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INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
4 Editoriale La necessità di una supply chain europea più indipendente
6 Attualità Biotecnologie: un comparto da oltre 13 miliardi di euro
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Attualità Il life science spinge la crescita italiana
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Ricerca Una nuova generazione di ricercatori sul dolore
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Appuntamenti A Francoforte prende forma la futura industria di processo
8 Attualità
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Appuntamenti 28 Industria farmaceutica
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Ambiente Da 60 anni sempre avanti nell’economia circolare del Paese
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Energia
2 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Sommario INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf www.interprogettied.com life science spinge Le riforme Ue per ridisegnare
Sommario
RIVISTA DELL’
icf
Macchine Linea per piccoli batch di siringhe preriempite monodose 42 Sicurezza Dall’industria all’healthcare 5.0: la trasparenza che genera
52 Componenti Filtri in acciaio inox per industrie e laboratori
64 Robotica 65 Transizione digitale 66
56 Automazione 60 Strumentazione Prendere le misure alla decarbonizzazione
74
Approfondimenti Impianti per vaccini: una crescita consolidata e non solo per il Covid
Confezionamento “L’imballaggio? Una scelta cruciale per la sostenibilità del pharma”
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Approfondimenti Le riforme della Commissione UE per ridisegnare il pharma
80
Elenco inserzionisti Colophon
“La nostra associazione ritiene di fondamentale importanza che sia avviato un dialogo tra tutti i fornitori lungo la catena del valore, compresi i produttori dei principi attivi, che sicuramente potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel prevenire possibili situazioni di carenza”.
Paolo Russolo, presidente di Aschimfarma (Federchimica), pagina
16
Sommario RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 3
GIU/LUG 2023 NUMERO 3 38
fiducia 48 Hygienic Design
Giugno/Luglio 2023
La necessità di una supply chain europea più indipendente
Molti settori dell’industria farmaceutica europea, al di là della vulgata comune, non hanno vissuto gli anni del Covid-19 come un periodo di espansione, ma hanno dovuto confrontarsi con una domanda imprevedibile e sbilanciata sul fronte delle terapie per le malattie respiratorie e influenzali e poi su quello dei vaccini. Una domanda dunque che cambiava repentinamente, lasciando alcune filiere, dedicate per esempio a problemi sanitari legati alla vita attiva e sociale, in difficoltà. Ma soprattutto a creare scompiglio, come per quasi tutti i settori industriali, è stato l’indebolimento delle catene di fornitura, che ha portato alla luce la questione della delocalizzazione di molte produzioni, ritenute non a valore aggiunto, fuori dal vecchio continente. Ce ne siamo accorti con la carenza di molti principi attivi di cui i produttori avevano urgente bisogno. Tutto ciò non ha comunque messo in discussione la resilienza del settore, che non ha fatto passi indietro e poi nel 2021 e 2022 ha vissuto un’eccezionale crescita. È rimasta però sul tavolo la necessità, da parte dell’Unione Europea, di farsi trovare pronta in caso di eventuali nuove emergenze sanitarie, oltre che di rafforzare un settore strategico che non può essere troppo dipendente da produzioni lontane, soprattutto in una fase storica nella quale pandemie, guerre espansionistiche e cam-
biamento climatico hanno messo in crisi quel processo di globalizzazione che dall’inizio di questo secolo pareva ineluttabile.
Le associazioni europee di categoria non hanno smesso di richiamare l’attenzione su questo punto, anche una volta ripristinate le li nee di collegamento e rientrata la crisi pandemica. In accordo con EFCG (Euro pean Fine Chemicals Group) e Medicines for Europe, Aschimfarma – l’associazione na dei produttori di principi attivi farmaceuti ci che fa parte di Federchimica – ha sostenuto la richiesta di potenziamento della sicurezza dell’approvvigionamento di medicinali in Euro pa, contenuta in un documento informale che è stato presentato alla Commissione Europea da 19 stati membri, fra cui l’Italia. In particolare, il presidente Paolo Russolo ritiene che sia fon damentale avviare un dialogo fra tutti i fornitori lungo la catena del valore, inclusi i produttori di principi attivi, che potrebbero assumere un ruolo chiave per prevenire e sopperire eventuali carenze.
Per giocare una partita all’altezza delle altre potenze mondiali, l’Europa non può prescindere dal rafforzamento e dall’indipendenza di alcu ni settori industriali strategici. E quello chimi co-farmaceutico lo è sempre di più.
Editoriale 4 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Giugno/Luglio 2023
Alessandro Bignami
Più di 800 imprese, 13.700 addetti, oltre 13 miliardi di fatturato stimati nel 2022 e un mercato che registra una crescita su diverse variabili a testimonianza di un comparto resiliente, dinamico e strategico per lo sviluppo del Paese. È quanto emerge dall’aggiornamento congiunturale del report ENEA-Assobiotec “Le imprese di biotecnologie in Italia”, giunto all’8a edizione, presentato a luglio in un evento online.
Secondo il nuovo report il comparto ha vissuto una forte crescita del fatturato nel 2021 e si attende un consolidamento del dato per il 2022. Su questa variabile, rimane prioritario il peso delle biotecnologie per la salute con il 74% del totale, ma negli ultimi due anni sono soprattutto le applicazioni per la bioeconomia (industria e agricoltura) a riprendere l’espansione con tassi di crescita superiori al 30% per entrambi gli ambiti di applicazione nel biennio 2021-2022, giungendo a rappresentare oltre un quarto del fatturato biotech italiano con una quota per il 2021 pari a più del 25% del totale e in ulteriore tendenziale crescita nel 2022. In termini numerici, la popolazione delle imprese attive in Italia ha subito una lieve contrazione nel 2020, un dato attribuibile prevalentemente alla diminuzione del numero delle PMI, che hanno maggiormente accusato l’impatto immediato della pandemia, soprattut-
Biotecnologie: un comparto da oltre 13 miliardi di euro
Il report sul biotech italiano di ENEA-Assobiotec registra più di 800 imprese e 13.700 addetti. Le applicazioni nell’area della salute restano di gran lunga le principali per fatturato e investimenti.
6 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Attualità
to nella classe al di sotto dei 10 addetti. Il dato numerico è tornato a crescere nel 2021 e si attende per il 2022 una crescita per tutte le classi dimensionali, per un totale di 823 imprese.
Sebbene l’attività delle realtà biotech rimanga in gran parte concentrata nell’ambito della salute umana (poco meno del 50%), tra il 2014 e il 2021 si registra l’espansione delle quote relative alle imprese che sviluppano applicazioni biotecnologiche per l’industria e l’ambiente oltre che per l’agricoltura e la zootecnia che, dal 2014, mostrano il ruolo propulsivo che hanno per la bioeconomia.
Se si analizza la classe dimensionale la quota di imprese di micro o piccole dimensioni supera l’82% del totale, mentre le grandi realtà (+250 addetti) rappresentano poco meno dell’8% dell’intera popolazione in analisi.
A livello territoriale resta molto forte la polarizzazione, soprattutto per le variabili economiche: le prime 4 regioni (Lombardia, Lazio, Toscana e Piemonte) rappresentano oltre il 90% del fatturato, l’80% degli investimenti in R&S intra-muros e l’80% degli addetti, mentre scende al 52% se si considera il numero di imprese.
La regione leader resta la Lombardia, seguita dal Lazio e dalla Toscana fortemente specializzate nelle applicazioni per la salute, mentre sono le regioni settentrionali in genere a mostrare una marcata specializzazione nelle applicazioni delle biotecnologie ai processi industriali.
Nel meridione, che rappresenta circa il 20% in termini di numero di imprese, spiccano la Campania (poco meno dell’8%) e la Puglia (poco più del 4%).
Atteso un consolidamento dopo il rimbalzo post-pandemico
“I nuovi dati ci restituiscono un comparto che si è dimostrato più resiliente di quanto mostrato dalle precedenti stime, registrando per il 2020 addi-
Investimenti in R&S intra-muros biotech delle imprese in Italia (valori in migliaia di euro)
Fonte: Report “Le imprese di biotecnologie in Italia”
rittura una lieve crescita del fatturato da attività biotecnologiche pari ad un +1,2%. Superato il picco della pandemia e dei suoi effetti sul sistema economico, il settore delle biotecnologie ha vissuto una forte ripresa della crescita del fatturato nel 2021. Si attende perciò un consolidamento del parametro per il 2022”, commenta Gaetano Coletta, responsabile del Servizio ENEA Offerta e valorizzazione servizi di innovazione. “Se nel 2020 il settore è stato sostenuto dalle applicazioni per la salute umana, nel biennio successivo si assiste a una forte ripresa delle attività per l’industria e per l’agri-zootecnia. Oltre un quarto del fatturato deriva da applicazioni in questi ambiti e il loro sviluppo è alla base della diffusione territoriale dell’industria delle biotecnologie che sta interessando ormai da alcuni anni le regioni del Nord-Est e del Mezzogiorno con Puglia e Campania in testa. La regione leader resta la Lombardia, seguita dal Lazio e dalla Toscana fortemente specializzate nel settore salute, che tutte e tre insieme registrano oltre l’80% degli addetti biotech e il 60% di addetti R&S”, conclude Coletta.
“L’Italia del biotech ha numeri ancora piccoli, quando paragonati ad altri Paesi con cui pure siamo in competizione, ma uno straordinario potenziale se consideriamo che un recente studio EY ci dice che a livello globale il biotech triplicherà il proprio valore fra il 2020 e il 2028”, commenta Fabrizio Greco, presidente di Assobiotec-Federchimica. “Finalmente nel nostro Paese ci sono oggi diversi elementi che possono far crescere e correre il settore: il PNRR che, oltre a mettere a disposizione grandi risorse economiche, chiede al Paese di rivedere e riformare le regole di funzionamento dell’intero ecosistema di riferimento; nuovi capitali pubblici e privati che oggi credono di più nelle nostre realtà; ma, soprattutto, il lancio di un Piano Nazionale per le Biotecnologie, recentemente annunciato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Sono tutti tasselli importantissimi che possono aiutarci a competere nello scenario internazionale. È allora adesso necessario renderli operativi al più presto per recuperare i ritardi nei confronti degli altri Paesi sviluppati e competere a livello globale”. l
RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 7
Giugno/Luglio 2023
Fonte: Report “Le imprese di biotecnologie in Italia”
2020 2021 2022
totali 598 388 569 753 588 341 Imprese dedicate alla R&S biotech... 507 370 468 154 482 667
di cui a controllo italiano 266 007 256 225 263 354
(proiezioni) Imprese
…
Attualità
L’Osservatorio Agrofarma raccoglierà, in maniera progressiva, dati e informazioni sulla situazione dell’agricoltura italiana e, in particolare, sul settore degli agrofarmaci.
I primi dati mostrano un miglioramento in atto e un costante calo delle principali emissioni inquinanti e dell’impiego di energia.
gio che interessa tutto il settore. I dati ci aiutano a guardare con lucidità a ciò che sta accadendo davvero alla nostra agricoltura ed al contesto in cui essa si muove, dal clima, all’ambiente, al fabbisogno produttivo, fino alla competitività delle aziende e all’indotto che esse generano per il nostro Paese”, commenta Enrica Gentile, CEO & Founder Areté Srl.
Nell’ambito del primo report dell’Osservatorio verranno trattate alcune delle tematiche individuate, tra le quali rientrano l’analisi dei principali indicatori agroambientali e l’utilizzo di agrofarmaci in Italia.
In occasione del Food&Science Festival, Riccardo Vanelli, presidente di Agrofarma, l’Associazione nazionale delle imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, ha presentato l’Osservatorio Agrofarma: un report che raccoglierà informazioni sullo stato dell’arte dell’agricoltura italiana e sul ruolo strategico che l’industria degli agrofarmaci svolge ai fini della tutela e dello sviluppo della produzione agricola italiana.
“Come Agrofarma abbiamo ragionato a lungo per individuare uno strumento che potesse aiutarci a costruire una narrazione corretta del nostro comparto agroalimentare e del ruolo che le Imprese che producono agrofarmaci svolgono a supporto della filiera e dei prodotti Made in Italy”, ha dichiarato Riccardo Vanelli. “Spesso ci siamo trovati di fronte ad un’informazione parziale o inattendibile, costruita su falsi miti e fake news. Per questo motivo abbiamo voluto costruire un conteni-
tore al cui interno reperire informazioni che consentano di avere dati certi sui temi strategici del settore”.
“Ad Agrofarma va il nostro plauso all’iniziativa che si inserisce nella scia di programmi di investimento dell’industria chimica per la sostenibilità e l’innovazione, con prodotti sempre meno impattanti e a salvaguardia delle produzioni”, spiega il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “I più recenti dati di Eurostat, tra l’altro, dicono che nella Ue sono calate le emissioni di anidride carbonica, nonostante la ripresa, grazie all’apporto delle energie rinnovabili”.
Per la creazione dell’Osservatorio, Agrofarma si è avvalsa delle competenze e dell’esperienza di Areté, società indipendente di ricerca, analisi e consulenza economica interamente specializzata sui settori agricoltura e food.
“Il progetto dell’Osservatorio lanciato da Agrofarma è coerente con il bisogno di informazioni e di monitorag-
Per quanto concerne l’evoluzione dello stato di salute ambientale dell’agricoltura italiana dai primi anni 2000, i dati mostrano un chiaro percorso di miglioramento in atto. Al crescere del valore aggiunto dell’agricoltura, si è accompagnato, infatti, un costante calo delle principali emissioni inquinanti e dell’impiego di energia, a conferma di una aumentata efficienza produttiva. Le emissioni di ammoniaca, uno dei principali inquinanti derivanti dall’attività agricola in Italia, si sono ridotte in maniera costante a partire dal 1990 (-24% al 2020), così come le emissioni di monossido di carbonio da parte dei macchinari agricoli, diminuite del 17% circa tra il 2011 ed il 2020. Le emissioni di gas ad effetto serra (principali responsabili del cambiamento climatico) da parte del settore agricolo italiano sono rimaste pressoché costanti negli ultimi 10 anni.
Le vendite di agrofarmaci in Italia (misurate in quantità di principio attivo, che è la componente efficace dei prodotti commercializzati) si sono ridotte complessivamente del 17% tra il triennio 2010-12 e quello 2019-21, passando da circa 140.000 a circa 115.000 tonnellate. La riduzione dei quantitativi commercializzati è stata più marcata per i fungicidi e per gli insetticidi/acaricidi (-21% per entrambe le tipologie).
Attualità 8 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
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Alessandro Chiesi nominato presidente del Gruppo Chiesi
Chiesi Farmaceutici ha eletto Alessandro Chiesi a presidente del Gruppo. Maria Paola Chiesi è stata invece nominata alla vicepresidenza. Alessandro Chiesi è nato a Parma 56 anni fa, è sposato, ha 5 figli. Ha iniziato il suo percorso in azienda quasi trent’anni fa, lavorando prima nel settore delle fusioni e acquisizioni (M&A) e poi, con responsabilità crescenti, nella supervisione delle attività commerciali europee e globali e ha sviluppato un team di successo e appassionato, capace di costruire un business sostenibile e una presenza di fiducia per i pazienti.
Sposata, tre figli, Maria Paola Chiesi è entrata in azienda nel 1995. Ha dato una dimensione internazionale al marketing e ha delineato il percorso di pianificazione strategica del Gruppo. Nel 2015 ha creato e ha assunto la guida del dipartimento di Shared Value & Sustainability, che
Abiogen Pharma rileva EffRx
Abiogen Pharma SpA, eccellenza italiana nell’area osteoarticolare e del metabolismo osseo, annuncia l’acquisizione del 97,09% dell’azienda svizzera EffRx Pharmaceuticals SA, che sviluppa e commercializza farmaci con indicazioni specialistiche, in particolare per patologie muscoloscheletriche e rare, presente in diversi mercati europei ed extraeuropei. La molecola principale di EffRx, alendronato sodico effervescente, appartiene a un gruppo di farmaci non ormonali denominati Bifosfonati. Il farmaco è distribuito da Abiogen Pharma in licenza per l’Italia fin dal 2014. Per Abiogen Pharma, l’acquisizione, che segue quella della tedesca Altamedics alla fine del 2022, consolida la strategia di internazionalizzazione avviata a partire dal 2015 e co-
monitora e misura gli impatti dell’azienda su ambiente e società e attua piani di miglioramento. A questa funzione si devono la modifica dello statuto di Chiesi, diventata Società Benefit, e l’ottenimento della certificazione B Corp. Maria Paola è anche
stituisce un ulteriore passo verso il raggiungimento di un ambizioso obiettivo.
“Oltre a rafforzare la nostra posizione in Italia l’acquisizione della maggioranza di EffRx è in linea con il nostro modello di crescita, costituisce una rampa di lancio per l’espansione internazionale e conferma la nostra missione e il nostro impegno per la salute delle ossa e per le malattie rare”, spiega Massimo Di Martino, presidente e AD di Abiogen Pharma. “Desideriamo rendere Abiogen un’azienda internazionale senza perdere di vista il nostro carattere di impresa italiana e familiare e lo stiamo facendo stringendo accordi con realtà estere a noi vicine per obiettivi e aree terapeutiche”, commenta Prisca Di Martino, International Business Unit Head di Abiogen Pharma. “Nel
presidente della Fondazione Chiesi. “Raccogliamo il testimone con rispetto e gratitudine e con la consapevolezza dei grandi risultati raggiunti”, ha commentato Alessandro Chiesi. “Con Maria Paola sentiamo forte la responsabilità di continuare a seminare su questo terreno fertile, impegnandoci, insieme al Board e a tutto il Gruppo Chiesi, ad anticipare i cambiamenti in un settore, quello della salute, in rapida evoluzione e accompagnando l’azienda verso una nuova fase di espansione a livello globale”.
“È con emozione che oggi affidiamo ad Alessandro e Maria Paola la presidenza e la vicepresidenza del Gruppo”, ha aggiunto il presidente onorario Alberto Chiesi. “Sono stati decenni in cui abbiamo lavorato con risultati eccellenti, portando Chiesi ad essere una realtà competitiva a livello mondiale”.
caso dell’acquisizione della maggioranza di EffRx, le sinergie tra le nostre competenze e le reti distributive saranno sicuramente la base per il rafforzamento dell’espansione internazionale”.
“EffRx, sin dalla sua creazione, ha conosciuto una crescita costante, con un modello di business fondato su due pilastri: la valorizzazione e la distribuzione di prodotti di proprietà consolidati e il licensing, il lancio e la commercializzazione di farmaci per malattie rare”, conclude Lorenzo Bosisio, CEO di EffRx Pharmaceuticals. “La nuova realtà di collaborazione con Abiogen Pharma apre scenari molto interessanti, con la possibilità di portare avanti lo sviluppo della nostra pipeline e siamo certi che offrirà nuove e importanti opportunità di sviluppo”.
Attualità 10 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Joanne Jervis è la nuova Managing Director & Head of Specialty Business Division Daiichi Sankyo Italia. Nata a Glasgow ha lavorato per alcuni anni come Podologo Clinico all’interno del servizio sanitario scozzese, per poi conseguire un MBA e proseguire la sua carriera all’interno di aziende farmaceutiche, diagnostiche e biotecnologiche. In 25 anni ha ricoperto diversi ruoli in varie aree quali le vendite, il management, gli affari governativi,
Joanne Jervis, un
medico scozzese
al timone di Daiichi Sankyo Italia
il market access e la patient advocacy, non solo nel Regno Unito ma anche in Irlanda e in numerosi altri Paesi europei per multinazionali come Astrazeneca, Sanofi, Celgene e Roche. Grazie alle abilità dimostrate sia in ambito clinico che manageriale, Jervis non ha solo gestito il ciclo di vita di prodotti maturi, ma ha partecipato al lancio di molti nuovi farmaci e tecnologie diagnostiche innovative, che hanno contribuito a cambiare la vita dei pazienti. Ha infatti lavorato a livello internazionale su diversi prodotti di punta nelle aree terapeutiche della gastroenterologia, della psi-
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“Da medico la mia priorità è sempre stata e resta la ricerca di soluzioni volte al miglioramento delle condizioni cliniche dei pazienti e
a garantire loro l’accesso a nuovi farmaci, ma nel ruolo di manager posso mettermi al servizio dei pazienti in modo diverso, ampliando il raggio di azione, collaborando con gli altri stakeholders e le istituzioni di diversi Paesi per offrire un contributo allo sviluppo di servizi utili per i pazienti e supportare i sistemi sanitari nazionali”, spiega Joanne Jervis. “Sono felice di intraprendere questa nuova sfida alla direzione di Daiichi Sankyo Italia e del suo team, sono sicura che insieme continueremo ad incrementare il successo ottenuto in questi anni in ambito cardiovascolare, restando sempre a fianco dei pazienti”.
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Attualità
Da Steriline e Income nasce Steriline Asia Private Limited
“Steriline e Income sono due nomi, sinonimi l’uno dell’altro, di qualità e servizio da tre decenni nell’industria farmaceutica indiana. Una base installata di oltre cento linee di riempimento in India, comprendente oltre cento macchine, è una testimonianza del fatto che l’industria ha apprezzato la nostra tecnologia e il nostro servizio.
tinente indiano per rispondere al meglio alle esigenze in continua evoluzione del settore.
Steriline e Income hanno annunciato la nascita di Steriline Asia Private Limited. Di seguito riportiamo la lettera di annuncio agli stakeholder firmata da Federico Fumagalli, direttore commerciale di Steriline e Vishesh Parekh, managing partner di Income.
È il vostro sostegno che ha reso l’India il mercato più grande e più importante per Steriline, come dimostrano i numeri. L’industria farmaceutica indiana è oggi al culmine della trasformazione in termini di tecnologia e Steriline e Income si impegnano a continuare ad essere in prima linea; offrendo soluzioni che hanno un buon rapporto qualità-prezzo e che sono state progettate per le attività indiane.
È solo una progressione naturale che vedrà Steriline e Income, insieme, creare un ecosistema per migliorare rapidamente la loro presenza nel subcon-
È quindi con grande gioia che annunciamo la nascita di Steriline Asia Private Limited che avrà sede a Mumbai con uffici di supporto nelle città regionali dell’India. Le operazioni continueranno ad essere gestite dal team di Vishesh Parekh, ChiranjeeviKondapakka, Rakesh Rana, JinceJose, Avinash Tandel e altri che avete conosciuto nel corso degli anni.
Vendite, post-vendita, gestione dei progetti, assistenza e manutenzione. Non cambierà nulla neppure per i nostri preziosi clienti. Il nostro team sarà in contatto con tutti loro per rispondere alle domande e le richieste che potrebbero avere e per coordinare le modifiche amministrative necessarie per questa transizione.
Vi ringraziamo personalmente per il vostro sostegno in passato e speriamo di riceverlo anche nei giorni a venire”.
BASF: nel primo trimestre 2023 ricavi pari a 20 miliardi di euro
“BASF ha aperto il 2023 con risultati superiori rispetto a alle aspettative degli analisti e in un contesto economico stagnante e difficile”, ha dichiarato Martin Brudermüller, presidente del consiglio di amministrazione di BASF SE. A questo risultato hanno contribuito in maniera sostanziale le attività con i clienti dei settori agricolo e automotive.
I ricavi del Gruppo nel primo trimestre del 2023 sono stati pari a 20 miliardi di euro, in calo di 3,1 miliardi di euro rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Questo risultato è imputabile, in particolare, al calo dei volumi in quasi tutti i segmenti a causa del rallentamento della domanda globale.
I prezzi leggermente più bassi hanno ul-
teriormente frenato l’andamento del fatturato. Gli aumenti dei prezzi nei segmenti Agricultural Solutions, Nutrition & Care e Industrial Solutions non sono stati in grado di compensare il calo dei prezzi nei restanti segmenti. A pesare sulla contrazione dei ricavi, anche la riduzione del portafoglio in seguito alla vendita del business del caolino nel segmento Industrial Solutions. Effetti valutari leggermente positivi, principalmente relativi al dollaro USA, hanno avuto un effetto compensativo.
Rimangono valide tutte le previsioni relative a ricavi, utili, ROCE e emissioni di CO2 presentate nel Rapporto BASF 2022:
• ricavi tra 84 miliardi e 87 miliardi di euro;
• EBIT ante special item tra 4,8 miliardi e 5,4 miliardi di euro;
• rendimento del capitale impiegato (ROCE) compreso tra il 7,2% e l’8,0%:
• emissioni di CO2 tra 18,1 milioni di tonnellate e 19,1 milioni di tonnellate. Immutate anche le ipotesi relative al contesto economico globale rispetto a quanto indicato nel Rapporto BASF 2022:
• crescita del prodotto interno lordo: 1,6%;
• crescita della produzione industriale: 1,8%;
• crescita della produzione chimica: 2,0%;
• tasso di cambio euro/dollaro medio di 1,05 dollari per euro;
• prezzo medio annuo del petrolio (greggio Brent): 90 dollari al barile.
Attualità
12 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Da sinistra: Federico Fumagalli, direttore commerciale di Steriline, e Vishesh Parekh, Managing Partner di INCOME
Oltre alle tradizionali fiere di settore, il ramo di CSV Life Science Group votato al contenimento, ha aderito a due appuntamenti che si sono tenuti tra maggio e giugno a Milano e a Parma. Si parla di movimentazione di polveri, altamente attive e non, al centro dei due eventi, uno congressuale ed uno fieristico, che hanno visto protagonisti i maggiori player del settore.
A Milano l’ottava edizione della MarketsandMarkets Conference ha permesso alla società di prender parte ad incontri tematici sugli High Potent. CSV Containment ha seguito sessioni di formazione,
ma ha avuto anche occasione di proporre soluzioni, servizi di qualità e prodotti dedicati a chi opera in questo settore. Il mercato presenta infatti una crescente domanda di fornitori di servizi esperti in grado di gestire gli HPAPI. Molti farmaci oncologici, ad esempio, utilizzano API altamente attivi e sempre più numerosi sono i siti produttivi a livello globale che vi hanno a che fare. Tutto ciò richiede uno sviluppo in tempi rapidi di nuove soluzioni per allestire o adattare ambienti dedicati a trattare queste sostanze.
Proprio in quest’ottica CSV Containment
ha presentato la sua linea di glove bags, liner, tool di chiusura e quanto ruota intorno al mondo del contenimento flessibile. Non solo disposable ovviamente, perché il know-how aziendale maturato in ambito isolation technology ha portato alla nascita di soluzioni uniche, ibride ed innovative, come quelle che vedono protagonista il sistema DIT®. Grande interesse ha suscitato la loro presenza a Solids Parma, la prima edizione italiana della due giorni dedicata all’industria della lavorazione dei granuli, delle polveri e dei solidi sfusi. Il 14 e 15 giugno molte sono state le manifestazioni di interesse in fiera per tutte le applicazioni in cui risulta necessario maneggiare polveri. Facilità d’uso, adattabilità ad ogni ambiente e soluzioni su misura: questi sono i punti di forza della gamma di prodotti CSV Containment. I team commerciale e tecnico hanno presentato in entrambe le occasioni il nuovo sistema di chiusura per liner Twin Tie® e le ormai collaudate Iris Valve, derivate anch’esse dalla tecnologia DIT®. Sempre in tema di valvole Solids è stata un’occasione per portare nello stand aziendale anche i prodotti ChargePoint, cui la distribuzione italiana è affidata a CSV Containment. Due appuntamenti intensi e alla vigilia della stagione più calda, per alimentare quella scintilla che genera innovazione e voglia di crescere.
Fidia Farmaceutici chiude il fatturato 2022 con 412 milioni di euro
Fidia Farmaceutici ha chiuso in positivo l’esercizio 2022 con un fatturato pari a 412 milioni di euro e conferma il trend di crescita a doppia cifra (+11% su 2021) sia per il mercato nazionale che internazionale, con ricavi netti legati a vendita di prodotti e servizi pari a 404,3 milioni di euro. L’Italia si è confermata il mercato principale con il 52% del fatturato registrato e una crescita del 12,6%, con risultati ben al di sopra di quelli dei mercati di riferimento (farmaci etici, OTC/SOP, integratori alimentari, medical device). Consolidata la leadership nel mercato dell’acido ialuronico per infiltrazioni osteoarticolari (oltre 24 milioni di euro).
Anche all’estero una crescita a doppia cifra (+12,4% con un fattura-
to pari ad euro 193,6 milioni), trainata soprattutto dai paesi dell’area MENA (+18,5% rispetto al 2021), grazie ad un modello commerciale che integra la presenza diretta nei principali mercati con la partnership tramite distributori. Seguono i Paesi Europei (+16,7%) e la filiale americana che da sola ha registrato un incremento del fatturato del 9%. L’Ebitda consolidato è cresciuto del 2,1% rispetto al 2021, raggiungendo quota 77,1 milioni di euro, pari al 19% dei ricavi d’esercizio, un risultato importante ottenuto malgrado l’impatto negativo dei maggiori costi delle utilities, le difficoltà di reperimento dei materiali di produzione e l’effetto legato all’estensione della normativa del payback ai dispositivi medici.
Attualità 14 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Le soluzioni di contenimento CSV puntano su facilità d’uso e customizzazione
CSV
Markets Conference a MIlano e Solids a Parma
Containment ha partecipato con successo agli eventi Marketsand
Carlo Cartasegna è stato eletto amministratore delegato di Newchem Spa, azienda chimico-farmaceutica attiva dal 1999 nella produzione di una vasta gamma di principi attivi appartenenti alle famiglie dei corticosteroidi, delle prostaglandine e degli ormoni: un’eccellenza italiana a forte vocazione innovativa, con vendite in oltre 50 Paesi. Cartasegna arriva a ricoprire la carica di CEO dopo essere entrato nel 2020 nel consiglio di amministrazione dell’azienda e aven-
Carlo Cartasegna è il nuovo AD di Newchem
do ricoperto già dal 2018 la carica di Deputy General Manager della Zhejiang Xianju Pharmaceutical Co. Ltd., gruppo di cui Newchem fa parte dal 2017.
Cartasegna è chiamato a guidare lo sviluppo del business di Newchem, grazie agli oltre vent’anni di esperienza come Managing Director e CEO tanto in aziende multinazionali quanto in realtà domestiche orientate all’export, sia in situazioni di sviluppo del business che in operazioni di ristrutturazione e
rilancio aziendale. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria Chimica al Politecnico di Torino e un MBA presso SDA Bocconi – applicato prima al settore del Private Equity e poi a un percorso di carriera a supporto degli imprenditori nelle fasi di passaggio generazionale ed in operazioni di MBI –il nuovo amministratore delegato di Newchem si è distinto per il suo approccio quantitativo e analitico, unito a uno stile manageriale focalizzato sul riconoscimento e sulla valorizzazione delle persone con cui ha collaborato.
“Newchem è una realtà che nel giro di poco più di 20 anni dalla sua fondazione è stata capace
di consolidare la propria presenza sul mercato globale, distinguendosi per la capacità di rispondere con affidabilità e rapidità alle specifiche necessità di clienti basati in oltre 50 diversi Paesi”, ha spiegato Carlo Cartasegna dopo il suo insediamento. “Il settore della chimica farmaceutica, infatti, è caratterizzato fra l’altro dalla complessità dei molteplici quadri normativi, propri di ogni Paese, a cui ogni azienda deve adeguarsi. Crescere, evolvere e innovare rappresentano le azioni chiave per Newchem e sono onorato di essere stato chiamato a mettere la mia esperienza al servizio di un’azienda con lo sguardo rivolto al futuro”.
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Peter Greven, partner di Faravelli, festeggia 100 anni di attività
tenendo la struttura e i valori di una realtà familiare, la società ha saputo crescere ed evolversi.
poni alcalini.
Il 2023 rappresenta un anno molto speciale per uno dei partner più storici di Faravelli: Peter Greven festeggia i suoi primi 100 anni di attività. Molto è cambiato da quando l’azienda è stata fondata nel 1923; e pur man-
Nata come fabbrica di sapone locale, oggi è un’azienda chimica internazionale, nota in tutto il mondo per la produzione di vari gradi di Stearati. Nonostante i risultati raggiunti, l’azienda continua la sua crescita e non intende fermarsi, come dimostrano gli eventi in calendario per il prossimo futuro.
Così, nella sede di Bad Münstereifel, in Germania, verrà presto aggiornata una linea di produzione per sa-
Il sito produttivo di Venlo in Olanda, dove gli stearati di grado farmaceuti co, i Ligamed, vengono prodotti, inau gurerà invece un nuovo reparto di for mulazione e produzione secondo pre cipitazione.
Infine, oltreoceano a Helena in Arkansans (USA), verrà completato un nuovo impianto di dispersione.
Faravelli non può che esprimere ammirazione per l’importante traguardo raggiunto. I prodotti di Peter Greven sono venduti in esclusiva in Italia da Faravelli Pharma Division.
nitori, cui Aschimfarma sarebbe favorevole.
Una supply chain del farmaco europea che possa dipendere meno da Paesi terzi: lo sostiene Aschimfarma, l’Associazione dei produttori di principi attivi farmaceutici parte di Federchimica, condividendo le azioni proposte dalle Associazioni europee di categoria alla Commissione Europea: EFCG (European Fine Chemicals Group) e Medicines For Europe, hanno infatti espresso forte sostegno al documento non ufficiale (“Non-paper”) sul miglioramento della sicurezza dell’approvvigionamento di medicinali in Europa, presentato dalla delegazione belga al Consiglio dell’Unione europea.
Attraverso il Non-paper sul “potenziamento della sicurezza dell’approvvigionamento di farmaci in Europa”, cofirmato da 19 Paesi tra cui l’Italia, i principali Stati membri hanno richiesto:
- un meccanismo volontario di solidarietà per alleviare tempo-
raneamente le gravi carenze che possono colpire gli Stati membri;
- un elenco europeo dei medicinali critici, le cui catene di approvvigionamento, produzione e valore devono essere monitorate e tutelate con politiche attive di sostegno;
- una valutazione di opportunità per un provvedimento europeo sui farmaci critici per ridurre le dipendenze, sia dei farmaci stessi sia delle materie prime necessarie per la produzione, in particolare per i prodotti forniti da pochi produttori o paesi for-
In riferimento alla proposta di creazione di una lista europea di medicinali critici, per i quali sarà necessario monitorare l’approvvigionamento, mappare le catene del valore globali e identificare i (potenziali) fornitori e le vulnerabilità, “Aschimfarma ritiene di fondamentale importanza che sia avviato un dialogo tra tutti i fornitori lungo la catena del valo re, compresi i produttori dei prin cipi attivi, che sicuramente po trebbero giocare un ruolo fonda mentale nel prevenire e soppe rire a molte situazioni di caren za”, dichiara il presidente, Paolo Russolo.
Sono necessari interventi legislativi che meglio definiscano la strategicità del comparto chimico-farmaceutico, per ottenere una via preferenziale per le pratiche burocratiche relative alle espansioni dell’attività industriale; servono parità di condizioni produttive (level playing field) in primis a
Attualità 16 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Aschimfarma chiede una supply chain europea più indipendente
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Reparti di produzione APIs in Bulk
Linee di produzione sterili (Bulk, filling & lyophilization)
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Il life science spinge la crescita italiana
Ad aumentare il contributo del settore all’economia nazionale sarà non solo la domanda sanitaria (legata soprattutto all’invecchiamento della popolazione), ma anche il ruolo di primo piano dell’Italia nella ricerca scientifica.
Il comparto italiano delle Life Sciences è in crescita, anche se con un passo più lento rispetto a quello di altri Paesi europei, e sarà uno dei driver dell’economia italiana dei prossimi dieci anni. A guidare la generazione di valore aggiunto sarà l’aumento della domanda di prodotti e servizi originato dall’invecchiamento della popolazione ma anche la crescente importanza della ricerca scientifica.
È quanto emerge da una ricerca commissionata da QBE Insurance a Oxford Economics e Control Risks nell’ambito di un progetto di analisi dei settori chiave dell’economia nei principali Paesi europei. Obiettivo: identificare le tendenze rilevanti per le imprese e i punti da tenere monitorati per la gestione dei rischi emergenti.
La ricerca evidenzia che:
• il settore italiano delle Life Science ha generato 166,1 miliardi di euro di valore aggiunto lordo nel 2020, rappresentando quasi l’1% dell’intera attività economica nazionale;
• le persone anziane rappresentano una percentuale significativa della popolazione italiana (22,8%), e si prevede che il loro numero aumenterà nel prossimo decennio arrivando a costi-
tuire il 40,1%. Ciò potrebbe portare a un incremento nella domanda di beni e servizi nel settore delle life science, con un aumento della richiesta di prodotti e servizi legati alla salute;
• l’Italia è considerata un’eccellenza nel campo della ricerca delle scienze mediche. Il paese ha un’alta percentuale di citazioni accademiche in que-
sto settore e una parte significativa delle sue pubblicazioni è ampiamente citata a livello globale. Per le aziende ci sono notevoli possibilità di benificiare di questo know-how.
“Il Life Science è un settore d’importanza strategica per l’Italia, sia per la composizione demografica e il welfare della popolazione, sia per le ricadute sull’economia e le prospettive di lavoro”, dichiara Angela Rebecchi, General Manager di QBE Italia. “Le sfide crescenti che questo segmento sta affrontando, tra aumento delle attività, prospettive di sviluppo e nuove regolamentazioni, hanno messo le imprese di fronte a rischi emergenti e di diversa natura sul fronte dell’attività produttiva e distributiva, rischi che richiedono soluzioni innovative nella loro gestione, anche in termini di relazione con le compagnie e gli intermediari assicurativi”.
Le prospettive 2023 e 2024 per la farmaceutica
In Italia, come negli altri Paesi europei, la quota maggiore dell’attività
Attualità 18 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
delle imprese del settore è rappresentata dai prodotti farmaceutici (68% della produzione totale) che hanno pertanto un peso determinante nella performance del comparto. La ricerca prevede che la produzione delle aziende farmaceutiche italiane crescerà fortemente nel 2023 (+5,7%) e nel 2024 (+2%) mentre, dal 2025, è atteso un rallentamento: tra il 2025 e il 2026, la produzione del settore dovrebbe crescere in media dello 0,1% a trimestre (0,4% all’anno). Nel frattempo, l’economia nazionale dovrebbe crescere attorno allo 0,8% e allo 0,9%, rispettivamente nel 2023 e nel 2024. Il settore farmaceutico contribuirà pertanto a trainare la crescita complessiva dell’economia. Le previsioni più ottimistiche per il 2023 riflettono in parte il fatto che la domanda di farmaci è meno sensibile al ciclo economico rispetto ad altri beni e servizi.
Fattori da monitorare
Il futuro del settore dipenderà anche dall’attuazione del Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza (PNRR) che prevede 15,6 miliardi di euro per il servizio sanitario del Paese, da destinare in prevalenza alle nuove tecnologie per gli ospedali e all’assistenza sanitaria domiciliare. Se il governo dovesse apportare modifiche significative al Piano, potrebbe ridursi la quantità dei finanziamenti per il settore. Peserà anche la proposta dell’Unione Europea di rivedere significativamente le regole che disciplinano il mercato farmaceutico per affrontare i temi dell’accessibilità e della disponibilità, anche se i potenziali miglioramenti richiederanno probabilmente anni per concretizzarsi. Cionondimeno, la proposta potrebbe aumentare i costi per l’industria in Italia e nell’Unione in generale. Le aree sulle quali la pressione politica è più forte, come il contrasto alla carenza di farmaci, saranno probabilmente oggetto d’interventi più incisivi che potrebbero concretizzarsi prima dell’approvazione delle riforme. Questo significa un possibile intervento sul mercato dei farmaci ritenuti essenziali, come antibiotici e antidolorifici.
La minaccia emergente di hacking ai dispositivi medici, come i pacemaker, ha creato una nuova area di rischio e responsabilità per i produttori. L’aumento della copertura mediatica su
questi temi impone ai produttori un impegno per dimostrare di aver adottato misure di mitigazione adeguate.
Il contributo delle imprese
Ci sono diverse strade da seguire per alimentare la crescita del settore:
• Potenziare la collaborazione con le università, già oggi ben avviata (nel 2020 l’Italia è stata il quarto Paese per numero ricerche su Covid-19, malattie infettive e sviluppo dei vaccini).
• Incrementare la produttività valorizzando i cambiamenti introdotti con la pandemia. Il passaggio da sperimentazioni in presenza a sperimentazioni decentralizzate, rese possibili da strumenti come la telemedicina e i dispositivi medici indossabili, ha ridotto il carico sui pazienti e aumentato l’oggettività nella segnalazione dei dati. I trial a distanza possono essere un driver per una maggiore produttività, riducendo i costi e i tempi degli studi clinici e migliorando la selezione e il mantenimento dei pazienti.
• Investire nello sviluppo di strumenti e forniture mediche e odontoiatriche, che rappresentano quasi un quarto del settore. Le imprese italiane devono fronteggiare una crescente concorrenza asiatica, soprattutto in termini di costi: sviluppare competenze distintive è essenziale. Un modo per
RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 19
Attualità
farlo è investire nella tecnologia per la stampa in 3D che permette prototipazione e tempi di produzione più rapidi. L’Italia ha già dimostrato di essere efficace: durante la pandemia, la stampa in 3D è stata utilizzata per progettare e stampare valvole salvavita per un ospedale che ne era rimasto privo. Le valvole sono state prodotte in 24 ore al costo unitario di un euro.
Il peso del settore nell’economia nazionale
Secondo la ricerca, le imprese italiane delle Life Science hanno generato nel 2020 un valore aggiunto lor-
do (ovvero il contributo del settore al PIL italiano, si potrebbe definire come l’importo delle vendite del settore delle life science, al netto dei costi dei beni e servizi acquistati utilizzati per realizzare i prodotti venduti) di 166,1 miliardi di euro (terzo posto in Europa), pari a quasi l’1% dell’intera attività economica nazionale. Questo comparto include le industrie farmaceutiche, biotecnologiche e dei dispositivi medici, i servizi sanitari, i poli di innovazione, i centri di ricerca, gli IRCCS e le Università.
Le 21.700 imprese del settore (tra le quali multinazionali di primo livello come Eli Lilly, Pfizer, Takeda, Sanofi
e GlaxoSmithKline) hanno impiegato lo 0,7% della forza lavoro totale italiana (circa 150.000 lavoratori) che rappresenta il 13% dell’occupazione totale dell’Unione Europea nelle Life Sciences.
Il VAL italiano è aumentato a un ritmo più lento rispetto a quello di altri Paesi: dal 2010 al 2019 è cresciuto in media dell’1,8% all’anno contro, per esempio, il 4,8% della Germania. Tra i principali Paesi europei, l’Italia ha registrato la crescita più rapida della produttività per lavoratore (media annua: 0,9%) ma ha registrato una crescita relativamente lenta dell’occupazione (media annua: 0,9%).
Le tendenze che alimenteranno la crescita
La domanda italiana di beni e servizi del comparto aumenterà nel prossimo decennio, alimentata dall’invecchiamento della popolazione (entro il 2032 gli individui di età superiore a 65 anni raggiungeranno in Italia i 16,6 milioni, in crescita del 17,3% rispetto ai 13,9 milioni del 2020). Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia negli ultimi dieci anni la spesa sanitaria privata è aumentata in media del 2,1% ogni anno, in gran parte per le spese dirette delle famiglie. La crescita totale della spesa dei consumatori per i soli prodotti medicali nei prossimi dieci anni sarà di circa il 9% sostenendo ulteriormente la crescita del settore. Il Life Science sarà probabilmente uno dei principali driver della crescita economica del Paese anche grazie alle attività universitarie che fanno dell’Italia un punto di riferimento per la ricerca scientifica. Nei lavori sulle scienze mediche, le citazioni delle università italiane rappresentano il 9% e il 2,4% delle pubblicazioni scientifiche italiane rientra nell’1% delle pubblicazioni globali più citate. l
Attualità 20 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
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A Francoforte prende forma la futura industria di processo
Dal 10 al 14 giugno 2024, Achema sarà ancora una volta il punto di riferimento per l’intera gamma di tecnologie e servizi per i processi industriali. Con cinque temi di innovazione e lo Special Show sull’idrogeno, la principale fiera internazionale del settore si concentrerà sulle principali sfide dei prossimi anni.
Le industrie di processo sono un motore di innovazione e crescita nell’economia globale e, allo stesso tempo, sono anch’esse in fase di trasformazione. La transizione verde è di gran lunga il progetto più impegnativo nella storia dell’industria di processo, con l’idrogeno che potrebbe portare a un punto di svolta. In molti luoghi, la digitalizzazione è vista come la chiave per l’innovazione attraverso tutta l’industria, dall’impiantistica ai laboratori. Inoltre, le volatilità nelle catene di approvvigionamento e le divisioni geopolitiche stanno ponendo la necessità di progettare impianti flessibili e locali. In tale contesto, Achema 2024 presenterà nei padiglioni della fiera di Francoforte, in Germania, soluzioni concrete attorno a cinque Innovation Themes, i collegati Innovation Stages e lo Special Show dedicato all’idrogeno.
“Gli Achema Innovation Stages si troveranno nelle immediate vicinanze della fiera e direttamente nei padiglioni, in base agli argomenti trattati”, spiega Björn Mathes, CEO di Dechema Ausstellungs-GmbH. “Ogni Innovation Stage sarà caratterizzato da keynote, ta -
vole rotonde di esperti e presentazioni di case study da parte di utenti e fornitori di soluzioni”.
Per impianti a prova di futuro
Le innovazioni nella tecnologia di processo sono al centro di Achema. La tecnologia di processo oggi è a un bivio: mentre i nuovi investimenti in soluzioni verdi crescono a un ritmo senza precedenti, diventa sempre più complesso mantenere le operazioni e gli impianti esistenti sul mercato. È qui che entra in gioco il Process Innovation Stage, con argomenti come l’elettrificazione, la possibilità di rendere i processi chimici più flessibili ed efficienti, oltre ai contributi su tecnologia intelligente, attrezzature, analisi e operazioni.
Innovazione farmaceutica
La tecnologia farmaceutica è quella che sta mostrando l’evoluzione più rapida in Achema, l’industria del settore sta attraversando d’altronde una fase entusiasmante e senza precedenti. Con lo sviluppo di innovativi metodi di ricerca e produzione e la creazione di nuovi siti in tutto il mondo, i processi esistenti sono chiamati a soddisfare requisiti e standard sempre più severi.
Appuntamenti 22 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Tra i numerosi temi di innovazione, l’edizione 2024 darà particolare attenzione alla produzione biofarmaceutica.
Sulla strada della trasformazione sostenibile
La protezione ambientale integrata nella produzione, l’efficiente gestione delle acque industriali e l’evoluzione della biotecnologia molecolare e industriale sono già diventati tratti distintivi di Achema. Ma Green Innovation ormai significa anche risolvere la sfida della produzione a emissioni zero nell’industria di processo, oltre ad affrontare le questioni relative all’economia circolare, ai fattori ESG e agli investimenti sostenibili. Essendo la più grande sfida di trasformazione che l’industria chimica abbia mai affrontato, la produzione a emissioni zero richiede un salto tecnologico in avanti nell’ingegneria degli apparecchi e degli impianti.
Lab Innovation: dove inizia la creazione di valore
Il laboratorio è il luogo dove nascono e vengono sperimentate le innovazioni destinate a cambiare il mondo. È inoltre il tradizionale custode della qualità del prodotto. Il successo in laboratorio è determinato più che mai dalle tecnologie utilizzate lì e dalle interfacce con l’ingegneria e la produzione. Oltre alla progettazione, pianificazione, costruzione e gestio-
ne del laboratorio, in fiera verranno esaminate in modo approfondito la bioanalisi avanzata e le applicazioni farmaceutiche. Ad Achema 2024, il Lab Innovation Stage sarà affiancato da una Action Area dedicata al laboratorio digitalizzato, miniaturizzato e automatizzato del futuro.
Promuovere la transizione digitale La digitalizzazione e le conseguenti innovazioni, come l’analisi avanzata o le tecnologie Industry 4.0, continuano a essere un argomento centrale. Del resto, la complessità dei problemi sta aumentando anziché diminuire: IT vs. OT, connettività vs. sicurezza o smart vs. smart enough: la sfida per gli operatori è trovare esattamente la configurazione giusta per il loro business. Con questo in mente, il Digital Innovation Stage affronterà numerosi temi sui principali fattori abilitanti.
Una mostra speciale sull’idrogeno L’iperscalabilità della produzione e delle infrastrutture per la filiera dell’idrogeno è uno dei fattori chiave per una transizione verso un’energia pulita e il raggiungimento degli obiettivi climatici. Achema offre una vasta panoramica delle soluzioni per la produzione, la movimentazione, il trasporto e lo stoccaggio dell’idrogeno. L’Hydrogen Innovation Stage copre tutti gli aspetti rilevanti per l’industria di processo: rapida scalabili-
tà della produzione e dell’infrastruttura, power-to-X, applicazioni industriali e molti altri.
Lo Special Show presenta le pietre miliari precedenti e le sfide future dell’economia dell’idrogeno. Sperimenta le ultime tecnologie e innovazioni per i progetti sull’idrogeno globali e regionali in un unico posto e ottieni informazioni sulla collaborazione pre-competitiva per risolvere le sfide dell’idrogeno.
“Achema è la vetrina della tecnologia di processo in tutto il mondo”, afferma Björn Mathes. “È proprio nel campo dell’idrogeno che diventa evidente il ruolo centrale della comunità di Achema, con le sue numerose innovazioni tecnologicamente mature e pronte ad aprire la strada all’economia dell’idrogeno. Con la sua diversità tecnologica, nel 2024 Achema sarà ancora una volta l’hub centrale nella rete di innovazione globale e quindi la base per impostare la rotta per il futuro dell’industria di processo”. l
RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 23
Giugno/Luglio 2023
Appuntamenti
Lo steering committee della fiera che si svolgerà a Milano fra 2 anni si è riunito in occasione dell’evento di Rimini. L’obiettivo era rafforzare la strategia per la promozione di Pharmintech by Ipack Ima, che può contare sul rinnovato patrocinio di AFI.
In occasione del 62° Simposio AFI –uno dei più importanti momenti di confronto e formazione per la filiera farmaceutica italiana che si è svolto a inizio giugno a Rimini – si è tenuto lo steering committee di Pharmintech powered by Ipack Ima. Durante l’incontro si sono delineate le traiettorie strategiche e le linee di sviluppo della manifestazione in programma a Fiera Milano dal 27 al 30 maggio 2025, con l’obiettivo di creare un progetto sistemico atto a promuovere ulteriormente Pharmintech come concreto momento di networ-
king e di business per l’intera filiera Life Science sempre più specializzato ed internazionale, sia nell’offerta espositiva che nell’incoming di visitatori.
Fanno parte del gruppo di lavoro del comitato d’indirizzo strategico di Pharmintech, al fianco degli organizzatori, aziende di primissimo piano provenienti dai settori di riferimento della mostra: produttori di tecnologie e soluzioni per il processing e packaging per l’industria farmaceutica, parafarmaceutica e cosmeceutica, oltre alle principali associazioni di riferimento del comparto. Per realizzare una manifestazione che
risponda alle esigenze della filiera, i membri del Comitato hanno condiviso azioni e Paesi su cui concentrare la promozione dell’evento, gli appuntamenti principali del settore da presidiare e le partnership strategiche, oltre ad analizzare lo scenario internazionale con i dati di distribuzione dei produttori dell’industria Life Science. Secondo i dati di Euromonitor, emerge che l’Italia è la vera protagonista del mercato di riferimento, vista la forte concentrazione di produttori del comparto pharma, personal care e chemicals localizzati in distretti distribuiti tra il centro e il nord Italia, dove primeggia in particolare la Lombardia in tutti e tre i settori. A livello globale, il mercato è previsto in crescita di circa il 4% nel periodo 2022-2026 e, stringendo lo sguardo sull’’Europa, spicca il Belgio al primo posto nel mercato farmaceutico, mentre il Regno Unito è un paese chiave in tutti i segmenti citati. Rivolgendo attenzione al settore delle tecnologie per il packaging, il valore dei macchinari per il confezionamento destinati ai mercati pharma, chemicals e personal care conferma una crescita prevista nel periodo 2021-2024 che si attesta attorno al 3,4%.
L’Associazione Farmaceutici Industria coordinerà i convegni A suggellare la forte connessione tra Pharmintech powered by Ipack Ima e il mercato farmaceutico in tutte le sue componenti, c’è il rinnovato patrocinio di AFI, Associazione Farmaceutici Industria, a cui viene nuovamente demandato il coordinamento tecnico-scientifico dei convegni di mani-
festazione. “In Pharmintech vediamo un’importante opportunità per creare nuove partnership strategiche che permettano ai produttori italiani, già leader nel mondo, di rafforzare ulteriormente il proprio network di relazioni, costruire sinergie e consolidare il primato confrontandosi all’interno di una manifestazione dal forte respiro internazionale e solidi contenuti tecnici, tecnologici e scientifici”, dichiara Giorgio Bruno, presidente di AFI.
Gli fa eco Simone Castelli, CEO di Ipack Ima che promuove la manifestazione ricordando l’importanza della sinergia tra enti fieristici: “Il rinnovo della collaborazione tra Ipack Ima e BolognaFiere, proprietaria della manifestazione, rafforza sicuramente la competitività del marchio e la capacità di Pharmintech di proporsi come evento di riferimento per fornitori di tecnologie ed operatori del mondo chimico-farmaceutico, diventando sempre più hub per l’innovazione di un comparto che vede Italia ed Europa giocare un ruolo determinante a livello mondiale. Pharmintech powered by Ipack-Ima rappresenta ancora di più nel 2025 un progetto fieristico innovativo, capace di generare sinergie tra espositori e visitatori di settori industriali adiacenti in un momento espositivo di rilevanza internazionale, grazie anche alle sinergie e al valore aggiunto derivante dalla contemporaneità con Ipack-Ima, in programma nelle stesse date”.
“L’esperimento di affiancare Pharmintech a Ipack-Ima nel 2022 è pienamente riuscito ed ha generato forti sinergie sull’afflusso di visitatori, che ci hanno convinto a riproporre anche per il 2025 ancora questi due eventi insieme. Ipack Ima Srl ha gestito con professionalità il nostro evento, per cui siamo fiduciosi che l’ulteriore percorso che faremo insieme sarà di piena soddisfazione per le nostre imprese espositrici”, aggiunge infine Antonio Bruzzone, direttore generale di BolognaFiere.
Appuntamenti 24 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Dal Simposio AFI a Pharmintech 2025: la traiettoria vincente del pharma italiano
| UB-V ad accoppiamento elettrico disponibile fino a 3.24 MW singolo modulo
| Molto più ecologico, maggiore potenza, minor numero di unità necessarie
| Autodiagnostica per la manutenzione predittiva
| Disponibile in media tensione
| Meno unità significa meno complessità, maggiore efficienza operativa e CapEx ridotto
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Automazione e sostenibilità dei processi a SAVE 2023
Il 18 e il 19 ottobre alla fiera di Verona torna in scena SAVE, Mostra Convegno delle Soluzioni e Applicazioni Verticali di Automazione, Strumentazione, Sensori e 4.0, dedicata all’industria manifatturiera e di processo.
SAVE rappresenta dal 2007 un momento fondamentale di aggiornamento professionale e confronto diretto, aperto a esperti, aziende, enti, istituzioni, capace di garantire la più completa rassegna di tecnologie, strumentazione e soluzioni per l’industria, oltre che ideale punto d’incontro per sviluppare business.
Anche alla sedicesima edizione, accanto alle soluzioni più innovative per l’industria, saranno numerosi gli approfondimenti, convegni, seminari (oltre 20 sono le sessioni previste nelle due intense giornate), grazie an-
L’AGENDA
Plast
5-8 settembre 2023
Milano
www.plastonline.org
Pack Expo
11-13 settembre, 2023
Las Vegas, Usa
www.packexpolasvegas.com
Pharma Pro&Pack Expo 2023
14-16 settembre 2023
Hyderabad, India
www.pharmapropack.com
Ilmac
26-28 settembre 2023
Basilea, Svizzera
www.ilmac.ch
che alle “Smart Conference” e alle sessioni verticali con focus specifici, per andare meglio incontro alle esigenze di target ancor più specializzati. Molti i temi che saranno sotto i riflettori, strutturati attorno alle soluzioni 4.0, automazione e controllo, sensoristica, strumentazione, condition monitoring, manutenzione e asset management, efficienza energetica, meccatronica, raccolta dati e analisi, robotica: per comprendere le sfide e le opportunità per l’innovazione e la competitività dei differenti mercati industriali. Adottare politiche sostenibili è oggi prerogativa di ogni impresa: per migliorare la produttività ed essere più competitivi è necessario investire in innovazione digitale, automazione avanzata e sostenibilità, con quest’ultimo punto oramai imprescindibile.
A Veronafiere durante il SAVE si parlerà tra l’altro di “sostenibilità dei processi industriali: soluzioni di automazione e controllo” nel corso del convegno organizzato da ANIE Automazione. Il cambiamento climatico è un problema reale e concreto. Contrastare questo fenomeno è un’esigenza che richiede l’impegno su più fronti: tra questi, quello delle industrie, chiamate a ridurre il proprio impatto ambientale. Nel convegno, organizzato dai Gruppi HMI-IPC-SCADA e PLC-I/O di ANIE Automazione, saranno presentati casi applicativi riferiti a svariati contesti industriali, per mettere in evidenza come l’implementazione di soluzioni per l’automazione e il controllo contribuisca al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dei processi industriali.
Powtech
26-28 settembre 2023
Norimberga, Germania
www.powtech.de
SAVE
18-19 ottobre 2023
Verona www.exposave.com
CPhI Barcelona
24-26 ottobre 2023
Barcellona, Spagna
www.cphibarcelona.bnetwork.com
OMC MED Energy
24-26 ottobre 2023
Ravenna www.omc.it
mcT Petrolchimico
23 novembre 2023
Milano
www.mctpetrolchimico.com
Pharmexpo
24-26 novembre 2023 Napoli www.pharmexpo.it
CPhI & PMEC India
28-30 novembre 2023
Delhi, India www.cphi.com/india/en/home.html
Pharmapack
24-25 gennaio 2024 Parigi, Francia www.pharmapackeurope.com
Analytica
9-12 aprile 2024
Monaco, Germania www.analytica.de
CPhI Japan
17-19 aprile 2024
Tokyo, Giappone www.cphi.com/japan/en/home.html
Pharmap
22-23 aprile 2024
Amsterdam, Paesi Bassi www.pharmap-congress.com
CPhI North America
7-9 maggio 2024
Philadelphia, Usa
IVS
15-16 maggio 2024
Bergamo
www.industrialvalvesummit.com
Achema
4-10 giugno 2024
Francoforte, Germania www.achema.de
CPhI South East Asia
10-12 luglio 2024
Bankok, Thailandia
www.cphi.com/sea/en/home.html
Appuntamenti 26 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
C M Y CM MY CY CMY K
Valves and systems to control and dose powder and granule flow in Pharmaceutical and Chemical industry
Industria farmaceutica
Nuovo grado lattosio per i DPI
In un panorama farmaceutico nel quale sempre più pazienti in tutto il mondo soffrono di malattie respiratorie croniche e la somministrazione inalatoria di principi attivi farmaceutici sta diventando sempre più importante, Meggle GmbH, protagonista internazionale per la produzione di lattosio farmaceutico, ha espanso il proprio portfolio creando un nuovo grado di lattosio per i DPI.
Dopo InhaLac® 140, InhaLac 150, InhaLac 300 e InhaLac 400, l’azien-
da ha elaborato il grado InhaLac 180 caratterizzato da una distribuzione granulometrica altamente uniforme (X10=5-15µm, X50=50-100µm e X90=120-160µm) e dalla tipica scorrevolezza e superficie dei prodotti ottenuti per macinazione.
Tra i vantaggi: l’elevato controllo e omogeneità delle polveri; l’alta qualità microbiologica; l’elevata stabilità.
InhaLac 180 è idoneo all’uso nella somministrazione di farmaci per via
polmonare e nasale. È distribuito in Italia da Faravelli Pharma Division. Per ulteriori informazioni, scrivere a: pharma@faravelli.it.
Equilibrio fra efficacia e sicurezza per il trattamento dei fibromi uterini
Gedeon Richter Italia, azienda farmaceutica al fianco delle donne, con un portfolio completo di farmaci e prodotti di alta qualità e alla portata di tutte, lancia un’importante novità sul mercato italiano, che segna il cambio di passo nella gestione della terapia medica dei fibromi uterini.
Sviluppato sull’esperienza e sulle esigenze espresse dai clinici, Ryeqo® presenta la combinazione in un’unica compressa orale, di un antagonista del GnRH con l’add back therapy, per offrire alle pazienti una terapia con il giusto bilanciamento tra efficacia terapeutica e sicurezza clinica, facile da assumere, anche a lungo termine.
Ryeqo, infatti, è la nuova combinazione bi-
lanciata di Relugolix (GnRH antagonista 40mg) estradiolo (E2, 1 mg) e noretisterone acetato (NETA, 0,5 mg), efficace nel ridurre la sintomatologia del fibroma uterino e nel fornire, allo stesso tempo, una valida protezione alla perdita della massa ossea a lungo temine. In più, Ryeqo ha anche un effetto contraccettivo dal primo mese di assunzione. Roberta Venturella, professore associato in Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, che ha seguito direttamente lo sviluppo clinico del farmaco, ne descrive così la portata innovativa: “Abbiamo a disposizione uno strumento autorizzato per il trattamento dei miomi uterini, che si è dimostrato efficace nella riduzione dei sanguinamenti uterini e, soprattutto, con un ottimo profilo di sicurezza negli studi condotti per due anni consecutivi di trattamento. La sicurezza sul metabolismo osseo, la bassa incidenza di effetti avversi, comunque non gravi, insieme alla rapidità di azione e alla maneggevolezza del farmaco, che è assunto in singola compressa una volta al giorno, lo rendono un prodotto ad oggi unico nel suo genere. Efficacia e sicurezza dimostrate a lungo termine lo candidano all’utilizzo in una fascia molto ampia di donne, che possono gestire i sintomi le-
gati ad uno o più miomi senza ricorrere ad alcuna chirurgia”.
A confermare i benefici della terapia è il Attilio Di Spiezio Sardo, professore ordinario in Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi di Napoli “Federico II”: “I benefici maggiori sono una significativa riduzione dei sanguinamenti mestruali abbondanti e delle algie pelviche correlate alla presenza dei miomi uterini. Questo si traduce in un miglioramento della qualità di vita delle donne in campo familiare, professionale e sociale”. “Siamo molto orgogliosi di rendere disponibile Ryeqo a tutte le donne che soffrono di fibromi uterini sintomatici”, commenta Maria Giovanna Labbate, Managing Director di Gedeon Richter Italia. “Questo farmaco è stato sviluppato proprio per rispondere agli unmet needs dei ginecologi al cui fianco siamo tutti i giorni affinché aiutino le donne con fibromatosi uterina a trovare l’equilibrio che cercano, per vivere la vita che vogliono. Questa patologia, quando sintomatica, presenta delle importanti implicazioni sulla qualità di vita nelle donne che ne soffrono: sono costrette a cambiare il loro stile di vita e a rinunciare a impegni sia professionali che personali, con conseguente impatto sul loro benessere in generale”.
28 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Coree studia in Italia un probotico che potenzi la risposta immunitaria
Una domanda di brevetto europeo è stata depositata da Coree Italia per un nuovo ceppo probiotico in grado di potenziare la risposta immunitaria. Coree ha sempre dedicato molti sforzi alla collaborazione con importanti istituti di ricerca italiani, al fine di assicurare la migliore qualità del suo portafoglio di innovazione. Il completamento della fase preclinica si avvarrà della consulenza dell’“Istituto Mario Negri” di Milano che verrà coinvolto anche nell’eventuale sviluppo clinico. La sicurezza del preparato è stata attentamente valutata in base alle caratteristiche genotipiche e fenotipiche del ceppo originario e alla specifica modalità di preparazione per ottenere l’immuno-adiuvante.
Il nuovo preparato verrà studiato, in
particolare, per essere abbinato come “booster” alla vaccinazione mucosale, una forma di somministrazione dei vaccini come quella mediante spray nasali o gocce orali che offre molti vantaggi: costi inferiori, maggiore accessibilità alla vaccinazione, somministrazione senza ago e maggiore capacità di vaccinazioni di massa in situazioni di emergenza, come durante le pandemie.
“Per ottenere la migliore risposta con questo tipo di vaccini – afferma Chongyoon Lim, presidente di CoreeGroup – una strategia percorribile è quella di potenziare la necessaria stimolazione del sistema immunitario, associando il vaccino mucosale ad una sostanza adiuvante. Attualmente, ci sono molti adiuvanti di natura molto diversa in corso di svi-
luppo, ma solo pochi hanno una potenza sufficiente e la maggior parte di essi viene abbandonato nel corso dello sviluppo clinico a causa degli effetti collaterali e dei dubbi sulla loro sicurezza”.
In questo ambito, le soluzioni naturali, come quelle offerte dai batteri benefici attraverso le loro cellule e le loro proprietà metaboliche, meritano di essere esplorate anche se la strada verso il mercato richiede intensa ricerca, tempo e ingenti investimenti. “Per questo motivo, è altamente desiderabile disporre di nuovi adiuvanti potenti ma anche sicuri, da confrontare con quelli disponibili. Il probiotico oggetto dello studio verrà investigato per il suo contributo a rendere la vaccinazione mucosale più sicura ed efficace”, conclude Lim.
Industria farmaceutica
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Chongyoon Lim, presidente di CoreeGroup
Fondazione Dompé raddoppia i finanziamenti per le borse di studio
Fondazione Dompé ha annunciato a Washington di aver raddoppiato a 1 milione di dollari il sostegno ai candidati a Master, PhD e post-doc nelle università statunitensi per il 2023. Questa opportunità di finanziamento, che onora l’eredità dell’unico premio Nobel italiano per la medicina, Rita Levi Montalcini, è destinata a studenti di qualsiasi nazionalità già ammessi a un master o a un dottorato in Neuroscienze e Neurobiologia presso una università americana. Come per le precedenti edizioni, la Fondazione offrirà le borse di studio ai candidati più promettenti.
“L’investimento in giovani ricercatori è garanzia di successo in termini di scoperte scientifiche e progresso eco-
nomico”, ha evidenziato l’ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti Mariangela Zappia, apprezzando le opportunità offerte dalla Fondazione Dompé.
Le borse di studio Rita Levi Montalcini fanno parte di un programma più ampio a sostegno dell’istruzione superiore dei giovani talenti nei settori STEM, che ha visto la Fondazione Dompé assegnare 70 borse di studio con un investimento di oltre 6 milioni di euro negli ultimi 3 anni (metà dei quali per i borsisti del 2023/24).
Istituita nel 2020 da Sergio Dompé, presidente esecutivo di Dompé farmaceutici, la Fondazione mira ad abbattere le barriere dell’istruzione superiore per gli studenti promettenti a basso reddito, oltre a contribuire allo svi-
Una nuova generazione di ricercatori sul dolore
La European Pain Federation EFIC® e l’azienda farmaceutica Grünenthal hanno annunciato i beneficiari dell’EFIC-Grünenthal Grant (E-G-G).
Sono oltre 1,5 miliardi le persone che soffrono di dolore cronico, quasi una persona su cinque in tutto il mondo. L’E-G-G si pone l’obiettivo di aumentare la sensibilizzazione sui bisogni insoddisfatti nella gestione del dolore. Sostiene giovani ricercatori e ricercatrici attraverso una sovvenzione che può raggiungere i 50.000 euro per progetto. Il Comitato di ricerca EFIC indipendente – un gruppo multidisciplinare di esperti nel campo del dolore – seleziona i beneficiari attraverso criteri di selezione che includono l’originalità del progetto e il potenziale impatto clinico. Oltre al sostegno finanziario, i vincitori hanno anche l’opportunità di entrare in contatto con esperti di ricerca sul dolore e di comunicare i risultati della loro ricerca alla comunità scientifi-
ca in occasione del Congresso biennale EFIC Pain in Europe.
Per quasi 20 anni, l’E-G-G ha contribuito ad affermare giovani scienziati e clinici come ricercatori indipendenti nel campo del dolore.”Investendo nella nuova generazione di ricercatori e ricercatrici, puntiamo a dare il via a scoperte rivoluzionarie che plasmeranno il futuro della ricerca sul dolore”, commenta Jan Adams, Chief Scientific Officer di Grünenthal. “Con questa sovvenzione, non ci limitiamo a fornire un sostegno finanziario, ma alimentiamo anche uno spirito di innovazione tra i giovani professionisti, consentendo loro di perseguire soluzioni all’avanguardia che rivoluzioneranno il modo in cui comprendiamo e trattiamo il dolore”.
L’E-G-G ha ricevuto 43 candidature. In una valutazione in due fasi, sette revisori selezionati e quattro membri del gruppo di lavoro del Comitato di ricerca EFIC per sovvenzioni e premi hanno selezionato tre pro-
luppo delle carriere del futuro, in particolare nel settore delle Life Sciences. I corsi di laurea sponsorizzati dalla Fondazione forniscono agli studenti una formazione multidisciplinare, una solida base nelle nuove tecnologie, nei principi dell’innovazione, e l’opportunità di accedere a un network internazionale: questi ingredienti sono fondamentali per chi intende essere all’avanguardia nell’innovazione e nella ricerca di oggi.
Ad oggi, la Fondazione Dompé ha coinvolto 21 università di alto livello negli Stati Uniti e in Europa. Questo impegno per il progresso della conoscenza scientifica si aggiunge agli investimenti a lungo termine di Dompé farmaceutici in R&S e startup innovative.
getti di ricerca da finanziare, tra cui quello della ricercatrice italiana Eleonora Maria Camerone per lo studio “Unveiling the Impact of Expectations on Chronic Pain: An Ecological Momentary Assessment Study”; a lei si aggiungono Lieve Filbrich, Belgio, per il progetto “Multisensory interactions in pain: uncovering their effect on the motor system”; e Sampuna Chakrabarti, Germania, per il progetto ”Phenotype-driven neuro-proteomics to identify clinically relevant pain targets”.
Saranno riconosciuti durante la cerimonia di apertura del 13° Congresso della European Pain Federation EFIC a Budapest dal 20 al 22 settembre 2023.
30 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Ricerca
Silvia Penati, vincitrice della borsa di studio Rita Levi Montalcini 2021/2022
Tumori del
sangue:
nuove terapie migliorano aspettativa e qualità di vita
In occasione della terza edizione di “BeClose2 Hematology, creating new connections”, AbbVie ha condiviso con i principali esperti del settore nuove prospettive di cura e dati di pratica clinica nelle più rilevanti patologie ematologiche.
Terapie che combinano diverse molecole e con nuovi meccanismi di azione che determinano per i pazienti un aumento della sopravvivenza, una migliore qualità di vita e una minore tossicità. Si è svolta a Roma nel maggio scorso la terza edizione di “BeCLose2 Hematology, creating new connections”, due giorni di confronto organizzati da AbbVie per esplorare le nuove frontiere dell’ematologia e dei tumori del sangue attraverso una condivisione di esperienze e di evidenze scientifiche.
“Esplorare nuovi approcci, terapie innovative e meccanismi di azione per accelerare il raggiungimento di progressi nella cura delle neoplasie ematologiche”, dice Annalisa Iezzi, Medical Director di AbbVie Italia. “Da oltre vent’anni siamo consapevoli che la migliore scienza nasce dall’attività dei nostri ricercatori e dalla collaborazione virtuosa tra le diverse parti. Perché sono le connessioni che creano conoscenza. Innovazione in ematolo-
gia vuol dire migliorare sia l’aspettativa che la qualità di vita delle persone: per questo la nostra ricerca non si ferma”.
Il progetto BeCLose2 Hematology –con l’edizione 2023 dal titolo Creating New Connections – ha coinvolto 130 ematologi provenienti da tutta Italia con l’obiettivo di creare circolazione di conoscenze, favorire le connessioni e le esperienze. Il fine è quello di ottimizzare la gestione clinica del paziente e fare il punto sugli ultimi progressi della ricerca e della sperimentazione e sulle prospettive future dei meccanismi biologici alla base delle principali patologie ematologiche: la leucemia linfatica cronica, la leucemia mieloide acuta, il linfoma diffuso a grandi cellule, il mieloma multiplo e la mielofibrosi.
“L’utilizzo combinato di venetoclax con obinutuzumab o in combinazione con ibrutinib – ha affermato durante il dibattito Francesca Romana Mauro, professore associato presso l’Istituto di Ematologia dell’Università Sapienza di Roma – ha mostrato la capacità di indurre, in pazienti con leucemia linfatica cronica non precedentemente trattati, risposte profonde in assenza di evidenza di malattia residua. Questo vuol dire che, dopo un approccio terapeutico di durata fissa, i pazienti possono beneficiare di un lungo periodo libero dalla necessità di trattamento. Dai dati di uno studio in cui venetoclax è stato combinato con ibrutinib, dati che vanno consolidati nel tempo, emerge che l’88% dei malati così trattati sono liberi, a 36 mesi, da segni di progressione della malattia. Inoltre,
più della metà delle persone, che vengono trattate con la combinazione di venetoclax e obinutuzumab, dopo 5 anni, è ancora libera da nuova terapia. Benché non si possa ancora guarire da questa patologia, con le nuove terapie la durata delle risposte e la qualità di vita migliorano sensibilmente”.
Accanto ai progressi avuti nel trattamento della leucemia linfatica cronica, si aggiunge il nuovo scenario terapeutico disponibile per la leucemia mieloide acuta. L’Aifa ha infatti approvato, il primo aprile di quest’anno, la rimborsabilità di venetoclax in combinazione con azacitidina, riconoscendone l’innovatività piena.
“La leucemia mieloide acuta – ha affermato il professor Felicetto Ferrara, direttore della divisione di Ematologia dell’AORN A. Cardarelli di Napoli – rimane una malattia a prognosi negativa, soprattutto nel paziente anziano e, ancor di più, nell’anziano non in grado di ricevere una chemioterapia intensiva. Solo il 20% dei pazienti, con età superiore ai 65 anni, sopravvive a 5 anni. Le nuove armi oggi a nostra disposizione permettono di trattare in maniera efficace un numero più elevato di pazienti anziani e di ottenere una sopravvivenza mediana superiore di almeno sette-otto mesi rispetto alle terapie precedenti, aspetto importante se si commisura all’età, spesso avanzata, dei pazienti non eleggibili a chemioterapia intensiva. Le prospettive future, inoltre, sembrano ulteriormente positive, ma ci vorranno almeno altri due-tre anni per averne contezza. L’impressione però è che le terapie basate, ad esempio, sulla combinazione fra venetoclax, che si lega alla proteina Bcl2, e l’azacitidina possano dare risultati importanti nella cura di questa malattia. Siamo insomma davanti a un approccio rivoluzionario che potrebbe non dico riscrivere ma sicuramente aggiornare la strategia terapeutica di questa patologia”.
32 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Ricerca
La prima pompa a girante flessibile con sistema di drenaggio per la sanificazione.
ygienicdesign
Design igienico, in conformità alle buone norme di fabbricazione per macchine destinate ai settori alimentare e farmaceutico.
igh quality materials yper versatility
Materiali di alta qualità, idonei all’uso a contatto di alimenti.
La stessa pompa può trattare prodotti liquidi e anche molto densi, dall’acqua alle creme e gel.
RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 33 Giugno/Luglio 2023
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L’anniversario del gruppo Itelyum, che dalla prima intuizione per la rigenerazione degli oli usati è arrivato a essere un player di riferimento nazionale per la trasformazione e valorizzazione dei rifiuti in nuovi prodotti e materie prime.
ve Fissiraga, nel lodigiano, con 50 dipendenti e oggi continua con Itelyum presente su tutto il territorio nazionale, generando 600 milioni di ricavi, attraverso 32 siti operativi, 1300 persone e una tecnologia altamente specializzata, unica in Italia”.
I progetti
Oggi il Gruppo Itelyum porta con sé, attraverso l’attività di ricerca e sviluppo, un ulteriore tassello verso l’evoluzione della trasformazione della materia come risposta alle fonti non rinnovabili e alla tutela del patrimonio naturale.
Ecco i suoi progetti che preannunciano un cambio radicale nel settore:
1) Terre rare. È in funzione un impianto pilota polifunzionale per il recupero dei RAEE di varia tipologia.
Itelyum, gruppo specializzato nella gestione, riciclo e valorizzazione dei rifiuti industriali, controllato da Stirling Square e partecipato da DBAG, ha celebrato 60 anni di attività e risultati da game changer della sostenibilità.
“Per Itelyum sono sei decenni di attività da precursore dei tempi, all’avanguardia nell’economia circolare e nello sviluppo sostenibile”, ha dichiarato l’amministratore delegato Marco Codognola. “Ogni anno Itelyum fa un passo avanti sulla strada della decarbonizzazione anche grazie alla gamma dei prodotti rigenerati che permettono significativi risparmi nelle emissioni di CO2. Ed inoltre: un milione e ottocentomila tonnellate di rifiuti speciali all’anno trattati, ottenendo indici di circolarità
prossimi all’85%, attraverso la rigenerazione degli oli esausti, la purificazione dei solventi e la gestione a 360 gradi di rifiuti speciali, pericolosi e non, crescendo anche nel settore portuale e nel trattamento delle acque”.
Nel corso dell’evento tenutosi lo scorso maggio a Villa Necchi Campiglio, a Milano, dopo gli interventi del viceministro Vannia Gava e dell’assessore all’Ambiente di Regione Lombardia Giorgio Maione, sono stati ripercorsi gli anni che hanno costruito la storia aziendale, caratterizzata dallo spirito pioneristico e visionario: dagli albori in Viscolube in poi, si è sempre guardato avanti, con la capacità di produrre un cambiamento nei processi rigenerativi.
“Abbiamo consolidato un business basato sull’offerta di soluzioni sostenibili che genera valore economico, sociale e ambientale per le persone, per i clienti e per i territori nei quali operiamo”, ha raccontato il presidente di Itelyum Antonio Lazzarinetti. “La nostra storia inizia nel 1963 in via Tavernelle a Pie-
2) Recupero di argento da pannelli fotovoltaici. Se l’efficienza dei pannelli è maggiore del 20%, gli stessi vengono rigenerati e inviati al riuso, mentre la frazione di pannelli che non supera questo test viene inviata al riciclo. In quest’ultimo caso vengono disassemblati per il recupero di alluminio e attraverso un processo all’avanguardia la parte residua frantumata, si ottiene una frazione ricca di silicio ed argento.
3) Plasbreaker: basi lubrificanti dalle plastiche rifiuto misto (plasmix). Lo scopo del Plasbreaker è convertire il plasmix in prodotti a valore aggiunto come i lubrificanti e l’idrogeno. Questo trattamento prevede peraltro l’utilizzo anche di olio esausto non rigenerabile e quindi altrimenti non riciclabile con un conseguente ulteriore beneficio dal punto di vista ambientale.
4) Biolubrificanti da oli vegetali usati e dalla frazione vegetale dell’olio minerale usato. Scopo di questo progetto, chiamato Biolube Itelyum, è un processo innovativo in grado di ottenere biolubrificanti da materie di scarto come gli oli vegetali usati (UCO) e i saponi contenuti nei bitumi residui della rigenerazione degli oli minerali esausti.
34 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Ambiente
Da 60 anni sempre avanti nell’economia circolare del Paese
Energia
Distribuzione farmaceutica a vocazione green
In collaborazione con E.ON, Unico completa l’impianto fotovoltaico del centro distributivo a Calderara di Reno. E avvia i lavori per costruirlo anche nella sede di Rivoli.
tivamente: per il sito di Calderara di Reno 476.000 kWh/anno, in grado di soddisfare il 30% del fabbisogno energetico dello stabilimento, per la sede di Rivoli 447.000 kWh/anno, soddisfacendo il 32% del fabbisogno energetico del sito.
ire giornalmente”, dichiara Luca Conti, Chief Sales & Delivery Of ficer & Board Member di E.ON Italia. “Questa partnership con ferma la nostra determinazione nel promuovere l’importanza di un’azione condivisa e nel fare la differenza per il bene del Piane ta, fornendo ai nostri partner e clienti soluzioni efficienti e so stenibili”.
La lotta al cambiamento climatico è una necessità sempre più urgente che richiede un impegno condiviso e fattivo da parte di tutti per ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive e di consumo. In questo panorama, le aziende giocano un ruolo fondamentale nel percorso verso una vera transizione ecologica. La collaborazione tra E.ON, uno dei principali operatori energetici in Italia, e Unico - La farmacia dei farmacisti Spa, si è concretizzata con il completamento dell’impianto fotovoltaico presso il centro distributivo di Calderara di Reno (BO) di Unico. In linea con la sua missione di distribuire salute su tutto il territorio italiano, Unico, tra i maggiori player a livello nazionale della distribuzione farmaceutica intermedia in Italia, è impegnato da anni a rendere sostenibile l’impatto ambientale e sociale delle attività che svolge con interventi finalizzati all’indipendenza energetica. La partnership con E.ON Italia, dunque, suppor-
ta questo percorso verso la transizione energetica e la sostenibilità, con il completamento del nuovo impianto fotovoltaico nel centro distributivo di Calderara di Reno e l’avvio dei lavori nel sito di Rivoli (TO). I nuovi impianti delle due sedi permetteranno di evitare, ciascuno, l’emissione di 245 tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno, pari all’assorbimento di CO2 annua di 24.492 alberi.
Oltre il 30% del fabbisogno energetico
Nel dettaglio, gli impianti consentiranno di generare rispet-
Il sodalizio tra le due aziende ha già portato all’efficientamento della sede principale dell’azienda a Lainate (MI), dove l’impianto fotovoltaico installato nel 2021 ha permesso di ridurre notevolmente l’impatto ambientale della struttura, e alla riqualificazione ambientale di un’area verde nel Comune tramite la realizzazione di un bosco di 200 alberi, piantato nei pressi della sede di Unico. Una volta completati i lavori a Rivoli (TO), tre delle otto sedi di Unico saranno quindi in grado di autoprodurre circa un terzo dell’energia elettrica necessaria in un anno, abbattendo sensibilmente le emissioni. “Il completamento di questo impianto rappresenta un passo concreto nel percorso di indipendenza energetica di Unico, cui siamo orgogliosi di contribu-
“Unico prosegue con grande de terminazione il suo percorso di transizione energetica, che non si limita soltanto all’introduzio ne di energie pulite, ma rappre senta un cambiamento di para digma dell’intero sistema e della mentalità aziendale”, commen ta Giovanni Giamminola, diret tore generale di Unico - La far macia dei farmacisti. “È proprio per questo motivo che abbiamo scelto E.ON come partner abili tatore delle politiche green, con il quale stiamo studiando nuo ve iniziative interessanti sia per Unico che per le farmacie nostre clienti”.
Con l’obiettivo di guidare la tran sizione energetica in Italia, E.ON si pone come partner per affian care e coinvolgere i propri clienti in questo percorso, grazie all’of ferta di energia rinnovabile e di soluzioni per l’efficienza energe tica.
Unico - La farmacia dei farmaci sti è il terzo operatore della di stribuzione farmaceutica inter media in Italia, con una quota di mercato nazionale del 9,5%, interamente di proprietà di far macisti. Nasce nel 2002 dalla fusione del ramo distributivo di due grandi cooperative, Unione Farmaceutica Novarese di Nova ra e Codifarma di Bologna e og gi opera su quasi tutto il territo rio nazionale.
36 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
S S4
Qualità
Difficile descriverla in modo oggettivo facile rilevarne la mancanza
Dalla fase progettuale a quella produttiva, dall’installazione alla convalida: il controllo della contaminazione dell’aria nella sua interezza.
Progettazione
Pianificazione
Ingegneria di base
Ingegneria di dettaglio
Construction & Commissioning
Equipment & Validation
Turnkey
Supporto
Manutenzione
Utilities
Analisi dei flussi d’aria per un controllo della contaminazione sempre più efficace
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Macchina di riempimento in nest robotizzata (RNFM2) di Steriline
Steriline ha consegnato a Fatro una riempitrice robotizzata molto compatta per la lavorazione di ridotti lotti di vaccini a uso veterinario.
Linea per piccoli batch di siringhe preriempite monodose
38 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Macchine
Steriline, produttore italiano di linee di riempimento sia robotizzate sia standard per la lavorazione asettica di farmaci iniettabili, ha consegnato a Fatro una macchina riempitrice robotizzata estremamente compatta, per la produzione di piccoli lotti di vaccini a uso veterinario in siringhe preriempite monodose (PFS).
Fatro è stata fondata nel 1947 dal farmacista e veterinario Gualtiero Zaini insieme al figlio Corrado, chimico, all’interno di un piccolo laboratorio farmaceutico veterinario risparmiato dalle bombe della Seconda guerra mondiale. Sviluppa e produce farmaci per tutte le specie animali e vaccini per bovini, suini, ovini, caprini, conigli, pesci e aviari. Nel tempo l’azienda è cresciuta fino a raggiungere una connotazione industriale, con l’aggiunta di laboratori di ricerca, nonché con la fornitura di servizi di vendita e post-vendita dedicati sia ai veterinari, sia agli allevatori.
Oggi il Gruppo Fatro rappresenta un fiore all’occhiello dell’industria farmaceutica veterinaria italiana, rimanendo l’unica realtà indipendente del settore, a capitale interamente italiano, ma di dimensioni internazionali. Esporta i suoi prodotti in
oltre 90 Paesi secondo un piano di espansione internazionale che adegua le strategie alle diverse realtà locali. La mission aziendale “la salute animale per la salute dell’uomo” è un concetto a livello di salute a 360 gradi che parte dagli animali e si estende agli esseri umani, dando un’attenzione speciale alla sostenibilità ambientale.
Al passo con le mutevoli esigenze del mercato
Nel 2013 Steriline aveva già fornito a Fatro una macchina riempitrice e ghieratrice con l’obiettivo di offrire al mercato principalmente fiale multidose (grandi formati). Oggi però le esigenze si sono ampliate: per alcuni prodotti veterinari, come determinati vaccini, è richiesto infatti il formato monodose. Per questo, Fatro ha deciso di provare a introdursi in questa nuova nicchia di business inserendo nel parco macchine una soluzione snella e dotata di pochi componenti in grado di processare piccoli lotti di siringhe monodose preriempite destinate ai vaccini. La macchina avrebbe dovuto occupare il minor spazio possibile per ridurre i costi di gestione della camera bianca di grado B che l’avrebbe ospitata.
Una macchina robotizzata stand-alone per la lavorazione di vaccini monodose Steriline ha proposto una macchina riempitrice molto compatta e flessibile dotata di due stazioni di carico e scarico manuale, dove un operatore inserisce le vaschette precedentemente spellicolate sotto un Flusso d’Aria Laminare. Un braccio robotico preleva il nest dalla vaschetta contenente le siringhe preriempite (PFS) vuote e lo posiziona sotto le due teste di riempimento collegate alle pompe peristaltiche, che posso-
RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 39
Francesco Meliota, Vice Presidente di Fatro:
“Grazie alla macchina di riempimento in nest robotizzata, possiamo rispondere alle richieste del mercato e soddisfare le esigenze dei clienti”
Giugno/Luglio 2023
Macchine
Dettaglio della RNFM2 di Steriline
La sede di Fatro ad Ozzano Emilia (BO)
no potenzialmente riempire contenitori in vetro a partire da 0,1 ml fino all’infinito. Contestualmente al processo di riempimento, due teste di tappatura sigillano le PFS riempite. Una volta completati entrambi i processi, il braccio robotico riposiziona il nest nella vaschetta in prossimità della stazione di uscita, pronta per essere ritirata dall’operatore e trasferita al processo di confezionamento secondario.
Steriline offre soluzioni nel campo della tecnologia robotica dal 2014 e ha iniziato a sviluppare soluzioni compatte nel 2017. La Macchina di riempimento in nest robotizzata (RNFM2), dotata di due teste di riempimento e pompe peristaltiche, è una soluzione in questo caso stand-alone sviluppata in risposta appunto alla richiesta di Fatro di ampliare il proprio portfolio prodotti aggiungendo le siringhe preriempite in vetro monodose (PFS) alle fiale multidose già in produzione.
Grazie al braccio robotico che gestisce il processo dall’inizio alla fine, il cambio formato è rapido e molto semplice a livello meccanico, il che garantisce alla macchina la flessibilità necessaria per lavorare tutti i tipi di contenitori in nest sostituendo solo un ridotto numero di componenti. In questo modo, la macchina è perciò facilmente adattabile alle nuove esigenze dell’azienda.
“Sono lieto che Fatro si sia affidata alla nostra tecnologia robotica, offrendoci l’opportunità di dimostrare al mercato italiano che i robot saranno sempre più importanti nella lavorazione aset-
Federico Fumagalli, Direttore Commerciale di Steriline: “Affidandosi a noi, Fatro ci ha dato l’opportunità di mostrare al mercato italiano l’importanza crescente dei robot nella lavorazione asettica”
Tecnologie per la lavorazione in asettico di iniettabili
Steriline è altamente specializzata nella produzione di linee complete per la lavorazione asettica di prodotti iniettabili al servizio di società farmaceutiche in tutto il mondo. Fondata nel 1989 nell’area di Como, dove ancora oggi si trovano la sede centrale e gli impianti produttivi, Steriline opera oggi in oltre 50 paesi contando su una rete di più di 220 persone, tra dipendenti diretti e partner esterni, oltre a 40 rappresentanti locali. Le esportazioni rappresentano più del 90% del fatturato dell’azienda, che ha già installato oltre 1.800 macchine in Asia, Europa e Stati Uniti. Steriline sviluppa, produce e fornisce una gamma completa di soluzioni, comprese applicazioni meccaniche e robotiche per la lavorazione asettica. Queste applicazioni sono compatibili con flaconi, fiale, cartucce e siringhe e possono trattare prodotti tossici o non tossici sia in forma liquida che in polvere. Le sue linee complete comprendono apparecchiature che vanno dalle macchine per il lavaggio ai tunnel di depirogenazione, dalle macchine riempitrici e ghieratrici alle macchine di decontaminazione esterna fino ai sistemi di contenimento come LAF, oRABS, cRABS e isolatori.
tica”, afferma Federico Fumagalli, Direttore Commerciale di Steriline. La macchina può eseguire piccole produzioni di altri contenitori, come fiale e cartucce, con un cambio formato snello e rapido. Ha un ingombro di 1,25 m x 1,25 m in un sistema di contenimento ad accesso aperto (oRABS), una capacità produttiva fino a 2.900 pezzi/ora ed è progettata per gestire PFS da 0,5 ml. La RNFM2 è anche indicata per svolgere applicazioni in un sistema di contenimento ad accesso chiuso (cRABS) o può essere dotata di isolatori se il processo lo richiede. Il sistema di dosaggio può anche essere di tipo volumetrico e può funzionare con contenitori sottovuoto.
La macchina può inoltre essere dotata di una stazione di gassificazione con azoto e monitorare costantemente le particelle vitali e non vitali, per garantire la conformità ai requisiti cGMP, GAMP e 21CFR Part11.
“Siamo molto felici di aver acquistato questa macchina da un’azien-
da che è nostra partner da un decennio. Grazie alla Macchina di riempimento in nest robotizzata, possiamo rispondere ora alle richieste del mercato e soddisfare le esigenze dei nostri clienti”, afferma il Francesco Meliota, Vice Presidente di Fatro.
L’intero progetto, dall’ordine alla messa a punto del prodotto, ha richiesto un anno con le prove di accettazione in fabbrica (FAT) completate nel settembre 2022 senza alcun intervento successivo richiesto da parte del servizio clienti.
“Sono lieto – dichiara Filippo Parini, Responsabile Area Vendite di Steriline – che Fatro abbia scelto l’esperienza e le competenze di Steriline, nonostante la valida concorrenza nell’area di Bologna. Fatro è stata molto soddisfatta delle competenze e delle tecnologie di Steriline, tanto da invitarci a proporre le nostre soluzioni per altre applicazioni. Sono certo che questo sia l’inizio di una partnership ancora più solida”.
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Dall’industria all’healthcare 5.0: la trasparenza che genera fiducia
Antares Vision Group punta su un ecosistema di tecnologie per la creazione di una filiera industriale integrata, digitalizzata, tracciabile e sostenibile. E ora mette l’esperienza maturata nel settore farmaceutico al servizio del mondo sanitario, con il primo carrello automatizzato 5.0 che supporta gli operatori ospedalieri nella somministrazione dei farmaci e garantisce la sicurezza dei pazienti.
di Alessandro Bignami
Antares Vision nasce nel 2007 su iniziativa di Emidio Zorzella e Massimo Bonardi, due amici che condividono il percorso di studi in ingegneria e la passione per la ricerca optoelettroni-
ca. L’azienda si specializza nel controllo qualità per il settore farmaceutico, sviluppando sistemi di ispezione visiva basata su telecamere intelligenti che verificano sia l’integrità della confezione sia il posizionamento del prodotto al suo interno. La svolta verso l’affermazione internazionale avviene con l’en-
trata in vigore in Turchia della normativa sulla tracciabilità dei farmaci che, in ottica anti-contraffazione, impone al settore l’adozione di sistemi di serializzazione: ogni confezione viene identificata attraverso un codice datamatrix da cui è possibile risalire a tutte le informazioni sul prodotto e tracciare il suo percorso lungo l’intera filiera. La Turchia ha rappresentato un laboratorio per diverse multinazionali farmaceutiche che hanno poi implementato i sistemi di serializzazione nei loro altri stabilimenti nei paesi dove la normativa sulla tracciabilità è stata via via adottata. Antares Vision gioca in quella fase un ruolo da protagonista nel supporto alle aziende farmaceutiche chiamate a installare sistemi track&trace sempre più sofisticati. Da start up, la realtà fondata da Zorzella e Bonardi diventa in pochi anni un leader tecnologico capace di sviluppare e concentrare competenze ad altissimo livello sia nelle attrezzature hardware –dalle telecamere alle macchine print&apply – sia nel software dedicato alla generazione dei codici seriali e
42 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Sicurezza
alla gestione e allo scambio dei dati, dal livello della linea produttiva fino a quello degli enti regolatori che devono validare l’immissione in commercio dei medicinali.
L’azienda bresciana continua a crescere sia nelle dimensioni sia nelle competenze. Vengono inaugurate le prime sedi all’estero, negli Stati Uniti e in Brasile, per presidiare i mercati ritenuti strategici.
Un ecosistema di tecnologie per il pharma e non solo
“La farmaceutica è stata l’industria pioniera nell’applicazione della normativa sulla tracciabilità, che nell’Unione Europea è entrata in vigore nel 2019 e verrà finalmente recepita dall’Italia nel 2025”, dice Micaela Orizio, Marketing & Communications Director di Antares Vision Group. “La grande esperienza che abbiamo maturato in questo settore può essere in realtà messa a disposizione di tante altre filiere industriali. Ecco perché, soprattutto dal 2019 con l’ingresso di FT System nel Gruppo, stiamo ampliando il nostro raggio d’azione, in particolare verso il food&beverage, ma anche il cosmetico, il chimico e
potenzialmente tutti i settori. La nostra mission è chiara ed è diretta al miglioramento della qualità della vita attraverso la protezione dei prodotti lungo l’intero ciclo di vita, a garan zia della loro autenticità. In tal modo contribuiamo a proteggere le perso ne, le aziende e il pianeta. Se volessi mo sintetizzare questi concetti in una sola parola, ricorrerei al nostro ‘neo logismo’: Trustparency, cioè la tra sparenza che genera fiducia”. Le acquisizioni e l’espansione sul mercato internazionale di Antares Vision sono volte a costruire un hub tecnologico sempre più forte e completo, che punta da un lato al continuo potenziamento delle so luzioni esistenti – dai software per la gestione della tracciabilità alle tecnologie per il controllo qualità, dai sistemi di ispezione ai raggi x fino ai metal detector – e dall’altro allo sviluppo di innovazioni assolute: a Interpack 2023, a Düsseldorf lo scorso maggio, il Gruppo ha presentato per esempio una nuova tecnologia che sfrutta le micro onde, per l’identificazione di corpi estranei che possono sfuggire alle altre
tecnologie, e una soluzione avanzata della spettroscopia laser, che misura in modo non distruttivo la concentrazione di CO2 nelle confezioni, rilevando l’eventuale contaminazione batterica dei prodotti. Allo stand di Interpack era ben testimoniata la strategia di Antares Vision Group mirata all’integrazione delle proprie tecnologie, attraverso in particolare il lancio dell’ecosistema Diamind, in grado di combinare le diverse soluzioni del gruppo a seconda delle specifiche esigenze di un settore o di una applicazione. “Con Diamind ragioniamo su più piani –dalla linea di produzione, allo stabilimento e al magazzino, a livello di impresa, fino alla supply chain – e con un largo portafoglio di soluzioni sia software e che hardware”, spiega la responsabile marketing e comunicazione. “Ritengo che al momento
A Interpack 2023 il Gruppo ha presentato DIAMIND, l’ecosistema di soluzioni intelligente che connette i prodotti fisici con il valore digitale e integra i livelli di linea, stabilimento, magazzino, azienda e supply chain
Micaela Orizio: “La nostra mission è il miglioramento della qualità della vita attraverso la protezione dei prodotti lungo l’intero ciclo di vita, a garanzia della loro autenticità, tutelando così le persone, le aziende e il pianeta”
RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 43
Giugno/Luglio 2023 Sicurezza
Adriano Fusco, Digital Healthcare Department Director di Antares Vision Group
Micaela Orizio, Marketing & Communications Director di Antares Vision Group
operare in un contesto così ampio e complesso interamente con tecnologie di proprietà”.
Un contesto al centro del quale c’è la gestione del dato: “Raccogliere e analizzare i dati provenienti dal controllo qualità, dalla tracciabilità e dalla produzione consente al produttore di monitorare tutti i passaggi e capire ad esempio quali linee di produzione non stanno funzionando come atteso, quali punti della catena di fornitura stanno causando problemi o rallentamenti, quando e qua li macchine hanno biso gno di manutenzione”, continua Orizio. “Ogni passaggio, dalla materia prima al consumo finale, si costruisce proprio con la raccolta e l’integrazione di dati provenienti da diverse fonti. Pensiamo che questo sia l’approccio più concreto anche per la sostenibilità. Con i nostri sistemi è possibi le sapere infatti cosa accade dall’approvvigionamento del la materia prima fino al pro dotto trasformato e consegna
to: quante risorse idriche ed energetiche vengono impiegate, quanti scarti creati, quante emissioni rilasciate. Più che mai in Italia, dove il sistema industriale e le catene di fornitura sono molto frammentate, occorre un cambiamento culturale verso una logica di filiera che sia davvero integrata e sostenibile. L’ecosistema delle nostre tecnologie va in questa direzione”.
Tracciabilità e automazione fino al letto del paziente: ecco il carrello 5.0 per l’ospedale del futuro Un altro trend driver destinato probabilmente a segnare il futuro di Antares Vision Group e del settore healthcare è l’estensione della tracciabilità, della digitalizzazione e dell’automazione industriale al mondo della sanità. Il Gruppo ha infatti progettato e realizzato un carrello sanitario automatizzato e robotizzato 5.0 che arriva fino a bordo letto del paziente, al fine di supportare gli operatori sanitari nella gestione della terapia.
“Abbiamo dedicato alla piattaforma Medication Management tre anni di studio e sperimentazione”, afferma Adriano Fusco, Digital Healthcare Department Director di Antares Vi-
sion Group. “L’idea nasce da Alberto Sanna, Direttore del Centro di Ricerca sulle Tecnologie Avanzate per la Salute e il Benessere, IRCCS Ospedale San Raffaele. Noi abbiamo raccolto questa sfida, con l’obiettivo di portare in ospedale il know-how che abbiamo maturato nella tracciabilità e nell’automazione della filiera industriale. Abbiamo lavorato sul caricamento in automatico del carrello dei farmaci stoccati negli armadi del reparto e sull’ergonomia per facilitare il lavoro dell’operatore. E siamo andati oltre, alzando lo sguardo sull’intera logistica interna dell’ospedale e sul percorso del singolo medicinale dalla farmacia centrale alla sua somministrazione al paziente. Il momento in cui una confezione esce dalla farmacia centrale e viene spedita al reparto è cruciale ed è importante tracciare ogni passaggio della logistica, per sapere in tempo reale dove si trova un determinato farmaco, quando e a chi è stato somministrato. Questo consente anche di gestire i fabbisogni di approvvigionamento del reparto in base al reale stock e di pianificare fabbisogni futuri, evitando rotture di stock, urgenze nelle richieste alla farmacia centrale e con-
La piattaforma Medication Management si compone anche di un armadio automatizzato 5.0 per il rifornimento del carrello, oltre che del software che gestisce la tracciabilità, la pianificazione e il monitoraggio delle scorte e degli ordini, l’integrazione con la cartella clinica elettronica e la visibilità dei parametri di efficienza
Sicurezza 44 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Il carrello automatizzato 5.0 sviluppato da Antares Vision per la gestione di farmaci e dispositivi medici
seguenti disagi e colli di bottiglia nella logistica. Attraverso un sistema di tracciabilità completa è possibile avere dati e informazioni precisi e affidabili, in tempo reale”. Il punto è garantire la somministrazione del giusto farmaco al giusto paziente nella giusta dose e al momento giusto. Questo è possibile connettendo il flusso fisico di farmaci e dispositivi medici presenti all’interno dell’ospedale con l’infrastruttura digitale. La piattaforma di Medication Management è stata progettata da Antares Vision Group per gestire la somministrazione del farmaco in modo sicuro ed efficiente con la totale visibilità degli inventari in tempo reale. Le informazioni sui medicinali necessari vengono sincronizzate prima di ciascun giro terapia. Il carrello viene connesso all’armadio automatizzato, in modo tale che i farmaci vengano caricati automaticamente, in pochi minuti e sollevando l’operatore da questa operazione. Quando l’infermiere arriva a bordo letto e legge l’identificativo del paziente, sul display appare la terapia e i farmaci vengono automaticamente portati sul piano di lavoro. Il carrello è inoltre dotato di un sistema di movimentazione servoassistita che ne facilita lo spostamento. Tutte le operazioni sono tracciate: in qualsiasi momento è possibile sapere quali farmaci sono stati dati, a che ora, a quale paziente e da quale operatore. L’intero flusso logistico diventa in questo modo trasparente. Magazzini centrali e di reparto entrano in comunicazione e scambiano dati, al fine di anticipare i fabbisogni e ottimizzare la gestione delle scorte. La tracciabilità end-to-end entra dunque in ospedale, contribuendo alla sicurezza del paziente e al benessere del personale sanitario, che può concentrarsi sul suo lavoro più importante, la cura delle persone.
“L’operatore può gestire le funzioni
del carrello attraverso un touchscreen non invasivo e dall’uso semplice e intuitivo, che non richiede competenze digitali specifiche”, prosegue Fusco. “I tempi vengono ottimizzati poiché mentre l’infermiere prepara il primo farmaco, il carrello recupera il successivo. Il sistema robotizzato interno è in grado di manipolare il 96% dei formati di confezione presenti in Italia, mentre i restanti (ad esempio le soluzioni fisiologiche di grande volume) vengono stoccati nei cassetti, anch’essi dotati di accesso controllato. Il sistema di tracciabilità non solo identifica la singola confezione, ma è in grado di sapere quante pastiglie vengono somministrate e quante ne rimangono al suo interno”.
La totale trasparenza del flusso e dello stoccaggio dei farmaci all’interno del reparto consente di sapere in qualsiasi momento dove si trova una confezione, in modo da poterla rintracciare in tempo reale nel caso del richiamo di un lotto, considerando che solo negli Stati Uniti sono stati effettuati circa 60 richiami nel 2022, dunque più di un ritiro alla settimana. La piattaforma permette inoltre di consultare l’intera storia del prodotto, dal momento in cui entra in ospedale alla somministrazione, controllando che ogni passaggio e modalità di conservazione siano avvenuti correttamente.
Il carrello sanitario automatizzato 5.0 ha raggiunto ottimi risultati nella fase di sperimentazione condotta con l’ospedale San Raffaele di Milano ed è stato presentato nei mesi scorsi al congresso di EAHP (European Association of Hospital Pharmacists) a Lisbona e al 48esimo congresso di ANMDO (Associazione Nazionale Medici delle Direzioni Ospedaliere) a Napoli. Le aspettative e l’interesse del mondo sanitario per questa innovazione sono elevate, dato che si tratta di una risposta ai bisogni concreti degli ospedali, che devono far fron-
Adriano Fusco: “Abbiamo portato in ospedale il know-how maturato nella tracciabilità e nell’automazione industriale. È determinante tracciare ogni passaggio della logistica in ambito sanitario, per sapere in tempo reale dove si trova un determinato farmaco, quando e a chi è stato somministrato”
te a problemi di gestione sempre più complessi, aggravati dagli anni della pandemia. La capacità di ispezione, tracciabilità e automazione sviluppati da Antares Vision Group nelle applicazioni industriali possono dunque dare un contributo essenziale al benessere degli operatori e alla sicurezza dei pazienti. Nel segno di un Healthcare 5.0. l
Sicurezza RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 45 Giugno/Luglio 2023
Adriano Fusco e Micaela Orizio insieme ad Andrea Piovanelli (Product Manager Digital Healthcare Department) e Raffaella Mora (Consultant) nella sede centrale di Antares Vision Group a Travagliato (BS), all’interno del laboratorio dove è stata sviluppata la piattaforma Medication Management
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risorse. I quattro fattori principali qui sono: azione meccanica, agenti chimici, tempo e temperatura (Sinner Circle).
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Migliorare la conformità creando un ambiente di lavoro più sicuro
HxGN EAM consente alle aziende chimiche di creare un ambiente lavorativo più sicuro e sostenibile ottenendo una visibilità completa degli asset e il controllo della manutenzione. Così i costi e i tempi di inattività vengono ridotti e la produttività
Le aziende chimiche sono pronte per vivere una crescita significativa nel prossimo periodo, poiché il settore ha recuperato le perdite subite durante la pandemia di COVID-19. Allo stesso tempo, l’industria chimica si trova di fronte a un’ondata di nuove normative e a una crescente pressione per soddisfare i se-
aumenta.
veri requisiti di conformità globali: un aumento delle normative nazionali, locali e di settore volte a regolare pressoché tutto, dalle emissioni al trattamento sicuro dei rifiuti. Per soddisfare questi crescenti requisiti di conformità, le aziende chimiche devono affrontare con successo le principali sfide relative alla raccolta, alla gestione e al re-
porting dei dati. Per le organizzazioni in grado di migliorare i propri processi di conformità, i vantaggi sono immensi, in particolare in relazione alla sicurezza. Di seguito, alcuni cenni su come le aziende utilizzano la tecnologia per superare le principali sfide di conformità, ottenendo ambienti di lavoro più sicuri.
Manutenzione
Raggiungere la conformità
Le aziende chimiche devono affrontare una serie molto complessa e dettagliata di requisiti di conformità nel proprio paese e spesso sono tenute a rispettare rigide normative globali.
L’Occupational Safety and Health Administration (OSHA) ha linee guida rigorose che i produttori di sostanze chimiche devono rispettare al fine di proteggere la sicurezza dei lavoratori che interagiscono con i prodotti chimici. E, a livello globale, l’International Organization for Standardization (ISO) regola i processi delle società chimiche e le Nazioni Unite affrontano i problemi internazionali dell’ambiente e della sicurezza umana.
Ciascuna di queste organizzazioni – e molti altri organi di governo locali e regionali – produce una serie rigorosa di regolamenti e requisiti di conformità per le aziende chimiche.
Una parte integrante del rispetto di questi requisiti ruota attorno a:
• ispezioni;
• liste di controllo;
• standard di prestazione;
• prove di laboratorio;
• segnalazioni.
La gestione di tali informazioni critiche relative a molteplici asset e a un gran numero di dipendenti può rapidamente diventare caotica.
In passato, gran parte del processo di conformità ai requisiti avveniva manualmente. Ciò, a sua volta, rendeva tale processo soggetto a errori, oltre che dispendioso in termini di tempo.
Un ambiente di lavoro più sicuro Dal corretto smaltimento dei rifiuti tossici alle procedure operative relative all’utilizzo delle apparecchiature, soddisfare i requisiti di conformità non significa semplicemente spuntare una casella. Le aziende chimiche che stanno migliorando la loro capacità di soddisfare sia la conformità in-
terna che esterna e i requisiti normativi beneficiano di una maggiore sicurezza sul posto di lavoro.
I lavoratori del settore chimico svolgono alcuni dei lavori più pericolosi al mondo. L’esposizione a sostanze chimiche tossiche e il lavoro intorno ad apparecchiature potenzialmente pericolose ha sempre messo in pericolo l’asset più prezioso dei produttori di sostanze chimiche, ovvero i loro dipendenti. I processi manuali per la manutenzione e i noiosi processi relativi a ispezioni e test hanno comportato un elevato rischio di errore umano.
Ora, grazie a processi automatizzati migliorati e a soluzioni per la gestione degli asset aziendali, le aziende chimiche sono pronte a creare un futuro in cui diventi semplice soddisfare i requisiti di conformità e in cui la sicurezza sul posto di lavoro sia elevata. Questa sicurezza coinvolge non solo direttamente i dipendenti di un’azienda, ma anche le comunità circostanti e, in ultima analisi, la popolazione globale.
Ecco come la tecnologia sta aiutando i produttori chimici a raggiungere la compliance
La tecnologia semplifica e ottimizza i processi relativi alla conformità. Dalla gestione dei documenti alla pianificazione delle chiamate di servizio, fino alla prevenzione della manutenzione e alla registrazione dei risultati, le nuove soluzioni tecnologiche automatizzate consentono alle aziende chimiche di porsi all’avanguardia nella soddisfazione dei requisiti di conformità. Con l’uso di soluzioni tecnologiche avanzate e connesse, anche i produttori di sostanze chimiche stanno aumentando la loro fiducia nell’accuratezza dei loro dati. Gran parte di questo progresso sta avvenendo attraverso l’automazione integrata lungo tutto il ciclo di vita delle operazioni
dell’impianto. L’automazione consente alle aziende chimiche di raggiungere nuovi livelli di efficienza, qualità e integrità operativa. La tecnologia sta migliorando la conformità anche attraverso una più efficace governance dei dati. Quelle che una volta erano informazioni sparse e isolate si stanno trasformando in informazioni fruibili che consentono alle aziende chimiche di soddisfare le normative di conformità locali e globali e mitigare i rischi per i dipendenti. Tutto ciò si traduce in una maggiore sicurezza per l’intera industria chimica.
L’allineamento al REACH per avere prodotti sicuri e affidabili
HxGN EAM consente alle aziende chimiche di ottenere un ambiente di lavoro più sicuro e sostenibile ottenendo una visibilità completa degli asset e il controllo della manutenzione per ridurre i costi e i tempi di inattività, aumentando così la produttività. Inoltre, HxGN EAM consente alle organizzazioni di allinearsi al regolamento europeo REACH in modo da garantire che i prodotti siano sicuri e affidabili, consentendo loro di soddisfare sia la conformità interna che esterna e i requisiti normativi. Per saperne di più su come le soluzioni tecnologiche di Hexagon possono aiutare la propria azienda chimica a raggiungere la conformità in modo efficiente ed efficace, è possibile contattare il team Hexagon visitando la pagina: https://hexagon. com/it/company/contact-us.
L’industria chimica sta affrontando un’ondata di nuove normative e pressioni crescenti per soddisfare i severi requisiti di conformità globali
RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 51
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2023
Giugno/Luglio
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Le guarnizioni a busta in PTFE (Cod. 5700) sono costituite da un involucro, comunemente chiamato busta, che può essere realizzato sia nel più comune PTFE vergine che in PTFE caricato (silice, grafite o altro).
Le guarnizioni in PTFE per raccordi clamp (Cod. 5700C) trovano impiego come elementi di tenuta tra due raccordi clamp in acciaio inox (ferule) chiusi a tenuta stagna tramite un collare speciale in cui non è prevista la bulloneria.
Gli O-RING IN FEP (Cod. 5700FEP), chiamati anche guarnizioni toroidali, sono costituiti da un anello di sezione tonda vulcanizzato a stampo. Grazie alla semplice forma geometrica,
gli O-ring sono la soluzione più valida ed economica per un gran numero di problemi di tenuta, sia statica che dinamica. La piattina Texlon® (Cod. 5500), guarnizione automodellante a nastro in 100% PTFE non sinterizzato espanso soffice e flessibile, resiste a prodotti chimici ad eccezione di sostanze alcaline ed è abitualmente fornita con una pellicola biadesiva che ne facilita l’applicazione. La materia prima PTFE è WRAS Approved e conforme alla normativa EC 1935/2004 e il prodotto, senza biadesivo, è da ritenersi conforme all’utilizzo a contatto con alimenti a temperatura tra gli 0°C e 100°C per un tempo utile fino a due ore. Texlon® è inoltre approvato “TA Luft“ in base al metodo TÜV e VDI 2440 e soddisfa i requisiti TÜV-Testing Standard MUC-KSP-A 0066. Conforme alle norme FDA e WRC.
Filtri in acciaio inox per industrie e laboratori
Bruno Wolhfarth produce i filtri a piastre Farminox che lavorano con cartoni filtranti di diversa porosità, a seconda del grado di filtrazione che si vuole ottenere. Vengono impiegati per lavorazioni di tipo sgrossante o brillantante o chiarificante fine che precedono il confezionamento di prodotti liquidi: sciroppi alimentari e farmaceutici, profumi, colonie, dopobarba, lozioni per capelli bevande, olio, liquori, essenze e integratori alimentari. Sono particolarmente apprezzati nelle industrie farmaceutiche, cosmetiche e alimentari, che hanno particolari esigenze di igiene e di certificazione dei materiali a contatto con il prodotto. La qualità più importante dei filtri Wolhfarth è che sono completamente in acciaio inox,
facilmente e totalmente smontabili per una pulizia ottimale e non hanno guarnizioni, che andrebbero smontate e lavate ad ogni filtrazione, in quanto possibile fonte di contaminazione batterica. Infatti la caratteristica forma rotonda delle piastre
permette di ottenere la perfetta tenuta direttamente tra piastra e cartoncino. Usando la piastra cieca in dotazione si può ridurre la superficie filtrante per filtrare piccole quantità di prodotto, evitando sprechi di materiale filtrante.
Per soddisfare anche le esigenze di laboratori che devono filtrare piccoli quantitativi di prodotto, l’azienda ha ideato i filtri della serie Labinox, modelli L/10 e L/20, a 10 e 20 setti filtranti, con una produzione oraria di 200/400 lt (riferimento acqua), una superficie filtrante di 0,130,26 m2 e un peso rispettivamente di 16 e 26 kg.
Hanno le stesse caratteri-
stiche costruttive dei filtri serie Farminox, ma in dimensioni ridotte: anch’essi sono completamente in acciaio inox, facilmente smontabili e lavabili e non hanno guarnizioni, poiché le piastre hanno la caratteristica forma rotonda. L’impiantino completo di filtro Labinox con manometro, Elettropompa e rubinettino o by-pass inox ha incontrato il favore di laboratori farmaceutici, cosmetici, erboristici ed alimentari per la filtrazione di piccoli quantitativi di profumi, liquori, vino, infusi medicinali e per prove di laboratorio; esso infatti costituisce una soluzione economica per un filtraggio di elevata qualità, perché lavora con il cartoncino filtrante e perché le sue dimensioni ridotte, esattamente proporzionate al quantitativo da filtrare, evitano inutili sprechi.
52 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Guida lineare dal design igienico
Nei settori farmaceutico, cosmetico e alimentare si applicano regole molto rigide per garantire che i prodotti non vengano contaminati. I macchinari impiegati in questi comparti industriali vengono comunemente puliti con detergenti e prodotti chimici. Ma l’umidità può accumularsi anche nei più piccoli punti ciechi, rischiando di causare contaminazioni. Per questo motivo è importante che i costruttori di impianti si assicurino di progettare i sistemi utilizzando componenti e materiali conformi al concetto di Hygienic Design e alle normative FDA e UE. Igus, da tempo membro dell’associazione EHEDG, ha sviluppato il primo sistema di guide lineari basato sui principi dell’Hygienic Design. L’utilizzo di materiali conformi alle normative FDA, come il polimero ad alte prestazioni iglidur A160 e l’acciaio inossidabile alto legato, la struttura autodrenante e l’interno lavabile del car-
rello garantiscono la conformità agli standard della progettazione igienica. “Stiamo registrando una crescente attenzione dei progettisti verso i principi del design igienico, che si declina in una ricerca di componenti con struttura aperta atti a resistere a regolari processi di pulizia con prodotti chimici, vapore e acqua ad alta pressione”, spiega Matteo Zaniboni, specialista applicazioni dell’industria alimen-
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tare di igus Italia. Inoltre, le aziende richiedono sempre più frequentemente componenti esenti da lubrificazione che possano essere puliti rapidamente, riducendo così i tempi di inattività. Per rispondere a queste esigenze, igus ha sviluppato la nuova guida lineare drylin W che rispetta tutti i parametri della progettazione igienica. La sfida principale è stata quella di realizzare una struttura priva di cavità o fessure con lo scopo di progettare una slitta e una guida autodrenanti che permettessero ai liquidi di defluire liberamente, evitando ogni accumulo d’acqua. “Si tratta di una novità assoluta per il mercato delle tecnologie lineari. Finora la maggior parte delle soluzioni in esecuzione igienica si basavano su unità completamente chiuse”, aggiunge Zaniboni. Questa nuova slitta autodrenante è interamente realizzata con il polimero ad alte prestazioni iglidur A160, uno dei materiali igus conformi alle normative FDA e EU10/2011.
I nuovi dosatori farmaceutici Coperion K-Tron sono ideali sia per applicazioni a batch che continue. Il concetto generale è impostato specificamente per una rapida pulizia e smontaggio, richiede solo pochi secondi discon
nettere la tramoggia semisferica, l’agitatore, le viti di estrazione e la tramoggia di stoccaggio dal riduttore. www.coperion.com/it/dosatori-farmaceutici
Componenti RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 53 Giugno/Luglio 2023
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Manicotto filettato
Icotek ha rilasciato alla vendita dei nuovi manicotti filettati TE per pressacavi apribili e supporti passacavo tondi. I pressacavi apribili e i supporti passacavo tondi vengono solitamente montati sulla parete del quadro elettrico attraverso un dado esagonale.
Se la lunghezza del filetto non fosse sufficiente per il montaggio, ad esempio su pannelli sandwich o su pareti spesse di cemento, icotek può ora offrire una valida soluzione: il manicotto filettato TE.
Il manicotto filettato di icotek è disponibile in due formati metrici differenti (M32, M50) e in tre lunghezze differenti (35 mm, 60 mm, 120 mm). Grazie alla loro robustezza e al design innovativo, possono essere combinati tra loro in numero illimitato per realizzare il passaggio cavi attraverso pareti di qualsiasi spessore. Per una maggiore flessibilità e una riduzione dei codici gestiti, il manicotto filettato integra dei punti di taglio per poter essere
accorciato a seconda delle proprie necessità. Uno dei vantaggi principali di questa soluzione è quello di mantenere invariato il grado di protezione IP garantito dal pressacavo divisibile o dal supporto passacavo tondo.
Il manicotto filettato è stato progettato per garantirne la massima flessibilità di utilizzo in diversi mercati e applicazioni: HVAC, camera bianche passaggio paratie in ambito navale, costruzione di edifici, refrigerazione e molte altre. L’utilizzo per la costruzione della Poliammide permette di raggiungere la classe di infiammabilità UL94-V0 e un range di tempe-
Servomotori per ambienti di lavaggio critici
Kollmorgen, player internazionale nei sistemi di controllo del motion ad alte prestazioni, ha annunciato il lancio del suo servomotore AKMA costruito appositamente per garantire durata, facilità di pulizia e versatilità. Il motore presenta una superficie in alluminio anodizzato temprato per offrire ai progettisti di macchine un’opzione igienica ed economica, rispetto all’acciaio inossidabile, nelle applicazioni in ambienti di lavaggio critici a media e alta gravosità.
Il design leggero del motore AKMA ne facilita l’installazione e la manutenzione, mentre la sua elevata densità di coppia offre ai costruttori di macchine maggiori prestazioni in un ingombro ridotto. Il motore è ideale per applicazioni di motion di precisio-
ne nella lavorazione di alimenti e bevande e nelle operazioni di confezionamento farmaceutico e medicale. Il grado di protezione IP69k dell’AKMA consente di fornire prestazioni elevate anche in ambienti umidi e difficili, supportando applicazioni critiche come il tracciamento e il posizionamento di sistemi di antenne a piedistallo. La superficie in alluminio anodizzato offre una forte resistenza agli agenti chimici in un’ampia gamma di pH.
Poiché il motore presenta una superficie più liscia e indurita, che è più resistente ai graffi e non si sfalda come quella di un motore verniciato, può essere utilizzato sopra la linea alimentare. L’albero in acciaio inossidabile dell’AKMA soddisfa i requisiti
ratura di utilizzo da -40°C a + 140°C. In ag giunta i prodotti sono privi di alogeni e si liconi.
Il manicotto filettato TE viene fissato nella par te posteriore con un dado esagonale. In aggiun ta sono presenti degli incavi fresati per permet tere il serraggio con una chiave.
Con il lancio sul mercato dei manicotti filettati TE, l’azienda fissa un nuovo standard nel cam po dei sistemi di gestione cavi offrendo una maggiore flessibilità e affidabilità di utilizzo dei pressacavi divisibili e dei supporti passacavo tondi in diversi mercati e applicazioni.
di sicurezza funzionale, mentre la struttura arrotondata dell’alloggiamento “in un unico pezzo” elimina la necessità di una tenuta tra la flangia e l’alloggiamento, per evitare l’accumulo e l’ingresso di acqua. Il motore AKMA presenta anche un sistema per equalizzare la pressione tra l’interno e l’esterno del motore, aumentando l’OEE e la durata del motore stesso.
“Siamo entusiasti di offrire i ser-
vomotori AKMA agli ingegneri che cercano motori a prezzi ac cessibili per gli ambienti sotto posti a lavaggio, dove non sono necessariamente richieste super fici in acciaio inossidabile”, ha dichiarato Ross McMillan, Vice President of Engineering di Kol lmorgen. “Ora è possibile bilan ciare le prestazioni con il valo re ed evitare di spendere troppo per una qualità di superficie che potrebbe non essere necessaria”.
Componenti 54 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Accordo per la distribuzione di soluzioni di cybersecurity
torio italiano. In virtù dell’accordo di distribuzione, EFA Automazione proporrà da subito le soluzioni Stormshield ai rivenditori da essa serviti.
Insieme le due aziende si prefiggono di offrire al mercato soluzioni uniche, in grado di proteggere tutti i dispositivi installati a bordo macchina e negli impianti di produzione, al fine di evitare gli enormi danni economici e funzionali causati da un attacco informatico in ambito produttivo.
EFA Automazione Spa, azienda del gruppo Relatech, impegnata nella promozione di tecnologie innovative per l’automazione dei processi produttivi e per la comunicazione industriale, e Stormshield, produttore europeo di soluzioni per la cybersecurity e azienda del gruppo Airbus, hanno annunciato nel corso della scorsa SPS Italia la stipula di un contratto di distribuzione che prevede la commercializzazione dell’intero portafoglio prodotti Stormshield sul terri-
“Siamo lieti della partnership siglata con Stormshield, leader europeo nella progettazione di sistemi di Cybersecurity, che vanta centinaia di migliaia di installazioni su scala globale”, commenta Franco Andrighetti, amministratore delegato di EFA Automazione. “Le sinergie operative tra EFA Automazione e le organizzazioni facenti capo al gruppo Relatech, tra cui spiccano il Gruppo Sigla (partner Stormshield di vecchia data) e Mediatech, ci consentono di offrire al mercato soluzioni che permettono
alle aziende di fronteggiare la grave situazione di rischio informatico nel quale incorrono quotidianamente a fronte della crescente convergenza tra IT e OT”. Le soluzioni offerte per la protezione di reti (Stormshield Network Security), dati (Stormshield Data Security) e workstation (Stormshield Endpoint Security) sono certificate ai più alti livelli in Europa e rappresentano l’estensione ottimale del portafoglio di prodotti per la cybersecurity commercializzati da EFA Automazione.
“L’ingresso di EFA Automazione tra i nostri distributori ci permette di proporre le nostre soluzioni per l’industria in maniera mirata”, commenta Andrea Scattina, Country Manager Italy di Stormshield. “Siamo particolarmente lieti di questo accordo con un’azienda fortemente ancorata al tessuto industriale italiano e che, come noi, ritiene essenziale, per il benessere del Paese, mettere in sicurezza le infrastrutture critiche e gli ambienti OT”.
Una piattaforma completa: dal PLC al controllo del robot
Yaskawa ha presentato nel corso di SPS Italia 2023 la nuova piattaforma di automazione i3 Control, un sistema completo dedicato al controllo, all’automazione e alla robotica.
Con la sua tecnologia abilitante i3-Mechatronics (dove le 3 i stanno per integrato, intelligente e innovativo), Yaskawa vuole offrire un’industria intelligente, digitale e flessibile e, di conseguenza, una digitalizzazione sostenibile rispondendo alle richieste del mercato.
La nuova piattaforma di automazione permette di gestire tutte le funzioni nello stesso ambiente: dal PLC al motion control e alla sicurezza, dalla programmazione al controllo del robot. E non solo.
Il software i³ Engineer, basato su sistema operativo Linux real-time, fornisce l’accesso all’intera piattaforma, offrendo apertura, flessibilità e scalabilità. Sono supportati i linguaggi di programmazione conformi a IEC61131-3 e i blocchi funzione PLCopen, nonché i linguaggi C#, C++, Python o MATLAB Simulink. Questo consente di aprire opportunità nuove per lo sviluppo delle applicazioni, anche all’interno di team globali. Allo stesso tempo, il software offre prestazioni elevate in combinazione con i prodotti Yaskawa, sia per clienti esperti sia per neofiti. Oltre a questo, lo stand dell’azienda ha riunito le divisioni del mondo
Yaskawa mettendone in luce la sinergia. I tecnici dell’azienda hanno illustrato una proposta completa che comprende robot, motion control, inverter e sistemi IO, tutti ottimizzati per funzionare al meglio in combinazione tra loro generando un sistema con performance decisamente superiori a quelle ottenibili dall’uso dei singoli device. Grandi protagonisti sono stati i robot della serie GP, che si contraddistinguono per l’elevata compattezza, velocità e precisione, e Motoman HC20, il cobot ibrido che amplia ulteriormente i campi d’impiego gestibili per i robot collaborativi, permettendo la gestione di pezzi di grandi dimensioni o di più pezzi contemporaneamente.
56 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Automazione
Franco Andrighetti (a sinistra), amministratore delegato e founder di EFA Automazione, e Andrea Scattina, Country Manager Italy di Stormshield
Austria | Belgium | Germany | Italy | Switzerland | Poland | Romania Conceptual Design Basic Engineering Detail Engineering Project Management Construction Management Qualifica secondo cGMP Procurement La via per il successo di ogni progetto. ENGINEERING FACILITIES OF THE FUTURE www.vtu.com VTU Engineering Italia Srl office.italia@vtu.com Via G. di Vittorio n. 16 39100 Bolzano (BZ) Torre Pontina, Via Ufente 20/22 04100 Latina (LT) Viale T. Edison 110 20099 Sesto San Giovanni (MI) Via della Vittoria 90/C 30035 Mirano (VE)
Certificazione ISO 27001 per il VEGA Inventory System
VEGA lancia un nuovo segnale forte contro la crescente minaccia della criminalità informatica e a favore di una protezione affidabile. Dopo la certificazione dei sensori radar VEGAPULS 6X, sviluppati conformemente ai massimi standard in materia di cyber security, ora l’azienda compie un ulteriore passo avanti nell’ambito dei propri servizi cloud: il VEGA Inventory System ha ottenuto la certificazione di conformità alla norma ISO/IEC 27001 e soddisfa dunque lo standard internazionale per la sicurezza delle informazioni.
Il VEGA Inventory System, concepito come servizio di tipo SaaS (Software as a Service), offre un metodo semplice ed efficiente per il rilevamento, la visualizzazione e lo scambio di preziosi dati di misura dal campo. Risulta importante soprattutto nelle applicazioni mobili per la misura di livello, che richiedono valori attuali per la gestione delle scorte e delle forniture. Lo scambio elettronico dei dati consente un miglioramento dei processi di ordinazione e pianificazione delle forniture.
La certificazione ISO 27001 non è prescritta per legge. Tuttavia, come standard internazionale garantisce che vengano rispettate tutte le prescrizio-
ni a fini preventivi e che siano stati predisposti sia la capacità sia il knowhow necessari per la loro attuazione efficace. “Grazie alle nostre ampie misure di protezione, possiamo fornire un importante contributo alla sicurezza nelle applicazioni dei nostri clienti”, spiega Martin Schlipp, specialista di sicurezza IT presso VEGA. Il nostro obiettivo è ridurre al minimo i rischi informatici”.
La sicurezza richiede lungimiranza. Per questo, già nel 2018 VEGA pone la pietra miliare per l’attuale certificazione con un audit SOC 2 (controlli di sistema e organizzativi), secondo i criteri stabiliti dall’American Institute of Certified Public Accountants (AICPA), che certifica che, nel trattamento delle informazioni dei propri clienti, VEGA soddisfa i requisiti più severi in materia di sicurezza e protezione dei dati. Con l’attuale certificazione ISO 27001, VEGA compie un ulteriore passo avanti.
La norma certifica un sistema di gestione della sicurezza delle informazioni e l’affidabilità come fornitore di servizi ai massimi livelli.
“I nostri clienti possono fare affidamento sul fatto che abbiamo implementato i processi ottimali per la gestione delle loro informazioni sensibi-
Indicatori di livello multi-punto
Uno dei principali punti di forza della F.lli Giacomello Srl è la capacità di creare prodotti “su misura” per i propri clienti. La ricerca della versatilità è una costante dell’azienda. Questo ha portato alla nascita degli IEG-INOX-MP, indicatori di livello multi-punto, che grazie alla loro poliedricità sono in grado di soddisfare le esigenze più diverse.
Gli IEG-MP sono costruiti per garantire, con la massima sicurezza, differenti punti di controllo nei serbatoi contenenti sostanze corrosive e non. Infatti, essendo realizzati totalmente in acciaio inox AISI 316, possono essere applicati anche nelle industrie chimiche, farmaceutiche e alimentari.
Ma come funzionano questi indicatori di livello? Quando il galleggiante dell’indicatore nella sua corsa incontra l’inter-
li”, spiega Russell Astley del team VEGA Digital Solutions. Diversamente da una semplice autocertificazione, la conformità ISO/IEC 27001 garantisce una sicurezza sancita da un organismo indipendente. I clienti hanno dunque la certezza che il sistema di gestione della sicurezza delle informazioni sia basato sull’adozione della best practice. Accanto alla IEC 62443-4-2 per i sensori di livello radar VEGAPULS 6X, anche la norma ISO/IEC 27001 per i sistemi di gestione della sicurezza delle informazioni è parte integrante della cultura aziendale. “Il nostro obiettivo è una collaborazione con i nostri clienti ancor più improntata sulla fiducia”, conclude Astley.
ruttore Reed incorporato nel tubo alla distanza prestabilita, il contatto, sollecitato dal magnete alloggiato nel galleggiante, si apre o si chiude, avendo così la possibilità di inviare a distanza un segnale di richiamo luminoso, acustico o di interrompere qualsiasi apparecchiatura elettrica ad esso collegato.
Il montaggio dell’indicatore deve essere effettuato in posizione verticale, con l’avvertenza che il galleggiante disti dalle superfici ferrose (pareti, serbatoi ecc.) minimo 35 mm. Il prodotto ha inoltre altre importanti caratteristiche: possiede da 3 a 9 punti di controllo; attacchi di processo filettati e flangiati; possibilità di termostato o PT100; pressione massima di esercizio: 10 Bar.
58 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Strumentazione
*Sales Marketing Manager
Communication, Endress+Hauser
Germania
**Industry Manager
Decarbonization, Endress+Hauser
Germania
Prendere le misure alla decarbonizzazione
Le tecnologie per
la transizione energetica dell’industria chimica pongono requisiti elevati e molto specifici alla strumentazione per la misurazione e il monitoraggio dei processi. Endress+Hauser offre diverse soluzioni e servizi che contribuiscono ad affrontare questa sfida.
di Florian Kraftschik*, Frederik Effenberger**
Abbracciare al più presto la trasformazione energetica
Per l’industria chimica, la trasformazione energetica è una sfida importante che deve essere affrontata il più rapidamente possibile. La complessità di questo compito deriva dal fatto che, mentre le materie prime di origine fossile devono essere sostituite in quanto causa principale delle emissioni di anidride carbonica, la CO2 è una materia prima necessaria per diversi processi dell’industria chimica. Finora, tuttavia, la CO2 è stata generata come sottoprodotto, cosa che in un futuro mondo decarbonizzato non sarà più possibile in modo convenzionale.
Il passaggio a materie prime e fonti energetiche rinnovabili richiede quindi ampie modifiche ai processi esistenti. Ma apre anche strade per evitare, catturare e stoccare la CO2.
La trasformazione energetica ha un obiettivo chiaro nel settore industriale: spostare l’approvvigionamento energetico su una base sostenibile attraverso le fonti rinnovabili. L’idea è quella di ridurre o eliminare completamente le emissioni antropiche di CO2 create dal-
le fonti energetiche fossili. Molte delle tecnologie per la decarbonizzazione industriale pongono requisiti elevati e molto specifici alla strumentazione per la misura di processo. Questo articolo offre una panoramica di come Endress+Hauser può contribuire nel suo ruolo di partner dell’industria di processo.
L’articolo suddivide in tre temi principali le varie strategie e gli approcci per il raggiungimento degli obiettivi climatici e per discutere le relative sfide e soluzioni:
• Il primo tema è l’elettrificazione dei processi per evitare le emissioni e aumentare l’efficienza degli impian-
60 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Strumentazione
ti esistenti, con l’obiettivo di ridurre le emissioni laddove sono (ancora) inevitabili.
• La seconda questione riguarda il passaggio a fonti energetiche alternative, in particolare all’idrogeno verde. Oltre alla produzione, al trasporto, all’utilizzo e allo stoccaggio dell’H2, altri temi che rientrano in questa categoria sono gli approcci power-to-chemical (P2C) o l’acciaio verde.
• La terza area ruota attorno alla CO2 come materia prima, che dovrebbe essere considerata come un’emissione o come un prodotto catturato. Questo argomento comprende anche termini chiave come cattura del carbonio (CC) o cattura diretta dell’aria (DAC), nonché la questione dello stoccaggio e del trasporto della CO2
Elettrificazione dei processi e miglioramento dell’efficienza
La prima misura auspicabile, laddove è possibile attuarla, è quella di convertire i processi dell’industria chimica direttamente all’elettricità rinnovabile, a emissioni zero, generata da fonti eoliche, idriche e solari. Si tratta certamente di uno degli adeguamenti più grandi e probabilmente più semplici nell’industria di processo. In mol-
ti casi questi aggiustamenti possono essere fatti senza impattare drasticamente sui processi. Un esempio è la generazione di vapore, che può essere facilmente elettrificata e per la quale non sono necessarie modifiche alla rete di calore o ai dispositivi per misurare e bilanciare la generazione, la distribuzione e il consumo di calore. Per i processi che non possono essere immediatamente convertiti in fonti a emissioni zero, spesso esiste un potenziale maggiore di risparmio di emissioni che può essere realizzato ottimizzando e migliorando l’efficienza dell’impianto. Le soluzioni di ottimizzazione richiedono la misura e il bilanciamento del consumo energetico. Ciò può essere realizzato con l’ampia gamma di strumenti da campo di Endress+Hauser, che possono essere utilizzati per monitorare tutti i parametri nei processi principali, nonché nei sistemi ausiliari come vapore, raffreddamento o CIP/SIP. Il portfolio comprende un’ampia gamma di parametri di misura come pressione, portata, umidità dei materiali, analisi dei liquidi, livello, analisi ottica, componenti del sistema e temperatura. Oltre ai servizi per il monitoraggio delle emissioni di CO2, Endress+Hauser of-
fre servizi di digitalizzazione attraverso Netilion, un ecosistema IIoT che crea trasparenza in termini di asset dell’impianto e fornisce una base per l’ottimizzazione dello stesso.
L’idrogeno come supporto di stoccaggio
La seconda questione legata alla decarbonizzazione industriale è la conversione a fonti energetiche alternative. Una sufficiente disponibilità di energia rinnovabile è fondamentale per ridurre le emissioni attraverso l’elettrificazione. Il sole non brilla ovunque, né in ogni momento, nella stessa misura. Anche l’energia eolica è soggetta a grandi fluttuazioni. Se l’energia rigenerativa è il fondamento dell’elettrificazione, un fattore chiave per una trasformazione energetica di successo è rappresentato dalle tecnologie di stoccaggio in grado di bilanciare queste fluttuazioni. Un mezzo in grado di accumulare l’energia solare ed eolica in eccesso è l’idrogeno. La conversione dell’elettricità in idrogeno comporta una perdita di energia, ma l’idrogeno si conserva bene e può essere riconvertito in elettricità con relativa facilità, se necessario. L’immagazzinamento dell’ener-
In Endress+Hauser l’idrogeno è prodotto in modo decentralizzato da energia rinnovabile in impianti di elettrolizzazione
RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 61
Giugno/Luglio 2023
Strumentazione
Strumentazione
Grazie alla cattura diretta dell’aria di Endress+Hauser, la CO2 viene filtrata direttamente dall’aria e immagazzinata per un successivo utilizzo
un guasto dello strumento.
gia nell’idrogeno è noto con il termine power-to-chemicals (P2C).
Negli impianti chimici, tuttavia, ci sono processi che richiedono complessivamente una quantità di energia tale che il loro fabbisogno energetico non può essere coperto completamente alimentando regolarmente la rete con elettricità rinnovabile. Questi processi possono essere completamente convertiti in idrogeno, che viene consegnato all’impianto attraverso una rete di trasporto.
Tecnologia di misura per la trasformazione energetica
I dispositivi e le soluzioni di misura svolgono un ruolo importante nella trasformazione energetica complessiva. Oggi, i processi principali e i sistemi ausiliari come il riscaldamento, il raffreddamento e i sistemi CIP/SIP sono già dotati di una fitta rete di strumenti di misura per acquisire valori di misura e altri dati per il monitoraggio e il controllo dei processi e per comunicare le informazioni al sistema di controllo. Per la trasformazione dell’energia, gli operatori dell’im-
pianto avranno bisogno anche di valori di misura precisi per quanto riguarda l’input e l’utilizzo di energia, l’esatta distribuzione e il bilancio energetico nell’intero impianto. Anche il livello di CO2 emesso nell’ambiente deve essere monitorato con precisione. Dato che la quantità esatta di energia deve essere monitorata in modo affidabile, i requisiti della strumentazione sono elevati in termini di precisione di misura e stabilità a lungo termine.
Dopotutto, solo chi sa dove viene utilizzata l’energia è in grado di ottenere un risparmio energetico o di passare ad altre fonti.
Tuttavia, le esigenze della strumentazione sono uniche, soprattutto quando i dispositivi entrano in contatto diretto con l’idrogeno. Per la misura della pressione negli elettrolizzatori, ad esempio, Endress+Hauser offre una cella di misura della pressione con una membrana rivestita in oro che fornisce una protezione efficace contro la diffusione delle piccolissime molecole di H2 attraverso la membrana. Se il gas si diffonde attraverso una membrana realizzata con materiali convenzionali, può portare a
In alcuni casi, i sistemi e gli strumenti che entrano in contatto con l’idrogeno devono resistere a pressioni straordinariamente elevate e a basse temperature e coprire intervalli di misura corrispondenti. Anche la misura qualitativa dell’H2 come sottoprodotto dell’elettrolizzatore pone requisiti particolari alla strumentazione. Con l’analizzatore di ossigeno OXY5500, Endress+Hauser offre un metodo affidabile per determinare la quantità di ossigeno residuo nell’idrogeno in tempo reale. Inoltre, l’analizzatore di gas J22 TDLAS (spettroscopia di assorbimento laser a diodi sintonizzabile) è in grado di misurare in tempo reale le tracce di umidità nei gas combustibili, fornendo anche un’indicazione della qualità e del potere calorifico dei gas.
Miscelazione di H2 nei gas combustibili per ridurre le emissioni Anche se già oggi fosse tecnologicamente possibile convertire parzialmente o completamente gli impianti all’idrogeno, è bene sottolineare che l’industria si trova in una fase in cui l’idrogeno non è ancora disponibile in quantità sufficienti, per non parlare del già citato idrogeno verde da fonti rinnovabili. Tuttavia, anche se la conversione in H2 non può essere effettuata immediatamente e completamente, le emissioni possono essere parzialmente ridotte miscelando l’H2con altri combustibili. Considerando che la composizione precisa del gas deve essere misurata, la strumentazione gioca un ruolo cruciale. Prendiamo come esempio una turbina a gas alimentata da una miscela di idrogeno. In questo scenario, la tecnologia di misura del flusso e di analisi ottica di Endress+Hauser può essere utilizzata per determinare la miscela di gas naturale e H2 e adattare l’impianto passo dopo passo al funzionamento con
62 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
idrogeno puro. Un’altra applicazione che segue questo approccio è l’uso di una miscela di idrogeno per alimentare gli altiforni a caldo, noto anche come acciaio verde.
La CO2 come materia prima: tecnologie di cattura attiva delle emissioni
Per i processi che non sono ancora stati convertiti alle energie rinnovabili, o per quelli in cui la conversione non è possibile, il terzo punto di questo articolo offre una soluzione: le tecnologie di cattura attiva del carbonio (CC). Questo approccio cattura la CO22 prima che venga rilasciata nell’atmosfera. La captazione diretta nell’aria (DAC) ingloba la CO2 direttamente nell’aria circostante. Si tratta di processi come lo scrubbing amminico, già frequentemente utilizzati per catturare la CO2 dai gas di processo, dagli scarichi o dalla ventilazione naturale. Per misurare con precisione la concen-
trazione di CO2 nei gas in uscita, Endress+Hauser si affida alla collaudata tecnologia di spettroscopia di assorbimento laser a diodi sintonizzabile (TDLAS) per garantire un controllo affidabile ed efficiente del processo. Un esempio in cui il CC viene già utilizzato è l’industria del cemento. Sebbene la CO2 non possa essere completamente evitata in questo ambiente, viene comunque catturata attraverso la tecnologia CC e altre misure. Se da un lato queste misure aiutano a prevenire l’immissione di ulteriore anidride carbonica nell’atmosfera, dall’altro i dispositivi di cattura attiva possono essere utilizzati per filtrarla dall’aria circostante attraverso l’uso di energia rinnovabile.
L’anidride carbonica come materiale di partenza per i prodotti L’anidride carbonica svolge un ruolo importante nell’industria come materia prima per la produzione. Per cita-
re un esempio, la CO2 viene utilizzata nelle serre per aumentare il tasso di fotosintesi e stimolare la crescita delle piante, aumentando così la resa del raccolto a parità di superficie. Anche nell’industria alimentare, la CO2 è necessaria per la carbonatazione delle bevande e viene utilizzata anche dai birrifici durante il processo di imbottigliamento. La CO2 è utilizzata anche come materia prima nell’industria chimica, dove viene a mancare se i processi vengono convertiti a fonti energetiche a emissioni zero e non si crea un sostituto. Questo ha un impatto sulla produzione di metanolo, ad esempio. Per quanto possa sembrare assurdo, in questo caso potrebbe essere necessaria una nuova infrastruttura di approvvigionamento di CO2 come una rete di gasdotti. Per ognuno di questi processi di stoccaggio, trasporto e immissione, gli operatori degli impianti avranno bisogno di dati di misura precisi per il controllo, il monitoraggio e la documentazione dei processi, per i quali Endress+Hauser offre diversi strumenti, soluzioni e servizi.
Concetto di misura su larga scala per la trasformazione dell’energia Una trasformazione efficace della CO2 richiederà una combinazione di numerose misure e vari approcci tecnologici. Endress+Hauser offre un’ampia gamma di strumenti e soluzioni per gestire il processo di conversione dell’industria chimica a tecnologie a emissioni zero. Questi includono strumenti progettati appositamente per le applicazioni dell’idrogeno che tengono conto delle proprietà materiali delle molecole o delle condizioni di processo estreme. Endress+Hauser stabilisce anche dei parametri di riferimento nel campo dell’analisi ottica dei gas con sensori TDLAS, QF e Raman che aiutano gli utenti a determinare con precisione la composizione di gas, liquidi e solidi. l
Con i dispositivi Endress+Hauser è possibile catturare le emissioni di CO2, immagazzinarle e renderle utilizzabili per scopi industriali
Strumentazione RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 63 Giugno/Luglio 2023
Robot polivalente a sei assi
TX2-200 è progettato da Stäubli per una vasta gamma di applicazioni standard. È in grado di lavorare in condizioni ambientali diverse: dalle difficili a quelle che richiedono un’estrema pulizia.
TX2-200 è la nuova famiglia di robot Stäubli a 6 assi, nella classe carichi pesanti, che ha debuttato ufficialmente alla fiera Automatica di Monaco. Questo modello completa la serie TX2 nella fascia superiore. Grazie al design innovativo in termini di igiene, alle caratteristiche di sicurezza e alle qualità meccaniche, TX2-200 è un robot polivalente. Infatti, è in grado di distinguersi ed eccellere in condizioni ambientali che vanno da quelle difficili a quelle che richiedono estrema pulizia.
Peter Pühringer, direttore generale di Stäubli Robotics Bayreuth, in Germania, sottolinea le caratteristiche della nuova gamma di robot: “Con TX2200 i nostri progettisti hanno creato una macchina a sei assi che conserva la tradizione di superare in tutti gli aspetti il suo predecessore TX200, che era già uno dei migliori robot nella sua classe. Design igienico, precisione, sicurezza e dinamicità: questa macchina stabilisce nuovi standard in tutti i settori”.
Le caratteristiche di design più evidenti del modello che ad oggi è il più grande dei robot Stäubli sono le linee fluide e la compatibilità con le applicazioni in ambienti sterili. Non ci sono cavi o tubi esterni, poiché tutte le linee di alimentazione passano all’interno del robot. Inoltre, il telaio è sigillato secondo la norma di protezione IP65, in opzione c’è anche la possibilità di avere la protezione IP67 con unità di pressurizzazione. Le connessioni utente sono anche disponibili sotto la base del robot, opzione uscita vertica-
le, così da eliminare eventuali spazi morti. L’aumentata conformità igie nica, infine, soddisferà gli utenti in numerosi settori industriali.
Per applicazioni standard e ambienti sensibili
I recenti miglioramenti rendono TX2200 adatto per i compiti più impe gnativi nei settori delle scienze del la vita, alimentare, farmaceutico, fotovoltaico e per una serie di applicazioni nell’e-mobility. Le versioni speciali più conosciute della serie TX2, incluse le varianti HE, H1, UL, ESD, Cleanroom e Stericlean, saranno gradualmente rese disponibili anche per questo robot.
Grazie alla capacità di carico che può arrivare fino a 170 kg e un raggio d’azione di 2.209 mm, TX2-200 è una prima scelta per una vasta gamma di applicazioni standard. Ciò consente al robot di poter essere utilizzato per la manipolazione e la pallettizzazione di parti pesanti oppure come una macchina di lavorazione versatile e, allo stesso tempo, precisa. Le impressionanti dinamiche di TX2-200 garantiscono il rispetto dei tempi ciclo più brevi.
Sicurezza all’avanguardia
Un’altra caratteristica speciale del robot TX2-200 è la tecnologia avanzata di sicurezza che incorpora tutte le ultime funzioni “safety”. Queste ultime soddisfano i rigorosi requisiti del-
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te. TX2-200, quindi, può essere impiegato a vari livelli di collaborazione uomo-macchina senza la necessità di separare le aree di lavoro con barriere. Questo permette ai produttori di implementare concetti di produzione altamente efficienti senza restrizioni. TX2-200 offre un nuovo livello di sicurezza, flessibilità e facilità d’uso: caratteristiche che consentono un’integrazione ancora più veloce e semplice. Sono presenti delle novità anche dal lato controllore: CS9 HP con protezione IP54 è il 40% più piccolo rispetto alla versione precedente. L’impronta ridotta riduce i costi e garantisce flussi di lavoro sicuri e senza ostacoli nella produzione.
“Con TX2-200 abbiamo ancora una volta ampliato il nostro vantaggio tecnologico rispetto agli altri produttori di robot. Grazie alle sue avanzate funzioni di sicurezza, al design igienico e alle qualità meccaniche, questo robot a sei assi è un garante altamente versatile della produttività sia in ambienti classici che digitalmente interconnessi”, spiega Peter Pühringer.
64 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Robotica
Gestione completa del ciclo di vita
Corman – specializzata nella produzione e distribuzione globale di farmaci, dispositivi medici e prodotti per la cura personale –ha scelto Aras Innovator per gestire al meglio le attività di produzione, distribuzione e vendita.
“Siamo orgogliosi di accompagnare Corman in questo importante processo di implementazione della piattaforma per la gestione del ciclo di vita del prodotto”, ha dichiarato Luigi Salerno, Country Manager Aras Italia.“ Nel nuovo polo logistico e produttivo situato nel cuore del Parco Sud Milano, Corman pone innovazione e sostenibilità al centro della propria attività. L’azienda è cresciuta, sia a livello di numeri sia di complessità, in tempi molto rapidi ed era pertanto alla ri-
cerca di un sistema PLM che le potesse garantire una gestione più efficace di tutte le informazioni relative al ciclo di vita di un prodotto. La mole di dati per gestire i processi di produzione, infatti, era diventata troppo grande per lavorare con fogli Excel,
causando problemi di tempestività e organizzazione. La scelta è ricaduta su Aras in quanto sì è dimostrata l’azienda che più rispondesse alle proprie esigenze. L’interfaccia user-friendly e la sua estrema facilità di utilizzo sono stati altri fattori che hanno spinto Corman a dotarsi di Aras Innovator. Il progetto, che ha avuto inizio nei primi mesi del 2023, il cui termine è previsto entro luglio, è stato preceduto da uno studio di fattibilità che ha valutato le esigenze dell’azienda e l’adeguatezza della nuova soluzione PLM.
“Siamo entusiasti di utilizzare Aras per aumentare l’efficienza operativa, garantire una maggiore visibilità e controllo sui nostri prodotti e favorire l’innovazione continua”, dichiara Adriano Vitale, Responsabile R&D Prodotto e processo di Corman.
lizzati o addirittura inaccessibili provenienti da tutto l’impianto.
Emerson, player internazionale nei settori software e ingegneria, sta aiutando i produttori di processo a migliorare i livelli di prestazioni e sostenibilità abbattendo i silo di dati che complicano la trasformazione digitale delle strategie adottate per l’affidabilità e la manutenzione.
AMS Device Manager Data Server estende in modo sicuro i dati dei dispositivi intelligenti da campo ai sistemi esterni, per facilitare le attività dei team addetti ad affidabilità e manutenzione volte a capitalizzare ulteriormente i moderni software di analisi avanzata, garantendo un cambio di passo in termini di efficienza operativa e produzione intelligente. I produttori di processo si affidano da decenni ai software di gestione degli asset per distribuire e monitorare attentamente gli asset di produzione dell’impianto,
come la strumentazione di misura e di analisi, i controller digitali delle valvole, le gateway wireless e altri ancora, sia all’interno di un singolo impianto che in tutta l’azienda. Con l’evoluzione degli impianti, è cresciuto lo stack tecnologico per l’adozione di analisi, cronologie, machine learning e modellazioni avanzate per utilizzare al meglio e trarre vantaggio da set di dati, un tempo poco uti-
AMS Device Manager Data Server pubblica quasi istantaneamente i dati dei dispositivi intelligenti da campo a vantaggio delle soluzioni di analisi software industriali già utilizzate dai clienti, eliminando la necessità di complesse integrazioni di dati personalizzate e di procedure manuali che spesso causano risultati in ritardo e dati isolati. I dati vengono trasmessi tramite protocolli industriali sicuri.
“Per accelerare sostenibilità e
redditività, i produttori di oggi si stanno trasformando adottando tecniche di analisi, cercando di aggregare dati disparati e sottoutilizzati e di sfruttarli ulteriormente per produrre un impatto positivo sull’azienda”, ha dichiarato Erik Lindhjem, vicepresidente del business Reliability Solutions di Emerson. “AMS Device Manager Data Server rende disponibili, quasi in tempo reale, informazioni intelligenti sui dispositivi da campo, come parametri di configurazione, avvisi, dati di calibrazione e altro, per consentirne un utilizzo avanzato in altri software e applicazioni già in uso presso i clienti”. AMS Device Manager Data Server semplifica l’importazione di dati critici di dispositivi e valvole in strumenti e applicazioni di dashboarding comuni come Microsoft PowerBI, strumenti software Emerson come la piattaforma Plantweb™ Optics, Plantweb Insight, Aspen MTell® e AspenTech Inmation™, cronologie dell’impianto e altri.
Transizione digitale RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 65 Giugno/Luglio 2023
Più accessibilità ai dati dei dispositivi in campo
“L’imballaggio? Una scelta cruciale per la sostenibilità del pharma”
Lo strumento Aclar Impact Estimator di Honeywell calcola la potenziale riduzione della quantità di materiale di packaging, del peso, dei rifiuti e delle emissioni di anidride carbonica che si possono ottenere cambiando la tipologia di confezione. Ne parliamo con Jared O’Connell, general manager della divisione Healthcare Packaging.
a cura di Alessandro Bignami
Il settore farmaceutico ha le caratteristiche per guidare le iniziative di sostenibilità nella produzione industriale e di incoraggiare gli altri a seguirne l’esempio, soprattutto nell’ambito del confezionamento.
L’innovativo strumento Aclar Impact Estimator di Honeywell mostra il risparmio – in termini di riduzione di imballaggio, peso, scarti ed emissioni di CO2 – consentito dalle pellicole Aclar® di Honeywell, rispetto alle soluzioni a lamina formata a freddo
(CFF - Cold Form Foil).
Le pellicole Aclar sono una soluzione di confezionamento per blister che garantisce una protezione resistente a tassi di umidità molto elevati e offre un imballaggio per pillole più capiente rispetto alle soluzioni CFF tradizionali, ma anche con dimensioni, peso e sprechi ridotti. Il tutto senza compromettere la sicurezza e l’efficacia del medicinale all’interno. Questo permette anche una riduzione delle emissioni di carbonio durante il trasporto degli imballaggi, grazie alla riduzione del peso per lo stesso numero di pillole. Ne parla in antepri-
ma con ICF Jared O’Connell, general manager della divisione Healthcare Packaging di Honeywell.
In che modo lo strumento Aclar Impact Estimator può supportare le aziende farmaceutiche nei loro sforzi di sostenibilità ambientale?
“Strumenti come l’Aclar Impact Estimator di Honeywell possono essere d’aiuto alle aziende che hanno come obiettivo quello di essere ‘sustainable by design’, dimostrando l’impatto tangibile che la riduzione dei materiali per l’imballaggio può offrire in termini di diminuzione dei ri-
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Confezionamento
fiuti e dell’impronta di carbonio. Lo strumento evidenzia i risparmi derivanti dal passaggio ai materiali per il confezionamento Aclar, che costituiscono una soluzione moderna e affidabile sulla quale le aziende farmaceutiche fanno già affidamento. Aclar è una soluzione di confezionamento premium che agisce da barriera, pensata per proteggere i farmaci con un’alta sensibilità all’umidità. Le proprietà di laminazione e termoformatura di Aclar consentono di aumentare la quantità di pillole disponibili in una singola confezione, riducendone le dimensioni totali e quindi il materiale necessario per il confezionamento”.
In che modo l’industria farmaceutica può ridurre l’impatto ambientale attraverso la scelta degli imballaggi?
“Un aspetto che può avere un impatto significativo è la riduzione del packaging totale utilizzato. In questo modo non solo si riduce l’uso di imballaggio primario e secondario, ma viene ridotto anche il peso ambientale alla fine del ciclo di vita della confezione.
L’Aclar Impact Estimator di Honeywell consente ai fornitori di calcolare la potenziale riduzione della quantità di materiale di packaging, del peso, dei rifiuti e delle emissioni di anidride carbonica che possono ottenere cambiando la tipologia di imballaggio. Le riduzioni potenziali vengono generate in base a elementi personalizzabili, tra cui le dimensioni stimate delle capsule, le confezioni prodotte annualmente e il metodo di trasporto. I dati ricavati dallo strumento possono poi essere utilizzati separatamente per calcolare i potenziali risparmi sui costi, comprese le spese di magazzino e di trasporto, nonché gli investimenti. Lo strumento è stato certificato da un esperto in life cycle as-
sessment esterno ed è stato sviluppato utilizzando dati sul Total Cost of Ownership di Aclar, dati di mercato e dati forniti dai clienti sugli utilizzi reali di Aclar e della lamina formata a freddo”.
Quali sono le soluzioni proposte da Honeywell per perseguire l’obiettivo di un imballaggio farmaceutico meno impattante sull’ambiente?
“Il team Honeywell supporta da più di 50 anni l’industria farmaceutica con le pellicole Aclar. L’utilizzo di blister termoformati Aclar può ridurre le dimensioni della confezione e l’imballaggio secondario, in media del 50% rispetto allo stesso materiale confezionato con CFF (le riduzioni sono specifiche per ogni prodotto e si basano sul design del medicinale in forma orale solida e sul regime di dosaggio del prodotto). Grazie alla maggiore quantità di pillole per confezione, i fornitori che utilizzano Aclar possono ridurre l’utilizzo di materie prime e gli scarti, nonché il peso totale del packaging, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale legato al trasporto. L’impronta di carbonio del Portfolio Aclar è migliorata del 50% dal 2012. Honeywell ha in corso progetti per ridurre l’impronta di carbonio di un ulteriore 20% entro il 2025.
Honeywell si è di recente impegnata a raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio nelle proprie operazioni e strutture entro il 2035. Questo impegno si basa sui risultati ottenuti dall’azienda nel ridurre drasticamente l’intensità dei gas a effetto serra delle proprie operazioni e strutture, nonché sulla propria esperienza decennale nell’innovazione per aiutare i clienti a raggiungere i loro obiettivi ambientali e sociali.
Nel 2022 circa il 60% degli investimenti in ricerca e sviluppo per l’in-
troduzione di nuovi prodotti di Honeywell è stato destinato ad outcome ESG per i clienti”.
Quali sono le caratteristiche innovative delle pellicole Aclar e per quali applicazioni farmaceutiche sono soprattutto pensate?
“Aclar è una pellicola trasparente utilizzata nel packaging di blister monodose che protegge i prodotti farmaceutici dall’umidità, che può ridurne la shelf life. Aumentare la shelf life di un farmaco può incrementare la disponibilità del prodotto e ridurne gli sprechi. La produzione di blister in dosi unitarie è il nostro mercato principale, ma c’è un crescente interesse nell’uso di Aclar per il confezionamento primario e secondario dei dispositivi medici. Grazie ad una rete mondiale di ditte di trasformazione partner di Honeywell, la pellicola Aclar può essere laminata su una moltitudine di substrati, tra cui il polietilene tereftalato (PET) e il polipropilene (PP), che sono materiali privi di cloruro di polivinile (PVC). La pellicola Aclar è inoltre disponibile in molti spessori, offrendo la flessibilità necessaria per ottimizzare le proprietà di protezione dall’umidità e gestire il farmaco durante il suo ciclo di vita. La differenziazione dell’imballaggio è diventata uno strumento fondamentale per aumentare la quota e il valore del mercato farmaceutico. Aclar costituisce un benchmark per la protezione sicura e affidabile dei prodotti farmaceutici. La sua funzione è difficilmente sostituibile, soprattutto come soluzione sostenibile, dato che è la pellicola polimerica con la più alta barriera all’umidità al mondo e che utilizza la minor quantità di materiale nella confezione per proteggere i prodotti farmaceutici”. l
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Confezionamento
Jared O’Connell, general manager della divisione Healthcare Packaging di Honeywell
Le riforme della Commissione UE per ridisegnare il pharma
Le bozze di nuovi regolamenti pubblicate a fine aprile dalla Commissione europea ridefiniscono completamente il quadro di riferimento per lo sviluppo, produzione e commercializzazione dei prodotti medicinali e quello di aspetti importanti della protezione brevettuale, tra cui i certificati di protezione complementare e le licenze obbligatorie. Il cammino verso l’approvazione finale è ancora lungo e irto d’ostacoli, a giudicare dalle reazioni delle parti interessate.
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Approfondimenti
di Filippo Neri
Una Direttiva, un Regolamento e una Raccomandazione del Consiglio europeo sull’antimicrobico resistenza costituiscono il pacchetto di riforme della legislazione europea in tema di farmaci presentato dalla Commissione europea lo scorso 26 aprile: una proposta che va a ridefinire, tra le altre cose, i riferimenti per lo sviluppo regolatorio e il regime degli incentivi per le aziende. Solo un giorno dopo, è stato annunciato anche il pacchetto di riforme della legislazione sulla proprietà intellettuale (IP), che comprende tre regolamenti mirati, in modo specifico, ai certificati di protezione complementare (SPC) per farmaci e prodotti per la protezione delle piante, alle licenze volontarie in caso di emergenze sanitarie e agli standard essential patents (SEP).
Già solo menzionando a grandi linee i temi generali delle riforme, è facile capire la stretta interconnessione tra i due pacchetti; basti pensare che la proposta di revisione della
legislazione farmaceutica ridefinisce al suo interno la durata della protezione regolatoria dei dati, a cui si sommano anche incentivi IP dedicati ad aree particolari e i nuovi voucher di esclusività trasferibili pensati per favorire lo sviluppo di nuovi prodotti antimicrobici.
Il percorso per giungere all’approvazione finale dei due pacchetti di riforme è ancora lungo, dovendo passare il vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio; su di esso incombono non solo i commenti spesso critici arrivati da associazioni industriali e gruppi di paesi membri, ma anche il rinnovo del Parlamento europeo previsto per la primavera 2024, che potrebbe decretare uno stop alla procedura qualora l’approvazione ad opera dei parlamentari in scadenza non giungesse in tempo. Che la messa a punto della proposta di revisione della legislazione farmaceutica abbia richiesto un attento bilanciamento dei diversi interessi in gioco è testimoniato anche dai due rinvii della sua pubblicazione da parte della Commissione UE, il primo a dicembre 2022,
il secondo a marzo di quest’anno. Riassumere in poche pagine tutti i contenuti proposti dalla Commissione è compito arduo. Ci focalizzeremo, quindi, sugli aspetti fondamentali dei due pacchetti e sulle reazioni suscitate tra le principali parti interessate.
Nuovi incentivi per la protezione dei dati Uno degli aspetti principali delle proposte in campo farmaceutico è la completa ridefinizione dei periodi di esclusività dei dati concessi alle imprese innovator a copertura degli sforzi compiuti per la ricerca e lo sviluppo dei nuovi prodotti che si affacciano sul mercato. Se, da un lato, la proposta riduce la durata standard della protezione regolatoria a un totale di otto anni (sei anni di protezione dei dati e due di protezione del mercato), dall’altro l’ampia gamma d’incentivi previsti permetterebbe di prolungare tale durata fino a un massimo di dodici anni. Incentivi che premiano soprattutto le imprese impegnate nel raggiungimento di un altro degli obiettivi fondamentali della riforma, la creazione di un mercato farmaceutico unico europeo. Sono, infatti, due gli anni di estensione della protezione per le aziende che lancino un nuovo prodotto in contemporanea su tutti i mercati UE. Questa misura è volta a superare l’attuale frammentazione, in cui spesso le aziende produttrici scelgono di lanciare i prodotti solo nei mercati più redditizi, e che è anche in parte determinata da tempi molto diversi tra i diversi paesi nell’esecuzione delle procedure di prezzo e rimborso.
Il nuovo quadro d’incentivi premia anche lo sviluppo di nuove indicazioni per malattie diverse (un anno di estensione della protezione per il prodotto oggetto di repurposing), la
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2023 Approfondimenti
Giugno/Luglio
Lo sviluppo di prodotti per bisogni medici insoddisfatti potrebbe beneficiare di percorsi mirati di early scientific advice.
Un altro elemento di semplificazione è rappresentato dalla possibile abolizione, per molti prodotti, del rinnovo dell’AIC, che diverrebbe così permanente
ricerca nel campo dei bisogni medici insoddisfatti e l’esecuzione di studi clinici comparativi rispetto a un prodotto già sul mercato per il trattamento della medesima patologia (sei mesi ciascuna). Lo sviluppo dei prodotti dedicati alle malattie rare potrebbe godere, secondo la proposta, di una tutela più lunga (nove anni), a cui anche in questo caso si andrebbero ad aggiungere vari incentivi. Un ambito di grande attenzione, nella proposta della Commissione, è quello della lotta all’antibiotico resistenza, finalizzato anche a migliorare l’impatto ambientale dello sviluppo di questo tipo di prodotti. Gli incentivi mirati previsti a riguardo prendono la forma dei voucher di esclusività trasferibile dei dati, che estendono la protezione di un anno. In questo caso, le aziende sarebbero libere di scegliere a quale prodotto del loro portfolio applicare tale estensione, o anche di cedere dietro compenso il voucher a un’altra società. Il dibattito su questo tipo d’intervento è stato molto ampio e non mancano le critiche di chi giudica i voucher troppo impattanti per i costi che dovrebbero essere sostenuti dai servizi sanitari. Proprio per limitare tale impatto, la Commissione UE ha previsto di concedere al massimo una decina di voucher in un periodo di quindici anni. Tra le altre misure previste in tema di sostenibilità ambientale delle produzioni farmaceutiche, si punta a rinforzare lo strumento della valu-
tazione del rischio ambientale che, qualora il pacchetto di riforme fosse approvato, diventerebbe applicabile indistintamente a tutti i medicinali (compresi quelli già in commercio).
Lo sviluppo dei farmaci generici dovrebbe venir facilitato dall’estensione delle possibilità di applicazione della cosiddetta “eccezione Bolar”, secondo cui certe attività svolte dai produttori di generici e biosimilari prima della scadenza dei brevetti o degli SPC e finalizzate allo sviluppo dei prodotti per il lancio dal day-1 non sono considerate causa di infrazione brevettuale. L’applicazione dell’eccezione Bolar dovrebbe venire anche armonizzata a livello UE. Sempre nel campo dei farmaci generici e biosimilari, la proposta prevede una semplificazione delle procedure regolatorie per l’approvazione di questa tipologia di prodotti; ad esempio, non dovrebbe più venire richiesto il piano di gestione del rischio, e anche l’intercambiabilità dei biosimilari con il prodotto originator dovrebbe venire meglio riconosciuta
sulla base delle evidenze scientifiche disponibili.
I punti principali in campo produttivo Rimanendo nell’ottica green, le proposte della Commissione UE pongono anche grande attenzione all’adozione di tecnologie di produzione sempre più pulite e in grado di ridurre il rilascio nell’ambiente, anche involontario, dei medicinali e delle altre sostanze usate per la loro produzione.
I requisiti per la nomina della Qualified person sono diventati oggetto di un’Annex specifico della proposta di Direttiva 2023/132 (Annex III).
L’esperienza pratica richiesta è di almeno due anni, la formazione accademica dovrebbe essere di almeno quattro anni (l’Annex dettaglia anche i corsi di base richiesti per la validità del curricolo di studi).
Nel caso di farmaci importati da paesi extra-UE, è stato previsto che le autorità competenti degli stati membri possano derogare ai requisiti richiesti dall’art. 158 in merito di
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“written confirmation” per un periodo non superiore alla durata di validità del certificato GMP relativo ai prodotti importati, purché lo stesso sia conforme ai requisiti dell’art. 188(3) e il sito produttivo nel paese terzo sia stato ispezionato dall’autorità di un paese membro e trovato conforme ai principi GMP descritti nell’art. 160. L’articolo 188 rende possibile per le autorità competenti condurre ispezioni da remoto, ove giustificato.
Una clausola delle premesse (104) rende possibile utilizzare nella formulazione dei medicinali anche coloranti diversi da quelli approvati ai sensi della Direttiva 2009/35/EC e del Regolamento (EC) 1333/2008 sugli additivi alimentari; tale utilizzo dovrebbe, però, essere soggetto al fatto che i coloranti utilizzati entrino a far parte della valutazione del profilo rischio-beneficio del medicinale, secondo la normativa sui prodotti medicinali.
Maggiore flessibilità regolatoria
Far arrivare più velocemente a mercato i nuovi prodotti medicinali è l’obiettivo principale delle misure in campo regolatorio. I tempi di valutazione delle procedure centralizzate da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (che dovrebbe vedere una riconfigurazione dei suoi Comitati) dovrebbero ridursi a un massimo di 180 giorni (dagli attuali 210), con possibilità di ulteriore velocizzazione in caso di emergenze sanitarie (150 giorni).
Tale obiettivo potrà essere perseguito, secondo la Commissione, anche grazie all’adozione di strumenti di flessibilità regolatoria già testati nel corso della pandemia, come le rolling review o le autorizzazioni AIC temporanee di emergenza. Lo sviluppo di prodotti per bisogni medici insoddisfatti potrebbe beneficiare di per-
Le proposte dei due pacchetti legislativi hanno trovato reazioni miste tra le associazioni industriali del mondo farmaceutico. Se, da un lato, le imprese innovator hanno visto accolta la richiesta dei voucher di esclusività trasferibile per lo sviluppo di nuovi antimicrobici, dall’altro la riduzione del periodo di protezione regolatoria dei dati ha sollevato non poche critiche. La proposta, secondo la Federazione europea delle associazioni industriali farmaceutiche (EFPIA), metterebbe a rischio il futuro della ricerca e sviluppo in Europa; l’obiettivo di un mercato unico supportato dai due anni extra d’incentivo per le aziende che lancino in contemporanea in tutti i mercati UE sarebbe, inoltre, un obiettivo irrealizzabile. EFPIA ha subito avviato una campagna di comunicazione dal suo sito, in cui viene ripetutamente sottolineato il rischio che potrebbe derivare per l’intera competitività e attrattività del comparto farmaceutico europeo. Un timore analogo è stato segnalato anche da EuropaBio, l’associazione rappresentativa dell’industria biotech e delle terapie avanzate. Sul fronte della seconda proposta, EFPIA ha accolto positivamente la proposta di armonizzazione del sistema degli SCP; è, invece, nettamente contraria a quella sulle licenze obbligatorie, che secondo la rappresentanza industriale a differenza delle licenze volontarie non permetterebbero alle aziende di scegliere i partner di produzione e distribuzione ritenuti più affidabili. Il mondo dei produttori di farmaci generici e biosimilari, rappresentato a livello europeo da Medicines for Europe, ha invece ben accolto il quadro proposto per gli incentivi e l’intenzione della Commissione di porre un freno alle pratiche di continua estensione della protezione brevettuale. Medicines for Europe sottolinea come gli attuali otto anni di protezione rappresentino il periodo più lungo a livello mondiale. Per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi antimicrobici, la preferenza va in questo caso ai fondi di ricerca rispetto alla proposta di voucher trasferibili. Medicines for Europe sottolinea anche la mancanza di una strategia industriale europea volta a rafforzare il ruolo dei medicinali fuori brevetto e a migliorare l’autonomia europea nel campo della salute.
Molto più sfumata la posizione dell’associazione dei genericisti sulle licenze obbligatorie, per le quali è disponibile a collaborare con le autorità europee, pur ritenendo le licenze volontarie importanti nella gestione delle crisi sanitarie. Positivo anche il giudizio complessivo sulla proposta di riforma del sistema SPC, pur con la sottolineatura della necessità di maggiore trasparenza sulle procedure di concessione dei certificati.
(fonti: EFPIA, Medicines for Europe, EuropaBio)
corsi mirati di early scientific advice (un pilota in tal senso è stato appena lanciato da EMA). Anche le regulatory sandboxes dovrebbero continuare a permettere di sperimentare, anche sul piano regolatorio, approcci particolarmente innovativi. Un altro elemento di semplificazione è rappresentato dalla possibile abo-
lizione, per molti prodotti, del rinnovo dell’autorizzazione AIC, che diverrebbe così permanente. I dati sono sempre più destinati a svolgere un ruolo chiave lungo tutto il ciclo di vita dei medicinali, compresi gli studi clinici, che potrebbero basarsi in futuro sempre più sulla raccolta di dati real-world.
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Non tutte positive le reazioni delle associazioni industriali
La proposta della Commissione UE affronta anche il tema sempre più critico delle carenze di farmaci. Da un lato, le autorità regolatorie europee dovrebbero creare una lista di medicinali critici per supportare l’individuazione delle vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento e monitorare le situazioni di carenza, dall’altro le aziende produttrici sarebbero chiamate a emettere avvisi precoci su ritiri dal mercato o situazioni di carenza, associati a piani di prevenzione.
Le proposte sulla proprietà intellettuale Strettamente correlata, e complementare, alle proposte sugli incentivi viste sopra è quella sui certificati di protezione complementare (SPC), contenuta nel pacchetto sulla proprietà intellettuale. L’obiettivo è creare un SPC unitario, che vada a completare il quadro del brevetto unitario europeo entrato in vigore il 1° giugno 2023. L’SPC unitario verrebbe concesso da parte dell’Ufficio europeo per la protezione della proprietà intellettuale (EUIPO), su richiesta dell’azienda che depositi la domanda di valutazione centralizzata. Domanda che, nelle intenzioni della Commissione, dovrebbe aiutare a superare l’attuale frammentazione attivando una procedura centralizzata che porterebbe alla concessione degli SPC nazionali per i paesi designati nella domanda più, appunto, l’eventuale SPC unitario. In tal modo, prevede la Commissione, dovrebbero diminuire di molto anche le tariffe dovute dalle aziende.
Le piccole e medie imprese dovrebbero essere facilitate nel depositare le proprie osservazioni nel corso della procedura di valutazione centralizzata o nell’esercitare opposizione a un SPC unitario.
Una volta concessi, questi ultimi do-
vrebbero entrare a far parte di una banca dati centralizzata, a garanzia di trasparenza sull’intero processo.
Le infrazioni degli SPC unitari sarebbero giudicate dalla nuova Corte unificata dei brevetti (UPC), responsabile anche dei giudizi sui brevetti unitari e che è pienamente attiva dal 1° giugno.
Altro tema caldo affrontato dalla proposta di riforma della legislazione IP è quello delle licenze obbligatorie sui farmaci necessari ad affrontare situazioni di emergenza di sanità pubblica. La Commissione ha così inteso affrontare le difficoltà spesso osservate, anche nel corso del periodo pandemico, nel chiudere accordi volontari di licenza con le aziende produttrici dei medicinali e dei vaccini necessari a contrastare il diffondersi della situazione di crisi sanitaria. Anche in questo caso, un obiet-
tivo primario delle misure proposte è superare la frammentazione regolamentare tra i diversi paesi membri; lo strumento delle licenze obbligatorie non potrebbe, comunque, venire adoperato in assenza di attivazione a livello UE di altri strumenti centralizzati per la gestione delle crisi (dettagliati nell’Annex del regolamento), andando così a rappresentare un meccanismo di “ultima risorsa”. Ove attivato, le negoziazioni per la concessione della licenza obbligatoria sarebbero condotte in modo centralizzato a livello europeo evitando, secondo la Commissione, le quattro-cinque procedure che potrebbero essere altrimenti necessarie per ogni giurisdizione (con risparmio del 7580% delle risorse). La procedura di concessione delle licenze obbligatorie è dettagliata dall’art.7 della proposta di regolamento.
Approfondimenti 72 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Il rinnovo del Parlamento europeo, previsto per la primavera 2024, potrebbe decretare uno stop all’iter delle riforme qualora l’approvazione non giungesse in tempo ad opera dei parlamentari in scadenza
La proposta prevede anche che i titolari dei brevetti ricevano appropriata remunerazione per le licenze obbligatorie concesse.
I criteri da utilizzare da parte della Commissione per determinare tale remunerazione sono descritti all’art. 9; essa, in particolare, non potrebbe superare il 4% del fatturato lordo generato dal licenziatario, che dovrebbe essere persona qualificata in grado di produrre in modo adeguato il prodotto necessario per la gestione della crisi.
Nel negoziare le licenze obbligatorie, la Commissione dovrebbe tener conto del valore economico delle attività rilevanti autorizzate all’interno della specifica licenza, il grado di ammortamento dei costi di sviluppo già raggiunto dai detentori dei diritti IP, il fatto che gli stessi abbiano ricevuto un supporto pubblico per lo sviluppo dell’invenzione e le eventuali circostanze umanitarie alla base della concessione della licenza obbligatoria.
L’ultima proposta di regolamento in tema di proprietà individuale riguarda i cosiddetti standard essential patent (SEP): si tratta di quei brevetti che proteggono tecnologie indispensabili per l’implementazione di standard tecnici adottati da organizzazioni ufficiali di standardizzazione. Si tratta tipicamente dei brevetti nel campo dei sistemi di telecomunicazione, per i quali i rispettivi titolari sono spesso chiamati a concedere licenze agli implementatori impegnati nello sviluppo di particolari tecnologie che devono rispondere ai requisiti di standard tecnici ufficiali. I brevetti SEP sono fondamentali per garantire l’interoperabilità dei dati; potrebbe essere il caso, ad esempio, della raccolta e trasmissione di dati real-time da remoto generati dal paziente diabetico che mi -
Come affrontare le carenze di medicinali
Molte sono state le voci che si sono alzate sul tema delle carenze di farmaci, dopo la pubblicazione della proposta di revisione legislativa della Commissione UE. Medicines for Europe, in rappresentanza dei produttori di generici e biosimilari, ha segnalato la scomparsa nell’ultimo decennio di un quarto circa di tutti medicinali generici, con punte che arrivano al 33% per gli antibiotici e al 40% per alcuni antitumorali. Il problema presenta molte criticità anche dal punto di vista dei possibili fornitori, che sarebbero limitati a uno-due per ogni prodotto. Diverse le richieste sia ai legislatori nazionali che europei, volte a facilitare la presenza di un maggior numero di aziende sul mercato. Tra i punti principali, la richiesta di gare di appalto multi-vincitore e multi-criterio, che non siano più basate sul prezzo più basso come unico elemento di valutazione, e il supporto a produzioni localizzate sul suolo europeo.
La sicurezza delle forniture di medicinali è stata affrontata anche da un “non-paper” sottoscritto da diciannove diversi stati membri dell’UE e pubblicato da Politico. Il documento è stato commentato positivamente anche da EFPIA. Tra i temi sottolineati dal documento, il consolidamento delle produzioni di molti principi attivi, che vedono i pochi produttori certificati localizzati per lo più in Cina. Tre le proposte avanzate per rafforzare in modo ancor più drastico la sicurezza degli approvvigionamenti UE. In primo luogo, un meccanismo volontario di solidarietà all’interno dell’Executive Steering Group on Shortages of Medicines Caused by Major Events (MSSG), che permetterebbe, secondo i paesi firmatari, di agire in modo temporaneo e come strumento di ultima istanza per alleviare le situazioni acute di carenza nei diversi paesi. Il documento supporta anche la creazione della lista di medicinali critici, di cui tenere sotto costante monitoraggio la fornitura, produzione e catena del valore. Infine, valutare la possibilità di una legislazione apposita (“Critical Medicines Act”) a tutela dei medicinali critici e delle sostanze necessarie alla loro fabbricazione, in particolare per quanto riguarda i prodotti approvvigionati solo da pochi fornitori o paesi.
(fonti: EFPIA, Medicines for Europe, Politico)
suri la glicemia e assuma le dosi d’insulina attraverso uno strumento di ultima generazione, in grado di trasmettere i dati ai sanitari attraverso una connessione alla rete internet o telefonica. Anche in questo caso, come per le licenze obbligatorie, la Commissione punta a migliorare l’attuale schema Frand (fair, reasonable and non-discriminatory) che regola la remunerazione che deve essere riconosciuta ai titolari dei brevetti SEP da parte di chi voglia avere accesso ai brevetti che tutelano le tecnologie, in particolare per
quanto riguarda il livello massimo di royalties applicabili. La proposta prevede anche la creazione di un registro centralizzato e di una banca dati elettronica contenente le informazioni sui SEP vigenti nell’UE, sugli standard rilevanti, i prodotti e i processi, oltre ai termini e condizioni Frand. È previsto anche un meccanismo extra-giudiziario di risoluzione delle dispute sui termini delle licenze. L’intero processo dovrebbe venire anche in questo caso gestito da un “Centro di competenza” di nuova creazione all’interno dell’Euipo.
Approfondimenti RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 73 Giugno/Luglio 2023
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Impianti per vaccini: una crescita consolidata e non solo per il Covid
Da un decennio le tecnologie per la produzione di vaccini sono caratterizzate da un tasso di incremento medio del 4,2%, che si prevede salirà al 7,6% nei prossimi anni. Fattori trainanti sono la diffusione delle malattie infettive e lo sviluppo di nuovi prodotti da parte della ricerca farmaceutica.
di Giuseppe Tamburini
Il mercato mondiale degli impianti per la produzione di vaccini nel 2021 è stato di 7 miliardi di dollari, con un tasso di crescita del 4,2% medio annuo nell’arco dell’ultimo decennio (figura 1).
Il fattore di traino del mercato è stato la crescente diffusione di malattie infettive che possono essere prevenute tramite la vaccinazione; si è assistito, nel corso degli anni, ad un crescente sforzo, da parte delle Autorità Sanitarie di tutti i paesi, per sviluppare nuovi trattamenti vaccinali, fornendo supporti finanzia-
ri alle società produttrici di vaccini per attivare progetti di Ricerca & Sviluppo nel settore. A partire dal 1970 sono state scoperte circa 40 malattie infettive, tra cui SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), MERS (Sindrome Respiratoria Mediorientale), ebola, influenza aviaria, chikungunya, influenza suina, Zika, e, ul-
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Approfondimenti
Figura 1 - Mercato mondiale degli impianti per vaccini: 2011 - 2021
timamente, il Covid19, causato da una nuova forma di coronavirus, SARS-COV-2. Attualmente l’Asia-Pacifico è il maggior mercato mondiale degli impianti per vaccini, seguita dall’Europa (tabella 1).
Il mercato statunitense è un mercato molto ben consolidato, soprattutto sotto il profilo tecnologico: gli USA, pur producendo soprattutto per il proprio mercato interno, hanno una buona quota di esportazione soprattutto verso i paesi ad alto reddito; le esportazioni superano le importazioni.
In America Latina i paesi maggiori produttori di vaccini sono Brasile, Messico e Cuba; comunque nessun paese latino-
americano ha una produzione di vaccini superiore al milione di kg.
In Europa i paesi maggiori produttori di vaccini, almeno prima del Covid19, erano Belgio, Olanda, Germania, Regno Unito, Svizzera: altri paesi produttori sono Danimarca, Francia, Italia, Bulgaria, Svezia, Serbia.
Nella CSI l’unico produttore di vaccini è la Russia.
In Asia-Pacifico il paese maggior produttore di vaccini è l’India, seguita a breve distanza dalla Cina (tabella 2).
Nell’area africana/medio-orientale i paesi maggiori produttori di vaccini sono Iran e Sud Africa.
Fino a prima del Covid19 dati ufficiali sulla produzione effettiva di vaccini non erano disponibili; in ogni caso il mercato mondiale era, e continua ad essere, suddiviso in 2 sfere: i paesi ricchi sono forniti di vaccini da Europa ed USA; l’Europa esporta più degli USA, mentre l’India è il maggior produttore di vaccini per i paesi a basso reddito; la Cina produce quasi esclusivamente per il proprio fabbisogno interno. Con l’avvento del Covid19 gli equilibri di produzione non sono cambiati in maniera sostanziale, ma piuttosto modificati. La Cina è divenuto il maggior produttore di vaccini anti Covid19 per i paesi a basso reddito,
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Tabella 1 - Mercato mondiale degli impianti per vaccini per area geografica: anno 2021(1)
Area geografica Milioni $ Nord America, di cui 660 . USA 590 . Canada 70 America Latina 120 UE + Regno Unito + Svizzera 1.980 CSI 150 Asia – Pacifico 3.950 Africa – Medio Oriente 140 Totale mondo 7.000
(1) Dati ante COVID - 19
Fonte:analisi incrociata produttori di vaccini – produttori di impianti
Approfondimenti
Fonte: analisi incrociata produttori di vaccini – produttori di impianti
Tabella 2 - Mercato degli impianti per vaccini in Asia - Pacifico: anno 2021
mentre l’India ha esplicitamente dichia rato che la sua priorità è stata servire la propria popolazione. In tale contesto, con la sua elevata capacità produttiva, la UE ha giocato un ruolo di primo pia no come fornitore globale di vaccini an ti Covid19. La UE, prima della pandemia, ignorando l’intra-trading, era il maggior esportatore al mondo di vaccini, sia in termini di volume (44% dell’export totale), sia, e ancor di più, in termini di valore (60,3%). La quota più elevata in termini di valore rispetto alla quota in volume sta ad indicare che la UE esporta soprattutto verso i paesi ricchi, dove può spuntare prezzi più elevati. Mentre la UE fornisce il 60% dei vaccini importati dai paesi ricchi, fornisce soltanto il 12% dei vaccini importati dai paesi a basso reddito; USA e Regno Unito sono le due principali destinazioni delle esportazioni di vaccini dalla UE. Presi insieme, i paesi a basso reddito rappre-
sentavano solo l’1,2% del fatturato UE di vaccini, ma assorbivano il 3,9% dei volumi esportati dalla UE. In termini di rapporto export/produzione, la Corea del Sud era, per lo meno prima della pandemia, il secondo paese dopo la UE, ma con capacità di produzione molto più basse. Con una quota del 22%, gli USA erano il secondo esportatore al mondo di vaccini in termini di valore (il secondo in termini di volumi era l’India), anche se con volumi di esportazione circa un terzo di quelli UE. Ma, analogamente alla UE, gli USA prima (e dopo) il Covid19,
esportavano soprattutto verso i paesi ad alto reddito; gli USA infatti rappresentavano solo il 2% dei volumi di vaccini importati nei paesi a basso reddito. Una situazione esattamente opposta è rappresentata dall’India; pur essendo il secondo esportatore al mondo di vaccini in termini di volume (24,7% dell’export totale), rappresentava però solo poco più del 2% dell’export totale di vaccini in termini di valore. Questa forte discrepanza è dovuta al fatto che l’India esportava virtualmente solo verso i paesi a basso reddito; infatti circa l’80% in volume
Approfondimenti
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Paese Milioni $ India 1.845 Cina 1.450 Indonesia 215 Giappone 130 Sud Corea 120 Altri paesi 190 Totale Asia - Pacifico 3.950 Fonte:analisi
incrociata produttori di vaccini – produttori di impianti
Figura 3 - Mercato degli impianti per vaccini in Asia - Pacifico per paese
Anti
Figura 4 - Produzione mondiale di vaccini anti - COVID 19 per paese (in %) al 21 marzo 2021 Paese Milioni dosi Cina 141,6 USA 103,0 Belgio Germania 70,5 India 42,4 Regno Unito 12,2 Olanda Belgio 10,5 Russia 10,5 Svizzera 5,5 Sud Corea 1,6 Brasile 0,2 Sud Africa 0,16 Totale 413 Fonte: industria dei vaccini
Tabella 3 – Produzione mondiale di vaccini
- COVID 19 al 21 marzo 2021
dei vaccini importati da questi paesi proveniva dall’India.
Tutto ciò sta ancora a dimostrare che i paesi ricchi (USA, UE) vendono i vaccini da loro prodotti ai paesi ad alto reddito, mentre l’India fornisce vaccini ai paesi a basso reddito (e anche la Cina, sebbene in minor misura rispetto all’India). Questa differenza delle destinazioni di vendita comporta anche differenti tecnologie di produzione dei vaccini: impianti più sofisticati e a maggior contenuto di know-how in USA e UE, impianti meno sofisticati e a minor contenuto tecnologico nei paesi in via di sviluppo. Le società maggiori produttrici di vaccini (quattro società detengono una quota di circa il 90% del mercato mondiale) licenziano i loro brevetti nei paesi a basso reddito per produrre e vendere vaccini in questi paesi, riservando per i paesi ad alto reddito la produzione da essi realizzata in questi paesi, o tramite accordi di licensing sempre con nazioni ad alto reddito. Il Serum Institute in India gioca un ruolo importante come concessionario di licenze, fornendo vaccini ai paesi a basso reddito.
Il Covid19 e l’evoluzione
del mercato degli impianti
A partire da fine 2020 diversi paesi si sono attrezzati per produrre vaccini anti-Covid: al 3 marzo 2021 erano già stati prodotti 413 milioni di dosi di vaccini
anti-Covid19, di cui la maggior parte prodotti in Cina e USA (tabella 3).
La produzione di vaccini anti-Covid19 continuerà a crescere nei prossimi anni; si prevede che entro il 2025 si arriverà ad una spesa globale per vaccinazione anti-Covid19 di 157 miliardi di euro. Oltre all’installazione di nuovi impianti, alcuni impianti esistenti che producevano altri tipi di vaccini o di farmaci saranno adattati alla produzione di vaccini anti-Covid19.
All’inizio del Covid19 non era ancora chiaro quanto la capacità esistente di produzione dei vaccini potesse essere rapidamente attivata per la produzione di vaccini contro la malattia, in particolare per quanto concerne l’innovativa tecnologia mRNA. Comunque sia, i paesi maggiori produttori di vaccini prima della pandemia (Cina, USA, Europa, India) restano tali anche dopo lo scoppio della pandemia, ma è cambiata la graduatoria come capacità di produzione. Un cambiamento significativo, ad esempio, può essere osservato per la Cina, che prima esportava pochi vaccini, e poi è diventata il maggior esportatore di vaccini contro il Covid19 (verso i paesi poveri); i vaccini prodotti dalla Cina sono esportati soprattutto verso l’Asia centromeridionale, il Sud America e il Nord Africa. Gli USA devono ancora organizzarsi per esportare vaccini in maniera significativa, in quanto hanno preferito dare la priorità alla vaccina-
Tabella 4 - Previsioni di evoluzione del mercato mondiale degli impianti per la produzione di vaccini: 2021 - 2025 (1)
(1) Tutti i dati sono a $ costante 2021
(2) IMA% = Incremento medio annuo percentuale 2021 - 2025 Fonte; consensus produttori di impianti - produttori
zione della propria popolazione. L’India, che prima della pandemia era il primo paese esportatore di vaccini verso i paesi a basso reddito, sta rivedendo le sue strategie di esportazione, dando la priorità ad utilizzare la propria capacità produttiva soprattutto per soddisfare il proprio fabbisogno interno.
La Russia ha attivato i suoi impianti per produrre il vaccino a vettore virale Sputnik V, che pure esporta, ma che ha un ruolo secondario nel contesto generale in termini di volumi prodotti. Nel complesso i fatti dimostrano che i paesi ad alto reddito (USA, Europa) anche nel periodo della pandemia hanno continuato a produrre per i paesi ricchi (gli USA soprattutto per il proprio fabbisogno interno). Nel periodo della pandemia l’India ha iniziato a subire la concorrenza come principale esportatore verso i paesi a basso reddito, concorrenza soprattutto da parte della Cina, e, in minor misura, dalla Russia.
Dopo la comparsa della pandemia da Covid19, il problema che si è posto è come aumentare i volumi di vaccini anti-Covid19 disponibili nel mondo, e, in particolare, per i paesi a basso reddito. Fino a questo momento infatti i paesi a basso reddito avevano fatto affidamento sull’ India per la fornitura di vaccini; ma d’ora in avanti altri paesi potrebbero far concorrenza all’ India. Per esempio, la Cina sta aumentando notevolmente le proprie
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Area geografica Milioni $ IMA% (2) 2021 2025 Nord America 660 870 + 7,2 America Latina 120 140 + 3,9 Europa 1.980 2.615 + 7,2 CSI 150 170 + 3,2 India 1.845 2.575 + 8,7 Cina 1.450 1.995 + 8,3 Resto Asia – Pacifico 655 825 + 5,9 Africa – Medio Oriente 140 190 + 7,9 Totale mondo 7.000 9.380 + 7,6
di vaccini
Approfondimenti
L’Italia ha accelerato sulla produzione domestica di vaccini e punta a diventare un hub pubblicoprivato per il loro sviluppo e lavorazione
capacità produttive, ed ora esporta in grande quantità verso i paesi a basso reddito. D’altro canto gli USA, quand’anche rivedessero le loro politiche e decidessero di esportare di più, non hanno le capacità sufficienti. Nonostante le deroghe ai brevetti per aumentare la produzione nei paesi a basso reddito, non è chiaro se tale politica sortirà effetti a breve termine, anche in considerazione dell’attualmente ancora limitata esperienza nei vaccini mRNA, che rende ancor più difficili accordi di licensing. Ed anche per i vaccini basati sulle tradizionali tecnologie a vaccino inattivato o a vettore virale occorrono accordi per il trasferimento del know-how produttivo. Oltre a tutto l’Europa è vincolata da accordi intra-trading EU o esportazione verso altri paesi ricchi. Nel medio termine risultano essenziali accordi di partnership coi paesi emergenti. A questo proposito assume un ruolo particolarmente importante l’iniziativa UE di supportare una nuova produzione di vaccini anti-Covid19 in Africa, compresi i vaccini a tecnologia mRNA.
Nuovi impianti di produzione di vaccini sono previsti un po’ in diversi paesi del mondo: si citano di seguito, a titolo di esempio, alcuni progetti annunciati, senza la pretesa di voler essere esaustivi:
• dopo Catalent, che ha da tempo avviato il processo di infialamento per AstraZeneca, ad Anagni Scoppito la società multinazionale Sanofi GSK ha iniziato a produrre vaccini a base proteica, efficaci come gli altri vaccini. L’Italia è ritenuta attrattiva per l’industrializzazione di nuovi farmaci in numerose aree terapeutiche: dall’oncologia alla sclerosi multipla;
• pur rifiutando la richiesta dei governi africani di condividere i brevetti, la UE nel febbraio 2022 ha confermato che intende investire circa 150 miliardi di euro per la produzione di vaccini anti-Covid19 in Africa. I sei paesi che potranno produrre vaccini messi a punto dalla tedesco-americana Pfizer BioNTech e dall’ americana Moderna sono: Sud
Africa, Egitto, Tunisia, Nigeria, Kenya e Senegal. I nuovi impianti, che saranno a regime nei prossimi anni, potranno produrre, oltre ai vaccini anti-Covid19, anche altri farmaci, quali i vaccini contro alcune malattie cancerogene, la tubercolosi o il paludismo;
• ulteriori espansioni della capacità produttiva sono previste in Marocco, e nei Paesi Arabi del Golfo;
• a fine 2021 Moderna ha annunciato un accordo preliminare col governo australiano per costruire uno stabilimento di produzione di vaccini mRNA in Australia; l’impianto a regime produrrà milioni di vaccini contro virus respiratori, compreso Covid19, influenza stagionale, RSV (Respiratory Synctial Virus) ed altre patologie respiratorie; l’impianto sarà operativo entro la fine 2024;
• nel 2021 Moderna ha annunciato un accordo col governo canadese per costruire uno stabilimento per vaccini a tecnologia mRNA in Canada; e altri progetti di collaborazione potenziale sono in via di sviluppo;
• a Leiden, nei Paesi Bassi, la società Halix ha creato un nuovo sito per la produzione di principi attivi per vaccini anti Covid19;
• in Germania, nei primi mesi 2022, è arrivato un nuovo vaccino contro il Covid19 a base di proteine, paragonabile ai normali vaccini antinfluenzali; il vaccino è stato sviluppato dalla statunitense Novavax. L’ordine totale del governo tedesco per l’anno 2022 è stato di 34 milioni di dosi. Il prodotto è già stato utilizzato in Indonesia e nelle Filippine, e nel dicembre 2021 è stato consentito l’uso nella UE.
Nell’ambito del suo programma COVAX, la Unicef stima che la produzione totale di vaccini anti-Covid19 sia destinata a crescere fino a 40 miliardi di dosi nel 2023. Una parte di questa extra-capacità deriverà dall’India, dove è stato tolto il divieto di esportare. All’inizio del 2022 l’India
aveva già un accordo per la produzione di 2,8 miliardi di dosi di vaccini. Oltre che in India, anche in Africa, come già accennato, è prevista una crescita della produzione di vaccini. Dalla fine del 2022 l’Istituto Pasteur di Dakar (Senegal) ha iniziato la produzione di 25 milioni di dosi di vaccino/mese, anche grazie ad aiuti internazionali.
Inoltre, nel giugno 2021, è stato annunciato che in Puglia, a Zollino (Lecce), negli stabilimenti Lachifarma si lavorava allo smantellamento dell’intero impianto produttivo, che produceva integratori minerali e dietetici, per riconvertirlo alla produzione di vaccini anti Covid19; l’impianto, una volta a regime, produrrà 2 milioni di dosi di vaccini/giorno, con un investimento di 21 milioni di euro. In generale l’Italia accelera sulla produzione domestica di vaccini, puntando a diventare un hub pubblico-privato per la produzione di vaccini e farmaci; per esempio nel maggio 2021 si parlava di Olon che a Capua avrebbe prodotto il principio attivo del vaccino Pfizer-BioNTech; e altre aziende ancora si sono pronunciate a favore della produzione di vaccini in Italia (per esempio GSK e Haupt Pharma). In generale la domanda di impianti per la produzione di vaccini è destinata a crescere nei prossimi anni, oltre che per il fattore Covid19 anche per il fatto che si va sempre più diffondendo l’attenzione, da parte delle Autorità Sanitarie dei vari paesi, verso la vaccinazione contro un numero crescente di malattie infettive; inoltre, varie organizzazioni intraprendo-
Approfondimenti 78 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
no iniziative per aumentare l’uso dei vaccini, in particolare nei paesi poveri. Per esempio GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunisation) è un ente di cooperazione mondiale tra soggetti pubblici e privati, avente come obiettivo di salvare la vita dei bambini e proteggere la salute in generale, aumentando l’accesso all’immunizzazione nei paesi poveri. Aderiscono a GAVI governi, istituzioni, donatori privati e fondazioni, tra cui la Fondazione Bill & Melinda Gates.
Unici ostacoli alla crescita dell’impiantistica per vaccini potrebbero essere:
• elevati investimenti necessari per lo sviluppo dei vaccini;
• il fatto che non tutti i governi sono in grado di fornire un adeguato supporto finanziario;
• elevati costi di stoccaggio e trasporto dei vaccini, più elevati rispetto ad altri farmaci, in quanto sono richiesti attrezzature e sistemi di monitoraggio particolari;
• un’adeguata educazione in materia sanitaria.
Globalmente il mercato degli impianti per la produzione di vaccini è previsto crescere ad un tasso medio annuo del 7,6% nei prossimi anni, per arrivare ad attestarsi a 9,38 miliardi di dollari nel 2025. Le aree geografiche a più alto tasso di crescita saranno Asia (India e Cina) e Africa (tabella 4).
Le tecnologie utilizzate
I vaccini possono essere prodotti utilizzando diverse tecnologie. La maggior
parte dei paesi occidentali produce vaccini usando la tecnologia a vettore virale e/o proteina.
Il vaccino a vettore virale è composto da un vettore ricombinante basato su adenovirus umano di tipo 26 incompetente per la replicazione, opportunamente modificato per contenere il gene che codifica per la sequenza completa della proteina spike (S) del virus SARS-CoV-2 in una conformazione stabilizzata (vaccino Ad26.COV2.S). Il coronavirus si serve della proteina spike, presente sulla sua superficie esterna, per penetrare all’interno delle cellule umane.
Dopo la somministrazione del vaccino, le cellule utilizzano il gene per produrre la proteina spike. Una volta prodotta, la proteina viene espressa in maniera transitoria, stimolando sia anticorpi anti-S neutralizzanti che altri anticorpi specifici anti-S funzionali, così come risposte immunitarie cellulari dirette contro l’antigene S, che possono contribuire a proteggere contro il Covid19.
Un’altra tecnica consolidata è la tecnologia a virus inattivato, che si basa su SARS-CoV-2 inattivato, quindi ucciso, ma in grado di stimolare la risposta immunitaria anticorpale e cellulare (macrofagi, linfociti T, cellule Natural Killer) contro il virus. Il vaccino contiene inoltre degli adiuvanti (allume e CpG1018) che rafforzano la risposta immunitaria.
Questa tecnologia è usata soprattutto nei paesi a basso reddito, in particolare in Cina. Per il Covid19 i due vaccini cinesi approvati dal WHO (World Health Organiza-
tion) usano la tecnologia a virus inattivato, mentre i vaccini di Astra Zeneca e Johnson e Johnson usano la tecnologia a vettore virale (compreso il Serum Institute in India che licenzia i vaccini Astra Zeneca da fornire ai paesi a basso reddito). Ma i vaccini BioNTech-Pfizer e Moderna usano una tecnologia innovativa: la tecnologia mRNA.
Il termine mRNA sta per acido ribonucleico messaggero. L’organismo umano lo produce naturalmente per sintetizzare proteine d’importanza vitale. Il vaccino a mRNA fornisce informazioni sul coronavirus, permettendogli così di produrre proteine virali, che vengono poi riconosciute come estranee e inducono una reazione immunitaria. L’organismo si prepara in questo modo a combattere il virus. Al primo contatto con esso la risposta immunitaria dell’organismo si attiva più velocemente, rendendo subito il virus innocuo, e impedendo l’insorgere della malattia.
Quando nel gennaio 2020 ha iniziato a diffondersi la pandemia Covid19, gli scienziati di diverse aziende biotecnologiche si sono rivolti alla tecnologia mRNA come un modo per creare potenziali vaccini. Questa tecnologia, fino ad ora poco utilizzata in campo terapeutico, potrebbe essere utilizzata anche per produrre vaccini contro varie malattie infettive, compresa la malaria. I vaccini mRNA possono essere modificati facilmente e in maniera rapida. L’RNA messaggero è anche molto promettente come base per correzioni genetiche a basso costo per anemia falciforme – una malattia genetica ed ereditaria del sangue – e per l’HIV. Non solo, ma la tecnica mRNA è in fase di studio anche come arma per combattere i tumori.
Sebbene la tecnologia dei vaccini a mRNA non sia ancora ampiamente diffusa, la ricerca in questo campo è ormai in corso da una decina di anni a livello mondiale. Inoltre altri vaccini a mRNA sono già stati testati nell’ambito di studi. l
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RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 79 Approfondimenti
In questo numero abbiamo parlato di…
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FARMACEUTICA RIVISTA DELL’ icfANNOXIV NUMERO3 GIU/LUG2023
CHIMICA E
In nero sono indicate le inserzioni pubblicitarie: ABBVIE 32 ABIOGEN PHARMA 10 ACHEMA ................................................................................ 22 AGROFARMA 8 ANTARES VISION ............................................................... 1, 42 ARAS ITALIA 65 ASCHIMFARMA (FEDERCHIMICA) 16 ASSOBIOTEC (FEDERCHIMICA) 6 BEA TECHNOLOGIES .............................................................. 31 BRUNO WOLHFARTH........................................................33, 52 CO.RA. .................................................................................. 27 COREE ................................................................................... 29 CORMAN 65 CSV LIFE SCIENCE..................................................... 1A COP., 14 DAIICHI SANKYO ITALIA.......................................................... 11 E.ON 36 EFA AUTOMAZIONE ................................................................. 56 EFFEBI 5 EFFRX 10 ELLAB .................................................................................. 13 EMERSON 65 ENDRESS+HAUSER .................................................................. 60 ENEA 6 F.LLI GIACOMELLO 58 FARAVELLI................................................................. 16, 28, 41 FATRO 38 FIDIA FARMACEUTICI .............................................................. 14 FLUORTECNO ................................................. BATTENTE 1A COP. FONDAZIONE DOMPÈ ............................................................... 30 GEDEON RICHTER ITALIA 28 GRÜNENTHAL 30 GRUPPO CHIESI...................................................................... 10 HEXAGON ................................................................ 50, 3A COP. ICOTEK .................................................................................. 54 IGUS 53 INCOME 12 ITELYUM ......................................................................... 34, 49 KLÜBER LUBRICATION........................................................... 21 KOLLMORGEN ......................................................................... 54 LECHLER......................................................................... 46, 47 MEGGLE.................................................................................28 MONTENEGRO ....................................................................... 53 NEWCHEM..............................................................................15 NUOVA GUSEO ...................................................................... 11 OQEMA ................................................................................. 35 PETER GREVEN ....................................................................... 16 PHARMINTECH 24 PILLER ................................................................................. 25 PRECISION FLUID CONTROLS ................................................. 55 PROCESS SERVICE.................................................................. 17 PVS GROUP ................................................................... 2A COP. S4S 37 SAVE 26 SIMPOSIO AFI ........................................................................ 24 STÄUBLI 64 STERILINE ................................................................. 12, 29, 38 STORMSHIELD 56 STUVEX ................................................................................ 59 SWAN ANALITICA.................................................................. 15 TEXPACK ........................................................................... 9, 52 UNICO................................................................................... 36 VEGA ....................................................................... 58, 4A COP. VTU ENGINEERING ................................................................ 57 YASKAWA...............................................................................56
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