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La solidità di oltre 90 anni in un mondo produttivo in trasformazione
Mollifico Lombardo, azienda che produce componenti elastici in filo e nastro per svariati settori manifatturieri, ha compiuto 90 anni. A fondare l’azienda fu il Commendatore Emilio Longoni il quale, da un piccolo laboratorio, avviò un’attività di produzione artigianale che ha attraversato la storia d’Italia dalla Seconda guerra mondiale alla ricostruzione postbellica, dagli anni del boom economico sino ai giorni nostri, che vedono alla guida la quarta generazione Longoni. Quello che emerge da un confronto tra presente e passato è senz’altro la difficoltà nel fare previsioni a lungo termine a causa della rapidità con cui il mondo e il mercato stanno cambiando. Un esempio arriva proprio da questi ultimi tre anni, che hanno visto l’intrecciarsi di una crisi sanitaria, nuove guerre, difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali, scarsità di prodotti e tempi di consegna dilazionati.
Nonostante tutto, l’azienda di Cavico (BG) sta attraversando questi anni di incertezza con spirito combattivo. Lo scorso anno Mollificio Lombardo ha vissuto un rimbalzo positivo, in parte atteso, sul versante automotive. Nel 2021 è cresciuta infatti non solo la mobilità elettrica ma anche la produzione di veicoli tradizionali di alta gamma. La ripresa della Cina, il primo Paese a entrare ma anche a uscire, almeno temporaneamente, dalla crisi sanitaria, ha generato un’ondata positiva sui produttori di componenti italiani che hanno stabilimenti nello stato asiatico. Un altro settore che ha dato grandi soddisfazioni è stato quello medicale, il quale ha permesso all’azienda di lavorare anche durante la fase più dura del primo lockdown, pur restando un business marginale rispetto al fatturato complessivo. Certo, oggi qualcosa è cambiato. Un’azienda deve sapere comunicare bene in tutti gli ambiti, anche sul fronte del personale gli sforzi si moltiplicano, dal momento che i ragazzi che decidono di dedicarsi alla metalmeccanica diminuiscono sensibilmente. Non si tratta quindi solo di affrontare un periodo di crisi: a cambiare, prima di tutto, è la visione del lavoro. “Bisogna cercare una strategia a lungo termine e vivere giorno per giorno, sempre pronti a rivedere i progetti adeguandosi al cambiamento – sostiene Emilio Longoni, Amministratore Delegato di Mollificio Lombardo – senza crearsi grandi aspettative, ma continuando tenacemente a credere nel domani”.
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Emilio Longoni, come è andato l’ultimo anno e quali sono per voi i maggiori fattori di criticità?
La situazione nel 2022 non è cambiata molto rispetto all’anno precedente. I tempi di consegna sono sempre molto lenti e i prezzi non si sono ancora stabilizzati. Mi sento di dire che ci troviamo di fronte a un’altra nuova situazione: sappiamo che al 90% arriverà una crisi nel 2023, con il rischio di trovarci in uno scenario nel quale i fornitori aumenteranno i prezzi delle materie prime (molto dipenderà dal prezzo del gas) e avranno al contempo un calo delle vendite. Si tratta di un’onda molto lunga che parte da lontano e che ci porteremo dietro nei prossimi mesi.
Ma ciò non dipende solo dalla crisi delle materie prime, la difficoltà è frutto anche di un cambiamento culturale e del nuovo paradigma secondo il quale il lavoro non rappresenta più il pilastro della vita. Si inseguono mestieri creativi, più che manuali e faticosi. In conclusione, durante quest’anno ci siamo accorti ancora di più del fatto che ci sono tanti elementi critici: la forza lavoro, le materie prime, il modo e il tempo per fare business, ovvero la frenesia di ricevere immediatamente risposte a domande apparentemente semplici, il dover coniugare dei vecchi progetti con le nuove normative. A tutto questo si aggiunge la preoccupazione legata all’aumento del costo dell’energia, che rappresenta per noi una spesa non irrilevante.
Come procede la sede in Brasile? Nonostante le difficoltà attraversate durante il primo periodo del Covid – momenti nei quali la popolazione ha pagato un pesante tributo – il mollificio, grazie anche agli aiuti sanitari che abbiamo inviato dall’Italia, ha prodotto molto e bene, riuscendo a crescere in modo significativo rispetto al periodo precedente.
Oggi la nostra azienda ad Apucarana è positiva in termini di fatturato e anche di ricavi. È un mondo molto diverso dal nostro, con altre dinamiche, attività e metodi che non sempre condividiamo ma che in qualche modo vanno accettati. Assistiamo comunque a un’evoluzione positiva della nostra presenza in Brasile
Cosa prevede per i prossimi mesi? Non mi sento di fare delle previsioni precise per il 2023, e per questo motivo è difficile programmare nuovi investimenti. Anche chi ci “governa” in ambito nazionale e in ambito europeo non è particolarmente costante e puntuale nelle comunicazioni, si dichiara una recessione alle porte che poi viene smentita dopo pochi giorni, si sente dire che verso la fine del primo semestre 2023 l’inflazione comincerà a scendere, vedremo. Certamente assistiamo ad un mercato che va così veloce da non dare neppure il tempo di adeguarsi, aumentando la sensazione di incertezza. Siamo strettamente legati alle decisioni di altri paesi, le filiere sono fragili e vulnerabili: se un paese estero sceglie di non produrre più un determinato articolo, la manifattura italiana può andare in difficoltà.
Per tornare alla domanda, al momento ciò che possiamo fare è vedere come va giorno per giorno, senza aspettarsi nulla, sebbene un po’ di preoccupazione resta, anche per le nuove generazioni di imprenditori che si affacciano sul futuro del paese. Tuttavia, chi fa impresa sa cosa significa attraversare i periodi più complessi per l’economia, ma so anche che è vitale credere tenacemente nel domani.