Le nuove frontiere degli ingredienti naturali
RIVISTA DELLE
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Le nuove frontiere degli ingredienti naturali
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Gli ingredienti giusti per uno sviluppo sostenibile
La sostenibilità è uno dei pilastri della visione di ABS FOOD. La policy adottata dopo un percorso formativo mette ancora più al centro questo tema, nei suoi diversi aspetti: dall’attenzione ai dipendenti all’impegno umanitario, dalla tutela dell’ambiente alle produzioni plant based.
10 Talenti femminili e AI spingono le foodtech
Il 32% delle startup del settore è guidato da founder donne. Le tecnologie più impiegate sono l’intelligenza artificiale, il machine learning e le biotecnologie.
20 A Parma l’automazione intelligente e green
AI, sostenibilità e formazione saranno al centro della dodicesima edizione di SPS Italia, che continua a interpretare le tendenze più innovative che attraversano le industrie manifatturiere.
24 Healthy food e sostenibilità: le nuove frontiere degli ingredienti naturali
Meurens Natural compensa il momento non facile del settore biologico con la sua gamma di ingredienti naturali. E punta su prodotti a basso contenuto di zucchero e proteine vegetali per formulazioni salutari, vegane e clean label.
30 Linee personalizzate e sostenibili per il packaging secondario
Da poco trasferita in una sede più grande, Cama Group prosegue con costanza la sua crescita, puntando su R&D, applicazioni green e servizio completo, dal preengineering alla soluzione chiavi in mano.
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Si scalda il dibattito europeo sul nuovo regolamento comunitario sugli imballaggi, ovvero la PPWR, Packaging & Packaging Waste Regulation. Gli obiettivi della legge riguardano soprattutto la riduzione dei rifiuti da imballaggio e il potenziamento dell’economia circolare. Intenzioni di per sé difficili da contestare e dovute a uno scenario climatico e ambientale che si fa sempre più drammatico. Il punto critico e in forte discussione è però legato alla strada che l’Ue vuole intraprendere per raggiungere tali nobili obiettivi. La proposta di legge, che sta passando attraverso le diverse istituzioni europee e che arriverà a un accordo politico provvisorio a inizio marzo con la riunione del Trilogo, punta fondamentalmente a favorire il riuso degli imballaggi a discapito di riciclo e monouso, penalizzando in particolare l’utilizzo di plastica.
Le associazioni industriali italiane si sono inevitabilmente sollevate contro la possibilità di un ridimensionamento del ruolo del riciclo nell’ambito della transizione ecologica. Il nostro paese infatti vanta una filiera e tecnologie all’avanguardia, che si rispecchiano nel primato del 72% di scarti da imballaggio recuperati a nuova vita: un’ennesima prova della nostra capacità di coniugare inventiva e alta tecnologia, stavolta applicate per altro alla causa dell’economia circolare. La possibilità che venga disperso il patrimonio di competenze, impianti e materiali sviluppati preoccupa enormemente gli operatori del settore, convinti tra l’altro che il nuovo regolamento non porterà benefici all’ambiente e che si basi su ragioni più ideologiche che scientifiche. Nel settore alimentare a essere colpite dal divieto potrebbero essere in particolare le buste leggere per l’ortofrutta fresca, con il rischio di aumentare – sottolineano le associazioni italiane – lo spreco alimentare.
Occorre insomma non buttar via il bambino con l’acqua sporca, arrivando a un punto di equilibrio che tenga conto dell’importanza di limitare l’eccessivo uso degli imballaggi che contraddistingue i consumi di oggi, ma senza cancellare i vantaggi che il packaging ha finora garantito in termini di riduzione dello spreco alimentare, preservazione del prodotto e sicurezza del consumatore, oltre che come fattore di sviluppo di un’economia circolare dove i rifiuti diventano risorse.
La sostenibilità è uno dei pilastri della visione di ABS FOOD. La policy adottata dopo un percorso formativo mette ancora più al centro questo tema, nei suoi diversi aspetti: dall’attenzione ai dipendenti all’impegno umanitario, dalla tutela dell’ambiente alle produzioni plant based.
ABS FOOD ha partecipato all’ultima edizione di Food Ingredients a Francoforte, presentando i suoi prodotti 100% naturali e vegetali. In alto, una foto dello stand
In un mondo in rapida evoluzione, caratterizzato da nuovi scenari e continue sfide, porre un’attenzione particolare alla sostenibilità è diventato essenziale. Il concetto di sostenibilità ha assunto un ruolo centrale non solo per gli individui, ma anche per governi, istituzioni e aziende. Fin dalla sua fondazione, ABS FOOD ha posto la sostenibilità come uno dei pilastri fondamentali della propria visione, considerandola una guida imprescindibile per le proprie decisioni. Riconoscendo la complessità del tema, l’azienda ha intrapreso un percorso formativo per approfondire le tematiche legate alla sostenibilità e per apprendere come valutare le performance; il percorso è culminato nella redazione e adozione della prima policy di sostenibilità.
La sostenibilità è un concetto dalle molteplici sfaccettature: comprende aspetti economici, sociali, etici, ambientali e di governance. Nel 2015, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha delineato l’Agenda 2030, un do-
cumento che include 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e 169 target correlati. Lo scopo è quello di promuovere lo sviluppo sostenibile su scala mondiale, affrontando le sfide globali e costruendo un futuro più equo, inclusivo e sostenibile per tutti entro il 2030. Il conseguimento di tali obiettivi richiede la collaborazione internazionale e l’engagement di tutti i settori della società.
Le imprese giocano un ruolo fondamentale nel panorama sociale ed economico, contribuendo attivamente allo sviluppo sostenibile. Per questo motivo, l’Agenda 2030 rappresenta il modello di riferimento su cui basare le proprie analisi e riflessioni.
Il percorso di sostenibilità di ABS FOOD ha preso avvio con la definizione dei valori che guidano le azioni quotidiane e le scelte strategiche dei vari reparti. Analizzando i progetti e le iniziative promosse negli ultimi anni in tema di sostenibilità, l’azienda ha identificato obiettivi raggiunti e aree di miglioramento per la propria strategia aziendale.
L’organizzazione di ABS FOOD si basa su un modello di
governance dinamico e strutturato, ponendo al centro dell’approccio aziendale la qualità totale, sia per il prodotto offerto, sicuro e certificato, sia per i processi aziendali interni. Attraverso costanti attività di analisi e monitoraggio, l’azienda gestisce con precisione ogni tipo di rischio e promuove l’innovazione come elemento chiave per la competitività e la sostenibilità economica.
IL VALORE IMPRESCINDIBILE DELLE PERSONE
Nel cuore della strategia aziendale di ABS FOOD si trovano le persone, considerate come un valore imprescindibile. L’azienda adotta un Codice Etico improntato sui principi di fiducia, onestà, trasparenza, centralità delle risorse umane, tutela del lavoro e dell’ambiente, responsabilità sociale, lealtà, correttezza e conformità alle normative vigenti. Inoltre, si impegna attivamente a contrastare qualsiasi forma di discriminazione sul luogo di lavoro, promuovendo la parità di genere e investendo nella crescita professionale dei dipendenti tramite percorsi formativi qualificanti.
ABS FOOD favorisce un ambiente aziendale armonioso e supporta il bilanciamento tra vita professionale e privata, garantendo un ampio
Christian Skulte (a sinistra), Ceo di ABS FOOD, ha spiegato in un’intervista come l’azienda stia affrontando il tema della sostenibilità
programma di welfare per dipendenti e familiari.
L’impegno di ABS FOOD si estende oltre i confini aziendali, contribuendo attivamente alle comunità di cui fa parte. L’azienda sostiene iniziative a supporto delle popolazioni svantaggiate, collaborando con organizzazioni come Rise Against Hunger Italia per la fornitura di pasti alle scuole dell’infanzia in Africa e alle popolazioni in situazioni di emergenza, o con Marco Polo Team e
Medici con l’Africa Cuamm per garantire cure sanitarie in Africa. Supporta anche progetti sociali locali, tra cui il sostegno alla riabilitazione sociale dei detenuti del carcere di Padova impiegati nella Pasticceria Giotto e il Centro Veneto Progetti Donna che offre sostegno a donne in difficoltà e vittime di violenza.
La considerazione per le persone da parte di ABS FOOD si lega strettamente alla tutela dell’ambiente. L’azienda ha avviato progetti in collaborazione con Treedom e 3Bee, piantando alberi in Africa e Sudamerica con benefici ambientali e locali, e adottando un alveare nel territorio veneto per proteggere la salute delle api e sostenere l’attività degli apicoltori.
L’impegno di ABS FOOD per la sostenibilità si manifesta anche nella gestione energetica aziendale. Attualmente, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto, l’azienda genera internamente circa l’80% dell’energia consumata. L’obiettivo a breve termine è conseguire l’indipendenza energetica totale.
ABS FOOD garantisce un prodotto sicuro, tracciabile e certificato
GLI INGREDIENTI A BASE VEGETALE
Il tema della sostenibilità e delle sfide future sono stati argomento di discussione anche durante l’ultima edizione del Food Ingredients Europe di Francoforte. Durante l’evento fieristico, il CEO di ABS FOOD, Christian Skulte, ha avuto l’opportunità di presentare il tema della sostenibilità intrecciato a quello del mondo food.
C’è un crescente interesse da parte dei consumatori per scelte alimentari sostenibili, con una preferenza per ingredienti locali e prodotti da pratiche agricole rispettose dell’ambiente. Questa tendenza ha spinto verso una transizione sempre maggiore verso regimi alimentari vegetariani e
Nella policy di sostenibilità di ABS FOOD sono specificati gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 che l’azienda si impegna a perseguire
Grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto, l’azienda genera internamente circa l’80% dell’energia consumata
vegani, ponendo sfide alle aziende alimentari per innovare e adattarsi a questo cambiamento di mercato. La ricerca di soluzioni plant-based è una costante per ABS FOOD, impegnata da sempre nella proposta di ingredienti vegetali affidabili e controllati.
Secondo le parole di Christian Skulte, CEO dell’azienda, l’obiettivo primario di ABS FOOD è la ricerca e l’innovazione costanti per soddisfare le diverse esigenze. Tra i nuovi progetti a cui sta lavorando il team di ABS FOOD spiccano le proteine fermentate di pisello e le materie prime da economia circolare.
Oggi, uno degli obiettivi più stimolanti per l’industria alimentare è la
creazione di prodotti alternativi alla carne con il miglior sapore possibile. Le proteine vegetali tendono solitamente a lasciare in bocca un retrogusto leguminoso poco gradito. La sfida è dunque produrre un prodotto vegetale piacevole al palato e senza retrogusti troppo invasivi. Per questo motivo, ABS FOOD sta ampliando la propria gamma di proteine vegetali con delle proteine fermentate, con un grado di acidità ben studiato e calibrato, per offrire un prodotto versatile e dal sapore neutro.
Parallelamente, ABS FOOD sta valutando l’introduzione di materie prime da economia circolare. Questi ingredienti sono altamente sostenibili in quanto derivanti dal recupero delle trebbie d’orzo impiegate nei processi produttivi della birrificazione. Ciò che solitamente verrebbe scartato, viene invece recuperato e trasformato in ingredienti di prima qualità, ottimizzando le risorse, riducendo gli sprechi e salvaguardando l’ambiente.
In un mondo sempre più dinamico, ABS FOOD ha compreso l’importanza della sostenibilità e ha intrapreso azioni concrete per integrarla nel proprio modo di operare. Questo impegno tangibile non solo rispecchia la sua responsabilità sociale e ambientale, ma dimostra anche come anche le azioni quotidiane più piccole possano contribuire in modo significativo a un cambiamento positivo. La strategia di ABS FOOD, incentrata sulla valorizzazione delle persone e la tutela dell’ambiente, offre un esempio pratico di come le aziende possano contribuire positivamente alla società. Un approccio che mette in luce la possibilità di unire successo commerciale e responsabilità sociale, dimostrando che ciascuno può fare la propria parte per un futuro migliore.
Cappe, isolatori, flussi laminari: tutto ciò che serve per garantire il controllo della contaminazione dell’aria nei siti produttivi alimentari.
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Il 32% delle startup del settore è guidato da founder donne. Le tecnologie più impiegate sono l’intelligenza artificiale, il machine learning e le biotecnologie.
Con oltre 740.000 aziende agricole, 330.000 imprese di ristorazione, 70.000 industrie alimentari e 4 milioni di lavoratori, il mercato agroalimentare italiano è il terzo più grande dell’Unione Europea e nel 2023 ha generato più di 65 miliardi di euro, pari al 3,8% dell’economia totale italiana.
Non sorprende dunque che emergano dall’orizzonte tante nuove realtà imprenditoriali che mirano a rinnovare un settore così strategico per il nostro paese: ad oggi, sono circa 340 le startup attive nel settore Agri-Foodtech, un mercato che in Italia ha ricevuto un investimento pari a 167 milioni di euro nel 2023, contro i 152 milioni dell’anno precedente (+9,8%).
In questo scenario nasce il primo Report italiano sullo stato del Foodtech di Eatable Adventures, tra i principali acceleratori globali in materia Foodtech, promosso dal Verona Agrifood Innovation Hub, primo polo di sviluppo dell’ecosistema Agrifoodtech italiano sostenuto da Fondazione Cariverona, UniCredit, Eatable Adventures, Comune di Verona,
Veronafiere, Confindustria Verona e Università di Verona. Nell’analisi, startup al centro in un’indagine che non solo rivela la distribuzione geografica e morfologica delle startup, ma offre anche un quadro aggiornato sugli investimenti nel settore nel 2023.
L’IDENTIKIT DELLE STARTUP ITALIANE FOODTECH
Il Nord domina incontrastato il panorama delle startup in Italia: circa un terzo (30,5%) ha sede in Lombardia, seguita a ruota da Emilia-Romagna (11,1%) e poi da Piemonte, Veneto e Lazio, da cui ne provengono a parimerito circa il 10%. Inoltre, il 50% delle startup totali è nato tra il 2022 (25,3%) e il 2023 (22,8%): un fenomeno partito nel 2018 (7,6%) che, dal 2021 ha registrato una vera e propria impennata (19,1%), fino a toccare l’apice nel 2022. Un aumento non solo dovuto al crescente interesse nel ricorrere all’innovazione per fornire risposte alle consistenti sfide della filiera agroalimentare e ai cambi nelle
tendenze di consumo, ma anche alla nascita di iniziative di supporto dell’ecosistema e di nuovi strumenti di investimento per le realtà emergenti. Guardando alla composizione delle startup, team compatti da 1 a 5 dipendenti per circa il 69% del campione, fino a un massimo di 6-10 dipendenti per il 13%. Società con un’età media di 35,6 anni, agili, ancora da plasmare e sviluppare nel tempo, non senza la presenza fondamentale dei talenti femminili: ben il 32% delle startup è stata fondata da una o più founder donne, una variabile molto positiva se si considera che la media nazionale delle imprenditrici si attesta solo al circa il 10% del totale, mentre quelle con team misti non superano il 16%. Questa osservazione non solo evidenzia la presenza di donne in ruoli chiave all’interno del settore delle tecnologie alimentari, ma suggerisce anche che l’industria ha un fascino particolare e impegna attivamente le quote rosa.
Sono quattro le categorie individuate da Eatable Adventures nell’analisi dello stato del Foodtech in Italia: Agritech (tecnologie applicate all’agricoltura), Produzione e Trasformazione Alimentare, Retail&Distribuzione (robotica applicata, piattaforme di analisi retail, nuovi canali di vendita etc.) e Restaurant Tech&Delivery.
Le startup si concentrano principalmente nel segmento Produzione e Trasformazione Alimentare (36%), seguito dall’Agritech (22.3%), Restaurant Tech&Delivery (22%) e infine Retail&Distribuzione (19,6%).
Quasi la metà delle startup (il 43%) attive nella Produzione e Trasformazione Alimentare si concentra sulla realizzazione di nuovi prodotti con ingredienti innovativi, mentre tra quelle attive nell’Agritech il 33% ha sviluppato nuovi sistemi di coltivazione o sistemi di automazione delle colture (31.5%).
Altro dato interessante è che il 66% del campione sviluppa internamente le
proprie tecnologie, senza avvalersi di collaborazione con terze parti: solo il 12% ha cooperato con le università, il 2% con poli tecnologici e il 13% con altre aziende esterne. Ciò significa che circa il 70% delle startup mostra un livello di sviluppo autonomo notevolmente elevato, evidenziando una solida maturità tecnologica.
Guardando alle tecnologie più impiegate, l’intelligenza artificiale emerge come quella predominante, utilizzata dal 42,86% delle startup intervistate; seguono a ruota il machine learning, con un tasso di utilizzo del 37,14% e le biotecnologie con uno del 32,38%.
Per proteggere la proprietà intellettuale delle innovazioni create, elemento fondamentale per garantire la competitività sul mercato, oltre la metà delle star-
tup (54,3%) implementa la registrazione di marchi nel proprio modello di business e il 40% possiede almeno un brevetto, mentre il 19% si affida al segreto commerciale.
Da una parte, a livello globale, gli investimenti nel Foodtech hanno registrato, nel secondo trimestre del 2023, un calo pari a circa il 61% rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente ai conflitti geopolitici e alla crisi economica. Dall’altra, invece, il mercato italiano emerge tra i più dinamici e in crescita con un +9% rispetto al 2022: nel 2023, infatti, le startup italiane hanno raccolto 167 milioni di euro (43% in fase seed; 32,3% in fase pre-seed), un dato che evidenzia la fiducia degli investitori nazionali e internazionali nel potenziale di crescita del segmento. Non solo: tra gli investimenti di primo piano in Italia, spiccano anche i programmi di formazione sostenuti da realtà come CDP Venture Capital Sgr e la stessa Eatable Adventures con Foodseed, il primo acceleratore nazionale nell’ambito foodtech italiano che, nel 2023, ha selezionato e accelerato sette realtà emergenti Made in Italy, destinando a ciascuna un investimento iniziale di 170 mila euro, con possibilità di incremento fino a ulteriori 500mila euro per le più performanti. Come ulteriori risorse che potrebbero agevolarne lo sviluppo, le startup intervistate segnalano l’attrazione di Investitori Internazionali, il sostegno da parte dell’Industria Alimentare Italiana, la presenza a eventi Internazionali, la conoscenza delle best practice e la semplificazione dell’accesso agli aiuti pubblici. “L’Italia si sta impegnando sempre di più per dare risposte innovative alle pressioni del cambiamento climatico, della crisi energetica e dell’approvvigionamento delle materie prime”, dichiara José Luis Cabañero CEO e founder di Eatable Adventures. “L’obiettivo è migliorare la competitività globale del Belpaese e mantenere il suo primato come eccellenza enogastronomica a livello mondiale”.
Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav
Sono alla base di una corretta alimentazione grazie alle comprovate proprietà salutistiche, ma fanno bene anche all’economia del nostro Paese: i legumi in scatola Made in Italy sono un fiore all’occhiello dell’industria agroalimentare e i dati lo dimostrano. L’Anicav, Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, in occasione della giornata mondiale dei legumi, lo scorso 10 febbraio, ha fatto il punto della situazione. Quella dei legumi in scatola si conferma una produzione importante per il comparto delle conserve vegetali con un fatturato, nel 2023, di oltre 1,1 miliardi di euro, di cui
650 milioni derivano dall’export che, pur rimanendo stabile nei volumi, continua a crescere in valore (+8%) a dimostrazione che la qualità dei prodotti italiani è sempre più apprezzata e riconosciuta sui mercati internazionali. Per quanto riguarda i consumi interni, nel 2023 si è registrata una crescita sia in volume (+5,9%) che in valore (+18%). I fagioli in scatola rimangono il prodotto più venduto, rappresentando circa il 43% del mercato delle conserve vegetali al netto delle conserve rosse.
“Il contesto attuale è ricco di sfide per il nostro comparto e i legumi possono giocare un ruolo fonda -
mentale non solo perché da sempre sono un elemento basilare di ogni corretta alimentazione e rappresentano una straordinaria fonte di proteine alternative a quelle animali, ma anche per gli evidenti benefici in termini di impatto ambientale”, commenta Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav. “I numeri, poi, confermano l’importanza di questa produzione anche da un punto di vista economico. Tuttavia grande è la preoccupazione generata dalle tensioni geo-politiche nel Mar Rosso. La difficile situazione sta avendo un forte impatto soprattutto sul costo dei noli e le esportazioni potrebbero risentirne”.
Morato, gruppo internazionale attivo nel settore della panificazione industriale, prosegue la propria strategia di crescita per linee esterne con l’acquisizione della maggioranza del capitale di Massimo Zero, azienda meranese specializzata in pasta secca e prodotti da forno senza glutine.
A Morato Group, tramite la controllata Nt Food, specialista nei prodotti gluten free, spetterà la gestione strategica e commerciale della società, finora partecipata in maggioranza da Botzen Invest EF Spa, società di investimento dell’Alto Adige, che continuerà a
rimanere a fianco del gruppo vicentino come partner finanziario.
“Questa operazione ci consentirà di consolidare ulteriormente la nostra presenza nel mercato del Gluten Free con un marchio che è sinonimo di qualità ed eccellenza e che va a completare la nostra offerta rivolta ai canali specializzati”, dichiara Stefano Maza, Ceo del Gruppo Morato. “Il segmento salutistico sta mostrando un trend di crescita interessante e oggi il nostro Gruppo, con ben cinque stabilimenti dedicati esclusivamente al senza glutine, si conferma una realtà di
riferimento in grado di rispondere con competenza e specializzazione alle richieste di consumatori e partner”.
Nello stabilimento produttivo nel cuore dell’Alto Adige, Massimo Zero produce un vasto assortimento di pasta secca disponibile in svariati formati e realizzata con una miscela esclusiva di farine senza glutine 100% italiane e senza l’aggiunta di additivi. Nel 2018 amplia il proprio portfolio prodotti con l’avvio di una linea per la produzione di biscotteria senza glutine di alta qualità.
Nicoletta (al centro) e Giovanna Del Carlo, socie fondatrici di Nt Food, con Stefano Maza, Ceo del Gruppo Morato
Questo stabilimento si aggiunge ai quattro del Gruppo già dedicati al senza glutine, permettendo alla controllata Nt Food Spa, azienda alla cui guida sono rimaste le socie fondatrici Nicoletta e Giovanna Del Carlo, di rafforzare il proprio ruolo di specialista nei prodotti senza glutine e all’avanguardia nell’ambito delle intolleranze e dei regimi dietetici alternativi, in linea con il piano strategico di crescita del Gruppo.
“Questa nuova operazione conferma la volontà del Gruppo di consolidare la propria posizione nel campo del free from food e la fiducia riposta in Nt Food e nelle sue persone”, dichiara Nicoletta Del Carlo, general manager Nt Food Spa.
Dopo aver rilevato il brand Lungoparma nel settore dei vini d’alta gamma, Gruppo Gandolfi, da oltre un secolo realtà di spicco nel settore delle conserve alimentari, spinge ancora sulla diversificazione, con l’acquisizione dell’azienda friulana Villa Food, che produce e confeziona specialità gastronomiche di elevata qualità. La lavorazione combina la cottura sotto vuoto a bassa temperatura, con un trattamento meccanico a freddo ad altissima pressione HPP (High Pressure Processing), senza aggiunta di conservanti e/o additivi di qualsiasi natura per la loro conservazione. Questo processo consente così di mantenere tutte le caratteristiche organolettiche del piatto che, una volta passato in microonde, diviene una proposta gourmet studiata dagli chef dell’azienda.
“Villa Food è un piccolo gioiello del comparto che, ad oggi, fattura cir-
ca 7 milioni di euro”, spiega Filippo Gandolfi, main shareholder del Gruppo. “Il nostro obiettivo è quello di raddoppiarne nei prossimi 3-5 anni il fatturato ed espandere il business non solo sul mercato locale ma anche su Regno Unito, Germania e Paesi Bassi. A questo si aggiunge, parallelamente, la volontà di ampliamento nel Far East e Stati Uniti tramite acquisizioni successive e aperture di nuove sedi. Stiamo implementando un progetto molto sfidante e per tale ragione abbiamo scelto di avere un team di primo piano. Il nuovo presidente del consiglio di amministrazione di Villa Food sarà Carlos Fernandez ex vicepresidente di JBT Corporation, con una carriera internazionale di 25 anni negli USA”. Con un fatturato di 85 milioni di euro, il Gruppo Gandolfi è attualmente un importante player europeo nella fornitura
di semilavorati per grandi aziende del comparto. Negli ultimi anni, il Gruppo ha operato delle diversificazioni, ampliando la propria realtà ed entrando in partecipazione nel settore della produzione di macchinari per microalghe, sia in ambito nutraceutico che in ambito green energy.
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Endress+Hauser ha registrato un forte sviluppo nell’anno del suo 70esimo anniversario. La società ha aumentato il suo fatturato consolidato dell’11%, superando i 3,7 miliardi di euro nel 2023, e ha creato 715 nuovi posti di lavoro in tutto il mondo. Alla fine dell’anno, il Gruppo contava 16.532 dipendenti. Endress+Hauser prevede di continuare a crescere anche nell’anno in corso.
Il nuovo Ceo Peter Selders“Endress+Hauser ha registrato una forte crescita organica nel 2023, favorita da ordini record all’inizio dell’anno”, ha dichiarato il direttore finanziario Luc Schultheiss. I singoli mercati e i vari settori industriali si sono sviluppati in modo molto diverso. Lo slancio economico è rallentato notevolmente nella seconda metà dell’anno. “Ciononostante, siamo riusciti a mantenere i nostri ordini a un
Mentre la Regione Liguria scommette sul pesto per promuovere il suo territorio e le sue eccellenze in Italia e nel mondo, con l’avvio a Londra della campagna dedicata al proprio masterpiece destinata a toccare diverse capitali europee e non solo, chi produce la rinomata salsa al basilico da oltre quarant’anni sa che il suo segreto è la varietà della gamma e il metodo di lavorazione degli speciali ingredienti. Solo preservandone le caratteristiche distintive e la freschezza è possibile valorizzare il pesto a livello internazionale. Uno dei simboli dell’agroalimentare made in Italy, con la firma prestigiosa di Biffi, continua a conquistare il mercato estero. Il Pesto Biffi, oltre ad avere un importante mercato in Italia, viene esportato attualmente in 32 Paesi del mondo, per oltre tre milioni di pezzi all’anno suddivisi in vari formati e tipologie; la versione più richiesta è quella
fresca. Volumi importanti sono richiesti in Usa, Spagna e Irlanda, ma il prodotto piace anche ai consumatori di Corea del Sud, Australia e Cile. Le quantità sono quasi raddoppiate dal 2022 al 2023 e il trend è in costante crescita, tanto che si stanno aprendo nuove opportunità in nuovi mercati e l’azienda ha dovuto ampliare lo stabilimento di oltre 6200 m2, per fare spazio a nuovi impianti produttivi e macchinari: tutto ciò per rispondere alla domanda crescente di sughi e pesto
buon livello e vogliamo sfruttare le opportunità di crescita anche nel 2024”, ha sottolineato iPeter Selders, nuovo CEO del Gruppo dall’inizio dell’anno. Nel 2023 Endress+Hauser ha festeggiato il suo 70esimo compleanno. Il momento culminante è stata la settimana dell’anniversario in Svizzera: 5.500 dipendenti hanno partecipato a una grande festa a Basilea e hanno ricordato sette decenni di storia.
Al primo Endress+Hauser Global Forum, oltre 800 clienti hanno discusso su come gestire con successo la trasformazione sostenibile dell’industria di processo. Centinaia di dipendenti hanno partecipato a conferenze interne; al Young Generation Networking Day, 600 giovani talenti hanno scambiato preziose idee per il futuro.
produttivi.
Biffi in Italia e nel mondo. Il pesto risulta essere uno dei prodotti italiani maggiormente soggetti al rischio di contraffazione. Contro la diffusione dell’Italian sounding agroalimentare, fenomeno legato alla commercializzazione di alimenti che richiamano falsamente l’italianità e il cui valore complessivo è salito a 120 miliardi di euro, aziende come Formec Biffi si difendono attraverso la corretta informazione e la divulgazione delle caratteristiche distintive dei propri standard
Il pesto fresco Biffi con Basilico Genovese DOP si ottiene attraverso una lavorazione a freddo che non prevede pastorizzazione, e preserva le qualità organolettiche delle foglie di basilico, le più profumate e tenere perché prelevate oltretutto dalla parte apicale della pianta. Il basilico è coltivato nella Riviera ligure con rispetto e cura, e lavorato con un metodo peculiare: il basilico viene tritato, miscelato con olio e sale e conservato in sacche (anche definite “cuore” nei processi aziendali), e successivamente immagazzinato nelle celle frigorifere; questo “cuore” è di fatto la base di partenza, con la quale poi si realizza il Pesto Biffi, unendo e miscelando gli altri ingredienti. Il frutto di questo processo particolarmente attento ai dettagli è una salsa inconfondibile dal profumo intenso, dal colore verde brillante e dal sapore ricco.
Illva Saronno Holding Spa, multinazionale del settore alcolici, e Railroad Brewing Company Srl, socio unico di Albedo Srl, annunciano l’avvenuto aumento di capitale sociale di Albedo. A seguito di ciò Illva è divenuta proprietaria di una partecipazione del 20% in Albedo.
Albedo è una distilleria arti
ria, la Royal Oak Distillery, situata proprio in Irlanda nella contea di Carlow, e Sagamore Spirits, un raffinato rye whiskey americano recentemente acquisito, con sede nella storica città di Baltimora. L’impegno dell’azienda nel mondo del whisky si estende anche all’India attraverso la joint venture Modi Illva India, in collaborazione
nere progetti innovativi di giovani imprenditori come quello di Strada
ternazionale e allo stesso tempo rafforzando il nostro portafoglio con un’azienda e dei prodotti in ma Aldino Marzorati, Ceo di Illva
“Si confermano gli ottimi risultati della scorsa edizione, con visitatori provenienti da 160 Paesi. Internazionalità, visione, artigianalità, innovazione, identità territoriali che diventano globali e si coniugano con il mondo: questo e molto altro ha espresso la 45esima edizione di Sigep”. Così Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, ha commentato gli esiti della Fiera di Rimini del Salone internazionale di gelato, pasticceria, panificazione, caffè e cioccolato. “La manifestazione si conferma punto di riferimento per l’industria del foodservice dolce proponendo sfide sempre più all’avanguardia e tecnologiche. Un appuntamento di business unico che a Rimini, vocata all’innovazione, ha trovato un enorme valore aggiunto”.
Numerose le presenze estere provenienti da Europa (Spagna, Germania, Romania, Francia, Grecia), area Balcani (Croazia,
Serbia, Albania), Medio Oriente (Turchia, Arabia Saudita, Iraq, Libano), Africa (Marocco, Egitto, Tunisia), Nord America (USA, Canada), Centro Sud-America (Brasile, Argentina, Messico), Asia e Sud est asiatico (Cina, Corea del Sud, Giappone, India).
Un ricco palinsesto di eventi nei cinque giorni di manifestazione, con ben tre competizioni internazionali e 25 Paesi partecipanti a Gelato World Cup, Juniores Pastry World Cup e European Challenge del Gelato.
Sono stati oltre 5.000 i business meeting negli stand dei 1.200 brand espositori, grazie agli oltre 500 top buyer provenienti da 84 paesi del mondo tramite la preziosa collaborazione col Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’Agenzia ICE e la rete dei regional advisor di IEG. Sigep 2024 ha raccolto le principali pro-
Daniele Paganelli è il nuovo responsabile vendite Italia di Fattorie Garofalo, gruppo protagonista nel settore lattiero-caseario bufalino. Paganelli, con esperienza decennale nell’industria alimentare italiana, avrà il compito di guidare il reparto vendita Italia sia per il canale GDO sia per quello del Food Service. Arriva in Fattorie Garofalo dopo aver ricoperto per 7 anni l’analogo ruolo in Fresystem, azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti dolciari surgelati. In precedenza, il manager
poste del mondo del foodservice dolce, tra incontri su innovazioni di prodotto, nuovi trend di consumo e show-cooking con i grandi maestri del dolce artigianale che hanno coinvolto distributori, catene di ristorazione e pubblici esercizi. In esposizione le aziende leader di macchine e ingredienti per la gelateria e la pasticceria, la panificazione e la pizza, le filiere del cioccolato e del caffè.
La sostenibilità è stato il filo conduttore di questa edizione. E mentre la green economy sbarca in gelateria, investe anche la pasticceria, che strizza l’occhio al vegetale ed esplora nuove frontiere, tra cui l’intelligenza artificiale. Anche il cioccolato ha mostrato un’inclinazione ai processi produttivi consapevoli, mentre il comparto del caffè si rivolge a un consumatore sempre più attento che predilige le imprese più sostenibili.
Sono stati accesi i riflettori sull’ingegno e le start up nell’Innovation District: il nuovo grande progetto nel cuore della Vision Plaza della fiera, l’Innovation Award che ha premiato le migliori idee di business degli espositori e delle start-up. Italian Exhibition Group dà appuntamento per Sigep 2025 dal 18 al 22 gennaio, sempre alla Fiera di Rimini mentre si prepara per Sigep China, dal 24 al 26 aprile a Shenzhen e per il debutto di Sigep Asia, in programma a Singapore dal 26 al 28 giugno.
aveva maturato una lunga esperienza in campo commerciale in realtà come Délifrance Italia e Red Bull.
Paganelli è chiamato a rafforzare la squadra guidata da Alfio Schiatti, chief commercial officer di Fattorie Garofalo, e a contribuire al percorso aziendale che punta al proseguimento dello sviluppo e al consolidamento della posizione di leadership nel settore lattiero-caseario bufalino, massimizzando i vantaggi di una filiera totalmente circolare e integrata, garanzia di qualità e sostenibilità.
Vitavigor, storica azienda milanese specializzata nella produzione di grissini e sostitutivi del pane, compie 65 anni. Il marchio festeggia anche il mercato, con un fatturato in crescita del +30%, passato dai 5,2 milioni di euro del 2022 ai 6,5 milioni di euro nel 2023. L’azienda ha raccolto l’annoo scorso risultati positivi in molti segmenti: a volumi, il retail ha registrato un boom del +64%, il canale ho.re.ca sta continuando la sua ripresa (+17%), avvicinandosi sempre di più ai consumi pre-Covid, mentre il foodservice conquista un +55%. Il comparto estero, oltretutto, arriva da anni di crescita a doppia cifra e si è sviluppato ulteriormente a valore del +28%, in particolare verso Europa, Canada, Australia e Giappone. La filiera dell’impresa è così in continua evoluzione, con costanti aggiornamenti dei processi produttivi. Il pro-
gressivo miglioramento tecnologico e la ricerca di soluzioni sempre più efficienti hanno infatti portato l’azienda a produrre 1.500 tonnellate di grissini all’anno, con una segmentazione che vede nel 2023 l’estero pari al 41% del fatturato totale dell’azienda; a seguire la GDO (28%), l’ho.re.ca (15%) e il foodservice (15%). Nonostante il rincaro delle materie prime, nel 2023 ancora si registra in particolare quello dell’olio extravergine d’oliva (+71% rispetto ad agosto 2022), Vitavigor continua a conquistare fette di mercato consistenti sia nel Belpaese sia all’estero.
“L’obiettivo è consolidare la presenza nei paesi in cui siamo già attivi e allargarci a nuovi orizzonti, sia in quello nostrano, dove miriamo a costruire una posizione di leadership in nuovi canali distributivi. Il valore della tradizione e la memoria delle origini sono per noi
> estrusori > dosatori > componenti > trasporto pneumatico > sistemi completi
le direttrici su cui orientare la crescita dell’azienda”, commenta Federica Bigiogera, responsabile marketing di Vitavigor. “Stiamo terminando il restyling di packaging e di brand image di tutta la gamma, investimento che andrà a presentare ai clienti finali l’offerta di un’azienda che si dimostra in costante evoluzione”.
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Gelato d’Italia, tra i protagonisti in Italia nella produzione di gelati e ghiaccioli per la gdo e per i grandi marchi del settore, ha acquisito dalla liquidazione giudiziale, tramite asta, lo stabilimento, gli asset produttivi e il marchio di Giuntoli, azienda toscana di ghiaccioli
e gelati in procedura fallimentare dal 2023. Questa acquisizione consente a Gelato d’Italia di rinforzare nel breve la propria presenza sul mercato nazionale e rende l’azienda emiliana il primo operatore italiano nella categoria dei ghiaccioli.
Acquisita da Davidson KempnerAfendis nel 2022, Gelato d’Italia prosegue il suo percorso di crescita. L’acquisizione di Gelati Giuntoli è il primo importante passo di una nuova fase di sviluppo che prevede l’acquisizione di altre aziende del settore in Europa e Nordamerica per creare un operatore in grado di fornire ai propri clienti maggiore capacità produttiva e una presenza internazionale più vicina ai mercati di riferimento.
“È un momento importante nella
nostra lunga storia”, dichiara Marco Pellegrino, CEO di Gelato d’Italia. “Con questa prima acquisizione si concretizza la nostra strategia di crescita che ci porterà ad essere sempre più un’azienda di riferimento sul mercato. Grazie all’aumento della capacità produttiva che darà ulteriore spinta alla nostra crescita, sia sul mercato italiano sia all’estero, siamo pronti per la prossima fase di espansione di Gelato d’Italia. Siamo inoltre impazienti di dare presto il benvenuto a tutti i dipendenti e ai collaboratori stagionali nello stabilimento di Montignoso”, continua Pellegrino.
“Le attività produttive della Giuntoli ripartiranno al più presto per poter essere operativi al 100% in vista della prossima stagione estiva”.
Prosegue la crescita all’estero di Italian Exhibition Group. Recentemente IEG Asia Pte Ltd ha infatti acquisito le fiere del settore food&beverage Speciality Food & Drinks Asia, Speciality Coffee & Tea Asia e Food2Go da Montgomery Asia. Una mossa che rafforza l’impegno di IEG Asia a contribuire positivamente al panorama F&B di Singapore e dei mercati Asean.
I tre eventi si svolgeranno in contemporanea – dal 26 al 28 giugno 2024 presso il Sands Expo & Convention Centre di
Singapore – e si affiancheranno all’attesa edizione inaugurale di Sigep Asia, il Salone internazionale della gelateria, pasticceria, panificazione, caffè e tè artigianali di IEG, che si terrà in concomitanza con la quinta edizione di Restaurant Asia. Negli obiettivi degli organizzatori, questa fusione segnerà un momento cruciale per l’industria F&B, in quanto offrirà un evento così specializzato e concentrato da soddisfare a 360 gradi le esigenze del settore F&B sia per i titani del settore, sia per le startup. L’appuntamento di Singapore sarà rafforzato da un programma di hosted buyer “Buyer X”, progettato per facilitare interazioni, partnership e opportunità di business internazionale.
“Sin dal lancio di questo evento nel 2017 il nostro obiettivo è stato quello di fornire il meglio dei prodotti globali gourmet, artigianali e speciali F&B ai mercati di Singapore e dell’Asia sud-orientale”, dichiara Christopher McCuin, amministratore delegato di Montgomery Asia. “Lo spazio per gli
eventi F&B di Singapore è molto affollato e crediamo che l’unione contribuirà a consolidare questo entusiasmante mercato”.
“Questa acquisizione rappresenta un ulteriore passo del nostro Gruppo sullo scacchiere internazionale”, dice Corrado Peraboni, amministratore delegato di IEG. “L’appuntamento di Singapore si posiziona in una piazza di business globale, con un presidio di mercati strategici per lo sviluppo del comparto alimentare e con riflessi determinanti sul valore delle nostre fiere in Italia, anche alla luce dell’importante database di aziende e operatori che l’acquisizione ci trasferisce”.
“In meno di un anno dall’inizio della sua attività, IEG Asia ha fatto crescere il suo portafoglio di eventi, specialmente nel settore F&B”, afferma Ilaria Cicero, chief executive officer di IEG Asia. Ho piena fiducia nel fatto che, insieme, questi eventi stabiliranno un nuovo riferimento per le fiere boutique nell’arena F&B di Singapore e dell’Asean”.
Alla Fiera di Bergamo torna il 17 aprile l’appuntamento dedicato all’innovazione industriale con Save, mostra convegno verticale dedicata all’automazione industriale e di processo, alla strumentazione e sensoristica e alle tecnologie 4.0.
Save Bergamo è un’occasione per scoprire le ultime innovazioni nell’ambito dell’automazione industriale, con approfondimenti dedicati tra cui il tema attuale dell’intelligenza artificiale applicata alla produzione, con sessioni che si concentreranno su soluzioni per migliorare l’efficienza delle operazioni industriali.
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo industriale, introducendo nuove frontiere di efficienza, produttività e innovazione. Nel cuore di questa trasformazione, troviamo soluzioni avanzate che rendono pos-
Appex
12-15 marzo 2024
Melbourne, Australia
www.appex.com.au
Horeca Expoforum
17-19 marzo 2024
Torino
www.horecaexpo.it
Anugafoodtec
19-22 marzo 2024
Colonia, Germania
www.anugafoodtec.com
DocMarshalDay
20 marzo 2024
Bedizzole (BS) dday.docsmarshal.com
Novelfarm
20-21 marzo 2024
Pordenone
www.novelfarmexpo.it
sibile un futuro più competitivo: automazione intelligente, manutenzione predittiva e ottimizzazione dei processi sono solo alcune delle applicazioni che stanno ridefinendo le regole del gioco nell’industria.
A Save Bergamo segnaliamo il convegno su Intelligenza Artificiale e 4.0 per l’industria, coordinato da Armando Martin, giornalista e scrittore scientifico, dedicato alle sfide e alle opportunità dell’AI e alle nuove soluzioni del 4.0 per l’industria. Nel corso della sessione saranno presentati modelli applicativi e organizzativi dell’IA in ambito industriale, una panoramica su Industria 4.0 coniugando nuovi modelli organizzativi e produttivi con le tecnologie più innovative.
Agli incontri in programma (dai convegni ai seminari ai workshop gestiti dalle aziende partecipanti con testimo-
SAVE Bergamo
17 aprile 2024
Bergamo
www.exposave.com
Propak Ghana
23-25 aprile 2024
Accra, Ghana
www.propakghana.com
Sigep China
24-26 aprile 2024
Shenzhen, Cina
www.sigepcn.com/en
Cibus
7-10 maggio 2024
Parma www.cibus.it
Vitafoods Europe
14-16 maggio 2024
Ginevra, Svizzera www.vitafoods.eu.com
nianze e casi applicativi) si aggiungerà la ricca area espositiva che accoglierà aziende e fornitori di tecnologie.
La giornata di Bergamo, a partecipazione gratuita, è organizzata da Eiom e può contare sul supporto e la collaborazione delle più importanti associazioni e istituzioni del settore, tra cui ricordiamo G.I.S.I. (Associazione imprese italiane di strumentazione) che riconosce la mostra quale evento di riferimento per l’automazione e la strumentazione di processo, PLC Forum (la principale associazione italiana online per la promozione dell’automazione) e Anipla (Associazione nazionale per l’automazione), Adaci (Associazione italiana acquisti e supply management), AIS / ISA Italy Section (Associazione italiana strumentisti), ATI (Associazione termotecnica italiana), CTI (Comitato termotecnico italiano).
Packaging Première
21-23 maggio 2024
Milano
www.packagingpremiere.it
SPS Italia
28-30 maggio 2024
Parma www.spsitalia.it
Meat-Tech
28-30 maggio 2024
Milano
www.meat-tech.it
Solids
5-6 giugno 2024
Parma
www.solids-parma.de
Fachpack
24-26 settembre 2024
Norimberga, Germania www.fachpack.de
Foodtech
1-3 ottobre 2024
Herning, Danimarca uk.foodtech.dk
Sial
19-23 ottobre 2024
Parigi, Francia
www.event.sialparis.com/2024/en/
Gulfood Manufacturing
5-7 novembre 2024
Dubai, EAU
www.gulfoodmanufacturing.com
Ecomondo
5-8 novembre 2024
Rimini
www.ecomondo.com
Food Ingredients Europe
19-21 novembre 2024
Francoforte, Germania www.figlobal.com/fieurope/en/home. html
AI, sostenibilità e formazione saranno al centro della dodicesima edizione di SPS Italia, che continua a interpretare le tendenze più innovative che attraversano le industrie manifatturiere.
SPS Italia si appresta a vivere la sua dodicesima volta, consapevole di essere ormai il punto di incontro e confronto fra le aziende e le tendenze più innovative che stanno attraversando il settore dell’automazione industriale. Ecco perché non potranno che essere intelligenza artificiale, green manufacturing e nuove competenze i temi chiave dell’edizione 2024. Nell’avveniristica sala del MEET Digital Culture Center di Milano, a gennaio è stato dato il via al rush finale del percorso che nei prossimi mesi – fra tavole rotonde e ultime adesioni all’esposizione – porterà all’apertura dei padiglioni di Parma, dove si svolgerà, dal 28 al 30 maggio, la fiera dell’automazione e del digitale per l’industria intelligente e sostenibile. Avviando la conferenza di presentazione, l’amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia Donald Wich, pur consapevole dei complessi scenari globali, non ha mostrato dubbi: “Crediamo che quella del 2024 sarà una bellissima edizione, anche perché il settore viene da un anno positivo nonostante
i conflitti internazionali e la recessione della Germania. La formazione sarà uno dei temi dei più interessanti che SPS intende affrontare, proponendosi come un punto d’incontro fra aziende e giovani. E ovviamente l’intelligenza artificiale sarà una grande protagonista della manifestazione. Siamo felici del progetto – ha aggiunto Wich – che trova slancio innanzitutto nell’offerta tecnologica degli espositori e nelle collaborazioni con i partner, per una dodicesima edizione che, in continuità con le precedenti, sarà punto di riferimento e confronto sui risvolti della trasformazione ecologica e digitale delle imprese”.
Tutti gli esponenti delle aziende coinvolte nella tavola rotonda di Milano hanno condiviso una certa preoccupazione per la prima parte del 2024 e la necessità di adeguarsi a cambiamenti sempre più veloci. Un’altra questione emersa durante il dibattito è stata quella femminile che, al di là di slogan e buone intenzioni, non è così facile da affrontare, soprattutto
in un settore a prevalenza maschile come quello dell’automazione industriale. C’è anche un gap generazionale da colmare, per la difficoltà di trovare e inserire giovani preparati, ma anche per la convivenza non priva di incomprensioni fra le diverse generazioni.
ANIE AUTOMAZIONE: “CONTINUA LA CRESCITA POST-PANDEMICA, ANCHE SE PIÙ LENTA”
Andrea Bianchi, presidente di Anie Automazione, ha ricordato come nel 2023 export e inflazione abbiano sostenuto i ricavi delle industrie italiane, pur nella consapevolezza di essere di
rato legato ad un andamento più frenato dell’ordinato nella seconda metà dell’anno. In generale, nonostante il permanere delle tensioni geopolitiche, i soci si esprimono con toni positivi per il 2024 grazie anche ad auspicati incrementi della domanda conseguente al nuovo piano di incentivi 5.0”.
IN TOUR NEI DISTRETTI ITALIANI
È già partita intanto SPS Italia On Tour, la rassegna di incontri sul territorio di avvicinamento alla fiera, per parlare di trasformazione digitale, attraverso i distretti produttivi: la prima tappa è stata
fronte a un lungo periodo di incertezze: “Abbiamo confermato il nostro spazio istituzionale nel District 4.0; stiamo ora lavorando per definire i contenuti della collaborazione con OPC UA Foundation che sarà estesa quest’anno anche all’Associazione VDMA Automation, e alle novità editoriali che presenteremo in fiera tra cui una Guida sull’evoluzione delle tecnologie per interconnessione e controllo e la nuova edizione dell’Osservatorio 2023 con i dati del comparto. Secondo le ultime stime, prosegue il trend di crescita post pandemia del comparto, seppure con un aumento più contenuto del fattu-
Ancona, a cui seguiranno quella di Padova (27 marzo, Competence Center Smact) e Torino (17 aprile, Competence Center CIM4.0).
TECNOLOGIE, PERCORSI ED EVENTI IN SEI PADIGLIONI
A fine maggio nel quartiere espositivo di Fiere di Parma sei padiglioni presenteranno le soluzioni all’avanguardia per il comparto manifatturiero. A guidare il visitatore nel panorama delle nuove tecnologie ci sarà District 4.0, il percorso con demo funzionanti di robotica e meccatronica, Industrial IT & AI, Additive Manufacturing. Sustainable Innovation, all’ingresso del padiglione 4, aprirà l’iti-
Un momento della tavola rotonda nel corso della presentazione di SPS Italia 2024 lo scorso gennaio a Milano. Hanno partecipato: Giorgio Ferrandino, managing director di SEW-Eurodrive; Stefano Gandolfi, regional marketing manager di Omron; Costantino Ghigliotti, amministratore delegato di Sick; Marcello Perini, ammnistratore delegato di Gefran
nerario con un’area dedicata alle soluzioni per la transizione green e l’energy efficiency. Sarà adiacente alla stampa 3D industriale, due ambiti con ampie potenzialità nella riduzione degli sprechi e la salvaguardia del pianeta. Al centro degli eventi, nelle arene Industry, Tech e Next, i principali trend del sistema industriale: intelligenza artificiale, Industry 5.0, sostenibilità, per citarne alcuni. Focus sul settore dell’additive manufacturing nel seminario Discover 3D Printing, secondo il format ideato da ACAM - Aachen Center for Additive Manufacturing e Formnext.
Tra le novità di SPS Italia 2024 c’è la pubblicazione della seconda edizione del Position Paper. Un progetto a cui lavora il Comitato Scientifico della manifestazione, composto da oltre 150 realtà produttive italiane, per offrire linee guida utili alla comprensione dell’evoluzione tecnologica e digitale. In risposta al grande interesse espresso dal settore, il secondo volume completa con nuovi approfondimenti il precedente documento. Verrà presentato in fiera, insieme ai risultati di una survey condotta sul tema dell’AI.
“La seconda edizione si prefigge, dando seguito a quanto dichiarato nella prima, di integrare, modificare ed espandere i contenuti della sua prima uscita, ma anche e soprattutto di aggiungere nuove parti relative a tecnologie e loro modelli applicativi che, per motivi di spazio, la prima edizione del Position Paper non aveva affrontato o perché nel frattempo queste si sono molto sviluppate e/o consolidate e quindi hanno assunto un’importanza molto maggiore rispetto ad un anno fa”, ha commentato Oronzo Lucia, Scientific Coordinator Comitato Scientifico SPS Italia. “Nella seconda edizione del Position Paper verranno anche riportati i risultati della Survey sulla AI. Anche questa volta è stata mantenuta la regola per cui la bussola che guida il documento deve indicare tutti gli aspetti che circondano gli argomenti trattati,
cercando di analizzare sia gli aspetti potenzialmente positivi che quelli che vanno ad aggiungere complessità e/o criticità. Nella frenesia del business è facile dare priorità alla velocità, ma non sempre questo è ciò che veramente può portare benefici all’organizzazione, la chiave del successo starebbe invece nell’avere una chiara direzione. Andare molto veloci, ma nella direzione sbagliata non può aiutare. Essere guidati da una visione strategica porta molti più frutti perché presuppone un percorso studiato e condiviso. Lo sviluppo della tecnologia e il business reale viaggiano in modo indipendente e solo con una visione chiara si possono trovare le connessioni per far convergere necessità e benefici ottenibili. Non possiamo immaginare completamente il futuro, ma il Position Paper può dare una guida per identificare le tecnologie e la loro maturità valutandone gli impatti e prevedendo la loro capacità di generare valore”.
EDUCATION: SCUOLA E INDUSTRIA SI
INCONTRANO AL PADIGLIONE 8
Nell’ambito di District 4.0, con accesso dedicato nel padiglione 8, la nuova area “Education” si rivolge alle generazioni che nei prossimi anni entreranno nella fabbrica digitalizzata. Uno spazio in continuità con l’impegno di SPS Italia nell’accorciare le distanze tra scuola e industria. L’Arena Next sarà palcoscenico di incontri e laboratori organizzati da espositori e partner rivolti ai ragazzi di università e istituti tecnici. Prosegue l’iniziativa “Lezioni in fiera” come risposta concreta al mismatch delle
La nuova area
“Education” punta l’attenzione sulla sfida della formazione e si rivolge alle generazioni che nei prossimi anni entreranno nella fabbrica digitalizzata
competenze. Sempre attivo il Live Streaming per le scuole in occasione degli incontri di SPS Italia On Tour.
DALLE START-UP TANTE IDEE PER IL MANIFATTURIERO
Al mondo delle Start-Up e delle PMI innovative, presenti con un’area espositiva nel padiglione 7, è dedicata SPS Italia Up Challenge, una nuova competizione che premia con uno stand in fiera le cinque realtà con i progetti più interessanti in ambito manifatturiero. In questo contesto si inserisce anche Access2Tech South. L’Arena Next ospiterà l’iniziativa sviluppata da EIT Manufacturing con il supporto di SPS Italia per mettere in contatto le principali aziende presenti in fiera con le startup manifatturiere europee più performanti e innovative.
Con She SPS Italia, la fiera affronta la questione del gender gap, che nel mondo industriale risulta ancora ampio da colmare. Un progetto per diffondere storie di mentorship al femminile ed evidenziare le opportunità legate alle figure professionali emergenti. SPS Italia ha istituito un premio e creato sinergie con associazioni, docenti universitarie e community di riferimento, con la comune volontà di promuovere il cambiamento. Il primo appuntamento di networking di She SPS Italia ha preceduto la conferenza stampa della manifestazione il 16 gennaio a Milano.
CONTRO LA PLASTICA IN MARE
SPS Italia si impegna a favore della sostenibilità in collaborazione con One Ocean Foundation, fondazione senza scopo di lucro nata con l’obiettivo di accelerare soluzioni per le problematiche dell’oceano e di promuovere una blue economy sostenibile. La fiera supporta attivamente il progetto “NoPlasticIntheOcean” per contrastare l’inquinamento marino derivante da plastica e microplastica in paesi in via di sviluppo. L’impegno è di raccogliere cinque tonnellate di plastica nel 2024.
Sempre in collaborazione con One Ocean Foundation, SPS Italia condurrà una survey volta a raccogliere dati e sensibilizzare la comunità dell’automazione e del digitale per l’industria riguardo alle questioni legate all’economia circolare e alla tutela dell’ambiente marino.
Le novità presentate a Sigep 2024 da CSM Ingredients e Gruppo Italcanditi erano focalizzate sulle richieste di salute e nutrizione, etichetta pulita, sostenibilità e gratificazione del consumatore.
CSM Ingredients – player globale nella ricerca, innovazione e produzione di ingredienti alimentari – e Gruppo Italcanditi – azienda italiana leader nella produzione di soluzioni a base frutta, creme e preparati per yogurt e gelati, canditi e marron glacé – hanno presentato alla fiera Sigep, lo scorso gennaio, un’ampia gamma di soluzioni studiate per rispondere ai principali macro-trend del settore dell’alimentare, tra cui salute e nutrizione, etichetta pulita, sostenibilità e gratificazione del consumatore. La partecipazione congiunta delle due aziende nasce non solo dall’appartenenza di entrambe all’Ingredient-Tech Solutions Platform – gruppo di aziende che mira a sostenere l’evoluzione dell’ecosistema alimentare – ma soprattutto dalla volontà di fornire ai visitatori una visione completa della gamma di soluzioni offerte per il settore del dolciario,
della panificazione e del gelato, soluzioni in grado di soddisfare le ultime tendenze e i desiderata dei consumatori.
UNA PIATTAFORMA PER L’EVOLUZIONE DEL SETTORE ALIMENTARE
“La partecipazione a Sigep è stata per noi una dimostrazione concreta delle grandi sinergie che stiamo costruendo tra CSM Ingredients, Gruppo Italcanditi, HIFOOD e Parker Food Group”, ha dichiarato Aldo Uva, Ceo della IngredientTech Solutions Platform.
Frédéric Trombert, CCO EU & International di CSM Ingredients, ha poi spiegato che “dai mix per lievitati dall’etichetta pulita, al pane e croissant proteici, fino alle margarine certificate senza lattosio, tutte le novità che abbiamo presentato in fiera sono state studiate per trovare un giusto connubio tra gusto, benessere e sostenibilità ambientale”.
Tra le novità, troviamo in particolare: ArteFrutta, un nuovo brand di canditi e semicanditi dedicato ai professionisti della pasticceria, una linea, della più alta qualità, in grado di rispondere al trend della gratificazione offrendo prodotti dal gusto ricco e intenso, grazie all’attenta selezione della materia prima e a particolari processi di candidatura che consentono di mantenere inalterate tutte le proprietà nutrizionali del frutto originario; Pane Proteico, una miscela che consente di ottenere pani e altri prodotti da forno gustosi e ricchi di proteine (circa 15 per 100 grammi di pane), consentendo così di soddisfare la richiesta di salute e nutrizione; Prestige Natur, l’innovativa miscela per lievitati
dall’etichetta pulita, realizzata solo con aromi naturali e senza emulsionanti o altri additivi, personalizzabile a piacere con l’aggiunta di altri ingredienti e in grado di garantire al prodotto finito una prolungata freschezza e sofficità. Non sono mancate, inoltre, soluzioni studiate appositamente per consumatori intolleranti o vegani, come le linee Braims e Masterline di margarina certificata senza lattosio e la crema 100% vegetale dal gusto neutro e delicato Pati Whip Multi-Use, ideale per sostituire la panna vaccina e realizzare prodotti completamente vegetali.
Il Gruppo Italcanditi ha dato ampio spazio alle soluzioni dedicate al mondo del gelato, sviluppate dalla Business Unit Gelato che comprende i brand Comprital, La Preferita e Rubicone. Sul fronte della Business Unit Frutta del Gruppo Italcanditi, sono due le linee di alta qualità a marchio Vitalfood su cui si focalizza l’attenzione: i semicanditi selezione Delifrù, un’ampia offerta di frutta lavorata da materie prime selezionate con un processo di semi-canditura a freddo che conserva ed esalta le proprietà organolettiche della frutta; e le Confetture Special 50, una gamma sempre più estesa di confetture multiuso con un’alta percentuale di frutta italiana, per l’artigiano che vuole coniugare facilità d’uso e altissima qualità dei prodotti finiti.
“Nello sviluppo dei nostri prodotti, partiamo sempre dalle esigenze reali di clienti e consumatori, per realizzare soluzioni concrete e mirate”, ha concluso Ernesto Di Pietro, CEO Gruppo Italcanditi.
Meurens Natural compensa il momento non facile del settore biologico con la sua gamma di ingredienti naturali. E punta su prodotti a basso contenuto di zucchero e proteine vegetali per formulazioni salutari, vegane e clean label.
Meurens Natural fu fra le prime aziende a produrre ingredienti per prodotti biologici, aprendo una nuova strada in un segmento diventato in pochi anni fondamentale nel mercato alimentare. Al contempo ha sviluppato, affianco all’offerta biologica, una gamma di ingredienti convenzionali, quindi non bio ma comunque trasformati secondo i tipici processi naturali adottati dall’azienda nei suoi due stabilimenti in Belgio. In una fase come l’attuale, in cui l’alimenta-
“Puntiamo su ingredienti a basso contenuto di zucchero, su proteine a base vegetale come quelle d’avena e di riso, e siamo molto attenti alla sostenibilità, a partire dall’uso di materie prime prevalentemente europee”
zione biologica sta vivendo un leggero declino, la ricchezza della gamma e la focalizzazione sulla crescente domanda di cibo salutare ed ecosostenibile hanno consentito a Meurens Natural di confermarsi un player europeo di riferimento nel settore degli ingredienti. Con Tim Van de Gehuchte, International Sales & Marketing Manager, abbiamo parlato dei temi principali a cui si sta dedicando l’azienda, come innovazione, sostenibilità e benessere.
Tim Van de Gehuchte, come è andato il 2023 e quali sono le sue previsioni per l’anno in corso?
“Lo scorso anno è stato caratterizzato dal calo del mercato biologico, che si è avvertito anche in Italia, con la chiusura di molti negozi specializzati. Da alcuni mesi notiamo però che la situazione sta leggermente migliorando e siamo fiduciosi per il futuro. Noi abbiamo retto bene a questo altalenante andamento poiché, alla gamma biologica, Meurens Natural
affianca quella convenzionale e naturale, che in buona parte ha compensato la sofferenza della prima. Non possiamo lamentarci, quindi. E siamo pronti a cogliere i segnali di ripartenza del biologico, che speriamo si vedano già nel 2024”.
Si aspetta che le vostre applicazioni nel settore convenzionale continueranno a crescere più di quelle nel biologico?
“Come accennavo, nell’ultimo periodo la gamma convenzionale ci ha aiutato a compensare il calo del bio. Ma le cose in realtà sono in movimento. In alcuni paesi, per esempio, la distribuzione degli alimenti biologici sta reagendo spostandosi dai negozi specializzati verso supermercati e discount. Crediamo che nella seconda parte del 2024 gli ingredienti bio torneranno sui livelli di quelli convenzionali. Per noi ovviamente entrambe le gamme continuano ad avere un’uguale importanza strategica”.
Quali sensazioni e idee ha raccolto nella recente edizione di Food Ingredients Europe a Francoforte?
“Non ho visto novità eclatanti, a dire il vero. C’è stata una conferma dei principali trend di questo tempo, che
sono legati agli ingredienti naturali, vegani e salutari, oltre che alle basi proteiche: un’indicazione chiara da parte del mercato, non diversa però da quanto ci aspettassimo. Penso che il 2023 abbia rappresentato ancora un anno di transizione e di ritorno alla normalità rispetto alle difficoltà degli ultimi anni, dovute in particolare alla pandemia. Le imprese stanno ancora ricostituendo la propria piena capacità produttiva alimentare, oltre che l’integrità della supply chain. Non tutte le aziende insomma sono già tornate a pieno regime e quindi pronte a focalizzarsi sull’innovazione ingredientistica. FIE ha confermato la mia impressione. È stata comunque una buona fiera, che ci ha dato molti spunti su cui lavorare”.
Qual è il vostro approccio al tema cibo e salute e quali prodotti innovativi state proponendo per soddisfare questa domanda?
“Si tratta di un settore cruciale per noi, verso il quale adottiamo un approccio globale. Prima di tutto cerchiamo di ascoltare e di capire le esigenze del mercato, e persino le preferenze dei clienti dei nostri clienti. Occorre tenersi al passo delle ulti-
Meurens Natural, pioniera del settore biologico, si concentra da oltre 30 anni sulla produzione di estratti di cereali biologici e naturali “clean label”. Grazie a un processo di produzione unico e innovativo, al 100% in linea con la filosofia bio, può offrire ingredienti del tutto naturali e biologici. Specialista europeo nell’idrolisi, Meurens Natural può idrolizzare un’ampia varietà di cereali. Il processo produttivo è pulito, semplice e rispettoso dell’ambiente, con i seguenti vantaggi: nessun utilizzo di additivi chimici; nessun ricorso a metodi di trattamento convenzionali come l’uso di resine a scambio ionico per la demineralizzazione (raffinazione); completa tracciabilità dalla materia prima fino allo sciroppo; preservazione massima delle caratteristiche dei cereali lavorati, come gusto, colore e sostanze minerali. Tutto ciò consente di ottenere un’etichettatura breve, chiara e pulita. Basandosi su una grande varietà di strutture dello zucchero – come equivalenti di destrosio (DE), dolcezza, viscosità, colori, aromi e materie prime – le linee Sipal® (biologico) e Natu® (convenzionale) possono soddisfare gli obiettivi di tante preparazioni nei molteplici settori della trasformazione alimentare.Tra le sue più recenti innovazioni, Meurens Natural propone gli sciroppi di miglio, gli sciroppi di patate e mais, di riso (biologico e convenzionale), oltre alle proteine dell’avena.
me tendenze che premiano i prodotti a basso contenuto di zucchero, altamente proteici, non OGM, biologici o comunque trasformati attraverso processi il più possibile naturali e senza additivi chimici. Lo sviluppo e l’innovazione del prodotto devono essere orientati alla preservazione della salute, pensando non solo ai consumatori vegani, ma anche alla crescente categoria dei flexitariani, che sono prevalentemente vegetariani ma disponibili a qualche eccezione. È importante avere una gamma aperta a queste diverse possibilità. Il punto resta contribuire alla salubrità dell’alimento finale. Per questo puntiamo su ingredienti a basso contenuto di zucchero, su proteine a base vegetale come quelle d’avena e di riso, e siamo molto attenti al tema della sostenibilità, a partire dall’approvvigionamento di materie prime quasi esclusivamente dall’Europa. Abbiamo lanciato per esempio una gamma a base di miglio, che è stato scelto dalla FAO come cereale del 2023, proprio perché, dal punto di vista della sostenibilità, è molto facile da coltivare, ha un periodo di crescita breve ed è piuttosto resistente nei confronti delle condizioni climatiche avverse e dei parassiti. Un altro investimento importante riguarda il segmento degli alimenti alternativi alla carne. Anche in questo caso le proteine d’avena e di riso possono essere combinate con proteine di pisello e poi estruse, in modo da ottenere degli hamburger vegani”.
Come riuscite a soddisfare le esigenze salutistiche senza perdere di vista quelle del gusto?
“I consumatori, anche i più salutisti, non intendono rinunciare al gusto. In questo senso, è fondamentale combinare in modo corretto le diverse proteine vegetali. Per esempio, le proteine di pisello hanno un sapore intenso, che può essere mitigato da quelle d’avena, molto più blande, in modo da non compromettere il gusto che si vuole raggiungere. Inoltre sta crescendo la richiesta di fibre, come i betaglucani dell'avena. Tutti questi nostri prodotti consentono al produttore alimentare di ottenere etichette molto pulite e trasparenti, in linea con gli obiettivi di sostenibilità. Senza dimenticare che il gusto resta un aspetto primario per il consumatore, soprattutto per quello non o parzialmente vegano. Solitamente sono
“Gli italiani sono fortemente consapevoli dello stretto legame fra alimentazione e salute: per questo crediamo che sarà sempre un paese dalle grandi opportunità per i nostri ingredienti”
proprio le differenze nel gusto e nella consistenza, rispetto alla carne a cui sono abituati, l’ostacolo principale per chi vuole passare a una dieta flexitariana o vegana. Abbiamo affrontato questa sfida lavorando sulla combinazione delle proteine d’avena con quelle di pisello, che garantiscono la testurizzazione e la consistenza del prodotto finale”.
Pensa che il mercato italiano supererà presto questa fase non brillante per il settore biologico?
“Il mercato bio ha effettivamente rallentato anche in Italia. Ma il vostro è un paese che nel settore alimentare ha sempre tantissime possibilità da esplorare, generando opportunità di innovazione e crescita. L’Italia infatti ha tutte le caratteristiche agricole e tecnologiche per coltivare cereali o altri prodotti in modo sostenibile e biologico. Credo che il mercato italiano riprenderà a crescere, favorendo le esportazioni. Sarà importante per il vostro paese mantenere il focus sono su innovazione, sostenibilità e benessere. Gli italiani, che hanno una speciale sensibilità per tutti gli aspetti legati al cibo, sono fortemente consapevoli
dello stretto legame fra prodotti alimentari e salute: per questo crediamo che sarà sempre un paese dalle grandi opportunità per i nostri ingredienti. Certo, resta un mercato esigente e complesso, che ci sprona a dare il meglio di noi!”
Avete avuto problemi nell’approvvigionamento di materie prime a causa delle crisi e dei conflitti internazionali?
“I prezzi delle materie prime ora non sono più alti come ai tempi della crisi energetica del 2021. Ora anzi le materie prime alimentari sono più sicure, perché provengono per lo più da paesi vicini, in una logica di filiera più corta. L’avena per esempio ci arriva solo dall’Europa, e in particolare da Italia, Germania, Danimarca, Scandinavia, UK, Francia ecc. Siamo riusciti a mantenere un approvvigionamento sempre stabile di cereali, senza mai problemi di disponibilità. grazie al fatto di aver lavorato a lungo con tanti partner di provenienza diversa. Difficile fare previsioni per il futuro, ma al momento siamo piuttosto tranquilli perché stiamo lavorando bene”.
Che obiettivi avete per i prossimi mesi?
“Il focus sarà sull’innovazione, in particolare nell’ambito dell’healthy food. Ci concentreremo quindi sugli ingredienti senza o a basso contenuto di zucchero, soprattutto per il settore delle bevande sugar free che, per definirsi tali in etichetta, devono mantenere una quantità di zucchero non superiore a 0,5 su 100 grammi. Allo stesso tempo, guardiamo con attenzione al contenuto proteico dei prodotti e intendiamo ampliare la gamma disponibile delle nostre basi. Ricordo che Meurens Natural è l’unica azienda al mondo a produrre proteine a base d’avena per la formulazione di prodotti sugar free”.
Il Gruppo Togni, tra i principali player italiani nell’imbottigliamento di acque oligominerali e nella produzione e distribuzione di vini spumanti, birre artigianali e degli spirits, ha presentato lo scorso novembre il suo secondo Bilancio di Sostenibilità.
Il documento attesta il grande impegno del Gruppo Togni nei confronti di un futuro sostenibile: da anni, infatti, l’azienda di Serra San Quirico, in provincia di Ancona, ha adottato una strategia di valorizzazione, oltre che di preservazione, dell’intero territorio attraverso azioni e collaborazioni in
termini di economia circolare.
“Certamente lo scenario in cui ci muoviamo è molto cambiato nel corso dei decenni: i continui e repentini mutamenti a cui oggi è sottoposta la società presuppongono grandi capacità di adattamento e di riorganizzazione”, sottolinea Paola Togni, amministratore delegato di Togni Spa, nell’introduzione al Bilancio di Sostenibilità 2022. Le sfide quotidiane inducono la nostra azienda ogni giorno a migliorarsi per stare al passo con le innovazioni, mentre ogni decisione strategica esige di essere ponderata, nell’equilibrio tra
profitto e rispetto per l’ambiente, il territorio e le comunità”. Attraverso una produzione italiana, capace di esportare nel mondo, che fa leva sulla qualità dei prodotti, sulla responsabilità sociale e sulla sostenibilità ambientale, il Gruppo Togni ha raggiunto nel 2022 un fatturato di oltre 63,5 milioni di euro (+12,5% rispetto al 2021), contando su 4 siti produttivi e 132 dipendenti, producendo ben 12 milioni di bottiglie di spumante e 350 milioni di bottiglie d’acqua all’anno, distribuite su territorio nazionale e internazionale, sia nel settore Ho.Re.Ca (industria alberghiera e ristorazione), sia in quello della grande distribuzione organizzata.
“Non siamo soli in questa nostra sfida”, afferma Paola Togni. “Proprio la comunità rappresenta l’anima della nostra azienda: senza l’apporto fondamentale delle persone che hanno scelto di lavorare con noi, come dipendenti o fornitori, e di quelle che scelgono i nostri prodotti rinnovando ogni giorno la fiducia nella nostra azienda, nessuna delle innovazioni e dei passi in avanti fatti fino ad ora sarebbero possibili”.
Grazie a un sistema prototipale messo a punto da Struvite, un gruppo operativo per l’innovazione dell’Emilia-Romagna, è stata dimostrata la possibilità di recuperare il surplus di azoto e fosforo del digestato di effluenti suinicoli dopo il trattamento negli impianti di biogas, rendendolo utilizzabile come fertilizzante di recupero rinnovabile a lento rilascio (struvite). L’innovativo sistema riduce nel contempo le emissioni ammoniacali del digestato del 42% dallo stoccaggio e del 19% dallo spandimento rispetto al digestato chiarificato non trattato, mentre il limitato tenore di sostanza organica determina una diminuzione delle emissioni di metano dalla fase di stoccaggio dell’86%. I risultati del progetto sono stati presentati nel corso del webinar “Il trattamento dei digestati zootecnici per ridurre le emissioni e recuperare struvite” svoltosi lo scorso dicembre, che ha visto la partecipazione di 90 persone, tra agricoltori, tecnici e consulenti, a dimostrazione dell’impegno
del settore agricolo-zootecnico ad aderire alle politiche dell’Ue, espresse con i principi del Nutrient Recovery and Reuse e con la strategia Farm to Fork. La gestione circolare proposta da Struvite trasforma il principale problema degli allevamenti suinicoli – le emissioni di gas climalteranti – in una risorsa, capace di dare un concreto beneficio all’ambiente. Oltre al minor impatto dei liquami rispetto alla loro gestione tradizionale grazie alla riduzione delle emissioni di metano e protossido d’azoto, la produzione e l’utilizzo di fertilizzante rinnovabile in sostituzione di quello di sintesi comporta infatti una riduzione delle emissioni di gas serra pari a 2 kg CO2 eq per ogni m3 di liquame. Per rendere facilmente fruibili agli interessati le conclusioni del progetto Struvite, è stata realizzata una presentazione multimediale con brevissime sintesi dei risultati che rimandano, con link e video, agli approfondimenti fatti nel corso delle attività di divulgazione.
L’amministratore delegato Paola Togni
L’impianto fotovoltaico da 130 kWp progettato da E.ON consente a La Collina Toscana di ridurre le emissioni di CO2 del suo stabilimento di 62,94 tonnellate all’anno.
La componente energetica è fondamentale per attuare la transizione ecologica, un processo di innovazione tecnologica e rivoluzione ambientale in grado di favorire l’economia e lo sviluppo del Paese nel rispetto dell’ambiente e della sua sostenibilità. II 70% delle emissioni di gas serra, infatti, è legato all’energia. Questo è fra i motivi per cui La Collina Toscana ha scelto E.ON, utility impegnata per un futuro a energia sostenibile, quale partner affidabile nel settore energetico.
La Collina Toscana è un’azienda del Casentino che importa e produce spezie, condimenti e salse, fra cui le erbe e i condimenti a base di Olio Extravergine e Aceto Balsamico di Modena commercializzati con marchio Montosco.
Con l’obiettivo di portare sulle tavole prodotti al 100% naturali l’azienda controlla con attenzione tutta la filiera produttiva, lavora le erbe e le spezie entro 24 ore dal raccolto, presta grande attenzione alla sostenibilità dei suoi processi e ha attivato un sistema di gestione per migliorare il proprio impatto sul territorio e sull’ambiente. Tutte le fasi produttive rispettano i cicli naturali e sono rigidamente controllate: dalla semina nei terreni più idonei al controllo delle fasi di crescita, dalla raccolta fatta rigorosamente a mano al trattamento criogenico per preservare al massimo le qualità nutrizionali e organolettiche degli alimenti.
La scelta di utilizzare energia solare e mobilità elettrica completano il percorso rispettoso dell’ambiente intrapreso dall’azienda.
E.ON, primo gruppo energetico a essere uscito dalle attività di generazione dell’energia a livello internazionale, è fortemente impegnata nella lotta al cambiamento climatico e alla riduzione dell’impronta ambientale delle persone e delle imprese sull’ambiente, abilitando e accelerando il percorso verso la carbon neutrality. La missione dell’azienda è stimolare tutti gli individui verso la crea-
fotovoltaico
zione di un movimento green che diffonda buone pratiche in termini di consumo e abitudini in tutto il Paese. È questa l’ambizione #MakeItalyGreen di E.ON, rendere l’Italia più verde anche attraverso progetti di protezione della biodiversità marina, di riforestazione del territorio italiano, oltre che in attività educative verso le nuove generazioni. Il tutto coinvolgendo in modo attivo clienti, dipendenti, partner e stakeholder, che si impegnano per raggiungere questo obiettivo con progetti e iniziative sul territorio.
Con l’obiettivo di utilizzare energia verde per alimentare il processo produttivo, l’azienda ha affidato a E.ON la progettazione di un impianto fotovoltaico presso lo stabilimento di Castel San Niccolò (AR) che riduce le emissioni CO2 di 62,94 tonnellate ogni anno, l’equivalente di quanto assorbito in un anno da 6.294 alberi. Sono stati quindi installati, su una superficie di 850 m2, 432 pannelli solari da 330 Wp ciascuno per una potenza complessiva di 129,6 kWp. La produzione attesa è di 133.000 kWh/anno, l’85% dei quali sarà consuma-
to dell’azienda stessa, con un risparmio in bolletta del 65%. Parte dell’energia solare prodotta sarà utilizzata per la carica delle auto elettriche, favorendo una mobilità sostenibile al 100%. È stata installata, infatti, anche una stazione di ricarica per auto elettrica con una presa standard di tipo 2. La gestione dell’impianto fotovoltaico è a carico di E.ON, che fornisce il servizio di monitoraggio da remoto, per verificare costantemente la produzione di energia e la quantità di CO2 evitata e, grazie al telecontrollo, avvisare il cliente in caso di malfunzionamento dell’impianto. Sono previsti inoltre il servizio di manutenzione ordinaria e il lavaggio dei moduli, secondo interventi programmati, per garantire la miglior resa dell’impianto nel tempo.
Il progetto realizzato per La Collina Toscana è un esempio di quanto, per ridurre l’impatto che l’uomo ha sull’ambiente, sia importante che anche le imprese facciano la loro parte, riducendo le emissioni prodotte dalla loro attività e intraprendendo un percorso verso l’indipendenza energetica. È inoltre un esempio di come ecologia, energia e scienze alimentari debbano lavorare in sinergia.
Enea coordinerà dieci agenzie dell’energia di altrettanti Paesi UE per fornire supporto a istituzioni, industrie e imprese nel processo di attuazione della nuova direttiva europea sull’efficienza energetica, che mira a ridurre di un ulteriore 11,7% il consumo di energia finale nell’UE entro il 2030. È quanto prevede il progetto LEAPto11 sul recepimento e l’attuazione dell’articolo 11 della direttiva, che stabilisce specifici obblighi per imprese a forte consumo di energia e promuove programmi e misure di supporto per quelle non obbligate, con particolare riferimento alle PMI.
Le imprese a forte consumo energetico saranno infatti chiamate ad adottare un sistema di gestione dell’energia certificato da un organismo indipendente, mentre quelle con consumi minori, che non attuano sistemi di gestione dell’e-
nergia, avranno l’obbligo della diagnosi energetica. Le aziende soggette ad obbligo saranno inoltre tenute a elaborare un piano d’azione concreto sulla base delle raccomandazioni risultanti dalle diagnosi.
Nel dettaglio, il progetto si concentrerà nello sviluppo di programmi di supporto, calibrazione dei database di riferimento e miglior utilizzo degli indicatori energetici per le industrie e le imprese dei dieci Stati membri coinvolti. Inoltre, saranno analizzati, anche tramite studi pilota in diversi Paesi europei, i vantaggi correlati alle misure di efficienza energetica previste e i benefici non energetici derivanti dai processi di efficientamento, con approfondimenti sull’impatto che l’azienda può avere nell’attuazione delle misure.
Le attività potranno beneficiare di un confronto continuo con operatori di set-
L e s o l u z i o n i d i s t a m p a i n t e l l i g e n t e
S A T O g a r a n t i s c o n o s i c u r e z z a e p r e c i s i o n e n e l l e s c a d e n z e , s u p e r a n d o o g n i s f i d a d e l s e t t o r e a l i m e n t a r e .
tore, associazioni di categoria e istituzioni nell’ambito di osservatori nazionali e internazionali, grazie anche al sostegno offerto al progetto da parte di numerosi ministeri, autorità di regolazione, associazioni di categoria e camere di commercio dei Paesi partner.
“Come coordinatori rafforzeremo la leadership internazionale di Enea come agenzia di riferimento sui temi dell’efficienza energetica”, commenta il responsabile del progetto Enrico Biele, ricercatore del dipartimento Enea di efficienza energetica. “Il mondo produttivo va incontro a obblighi più stringenti imposti dall’ultima direttiva sull’efficienza energetica. Per il raggiungimento di questi obiettivi europei al 2030, un ruolo fondamentale lo avranno le diagnosi energetiche, i sistemi di gestione dell’energia e una corretta implementazione delle misure di efficientamento”.
Da poco trasferita in una sede più grande, Cama Group prosegue con costanza la sua crescita, puntando su R&D, applicazioni green e servizio completo, dal pre-engineering alla soluzione chiavi in mano.
La crescita costante e controllata, la capacità di sviluppare e mantenere al proprio interno il know tecnologico, l’offerta di un servizio completo – dal pre-engineering alla soluzione su misura chiavi in mano – rendono Cama Group un’eccellenza italiana nel settore delle macchine per il packaging.
Da oltre 40 anni, l’azienda progetta, costruisce, installa e assiste impianti avanzati e linee complete per l’imballaggio secondario, in tutto il mondo. Le sue tecnologie sono in grado di movimentare e confezionare un’ampia varietà di imballaggi primari – come involucri flow-wrap, sacchetti, vassoi, lattine, cialde, buste e scatole – seguendoli durante l’intero ciclo di confezionamento, fino alla fornitura finale in cartone ondulato pronto per la pallettizzazione. L’esperienza di Cama comprende un’ampia gamma di applicazioni, tra cui prodotti da forno, dolciumi, caffè, latticini, piatti pronti, pet food, oltre a prodotti per
la cura della persona e della casa.
Recentemente, l’azienda si è trasferita nel nuovo stabilimento a Molteno, sempre in provincia di Lecco, che dispone di uno spazio produttivo di 25.000 m2 e di una superficie di 5.000 m2 per gli uffici. A ciò si aggiungono diverse filiali internazionali, per un gruppo che complessivamente coinvolge oltre 400 addetti. Nei nuovi uffici, che uniscono funzionalità ed estetica, abbiamo incontrato la vicepresidente di Cama Group Annalisa Bellante che, con il fratello e presidente Daniele Bellante, rappresenta la seconda generazione alla guida dell’azienda di famiglia.
Annalisa Bellante, è soddisfatta della nuova sede? “Il trasferimento ha rappresentato una fase importante e molto impegnativa, per certi versi ancora in corso, sebbene lo stabilimento sia già pienamente operativo. Siamo
tutti soddisfatti di questo nuovo ambiente, perché mostra anzitutto che Cama vive e si sente in costante evoluzione, in relazione a tanti aspetti: operativo, organizzativo, logistico e soprattutto tecnologico”.
Parlando di evoluzione tecnologica, su cosa state puntando?
“Continuiamo a inoltrarci sulla strada della tecnologia d’avanguardia. Proprio in questo periodo sono arrivate alla consegna finale alcune commesse di grande valore e destinate ad avere un impatto notevole nelle nicchie di mercato a cui si rivolgono”.
Si tratta di nuovi modelli?
“In realtà, la nostra forza non sta tanto nel proporre una macchina nuova, bensì nel configurare soluzioni uniche, completamente concepite per le esigenze specifiche che abbiamo incontrato sul campo e che il cliente ci chiede di soddisfare. Un parametro chiave per valutare la complessità e le performance di queste soluzioni è il livello di flessibilità, in particolare la capacità di lavorare con un solo impianto tanti formati diversi. Su questo piano sono poche le aziende, anche internazionali, che stanno al nostro passo. Ci sono realtà che possono realizzare singole macchine
competitive, ma quando si tratta di progettare un’intera linea ad hoc, che include tante tipologie di macchine, facciamo inevitabilmente la differenza. Noi non forniamo una macchina da sostituire o da aggiungere, ma aiutiamo il cliente a risolvere o a migliorare una questione che vuole affrontare all’interno della propria produzione. La nostra squadra di tecnici compie degli studi sull’imballaggio in cartone del cliente e lo ottimizza al fine di configurare la linea produttiva più efficiente possibile. Oltre alle performance, l’altro valore che poniamo alla base dei nostri progetti è la sostenibilità”.
Ci può fare qualche esempio?
“Sviluppiamo soluzioni che abbiano un concreto impatto sulla riduzione
Annalisa Bellante, vicepresidente di Cama Group“La nostra forza non sta tanto nel proporre una macchina nuova, ma nel configurare soluzioni uniche, completamente concepite per le esigenze specifiche che abbiamo incontrato sul campo e che il cliente ci chiede di soddisfare”
dell’impatto ambientale del mercato in cui vengono applicate. Penso alla recente ingegnerizzazione di un nuovo imballaggio per contenere cotton fioc, studiato insieme a una multinazionale del settore, che può così sostituire la tradizionale confezione in plastica con una in cartone. Con la stessa logica abbiamo sviluppato una linea per confezionare pastiglie per lavatrici e lavastoviglie in contenitori apri e chiudi in cartone riciclabile. O, ancora, abbiamo consentito a un produttore di cioccolatini vegani d’alta gamma di rinunciare all’uso di un flow pack in plastica monouso e di sostituirlo con un involucro in cartone, mantenendo totalmente la continuità del design e quindi del brand. In un’altra applicazione del settore dolciario, abbiamo modificato un nostro impianto già in funzione presso un produttore di cioccolatini a forma di sfera, al fine, anche in questo caso, di sostituire la confezione in plastica monouso con un inserto in cartone, senza modificare la presentazione del prodotto”.
Il mercato è dunque pronto a rinunciare, dove possibile, agli imballaggi in plastica?
“In realtà, alcune applicazioni che proponiamo sono in anticipo rispetto al mercato, essendo legate a scelte di packaging che hanno bisogno di tempo per affermarsi nella grande distribuzione, ma l’interesse dimostrato da prestigiosi marchi internazionali ci conferma che siamo sulla strada giusta. Dirò di più: oggi Cama svolge un ruolo di riferimento in tema di packaging sostenibile. Tanto da proporsi come consulente per le aziende che intendono intraprendere la transizione dall’imballo in plastica a quello in cartone, a partire dalla fase di pre-engineering. L’utilizzatore ci sottopone il campione del suo imballo, che viene sottoposto ad analisi ingegneristiche, per procedere poi allo studio di fattibilità di un progetto fino alla simulazio-
Esempio di linea completa (carico-formazione e chiusura) per lattine pet food
ne in 3D che consente di osservare nei dettagli come funzionerà l’impianto. Quest’ultimo servizio per noi è cruciale, poiché possiamo mostrare con dati alla mano e in tempi brevi la grande affidabilità tecnologica della nostra soluzione, che spesso deve garantire produzioni 24/7, magari per migliaia di pezzi al minuto. Sottolineo che mettiamo a disposizione questi servizi già in fase di pre-vendita, dunque senza che l’interlocutore sia vincolato all’acquisto. Il mercato ci sta ampiamente riconoscendo questa disponibilità, che si rivela spesso un plus decisivo nei confronti della concorrenza”.
Nel mondo del packaging da tempo si nota la tendenza alla concentrazione in grandi gruppi. Voi pensate di crescere anche attraverso delle acquisizioni?
“Abbiamo già molto da fare con l’assetto attuale (sorride). No, le acquisizioni non fanno parte della nostra strategia. Forse più avanti, quando ci saremo ulteriormente consolidati nella nuova sede, potremo pensare di assorbire delle tecnologie a monte o valle delle nostre, con l’obiettivo di fornire linee sempre più complete, dal packaging primario alla pallettizzazione, o di colmare delle nicchie che ci interessano. Ma è una strada che potremmo percorrere anche facendo leva solo sulla nostra forza interna. Abbiamo un reparto di engineering ben strutturato e con
Lo scorso novembre Cama Group, in collaborazione con Omet e Confindustria Lecco-Sondrio, ha organizzato la giornata Tech4Student, dedicata agli studenti degli istituti del territorio
eccellenti competenze, oltre a una squadra interamente dedicata all’attività di ricerca e sviluppo. Intanto consolidiamo le collaborazioni, alcune ormai storiche, con altre aziende simili a noi per mentalità”.
L’industria 5.0 e l’espansione dell’intelligenza artificiale porteranno a una maggiore trasparenza e condivisione dei dati?
“La direzione è senz’altro quella, soprattutto per i gruppi internazionali
e le aziende più strutturate. Le nostre tecnologie, in realtà, puntano da tempo sulla digitalizzazione e sulla fornitura di tutti i dati di processo. Ci sono però delle questioni che rimangono aperte e che devono essere affrontate, come la sicurezza informatica, la riservatezza industriale, la privacy. Ma sono certa che la transizione digitale avanzerà rapidamente: basta pensare all’importanza strategica, e quindi economica, della raccolta dei dati, sempre più determinanti nell’orientare investimenti e nuove tecnologie”.
Che prospettive vede per il 2024?
“Vorremmo confermare i numeri del 2023, che attestano un fatturato in crescita a quasi 100 milioni di euro. È stato, quindi, un anno positivo, sebbene a due facce: dopo gli ottimi primi otto mesi la domanda è un po’ calata nella parte finale. Per il 2024, nonostante le previsioni non rosee degli studi di Ucima sul settore del packaging, abbiamo già in portafoglio importanti ordini che ci consentiranno di oltrepassare il fatturato di 100 milioni. La solidità della nostra struttura, la scelta di sviluppare e mantenere all’interno il valore aggiunto della tecnologia ci fanno sentire fiduciosi nella possibilità di chiu-
Lavoro di squadra negli spazi della nuova sede di Cama Group a Molteno, in provincia di Lecco
dere un ottimo 2024 e iniziare un positivo 2025. Siamo riusciti del resto ad assorbire bene anche il Covid e soprattutto la successiva crisi degli approvvigionamenti di componentistica elettronica. La pandemia, che è stata una tragedia umana, ha avuto però anche qualche effetto positivo e pragmatico sulle modalità di lavoro, come l’accelerazione nell’uso degli strumenti digitali”.
A proposito di lavoro, come affrontate il problema della ricerca di competenze?
“Nel modo più organizzato possibile. Tra le aree di cui mi occupo ci sono anche le risorse umane, quindi vivo in prima linea questa sfida. Ed è proprio il confronto continuo con il tema che forse mi rende meno pessimista di altri imprenditori. Ho visto infatti che, se si mettono in campo le iniziative giuste, i risultati arrivano. Cama da tempo costruisce una forte relazione con il territorio, facendo
rete con le scuole, aprendo lo stabilimento agli studenti, portando i propri specialisti nelle aule per tenere lezioni. Lo scorso 17 novembre abbiamo organizzato, insieme ai ‘vicini di casa’ di OMET e in collaborazione con Confindustria Lecco e Sondrio, il Tech4Students Day, sul tema dell’orientamento e dedicato a studenti delle scuole secondarie di I e II grado, oltre che dell’ITS. Rispetto a un tempo, insomma, bisogna essere più proattivi. Non basta sfogliare qualche curriculum per trovare la persona adatta, ma è necessario creare le condizioni perché domanda e offerta si incontrino. Posso dire, quindi, che stiamo gestendo bene il problema. Per esempio, abbiamo appena ricevuto tante candidature di ottimo livello per alcune posizioni aperte di progettista elettronico e meccanico”.
Quali obiettivi vi siete posti per il prossimo futuro?
“Intendiamo continuare a crescere in modo equilibrato e costante. Troppi picchi positivi o negativi mettono in difficoltà il controllo di gestione, con il rischio di ridurre la marginalità. Diamo molta importanza alla pianificazione dei costi in ogni reparto e favoriamo la crescita di risorse interne verso ruoli di responsabilità, invece di affidarci ai cosiddetti supermanager. Gli altri obiettivi sono il pieno sfruttamento del nuovo headquarter e la focalizzazione sull’area R&D, per tagliare nuovi traguardi tecnologici, soprattutto in ottica Industry 5.0. Tutto questo restando una media azienda privata, capace di garantire tempi di risposta rapidi e di coltivare una relazione stretta con il cliente”.
“Oggi Cama svolge un ruolo di riferimento nel packaging sostenibile. Tanto da proporsi come consulente per le aziende che intendono intraprendere la transizione dall’imballo in plastica a quello in cartone”
Foodtec a Colonia rappresenta per Aetna Group l’opportunità di mostrare l’integrazione delle tecnologie di Meypack, società tedesca acquisita recentemente, insieme a quelle di altri brand come Robopac e Ocme.
Dal 19 al 22 marzo 2024, a Colonia, in Germania, si svolgerà la nuova edizione di Anuga Foodtec, dove i top player della filiera potranno condividere le principali novità in fatto di tecnologia di processo, di riempimento, di confezionamento, e in termini di sicurezza alimentare, di imballaggio, di digitalizzazione e di intralogistica.
Aetna Group partecipa alla kermesse forte dell’acquisizione fatta nel 2022 di Meypack, società tedesca apprezzata a livello internazionale per la capacità innovativa dei propri prodotti di fine linea, con particolare attenzione proprio al settore del food. Una integrazione, tra Meypack e il resto del Gruppo, che consente di potenziare una leadership nel segmento food&beverage grazie all’implementazione del know how e alla capacità di penetrazione che le filiali di Aetna Group garantiscono nei più importanti mercati del mondo e ora pure in Germania.
Allo stand A040 B059 nella Hall 8.1, verranno messe in luce le migliori e più avanzate tecnologie: una testimonianza importante dell’impegno profuso dal Gruppo per assicurare soluzioni complete, versatili e competitive, garanti dei
principi di sostenibilità e di qualità richieste da un mercato in continua evoluzione.
Il Robot S7 è tra i fiori all’occhiello di Aetna Group. La macchina semovente per l’imballaggio a marchio Robopac qui è presentata in versione full-optional, inclusa la tecnologia R-Connect per un monitoraggio costante e una ottimizzazione delle performances produttive.
Alla parola flessibilità fa eco Palwrapp, il palettizzatore all-in-one, compatto, con fasciatrice integrata ideale per gli impianti a bassa cadenza. Per le produzioni di media e alta velocità nel confezionamento di fine linea una risposta efficace è la fardellatrice e incartonatrice combinata Prasmatic TC300 Combi, mentre l’avvolgitore automatico a braccio rotante Helix 4 EVO coniuga le performances delle generazioni precedenti per alzare l’efficienza. A dimostrazione delle opportunità offerte dal gruppo in fatto di automazione del fine linea, la gamma di LGV a marchio Ocme accompagnerà la kermesse. Nello specifico, Auriga S-Forklift con forche fisse dimostrerà il suo livello di funzionalità per spostare pallet in piccoli magazzini senza carichi estremamente pesanti. Il confezionamento è ben rappresen-
tato dal modello VP602 di Meypack, un’incartonatrice per il confezionamento di astucci contenenti capsule di caffè in vassoi display con coperchio (tray & lid), e da WA20 di Sotemapack per il confezionamento in cartone wrap-around di vaschette di prodotti alimentari. In evidenza poi l’approccio green dell’azienda con due soluzioni d’impatto: la prima è ReCYCLE, la macchina per la compattazione e riduzione fino al 70% dei volumi dei materiali di scarto degli imballaggi; la seconda è Technoplat 3000PWJ, stazione di fasciatura automatica che si avvale della carta come materiale per l’avvolgimento, abbracciando le politiche di rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.
Anuga FoodTec offre numeri molto importanti per i visitatori: quasi 1.600 espositori – di cui oltre 800 di provenienza internazionale – specializzati e per lo più produttori, che offrono le migliori soluzioni disponibili per le sfide future del settore. Per questo sono attesi più di 40 mila visitatori da circa 150 Paesi per condividere gli aspetti più innovativi; numerosi webinar, congressi ed eventi, oltre ad una nuova area espositiva dedicata alle tecnologie ambientali e all’energia.
In questo contesto, la partecipazione di Aetna Group ad Anuga Foodtec 2024, con la presenza congiunta dei brand Robopac, Ocme e Meypack, segna un importante consolidamento dell’azienda di Castel San Pietro Terme (Bologna) nel settore del packaging alimentare.
Il settore italiano delle tecnologie per il packaging supera per la prima volta quota 9 miliardi di euro: nel 2023, secondo i dati preconsuntivi di Mecs-Centro Studi di Ucima (Unione costruttori italiani macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio), il fatturato complessivo del settore si attesta a 9 miliardi e 50 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto al 2022. Se i consuntivi confermeranno questa cifra, si tratterà del terzo record consecutivo dopo quelli del 2021 e del 2022.
Nel dettaglio, il mercato dei costruttori italiani di macchine per il packaging è trascinato in questa cavalcata dall’export, che vale l’81,3% del fatturato e che chiuderà l’anno con 7,36 miliardi di giro d’affari.
La crescita sui mercati esteri è pari al +12% rispetto al 2022. Trend positivi si sono registrati un po’ dappertutto: considerando gli ultimi dati disponibili (ovvero quelli del periodo gennaio-agosto 2023), il Nord America è cresciuto del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, l’Unione
Europea del 17%, l’Asia del 22% e il Sudamerica del 31%. In calo il mercato domestico, che si ferma a 1,68 miliardi, -14% rispetto al 2022.
Si guarda con fiducia anche al 2024, con 8,2 mesi di produzione garantita (altro record). Una fiducia comunque da dosare, visti gli scenari geopolitici in continuo mutamento. Inoltre, i paesi dell’Unione Europea attendono le direttive definitive sull’utilizzo degli imballaggi: gli ultimi sviluppi sembrano però tenere conto delle specificità e tecnologie dei singoli stati membri, con il comparto italiano che non si vedrebbe così stravolto il suo modello virtuoso di gestione dei rifiuti.
“Nel 2023 ci siamo lasciati definitivamente alle spalle i problemi dei ritardi nella componentistica e i fatturati delle nostre aziende hanno quindi potuto dedicarsi esclusivamente a prendere gli ordini e a consegnarli, conquistando questo nuovo risultato record”, dichiara il presidente di Ucima Riccardo Cavanna. “Tuttavia, gli ordini, specialmente negli ultimi mesi dell’anno, hanno registrato un calo rispetto al
2022, che prefigura probabilmente un assestamento nel corso del 2024. Sul fronte domestico pesa quel -14%: il mercato italiano ha sofferto la crisi inflattiva e la mancanza di certezza sul tema Industry 4.0. Il settore di sbocco ed il nostro settore hanno bisogno di certezze, e di un nuovo piano che sostenga sia la domanda che l’offerta”. Nel mondo la posizione di leadership prosegue, visti i dati sull’export: “Quel che mi preme più sottolineare – continua il presidente – è il fatto che in tutto il mondo le aziende del food, del beverage, del pharma, del tissue e della cosmesi continuano a richiedere tecnologie e soluzioni made in Italy, grazie alla qualità, affidabilità e innovazione che sappiamo garantire. A proposito di innovazione, alcune nostre aziende hanno già implementato soluzioni di intelligenza artificiale sulle macchine: questa è la sfida dei prossimi anni e Ucima è pronta a fare la sua parte nello stare a fianco delle imprese per aiutarle nell’individuare le migliori opportunità di sviluppo e internazionalizzazione”.
Fondata e basata ad Altopascio (LU), Altopack sviluppa sistemi per il packaging di pasta per esigenze produttive eterogenee, dalle grandi produzioni delle multinazionali ai piccoli lotti dei contoterzisti.
È in particolare ai mercati emergenti che l’azienda pone attenzione, come quello africano, dove Altopack vanta già una presenza consolidata. In questo continente, Altopack ha installato nel corso degli ultimi vent’anni
oltre 50 linee produttive, diventando il nome di riferimento per tutte le realtà locali che vogliano intraprendere, o ampliare, attività di produzione e confezionamento di pasta.
La tecnologia di Altopack è allo stato dell’arte ma, al contempo, è alla portata di tutti. Grazie ai rapporti in essere con organismi quali Sace, Ice e le varie Camere di Commercio locali, l’azienda è infatti in grado di fornire e installare macchinari in ogni angolo del continente africano, supportando i clienti non soltanto sotto il profilo tecnico, ma anche finanziario. È quanto successo gli scorsi anni in Angola, dove Altopack ha fornito macchinari per equipaggiare due distinte linee produttive per un importante brand locale: una è dedicata al confezionamento di pasta corta, l’altra è progettata per gestire un tipo di pasta lunga.
Mettler-Toledo offre sistemi di ispezione ad alta affidabilità, che aiutano non solo a soddisfare le normative di sicurezza alimentare, ma anche a incrementare digitalizzazione ed efficienza del processo. Presentato allo scorso Cibus Tec un nuovo software per la gestione dei dati.
di Simone Ghioldi ed Emanuela TenconiMettler-Toledo permette ai propri clienti di essere all’avanguardia, non solo grazie alle soluzioni software di monitoraggio dei prodotti, ma anche per il suo costante impegno nella riduzione delle emissioni e dell’impatto ambientale. Abbiamo rivolto alcune domande a Roberto Scanu, business area manager della divisione Ispezione Prodotti di Mettler-Toledo Italia.
Roberto Scanu, quali sono i punti di forza di MettlerToledo?
“Offriamo sistemi di ispezione prodotti di alta qualità. Le nostre rigorose misure di controllo qualità fanno sì che le prestazioni dei sistemi di ispezione prodotti raggiungano livelli ottimali, fornendo risultati affidabili ai nostri clienti. Un altro punto di forza è la sensibilità dei nostri sistemi in termini di rilevazione di contaminanti e irregolarità. La nostra tecnologia è in grado di identificare anche contami-
nanti molto piccoli, offrendo livelli di sicurezza alimentare elevati. L’impegno dell’azienda va oltre la fornitura di sistemi di ispezione prodotti: operiamo come partner per offrire supporto e competenze completi. Lavoriamo a stretto contatto con i clienti per identificare le migliori soluzioni di ispezione prodotti in base ai loro requisiti specifici, aiutandoli non solo a soddisfare gli standard normativi in materia di sicurezza alimentare, ma anche a ottenere un’efficienza di funzionamento ottimale. Le nostre soluzioni di ispezione prodotti sono progettate per contribuire a contrastare l’aumento dei costi di produzione, a migliorare la produttività, ad agevolare la conformità alle normative e a tutelare la sicurezza dei prodotti. Mettler-Toledo vanta una presenza globale supportata da esperti locali, in grado di offrire una vasta gamma di conoscenze in materia di sicurezza. È evidente il nostro impegno nel comprendere e affrontare le criticità dei clienti, ma anche nell’offrire un servizio di assi-
stenza tecnica completo, dall’installazione alla consulenza. Manteniamo a livello locale le risorse relative alla produzione e all’assistenza tecnica per fornire un supporto rapido in tutto il mondo. Questa vicinanza ci consente di rispondere prontamente alle esigenze delle aziende alimentari e di fornire soluzioni di ispezione prodotti su misura. Offriamo inoltre soluzioni integrate che comprendono non solo hardware, ma anche software e servizi. Un approccio olistico è essenziale per garantire processi produttivi continui. Alcuni dei nostri sistemi, in particolare l’ispezione a raggi-X, sono inoltre dotati di algoritmi software avanzati che migliorano l’accuratezza e l’efficienza della rilevazione. Questi algoritmi vengono continuamente perfezionati affinché siano sempre al passo con le sfide emergenti nel set-
tore della produzione alimentare. Inoltre il software ProdX™ svolge un ruolo chiave per il raggiungimento della maturità digitale nell’ambito della sicurezza alimentare. ProdX funge da ‘gemello digitale’ di ogni dispositivo nel processo di produzione. Ciò non solo migliora il monitoraggio in tempo reale, ma contribuisce anche all’identificazione e alla risoluzione proattiva delle deviazioni, garantendo che l’eccellenza del prodotto rimanga inalterata”.
Quali sono i vostri obiettivi a breve termine?
“Ampliare la base di clienti ed entrare in contatto diretto con il nostro mercato. Per raggiungere questi obiettivi sono importanti le interazioni faccia a faccia in occasione di eventi come la scorsa edizione di Cibus Tec, durante il quale abbiamo incontrato sia i clienti consolidati sia quelli potenziali, costruendo relazioni fondamentali”.
Il nuovo software ProdX è stato sviluppato per la gestione del controllo delle informazioni essenziali: controllo e gestione, sprechi, eventi di contaminazione. Può dirci qualcosa di più sui suoi vantaggi?
“Il software di gestione dei dati ProdX funge da archivio sicuro per i dati di ispezione raccolti dai dispositivi di ispe-
Roberto Scanu, business area manager della divisione Ispezione Prodotti di MettlerToledo Italia
zione prodotti di Mettler-Toledo. Archivia meticolosamente i dati critici in un server centralizzato a prova di manomissione, garantendo l’integrità e la sicurezza delle informazioni. Questa funzionalità rende ProdX un custode digitale, che protegge attivamente l’intero ciclo di vita di ogni dispositivo coinvolto nel processo di produzione. Una caratteristica fondamentale è la sua funzionalità di monitoraggio in tempo reale, che contribuisce a garantire costantemente prodotti dolciari di qualità elevata. ProdX conserva un registro digitale dei parametri di produzione e dei risultati delle ispezioni che consente di rispondere rapidamente alle variazioni. Con questo approccio proattivo, qualsiasi deviazione dagli standard di qualità viene immediatamente esaminata, mantenendo l’eccellenza del prodotto e riducendo al minimo il rischio che lotti non conformi agli standard raggiungano il mercato. Le funzionalità del software vanno oltre le funzioni più immediate. Durante i cambi di prodotto, ad esempio, esso può ottimizzare l’integrazione dei dispositivi esistenti utilizzando protocolli proprietari e non standard. Il sistema consente inoltre di esportare i dati in altre applicazioni di controllo, monitoraggio e analisi di livello superiore, dando ai produttori la possibilità di ottenere informazioni più approfondite e promuovere il miglioramento continuo. Può inoltre svolgere un ruolo fondamentale nel ridurre al minimo la produzione di articoli non conformi agli standard, determinando una notevole riduzione degli sprechi. Questa riduzione non ha solo implicazioni ambientali positive, ma si traduce anche in risparmi economici. L’automazione del sistema può contribuire a ridurre i costi di manodopera automatizzando la registrazione dei dati e la generazione di rapporti, e consentire al personale di concentrarsi su processi decisionali più complessi. Mentre gli approcci tradizionali possono fare affidamento solo su ispezioni manuali e analisi retrospettive, ProdX offre la possibilità di fornire informazioni in
tempo reale che consentono ai produttori di adottare misure proattive. Ciò riduce al minimo il rischio che prodotti non conformi agli standard raggiungano il mercato e consente ai produttori di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze di produzione e alle aspettative dei consumatori”.
Quali idee e informazioni avete raccolto all’ultima edizione di Cibus Tec? Il mercato vi chiede qualcosa di mirato?
“A Cibus Tec, il nostro scopo principale è stato quello di mostrare la punta di diamante della tecnologia di ispezione prodotti, con un focus strategico sulle soluzioni integrate, tra cui la rivelazione dei metalli, l’ispezione a raggi-X, i sistemi di controllo peso, l’ispezione visiva e il software per la gestione dei dati. Abbiamo anche mostrato i nostri macchinari sul Demo Van. Ciò ha permesso ai visitatori di immergersi in esperienze dirette. Conducendo test in tempo reale sui prodotti, volevamo dimostrare le prestazioni eccezionali e la versatilità dei sistemi. Questo approccio interattivo ha fornito informazioni preziose sul modo in cui le nostre soluzioni si allineano alle esigenze specifiche della nostra clientela. Il feedback ricevuto in occasione di Cibus Tec ci sprona ancor di più a mettere a punto le offerte affinché rispondano alle aspettative del mercato. Il tema generalmente presente sul mercato è un crescente interesse per solu-
ProdX archivia e gestisce i dati di ispezione raccolti dai dispositivi di ispezione prodotti di Mettler-Toledo.
La soluzione offre inoltre un’interfaccia intuitiva con l’utente
zioni personalizzate e mirate. Gli strumenti integrati presentati all’evento incarnano il nostro impegno non solo a soddisfare, ma anche ad anticipare e superare queste aspettative in continua evoluzione. Cibus Tec si è confermata una piattaforma per scambi approfonditi che plasmano il futuro dell’ispezione prodotti nel settore alimentare”.
Quali sono gli impegni di MettlerToledo nei confronti dell’ambiente e in che modo coinvolgete i vostri clienti e partner?
“Nel 2023 abbiamo ottenuto lo status di emissioni zero e abbiamo delineato un impegno ambizioso per l’obiettivo di ridurre a zero i rifiuti destinati alla discarica entro il 2025. Questi traguardi non solo sottolineano la nostra dedizione nei confronti delle pratiche sostenibili, ma riflettono anche il contributo significativo dell’azienda alla promozione di un futuro più verde. Il programma GreenMT, pilastro di questo impegno, ha spinto l’azienda a migliorare l’efficienza energetica, sfruttando l’elettricità rinnovabile e implementando misure per ridurre le emissioni di gas serra. La dedizione volta ad assicurare la sostenibilità delle attività ha fatto meritare a Mettler-Toledo il riconoscimento come leader di settore nelle pratiche ESG (ambientali, sociali e di governance).
Ottimizzando gli stabilimenti, i processi di produzione e le operazioni di vendita e assistenza a livello globale, Mettler-
Toledo ha compiuto notevoli passi avanti verso i suoi obiettivi di sostenibilità. In particolare, nel 2020 abbiamo raggiunto due obiettivi fondamentali: l’approvvigionamento di elettricità rinnovabile al 100% e le emissioni zero nelle nostre attività. Questi risultati sono stati mantenuti negli anni successivi, confermando questi traguardi nel 2021 e nel 2022. L’impegno per la responsabilità ambientale va oltre le nostre attività grazie al programma di coinvolgimento dei fornitori. Integrando considerazioni di tipo sociale e ambientale nelle nostre decisioni relative all’approvvigionamento, siamo attivamente coinvolti nella decarbonizzazione della nostra filiera e nella promozione di pratiche di approvvigionamento responsabili. Guardando al futuro, abbiamo fissato l’obiettivo a lungo termine di raggiungere entro il 2050 l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra in tutta la nostra filiera produttiva. Questi obiettivi sono in linea con il nostro impegno generale per la limitazione del riscaldamento globale, come delineato nell’accordo di Parigi del 2015 in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici”.
Concludendo, come sintetizzerebbe i tre principali plus dell’azienda? “Mettler Toledo mette i propri clienti nelle condizioni di poter: incrementare la produttività; elevare la sicurezza dei prodotti; digitalizzare il processo”.
Progettisti e utenti possono ora beneficiare del sistema Rittal per applicazioni critiche che richiedono materiali più resistenti. Gli armadi compatti sono dotati di un sistema brevettato di bugnature interne lungo tutto il perimetro dell’armadio. Questo significa che, insieme alle guide per l’installazione interna, riproducono lo schema del passo meccanico da 25 mm del sistema di armadi di grandi dimensioni VX25. Grazie a questo sistema unico e brevettato, gli armadi compatti AX sono pronti per tutti i tipi di configurazioni e installazioni interne.
I componenti e gli accessori del sistema, dagli interruttori di posizione della porta e dai montanti, alle guaine per cavi, fino alle lampade a LED, possono essere installati sugli chassis di montaggio in modo semplice, rapido e sicuro, senza la necessità di lavorazioni meccaniche. Grazie allo spazio predefinito tra gli chassis, è possibile utilizzare anche gli accessori del sistema di accessori come i profilati forati.
Il nuovo design semplifica inoltre la messa a terra, grazie alla compensazione automatica di potenziale anche per i modelli AX e KX in acciaio inox.
Sui contenitori KX, ad esempio, le staffe a “L” posizionate sui laterali sono state ottimizzate per il collegamento PE. Per sfruttare ancora meglio la profondità del contenitore KX, la guida di montaggio può essere montata direttamente sul fondo del contenitore grazie ad un accessorio dedicato venduto separatamente. Un’altra novità della gamma KX è l’introduzione di una nuova tipologia di contenitore, E-Box, il quale viene fornito con un sistema di chiusura e coperchio incernierato con una cerniera a 180°, per agevolare le operazioni di manutenzione e service. Sia nella serie AX che nella serie KX, il retro è completamente chiuso, ma nei quattro angoli c’è una predisposizione per favorire il montaggio dei sistemi di fissaggio a parete.
I nuovi armadi e contenitori in acciaio in inox sono già predisposti per il tracciamento digitale dei processi produttivi di realizzazione di quadri elettrici, processi molto richiesti in tempi di sistemi sempre più complessi e di carenza di manodopera qualificata. Tutti i dati sono disponibili per Eplan, in modo che l’apparecchiatura adatta e quella installata possano essere configurate
senza problemi in base alla pianificazione e alla progettazione meccatronica. Il gemello digitale del quadro elettrico creato dal progetto Eplan contiene anche tutti i dati necessari per l’elaborazione automatica da parte dei quadristi, ad esempio, con le forature e le lavorazioni con i centri lavoro Perforex. Il codice QR presente su tutti i modelli della nuova gamma in inox permette di attivare l’innovativo sistema ePOCKET, la tasca porta schemi digitale che permette l’archiviazione di tutti gli schemi elettrici, manuali d’uso e manutenzione, e molto altro. L’operatore ha sempre a disposizione tutta la documentazione aggiornata.
UN PORTALE PER LA GESTIONE DEGLI ORDINI DI ABITI
Quanti più dipendenti ha un’azienda e maggiore è il suo volume di ordini, tanto più tempo richiede la gestione dell’abbigliamento da lavoro e dei panni, per poter predisporre per tutti la dotazione adeguata. “Con il portale clienti ‘myMewa’, si possono consultare, controllare e modificare in qualsiasi momento i dati relativi agli ordini e lo si può fare con pochi click sul PC o sullo smartphone, quando si vuole, 24 ore su 24, 7 giorni su 7”, spiega Velko Winters,
amministratore delegato di Mewa Italia. “Questo permette di aggiornare sempre le dotazioni richieste, adattandole alle necessità del personale, senza correre quindi il rischio di ordi-
nare una salopette in più o una in meno”. Lo stesso vale per la fornitura di panni: in un attimo i clienti possono aumentare o ridurre le loro scorte. Con pochi clic si comunicano le nuove ne-
cessità di cui si terrà conto per la successiva consegna. Grazie al portale clienti Mewa, una piattaforma intuitiva e userfriendly, è possibile evitare errori di comunicazione, nei casi in cui per esempio il cliente voglia segnalare un avvicendamento nell’organico, la necessità di una riparazione o una richiesta diversa di panni e tappetini. Recentemente, il portale clienti Mewa è stato integrato con ulteriori funzioni ed è disponibile in quasi tutte le sedi europee del fornitore di servizi tessili.
Lo specialista della gestione dei cavi icotek presenta i nuovi passacavi divisibili KEL-ER-BL. Il KEL-ER-BL è un telaio di ingresso cavi apribile per cavi con e senza spina. A seconda delle dimensioni, possono essere inseriti cavi con un diametro da 1 a 35 mm, sigillati con grado di protezione IP65
e allo stesso tempo sottoposti ad un trattamento antistrappo in conformità alla norma DIN EN 62444. La protezione IP65 è ottenuta grazie alla guarnizione iniettata e all’uso di gommini singoli. I gommini passacavi corrispondenti vengono fissati automaticamente nel telaio durante il montaggio. Al termine dell’assemblaggio, il coperchio terminale viene avvitato. I gommini passacavi sono collocati negli scomparti e fissati saldamente al telaio durante il serraggio. Il nuovo telaio si adatta alle aperture standard per i connettori industriali a 10, 16 e 24 pin. La dimensione dell’apertura può arrivare a 46 mm invece che a 36 mm, il che significa che è possibile far passare anche cavi con connettori più grandi. Il formato KEL-
La prassi più diffusa nella progettazione dei macchinari si fonda sullo sfruttare una pressione operativa compresa circa tra i 6 e gli 8 bar. Tuttavia, riducendo questo valore ad esempio da 7 a 4 bar, gli utenti finali potrebbero abbattere i costi energetici fino al 29%.
Pur non essendo diffusa, la frontiera del 4 bar è già realtà in alcune aziende e richiesta da alcuni utilizzatori finali. Puntare a questo obiettivo, o quantomeno a una sensibile riduzione
della pressione operativa, sarà la sfida del prossimo futuro per la pneumatica, che ha ancora molto da dire come tecnologia di automazione per semplicità ed efficacia di utilizzo. L’aumento dei costi energetici, il rilascio di nuove normative, le aspettative per un’industria sempre più efficiente e a basso impatto di emissioni favoriranno questa transizione.
La riduzione della pressione a 4 bar in talune applicazioni può richiedere l’uso di un attuatore con diametro maggiore per garantire la forza richiesta. In questo caso l’utilizzo di moltiplicatori a basso consumo SMC (VBA-X3145 e VBA-X3239) possono superare l’ostacolo, evitando di utilizzare un cilindro con diametro maggiorato dove gli spazi non lo consentono, raggiungendo anche il 40% in meno dei consumi. In casi dove lo spazio è basilare, cilindri più compatti e leggeri come le serie J di SMC e con diametri intermedi rispetto alle proposte standard, rappresentano una soluzione che permette una progettazione moderna, innovativa
ER-BL-B si basa su un’apertura di 46 x 46 mm (ad esempio, per controllori e contatori). La versione singola fila KELER-BL-E è caratterizzata da un design poco ingombrante ed è ideale per gli spazi ristretti e per i cavi con connettori piatti (per esempio Sub-D). Il KEL-ER-BL nel colore di segnalazione blu è utilizzato principalmente nel settore dell’imballaggio alimentare e delle macchine per la lavorazione degli alimenti, dove non vi è contatto diretto. I prodotti di questo colore sono spesso utilizzati anche nel settore farmaceutico. La confezione comprende un’ulteriore guarnizione piatta in gomma blu. Campioni, certificati ed ulteriori informazioni sono disponibili direttamente dal produttore.
e sostenibile. Una ulteriore opzione è utilizzare cilindri compatti con doppia spinta (CDQ2B-X3166).
La funzionalità di un impianto a 4 bar si ottiene anche con la gestione ottimale dei soffi tramite soluzioni come ugelli di potenza ad alta efficienza (KNH) che migliorano del 10% la resa; con amplificatori di portata (ZHV) che aumentano di 4 volte la portata; e con sistemi per il vuoto a elevato risparmio energetico (ZK2) che rispetto a un classico eiettore a singolo stadio senza controllo possono arrivare al 93% di risparmio d’aria. Senza dimenticare che superati sensibilmente i 4 bar gli eiettori non migliorano le performance di aspirazione, aumentando invece i consumi in quanto si entra in una zona non ottimale della curva di rendimento.
Man mano che le nuove macchine a pressione ridotta popoleranno le fabbriche, gli utilizzatori finali potranno ridurre la pressione di linea, con ulteriori risparmi sul consumo elettrico totale delle sale compressori e sull’incidenza delle perdite negli stabilimenti.
Un grande produttore britannico di cibo per animali voleva sfruttare meglio i propri macchinari aumentando l’OEE (efficienza complessiva degli impianti) di 3 punti percentuali; si è rivolto quindi agli specialisti di NSK per chiedere una valutazione dei processi e dei sistemi con l’obiettivo di ottenere il miglioramento desiderato.
La scelta di rivolgersi a NSK è giunta dopo aver conosciuto il programma a valore aggiunto AIP della casa giapponese e, in particolare, la possibilità di aumentare la durata dei cuscinetti grazie a una combinazione di servizi di formazione e ingegneria applicativa. Questo approccio è fortemen-
te incentrato sull’individuazione di opportunità di miglioramento in tre ambiti chiave: persone, impianto e processi.
Nella fabbrica di cibo per animali, la direzione era consapevole di alcuni problemi applicativi, che gli esperti di NSK hanno analizzato per redigere una mappa di processo. La mappa di processo è uno degli strumenti più efficaci del metodo AIP, perché consente di effettuare una revisione completa e documentata del processo produttivo, dall’inizio alla fine, con
particolare enfasi sulle applicazioni critiche dei cuscinetti. In questo caso, la mappa di processo ha individuato cinque aree di potenziale miglioramento dell’OEE. Sono quindi state effettuate alcune prove, inizialmente concentrate sull’applicazione più costosa: l’estrusore di crocchette. Il cliente lamentava frequenti cedimenti dei cuscinetti e perdita di produzione ogni 10-12 settimane in media. Utilizzando i dati analitici ottenuti dalle prove, NSK ha constatato che la lubrificazione a grasso non era idonea per garantire l’aspettativa di vita dei cuscinetti. I tecnici esperti hanno quindi raccomandato un olio ad alta viscosità per allungare la durata e offrire una soluzione di supporto adeguatamente resistente.
Il cliente ha sostituito i cuscinetti esistenti con cuscinetti radiali orientabili a rulli Serie EA e cuscinetti assiali a rulli di NSK. I cuscinetti Serie EA con gabbia in acciaio stampato offrono alta capacità di carico, velocità limite elevate e ottima funzionalità in condizioni operative caratterizzate da temperature elevate, risultando così ideali per l’estrusore di crocchette e altre applicazioni sull’impianto di cibi per animali. Dopo il montaggio, l’estrusore ha operato per 7 mesi senza alcun cedimento dei cuscinetti, con una drastica riduzione dei costi pari a 70.000 sterline grazie alla riduzione dei fermi in produzione e degli interventi di manutenzione. Inoltre, l’impianto per la produzione di cibo per animali ha raggiunto l’obiettivo di aumentare l’OEE di 3 punti percentuali.
Su richiesta del cliente, NSK si è occupata anche della formazione in loco per il personale di manutenzione dell’impianto, offrendo un ulteriore valore aggiunto nell’ambito della soluzione complessiva.
I motori SynRM riducono le perdite di energia fino al 40%, evitando l’impiego sia di avvolgimenti nel rotore sia di gabbie di scoiattolo. Inoltre aumentano l’affidabilità del sistema nel suo insieme. Ad esempio, confrontati con motori tradizionali di pari prestazioni, riducono notevolmente le temperature di avvolgimenti e cuscinetti, anche di 30 e 15°C rispettivamente. Dal punto di vista dell’utilizzo, questi motori uniscono una semplicità di manutenzione assimilabile a quella dei motori a induzione ma con prestazioni assimilabili a motore a magneti permanenti. Ma soprattutto, avendo le stesse dimensioni dei più “tradizionali” motori a induzione IE2, possono venire sostituiti ad essi in modo agevole, senza modifiche meccaniche.
I drive GA di Yaskawa gestiscono motori sia a riluttanza pura sia assistiti da magneti permanenti, grazie all’innovativa tecnica di controllo sensorless EZ Vector Control. In aggiunta, accrescono l’efficienza energetica complessiva dell’applicazione con specifici algoritmi di energy saving.
Molte ulteriori funzioni – come la gestione di tutte le reti fieldbus su Ethernet in una sola scheda opzionale, funzionalità PLC integrata sul drive con macro-applicative pronte all’uso e software di commissioning evoluto – completano le dotazioni degli inverter.
il Gruppo Yaskawa Electric è lun player internazionale nei campi della tecnologia di azionamento, dell’automazione industriale e della robotica. Yaskawa Italia è la filiale che dal 1994 rappresenta nel nostro paese le divisioni Robotica e Drives, Motion e Controls.
A Digital Industries World, l’associazione che dal 2018 si impegna a promuovere la trasformazione digitale nell’industria, ha da poco aderito anche Ucima, l’Unione dei costruttori italiani di macchine automatiche per
il confezionamento e l’imballaggio. L’associazione di settore, che aderisce a Confindustria, riunisce circa 180 brand e rappresenta un settore che ha chiuso il 2023, secondo i dati preconsuntivi, con un fatturato record di 9 miliardi di euro, di cui l’81% proveniente dall’export.
L’ingresso in Digital Industries World da parte di Ucima arriva a coronamento di un percorso di collaborazione inaugurato nel 2022 con la partecipazione all’evento Macchine Connesse e proseguito nel 2023, ancora con la presenza e il patrocinio a Macchine Protette e Macchine Connesse, e poi con l’adesione a “Digital Servitization nel settore machinery”: il primo
Osservatorio per l’Industry 4.0 di Digital Industries World mira a rilevare il grado di maturità digitale dell’industria nel nostro paese e coinvolge numerose rappresentanti di settore, tra cui anche le associazioni partner di Ucima Acimac e Amaplast.
“Il settore rappresentato da Ucima è una delle eccellenze del made in Italy”, dichiara il presidente di Digital Industries World, Giuliano Busetto. “In questi due anni di collaborazione abbiamo organizzato molte iniziative a favore dei nostri associati e fin da subito abbiamo condiviso una ‘vision’ orientata alla promozione delle eccellenze nel campo dell’automazione e dell’industria digitale”.
Pastificio Liguori è tra le aziende più antiche d’Italia, le sue origini risalgono al 1795, e tra i maggiori produttori di pasta di Gragnano IGP. L’azienda si distingue per la produzione di un prodotto premium e pluricertificato di altissima qualità. Distintivo è il processo di produzione, denominato Metodo Liguori, che prevede la fondamentale fase della lenta essiccazione a basse temperature, un processo ad oggi certificato che permette di custodire le proprietà organolettiche della materia prima utilizzata, il pregiato grano duro 100% italiano di filiera certificata.
Negli ultimi due anni, Pastificio Liguori è stata protagonista di una crescita esponenziale a livello di presenza del marchio, arrivando ad essere distribuita in oltre 60 paesi del mondo. Nell’ultimo anno, il fatturato ha segnato un incremento percentuale del 43%, raggiungendo 81 milioni di euro.
Per ottenere una visione unificata delle informazioni, innalzare l’ef -
ficienza dei processi di business e migliorare la customer experience, il pastificio di Gragnano (NA) ha deciso di integrare i propri sistemi con SAP, in particolare con l’adozione di SAP S/4HANA.
Questa scelta ha anche permesso di ampliare la collaborazione e lo spazio di dialogo tra team IT e business partner. Partner di progetto sarà Software Business, partner SAP Open Ecosystem, azienda fondata nel 2004 ad Avellino, con una lunga storia di progetti in ambito ERP presso aziende italiane di medio e piccole dimensioni.
“Siamo fieri di poter raggiungere nuovi obiettivi aziendali, grazie all’implementazione di nuovi processi. Accorciamo la distanza con le sfide del futuro, rendendo il Pastificio una realtà sempre più all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, capace di accogliere le richieste ambiziose”, ha dichiarato Salvatore Casillo, direttore generale del Pastificio Liguori.
“Pastificio Liguori rappresenterà un
asset importante nel nostro portafoglio. La consolidata esperienza nel settore food unita alle nostre competenze in ambito ERP e Digital saranno messe a servizio di un cliente che per prospettive di crescita e tradizione di mercato rappresenta un motivo di orgoglio e di consolidamento del nostro gruppo”, ha commentato Massimiliano D’Alessio, Ceo di Software Business Srl Benefit. “L’importante crescita che sta vivendo Pastificio Liguori ha bisogno dei migliori strumenti per una gestione più efficiente e integrata dei processi aziendali, anche in un’ottica di una maggiore internazionalizzazione del business. Siamo molto felici che l’azienda abbia deciso di rendere SAP S/4HANA il cuore del suo business, con l’obiettivo di semplificare e standardizzare la propria infrastruttura e di accedere in tempo reale a dati strutturati a supporto di processi decisionali più snelli e rapidi”, ha dichiarato Fabrizio Moneta, direttore mid market e Canale di SAP Italia.
Emerson ha presentato la linea di misuratori di densità e portata massica a effetto Coriolis Micro Motion™ Serie G, a doppio tubo e molto compatti. Questa linea offre lo stesso livello di qualità e affidabilità dei design standard, ma è più piccolo e leggero. Come i tradizionali misuratori di portata volumetrica, fornisce una misura di portata massica diretta, immunità dei cambiamenti di pressione/temperatura di processo e diagnostica di processo e stato avanzata.
Emerson ha anche presentato il trasmettitore Micro Motion 4700 a effetto Coriolis, che offre nuove funzionalità ed è utilizzabile con la famiglia Micro Motion di misuratori di portata a effetto Coriolis. Il trasmettitore può essere adattato alla maggior parte dei sensori Micro Motion esistenti ed essere ordinato con tutti i nuovi misuratori, inclusi i nuovi Micro Motion Serie G. La combinazione di questi due nuovi
prodotti offre una soluzione ideale per le applicazioni chimiche e industriali. I misuratori di portata Micro Motion Serie G sono ideali per gli impianti chimici che devono migliorare la sicurezza, ridurre il consumo energetico e minimizzare le emissioni. Sono disponibili con certificazione di conformità PED (Pressure Equipment Directive) e certificazioni di livello di sicurezza SIL 2 e SIL3 e sono progettati per essere conformi alle linee guida NAMUR NE 132. Dal 2024 sono disponibili anche modelli igienici per food & beverage, life sciences e altre applicazioni in cui è richiesta la certificazione 3-A o EHEDG (European Hygienic Engineering & Design Group).
Anche se i misuratori a effetto Coriolis non richiedono l’impiego di tubi dritti a monte o a valle come molte altre tecnologie di misurazione della portata, alcuni modelli hanno un ingombro maggiore che ne limita l’uso in spazi
Wenglor sensoric group, azienda tedesca che sviluppa e produce sensori intelligenti, dispositivi di sicurezza e sistemi avanzati di elaborazione di immagini, amplia il portafoglio di dispositivi optoelettronici PNG//smart con le barriere reflex P1PM. Con un innovativo metodo di rilevamento tramite luce rossa a LED, le barriere reflex P1PM sono in grado di riconoscere oggetti di qualsiasi forma, colore e materiale, individuando l’intensità della luce retrodiffusa e la distanza. Le barriere reflex P1PM, disponibili in quattro varianti, convincono soprattutto per la loro versatilità che le rende adatte alle applicazioni più disparate: controllo di presenza, riconoscimento di contrasto, verifica del livello di riempimento e controllo dell’espulsione. Grazie al principio di rilevamento combinato, le barriere reflex rilevano, oltre
ristretti. I nuovi misuratori di Emerson affrontano questo problema con una misura da faccia a faccia inferiore a 30,48 cm (12 pollici) per il modello con diametro del tubo da 1 pollice. Il design compatto è completato da una significativa riduzione del peso, che offre vantaggi in termini di trasporto, installazione e sicurezza.
all’intensità della luce retrodiffusa, anche la distanza del punto luminoso da uno sfondo di riferimento precedentemente impostato tramite funzionalità Teach-in. Le distanze e le caratteristiche degli oggetti vengono rilevate in modo affidabile fino a un metro, indipendentemente dal colore, dalla forma e dal materiale delle superfici. Il rilevamento di oggetti lucidi, irregolari e persino semitrasparenti avviene in modo affidabile, senza che ciò richieda un catarinfrangente. Ciò comporta diversi vantaggi e risparmi in termini di spazio, tempo
e costi. L’assenza del catarifrangente permette inoltre di montare il sensore anche in spazi ristretti così come di evitare downtime dell’impianto dovuti a catarifrangenti sporchi di polvere o difettosi. Questi nuovi dispositivi infatti si regolano in modo dinamico, compensando variazioni graduali dello sfondo senza che siano necessari interventi. Questa caratteristica rende questo sensore particolarmente adatto anche ad ambienti gravosi, con sporcizia o forti vibrazioni.
Le barriere reflex P1PM dispongono di due modalità teach separate, potendo essere impostate su uno sfondo di riferimento sia statico che mobile. Il settaggio tramite IOLink consente di stabilire entrambe le modalità operative delle barriere reflex PNG// smart. In questo modo, il sensore può essere adattato in modo semplice e personalizzato in base all’applicazione di riferimento. Le barriere reflex riconoscono gli oggetti anche se si trovano direttamente di fronte all’ottica del sensore, poiché lavorano senza zona cieca.
Parmalat lancia la prima bottiglia certificata in PET bianco riciclabile con il 50% di PET riciclato. Oltre 3.000 le tonnellate di plastica vergine all’anno risparmiata.
Parmalat, protagonista in Italia nel mercato del latte e parte del Gruppo Lactalis, introduce la prima bottiglia in R-PET bianco per latte UHT nel nostro paese, confermando il suo impegno per l’economia circolare.
Il team di Ricerca & Sviluppo di Parmalat ha attivamente collaborato con la filiera del riciclo nel corso dell’ultimo anno, per migliorare l’intero processo arrivando a definire un flusso specifico dedicato alle bottiglie bianche per il latte, per ottenere PET riciclato con cui realizzarne di nuove. Con un contenuto pari al 50% di PET riciclato sarà possibile non immettere nel mercato l’equivalente di circa 150 milioni di nuove bottiglie all’anno e risparmiare così oltre 3.000 tonnellate di PET vergine, corrispondenti a 2.536 m3 di plastica vergine. Da rifiuto a risorsa: ogni bottiglia, al fine del suo ciclo di vita, potrà quindi essere riciclata e reinserita all’interno del sistema produttivo, creando nuovo valore per i consumatori, le aziende e l’ambiente.
Questi i vantaggi dell’operazione: utilizzando PET riciclato si evita la produzione di nuova plastica PET vergine, da fonti fossili; un risparmio di oltre 3.000 tonnellate di PET vergine all’anno, che corrisponde al peso di circa 15 statue della libertà; risparmiate circa 150 milioni bottiglie di PET vergine all’anno; il minore utilizzo di PET vergine comporta una ricaduta positiva anche in termini di emissioni di CO2 e di utilizzo acqua.
Il successo è stato reso possibile dalla collaborazione con Dentis Recycling Italy, operatore del mondo del riciclo, con cui l’azienda ha contribuito a sviluppare la prima filiera in Italia del riciclo per le bottiglie in PET bianco opaco. La composizione della bottiglia rende il packaging sempre più sostenibile confermando i più alti standard di sicurezza alimentare. Parmalat, con il lancio della nuova bottiglia, dà inoltre il via ad un programma di iniziative volte a sensibilizzare e orientare i consumatori al corretto riciclo delle
bottiglie, al fine di ridurne lo spreco. Per rendere ancora più visibile questo impegno, le etichette delle bottiglie di latte UHT ospiteranno una etichetta speciale accompagnata da un QR code che fornirà le indicazioni di corretto riciclo. Un invito che vuole sensibilizzare e incoraggiare i consumatori alle buone prassi in materia di sostenibilità. Nei prossimi mesi verrà inoltre promossa una serie di laboratori sui temi del riciclo all’interno del programma Parmalat Educational, divisione di Parmalat e parte di Lactalis Italia che sensibilizza all’interno delle scuole, le nuove generazioni sul valore del riciclo. “Siamo lieti di annunciare di aver sviluppato, insieme a Dentis Recycling Italy, la prima filiera in Italia del riciclo per il materiale PET bianco opaco e di contribuire concretamente allo sviluppo di progetti innovativi per un’economia sempre più circolare”, dice Maurizio Bassani, direttore generale di Parmalat. “Da oggi, le bottiglie in PET Bianco opaco potranno essere riciclate e reinserite all’interno del sistema, creando nuovo valore per i consumatori, le aziende e l’ambiente: con questo progetto riusciremo a risparmiare 150 milioni di bottiglie di PET vergine all’anno. Collaborare con l’intera catena del valore è essenziale. La partnership con Dentis Recycling Italy rappresenta un pilastro fondamentale: la realizzazione di bottiglie con il 50% di plastica riciclata è un esempio tangibile dell’efficacia di collaborazioni strategiche tra realtà operanti in tutta la filiera per promuovere azioni di sostenibilità e ridurre l’impatto ambientale”. Questa invece la dichiarazione di Corrado Dentis, CEO di Dentis Recycling Italy. “Con Parmalat si è realizzato un progetto di economia circolare tecnicamente innovativo e frutto di un grande lavoro di ricerca, che ha permesso di generare un nuovo flusso di riciclo meccanico per le bottiglie in PET Bianco opaco. Il progetto, che opera su scala industriale, permetterà efficienze ambientali importanti, concrete, costanti e misurabili: un risultato che
Maurizio Bassani, dg di Parmalat:
“Insieme a Dentis Recycling Italy, abbiamo sviluppato la prima filiera in Italia del riciclo per il PET bianco opaco, contribuendo concretamente all’economia circolare”
potrà dare un contributo all’Italia per centrare gli sfidanti obiettivi europei dei prossimi anni”.
L’IMPEGNO DEL GRUPPO LACTALIS
Le nuove bottiglie saranno utilizzate non solo per i prodotti Parmalat, ma anche per tutti gli altri marchi del portafoglio dell’azienda come Zymil, con l’obiettivo di avere il 100% di bottiglie riciclabili entro il 2024.
La scelta di sviluppare la filiera del riciclo per il PET bianco e quindi di introdurre sul mercato bottiglie riciclabili e con il 50% di plastica riciclata proveniente da questa filiera si inserisce all’interno dell’impegno del Gruppo Lactalis nella creazione di prodotti e packaging sempre più sostenibili e circolari. Il percorso prevede che entro il 2033 tutti i packaging siano riciclabili.
Il Gruppo punta anche a migliorare la circolarità, selezionando con attenzione i materiali e garantendone la corretta riciclabilità e la promozione di un percorso educativo rivolto ai consumatori sulla corretta gestione dei rifiuti è parte integrante della strategia. Inoltre, attraverso la collaborazione con l’intera catena del valore il Gruppo ha accelerato la transizione verso modelli di riduzione delle emissioni di carbonio, con l’obiettivo del -25% di emissioni di scope 1 e 2 entro il 2025, il -50% al 2033 e il raggiungimento del carbon net-zero entro il 2050.
Un impegno coerente e consapevole, che si inserisce all’interno del nuovo purpose di Lactalis “Alimentiamo il futuro”, attraverso cui il Gruppo conferma l’impegno ad agire in modo responsabile per contribuire ad alimentare il progresso della società e la salvaguardia dell’ambiente.
Il Gruppo Lactalis in Italia è parte del Gruppo francese Lactalis, protagonista internazionale dei prodotti lattiero-caseari con oltre 28,9 miliardi di euro di fatturato, 85.000 collaboratori e 266 stabilimenti in 51 Paesi.
Lactalis è presente in Italia da 35 anni e prende vita dai più prestigiosi marchi della tradizione casearia italiana: Invernizzi, Cademartori, Locatelli e Galbani, leader di mercato e dei formaggi italiani nel mondo. Nel 2011 viene acquisita Parmalat, leader in Italia nel mercato del latte, nel 2020 si finalizza l’acquisizione del Gruppo Castelli, che opera nella produzione e distribuzione dei formaggi DOP italiani, mentre nel 2021 il portafoglio prodotti si è arricchito con l’ingresso di Leerdammer. Il Gruppo Lactalis in Italia, con quasi 4.000 referenze di prodotto tra latte, formaggi, salumi e DOP, è costituito da 6 Business Unit: Galbani Formaggi, Galbani Salumi, Parmalat, Leerdammer, Castelli, Ambrosi.
Con un fatturato di oltre 2,8 miliardi di euro, Lactalis in Italia si avvale oggi di quasi 5.325 collaboratori e conta 31 stabilimenti produttivi sul territorio nazionale.
È il primo acquirente di latte nazionale con 1,5 miliardi di litri di latte raccolti ogni anno da circa 1.100 conferenti latte in 15 regioni italiane, che trasforma nel rispetto della tradizione e con la garanzia di oltre 8 milioni di accurati controlli l’anno, effettuati con tecnologie all’avanguardia lungo tutta la catena di approvvigionamento, produzione e distribuzione.
Caffè Vergnano è stato riconosciuto tra le aziende innovatrici del “Bando CONAI” con il premio Ecopack 2023 dedicato all’Ecodesign. L’azienda ha infatti spiccato tra i premiati in gara, per soluzioni di packaging innovative ed ecosostenibili immesse sul mercato.
Un importante risultato a testimonianza dell’impegno concreto preso dall’azienda che ogni giorno conferma la propria scelta sostenibile, che rappresenta un dovere morale ed un senso di responsabilità.
Caffè Vergnano si è distinto infatti, tra i partecipanti al Bando, grazie al pack premium dedicato al mondo Horeca – l’imballo da 2,5 kg – per il quale il brand ha scelto una produzione in R-PET: una plastica infrangibile, leggera e rigenerata al 100%, che è possibile riciclare ripetutamente e riutilizzare per la realizzazione di prodotti pregiati.
Mondi, player internazionale nel settore imballaggi e carta, ha introdotto in Sentrex, produttore europeo di sacchi in base carta, la sua Advantage StretchWrap, una soluzione di avvolgimento in carta che sostituisce il film plastico estensibile e consente processi logistici più efficienti.
L’Advantage StretchWrap è una carta kraft completamente riciclabile, realizzata con materiali provenienti da fonti responsabili. Mondi l’ha sviluppata in modo che fosse estensibile e resistente alla foratura, rendendola ideale per sostituire il film plastico estensibile usato da sempre per l’avvolgimento e il trasporto dei pallet. Stando a uno studio indipendente sul ciclo di vita sottoposto a valutazione paritaria, le emissioni di gas serra (GHG) sono il 62% in meno rispetto al film plastico estensibile vergine e il 49% in meno rispetto al film plastico estensibile prodotto con il 50% di contenuto riciclato.
Passando alla carta kraft di Mondi e utilizzando le macchine completamente automatizzate di EW Technology, Sentrex è stata in grado di aumentare l’efficienza del processo di avvolgimento: la produzione dei sacchi in base carta richiede infatti l’asciugatura affinché si possa rimuovere l’umidità dai sacchi prima che possano essere avvolti nel film estensibile plastico; solo così si evita la creazione di condensa
nell’imballaggio. L’Advantage StretchWrap di Mondi è traspirante e quindi può essere utilizzata per avvolgere e imballare prodotti immediatamente dopo la produzione dei sacchi in base carta, nell’ambito di un solo processo in linea.
La maggiore larghezza della bobina di carta Advantage StretchWrap consente la sostituzione della bobina solamente dopo l’avvolgimento di 400-600 pallet, rispetto ai 40-60 pallet di resa dell’avvolgimento in plastica. Questa soluzione in base carta può essere usata per avvolgere diversi formati e tipologie di pallet, colmando così quel vuoto tra pallet e prodotto, fornendo anche ottima stabilità e sicurezza durante il trasporto.
“Siamo entusiasti di poter usare la soluzione di avvolgimento in base carta proposta da Mondi in larga scala, poiché rientra nella continua ricerca e applicazione di pratiche economiche sostenibili nell’ambito di tutte le nostre operazioni”, afferma Michał Nogielski, Technical Director di Sentrex. “Il lavoro di squadra tra noi, Mondi e EW Technology ha fatto sì che l’intero processo di adattamento fosse repentino; le nuove avvolgitrici e bobine funzionano così bene che è un piacere suggerirle ai nostri stessi clienti, ad esempio per l’avvolgimento di pallet contenenti alimenti secchi come la farina e lo zucchero”.
“Con questo cambiamento, Sentrex avvolge i propri prodotti in un imballaggio più sostenibile, lavora in termini di una maggiore circolarità e contribuisce positivamente alla tutela dell’ambiente”, dice Jan Murzyn, Business Development Manager Speciality Kraft & Functional Paper di Mondi. “Inoltre, la sequenza di imballaggio è più efficiente, data la possibilità di avvolgere i pallet direttamente dopo la produzione, senza che sia necessario asciugare i sacchi in base carta. La collaborazione con Sentrex è la prova vivente che la nostra Advantage StretchWrap non è destinata esclusivamente alle applicazioni business-toconsumer, ma genera valore anche per i principali player del settore business-to-business”.
Quando si parla di sostenibilità alimentare, oggi è necessario guardare non soltanto alla filiera produttiva, ma anche al consumatore e alle sue scelte: secondo l’ultima indagine Nomisma, la filiera agroalimentare è considerata dagli italiani il quarto settore maggiormente responsabile del climate change, dopo industria energetica, trasporto aereo e trasporto su gomma. Consapevole di ciò, Eridania, protagonista nel mercato della dolcificazione ha scelto di inserire nella sua agenda green anche l’attenzione in materia di packaging. Negli ultimi anni, l’azienda ha intrapreso iniziative per ridurre progressivamente l’impiego della plastica (-14% per i pack primari e -13% per i pack secondari), con l’obiettivo di alleggerire il materiale di confezionamento senza influire sulla corretta conservazione del prodotto. Inoltre, la quasi totalità degli imballaggi utilizzati in Eridania è ad oggi riciclabile. L’azienda conta imballi per il 75% in carta o cartoncino che, dal 2020, sono tutti certificati FSC.
L’azienda conferma il proprio sforzo nello studio di packaging il meno impattanti possibile a ogni nuovo lancio:
tre degli ultimi arrivati in casa Eridania – Torta Subito, Eritritolo e Zero a Velo – hanno infatti confezioni interamente riciclabili in carta certificata FSC.
“Eridania si è sempre distinta per la serietà del suo approccio alle tematiche green e per la volontà di coniugare gli obiettivi di business con i princìpi di sostenibilità sociale e ambientale”, ha commentato Alessio Bruschetta, amministratore delegato di Eridania Italia. Eridania ha intrapreso diverse iniziative volte a utilizzare il proprio pack anche come strumento di comunicazione, con l’obiettivo, da un lato, di informare con trasparenza i propri consumatori
È stato presentato a Marca 2024 l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio packaging del largo consumo curato da Nomisma. Al centro del focus la presentazione dei risultati di un’originale indagine condotta su un campione rappresentativo di responsabili di acquisto tra i 18 e i 70 anni con l’obiettivo di identificare stili di vita e abitudini sostenibili degli italiani, con una particolare attenzione al ruolo svolto dal packaging sostenibile nei modelli d’acquisto alimentare degli italiani.
Nello specifico, dalla ricerca emerge come gli italiani siano sempre più consapevoli delle problematiche collegate al cambiamento climatico: più di 6 su 10 considerano tale aspetto come uno dei problemi più gravi a livello mondiale e per circa un terzo la crisi climatica
e, dall’altro, di coinvolgere gli stessi in comportamenti virtuosi, capaci di migliorare il nostro impatto sull’ambiente. Dalla primavera 2022, Eridania ha deciso di riportare sulle confezioni di Zucchero Classico i principali risultati green raggiunti negli ultimi anni, rinvolgendosi direttamente al consumatore per raccontargli del proprio impegno in termini di sostenibilità ambientale. Proprio sull’esempio di “pack parlanti”, negli ultimi mesi Eridania ha lanciato una nuova linea di bustine di zucchero Classico in edizione limitata raffiguranti “20 gesti per un futuro migliore”.
e i suoi effetti rappresentano una delle principali preoccupazioni per i prossimi 12 mesi. Questa inquietudine si colloca subito dopo le preoccupazioni legate al caro vita.
In questo scenario non semplice, per il 32% degli italiani la sostenibilità, unita all’attenzione all’ambiente, rappresenta un fattore determinante per le scelte di comportamento e acquisto, mentre il 59% dichiara di tenerne comunque conto.
Per gli italiani la sostenibilità passa dunque anche dal carrello della spesa. Ma quali sono le caratteristiche di sostenibilità maggiormente ricercate dalle famiglie italiane quando si vuole acquistare un prodotto con una confezione sostenibile?
Guidano l’assenza di imballaggi in eccesso
(59%), le confezioni interamente riciclabili (58%), quelle prodotte con ridotte emissioni di CO2 (46%), con materiale riciclato (45%) o biodegradabile (44%). Forte attenzione si denota anche per gli imballaggi plastic-free e quelli utilizzabili più volte.
A conferma del forte interesse verso la riciclabilità, quasi 8 italiani su 10 ritengono importante conoscere il processo di riciclo e la seconda vita che avrà il materiale una volta riciclato.
Centrale anche il ruolo giocato dalla marca del distributore: il 68% dei consumatori dichiara difatti di aver acquistato prodotti a marchio dell’insegna del supermercato perché avevano una confezione più sostenibile rispetto a quella di altre marche.
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