Inquadrature n1

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IN QUADRATURE

Foto-Informazione

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IN QUADRATURE

Foto-Informazione

InQuadrature è una rivista elettronica indipendente di Fotografia scaricabile gratuitamente. Una raccolta virtuale di scatti e racconti di appassionati e professionisti, del loro modo di vedere il mondo e l'arte della fotografia nel più semplice e genuino dei modi. Numero primo Trimestrale - Anno Primo In copertina fotografia di Roberto Russo data di uscita

19-06-2017

Direzione Editoriale: Vincenzo Russo Revisione: Mena di Palma 2017 Copyright © INQUADRATURE In questo numero: Foto & Viaggi alla Rovescia, Valerio Russo, Fabio Russo, Francesco Caracciolo e intervista a Marco Colombo Tutte le immagini e i testi pubblicati all'interno di INQUADRATURE sono proprietà dei rispettivi autori. Nessun testo o immagine può essere riprodotta, copiata, modificata o ridistribuita senza il permesso dell'autore Grafica e impaginazione:

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1 Foto&Viaggi alla rovescia

Un bar, un tavolino, un caffè e due amici; chiacchiere e fantasie su viaggi e fotografia. Così nasce “Foto e viaggi alla rovescia”, dalla semplicità di un incontro e dalla voglia di scoprire. Il progetto mira a mostrare il mondo sotto un altro punto di vista, attraverso l'obbiettivo di una macchina fotografica puntata verso luoghi inusuali, al di fuori delle solite mete. Un viaggio crea sempre milioni di aspettative e alla fine non è mai come lo si è sognato; durante il cammino si viene travolti da situazioni imprevedibili, magari ritrovandosi in treno tra Etiopia e Gibuti, all'interno di una miniera d'argento in Bolivia oppure su di un'isola sperduta nell'arcipelago di Myeik (Myanmar). Ci ritroviamo spesso a viaggiare guardando il mondo con l'occhio di un distaccato turista, senza capire

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cosa stiamo vivendo; questo non accade nei viaggi intrapresi da “Foto e Viaggi alla Rovescia”, sempre alla ricerca della completa simbiosi con la popolazione locale, abbatendo le frontiere mentali che creano pregiudizi verso i costumi, le tradizioni, la vita lontana da noi, scoprendo la bellezza che si nasconde dietro ogni angolo. Marco e Roberto organizzano Workshop fotografici in tutto il mondo, creando i presupposti per un viaggio memorabile, il viaggio che tutti vorrebbero fare almeno una volta nella vita, utilizzando la fotografia per far sì che odori, sapori, colori, persone e luoghi non vengano dimenticati. È convinzione comune che un viaggio verso una meta insolita abbia costi proibitivi. Viaggiando con loro vi renderete conto che non è sempre così, quindi scordatevi hotel lussuosi e spa, armatevi di buona pazienza e spirito di adattamento! Siete pronti ad osservare il mondo alla rovescia?


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Destinazione: Muang Sing

La strada per arrivare a Muang Sing non è certo una strada facile, molte sono le ore che si è costretti a fare su un autobus sgangherato; dopo aver attraversato numerosi villaggi la città che appare dinanzi ai nostri occhi non è nient'altro che un piccolo paese di frontiera, con la Cina a soli 10 km.

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La vita si svolge lenta a Muang Sing, dove la principale attività è il grande mercato mattutino in cui vedi affluire le donne delle minoranze etniche che abitano le colline circostanti.

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Si può pensare ad estenuanti ricerche prima di arrivare ad un tesoro, non è cosi a Muang: la mattina di buon ora, mentre ci dirigiamo al mercato, è il tesoro che trova noi. Un incontro casuale con alcune donne Akha a bordo di un tuk tuk, ci conduce ad un villaggio distante un paio d'ore di cammino. È qui che abbiamo la possibilità di partecipare al rituale dell'oppio.

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Entrati in una piccola e buia capanna un uomo ci accoglie invitandoci a togliere le scarpe e a sedere su delle stuoie, le sue mani indagano lo spazio intorno a lui alla ricerca del necessario per la preparazione dell'oppio. L'oppio, dopo essere stato fermentato, viene passato su una fiamma e inserito in un piccolo vasetto: l'uomo con una pipa ne inala il fumo mentre l'odore dolciastro avvolge il tempo e gli spazi. 18


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...Uno scorcio su Muang Sing 21


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2 Valerio Russo: Sono un giovane zoologo e naturalista partenopeo con un'enorme passione per i viaggi e per la fotografia naturalistica. Sono convinto che la fotografia sia un magnifico strumento per mettere in contatto uomo e natura. Più che raccontare me stesso tramite la fotografia ho l'aspirazione di raccontare il mondo che mi circonda e le meraviglie che si osservano in esso. Predisposto particolarmente verso l'aspetto documentativo più che per quello artistico, sono convinto che le geometrie, i colori e le magnifiche forme del mondo animale e vegetale abbiano intrinseca una fortissima carica artistica.

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Viaggiare è una delle mie passioni più grandi, ho visitato circa 25 paesi in 4 diversi continenti, ma aspiro costantemente ad incrementare questo numero. Tutti i miei scatti, ognuno a modo suo, hanno un peso e un ricordo forti, legati al momento, al viaggio, alla crescita. Non posso negare, però, che le esperienze vissute in Sud America occupano un posto speciale nel mio cuore. Avere la possibilità di osservare e fotografare la fauna dell'Amazzonia, delle Galapagos e delle Ande ha significato per me realizzare un sogno che custodivo sin da bambino. Sono un autodidatta ed un amatore quindi le insicurezze tecniche sono dietro l'angolo. Cerco sempre di legare i miei scatti ad un forte rispetto ed una forte etica verso i soggetti che osservo.


“Cracticus torquatus” Isola di Fraser, Australia, 2012

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“Phylidonyris novaehollandiae” Perth, Australia Occidentale, 2012

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Contatto tra uomo e natura Noto troppo spesso che persone che si definiscono fotografi naturalisti (ma a mio parere ben lontani dal potersi definire tali) mancano di questa empatia verso il mondo naturale. Rincorrono lo scatto perfetto e per poterlo realizzare apportano un grande stress (e a volte danni irreversibili) all'animale: manipolandolo, avvicinandosi troppo ai nidi o addirittura stordendolo con varie tecniche. In questo modo, in alcuni casi, riescono anche ottenere quella “perfezione” tanto agognata, ma a che prezzo?

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“Vultur gryphus” Arequipa, Peru, 2010


"Phaetusa simplex” Iquitos, Loreto, Peru, 2010

Sapere che gli scatti dei veri fotografi naturalisti, quelli caratterizzati da una forte etica e rispetto per il mondo naturale, dovranno poi “competere” con tali scatti non etici, senza che il pubblico sappia cosa ci sia dietro, mi dà un forte senso di rabbia e sconforto.

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“Salamandra salamandra� Belgio Meridionale, 2014. 31


Contatto tra uomo e natura Questo portfolio comprende foto di animali scattate durante il corso dei viaggi che, per passione, per studio o per lavoro, mi hanno portato in giro per il mondo. Tutte queste foto sono state scattate con una canon eos 400d, una reflex digitale di livello basico. L'essere riuscito a catturare questi momenti con un'attrezzatura ben lontana da poter essere considerata di alta qualità è per me motivo di grande soddisfazione.

“Dendropsophus leucophyllatus” Iquitos, Peru, 2010 32


“Scinax iquitorum” Iquitos, Peru, 2010.

“Atelopus hoogmoedi” Foresta di Iwokrama, Guyana, 2014

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“Iguana iguana” Nauta, Loreto, Peru, 2010

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3 Fabio Russo:

Ormai quasi 13 anni fa inizia un'avventura che ha cambiato radicalmente non solo il mio modo di andare sott'acqua ma anche il mio modo di fotografare. La prima macchina scafandrata e il primo flash me li regalò mio nonno materno poco prima di morire, era molto anziano, ormai viveva nel suo letto e quando gli mostravo i miei primi scadenti scatti una luce si accendeva negli occhi, un misto di commozione e stupore. Lui era di un'altra epoca e non aveva mai indossato una maschera, così la mia fotografia divenne da subito un mezzo per comunicare agli altri cosa

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si vedeva attraverso la maschera da sub. Sin da allora mi sono sempre sentito molto più orientato verso una fotografia descrittiva, che racconti qualcosa di quello che avviene al di là della superficie imperscrutabile del mare piuttosto che una “artistica”.


“Gambero vinaio su incrostazioni di briozoi� Gnathophyllum elegans

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“ L'anemone notturno� Alicia mirabilis

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Attraverso la maschera

Dietro a quello scoglio visto migliaia di volte può sempre nascondersi qualcosa di mai osservato, di sconosciuto, questo rende anche un piccolo e semplice giro con la maschera e la mia fidata macchina fotografica, una scoperta sempre nuova ed eccitante, un'esplorazione nel vero senso della parola e documentare al meglio quell'incontro è sempre stato il mio obiettivo!

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“ Osservare non c'è modo migliore di apprendere” Hippocampus guttulatus


“Triglia di scoglio addormentata" Mullus surmuletus

Quindi in questa piccola raccolta non si parlerà quasi mai di tecnica fotografica ma di passione per la vita marina e come la conoscenza, l'osservazione e la fotografia siano legati da un indissolubile filo nella fotografia naturalistica subacquea, quasi sempre al di là del mezzo fotografico utilizzato! Armatevi dunque di una maschera e di una piccola compatta anfibia e seguitemi nella scoperta di ciò che si nasconde sotto la superfice del mare!

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“Polpessa in posa plastica" Callistoctopus macropus

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“Seppia in atteggiamento minaccioso" Sepia officinalis

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“ Particolare del capo di cavaluccio marino” Hippocampus guttulatus


“Aplisia dagli anelli, grosso mollusco non endemico del Mediterraneo� Aplysia dactylomela

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“Paguro� Pagurus anachoretus


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4 Francesco Caracciolo:

Francesco Caracciolo, nato a Milano nel 1989, comincia a lavorare a progetti di fotografia e video making nel 2008. Nel 2013 comincia la collaborazione con Mickey Moruzzo in occasione di un progetto fotografico incentrato su ritratti di artisti e professionisti di vario genere che attirano il loro interesse. La scelta stessa dei soggetti diventa contenuto cruciale del suo progetto, una dichiarazione di stima verso degli esseri umani ritenuti fuori dal comune, creando dei nessi anche tra soggetti

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apparentemente molto distanti tra loro. Il primo soggetto di questo percorso è David Lynch in quanto, oltre ad ammirare la sua opera, ne condivide anche l'interesse per la Meditazione Trascendentale. Questa pratica, unita ad un'intensa passione per cinema e musica elettronica, influenza il suo sguardo artistico che è spesso caratterizzato da uno stile essenziale e visionario, come emerge ad esempio dal videoclip musicale “Modigliani” di Dargen D'Amico. Nel 2015 entra a far parte del collettivo Otolab, gruppo milanese di artisti multimediali, con il quale realizza il progetto “sYn”, performance live audio-visiva incentrata sulla rappresentazione dello stato di coscienza trascendentale.


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Intervista a Marco Colombo a cura di Fabio Russo

Marco Colombo, nato nel 1988, è naturalista, fotografo e divulgatore scientifico. Laureato con due tesi di erpetologia, guida ambientale AIGAE, istruttore di immersione subacquea CMAS, ha pubblicato numerosi articoli e libri; tiene regolarmente conferenze, mostre, corsi e workshop. Sue foto hanno vinto i principali concorsi internazionali di fotografia naturalistica. Una selezione dei suoi lavori può essere visionata al sito www.calosoma.it F: Ciao Marco noi ci conosciamo ormai da un po’, ma presentati brevemente a quelli fra i nostri lettori che non ti conoscono ancora. M: Sono una persona normale, senza troppa fiducia nell’umanità, che riversa il proprio tempo nella ricerca di animali selvatici in Italia al fine di fotografarli e mostrarli al grande pubblico. F: Cosa significa per te essere un fotografo naturalista? E dove finisce per te la foto naturalistica ed inizia una più artistica? M: Essere un fotografo naturalista significa semplicemente andare in giro a raccogliere figurine in modo da “avere” le specie che “ti mancano”. Non è un grande approccio… è meglio curare di più gli aspetti naturalistici e secondariamente quelli fotografici, il che permette di conoscere a fondo i soggetti o perlomeno di documentarsi prima. L’approccio “predatorio” di molti fotografi non mi è mai piaciuto!

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Un proteo (Proteus anguinus), anfibio mitologico che vive nei fiumi e laghi sotterranei

La fotografia naturalistica non è nemmeno arte, se vogliamo dirla tutta. Ăˆ possibile in ogni caso suddividerla in due grandi branche, una piĂš documentativa (al fine di mostrare livree, comportamenti o morfologie) ed una piĂš interpretativa (al fine di mostrare astrazioni, forme, colori, giochi di luce e atmosfere particolari). Sono due binari che corrono paralleli, difficilmente si incrociano, ma quando capita gli scatti sono straordinari; in ogni caso, le due branche sono complementari a seconda dello scopo.

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I Tesori del Fiume F: Forse non te l’ha posta mai nessuno, è una domanda un po' intima. Cosa provi quando sei in campo con la tua macchina fotografica? Quali sono quelle intime sensazioni che legano una persona sensibile come te alla natura?

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M: Dipende da quello che si sta cercando in quel momento. Quando mi inerpico sulle pietraie alla ricerca delle vipere, provo fatica, stanchezza, spossatezza, accaldamento, ma devo tenere l'attenzione elevata e la concentrazione massima per poter individuare anche solo una spira che sporge tra le frasche. Quando attendo all'alba, immobile e mimetizzato col freddo che mi macina le ossa, ho sonno per le poche ore trascorse a letto, ma da un momento all'altro il passaggio improvviso di un lupo o di un orso può darmi una scarica elettrica che poi mi tiene sveglio a lungo. Quando sono in immersione, mi sento in un mondo etereo, dove posso muovermi in tre dimensioni, in un silenzio liquido e surreale, un'atmosfera ovattata irripetibile. La notte il fascio di luce di una torcia è l'unica chiave di lettura di un inchiostro pieno di sorprese.

Una spessa crosta di ghiaccio ricopre un lago alpino, lasciando intravedere il fondale solo 67 in alcuni punti. Sott'acqua la magia di uno scenario gelido e incantato, tronchi di alberi precipitati sul fondo per via di una frana e ricoperti dal ghiaccio ricco di bolle.


I Tesori del Fiume F: Bene, so che sei un ottimo fotografo subacqueo, vuoi raccontarci secondo te quali sono le differenze fra la fotografia naturalistica subacquea e quella terrestre? M: Sott'acqua le limitazioni tecnologiche, nonostante i recenti passi da gigante, hanno sempre reso molto più difficile la sperimentazione. In generale la fotografia subacquea, salvo rare eccezioni, è molto più stereotipata e ripetitiva rispetto ad altre branche della fotografia terrestre, dove comunque le “mode” influenzano molto, purtroppo, l'applicazione di questa o quella tecnica. Sott'acqua una grande differenza è la presenza della sospensione, particolato fine che viene sollevato dalle pinne, dalla corrente o dai soggetti stessi, e che in fotografia è normalmente penalizzante.

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Una polpessa (Callistoctopus macropus),


Una natrice tassellata (Natrix tessellata) ha appena catturato un barbo padano (Barbus plebejus)

Il piccolo tesoro: una testuggine palustre (Emys orbicularis) si muove nel torbido tra i raggi di sole

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La nutria (Myocastor coypus), roditore importato dall’America meridionale, ha minerali ferrosi nello smalto dei denti, che conferiscono maggior durezza 71 e la caratteristica colorazione arancione


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F: Qual è stata la specie più rara che ti è capitato di fotografare e quale la tua sfida più difficile? M: Il concetto di rarità è sempre un po' fuorviante se non si ha ben chiaro a cosa si riferisca: normalmente un animale raro è inteso come difficile da osservare. In realtà questa difficoltà nel veder una certa specie può essere sì legata alla sua effettiva rarità (cioè presenza in basse densità), ma anche ad una sua elusività (ovvero ci sono tanti individui ma stanno nascosti o sono attivi quando è più difficile incontrarli), difficile raggiungibilità (specie che vivono in ambienti remoti) o localizzazione geografica (cioè una specie a distribuzione ristretta). Per quanto riguarda gli incontri con animali a distribuzione ristretta, direi che la lampreda di mare (Petromyzon marinus), animale ancestrale e immutato da milioni di anni, è ormai ridotta a un lumicino; si tratta di una specie interessante che vive come parassita in mare per poi migrare nei fiumi per riprodursi e morire. La costruzione di dighe, lo scavo dei fondi ghiaiosi e l'inquinamento l'hanno fatta estinguere in quasi tutta Italia, ma sono riuscito a trovarla per ritrarne tutto il ciclo vitale in una corrente impetuosa.

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Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), specie minacciata di estinzione, della quale rimangono poche decine di individui

Per quanto riguarda gli animali difficilmente raggiungibili, il proteo (Proteus anguinus) è un anfibio cieco, bianco e allungato, che può rigenerare i propri arti, digiunare 8 anni e vivere fino a 100 anni. Si rinviene in fiumi e laghi sotterranei del nord-est italiano e per fotografarlo in immersione mi sono dovuto calare in una voragine fonda 40 metri, con l'aiuto di una squadra di speleologi, portando tutta l'attrezzatura su e giÚ, una immersione di 45 minuti con logistica di quasi 7 ore.

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Airone cenerino (Ardea cinerea) tra i riflessi

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Per quanto riguarda le specie elusive, direi che lupo appenninico (Canis lupus italicus) ed orso marsicano (Ursus arctos marsicanus) richiedono una vera dedizione e tempo, per poter avere la fortuna di intercettare i loro sguardi. Per quanto riguarda specie effettivamente rare, la varietà concolor della vipera delle Alpi (Vipera aspis atra) è una mutazione genetica che rende gli individui sprovvisti del tipico zigzag nero sul dorso, ed è presente in pochissimi individui. Ho avuto la fortuna di trovarne ben tre nel corso di alcune ricerche sui pascoli alpini! F: Parliamo un po' di concorsi, cosa ne pensi? Sappiamo che ultimamente hai vinto un premio internazionale molto importante.… M: Non sono un fanatico dei concorsi e non partecipo in maniera ossessiva, credo solo siano una vetrina per poter mostrare i propri lavori e le specie su cui ci si concentra. Non scatto mai nell'ottica di un concorso, ma raduno il mio archivio a posteriori per vedere se ci sia qualcosa di idoneo anche a quello scopo! Ultimamente sì, ho vinto il primo premio di categoria al Wildlife Photographer of the Year 2016 con un'immagine di testuggine palustre europea (Emys orbicularis) ritratta nel torbido di un fiume sardo.

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La delicata ala di un libelloide (Libelloides coccajus)


I Tesori del Fiume

F:Adesso puoi parlarci dei tuoi splendidi libri, “Paludi e squame” e l'ultimo nato “I tesori del fiume”? M: “Paludi e squame: rettili e anfibi d'Italia” è un lavoro di cui sono coautore con Matteo Di Nicola ed è stato pubblicato nel 2014. Si tratta di una raccolta di immagini di rane, rospi, tritoni, lucertole, testuggini e serpenti italiani nei loro ambienti naturali, al fine di mostrarne la bellezza. I tesori del fiume è invece la mia ultima fatica ed è stato veramente un lavoraccio. Edito da Pubblinova Negri, affronta in maniera ecosistemica gli ambienti di acqua dolce, cioè fiumi, ruscelli, torrenti, laghi, acquitrini, lagune, sia sott'acqua che fuori dall'acqua. È sviluppato in otto capitoli: laghi ghiacciati in alta quota; le grotte del proteo; animali normalmente associati al mare ma reperibili anche in acqua dolce (granchi, gamberi, cozze, spugne, etc.); rettili e anfibi; avifauna e mammiferi; la problematica delle specie alloctone (introdotte); altre problematiche come inquinamento, bracconaggio, cementificazione degli argini, e così via. È un libro molto variegato e con forte approccio conservazionistico, i testi hanno alternanza di parti scientifiche e parti narrative di backstage; un' anteprima online può essere sfogliata su http://marcocolombolibri.wixsite.com/itesoridelfiume

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Lupo appenninico (Canis lupus italicus), uno degli indimenticabili incontri ravvicinati


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Cervi nobili (Cervus elaphus), maschi in fila indiana durante un’alba invernale in riva al lago

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