ora mi accingerò ad esplorare più nel dettaglio una nuova tecnica nel mondo moderno dell’ex libris.

CGD (disegno generato al computer) Nelle più recenti tecniche di stampa sono utilizzati alcuni programmi informatici specifici per il disegno grafico come: Illustrator, Photoshop, ecc. La creazione e la produzione di un ex libris CGD può essere illustrato al meglio tramite un esempio concreto. Ci sono molti modi per creare una composizione. Vengono utilizzati per lo più svariati documenti originali, disegni, fotografie, ecc. Questi sono digitalizzati 22

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Dong Xiaozhuang + Martin R. Baeyens (duo Ex Libris) [e. l. Dong Xiaozhuang], Opus 592 - Composizione al computer (CGD) 2009, mm 75 x 150 Opus 483 - Composizione al computer (CGD) 2005, mm 90 x 150

in alta risoluzione ed elaborati su diversi livelli, talvolta fino a 30, e possono in un certo senso essere comparati con la stampa in serigrafia, in quanto anch’essa è organizzata in molteplici stadi di stampa. Un buon esempio per mostrare il processo di elaborazione è un ex libris realizzato per il mio amico Benoit Junod. Come al solito l’artista ha piena libertà artistica. Tuttavia, la realtà è diversa. Benoit mi chiese di trovare un modo per simboleggiare la nostra amicizia - un momento speciale - ad esempio con un ex libris. Inoltre, mi disse che sarebbe stato meraviglioso se quest’ultimo avesse mostrato i ritratti dei suoi bambini. E si, sarebbe stato fantastico se ci fosse stata anche la sua casa, il suo giardino… e, se possibile, un riferimento al congresso sugli ex libris. Questa è una situazione molto normale nel momento in cui un collezionista commissiona un ex libris. Bisogna selezionare queste informazioni e trovare delle soluzioni, sempre tenendo in considerazione i desideri del collezionista. Spesso la prima reazione è: un altro incarico noioso, ma poi ogni volta un nuovo ex libris si dimostra essere una sfida. Per questo ex libris sono prese in considerazione due opzioni: la casa, quale prima possibilità, i ritratti dei bambini quale seconda opzione. Ho realizzato la seconda opzione utilizzando varie foto dei bambini. Altri elementi che potrebbero essere inseriti erano: il lago, l’acqua, il congresso e il pesce quale simbolo del congresso. Per ultimo veniva inserito il testo. Piuttosto che scrivere il testo al computer e unirlo, preferisco scrivere un testo a mano che desidero conservare per il futuro; una scelta molto coscienziosa. Il testo viene scritto a mano molte volte e poi viene scelto il miglior esempio per essere digitalizzato. A questo stadio la prima prova dell’ex libris viene creata con la stampante a getto d’inchiostro. Perché una stampante a getto d’inchiostro? Perché i colori sono più intensi di quelli di una stampante laser. Un plotter garantisce perfino una migliore qualità perché ha dodici caricatori di colore. Alla fine la qualità della carta sulla quale l’ex libris viene stampato potrebbe perfino essere l’elemento più importante. La carta ricavata dai giornaletti dà i migliori risultati per quanto riguarda la brillantezza dei colori. E se fosse priva di acidi sarebbe anche meglio in quanto salveremmo anche un po’ di natura. L’introduzione del computer ha cambiato il panorama. Creare un ex libris al computer non differisce in nessun modo dal creare un ex libris con le tecniche tradizionali. Il grado di complessità è maggiore ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

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Opus 686 - Composizione al computer (CGD) 2011, mm 75 x 150

Opus 675 - Composizione al computer (CGD) 2010, mm 140 x 110

Opus 596 - Composizione al computer (CGD) - 2009, mm 68 x 136

quando le abilità tecniche impiegate hanno un maggiore impatto sul risultato. La crescente importanza della creazione di un ex libris negli studi dei disegnatori grafici è anche dovuta alla presenza crescente delle tecniche digitali. Il computer offre nuove possibilità di creare degli ex libris. Vorrei concludere questo testo come l’ho iniziato e cioè con l’istruzione. La qualità dell’istruzione dipende in primo luogo dall’entusiasmo degli insegnanti. Cari amici, spero sinceramente di avervi convinti circa le possibilità e l’importanza di questa nuova tecnica e, cosa ancora più importante, spero che ci seguiate nella nostra strada per assicurare il futuro dell’ ex libris. The quality of art education depends for a large part on the enthusiasm of the teachers. So a permanent evolution and up dating in every aspect of the education program are necessary. The ex-libris has evolved with modern times, as did painting, printmaking and sculpting. The task of designing and creating an ex-libris today is a fine and interesting challenge. The creation and production of a CGD ex-libris (computer-generated design) can best be illustrated by a concrete example. There are many ways to build up a composition. Mostly various original documents, drawings, photographs, etc. are used. They are scanned in high resolution and processed in different layers. Sometimes up to 30 layers and they can in a certain way be compared with a silkscreen which is also built up in various printing stages.

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Iscrizioni runiche sugli Ex libris Per-Axel Wiktorsson

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ei bei tempi andati un ex libris era sempre e solo un ex libris. Non era un oggetto da collezione, ma bensì indicava il proprietario del libro. Generalmente il proprietario voleva che l’ex libris comunicasse qualcosa relativamente ai propri interessi culturali. E ciò veniva spesso messo in pratica. Ci si aspetterebbe che su molti nostri ex libris venissero dipinti degli oggetti preistorici. Ma non è questo il nostro caso. Piuttosto raramente, infatti, si trovano su di essi iscrizioni runiche. Le iscrizioni runiche erano una sorta di scrittura utilizzata principalmente durante l’Era Preistorica nell’area teutonica. Tuttavia, in Scandinavia, esse risalgono al Medio Evo e sotto certi aspetti anche all’epoca più moderna. Pertanto, non sorprende che alcuni ex libris svedesi siano conosciuti perché contengono iscrizioni runiche quali parti del disegno. Molto più sorprendente è invece il fatto che possediamo degli ex libris con iscrizioni runiche che provengono dall’Europa continentale. La scrittura runica apparve nell’Italia settentrionale circa nell’anno 100 a.C. e si diffuse in modo relativamente veloce verso nord presso i Teutoni. Nel terzo secolo le iscrizioni runiche furono conosciute in Scandinavia. Era utilizzato ciò che noi oggi chiamiamo l’”alfabeto antico della scrittura runica”, contenente 24 segni, e copriva la maggior parte dei suoni del linguaggio. L’alfabeto antico della scrittura runica fu usato fino all’incirca all’800, vale a dire per quasi sette secoli e attraverso gran parte dell’Europa - da Jemtland, nella Svezia settentrionale, fino alla costa meridionale del Mar Mediterraneo, dall’Irlanda, verso occidente, fino al bacino del fiume Volga a oriente. Circa 200 iscrizioni che mostrano l’antica scrittura runica sopravvivono ai molti secoli di utilizzo in un’area geografica abbastanza estesa. Tuttavia si tratta di un numero esiguo e di conseguenza si deduce che il numero reale delle iscrizioni fosse in effetti scarso, e che la conoscenza a quei tempi, in materia di iscrizioni runiche, non fosse approfondita. La scrittura runica scomparve dal Continente europeo, ma verso l’anno 800 il cosiddetto alfabeto runico recente venne creato in Danimarca, utilizzava solamente 16 iscrizioni runiche per rappresentare molti più suoni. Questo nuovo alfabeto si diffuse in Scandinavia attraverso molte varianti. Le iscrizioni runiche sopravvissero ancora più a lungo in Svezia, specialmente nelle province di Dalecarlia e Gotland, dov’erano ancora utilizzate all’inizio del XIX secolo (solo in Islanda le iscrizioni runiche furono utilizzate per più lungo tempo). Ma quando le iscrizioni runiche cominciarono ad apparire sugli ex libris svedesi, la scrittura runica popolare era stata dimenticata da molto tempo e informazioni su di essa si trovavano solamente nei libri. L’uso di iscrizioni runiche sugli ex libris realizzati per autori del continente europeo sono di notevole interesse, in quanto le iscrizioni runiche erano scomparse dal continente da molto tempo. Normalmente gli artisti del Continente europeo mostrano le iscrizioni runiche in contesti non storici. Bruno Héroux (1868-1944) dalla Germania utilizzò le iscrizioni runiche su almeno due ex libris: quello di Carl Oehler (fig. 1) contiene un ritratto di Johann Wolfgang Goethe (1749-1832). Un altro ex libris realizzato da Héroux per il Museo Tedesco di Editoria e Scrittura di Lipsia (fig. 2) mostra un uomo e una donna. Ella tiene in mano un codice medievale, mentre l’uomo è seduto e legge una lastra di pietra con 24 iscrizioni runiche in alfabeto antico. Nel 1919 Herman Heppe (1878-1919) ANNO 3 • NUMERO 5 • Primavera 2012

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Fig. 1 - Bruno Héroux (D) - Xilografia su legno di filo (X1) - s.d., mm 148 x 104 Il testo runico recita “ Mia proprietà. Un buon libro è il migliore amico” Fig. 2 - Bruno Héroux (D) - Xilografia su legno di filo (X1) - s.d., mm 90 x 50 Il testo runico recita “L’alfabeto runico” Fig. 3 - Herman Eduard Heppe (F) - Cliché (P1) - 1919, mm 112 x 85 Il testo runico recita “Ilse H.” Hans Hornaver (DK) - Cliché (P1) 1988, mm 67 x 41 Il testo runico recita “Gorm fece queste iscrizioni dopo Tyra, sua moglie”

Fig.4 - Artista non identificato, Cliché (P1) s.d., mm 62 x 76 Il testo runico recita “Tristano e Isotta”

dalla Francia realizzò un ex libris per Ilse Hildebrand (fig. 3), che descrive un monumento in pietra con l’iscrizione ”Ilse H” nell’antica scrittura runica; W. Nitze (Germania) aveva un ex libris (fig. 4) che mostrava tre persone in abiti storici. Essi sono Tristano che beve un filtro d’amore con Isotta al suo fianco e lo storico che immortala la loro storia. L’artista è sconosciuto ma l’ex libris è geniale.

Bookplates depicting runes are rather seldom. Runes were a type of writing most used during the Prehistoric Age in the Teutonic area. But in Scandinavia much later up to the New Age. Rune writing appeared in northern Italy about 100 A.D. and spread to the north among the Teutons. The ”older rune alphabet” was used, containing 24 signs, Rune writing disappeared on the Continent about 800 but in the same time the younger runes with 16 signs was created in Denmark, Runes survived longest in Sweden. When runes began to appear on Swedish bookplates, the popular rune were long forgotten. Of considerable interest is the use of runes on bookplates for continental owners, as runes have been extinct on the Continent for so long.

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La Collezione di Ex Libris “PEPITA PALLÉ” di Barcellona Maria-Carme Illa i Munné

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a Reial Acadèmia de Bones Lletres di Barcellona (1729), la continuatrice dell’Acadèmia dels Desconfiats (1700), ha ricevuto nel 1992, dalla collezionista barcellonese Pepita Pallé i Vachier (1916-1998), una donazione di ex libris da 25 a 30.000 esemplari secondo le stime della sua proprietaria, che li aveva pazientemente raccolti nel corso della sua vita. Esiliata a Roma durante la guerra del ‘36, Pepita Pallé scoprì il commercio d’arte e fu affascinata dalle sculture di angeli, che fondono arte e devozione. Di ritorno a Barcellona, colta (entro i parametri del tempo per le ragazze di buona famiglia), ricca e senza occupazione, si dedicava a opere di carità e frequentava circoli culturali, tra cui la libreria Batlle, nel cui retrobottega partecipava agli incontri culturali. La sua passione per il collezionismo (etichette di hotel, bottigline di colonia, ventagli, insomma: quasi tutto ciò che era collezionabile) era incentrata sulle immagini di angeli, specialmente quelle barocche (le pareti della sua stanza ne erano piene) fino a quando nel 1946 ricevette un ex libris con cui personalizzò i suoi libri, e che fu il primo di 114 della sua lista di scambio. Aumentando pazientemente la collezione - commissionava ex libris ad artisti di tutto il mondo - entrò a far parte del movimento exlibrista come socia, e senza voler ricoprire nessuna carica, di fatto era l’anima dell’Associazione di Barcellona e mise la sua carica e la sua influenza a servizio del bene comune che furono decisivi per poter organizzare nel 1958 uno dei più importanti congressi internazionali di ex libris, soprattutto perché furono pienamente accettate, dai numerosi partecipanti, le sigle internazionali (ideate dall’artista Jaume Pla i Pallejà) per indicare le tecniche di esecuzione e di riproduzione degli ex libris, al di là delle lingue: le cosiddette Sigle Barcellona, in omaggio alla città che ospitò il IV Congresso di Exlibris e che, attualizzate nei congressi successivi, sono ancora valide e in uso. La RABL, il 21 maggio del 1992, poco dopo il suo gesto meritorio, le rese omaggio con un atto accademico che la commosse e, nel giugno del 1999, sei mesi dopo la sua scomparsa, le dedicò un’esposizione commemorativa, curata dai due principali storici dell’ex libris e valutata positivamente dal pubblico. La RABL si è occupata non solo della conservazione della donazione (ex libris, fondo di duplicati, una discreta quantità di matrici, clichés, xilografie e calcografie, libri e riviste sull’argomento e una documentazione varia e singolare), ma si è anche occupata del suo sviluppo come collezione viva: sono state aggiunte altre donazioni (spesso modeste, ma sempre interessanti); è stato mantenuto attivo lo scambio (secondo le possibilità); sono stati accolti ricercatori, ecc... Inoltre, dall’incremento di questo fondo, ne è stata catalogata una parte, quella degli ex libris di ambito culturale catalano, fino al 2000, vale a dire, fino al cambio di millennio: è il Catàleg raonat dels exlibris catalans de la RABL, pubblicato nel 2007 dall’istituzione (2 volumi: 7.395 descrizioni frutto di ricerche individuali, più di 1000 pagine illustrate, anche a colori), che presto potrà essere consultato via internet. Con la speranza di poter avviare presto un sito internet, nel quale si continuerà la divulgazione del fondo a partire dal numero 7.396, con gli stessi criteri generali del Catalogo, ma con a fianco l’immagine di ogni ex libris.

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Bruno Bramanti (I) - Xilografia su legno di testa (X2) - 1953, mm 97 x 73 Maria Josepa Colom i Sambola (E) - Acquaforte, acquatinta (C3 + C5) 1961, mm 150 x 63 Teodoro Nicolás Miciano Becerra (E) - Acquaforte (C3) 1956, mm 100 x 61

In 1992 the collector from Barcelona Pepita Pallè donated his collection of ex libris to the Real Acadèmia de Bones Lletres in Barcellona (RABL). Born collector, she was interested in collecting ex libris since 1946, 114 are the ex libris by his name; she was the soul of the Association of exlibrists in Barcelona and of the organization of the International Congress of Barcelona in the year 1958 that saw the birth of the International cataloguing of performance techniques of ex libris. Besides preservation, the RABL carries out an action in progress either welcoming other donations of ex libris or through exchanges and contacts or researches on the topic. In 2007 the Catalèg raonat dels ex-libris catalans de la RABL (2 vol.) has been published, that is the cataloguing of ex libris in the Catalan field.

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Il “CLUB SVIZZERO” degli ex libris Stefan Hausherr *

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l club exlibristico “Basilea” fu fondato a Basilea nel 1901. Alla fine del suo primo anno contava già 138 membri. Le pubblicazioni del club risalgono al periodo tra il 1901 al 1907 e in quest’ultimo anno, per ragioni che non possono essere stabilite con precisione, il club fu sciolto. Negli anni ‘20, Agnes Wegmann commissionò una ricerca sugli ex libris svizzeri antecedenti il 1900 e il risultato fu pubblicato nel periodo 1933-1937. Si tratta di un lavoro standard degli artisti svizzeri nell’ambito degli ex libris. Fu solo negli anni ‘60 che l’exlibrismo in Svizzera acquisì un nuovo slancio. Nel 1967 il collezionista ticinese Carlo Chiesa prese parte al congresso della F.I.S.A.E. (la Federazione Internazionale delle Società di Ex libris), che formalmente era stato istituito un anno più tardi, dopo una serie di convegni internazionali a partire dal 1953. Là conobbe altri due collezionisti svizzeri: Helene Jung e Ruth Irlet. Alcuni mesi dopo, in occasione di un meeting a Lugano, furono poste le basi per la costituzione di un Club Exlibristico Svizzero. L’artista Aldo Patocchi fu eletto presidente; un altro artista, Gastone Cambin fu il Vice Presidente. Le discussioni riguardo al nome da adottare, «associazione» o «club» furono risolte alla fine con la scelta di «club». Fu stabilita l’iscrizione a membro della F.I.S.A.E. e il Club Exlibristico Svizzero fu già presente al congresso di Como nel 1968. Dal 1972 il Club ebbe 53 membri. Un vasto numero di mostre sugli ex libris furono organizzate dal Club, ciò fece aumentare il numero dei membri fino a 117. Il SELC-express esce quattro volte l’anno, è edito da Marianne Kalt, sotto forma di newsletter che recensisce gli eventi svizzeri ed internazionali più importanti nell’ambito del collezionismo di ex libris. Il «Jahresgabe» è un libricino che tratta di un artista, con la sua biografia, la lista delle sue opere con illustrazioni in stile exlibristico e anche alcune informazioni sul proprietario. Il Presidente, dal 1969 in poi, era Padre Urban Hodel del Monastero di Engelberg. Il nuovo Presidente divenne dal 1974 l’architetto Harry Saeger di Berna. Il Presidente successivo fu Josef Burch (fino al 2007), che nel corso dei suoi 17 anni di carica intraprese diverse nuove attività, essendo un Presidente molto innovativo.

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Sotto la sua presidenza, potendo contare sul fattivo apporto della segretaria Marianne Kalt, il Club raggiunse una nuova posizione. Nel 1993 fu festeggiato il 25esimo anniversario e io pubblicai la storia del Club nell’annuario sotto il nome di «Jubiläumsschrift, 25 Jahre Schweizerischer Exlibris Club». Uno dei momenti più importanti del SELC fu il congresso della FISAE del 1978, che ebbe luogo a Lugano sotto la direzione del presidente Carlo Chiesa. L’evento, a cui presero parte oltre 250 artisti e collezionisti, ottenne un notevole successo. Altresì degno di nota, un altro momento clou nel 2006, quando il SELC organizzò e istituì il 31° Congresso FISAE a Nyon - Lac Léman, sotto la direzione del presidente della FISAE Josef Burch e di Benoit Junod. Il congresso ebbe un’ottima riuscita ed ebbe luogo in un periodo in cui il tempo atmosferico si mantenne al bello. Tutte le mostre di ex libris furono considerate di grande interesse dai visitatori. Grazie alle mostre e alle interessanti pubblicazioni, speriamo di conservare gli stessi membri e acquisire nuovi collezionisti e artisti nel nostro Club. * Presidente SELC dal 2007

The SELC`s main preoccupations have not changed. Our aim is to encourage the collecting of and research into bookplates. We also endeavour to give our members the best possible publications and to provide good opportunities for exchanges, commissions and purchases of ex-libris, as well as to foster wider interest in bookplates. At the same time, we maintain extensive international contact, particularly by opening every second yearly congress of the society to the widest possible participation of foreign collectors and ex-exlibris enthusiasts.

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Eventi Culturali - Cultural Events

21 aprile 2012 (sabato) ore 9.30 - 17.00

“GRAFICA in PROGRESS” Terza edizione del seminario didattico e culturale

Associazione c.f.p. “E. Fassicomo” Genova. Spazi gratuiti per gli scambi di Opere Grafiche e di Ex Libris. Programma dettagliato sul sito www graficainsieme.ning.com

3 -­6 maggio 2012 63° Congresso Società Tedesca di Ex Libris. c/o Sporthotel Achental Mietenkamer Straße 65 83224 Grassau / Chiemgau -­Info: Evelyn Dunstl -­Walter, Hausenstraße, 13 - D -­83278 TRAUNSTEIN

11 maggio 2012 - 24 gennaio 2013 "1912 - 2012 La xilografia italiana dalla mostra internazionale di xilografia di Levanto ad oggi" La Spezia, Palazzina delle Arti, 11 maggio -­14 ottobre 2012 Collesalvetti (LI), Pinacoteca Carlo Servolini, 26 novembre 2012 - 24 gennaio 2013

2 giugno - 29 luglio “Pinocchio”- Linoleografie di Ettore Antonini Città di Castello (PG) presso la Tipografia Grifani - Donati, Corso Cavour, 4 da martedì a sabato 10.00 - 12.30 / 16.00 - 19.00 Domenica 16.00 -19.00 per informazioni 333 3232573 7 luglio -­2 settembre “Figura e figure”. Opere su carta di Ettore Fico, Ennio Morlotti, Luigi Spazzapan. Casa Felicita, Cavatore (AL) Inaugurazione sabato 07 luglio ore 18.30 Informazioni: benzi.adriano@mclink.it - www.vecchiantico.com www.mostre-arte-cavatore.com 13 - 18 agosto 2012 FISAE XXXIV International EX LIBRIS CONGRESS - Naantali (Finlandia) www.exl.fi - info@exl.fi Ulteriori informazioni sulle varie iniziative, si trovano sul sito www graficainsieme.ning.com

Concorsi - Competition

Sint-Niklaas 2013 - International Sint-Niklaas bookplates and small printing competition Le opere devono pervenire entro il 1 Novembre 2012 al seguente indirizzo: International Exlibriscentrum Stedelijke Musea Sint-Niklaas - Wedstrijd 2013 - Zwijgershoek 14 B-9100 Sint-Niklaas - BELGIO http://musea.sint.niklaas.be/exlibris/activiteiten/competition - http://www.sint-niklaas.be http://exlibris.sint-niklaas.be. IX Concorso Internazionale di Ex Libris indetto dalla Biblioteca Comunale di Gliwice (Polonia) Scadenza per l’invio il 15.05.2012. - Inviare a: Municipal Public Library Ul. Kosciiuzki, 17 - 44100 GLIWICE - Cerimonia di premiazione e inaugurazione mostra il 12 ottobre 2012 - Per informazioni: sekretariat@biblioteka.gliwice.pl - tel/fax + 48 -­32 -­2382510

Indirizzi - Address Martin R. Baeyens: martin.baeyens@telenet.be • Siegfried Bresler: s.bresler@t-online.de • Maria-Carme Illa i Munné: carmeilla@hotmail.com • Stefan Hausherr: stefan.hausherr@bluewin.ch • Priamo Pedrazzoli: p.pedrazzoli@ tin.it • Carlotta Giardini: carlotta.giardini@gmail.com • Helma Schaefer: frschaefer@yahoo.it • Gian Carlo Torre: giancarlotorre@alice.it • Per-Axel Wiktorsson: per-axel.wiktorsson@nordiska.uu.se Si ringrazia Giorgio Ghisletti per la "stampa artigianale" delle due opere allegate in questo numero

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Guido Balsamo Stella Acquaforte (C3) - 1913, mm 114 x 77 Guido Balsamo Stella Acquaforte (C3) 1911, mm 126 x 109

… nel prossimo numero – Autunno 2012 … in the next number -­Autumn 2012 • Guido Balsamo Stella - Gian Carlo Torre • Friedrich Teubel - Peter Rath • Alberto Casiraghy, Adriano Porrazzi : incontro simbiotico tra tipografia e xilografia - Marco Picasso • Fernando Eandi • Hristo Naidenoff • “I Viaggi di Gulliver” negli ex libris - Tazuo Matsubishi

www.graficainsieme.ning.com - g.insieme@gmail.com


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