Tecnologie Alimentari N6 Novembre/Dicembre 2023

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ANNOXXXIV N.6 NOVEMBRE/DICEMBRE 2023

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L’economia circolare del caffè

Bevande all’avena senza zucchero

Via libera al regolamento Ue sugli imballaggi

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 NOVEMBRE/DICEMBRE 2023

sommario

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Più chimica e fisica per la sostenibilità alimentare Al congresso nazionale dei chimici e dei fisici è emerso il contributo essenziale delle due discipline alla sicurezza e tracciabilità dell’alimento, dalla materia prima al packaging.

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Bevande all’avena senza zucchero Meurens Natural ha lanciato una gamma biologica e una convenzionale all’avena talmente povere di zucchero da essere fruibili per la formulazione di bevande senza zuccheri aggiunti, una dicitura che oggi in etichetta assume un valore decisivo.

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Un nuovo standard per la gestione degli asset aziendali Il servizio di Scan-to-EAM consente di identificare tutti gli asset dello stabilimento e di acquisire le informazioni nella soluzione EAM di Hexagon. Così è possibile ottenere flussi di lavoro e interventi di manutenzione più efficienti e sicuri, oltre che meno costosi.

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VEGA sale sul palco delle imprese virtuose

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La filiale italiana della multinazionale tedesca è tra i vincitori del Premio Impresa Lavoro 2023, promosso dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e assegnato presso il Teatro alla Scala. L’AD Tonelli: “Il nostro successo merito di un impegno collettivo”.

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Via al regolamento UE sugli imballaggi L’obiettivo del Proposal Packaging e Packaging Waste Regulation è quello di diminuire i rifiuti di imballaggio pro-capite del 15% entro il 2040, rispetto ai valori del 2018. Attraverso tre strade principali: riduzione del peso, riuso e riciclo.

EDITORIALE Macchine per il packaging: Italia a tutto export (A. Bignami) ATTUALITÀ Più chimica e fisica per la sostenibilità alimentare

Igus festeggia i suoi primi 30 anni in Italia Anicav: “Una campagna difficile per il pomodoro da industria”

APPUNTAMENTI

Solids 2024: focus sull’uso responsabile delle risorse Osservatorio Sigep: in recupero i consumi del bakery dolce Ipack Ima 2025: un nuovo modello di fiera focalizzato sui singoli settori

INGREDIENTI

A FI Europe gli ingredienti per il futuro del food&beverage Bevande all’avena senza zucchero (T. Van de Gehuchte)

AMBIENTE

La prima piattaforma per l’economia circolare del caffè

SCIENZA E TECNOLOGIA Conservare il DNA a difesa della biodiversità

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ENERGIA Cogenerazione chiavi in mano (S. Ghioldi, E. Tenconi) MACCHINE Eccellenza tecnologica nel food processing (S. Ghioldi, E.Tenconi) TRANSIZIONE DIGITALE Un nuovo standard per la gestione degli asset aziendali Competenze tecniche condivise grazie all’AI

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STRUMENTAZIONE VEGA sale sul palco delle imprese virtuose Precisione e velocità nella gestione del colore su piccole dimensioni

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ROBOTICA Automazione igienica per la produzione di formaggio a pasta dura

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PACKAGING Via al regolamento UE sugli imballaggi (E. Tenconi) Conai premia gli imballaggi con il migliore ecodesign

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RUBRICHE Elenco inserzionisti

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le a i r to edi

| di Alessandro Bignami

Il 2023 verrà probabilmente associato a un nuovo record per il settore italiano delle macchine per l’imballaggio, il terzo consecutivo dopo quelli del 2021 e del 2022. Per le tecnologie made in Italy dedicate al confezionamento, che per oltre il 50% vengono applicate nel food&beverage, la risalita post-pandemica sembra non volersi ancora arrestare, sebbene il 2024 già si profila come un anno di assestamento. I preconsuntivi di Ucima, l’Unione dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio, mostrano intanto un settore in buona salute, corroborata anche dal sostanziale superamento dei problemi legati all’approvvigionamento di componentistica. La stima del fatturato complessivo di quest’anno raggiunge i 9 miliardi e 50 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto al 2022. In questo cielo luminoso si aggira però una perturbazione, quella che riguarda l’andamento del mercato interno. Fermandosi a un valore di 1,68 miliardi di euro, ovvero il 19,7% del totale, le vendite in Italia hanno segnato un calo del 14% rispetto all’anno scorso, che era andato bene. L’incidenza dell’export è sempre più dominante. Dal 77% del 2022, la quota di esportazioni è passata all’81,3%. Sulle ragioni della flessione interna occorre una riflessione, per comprendere se effettivamente esse sono da attribuire del tutto all’inflazione e al

MACCHINE PER IL PACKAGING: ITALIA A TUTTO EXPORT

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mancato piano di incentivi per Industria 4.0 e transizione ecologica. Il comparto fa però un passo avanti e guarda

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con fiducia al piano Transizione 5.0 verso il quale è destinato un fondo di 6,3 miliardi dal RePower EU per il biennio 2024-2025: un piano che incentiva soprattutto la riduzione dei consumi energetici. Nel frattempo, e meno male, l’export delle tecnologie per il packaging vola. In crescita soprattutto gli ordini dall’America del Nord (+25%) e del Sud (+31%), secondo i dati relativi al periodo gennaio-agosto 2023.

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I costruttori di macchine hanno valutato positivamente anche l’ultima votazione del Parlamento europeo sul nuovo regolamento imballaggi. La posizione espressa dall’Europarlamento è infatti più vicina a quella italiana, che

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contestava la proposta della Commissione, giudicata sbilanciata verso il riuso a scapito del riciclo delle confezioni,

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in cui il nostro paese eccelle. Tuttavia mentre mandiamo queste righe in stampa, il Consiglio Europeo ha approvato una proposta più vicina a quella della Commissione, con l’unico voto contrario dell’Italia. Si attende ora, nel 2024, l’approvazione del testo definitivo.

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attualità Al congresso nazionale dei chimici e dei fisici è emerso il contributo essenziale delle due discipline alla sicurezza e tracciabilità dell’alimento, dalla materia prima al packaging.

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PIÙ CHIMICA E FISICA PER LA SOSTENIBILITÀ ALIMENTARE

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Innovazione per la qualità, la sicurezza e la tracciabilità degli alimenti, sostenibilità dei sistemi agroalimentari e creazione di materiali bio-based progettati per il packaging alimentare sono stati alcuni dei temi chiave della sessione “Dall’alimento al packaging: un processo sostenibile” nell’ambito del XX Congresso Nazionale dei Chimici e dei Fisici a Paestum (SA). A moderare gli interventi è stata Daniela Maurizi, chimica ed esperta di sicurezza alimentare, che ha ricordato come il Congresso sia l’occasione per celebrare i 95 anni della professione di chimico e i 5 anni di quella di fisico, sottolineando il ruolo fondamentale di queste discipline nel contribuire a creare un mondo più equo e rispettoso dell’ambiente. Ha poi introdotto i temi della sostenibilità e della sicurezza alimentare, evidenziando come la chimica e la fisica possano intervenire nel ciclo di vita degli alimenti e dei loro imballaggi, dal campo alla tavola, per garantire qualità, sicurezza, efficienza, riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale. Ha infine

dato spazio a un dibattito sulle prospettive di una filiera, quale quella agroalimentare, che rappresenta il primo comparto Made in Italy per valore generato ed è quindi assolutamente cruciale per il nostro Paese. La produzione alimentare è oggi una delle macroaree di maggior interesse e proprio per questo è necessario un reale tentativo di migliorarla e innovarla in tutti i suoi aspetti, facendo in modo che essa sia anche il più possibile sostenibile.

UNA FILIERA CONTROLLATA Negli ultimi anni è infatti emersa con evidenza la fragilità dell’attuale modello di produzione e consumo agroalimentare a livello mondiale, basato quasi esclusivamente su una logica di sfruttamento delle risorse naturali volto a favorire un modello di sviluppo e crescita illimitata, influenzando negativamente la qualità della vita con un impatto ambientale sempre più elevato. L’obiettivo deve essere dunque quello di prowww.interprogettied.com

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attualità

Metrofood-IT, presentato ed approvato nel 2015, discutendo anche di biopackaging sostenibile, tema attualissimo su cui l’intera filiera alimentare sta lavorando. È stato poi trattato il tema della sostenibilità e della gestione delle risorse idriche, cruciale per garantire un ciclo di vita dell’alimento che minimizzi gli sprechi. L’Istituto zooprofilattico sperimentale ha presentato lo stato dell’arte della gestione del rischio, con un focus sulla sostenibilità ambientale ed il Mezzogiorno. L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha invece parlato dell’innovazione e della sostenibilità del settore agroalimentare, con un focus sull’industria. A chiudere la sessione, la Stazione sperimentale per l’industria delle conserve alimentari (SSICA), eccellenza del territorio.

Francesco Cubadda, ricercatore senior e team leader presso l’Istituto Superiore di Sanità durante il XX Congresso Nazionale dei Chimici e dei Fisici a Paestum (SA). Sotto: Marco Trifuoggi, ricercatore presso l’Università di Napoli Federico II

PROGETTI E METODOLOGIE Nei vari interventi succedutisi è emerso come la chimica e la fisica giochino un ruolo fondamentale nel settore alimentare, offrendo strumenti e metodologie per garantire la qualità, la sicurezza e la tracciabilità degli alimenti, nonché per sviluppare materiali biobased per il packaging. Alcuni esempi sono il modello “passaporto dell’alimento”, che consiste in protocolli di certificazione basati sull’utilizzo di attrezzature di analisi presenti nelle strutture di ricerca o portatili, che permettono di verificare le caratteristiche

e l’autenticità dei prodotti alimentari. Parallelamente il progetto MetroFoodIT costituisce una rete di competenze, strumentazioni fisiche e una infrastruttura elettronica utile per mettere a punto di procedure, sviluppare materiali di riferimento, misurare e condividere dati con la stessa strategia del passaporto ma non in ottica di definire un nuovo marchio bensì di supportare i sistemi produttivi e gli organi di controllo, nell’interesse di tutte le parti, in primo luogo dei consumatori. Da ultimo il progetto “BioPack”, che mira a creare packaging costituiti da materiali biodegradabili e riciclabili, che siano in grado di conservare gli alimenti in modo sicuro ed efficace, mantenendo funzioni antibatteriche e antiossidanti. Ciò permetterebbe di eliminare quasi totalmente la plastica che ad oggi è ancora il materiale più utilizzato per la produzione di packaging alimentare e il suo smodato utilizzo comporta gravi danni a livello ambientale in quanto spesso non smaltita correttamente.

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durre sempre più e meglio ma con meno risorse e riducendo significativamente gli sprechi, al fine di raggiungere un sistema più sostenibile. Le aree su cui intervenire sono numerose e proprio per questo è necessaria la presenza di osservatori permanenti in grado di condividere informazioni a cui le aziende possano accedere per ricercare soluzioni consone e indirizzate ad un costante miglioramento. Le nuove tecniche di innovazione che saranno introdotte prevedono l’utilizzo di biotecnologie per il miglioramento qualiquantitativo delle produzioni agroalimentari, un’agricoltura conservativa e di precisone, il rinnovamento di processi e prodotti per migliorare qualità e tracciabilità della filiera e infine un’integrazione tra agricoltura ed energie rinnovabili, per coniugare produzione agricola ed energetica prestando grande attenzione alla salvaguardia del paesaggio. L’incontro ha visto la partecipazione di diversi relatori, che hanno presentato le loro esperienze e le loro ricerche in ambito agroalimentare, con un approccio multidisciplinare e innovativo. Il Ministero della Salute ha fornito il punto di vista delle istituzioni e una panoramica sullo stato dell’arte della sicurezza alimentare, con particolare attenzione alla multidisciplinarietà dei processi; a seguire l’Istituto Superiore di Sanità, che ha parlato di nanotecnologie applicate agli alimenti, mentre l’Università la Sapienza ha presentato un ampio progetto di ricerca europeo dal nome

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news [fatti, persone, aziende]

IGUS FESTEGGIA I SUOI PRIMI 30 ANNI IN ITALIA

Da sinistra: Marcello Mandelli, country manager igus Italia; Giulio Ferrante, responsabile divisione cuscinetti dry-tech; e Luca BonfantI, responsabile amministrazione, risorse umane e finanza

Continua l’evoluzione della filiale italiana di igus, azienda tedesca nata a Colonia negli anni Sessanta, specializzata nella produzione di motion plastics, ovvero componenti tecnici in polimeri ad alte prestazioni per ogni tipo di applicazione in movimento. Era il 1993 quando igus aprì in Italia una sede commerciale, che negli anni è

cresciuta esponenzialmente. “Quella italiana è stata tra le prime filiali di igus nel mondo, che oggi annovera complessivamente 4.600 dipendenti”, racconta Marcello Mandelli, country manager alla guida della realtà italiana insieme a Giulio Ferrante, responsabile della divisione cuscinetti dry-tech, e a Luca Bonfanti, responsabile am-

ministrazione, risorse umane e finanza. “Siamo partiti con una decina di dipendenti da un piccolo magazzino sito a Lomagna, in provincia di Lecco, per arrivare alla realtà attuale di Robbiate, sempre in Brianza, che oggi conta 105 collaboratori e un fatturato di 65 milioni di euro”. Se la produzione è saldamente tedesca, in igus Italia si lavora alla personalizzazione del prodotto. “La nostra forza è l’occhio di riguardo nei confronti del cliente, oltre alla forte spinta innovativa della casa madre, che investe importanti risorse in ricerca & sviluppo per mettere a punto sempre nuovi materiali e soluzioni”, spiega Mandelli. Un’attività che si traduce in un vasto catalogo che ogni anno viene arricchito con 150/200 novità che ampliano gli ambiti applicativi e i mercati di riferimento. Si tratta di prodotti inediti, ma anche di servizi digitali per l’industria 4.0 come, ad esempio, le piattaforme online

per la configurazione e la customizzazione dei componenti o l’iguverse, il metaverso igus dove ingegneri e progettisti si possono incontrare nella realtà virtuale per sviluppare nuove soluzioni. Oggi igus Italia guarda al futuro con l’ambizione di continuare a portare sul mercato tante innovazioni. I settori in cui i componenti igus trovano impiego, infatti, sono numerosi: dalle catene portacavi per la costruzione di macchine e impianti ai cuscinetti utilizzati nell’industria del mobile, in quella alimentare e del confezionamento. Ma anche componenti per macchine agricole, per il settore edile e l’automotive. ”Diamo risposte mirate alle esigenze dei nostri clienti – dice Ferrante – perché abbiamo la possibilità di fare tante personalizzazioni sui prodotti. E il nostro magazzino automatizzato ci permette di gestire l’immensa mole di componenti direttamente nella sede italiana”.

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ILLVA SARONNO HOLDING RAFFORZA DISARONNO INGREDIENTS

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Illva Saronno Holding Spa, multinazionale italiana e player internazionale negli alcolici grazie principalmente a Disaronno, continua la strategia di ampliamento acquisendo una quota di maggioranza dell’azienda G&P, con sedi a Milano e Torino, e del Brand Alvena. L’accordo nasce sia in coerenza con la visione strategica di far diventare Disaronno Ingredients il punto di riferimento di eccellenza del settore dei gelati artigianali, sia con l’obiettivo di garantire un servizio di qualità sempre maggiore controllando tutta la catena del valore fino alla distribuzione finale. Grazie all’acquisizione, Disaronno Ingredients espande inoltre il proprio portafoglio con il Brand Alvena, riconosciuto

per l’attenzione alla salute con prodotti innovativi come lo Yogurt e la Soia oltre che prodotti free from, tutti rigorosamente senza glutine. “Questa acquisizione supporta la nostra strategia, volta a diventare un punto di riferimento di eccellenza anche nel settore del gelato artigianale rafforzando

la nostra azienda Disaronno Ingredients Spa”, afferma Aldino Marzorati, amministratore delegato di Illva Saronno Holding. “L’interesse di Illva Saronno Holding nei confronti del gelato artigianale è il risultato della passione dell’azienda per il Made in Italy e dell’intuizione commerciale che ha portato ad acquisire, già negli anni Novanta, diverse aziende leader in questo settore strategico tra cui Prodotti Stella Spa e Montebianco Spa, continuando poi con la creazione di Disaronno Ingredients Spa nel dicembre 2021, per porsi sul mercato come unico interlocutore e ampliare l’espansione verso i mercati internazionali. L’ambito dei semilavorati fornisce al Gruppo nuovo valore aggiunto”. www.interprogettied.com

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news [fatti, persone, aziende]

From NATURE to PEOPLE

AL PASTIFICIO FELICETTI IL SUSTAINABILITY AWARD

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aziendale per la sostenibilità, due generazioni della famiglia alla guida del pastificio. “L’azienda ha lanciato il nuovo packaging Felicetti, frutto di due anni di studio, volto a ridurre l’impatto ambientale”, ha commentato Alessia Felicetti. “I nuovi incarti, destinati al retail e al consumatore finale, sono realizzati al 100% in carta naturale di pura cellulosa certificata PEFC e proveniente da foreste gestite responsabilmente. Inoltre, il nuovo packaging è stato classificato in classe A da Aticelca, un network di tecnici ed esperti del settore cartario che ha sviluppato una metodica di valutazione del livello di riciclabilità di carta e cartone, divenuta norma UNI 11743:2019. Un altro progetto a cui teniamo moltissimo riguarda il nostro territorio della Val di Fiemme: si tratta del Biodigestore di Predazzo”, continua Alessia Felicetti. “Da dicembre il residuo originato dalla trafilatura verrà ceduto a titolo gratuito al Biodigestore per ottenerne biogas e biodigestato da utilizzare per concimare i campi”.

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Il Pastificio Felicetti è tra le 100 aziende sostenibili d’Italia premiate da Forbes in occasione del Sustainability Award 2023. La cerimonia si è tenuta lo scorso ottobre a Milano al Palazzo Mezzanotte in Piazza degli Affari. Il premio è il frutto di un lungo percorso basato sullo score e sui rating ESG che le aziende candidate ottengono attraverso un check up periodico e sistematico da parte di professionisti di Kon Group, Altis Università Cattolica e Reprisk, in partnership con Forbes Italia. Il premio intende individuare e valorizzare le aziende “che hanno saputo integrare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica nelle proprie strategie di business, interiorizzandone i principi attraverso l’innovazione dei processi organizzativi e produttivi e monitorando in modo attivo le proprie performance”. Tra queste anche il Pastificio Felicetti, che da cinque generazioni porta avanti in Alta Val di Fiemme una produzione di alta qualità. A ritirare il premio Paolo Felicetti, amministratore delegato, e Alessia Felicetti, referente

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ANICAV: “UNA CAMPAGNA DIFFICILE PER IL POMODORO DA INDUSTRIA”

La campagna di trasformazione del pomodoro 2023 in Italia si è chiusa con una produzione di 5,4 milioni di tonnellate di prodotto, in leggera riduzione (-1,3%) rispetto al 2022. L’industria di trasformazione ha fatto i conti con una campagna lunga e complessa con costi di produzione che non accennano a diminuire. Quest’anno, a causare notevoli difficoltà è stato il clima caratterizzato da fenomeni violenti e improvvisi che hanno provocato frequenti fermi fabbrica e allungato il periodo di

lavorazione fino ad inizio novembre. Analizzando nel dettaglio, al Nord il trasformato finale si è attestato a 2,8 milioni di tonnellate (-3% sul 2022), mentre al Centro Sud sono state trasformate 2,6 milioni di tonnellate di pomodoro, un quantitativo in linea con quello della scorsa campagna nonostante un maggiore investimento in ettari (+5%) rispetto allo scorso anno. In entrambi i bacini produttivi si è registrato un peggioramento delle rese agricole, cui è corrisposto un calo anche delle rese industriali dei derivati destinati al consumatore finale dovuto all’esigenza di utilizzare maggiori quantità di materia prima per riuscire a garantire elevati standard qualitativi. “Quella appena conclusa è stata una delle più lunghe e complesse campagne degli ultimi anni”, dichiara Marco Serafini, presidente di Anicav. “I continui stop and go legati al susseguirsi di eventi meteorologici avversi, sia nella fase dei trapianti che nel corso della raccolta del pomodoro, hanno prolungato la campagna addirittura fino agli inizi di novembre incidendo in maniera significativa sui costi di produzione industriale, in primis energia e manodopera. Gli aumenti dei costi de-

gli imballaggi primari e secondari e l’ulteriore incremento del costo della materia prima hanno ulteriormente peggiorato il quadro. Si tratta di una situazione che avrà effetti negativi sulle marginalità delle imprese”. A pesare sui costi di produzione rimane anche il costante aumento del prezzo della materia prima che resta il più alto al mondo. A questo proposito il dialogo con la controparte agricola diventa sempre più difficile. Quella del pomodoro da industria rappresenta la più importante filiera italiana dell’ortofrutta trasformata e, con un fatturato complessivo (2022) di 4,4 miliardi di euro (3,3 miliardi generati dalle aziende associate ad Anicav), riveste un ruolo strategico e di traino dell’economia nazionale impiegando circa 10.000 lavoratori fissi e oltre 25.000 lavoratori stagionali, cui si aggiunge la manodopera impegnata nell’indotto. L’Italia, terzo trasformatore mondiale di pomodoro dopo gli Usa e la Cina, resta primo trasformatore di derivati destinati direttamente al consumo finale, rappresenta il 12,2% della produzione mondiale (pari a 44,2 milioni di tonnellate) e il 52% del trasformato europeo.

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FRANCESCO PIZZAGALLI “TRAGHETTERÀ” ASSICA VERSO LA NUOVA PRESIDENZA

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Lo scorso 21 novembre il Consiglio di presidenza di Assica, l’Associazione industriali delle carni e dei salumi, ha preso atto delle dimissioni del presidente Pietro D’Angeli, che ha da poco terminato la collaborazione in qualità di direttore generale con l’azienda imolese CLAI. Assica ha nominato Francesco Pizzagalli a svolgere temporaneamente le funzioni di presidente, in attesa che venga completato l’iter per l’elezione della nuova guida dell’Associazione.

Assica ringrazia Pietro D’Angeli per questi cinque mesi di presidenza, durante i quali ha messo grande impegno e determinazione nell’affrontare le tante tematiche che caratterizzano il settore. Dall’aumento dei prezzi delle materie prime carnee e dei servizi, alla perdita del potere d’acquisto delle famiglie in un contesto di particolare incertezza della filiera suinicola causato dalla PSA e dalle tensioni internazionali. Oltre alla richiesta di abbassare dal 10 al 4% l’IVA su

carni e salumi, da sottolineare il successo ottenuto dalla presidenza D’Angeli sulla tematica del “meat sounding”. Francesco Pizzagalli, vicepresidente di Assica con delega alla sostenibilità e presidente dell’Istituto valorizzazione salumi italiani dal 2012, è già stato presidente dell’associazione dal 2005 al 2010 ed è ora chiamato a traghettarla verso una nuova presidenza. È inoltre componente del CDA della Fumagalli Industria Alimentari Spa. www.interprogettied.com

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AL GRUPPO BAULI IL PREMIO ASSOCHANGE È stato assegnato al Gruppo Bauli il Premio Assochange 2023. Giunto alla XII edizione, il riconoscimento è stato consegnato in occasione del convegno di presentazione dei risultati del X Osservatorio sul Change Management in Italia, realizzato da Assochange in collaborazione con il Politecnico di Milano e con la sponsorship di Saipem, PwC e Anima SGR. Il premio è stato consegnato da Moira Masper e Daniele Cantore, presidente e vicepresidente Assochange, ed è stato ritirato da Fabio Di Giammarco, amministratore delegato del Gruppo Bauli. “Il Premio Assochange 2023 è stato conferito al Gruppo Bauli – ha spiegato Moira Masper – per avere avviato un forte cambiamento culturale a supporto dello sviluppo della nuova strategia del

gruppo, legata ai fattori chiave di innovazione, internazionalizzazione ed estensione a nuovi canali distributivi e per avere accompagnato questo processo con un importante programma di Change, funzionale e pervasivo, che prevede una nuova struttura organizzativa, un nuovo modello di leadership e una condivisione dei valori aziendali più diffusa e

basata su un alto coinvolgimento di tutte le persone a ogni livello”. “Questo importante riconoscimento testimonia come il nostro Gruppo sia oggi protagonista di un percorso di trasformazione profonda, volto a mettere in atto una strategia ambiziosa che pone al centro lo sviluppo di nuove categorie di prodotto, di canali di vendita e di mercati geografici: così

vogliamo ispirare tutte le persone del Gruppo, che sono la vera forza propulsiva del cambiamento”, ha dichiarato Di Giammarco. Bauli Spa è un protagonista nazionale nel settore dolciario. Fondata nel 1922 a Verona come piccola pasticceria artigianale, oggi conta circa 1300 dipendenti nel mondo e 7 siti produttivi, di cui 6 in Italia, a Castel d’Azzano (VR), Orsago (TV), Romanengo (CR), San Martino Buon Albergo (VR), Altopascio (LU), Guarene (CN), e uno in India, a Baramati. Assochange è un’associazione di imprese, enti, istituzioni, professionisti e Università, che si propone di essere luogo di incontro, confronto e diffusione di conoscenza sul Change Management per aiutare le organizzazioni a raggiungere i loro obiettivi di cambiamento.

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UN INDOTTO DA 130 MILIARDI DI EURO PER LA FEED ECONOMY Si fissa a poco meno di 130 miliardi di euro e 891mila aziende coinvolte la prima fotografia al 2021 della Feed Economy che emerge dal report economico promosso da Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici), in collaborazione con l’ente di ricerca indipendente Nomisma, e presentato il 24 ottobre scorso presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani (Senato della Repubblica). “Con grande piacere – ha sottolineato Michele Liverini, vicepresidente di Assalzoo vedo concretizzarsi lo sforzo di tutta l’associazione nell’elaborare una visione complessiva che renda giustizia al ruolo primario svolto dalla mangimistica nella filiera alimentare italiana. Con la Feed Economy siamo finalmente in possesso dello strumento che collega l’alimentazione zootecnica al consumatore finale”. La feed economy è l’economia derivante dal mangime. La mangimistica è infatti un settore chiave della filiera alimentare che si pone tra i primi anelli della filiera della produzione zootecnica. Si tratta dunque di una catena produttiva che lega

UNA VALUTAZIONE DI INSIEME DEL TESSUTO PRODUTTIVO DELLA FEED ECONOMY AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO

MATERIE PRIME AGRICOLE

ALLEVAMENTO LATTE

220.000

27.095

130.348

INDUSTRIA MANGIMISTICA

INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA

INDUSTRIA CARNI FRESCHE E SALUMI

imprese

imprese

imprese

8.300

45.125

63.412

imprese

INDUSTRIA

300

occupati

DISTRIBUZIONE 2021

DISTRIBUZIONE (GDO, alimentari non specializzati e macellerie)

2.980

3.284

occupati

167.457 imprese

377.443 imprese

imprese

imprese

Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat, BDN, Assalzoo, CREA, Federdistribuzione, FIPE

la produzione agricola, l’allevamento, la trasformazione industriale e i servizi commerciali. Con il report, promosso da Assalzoo in collaborazione con Nomisma, questa filiera produttiva viene letta per la prima volta in maniera unitaria, evidenziando come il prodotto finale che arriva sulle tavole del consumatore abbia una stretta connessione con il ruolo fondamentale svolto dalla mangimistica.

ALLEVAMENTO CARNE E ACQUACOLTURA

6.564 imprese

116.837 occupati

occupati

HORECA (totale)

339.772 imprese

507.229 imprese

Primo rapporto FeedEconomy • 24 ottobre 2023

La Feed economy italiana vale circa 130 miliardi di euro e coinvolge oltre 891mila aziende. Il dato è la risultanza della somma tra il giro d’affari: della componente agricola dedicata all’alimentazione animale, che con circa 20 miliardi rappresenta il 35% del totale; della produzione alimentare legata alla zootecnica, che con circa 51 miliardi di valore rappresenta il 39% della produzio-

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ne complessiva; cui si aggiunge la spesa alimentare degli italiani, altri 57 miliardi circa, vale a dire circa il 38% del totale. “L’industria mangimistica è un anello essenziale delle filiere zootecniche nazionali e contribuisce in misura decisiva alle performance economiche dell’indotto agroalimentare”, evidenzia Ersilia Di Tullio, responsabile Nomisma del report.

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FIORUCCI, AL VIA IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE E RILANCIO A pochi mesi dall’acquisizione da parte di Navigator Group e White Park Capital del 100% di Cesare Fiorucci Spa, prende avvio il piano di rilancio di lungo periodo volto a riportare lo storico marchio italiano del settore dei salumi al livello di reddittività adeguato al suo potenziale. Il primo passo sarà caratterizzato da un significativo cambiamento organizzativo, seguito da un sostanziale rinnovamento dei processi e un rimodernamento tecnologico degli impianti. “Le iniziative che prendiamo oggi hanno un unico obiettivo: fare in modo che la storia del nostro gruppo prosegua, che gli stabilimenti restino in Italia e continuino a generare benessere nel loro territorio di riferimento”, ha

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dichiarato Claudio Rustioni, amministratore delegato di Fiorucci Spa. “È fondamentale che l’azienda recuperi produttività e competitività per affrontare un mercato sempre più competitivo. Le azioni che abbiamo previsto sono indispensabili e non più rinviabili se vogliamo salvaguardare il futuro dell’azienda, la tutela dei lavoratori e la qualità dei prodotti”. Il piano previsto dal management, e approvato dai nuovi investitori, prevede di raggiungere un aumento di fatturato del 20% e soprattutto un ritorno alla redditività media del settore. “Grazie ai nuovi finanziamenti l’azienda, in questo momento, non ha posizioni debitorie e dispone di liquidità sufficiente per garantire continuità operativa e di pagamenti. Gli oltre

30 milioni di investimenti previsti dal progetto di rilancio saranno fondamentalmente indirizzati a rendere competitiva l’azienda e ad acquisire nuove quote di mercato: ci concentreremo sull’automazione e modernizzazione degli impianti, sull’acquisizione di distributori e catene retail nel nord Italia e all’estero e sulla sicurezza sul lavoro e l’igiene”, ha affermato Rustioni. Fiorucci ha aperto un tavolo di lavoro con le organizzazioni sindacali, con le quali si propone di lavorare per ridurre, nel limite del possibile e coerentemente alla situazione di mercato, l’impatto sociale della ristrutturazione che il declino del fatturato degli ultimi 12 anni ha reso improrogabile. www.interprogettied.com

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news [fatti, persone, aziende]

SISTEMI AVICOLI: OFFICINE FACCO ACQUISISCE SPEROTTO

Da sinistra: Renato Sperotto, Massimo Finco e Augusto Sperotto

portantissimo”, commenta Renato Sperotto, presidente di Sperotto Spa. “Le richieste del mercato odierno sono più complesse, è necessario quindi offrire soluzioni innovative che coniughino esperienza e tecnologia garantendo sempre ottimi risultati produttivi. È così diventato fondamentale per le aziende unirsi e fare sistema per essere sempre più competitivi. Da leader italiani nell’ideazione

e creazione di progetti chiavi-in-mano per allevamenti, pensiamo che questa acquisizione ci aprirà nuove prospettive nei mercati internazionali”. “Con questa acquisizione si consolida la strategia del nostro gruppo, che aggiunge Sperotto alla Facco, alla Flexy e alla brasiliana Artabas, che sviluppano il proprio business in modo sinergico ma ognuna con la propria autonomia, aggiungendo valore e ampliando le potenzialità di penetrazione capillare nei mercati”, dichiara Massimo Finco, presidente di Facco Spa e da oltre 30 anni alla guida del Gruppo. Entrambe le aziende sono in crescita e, insieme, si prevede che supereranno i 200 milioni di euro di fatturato. Dal punto di vista operativo non ci saranno stravolgimenti: Sperotto Spa continuerà ad operare dalla sede di Sandrigo (VI) in continuità con persone e collaboratori e manterrà la sua indipendenza nel mercato.

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Officine Facco ha acquisito Sperotto. Le due storiche aziende venete, entrambe attive da oltre 60 anni, iniziano un percorso insieme che valorizzerà la condivisione di esperienze e saperi e da cui nasceranno nuove opportunità sui mercati internazionali. “In Sperotto abbiamo trovato un’azienda complementare, leader nel settore dei polli da carne e per di più forte nel chiavi-in-mano come Facco lo è per le uova”, dichiara Elisa Finco, vicepresidente di Facco Spa. “Da questa acquisizione attendiamo una crescita per Sperotto nell’immediato grazie alle sinergie create dal loro know how unito alla rete e alla presenza di Facco già forte a livello internazionale. Un altro obiettivo di questa acquisizione sarà valorizzare la produzione interna di carpenteria e costruzioni prefabbricate di acciaio, attualmente core business di Sperotto che produce capannoni non solo avicoli, ma anche per l’industria in generale”. “Per la nostra realtà si tratta di un passo im-

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appuntamenti Il riciclaggio e le tecnologie per i solidi sfusi hanno molto in comune, mentre il ritorno delle materie prime riciclabili nel ciclo economico sta diventando sempre più importante. Per questi motivi Solids Parma 2024 dedicherà un’intera area al tema del riciclo.

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SOLIDS 2024: FOCUS SULL’USO RESPONSABILE DELLE RISORSE

Tutte le foto sono di Easyfairs Deutschland GmbH

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Confermata la seconda edizione della fiera Solids Parma, appuntamento italiano dedicato all’industria della lavorazione dei granuli, delle polveri e dei solidi sfusi. In occasione della conferenza stampa di presentazione presso l’Hotel Duo di Milano, si è parlato dei risultati della prima edizione italiana della fiera e delle novità e dei temi dell’edizione 2024. Dopo il successo della prima edizione, che ha registrato la presenza di 1273 visitatori professionali e 119 espositori, torna l’evento italiano che riunisce a Parma le aziende produttrici di macchine per la movimentazione, lo stoccaggio, l’analisi e la trasformazione dei materiali in forma granulare, polverulenta e dei solidi sfusi, per la prima volta in Italia. Un’occasione unica per operatori professionali e buyers per toccare con mano le soluzioni più innovative ed entrare in contatto con tecnologie all’avanguardia e nuove tendenze nel settore. Perché il nome Solids? Perché con questa parola si individua “anything you can make a pile of”, ovvero: “tutto il materia-

le di cui si può raccogliere un mucchio”, che abbraccia dunque numerose categorie merceologiche: alimentare (chicchi di caffè, farina, pasta, cereali), agrario (mangimi, fertilizzanti, sementi), gomma e plastica, chimico-farmaceutico, cosmetico, vetro, lavorazione metalli e recycling. “I nostri visitatori sono prevalentemente italiani e provengono dai poli geografici in cui è più forte la presenza di aziende rilevanti nella trasformazione delle polveri e dei solidi (e dunque Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Toscana)”, ha affermato Anna Lena Sandmann, Head of Cluster Solids Dortmund e Solids Parma. “Di questi, oltre tre-quarti ricoprono ruoli decisionali o è coinvolto nelle decisioni inerenti ad acquisti e forniture. Si tratta quindi di responsabili di business units, ingegneri, CEO, direttori vendite, direttori tecnici, ricercatori e altro ancora. La qualità dei visitatori della fiera è cruciale per le aziende che espongono e noi lo sappiamo bene”. www.interprogettied.com

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L’IMPORTANZA DEL SETTORE RECYCLING Nel corso della conferenza stampa, è stata annunciata la prima novità dell’edizione 2024: sarà presente un’area Recycling che esporrà e dimostrerà le ultime tecnologie e soluzioni per il riciclaggio dei materiali. Le tecnologie per i solidi sfusi e il riciclaggio hanno un denominatore comune: la gestione di granulati, polveri e solidi sfusi, nello specifico, il recupero, lo smaltimento e la valorizzazione degli scarti di produzione. L’utilizzo responsabile ed economico delle risorse sta diventando più importante che mai con la crescente scarsità di materie prime e l’inquinamento ambientale. Il ritorno delle materie prime riciclabili nel ciclo economico sta diventando sempre più il fulcro dell’attività quotidiana. La combinazione della fiera Solids con la tecnologia del riciclaggio offre numerose sinergie sia per gli espo-

In particolare, il mercato delle macchine per la selezione (quelle utilizzate per separare i rifiuti in diverse frazioni, in base al tipo e al valore) è quello che sta crescendo più rapidamente, grazie all’aumento della raccolta differenziata. Questo processo è fondamentale per il riciclaggio, in quanto consente di recuperare il maggior numero possibile di materiali. Il mercato delle macchine per il trattamento (utilizzate per trattare i rifiuti in modo da renderli adatti al riciclaggio o ad altri utilizzi) è anche in crescita, grazie all’introduzione di nuove tecnologie che consentono di trattare i rifiuti in modo più efficiente e sostenibile.

La combinazione della fiera Solids con la tecnologia del riciclaggio offre numerose sinergie sia per gli espositori che per i visitatori, in quanto molte delle tecnologie per i solidi sfusi si trovano anche nel settore del riciclaggio

occupato grande spazio e risalto nel corso dell’edizione 2023. I temi che verranno trattati nel corso dei workshop e delle conferenze riguardano temi caldi nel settore: Il dipartimento di meccanica dei solidi granulari dell’Università di Padova terrà un convegno dal titolo “Scorrevolezza delle polveri e fluidità”, in cui si parlerà dell’impatto della scorrevolezza sull’esito della lavorazione. ATEX Italia tornerà per parlare di Direttive ATEX: sistemi di messa a terra e trasporto di polveri, affrontando il tema delle installazioni in aree “Ex”. Inoltre, si terrà la seconda edizione del Search & Tech, che affronterà due tematiche chiave: 1. Il riciclo della plastica e il trattamento dei granuli riciclati; 2. Predictive Maintenance, AI, Visione nel food. “Siamo felici di tornare in Italia, e in particolare in Fiere di Parma, per la

sitori che per i visitatori, in quanto molte delle tecnologie per i solidi sfusi si trovano anche nel settore del riciclaggio. Il mercato delle macchine per il riciclaggio in Italia ha un valore di circa 1,5 miliardi di euro, con una previsione di crescita del 5% annuo nei prossimi anni. I principali driver di crescita del mercato sono l’aumento della raccolta differenziata, l’introduzione di nuove tecnologie di riciclaggio e le normative ambientali sempre più stringenti. www.interprogettied.com

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I principali produttori di macchine per il riciclaggio in Italia sono aziende che operano a livello globale. Questi produttori investono costantemente in ricerca e sviluppo per realizzare nuove tecnologie e prodotti che rispondano alle esigenze del mercato.

I TEMI DELLA SECONDA EDIZIONE A Solids Parma non mancherà una parte convegnistica di alto livello, che ha già

seconda edizione italiana di Solids”, ha dichiarato Ginevra ColomboErcole, Project Manager Solids Parma, a margine della conferenza stampa. “Credo che uno dei motivi del successo di Solids sia il suo format trasversale, che riunisce tutti i settori dell’industria di processo, e smart, che consente in due giorni di creare occasioni di business, interazioni, network efficaci”.

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La fiera Solids è un’occasione unica per operatori professionali e buyers per toccare con mano le soluzioni più innovative ed entrare in contatto con tecnologie all’avanguardia e nuove tendenze nel settore

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appuntamenti

OSSERVATORIO SIGEP: IN RECUPERO I CONSUMI DEL BAKERY DOLCE Torna l’edizione natalizia dell’Osservatorio Sigep, il salone internazionale di Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigianale e caffè di Italian Exhibition Group, che si terrà per la 45esima volta alla fiera di Rimini dal 20 al 24 gennaio 2024. L’Osservatorio registra un recupero dei consumi relativi al bakery dolce arrivato a 3,3 miliardi di prodotti serviti (+1,4% rispetto al 2022), avvicinandosi ai livelli pre-pandemia: è questa la tendenza che emerge nei dati CREST di Circana – specialista nell’analisi e interpretazione dei comportamenti dei consumatori – in vista delle imminenti festività natalizie. Un Natale che dal punto di vista dei consumi dovrebbe mantenersi in linea con quello della passata stagione. I dati di Circana raccontano di un 2023 positivo per il fuori casa: fino a settembre – ultimo dato disponibile nello studio su base trimestrale – la spesa si attesa sui 50,7 miliardi di

euro con una media di 4,56 euro per visita; una crescita dell’11,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Positivi anche gli 11,1 miliardi di visite, ovvero il numero di persone che entrano ed escono da esercizi commerciali legati al food, delivery compreso, con un incremento del 5,5%.

“I consumi fuori casa in Italia crescono rispetto all’anno scorso anche se i tassi di crescita rallentano”, afferma Matteo Figura, a capo del Foodservice per Circana Italia. “Le presenze si stanno stabilizzando ai livelli pre-pandemia, mentre sui numeri della spesa occorre ricordare come la crescita sia anche dovuta all’innalzamento generale dei prezzi”. In questo contesto si inseriscono i consumi del bakery dolce: “Il recupero degli ultimi anni è evidente: attualmente siamo a 3,3 miliardi di prodotti e manca poco per tornare ai 3,5 miliardi del 2019. Nel 25,3% delle visite fuori casa compare un prodotto di bakery dolce”, conclude Figura. Questa propensione al consumo è stabile negli anni: per chiudere il gap con i livelli del 2019 bisognerà recuperare le visite mancate per una minore mobilità fuori casa, specialmente in occasioni come la colazione che trainano il comparto del bakery dolce”.

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L’agenda Marca by Bolognafiere 16-17 gennaio 2024 Bologna www.marca.bolognafiere.it

Appex 12-15 marzo 2024 Melbourne, Australia www.appex.com.au

Vitafoods Europe 14-16 maggio 2024 Ginevra, Svizzera www.vitafoods.eu.com

Foodtech 1-3 ottobre 2024 Herning, Danimarca uk.foodtech.dk

Sigep 20-24 gennaio 2024 Rimini www.sigep.it

Anugafoodtec 19-22 marzo 2024 Colonia, Germania www.anugafoodtec.com

Packaging Première 21-23 maggio 2024 Milano www.packagingpremiere.it

Sial 19-23 ottobre 2024 Parigi, Francia www.event.sialparis.com/2024/en/

Fieragricola 31 gennaio - 3 febbraio 2024 Verona www.fieragricola.it

Novelfarm 20-21 marzo 2024 Pordenone www.novelfarmexpo.it

Meat-Tech 28-30 maggio 2024 Milano www.meat-tech.it

Ecomondo 5-8 novembre 2024 Rimini www.ecomondo.com

Aquafarm 14-16 febbraio 2024 Pordenone www.aquafarm.show

Sigep China 24-26 aprile 2024 Shenzhen, Cina www.sigepcn.com/en

Solids 5-6 giugno 2024 Parma www.solids-parma.de

Food Ingredients Europe 19-21 novembre 2024 Francoforte, Germania www.figlobal.com/fieurope/ en/home.html

BBTech Expo 18-20 febbraio 2024 Rimini www.bbtechexpo.com

Cibus 7-10 maggio 2024 Parma www.cibus.it

Fachpack 24-26 settembre 2024 Norimberga, Germania www.fachpack.de

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Brau Beviale 26-28 novembre 2024 Norimberga, Germania www.braubeviale.de

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18 — 20 FEBBRAIO 2024 FIERA DI RIMINI

THE

BEER & BEVERAGE TECHNOLOGIES SHOW

bbtechexpo.com

ORGANIZZATO DA

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IN COLLABORAZIONE CON

IN CONTEMPORANEA CON

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appuntamenti

IPACK IMA 2025: UN NUOVO MODELLO DI FIERA FOCALIZZATO SUI SINGOLI SETTORI Il presidente Soli: “Abbiamo superato la vecchia concezione della fiera generalista, per diventare uno spazio ideale dove confrontarsi sulle tematiche principali dell’industria del processo e del packaging”. nuove esigenze dell’industria e valorizzando i temi emergenti con un focus particolare sui mercati più performanti come quelli del grain based food, del beverage e del pharma. Il tutto senza dimenticare le radici della manifestazione, reinterpretate in un concetto più esteso che spazia dal packaging secondario e terziario al fine linea, alla robotica e in generale all’automazione di fabbrica”.

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Nel solco di una tradizione che vede Ipack-Ima come un riferimento nell’interpretazione delle esigenze del mercato del processing & packaging, l’edizione 2025 si sta delineando come terreno di prova per alcune importanti novità. “L’edizione 2025, che registra già ampie adesioni e riconferme da parte dei principali clienti, accelererà le linee guida che hanno segnato il successo del 2022, quando le parole chiave erano state digitalizzazione, sostenibilità e innovazione”, annuncia Valerio Soli, presidente di Ipack Ima. “Si tratta di tematiche tutt’ora molto attuali che prevediamo subiranno evoluzioni e integrazioni nei prossimi anni, per essere applicate in maniera più approfondita ai settori industriali. Su questa progressione, Ipack-Ima non si farà certo trovare impreparata, rispondendo alle

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UNA SVOLTA FRUTTO DEL CONFRONTO CON ESPOSITORI E PLAYER Ipack-Ima 2025 vuole rappresentare il punto di svolta rispetto al concetto tradizionale della fiera omnicomprensiva, grazie a un’accurata fase di confronto con i principali espositori e player del settore, che hanno posto l’accento sulle proprie esigenze di promozione del business attraverso il canale fieristico. “Assisteremo a un deciso cambio nelle modalità del fare fiera”, prosegue Valerio Soli. “IpackIma può contare sul polso del mercato, rappresentato da Ucima e Fiera Milano, mettendo in campo le migliori professionalità nella lettura delle dinamiche economiche del packaging e dei trend negli eventi. Una sinergia che permette di abbandonare la vecchia concezione

Valerio Soli, presidente di Ipack Ima

della fiera generalista, trasformandola in punto di riferimento del settore e spazio ideale dove confrontarsi sulle tematiche principali dell’industria. I nostri clienti ci hanno suggerito quindi che la cadenza triennale, classico modulo per la nostra manifestazione, non fosse più idoneo visti i ritmi di evoluzione delle tecnologie e del mercato. Ecco perché, a partire dal 2025 in poi, abbandoneremo il grande modello triennale di fiera per muoverci nella direzione di un insieme di eventi fieristici concatenati e focalizzati sui singoli settori merceologici, che guideranno in maniera più costante nel tempo gli espositori, in un percorso capace di interpretare lo sviluppo tecnologico fino al 2028”.

VOCAZIONE INTERNAZIONALE Da non dimenticare, infine, in questa fase di forte relazione con il mercato e i suoi protagonisti, la continua collaborazione con il progetto “The Innovation Alliance”, e le tre fiere contestuali Print4All, Intralogistica e GreenPlast, capaci di offrire un’autentica panoramica sulle filiere correlate della meccanica strumentale. “Alla capacità di coprire le esigenze dell’intera filiera con partnership istituzionali di primo piano, si aggiunge la forte vocazione internazionale, che viene garantita dagli oltre 20 agenti attivi nei principali mercati di riferimento tra Europa, Nord Africa e Asia, supportati nella loro azione commerciale dalla partecipazione a importanti appuntamenti internazionali. Abbiamo in calendario un evento dedicato alla pasta che si svolgerà in Algeria, altri legati all’industria farmaceutica in Spagna e Germania, e più in generale tutta una serie di eventi per il mondo del packaging previsti in Asia nei prossimi mesi, a ulteriore conferma di un solido percorso di internazionalizzazione che caratterizza da sempre la nostra manifestazione e che segnerà un ulteriore consolidamento nell’edizione 2025”.

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ingredienti

Oltre 23 operatori da 135 paesi hanno visitato l’edizione 2023 a Francoforte. La sostenibilità e la ricerca di giovani talenti sono stati tra i temi centrali della mostra. L’edizione 2023 FI Europe, la principale manifestazione internazionale dedicata al settore degli ingredienti alimentari, ha accolto 23.149 visitatori da 135 paesi. Tornerà a Francoforte dal 19 al 21 novembre 2024. Quest’anno l’evento è stato introdotto già a partire dal 20 novembre, con la piattaforma on line che ha consentito ai partecipanti di accedere ad anteprime di contenuti esclusivi, coordinare riunioni e trasmettere in streaming sessioni di keynote dal vivo. Poi, il 27 novembre, ha preso il via il Summit sul futuro dell’alimentazione, con relatori di Nestlé, Microsoft, Deloitte e del Global Compact delle Nazioni Unite, che hanno fornito il loro punto di vista sulle tendenze e le tecnologie che stanno rimodellando il panorama dell’industria alimentare. Il 28 novembre, Fi Europe ha aperto i battenti. Oltre 1.400 stand erano allestiti in quattro padiglioni, a rappresentare un’ampia gamma di ingredienti e soluzioni provenienti da tutto il mondo, offrendo uno spettacolo sensoriale e molteplici opportunità di approvvigionamento. La prima giornata è culminata con l’annuncio degli Fi Europe Innovation Awards e dei vincitori della Startup Innovation Challenge. I destinatari dei riconoscimenti sono stati scelti da una giuria di esperti per la loro eccellenza e i contributi al settore degli ingredienti F&B. Il convegno si è svolto nell’arco di due giorni in parallelo all’esposizione, dando luogo a un’ocwww.interprogettied.com

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casione di scambio sugli ultimi progressi e le tendenze future del food&beverage. L’agenda ruotava attorno a quattro temi di grande attualità: vegetale, salute&benessere, ingredienti alternativi & proteine, riformulazione e ingrediente innovativi. I relatori provenivano da un’ampia sezione trasversale del mondo commerciale, accademico e da organizzazioni di ricerca. La sostenibilità è stata il filo conduttore dell’edizione 2023, attraverso iniziative dedicate come il Sustainability Hub e i contenuti focalizzati su approvvigionamento etico, trasparenza, conformità normativa, ESG e parità di genere. La fiera ha affrontato anche il tema della ricerca di talenti emergenti, introducendo un nuovo programma studiato per facilitare il collegamento tra studenti e imprese. La giornata, che si è svolta il 30 novembre, ha offerto agli studenti universitari spunti preziosi per una possibile carriera nell’industria alimentare.

POSITIVI I PRIMI COMMENTI “Fi Europe ha rafforzato il proprio ruolo di riferimento per la comunità globale del settore alimenti e bevande”, ha commentato Yannick Verry, Brand Manager Food Ingredients Europe & America di Informa Markets. Reazioni positive sono state espresse anche dagli espositori: “È stata una fiera impegnativa”, ha dichiarato René Berendse, Marketing Associate Director Enablement Operations

presso Cargill. “Se l’anno scorso eravamo felici più che altro di essere tornati a incontrarci dopo il periodo degli eventi virtuali, quest’anno lo siamo anche per aver visto una netta crescita di visitatori e di nuovi contatti. Il clima vissuto durante i giorni della manifestazione è stato di entusiasmo e fiducia”. “Nei primi due giorni siamo quasi stati sommersi dalle visite”, ha affermato Silke Ullmann, Manager Nutrition Communication di Beneo. “È stato stimolante anche l’incontro con gli studenti che hanno frequentato il Future Food Leaders Programme”.

Nadine Vogels, Global Head of Product Managementat in Silesia, ha spiegato che per la sua azienda “la mostra è stata un successo, oltre che un’ottima opportunità per proporre i nostri prodotti e concetti ai tanti contatti già consolidati oppure nuovi che si sono presentati al nostro stand”. Soddisfatto anche Oliver Wolf, Marketing Emeia di Gelita: “Abbiamo raccolto un forte interesse per il prodotto lanciato in questa edizione, che è stata davvero ricca di spunti”.

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A FI EUROPE GLI INGREDIENTI PER IL FUTURO DEL FOOD&BEVERAGE

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ingredienti

Meurens Natural ha lanciato una gamma biologica e una convenzionale all’avena talmente povere di zucchero da essere fruibili per la formulazione di bevande senza zuccheri aggiunti, una dicitura che oggi in etichetta assume un valore decisivo.

Van |dedi Tim Gehuchte International Saes & Marketing Manager di Meurens Natural

BEVANDE ALL’AVENA SENZA ZUCCHERO

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Negli ultimi anni, è emersa una tendenza preponderante nel settore beverage: quella delle bevande vegetali senza zucchero e senza zuccheri aggiunti. La presa di coscienza degli effetti negativi del consumo eccessivo di zucchero, tra cui l’obesità, il diabete e altri disturbi cronici, ha indotto le persone a optare per bevande più salutari. Mano a mano che aumentano i timori legati all’ambiente e che sempre più consumatori attenti alla salute ricercano alternative sane alle tradizionali bibite

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Sipa-Oat 17 o Natu-Oat 17 consentono ai consumatori di scegliere prodotti salubri e senza zucchero senza rinunciare al gusto

zuccherate, esplode la richiesta di bevande alle erbe. L’affermazione “senza zuccheri aggiunti” nell’etichettatura degli alimenti oggi assume eccezionale importanza, poiché significa che per la sua formulazione e lavorazione non è stato introdotto alcuno zucchero. In Meurens Natural, l’innovazione ha giocato un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle basi all’avena, utilizzabili per la formulazione delle bevande all’avena “senza zucchero” e “senza zuccheri aggiunti”. Tutti gli ingredienti di Meurens Natural vengono realizzati tramite un processo produttivo del tutto naturale.

INGREDIENTI PER UN FUTURO SOSTENIBILE, GUSTOSO E SUGAR FREE L’azienda recentemente ha lanciato Sipa-Oat 17 (gamma biologica) e Natu-Oat 17 (gamma naturale). Si tratta di basi all’avena talmente povere di zucchero da essere fruwww.interprogettied.com

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ibili per la formulazione di bevande all’avena senza zucchero (<0,5 g di zucchero / 100 g di prodotto). Optando per alimenti con l’etichetta “senza zucchero”, i consumatori possono fare scelte più chiare per ridurre il loro consumo totale di glucosio, contribuendo in tal modo a diminuire i rischi per la salute. Inoltre, le bevande a base di avena Sipa-Oat 17 o Natu-Oat 17 sono cremose al palato, con una consistenza e un gusto eccellenti. Sono disponibili anche in versione gluten-free e in polvere. Ne consegue che i consumatori non devono rinunciare al gusto quando scelgono prodotti più salubri e senza zucchero. Chiaramente l’uso di questi ingredienti non si limita alle bevande all’avena, ma si estende a gelati vegani, dessert e così via. Meurens Natural ottiene lo sciroppo d’avena biologico o naturale DE17 tramite l’idrolisi della farina d’avena con l’ausilio di enzimi naturali non OGM. Lo sciroppo d’avena presenta un colore arancio scuro, con sapore all’avena. La base all’avena si può usare per le formulazioni senza zucchero e ha un equivalente di destrosio DE17. Questo sciroppo è particolarmente diffuso oggi per la produzione di bevande prive di zucchero e altri prodotti “a basso tenore di zucchero”, “senza zuccheri aggiunti” o “senza

Meurens Natural è una pioniera nel settore biologico, concentrandosi da oltre 30 anni sulla produzione di estratti di cereali biologici e naturali “clean label” zucchero”, quali yogurt, dessert, biscotti, gelati e altri ancora. Inoltre, offre l’opportunità di disporre di un’etichetta più chiara e comprensibile ai consumatori. Questi prodotti possono essere dichiarati come avena (%), sciroppo d’avena non raffinato, estratto avena o base di avena a seconda dell’applicazione.

INNOVAZIONE SOSTENIBILE Meurens Natural è una pioniera nel settore biologico e si concentra da oltre 30 anni sulla produzione di estratti di cereali biologici e naturali “clean label”. Grazie a un processo di produzione unico e innovativo, al 100% in linea con la filosofia bio, può offrire ai clienti ingredienti del tutto naturali e biologici. In qualità di specialista europeo nell’idrolisi, Meurens Natural può www.interprogettied.com

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idrolizzare un’ampia varietà di cereali. Il processo produttivo è pulito, semplice e rispettoso dell’ambiente. Tanto da offrire i seguenti vantaggi: nessun utilizzo di additivi chimici; nessun ricorso a metodi di trattamento convenzionali come l’uso di resine a scambio ionico per la demineralizzazione (raffinazione); completa tracciabilità dalla materia prima fino allo sciroppo; preservazione massima delle caratteristiche dei cereali lavorati, come gusto, colore e sostanze minerali. Tutto ciò consente di ottenere un’etichettatura breve, chiara e pulita. Basandosi su una grande varietà di strutture dello zucchero – come equivalenti di destrosio (DE), dolcezza, viscosità, colori, aromi e materie prime – le linee Sipal ® (biologico) e Natu® (convenzionale) possono soddisfare gli obiettivi di tante preparazioni nei molteplici settori della trasformazione alimentare. Tra le sue più recenti innovazioni, Meurens Natural propone gli sciroppi di miglio, gli sciroppi di patate e mais, il riso (biologico e convenzionale), oltre alle proteine dell’avena.

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ingredienti

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ambiente

BIOMETANO DAGLI SCARTI DI LAVORAZIONE DELLA DISTILLERIA

L’impianto realizzato da AB presso Distillerie Mazzari

Nel percorso previsto dall’Unione Europea, entro la fine del 2030 gli Stati membri dovranno garantire collettivamente almeno 35 miliardi di metri cubi di biometano, in linea con gli obiettivi del REPowerEu, allo scopo di sostituire almeno il 20% delle importazioni di gas naturale con un’alternativa sostenibile, più economica e prodotta localmente. In questo ambito diventa un punto di riferimento, per il suo settore e non solo, la Distilleria Mazzari, una realtà storica del territorio romagnolo presente da oltre 60 anni e attiva nella pro-

duzione di alcool etilico industriale e alimentare e nella produzione di acido tartarico, grazie alla lavorazione della feccia di vino e degli scarti della frutta. Lo stabilimento di Sant’Agata sul Santerno (RA) è sempre stato all’avanguardia dal punto di vista della sostenibilità ambientale e già dagli anni ‘80 aveva previsto dei digestori anaerobici al fine di poter valorizzare i propri reflui producendo biogas. Successivamente, nel 2010, l’azienda aveva deciso di installare due cogeneratori AB, leader globale del settore, per meglio utilizzare il biogas originato dalle sue pro-

duzioni, generando energia termica ed elettrica sia per la distilleria, sia per la rete elettrica cittadina. Dal 2020, in linea con le richieste di carburante green del mercato, Mazzari ha pensato di riconvertire l’impianto di cogenerazione in uno per la produzione di biometano attraverso la tecnologia a membrane Bioch4nge® di AB, eseguendo l’upgrading del biogas a biometano. L’impianto oggi in funzione ha attualmente la capacità di trattare 1.500 metri cubi ora di biogas per produrre 1.000 metri cubi ora di biometano che viene originato appunto dalle materie prime lavorate in quantità pari a 100-120.000 tonnellate all’anno di feccia di vino e circa 30-35.000 tonnellate all’anno di scarti di frutta. Il biometano prodotto può essere sia utilizzato dalla stessa distilleria Mazzari per far funzionare le proprie caldaie, sia immesso nella rete nazionale a disposizione di altri utenti. Inoltre, lo scarto prodotto dalla digestione anaerobica, può essere riutilizzato in agricoltura come fertilizzante agricolo, per ritornare alla terra come una preziosa risorsa, chiudendo il cerchio.

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LA PRIMA PIATTAFORMA PER L’ECONOMIA CIRCOLARE DEL CAFFÈ Durante la World Coffee Conference (WCC 2023), promossa nel settembre scorso da International Coffee Organization (ICO) e organizzata in collaborazione con il Governo Indiano e il Coffee Board a Bangalore, in India, è stata annunciata la nascita del Center for Circular Economy in Coffee: la prima piattaforma precompetitiva globale che mira ad accelerare la transizione sostenibile nella filiera del caffè, valorizzando i propri principi, sostenendo l’innovazione e sviluppando le buone pratiche dell’economia circolare in questa industria a livello globale. Il Centro è promosso e supportato da una rete globale di partner: Fondazione Giuseppe Pericle Lavazza, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in Italia,

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International Coffee Organization (ICO), International Trade Centre (ITC) e United Nation Industrial Development Organization (UNIDO). Istituito a Torino, in Italia, da un’idea della Fondazione Lavazza, il Centro è aperto alle adesioni di tutti gli attori della filiera del caffè: comunità locali di produttori, affinché abbiano accesso a un network globale di conoscenze e abbiano la possibilità di implementare progetti pilota di economia circolare; torrefattori, che beneficiano della collaborazione derivante dalla creazione di una rete scientifica di esperti del settore, proponendo nuove iniziative e ispirandosi ai progetti condivisi nel Centro; associazioni, istituzioni, partner strategici saranno invitati a sostenere nuove iniziative che contribui-

ranno ad accelerare l’economia circolare nel settore del caffè; centri di ricerca e mondo accademico, per diffondere la conoscenza e proporre soluzioni innovative. La World Coffee Conference (WCC 2023), organizzata da ICO, è l’evento globale più ampio al mondo dedicato al caffè che ogni quattro anni riunisce produttori, le principali industrie e decisori del settore provenienti da oltre cento paesi. La WCC rappresenta un forum unico nel suo genere capace di agevolare il dialogo tra i governi, il settore privato, i partner per lo sviluppo, la società civile e tutti gli stakeholder del settore del caffè per far fronte comune alle sfide attuali, grazie alla cooperazione internazionale, e per promuovere opportunità socio-economiche. www.interprogettied.com

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scienza e tecnologia

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CONSERVARE IL DNA A DIFESA DELLA BIODIVERSITÀ Tutelare la variabilità genetica favorisce la conservazione delle razze zootecniche autoctone, contrastando la tendenza alla loro standardizzazione e selezione per esigenze produttive. Presentato un progetto pilota a CremonaFiere.

mento delle specie allevate in condizioni climatiche in rapido cambiamento, sia per la sopravvivenza delle specie all’attacco di nuovi patogeni, sia per poter indirizzare il miglioramento genetico verso nuovi obiettivi di selezione”, ha detto Luana Piroli. “Le razze locali, oltre a rappresentare un prezioso serbatoio di variabilità genetica, svolgono anche un ruolo ecologico sociale e culturale rilevante, per la salvaguardia del territorio, delle comunità rurali e delle loro tradizioni. L’approccio ideale è la conservazione della diversità genetica funzionale delle razze, cioè la variabilità dei geni che controllano caratteri degli animali espressi che sono o che potrebbero eventualmente esserlo in futuro”.

“CIÒ CHE NON SI CONSERVA SI PERDE” Dell’origine della biodiversità, di come si è originata dopo l’addomesticazione e dei motivi per i quali è importante conservare ha parlato il professore Ajmone Marsan: “Per me il motivo principale è ovviamente un motivo genetico. La conservazione della biodiversità nell’era industriale è fondamentale per continuare l’opera di miglioramento genetico e per selezionare nuovi caratteri che sono sempre più importanti. Ad esempio per il benessere animale, oppure per diminuire l’impatto ambientale. In conclusione, c’è una necessità di caratteriz-

zare e conservare perché ciò che non si conserva si perde. Questo progetto può essere molto utile alla ricerca”. Le tecniche di conservazione delle risorse genetiche animali si dividono in due categorie: in situ ed ex situ. La conservazione in situ consiste nell’allevamento di una razza locale a fini produttivi nel suo agro-ecosistema di origine, o di evoluzione e presenza attuale. “Credo che il tema della salvaguardia della biodiversità e della conservazione sia una bella iniziativa, lo dico da allevatore oltre che da presidente di CremonaFiere”, ha concluso Roberto Biloni. “Esiste una grande banca mondiale dei semi in Norvegia, nelle isole Svalbard, dove si conserva proprio per preservare la biodiversità in caso di qualsiasi catastrofe immaginabile, anche in caso di guerre per esempio, per garantire comunque che certe specie non si estinguano”.

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In occasione della 78esima edizione Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, Vislabiotech ha presentato il progetto pilota “La salvaguardia della biodiversità attraverso la conservazione del DNA” con: Luana Piroli, Ceo di Vislab; Roberto Biloni, presidente di CremonaFiere; e Paolo Ajmone Marsan, professore ordinario di miglioramento genetico animale presso la Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del S. Cuore di Piacenza. La salvaguardia della biodiversità del patrimonio vegetale e animale è un argomento dibattuto ormai da tempo. A causa dell’isolamento geografico che ha limitato il flusso genico tra gruppi di animali, e della selezione ambientale e antropica, si sono differenziate popolazioni con caratteristiche diverse, adattate ad ambienti anche estremi e con attitudini specifiche per la produzione di latte, carne o fibra. Nel corso degli ultimi due secoli molte di queste popolazioni sono state progressivamente standardizzate per diversi caratteri morfologici e produttivi, sottoposte a maggiore pressione selettiva ed isolate dal punto di vista riproduttivo. Questo processo ha portato alla formazione delle razze come le conosciamo oggi ed alla frammentazione della variabilità genetica delle popolazioni originarie. Le specie di interesse zootecnico sono state in seguito selezionate prevalentemente per la produzione in sistemi di allevamento intensivi. Tale selezione ha portato ad una riduzione della consistenza delle razze autoctone con un elevato rischio di estinzione e conseguente perdita di variabilità genetica. È quindi essenziale contrastare questa tendenza tutelando la diversità biologica e favorendo la conservazione di tali razze. L’importanza della biodiversità degli animali in produzione zootecnica è oggi ampiamente riconosciuta come dimostrano i programmi di conservazione messi in atto dai diversi Paesi e in particolare quello messo in atto a livello mondiale dalla Fao. “La diversità genetica è una risorsa fondamentale per consentire l’adatta-

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energia

COGENERAZIONE CHIAVI IN MANO CGT (Gruppo Tesya) è un player nazionale di riferimento per la progettazione e costruzione di impianti di cogenerazione, anche al servizio dell’industria alimentare. di Simone Ghioldi ed Emanuela Tenconi

“Tutti i nostri impianti di cogenerazione sono protetti da un programma di manutenzione, che include il controllo dei parametri funzionali e dei componenti principali” nerazione è invece possibile recuperare gran parte di questo calore con rilevanti risparmi economici ed energetici. Per illustrare meglio questo processo di recupero e conversione di energia ci facciamo guidare da Alessandro Meneguzzo, responsabile vendite cogenerazione di CGT: “Il messaggio che intendiamo far arrivare è che la cogenerazione aiuta a risparmiare sia dal punto di vista economico che di ‘carbon footprint’ se consideriamo le produzioni separate di energia elettrica e termica. Noi di CGT ci rivolgiamo ad aziende produttive di vari settori. Alla recente edizione di Cibus Tec abbiamo avuto la possibilità di incontrare quelle del settore alimentare che sono potenzialmente adatte

ad attivare processi di cogenerazione: ci rivolgiamo in particolare a quelle del settore del freddo, del congelamento, alle aziende di macellazione, aziende che cuociono, sterilizzano prodotti, e che sono attive nel processo alimentare. Quando contattiamo le aziende, presentiamo una proposta di impianto, con dati e informazioni di tipo tecnico e al tempo stesso corredata da una ampia analisi di tipo economico con valutazioni legate al reale risparmio energetico, al fine di dare un quadro completo ed esaustivo del progetto. Questo

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CGT è parte del gruppo internazionale Tesya, che è presente in 15 Paesi europei e riunisce 24 aziende, tutte con gli stessi valori e con un forte radicamento locale. CGT offre soluzioni integrate di vendita, noleggio e assistenza nei settori estrattivo, grandi opere, infrastrutture, costruzioni, generazione di energia, oil&gas, meccanica navale. Ogni società del gruppo beneficia dei vantaggi che derivano dalla visione condivisa e da importanti sinergie. CGT si presenta come il partner commerciale e tecnico di riferimento in Italia nell’offrire soluzioni “chiavi in mano” nella progettazione, realizzazione, conduzione e manutenzione di impianti di cogenerazione sia a metano sia a biogas. Cogenerare significa produrre contemporaneamente energia termica ed elettrica. La conversione di energia primaria (tipicamente fornita da un combustibile) in energia meccanica e/o elettrica comporta la produzione di una quota di calore che viene normalmente perso nell’ambiente esterno. Con la coge-

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energia

disposizione dall’impianto di cogenerazione. Il calore recuperato dall’impianto di cogenerazione evita il consumo di gas naturale tipicamente combusto nelle caldaie tradizionali e pertanto contribuisce alla riduzione dell’emissione di CO2 emessa in atmosfera”.

Lo stand di CGT a Cibus Tec 2023

è possibile farlo in CGT perché abbiamo un gruppo di tecnici esperti che sono in grado di valutare tutti gli aspetti del processo produttivo e individuare le aree di efficientamento al fine di integrare i vettori energetici messi a

Alessandro Meneguzzo, come opera CGT quando si trova ad affrontare un nuovo progetto? “La nostra azienda dimensiona, progetta e realizza impianti di cogenerazione personalizzati chiavi in mano gestendo tutto il progetto, dall’iter autorizzativo fino all’avviamento e al collaudo, con servizio di manutenzione full service, compreso il monitoraggio da remoto. Per seguire e assistere i nostri clienti, abbiamo attivato una serie di servizi che garantiscono un ottimale rendimento degli impianti, raggiungendo gli obiettivi prestabiliti in termini di efficienza e di risparmio energetico. Per garantire tutto ciò possiamo contare su un ampio numero di tecnici specializzati e dedicati h 24 agli

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interventi sugli impianti di cogenerazione ed anche su un sistema di manutenzione costante. Abbiamo programmi di manutenzione preventiva che garantiscono la continuità operativa degli impianti. Gestire un’assistenza programmata è davvero fondamentale per continuare ad avere un impianto in perfetto funzionamento. Tutti i nostri impianti di cogenerazione sono protetti da un programma di manutenzione e sono controllati da remoto in telemetria, un sistema che permette di monitorare attraverso i più comuni dispositivi multimediali (pc, tablet, smartphone) i parametri funzionali dell’impianto e dei componenti principali della centrale, permettendo di intervenire il più delle volte prima che un eventuale guasto si verifichi o di ridurre i tempi di ricerca di una causa di anomalia. Il controllo da remoto viene notevolmente facilitato dalla presenza presso l’impianto del committente di un operatore adeguatamente formato dal personale CGT ed abilitato ad operare sulla centrale di cogenerazione”.

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macchine Navatta Group è specializzata nello sviluppo di tecnologie per la trasformazione alimentare. Recentemente ha introdotto il servizio di assistenza programmata “Happy Machines”, che ha l’obiettivo di prevenire e salvaguardare il buono stato di funzionamento delle macchine installate nel mondo.

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|di Simone |Ghioldi ed |Emanuela |Tenconi

In alto: Riad Guesmi, Sales Manager e Marketing Coordinator di Navatta Group

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ECCELLENZA TECNOLOGICA NEL FOOD PROCESSING L’avventura dell’azienda Navatta inizia nel 1983, quando il suo fondatore Giuseppe Navatta, esperto installatore tecnico di macchine per la lavorazione del pomodoro sul territorio di Parma apre l’attività. Nei suoi primi 40 anni lo sviluppo dell’azienda si consolida e segna la crescita costante nel settore del food processing, grazie ad una serie di acquisizioni importanti e complementari che gli consentono di raggiungere la posizione e le caratteristiche attuali, quelle di un punto di riferimento per il mercato. Oggi Navatta Group conta 90 dipendenti tra tecnici, amministrazione, management e personale commerciale, caratterizzati da forte passione e alti standard di competenza. Il fatturato è stabilmente assestato da alcuni anni intorno ai 16 milioni di euro, tutti realizzati dal polo produttivo da 10mila metri quadrati di Pilastro di Langhirano (PR), servendo imprese in Italia, in Europa e nel resto del

mondo, con clienti attivi in oltre 70 Paesi. Navatta Group disegna, progetta e realizza internamente tutte le sue linee di produzione e macchinari per la lavorazione di polpe, salse e puree di frutta e di pomodoro, nettare di frutti mediterranei e tropicali, naturali o concentrati, pomodori pelati e cubettati. Il gruppo è specializzato anche nell’area degli impianti per le cucine industriali, ambito in cui progetta, sviluppa, realizza e installa linee per la preparazione di prodotti come sughi, salse e nettari. Il processo inizia con il ricevimento delle materie prime e prosegue con il trattamento e preparazione degli ingredienti: dosaggio in automatico, miscelazione e stabilizzazione meccanica e termica, per concludersi con il confezionamento in contenitori rigidi o flessibili con riempimento in asettico. Sono impianti di eccellenza tecnologica, caratterizzati www.interprogettied.com

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macchine

“La manutenzione straordinaria è uno dei nostri plus. Con noi fare manutenzione è un intervento as usual fondamentale, al quale non si può rinunciare”

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Riad Guesmi, Navatta Group dà grande importanza ai servizi di manutenzione, costanti e continuativi sulle proprie linee e macchinari. Grande attenzione è rivolta soprattutto a quella preventiva: ci spiega meglio? “È un punto fondamentale oggigiorno e noi, ad ogni azienda che acquista linee di produzione Navatta, suggeriamo di attivare un servizio di manutenzione preventiva. Questo significa conservare sempre in buono stato e in efficienza i macchinari, le tecnologie, evitando quei fastidiosi problemi legati ad un eventuale fermo macchina. In questo modo chi acquista non ha la necessità di fare

Lo stand dell’azienda a CibusTec, in primo piano la linea Oil

Altri macchinari esposti in fiera a Parma

In Navatta la manutenzione straordinaria quanto è importante? “La manutenzione straordinaria è uno dei plus degli interventi che offriamo. Con noi fare manutenzione è un intervento as usual fondamentale, al quale non si può ri-

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da un alto livello di automazione, in grado di lavorare da 2 a 120 tonnellate l’ora di materia prima. Tutta la componentistica, fatta eccezione per alcune piccole parti, viene disegnata, progettata e realizzata internamente, a garanzia di grande robustezza e affidabilità degli impianti, costruiti per durare nel tempo. Questo tipo di approccio consente anche la possibilità di intervenire in assistenza, con il pezzo di ricambio giusto e in tempi molto rapidi. Inoltre, con questa impostazione Navatta Group è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza dei propri clienti, offrendo un servizio “tailor made”. Da sottolineare la grande diffusione geografica degli impianti di Navatta Group, marchio conosciuto in circa 70 Paesi proprio per l’elevato standard tecnologico, l’affidabilità delle macchine e l’accurata assistenza tecnica. A testimoniare che le tecnologie “Made in Italy” sono molto ricercate e apprezzate sui mercati internazionali. Per conoscere meglio Navatta Group abbiamo avuto la possibilità di fare una chiacchierata con Riad Guesmi, Area sales manager e marketing coordinator, in occasione della fiera Cibus Tec, che si è svolta a Parma lo scorso ottobre.

magazzino con pezzi di ricambio, perché attivando il servizio di assistenza e manutenzione programmata e preventiva, la funzionalità della linea è sempre tenuta sotto controllo e in buono stato. Diciamo che Navatta Group ha fatto diventare una prassi l’attivazione del servizio di manutenzione abbinato alla vendita delle sue macchine. Recentemente abbiamo attivato il pacchetto ‘Happy machines’, un servizio di assistenza costante che garantisce il buon funzionamento e la buona salute delle nostre macchine, ovunque esse siano state installate”.

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macchine

Quali altri plus il gruppo offre rispetto ai propri competitor? “Navatta Group produce in casa quasi l’80% della componentistica che utilizza per le proprie macchine ad esclusione dei motori elettrici, delle valvole e della componentistica elettronica che è affidata a Siemens: un aspetto molto importante che tiene alta la qualità delle nostre linee. Un altro plus da rimarcare è che noi di-

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nunciare. Abbiamo un reparto di tecnici trasfertisti molto competenti che intervengono in tempi brevi per effettuare operazioni di manutenzione in loco sulle macchine dei nostri clienti. Inoltre, abbiamo un servizio di assistenza da remoto che è un nostro fiore all’occhiello: anomalie e intoppi della macchina possono essere gestiti e risolti a distanza nella maggior parte dei casi. Operare da remoto è anche stato molto utile negli anni della pandemia. All’interno di Navatta Group abbiamo una rete di assistenza capace e preparata che crea con i nostri clienti un vero e proprio rapporto di fiducia attraverso i servizi che offre”.

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Sistema di trasferimento asettico

Lo stabilimento del gruppo a Pilastro, in provincia di Parma

sponiamo di vari range di macchine, ovvero siamo in grado di offrire dalle piccole linee di produzione fino ai grandi impianti. Sono tutte soluzioni di grande qualità e capacità per qualsiasi necessità produttiva. Questo è un aspetto che ci caratterizza ed è fondamentale, perché Navatta è in grado di seguire i propri clienti anche lungo la loro fase di crescita nel corso degli anni”. Riempitrice asettica mod. AF2PD per fusti palettizzati, bin-in-box / ibcs da 1.000 - 1.500, con caricatore automatico sacchetti

“Navatta Group produce in casa quasi l’80% della componentistica che utilizza per le proprie macchine e dispone di varie taglie, dalle piccole linee di produzione fino ai grandi impianti” Quando potenziali clienti vi chiedono di inserire una vostra macchina su una linea produttiva già attiva, come procedete? “Di solito se un’azienda che ha già altre linee produttive si rivolge a noi, è perché sa già cosa vuole, ha le idee ben chiare e conosce le nostre macchine. Inoltre, sanno che una integrazione con una macchina Navatta può fare la differenza. Per noi integrare una linea già esistente con i nostri macchinari è molto stimolante ed è un processo fattibile, anche perché le nostre macchine hanno una ottima capacità di adattamento a sistemi già disponibili e attivi”. www.interprogettied.com

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transizione digitale Il servizio di Scan-to-EAM consente di identificare tutti gli asset dello stabilimento e di acquisire le informazioni nella soluzione EAM di Hexagon. Così è possibile ottenere flussi di lavoro e interventi di manutenzione più efficienti e sicuri, oltre che meno costosi.

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UN NUOVO STANDARD PER LA GESTIONE DEGLI ASSET AZIENDALI

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La registrazione di uno strumento di asset management richiede di acquisire ogni singola risorsa, di importarla e quindi di inserire le informazioni necessarie. Questa attività ha bisogno di molto tempo per essere completata e può essere migliorata con un flusso di lavoro più efficiente. È proprio questo l’obiettivo dello Scan-to-EAM, dove è possibile combinare i dati del reality capture con l’identificazione degli asset da importare nel database della soluzione EAM. Un flusso di lavoro di questo tipo può aumentare significativamente l’efficienza e ridurre i costi poiché i responsabili di stabilimento saranno costantemente al corrente dello stato di ogni asset.

L’INDUSTRIA E LE SUE SFIDE Le società di facility management si trovano di fronte a molteplici sfide, relative ad aspetti finanziari, al rischio e alla governance, oltre che alle persone e alla tecnologia.

Non è un segreto che, se queste sfide non vengono affrontate, la capacità di crescita di un’azienda può risultare inibita. Dal punto di vista economico, spesso ci si aspetta di ridurre i costi e aumentare contemporaneamente i ricavi, un obiettivo complesso che può essere raggiunto attraverso una strategia solida, che metta la digitalizzazione al centro del processo di ottimizzazione dei flussi di lavoro esistenti. Definire quando sono necessari interventi di manutenzione o riparazione è un compito manuale, dal controllo dell’asset fino all’aggiornamento delle informazioni su carta. Ciò dimostra che la manutenzione e le riparazioni raramente sono calibrate sui singoli asset e sulle loro parti. Per questo motivo, i responsabili di stabilimento sono spesso costretti a ordinare preventivamente pezzi di ricambio in grandi quantità. In confronto a un utilizzo e a una manutenzione ottimizzati degli asset, i costi sono più www.interprogettied.com

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transizione digitale

VERSO UN FUTURO AUTONOMO

REALITY CAPTURE CON INTEGRAZIONE EAM A seconda del progetto e delle necessità, Hexagon propone varie soluzioni: scanner statici, per massimizzare l’accuratezza del rilievo; e scanner mobile, per acquisire alla massima velocità (camminando, volando o guidando). Velocità, accuratezza ed automatismo, sia in fase di acquisizione del dato 3D, sia nelle fasi di rielaborazione e post-processing. Durante il processo di rilievo per l’integrazione EAM verranno acquisiti 3 tipi di dato: una nuvola di punti, un’immagine a 360 gradi e i cosiddetti GeoTag (identificativi degli asset presenti nel sito). Grazie all’avanguardia della tecnologia Hexagon, il processo di scansione sarà sufficiente a restituire un dataset registrato e finalizzato, pronto per essere navigato, misurato, sezionato ed interrogato, senza necessità di modellazione. E nell’eventualità sia necessaria la creazione di formati CAD, la nuvola consente la facile creazione di progetti BIM e 2D attraverso innovativi automatismi di ricalco automatico. Il modello nuvola ed i suoi derivati CAD saranno dunque importabili in EAM per la creazione di un gemello digitale del sito, completo di tutte le informazioni necessarie per l’analisi e il controllo degli asset. www.interprogettied.com

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Alcuni di questi rilievi possono essere eseguiti manualmente oppure, se l’ambiente è troppo pericoloso per l’uomo, possono essere automatizzati con un intervento umano minimo o nullo. Il sistema di scansione laser Leica BLK ARC, ad esempio, può perlustrare regolarmente e autonomamente una struttura per ripetere operazioni di scansione e rilevare eventuali differenze o cambiamenti del sito. Una volta registrati i dati acquisiti, eventuali deviazioni possono essere gestite dal personale preposto. I pezzi di ricambio possono essere prodotti o ordinati e quindi sostituiti nel luogo esatto identificato dallo scanner. Un simile flusso di lavoro riduce al minimo i rischi e il tempo trascorso sul posto, aumentando l’efficienza e riducendo i costi di manutenzione.

Le società di facility management si trovano di fronte a molteplici sfide, relative ad aspetti finanziari, al rischio e alla governance, oltre che alle persone e alla tecnologia

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elevati e la durata degli stessi asset risulta inferiore.

La soluzione EAM di nuova generazione offre molte potenzialità per aumentare l’efficienza dei lavori di manutenzione. Hexagon EAM si focalizza su tre aree chiave in particolare: 1) processi di lavoro; 2) gestione della performance degli asset; 3) realtà digitale intelligente™. Migliori processi lavorativi hanno un impatto significativo sull’efficienza, sulla salute e sulla sicurezza dei dipendenti, poiché sono a disposizione maggiori informazioni sugli asset. Questo consente agli operatori di pianificare, programmare ed eseguire meglio le attività di manutenzione e di risparmiare materiali, con a disposizione i dettagli esatti di ogni singola risorsa. I vari concetti di condition monitoring, previsione predittiva e manutenzione centrata sull’affidabilità (RCM) hanno un elevato potenziale per migliorare la sostenibilità e il consumo energetico degli asset registrati. Sapere quando sarà necessaria la manutenzione semplifica la pianificazione e la manutenzione e abbassa i costi. Un’ultima parte fondamentale riguarda la Smart Digital Reality. La Smart Digital Reality di Hexagon per gli stabilimenti industriali rappresenta l’intersezione tra il mondo reale e il Metaverso che aiuta le aziende a mantenere le operazioni sicure e sostenibi-

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transizione digitale

li. L’obiettivo è ottenere il costo operativo più basso e ottimizzare la produzione dell’impianto e la produttività dei lavoratori facilitando la raccolta e l’integrazione dei dati da qualsiasi fonte. Inoltre vengono contestualizzati, visualizzati e facilitati i miglioramenti del processo lavorativo durante l’intero ciclo di vita degli asset.

INTEGRARE LA SMART DIGITAL REALITY IN HEXAGON EAM Hexagon EAM si trova nel punto di intersezione che connette il mondo fisico con quello digitale, ovvero la Smart Digital Reality. Le risorse digitali si focalizzano sulla manutenzione lungo l’intero ciclo di vita dell’asset. La dorsale digitale – con la infrastrutture di rete, l’accesso unificato e il sistema di gestione dei

dati – è il facilitatore che garantisce l’interoperabilità, la raccolta delle informazioni e la loro contestuale applicazione ed analisi. Le aziende possono sfruttare la raccolta autonoma dei dati sul campo e consentire ai tecnici di controllare in modo sincronico le informazioni raccolte, in modo da garantire un’esaustiva

cattura della realtà. Gli asset registrati non sono solo una semplice rappresentazione virtuale, ma sono intrisi di intelligenza che proviene da aggiornamenti manuali o autonomi creati da dispositivi IoT, laser scanner statici o sensori mobili. Questa è una parte dell’automazione dei processi e

Raggiungere una qualità costante nel food&beverage

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Le aziende del settore food and beverage affrontano continuamente sfide di crescente complessità. Si va dalla fluttuazione dei costi delle materie prime alle pressioni sui prezzi retail, da normative sempre più restrittive ai gusti cangianti dei consumatori, bisognosi di maggiori informazioni sui prodotti e di ingredienti sostenibili, senza dimenticare la necessità di ridurre al minimo gli sprechi. La gestione degli asset aziendali può ridurre l’impatto di gran parte di queste sfide.

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Sicurezza e affidabilità Con HxGN EAM for Food and Beverage, è possibile creare un sistema avanzato di gestione degli asset specifico per la singola azienda. Ha un’ampia scelta di moduli di gestione degli asset top di categoria, che offrono: opzioni uniche per migliorare le attività e le prestazioni; funzionalità per aumentare l’efficienza nella gestione delle performance delle risorse; moduli avanzati per garantire una soluzione su misura. EAM for Food and Beverage offre, nello specifico, strumenti dedicati a questi aspetti: • Conformità alle normative - Grazie al monitoraggio di conformità, ai report di tendenza e alla tracciabilità degli asset, è possibile mantenere l’organizzazione sempre pronta per le verifiche da parte delle autorità di regolamentazione, come FDA, EPA e OSHA. • Gestione delle attrezzature - È possibile gestire i rischi, le garanzie e gli avvisi di modifica. Inoltre, si possono monitorare le prestazioni degli asset, avviare misure di manutenzione preventiva e raccogliere facilmente dati

sulle attrezzature, tra cui pompe, riscaldatori e linee di riempimento. • Gestione dell’avviso di modifica - Sarà facile e veloce sostituire gli asset obsoleti o difettosi seguendo gli avvisi di modifica che riguardano le apparecchiature. • Funzionalità multiorganizzative - Consentono di incorporare gli asset in una soluzione gestionale, mantenendo al contempo l’autonomia tra i diversi gruppi di manutenzione. Ad esempio, il personale addetto alla sicurezza può utilizzare la soluzione per emettere ordini di lavoro relativi alla soppressione del rumore sugli impianti di produzione, mentre i responsabili delle strutture possono utilizzarla per la manutenzione dei sistemi HVAC e delle porte automatiche. I team di manutenzione possono controllare gli ordini di acquisto, valutare i fornitori e gestire i contratti di acquisto, rendendo le attività più razionali e convenienti. La flessibilità e la configurazione degli EAM di HxGN consentono l’integrazione in diversi sistemi ERP, supportando una visibilità a tutto campo sulla pianificazione della supply chain e sulle esigenze di approvvigionamento. Al tempo stesso, forniscono un adeguato livello di visibilità sui dati critici, rendendo il sistema intuitivo per ogni utente finale. • EAM Digital Work - HxGN EAM Digital Work consente di estendere le funzionalità di HxGN EAM for Food and Beverage agli operatori sul campo, così come ai manager, agli impiegati e agli addetti alla pianificazione che hanno direttamente a che fare con la soluzione.Tutti potranno accedere alla soluzione da qualsiasi dispositivo mobile, compreso un Apple iPad® o uno smartphone, per velocizzare il servizio. Il personale può spostarsi da una

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transizione digitale

curezza, la qualità, l’efficienza e la produttività migliorano, contribuendo alla sostenibilità economica e ambientale.

LE POTENZIALITÀ DEL REALITY CAPTURE E DELL’EAM PER L’INDUSTRIA DI DOMANI

FUNZIONALITÀ E VANTAGGI

Hexagon EAM può gestire qualsiasi asset fisico e può supportare molti processi aziendali. Definiti gli asset e i processi, Hexagon EAM è in grado di applicare varie strategie di manutenzione per essere in linea con ciò che meglio si adatta ad una organizzazione in un determinato momento, garantendo all’azienda la possibilità di crescere e migliorarsi. In tale contesto, le decisioni aziendali possono essere prese attraverso tecnologie EAM di nuova generazione, automatizzando così

Quando si esaminano le funzionalità di Hexagon EAM, emergono molti vantaggi che si possono sfruttare. Tra questi, il risparmio di tempo durante la registrazione e la manutenzione, risparmio consentito dalla possibilità di importare facilmente gli asset e poi localizzarli con la funzione di geo-tagging. È inoltre più semplice accedere alle informazioni dettagliate riguardanti gli asset sul campo per visualizzarne lo stato. Informazioni più accurate sui singo-

stanza all’altra o da un impianto all’altro continuando ad accedere alle informazioni sulla manutenzione e a registrarle, a condurre ispezioni e a tenere traccia dell’inventario, garantendo che i dati di lavoro vengano acquisiti in modo accurato e tempestivo. • Efficienza energetica - È possibile monitorare costantemente il consumo energetico degli asset e avvisare il personale di problemi dei funzionamento che richiedono una risoluzione tempestiva. Combinando il consumo di energia e di altre risorse naturali con altri parametri di performance delle attrezzature, HxGN EAM for Food and Beverage fornisce un quadro completo delle prestazioni di ogni asset e del suo impatto sull’attività. • Sostenibilità delle risorse - HxGN EAM aiuta a tracciare e controllare l’uso di risorse come acqua, elettricità, vapore, gas e calore permettendo di raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità. Inoltre, le sue funzioni di reporting contribuiscono a documentare la conformità alle normative. • Gestione della produzione - Grazie alla pianificazione, programmazione e ottimizzazione dei tempi di attività ottenute con HxGN EAM for Food and Beverage, è prevedibile un aumento delle percentuali di efficienza complessiva delle apparecchiature (OEE). Disponendo di un sistema che fornisce una visibilità in tempo reale dalla domanda all’evasione, è possibile mantenere le attrezzature attive a tassi più elevati, spesso superiori al tradizionale 80% di produzione e utilizzo delle risorse, con lo stesso investimento di capitale. Architettura web based HxGN EAM for Food and Beverage è un sistema con architettura web-based.

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il processo decisionale e migliorandone i risultati. Tutto questo permette all’azienda di conseguire importanti obiettivi di medio lungo periodo e di raggiungere un livello avanzato di trasformazione digitale.

Ciò significa che si può accedere alle sue funzioni attraverso un browser Internet standard, ovunque e in qualsiasi momento. È disponibile anche come soluzione in hosting e può essere implementato in un modello software as a service (SaaS), consentendo di ridurre significativamente il costo totale di proprietà e di gestire il flusso di cassa in modo più conveniente. I moduli mobili consentono inoltre al personale di svolgere il lavoro in tempo reale, con una sostanziale riduzione della mole e delle ore di lavoro e un più elevato livello di soddisfazione, oppure di svolgere il lavoro in modalità disconnessa e di sincronizzare gli aggiornamenti dei dati in un secondo momento, una volta ricollegati.

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delle analisi volta a rimuovere lentamente l’intervento umano per farci avvicinare a un futuro completamente autonomo. Hexagon EAM sfrutta i dati acquisiti utilizzando il suo Smart Digital Reality Intelligence Engine per aiutare gli utenti a pianificare ed eseguire riparazioni o sostituzioni di parti specifiche o dell’intero asset. Con una gestione completa del ciclo di vita delle risorse, del piano finanziario e di manutenzione, l’intersezione della Smart Digital Reality consente un feedback continuo che favorisce una visione olistica dell’azienda. Una migliore visibilità delle risorse mission-critical basata sui dati raccolti dal mondo reale permette di prendere decisioni concrete e basate sull’evidenza. Grazie a ciò, la si-

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transizione digitale La Smart Digital Reality di Hexagon rappresenta l’intersezione tra il mondo reale e il Metaverso, aiutando le aziende a mantenere le operazioni sicure e sostenibili

li asset aiutano a pianificare la manutenzione o le riparazioni e a capire se è necessario produrre o ordinare pezzi di ricambio. Ciò riduce i costi di manutenzione e riparazione, dato che queste vengono eseguite solo quando necessario e tutto questo aiuta i facility manager

a coordinare meglio il proprio lavoro e a renderlo più autonomo con la tecnologia disponibile. Con una maggiore autonomia aumenta la sicurezza dei lavoratori poiché la loro presenza in ambienti pericolosi è ridotta al minimo. Ma richiede una formazione continua

dei responsabili di stabilimento, al fine di migliorare sempre di più le loro competenze nell’ambito del funzionamento delle soluzioni hardware e software. I vantaggi economici derivano dal maggiore livello di automazione e dalla riduzione dell’intervento umano. Le soluzioni software intelligenti aumentano la produttività in ufficio automatizzando il processo di registrazione ed è necessario meno tempo per generare i risultati finali, poiché Hexagon EAM ne ha bisogno in minori quantità. L’adattamento di Hexagon EAM consente dunque di aumentare produttività, autonomia e sicurezza, riducendo al contempo i costi.

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transizione digitale

COMPETENZE TECNICHE CONDIVISE GRAZIE ALL’AI Barilla, tra i più famosi produttori di pasta al mondo, punta sui propri dipendenti per mantenere viva la conoscenza e mappare le competenze tecniche. Questa sfida è stata affrontata con il supporto e la tecnologia di Hrcoffee, startup innovativa che opera nell’ambito dell’HR Tech attraverso lo sviluppo di software personalizzati e consulenza strategica in ambito risorse umane. In Barilla sono stati definiti percorsi di formazione mirati a favorire la crescita professionale dei dipendenti. Solo nel 2022 tale impegno si è concretizzato in 139.121 ore di formazione erogate, con un investimento di oltre 4 milioni di euro. Hrcoffee, Business Partner IBM, ha sviluppato Hrcoffee People Analytics Platform, una soluzione dotata di AI nata per migliorare l’esperienza professionale dei lavoratori, che integra la Application Programming Interface di IBM watsonx, e permette di sostenere l’analisi dei gap formativi, la valutazione delle performance, l’engagement e lo sviluppo delle competenze e dei talenti. Si tratta di un vero e proprio acceleratore all’in-

terno dei processi di People Analytics. Dopo una prima fase di sperimentazione, il progetto ha coinvolto circa 45 persone del reparto R&D. L’applicazione We Pilot, realizzata su misura per Barilla da Hrcoffee, ha permesso di favorire la gestione e la condivisione della conoscenza e delle competenze tecniche. Basata su watsonx Assistant e IBM Watson Personality Insight, la piattaforma aiuta i processi HR a rendere i lavoratori protagonisti della propria organizzazione e al centro di ogni scelta aziendale in un’ottica bottom-up. L’integrazione di IBM watsonx è avvenuta tramite il sistema di People Analytics, un metodo in grado sia di individuare i punti comuni sia di valorizzare le diversità di ogni componente

dell’organizzazione. L’applicazione è inoltre dotata di un assistente virtuale capace di rispondere alle domande più frequenti relative alla piattaforma e al suo funzionamento. L’elemento innovativo di questo progetto è la possibilità di costruire comunità di pratica attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Alla base di We Pilot, infatti, ci sono i dipendenti che, vivendo ogni giorno l’azienda, comunicano e condividono esperienze personali grazie alla tecnologia. Le persone coinvolte nel progetto condividono competenze tecniche ed expertise che, grazie all’AI, vengono codificate in modo da renderle un inestimabile patrimonio per Barilla e aiutarla nel percorso di crescita.

Red Bull ha scelto Aras Innovator per implementare la gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM). Questa soluzione, tra le molte funzionalità, si occuperà della complessa gestione delle ricette aziendali, garantendo un controllo completo. La piattaforma PLM basata su SaaS non solo offre supporto per le questioni di conformità, ma stabilisce anche una connessione senza soluzione di continuità con la vasta rete di partner globali dell’azienda austriaca. Con una presenza in 175 paesi e una vendita annuale di oltre 11,5 miliardi di lattine della bevanda energetica, Red Bull è un protagonista di rilievo nel settore. “Come produttori di bevande, consideriamo cruciale garantire trasparenza e sicurezza lungo l’intera catena di processo. Aras Innovator www.interprogettied.com

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offre un ambiente unificato che permette a tutti gli utenti delle informazioni sul prodotto di collaborare intorno a un unico insieme di processi e dati”, comunica l’azienda. La gestione del ciclo di vita del prodotto sarà implementata in diverse fasi. Il primo passo sarà dare al nuovo sistema il controllo sulla gestione delle ricette. “Siamo attivi in tutto il mondo e il nostro portafoglio prodotti cresce ogni anno. In questo sistema complesso, il PLM garantisce lo scambio di informazioni tra i partner coinvolti e garantisce il rispetto di tutte le regole di conformità”. Aras Innovator sarà implementato come Software as a Service (SaaS) e verrà integrato nella struttura di SAP S4/HANA e nelle attuali applicazioni aziendali di Red Bull. “Aras Innovator consentirà a Red Bull di persona-

lizzare la propria soluzione PLM adattandola alle sue esigenze specifiche. Questo consentirà di modificare la configurazione in risposta a nuove richieste o di sfruttare le più recenti innovazioni nel settore”, afferma Roque Martin, Ceo di Aras. In particolare, nel settore alimentare e delle bevande, le autorità richiedono informazioni molto precise sugli ingredienti e sulle catene di approvvigionamento. “Garantire la conformità normativa è già un compito complesso anche in un singolo paese. Tuttavia, in un contesto globale come quello di Red Bull, in cui produzione e vendite si estendono a livello mondiale, la soluzione digitale deve garantire scalabilità e flessibilità per consentire una gestione e un monitoraggio precisi dell’intero processo end-to-end”, continua Martin.

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GESTIONE DEL CICLO DI VITA PER BEVANDE ENERGETICHE

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strumentazione La filiale italiana della multinazionale tedesca è tra i vincitori del Premio Impresa Lavoro 2023, promosso dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e assegnato presso il Teatro alla Scala. L’AD Tonelli: “Il nostro successo merito di un impegno collettivo”.

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VEGA SALE SUL PALCO DELLE IMPRESE VIRTUOSE

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La tecnologia distribuita da VEGA Italia è adatta ai settori industriali e alle aree di applicazione più svariati e, negli anni, è anche riuscita ad arrivare in luoghi esclusivi e iconici. I sensori VEGA sono infatti entrati a Maranello, al Centro Tecnico Federale di Coverciano e adesso anche al Teatro alla Scala di Milano. Sul palcoscenico forse più famoso al mondo la filiale italiana della multinazionale tedesca VEGA Grieshaber KG è salita essendo una delle 124 imprese vincitrici del Premio Imprese e Lavoro 2023 istituito dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, la cui cerimonia si è tenuta lo scorso 15 ottobre. Il concorso, istituito nel 1929, si è sempre concentrato sull’offrire un riconoscimento prestigioso all’etica e alla correttezza professionale dei lavoratori e delle imprese del territorio. Quella del 2023 è dunque la 89ª edizione e solo due volte questo premio non ha potuto essere organizzato: durante la seconda guerra mondiale, e nel 2020, a causa

del Covid. Il concorso assegna un totale di 300 premi, suddivisi equamente tra imprese e lavoratori. Questi riconoscimenti rappresentano il tributo della Camera di commercio al loro impegno, entusiasmo e determinazione. Si celebrano coloro che hanno contribuito in modo significativo alla crescita economica di Milano, Monza, Brianza e Lodi e che si sono contraddistinti per correttezza professionale e imprenditoriale e per la pluriennale attività svolta a favore dello sviluppo del sistema socio-economico dei tre territori. Durante l’evento, sono state consegnate medaglie personalizzate e diplomi, simboli di prestigio e orgoglio per la comunità economica locale. Inoltre, al termine della cerimonia, la Camera di commercio ha offerto un concerto lirico-sinfonico ai partecipanti, un ulteriore omaggio alla cultura e al “saper fare” ambrosiano. Avendo registrato un forte sviluppo negli ultimi 10-15 anni, accompagnato da più che il raddoppio del personale assunwww.interprogettied.com

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strumentazione

BENESSERE, INTEGRAZIONE, SICUREZZA E SVILUPPO SOCIALE “È difficile condensare in poche parole un percorso lungo ormai 36 anni. Tante persone e tanti fatti hanno segnato la nostra storia, quella di un’azienda che è cresciuta in modo organico, che ha pianificato investimenti di lungo respiro e che ha creduto e crede nel motto del nostro fondatore, ovve-

UN PERCORSO FATTO DI SVILUPPO E INVESTIMENTI

di circa 8,8 milioni di euro, sarebbe cresciuta così tanto da raggiungere oggi 51 dipendenti e un fatturato atteso nel 2023 di oltre 24 milioni di euro”, continua Tonelli. “Sono consapevole che tutto ciò è merito di una serie di scelte giuste messe in campo, di un grande impegno personale profuso costantemente, ma anche dalla fortuna di essere accompagnato in questo percorso da colleghi a cui non è mai mancato l’entusiasmo e la dedizione per il lavoro svolto e per il ruolo ricoperto. Ritengo che il successo non può che essere il risultato di un collettivo che opera in sintonia e sinergia. Guardandomi un po’ indietro mi sono Luciano Tonelli, amministratore delegato di VEGA Italia, mostra il Premio Impresa e Lavoro ricevuto dall’azienda nel corso della cerimonia al Teatro alla Scala di Milano. Nella foto d’apertura, sensori radar di VEGA

ro che ‘il successo non è per caso’. Grande lavoro, dedizione e impegno sono gli ingredienti ineludibili oggi per crescere in un mercato competitivo, maturo, fortemente dinamico, sia dal punto di vista tecnologico che della clientela di riferimento”, commenta Luciano Tonelli, Amministratore Delegato di VEGA Italia Srl. In carica da circa 12 anni e con al seguito tanti successi aziendali, l’ingegner Tonelli ha preso in mano le redini dell’attività con l’obiettivo di dare il proprio contributo a un percorso aziendale che non era nato con lui. “Mai avrei immaginato che l’azienda che ho conosciuto nel 2011, composta da 20 dipendenti con un fatturato www.interprogettied.com

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reso conto che la crescita di VEGA Italia Srl non ha riguardato solo il fatturato, ma è stata anche la crescita di una realtà aziendale che opera in una comunità, che ha portato valore e ricchezza al Comune in cui ha la sede, ai dipendenti e alle loro famiglie”. La sua dichiarazione si sposa col pensiero esposto durante la premiazione da Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Dal prestigiosissimo palcoscenico della Scala ha infatti dichiarato che Impresa e Lavoro non è semplicemente un premio, ma il riconoscimento del valore di chi crea benessere ma anche integrazione, sicurezza e sviluppo sociale.

La manifestazione ha puntato i riflettori del celebre teatro, illuminato per la prima volta da Edison, anche sulla continuità dell’attività svolta da imprese e lavoratori sul territorio. Uno dei requisiti principali per vincere il premio era infatti l’avere svolto ininterrottamente la propria attività sul territorio dei Comuni della Città Metropolitana di Milano e delle province di Monza Brianza e di Lodi da almeno 25 anni. VEGA Italia Srl di anni di attività ne ha compiuti 36 e ogni anno è stato importante a modo suo. “Se proprio vogliamo identificare un momento, un periodo di svolta, questo coincide con i primi anni del decennio scorso, quando VEGA decide di investire su un modello di vendita incentrato su una presenza capillare dei funzionari commerciali sul territorio di riferimento, poi su una struttura interna di supporto adeguata, su un team di post vendita a supporto dei clienti e su un ufficio marketing che ha promosso e orientato l’azione commerciale dei successivi anni sulle giuste vie e direzioni”, racconta Luciano Tonelli. “Se invece vogliamo indicare una data precisa posso ricordare il 2016, anno in cui ci siamo trasferiti nella nostra nuova sede di Assago. Quell’anno è stato il terminale di un percorso di sviluppo iniziato qualche anno prima e che si è concretizzato in modo visibile in una nuova sede, un edificio singolo, con una sua identità e visibilità. Quell’anno è stato poi anche il punto iniziale di un altro percorso di crescita e di investimento, questa volta prima sull’organizzazione e sulla struttura operativa composta dalle persone, per poi decidere di ampliare ancora l’edificio con un intervento che terminerà probabilmente nel 2025 e che ci porterà a raddoppiare gli spazi a disposizione”, continua Tonelli. Una cosa per lui è certa: nulla sarebbe bastato al successo conseguito senza gli sviluppi di prodotto realizzati dalla casa madre tedesca nel frattempo, ma questi svi-

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to e dal passaggio da un appartamentino di via Bordighera a Milano alla sede ad Assago che a breve raddoppierà i suoi spazi, VEGA Italia ha dimostrato di possedere tutti i requisiti richiesti dal bando, vincendo il Premio.

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strumentazione luppi da soli non sarebbero a loro volta bastati se la struttura operativa non fosse cresciuta organicamente e coerentemente con lo spirito e l’obiettivo di divenire un riferimento ancora più forte nel mondo della strumentazione di misura industriale.

Luciano Tonelli: “Ho sempre scelto persone più che tecnici o esperti della materia, convinto che le competenze si possono costruire, ma che le qualità umane devono essere innate”

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COMPETENZE E QUALITÀ UMANE Impresa, valore e lavoro sono le parole chiave della manifestazione e rappresentano concetti ineludibili per la crescita e il mantenimento di un’azienda. Altrettanto indubbiamente, la cultura aziendale si definisce solida quando ascolta e valorizza il potenziale dei propri dipendenti. “La gestione intesa come cura, motivazione e attenzione del personale è una delle attività più difficili e complesse del mio lavoro. Nel mio ruolo ho dovuto occuparmi del personale a tutto tondo: prima dalla selezione, poi della soddisfazione dei singoli per avere avuto un nuovo posto di lavoro che fosse in linea con le aspettative e infine della motivazione nel tempo per continuare”, dichiara l’AD di VEGA Italia. “Ho sempre scelto persone più che tecnici o esperti della materia, convinto che le competenze si possono costruire, ma che le qualità umane devono essere innate. Ecco quindi l’attenzione nel scegliere colleghi che per carattere, natura, aspirazione amassero lavorare in team piuttosto che ricercare in modo prioritario e univoco una crescita personale. Con questi presupposti la strada non è mai stata in discesa, ma perlomeno è sempre iniziata con buoni auspici. Il risultato è che il turnover aziendale sul personale è molto basso: la soddisfazione di lavorare in VEGA è quindi tangibile”. L’attenzione al personale come risorsa fondamentale per il successo è una visione molto radicata in VEGA, a cominciare proprio dalla casa madre che spinge e motiva costantemente il management delle varie filiali per creare un ambiente di lavoro confortevole, dove ognuno si senta libero di esprimersi e contribuire al meglio delle sue

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possibilità al successo di tutti. A tal proposito è in corso un progetto chiamato “Home of Values” finalizzato a costruire un ambiente di lavoro in cui valori come umanità, connettività, semplicità e curiosità siano i pilasti del quotidiano di VEGA.

AFFRONTARE I CAMBIAMENTI Lo sviluppo di VEGA Italia ha contribuito a diffondere nel settore industriale italiano la cultura dell’automazione e del controllo dei processi industriali, migliorandone l’affidabilità e l’efficienza, grazie alle soluzioni e ai servizi forniti di elevatissima tecnologia. Nei suoi 36 anni di attività ha visto cambiare ed evolvere molte cose, sapendole affrontare tutte a testa alta. “L’automazione nel suo significato più ampio è stata il motore dell’innovazione nel mondo industriale dell’ultimo decennio. Nell’ambito in cui operiamo, abbiamo vissuto in pieno tutte le sue evoluzioni e innovazioni. Il tutto si è tradotto in strumenti di misura innovativi, più veloci, più piccoli, con inte-

grate funzioni di misura e controllo evolute, quali la diagnostica per esempio. Questi nuovi strumenti sono stati anche accompagnati da un costo di produzione via via più contenuto, permettendo di allargare i campi applicativi a settori o a clienti più attenti al costo dei beni. Prodotti che cambiamo e mercati che si adeguano e cambiano anch’essi, in una dinamica e velocità impensabile solo 10 anni fa”, commenta Luciano Tonelli. “In maniera un poco impropria tendo a paragonare quanto successo nell’ambito industriale con l’Industria 4.0 con quanto accaduto nella nostra società negli ultimi anni. Quella 4.0 è una industria che potremmo chiamare social, sempre interconnessa, sempre online, così come oggi sono le nuove generazioni. Nell’ambito dell’Industria 4.0, come nella nostra società, la comunicazione è più diretta, lineare, fuori da modelli e gerarchie costituite. Ecco quindi che accanto allo sviluppo dei prodotti è in corso lo sviluppo dei linguaggi comunicativi, dei protocolli di interscambio dati tra i sensori di campo e gli elaboratori dei dati. Nascono i prodotti IIOT, i cloud, i software di gestione dati, l’esigenza della sicurezza informatica… C’è materia per i prossimi decenni e chi opera oggi in questo ambito dovrà stare al passo con i tempi per cogliere tutte le opportunità”.

La sede di Vega Italia ad Assago (MI)

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strumentazione

PRECISIONE E VELOCITÀ NELLA GESTIONE DEL COLORE SU PICCOLE DIMENSIONI

Konica Minolta ha presentato lo spettrofotometro all’avanguardia CF-300, una soluzione innovativa ideata per la gestione del colore nei prodotti di piccole dimensioni. Lo strumento consente alle industrie di ottenere un’altissima precisione nella misurazione del colore e nel controllo qualità. Lo spettrofotometro CF-300 stabilisce nuovi standard nella misurazione della precisione del colore. Si caratterizza per la capacità di misurare aree target piccole fino a 0,75 x 1 mm, soddisfacendo le esigenze delle industrie dove contano anche i dettagli più minuti.

Nei più svariati settori merceologici, il CF-300 garantisce una valutazione del colore impeccabile con precisione millimetrica. Con il vantaggio aggiuntivo di un mirino, l’allineamento della parte di misurazione diventa semplice, riducendo significativamente gli errori di misurazione e migliorando l’efficienza complessiva. Con l’innovativa funzione di misurazione senza contatto, lo spettrofotometro CF-300 guarda al futuro. Utilizzando una sfera integratrice avanzata, lo strumento consente infatti la misurazione del colore da una distanza di 1 mm dal target. Ciò non solo garantisce la preservazione dell’integrità dei prodotti delicati, ma semplifica anche il processo di misurazione, favorendo valutazioni più rapide e senza complicazioni. Il tempo è essenziale nelle linee di produzione. Con un tempo di misurazione di soli 0,1 secondi, CF-300 facilita la misurazione continua a intervalli di

soli 0,2 secondi. Lo spettrofotometro è in grado di condurre addirittura fino a 5 misurazioni al secondo, diventando così una risorsa indispensabile per migliorare le procedure di controllo qualità sulle linee di produzione. Va tenuto presente che, per applicazioni di misurazione ad alta velocità ottimizzate, il software può essere personalizzato per adattarsi a condizioni specifiche della linea, garantendo un’integrazione perfetta nei flussi di lavoro esistenti. “Siamo entusiasti di presentare lo spettrofotometro CF-300, un prodotto che ridefinisce le possibilità di gestione precisa del colore per prodotti di piccole dimensioni”, ha affermato Ewald Rath, Technology Manager Color & Appearance presso Konica Minolta Sensing Europe. “Con la sua eccezionale capacità di misurare piccole aree target, eseguire misurazioni senza contatto e raggiungere una velocità notevole, il CF-300 è destinato a trasformare il modo in cui le industrie affrontano il controllo qualità e la valutazione del colore”.

Omron, player internazionale nell’automazione industriale, ha concluso lo scorso 20 ottobre a Reggio Emilia la terza tappa italiana dello European Flexible Manufacturing Roadshow. Costituito da tre giornate tematiche sui settori Food & Beverage, Pharma e Automotive, più una trasversale sui settori di riferimento e aperta al pubblico, l’evento ha visto la presentazione delle soluzioni di produzione flessibile e avanzata di Omron, offrendo ai partecipanti la possibilità di sperimentare e assistere a dimostrazioni non applicabili al di fuori di una fabbrica. Il momento dedicato al mondo Food & Beverage è stato in particolare patrocinato da, Ucima - Unione costruttori italiani macchine automatiche, che ha presentato una panoramica del settore del packaging italiano e delle tecnologie impiegate nell’ambito del fine li-

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nea, rilevando come quest’ultimo sia il tassello di maggior crescita robotica degli ultimi anni, proprio in quanto segmento che riesce a garantire un aumento di produttività sensibile grazie all’automazione. Il legame tra produzione di massa e persona-

lizzazione, e di come la variabilità del prodotto impatti sui processi di confezionamento, è stato poi oggetto di una successiva tavola rotonda dedicata che ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Nokia for Industries, Vodafone Business, Cleca, Flexlink, LCS group, Gea e Messe Frankfurt Italia. “L’evento ci ha permesso di interfacciarci con le aziende e di approfondire come la loro prima esigenza emersa sia migliorare la qualità e la produttività dei propri stabilimenti, che si accompagna alla necessità di avere delle soluzioni scalabili e flessibili, innanzitutto per far fronte ad un maggior livello di personalizzazione richiesta sui prodotti”, riassume Stefano Gandolfi, Regional Marketing Manager di Omron.

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TRA PERSONALIZZAZIONE E INCREMENTO PRODUTTIVO

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robotica Sulla linea di confezionamento sviluppata da Lemmermeyer per BMI, operano i robot igienici Stäubli, che gestiscono circa 100 tonnellate di formaggio a blocchi al giorno con un tempo di ciclo di 10 secondi.

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AUTOMAZIONE IGIENICA PER LA PRODUZIONE DI FORMAGGIO A PASTA DURA

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Per ciascuna delle due celle utilizzate per la produzione di formaggio a pasta dura presso la BMI (Bayerische Molkereiindustrie) di Jessen/Sassonia-Anhalt, in Germania, è presente un robot igienico Stäubli a sei assi. Ogni cella è dotata di robot che si occupano del confezionamento primario di blocchi di formaggio da 15 e 20 kg appena prodotti a intervalli di 10 secondi per circa 20 ore. A seguito del confezionamento, avviene il lavaggio completo secondo i più alti standard di igiene. Questo concetto eccezionale offre vantaggi in termini di prestazioni, requisiti di spazio, igiene e flessibilità. Per produrre 35.000 tonnellate di formaggio a pasta dura all’anno sono necessari circa 350 milioni di litri di latte. Poiché ogni mucca da latte produce circa 10.000 litri di latte all’anno, circa 35.000 mucche – la maggior parte provenienti dalla Sassonia-Anhalt, Sassonia e Brandeburgo – forniscono la materia prima necessaria per il caseificio a

pasta dura della cooperativa lattiero-casearia BMI di Jessen. L’intero sito, con caseifici di mozzarella, lavora circa 1,5 milioni di litri al giorno.

PRODUZIONE FLESSIBILE SU LARGA SCALA CON ATTREZZATURE ALL’AVANGUARDIA Il sito di Jessen/Sassonia-Anhalt produce anche prodotti a base di siero di latte in polvere e, oltre ad essere il più grande caseificio del gruppo BMI, è anche uno dei principali produttori in tutta la Germania. Infatti, grazie alla varietà di prodotti presenta una produzione altamente flessibile. In particolare, nello stabilimento di Jessen l’azienda BMI produce: cagliata, cheddar bianco, cheddar rosso, Edam ed Emmental. Gran parte di questi prodotti va a clienti industriali, ma anche a catene di vendita al dettaglio per consumatori finali con il marchio Paladin oppure marchi privati. Ad esempio, tra il 2017 e il 2019, l’azienda ha investito www.interprogettied.com

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robotica

l’impressionante somma di oltre 100 milioni di euro: tra questi rientra anche l’acquisto di un nuovo caseificio a pasta dura in grado di produrre questi volumi e le diverse varietà di prodotti in modo economico e con una qualità elevata. L’intero stabilimento funziona 20 ore su 20, 7 giorni su 7, come spiega Thomas Benicke, direttore di produzione del caseificio a pasta dura: “Produciamo per 20 ore. Poi l’intero impianto si ferma, viene pulito e inizia un nuovo ciclo produttivo”.

CONFEZIONAMENTO PRIMARIO DI DUE CELLE ROBOTIZZATE

prodotti da 40 kg. Il robot Stäubli posiziona il formaggio preconfezionato su un nastro trasportatore pre-buffer a due tracce, formando lotti di 4 x 15 kg o 4 x 20 kg o 2 x 40 kg. Questi lotti vengono allineati e organizzati per l’aspirazione e la sigillatura. Infine, vengono eseguite le seguenti fasi: rilevamento dei metalli, etichettatura e test di tenuta prima che i blocchi finali vengano trasportati nell’area di stagionatura.

5,5 TONNELLATE DI FORMAGGIO ALL’ORA CONFEZIONATO IN BLOCCHI Ed ecco che qui entra in gioco il robot Stäubli. Tre di ciascuna delle sei colonne Tetra Pak sono state assegnate a una cella robotizzata con un robot Stäubli TX-200L a sei assi in versione HE (Humid Environment). Grazie ad una capacità di carico di 100 kg e uno sbraccio di 2,60 metri, i robot sono posizionati in modo ottimale per movimentare i blocchi di formaggio e, grazie alla pinza sviluppata da Lemmermeyer, presentano una buona capacità multitasking. Il robot montato sulla base posiziona la pellicola tirandola sopra la postazione della colonna di riempimento. Successivamente il sistema spinge il blocco di formaggio da 15 o 20 kg nel condotto o, in qualche caso, anche due blocchi di formaggio se vengono

AUTOMAZIONE FLESSIBILE

BMI produce circa 35.000 tonnellate di formaggio a pasta dura all’anno con sei impianti nello stabilimento di Jessen, in Germania

I due robot svolgono le mansioni assegnate toccando le 5,5 tonnellate all’ora, equivalenti a 8-12 blocchi al minuto. Nonostante l’elevata produttività, i sistemi sono estremamente flessibili. Ad esempio, la presenza di due celle identiche assicura che la produzione e il confezionamento vengano eseguiti anche se una delle due celle risulta inattiva. Se necessario, invece, i blocchi possono anche essere svuotati tramite il nastro trasportatore di alimentazione. L’isola, infatti, prevede la gestione di diverse tipologie di blocchi con pesi vari e il sistema di controllo, con una

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Questo ritmo di lavoro si applica anche alla fase finale, ovvero l’imballaggio. Quando il formaggio lascia il nastro di drenaggio entra in uno dei sei sistemi Tetra Pak Casomatic SC7 attraverso un condotto. Questi sistemi gestiscono in modo continuo e in maniera automatica la pre-pressatura, la formatura dei blocchi di formaggio e il riempimento. Da questi processi si ottengono blocchi di formaggio dal peso preciso di 15 o 20 kg, pronti per il confezionamento. L’azienda BMI ha commissionato a Lemmermeyer GmbH & Co KG

Edelstahl-Anlagenbau di Deiningen, in Germania, la movimentazione e il confezionamento. Lemmermeyer ha una vasta esperienza con questa tipologia di linee per l’industria alimentare ed è riuscito ad aprire nuovi orizzonti in questo medesimo settore.

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robotica

chiara visualizzazione dell’intera struttura, offre numerose possibilità di customizzazione.

ROBOT: MASSIMA IGIENE DALLA BASE AL POLSO Tuttavia, il motivo principale per cui BMI ha investito nell’automazione flessibile non riguarda la riduzione del personale, bensì la volontà di raggiungere elevati standard igienici. Queste le parole di Thomas Benicke: “In qualità di caseificio i cui processi di produzione princi-

pali sono sollecitati da batteri, dobbiamo evitare a tutti i costi il rischio di introdurre contaminazioni. Questo si può ottenere quando gli esseri umani non intervengono nel processo”. Detto questo, le persone entrano in contatto con i robot una volta al giorno durante la pulizia con agenti schiumogeni. Dopo un solo processo di pulizia come questo, un robot “normale” difficilmente sarebbe operativo. Al contrario, i robot Stäubli HE sono specificatamente progettati per resi-

In due celle, i blocchi di formaggio vengono confezionati tramite l’utilizzo di film tubolari di pellicola

CAPACITÀ DI ADATTAMENTO AD AMBIENTI INDUSTRIALI DELICATI

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I robot igienici Stäubli confezionano fino a 5,5 tonnellate di formaggio all’ora

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stere, dalla base al polso, a questa procedura. Nel dettaglio, tutti i cavi sono stati installati all’interno del braccio, anch’esso pressurizzato per evitare la penetrazione di liquidi o umidità. In aggiunta, nel robot Stäubli HE il rivestimento è conforme alle norme igieniche e non sono presenti spazi in cui lo sporco residuo può depositarsi.

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ATTUALITÀ La materia prima del rinnovamento

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packaging L’obiettivo del Proposal Packaging e Packaging Waste Regulation è quello di diminuire i rifiuti di imballaggio pro-capite del 15% entro il 2040, rispetto ai valori del 2018. Attraverso tre strade principali: riduzione del peso, riuso e riciclo.

|di Emanuela |Tenconi

VIA LIBERA AL REGOLAMENTO UE SUGLI IMBALLAGGI

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 2023

Con frequenza leggiamo di packaging e imballaggi sostenibili, eco compatibili, riciclabili. Negli ultimi anni il packaging e il suo utilizzo sono stati al centro dell’attenzione, abbiamo capito che per il nostro futuro qualsiasi imballo dovrà essere poco invasivo, green, più pratico, fortemente funzionale e totalmente riciclabile. Ricordiamo che gli imballaggi hanno delle funzioni ben precise: devono contenere, proteggere, conservare e presentare il prodotto.

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UNA CRESCITA COSTANTE CON IMPLICAZIONI SULL’AMBIENTE L’industria dell’imballaggio da parecchi anni sta vivendo una crescita costante sui mercati internazionali, è un settore molto studiato e costantemente monitorato in ambito europeo. Questa crescita comporta anche responsabilità dell’impatto degli imballaggi sull’ambiente. In Italia i dati relativi all’industria dell’imballaggio (riferimen-

to all’anno 2021) confermano un settore in ottima salute, che ha avuto una crescita dei livelli produttivi del 7%. Trend confermato anche per l’anno 2022 (dati di preconsuntivo) che assicura una crescita attorno ad un +2,4% della produzione di imballaggi rispetto all’anno precedente. Gli imballaggi sono diventati fondamentali nel nostro quotidiano. Si imballa tutto e, al tempo stesso, si cerca di utilizzare packaging poco invasivi come richiedono la società e gli utenti finali. Dovremmo diventare più virtuosi per proteggere l’ambiente in cui viviamo, iniziando dal rispetto degli spazi che ci circondano. Per cercare di seguire questi obiettivi è necessario ricordare che in Europa ogni paese produce imballaggi, ma non sempre in modo attento, poco inquinante ed eco friendly. Occorre pertanto che ogni paese si attenga alle direttive durante le fasi della produzione, utilizzo e www.interprogettied.com

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packaging

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In Europa, ogni cittadino europeo genera circa 177 kg di rifiuti di imballaggio pro capite all’anno, cioè 79,3 milioni di tonnellate di rifiuti in totale. Il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzati nell’intera Unione Europea sono destinati al packaging trebbero aumentare di circa il 19%.

GLI OBIETTIVI L’obiettivo principale del Nuovo Regolamento sugli imballaggi (PPWR) è quello di ridurre i rifiuti di imballaggio pro-capite del 15% entro il 2040, rispetto ai valori del 2018. Il nuovo regolamento si basa fondamentalmente su tre disposizioni principali: • Riduzione del peso e delle tipologie non necessarie di imballaggi, limitando principalmente la quantità dei materiali dispersi (plastica, vetro, carta, alluminio, ecc.). • Riuso - Dal 1° gennaio 2030 è previsto un sensibile aumento delle percentuali di imballaggi riutilizzabili su grandi elettrodomestici, bevande da asporto, take away, scatole per trasporti. • Riciclo - Dal 2030 i livelli minimi di materiale riciclato aumenteranno di queste percentuali: 30% per gli imballaggi in plastica sensibili al contatto in PET; 10% per gli imballaggi in

plastica sensibili al contatto diversi da PET; 30% per le bottiglie di plastica monouso per bevande; 35% per tutti gli altri imballaggi in plastica. Dal 2040 queste percentuali aumenteranno ancora di più. Gli imballaggi dovranno essere in formati standard ed etichettati in modo uniforme, chiaro ed universale. Ci sarà uniformità in ogni stato della Unione Europea. Sappiamo che una delle principali missioni del packaging è quella di preservare l’integrità del prodotto, dal produttore al trasporto, fino all’utilizzatore finale. Con i nuovi criteri di riutilizzabilità previsti da Regolamento UE, sarà fondamentale e necessario garantire l’integrità del prodotto finale, per questo saranno previsti test e prove dinamiche sul prodotto stesso. Le aziende che producono imballi saranno chiamate a rispettare i requisiti del nuovo regolamento e, nella realizzazione dei tanti cambiamenti, dove si tratti di imballi alimentari o destinati al contatto con alimenti, l’idoneità dovrà sempre essere verificabile e garantita. Dopo la prima votazione a favore del nuovo regolamento sugli imballaggi, in Italia sono state parecchie le voci che hanno mosso critiche e chiesto aggiustamenti o modifiche al regolamento. La differenza tra riuso e riciclo è quel-

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smaltimento degli imballaggi. È fondamentale tenere presente che anche gli aspetti normativi sono differenti da uno stato membro all’altro. Questo significa che si possono verificare piccoli ostacoli, ad esempio, in materia di etichettatura, o sulla definizione di imballaggi riciclabili o riutilizzabili. Ora dal punto di vista normativo tutto sta cambiando, è stata abrogata la Direttiva 94/62/CE che era in vigore dal 1994. Il primo step c’è stato il 24 ottobre 2023 quando è stato votato per la prima volta il nuovo regolamento sugli imballaggi in commissione Ambiente a Bruxelles. È stato un importante passo verso una nuova guida chiara, completa ed efficace per l’intero ciclo di vita degli imballaggi in Europa. Il testo prevede nuovi obblighi per ridurre gli imballaggi superflui, per rendere gli imballi più facili da riutilizzare e per incrementare l’uso di prodotti/imballi riciclati. Le nuove disposizioni al momento prevedono ulteriori approfondimenti, aggiustamenti e confronti, proprio per dare vita ad un documento finale di riferimento che sia costruttivo e applicabile in ogni stato membro. Per capire il perché in Europa da tempo si sta lavorando su una proposta di un nuovo regolamento, è necessario conoscere i numeri generati dai rifiuti di imballaggio. In Europa, ogni cittadino europeo genera circa 177 kg di rifiuti di imballaggio pro capite cioè 79,3 milioni di tonnellate di rifiuti in totale (media annuale). Inoltre il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzati nell’intera Unione Europea sono destinati all’imballaggio. La produzione di imballaggi provoca emissioni di C02 pari al totale di quelle prodotte da un paese dell’UE medio-piccolo. Negli ultimi dieci anni, il riutilizzo di imballaggi è diminuito drasticamente e sempre nello stesso periodo sono aumentati i rifiuti di imballaggio di oltre il 20%. È necessario intervenire perché entro il 2030 i rifiuti di imballaggio po-

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packaging

la che forse lascia più perplessi. Nel nostro paese non esiste ancora la cultura del riuso dell’imballaggio (quando facciamo acquisti i prodotti alimentari vengono attentamente imballati in carta o altri materiali adatti al food, non siamo noi che portiamo da casa sacchetti di carta o contenitori), mentre in altri paesi europei è già una prassi in uso abitualmente: nei mercati alimentari i cittadini acquistano e posizionano gli alimentari in buste di stoffa, ceste in vimini, che si portano direttamente da casa. Leggendo e cercando di capire le varie posizioni di industria, aziende produttrici, associazioni di categorie, enti nazionali quello che emerge è che la proposta di Regolamento sugli imballaggi va nella giusta direzione perché dà la priorità alla prevenzione dei rifiuti e al loro riutilizzo. Questi sistemi sono importanti perché possono apportare reali benefici all’ambiente: riduzione delle emissioni, uso di risorse ed energia pulita e lo stop all’utilizzo di sostanze chimiche dannose. Un altro aspetto che è emerso nei commenti dopo la prima approvazione del regolamento è stata la “vaghezza” nel capitolo dedicato alle sanzioni. Quindi le associazioni ambientaliste hanno suggerito di prendere spunto dalle sanzioni applicate nel regolamento sulla deforestazione.

RIVISTI I DIVIETI SULLE CONFEZIONI MONOUSO

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 2023

Nell’appuntamento del 22 novembre 2023 l’Europarlamento ha dato infine

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Il via libera al nuovo regolamento sugli imballaggi è arrivato il 22 novembre scorso con un’ampia maggioranza: con 426 voti favorevoli (su 625 votanti), 125 contrari e 74 astenuti la plenaria del Parlamento europeo ha approvato un testo più morbido rispetto a quello votato a ottobre 2023

il via libera al Regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR) che introduce nuovi divieti sul packaging monouso e impone target di riutilizzo. L’approvazione è arrivata con un’ampia maggioranza: con 426 voti favorevoli (su 625 votanti), 125 contrari e 74 astenuti la plenaria ha così approvato un testo più morbido rispetto a quello votato a ottobre 2023. È un risultato che l’industria italiana ha generalmente apprezzato e accolto in modo positivo. Sono stati necessari circa duemila emendamenti tra Commissioni e Plenaria per mantenere le confezioni monouso e le ultime modifiche sono passate prima del voto finale. Il Consiglio Ue definirà la sua posizione il prossimo 18 dicembre, poi si passerà alla fase del “trilogo”, il negoziato informale tra Parlamento, Consiglio e Commissione, probabilmente da gennaio 2024. Con la votazione del 22 novembre è stata rivista ed aggiornata la lista degli imballaggi monouso vietati. Sono state approvate ampie deroghe proposte dalla Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (Itre) del Parlamento Ue. È stata vietata la vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), salvo non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo. Si è deciso di limitare l’uso di alcuni formati di imballaggio monouso, come le confezioni in miniatura degli hotel per i prodotti da toilette e le pellicole termoretraibili per

le valigie negli aeroporti. Dall’elenco dei divieti, però, sono scomparsi piatti e tazze usa e getta dei ristoranti, gli imballaggi monouso per frutta e verdura fresca (sotto 1,5 chilogrammi in origine, sotto un chilo nel testo che è uscito dalla Commissione), salse, bustine di zucchero e altre bustine monouso. La maggior parte degli imballaggi monouso a contatto con gli alimenti resteranno sul mercato unico europeo, come resteranno anche gli imballaggi in plastica per i prodotti ortofrutticoli che pesano meno di un chilogrammo. È importante segnalare che gli obiettivi di prevenzione dei rifiuti sono stati mantenuti al 5% entro il 2030, al 10% entro il 2035 e al 15% entro il 2040. Sono anche stati proposti dei target specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica: 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040. Altri comparti chiave ed importanti del nostro settore agro-alimentare vengono esclusi da questo regolamento, a partire dalle indicazioni geografiche fino all’ortofrutta e al florovivaismo, dai vini alle bevande alcoliche, fino alle bioplastiche e ai contenitori in carta del settore della ristorazione. Però verrà chiesto di vietare l’uso dei Pfas e del bisfenolo A negli imballaggi per alimenti. Ora non ci resta che attendere un aggiornamento sugli step successivi e necessari che dovrà affrontare il Nuovo Regolamento sugli Imballaggi, entro il primo trimestre 2024. www.interprogettied.com

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packaging

CONAI PREMIA GLI IMBALLAGGI CON IL MIGLIORE ECODESIGN

Premiati 219 casi di imballaggi rivisti in chiave sostenibile, su un totale di 373 presentati da 107 aziende. È il bilancio in numeri della decima edizione del Bando CONAI per l’ecodesign, patrocinato dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, che ogni anno premia i casi virtuosi di aziende che hanno ridotto l’impatto ambientale dei loro pack, usando almeno una fra le sette leve di prevenzione: riutilizzo, facilitazione delle attività di riciclo, utilizzo di materiale riciclato/recuperato, risparmio di materia prima, ottimizzazione dei processi produttivi, ottimizzazione della logistica, semplificazione del sistema imballo. I benefici medi degli indicatori ambientali, per i casi premiati quest’anno, fanno emergere come le attività di ecodesign portate avanti dalle imprese premiate abbiano consentito una riduzione del 30% nelle emissioni di anidride carbonica, un abbattimento del 22% dei consumi energetici e un taglio del 19% dei consumi idrici rispetto a come sarebbero stati gli imballaggi prima degli interventi di riduzione dell’impatto ambientale. “Numeri che confermano la crescente attenzione delle aziende italiane nei confronti della sostenibilità”, commenta il presidente di CONAI Ignazio Capuano. Nel medagliere dell’edizione 2023 del Bando, cinque menzioni d’onore alle innovazioni che hanno così ottenuto i cinque super premi per l’innovazione circolare da 10.000 euro ciascuno.

LE AZIENDE VINCITRICI Davines Spa vince per la leva del riutilizzo grazie alla riprogettazione dell’imballaggio del suo prodotto Sublime skin Intensive Serum: ora può essere riutilizzato attraverso l’acquisto di una ricarica. Flacone in vetro, pompa erogatrice e tappo possono essere riutilizzati, e il prodotto può essere acquistato www.interprogettied.com

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attraverso un sistema di ricarica interna in plastica. Crocco Spa sale sul podio per la facilitazione delle attività di riciclo: il suo cappuccio elastico per copertura pallet era un multistrato che usava solo polimeri vergini, mentre ora è in polietilene monomateriale con un 31% di riciclato. Conserve Italia è stata premiata per la leva dell’uso di materia riciclata: ha modificato la sua bottiglia in vetro trasparente per contenere passata di pomodoro usando vetro ambrato che contiene l’86% di riciclato (prima era il 31%). Fontaneto Srl entra fra i super-premiati per le nuove applicazioni/tecnologie: ha modificato una confezione dei suoi ravioli con un multistrato la cui barriera polimerica è inferiore al 5% del peso totale. Ha permesso, inoltre, una riduzione del peso del sacchetto del 23%; diminuito del 36% anche il peso della scatola di imballaggio secondario. Premiata per le nuove applicazioni/ tecnologie anche Italsilva Commerciale Srl: ha reso mono-materiale la busta dell’ecoricarica Marsiglia, ha aumentato il formato del prodotto riducendo l’impiego di materia prima del 33%

per la busta e del 27% per tappo e scatola, e ha incrementato del 20% il contenuto di cartone riciclato per la scatola americana. Menzione speciale per l’e-commerce a Nakuru Srl, che è intervenuta sul pack di protezione per la spedizione online di bottiglie in vetro: il nuovo i mballaggio è costituito da due elementi (e non più da quattro) che accolgono sei bottiglie; la protezione interna, a seconda del verso d’utilizzo, può essere utilizzata in maniera indifferente come protezione sia inferiore sia superiore. Gli altri 550.000 euro del montepremi sono stati divisi fra tutti gli altri casi premiati, in base a una graduatoria stilata valutando l’adozione delle sette leve di prevenzione. “Dieci anni fa le aziende lavoravano soprattutto sulla riduzione del peso degli imballaggi”, spiega il presidente Capuano. “Oggi optano soprattutto per interventi che rendono più efficiente l’uso dei materiali: lavorano per rendere i loro imballaggi sempre più riciclabili, scelgono di usare materia di secondo utilizzo invece che materia vergine, promuovono dove possibile il riutilizzo”.

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 2023

I 219 pack vincitori del bando 2023 hanno consentito una riduzione del 30% nelle emissioni di anidride carbonica, del 22% dei consumi energetici e del 19% dei consumi idrici.

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N.6 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2023

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Via libera al regolamento Ue sugli imballaggi

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DIRETTORE RESPONSABILE: Simone Ghioldi REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com), Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com) IMPAGINAZIONE: Vincenzo De Rosa, Rossella Rossi (www.studiograficopage.it) HANNO COLLABORATO: Emanuela Tenconi, Tim Van de Gehuchte

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Le rubriche e le notizie sono a cura della redazione. É vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, fotografie e disegni senza autorizzazione scritta. TARIFFE ABBONAMENTI Italia: spedizione ordinaria € 61,00, contrassegno € 65,00 Estero: spedizione ordinaria € 89,50, spedizione prioritaria Europa € 101,00 spedizione prioritaria Africa, America, Asia € 125,00 spedizione prioritaria Oceania € 140,00 Una copia € 8,00 L’Iva sugli abbonamenti possono essere sottoscritti, nonché sulla vendita dei fascicoli separati, è assolta dall’editore ai sensi dell’art. 74 primo comma lettera C del 26/10/72 n.633 e successive modificazioni e integrazioni. Pertanto non può essere rilasciata fattura. Registrazione Tribunale di Milano n. 30 in data 23/01/1987 - Iscrizione al ROC nr. 19882 Direttore responsabile: Simone Ghioldi Finito di stampare il 19/12/2023 presso Aziende Grafiche Printing S.r.l. Via Milano, 5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Informativa ai sensi dell’art. 13 d. lgs. 196/2003. I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio della rivista e per svolgere le attività a ciò connesse. Titolare del trattamento è Interprogetti Editori S.r.l. - Via Maggiolino 34 F - 23849 Rogeno (LC). Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei dati per le finalità suddette sono gli addetti alla registrazione, modifica, elaborazione dati e loro stampa, al confezionamento e spedizione delle riviste, al call center, alla gestione amministrativa e contabile. Ai sensi dell’art. 7 d. lgs. 196/2003 è possibile esercitare i relativi diritti tra cui consultare, modificare, aggiornare e controllare i dati, nonché richiedere elenco completo ed aggiornato, rivolgendosi al titolare al succitato indirizzo. Informativa dell’editore al pubblico ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n° 196 e dell’art. 2 comma 2 del Codice deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica. Interprogetti Editori - titolare del trattamento - rende noto che presso i propri locali siti in Via Maggiolino 34 F - 23849 Rogeno (LC), vengono conservati gli archivi personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti, pubblicisti e altri soggetti (che occasionalmente redigono articoli o saggi) che collaborano con il predetto titolare attingono nello svolgimento della propria attività giornalistica per le finalità di informazione connesse allo svolgimento della stessa. I soggetti che possono conoscere i predetti fati sono esclusivamente i predetti professionisti, nonché gli addetti preposti alla stampa ed alla realizzazione editoriale della testata. Ai sensi dell’art.7 d. lgs. 196/2003 si possono esercitare i relativi diritti, tra cui consultare, modificare, cancellare i dati od opporsi al loro utilizzo, rivolgendosi al predetto titolare. Si ricorda che, ai sensi dell’art. 138 d. lgs. 196/2003, non è esercitabile il diritto di conoscere l’origine dei dati personali ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera a), d. lgs 196/2003, in virtù delle norme sul segreto professionale, limitatamente alla fonte della notizia.

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