Tecnologie Alimentari n°2 Marzo/Aprile 2024

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Efficienza e sicurezza per le incartonatrici

RIVISTA DELLE

Robot food grade per il futuro della produzione

Nuove regole UE: come cambieranno gli imballaggi

SISTEMI PER PRODURRE

Soluzioni di climatizzazione Rittal: efficienti e sostenibili

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6 In copertina

Efficienza e igiene, le keyword di Rittal per il food&beverage

Le richieste in tema di efficienza ed igiene sono centrali nell’industria alimentare. Una sfida complessa, che non può essere vinta con un solo prodotto universale. Anche per questo la tecnologia ibrida Blue e+ di Rittal per il condizionamento si sta affermando rapidamente.

12 L’AI rivoluzionerà l’alimentare in 5 anni Nel 2028 il mercato dell’intelligenza artificiale quintuplicherà il valore del 2023, spinta soprattutto da normative, nuove competenze e automazione.

40 Robot food grade per il futuro della produzione Ad ANUGA FoodTec 2024, Stäubli Robotics ha presentato soluzioni robotiche innovative per il processo alimentare, dal contatto con l’alimento fino al confezionamento e alla movimentazione.

43 Industria del caffè: sensori IoT contro il riscaldamento globale Accademia del Caffè Espresso, CISCO e PNAT hanno avviato un progetto in Tanzania che mira a scoprire come il cambiamento climatico incida sulla coltivazione di piante di caffè Arabica.

44 Nuovo regolamento: come cambierà l’imballaggio europeo È stato trovato l’accordo sulla norma UE volta alla riduzione degli imballaggi in circolazione, a partire dalla messa al bando, dal 2030, di quelli in plastica monouso. Ma, in attesa del via libera definitivo del Parlamento europeo, molte associazioni di categoria restano critiche.

una rivoluzione già in atto (A. Bignami)

COPERTINA

e igiene, le keyword di Rittal per il food&beverage (M. Fanelli)

anni

in 5 anni

zootecnica montana fra prodotti di pregio e tutela dell’ambiente

lo stabilimento in Trentino

a Parma il top dell’industria alimentare

investe in nuovi impianti per l’energia solare

Gallo consegna il premio Mario Preve per l’agricoltura sostenibile

l’uso di plastiche nella produzione di foraggi

ad alta precisione del pesce congelato

qualità e digitalizzazione della filiera

una foto della macchina per capire come migliorarla

a spazzola per la gestione dei cavi

e sicurezza per le incartonatrici

del caffè: sensori IoT contro il riscaldamento globale

regolamento: come cambierà l’imballaggio europeo (E. De Vecchis)

su carta riciclata per un’identificazione automatica sostenibile

sommario TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 MARZO/APRILE 2024 2
pag. 12 pag. 6 pag. 40 pag. 43 pag. 44 EDITORIALE AI:
5 IN
Efficienza
6 ATTUALITÀ Endress+Hauser festeggia 50
10 L’AI rivoluzionerà
12 La
16 Bertagni amplia
20 APPUNTAMENTI Pasta e bakery
22 L’agenda 25 Cibus 2024:
26 INGREDIENTI Sali minerali per la formulazione di caramelle 28 ENERGIA Rovagnati
29 AMBIENTE Riso
30 Dimezzare
32 SICUREZZA Ispezione
34 Controllo
35 COMPONENTI Basta
36 Profili
37 AUTOMAZIONE Efficienza
38 ROBOTICA Robot food grade per
40 TRANSIZIONE DIGITALE Industria
43 PACKAGING Nuovo
44 Etichette
47 RUBRICHE Elenco inserzionisti 48
l’alimentare
al cuore di Ipack-Ima
il futuro della produzione

4

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E editoriale

Non stiamo vivendo le avvisaglie di una rivoluzione della filiera alimentare animata dall’intelligenza artificiale. Semplicemente perché tale rivoluzione è già in atto, e da tempo. Ciò detto, una ricerca di PwC mette in luce le straordinarie potenzialità che nei prossimi cinque anni quintuplicheranno il valore della GenAI nella produzione industriale di cibo, valore che raggiungerà i 43,4 miliardi di dollari entro il 2028. Le applicazioni innovative interesseranno l’intera supply chain, grazie al ruolo sempre più strategico della gestione dei dati.

A spingere sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa in campo alimentare sono soprattutto tre aspetti.

Il primo è quello normativo, tanto stringente e complesso da richiedere, per la certezza della conformità, l’uso di sofisticati sistemi digitali in grado di produrre in modo trasparente e oggettivo i dati richiesti, proteggendo al contempo quelli dei consumatori e aumentando l’efficienza operativa.

Il secondo driver, a dispetto delle lamentele sulla carenza di personale qualificato, è rappresentato proprio dall’atteso sviluppo e dalla diffusione delle competenze digitali. PwC prevede che entro il 2031 gli specialisti di AI aumenteranno del 36%. Che sia un incremento sufficiente a guidare e governare questa rivoluzione sarà da vedere, ma certamente la maggiore forza lavoro disponibile accelererà il cambiamento.

AI: UNA RIVOLUZIONE GIÀ IN ATTO

Infine l’AI continuerà a essere la risposta più efficace alla domanda crescente di automazione del processo alimentare, anche allo scopo di ridurre gli sprechi di prodotto e di risorse, energetiche in primis. La domanda di automazione è sempre più legata al tema della sostenibilità e quindi potrà essere soddisfatta soprattutto dagli investimenti nell’intelligenza artificiale.

Non sorprende, all’interno di questo quadro, che ad oggi i mercati più ricettivi per l’applicazione dell’AI nella produzione alimentare siano quelli nordamericano ed europeo, ovvero i più regolamentati sotto il profilo degli standard di sicurezza e i più ambiziosi sotto quello della sostenibilità ambientale. Ma è un paesaggio del tutto fluido, poiché l’area dell’Asia Pacifica, oggi terza con una quota del 21%, è quella destinata nei prossimi anni ad accogliere i maggiori investimenti nell’intelligenza artificiale generativa per il food processing.

5 www.interprogettied.com TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024

Le richieste in tema di efficienza ed igiene sono centrali nell’industria alimentare. Una sfida complessa, che non può essere vinta con un solo prodotto universale. Anche per questo la tecnologia ibrida Blue e+ di Rittal per il condizionamento si sta affermando rapidamente.

|EFFICIENZA E IGIENE, LE KEYWORD

DI RITTAL PER IL FOOD&BEVERAGE

Creare prodotti capaci di offrire al cliente vantaggi e benefici immediati è da sempre un must per Rittal. Per questo, l’azienda sviluppa costantemente il proprio sistema mettendo al centro dell’attenzione le esigenze di ogni specifico settore. Nel caso dell’alimentare, le due parole d’ordine che hanno guidato l’azienda sono igiene, com’è ovvio, e efficienza energetica.

COMBINARE EFFICIENZA E PRODUTTIVITÀ

Il tema energetico è d’assoluta attualità nel comparto produttivo: assicurarsi un approvvigionamento energetico sicuro ed economicamente sostenibile a lungo termine, diminuire l’impronta di carbonio dei prodotti industriali e ridurre al minimo i consumi sono dei must in ogni settore, sulla scia dell’attualità ma anche delle politiche di incentivazione fiscale. Il tema riguarda da vicino anche le imprese del settore Food&Beverage, solitamente molto energivore. Il risparmio energetico è però una sfida complessa, che non può essere vinta con un solo prodotto universale. Esistono diverse soluzioni che vanno messe in

campo e calibrate di volta in volta. Per ridurre i consumi senza compromettere la produzione è utile partire identificando quelle fonti di consumo che rappresentano delle voci puramente passive. In tal senso, la refrigerazione dell’armadio elettrico è solo un pezzo del mosaico, ma è tutt’altro che banale, considerando che il suo consumo non può essere recuperato in altra forma. Ridurlo significa quindi ottenere un risparmio importante sul costo dell’energia elettrica. Questa considerazione, unita al fatto che buona parte dei condizionatori installati in Italia è ancora in modalità on/off, fa sì che le potenzialità per l’affermazione di soluzioni a elevata efficienza come la tecnologia ibrida Blue e+ di Rittal siano notevoli.

IL FREDDO “FLESSIBILE”

Un test svolto nel Nestlé Production Technology Center (PTC) di Orbe, in Svizzera, ha messo a confronto, a parità di condizioni operative, un condizionatore della serie Blue e+ Rittal con uno della precedente serie Blue e, ottenendo risultati molto interessanti: si è registrata infatti una ridu-

in copertina 6
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024
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Head of Business Unit Cooling & Business Unit Service di Rittal di Massimo Fanelli

zione del consumo elettrico del 72% rispetto ai già buoni dati precedenti.

Il segreto dell’efficienza dei condizionatori Blue e+ è nell’integrazione in un unico sistema di due diverse tecnologie che possono operare in modo esclusivo o combinato, in base alle condizioni ambientali.

In primo luogo il compressore regolato ad inverter invece che con il tradizionale sistema on/off offre una potenza refrigerante modulata in modo puntuale sulla base dei dati di temperatura provenienti sia dall’ambiente produttivo sia dall’interno dell’armadio elettrico.

In secondo luogo, il cosiddetto heat pipe (condotto termico) integrato nel tradizionale circuito frigorifero a compressione permette di gestire il sistema di raffreddamento mediante un funzionamento passivo, misto o attivo. Quando le temperature dell’ambiente sono inferiori a quelle interne al quadro e a dei parametri prestabiliti, il sistema funziona in modalità puramente passiva, con l’heat pipe che opera in pratica come uno scambiatore di calore. La modalità mista si attiva in presenza di una temperatura media, tipicamente intorno ai 30°C, e prevede che il circuito attivo funzioni con portata limitata rispetto al suo pieno potenziale, in quanto l’heat pipe collabora nel raggiungimento del risultato desiderato. Infine il circuito completamente attivo si utilizza con un ambiente caldo – tipicamente sopra i 35°C – e prevede che il compressore sia utilizzato in modo significativo. Tutto ciò si traduce, nell’arco di un anno solare, in una riduzione tra il 70 e il 75% rispetto a un sistema on/off.

BASSE POTENZE, ELEVATA ECOCOMPATIBILITÀ

I condizionatori Blue e+ sono disponibili in classi di potenza da 1,6 a 6 kW. La stessa tecnologia è disponibile anche in soluzioni con classi di potenza inferiori, come spesso richiesto dalle PMI alimentari, con la nuova gamma Blue e+ S che offre potenze

La serie HD adotta caratteristiche costruttive e materiali specifici per rispondere a requisiti igienici stringenti

da 300 a 1.000 W. Immediatamente riconoscibili per le dimensioni contenute e la striscia luminosa a LED colorata integrata sul frontale, utile anche come segnalazione visiva di eventuali anomalie, i nuovi condizionatori racchiudono la vera differenza al loro interno. Blue e+ S è infatti la prima serie a utilizzare il refrigerante R-513° grazie al quale è possibile ridurre il GWP (Global Warming Potential) del 56% rispetto a unità di raffreddamento comparabili.

SEMPRE SOTTO CONTROLLO

Il ruolo del condizionatore non va mai sottovalutato, poiché un’eventuale rottura può portare al rapido aumento della temperatura all’interno del quadro elettrico. Un problema che, grazie alla segnalazione proveniente dal sistema di controllo da remoto, può essere evitato facilmente con un primo intervento di base, a volte anche sol-

Il segreto dell’efficienza dei condizionatori Blue e+ è nell’integrazione in un unico sistema di due diverse tecnologie che possono operare in modo esclusivo o combinato, in base alle condizioni ambientali

tanto aprendo le porte dell’armadio. Per questo, le nuove unità integrano un’interfaccia IoT standard che permette il monitoraggio intelligente e il facile collegamento al nuovo Smart Service Portal di Rittal, per aumentare l’efficienza grazie alla manutenzione predittiva, mentre lo stesso risultato può essere raggiunto dalle soluzioni Blue e+ tramite un apposito modulo di interfaccia IoT opzionale.

SPECIALISTI

DELL’IGIENE

Per ambiti in cui le esigenze igieniche sono più stringenti, la gamma Blue e+ dispone anche di unità in acciaio inox, idonee ad esempio all’uso nella cosiddetta zona splash.

Il raffreddamento di dispositivi posti all’interno della zona a diretto contatto con gli alimenti, infine, può venire gestito tramite scambiatori di calore aria/acqua della gamma di prodotti Rittal Hygienic Design. Si tratta di prodotti certificati EHEDG e in grado di evitare qualsiasi residuo di acqua e polvere. La struttura ne consente una pulizia facile ed efficace anche con lancia a pressione e riduce il rischio di contaminazione, a garanzia della sicurezza dei generi alimentari.

La prevenzione dai rischi di contaminazione è infatti un must assoluto per l’industria alimentare. Per questo la gamma di prodotti Hygienic Design (HD) Rittal include armadi compatti e di grandi dimensioni, scambiatori di calore aria/acqua e accessori: tutti i prodotti Rittal HD sono easy-to-clean

7 TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024 www.interprogettied.com

Competenze hardware e software al servizio di industria, ambiente ed energia

Rittal è un fornitore mondiale leader in soluzioni per armadi di comando, automazione e infrastrutture industriali, IT, energy & power, sistemi di climatizzazione e service. Le soluzioni Rittal – standard o custom, sempre di elevata qualità – sono impiegate in oltre il 90% dei settori industriali del mondo.

Rittal, Rittal Software Systems e Rittal Automation Systems uniscono le loro competenze hardware e software per ottimizzare e digitalizzare i processi lungo l’intera catena del valore dei clienti, includendo anche le loro infrastrutture IT: dalla produzione di quadri di comando per il settore dei costruttori di macchine, i clienti finali o il mondo dell’energia.

Eplan e Rittal stanno guidando lo sviluppo del gemello digitale nel mondo dell’automazione, rendendo i dati accessibili e utilizzabili sia nelle operazioni che nei processi. Cideon sta migliorando la coerenza dei dati nel gemello digitale del prodotto con le sue competenze in materia di CAD/CAM, PDM/PLM e di configurazione dei prodotti.

Il Digital Production System (DPS) ONCITE di German Edge Cloud rende trasparenti i dati del processo di produzione, consentendone l’ottimizzazione,

e adatti per ogni zona o ambiente igienico, anche quelli più impegnativi.

Queste soluzioni sono state specificamente progettate per proteggere i componenti e facilitare la pulizia di macchinari e impianti di produzione, grazie ad un’estrema attenzione a materiali e aspetti costruttivi.

GARANTIRE L’IGIENE BY DESIGN

Aspetto distintivo di tutte le soluzioni di contenimento della famiglia HD è la guarnizione siliconica perimetrale senza giunti, dal caratteristico colore blu che rende più immediato individuare eventuali contaminazioni.

Facile da sostituire e approvata dalla FDA, sigilla qualsiasi intercapedine esterna tra armadio e porta proteggendo con sicurezza i componenti installati all’interno.

Gli armadi HD presentano inoltre un tetto inclinato di 30° che, oltre ad essere facilmente ispezionabile, evita il deposito di elementi estranei e permette ai liquidi di defluire rapidamente. Le cerniere si trovano all’interno della zona di tenuta, per non creare aree a rischio di contaminazione. Allo stesso scopo contribuisce

attraverso la gestione dell’energia, utilizzando i gemelli di produzione digitali. La protezione dell’ambiente e del clima, l’impegno sociale e la gestione etica dell’azienda sono molto importanti per Rittal. L’approccio alla gestione e alla conservazione delle risorse prevede il continuo miglioramento dei suoi processi produttivi, per garantire prodotti con la più bassa impronta di carbonio possibile. Le soluzioni di Rittal supportano i clienti nel raggiungimento dei loro obiettivi climatici.

Fondata nel 1961, Rittal è la più grande azienda del Friedhelm Loh Group, gestita dal suo proprietario.

Il gruppo opera in tutto il mondo, con più di 12 siti produttivi e più di 95 filiali internazionali. Con oltre 12.100 dipendenti, ha generato un fatturato di 3 miliardi di euro nell’anno fiscale 2023.

Nel 2023, il Friedhelm Loh Group è stato insignito dei premi “Best Place to Learn”e“Employer of the Future”.

Rittal ha inoltre ricevuto il premio Top 100 come una delle medie imprese più innovative della Germania.

I prodotti della serie HD sono certificati EHEDG e riducono il rischio di contaminazione, a garanzia della sicurezza dei generi alimentari

anche il design delle pareti, prive di spigoli vivi, e una serie di accessori specifici: sistemi di chiusura con bordi arrotondati e sporgenti, speciali piedini di livellamento e bocchettoni passacavi con superfice stondata e dotati anch’essi di guarnizione di tenuta blu.

Il risultato è un sistema con un elevato grado di protezione ed eccezionalmente facile da pulire, resistente anche a detergenti aggressivi, grazie all’utilizzo di acciaio di alta qualità. Il

sistema è così in grado di assicurare un’ottima resistenza alla pulizia giornaliera, fondamentale per l’industria alimentare, ma spesso tutt’altro che scontata.

Queste caratteristiche hanno reso i sistemi Rittal HD estremamente popolari nell’industria alimentare, specialmente dove i requisiti igienici sono più stringenti, come nelle aree di lavorazione di alimenti deperibili non sigillati né confezionati quali carne, pesce e latticini.

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ENDRESS+HAUSER ITALIA FESTEGGIA 50 ANNI

La cerimonia di inaugurazione della sede di Endress Hauser Italia (che era stata fondata a Milano nel 1974) a Cernusco sul Naviglio (MI) nel 1986, alla presenza di Georg Endress.

A destra, la sede attuale, sempre a Cernusco

Ivano Mazzoletti, Managing Director

Endress+Hauser

Italia e Corporate

Sales Director

Central Europe

Il 20 marzo scorso Endress+Hauser Italia, tra i centri di vendita più importanti del Gruppo svizzero, ha compiuto 50 anni. L’affiliata italiana nasce ufficialmente nel 1974 dopo l’incontro avvenuto qualche anno prima tra l’ingegner Antonio Magri e Georg H. Endress in occasione dell’edizione dell’Interkama, la più importante fiera tedesca dell’automazione. Nella sede di Milano in via Padova si trovavano sia la direzione vendite che quella produttiva in grado di progettare e realizzare misuratori di livello ad ultrasuoni.

Alla fine degli anni ‘80 la produzione di ultrasuoni viene trasferita in Germania e la produzione italiana viene convertita prima nelle misure di umidità nei solidi e successivamente nelle misure industriali di temperatura. L’azienda in Italia, anno dopo anno, si sviluppa sempre di più raggiungendo importanti traguardi a livello di fatturato fino a diventare la seconda azienda in Europa e nel Gruppo

Endress+Hauser, alle spalle della sola Germania.

Nel 1986 Georg H. Endress in persona inaugura la prima delle due palazzine di una nuova sede a Cernusco sul Naviglio (MI), in un secondo edificio si producono sensori e trasmettitori di temperatura, attività successivamente trasferita a Pessano con Bornago dopo l’acquisizione della società Sicestherm. Attualmente è ancora il centro di produzione per la misura di temperatura. La sede attuale di Endress+Hauser Italia viene inaugurata nel 2016. L’edificio di tre piani è immerso in un parco e occupa 6.000 metri quadrati di superficie con elementi geotermici per supportare il raffreddamento e riscaldamento dei locali; Un impianto fotovoltaico sul tetto che genera energia elettrica, l’acqua piovana che viene raccolta e utilizzata come acqua di servizio e l’imponente facciata in vetro, così come il sofisticato sistema di building automation, porta-

CONSERVE ROSSE: CRESCE L’EXPORT VERSO IL GIAPPONE

Nell’ambito del progetto “Red Gold From Europe. Excellence in EU preserved tomatoes”, cofinanziato dall’Unione Europea e finalizzato alla valorizzazione e alla promozione delle conserve di pomodoro made in Italy, Anicav, Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, ha partecipato all’ultima edizione di Foodex, a Tokio lo scorso marzo, la più importante manifestazione fieristica agroalimentare del Giappone. Il paese del Sol Levante è il settimo mercato di

destinazione a livello mondiale delle conserve rosse e il secondo dopo gli Usa, se consideriamo solo i paesi extraeuropei, in termini di valore. Nel 2023 le esportazioni nel Paese nipponico hanno fatto registrare una crescita in valore del 18% rispetto all’anno precedente, per un totale di 120 milioni di euro, circa il 4,3% dell’export globale (2,8 miliardi di euro). Il valore dell’export cresce anche in tutto il mercato asiatico con un netto +19% per un totale di circa 270 milioni di euro (il 9,6% dell’export totale).

no ad un ulteriore risparmio energetico.

La sede italiana impiega oggi oltre 250 collaboratori e 20 service partner. Con questa struttura, Endress+Hauser è in grado di seguire i clienti capillarmente, in tutta la penisola con prodotti, soluzioni e servizi. E supportarli nel migliorare i loro processi.

“Un traguardo importante che suggella l’impegno, la professionalità e la determinazione di chi, in questo mezzo secolo, ha creduto da sempre in questa azienda”, afferma l’amministratore delegato Ivano Mazzoletti. “I frutti di questi anni di lavoro sono i nostri prodotti, certo, ma l’anima che li ha fatti maturare sono le persone. Persone che con il loro entusiasmo hanno fatto crescere in Italia una realtà molto importante per il Gruppo Endress+Hauser”.

Proprio il 20 marzo, giorno in cui nel 1974 fu stipulato l’atto costitutivo della società, è stato festeggiato l’importante anniversario con un evento a Milano.

“Il Giappone rappresenta uno dei principali mercati di sbocco per l’export del nostro pomodoro, in particolare per il pelato intero apprezzato per le sue qualità e per la sua genuinità”, commenta Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav. “Grazie alle performance molto positive degli ultimi anni il mercato nipponico, al netto delle tensioni geopolitiche che potrebbero incidere su costi, continua ad avere una notevole rilevanza strategica per il nostro comparto”.

news [ fatti, persone, aziende ]
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024 www.interprogettied.com 10

BÜHLER: UN NUOVO CENTRO TECNOLOGICO PER LA LAVORAZIONE DEI CEREALI

Il nuovo Grain Innovation Center (GIC) di Bühler a Uzwil, in Svizzera, è in fase di completamento. Il centro rappresenta una pietra miliare nel campo dell’innovazione per la lavorazione dei cereali. Questa nuova struttura succederà all’ex Grain Technology Center di Bühler, che ha servito l’industria molitoria dal 1951. La struttura è stata completamente ricostruita per supportare i clienti nell’affrontare le dinamiche di mercato in evoluzione nel settore della lavorazione dei cereali e per sviluppare gli alimenti del mercato futuro. Nel centro polifunzionale i clienti del settore alimentare e dei mangimi possono sperimentare nuovi prodotti ed esplorare nuovi processi e soluzioni. Avranno inoltre pieno accesso all’eccezionale ecosistema di centri di applicazione e formazione di Bühler

presso la sede centrale, che copre l’intera catena del valore delle proteine. Il GIC aprirà le sue porte a clienti, partner e ospiti il 28 ottobre 2024.

Il precedente Centro per la tecnologia dei cereali di Bühler, operativo da quasi 75 anni, necessitava di un ammodernamento per stare al passo con le richieste del mercato. Con i rapidi cambiamenti che i settori alimentare e dei mangimi hanno vissuto negli ultimi anni, i clienti hanno bisogno di maggiore flessibilità, creatività e dell’ambiente giusto per adattare i loro prodotti. Il Grain Innovation Center supporterà i clienti nell’affrontare questioni chiave, come l’uso di materie prime locali, l’aumento della produttività e della sicurezza e il rispetto dei requisiti per prodotti nuovi e più sani.

La nuova struttura si estende su 2.000 metri quadrati, dispone di infrastrutture e attrezzature all’avanguardia di Bühler e dei suoi partner. “Siamo davvero entusiasti di essere prossimi al completamento di questa nuova importante struttura, che riunisce la ricca storia di Bühler nella molitura con una tecnologia all’avanguardia. Integrando il GIC nella rete di centri di applicazione e formazione di Bühler a Uzwil, i clienti beneficiano di una struttura ideale che consente loro di trasformare le sfide in opportunità”, afferma Christian Geser, Project Director Grains & Food presso Bühler Group.

Christian Geser, Project Director Grains and Foods in Bühler (primo a sinistra), con il team responsabile della costruzione del progetto

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024 news [ fatti, persone, aziende ] 11

Nel 2028 il mercato dell’intelligenza artificiale quintuplicherà il valore del 2023, spinto soprattutto da normative, nuove competenze e automazione.

ITITOLO TITOLO

L’AI RIVOLUZIONERÀ

Una ricerca realizzata dal Team Innovation di PwC Italia ha approfondito gli usi e le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa nell’industria alimentare. PwC stima che il valore del mercato dell’AI nell’industria alimentare mondiale raggiungerà 43,4 miliardi di dollari entro il 2028, quintuplicando il valore di 8,2 miliardi del 2023 con un CAGR del 39,5% nel periodo 2023-2028.

Il crescente ricorso all’AI nell’industria alimentare è sostenuto da tre fattori:

Normative - Regolamentazioni come GDPR, OECD, CCPA e AI ACT contribuiscono a promuovere l’uso responsabile dell’AI, proteggendo i dati dei consumatori e incentivando le aziende a sviluppare soluzioni che aumentino l’efficienza operativa.

Competenze - È prevista una crescita di forza lavoro qualificata e specialisti AI del +36% entro il 2031 (fonte: Occupational Outlook Handbook 2023, U.S. Bureau of

Labor Statistics), che si traduce in nuove competenze per ottimizzare la produzione, la distribuzione e la sicurezza alimentare.

Automazione dei processi - L’AI migliora l’efficienza operativa automatizzando i processi, riducendo gli sprechi e aumentando la produttività sostenibile.

LA LEADERSHIP DEL NORDAMERICA

Nel 2023 l’AI nel settore alimentare in Nord America ha raggiunto un valore di 3,5 miliardi di dollari, con una quota del 42,7% sul mercato globale che, secondo PwC, salirà al 43,4% nel 2028. La leadership di mercato del Nord America è legata all’intensificazione dei controlli sulla sicurezza alimentare, all’introduzione di standard di qualità più elevati e all’adozione di nuovi modelli di business per l’automazione dei processi, soprattutto nella logistica.

L’Europa, con una quota del 27% e un rendimento di 2,2

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024 12 a cura di ??
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attualità
L’ALIMENTARE
IN 5 ANNI

miliardi di dollari, si posiziona al secondo posto del mercato globale, grazie alle performance di Germania e Francia, seguite da Italia, Spagna, Paesi Bassi e Svizzera. Il mercato dell’AI nel settore è trainato dalle normative europee per l’introduzione di nuovi modelli di business per la sicurezza e il controllo qualità alimentare e da nuove applicazioni di analisi predittiva per gestire la catena di approvvigionamento.

L’Asia Pacifica è il terzo mercato nel 2023, con una quota del 21% pari a 1,7 miliardi di dollari ma, secondo le proiezioni di PwC, sarà la regione in cui l’uso dell’AI nella filiera alimentare crescerà di più nei prossimi anni con un CAGR del 40% (2023-2028), grazie alle iniziative governative per il finanziamento delle industrie, il sostegno all’agricoltura e alla ricerca per la sicurezza alimentare e lo sviluppo di una forza lavoro qualificata attraverso programmi come AI Teach per l’Asean.

L’IMPATTO SULLE CATENE DI FORNITURA

Guardando ai segmenti della filiera agroalimentare, la logistica rappresenta il 34,5% del mercato dell’AI, grazie all’uso di sistemi avanzati per l’automazione, che potenziano l’efficienza e la reattività dei magazzini. L’AI, impiegata per il miglioramento degli imballaggi, e l’adozione di sistemi di ispezione visiva automatizzati garantiscono consegne tempestive e preservano l’integrità dei prodotti lungo tutta la catena di fornitura.

Nei prossimi anni il controllo qualità sarà il segmento trainante per l’innovazione dell’AI nel settore e raggiungerà, secondo le stime di PwC, un valore di mercato di 6,2 miliardi di euro nel 2028, con un CAGR medio del 40,6% (2023-2028). L’innovazione nel controllo qualità è legata, da un lato, alle normative più stringenti sugli standard di sicurezza e trasparenza alimentare e, dall’altro, alle richieste dei consumatori sulla provenienza dei prodotti e sulla sostenibilità dei processi. Algoritmi

avanzati per il monitoraggio in tempo reale della catena di fornitura, l’applicazione di tecnologie predittive per la manutenzione preventiva e l’integrazione di sistemi di tracciabilità intelligenti sono gli strumenti che agevoleranno la transizione.

IL RUOLO DELLE STARTUP

In linea con le tendenze globali, in Italia l’intelligenza artificiale è la tecnologia più adottata fra le 341 startup del settore food tech prese in analisi da PwC (42,8%), seguita dal machine learning (37%), biotecnologie (32%), internet of things (28,6%), blockchain (10,5%) e robotica (9,5%).

L’INFLUENZA DEI SOCIAL MEDIA SULLE TENDENZE DI CONSUMO

Il Team Innovation PwC ha analizzato oltre 100.000 conversazioni sui social e sul web riguardanti i temi di alimentazione sostenibile e salutare. L’analisi, condotta su un target di utenti Millenials (61%), Gen Z (30,4%) e Gen X (8,7%), ha evidenziato un sen-

timent positivo per il 60% delle conversazioni.

L’identikit del consumatore medio di cibi salutari è una donna millennial, tra i 25-34 anni, appassionata di cucina salutare che dedica parte del suo tempo a sperimentare ricette vegetariane e vegane, integrando la passione per il cibo con uno stile di vita sostenibile.

Secondo la ricerca PwC, i valori nutrizionali influenzano le decisioni di acquisto alimentare del 45% degli utenti online, seguito dal rapporto qualità-prezzo, decisivo nella scelta di prodotti per il 20% dell’audience.

Guardando alla sostenibilità, il 43% dei consumatori è disposto a spendere di più per packaging sostenibili e pratiche aziendali responsabili. Per gli acquisti offline, il 20% dei consumatori si rivolge a negozi specializzati.

L’intelligenza artificiale contribuisce a garantire consegne tempestive e a preservare l’integrità dei prodotti lungo tutta la catena di fornitura

Un’ulteriore analisi sull’offerta di ristorazione nei centri commerciali, condotta su oltre 20.000 conversazioni online, evidenzia che i Millennials sono i maggiori frequentatori giornalieri di centri commerciali (60%), seguiti dalla GenZ (30%) e dalla GenX (10%).

“UNA RIVOLUZIONE GIÀ IN ATTO”

“La rivoluzione dell’AI nel settore F&B non è solo una proiezione futuristica ma una realtà in atto”, commenta Vincenzo Tanania, Innovation Director PwC Italia. “Come mostrano i dati emersi, è evidente una crescita esponenziale del mercato e delle applicazioni innovative lungo tutta la filiera di settore. L’impatto della GenAI e l’utilizzo strategico dei dati stanno plasmando un nuovo paradigma di business data-driven, focalizzato sulla personalizzazione, efficienza e sostenibilità. Le aziende che sapranno cavalcare questa onda, integrando le soluzioni AI nelle loro strategie e processi, non solo guideranno attivamente il cambiamento ma risponderanno efficacemente alle crescenti aspettative dei consumatori in termini di qualità, sicurezza e sostenibilità dei prodotti alimentari”.

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QUANTO COSTA PRODURRE UN PARMIGIANO REGGIANO CON PIÙ ALTI STANDARD DI BENESSERE ANIMALE?

Secondo un sondaggio, il 61% dei consumatori sarebbe disposto a sostenere un maggiore costo pari o superiore a 3 euro/kg per acquistare un Parmigiano Reggiano prodotto da latte proveniente da allevamenti con standard di benessere animale superiore ai minimi di legge e senza uso di antibiotici. Ma all’allevatore quanto costa produrre un latte così? La risposta l’ha data il Gruppo Operativo per l’Innovazione (GOI) “IN

FORMA - Filiere virtuose ad alto contenuto di benessere animale nell’area di produzione del Parmigiano Reggiano”, che ha calcolato i costi degli interventi migliorativi necessari per adeguare gli allevamenti e per gestire standard di

benessere elevati, verificandone oltre alla fattibilità tecnica, anche quella ambientale ed economica.

L’innovazione del GOI è consistita nella creazione e nella diffusione di modelli di filiera etica basati sui principali protocolli nazionali e internazionali (Red Tractor, RSPCA, CIWF, Disciplinare RER) in grado di soddisfare l’opinione pubblica e i consumatori di un mercato interno e internazionale sempre più esigenti che possano essere di esempio per altri caseifici del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano.

A seconda del disciplinare considerato, il costo di adeguamento delle strutture (riconversione da stalle fisse

UCIMA: 40 ANNI DEDICATI AL PACKAGING ITALIANO

Ucima, l’Associazione dei costruttori italiani di macchine per il packaging, avvia il progetto Ucima40 in occasione del suo quarantesimo anniversario di attività. Fondata nel 1984, Ucima ha sempre sostenuto le aziende italiane del settore e svolto un ruolo cruciale nello sviluppo e nella promozione del packaging italiano, che oggi si posiziona ai vertici internazionali. Questo importante traguardo non sarà solo un’occasione per festeggiare il passato e i risultati ottenuti, ma anche per proiettare lo sguardo verso il futuro con entusiasmo e determinazione. Il progetto Ucima40

prevede una serie di iniziative innovative che coinvolgeranno attivamente tutte le aziende del settore.

Attraverso lo sviluppo di nuovi canali di comunicazione, come podcast, video ed eventi speciali, il progetto si propone di raccontare la storia del settore e dei suoi protagonisti, offrendo uno sguardo approfondito sulle sfide e le conquiste che hanno caratterizzato questi 40 anni di impegno e innovazione.

Particolare attenzione sarà rivolta anche al futuro del settore, con l’obiettivo di farlo raccontare da coloro che hanno promosso

a libere, ampliamento stalle, nuovi paddock ecc.) può variare da 1.700 a 7.000 euro/vacca. I costi di gestione per i materiali di consumo (maggiori quantitativi di paglia in zona di riposo), veterinario aziendale (piani vaccinali, di controllo delle mastiti, delle patologie infettive e delle parassitosi, di igiene in stalla e gestione colostro), manodopera aziendale (distribuzione paglia, rilievi su animali, gestione vitelli), altri servizi (formazione addetti, certificazione, ecc.), invece, può variare da 36 a 43 euro/vacca per anno, con un’incidenza sui costi di produzione compresa tra poco meno dell’1% fino al 6,5%. Questi valori sono stati rilevati sulla base dello stato di fatto di 38 allevamenti di bovini da latte del comprensorio del Parmigiano Reggiano, sui quali sono stati individuati gli interventi legati alle richieste dei quattro standard di benessere individuati.

Sono partner del Gruppo Operativo IN FORMA il Centro ricerche produzioni animali (CRPA scpa, capofila), Latteria Sociale San Giorgio, Caseificio Sociale Cavola, Aemme Società Agricola ss, Fattoria Rossi, Società Agricola Le Boccede Allevamento del Minello, Fondazione CRPA Studi Ricerche ETS, Dinamica scarl. Il progetto ha avuto il contributo non condizionato di MSD Animal Health.

e contribuito attivamente alla crescita del made in italy del packaging, per rivolgersi alle giovani generazioni. Ucima40 intende quindi fare cultura su un settore altamente tecnologico e all’avanguardia, trasmettendo i primati e le prospettive del mondo del packaging italiano.

Le attività del progetto Ucima40 accompagneranno tutto il 2024, e saranno caratterizzate da una serie di appuntamenti sia in Italia sia all’estero. Il culmine di queste celebrazioni sarà una serata evento programmata per il prossimo ottobre alla presenza di tutti i principali stakeholder del settore.

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MORTADELLA BOLOGNA: PRODUZIONE E VENDITE IN AUMENTO

Nel corso del 2023 sono stati prodotti 39,5 milioni di kg di Mortadella Bologna IGP e venduti 33,3 milioni di kg. Rispetto al 2022 la produzione è cresciuta del 3,7% e le vendite dello 0,8% (dati forniti dall’organismo di controllo IFCQ certificazioni).

L’affettato in vaschetta conferma il decennale trend di crescita, con un aumento del 6,5%, a riprova della comodità del formato che continua ad essere scelto dal consumatore per la praticità di utilizzo e consumo. Basti pensare che si è passati dai 4,7 milioni di Kg lavorati nel 2013 agli 11,3 milioni di Kg del 2023 con un volume di vendita più che raddoppiato, pari a +240%.

“La crescita ottenuta dalla Mortadella Bologna IGP è particolarmente trainata dalle vendite all’estero, cresciute del 6,7%. A conferma del fatto che

il valore di appagamento del gusto e dello spirito, associato al consumo di Mortadella Bologna, sia un fattore vincente e premiante non solo in Italia ma anche all’estero. Parte di tale successo è dovuto anche al continuo impegno del Consorzio di tutela in attività di promozione volte a garantire lo sviluppo e la salvaguardia di questa IGP in tutto il mondo”, afferma Guido Veroni, presidente del Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna.

In Italia, la GDO si conferma il principale canale di vendita con una quota del 54,8%, seguita dal Normal Trade col 28,1% e dal Discount col 17%.

Le vendite sono prevalentemente destinate ai consumi interni, tuttavia la quota destinata alle esportazioni, nel 2023 pari al 20,9%, è in progressiva crescita (+6,7% rispetto al 2022).

La maggior parte delle esportazioni sono verso i Paesi UE, tra quest’ultimi, Francia e Germania rappresentano i principali mercati di riferimento, con quote del 26,4% e del 22,7%, seguiti da Spagna, UK e Belgio. Assumono particolare rilievo le performance registrate in due mercati: Germania +15,8% e UK +20,8% che vedono aumentare anche le rispettive quote di mercato passando dal 20,9% al 22,7% per la Germania e dal 5,9% al 6,6% per il Regno Unito.

STOP AGLI SPRECHI E CONTROLLO DELLA PRODUZIONE

MANTENERE GLI STANDARD DI QUALITÀ, MIGLIORARE LA SODDISFAZIONE DEI CLIENTI E GARANTIRE LA CONFORMITÀ CON I NOSTRI DISPOSITIVI DI MISURAZIONE DEL COLORE

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attualità

Un convegno della Fondazione Edmund Mach ha fatto il punto sulla situazione degli allevatori in Trentino. Sono emerse da un lato le criticità, tra cui la crescita dei prezzi di produzione e le normative stringenti. Dall’altro, le opportunità per le giovani generazioni supportate delle istituzioni locali.

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ZOOTECNIA MONTANA:

FRA PRODOTTI DI PREGIO E TUTELA DELL’AMBIENTE

Sono molteplici le funzioni svolte dalla zootecnia di montagna attraverso le attività condotte ogni giorno dagli allevatori: produzioni casearie di pregio, tutela e valorizzazione dell’ambiente, della biodiversità, del paesaggio, del turismo e delle loro peculiarità storiche e culturali.

Nella sua attività quotidiana l’allevatore deve però fare sempre più i conti con costi di produzione elevati, soprattutto legati al trasporto del latte e all’acquisto dei mangimi, vincoli normativi molto restrittivi, problemi di ricambio generazionale. In Trentino, però, c’è una classe di giovani allevatori che si sta facendo strada ed è pronta ad affrontare le sfide di questo settore. Con l’aiuto anche delle istituzioni locali, tra cui la Provincia autonoma di Trento e la FEM, che si impegna ad intensificare il supporto al settore con le attività di formazione, trasferimento tecnologico e ricerca.

È il messaggio scaturito dal convegno dedicato alla zootecnia di montagna organizzato a San Michele da Fondazione

Edmund Mach in stretta collaborazione con la Federazione provinciale allevatori di Trento e Concast Trentingrana, alla presenza di oltre 150 allevatori; un evento che si inserisce nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’istituzione dell’Istituto Agrario nel 1874.

L’evento, patrocinato da Provincia Autonoma di Trento ed Euregio, ha visto partecipare l’onorevole europeo Herbert Dorfmann e l’assessore provinciale all’agricoltura, promozione dei prodotti trentini, ambiente, difesa idrogeologica e enti locali, Giulia Zanotelli. Con la moderazione di Giorgio Setti, giornalista delle Edagricole, sono intervenuti i presidenti Mirco Maria Franco Cattani di FEM, Giacomo Broch di Fpa, Stefano Albasini di Concast Trentingrana, il consigliere di amministrazione di FEM, Claudio Valorz, il dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico Maurizio Bottura, il professor Giulio Cozzi dell’Università di Padova, la professoressa Marta Villa

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024 16 a cura di ??
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dell’Università di Trento. È poi seguita da una tavola rotonda con i rappresentanti del comparto zootecnico per discutere delle criticità e delle opportunità di crescita del settore.

“COINVOLGERE GLI OPERATORI DEL COMPARTO PER AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE”

“La zootecnia ha in questa terra tradizione e caratteristiche oggi profondamente attuali e utili per enfatizzarne i tratti salienti, contribuendo nel contempo al suo sviluppo armonico ed alla preservazione dell’ambiente”, ha sottolineato in apertura il presidente di FEM Mirco Maria Franco Cattani. È quindi importante per la Fondazione, coinvolgere direttamente gli operatori del comparto al fine di accoglierne i temi più condivisi, le richieste più importanti, al fine di intervenire, nell’ambito delle proprie competenze, a loro supporto, contribuendo a innovare e offrire prospettive di sviluppo e miglioramento a questo importante settore dalle ampie potenzialità”.

Il convegno ha portato aggiornamenti e spunti di riflessione sulla sostenibilità dei sistemi zootecnici montani presentando il ruolo che la Fondazione Mach ricopre da molti anni a supporto degli allevatori trentini.

“Oggi è un momento importante di confronto per il comparto zootecnico”, ha evidenziato l’assessore Giulia Zanotelli. “La Provincia autonoma di Trento, come già fatto in passato, lavorerà insieme agli allevatori per strutturare una strategia di prospettiva, partendo da un documento che proprio la stessa PAT aveva commissionato nella scorsa

legislatura e che andava ad individuare insieme alla Fondazione Mach i punti centrali su cui lavorare. Un documento che è già stato sottoposto all’attenzione dei rappresentanti del comparto e che dobbiamo riprendere in mano per valutare insieme come meglio procedere per valorizzare la zootecnia di montagna e per tutelare le nostre aziende”.

Herbert Dorfmann, deputato del Parlamento europeo, ha evidenziato come la Politica Agricola Comune rimanga l’elemento più importante a disposizione dell’Unione europea per sostenere la zootecnia di montagna, parlando di sostenibilità economica, sociale e ambientale e di ricambio generazionale. “Per dare un futuro a questo settore bisogna far sì che vi sia una chiara differenza di sostegno tra la pianura e le zone più avvantaggiate rispetto alle zone più svantaggiate come la montagna”.

Giulio Cozzi dell’Università di Padova ha parlato del ruolo di “sentinella ambientale” dell’allevatore/pastore di montagna in grado di controllare e contenere la manifestazione di fenomeni di dissesto ambientale e di degrado del paesaggio. “Quando la stalla o la malga chiu-

La tavola rotonda che ha concluso il convegno sulla zootecnia di montagna organizzata a San Michele all’Adige da FEM, in collaborazione con la Federazione provinciale allevatori di Trento e Concast Trentingrana

dono in quanto scarsamente remunerative o a causa dei difficili standard di vita imposti dall’attività zootecnica, la montagna ‘muore’: una zootecnia vitale in montagna oggi, deve risultare sostenibile fondandosi su positive evidenze economiche, etiche e ambientali”.

Maurizio Bottura ha evidenziato il ruolo della FEM a supporto del comparto, dalla formazione delle nuove generazioni all’impegno della ricerca con gli studi sull’innovazione relativi alla tipicità dei prodotti caseari, lo studio genetico delle razze locali e sulla qualità del latte mediante piani di miglioramento del problema mastite per arrivare al supporto diretto alle aziende, con le competenze orientate alla valorizzazione delle produzioni foraggere e al riutilizzo delle deiezioni zootecniche, stimolo ad un maggior sviluppo in termini di economia circolare.

Il ruolo paesaggistico, territoriale e culturale del settore zootecnico in ambito montano è stato evidenziato dall’antropologa Marta Villa, dell’Università degli Studi di Trento, che ha presentato alcuni dei dati desunti da una ricerca qualitativa ed etnografica decennale conclusa lo scorso anno sul territorio trentino e in particolare la relazione tra pascolo, alpeggio e razze autoctone, e i prodotti lattiero-caseari lavorati.

Infine, la tavola rotonda con l’assessore Giulia Zanotelli, Claudio Valorz, consigliere di amministrazione FEM, i presidenti Fpa e Concast Giacomo Broch, e Stefano Albasini.

“In Trentino ci sono 18.000 vacche da latte e 638 aziende professionali”, ha spiegato Giacomo Broch. Sono numeri importanti di un comparto che deve guardare al futuro con fiducia. Possiamo contare su tanti giovani appassionati e pronti a dare il proprio contributo e noi vogliamo credere e soprattutto investire nelle future generazioni. ll settore zootecnico è fondamentale per il mantenimento della vita in montagna, pertanto il lavoro dell’allevatore va valorizzato e supportato”.

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SPECK ALTO ADIGE IGP FRA I PIÙ NOTI SALUMI ALL’ESTERO

Dalla qualità alla salvaguardia del marchio, fino all’innovazione. Il bilancio del 2023 è stato un anno sfidante ma che ha confermato il miglioramento costante della qualità dello Speck Alto Adige IGP, una maggiore notorietà del marchio (ormai conosciutissimo in Europa e negli USA), e la sua salvaguardia da un uso illecito.

Paul Recla, presidente del Consorzio Tutela Speck Alto Adige

Lo Speck Alto Adige IGP si conferma anche per il 2023 uno dei salumi più esportati in Italia (con un tasso di esportazione del 32,5%). Inoltre, nel 2023 è stato registrato un leggero aumento delle vendite dello Speck Alto Adige IGP dell’1.5% rispetto al 2022.

“Lo scorso anno è stato caratterizzato da una

SALAME CACCIATORE: 2023 POSITIVO

La produzione certificata dei Salamini Italiani alla Cacciatora Dop ha chiuso il 2023 con un andamento positivo, con un incremento del +0,8% con 4.138.617 kg prodotti. Se guardiamo al 2022, che aveva chiuso in negativo di alcuni punti percentuali rispetto all’anno precedente, il risultato dell’anno appena conclusosi evidenzia un trend di ripresa e dimostra, dunque, l’apprezzamento di questa eccellenza italiana.

In Italia, che assorbe il 70% della produzione certificata, il 61% della Dop è sta-

ta distribuita nel canale moderno (GDO) e il rimanente 39% nei restanti canali. Dato positivo anche per l’affettato in vaschetta che consolida il suo trend di crescita degli anni precedenti, facendo registrare un aumento del 6% rispetto al 2022 a conferma della praticità d’utilizzo e della comodità di fare scorta in questo formato.

Per quanto riguarda l’export, circa il 30% del prodotto viene venduto all’estero, una percentuale ormai consolidata negli ultimi anni. Ciò significa che la

tensione politica globale e dalle relative incertezze, che hanno avuto un impatto sulle relazioni commerciali, sui prezzi delle materie prime e sulle catene di approvvigionamento”, commenta Paul Recla, presidente del Consorzio Tutela Speck Alto Adige, rieletto per il suo terzo anno di mandato. “Inoltre, il cambiamento climatico sta ponendo il mondo davanti a importanti sfide che stiamo affrontando attraverso una strategia di sostenibilità con cui intendiamo confermare il nostro impegno, con lo scopo primario di sensibilizzare intensificando gli sforzi a favore della qualità e della sostenibilità come valori aggiunti dello Speck Alto Adige IGP”.

Dop è riuscita a crearsi un proprio mercato anche al di fuori dei confini nazionali. I principali Paesi di destinazione del prodotto si riconfermano quelli dell’Unione Europea, Germania in primis, seguita da Belgio e Francia.

DM PROMOZIONE: 25 MILIONI DI EURO PER LE FILIERE DOP E IGP

Origin Italia e Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste hanno presentato lo scorso marzo il “DM Promozione” che assegna alle filiere DOP IGP risorse pari a 25 milioni di euro per promozione nazionale e internazionale e misure di sostenibilità.

Una misura fortemente voluta da Origin Italia e ottenuta grazie all’impegno del Ministro Francesco Lollobrigida, che concretizza il percorso iniziato con il D.M. 5 settembre 2023 relativo al “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura”. Il provvedimento ha tra i principali obiettivi quelli di sostenere e incrementare la commercializzazione dei prodotti Dop Igp, sviluppare azioni di informazione e divulgazione su origine e caratteristiche distintive dei prodotti, sostenere azioni per il loro sviluppo, incrementare la rappresentatività dei Consorzi di tutela e applicare i risultati della ricerca per im-

plementare misure di sostenibilità nelle filiere. Potranno beneficiare delle risorse i singoli consorzi di tutela o le associazioni temporanee tra più consorzi, riconosciuti dal Masaf, che presenteranno domanda entro il prossimo 15 maggio.

“Per la prima volta i Consorzi di Tutela vengono dotati di un supporto economico di notevole entità, da impiegare nella creazione di nuovi mercati per le imprese, nonché nella ricerca di una sempre maggiore sostenibilità delle proprie produzioni, per la tutela dell’ambiente e dei consumatori”, commenta Cesare Mazzetti, presidente della Fondazione Qualivita.

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FOCUS SULL’AUTOMAZIONE DEI PROCESSI AZIENDALI

Si è tenuta lo scorso 20 marzo, presso Palazzo Gambara a Bedizzole (BS), la terza edizione del DocsMarshal Day, la giornata dedicata all’innovazione e al futuro del Business Process Management (BPM) e della Business Process Automation (BPA), con lo scopo di raccontare lo stato dell’arte e le prospettive del settore.

Durante la conferenza si sono accesi i riflettori sulle potenzialità delle tecnologie a supporto dell’uomo, sull’importanza della corretta gestione delle risorse e dei processi all’interno dell’azienda e sull’integrazione dell’AI nell’ambito del BPM grazie a DocsMarshal e alla sua applicazione in ambiti eterogenei tra loro.

Ha aperto il dDay Luca Cavedaghi, founder di DocsMarshal e CEO di Cualeva, che ha raccontato le novità della versione 2024 del software proprietario, ricordando ai presenti i punti salienti presentati durante le scorse edizioni.

DocsMarshal 2024 reinventa il diagramma di Gannt, utilizzato per rappresentare e semplificare processi anche molto complessi, consentendo di sincronizzare i calendari dei dipendenti, di gestire e riallocare attività in modo au-

tomatico, di creare statistiche, di monitorare e di prevedere i tempi e le scadenze dei progetti e di inviare notifiche. Il tutto, integrandosi alla perfezione con i sistemi già in uso dalle diverse realtà.

A seguire Laura Leorati, Grants & Financial Manager di DIM Group ha esplorato la digitalizzazione della governance e la riservatezza del dato, a partire dal decreto 231/2001 e dai suoi vantaggi tra cui: gestione dei rischio, miglioramento dell’efficienza aziendale, e semplificazione dell’organizzazione e prevenzione di illeciti e sanzioni amministrative e giuridiche. Tra gli interventi della mattinata, Nicola Napoletano, responsabile area business & artificial intelligence di Casillo Group, ha raccontato l’esperienza della food company con DocsMarshal e l’importanza per le aziende di avere sistemi flessibili, di rapida implementazione, di facile utilizzo e rispondenti per la gestione dei diversi processi. Grazie a Docsmarshal, il Gruppo Casillo, sempre attento all’innovazione e con l’obiettivo di digitalizzare l’impresa, è riuscito a raccogliere, standardizzare e gestire l’enorme mole di dati prodotta e a migliorare la comunicazione tra le diverse aree aziendali.

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BERTAGNI AMPLIA LO STABILIMENTO IN TRENTINO

Sei anni fa l’arrivo in Trentino di Bertagni 1882 – azienda controllata dal gruppo spagnolo Ebro, multinazionale che opera nell’ambito del riso e della pasta fresca e secca – con la riapertura dello storico pastificio PAF di Borghetto d’Avio (TN). Quindi il progressivo potenziamento dello stabilimento produttivo, con l’aggiunta di nuove linee e l’assunzione di altri lavoratori. Ora la firma con Trentino Sviluppo di un’operazione immobiliare di ampliamento, che porterà lo stabilimento di Borghetto a diventare il principale sito produttivo dell’azienda. Nello specifico Bertagni 1882 acquista da Trentino Sviluppo due fabbricati adiacenti all’attuale stabilimento, dove creare un polo logistico ed ampliare l’area produttiva, riducendo sensibilmente costi ed impatto ambientale della movimentazione di merci. L’intesa è stata presentata lo scorso 14 marzo, dall’assessore provinciale allo Sviluppo

economico, lavoro, ricerca e università Achille Spinelli, dal presidente di Trentino Sviluppo, Sergio Anzelini, e dal presidente dell’azienda, Antonio Marchetti. Bertagni investirà 11 milioni di euro nel prossimo biennio, in aggiunta ai 40 milioni investiti negli ultimi anni, e darà lavoro a regime a 165 dipendenti.

Con un fatturato consolidato di 168 milioni di euro, in crescita del 6,5% rispetto al 2022, Bertagni 1882 è il secondo produttore di pasta fresca in Italia.

Giunto a Borghetto di Avio nel 2017, dove ha rilevato l’ex Malgara Chiari e Forti dopo il fallimento, l’azienda con sede ad Arcugnano (Vicenza), in questi anni ha già investito oltre 40 milioni di euro in Trentino. Ad Avio si contano 8 linee produttive che lavorano a ciclo continuo, giorno e notte, per un totale di 3.500 quintali di pasta ripiena prodotti ogni settimana. Con l’intesa siglata, Trentino

Sviluppo si impegna a cedere a Bertagni due fabbricati produttivi adiacenti allo stabilimento principale, ovvero l’immobile ex “Le Cont” e l’immobile ex “Ginos”. L’intera area industriale che insiste sul sito produttivo al confine tra le province di Trento e Verona, lungo la Statale 12, per un totale di 18.000 metri quadrati, è quindi ora di proprietà e in piena disponibilità di Bertagni 1882.

AGUGIARO & FIGNA CELEBRA I 50 ANNI DALLA FUSIONE CON UN FATTURATO VICINO AI 170 MILIONI DI EURO

Il gruppo Agugiaro & Figna, tra le magiori aziende italiane nella macinazione di grano tenero, ha chiuso il 2023 con un fatturato vicino ai 170 milioni di euro, macinando quasi 300mila tonnellate di grano nei suoi tre stabilimenti, situati a Collecchio (Parma), Curtarolo (Padova) e Magione (Perugia).

Grazie all’elevata automazione dei suoi impianti e al processo brevettato di Macinazione Integrata®, che associa la molitura tradizionale a pietra con quella moderna a cilindri, nel 2023 il gruppo ha raggiunto quasi 230 mila tonnellate di prodotti finiti. Prodotti che sono il risultato di una continua attività di ricerca e sviluppo, condotta nei due centri di Curtarolo e Magione, dove si lavora costantemente all’elaborazione e allo sviluppo di soluzioni per migliorare le performance. Una grande attenzione è anche rivolta alla qualità della materia prima ed alla sua origine: la maggior parte del frumento viene acquistata in Italia e proviene da progetti di filiera o da produttori certificati. In questo modo, il gruppo, nato nel 2003 dall’unione delle due storiche famiglie di mugnai (Agugiaro a Padova e Figna a Parma), è in grado di soddisfare tutte le esigenze dei clienti.

Una produzione, quella di Agugiaro & Figna, in costante miglioramento an-

che grazie agli investimenti: nel 2023 sono stati destinati 8 milioni di euro in incremento della capacità e dell’efficienza produttiva e riduzione dei consumi energetici. Una prerogativa del gruppo, quella di ridurre l’impatto ambientale, testimoniata dalle azioni adottate con questo obiettivo: i tre stabilimenti sono alimentati solo da energia proveniente da fonti rinnovabili; inoltre, tutte le confezioni delle farine sono realizzate con carta proveniente da foreste certificate FSC. In tema di sostenibilità, il progetto più importante è il “Bosco del Molino”, nato a Collecchio nel novembre del 2021, dove sono stati piantati 18mila alberi che nell’arco di pochi anni saranno in grado di assorbire tutta la CO2 emessa dai tre siti del gruppo.

Ottimi i risultati conseguiti dall’export, che registra una sempre maggiore rilevanza grazie ai 96 paesi dove Agugiaro & Figna commercializza i propri prodotti: nel 2023 le esportazioni hanno raggiunto un quarto del fatturato del gruppo. Buone anche le performance del canale Horeca, che insieme all’industria sono i settori nei quali storicamente opera il gruppo.

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ROBOTICS

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Nella produzione alimentare i robot Stäubli soddisfano i più severi requisiti in materia di igiene e di sicurezza, eseguendo tutti i processi con precisione, affidabilità, massima produttività e sicura collaborazione uomo-robot.

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Nel 2025 la fiera ospiterà il meglio della tecnologia per il grain based food e in particolare per la produzione di pasta secca, settore in cui l’Italia conferma la sua leadership internazionale.

PASTA E BAKERY

AL CUORE DI IPACK-IMA

La pasta continua a essere uno dei cibi più amati e popolari del mondo, dati alla mano, con una produzione a livello globale che supera i 17 milioni di tonnellate. L’Italia rimane il primo consumatore al mondo con 23 kg pro capite all’anno, ma il mercato del grain based food e della pasta in particolare è in continua crescita, con numeri molto interessanti. La produzione mondiale è cresciuta infatti del 1,8% rispetto al 2021, con un raddoppio rispetto al 1998.

Tra i leader di mercato spicca l’Italia al primo posto con 3,6 milioni di tonnellate nel 2022, in crescita del 3,2% rispetto al 2021, per un giro d’affari complessivo da 7 miliardi di euro. Guardando ai consumi, inoltre, ai dati italiani seguono paesi come la Tunisia, con 17 kg all’anno pro capite, e il Venezuela con 12 kg. Quanto alle macroaree, inoltre, il 75% della pasta consumata in Europa e il 25% nel mondo sono di produzione italiana.

Ma anche il più tradizionale degli alimenti sta vivendo

un’evoluzione in linea con i nuovi stili di vita, che porterà i consumatori a guardare a formati diversi, packaging più ecologici e rinnovate modalità di consumo, soprattutto grazie all’introduzione della pasta in diverse zone del mondo, dove, oltre ai citati Tunisia e Venezuela si aggiungono Grecia al 12%, Perù al 9,9%, Cile al 9,6%, Francia al 9,1%, Stati Uniti con l’8,8%.

(Fonte: Unione Italiana Food, IPO, Astra Ricerche).

GRAIN BASED FOOD: IN CRESCITA LE MACCHINE PER L’IMBALLAGGIO

Il Grain Based Food non è quindi solo indice di tradizione ma vede ormai un’evoluzione determinata dalla contaminazione culturale e dall’internazionalizzazione dei mercati. Un dato emerso in modo significativo nel corso dell’ultima edizione di Ipack-Ima, che sul comparto punta molto con player di alto profilo a livello globale e visitatori

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appuntamenti

in percentuali significative.

Guardando all’affluenza, infatti, emerge come il 24% del totale dei visitatori, uno su quattro, provenga proprio da questo mercato con oltre 14.000 professionisti presenti in fiera (su un totale di quasi 60.000).

Dal punto di vista delle macchine per il packaging, il Grain Based Food, tradizionalmente raccolto in fiera nella Community “Pasta, Bakery & Milling”, esprime nel mondo numeri da capogiro. Si parla infatti di un fatturato pari a 3,1 miliardi di euro nel solo 2022 con una crescita prevista al 3,5% per il 2023-2027. Tra i paesi con maggiore crescita, ci sono Egitto con un +5%, Brasile al +4.6% e Cina al +4.5%. L’Italia guida la produzione, con un fatturato complessivo di 491 milioni di euro, ben 190 aziende operanti nel comparto e una quota export del 68%, principalmente concentrata verso Stati Uniti, Germania e Francia (Fonte: MECS).

Grazie anche alla capacità di innovazione di imprenditori e aziende, l’Italia emerge dunque non solo come maggior produttore, esportatore e consumatore, ma anche per tecnologie di confezionamento. Un primato unico al mondo, che rende IpackIma l’appuntamento centrale per l’intera filiera produttiva.

IN FIERA LE SOLUZIONI TECNOLOGICHE PIÙ AVANZATE

Quello della Pasta, Bakery & Milling è un settore “core” di Ipack-Ima, storicamente evento di riferimento a livel-

lo globale in particolare per le tecnologie di produzione della pasta secca. Un contesto ideale in cui trovare anche l’eccellenza rivolta al mondo della pasta fresca e ripiena, couscous, prodotti da forno, molitorio, cereali e mangimi. Alcune delle soluzioni più all’avanguardia spaziano dalle linee per pesatura, porzionamento, impilamento, polmonatura al confezionamento automatico e palettizzazione, dagli impianti per macinazione, pulitura, alla movimentazione delle farine, dalle presse per la semola alle macchine per miscelazione, impasto, estrusione, alle trafile e sistemi di taglio fino agli impianti di cottura indu-

A Fiera Milano dal 27 al 30 maggio 2025

Ipack-Ima è la fiera di riferimento internazionale per il settore del processo e confezionamento rivolta al mondo food e non food. L’edizione 2022 ha visto la presenza di 59.837 visitatori, di cui il 25% estero, che hanno incontrato 1.166 espositori espressione del meglio della tecnologia internazionale del settore. La prossima edizione si terrà a Fiera Milano dal 27 al 30 maggio 2025.

L’Italia guida la produzione di macchine per il confezionamento del grain based food, con un fatturato complessivo di 491 milioni di euro, 190 aziende e una quota export del 68%

striale per prodotti da forno e quelli di essicazione per pasta e riso.

Sono molti i top player del comparto che a marzo 2024 avevano già confermato la propria presenza, con nomi di rilievo come di Alapala Dis Ticaret, Altopack, Anselmo Impianti, Axor, Bühler, Cavanna, Cimbria, Clextral, Concetti, Foodetch e poi, ancora Gea-Pavan, Imas Makina Sanayi, Ing. Polin, Italo Danioni, Italpack, Italpast, Landucci, Mulmix, Niccolai Trafile, Omas, Opessi, Ricciarelli, Satake Europe, Selematic, Sircem, Tecalit, Technosilos, e molte altre aziende specializzate in questo segmento.

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HISPACK 2024: AUMENTANO GLI ESPOSITORI INTERNAZIONALI

Quest’anno toccherà il 30% la quota di stand di aziende non spagnole nella fiera dedicata alle soluzioni per il packaging, in programma a Barcellona dal 7 al 10 maggio. Saranno 38 le società italiane in mostra.

Hispack 2024 si appresta a essere l’evento di riferimento di quest’anno per le aziende internazionali del settore dell’imballaggio, della lavorazione e della logistica, che vogliono cogliere le opportunità di business offerte dal mercato spagnolo e prendere contatto con nuovi clienti. Più di 250 le aziende provenienti da fuori Spagna che fanno parte dell’ampia gamma di espositori: in tutto 720 provenienti da 28 paesi e 1.250 marchi rappresentati. Quest’anno, la partecipazione di aziende internazionali a Hispack, che si terrà dal 7 al 10 maggio presso la Gran Via della Fira de Barcelona, è aumentata del 5% rispetto al 2022. La forte crescita della presenza italiana, il ritorno degli espositori cinesi dopo la pandemia e l’ingresso di nuovi Paesi nella lista sono alla base dell’incremento della quota internazionale, che ormai rappresenta il 30% del totale. La Turchia è il paese estero con più espositori (81), seguita da Italia (39), Cina (31), Germania (23), Francia (16), Paesi Bassi (9), Portogallo (9) e Regno Unito (6).

Il 60% dell’offerta di Hispack riguarda attrezzature e macchinari per la lavorazione, imballaggio, imbottigliamento, produzione di imballaggi, codifica, etichettatura e marcatura,

automazione, robotica e logistica. Il restante 40% degli espositori presenta materie prime e materiali per l’imballaggio, contenitori per vari settori industriali e di consumo, nonché per la distribuzione, l’e-commerce e la vendita al dettaglio.

“Le opportunità del mercato spagnolo e i suoi tassi di crescita continua sono la principale attrazione per le aziende internazionali che partecipano a Hispack alla ricerca di nuovi clienti, così come il collegamento della fiera con l’America Latina e i paesi del Mediterraneo grazie rispettivamente alla vicinanza linguistica e geografica”, sottolinea Xavier Pascual, direttore di Hispack.

TRA I VISITATORI ATTESI TANTI DECISION MAKERS E FIGURE TECNICHE

Tra i visitatori internazionali previsti, sarà

importante il numero di professionisti provenienti dal Portogallo, che rende la fiera di Barcellona un punto di riferimento per il settore dell’imballaggio nel mercato iberico. Oltre ai dirigenti con potere d’acquisto, Hispack viene visitata da profili tecnici provenienti dalle aree di fabbrica e produzione, nonché dai dipartimenti acquisti, ricerca e sviluppo, sostenibilità, marketing e operazioni di produttori, confezionatori e marchi nei settori alimentare e bevande, cosmetici e profumeria, farmaceutico, automobilistico ed elettronica di consumo. Hispack viene visitata anche da professionisti provenienti da altri paesi europei: principalmente Italia, Francia, Germania e Regno Unito, oltre che dall’America Latina e dall’area del Mediterraneo. Si tratta di professionisti altamente qualificati con progetti di investimento specifici interessati a conoscere fornitori spagnoli che sviluppano materiali e attrezzature per imballaggio, processo e logistica che si distinguono per competitività, flessibilità, elevati standard di qualità, innovazione ed eccellente servizio postvendita per garantire i migliori risultati.

La Spagna è tra i primi dieci esportatori mondiali di tecnologie di imballaggio. Hispack presenterà il Giappone come un mercato di sbocco per l’industria europea dell’imballaggio. In questo senso ospiterà la visita di una delegazione giapponese e dedicherà il 9 maggio a raccontare casi di successo e a promuovere il networking tra imprese europee e giapponesi con l’obiettivo di attivare canali di scambio di informazioni e di cooperazione internazionale.

LE INIZIATIVE PER IL PUBBLICO INTERNAZIONALE

Infine, Hispack allestirà l’International Business Center (IBC) nel padiglione 3 del centro espositivo Gran Via come punto di accoglienza per il pubblico internazionale. All’IBC i visitatori potranno: ricevere una consulenza personalizzata sui fornitori spagnoli più adatti a sviluppare i loro progetti; partecipare a conferenze sui mercati potenziali (Messico, Polonia, Tunisia, Marocco e Giappone) e alla presentazione di storie di successo di produttori spagnoli nell’ambito della campagna “Perché le soluzioni spagnole”, promossa da Hispack insieme ad Amec.

www.interprogettied.com 24 appuntamenti TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024

L’agenda

SAVE Bergamo 17 aprile 2024 Bergamo www.exposave.com

Propak Ghana 23-25 aprile 2024 Accra, Ghana www.propakghana.com

Sigep China 24-26 aprile 2024 Shenzhen, Cina www.sigepcn.com/en

Cibus 7-10 maggio 2024

Parma www.cibus.it

Hispack 7-10 maggio 2024

Barcellona, Spagna www.hispack.com

Handling robotico nell’era del 5.0

9 maggio 2024

Orbassano (TO) https://yaskawaitalia.it/ handling-robotico/

Vitafoods Europe 14-16 maggio 2024

Ginevra, Svizzera www.vitafoods.eu.com

Packaging Première 21-23 maggio 2024

Milano www.packagingpremiere.it

Listello passacavo per l‘industria alimentare

Listello passacavo per cavi con connettore per l‘industria alimentare con grado di protezione IP65, compatibile con le aperture dei connettori industriali.

SPS Italia 28-30 maggio 2024 Parma www.spsitalia.it

Meat-Tech 28-30 maggio 2024 Milano www.meat-tech.it

Solids 5-6 giugno 2024 Parma www.solids-parma.de

Sigep Asia 26-28 giugno 2024

Singapore www.sigep.it/network/ sigep-asia

Fachpack 24-26 settembre 2024

Norimberga, Germania www.fachpack.de

Foodtech

1-3 ottobre 2024 Herning, Danimarca uk.foodtech.dk

mcTER Expo 16-17 ottobre 2024

Verona www.mcter.com/expo2024

Sial 19-23 ottobre 2024

Parigi, Francia www.event.sialparis.com/2024/en

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appuntamenti 25 www.interprogettied.com TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024
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La 22esima edizione segnerà un record per le fiere del settore in Italia: più di 3.000 brand presenti e 2.000 top buyer internazionali provenienti dai principali mercati. Il ministro Lollobrigida: “Un evento che afferma il nostro modello alimentare come riferimento globale”.

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CIBUS 2024: A PARMA IL TOP DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE

Per continuare a crescere, l’agroalimentare made in Italy deve guardare all’estero e al futuro. Sta emergendo infatti un mix di fattori che possono rappresentare un rischio, ma anche una opportunità per le nostre imprese: volatilità materie prime, costi energetici, polarizzazione dei canali distributivi. Un made in Italy sempre più presente sulle tavole di tutto il mondo e consapevole di un ruolo guida sul piano della qualità e sostenibilità si presenterà al completo in occasione della 22esima edizione di Cibus (Fiere di Parma, 7 -10 maggio 2024), come illustrato nella conferenza stampa dello scorso marzo al Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida.

“Il made in Italy è l’insieme delle migliori qualità che possiamo offrire”, ha detto Lollobrigida. “Dobbiamo raccontare al resto del mondo l’eccellenza del sistema agroalimentare italiano facendo conoscere sempre di più i nostri prodotti. L’export

rappresenta un asset primario per l’economia della nazione, per questo è fondamentale creare occasioni, in cui incontrarsi e discutere dei nuovi scenari e delle nuove strategie per il settore. Cibus rappresenta senz’altro un momento per affermare il nostro modello alimentare come riferimento globale”.

Nel 2023 l’export, secondo i dati Istat, nonostante un leggero calo dei volumi, ha registrato un valore pari a oltre 52 miliardi di euro, con un aumento del +6,6% rispetto al 2022. L’orizzonte del settore è molto incerto a livello globale per l’incertezza degli scenari internazionali, ma anche delle normative intra ed extra UE. Nonostante la riduzione dei margini e del reddito disponibile, il rischio di nuovi dazi e di legislazioni iper restrittive, le aziende del settore continuano ad investire e innovare guardando con crescente attenzione alle esigenze del consumatore e del pianeta, come dimostrano le migliaia di prodotti che saranno esposti a Cibus

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appuntamenti

2024 per ridare valore a categorie messe a dura prova dalle guerre e dalla crisi climatica.

“Un’edizione che si preannuncia da record, come dimostra il numero dei partecipanti”, ha dichiarato Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare, che contribuisce, insieme a Fiere di Parma, alla realizzazione di Cibus 2024. “Per la Federazione si tratta di un’importante occasione in quanto l’industria alimentare, oltre a generare prodotti e occupazione, con le sue attività contribuisce alla sicurezza alimentare e al benessere degli italiani, a dimostrazione del suo elevato valore sociale. L’industria alimentare italiana, inoltre, si presenta a Cibus 2024 come un comparto sano, in costante crescita e che gode di grande fiducia da parte dei consumatori. Tale fiducia si riflette anche all’estero, dove il settore sta conquistando sempre più mercati, contribuendo ad esportare il Made in Italy e lo stile di vita italiano nel mondo”.

“Il futuro del Made in Italy Alimentare –ha affermato Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma –dipenderà dalla sua capacità di continuare ad innovare e investire restando fedele a tradizioni e territori. Dall’osservatorio privilegiato di Cibus siamo molto fiduciosi rispetto alla consistenza delle nostre imprese e dei nostri prodotti. Negli ultimi anni abbiamo ulteriormente incrementato il value for money della nostra offerta che diventa sempre più interessante per le principali geografie del nostro export a tutto vantaggio della bilancia commerciale e delle varie filiere”.

In questa chiave Cibus ha promosso e realizzato un Osservatorio sul settore food, che Fiere di Parma svilupperà in collaborazione con il CERSI, Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un monitor per offrire a imprenditori, manager e policy-makers un quadro costantemente aggiornato sull’andamento internazionale del settore food, fornendo indicazioni utili ai fini della ricerca di opportunità di sviluppo commerciale nei mercati esteri attraverso una metodologia comparata e costantemente aggiornata.

Già in occasione del salone verrà presentato in anteprima un primo nucleo di dati della ricerca volta ad analizzare i trend della competitività delle principali regioni del mondo (Europa, America, Asia). Uno studio che vedrà la sua piena realizzazione in autunno, con l’analisi dei dati sulle esportazioni di 11 Paesi chiave: Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Polonia, Belgio, Paesi Bassi, USA, Cina, Brasile e Thailandia.

L’obiettivo è fare un assessment sulla competitività internazionale di ciascun paese, attraverso l’analisi dell’evoluzione della posizione competitiva negli ultimi cinque anni e dei principali mercati di destinazione dei prodotti alimentari.

8 PADIGLIONI PER UNA PANORAMICA

COMPLETA DEL FOOD ITALIANO

La 22esima edizione della manifestazione di riferimento per il settore agroalimentare Made in Italy, frutto della consolidata collaborazione tra Fiere di Parma e Federalimentare, supererà quest’anno ogni altra per numero di

espositori (oltre 3.000 brand e una lista di attesa di 600 aziende) e per la presenza di buyer della grande distribuzione italiana e internazionale provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente. Il 2024 sarà inoltre l’anno dei Paesi dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e un’importante delegazione dal Giappone.

Cibus – 120mila m 2 di superficie espositiva distribuita su 8 padiglioni –offrirà uno spaccato completo del settore alimentare italiano, presentando in fiera tutto il meglio dell’agroalimentare made in Italy: formaggi e derivati del latte, carni e salumi, gastronomia e prodotti surgelati, oltre alla sezione grocery, con pasta, dolci, conserve e condimenti, pilastro del nostro export agroalimentare.

La conferenza stampa al Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste

A Parma, grazie alla collaborazione con Agenzia ICE, saranno infatti presenti buyer, category manager e responsabili acquisti delle più importanti catene di supermercati, Ci saranno anche le realtà di riferimento a livello internazionale per l’horeca, così come gli importatori e i distributori chiave per il Made in Italy nel mondo.

Nutrita dunque la partecipazione internazionale, risultato del roadshow che Cibus ha sviluppato nell’ultimo anno nei principali mercati insieme ad Agenzia ICE. Un tour globale che ha già toccato Colonia, Shanghai, Las Vegas e che vedrà tra le prossime tappe Dubai e Tokyo, per concludersi tra giugno e ottobre a New York e Parigi.

Cibus ha promosso un Osservatorio sul food, per offrire a imprenditori, manager e policy-makers un quadro aggiornato sull’andamento internazionale del comparto alimentare

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MALTODESTRINE: IDEALI PER I CELIACI

La selezione di ingredienti di ABS Food si arricchisce con la recente introduzione delle maltodestrine. Ottenute dalla lavorazione degli amidi presenti in cereali o tuberi, sono carboidrati complessi idrosolubili. Ideali per coloro che soffrono di celiachia, le maltodestrine sono senza glutine, poiché le parti proteiche vengono rimosse durante il processo di lavorazione. Variano in base alla loro destrosio equivalenza (DE), che rappresenta la quantità di zuccheri riducenti presenti in rapporto al glucosio, espressa in percentuale su base secca.

Le maltodestrine di ABS Food, derivanti dal mais, sono disponibili in

diversi gradi di DE, permettendo di scegliere quello più adatto all’applicazione desiderata. Maggiore è la DE, maggiori sono la dolcezza, la solubilità e la tendenza all’imbrunimento. Quelle ad alta DE sono ottimali per la produzione di integratori o farmaci in polvere o compresse, oltre a poter essere usate come carrier in miscele di spezie e aromi. Le maltodestrine a bassa DE, invece, sono meno solubili, meno dolci, più viscose e hanno una

SALI MINERALI PER LA FORMULAZIONE DI CARAMELLE

Dr. Paul Lohmann, distribuita in Italia da Faravelli, offre una ricca gamma di sali minerali di alta qualità, ideali per la formulazione di

caramelle di ogni tipo: dure, gommose o gelée. Con soltanto il 15% della RDA del minerale, diventano un modo gustoso e piacevole di integrare nutrienti essenziali senza compromettere il sapore e la consistenza. Grazie alla loro natura termostabile, i minerali rimangono intatti durante la cottura e la conservazione, garantendo così un prodotto finale di alta qualità.

Con una vasta gamma di opzioni singole e combinate per soddisfare una varietà di esigenze nutrizionali,

maggiore capacità di trattenere l’acqua, con un alto potere anticristallizzante. Ideali come sostituti del grasso, conferiscono una texture simile e aumentano la viscosità, la sofficità e la lucentezza dei prodotti. Le loro proprietà addensanti, gelificanti e anticristallizzanti le rendono ottimali per l’uso nei prodotti lattiero-caseari come yogurt, gelati e formaggi, nonché nell’ambito dello sport nutrition per barrette o bevande isotoniche.

le caramelle formulate con i minerali di Dr. Paul Lohmann offrono numerosi benefici: dal potenziamento delle difese immunitarie con zinco, selenio e magnesio, alla promozione di un sorriso sano e luminoso con fluoro, fosforo e magnesio. Le caramelle rappresentano una soluzione piacevole, rapida e gustosa anche per chi cerca un’alternativa agli integratori alimentari tradizionali o per gli sportivi, che possono beneficiare di una ricarica di magnesio e potassio

LR INDUSTRIES RICEVE IL PREMIO ULISSE

Lo scorso18 febbraio, L.R.

Industries Spa ha ricevuto da CNA Catania il “Premio Ulisse” per l’innovazione, un prestigioso riconoscimento all’eccellenza dei suoi prodotti Made in Italy

e all’impegno costante nella ricerca e nello sviluppo, mirati a fornire soluzioni all’avanguardia per i suoi settori di destinazione.

“Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a

questo successo, dal nostro staff ai nostri preziosi clienti, che ci hanno supportato e ispirato in questo percorso”, ha scritto l’azienda in un post su Linkedin. “L’entusiasmo e l’impegno

“a portata di mano” per affrontare l’affaticamento muscolare.

Non solo, alcuni microelementi come cromo, iodio, manganese e rame presenti nelle caramelle possono avere impatti benefici sul metabolismo energetico.

La proposta di Dr. Paul Lohmann dimostra come un uso intelligente dei minerali possa differenziare e rendere ancora più funzionali e appetibili i prodotti finali.

Per ulteriori informazioni su questa opportunità, è possibile contattare la Food Division di Faravelli scrivendo a food@faravelli.it.

della nostra squadra sono le forze trainanti dietro ogni realizzazione, e questo premio è un incoraggiamento a perseguire sempre la strada dell’innovazione e dell’eccellenza”.

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024 28 ingredienti
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ROVAGNATI INVESTE

IN NUOVI IMPIANTI PER L’ENERGIA SOLARE

Rovagnati prosegue nel piano di transizione energetica, aumentando gli investimenti in energia solare: in fase di avvio il nuovo parco fotovoltaico dello stabilimento di Arcore (MB) e, entro il 2024, è previsto un ampliamento del parco già presente a Villasanta (MB). Grazie a questi nuovi impianti la capacità di autoproduzione di energia elettrica di Rovagnati crescerà del 13%, arrivando quindi all’80% del fabbisogno elettrico aziendale. Il nuovo parco fotovoltaico, che verrà inaugurato prossimamente andando ad aggiungersi a quelli già presenti a Villasanta, Felino (PR), Sala Baganza (PR) e nell’Azienda Agricola Borgo del Sole, non è l’unico aspetto della transizione energetica di Rovagnati. L’azienda sta lavorando anche a un piano di efficientamento dei parchi caldaie che nel

2023 ha portato a una diminuzione stimata del consumo di gas metano del 5%. Le attività relative alla transizione energetica rientrano nell’ambito di Rovagnati Qualità Responsabile (RQR), il programma ESG (Environmental, Social, Governance) con cui l’azienda si fa promotrice di uno sviluppo sostenibile del business, attento ai prodotti, alle persone e all’ambiente.

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“L’energia è un tema particolarmente strategico e complesso in questo momento per tutte le aziende, soprattutto per quelle trasformative come Rovagnati”, commenta Gabriele Rusconi, managing director e board member di Rovagnati. “Abbiamo attraversato negli ultimi anni un contesto macro economico complicato che ci ha portati a compiere alcune scelte strategiche, anche in termini energetici. Ma al di là dei fattori congiunturali, che sono sempre in evoluzione, Rovagnati vuole scommettere su una visione di lungo periodo e da anni continua a investire in un processo di trasformazione industriale che passa attraverso l’efficientamento energetico, la riduzione degli sprechi e il potenziamento delle fonti rinnovabili. Questi investimenti sono fondamentali per il nostro business come quelli in ricerca e sviluppo di prodotto. Per essere veramente a prova di futuro è fondamentale continuare a creare valore aggiunto per i clienti, i partner e tutti gli stakeholders”. Montenegro

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Riso Gallo ha incontrato lo scorso febbraio le realtà agricole aderenti al progetto “Il Riso che Sostiene” per premiare attraverso il “Premio Mario Preve per un’Agricoltura Sostenibile 2024” quelle che si sono maggiormente distinte in termini di sostenibilità. Tra le aziende aderenti alla comunità della Carta del Riso, il premio per l’azienda agricola più sostenibile è stato assegnato a Cerutti Alice di Crova (VC).

L’evento ha visto inoltre la partecipazione di partner di valore dell’azienda, quali Basf Italia Spa, Deutz Fahr, Syngenta e xFarm Technologies.

L’incontro è stato un’importante opportunità per esplorare il potenziale che le nuove pratiche di agricoltura conservativa possono rappresentare per le aziende agricole. Il professor Vitaliano Fiorillo, Director di Agrilab,

RISO GALLO CONSEGNA IL PREMIO MARIO PREVE PER L’AGRICOLTURA SOSTENIBILE

ha presentato i risultati positivi derivanti dalla loro applicazione, che prevedono quindi una transizione a un sistema alimentare più sostenibile, resiliente e funzionale al miglioramento del capitale terra come primo asset produttivo per le aziende agricole. Questo porta ad approcciarsi all’attività agricola in un nuovo modo: da produttore di servizi di approvvigionamento a produttore di benefici per le persone e di miglioramento per la biodiversità.

Per il secondo anno Riso Gallo ha scelto di assegnare un riconoscimento alle aziende agricole che si sono distinte per le best practice sostenibili. Un premio che costituisce un omaggio a Mario Preve, scomparso lo scorso anno, e alla sua visione imprenditoriale dedita alla sostenibilità lungo tutta la filiera e fortemente legata al territorio.

A concorrere per il “Premio Mario Preve per un’Agricoltura Sostenibile 2024” sono state le realtà certificate dal 2019 al 2022 e che rispettano due prerequisiti fondamentali: aver conferito risone a Riso Gallo durante la campagna 2022 di coltivazione e aver sottoscritto la Carta del Riso relativa al 2022. Al punteggio finale e alla

graduatoria hanno concorso anche quest’anno diversi parametri, come i requisiti di certificazione FSA, la biodiversità e i progetti innovativi adottati. Si confermano le quattro categorie del 2023, che quest’anno hanno visto distinguersi: Cerutti Alice per il premio Azienda agricola più sostenibile; Società Agricola Eredi di Ballone Emilio S.S. per il premio Donna in agricoltura; An Fed Agri Srl Società Agricola per il premio Innovazione; Mairano Antonio per il premio Biodiversità.

“La valorizzazione della filiera risicola è per noi di Riso Gallo un obiettivo cardine del lavoro, che in questo premio intitolato a nostro padre trova la sua naturale e perfetta sintesi”, ha dichiarato Riccardo Preve, consigliere delegato di Riso Gallo. “Quest’anno, oltre alla celebrazione delle quattro aziende che si sono distinte per le soluzioni che hanno implementato, desidero riconoscere anche il percorso svolto da noi tutti fino a qui, passando da sole 14 aziende agricole aderenti alla Carta del Riso nel 2019 alle 181 di quest’anno. Un segno chiaro dei risultati del nostro impegno e del nostro ruolo di leader e di esempio virtuoso per il mercato”.

TETRA PAK ANCORA IN “SERIE A” PER LA TRASPARENZA DELLE FORESTE

Tetra Pak ha ottenuto un riconoscimento per la sua leadership in materia di trasparenza aziendale e di performance nella categoria Forests, da parte dell’organizzazione ambientale globale no-profit CDP, assicurandosi un posto nella sua “A List” annuale. Secondo i dati raccolti attraverso i questionari Forests 2023 di CDP, Tetra Pak rientra tra il 2% delle aziende che hanno ottenuto un punteggio “A” tra oltre 21.000 società valutate. L’azienda ha inoltre fornito informazioni per le categorie Climate Change e, per la prima volta, Water Security.

L’attribuzione del rating “A” in entrambe le sezioni ha consolidato ancora una volta Tetra Pak nella classe “leadership” di CDP, in quanto unico player del settore degli imballaggi in cartone a riuscirci.

La Piattaforma intergovernativa scientificopolitica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES) avverte che gli ecosistemi si stanno deteriorando ad un ritmo senza precedenti, soprattutto a causa delle attività umane. I sistemi alimentari globali sono la principale causa del deterioramento del nostro ambiente, nonostante provengano

dalle risorse fornite da esso. Non si tratta, però, solo di sicurezza alimentare: è stato stimato che più della metà del PIL mondiale, pari a 44.000 miliardi di dollari di valore economico generato, dipenda in misura moderata o elevata dall’ecosistema e dalle sue risorse. Riconoscendo l’urgenza di attivarsi per arrestare e invertire questo impoverimento nell’ottica di preservare soprattutto le riserve idriche, Tetra Pak si impegna ad agire, sostenendo il raggiungimento degli obiettivi del Global Biodiversity Framework e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

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UNO STANDARD DI SOSTENIBILITÀ PER LE IMPRESE AGROALIMENTARI

EquiPlanet, l’innovativo standard di certificazione della sostenibilità destinato alle imprese agroalimentari, è stato presentato in anteprima lo scorso 22 febbraio nella Sala Cavour del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Davanti a un vasto pubblico di imprenditori, stampa, associazioni di categoria e dirigenti MASAF, il professor Angelo Riccaboni, presidente di EquiPlanet e già rettore dell’Università di Siena, Giuseppe Liberatore, direttore generale di Valoritalia, ente primario in Italia nelle certificazioni del settore agroalimentare e Sandra Furlan, responsabile ricerca e sviluppo di Valoritalia, hanno

esposto le peculiarità del nuovo protocollo, nato per coprire l’esigenza di certificare la sostenibilità di un numero in costante crescita di imprese agroalimentari e far fronte alle richieste di un mercato sempre più sensibile alle tematiche ambientali e sociali.

Lo standard poggia su una metodologia messa a punto dal Santa Chiara Next, spin off dell’Università di Siena, in collaborazione con lo United Nations Sustainable Development Solutions Network e il Columbia Center on Sustainable Investment della Columbia University, e sull’esperienza operativa maturata da Valoritalia con Equalitas, la certificazione di sostenibilità delle

imprese vitivinicole riconosciuta dai principali operatori internazionali. Ma in cosa si differenzia EquiPlanet dalle numerose certificazioni green già esistenti? “Lo standard non certifica la sostenibilità del singolo prodotto, ma la conformità delle politiche e dei processi aziendali agli obiettivi e ai requisiti stabiliti dall’Agenda ONU 2030”, ha spiegato Sandra Furlan di EquiPlanet. “Promuove un approccio olistico alla sostenibilità, valuta le politiche complessive dell’impresa e prevede un elevato numero di requisiti da rispettare”. Nello specifico, lo standard si articola in quattro ambiti: buona cittadinanza d’impresa, sostenibilità di operazioni e processi, sostenibilità della catena di fornitura, prodotti e strategie che contribuiscono a diete sane e sostenibili; 20 tematiche, che spaziano dalla governance alle pratiche anticorruzione, dalla tutela dei diritti dei lavoratori alla sicurezza alimentare, e 88 requisiti, tutti in linea con gli obiettivi e le azioni stabilite dallo United Nation Global Compact. EquiPlanet è inoltre allineato con i principali standard internazionali di reportistica e certificazione.

DIMEZZARE L’USO DI PLASTICHE NELLA PRODUZIONE DI FORAGGI

Con un convegno al Tecnopolo di Reggio Emilia si sono concluse le attività del Gruppo Operativo per l’Innovazione Plastic Less Milk Sustainability, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna sul Programm di sviluppo rurale 20142020. Il progetto, allo scopo di rendere la produzione di latte più sostenibile dal punto di vista ambientale, ha dimostrato la possibilità di ridurre l’uso dei materiali plastici impiegati in foraggicoltura: del -15% le reti per la fienagione e fino a -52% la quantità di film plastici monouso in trincea, tra l’altro con la riduzione dei tempi di copertura del 60% e minor scarto di insilati deteriorati, a parità di qualità del prodotto. Questi risparmi, uniti ai minori costi di smaltimento, coprono i maggiori costi dei film compositi multistrato di ultima generazione in PE+EVOH (polietilene + alcol etilene-vinilico). Oltre ai materiali low plastic,

il progetto ha valutato altre strategie di riduzione delle plastiche durante la fienagione, in particolare l’impiego dell’essiccatoio per il prodotto sfuso e un maggiore uso della biomassa in campo come “verde” in stalla, il pascolo e il trinciato fresco. Anche queste possibilità hanno dato risultati interessanti mostrando di essere in combinazione con la normale fienagione più ecosostenibili (KPI kg CO2 eq/t latte 1,19 vs 1,46 per la sola fienagione tradizionale). Nel corso delle sue attività triennale, Plastic Less è stato seguito da decine di agricoltori e allevatori aperti all’innovazione e interessati a migliorare la sostenibilità delle proprie produzioni. Il progetto li ha coinvolti in due giornate tecniche e in un viaggio di studio in Trentino, oltre ad averli ascoltati e sensibilizzati durante vari focus group; questi ultimi sono stati realizzati anche per i caseifici.

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ISPEZIONE AD ALTA PRECISIONE DEL PESCE CONGELATO

Con i sistemi di distanza 3D di Zebra Technologies, il sistema di visione artificiale brevettato Tunascan consente ai produttori ittici di gestire ispezioni complesse con una previsione vicina al 100%.

Zebra Technologies Corporation – fornitore di soluzioni digitali che consentono di connettere in modo intelligente dati, risorse e persone – ha annunciato che i produttori nel settore ittico stanno raggiungendo tassi di ispezione visiva che si avvicinano al 100% di precisione con la tecnologia del sensore di distanza 3D ad alta fedeltà AltiZ di Zebra.

Grupo Alava, rivenditore registrato di Zebra e distributore di automazione industriale, ha collaborato con Marexi, fornitore di soluzioni di ispezione con visione artificiale per l’industria conserviera e ittica, per aggiornare Tunascan®, il sistema di classificazione e smistamento con visione artificiale ad alta velocità ed elevata produttività brevettato da Marexi.

Utilizzando i sensori di distanza 3D di Zebra con algoritmi eseguiti all’interno del sensore per acquisire e inviare dati 3D corretti, Tunascan è in grado di classificare e smistare il tonno con tassi di precisione quasi perfetti. Il sistema può ora classificare fino a 20 tonnellate di tonno congelato all’ora per specie, dimensioni e qualità per i clienti.

FOTOCAMERE E LASER INTEGRATI

NEL SENSORE 3D

“Una delle nostre installazioni Tunascan ha lavorato fino a 20 ore al giorno, sei giorni alla settimana, senza

richiedere quasi alcuna manutenzione”, ha dichiarato Pau Sánchez Carratalá, Vision and Robotics Engineer di Marexi. “Con tassi di precisione che si avvicinano al 100%, i nostri clienti non potrebbero essere più soddisfatti del sistema aggiornato che utilizza i sensori 3D di Zebra”.

La corretta classificazione visiva dei pesci è impegnativa, soprattutto di quelli congelati, e questo ha portato il team di Marexi ad avviare il progetto di aggiornamento con Grupo Alava per eliminare gli errori e rendere il sistema più solido e facile da calibrare.

In passato, Marexi utilizzava fotocamere e laser separati per ottenere dati 3D; ora, invece, questi elementi sono integrati in un unico sensore 3D Zebra.

“Abbiamo scelto i sensori 3D di Zebra perché la nostra applicazione richiedeva un modo efficiente e affidabile per ottenere nuvole di punti 3D da oggetti che si muovono a una velocità piuttosto elevata”, ha dichiarato Sánchez Carratalá.

“L’applicazione, inoltre, doveva gestire molti disturbi delle nuvole di punti e la poca precisione delle operazioni. Il design a doppia fotocamera e singolo laser del sensore 3D di Zebra consente di ottenere ciò che non è possibile ottenere con un comune sensore di profili 3D, permet-

tendoci di garantire l’elevata fedeltà di riproduzione che cercavamo per il sistema e per i nostri clienti”.

Il tonno congelato passa attraverso la sezione di scansione Tunascan dove due sensori 3D di Zebra eseguono una scansione 3D. Le linee laser tracciano i contorni del tonno e gli algoritmi incorporati nei sensori 3D producono una nuvola di punti che viene unita per creare un rendering 3D completo del tonno. Gli algoritmi assicurano un maggiore controllo sui dati non validi, che si traduce in riproduzioni 3D più precise. Gli algoritmi di machine learning classificano ogni singolo tonno in base ai dati della nuvola di punti e al peso, quindi, inviano i dati a un sistema di smistamento in modo che ogni tonno venga smistato nel contenitore appropriato.

“Soluzioni di ispezione visiva potenti e moderne che utilizzano la visione artificiale e la tecnologia dei sensori 3D aiutano i produttori che vogliono assicurarsi livelli di precisione più elevati nel processo complesso di ispezione e classificazione di alimenti freschi e surgelati”, ha dichiarato Luca Gallo, Machine Vision Manager EMEA di Zebra Technologies. “La collaborazione con un partner di fiducia con l’hardware e il software giusti sta rendendo questo obiettivo una realtà”.

Marexi ha realizzato una serie di altri progetti che utilizzano la tecnologia dei sensori 3D di Zebra e le funzionalità di deep learning di Aurora Imaging Library per identificare, contare e valutare correttamente le contaminazioni nei campioni di pesce.

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024 34 sicurezza

CONTROLLO QUALITÀ E DIGITALIZZAZIONE DELLA FILIERA

Antares Vision Group, partner tecnologico nella digitalizzazione di prodotti e di filiere per imprese e istituzioni, e leader nella tracciabilità e nel controllo qualità, ha partecipato ad Anuga FoodTec 2024, a Colonia lo scorso marzo. In evidenza le innovazioni per il controllo qualità attraverso le tecnologie di ispezione per il settore food. Durante la manifestazione erano presenti: Ispezione a microonde - La tecnologia a microonde permette di individuare corpi estranei ad oggi non rilevabili con le attuali tecnologie come raggi X e metal detector. Attraverso la differenza delle caratteristiche dielettriche (proprietà

di conduttività elettrica) fra prodotto e contaminante diventa possibile rilevare vetro, insetti, legno, sassi, ossa e plastiche a bassa densità, oltre che al metallo.

ALL-IN-ONE - Un’unica macchina che integra più tecnologie in grado di soddisfare molteplici esigenze di qualità e sicurezza del prodotto e del packaging, partendo dall’analisi dei possibili difetti (ad esempio, l’area di saldatura, la corretta applicazione dell’etichetta o controllo del peso).

Controllo tappo-livello - Un’unica macchina che integra il controllo di livello e la presenza e difettosità dell’applicazione del tappo all’interno di un prodotto imbottigliato o di una lattina, scartando i prodotti non conformi. Il sistema di ispezione è in grado di eseguire il controllo del livello su ogni tipo di bevanda e tipologia di tappo attraverso le sue molteplici configurazioni: visione, alta frequenza e raggi X.

Lo spettro delle soluzioni del Gruppo è ampio e non si limita all’ispezione per il controllo qualità, che rappresenta il primo step per costruire una filiera trasparente, tracciata e garantita. Oggi diventa

sulla qualità del prodotto, sulla sua origine, sugli ingredienti con cui è stato realizzato, sui processi produttivi e sulla sua sostenibilità

La tecnologia a microonde, le macchine All-In-One e il controllo tappo-livello, come tutte le macchine d’ispezione e le soluzioni di tracciabilità di Antares Vision Group, sono parte di Diamind, l’ecosistema di soluzioni integrate e intelligenti che funzionano a livello di linea, stabilimento, magazzino, azienda e supply chain qualificando un percorso personalizzabile e data-driven verso l’innovazione digitale.

IL LABORATORIO DI ICIM INCORPORA TIFQLAB

Omeco, il laboratorio di ICIM Group (a maggioranza Anima Confindustria) attivo da oltre 50 anni, riorganizza la propria struttura attraverso la fusione per incorporazione con TIFQLab, la consociata specializzata nel food e water contact, e la nascita di tre divisioni: Industrial, Construction e Lifetech. La nuova organizzazione risponde a logiche tecniche e di mercato: garantire un approccio tecnicamente competente e qualitativamente elevato, nel contesto delle peculiarità proprie di ogni settore merceologico.

Così il tema della conformità normativa esce dall’ambito strettamente regolatorio per assumere un ruolo fondamentale nella competitività e performance delle imprese,

mentre le prove industriali sempre più spesso incrociano tematiche di sostenibilità dal momento che le aziende – per obblighi di legge, esigenze di business ed esportazioni o in risposta a trend di mercato – sono indotte a innovare, adottando materiali più attuali e nuove soluzioni e dunque ad avere necessità di test nuovi e diversi.

“Fin dalla sua nascita nel 1971, Omeco ha accompagnato e spesso anticipato lo sviluppo dell’industria meccanica in Italia e all’estero”, dice Paolo Gianoglio, amministratore delegato della società. “Negli ultimi anni l’accelerazione tecnologica ci ha portato a occuparci progressivamente e in modo sempre più ampio di nuovi ambiti e metodologie e ad affiancare le imprese

nello sviluppo di prodotti per i quali abbiamo testato materiali e processi grazie ai nostri strumenti sofisticati e alle nostre competenze in innovazione che includono, ad esempio, l’additive manufacturing e l’utilizzo di nuovi vettori energetici quali l’idrogeno, ma anche i più recenti sviluppi che riguardano il nucleare di IV generazione”. La nuova organizzazione di Omeco risponde dunque all’esigenza di razionalizzare l’approccio al mercato e viceversa, di facilitare le imprese che in ICIM Group – grazie alla somma delle competenze delle società controllate ICIM Spa, ICIM Consulting e, appunto, Omeco – trovano soluzioni integrate per ogni esigenza di consulenza, formazione, certificazione e testing con riferimento a materiali, prodotti, impianti, processi, competenze, sistemi di gestione.

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Da sinistra:

Marcello Mandelli, Country Manager

Divisione sistemi per catene

portacavi, e Giulio Ferrante, Country Manager Divisione

dry-tech presso igus Italia

BASTA UNA FOTO DELLA MACCHINA PER CAPIRE COME MIGLIORARLA

Mecspe si è confermata un appuntamento importante per igus Italia, come testimonia il Country Manager Divisione sistemi per catene portacavi Marcello Mandelli: “Mecspe è una vetrina di prestigio perché ci permette di confrontarci con una platea di visitatori variegata, che spazia dal mondo dell’automazione a quello delle macchine utensili, passando per i costruttori di macchinari speciali fino all’industria del packaging. Un pubblico trasversale e qualificato che ha mostrato attenzione per le soluzioni e i prodotti del nostro catalogo, tra cui le novità che abbiamo presentato in anteprima per l’Italia”.

Significativa per igus anche la presenza di una nutrita rappresentanza del mondo scolastico e accademico, con cui l’azienda ha già diverse collaborazioni attive. “Durante la kermesse

abbiamo incontrato numerosi docenti, studenti di istituti tecnici, ma anche universitari e laureandi in discipline legate al settore della meccanica e della meccatronica”, racconta Giulio Ferrante, Country Manager Divisione dry-tech presso igus Italia.

In termini di prodotto, come ogni anno Mecspe è stata l’occasione per presentare al pubblico nazionale le innovazioni rilasciate dalla casa madre tedesca negli ultimi mesi. Riflettori puntati sulla nuova app igusGO, basata sull’AI. È sufficiente scattare una foto del proprio macchinario o applicazione nell’ambiente in cui viene utilizzata, e igusGO suggerisce quali prodotti igus è possibile implementare per migliorarne la tecnologia, ottimizzando i costi. Grande anche l’interesse riscosso della piattaforma RBTX, il marketplace

EFFICIENZA NELLA COSTRUZIONE DI QUADRI

L’elettrificazione di tutti i settori comporta un forte aumento della domanda di quadri elettrici, oltre all’incremento dei costi della manodopera e dei materiali, a fronte della carenza di lavoratori qualificati. Il tutto mentre le richieste di personalizzazione dei quadri elettrici si fanno più complesse. La produzione interna, con tutti i suoi processi e strutture, deve quindi convertire le attività manuali e laboriose in processi altamente automatizzati ed efficienti, puntando sulla qualità di esecuzione,

che propone soluzioni di Low Cost Automation, facilitando l’incontro online tra fornitori e utilizzatori finali. Allo stand igus, l’attenzione dei visitatori è stata attratta anche dall’offerta in ambito di stampa 3D, che spazia dalla fornitura di polimeri in polvere e filamenti fino alla produzione on demand di componenti speciali. In ambito di catene portacavi, tra le novità più apprezzate, la serie e-skin flat per utilizzo in camera bianca che permette di guidare i cavi nei sistemi di produzione in movimento senza rilascio di particelle. Altrettanto interesse per le nuove guide lineari drylin econ in plastica rigenerata autolubrificante ad alte prestazioni: un’inedita soluzione entry level realizzata mediante stampa a iniezione che semplifica le operazioni di regolazione e posizionamento.

ELETTRICI

sulla velocità e sulla precisione.

Per rispondere alle nuove esigenze del mercato è, quindi, essenziale per i costruttori di quadri elettrici adottare strategie di produzione efficaci, intervenire sull’intero processo, utilizzare dati digitali, modificare flussi ed eliminare operazioni laboriose che rallentano l’esecuzione dei lavori, come le attività ripetitive e di basso valore.

Phoenix Contact supporta i costruttori di quadri elettrici fornendo non solo componenti e dispositivi d’automazio-

ne come sistemi di stampa innovativi, ma anche software e dati di prodotto in forma digitale che, attraverso la loro integrazione nei processi di ingegneria, agevolano e velocizzano sensibilmente le attività di produzione dei clienti. I tools e i software di progettazione di Phoenix Contact si integrano totalmente con i software legati all’ingegneria elettrica, dell’automazione e della meccatronica e gli ERP dei clienti, rendendo il flusso produttivo più semplice e veloce.

In tal senso, forte del suo expertise ed esperienza, Phoenix Contact ha avviato il progetto ECB (Efficiency Cabinet Building) per affiancare i clienti con un approccio più consulenziale, per ingegnerizzare ed efficientare il loro processo produttivo interno, considerandone le specifiche peculiarità produttive ed esigenze. Il tutto con l’obiettivo primario di contribuire a generare, per ciascuno, una maggiore competitività sul mercato.

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PROFILI A SPAZZOLA PER LA GESTIONE DEI CAVI

I profili a spazzola icotek BES sono una soluzione pratica per organizzare i cavi di rete negli armadi rack da 10 pollici (BES 10) e 19 pollici (BES 19) di vari produttori. Si caratterizzano per il montaggio e lo smontaggio senza l’ausilio di attrezzi grazie all’innesto a molla. Per installare o rimuovere i profili a spazzola è sufficiente rilasciare i blocchi a molla su entrambi i lati. Il profilo a spazzola consente di far

passare facilmente i cavi di rete, mascherando la vista dei cavi all’interno dell’armadio e garantendo un aspetto organizzato. Inoltre, i profili a spazzola proteggono dall’ingresso di polvere e sporcizia e allo stesso tempo garantiscono la circolazione dell’aria necessaria per i dispositivi. Queste caratteristiche aumentano l’affidabilità e la durata dei dispositivi di rete.

I profili a spazzole BES sono adatti a temperature comprese tra -30°C e 80°C e sono realizzati in acciaio verniciato a polvere con spazzole in poliammide. I BES di icotek sono robusti e durevoli, il che garantisce un funzionamento affidabile per un periodo di tempo prolungato.

INDURIMENTO SUPERFICIALE AL POSTO DELLA CROMATURA DURA AVVITATORI PER SISTEMI PICK & PLACE

LIAG ® Läufer è specialista in valvole a farfalla e sistemi di pigging igienici. I prodotti soddisfano i più elevati requisiti di sicurezza dell’industria alimentare e devono resistere a forti abrasioni e ambienti circondati da agenti corrosivi. I coni in acciaio inox utilizzati erano stati originariamente progettati con una placcatura in cromo duro. Tuttavia, a causa dei potenziali rischi per la salute, la cromatura dura è sempre più vietata nell’industria alimentare. Nel tentativo di risolvere queste sfide, Liag Läufer ha provato diverse soluzioni di indurimento superficiale, tutte fallite, compreso un processo di carburazione comunemente usato che ha causato corrosione dopo poco tempo.

L’azienda ha infine testato Expanite e ha trovato una soluzione di indurimento che riduce efficacemente l’usura e l’abrasione, migliorando al contempo la resistenza alla corrosione dei pezzi.

Liag Läufer è determinata a fornire soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale per soddisfare la domanda di esclusione del cromo nell’industria alimentare. La soluzione di indurimento Expanite è un processo basato sulla diffusione e quindi molto più ecologico e sostenibile di altri metodi di indurimento.

“Siamo molto soddisfatti degli impressionanti risultati ottenuti con l’esclusiva tecnologia Expanite, che soddisfa pienamente i nostri requisiti e le nostre aspettative”, commenta Lars Meesmann, Project Engineer di Liag Läufer.

“Il supporto, la conoscenza e l’esperienza di Expanite durante tutto il progetto sono stati di prim’ordine. La tecnologia è molto flessibile e applicabile indipendentemente dalla geometria del prodotto. Le superiori proprietà anticorrosione, i tempi di consegna e persino una soluzione a basso costo consentono a Liag Läufer di fornire ai clienti prodotti di alta qualità e rispettosi dell’ambiente.”

Il processo brevettato Expanite non aggiunge nulla al materiale (tranne l’azoto e il carbonio), ma rende la superficie più dura, fino a dieci volte. “Il processo inizia trattando i pezzi di acciaio inossidabile in determinate condizioni atmosferiche, dove gli atomi di azoto e carbonio si diffondono nella superficie del pezzo”, spiega il direttore commerciale Holger Selg.

“Supera i test ASTM, i prodotti risultanti soddisfano tutte le normative FDA e sono conformi alla norma ISO 9001: 2015. Diffondiamo l’azoto e il carbonio solo sulla superficie dei pezzi, il che si chiama indurimento superficiale”.

La giapponese Coretec, partner esclusivo di burster Italia per la zona Emea, ha recentemente presentato l’aggiornamento degli avvitatori venduti in tutto il mondo da oltre 30 anni.

Tra le novità risulta la serie compatta Cube anche per piccole coppie di 0,25Nm fondo scala.

Le note distintive di questi tools sono la compattezza a parità di coppia e la dichiarata grande affidabilità.

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Valvola Liag Läufer

Econo-Pak ha collaborato con Rockwell

Automation per progettare e costruire incartonatrici in grado di soddisfare una quantità elevata di ordini e di garantire tempi di consegna rapidi, contesto di tensioni globali e di incerta disponibilità dei materiali.

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EFFICIENZA E SICUREZZA PER LE INCARTONATRICI

Econo-Pak produce macchine incartonatrici, con oltre 35 anni di esperienza nel settore. Con sede vicino a Francoforte, in Germania, ha mantenuto le caratteristiche di un’azienda a conduzione familiare ed è in grado di offrire un servizio personalizzato. Le sue macchine sono adatte a un’ampia gamma di applicazioni di confezionamento in vari settori industriali e possono essere facilmente personalizzate per soddisfare le specifiche esigenze dei clienti. Negli scorsi anni, Econo-Pak ha collaborato con Rockwell Automation per progettare e costruire macchine incartonatrici più efficienti, produttive e sicure. Queste macchine sono in grado di soddisfare una quantità elevata di ordini e di garantire tempi di consegna rapidi ed efficienti, soprattutto in un contesto di tensioni globali e incertezza come quello generato dall’attuale crisi di disponibilità. In controtendenza, Rockwell Automation è stata in grado di

supportare Econo-Pak assicurando che il materiale fosse fornito in anticipo rispetto alle necessità.

ADATTARSI A TEMPI INCERTI

Negli ultimi anni, una delle principali sfide incontrate dai produttori di macchine per il confezionamento è stata la richiesta di maggiore agilità e flessibilità. Vista l’incertezza economica globale e le continue difficoltà delle catene di approvvigionamento, nel mercato odierno, la possibilità di cambiare rapidamente la produzione diventa essenziale. I costruttori di macchine sono alla ricerca di modi per diventare più agili e passare da una produzione all’altra in base alla domanda. Ciò significa ridurre il tempo necessario affinché una macchina passi dal produrre una forma di cartone a un’altra, oltre che semplificare il processo.

“Abbiamo iniziato a collaborare con Rockwell Automation circa due anni fa, con l’obiettivo di supportare i nostri

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clienti a digitalizzare i loro macchinari, in modo da renderli più resilienti all’incertezza e più proattivi nell’adattare la loro produzione alla domanda del mercato, spiega Max Schneider, responsabile commerciale internazionale di Econo-Pak. “Ciò richiedeva soluzioni che consentissero un rapido processo decisionale e un cambio formato senza soluzione di continuità”.

Grazie al supporto di Rockwell Automation, Econo-Pak adesso è in grado di fornire macchine che risolvono queste sfide grazie all’uso di tecnologia digital twin, come il software Emulate3D™. Questo software consente di simulare i test attraverso dei “gemelli digitali”, evitando un approccio per tentativi ed errori, e creando un processo più efficiente ed economico che replica fedelmente il mondo reale.

“Il supporto che abbiamo ricevuto da Rockwell Automation ci ha permesso di introdurre la nuova tecnologia in modo ottimale per i nostri clienti, sia in termini di servizio che di assistenza tecnica”, dice Schneider.

UN AMBIENTE DI LAVORO PIÙ SICURO

Quando si parla di macchine per l’imballaggio, la sicurezza è una delle principali preoccupazioni. Gli operatori spesso lavorano in prossimità delle macchine; quindi ridurre l’interazione umana e creare un ambiente di lavoro più sicuro è fondamentale. Econo-Pak ha migliorato la sicurezza adottando caricatori bassi per alimentare le macchine con il materiale di cartone. Questi caricatori bassi sono stati richiesti specificamente dai clienti al fine di creare macchine più ergonomiche e migliorare la lavorazione del cartone.

“Uno dei nostri clienti, un produttore di gelati, voleva aumentare le dimensioni delle sue scatole, ma allo stesso tempo voleva assicurarsi che il cambiamento non introducesse nuovi rischi nelle operazioni. Le macchine con caricatori bassi migliorano la sicurezza riducendo l’altezza di carico

del caricatore”, aggiunge Schneider.

Anche Econo-Pak e Rockwell

Automation hanno posto l’accento sull’ergonomia nella progettazione e sul funzionamento delle loro macchine. Abbassando i caricatori, gli operatori non devono più salire sulle piattaforme per caricare i cartoni, come avrebbero dovuto invece fare con una macchina con caricatori più alti. Questo, insieme a maggiori livelli di automazione e digitalizzazione delle macchine, consente a Econo-Pak di migliorare la sicurezza dei dipendenti mantenendo la produttività.

MANUTENZIONE

E RIDUZIONE DEI TEMPI DI FERMO

Un altro modo in cui Rockwell Automation ha sostenuto gli obiettivi di Econo-Pak è il miglioramento delle capacità di manutenzione delle macchine, in particolare attraverso l’erogazione di servizi da remoto. Le macchine Econo-Pak sono diventate “senza utensili”, ovvero possono essere modificate senza l’ausilio di utensili convenzionali, come ad esempio i cacciaviti. Questo, non solo crea un ambiente di lavoro più sicuro, riducendo la necessità di interazione diretta con le macchine, ma permette anche di risolvere i problemi a distanza.

“Grazie alle nuove funzionalità di manutenzione remota, possiamo offrire ai nostri clienti numerosi vantaggi, tra cui

Econo-Pak e Rockwell Automation hanno posto l’accento sull’ergonomia nella progettazione e sul funzionamento delle loro macchine. Abbassando i caricatori, gli operatori non devono più salire sulle piattaforme per caricare i cartoni

il risparmio sui costi, l’aumento dell’efficienza, il miglioramento dei tempi di operatività e la sicurezza, consentendo ai tecnici di risolvere i problemi e riparare le apparecchiature da remoto”, sottolinea il manager di Econo-Pak.

“Queste funzioni riducono la necessità di costosi interventi in loco e aumentano la produttività e la redditività”.

In futuro, Econo-Pak intende progredire ulteriormente in questo ambito offrendo funzionalità di manutenzione predittiva, che consentiranno ai clienti di realizzare significativi risparmi grazie a una manutenzione proattiva delle macchine ed evitando il rischio di fermi.

INSIEME È MEGLIO

La collaborazione tra Econo-Pak e Rockwell Automation è stata estremamente vantaggiosa per entrambe le aziende.

Oltre all’esperienza, alle competenze e alle conoscenze specifiche fornite da Rockwell Automation, il costruttore di macchine ha potuto sfruttare anche l’ecosistema PartnerNetworkTM. Si tratta di una rete globale di esperti e di risorse, che offre opportunità di collaborazione con altre aziende leader di settore. Alla base del rapporto ci sono una forte affinità culturale e l’entusiasmo per una collaborazione comune.

Secondo Sebastian Cruz Euceda, Account Manager, OEM Region West di Rockwell Automation, “la collaborazione con Econo-PAK si basa sulla fiducia reciproca e sulla trasparenza.

È solo grazie a questo livello di interazione così profondo che possiamo raggiungere il successo comune”.

“Il nostro rapporto è quello di due veri partner, molto aperto e collaborativo, e lo è stato fin dall’inizio”, conclude Schneider. “Questo è un aspetto molto importante per noi, in quanto la nostra collaborazione con Rockwell Automation va oltre il semplice adempimento delle richieste contrattuali, aiutando i nostri clienti ad abbracciare la digitalizzazione e a prepararsi per il futuro”.

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Ad ANUGA FoodTec 2024, Stäubli Robotics ha presentato soluzioni robotiche innovative per il processo alimentare, dal contatto con l’alimento fino al confezionamento e alla movimentazione.

ROBOT FOOD-GRADE PER IL FUTURO DELLA PRODUZIONE

In alto, un TX200 HE presso Kaufland Fleischwaren, dove ha recentemente preso in carico il caricamento di una macchina automatica di affettatura e confezionamento

In occasione della fiera ANUGA FoodTec a Colonia, lo scorso marzo, Stäubli Robotics ha presentato interessanti soluzioni automatizzate orientate alla sicurezza alimentare e rivolte ai molteplici settori industriali e applicazioni per il processo di trasformazione, dal contatto diretto con l’alimento fino al confezionamento. I robot Stäubli, caratterizzati dal loro “hygienic design”, sono appositamente pensati per garantire ai clienti finali i requisiti di sicurezza, alti standard di qualità, l‘ottimizzazione dei processi e della produttività.

AUTOMATIZZARE LA TRASFORMAZIONE PRIMARIA E SECONDARIA

Grazie alla sua decennale esperienza, Stäubli Robotics propone soluzioni innovative, sicure e in linea con gli standard di igiene. Il suo completo portfolio di robot ad alte prestazioni è un punto di riferimento in fatto di “hygienic design” e tolleranza alle più severe procedure di lavaggio.

Dal 19 al 22 marzo, in occasione di ANUGA FoodTec, gli specialisti di Stäubli hanno presentato una serie di isole che esemplificano l’aggiornamento delle linee di produzione, raggiungendo competitività anche con carenza di manodopera, vincoli logistici, problemi di sicurezza alimentare, sfide di conformità e pressioni del mercato. Stäubli collabora con partner dell’industria alimentare in tutto il mondo per concretizzare soluzioni robotiche che automatizzano operazioni sulle linee di trasformazione primaria e secondaria come il “pick and place“, il taglio, il disossamento, la porzionatura, l’imballaggio e la pallettizzazione, sino alla movimentazione di scatole di alimenti surgelati e prodotti non confezionati. Nel caso di manipolazione di alimenti morbidi e fragili, i robot dimostrano un elevato grado di controllo (come il mantenimento della forma del prodotto) per garantire qualità e ripetibilità sempre costanti.

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HYGIENIC DESIGN

E LAVAGGIO: ESSENZIALI PER UN FOOD-GRADE ROBOT

I robot Stäubli per l’uso alimentare hanno un “hygienic design“ unico che riduce al minimo il rischio di contaminazione e contribuisce a garantire la sicurezza e la conformità in questo settore severamente regolamentato.

Tra le caratteristiche principali citiamo la struttura completamente incapsulata e pressurizzata che raggiunge il grado di protezione IP67, la superficie liscia, la verniciatura dedicata e resistente ai detergenti con PH da 2 a 12, nessun cavo o connessione esterna, viti in acciaio inox non sporgenti e nessuno spazio morto per evitare l’eventuale deposito di sporcizia. Tutti i modelli sono disponibili con olio alimentare NSF H1.

Altrettanto importante è la possibilità di sottoporre il braccio del robot alle stesse procedure di pulizia previste per la linea, senza deterioramento delle prestazioni.

Questo è il motivo per cui Stäubli ha sviluppato i robot in grado di lavorare in ambienti umidi (HE), dove l’esposizione a getti d’acqua è frequente e viene richiesta una pulizia quotidiana intensiva.

I robot Stäubli HE (Humid Environment) sono diventati il punto di riferimento per la manipolazione in sicurezza degli alimenti. Le parti soggette a forti sollecitazioni sono realizzate in acciaio inossidabile, evitando l’uso di materiali come plastica o fibra di carbonio. La superficie del braccio è sottoposta a trattamenti specifici che le permettono di resistere ai detergenti e alla corrosione.

Per soddisfare le diverse esigenze applicative, i robot HE sono disponibili in diversi modelli (4 e 6 assi), dimensioni e carico utile. Le molteplici opzioni di montaggio e un servizio postvendita dedicato consentono una semplice integrazione in linee di produzione semi o completamente automatizzate.

LIVE DEMOS: PROVARE PER CREDERE

Ad ANUGA FoodTec, Stäubli ha presentato diverse isole “modello” che hanno documentato come questi robot siano in grado di automatizzare qualsiasi lavorazione che richieda una manipolazione sicura di alimenti non confezionati.

Un’isola ha mostrato una coppia di robot Stäubli, TS2-60 HE e TX2-60 HE, vincitori del Red Dot Award, che in tracking hanno tagliato e movimentato pollo e manzo su un nastro trasportatore. Il TX2-60 HE è dotato

Nella produzione di formaggio a pasta dura alla BMI Bayerische Milchindustrie eG, i robot HE di Stäubli si occupano del confezionamento primario dei blocchi di formaggio appena prodotti

di un tool di taglio ad acqua del produttore svizzero Allfi e simula il taglio dei pezzi di carne trasformandoli in cosce di pollo e bistecche. Il cibo viene poi trasferito alla stazione successiva tramite nastro trasportatore. Quando viene rilevato dalla telecamera, il sistema utilizza il TS2-60 HE per trasportarlo in un’unità di imballaggio.

Una seconda isola sarà dedicata ai prodotti da forno. Il robot TS2-80 HE SCARA, vincitore anch’esso del Red Dot Award, gestisce un nastro trasportatore in tracking e una telecamera 3D Sick. TS2-80 HE manipola bagel in tracking ad alta velocità mettendo in luce la sua precisione, delicatezza e cura nella presa di questi dolci, prelevati e posizionati nel forno grazie ad una pinza morbida di Soft Gripping. Il software VALtrack di Stäubli consente al robot di interpretare i dati provenienti dalla telecamera, stabilendo come gestire i diversi tipi di prodotto, raggiungendo una flessibilità estrema.

Un caso realistico riprodotto per la manifestazione tocca l’imballaggio alimentare. Questa terza demo mostra come i robot Stäubli HE siano in grado di massimizzare la produttività

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I robot SCARA premiati con il Red Dot Award TS2-60 HE e TS2-80 HE hanno dimostrato le loro alte prestazioni in diverse applicazioni

garantendo al contempo la sicurezza alimentare. Due robot SCARA, TS260 HE e TS2-80 HE, erano impegnati in un processo multi-picking di prosciutto. I robot a velocità sostenuta hanno eseguito presa e posa in blister del prodotto nudo.

TX2-200 MIGLIORATO PER LA PRODUZIONE ALIMENTARE

Nel 2023 Stäubli ha presentato il suo robot di ultima generazioneTX2-200, una potente macchina a sei assi idonea agli ambienti cleanroom e che rappresenta il top della gamma TX2. I visitatori di ANUGA FoodTec sono stati tra i primi a vedere la nuova versione HE del TX2-200, ottimizzata per padroneggiare i compiti più impegnativi nella produzione alimentare.

TX2-200 HE è il robot più grande della

serie, con una capacità di carico fino a 170 kg e uno sbraccio di 2.209 mm, che lo rende ideale per le applicazioni di movimentazione più pesanti. Allo stesso tempo, è una macchina di processo molto precisa e con un’eccellente dinamica in grado di amministrare alla perfezione tempi ciclo serrati. In termini di sicurezza alimentare, presenta una struttura chiusa e contorni lisci ereditati della sua controparte in versione standard. Come robot HE destinato all’uso nel settore food, è compatibile con ambienti ISO Classe 4 ed è pienamente in grado di operare in ambienti umidi con grado di protezione IP67.

CARATTERISTICHE DI SICUREZZA

ALL’AVANGUARDIA

Un’altra particolare caratteristica del robot TX2-200 è la sua tecnolo-

Nello stabilimento di Weinbergmaier GmbH a Vienna, due macchine a sei assi di Stäubli confezionano impasto di strudel

gia di sicurezza avanzata, poiché include tutte le più recenti funzioni di sicurezza.

Queste soddisfano i severi requisiti della categoria SIL3/PLe e garantiscono la massima sicurezza per l’utente. Il TX2-200 può quindi essere utilizzato a vari livelli di collaborazione uomo-macchina senza la necessità di separare le aree di lavoro con barriere, consentendo ai produttori di implementare concetti di produzione altamente efficienti e senza restrizioni.

TX2-200 offre un nuovo livello di sicurezza, flessibilità e facilità d’uso, rendendo l’integrazione ancora più rapida e semplice. Il compatto con-

Il robot TX2-200 in

Al porto di Guilvinec in Bretagna, i robot a sei assi TX200 HE gestiscono vassoi contenenti pesce fresco

tezione IP54 si distingue anche per essere più piccolo del 40% rispetto alla versione precedente. L’ingombro ridotto al suolo riduce i costi e garantisce flussi di lavoro sicuri e senza ostacoli nelle aree di produzione.

“Con TX2-200, abbiamo ancora una volta ampliato il nostro vantaggio tecnologico rispetto ai nostri concorrenti”, afferma Rudolf M. Weiss, Global Head Life Sciences & Food.

“Grazie alle sue caratteristiche di sicurezza avanzate, al design igienico e alle qualità meccaniche, questo robot a sei assi è una garanzia di produttività altamente versatile sia in ambienti classici che digitalmente collegati alla rete”.

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024

INDUSTRIA DEL CAFFÈ: SENSORI IOT CONTRO IL RISCALDAMENTO GLOBALE

Accademia del Caffè Espresso, CISCO e PNAT hanno avviato un progetto in Tanzania che mira a scoprire come il cambiamento climatico incida sulla coltivazione di piante di caffè Arabica.

Accademia del Caffè Espresso, Cisco e PNAT annunciano ConSenso, un importante progetto di sperimentazione scientifica avviato in Tanzania nella regione di Mbeya, nella piantagione di caffè di Utengule Coffee Farm. Il progetto, supportato da tecnologia Cisco, ha l’obiettivo di scoprire come il cambiamento climatico incide sulle piante di caffè Arabica ivi coltivate.

I ricercatori useranno i dati generati da una serie di sensori alimentati a energia solare, per capire quali azioni intraprendere per migliorare il raccolto, aumentare la sostenibilità e usare nel modo migliore l’acqua necessaria all’irrigazione. Nel lungo termine, i ricercatori pensano di creare delle linee guida che possano aiutare la comunità del caffè ad affrontare le sfide imposte dal riscaldamento globale.

La Tanzania è uno dei 20 maggiori produttori di caffè a livello globale e sta già subendo importanti conseguenze del cambiamento climatico.

Qui uno dei problemi più rilevanti per le coltivazioni del caffè è dato dalla disponibilità di acqua, dovuta a momenti di siccità prolungati e da una stagione delle piogge sempre più breve.

Per comprendere l’impatto del cambiamento delle condizioni meteorologiche, il progetto ConSenso utilizza speciali sensori IoT progettati ad hoc da PNAT in collaborazione con Accademia del Caffè Espresso, che saranno posizionati direttamente sulle piante, per monitorare costantemente i parametri interni, come l’idratazione. Parallelamente, sonde

ambientali tracceranno parametri come l’umidità o la presenza di agenti patogeni. Un secondo obiettivo del progetto è anche calcolare e visualizzare in tempo reale la capacità di cattura dell’anidride carbonica della piantagione, usando ulteriori sentori che monitoreranno i benefici che gli alberi da ombra e le piante di caffè portano in termini di assorbimento di CO2 e particolati.

I dati combinati di tutti i sensori saranno convogliati tramite una connessione locale di tipo radio in tecnologia LoRaWAN (caratterizzata da trasmissione a lunghe distanze e consumi elettrici ridotti) creata da Cisco che raccoglierà e analizzerà localmente i dati; questi saranno poi trasmessi via internet da sistemi Cisco verso il data center di PNAT che si trova a Firenze, per ulteriori analisi.

L’OBIETTIVO: CREARE LINEE GUIDA PER I PRODUTTORI IN TUTTO IL MONDO

Cisco ha in carico l’intera connettività del progetto e ha fornito anche soluzioni di collaboration che gli staff in Tanzania e in Italia usano per il lavoro quotidiano. I ricercatori di Firenze useranno i dati per comprendere come le piante rispondono ai cambiamenti delle condizioni ambientali e studiando tali informazioni puntano a creare linee guida che altri produttori di caffè possano usare, in tutto il mondo.

“Dobbiamo ancora esplorare tanti modi di usare la tecnologia dell’Internet delle Cose”, commenta Angelo Fienga, direttore Sustainabilty

Solutions Emea di Cisco. “Questo progetto è un esempio fantastico di un caso d’uso che permette di ottenere i dati che oggi possono aiutarci a prendere decisioni migliori per la sostenibilità, catturando informazioni preziose e supportando anche le sperimentazioni più innovative.

Siamo orgogliosi di collaborare a un progetto come ConSenso, creando una piattaforma e una rete sicura per portare avanti le sue finalità”.

“Grazie a questo progetto abbiamo potuto realizzare un intero sistema di monitoraggio da remoto di tutte le principali caratteristiche di crescita e fisiologiche di una piantagione di caffè”, commenta Il professor Stefano Mancuso, co-fondatore di PNAT.

“Le soluzioni tecnologiche sviluppate da PNAT per questo progetto permetteranno di seguire in tempo reale la crescita delle piante coltivate, adattandone le cure ai cambiamenti dell’ambiente”.

“Questo è un progetto unico che ci rende molto orgogliosi perché permette di adattare le pratiche agricole alle nuove e vere necessità delle piante”, aggiunge Massimo Battaglia, Coffee Research Leader di Accademia del Caffè Espresso. “D’ora in poi saranno le piante a suggerirci come affrontare le nuove sfide climatiche ed ambientali”.

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È stato trovato l’accordo sulla norma UE volta alla riduzione degli imballaggi in circolazione, a partire dalla messa al bando, dal 2030, di quelli in plastica monouso. Ma, in attesa del via libera definitivo del Parlamento europeo, molte associazioni di categoria restano critiche.

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NUOVO REGOLAMENTO: COME CAMBIERÀ L’IMBALLAGGIO EUROPEO

Gli imballaggi sono presenti nella nostra quotidianità. Servono per conservare meglio gli alimenti, proteggere e trasportare le merci. Nel corso degli anni la loro produzione è aumentata sempre di più fino a rappresentare, oggi, una fetta importante dell’economia UE.

Per regolamentarne l’uso però, ci sono approcci normativi diversi tra i vari Stati membri, il che crea non poche difficoltà, ad esempio: le disposizioni in materia di etichettatura, i metodi per definire gli imballaggi riciclabili o riutilizzabili, le restrizioni alla vendita di specifici formati.

Per ovviare a queste difficoltà, già nel 1994 entrò in vigore la Direttiva 94/62/CE, che ha voluto rendere più armoniche le singole misure nazionali relative alla gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, oltre che a promuoverne il riutilizzo, il riciclo e altre forme di recupero per abbracciare un approccio di tipo circolare.

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di Eva De Vecchis

IN UN DECENNIO +24% DI RIFIUTI DA IMBALLAGGIO

Oggi però gli imballaggi nell’UE sono in aumento, soprattutto a causa dell’incremento degli acquisti online, delle consegne a domicilio e del consumo di prodotti da asporto. Per far parlare i numeri, secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat nel 2021 ogni cittadino europeo ha generato in media oltre 188 kg di rifiuti di imballaggio. Il dato comprende

ogni tipo di imballaggio: dai pacchi usati per gli acquisti online alle di pellicole o fogli da imballaggio, fino ai bicchieri per il caffè da asporto o capsule per bevande. Non solo, ogni cittadino europeo getta mezzo chilo di imballaggi al giorno. In totale, solo nel 2021 i paesi dell’UE hanno generato 84 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, il 24% in più rispetto al 2010 (https://www.consilium.europa.eu/it/policies/packaging/).

C’era quindi bisogno di un passo in avanti. Per questo, i negoziatori del Parlamento europeo, della presidenza di turno belga del Consiglio Ue e della Commissione (trilogo) hanno raggiunto a Bruxelles un accordo provvisorio sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. L’intento è quello di modificare il Regolamento 2019/1020/UE sulla vigilanza del mercato e sulla conformità dei prodotti e la Direttiva 2019/904/UE sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente. Infine, di abrogare la Direttiva 94/62/CE sugli Imballaggi e rifiuti di imballaggio.

UN ITER COMPLESSO E NON PRIVO DI CONTESTAZIONI

Il 4 marzo scorso i negoziatori del Parlamento e del Consiglio UE avevano trovato l’accordo provvisorio sul nuovo Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio (PPWR) messo a punto dalla Commissione e, successivamente, modificato dal Parlamento. L’accordo non era però stato sottoscritto dalla Commissione UE. Già in quell’occasione si sono alzate alcune voci di protesta, tra cui quella di Marco Bergaglio, presidente di Unionplast-Federazione Gomma Plastica, secondo cui sono stati disattesi gli obiettivi iniziali di difesa dell’ambiente e violato il principio di neutralità.

“La plastica non ci sta”, ha detto Bergaglio. “L’accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio europeo non riesce nemmeno a sfiorare gli obiettivi iniziali di difesa dell’ambiente e le norme speciali per la plastica sono ambientalmente e giuridicamente infondate”.

Nei giorni successivi al 4 marzo si sono tenute ulteriori riunioni per mettere a punto l’accordo prima della presentazione al Coreper (Comitato dei Rappresentanti Permanenti Aggiunti presso l’Unione Europea) che si è riunito il 15 marzo.

In totale, solo nel 2021 i paesi dell’UE hanno generato 84 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, il 24% in più rispetto al 2010

È stato in questa occasione che i ventisette Stati membri dell’Unione europea hanno approvato il Regolamento e la Direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità. Il testo sarebbe lo stesso nato dalla mediazione tra Parlamento e Consiglio europeo del 4 marzo scorso, con possibili modifiche.

Il 19 marzo la Commissione Ambiente del Parlamento europeo (ENVI) ha approvato con 63 voti favorevoli, 9 contrari e 3 astenuti il testo del Regolamento emendato dal trilogo. Il prossimo passo? Aspettare il voto del Parlamento europeo che si riunirà in plenaria dal 22 al 25 aprile, ultima data utile prima delle elezioni di giugno.

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“Il Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio accrescerà la sostenibilità del settore, promuovendo una maggiore riciclabilità degli imballaggi, nonché contribuirà a ridurre alcune barriere al funzionamento del mercato interno, introducendo norme comuni sull’etichettatura e sulla gestione dei rifiuti”, si legge in una nota del Governo italiano. “Il provvedimento impegnerà inoltre gli Stati membri a ridurre i rifiuti, lasciando, come da noi auspicato, flessibilità agli Stati ed agli operatori nella scelta delle misure per raggiungere l’obiettivo, in particolare tra imballaggi riutilizzabili e quelli monouso riciclabili, laddove questi ultimi, come nel caso del settore della ristorazione, rappresentano ancora l’opzione che offre il risultato ambientalmente migliore e per la conservazione dei prodotti agricoli e alimentari”.

Il packaging monouso in plastica sarà da bandire a partire dal primo gennaio 2030. Tra i prodotti considerati ci sono anche gli imballaggi per frutta e verdura fresca non trasformata

COSA PREVEDE IL REGOLAMENTO

Ma, quindi, cosa si legge nel testo provvisorio del nuovo regolamento imballaggi? Gli ambiti presi in considerazione sono molti.

In linea di massima tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili, secondo criteri rigorosi da definire attraverso una legislazione ad hoc. Sono previste esenzioni per materiali come legno, sughero, tessuti, gomma, ceramica, porcellana o cere.

Il packaging monouso in plastica sarà da bandire a partire dal primo gennaio 2030. I prodotti considerati sono gli imballaggi per frutta e verdura fresca non trasformata; imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti; monoporzioni di alimenti come condimenti, salse, panna, zucchero; confezioni per prodotti da bagno distribuiti negli alberghi e il film termoretraibile per avvolgere i bagagli in aeroporto. Banditi anche i sacchetti monouso in plastica ultraleggeri (sotto 15 micron di spessore), salvo casi eccezionali. Per quanto riguarda gli obiettivi di contenimento degli imballaggi, il testo vorrebbe ridurli del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, imponendo ai paesi membri di tagliare la quantità di rifiuti di imballaggio in plastica.

Si è parlato anche del riuso. I negoziatori hanno fissato un obiettivo specifico di riuso per le bevande alcoliche e analcoliche (ad eccezione di vino e vini aromatizzati, latte e altre bevande deperibili), pari ad almeno il 10% da raggiungere entro il 2030. Il riuso ri-

guarda anche imballaggi per il trasporto e la vendita e quelli raggruppati. Gli Stati membri hanno però la possibilità di introdurre una deroga di cinque anni a determinate condizioni, ad esempio, se lo stato membro supera del 5% gli obiettivi di riciclo da raggiungere entro il 2025 e si prevede che superi del 5% gli obiettivi del 2030.

Nel regolamento si parla poi dei distributori di bevande e cibi da asporto nell’ambito della ristorazione. Questi operatori dovranno dare ai consumatori la possibilità di portare da casa il proprio contenitore e dovranno, entro il 2030, impegnarsi a confezionare almeno il 10% dei prodotti in un formato di imballaggio riutilizzabile.

Il testo mantiene gli obiettivi principali per il 2030 e il 2040 relativi al contenuto minimo di riciclato negli imballaggi in plastica. Sono esclusi quelli in plastica compostabile e gli imballaggi nei quali i componenti in plastica sia inferiore del 5% del peso totale dell’imballaggio.

La Commissione UE dovrà poi valutare, tre anni dopo l’entrata in vigore del regolamento, lo stato dello sviluppo tecnologico degli imballaggi in plastica biobased e, di conseguenza, a stabilirne i requisiti di sostenibilità.

Entro il 2029 gli Stati membri devono garantire la raccolta differenziata di almeno il 90% delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori per bevande in metallo. Per poter raggiungere l’obiettivo dovranno quindi istituire dei sistemi di deposito cauzionale (DRS). I requisiti minimi per i DRS non si applicano ai sistemi già attivi prima dell’entrata in vigore del Regolamento, se questi raggiungono l’obiettivo del 90% entro il 2029. Adesso, affinché il Regolamento entri definitivamente in vigore, manca l’approvazione da parte del Parlamento e del Consiglio prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell’UE. Quindi, il nuovo Regolamento sarà applicato automaticamente dopo 18 mesi.

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024 46 www.interprogettied.com macchine

ETICHETTE SU CARTA RICICLATA PER UN’IDENTIFICAZIONE AUTOMATICA SOSTENIBILE

Da SATO un programma per i materiali di consumo incentrato che prevede meno acqua ed energia e la riduzione fino al 20% di emissioni di carbonio durante il processo produttivo.

SATO Europe GmbH, azienda di riferimento europeo nel settore dell’identificazione automatica, ha lanciato recentemente il Sustainable European Consumables Program (ECP), che prevede la produzione di etichette realizzata con carta riciclata al 100%, segnando un passo importante verso la sostenibilità ambientale nel settore. Questo programma, progettato per ridurre fino al 20% le emissioni di carbonio, riduce anche il consumo di acqua ed energia durante il processo produttivo. Ciò rientra nella strategia globale SATO volta a condurre il settore dell’identificazione automatica delle merci verso pratiche sostenibili che si estendono ben oltre l’etichettatura.

Nel 2023 SATO ha investito il 3% del fatturato in ricerca e sviluppo, è fortemente impegnata nella Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) e nella governance sociale e ambientale (ESG).

Ha infatti definito un piano di attività coerente con i seguenti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: SDG 7- Energia Pulita e Accessibile; SDG 9 - Imprese Innovazione e Infrastrutture; SDG 12

- Consumo e produzione responsabili; SDG 13 - Azioni per il clima; SDG 15

- Vita sulla terra. La holding ha anche fissato obiettivi a medio e lungo termine per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica dell’intero gruppo, che entro il 2030 devono essere dimezzate rispetto al 2016.

L’introduzione di etichette prodotte con carta riciclata va a migliorare il Programma Europeo per i Consumabili (ECP) nato nel 2021 con l’obiettivo di adottare un sistema produttivo e di packaging orientati alle esigenze di semplificazione dei processi e riduzione dei tempi e costi di inattività dei clienti. In questo contesto l’azienda, in stretta

collaborazione con i suoi partner commerciali, ha identificato le tipologie e i quantitativi di etichette maggiormente richiesti e definito un portafoglio d’offerta che garantisca una maggior flessibilità negli ordini e una costante riduzione degli sprechi. Sono pertanto acquistabili direttamente dal produttore anche quantitativi relativamente esigui, partendo da un minimo di 2.400 etichette. La nuova iniziativa pone maggiore enfasi sulla sostenibilità e sugli impegni per mitigare l’impatto ambientale, mantenendo comunque tempi di consegna rapidi e sconti basati sul volume.

“OGNI ETICHETTA PUÒ DIVENTARE UNA DICHIARAZIONE AMBIENTALE”

“Questa iniziativa si allinea perfettamente con l’impegno di SATO verso i principi di responsabilità sociale d’impresa (CSR), ambientali, sociali e di governance (ESG), nonché con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) stabiliti dalle Nazioni Unite”, afferma Laurent Lassus, direttore generale di SATO Europe. “Mi preme inoltre sottolineare che SATO non ha ricaricato e non ricaricherà i costi aggiuntivi per la produzione di etichette sostenibili su partner e clienti. Non ci stiamo semplicemente adattando a

una tendenza del mercato: stiamo definendo lo standard per quello che dovrebbe essere il futuro del settore. Ogni etichetta può essere una dichiarazione ambientale, basta volerlo”.

“Uno dei molti motivi di successo di SATO è la flessibilità, che rimane al centro del nostro programma ECP”, commenta Domenico Cianferri, branch manager di SATO Italia. “I consumabili del programma sono prodotti e immagazzinati in Europa, proprio per questo i clienti possono ordinare anche solo una singola scatola. L’idea di fondo è quella di rendere semplice e non onerosa, anche per l’impresa più piccola, l’accesso a pratiche davvero sostenibili. Pensiamo in particolare alla vendita di alimenti e abbigliamento al dettaglio o tramite ecommerce, o alle piccole e medie imprese del settore chimico-farmaceutico e manufatturiero, fra cui vetrerie e/o produttori di componentistica specializzata che devono garantire il tracciamento dei loro prodotti sul mercato”.

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Le copertine di TECNOLOGIE ALIMENTARI

In questo numero abbiamo parlato di...

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N.2 - MARZO/APRILE 2024 ABS FOOD 19, 28 ACCADEMIA DEL CAFFÈ ESPRESSO 43 AGUGIARO & FIGNA 20 ANICAV 10 ANTARES VISION 35 BEA TECHNOLOGIES 2A COP. BERTAGNI 1882 20 BÜHLER 11 BURSTER 37 CIBUS 26 CISCO 43 CORETEC 37 CRPA 14 DOCSMARSHAL 19 ECONO-PAK 38 ENDRESS+HAUSER 10 EQUIPLANET 32 EXPANITE 37 FARAVELLI 9, 28 FONDAZIONE EDMUND MACH 16 HISPACK 24 ICIM 35 ICOTEK 25, 37 IGUS 36 IPACK-IMA 22 KONICA MINOLTA 15 LR INDUSTRIES 11, 28 MAREXI 34 MEURENS NATURAL 1 MONTENEGRO 29 MORTADELLA BOLOGNA IGP 15 ORIGIN ITALIA 18 PHOENIX CONTACT 36 PNAT 43 PRECISION FLUID CONTROLS 33 PULITORI E AFFINI (GRUPPO CONSOLI) 4A COP. PWC 12 R-BIOPHARM 31 RISO GALLO 30 RITTAL 1A COP., 6 ROKWELL AUTOMATION 38 ROVAGNATI 29 S4S 3 SALAMINI ALLA CACCIATORA DOP 18 SATO 47 SOLIDS 3A COP. SPECK ALTO ADIGE IGP 18 STÄUBLI 21, 40 TETRA PAK 30 UCIMA 14 UNIONPLAST - FEDERAZI0NE GOMMA PLASTICA 44 ZEBRA TECHNOLOGIES 34 48 TECNOLOGIE ALIMENTARI N.2 2024 www.interprogettied.com RIVISTA DELLE
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