Interni Magazine 618

Page 1




INdice/contents gennaio-febbraio/january-february 2012

INterNIews INitaly

31

37

produzione production design in equilibrio/Design in balance Saving water project

il mall del design/The design mall arflex:una sede multifunzione arflex: a multifunctional headquarters Fortepiano: i designer siamo noi/Designers are us IN copertina: il tavolo Macaone di Alessandro Mendini, un progetto del 1985 che Zanotta ha inserito a catalogo nel 1987 e riproposto nel 2011 in serie numerata e firmata. Il Piano, in MDF, e le gambe, in poliuretano rigido con struttura in acciaio, sono laccati nei colori rosso, blu, giallo, verde. i Piedini sono in lega di alluminio lucidato. on the cover: the Macaone table by Alessandro Mendini, a project from 1985 that Zanotta inserted in its catalogue in 1987, and has reissued in 2011 in a signed, numbered edition. The top in MDF and the legs in rigid polyurethane with steel structure are painted in red, blue, yellow or green. Feet in polished aluminium alloy.

46 48 50

52 54

60

73

designer

senso ludico/A sense of playfulness convegni Conferences smart city, smart home concorsi competitions active architecture e/and active design il rame e la casa 2012 premi prizes expopack, i vincitori/the winners fiere fairs gli eventi di abitami/The events of abitami mutable spirit INternational fiere fairs qubique berlin hĂ bitat valencia moscow design week maison&objet e/and paris design week

project

uno spettacolo italiano/An Italian spectacle l’herbarium tessile di/The textile herbarium of gunilla

C_In618_P_24_28_sommario.indd 24

21/12/11 10.48


INdice/CONTENTS II

INtertwined 81

giovani designer young designers

85

mostre Exhibitions

mega idea

Enel Contemporanea Award 2011 90

info&tech

visualizzazioni 3d/3D visualizations 92 creative junctions 112 INservice

traduzioni translations indirizzi firms directorY 2

133 LIMITED editiON

INtopics 1

editoriale editorial di/by gilda bojardi

INteriors&architecture

ospitalità d’autore signature hospitality a cura di/edited by antonella boisi 2

mongolia, cina, ordos museum progetto di/design by mad architects foto di/photos by iwan baan testo di/text by antonella boisi

8

22

8

mentone, francia, musée jean cocteau progetto di/design by agence rudy ricciotti foto di/photos by olivier amsellem testo di/text by matteo vercelloni

14

beirut, libano, s.t.a.y. restaurant-bar & sweet tea progetto di/design by agence moatti-rivière foto di/photos by nicolas buisson testo di/text by matteo vercelloni

22

shanghai, tajima kitchen house progetto di/design by kengo kuma & associates foto di/photos by nacasa & partners testo di/text by antonella boisi

26 26

londra, roca london gallery progetto di/design by zaha hadid architects testo di/text by andrea pirruccio

30 30

milano e londra, dodo paradise progetti di/design by paola navone foto di/photos by enrico conti testo di/text by antonella boisi

36

tirolo, splendid kitzbühel progetto di/design by nina schmid/splendid architecture foto di/photos by ralf buscher testo di/text by alessandro rocca

2_C_In618_P_24_28_sommario.indd 26

23/12/11 10.50


INdice/CONTENTS III

INsight INscape 42

quella francia che vede il mare The France that sees the sea di/by andrea branzi INarts

46

sfasamento sensoriale Senses out of phase di/by germano celant

42

INdesign

83

INcenter 52

tavol-ini Little tables a cura di/edited by nadia lionello testo di/text by Michele De Lucchi

54

miniarchitetture Mini-Architecture di/by nadia lionello foto di/photos by miro zagnoli

62

la luce puntuale Punctual light di/by andrea pirruccio foto di/photos by maurizio marcato INprofile

70 52

alessandro mendini, robot sentimentale sentimental robot di/by Cristina Morozzi

54

74

78

INproject / autoproduzione istruzioni per l’uso Self-production: a manual di/by Valentina Croci

le nuove piattaforme produttive

The new production platforms di/by Stefano Maffei 80

quelli che... Those who... di/by Stefano Caggiano

83

e quelli che... And those who... di/by Maddalena Padovani

86 74

il design a modo mio Design, my way di/by Stefano Maffei

88

INview

88

interni mobili Mobile interiors di/by Enrico Leonardo fagone INproduction

94

wood mood

di/by katrin cosseta

INservice 102

traduzioni translations

112

indirizzi firms directorY di/by adalisa uboldi

94

C_In618_P_24_28_sommario.indd 28

21/12/11 10.48


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INtopics / 1

EDiToriaLe

R

imbocchiamoci le maniche: inizia un nuovo anno di progetti che si preannuncia impegnativo, se non altro per la responsabilità che la parola “progetto” riveste nei momenti cruciali come questo. Vogliamo comunque iniziare con un buon ottimismo, guardando al lato più stimolante che la sfida della contemporaneità offre a chi, per scelta o per vocazione, ama immaginare un’alternativa a una realtà a cui eravamo impreparati. Ecco dunque un ricco palinsesto di contenuti trasversali, che ancora una volta sceglie il pluralismo quale strumento di proficuo confronto culturale. La sezione delle architetture celebra tendenze e modi di vivere internazionali, con particolare attenzione al tema dell’ospitalità d’autore: quella legata al progetto museale in senso stretto (da Rudy Ricciotti a Mentone a MAD Architects a Ordos, in Mongolia), ma riferita anche alla cultura gastronomica (con Moatti-Rivière a Beirut e Kengo Kuma a Shanghai) e al retail internazionale, con Paola Navone. Le pagine del design vedono protagonista un maestro internazionale, Alessandro Mendini, che introduce un tema di grande attualità: l’autoproduzione. Le esperienze di vari designer e associazioni evidenziano alcuni degli aspetti progettuali innovativi di questo fenomeno, che oggi non si contrappone all’industria ma la completa con alternative competitive. La sezione specificamente dedicata alla produzione d’arredo esplora le ultime novità nel settore delle lampade da tavolo e propone un focus sui ‘coffee table’, interpretati (Michele De Lucchi insegna) come piccole e utili microarchitetture. Per finire, una rassegna di mobili e oggetti esprime una nuova fase di protagonismo del legno, in un inedito incontro tra progetto industriale e alta ebanisteria che ben sintetizza la ricchezza di ispirazioni del design contemporaneo. Gilda Bojardi BAR-RISTORANTE S.T.A.Y. A BEIRUT, PROGETTO DI AGENCE MOATTI-RIVIÈRE (FOTO DI NICOLAS BUISSON).

C_In618_R_1_editoriale.indd 1

13/12/11 15.33


C_In618_R_2_7_museo_ordos_mongolia.indd 2

13/12/11 17.31


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INteriors&architecture / 3

A Ordos, Mongolia, CINA, IL NUOVO MUSEO DELL’ARTE E DELLA CITTÀ, FIRMATO DALLO STUDIO CINESE MAD ARCHITECTS: UN involucro ARCHITETTONICO fuoriscala E DI FORTE impatto scenografico, MA MOLTO PIÙ correlato AL SUO contesto DI QUANTO POSSA SEMBRARE DI PRIMO ACCHITO progetto di MAD Architects

IL soLe sorGe semPre suLLa PraTerIa foto di Iwan Baan - testo di Antonella Boisi

C_In618_R_2_7_museo_ordos_mongolia.indd 3

13/12/11 17.31


4 / INteriors&architecture

gennaio-febbraio 2012 INTERNI NELLE PAGINE PRECEDENTI, VISTA ESTERNA DELL’INVOLUCRO ARCHITETTONICO CON UNA ‘PELLE’ DI DOGHE DI METALLO BRUNITO CHE SI ERGE NEL CENTRO DI ORDOS CON UN’ALTEZZA DI 40 METRI E UNO SVILUPPO DI 41.227 MQ. LA LUNGA GRADINATA CONDUCE ALL’ AREA D’INGRESSO VEICOLATA DA UNA PORTA D’INGRESSO VETRATA DI DIMENSIONI MOLTO CONTENUTE. LA COMPOSIZIONE DEGLI SPAZI INTERNI È ANIMATA DA ONDULAZIONI E BUCATURE VARIABILI DELLE PARETI CHE SEMBRANO FRUTTO DI DEFORMAZIONI NATURALI E CHE INTEGRANO PASSERELLE AEREE, RAMPE, SCALE E BLOCCO-ASCENSORI IN UN CONTINUUM DI FORTE IMPATTO VISIVO.

H

anno scelto l’acronimo MAD Architects per firmare i loro lavori, dalle torri residenziali di Toronto al padiglione itinerante per Vertu, dal vassoio The floating earth in acciaio inox e mogano per Alessi (un prototipo) al Conrad Hotel di Beijing (in via di realizzazione). Ma, l’approccio visionario, scenografico, ironico e internazionale che caratterizza l’opera del giovane studio cinese è intimamente connesso ad un’idea pragmatica delle potenzialità demiurgiche dell’architettura nella trasformazione e modificazione dell’intorno. Non disattende le aspettative anche il recente Ordos Museum in Mongolia, un progetto iniziato nel 2005 per volontà della municipalità di Ordos, a testimonianza della crescita economica della città e dell’intera regione e concluso qualche mese fa. Un building che supera il valore del manufatto architettonico per focalizzare le prospettive di un quadro più ampio. Lo ‘scrigno’ alto 40 metri e ampio 41.227 mq vestito di una texture di doghe in metallo brunito, che raccoglie le tradizioni locali e la storia culturale della Mongolia, valori e ricordi di un popolo, è molto di più infatti che il bronzeo contenitore espositivo amorfo, un tutto pieno interrotto da piccole bucature verso l’esterno, dichiaratamente ispirato “alla Manhattan Dome di Buckminster Fuller”. Nell’impegnativa terra di Gengis Khan, fino a poco tempo fa perlopiù deserto, Gobi Desert, quindi tabula rasa, ma, dal 2004, oggetto di un masterplan, battezzato The Ever Rising Sun on the Grassland, rigorosamente impostato su matrici ortogonali, l’Ordos Museum si propone infatti con la forza di un autentico landmark, in grado di imprimere alla sua monolitica figura scultorea il ruolo di catalizzatore e di vettore propulsivo della nuova città di fondazione della Mongolia interna. “È stato concepito proprio come una reazione al city plan” spiega Ma Yansong fondatore di MAD, “non è una macchina estetica e neppure il modello per una vertical city, piuttosto una presenza inaspettata e destabilizzante, dentro quel centro città con cui si relaziona per contraltare: restituisce nella sua fisicità organica, che rieccheggia una distesa di dune modellata dal vento, proprio la nostra interpretazione simbolica del sole che sorge sempre sulla prateria, configurando il nucleo di una piazza centrale che consentirà alla cultura locale di incontrare la visione della città del futuro”.

C_In618_R_2_7_museo_ordos_mongolia.indd 4

13/12/11 17.31


INTERNI gennaio-febbraio 2012

C_In618_R_2_7_museo_ordos_mongolia.indd 5

MUSEO ORDOS / MONGOLIA / 5

13/12/11 17.31


6 / INteriors&architecture

C_In618_R_2_7_museo_ordos_mongolia.indd 6

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

13/12/11 17.31


INTERNI gennaio-febbraio 2012

MUSEO ORDOS / MONGOLIA / 7

UNA SALA SOTTO LA COPERTURA-CUPOLA CON L’ AMPIA ASOLA VETRATA CHE EFFONDE LUCE ZENITALE NELL’AMBIENTE, RESTITUENDO UN COSTANTE RAPPORTO CON LA NATURA ALL’ESTERNO. DETTAGLIO DELL’ AREA D’INGRESSO CONCEPITA COME UN ANTRO AVVOLGENTE E ACCOGLIENTE.

Certo, si tratta di un segno decontestualizzato rispetto al luogo in cui sembra calato per caso, come è stato già osservato, e portatore di una dimensione fuori scala in rapporto alla figura umana, ma proprio per questo ancora più denso di valori. Perché raccoglie la sfida della ricerca di una nuova naturalità contemporanea, risvegliando nei fruitori il piacere di “restare in contatto con il sole e il vento, con nuove luci e nuovi colori”. La esprime bene la composizione degli interni, che si propongono come un prolungamento dello spazio esterno originario, sotto la protettiva copertura-cupola alla Buckminster Fuller. Un ampio taglio vetrato effonde luce zenitale negli ambienti, mentre una serie di louvers in metallo lucido fungono da schermatura e altresì consentono la ventilazione naturale delle sale espositive, coadiuvando una politica di risparmio energetico supportata dall’installazione di pannelli solari sul building. La zona d’ingresso-lobby è il ‘biglietto da visita’ della complessa regia d’insieme: una sinuosa promenade che connette gli ambienti espositivi, l’auditorium-spazio eventi e gli uffici all’interno di una costruzione fluida definita da pareti curvilinee continue, che ruotano di vari gradi sui differenti livelli con ondulazioni avvolgenti, talvolta interrotte da bucature che sembrano frutto di deformazioni naturali. Non ci sono spigoli ortogonali canonici ad accentuare le altezze, ma si percepisce forte il ritmo serrato di rampe e passerelle aeree che contengono anche le scale e che consentono ai visitatori sguardi e prospettive percettive mutevoli, trovando il loro coronamento nei nuovi belvedere panoramici sulla città di Ordos.

C_In618_R_2_7_museo_ordos_mongolia.indd 7

13/12/11 17.31


8 / INteriors&architecture

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

UNA VISTA SERALE DALL’ALTO DEL MUSÈE JEAN COCTEAU DI MENTONE, UN GRANDE SCOGLIO ARCHITETTONICO DI CEMENTO BIANCO CHE SEGNA LA CITTÀ VERSO IL MARE.

C_In618_R_8_13_Museo_Cocteau.indd 8

09/12/11 10.45


INteriors&architecture / 9

A Mentone, PRIMO AVAMPOSTO DELLA Costa Azzurra ARRIVANDO DALL’ITALIA, È STATO INAUGURATO LO SCORSO NOVEMBRE IL Museo Jean Cocteau FORMATOSI GRAZIE ALL’ECCEZIONALE donazione DI SÉVERIN WUNDERMAN DELLE OPERE DEL POETA E ARTISTA FRANCESE. RUDY RICCIOTTI HA CREATO UN edificio enigmatico E affascinante, ANTICELEBRATIVO E SORTA DI complesso incrocio TRA architettura E mondo naturale, IN GRADO DI PORTARE LA CITTÀ VERSO IL MARE progetto di Agence Rudy Ricciotti capo progetto Marco Airoldi

Musée Jean CocTeau foto di Olivier Amsellem testo di Matteo Vercelloni

C_In618_R_8_13_Museo_Cocteau.indd 9

09/12/11 10.45


10 / INteriors&architecture

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

PARTICOLARI DEI TAGLI DELLA SUPERFICIE ARCHITETTONICA CHE DISEGNANO UNA SERIE DI PILASTRI SINUOSI E TUTTI DIVERSI TRA LORO CHE, COME DITA DI UNA GRANDE MANO, AFFONDANO NELLA SABBIA, PROLUNGANDO LE FENDITURE SUL PERIMETRO DELLA COPERTURA COMPLESSIVA.

È

già stato definito come una conchiglia abbandonata dal mare e trasformata in grotta architettonica per la cultura; per altri appare come un frammento di scogliera lasciato sulla spiaggia e scolpito dalla brezza del vento; alcuni vi leggono un carapace radicato sul bordo della città o un ragno di mare indeciso tra la sabbia e l’acqua. Il critico d’arte Paul Ardenne va oltre e vi identifica un tempio misterioso e senza tempo dedicato a divinità sconosciute di una civilizzazione ancora da scoprire, ma che forse Cocteau, a cui questo museo è dedicato, portava all’interno del suo cuore e della sua poesia. Certo l’ultimo lavoro di Rudy Ricciotti, risultato vincitore di un concorso di progettazione internazionale bandito dalla città di Mentone nel 2007, è opera che senza dubbio stupisce, ma non per autoreferenzialità iconica. Più che ‘esibizione muscolare’ in chiave di composizione architettonica, il Musée Jean Cocteau ci affascina per forza poetica. Un edificio dedicato ad un grande poeta e artista francese che in fondo traduce nella sua immagine e nella sua calibrata soluzione microurbanistica, il carattere, la tensione, la qualità dell’opera che contiene.

C_In618_R_8_13_Museo_Cocteau.indd 10

09/12/11 10.45


INTERNI gennaio-febbraio 2012

C_In618_R_8_13_Museo_Cocteau.indd 11

MUSEO JEAN COCTEAU/ MENTONE / 11

09/12/11 10.45


12 / INteriors&architecture

UNA GRANDE VETRATA SI APRE DALL’INTERNO VERSO LA PROMENADE DU SOLEIL, SCHERMATA DAL RITMO DEI VOLUMI VERTICALI CHE DISEGNANO UNO STRETTO E POSSENTE PORTICATO.

C_In618_R_8_13_Museo_Cocteau.indd 12

09/12/11 10.45


INTERNI gennaio-febbraio 2012

MUSEO JEAN COCTEAU/ MENTONE / 13

A FIANCO PLANIMETRIA COMPLESSIVA: L’INSERIMENTO DEL MUSEO TRA IL MARE E LA CITTÀ. SOTTO DUE IMMAGINI DEGLI SPAZI MUSEALI INTERNI.

L’edificio, di forma trapezoidale, non supera i cinque metri di altezza ponendosi rispetto all’immagine della città storica sul mare, alla preesistenza del Mercato del XIX secolo, come una sorta di nuovo possente ‘basamento’ di cemento bianco scolpito da sinuosi tagli verticali che si prolungano sulla copertura come dita, tutte diverse tra loro, di una grande mano che affonda nella sabbia. Tagli che incorniciano brani di paesaggio osservabili dagli spazi interni, scorci plastici in grado di creare un nuovo rapporto visivo con la città e il mare di cui il Museo si offre come dialettica cerniera di raccordo. Nuovo

C_In618_R_8_13_Museo_Cocteau.indd 13

spazio pubblico in grado di riattivare la Promenade du Soleil, organizzando alle sue spalle un giardino con padiglioni leggeri, sentieri e aiuole verdi, un parcheggio en plein air. Il monolite scolpito si inserisce nel tessuto urbano come un contrappunto gentile e deciso che, senza rinunciare al suo carattere fortemente contemporaneo, definisce un giusto rapporto di scala sul bordo del mare; dove uno stretto, quanto possente porticato funge da filtro alla vetrata a tutt’altezza aperta verso gli spazi interni declinati in un articolato programma museale. Lo spazio espositivo di dimensioni maggiori affacciato sul

mare è dedicato ai disegni di Cocteau e alle proiezioni dei film cui l’artista aveva collaborato. Al suo fianco e separato da un blocco servizi, si trova l’ambiente riservato alle esposizioni temporanee, che fronteggia l’ingresso e la cafeteria rivolti verso il giardino. Nell’interrato sono ubicati l’atelier pedagogico, il cabinet d’arte grafica, uno spazio per la raccolta di documenti legati alla vita di Cocteau, uffici e depositi. Negli interni si conserva l’idea di unitarietà che l’edificio denuncia nella sua figura urbana. Le esposizioni sono organizzate con setti che non raggiungono la copertura, in modo da valorizzare i tagli dei bordi perimetrali che incorniciano l’azzurro del cielo. Jean Cocteau non si fidava dei musei, spaventato di vedere la sua opera e il suo pensiero, costretti in modo claustrofobico, in sale e gallerie aperte al pubblico. Come ci ricorda Celia Bernasconi conservatrice del Museo, Cocteau scriveva: “spesso succede che invece di sospendere le tele, le si appenda, le si appenda in alto con una corta corda e che esse muoiano”. Rudy Ricciotti ha liberato dalle corde l’opera dell’artista, creando uno spazio in grado di proiettarla verso il mare, la città, il cielo. Un’architettura che rifiuta la dittatura di una modernità tirannica e considera il valore della narrazione, l’atteggiamento onirico, e il disegno, come una possibile fuga architettonica in grado di configurare risposte progettuali che superino il tempo e gli ‘stili’ del momento.

09/12/11 10.45


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

14 / INteriors&architecture

S.T.A.Y. A Beirut due NUOVI spazi D’ECCEZIONE DEDICATI ALLA cultura del cibo PENSATI DA Moatti-Rivière con LO chef FRANCESE PLURISTELLATO Yannick Alléno. “S.T.A.Y.” (SIMPLE TABLE ALLÉNO YANNICK) GIOCANDO SUL SIGNIFICATO DELLA PAROLA ESPRIME LA filosofia DI ricerca culinaria DELLO CHEF FRANCESE declinata IN UNA sala da tè E IN UN bar ristorante NEL NUOVO Souk DI Rafael Moneo. UN progetto d’interni CONTEMPORANEO DI grande eleganza CALATO ALL’INTERNO DELLA ricostruzione DI UNA città SFREGIATA DALLA guerra, IL CUI centro urbano SI PROPONE COME UN laboratorio di architettura A SCALA INTERNAZIONALE progetto di Agence Moatti-Rivière

foto di Nicolas Buisson testo di Matteo Vercelloni

C_In618_R_14_21_restaurant_beirut.indd 14

09/12/11 11.28


INteriors&architecture / 15

UNA VISTA SERALE DEL GIARDINO SEGRETO DELLO SWEET TEA. PAGINA ACCANTO, UNO SCORCIO DEL CENTRO DI BEIRUT RICOSTRUITO.

C_In618_R_14_21_restaurant_beirut.indd 15

09/12/11 11.28


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

16 / INteriors&architecture

I

niziata diciassette anni fa, la ricostruzione del centro di Beirut sta man mano prendendo forma e significato anche se alcuni ‘fantasmi edilizi’ segnati dai proiettili e dalle bombe di un non lontano passato, ci ricordano il dramma di una guerra che proprio in questa parte della città segnava l’epicentro del conflitto, delle battaglie per le strade, della devastazione delle bombe. Il progetto di ricostruzione del centro della città, gestito dalla società privata SOLIDERE, nonostante le polemiche insorte sulle modalità di controllo, costituisce un modello di riferimento per l’area del Mediterraneo, in cui al recupero dei palazzi storici, delle tracce antiche (là dove possibile per lo stato degli edifici e le loro potenzialità di ‘rinascita’), si è miscelata la cultura architettonica contemporanea chiamando progettisti internazionali a disegnare ‘pezzi’ di città, non tanto icone autorefenziali isolate, ‘spot’ di richiamo come molte volte accade, ma opere parte di una regia complessiva integrate tra passato e presente per ricostruire una città che vuole porsi come centro nodale di riferimento dell’area mediorientale. Jean Nouvel, Zaha Hadid, Norman Foster, la nuova passeggiata a mare con Yacht Club pressoché terminati di Steven Holl, sono solo alcuni dei progetti parte dello schema direttore di ricostruzione e rilancio del centro urbano della città. Qui sorge anche la vasta zona commerciale pedonale dei Souks, che affianca all’articolata immagine contemporanea pensata da Rafael

C_In618_R_14_21_restaurant_beirut.indd 16

Moneo una serie di limitrofi riusciti restauri di palazzi storici che testimoniano il programma di integrazione tra architettura moderna, tradizionale e contestuale, all’interno di una miscela di attività che evita il concetto di zoning, proprio all’urbanistica modernista, per favorire piuttosto quella varietà di funzioni che da sempre la città storica ha posseduto. La pratica dei concorsi ad inviti è stata perseguita in questa operazione di attenta pianificazione per ottenere livelli progettuali sempre più alti e portare il ‘modello Beirut’ di SOLIDERE anche fuori dai confini del Libano, per essere proposta in altre realtà dei Paesi limitrofi mediorientali.

SOPRA: UN RITRATTO DI ALAIN MOATTI E DELLO CHEF YANNICK ALLÉNO. NEI DISEGNI: SEZIONE E PIANTA DELLO SPAZIO SWEET TEA. VISTA DEL GIARDINO SEGRETO DELLO SWEET TEA DALLA TERRAZZA DEL RISTORANTE (FOTO M.V.). PAGINA A FIANCO, UN’IMMAGINE DELLA PASTICCERIA AL PIANO TERRENO, DOVE SI TROVA L’INGRESSO.

09/12/11 11.28


INTERNI gennaio-febbraio 2012

C_In618_R_14_21_restaurant_beirut.indd 17

S.T.A.Y. / BEIRUT / 17

09/12/11 11.28


18 / INteriors&architecture

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

VISTA DELLA SALA RISTORANTE CON ‘LA NAVE’ COLOR PORPORA SOSPESA. TUTTI GLI ARREDI SONO SU DISEGNO E CONCORRONO ALLA DEFINIZIONE DELL’IDEA DI UNO SPAZIO UNITARIO E MONOCROMATICO.

C_In618_R_14_21_restaurant_beirut.indd 18

09/12/11 11.28


INTERNI gennaio-febbraio 2012

S.T.A.Y. / BEIRUT / 19

IL GRANDE TAVOLO COLLETTIVO DI MARMO NELLA SALA DEL RISTORANTE, AL LIVELLO DEL PRIMO PIANO, ORGANIZZATA CON DIVERSE SOLUZIONI DI ACCOGLIENZA. SOTTO, PIANTA E SEZIONE LONGITUDINALE DEL RISTORANTE S.T.A.Y. TRASFORMATO IN UNO SPAZIO A DOPPIO LIVELLO IN CUI SI INSERISCE IL VASCELLO SOSPESO CHE CONTIENE IL BAR.

Anche i due progetti d’interni che pubblichiamo ricadono per qualità e regia d’insieme nelle norme che SOLIDERE ha bandito per creare due luoghi d’eccezione dedicati alla cultura del cibo e alle modalità della sua degustazione, chiamando a collaborare da subito nell’idea un architetto e un grande chef quale coppia artefice dell’idea dello spazio e del programma gastronomico/culinario da offrire alla giuria. Alain Moatti con lo chef Yannick Alléno hanno convinto e affascinato con la loro proposta il gruppo SOLIDERE collocando in due edifici che si fronteggiano all’ingresso del Souk lo Sweet tea, prima sala da tè di Alléno e lo S.T.A.Y. il grande ristorante/bar al primo livello, completamente trasformato, di un palazzo per uffici. La sala da tè si sviluppa su due piani offrendosi come una ‘bomboniera in scala architettonica’, ben rapportata al carattere di pasticceria contemporanea e arricchita da una palette cromatica di grande freschezza declinata in vetrate colorate traslucide, in sedie su disegno che ne riprendono le tonalità, e in un sorprendente ‘giardino segreto’ organizzato al primo livello. Questo è stato ottenuto scoperchiando uno spazio chiuso e inventando così una stanza verde senza soffitto, con i muri trasformati in quinte fisse vestite di verde. Il ‘giardino verticale’ ritaglia il cielo offrendo un quadro sospeso di stelle scintillanti, che nelle ore del giorno, quando il sole è troppo forte, si ripetono sulla tenda scorrevole insieme alla luna e al sole. La cornice architettonica è in perfetta sintonia con i prodotti di pasticceria pensati da Alléno che nella zona d’ingresso diventano parte dell’architettura che li contiene e che nella stanza– giardino reinventano il tema del déjeuner sur l’herbe. Lo S.T.A.Y. si sviluppa in uno spazio più ampio reso a doppio livello liberando un’intera soletta di calpestio per contenere una figura sospesa in una sorta di incastro compositivo che gioca sull’idea di un’architettura nell’architettura. Nell’involucro ottenuto, reso monocromatico e avvolgente con arredi su disegno e la scelta di un colore grigio argento che appare neutro e prezioso allo stesso tempo, è stato inserito una sorta di lungo vascello sospeso sulle tre travi orizzontali rimaste a scandire il ritmo dell’ambiente unitario affacciato su una terrazza conclusiva e su una lunga balconata laterale. La nave color porpora è un omaggio all’antica storia del Libano, ai Fenici esperti navigatori, commercianti e inventori appunto di questa sensuale tonalità.

C_In618_R_14_21_restaurant_beirut.indd 19

09/12/11 11.28


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

20 / INteriors&architecture

Lo scafo esterno di questa nave immaginaria, simbolo e icona del ristorante, è stato realizzato con un materiale plastico impiegato per le costruzioni navali che offre una superficie liscia e riflettente, in grado di creare diverse sfumature dal giorno alla notte. Nella sala sono organizzate diverse soluzioni di accoglienza tra cui un lungo tavolo (Table de Partage) pensato come luogo d’incontro e di convivialità collettiva che si affianca ai sei grandi tavoli rotondi segnati da divani a circonferenza all’intorno che formano delle isole compiute e da una zona più tradizionale con tavoli scomponibili e affiancabili secondo le esigenze. A fianco dell’ingresso al primo piano, che avviene tramite due ascensori che salgono

C_In618_R_14_21_restaurant_beirut.indd 20

dal foyer a livello stradale, si sviluppa la scala blu che porta all’interno della nave sospesa in cui è organizzato il bar dello stesso colore proiettato verso il fondo, enfatizzando la figura dello scafo e la prospettiva dell’ambiente complessivo. Per Alain Moatti “la bocca deve gustare, ma deve anche saper baciare”; da questo punto di vista il progetto di un ristorante non si lega al solo fatto del piacere del cibo, ma anche al valore simbolico che lo spazio che ci accoglie è in grado di trasmetterci. Un appagamento del ‘gusto’ che lo Sweet Tea e il ristorante S.T.A.Y. sembrano estendere ai cinque sensi, sottolineando come la bellezza torni a essere un riferimento della nostra vita.

09/12/11 11.28


INTERNI gennaio-febbraio 2012

S.T.A.Y. / BEIRUT / 21

A SINISTRA, L’INTERNO, BLU COME IL MARE, DEL BAR UBICATO NEL VASCELLO SOSPESO. SOTTO, LA SCALA INTERNA CHE CONDUCE AL BAR. LA PLANIMETRIA DEL RISTORANTE S.T.A.Y. AL LIVELLO DEL BAR SOSPESO.

C_In618_R_14_21_restaurant_beirut.indd 21

09/12/11 11.28


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

22 / INteriors&architecture

TaJIma KITcHen House foto di Nacasa & Partners testo di Antonella Boisi

A Shanghai, LO SHOWROOM Tajima kitchen house, RISPECCHIA FEDELMENTE I paradigmi DELLA ricerca progettuale DI KENGO KUMA, NELLE SUE parole-chiave: L’ARCHITETTURA È FATTA DI vuoto, luce E DI UN tetto sopra la testa progetto di Kengo Kuma & Associates

C_In618_R_22_25_kitchen_house_kuma.indd 22

09/12/11 10.42


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INteriors&architecture / 23

DALL’INGRESSO, VISTA D’INSIEME DELLO SPAZIO. SULLA DESTRA, L’AIUOLA DI BAMBÙ, A SINISTRA LA VASCA D’ACQUA E AL CENTRO IL TETTO DI LEGNO SOVRASTANTE, LE TRE FIGURE DI RIFERIMENTO COMPOSITIVO DELLA KITCHEN HOUSE TAJIMA. SOLUZIONI ILLUMINOTECNICHE DI IZUMI OKAYASU LIGHTING DESIGN.

C_In618_R_22_25_kitchen_house_kuma.indd 23

09/12/11 10.42


24 / INteriors&architecture

L’ ESILE FIGURA DELLA SCALA LINEARE CHE SI SNODA ALL’INTERNO DELLO SHOWROOM COLLEGANDONE I TRE LIVELLI DI SVILUPPO SEMBRA SMATERIALIZZARSI NELLA DIMENSIONE RAREFATTA E DILATATA CHE CARATTERIZZA LO SPAZIO VUOTO E CONTINUO.

C_In618_R_22_25_kitchen_house_kuma.indd 24

09/12/11 10.42


INTERNI gennaio-febbraio 2012

SHANGHAI / 25

ALTRI SCORCI DEL ‘TETTO’ LIGNEO, L’ELEMENTO FIGURATIVO-SIMBOLICO PORTANTE DELLA COMPOSIZIONE, CHE SPORGE A SBALZO DALLA SOLETTA DEL PRIMO LIVELLO (QUASI OTTO METRI), ALLA QUALE È AGGANCIATO, INCLINANDOSI SUL BACINO D’ACQUA QUADRATO SOTTOSTANTE.

K

engo Kuma è un architetto giapponese noto internazionalmente e uno dei tratti salienti del suo lavoro è la capacità di muoversi con elasticità tra le diverse scale di progetto, sperimentando soluzioni tipologicheespressive anticonvenzionali nelle sue realizzazioni. Sia che si tratti di case o di musei, di padiglioni temporanei o di spazi retail. Il punto di partenza della sua ricerca resta sempre il rapporto tra l’architettura e la natura, perché compito della prima è proteggere la fisicità dell’uomo dalle incognite non friendly della seconda. Con grande rispetto e con una vera passione per i materiali (soprattutto il bambù) nelle loro percezioni visive,

C_In618_R_22_25_kitchen_house_kuma.indd 25

tattili, uditive e olfattive. È stato così anche per questo progetto: l’interior design di uno spazio di circa 1000 mq, su tre livelli, destinato a uffici e a esposizione dei modelli di cucina del marchio giapponese Tajima. Una planimetria dalla geometria regolare, un’elementare scatola di cemento dall’altezza vertiginosa che ha stimolato il progettista a sviluppare l’idea di una ‘favola’, con la messa in scena di una casa concepita come un’avvolgente guscio di legno profumato completato da un piccolo giardino di relax zen. La casa resta un’ossessione di Kuma e la parola casa in giapponese significa ombrello. O, per rimando, tetto, quel tetto che protegge da un esterno talvolta inospitale e che, in virtù di questo preciso ruolo, va vestito di un’espressione gentile e invitante. “La casa non è mai una scatola, ma un tetto” ha spiegato. Così, dall’ingresso, il suo racconto narrativo si è dispiegato attraverso una serie di segni che sollecitano la dimensione sensoriale dei visitatori proprio intorno al tetto: l’elemento di riferimento figurativo-simbolico portante della composizione, restituito da una superficie di legno levigato, una calibrata

sommatoria di esili doghe a persiana, che si inclina, agganciato alla soletta del primo livello, fluttuando liberamente nello spazio, sopra un bacino d’acqua artificiale, affiancato da un sentiero-ponte. “Nelle case tradizionali giapponesi e cinesi, l’acqua con i suoi effetti riflettenti gioca il ruolo primario di filtro di decontaminazione rispetto all’esterno” continua Kuma “e nello specifico rappresenta un invito a entrare in un altro mondo, lasciandosi alle spalle le congestionate strade di Shanghai per lasciarsi cullare da una dimensione di decelerazione, vuoto e luce”. Dunque accanto al bacino d’acqua, soltanto un’aiuola perimetrale con alti bambù si propone di catturare l’attenzione. Null’altro. “Perché se un giardino non ha né muri né finestre”, la spazialità nuda e silenziosa dello showroom, la scala lineare e grafica di collegamento tra i vari livelli, i pannelli bianchi di tamponamento perimetrale a tutta altezza, accesi da tagli di luce radente, gli specchi sistemati ad hoc sui pilastri preesistenti, diventano il setting ideale per sottolineare gli accenti di colore monocromatico delle cucine esposte. “La luce è rassenerante, il pranzo sarebbe pronto”.

09/12/11 10.42


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

26 / INteriors&architecture

PORTA LA FIRMA DI Zaha Hadid IL NUOVO SPAZIO Roca SORTO NEL CUORE DELLA CAPITALE inglese: UN’ARCHITETTURA fluida, ISPIRATA AL MOVIMENTO DELL’acqua

Roca LonDon GaLLerY

progetto di Zaha Hadid Architects testo di Andrea Pirruccio

“I

l nostro lavoro coniuga l’architettura con la complessità e la bellezza delle forme naturali. Utilizzando un linguaggio formale derivato dal movimento dell’acqua, la Roca London Gallery mette in primo piano il concetto di fluidità e propone una sequenza di spazi dinamici contraddistinti dalla fascinazione generata dall’interazione tra artefatto e natura”. Con queste parole Zaha Hadid illustra il progetto sviluppato dal suo studio per il nuovo flagship Roca, sorto nei pressi del Chelsea Harbour, nel cuore di Londra: uno spazio altamente spettacolare e in grado di aiutare i visitatori a comprendere il rapporto tra le soluzioni architettoniche adottate e il design delle collezioni per il bagno firmate da Roca.

C_In618_R_26_29_roca_zaha_hadid.indd 26

09/12/11 10.14


INteriors&architecture / 27

GLI SCENOGRAFICI INTERNI DEL NUOVO SPAZIO LONDINESE DI ROCA, PROGETTATO DALLO STUDIO ZAHA HADID ARCHITECTS. NELLA PAGINA ACCANTO, I PORTALI DI DERIVAZIONE ORGANICA ALL’ESTERNO DELLA GALLERY.

C_In618_R_26_29_roca_zaha_hadid.indd 27

09/12/11 10.14


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

28 / INteriors&architecture

FUTURISTICO E CONNOTATO DALLA SCELTA DI UN BIANCO ABBACINANTE, LO SHOWROOM È REALIZZATO IN GRC (GLASS REINFORCED CONCRETE). NELLA PAGINA ACCANTO, UN ALTRO SCORCIO DELLO SPAZIO ROCA, IN CUI RISULTA EVIDENTE L’ISPIRAZIONE ‘FLUIDA’, DERIVATA DAL MOVIMENTO DELL’ACQUA, CHE INNERVA L’INTERO PROGETTO.

C_In618_R_26_29_roca_zaha_hadid.indd 28

Sviluppata su un unico livello di oltre mille metri quadrati, la Roca Design Gallery è stata concepita come un’opera in cui ogni singolo dettaglio sembra essere stato scolpito dall’acqua, proprio a partire dai tre portali di ispirazione organica che definiscono la facciata esterna e mettono in comunicazione la Gallery con la città. Realizzato in GRC (Glass Reinforced Concrete, mentre gli arredi sono in GRP, Glass Reinforced Plastic, e i pavimenti in resina e piastrelle) lo spazio, all’interno, si presenta come un ambiente futuribile di un bianco quasi abbagliante, mentre un sistema di illuminazione all’avanguardia connette le diverse aree e, allo stesso tempo, funge da asse centrale attorno a cui ruota l’intera struttura. Funzionale, flessibile e scenografica, la galleria può contare anche su strumenti audio-visivi interattivi all’avanguardia, che offrono ai visitatori la possibilità di scoprire la storia di Roca, i suoi obiettivi futuri e tutti i valori attorno a cui ruota l’identità del marchio: l’impegno su temi quali la sostenibilità, l’innovazione, il design, il benessere e la salvaguardia delle risorse idriche. Pensata per essere una struttura che non si limiti alla mera funzione espositiva, la Roca Design Gallery ospiterà in futuro uno sfaccettato ventaglio di attività come mostre, meeting, presentazioni, seminari e dibattiti che prendano in esame quei principi che, da sempre, appartengono allo spirito dell’azienda.

09/12/11 10.14


LONDRA / 29

C_In618_R_26_29_roca_zaha_hadid.indd 29

09/12/11 10.14


30 / INteriors&architecture

DoDo ParaDIse foto di Enrico Conti testo di Antonella Boisi

C_In618_R_30_35_dodo_navone.indd 30

09/12/11 09.44


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INteriors&architecture / 31

VISTE DELLO SPAZIO MILANESE. LE PARETI FINITE CON UNO SPECIALE TRATTAMENTO COME FOSSERO DI SABBIA BAGNATA COSTITUISCONO IL FONDALE DELL’INVOLUCRO, ACCESO DAL LAMPADARIO-SCULTURA DELL’ OLANDESE FREDERIK MOLENSCHOT E DAL MURO TAPPEZZATO DI FIORI ROSSI E FUCSIA CHE CATALIZZANO L’ATTENZIONE DEI PASSANTI OLTRE LA VETRINA CON L’INGRESSO SU CORSO MATTEOTTI. SI NOTA ANCHE L’ORIGINALE PARETE RICOPERTA DA FILI D’ERBA IN SILICONE TRASLUCIDO.

Milano

LE ‘case’ di DoDo, BUFFO PENNUTO ESOTICO, A Milano E A Londra INTERPRETATE DA Paola Navone CON UN APPROCCIO fumettistico, giovane E ironico CHE focalizza LE potenzialità E IL racconto narrativo DEL brand DEL gruppo Pomellato progetti di Paola Navone

C_In618_R_30_35_dodo_navone.indd 31

C

i sono progetti che più di altri consentono agli autori di esprimersi con libertà, senza troppi compromessi e vincoli, restituendo nei risultati il grado di divertissment e di piacere che ha accompagnato il briefing da cui sono nati. Questo vale anche per Paola Navone, architetto e designer di statura internazionale, da sempre in viaggio infinito nei territori della creatività e degli stili di vita fuori da schemi precostituiti. Nella fattispecie, la sfida era impegnativa. Il pennuto Dodo, originario dell’isola di Mauritius, non ama stare solo e cerca sempre nuovi amici: la gallinella, il coniglio, il serpente, il panda, l’agnello, la tartaruga marina, la farfalla, il delfino, il falco, la rondine, la balena, il pinguino…un’allegra compagnia. Soprattutto ha ben chiaro lo spirito della sua casa, ‘come scrive all’adorata Doda’:

09/12/11 09.44


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

32 / INteriors&architecture

IL MONOSTORE MILANESE SI SVILUPPA SU TRE LIVELLI. AL PIANO INFERIORE LA ROMANTICA PARETE A POIS CON IL “GRANDE CUORE ROSSO DI NEON” CHE È IL LOGO DELLA COLLEZIONE 100% AMORE. POUF DI GERVASONI, TAVOLO A FORMA DI BACELLO SU DISEGNO, IN LEGNO DI RECUPERO, LAMPADE DA TAVOLO DI FONTANAARTE. PAGINA A FIANCO, VISTA DI UNO SPAZIO INTERNO DEL NEGOZIO LONDINESE. RITORNANO GLI ELEMENTI DI RIFERIMENTO ELETTIVI DELL’HABITAT DI DODO (NATURA, COLORE E ACQUA) CHE DEFINISCONO LO SCENARIO NARRATIVO, MA I POUF SONO DIVENTATI IN PELLE ECOLOGICA CAPITONNÉ E IL PRATO VERDE IN FILAMENTI DI SILICONE TRASLUCIDO MUTEVOLE GRAZIE AI GIOCHI DELLA LUCE È STATO REALIZZATO SUL SOFFITTO.

“Finalmente siamo in due, le mie coccole e le tue, vivere insieme ora è il progetto. Bagno, cucina, due sedie, un letto. Ci arrangeremo in qualche modo. Porta fortuna la casa di Dodo”. Resta un ‘piccolo’ dettaglio: Dodo non è riuscito a sfuggire all’estinzione per mano dell’uomo. “Estinto, ma fortunato, ha trovato casa ovunque” racconta Paola Navone che, intenerita dalla storia del povero pennuto esotico, committente piuttosto esigente ma simpatico, deve avergli sussurrato: “Esprimi un desiderio... e sarai esaudito”. Ed è così che la sua fata turchina, torinese di nascita ma milanese d’adozione “da buona sognatrice eclettica con un’inesauribile curiosità per ogni cosa” come ama definirsi, ha pensato per lui tante case sparse nel mondo, piccole e grandi. Le ultime in ordine di tempo sono quelle di Milano in Corso Matteotti e di Londra in Sloane Square, due monostore inaugurati quasi in contemporanea lo scorso anno. “La mia avventura professionale-regressione infantile con il brand del gruppo Pomellato e concepito come una linea di gioielli giovani e ironici che nel 2010 ha celebrato i suoi 15 anni al fianco di WWF Italia nella

C_In618_R_30_35_dodo_navone.indd 32

difesa della natura è iniziata nel 2008, con il negozio di Firenze” ricorda. Ma come si fa a progettare la casa di un Dodo che incontra una Doda ed è subito 100% Amore (suggellato da una collezione di anelli con un cuore rosso di rubino ecologico, una pietra di sintesi)? “L’ho fatto anche questa volta, restituendo, con una serie di elementi ricorrenti – la natura, il colore, l’acqua – il collegamento con il suo habitat elettivo e il quadro di riferimento compositivo corale” spiega. Se queste tre parole-chiave restano per Dodo i segni di una ‘rinascita’ che esce dall’antinomia tra locale e globale per ritrovare la dimensione di un’unicità universale (Unique & Universal, nella visione del sociologo Francesco Morace sui paradigmi per il mercato dei prossimi venti anni), per Paola Navone sono state ancora una volta la conferma del valore di un’interpretazione: i luoghi di vendita hanno bisogno di una stretta relazione con il brand che rappresentano in termini comunicativi per dare ai prodotti una maggiore opportunità di affermazione. Anche quando si tratta di animaletti, in forma di ciondoli da regalare e da collezionare.

09/12/11 09.44


INTERNI gennaio-febbraio 2012

DODO PARADISE / 33

Londra

C_In618_R_30_35_dodo_navone.indd 33

09/12/11 09.44


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

34 / INteriors&architecture

IL BUILDING DI SLOANE SQUARE CON LA SCENOGRAFICA VETRINA ‘VERDE’ CHE SOVRASTA L’INGRESSO. LO STORE È SVILUPPATO SU TRE LIVELLI COLLEGATI DA UN’ESSENZIALE SCALA DI METALLO. ALL’ ULTIMO LIVELLO, COLORI PRIMARI ACCESI DA SOTTOLINEATURE CHE SPERIMENTANO MATERIALI ORGANICI O ALTERNATIVI, COME IL MOSAICO DI SPECCHI SUL SOFFITTO, DECLINANO LA FORZA ESPRESSIVA DELLA SCENA. I GIOIELLI SONO ESPOSTI IN TECHE VETRATE RITAGLIATE NELLA PARETE O FREESTANDING CON STRUTTURA IN METALLO ROSSO FUOCO. L’AREA DI SOSTA SI SNODA INVECE INTORNO AL MASSICCIO TAVOLO SU DISEGNO IN LEGNO DI RECUPERO CORREDATO DA ALTI SGABELLI NERI ALL’INTERNO DELLO SPAZIO FLUIDO E ININTERROTTO.

“Sono quasi degli sms ante-litteram: ogni disegno di questo gioiellino nano ha infatti una storia, un significato, un messaggio da inviare: mi piaci, mi sei antipatico, non ti perdere, ecc.”. Ecco allora a Milano, in un importante spazio sviluppato su tre livelli, gli espliciti riferimenti alla natura: enormi fili d’erba appesi al soffitto “un prato verde alla rovescia fatto di filamenti in silicone traslucido, un materiale ignifugo reso mutevole da giochi di luce e di ombra”; e poi fiori rossi e fucsia a parete, muri finiti come sabbia bagnata modellata dal vento. Il colore è rappresentato dal grande ‘cuore rosso’ di neon – il logo per l’appunto della linea 100% Amore – sulla romantica parete a pois del piano inferiore e dai pouf rossi, che, in un sapiente mix-and-match, si affiancano ad altre punteggiature cromatiche-materiche-figurative: dalla scultura-lampadario di un giovane olandese al grande tavolo con forma a bacello in legno di recupero. A Londra il registro percettivo della mise en scene non cambia: il paesaggio da fiaba si snoda ancora su tre livelli (con un piano interrato concepito come spazio-eventi), ma forse qui in un esercizio progettuale di accostamenti più estremi, i materiali

C_In618_R_30_35_dodo_navone.indd 34

organici e alternativi adottati sperimentano con maggiore intensità le gamme di riferimento percettive: il pavimento del piano d’ingresso è diventato una superficie di ceramica monocottura simile a una fusione di alluminio intercalata a sentieri in ciottoli di fiume. La cromia appare più forte: il prediletto blu, un rimando diretto al mare, all’acqua e al cielo, si declina con prezioso mosaico veneziano blu klein sulle pareti a contrasto che incastonano le vetrine. Il rosso, l’altro colore primario guida insieme al verde, si accentua infuocato sulle teche espositive in metallo, e poi sulle panche e sui pouf in pelle ecologica. Al centro dell’ambiente principale, un massicio bancone di legno grezzo attorniato da sgabelli in metallo nero, catalizza un’attenzione che al piano superiore è veicolata dal soffitto a mosaico di specchietti. Ma, l’effetto sorpresa maggiore resta ben impresso sulla facciata del building, dove una grande struttura protetta da cristalli e rivestita di brillanti fili d’erba realizzati sempre in silicone verde sembra perennemente irrorata da una sorgente d’acqua che dall’alto cade a terra per poi nascondersi nelle fessure del pavimento.

09/12/11 09.44


INTERNI gennaio-febbraio 2012

C_In618_R_30_35_dodo_navone.indd 35

DODO PARADISE / 35

09/12/11 09.44


36 / INteriors&architecture

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

IL RIVESTIMENTO È IN ASSI DI LEGNO TIROLESE DI RECUPERO; L’ACCESSO PEDONALE CONDUCE ALL’INTERNO DI UNA CORTE PRIVATA, AFFACCIATA SUL PENDIO, CHE DIVIDE LA VILLA IN DUE PARTI DISTINTE E COMUNICANTI.

C_In618_R_36_41_villa_kitzbuhel.indd 36

13/12/11 17.04


INteriors&architecture / 37

SPLenDID KITzBÜHeL foto di Ralf Buscher testo di Alessandro Rocca

UNA villa, IN CUI FIGURE, MATERIALI E PROPORZIONI INVENTANO UN nuovo dialogo TRA L’ambiente DELL’alpe tirolese E UN concetto spaziale CONTEMPORANEO. GLI assi di legno RIVESTONO UN’architettura duttile E ORIGINALE CHE SI ADATTA AL ripido pendio E AL clima, IN SINTONIA CON I COLORI E LE VIBRAZIONI DEL PAESAGGIO MONTANO progetto di Nina Schmid / Splendid Architecture

C_In618_R_36_41_villa_kitzbuhel.indd 37

13/12/11 17.04


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

38 / INteriors&architecture

SOPRA, LE PLANIMETRIE DELL’ABITAZIONE. IL PIANO INFERIORE RACCOGLIE LE STANZE PER GLI OSPITI, AFFACCIATE VERSO LA PISCINA E VERSO VALLE, E I VOLUMI TECNICI. IL PIANO INTERMEDIO ACCOGLIE TUTTE LE FUNZIONI PRINCIPALI, LA CAMERA DA LETTO PADRONALE, LA SALA DA PRANZO E PICCOLE SALE DI SOGGIORNO; AL LIVELLO SUPERIORE SI TROVANO IL GRANDE LIVING, LA BIBLIOTECA E LA TERRAZZA PANORAMICA. LA VEDUTA, DALL’ACCESSO PEDONALE, CON L’INGRESSO ALLO STUDIO, A SINISTRA, E L’ATRIO VETRATO CHE COLLEGA I DUE CORPI PRINCIPALI; E IL CONTROCAMPO, CON LA VETRATA DELL’ATRIO CHE INQUADRA LA SCALA DI ACCESSO.

N

on è facile mescolare stili ed epoche, tradizioni e riferimenti, senza cadere nell’effetto vetrina o, ancor peggio, nel disordine più incoerente. Nina Schmid, giovane titolare dello studio amburghese Splendid Architecture, ha affrontato il problema con molto coraggio e i risultati le danno ragione. Siamo nel cuore del Tirolo, in una regione antica e orgogliosa dove le tradizioni, il rispetto dei luoghi e del paesaggio sono interpretati con religiosa attenzione. Ma siamo a Steuerberg, quartiere chic di Kitzbühel che è una stazione di gran classe sotto l’aspetto sportivo – la

C_In618_R_36_41_villa_kitzbuhel.indd 38

pista dello Streif è un classico del campionato del mondo di sci – ma anche un centro di vita mondana elegante e cosmopolita. La villa disegnata da Nina Schmid interpreta con soluzioni originali le sollecitazioni del contesto e riesce a realizzare gli ampi spazi richiesti dal programma. La dimensione non piccola, circa 530 mq di superficie utile, si modella in rapporto al terreno in pendenza e alle proporzioni ridotte degli edifici che la circondano. E il volume complessivo si articola in tre parti distinte che quindi si presentano come tre edifici, di taglia ridotta, e in questo modo si attenua di molto l’impatto paesaggistico. Quindi, il progetto lavora con attenzione con il dislivello del terreno, facendo in modo che la villa, dalla strada e da molti altri punti di vista, abbia un’altezza apparente di uno o due piani mentre i livelli reali sono tre. Per di più, il corpo di collegamento tra le due ali, un atrio spazioso e inondato di luce, è una scatola trasparente che si percepisce come un vuoto, come un riflesso luminoso piuttosto che come un volume. E le due ali, anch’esse giocano a scomparire, una sprofonda nel terreno che scende mentre l’altra

13/12/11 17.04


INTERNI gennaio-febbraio 2012

IL SOGGIORNO PRINCIPALE COL CAMINETTO A SOSPENSIONE FOCUS E IL SOFFITTO IN CEMENTO A VISTA VERNICIATO BIANCO. I TAPPETI SONO DI G.T.DESIGN COLLEZIONE LIMITED EDITION DI DEANNA COMELLINI, MENTRE LE SEDUTE, COME MOLTI ALTRI ARREDI E COMPLEMENTI, SONO SU DISEGNO DI SPLENDID ARCHITECTURE. LA SALA DA PRANZO CON LE SEDIE LOU LOU GHOST DI PHILIPPE STARCK, PRODOTTE DA KARTELL, IL TAVOLO DI ROCHE BOBOIS E LE LAMPADE DI OCHRE; CUCINA REALIZZATA INTERAMENTE SU DISEGNO.

C_In618_R_36_41_villa_kitzbuhel.indd 39

TIROLO / 39

guadagna un piano in più, seguendo in modo naturale il declivio che sale. E poi, la scelta che perfeziona questo delicato inserimento ambientale è il rivestimento. Perché, nonostante la struttura sia in cemento armato e gli infissi scorrevoli in alluminio, la villa è completamente rifasciata, a eccezione dell’atrio, da vecchie assi tirolesi, un materiale di recupero che conserva le tracce del tempo e degli usi passati e che assomiglia in tutto e per tutto, nel colore e nella grana, ai fienili e alle baite di Steuerberg. E il rivestimento non è usato in senso mimetico ma con un piccolo tradimento molto interessante perché, con un tocco in puro stile decostruttivista, le assi sbordano dalle cornici delle finestre, con uno strano effetto di rustico estremo o di non finito. Negli interni, troviamo la stessa oscillazione tra informalità locale e preziosità internazionale. Si delinea un gusto trasversale, un’atmosfera che non disdegna i materiali grezzi, mescolando gli assi di legno naturale, usati anche nelle pareti divisorie, al cemento a faccia vista di memoria modernista e alle sofisticate tappezzerie londinesi di Osborne & Little.

13/12/11 17.04


40 / INteriors&architecture

Nell’arredamento Nina, che è anche designer e che ha curato il progetto in ogni dettaglio, sceglie produzioni sofisticate che tracciano un quadro molto personale perché rispecchia il suo percorso europeo con infanzia in Baviera, studi in Francia e Austria, esperienze a Graz, da Günther Domenig, in Italia e poi ad Amburgo dove nel 2008 ha fondato, con il marito Stephan, questo studio dal nome luminoso e certamente ambizioso. Quindi forse è per questo background che, nell’arredo, le produzioni italiane sono presenti, con Kartell e Agape, ma l’assortimento dei fornitori è ampio e internazionale e privilegia un’eleganza figurativa che mitiga il tono contemporaneo, che pure è indiscutibile, con i decori caldi dei tappeti e delle tappezzerie, con gli ori delle lampade di Ochre e la persistente presenza, tranquillizzante, dei nodosi assi di quercia che, a intermittenza, rivestono pareti e pavimenti in efficace contrasto con i soffitti in cemento brut. Questa propensione di Nina all’accostamento inedito e all’improvviso cambio di registro, si salda con la capacità di scorgere relazioni e sintonie tra materiali e storie apparentemente inconciliabili che qui si incontrano e condividono il linguaggio di una comune contemporaneità.

C_In618_R_36_41_villa_kitzbuhel.indd 40

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

UNA DELLE CAMERE PER GLI OSPITI CON VISTA SUL GIARDINO E PISCINA; LAMPADE NOON 2, DI ZEITRAUM. BAGNO CON TINOZZA TRADIZIONALE TEDESCA, PRODUZIONE NODERER HOLZFASS-HANDEL, LAVABI AG.STAHLFORM, DI ALAPÉ, E LAMPADE A PARETE NOON. PAGINA A FIANCO,NEL BAGNO PRINCIPALE, LAVABI AGAPE E VASCA DI RAPSEL, LAMPADARIO DI BRAND VAN EGMOND E TAPPEZZERIA DI OSBORNE & LITTLE.

13/12/11 17.04


INTERNI gennaio-febbraio 2012

C_In618_R_36_41_villa_kitzbuhel.indd 41

TIROLO / 41

13/12/11 17.04


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

42 / INsight INscape

IN QUESTE PAGINE, IMMAGINI DALLA MOSTRA RONAN ET ERWAN BOUROULLEC – BIVOUAC AL CENTRE POMPIDOU DI METZ, DAL 5 OTTOBRE AL 30 LUGLIO (WWW.CENTREPOMPIDOU-METZ.FR).

QueLLa FrancIa cHe veDe IL mare

S

fogliando i progetti di Ronan ed Erwan Bouroullec non posso non ricordare il nostro primo incontro nel 2003, sul Tgv tra Parigi e Colonia, dove andavamo, in occasione della locale Design Week, per organizzare una mostra comune alla Bluhende luke di Martin Rendel e René Spitz. Si trattava di una strana galleria d’arte, ricavata da un lungo vicolo tra due edifici: una sorta di cunicolo urbano, uno spazio interstiziale difficile da interpretare. Vi collocammo dentro un lungo tronco di albero dalla cui punta usciva una fiamma perenne (alimentata a gas), di fronte alla quale si apriva una sottile fessura da cui si scorgeva un giardino sterminato, realizzato con un gioco di specchi, pieno di rose. Dentro il giardino e in giro per la galleria galleggiavano le misteriose strutture colorate dei fratelli; lungo le pareti c’erano delle mensole, su cui ‘dormivano’ anonimi personaggi. Si trattava di una mostra difficile da capire per il pubblico, ma che, in realtà, riassumeva alcuni principi fondamentali del loro e del mio modo di capire il design, come frutto di un’energia naturale e generatore di spazi poetici: un design che non si occupava di questioni d’arredamento, ma lasciava che ciascuno dormisse e vivesse come meglio credeva. In quella (strana) mostra cercavamo dunque di affermare alcuni statement del design all’inizio del nuovo secolo, principi teorici che, in forme diverse, ciascuno di noi ha cercato successivamente di sviluppare.

C_In618_R_42_45_L'opinione.indd 42

I fratelli Bouroullec, RONAN (CLASSE 1971) ED ERWAN (1976), HANNO INIZIATO A LAVORARE INSIEME NEL 1999. MALGRADO L’APPARENTE ingenuità, OGGI I FRATELLI BRETONI SONO DEGLI astri del design INTERNAZIONALE, CON ORIZZONTI AMPI E vivo senso della natura E DEL CICLO DELLE STAGIONI, ANCHE CULTURALI di Andrea Branzi

13/12/11 17.01


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INsight INscape / 43

INsight

C_In618_R_42_45_L'opinione.indd 43

13/12/11 17.01


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

44 / INsight INscape

Una sorta di statuto privato, quindi, frutto di un’intuizione ancora molto acerba, ma che nel tempo s’è diffusa e consolidata, tacitamente condivisa da una vastissima generazione di progettisti che hanno deciso di superare la frontiera degli scenari generali, per scegliere la ‘strada stretta’ dei piccoli luoghi domestici, degli spazi dismessi dalla deindustrializzazione, nei ritagli dimenticati dalla modernità. Una generazione che sta lavorando ‘sotto traccia’ per entrare in quei nuclei molecolari che nel loro insieme costituiscono la vera qualità, non solo dell’habitat privato, ma della città odierna. Un modo di fare design che i Bouroullec hanno interpretato nella maniera più spontanea; un modo poco interessato alle questioni stilistiche, alle nuove

C_In618_R_42_45_L'opinione.indd 44

tecnologie e alle strategie di marketing, perché solo parzialmente disposto a confrontarsi con le logiche industriali delle grandi produzioni di massa, scegliendo piuttosto la loro dimensione familiare come fosse garanzia della qualità antropologica del progetto, piattaforma consolidata dentro allo scenario caotico dei mercati globalizzati e della concorrenza internazionale. Nell’epoca della globalizzazione, il design sembra non corrispondere più sia alle varie culture nazionali, sia a ipotetici principi internazionali, come lo abbiamo conosciuto nel XX secolo, ma, piuttosto, a singole persone, a relazioni private, a storie soggettive; quindi, un design più vero e più certo, meno razionale ma più inteligente.

13/12/11 17.01


INTERNI gennaio-febbraio 2012

FRATELLI BOUROULLEC / 45

IN QUESTE PAGINE: UN RITRATTO DEI FRATELLI BOUROULLEC E ALCUNE IMMAGINI TRATTE DA RONAN ET ERWAN BOUROULLEC – BIVOUAC, MOSTRA PERSONALE (SU 1.000 MQ) AL CENTRE POMPIDOU DI METZ.

Si tratta di una ‘rifondazione’ non programmata, silenziosa, che sta revisionando i parametri di un’attività ereditata dal secolo scorso. Fino alla fine del XX secolo, il design francese aveva due grandi matrici storiche: la prima consisteva nel persistere della tradizione neo-gotica, che confluiva nella forte influenza dell’industria e dalla cultura aerospaziale francese, che, dal Tgv al Concorde, ha caratterizzato l’idea di una modernità aerodinamica. La seconda tradizione era costituita dal mito delle maison della haute couture francese, dove la griffe è sempre stata molto più potente dell’industria che la produce, un modo d’operare a cui molte star del design francese fa (o ha fatto) riferimento.

C_In618_R_42_45_L'opinione.indd 45

I Bouroullec hanno interrotto queste tradizioni ormai logore. I due fratelli bretoni elaborano altre qualità, eredi di una Francia diversa, contadina, pre-illuminista, che mi ricorda Molière più che Voltaire. Una Francia meno parigina, più provinciale, meno fanatica, apparentemente più modesta, ma più realistica e gentile. Una Francia che ama i giardini più dei parchi, che guarda ai recinti agricoli più che ai velluti damascati di corte. Questa apparente ingenuità appartiene a quella grande Francia che vede il mare, ha orizzonti più ampi e un vivo senso della natura e del ciclo delle stagioni (anche culturali). I fratelli Bouroullec sono i protagonisti migliori di questa modernità nuova che caratterizza il XXI secolo, meno isterica, meno esibizionista, attenta a lavorare sui sotto-sistemi ambientali, che ben si adattano ai processi di ri-funzionalizzazione interna della città moderna, che nasce già vecchia. I loro sono sistemi leggeri, provvisori, si pongono in quel vuoto che esiste tra l’interior design e l’architettura, e appartengono a un universo merceologico del tutto originale, che, utilizzando tecnologie semplici, è in grado di assecondare il destino variabile delle destinazioni d’uso, dentro una città progettata per funzioni definitive e che deve adattarsi a un mondo diverso, non previsto, spesso improvvisato, costituito dal lavoro post-fordista, dall’imprenditorialità di massa e dall’economia creativa. Un universo urbano e sociale dove il progettista deve creare micro-ambienti, costituiti da filtri trasparenti leggeri come alghe o nicchie protettive come conchiglie di mare. Un design che finalmente opera per una città che non è più definibile con un sistema architettonico, ma, piuttosto, come un territorio caratterizzato da “un personal computer ogni 20 metri quadrati”…

13/12/11 17.01


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

46 / INsight INarts

SFasamenTo sensorIaLe

L’urgenza esistenziale A FARE ESPERIENZA DI SÉ COME FULCRO E confine tra dentro e fuori, TRA città e ambiente PRIVATO, TRA natura naturale e natura artificiale È UNA DELLE CONDIZIONI CHE INFLUENZANO LA RICERCA ARTISTICA DI Dough Wheeler

C_In618_R_46_51_Arte_Celant.indd 46

di Germano Celant

14/12/11 16.45


INTERNI gennaio-febbraio 2012

SA MI DW SM 2 75, 1975. SPAZIO A VOLTA, LUCI ULTRAVIOLETTE E ALOGENE AL QUARZO CON VARIATORE DI INTENSITÀ.

C_In618_R_46_51_Arte_Celant.indd 47

INsight INarts / 47

L

a densità tra automobili e abitanti a Los Angeles è quasi identica. La città ha un’auto ogni abitante e mezzo. Questo significa che, quotidianamente, ogni individuo passa diverse ore sulle freeways o sulle strade cittadine. È solo, e il continuo ritmo di spostamento lo porta a una perdita del centro spazio/temporale La condizione di solitudine e di dimensione irreale sono determinate, oltre che dal continuo spostamento, da un altro elemento astratto: la musica. Questa accompagna sistematicamente, attraverso le decine di radio locali, il viaggiatore. Di conseguenza, la configurazione di uno spazio che si identifichi con il proprio corpo, nei suoi limiti organici, viene gradatamente corrosa e dilatata all’involucro della macchina ed impregnata di suoni, mentre il senso di spostamento personale, non essendo attuato a piedi, ma tramite lo strumento meccanico, diventa senza confini e sembra svolgersi in un nulla. Questo nulla è la città di Los Angeles, la cui area urbana uguaglia quasi una media regione italiana. Data l’ampiezza, la struttura urbanistica delle città è difficilmente esperibile. Tutto è organizzato secondo le linee irraggianti delle freeways, per cui il sintomo di precarietà spaziale è continuo. Esso può essere superato soltanto da una ricognizione aerea. L’aereo è una delle altre particolarità della città californiana, poiché Los Angeles comprende le più grandi industrie aereospaziali americane, nonché il

maggior numero di aerei e di aeroporti personali. A questo si aggiunga la possibilità spazio/ temporale di passare, in poco più di un’ora, tra situazioni climatiche e naturali completamente diverse, quali dal deserto all’oceano e dalla città alle montagne rocciose, per capire che tutto ciò comporta l’impossibilità individuale a configurarsi un proprio spazio, nonché la conseguente necessità a realizzarne uno, in cui fermarsi e sentirsi, come situazione corporale stabile. Infatti, dopo essersi mosso in uno spazio e in un tempo non logico e irreale, ogni individuo sente la spinta ad esperirsi secondo caratteristiche spaziali e temporali che siano determinabili secondo il suo corpo, non più come cosa in movimento, ma come corpo sensibile e quieto. Quest’urgenza esistenziale a fare esperienza di sé come fulcro e confine da dentro a fuori, tra città e ambiente privato, tra natura naturale e natura artificiale è una delle condizioni che regolano e influenzano anche la ricerca artistica, in particolare i lavori, dal 1967 al 1970, di Asher, Irwin, Nordman, Turrell, Nauman e Wheeler. Questi artisti al fine di provare una dimensione individuale ed energetica su scala umana hanno costruito una serie di spazi percettivi, la cui finalità è il rinvenimento della propria esperienza sensoriale. Innanzitutto, negli anni suddetti, ogni spazio è in generale costruito indipendentemente dall’architettura esistente, anche se a volta ne utilizza la memoria e il ricordo architettonico. Normalmente tende a produrre una situazione aspaziale, così da risultare fuori dimensione percettiva. L’a-dimensionalità, causata dalla mancanza di punti di riferimento, quali angoli e pareti, si accompagna spesso all’utilizzazione

14/12/11 16.45


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

48 / INsight INarts

di pigmenti afìsici e di materiali anecoici, capaci di eliminare il senso del limite fisico e sonoro. All’interno di questi spazi è necessario far intercorrere un certo intervallo di tempo per percepire suono e luce. Sono infatti creati in maniera tale da polarizzare e da amplificare gli eventi naturali o artificiali, cosi da creare un campo sonoro e luminoso, la cui esperienza è fondamentalmente regolata a livello elementare e primario. Tendenzialmente ogni spazio, a secondo del grado di riduzione o espansione dei fenomeni semplici, permette la discesa in sé, tipica del rimando culturale dell’oriente sulla “filosofìa” californiana. Producendo un campo aspaziale e afìsico, lo stadio esperenziale risulta analogo ad una condizione vitale prelogica e prenatale. Ci si sente deprivati sensorialmente, quasi ogni disturbo ottico e sonoro fosse completamente abolito. E poiché la condizione di deprivazione e svuotamento sensoriale funziona da isolante, la persona si trova di fronte alla sua stessa individualità ed al suo stesso modo di esperire, oppure riesce a filtrare i fenomeni sensoriali minimi. Riconduce le sue sensazioni ad una concentrazione su di sé e fruisce degli stimoli elementari come di nuove esperienze. La mutazione del proprio stato esperienziale senza stimoli o con stimoli ridotti, a causa degli spazi costruiti a forma riducente o amplificante, spinge poi ogni individuo ad ascoltarsi e a sentirsi. Sente l’esperienza interiore e privata di trovarsi in uno

C_In618_R_46_51_Arte_Celant.indd 48

spazio completamente buio e asonoro. Mette alla prova il suo modo di percepire, acustico ed ottico, dinnanzi a pareti immateriali che sembrano avere perso la loro funzione di limite. Fa esperienza di sé ed entra nel proprio esperire per scoprirvi suoni, luci, fantasie e visioni. Quasi un feedback esperenziale. Sino al 1970, negli ambienti di Nauman, Wheeler, Asher, Irwin, Nordman e Turrell non è possibile sfuggire all’identità della propria esperienza. Inizialmente tutto si riduce a percepire un fenomeno che oscilla dall’interno all’esterno e viceversa, senza fermarsi su alcun oggetto o prodotto cristallizzato e quantificato. Riducendo al massimo i rimandi alle immagini e polarizzando la consapevolezza sensoriale e analitica, sugli avvenimenti semplici, di struttura e di contesto, di suono e di luce, questi artisti vogliono far si che la periferia del corpo riduca la sua attenzione agli oggetti esterni e si porti sui processi interni, cosicché la sensibilità enterocettiva esalti le sensazioni e i loro modi di associazione. Questi spazi, al contrario di quelli europei e newyorkesi, carichi di implicazioni ottiche e visuali, basandosi sul vuoto e sull’assenza, sull’immobilità e sul non-oggetto, sollecitano uno stato di concentrazione e di meditazione interiore. In essi sembra di entrare nell’a-materia, ma questa sensazione si rivela piena di senso. La presenza elementare e minima della luce e del suono, poi se stessi. Dopo aver sentito e provato le alterazioni minime degli effetti di luce, di suono e di calore, si sente infatti la necessità di stare soli con se stessi,

senza muoversi, ed attendere che qualcosa accada. In questa maniera si raggiunge quello che, in situazioni di deprivazione sensoriale, si chiama stato alfa. Uno stato “calmo, vigile, rilassato, aperto ad ogni esperienza piacevole”, in cui “si rimane vigili, allargando la propria attenzione in tutte le direzioni”. In questo stato si “indica” l’esperienza, in modo che lo spazio, nel suo dentro e nel suo fuori, si confonda e l’esperienza rimanga se stessa: un’esperienza dell’esperienza. In complesso queste indicazioni, pur fra loro complementari, sono lungi dall’esaurire l’intera gamma di proprietà presenti nelle singole ricerche, ne identificano solo alcune fra le più cospicue. Le soluzioni individuali differiscono invece per caratteristiche basilari, in generale a partire dal biennio 1969-1970, periodo in cui le singole ricerche escono dalla studio ed invadono, differenziandosi, gli ambienti pubblici. A questa percezione della realtà periferica corrisponde la conoscenza riflessiva, che trae profitto dall’annullamento percettivo del contesto esterno al proprio corpo. Doug Wheeler cerca di stabilire uno sfasamento sensoriale tra la persona ed il proprio ambiente. Attraverso un sistema di luce che muta la propria intensità dal buio all’abbaglio e produce un campo spaziale in cui si annullano i contorni e i confini architettonici. La persona rimane in seno a se stessa e sente la contingenza del suo essere fisico e comportamentistico. La caduta dei fondamenti architettonici, quali angoli e pareti, si accompagna altresì alla creazione di un pulviscolo luminoso che

14/12/11 16.45


INTERNI gennaio-febbraio 2012

DOUG WHEELER / 49

DW 68 VEN MCASD 11, 1968/2011. WHITE UV NEON LIGHT.

rende nebuloso ogni contorno. Questo, oltre a confondere i passaggi dal vuoto al pieno, impregna di luce coerente e atmosferica tutto lo spazio, quasi questo si tramutasse in un collettore di energia pura. Era questo il caso degli Ambient Light Environments, allo Staedelijk Museum di Amsterdam e al Forth Worth Museum nel 1969 e, nel 1974, da Salvatore Ala a Milano. “Il bianco totale di questi ambienti” – scrive Wheeler – “ha eliminato tutto il rumore visivo perché concentra tutto il riflesso della luce, mantenendone in tal modo viva l’energia insita e facendo sì che la totalità dello spazio sia permeata e attivata della presenza positiva, o dall’assenza positiva, di energia luminosa che crea uno spazio di luce suggestivo mutevole. L’atmosfera così creata è stata ulteriormente rafforzata dalla forma e dall’essenza fisica di questi ambienti, come avveniva nell’installazione a forma di ventaglio alla Tate Gallery nel 1970. In questo ambiente, l’entrata era stretta rispetto alla dimensione della stanza e presentava un pavimento convesso inclinato, discendente verso il muro principale degli anni Cinquanta. Entrando nella stanza, lo spazio si allargava sempre di più e la parete curva avvolgeva la visione periferica. La sensazione fisica di scendere lungo il pavimento in pendenza sembrava tirarti dentro in un mondo infinito, intangibile, luminifero di spazio vuoto positivo creato dalla proiezione della luce lungo al bordo della parete curva principale”. La materia

C_In618_R_46_51_Arte_Celant.indd 49

evanescente e mutante della luce può essere anche plasmata, per dividere in due una stanza (Diagonal Light Passage, 1975), in modo che la metà sia percepibile come una zona senza sostanza altra che la luce. La situazione che si offre al visitatore è quella di uno spazio esistente ed uno spazio mancante, complementari l’uno all’altro. E poiché entrambe le zone sono della stessa natura, basta un capovolgimento della situazione per invertire i ruoli tra lo spazio assente e quello presente: in Suspended volume in reflected spectrum, del 1975, il progetto ambientale di Wheeler prevede la ‘costruzione’ di un parallelepipedo di luce, dello stesso formato di una stanza. È certo che queste brevi osservazioni rischiano di portare il lavoro verso una concezione esoterica e magica dell’architettura. Tuttavia il continuo riferimento che Wheeler fa alla struttura energetica delle piramidi, sembra confermare questa lettura. Il ricorso al ‘mistero’ s’accompagna, però, all’adozione di materiali tecnologici. La California è l’estremo confine tra Occidente e Oriente: “Altri progetti cui ho lavorato – scrive ancora Wheeler – sono stati esperimenti per arrivare ad ambienti post-immagine, ambienti suggestivi con cambiamenti visibili di luce a ultra-violetti, grazie all’utilizzo di proiettori reostatici e fosfori che diventano fluorescenti spruzzati sulla parete. Un altro dei miei esperimenti riguardava la possibilità di condizioni ambientali uniformi per temperatura e per un limitato uso del colore. Inoltre, spazi

14/12/11 16.45


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

50 / INsight INarts

UNTITLED, 1965. ACRYCLIC ON CANVAS WITH TUBING.

non-ecoici, un campo di luce invisibile attraverso una proiezione intensa e combinata di lampade allo xeno di 36.000 watts installate in parallelo e un eloignement che provoca un disorientamento spaziale grazie all’uso di luce xenon stroboscopica pulsante”. Più recentemente, in occasione di manifestazioni quali PS1 a New York e Ambiente Arte a Venezia, Wheeler ha progettato ambienti, la cui esperienza fosse definita dalla luce naturale, variabile per l’immissione — alle finestre o a lucernario — di filtri trasparenti di gradazione diversa. Questi lavori sembrano riguardare sempre “l’eliminazione di materialita’ percepita fisicamente per creare o proiettare una presenza intangibile completa o un’esperienza spaziale”, soltanto con il ricorso all’atmosfera naturale dello spazio dato. Si potrebbe aggiungere che quest’insistere sul fatto, che il rapporto di reciprocità con lo spazio e l’ambiente fa la realtà, può essere tacciato di idealismo, bisogna però stare attenti alla diversa natura del misticismo orientale, di radice Zen e buddista, caratteristico della cultura californiana. Per questa filosofìa dell’esistenza, l’esperienza è un sistema di relazioni in cui l’osservatore è incluso. Ne consegue che la persona e l’ambiente sono una

C_In618_R_46_51_Arte_Celant.indd 50

realtà fisica indissolubile. Al Guggenheim Bilbao, nell’ambiente SA MI DW SM 2 75, 1975, nella collezione Panza di Biumo, come recentemente al Museum of Contemporary Art, San Diego, in DW 68 VEN MCASD 11, 1968/2011, si fa forma un flusso luminoso. Anche qui le coordinate spaziali della stanza sono azzerate e lo spettatore entra in un limbo assoluto, la cui dinamica è la variazione di luce. Quasi un volume assoluto e sublime che passa dal buio all’accecante, dove il vuoto si fa atmosfera pulsante, che assorbe i corpi e li fa vagolare in un pulviscolo di luce. Sono varianti luminose dalle oscillazioni ridotte in cui il visitatore ‘transita’ quasi senza accorgersene, quindi viene dislocato visualmente in un’architettura di luce, ottenuta con il ricorso a white uv neon light, mentre il suo corpo rimane ancorato a terra. L’effetto è spiazzante anche perché l’ombra viene dissolta e con essa l’ancoraggio ad una componente che sottolinea la proiezione volumetrica della persona. Quasi una cancellazione di un dualismo tra tattile e immateriale, così da entrare in un’architettura capace di rimuovere i contenuti fisici del proprio esistere, per lasciare solo protagonista l’essere umano.

14/12/11 16.45


INTERNI gennaio-febbraio 2012

DOUG WHEELER / 51

UNTITLED, 1964. ACRYCLIC ON CANVAS.

C_In618_R_46_51_Arte_Celant.indd 51

14/12/11 16.45


*/EFTJHO EFTJHO */DFOUFS

^\eeX`f$]\YYiX`f )'() INTERNI

5BWP-n*O*o 1*$$0-* (3"/%* DBQPMBWPSJ BSUJTUJDJ 4$6-563& $)& &413*.0/0 -" TFOTJCJMJU· & -" TBQJFO[B $& -* 3"$$0/5" -0 45&440 "6503& .*$)&-& %& -6$$)* %*$*"//07& JNQSFTTJPOJ 03*(*/"5& */ TPMJUVEJOF $)& $0..6070/0 &% &4"-5"/0 -mBOJNP X ZliX [` EX[`X C`fe\ccf

LA COLLEZIONE, PRESENTATA PRESSO LA GALLERIA JANNONE LO SCORSO DICEMBRE, COMPRENDE DICIANNOVE ESEMPLARI UNICI IN NOCE NATURALE, REALIZZATI A MANO CON TECNICHE MISTE AD INCASTRO DA MICHELE DE LUCCHI. SONO TUTTI DI PICCOLE DIMENSIONI COMPRESE TRA 48X26 CM E TRA 51 E 9,5 CM DI ALTEZZA.

C_In618_R_52_53_architavoli_Delucchi.indd 52

15/12/11 15.14


INTERNI ^\eeX`f$]\YYiX`f )'()

*/EFTJHO */DFOUFS

@

kXmfc`e` jfef le dfe[f dfckf jg\Z`Xc\# \ dfckf# dfckf mXjkf% @ekXekf jfef È`e`É \ g\i Zfem\eq`fe\ d` `ddX^`ef j` [`jk`e^lXef [X` kXmfc` g\iZ_ jfef g` g`ZZfc`% DX e\jjlef _X dX` jg`\^Xkf# e k\fi`qqXkf ZfjX mlfc [`i\ g` g`ZZfc`# hlXekf g` g`ZZfc`# hlXekf g` jki\kk`# g` jfkk`c`# g` YXjj` \ Zfj m`X% @ kXmfc`e` j\imfef `e\hl`mfZXY`cd\ek\ g\i dfck\ Zfj\ \ jg\jjf g\i ]leq`fe` Z_\ efe e\Z\jjXi`Xd\ek\ j` i`]\i`jZfef XccËljf Zfem\eq`feXc\ [` dXe^`Xi\# [` jZi`m\i\# \ZZ% Gfjjfef \jj\i\ ljXk` g\i j\[\i\# g\i jXc`i\ \ Xii`mXi\ X gi\e[\i\ le c`Yif `e Xckf# g\i \jgfii\ hlXcZfjX [` `dgfikXek\# g\i Xggf^^`Xi\ ` g`\[` jfkkf `c kXmfcf# g\i ZXdY`Xi\ glekf [` m`jkX \ ^lXi[Xi\ Xc [` jfgiX [` klkk`# g\i Xggf^^`Xi\ hlXcZfjX efe [`i\kkXd\ek\ g\i k\iiX# [X ljXi\ `e ^`Xi[`ef# f g\i ]Xi\ le ^`fZf XZZfZZfcXk` g\i k\iiX¿ Jfef leX ZfjX efidXc`jj`dX# dX Xgifef le dfe[f `ek\if [` lk`c`qq`% @c dfe[f [\` kXmfc`e` le dfe[f `ek`df \ [\c`ZXkf Z_\ j\ek`Xdf XggXik\e\iZ` \ ]fij\ `c dfk`mf Z_\ _Xeef leX jkfi`X Xek`Z_`jj`dX# [` Zl` Z` jfef kiXZZ\ ^`~ e\ccËXek`Zf <^`kkf kiX ^c` Xii\[` [fd\jk`Z` \ ]le\iXi` [` ,''' Xee` ]X% 8cZle` jfigi\e[\ek` \j\dg` jfef Zfej\imXk` f^^` e\c dlj\f \^`q`f [` Kfi`ef \ _Xeef le mXcfi\ j`X Xekifgfcf^`Zf Z_\ \jk\k`Zf% @eeXeq`klkkf \iXef ]Xkk` [` c\^ef \# Zfe c\ \jj\eq\ X [`jgfj`q`fe\# ^c` \^`q` jXg\mXef Zfjkil`i\ [Xcc\ XiZ_`k\kkli\ Xcc\ jlgg\cc\kk`c`% Le XiZ_`k\kkf \iX XeZ_\ Z_`XdXkf ÈX[[\kkf XccËXjZ`X i\Xc\É% J`ZZfd\ c\ \jj\eq\ [\` c\^e` \iXef gfZ_\ \ efe [` ^iXe[` [`d\ej`fe`# _Xeef gif^\kkXkf XZZliXk` j`jk\d` [` Xjj\dYcX^^`f \ i`Ôe`kliX1 ^`lek` X[ Xe^fcf# ^`lek` X Zf[X [` ife[`e\# ^`lek` X ]Xi]XccX# ^`lek` Zfe ZXm`ZZ_`# ^`lek` Zfe Z_`f[` \ jg`e\ [` c\^ef% Le f^^\kkf gfk\mX Xjjld\i\ ]fid\ Xekifgfdfi]\ \ qffdfi]\ fggli\ gfk\mX i`gif[lii\ \c\d\ek` XiZ_`k\kkfe`Z`# Zfd\ Zfcfee\# mfck\ \ Zfie`Z`% G\i d\ ` kXmfc`e` jfef XeZfiX [` g` # jfef m\i` \ gifgi` df[\cc` [` XiZ_`k\kkli\# Zfe Zfcfee\# kiXm`# g`Xe`# gXm`d\ek`# Z_\ _f ]Xkkf [`m\ekXi\ leX j\i`\ [` g`ZZfc\ jZlckli\# Zfj Zfd\ c\ d`\ ZXj\kk\# Z_\ _f i\Xc`qqXkf e\` ^`fie` g` ZXc[` [` hl\jkX \jkXk\# e\c d`f jkl[`f jfc`kXi`f [` 8e^\iX% Jfef klkk` [` efZ\ dXjj\ccf i\^Xc` [` DXli`q`f \ ;Xm`[\ I`mX # cXmfiXkf Zfe Xkki\qqXkliX j\dgc`Z\ \ gi`d`k`mX g\i ]fidXi\ `eZXjki` jfc`[`# \]ÔZXZ` g\i kXmfc`e` ifYljk`# Zfd\ mfc\mf Z_\ [`m\ekXjj\if \ Zfd\ jfef kXek`jj`d` j^XY\cc`# gXeZ_\kk`# kXmfc`e` \ j\^^\kk\ Zfe jkilkkliX X kiXc`ZZ`f i`kifmXk` e\ccX kfdYX [\ccËXiZ_`k\kkf B_X# jfgi`ek\e[\ek\ X` cXmfi` e\cc\ kfdY\ i\Xc` k\YXe\% Efe jf Zfd\ gfjjXef \jj\i\ ljXk`# efe jf j\ e\Z\jjXi`f Z_\ j`Xef ljXk`% Jf Z_\ jfef [\` ÈkXmfc`e`É#È`e`É# XiZ_`k\kkli\ j\eqX jZXcX# j\eqX gifgfiq`fe` \ d`jli\ [` i`]\i`d\ekf# j\eqX ^iX[`e` \ YXccXkf` g\i jXc`i\ f jZ\e[\i\ kiX ` g`Xe`% D`Z_\c\ ;\ ClZZ_`

C_In618_R_52_53_architavoli_Delucchi.indd 53

15/12/11 15.14


54 / INdesign INcenter

C_In618_R_54_61_architavoli.indd 54

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

13/12/11 16.01


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INdesign INcenter / 55

MInIarcHITeTTure a cura di Nadia Lionello - foto di Miro Zagnoli

NELLA PAGINA ACCANTO: SURFACE, TAVOLINI IN ROVERE CHIARO SPAZZOLATO E ROVERE GRIGIO CON INSERTI VERNICIATI SATINATI CON BASAMENTO E FIANCHI IN ALLUMINIO VERNICIATO NICKEL BRONZATO. DESIGN VINCENT VAN DUYSEN PER B&B ITALIA. TAZZA DA TÈ IN PORCELLANA DI SAMI RUOTSALAINEN CON DECORO HENNIKA DI VUOKKO ESKOLINNURMESNIEMI PER MARIMEKKO DA JANNELLI&VOLPI. SBILENCO, TAVOLINO CON STRUTTURA IN LEGNO IMPIALLACCIATO FRASSINO O TANGANIKA TINTO E PIANO IN CRISTALLO. DI MAISON MARTIN MARGIELA PER CERRUTI BALERI. TAIKA,TAZZINA DA TÈ-CAFFÈ IN PORCELLANA. DI KLAUS HAAPANIEMI PER IITTALA. SIXTY LOW, TAVOLINO CON STRUTTURA IN ALLUMINIO VERNICIATO E TOP IN ACRILICO BIANCO OPACO O NELLA COLLEZIONE VETRI LACCATI ECOLORSYSTEM. DI GIUSEPPE BAVUSO PER RIMADESIO. LANDSCAPE, DECORO SHIBORI, TAZZINA DA CAFFÈ IN PORCELLANA. DI PATRICIA URQUIOLA PER ROSENTHAL STUDIO-LINE.

C_In618_R_54_61_architavoli.indd 55

UN’ analogia FORMALE CON L’Architettura MODERNA PER UN PAESAGGIO immaginario. UN gioco BIZZARRO DI proporzioni PER RACCONTARE I tavolini, COMPLEMENTI pratici E servizievoli PER INDOLE, IN ORIGINE SUBORDINATI ALLA zona living... OGGI non solo

13/12/11 16.01


56 / INdesign INcenter

SECRETO, TAVOLINO CON GAMBE IN ROVERE MASSELLO CURVATO NATURALE O TINTO NERO, PIANO IN ROVERE LISTELLARE NATURALE O BIANCO E PIANO SUPERIORE IN LEGNO LACCATO LUCIDO IN CINQUE COLORI. DI CATHARINA LORENZ E STEFFEN KAZ PER COLÉ. CHALK, TAZZINA DA CAFFÈ IN CERAMICA CON INSERTO A DECALCO EFFETTO LAVAGNA SU CUI È POSSIBILE SCRIVERE. DI BITOSSI HOME.

C_In618_R_54_61_architavoli.indd 56

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

W-TABLE, TAVOLINO IN TONDINO DI OTTONE, BRUNITO CON TECNICA TRADIZIONALE, SENZA USO DI PRODOTTI CHIMICI, CON PIANO IN EUCALIPTO TERMOTRATTATO CON FINITURA A OLIO, IN PELLE, IN PIETRA METEORUS E PIETRE DELLA GAMMA HENGE. DI MASSIMO CASTAGNA PER HENGE.TRAVEL, TAZZINA DA CAFFÈ IN PORCELLANA. PRODOTTA DA BITOSSI HOME.

13/12/11 16.01


INTERNI gennaio-febbraio 2012

MINIARCHITETTURE / 57

GRID, TAVOLINO IN TONDINO DI FERRO VERNICIATO E PIANO IN CRISTALLO EXTRACHIARO. DI KENSAKU OSHIRO PER VARASCHIN. MY CHINA!, TAZZINE PER TÈ E CAPPUCCIO IN PORCELLANA CON DECORO WUNDERKAMMER. DISEGNATA E PRODOTTA DA SIEGER BY FÜRSTENBERG.

C_In618_R_54_61_architavoli.indd 57

13/12/11 16.01


. 58 / INdesign INcenter

C_In618_R_54_61_architavoli.indd 58

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

13/12/11 16.01


INTERNI gennaio-febbraio 2012

LIPA, TAVOLINO IN MASSELLO DI ROVERE, FRASSINO O NOCE. DI MARKO MACURA E INGEBORG VAN UDEN PER STUDIO MACURA. FORMAT, TAZZINA DA CAFFÈ IN PORCELLANA CON DECORO GUILLOCHE. DI CHRISTOPHE DE LA FONTAINE PER ROSENTHAL STUDIO-LINE.

MINIARCHITETTURE / 59

POODLE, TAVOLINO IN MARMO BIANCO DI CARRARA CON FINITURA LEVIGATA. DI NAOTO FUKASAWA PER MARSOTTO. DRESSED, TAZZINA DA CAFFÈ IN PORCELLANA BIANCA. DI MARCEL WANDERS PER ALESSI.

NELLA PAGINA ACCANTO, DANZANTE, TAVOLINO IN METALLO VERNICIATO BIANCO, BLU, ROSA O VERDE, DISPONIBILE QUADRATO O RETTANGOLARE. DI GIORGIO SORESI PER ERBA ITALIA. TAZZINA DA TÈ IN PORCELLANA CON DECORO SIIRTOLAPUUTARHA DI MAIJA LOUEKARI. DI SAMI RUOTSALAINEN PER MARIMEKKO, DA JANNELLI&VOLPI.

C_In618_R_54_61_architavoli.indd 59

13/12/11 16.01


as 60 / INdesign INcenter

VITAE SMALL, TAVOLINO-SGABELLO IN NOCE MASSELLO TORNITO. DI NATURA COLLECTION BY RIVA1920. KORENTO, TAZZINA DA TÈ-CAFFÈ IN PORCELLANA. DI KLAUS HAAPANIEMI PER IITTALA.

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

PENTATABLE, TAVOLINO SOVRAPPONIBILE PROGETTATO SU GEOMETRIE PENTAGONALI, IN MDF LACCATO BIANCO, NERO O ROSSO. DI ANDREA LUCATELLO PER MINIFORMS. TAZZINA DA CAFFÈ IN CERAMICA SMALTATA LAVORATA A MANO DI ASTIER DE VILLATTE. DA ROSSANA ORLANDI.

NELLA PAGINA ACCANTO, OFFSET, TAVOLINO IN VETRO FUMÈ TEMPERATO INCOLLATO. DI SACHA LAKIC PER ROCHE BOBOIS. EUFEMIA, TAZZINA DA CAFFÈ DELLA COLLEZIONE HYBRID IN PORCELLANA BONE CHINA CON DECORO EAST/WEST. DI CTRLZAK PER SELETTI.

C_In618_R_54_61_architavoli.indd 60

13/12/11 16.01


INTERNI gennaio-febbraio 2012

C_In618_R_54_61_architavoli.indd 61

MINIARCHITETTURE / 61

13/12/11 16.01


62 /INdesign INcenter

C_In618_R_62_69_luci_tavolo.indd 62

09/12/11 10.29


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INdesign INcenter / 63

La Luce PunTuaLe

STUDIARE, lavorare O LEGGERE GRAZIE A UNA LUCE concentrata, anabbagliante E IN GRADO DI ARRIVARE ESATTAMENTE DOVE serve. SPESSO DISTANTI PER ESITI formali, LE NUOVE LAMPADE DA tavolo CONDIVIDONO UN cuore DI ALTISSIMA tecnologia, MESSO AL SERVIZIO DELLE MIGLIORI PRESTAZIONI luminose foto di Maurizio Marcato - testo di Andrea Pirruccio

SOPRA: UNMETRO DI MARCO MERENDI PER DAVIDE GROPPI, LUCE CHE SI ‘SROTOLA’ PER LA LUNGHEZZA DI UN METRO GRAZIE A UN PARTICOLARE SNODO BREVETTATO; A DESTRA, DI BENJAMIN HUNERT PER ÖRSJÖ BELYSNING, CRANE, LAMPADA ISPIRATA ALLE SAGOME DELLE GRU UTILIZZATE IN EDILIZIA, CHE RACCHIUDE UN INSIEME DI LED IN UN TUBO DI ALLUMINIO PERFORATO. NELLA PAGINA ACCANTO: CAIO, DESIGN MARIO NANNI PER VIABIZZUNO, LAMPADA DA TAVOLO PER INTERNI COSTITUITA DA UNA BASE CIRCOLARE IN ACCIAIO CON SENSORE PER ACCENSIONE E SPEGNIMENTO. SOTTO LA BASE, È PREVISTO UN LED BLU DI SEGNALAZIONE CHE RIMANE ACCESO IN PRESENZA DI TENSIONE DI RETE E PERMETTE DI TROVARE LA LAMPADA AL BUIO.

C_In618_R_62_69_luci_tavolo.indd 63

09/12/11 10.29


64 /INdesign INcenter

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

SOPRA IN SENSO ORARIO: PROGETTATA DA ALBERTO MEDA E PAOLO RIZZATTO PER LUCEPLAN, OTTO WATT È UNA LAMPADA DA SCRIVANIA A LED CON TESTA SNODABILE A 360°, RIFLETTORE CON FILTRO ANTIABBAGLIAMENTO E CHE, COME SUGGERISCE IL NOME, CONSUMA APPENA 8 WATT; PRODOTTA E DISEGNATA DA TOBIAS GRAU, FALLING STAR SI DISTINGUE PER LA TESTA SFERICA ILLUMINATA CON LED REGOLABILI, CHE GARANTISCONO UNA LUCE CONCENTRATA E RESA ANABBAGLIANTE DALLA LENTE OTTICA; LED BIOLITE, DI MAKIO HASUIKE PER YAMAGIWA, LAMPADA DA TAVOLO IN ESTRUSO D’ALLUMINIO CONNOTATA DALL’ESTREMA FLESSIBILITÀ DEL BRACCIO E DELLA TESTA. NELLA PAGINA A FIANCO: LOOKSOFLAT, DI STEFAN GEISBAUER PER INGO MAURER, LAMPADA DA TAVOLO IN ALLUMINIO ILLUMINATA A LED CON INTERRUTTORE INTEGRATO NELLA TESTA DELLA LAMPADA.

C_In618_R_62_69_luci_tavolo.indd 64

09/12/11 10.29


LA LUCE PUNTUALE / 65

C_In618_R_62_69_luci_tavolo.indd 65

09/12/11 10.29


66 /INdesign INcenter

C_In618_R_62_69_luci_tavolo.indd 66

09/12/11 10.29


INTERNI gennaio-febbraio 2012

LA LUCE PUNTUALE / 67

SOPRA: DI EMILIANA MARTINELLI PER MARTINELLI LUCE, IL MODELLO DA TAVOLO DELLA COLLEZIONE COLIBRÌ. REALIZZATA IN ALLUMINIO ANODIZZATO NERO, LA LAMPADA È DISPONIBILE IN NUMEROSE VERSIONI, FRA CUI PARETE, SOFFITTO, SOSPENSIONE E TERRA; A DESTRA, DALLO STUDIO FOSTER +PARTNERS PER LUMINA, LE VERSIONI TAVOLO E COMODINO DI FLO, LAMPADA DOTATA DI TESTA RUOTABILE DI 300° E BRACCI CHE RUOTANO SULLE BASI DI 120°. L’INTERRUTTORE, POSTO SULLA TESTA DI OGNI MODELLO, PERMETTE DI SPEGNERE LA LUCE O ACCENDERLA AL 50 E AL 100%. NELLA PAGINA ACCANTO: MAGNETO, DESIGN GIULIO IACCHETTI PER FOSCARINI, LAMPADA CARATTERIZZATA DALLA PRESENZA DI UNA CALAMITA SFERICA CHE UNISCE DUE SEMPLICI ELEMENTI, UN’ASTA DI SOSTEGNO CON BASE CIRCOLARE E UN CORPO ILLUMINANTE A LED SIMILE A UNA TORCIA. È DISPONIBILE NELLE VERSIONI DA TERRA E DA TAVOLO E NEI COLORI GRIGIO E ROSSO.

C_In618_R_62_69_luci_tavolo.indd 67

09/12/11 10.29


68 /INdesign INcenter

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

SOPRA: DI MICHELE DE LUCCHI PER ARTEMIDE, JUNIPER È UNA LAMPADA A LED LA CUI DOPPIA EMISSIONE LUMINOSA PERMETTE DI AVERE CONTEMPORANEAMENTE UNA LUCE CONTROLLATA SUL PIANO DI LAVORO E UNA DIFFUSA D’AMBIENTE; A DESTRA, PROGETTATA DA PHILIPPE STARCK PER FLOS, NET, È UNA LAMPADA DA TAVOLO IN ALLUMINIO LUCIDATO CHE OSPITA, SUL DIFFUSORE LUMINOSO, UNA PRESA USB DEDICATA A IPOD, IPHONE E IPAD. L’EFFICIENZA DELLA FONTE LUMINOSA È GARANTITA DA 28 TOP LED 3000K. NELLA PAGINA ACCANTO, DALL’ALTO E IN SENSO ORARIO: CREATA DA BENJAMIN HUBERT PER FABBIAN, PADDLE PRESENTA STRUTTURA PORTANTE IN ALLUMINIO O ALLUMINIO E LEGNO, STELO E BRACCIO ORIENTABILI, ILLUMINAZIONE CON 84 MICROLED E CONTROLLO DINAMICO DELLA LUCE; STRING, DI DANTE DONEGANI E GIOVANNI LAUDA PER ROTALIANA, LAMPADA A DUE BRACCI A LUCE DIRETTA CON SORGENTE LED. IL MOVIMENTO È COMPENSATO DAL CAVO ELASTICO CHE SCORRE NELLA SEZIONE DELL’ESTRUSO; DI ORAZIO SPADA PER METAL SPOT, ARIA, LAMPADA NELLA VERSIONE DA TAVOLO CON STELO E DIFFUSORE IN METALLO CROMATO E BASE IN ALLUMINIO ANODIZZATO; DA CATELLANI & SMITH, GIULIETTA, LAMPADA DA TAVOLO CON BASE IN METALLO NICHELATO, ASTINA IN RAME NICHELATO E DISCO IN METALLO LUCIDO SPECCHIATO.

C_In618_R_62_69_luci_tavolo.indd 68

09/12/11 10.29


LA LUCE PUNTUALE / 69

C_In618_R_62_69_luci_tavolo.indd 69

09/12/11 10.29


70 / INdesign INprofile

ALessanDro MenDInI

RITRATTO DI ALESSANDRO MENDINI SEDUTO SULLA SUA POLTRONA DI PROUST. NELLA PAGINA ACCANTO: SET DI VASSOI ANNA GONG E CAVATAPPI ANNA G, ENTRAMBI PRODOTTI DA ALESSI IN ACCIAIO INOX. APPARTENGONO ALLA CATEGORIA DEL DESIGN-PERSONA DI MENDINI.

C_In618_R_70_73_mendini.indd 70

09/12/11 09.59


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INdesign INprofile / 71

roBoT senTImenTaLe SI DEFINISCE “UN uomo moderno ESTREMAMENTE sensibile MA PARZIALMENTE meccanizzato”. E CONSIDERA IL SUO LAVORO COME UN metodo BASATO SUL paradosso, LA METAFORA, L’eccesso, LO SPIAZZAMENTO E IL grottesco di Cristina Morozzi

A

lessandro Mendini è architetto e designer, ma anche scrittore e direttore di riviste (Casabella, Modo, Domus); è progettista di abiti e scenografie, di edifici e di oggetti. Nel suo Atelier di via Sannio a Milano, aperto assieme al fratello Francesco nel 1989, nel tempo anche teatro di eventi, conserva sparse le tracce della sua multiforme attività. Teorico visionario, nei suoi oggetti, che più che cose inerti sono “teorie tridimensionali”, condensa pensieri provocatori sulla disciplina dell’architettura e del design. Nei suoi Scritti (Skira, Milano, 2004) sostiene di “non lavorare per motivi direttamente ideologici, né per creare oggetti funzionali. La mia vocazione è un istinto: quello di cercare dentro e fuori di me (nella memoria, nella storia, nei luoghi, nelle persone, raramente nella natura) dei segnali visivi, di elaborarli e di restituirli secondo una certa logica, di trasformarli in realtà (1988)”. Si considera un progettista che applica all’architettura e al design metodi tipici dell’artista; e viceversa, un pittore che per dipingere usa metodi tipici del progetto. Ritiene la sua “un’attività ibrida, in bilico fra queste e altre discipline (grafica, scultura, moda, performance, critica) che trova fra di esse, non una esigua linea di confine, ma grandi spazi liberi dove operare”. Dichiara di “usare l’attività progettuale non coerentemente al proprio fine, ma al fine di svolgere il suo naturale atto vitale che è quello di produrre immagini” (Scritti, ibidem). Sussurra con voce tenue verità fondamentali e, porgendole con rara gentilezza, pare voglia scusarsi d’essere così radicale e definitivo. Incontrarlo regala stimoli per allargare gli orizzonti del pensiero e per ampliare lo spettro della visione. A chi non ti conosce come ti presenteresti? “La prima parola che dico è che sono un

C_In618_R_70_73_mendini.indd 71

architetto, poi preciso che faccio il designer e che sono una persona che si esprime parallelamente sia attraverso immagini, sia attraverso la parola scritta, per me due attività parallele e complementari. Immagini non vuol dire solo architettura e design, ma intendo dire che creo della comunicazione poetica in maniera ibrida, talvolta anche pittorica e scultorea. Tanto è vero che negli oggetti che faccio prevalgono gli aspetti artistici. L’altro aspetto che mi caratterizza è una specie di forza centrifuga, perché tendo a disperdere energie in tutte le direzioni, cambiando materiali, misure, colori, funzioni, tipologie. La mia attività è una specie di palcoscenico di

spezzoni di cose che si contraddicono, anche molto, tra di loro. Sono un dispersivo. Ho ansia di esprimermi. Dato che sono introverso, timido e pessimista, ho bisogno di comunicare sentimenti, in maniera da antico romantico. I miei scritti, anche se sono di critica, hanno sempre un aspetto che tende al letterario. E negli oggetti la presenza della decorazione è un alfabeto, cioè un specie di approccio letterario alle cose. Pertanto i miei oggetti fanno parte di un romanzo autobiografico”. Dirigere una rivista equivale ad avere una lente d’ingrandimento per inquadrare la realtà. Nel tuo recente anno di direzione di Domus (2010), cosa hai visto, con quella lente, nel design e nell’architettura? “Non so se ho avuto una lente di ingrandimento, magari l’ho usata alla rovescia, cioè rimpicciolendo, perché mi sono prefissato un obiettivo di ricerca dell’utopia oggi, con una ipotesi aprioristica non verificabile. E ho selezionato e cercato le cose attraverso questa lente alla rovescia. I temi che ho trattato erano sempre finalizzati a questo scopo. È stata una parabola breve e condensata, molto faticosa: sempre sui tavoli di lavoro a scegliere e impaginare, senza mai fare un viaggio”. Ci sono dei temi, sui quali oggi nel mondo del design si discute e sui quali tutti s’interrogano: design artistico o seriale, produzione industriale o autoproduzione, rapporto tra arredare e abitare, stili e tendenze. “Design artistico e seriale non si contraddicono, dipendono dalle attitudini dell’autore e dalla tipologia degli oggetti. L’oggetto artigianale e quello industriale hanno due DNA diversi. Esistono anche dei casi misti, come quello dello Swatch. Andrea Branzi, ad esempio, vede nella metodologia dell’approccio artistico all’oggetto una gran novità di comportamento.

09/12/11 09.59


72 / INdesign INprofile

C_In618_R_70_73_mendini.indd 72

09/12/11 09.59


INTERNI ^\eeX`f$]\YYiX`f )'()

@ jlf` f^^\kk` jfef jkiXfi[`eXi`Xd\ek\ gf\k`Z` \ gfikXef Zfe j le `ehl`\kXek\ j\ejf [\ccX dfik\% C\ ^Xcc\i`\# kXcmfckX# _Xeef leX ]leq`fe\ c`Y\iXkfi`X% :Ë XeZ_\ dfckX ldXe`k~ [`\kif Xc ]Xkkf [` ]Xij` le dfY`c\ [X jfc`% I`\ekiX `e hl\jkX k\dXk`ZX XeZ_\ `c ]\efd\ef [\ccËXlkfgif[lq`fe\% 8 kXc\ i`^lXi[f `c :fdle\ [` D`cXef _X Xmm`Xkf cË`e`q`Xk`mX ÊD`cXef j` Xlkf gif[lZ\Ë# leX [\Z`eX [` i`^_\ e\c gif^iXddX [` >`lc`Xef G`jXg`X# g\i cX \d\ij`fe\ [\ccX ZXgXZ`k~ gif[lkk`m\ \ i\Xc`qqXk`m\ [\ccX Z`kk~% :Xd`ccf \ CXliX 8^efc\kkf \ :\jXi\ :Xjk\cc` _Xeef Zfjk`kl`kf leËXjjfZ`Xq`fe\# Z_`XdXkX ÊD`cXefj`Xlkfgif[lZ\[\j`^eË# g\i Xggc`ZXi\ hl\jkX `ek\eq`fe\ e\c j\kkfi\ [\c [\j`^e \ d` _Xeef Z_`\jkf [` gXik\Z`gXi\% @c gif^\kkf jkXkf gi\j\ekXkf `e Ki`\eeXc\ \# gifYXY`cd\ek\# `e Xgi`c\ j` kiX[lii~ `e leX jfikX [` Z\ej`d\ekf [` f^^\kk` Xlkfgif[fkk` Z_\ mXeef [Xc ZXjf c`d`k\ [\ccX d`X GfckifeX [` Gifljk# Z_\ i\Xc`qqf `e leX jkXeqX [`\kif Xc d`f jkl[`f# g\i Xii`mXi\ X le ]XYYif Z_\ ]X ` ]\ii` YXkklk`# le gcXjk`Z`jkX Z_\ cXmfiX Zfe `c Zfekifccf eld\i`Zf# le ^ilggf [` jkl[\ek` [` [\j`^e Z_\ _Xeef d\jjf `e g`\[` leX ]Xc\^eXd\i`X%%% JkXeef Xii`mXe[f dfck\ i`jgfjk\% ß le df[f g\i Zi\Xi\ le d\iZXkf [` gif[fkk` Z_\ eXjZfef jlccX d`jliX Xik`^`XeXc\% @c :fdle\ d\kk\i~ X [`jgfj`q`fe\ [` hl\jkX XjjfZ`Xq`fe\ le clf^f g\i cË\jgfj`q`fe\ [\` gif[fkk` \ ^c` f]]i`i~ XeZ_\ cX gfjj`Y`c`k~ [` Zfdd\iZ`Xc`qqXic`% ß le ]\efd\ef Z_\# d\jjf `e i\k\# gl [`m\ekXi\ `dgfikXek\% <[ le k`gf [` gif]\jj`feXc`k~ eXjZ\ek\% CX gXifcX Xlkfgif[lq`fe\# X[ \j\dg`f# jl` mfZXYfcXi` efe \j`jk\% Efe d` g`XZ\# _X le j`^e`ÔZXkf kifggf giXk`Zf# dX [`]ÔZ`c\ kifmXie\ leËXckiX Z_\ ]XZZ`X gi\jXÉ% ?X j\ejf `e[`m`[lXi\ [\cc\ k\e[\eq\6 È@c gi`df ^\e`f [\cc\ k\e[\eq\ jkXkX C` <[\cbffik2 hlXe[f cX ]i\hl\ekXmf `f c\ [\Ôe`mX jfcf g\i cX df[X% <[ c\` Z_\ _X gfikXkf cX d\ekXc`k~ [\cc\ k\e[\eq\ e\c [\j`^e# hlXe[f [`m\ekXkX [`i\kki`Z\ [\ccX jZlfcX [` <`e[_fm\e% F^^` c\ k\e[\eq\ jfef kXek\ \ gXiXcc\c\ \ jfef jf^^\kk\ X leX jg\Z`\ [` Xmm`kXd\ekf Z_\ c\ i\e[\ klkk\ mXc`[\% Cf jk\jjf XZZX[\ e\ccX df[X% @c Zfdle\ [\efd`eXkfi\# f^^`# gifYXY`cd\ek\ `c Y`jf^ef [` ljZ`i\ [XccX Zi`j` Z_\ Zi\X elfm\ k\Ze`Z_\ gif[lkk`m\ \ [`jki`Ylk`m\% DX cX Zi\Xk`m`k~ `e[`m`[lXc\ gi\mXc\ j\dgi\ jlccX le`]fid`k~ [\cc\ k\e[\eqX% @c ]\\c`e^ kiX d\iZ\ \ ZfejldXkfi\

2_C_In618_R_70_73_mendini.indd 73

"-&44"/%30 .&/%*/*

Zfdlehl\ `dgXcgXY`c\É% :fjX k` g`XZ\ [\cc\ Zfj\1 gfjj\[\ic\# [`j]Xik\e\# Zfcc\q`feXic\%%% ÈC\ Zfj\ jfef gi\j\eq\ Xe`d`jk`Z_\% Jfef dfckf g` `dgfikXek` [\cc\ gi\j\eq\ Ôj`Z_\% Jfef Zfdgc\d\ek` [\ccX g\ijfeX# leX jfikX [` jZ`Xd\ Z_\ Z`XjZlef j` gfikX [`\kif \ [\c hlXc\ efe gl ]Xi\ X d\ef% D\jj\ m`Z`e\# c\ Zfj\ [` Zl` lef j` Xkkfie`X dX^Xi` efe _Xeef le c\^Xd\ kiX cfif# Xeq` jfef `e ZfekiX[[`q`fe\% G\i jfef# `e le Z\ikf j\ejf# `c klf i`kiXkkf% Jfef leX gi\j\eqX XeZ\jkiXc\# Z_\ gi\Z\[\ hlXcj`Xj` ]leq`fe\ \ hlXcj`Xj` iX^`feXd\ekf \jk\k`Zf# ]fe[XkX jlccËXekifgfcf^`X% @c j\ejf [\cc\ Zfj\# `e gi`eZ`g`f# Xekifgfcf^`Zf% @e hl\jkf j\ejf# Ki`jk` kifg`Z` [` :cXl[\ C m` JkiXljj le c`Yif ]fe[Xd\ekXc\ g\i ZXg`i\ cË`dgfikXeqX [\c [\j`^e% CX m\iX \jj\eqX [\c iXggfikf Zfe c\ Zfj\ gj`ZXeXc`k`ZXÉ% ;` i\Z\ek\ _f m`jkf K_`j `j dp [i\Xd# `c Ôcd [` K_\f[fi\ JkXec\p jl Pf_a` PXdXdfkf% 8[ le Z\ikf glekf Pf_a` X]]\idX1 È^c` XY`k` efe d\ekfef dX`É% >c` `ek\i`fi# jfef Zfd\ ^c` XY`k`6 ÈEfe d\ekfef% CX ZXjX cËXlkfi`kiXkkf [` Z`XjZlef% C\ Zfj\ Z_\ d\kk` [\ekif cX klX ZXjX# Zfj Zfd\ ^c` XY`k` Z_\ `e[fjj`# \jgi`dfef k\ jk\jjf% J\ j` XY`kX j` cXjZ`X kiXZZ\É% Mfii\` Z_`\[\ik`# jlccX ]XcjX i`^X [\ccËXik`Zfcf glYYc`ZXkf jlc eld\if [` j\kk\dYi\ [` @ek\ie`# Z_` \c\^^\i\jk` Zfd\ klf Xcc`\mf% ÈEfe k\ cf jf [`i\# g\iZ_ efe jfef \ efe d` jfef dX` Zfej`[\iXkf le dX\jkif% @c dX\jkif Zfcl` Z_\ kiXjd\kk\ ZfeZ\kk`# d\kf[` \ ZlckliX [` hl\ccf Z_\ ]X% @c d`f cXmfif dfckf ZfekiX[[`kkfi`f% Efe g\ejf j`X \j\dgcXi\# g\iZ_ dfckf gifYc\dXk`Zf# kiX^`Zfd`Zf# efe _X Zfek`el`k~% ß hlXj` le ]\efd\ef Z_`ljf% CËle`ZX ZfjX Z_\ gfki\YY\ \jj\i\ gi\jX X[ \j\dg`f cX k\jk`dfe`XeqX [` leX m`kX `dg\^eXkX e\ccË`ddX^`e\% Klkk\ c\ g\ijfe\ Z_\ gfjj`\[fef hl\jkf `dg\^ef jfef ` d`\` \i\[`% < Zfe hl\jk\ g\ijfe\# Z_\ XggXik\e^fef X mXi` jk`c` \ jZlfc\ [` g\ej`\if# _f iXggfik` [` jZXdY`f% :fej`[\if# `e hlXcZ_\ d`jliX# \i\[` klkk` ^c` Xik`jk` Z_\ ^iXm`kXef Xkkfief XccX ^Xcc\i`X [` 8ekfe`f :fcfdYf% Jg\jjf mX[f c \ i`dXe^f `eZXekXkf [Xcc\ `ddX^`e` \jgfjk\% Gfki\YY\ \jj\i\ `ek\i\jjXek\ XeZ_\ i`jgfe[\i\ XccX [fdXe[X XccX ifm\jZ`XÉ% :_` jfef ` klf` dX\jki`6 ÈI`k\e^f [` efe Xm\i\ dX\jki`% G\i Z` jfef \ jfef g`kkfi`1 JXm`e`f# ;\ :_`i`Zf# ;\g\if% :`f `c

DALL’ALTO: VASSOIO DISCO CESELLATO PER ALESSI, 2011; GUERRIERO DI VETRO PER VENINI, 2000; DISEGNO PER IL TAVOLO MACAONE, RIEDIZIONE ZANOTTA, 2011; SET DI POSATE IN ACCIAIO ASTA BAROCCA, PRODUZIONE ALESSI, 2011; INSTALLAZIONE SOLI, PROGETTO CON ALCHIMIA MUSEO, MILANO, 1990; VASSOIO IN ACCIAIO ANNA GONG, PRODUZIONE ALESSI, 2011; VASI IN VETRO DI MURANO ARSOS PER VENINI, 1990; MOBILE QUI PER LA GALLERIA PAOLO CURTI/ANNAMARIA GAMBUZZI, MILANO, 2008; STAZIONE DELLA METROPOLITANA DI NAPOLI, 2011 (CON FRANCESCO MENDINI, INTERIOR DESIGN KARIM RASHID); COPPA IN VETRO DI MURANO GRANDE ALZATA PER VENINI, 2000; GUERRIERO DI DURER, SCULTURA IN MOSAICO PER BISAZZA, 2011; ESTERNO DEL MUSEO DI GRONINGEN, RESTAURO DEL 2011 (CON FRANCESCO MENDINI); LA POLTRONA DI PROUST NELLA VERSIONE IN PLASTICA ROTAZIONALE, PRODUZIONE MAGIS, 2011; INTERNO DEL MUSEO DI GRONINGEN, RESTAURO DEL 2011 (CON FRANCESCO MENDINI); SCULTURE MOBILI PER UOMO, IN MOSAICO DORATO PER BISAZZA, 2006/2011; TORRE DEL FILOSOFO PER LA MOSTRA ARTINMOSAICO INSTALLATA A NAPOLI IN PIAZZA DEL PLEBISCITO, 1996.

dfe[f [\ccX d\kXÔj`ZX d\[`k\iiXe\X \ `c dfe[f [\cc\ Ô^liXq`fe\ j\^e`ZX ]lkli`jkX% J\ efe Z` ]fjj\ hl\jkf gi\Z\[\ek\# d\kk\e[fZ` [\ekif XeZ_\ MXjj`cp BXe[`ejbp# `f efe \j`jk\i\`% G\i ZfeZcl[\i\# g\i d\ `c dX\jkif [\` dX\jki` DXiZ\c Gifljk# g\i `c jlf j\ejf [\ccX m`kX ifdXeqXkX% J\ efe j` ifdXeqX cX m`kX# efe j` m`m\% =fij\ Y`jf^e\i\YY\ ]Xi\ [\ccX gj`ZXeXc`j`% @f cË_f ]XkkX g\i [l\ Xee` \ d\qqfÉ% @c [\j`^e g\ijfeX i`Zfii\ek\ e\c klf cXmfif%%% È@e mXi` f^^\kk`# hlXe[f kifmf cf^`Zf ]Xicf# `ekif[lZf cË`ddX^`e\ [\ccX g\ijfe\# jg\Z`Xcd\ek\ `c mfckf# Zfe fZZ_`# eXjf \ YfZZX% @c i`]\i`d\ekf g` ]fik\ hl\ccf Xc k\dg`f JklgX e\gXc\j\# f XeZ_\ Xcc\ k\jk\ [\ccË@jfcX [` GXjhlX f Xc >f\k_\Xeld [` Il[fc] Jk\`e\i% CË`[\X Z_\ cËXekifgfdfiÔjdf Xggc`ZXkf Xc [\j`^e \ XccËXiZ_`k\kkliX Zi\` le Zf`emfc^`d\ekf Xekifgfcf^`Zf jlg\i`fi\ [` hl\ccf Z_\ Z` [~ leX ]fidX XjkiXkkX% :`f j`dgXk`X# \dgXk`X \ jfd`^c`XeqX ]iX ef` \ efjki` f^^\kk`# g\ejXY`c` Zfd\ efjki` i`kiXkk`% CËlfdf \ cËf^^\kkf Z_\ j` ^lXi[Xef e\^c` fZZ_`É%

15/12/11 15.19


74 / INdesign INproject / AUTOPRODUZIONE

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

CADUTO IL MERCATO DI MASSA, SI DELINEANO nuove modalità DI produrre e consumare BASATE SU UN sistema aperto DI PROCESSI E RELAZIONI. UNO SCENARIO CHE non si contrappone ALL’INDUSTRIA MA LA COMPLETA. CON INTERESSANTI vantaggi competitivi

AuToProDuzIone: istruzioni per l’uso di Valentina Croci

L’

autoproduzione collega direttamente l’attività creativa a quella produttiva, senza intermediari. È una modalità in cui il fare coincide con il pensare e progettare. Non è una novità, nonostante eventi come le mostre-mercato Opendesign Italia a Bologna e Operae a Torino lo rendano di attualità. È un fenomeno che raccoglie l’eredità delle avanguardie degli anni Settanta, passando per l’Autoprogettazione di Enzo Mari e i piccoli editori come Memphis. Sono cambiati però i paradigmi di produzione e consumo.

C_In618_R_74_77_autoproduz_croci.indd 74

09/12/11 09.46


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INdesign INproject / AUTOPRODUZIONE / 75

IL DIAGRAMMA DI ALESSANDRO MENDINI PER MISAD CHE SPIEGA L’AUTOPRODUZIONE E LE POTENZIALITÀ DELLA CREATIVITÀ DIFFUSA NEL TERRITORIO. NELLA PAGINA ACCANTO: L’APPENDIABITI ‘UN PENNELLO’ DI CARMINE DEGANELLO PER RECESSION DESIGN, ESIBITO A OPERAE, LA MOSTRA-MERCATO TORINESE SULL’AUTOPRODUZIONE.

C_In618_R_74_77_autoproduz_croci.indd 75

09/12/11 09.46


76 / INdesign INproject / AUTOPRODUZIONE

PROGETTI PRESENTATI A OPENDESIGN ITALIA, LA MOSTRA MERCATO BOLOGNESE SULL’AUTOPRODUZIONE E LA PICCOLA SERIE. DALL’ALTO IN SENSO ORARIO: LA MANIGLIA CON POMELLO IN CARTA E LA LAMPADA CON DIFFUSORE IN PLEXIGLASS E PIETRA DELLO SVEDESE NICOLAS CHENG; PILASTRO, LAMPADA TELESCOPICA IN STOFFA DI RUDY DAVI; TEIERE IN CERAMICA E FELTRO DI GAETANO DI GREGORIO; BICCHIERE PER BIRRA MEDIA O PICCOLA DI ACQUACALDA; I TESSUTI PROGETTATI DA GIULIA CIUOLI. SOTTO, MODELLO DEL SISTEMA LIBRERIA MODULARE PROGETTATO DA SARA BOSCHELLO.

C_In618_R_74_77_autoproduz_croci.indd 76

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

È caduto il mercato di massa e le tradizionali economie di scala. E la polverizzazione della domanda apre nuovi scenari merceologici, in cui trovano spazio prodotti non primariamente performanti e con qualità differenti: segniche, narrative e autoriali. L’attenzione all’autoproduzione, e più in generale al lavoro artigiano, rappresenta l’occasione per capirne il vantaggio competitivo. Non a caso, è appena nata a Milano l’associazione Misad (Milano si autoproduce design), fondata tra gli altri da Alessandro Mendini, per mettere in rete la creatività diffusa di Milano, vista come patrimonio tangibile e opportunità di sviluppo. Che cosa sia il lavoro artigiano in relazione all’economia globale ce lo spiega Stefano Micelli, professore di Economia e gestione delle imprese all’Università Ca’ Foscari di Venezia e autore del libro Futuro artigiano (ed. Marsilio, 2011).

09/12/11 09.46


INTERNI gennaio-febbraio 2012

ISTRUZIONI PER L’USO / 77

PROGETTI IN MOSTRA ALL’EVENTO TORINESE OPERAE. DALL’ALTO IN SENSO ORARIO: LIBRERIA MODULARE MINIMUM BOOK DI GIUSEPPE AMATO; LAMPADA MICOL DI CRISTIANO MINO; CONTENITORE MODULARE SEDICI DI FRANCESCO DI CANDIO (FACTORY DESIGN CONCEPT); LAMPADA HEXA DELL’UNGHERESE ÁDÁM JUHÁSZ; VASI IN CARTONE DI ANDREA GIANNI; SEDIA TMU IN FOGLI DI LEGNO DA ASSEMBLARE DI LAM. SOTTO, 1PORTANONBASTA, ARMADIO CON ELEMENTI DI RISULTA DI STUDIO 6M.

“L’autoproduzione non è in contrapposizione con l’industria ma ne è il completamento all’interno di un sistema manifatturiero che va letto in un’ottica di filiera ampia e disarticolata. Bisogna superare la rivendicazione autarchica del made in Italy e pensare a forme diverse di collaborazione con il mondo: ad esempio, nuove cooperazioni con l’estremo oriente che non siano solo l’export o la terziarizzazione di parte della produzione”. Continua Micelli: “Ci arriva una lezione profonda dal mondo del web e del digitale: il sistema aperto che crea processi e relazioni. Se ripensiamo alle geometrie delle filiere in termini di parcellizzazione, dall’ideazione alla postproduzione, e immettiamo il lavoro ‘artigiano’ nei punti di snodo dei processi globali, valorizziamo ogni fase e otteniamo vantaggio competitivo”. Ma in che modo? “Pensando a una divisione del lavoro in tre attività: Creazione, aperta e connessa

C_In618_R_74_77_autoproduz_croci.indd 77

con il mondo, non più nell’ottica corporativa o protezionistica; Traduzione, ovvero trasformazione del lavoro altrui come ha fatto Giovanni Sacchi con i suoi modelli in legno, oppure come stanno facendo i tecnoartigiani e i fabber che impiegano le tecnologie digitali per prototipizzare le creazioni di altri; Personalizzazione intesa come ‘tuning’, ovvero trasformazione creativa di componenti che già esistono e, pertanto, all’interno di economie di scala di terzi. È il caso del refitting o del retrofit”. Il design non è più volto alla produzione di massa. Il futuro dell’autoproduzione e della piccola serie sta, appunto, in queste nuove filiere globali, nella creatività, nella trasformazione dell’esistente e nella custom proximity. Ancorati al nostro patrimonio culturale e industriale, ma rinnovando l’immagine produttiva del nostro Paese.

09/12/11 09.46


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

78 / INdesign INproject / AUTOPRODUZIONE

Le nuove piattaforme produttive IL FENOMENO DELL’AUTOPRODUZIONE DISEGNA UNO SCENARIO DI industrialesimo connettivo BASATO SU MODELLI INNOVATIVI DI abilitazione DELLA PROGETTUALITÀ di Stefano Maffei

2_C_In618_R_78_79_autoproduz_maffei.indd 78

S

ono sempre più numerose le esperienze in Italia che mettono in luce un processo di rapidissima evoluzione delle forme d’impresa collegate al fare design (microPMI artigiane, designer-impresa, imprese-piattaforma virtuali) verso nuove modalità di produzione-distribuzione. Non più industria, né artigianato né design come eravamo abituati a pensare. Quella che sta pulsando ed emergendo è una nuova realtà legata a un cambiamento dei luoghi (microfabbriche e nuovi atelier artigiani, gallerie di design atipiche), delle tecnologie di fabbricazione (dall’artigianato ultraspecializzato ai fablab – ovvero fabrication laboratories, piccoli atelier dove viene realizzato un processo di fabbricazione digitale attraverso

09/12/11 09.49


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INdesign INproject / AUTOPRODUZIONE / 79

SOPRA: L’HOME PAGE DI DESIGNHUB, PIATTAFORMA D’INCONTRO TRA DESIGN E IMPRESE, TRA UNIVERSITÀ E TERRITORIO. A DESTRA, LA VETRINA DELLA GALLERIA SUBALTERNO1 A MILANO, “IL LUOGO DOVE SI RENDE VISIBILE IL DISCORSO SULL’AUTOPRODUZIONE ITALIANA”. SOTTO: LO SCHEMA DEL PROCESSO DALL’ORDINE ALLA CONSEGNA DI GARAGEDESIGN, UN’IMPRESA SPERIMENTALE IMPEGNATA NELLA PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI EDIZIONI LIMITATE DI MOBILI, LAMPADE, OGGETTI D’ARREDO, PICCOLI OGGETTI E DESIGN ARTISTICO.

LA MAPPA DEI PROGETTI DI DEA – DESIGN & ARTIGIANATO PER IL TRENTINO, UNA INIZIATIVA DI CEII TRENTINO E POLITECNICO DI MILANO NATA ALLO SCOPO DI SVILUPPARE PROGETTI INNOVATIVI CON LE IMPRESE ARTIGIANE TRENTINE ATTRAVERSO LO SCAMBIO TRA LE IMPRESE E I GIOVANI DESIGNER. INFOGRAFICA DI MASSIMO BIANCHINI, IN VENANZIO ARQUILLA, INTENZIONI CREATIVE-CREATIVE WAYS, MAGGIOLI 2011.

stampanti 3D e macchine a taglio laser), dei luoghi della sperimentazione temporanea (makerspaces temporanei – ovvero luoghi fisici in cui si sperimentano attività di progettazione/costruzione collettiva). È uno scenario di industrialesimo connettivo che realizza una produzione distribuita, fatta con nuovi attori e in nuovi territori, e che si basa su nuove forme di abilitazione della creatività e della progettualità. Un esempio è la piattaforma web DesignHUB del Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano che ha l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di progetti di design innovativi, nonché quello tra imprese e giovani designer. Ma anche Subalterno1, galleria atipica che promuove e

2_C_In618_R_78_79_autoproduz_maffei.indd 79

vende i designer-impresa il cui principio di autoproduzione va oltre il concetto tradizionale di lavoro artigianale e si configura come “…un insieme di attività che comprende l’autorganizzazione della progettazione, della costruzione/produzione, della promozione, della distribuzione. Tutte queste operazioni possono essere compiute in modo differente e libero ma devono coesistere per poter parlare realmente di autoproduzione. Non necessariamente quanto sopra elencato deve essere compiuto in prima persona da un individuo, ma quando non lo realizza direttamente, deve averlo almeno come committente-organizzatore…”. La casistica comprende anche piattaforme online come Garage Design (http://www. garagedesign.it/) che ridisegna il processo tradizionale del design italiano lavorando come un abilitatore (si veda in questo senso l’esperienza seminale giapponese di elephant design, http:// www.elephant-design.com/en_index.html): attraverso un bando viene prima effettuata un’operazione di talent scouting internazionale, ovvero una selezione di designer/progetti; si passa poi alla fase di materializzazione mediante la produzione di un prototipo che viene realizzato utilizzando il network produttivo disperso nel territorio; si arriva così a un’offerta, che si realizza con la costruzione di una vetrina-shop online che mostra i prototipi dei prodotti e ne raccoglie gli ordini d’acquisto; infine si giunge a una sceltaproduzione che si attiva una volta raggiunta la quantità minima richiesta per ottimizzare i costi produttivi (variabile da progetto a progetto) e si conclude con una consegna. In modo analogo, la proposta di fabbricazione digitale di Vectorealism (http://www.vectorealism.com/) nasce con l’idea di mettere a disposizione di progettisti e autoproduttori un sistema di taglio e incisione laser professionale e un’ampia scelta di materiali. Ciò

avviene grazie alla collaborazione con la neozelandese Ponoko (www.ponoko.com) di cui utilizza la piattaforma software di gestione; tutto il processo può essere gestito online (e facilitato da tutorial) attraverso una pagina di personal factory che consente di caricare il disegno vettoriale da realizzare, ottenere una verifica dello stesso e una quotazione, quindi la realizzazione e la consegna del pezzo finito. I servizi offerti da Ponoko USA vanno oltre e consentono la preparazione di modelli 3D che possono essere realizzati con stampa 3D o predisposti per la realizzazione con macchine utensili a controllo numerico. Giunti ormai alla personal fabrication, sembra dunque avverarsi lo scenario prefigurato dal sociofuturologo Alvin Toffler, che in The third wave del 1980 ipotizzava la nascita di una popolazione di prosum er (neologismo che integra le parole producer e consumer e sta ad indicare un utente-consumatore che esercita un ruolo attivo nel processo di creazione, produzione, distribuzione e consumo di prodotti e servizi). A testimoniare l’emergere dei nuovi processi di fabbricazione avanzata sono state anche due recentissime mostre allestite al Victoria&Albert Museum di Londra: Industrial Revolution 2.0: How the Material World Will Newly Materialise, curata da Murray Moss, e Power of making curata da Daniel Charny.

09/12/11 09.49


80 / INdesign INproject / AUTOPRODUZIONE

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

Quelli che... SPERIMENTANO LE forme più avanzate DI AUTOPRODUZIONE MEDIANTE L’APPLICAZIONE DELLA logica digitale AL reale E ATTRIBUISCONO ALLA CAPACITÀ VISIONARIA DEL DESIGN UN NUOVO rilievo filosofico di Stefano Caggiano

M

ai come oggi la capacità specifica della filosofia di interrogare il proprio tempo e la capacità di penetrazione visionaria del design sono state così intimamente legate. Mentre la filosofia è chiamata a rovesciare criticamente le pieghe del presente, compito del progetto è infatti quello di lavorare sui nervi così scoperti per trasformarne i vincoli in svincoli. È su una di questa nervature antropologiche che interviene il progetto Endless di Dirk van der Kooij, presentato per la prima volta come tesi di laurea alla Design Academy di Eindhoven e premiato con il Dutch Design Award 2011 come miglior oggetto autoprodotto. Dopo aver riadattato un robot industriale dismesso, van der Kooij ha trovato il modo di ottenerne sedute e tavoli a partire da una striscia di materiale riciclato

C_In618_R_80_85_autoproduz_cagg_madd.indd 80

13/12/11 15.17


INTERNI gennaio-febbraio 2012

LA SEDIA ENDLESS DI DIRK VAN DER KOOIJ È REALIZZATA DA FRIGORIFERI RICICLATI, ATTRAVERSO UNA ORIGINALE VARIANTE DEI PROCESSI ADDITIVI TIPICI DELLO STAMPAGGIO TRIDIMENSIONALE OTTENUTA RIPROGRAMMANDO UNA VECCHIA MACCHINA INDUSTRIALE (A DESTRA). NELLA PAGINA ACCANTO: LA LAMPADA DESERT STORM DI NIR MEIRI, REALIZZATA IN SABBIA STAMPATA, FERRO E LED. IL PARALUME, RUVIDO ALL’INTERNO E LISCIO ALL’ESTERNO, DIFFONDE UNA LUCE MORBIDA CHE ACCENTUA I DISEGNI AMORFI PRESENTI NELLA SABBIA, EVOCANDO IL DESERTO DAL QUALE MEIRI HA RICAVATO LA SUA LAMPADA (FOTO SHAY BEN EFRAYIM).

C_In618_R_80_85_autoproduz_cagg_madd.indd 81

INdesign INproject / AUTOPRODUZIONE / 81

proveniente da vecchi frigoriferi, tramite un processo che genera un flusso continuo di materialità e ‘chiude’ i pezzi con un taglio finale calato al punto giusto. La forza di questa idea consiste nel fatto che l’agire progettuale, qui, non è informato dallo schema classico della messa in forma di una materia, ma da una logica del tutto nuova – e filosoficamente più spregiudicata – che entra a modificare la stessa genetica della materialità. Endless non interviene infatti sul ‘fenotipo’ dell’oggetto (la forma esteriore, l’anatomia), ma sul suo ‘genotipo’, lavorando progettualmente il DNA che codifica la genesi materiale delle cose. Anche Solar Sinter di Markus Kayser, brillante studente del Royal College of Art di Londra, applica la combinatoria genetica del digitale alla realtà materiale, ma lo fa spingendosi ancora oltre, e supera perfino la separazione tra naturale e artificiale, sulla cui contrapposizione era stata costruita la modernità.

13/12/11 15.17


82 / INdesign INproject / AUTOPRODUZIONE

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

IN ALTO, IL PRIMO OGGETTO DI MARKUS KAYSER IN SABBIA DEL DESERTO SINTERIZZATA DA SOLAR SINTER, UNA MACCHINA (NELLA FOTO IN BASSO È RITRATTA NEL DESERTO SAHARIANO VICINO A SIWA, IN EGITTO) CHE STAMPA LA SABBIA IN 3D A PARTIRE DA UN FILE, USANDO IL SOLE COME FONTE DI ENERGIA (FOTO AMOS FIELD REID).

Da Matrix alla prototipazione rapida, l’idea che gli atomi possano venire ‘programmati’ come bit è ormai entrata nel nostro sentire; Solar Sinter applica questa idea non a un materiale artificiale (come i granuli di polimero), ma ai granelli di sabbia del deserto, proponendo a un mondo preoccupato dalla carenza di energia un modo per sfruttare le potenzialità produttive del ‘deserto manifatturiero’, in cui si trova grande disponibilità di energia (solare) e di materiale (silice sotto forma di quarzo nella sabbia). Canalizzando la luce del sole tramite un sistema di lenti la macchina di Kayser sinterizza la sabbia attraverso un processo di stampa 3D, e ottiene come output veri e propri oggetti in vetro. Già ideatore di Sun Cutter (macchina da taglio al laser ad energia solare), Kayser è ben consapevole della portata filosofica del suo progetto: “Anche se non fornisce risposte definitive, questo esperimento propone un punto di partenza per una nuova riflessione”. Riflessione simile a quella che deve aver attraversato la mente del giovane designer israeliano Nir Meiri, il quale ha sfruttato la stessa abbondanza di materiale sabbioso del deserto nella lampada Desert Storm, la cui luce, alimentata a LED, filtra morbidamente dal solido paralume di sabbia stampata evidenziando l’estetica amorfa delle irregolarità presenti nell’impasto. Esperienze di autoproduzione come queste (che pure, come tutti i pionieri, necessitano di ulteriori messe a punto) sembrano avverare ciò che era stato previsto da Martin Heidegger, uno dei massimi filosofi del Novecento: e cioè che il ‘fondo’, inteso come la terra su cui poggiamo i piedi, a seguito del potenziamento oltre misura della tecnologia e della sua capacità di infiltrazione nel quotidiano perde il suo ruolo di riferimento ‘fondamentale’, per divenire materia interamente ‘a disposizione’ del progetto. E consegnandoci a una terra che non è mai stata così ricca di potenzialità progettuali, e mai così priva di stabilità ‘fondazionale’ .

C_In618_R_80_85_autoproduz_cagg_madd.indd 82

13/12/11 15.17


INTERNI gennaio-febbraio 2012

QUELLI CHE... / 83

ACCANTO, ALCUNI MODELLI DELLA COLLEZIONE DI MACCHININE ARTIGIANALI TOBEUS, UN’AUTOPRODUZIONE DI MATTEO RAGNI A CUI HANNO COLLABORATO 100 NOTI DESIGNER; LA COLLEZIONE DARÀ VITA QUEST’ANNO ALLA MOSTRA 100% TOBEUS. SOTTO, DA SINISTRA: OCCHIALI DELLA LINEA W-EYE, IN MULTISTRATO DI LEGNO CON ANIMA DI ALLUMINIO; IL TAPPETO ‘LOOKING FOR SEED’ DISEGNATO PER NODUS; L’OROLOGIO VIGORELLI PER LORENZ.

E quelli che ... di Maddalena Padovani

N

el suo ruolo di progettista a 360 gradi, che si occupa di prodotto ma anche di strategia e immagine d’impresa, che si dedica all’innovazione quanto all’etica del fare progettuale, Matteo Ragni rappresenta uno dei protagonisti più completi ed evoluti del design italiano contemporaneo. Un costante e fruttuoso percorso di maturazione, il suo, ‘salutato’ nel 2001 da un Compasso d’Oro (vinto assieme all’amico Giulio Iacchetti per la posata Moscardino) e oggi approdato alla collaborazione con aziende importanti per cui ha svolto e svolge anche il ruolo di art director (è recentissimo l’incarico conferitogli da Alpi), che non poche volte lo ha visto impegnato anche in coraggiose operazioni di autoproduzione. Dimostrazione che per Ragni i progetti non sono esercizi formali ma innanzitutto idee in cui crede fermamente, a tal punto da rischiare e investire egli stesso per vedere la loro effettiva realizzazione. La prima esperienza, Sinequanon, risale al 2000 e alla sua convivenza professionale con Iacchetti con cui aveva fondato lo studio Aroundesign. Con

C_In618_R_80_85_autoproduz_cagg_madd.indd 83

L’AUTOPRODUZIONE L’HANNO SCELTA PER ragioni etiche O LA APPLICANO COME metodo di progetto, OPPURE LA SPERIMENTANO COME STRADA alternativa all’industria. LE ESPERIENZE DI Matteo Ragni, Massimiliano Adami E Sonia Pedrazzini Giulio aveva disegnato una collezione di utensili ‘piatti’, realizzati in lamina di acciaio fotoinciso, che potevano essere piegati e spediti. In apparenza un divertissement, che in realtà sfruttava una tecnologia all’avanguardia e applicava la logica industriale a “un pensiero poetico ben lungi dal confondersi con espressioni ascrivibili al mondo artigianale o artistico”. A questa prima operazione ne sono seguite altre, diverse per genere tipologico ma sempre accomunate dall’idea che il design possa dare dignità a qualsiasi oggetto d’uso quotidiano e che anche lo spirito d’impresa si può conciliare con una visione etica del progetto e del lavoro: So Far, creata con Fernando Contreas Wood, è sulla carta una società per lo sviluppo della cultura di progetto fra Italia e Cile, ma in pratica diventa un marchio di ceramiche che si prefigge di innovare e migliorare, mediante il principio della serialità, i tradizionali processi di lavorazione degli artigiani cileni; Strativari, del 2005, è una collezione di vasi che recupera gli scarti di lavorazione del Corian DuPont e applica a un materiale moderno e tecnologico una tecnica

tradizionale quale è la lavorazione al tornio. Arriviamo così a TobeUs, l’ultima sfida, un progetto ascrivibile all’autoproduzione che in realtà esula dalle logiche dell’imprenditorialità e che, nella sua semplicità, diventa il manifesto del Ragni-pensiero. Pochi ma precisi i valori su cui si basa questa collezione di macchinine artigianali in legno: l’idea di un consumo responsabile, orientata verso oggetti che durino nel tempo; la sostenibilità ambientale; l’importanza della memoria trasferita attraverso gli oggetti. “Ero stufo delle montagne di giochi made in China arrivati in casa con la nascita di Elio e Tobia, che dopo poche ore di utilizzo si trasformavano in rottami di plastica e ferro inutilizzabili e irreparabili. Così, quando una rivista mi ha invitato a disegnare il regalo che avrei voluto ricevere, ho pensato a una macchinina solida, indistruttibile, che potesse essere tramandata di padre in figlio. L’idea ha riscontrato subito un successo inaspettato. Arrivavano le mail dei genitori che chiedevano dove potesse essere acquistato questo giocattolo. Ho quindi deciso di produrre in prima persona i primi modelli inizialmente disegnati da me, Giulio e Odoardo Fioravanti, che via via si sono arricchiti grazie al contributo generoso dei più importanti designer italiani”. Presto la collezione comprenderà ben 100 macchinine d’autore, tutte realizzate a mano da un esperto artigiano della Brianza a partire un blocco di profumatissimo cedro del Libano, sempre della stessa misura, modellato con un unico taglio e poi corredato di ruote in legno di mogano. Tutti insieme, i modelli daranno vita alla mostra 100 % TobeUs; sarà un’occasione per festeggiare l’importante e inaspettato traguardo, ma anche per ricordare quanto diceva Munari: il gioco è una cosa seria.

13/12/11 15.17


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

84 / INdesign INproject / AUTOPRODUZIONE

SOTTO, UNA DELLE LAMPADE DA TERRA CHE HANNO DI RECENTE AMPLIATO LA COLLEZIONE FOSSILI MODERNI, UN SISTEMA IDEATO DA MASSIMILIANO ADAMI PER REALIZZARE MOBILI UTILIZZANDO CONTENITORI E OGGETTI DI RICICLO E SCHIUMA POLIURETANICA. IN BASSO, ALCUNI DEI PROGETTI SVILUPPATI DA ADAMI PER L’INDUSTRIA. DA SINISTRA: IL MOSAICO CERAMICO BESIDE PER REFIN; L’OPERA RICOSTRUZIONE REALIZZATA PER ZERODISEGNO PER I 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA; IL PROGETTO ALCANTARA REMIX PER ALCANTARA.

Massimiliano Adami si è sempre sentito e definito un designer. Eppure sono tanti i critici del settore che lo ritengono uno dei pochissimi italiani ad avere, nella sua visione materica del progetto e nel suo approccio fortemente manuale, una personalità di respiro internazionale paragonabile a quella dei più noti esponenti della design art di area nord europea. Di fatto, anche quando smette i panni di autoproduttore e indossa quelli di industrial designer che progetta per le aziende dei grandi

C_In618_R_80_85_autoproduz_cagg_madd.indd 84

numeri, Adami non può fare a meno di pensare con le mani. Ogni sua idea nasce nel laboratorio dove Massimiliano sperimenta, costruisce, disassembla, ricompone; dove prendono forma gli arredi lunari che compongono ed evolvono la sua celebre collezione Fossili Moderni, ma anche dove avvengono le ricerche materiche finalizzate alla realizzazione di un nuovo prodotto industriale. L’ultima sviluppata per Refin, per esempio, aveva come brief lo sviluppo di una nuova idea per un

mosaico ceramico. Adami, come sempre, parte dalla materia, ovvero da una piastrella: la prende tra le mani, la osserva, la studia, la colora, la manipola, la rivolta. Se nel progetto precedente l’ispirazione era nata da una crepa, adesso è proprio il retro della piastrella a indicare l’innovativa soluzione: la caratteristica struttura a quadri diventa un pattern grafico per far riaffiorare la geometria del mosaico giocando con i colori e i riflessi degli smalti ceramici. Analogo approccio per Alcantara Remix; anche qui la sfida è evolvere la bidimensionalità del materiale, l’Alcantara, in tridimensionalità, ovvero definirne una nuova identità espressiva senza aggiungere segni alla superficie e senza attribuirgli quella di un altro oggetto. Adami si concentra sugli scarti del non tessuto, li sovrappone, li compatta, li mixa e con un collante ne fa una massa che poi seziona a mo’ di tranciato. Il risultato è un materiale che qualitativamente presenta le caratteristiche dell’Alcantara ma ha un’estetica del tutto inedita. Grazie ai progetti realizzati per queste e altre aziende, Massimiliano si può permettere di proseguire il suo percorso di autoproduttore. I suoi ultimi pezzi sono una serie di lampade che il gallerista Murray Moss gli aveva chiesto per allestire una mostra. “Per me” spiega il designer “è stata l’occasione per sperimentare nuove tecniche costruttive e per esprimere un’idea della luce a cui pensavo da tempo; ma anche per trarre stimoli e spunti per tutti quelli che saranno i miei prossimi lavori di industrial design”.

13/12/11 15.17


INTERNI gennaio-febbraio 2012

QUELLI CHE... / 85

SOTTO, LA COLLEZIONE DI CANDELE LE MORANDINE ISPIRATE ALLE NATURE MORTE DI GIORGIO MORANDI, UN PROGETTO INTERAMENTE AUTOPRODOTTO DI SONIA PEDRAZZINI (FOTO MATTEO IMBRIANI). IN BASSO, ALCUNI LAVORI DELLA DESIGNER PER L’INDUSTRIA. DA SINISTRA: IMPACKT, UN PROGETTO EDITORIALE DI SONIA PEDRAZZINI E MARCO SENALDI PER EDIZIONI DATIVO (2002-2009); VADEMECUM, SPAZZOLINO DA DENTI PER HENKEL; PACKAGING COSMETICO PER MAKE UP FACTORY.

Sonia Pedrazzini è una vera e propria industrial designer, nel senso che ha speso tanti anni pensando e progettando per l’industria dei grandi numeri. Non sedie né tavoli, ma spazzolini da denti e altri prodotti destinati a essere distribuiti in milioni di pezzi. Inoltre, si è occupata per tanto tempo di packaging, non solo come designer ma anche come ideatrice e coordinatrice della rivista Impackt che sino all’anno passato ha rappresentato un raffinato strumento di approfondimento critico delle tematiche legate al mondo dell’imballaggio. Un’esperta di mass market, la potremmo dunque definire, che oggi, però, si presenta sulla scena del design in una veste tutta nuova: quella di autrice e produttrice di una collezione di candele decorative per la casa realizzate artigianalmente in serie limitata. Si chiamano Le Morandine perché nascono da un’attenta ricerca filologica sul lavoro di Giorgio Morandi; non solo le loro forme richiamano quelle delle celebri nature morte morandiane, ma anche gli schemi proposti per la loro composizione – rappresentati da un pattern che suggerisce all’utilizzatore varie possibilità di abbinamento – sintetizzano i concetti di spazio, luce e movimento seguiti dall’artista per combinare gli oggetti che poi ritraeva. Dunque, un progetto colto e raffinato, che Sonia Pedrazzini aveva sviluppato più di dieci anni fa ma era rimasto nel cassetto proprio perché giudicato

C_In618_R_80_85_autoproduz_cagg_madd.indd 85

troppo intellettuale da chi lo aveva commissionato. “Come industrial designer” spiega la progettista “ho sempre approcciato il disegno di un prodotto in una logica globale, pensando tanto alle esigenze di produzione delle aziende, quanto a quelle di distribuzione. Penso sia importante capire come si muove il mondo delle merci; solo così si possono individuare gli spazi e le modalità di inserimento. Sapevo che Le Morandine rappresentavano un prodotto di

nicchia, ma non mi rassegnavo all’idea che non potessero funzionare sul piano commerciale. Per questo ho deciso di autoprodurle. Si è trattato di un’esperienza decisamente interessante, che secondo me ogni designer dovrebbe fare: concede la massima libertà espressiva e nello stesso tempo porta a contatto con problematiche e dinamiche che determinano il successo di un progetto ma quasi sempre sono sconosciute ai progettisti”.

13/12/11 15.17


*/EFTJHO */QSPKFDU "650130%6;*0/&

^\eeX`f$]\YYiX`f )'() INTERNI

'BCJP #PSUPMBOJ 6/ "/5&4*(/"/0 %&(-* "650130%65503* $)& 4* /6530/0 %&--" QPFTJB OBTDPTUB %&--" QSPWJODJB NFDDBOJDB *5"-*"/" 3*$$" %* $6-563" & 4"1*&/;" 130(&556"-& -" NPTUSB .Z 8BZ "--&45*5" -0 4$0340 /07&.#3& " .*-"/0 )" 47&-"50 *- CBDLTUBHF %&--" 46" TQFSJNFOUB[JPOF DPOUJOVB & "11"44*0/"5"

[` Jk\]Xef DX]]\`

@c [\j`^e X df[f d`f

=

XY`f 9fikfcXe` le gif^\kk`jkX le`Zf e\c gXefiXdX `kXc`Xef% ?X XkkiXm\ijXkf Xcd\ef [l\ [\Z\ee` [\c efjkif [\j`^e gifgfe\e[f leX i`Z\iZX Zfek`elX Z_\ gXjjXkX XkkiXm\ijf \jg\i`\eq\ [`]]\i\ek`# dXiZ_` `dgfikXek`# ZfdgX^e` [` m`X^^`f j\dgi\ elfm`% @e hl\jkf jlf m`X^^`f j\dgi\ jkXkf ZXgXZ\ [` Zf^c`\i\# Zfe lef j^lXi[f hlXj` d\kXÔj`Zf# cX i\Xck~ f^^\kklXc\ Z_\ cf Z`iZfe[X% Klkkf Z` jkXkf d\jjf `e jZ\eX e\ccX g`ZZfcX dX j`^e`ÔZXk`mX dfjkiX [Xc k`kfcf Dp nXp Z_\ cX ^Xcc\i`X JlYXck\ief( [` D`cXef ^c` _X [\[`ZXkf cf jZfijf efm\dYi\# leX iXZZfckX [` f^^\kk` \ gif^\kk` g\ejXk` g\i fZZXj`fe` g\Zlc`Xi` f XggXik\e\ek` XccX i`Z\iZX g\ijfeXc\ Z_\ 9fikfcXe` _X Zfe[fkkf e\^c` lck`d` Xee`% LeX gif[lq`fe\ gi`mXkX e\c m\if j\ejf [\ccX gXifcX% :_\ j` Xc`d\ekXkX [\` g\ej`\i` Xkk`mXk` `e fZZXj`fe\ [\cc\ \j`Y`q`fe` X Zl` `c gif^\kk`jkX _X gXik\Z`gXkf f eXkX [X le iXggfikf Ôj`Zf# dXk\i`Xc\# [`i\kkf Zfe `c k\dX [\ccËXlkfgif[lii\# jm`clggXkf e\^c` Xee` XkkiXm\ijf ^c` f^^\kk` Z_\ =XY`f _X i\Xc`qqXkf g\i j # f g\i leX Zfdd`kk\eqX Z_\ ^c` Z_`\[\mX le g\qqf le`Zf f leX g`ZZfcX j\i`\% G\i iXZZfekXi\ hl\jkX jkfi`X =XY`f d\kk\ `e jZ\eX le g`ZZfcf Ôcd ]Xkkf [` ]fkf^iXdd` j`e^fc`1 XZhl\i\cc` Z_\ iXZZfekXef `c jlf j^lXi[f gif^\kklXc\ Xkk\ekf# Z_\ cXmfiX g\i jfkkiXq`fe\ jlccË`[\X [` Xik\]Xkkf%

L’ACQUERELLO FABBRICA ESPOSTO ALLA MOSTRA FABIO BORTOLANI. MY WAY, ALLESTITA LO SCORSO NOVEMBRE PRESSO LA GALLERIA SUBALTERNO1 DI MILANO. IN BASSO, DUE PRODOTTI DISEGNATI DA FABIO BORTOLANI PER LAPALMA: A SINISTRA, LO SGABELLO GIRO D’ISPIRAZIONE INDUSTRIALE, CON TELAIO IN ACCIAIO E SEDILE IN ROVERE; A DESTRA, LO SGABELLO CONTINUUM CON TELAIO IN TUBOLARE D’ACCIAIO CHE SI SVOLGE SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITÀ E SEDILE IN ROVERE.

2_C_In618_R_86_87_bortolani.indd 86

15/12/11 15.20


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INdesign INproject / AUTOPRODUZIONE / 87

A DESTRA, DALL’ALTO: SEDIA MAZZOLI CHAIR (AUTOPRODUZIONE IN SERIE LIMITATA); LA COLLEZIONE DI ECOCORNICI, REALIZZATE SENZA COLLANTI MA SOLO CON ELASTICI, DISPOSTE SOPRA LA MAZZOLI CHAIR; DETTAGLIO DI UN’ECOCORNICE APERTA (AUTOPRODUZIONE IN SERIE LIMITATA). SOTTO: ACQUERELLO MY WAY CON UN BREVE TESTO AUTOGRAFO DI FABIO BORTOLANI CHE INTRODUCE LA SUA MOSTRA MY WAY.

Queste immagini, inquadrate in una serie di ecocornici anch’esse autoprodotte, partono da uno sguardo che radiografa la realtà e ne propone una versione scarnificata e poetica in un continuum originale e unico tra arte, design, artigianato, industria. Bortolani costruisce così un personale ponte tra occhio e mano, realizzando la sintesi perfetta tra faber e designer e traducendo negli artefatti il suo saper fare coltivato nello studio-atelierfalegnameria in quel di Spilamberto, vicino a Modena. È un vero maker, un autoproduttore che in My Way svela il suo backstage creativo e personale, fatto di disegni, progetti, oggetti, prototipi, pezzi unici, edizioni limitate che testimoniano anni di sperimentazione continua, ossessiva, appassionata. Questo è il senso della serie di mobili in edizione limitata disegnata per Emilio Mazzoli, grande gallerista d’arte italiano; le sue Mazzoli Chair e Bench ricordano per assonanza estetica e concettuale la ricerca e la sperimentazione di un grande artista come Donald Judd. La stessa attitudine progettuale si esprime, linguisticamente e materialmente, anche nel suo recente lavoro senza tempo per Lapalma: con lo sgabello Giro, realizzato con un telaio in acciaio e un sedile circolare in rovere (nero o bianco), Fabio ci riporta a un’eleganza e a una semplicità da archetipo modernista. La stessa emerge anche nello sgabello ad altezza fissa Continuum, costruito con un tubo di sezione rettangolare che attraverso una piegatura a nastro continuo crea il dettaglio funzionale del poggiapiedi. Con questi progetti Bortolani riallinea alla contemporaneità una serie di archetipi del disegno industriale che appartengono alla nostra memoria. Ma lo fa con una sensibilità progettuale unica, costante, riconoscibile. Con un pennello sottile, che dipinge e immagina per velature successive il mondo che lo circonda. A modo suo, appunto.

C_In618_R_86_87_bortolani.indd 87

13/12/11 15.26


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

88 / INdesign INview

RENAULT CAPTUR, PROTOTIPO DI VETTURA CROSS-OVER AD ELEVATE PRESTAZIONI, 2011. LA SCOCCA IN FIBRA DI CARBONIO PERMETTE L’INSTALLAZIONE DI UN TETTO COMPLETAMENTE REMOVIBILE E GARANTISCE RIGIDITÀ STRUTTURALE ALLA VETTURA. L’ABITACOLO RIPROPONE LO STESSO COLORE DEGLI ESTERNI ED È CARATTERIZZATO DA SEDUTE MODULARI ELASTICHE SOSPESE, COLLEGATE INSIEME ALLA CONSOLLE CENTRALE.

InTernI moBILI

SEMPRE PIÙ FOCALIZZATE SULLA definizione dell’abitacolo, INTESO COME LUOGO PRINCIPALE DELL’interazione tra utente e veicolo, LE ULTIME PROPOSTE DEL car design TRASFERISCONO A BORDO DELL’AUTO I MODELLI DELL’habitat domestico testo di Enrico Leonardo Fagone

L’

evoluzione dell’automobile, osservata da un punto di vista progettuale, è stata contrassegnata negli ultimi vent’anni da una radicale mutazione. Se in passato si attribuiva alla figura del carrozziere – e poi dello stilista prima ancora che del car designer – la definizione delle sue caratteristiche formali, conferendo sostanziale importanza al profilo degli esterni, negli anni Ottanta l’attenzione del lavoro creativo-progettuale si è sempre più concentrata all’interno del veicolo.

C_In618_R_88_93_interni_mobili.indd 88

In tempi più recenti, l’innovazione tecnologica e mutate esigenze di utilizzo in condizioni critiche – come la permanenza nel traffico o l’allugamento delle distanze e dei tempi di percorrenza – hanno introdotto quella che potremmo definire una terza fase, ovvero di una maggiore interazione con il veicolo stesso determinata dalla ricerca costante di una condizione di benessere a bordo e dalla moltiplicazione dei dispositivi ausiliari alla guida e per la permanenza dei passeggeri. L’interno dell’automobile è così divenuto il principale ‘luogo’ dell’interazione tra utente e veicolo, uno spazio opportunamente attrezzato per fornire la massima funzionalità possibile e livelli di confort e di sicurezza, attiva e passiva, sensibilmente maggiori se confrontati con quelli dei veicoli delle generazioni precedenti. L’evoluzione dei sistemi elettronici di bordo, dal controllo dei principali organi meccanici alla navigazione assistita e alla comunicazione in rete, hanno ridefinito per molti aspetti modalità e ritualità di un rapporto simbiotico, quello tra utente e veicolo, ma anche complesso nelle sue dinamiche e articolazioni possibili. Da qui il costante trasferimento all’interno dell’auto di modelli propri di contesti ‘abitativi’ differenti: interni concepiti come spazi flessibili, ispirati con sempre maggior frequenza da altri ambiti progettuali e messi a punto attraverso dispositivi evoluti in grado di estenderne le possibilità operative. Dai sistemi intelligenti per l’integrazione del veicolo con le infrastrutture della viabilità (prossimi ormai a sostituire il conducente alla guida) all’applicazione di nuovi materiali e tecnologie nella costruzione della carrozzeria e della componentistica (mediante processi di lavorazione sofisticati), il mondo del design automobilistico sembra ormai stabilmente perseguire un’evoluzione tecnologica e formale il cui obiettivo principale è individuare una inedita dimensione estetica ma anche fortemente connotata per le dinamiche emozionali e relazionali che è in grado di attivare. Prototipi e concept car Nelle più recenti proposte presentate in occasione dei Saloni dell’automobile di Francoforte e Tokyo, è evidente lo sforzo compiuto per identificare una nuova fisionomia e per restituire un’immagine dell’automobile coerente con i nuovi scenari imposti dalle tematiche della sostenibilità e della tutela delle risorse ambientali, nello stesso tempo rivolta a garantire la massima efficienza e integrazione nel proprio contesto di utilizzo. Una conferma di questa tendenza generalizzata viene da parte dei designer e tecnici delle maggiori case automobilistiche che tengono a sottolineare quanto alla base delle loro proposte vi sia spesso un approccio di tipo ‘olistico’ incentrato su una visione allargata dei problemi e mirato ad individuare contenuti realmente innovativi.

09/12/11 10.47


INdesign INview / 89

C_In618_R_88_93_interni_mobili.indd 89

09/12/11 10.47


90 / INdesign INview

C_In618_R_88_93_interni_mobili.indd 90

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

09/12/11 10.47


INTERNI gennaio-febbraio 2012

CAR DESIGN / 91

A DESTRA: RENAULT DEZIR, PROTOTIPO DI VETTURA A DUE POSTI, PROPULSORE ELETTRICO DA 110 KW, CARROZZERIA IN MATERIALI COMPOSITI, COMPONENTI IN KEVLAR, 2011. NELLA PAGINA ACCANTO: SMART FORVISION, PROTOTIPO, 2011. LA STRUTTURA DEL TETTO INTEGRA UN SISTEMA DI CELLE FOTOVOLTAICHE ESAGONALI PER LA RICARICA DELLE BATTERIE E UN APPARATO DI ILLUMINAZIONE OLED (ORGANIC LIGHT-EMITTING DIODES).

Un modo di concepire l’automobile oggi così diffuso da spingere i progettisti Citroën ad affermare quanto l’esperienza del viaggio possa risultare coinvolgente per la sua valenza emozionale al pari della stessa meta finale. Se Tubik, l’ultimo concept presentato da Citroën al Salone di Francoforte propone così una riorganizzazione dell’allestimento interno privilegiando il tema del confort e del migliore sfruttamento dello spazio disponibile – accentuato dalla grande porta di accesso laterale che occupa quasi per intero la sezione della fiancata – Renault prova ad esplorare nuove possibili declinazioni formali per dare vita a interni ‘futuribili’ e flessibilmente adattabili in grado di ospitare dispositivi tecnologici evoluti. Dalle volumetrie di R-Space, i cui interni sono stati concepiti a partire dal gioco delle modulazioni spaziali ottenibili riempiendo o vuotando l’abitacolo di morbidi solidi per configurare la disposizione ergonomica di passeggeri e bagagli, alle trame filiformi con le quali sono state realizzate le sedute, la plancia e i pannelli porta di Captur, dalle sinuose e luminescenti superfici in kevlar di DeZir ai rivestimenti tipicamente domestici di Frendzy – originale minivan multiuso provvisto di numerosi dispositivi interattivi con le infrastrutture del traffico e della viabilità oltre che di una sorta di lavagnamonitor, attraverso la quale diffondere informazioni all’esterno – i concept realizzati dall’azienda francese testimoniano di una vitalità e capacità propositiva che pare temporaneamente distaccarsi dall’attuale impasse economica dell’intero settore. L’automobile tra evoluzione simbolica e innovazione tecnologica Diverso ma egualmente significativo per il valore evocativo e ironico è Bamboo, il veicolo proposto da Rinspeed, costruttore svizzero indipendente, da anni impegnato nella realizzazione di prototipi e concept car sperimentali. Pensato per restituire all’automobile una funzione ricreativa, ispirato da alcune versioni speciali derivate da modelli in voga soprattutto negli anni Settanta – opportunamente riviste per quanto attiene il sistema di propulsione (elettrico) e la carrozzeria (in materiale sintetico ma ora ricilabile) – Bamboo richiama esplicitamente alla valenza simbolica dell’automobile, per recuperare una dimensione antropologica e socializzante forse perduta così da mettere in secondo piano ogni ulteriore connotazione in favore di una diretta fungibilità. In un’altra direzione si collocano le ricerche di Bmw che persegue il proprio indirizzo tecnologico orientato nello studio di sistemi alternativi di propulsione elettrica correlati ad una mutazione delle caratteristiche strutturali e materiche del veicolo in vista della più alta efficienza possibile.

C_In618_R_88_93_interni_mobili.indd 91

09/12/11 10.47


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

92 / INdesign INview SOTTO: UN DETTAGLIO DEGLI INTERNI DELLA BMW i3, PROTOTIPO DI VETTURA A QUATTRO PORTE, CON SISTEMA DI PROPULSIONE ELETTRICO E CARROZZERIA CON ELEMENTI IN FIBRA DI CARBONIO RINFORZATA (CFRP), 2011. NELLA VISTA D’INSIEME LA BMW i3 (A DESTRA) È RAFFIGURATA ACCANTO ALLA BMW i8 (A SINISTRA), PROTOTIPI DI VEICOLI A PROPULSIONE ELETTRICA E IBRIDA, CON SISTEMA DI PROPULSIONE IBRIDO E CARROZZERIA CON ELEMENTI IN FIBRA DI CARBONIO RINFORZATA (CFRP), 2011.

i3 e i8, prototipi di veicoli a propulsione elettrica, stabiliscono nuovi termini di confronto possibili a partire dalla separazione della piattaforma tecnologica, costituita dal sistema propulsore-organi di trasmissione-batterie rispetto alla struttura del telaio e della scocca, progettata e ingegnerizzata mediante avanzate procedure di lavorazione che prevedono l’impiego diffuso di fibre di carbonio opportunamente trattate secondo i principi delle CFRP, “carbon fiber reinforced plastics”. Si tratta di specifici procedimenti basati sull’utilizzo di fibre di carbonio immerse in una matrice di plastica (resina) con evidenti vantaggi in termini di stabilità e leggerezza. A parità di funzione strutturale è stato riscontrato infatti un contenimento del peso pari al 50% rispetto alle tradizionali realizzazioni in acciaio. Inoltre il materiale resiste alla corrosione, agli acidi e ai solventi organici ed è quindi notevolmente più longevo del metallo. A queste peculiarità si aggiunge poi la stabilità dimensionale in tutte le condizioni

C_In618_R_88_93_interni_mobili.indd 92

climatiche con lievissime deformazioni anche in presenza di elevate oscillazioni termiche. Lo studio di queste tecnologie prefigura secondo Bmw un’alta flessibilità produttiva grazie a metodologie di applicazione sempre più accurate che consentiranno di distribuire e orientare le fibre in maniera efficace e di mettere a punto tecniche di preformatura che renderanno concorrenziali le lavorazioni in carbonio per componenti di carrozzeria integrati e di grande superficie altrimenti realizzabili solo in alluminio o in lamiera d’acciaio ma con costi notevolmente maggiori. Esplicitare i contenuti tecnici e costruttivi che l’industria automobilistica è in grado di esprimere è un tema al quale sembra approssimarsi anche l’ultima realizzazione di Smart, Forvision, prototipo di vettura compatta concepita guardando all’evoluzione morfologica del fortunato veicolo destinato alle aree urbane di cui eredita i consueti parametri dimensionali ma anche una personalizzata fisionomia.

DISEGNI PER LA NUOVA PANDA, MODELLO IN SERIE, FIAT GROUP AUTOMOBILES, 2011.

09/12/11 10.47


INTERNI gennaio-febbraio 2012

SOPRA: CITROËN TUBIK, PROTOTIPO DI VEICOLO A NOVE POSTI, PROPULSIONE IBRIDA, 2011. I SEDILI, DISPOSTI SU TRE FILE E DOTATI DI POGGIATESTA INTEGRATI NEL PADIGLIONE, SONO VOTATI ALLA MASSIMA FLESSIBILITÀ.

C_In618_R_88_93_interni_mobili.indd 93

CAR DESIGN / 93

Dalla ricerca alla produzione Spostando il punto di osservazione dai prototipi di ricerca alla produzione di serie, dove tutte le pulsioni creative devono misurarsi perentoriamente con le strategie e le logiche imposte dalle produzioni e dal mercato, una conferma di una diversa vitalità è testimoniata dalla nuova Fiat Panda. Incentrato sul tema dell’usabilità, la terza generazione del fortunato modello Fiat prova a dimostrare la valenza comunicativa di un disegno in grado di esprimere una fisionomia non anonima e votata al positivo recupero di una propria dimensione funzionale primaria. Come ha tenuto ad affermare Roberto Giolito, responsabile del design per il marchio Fiat, il progetto della nuova Panda esprime un nuovo concetto contemporaneo che associa all’auto una personale e riconoscibile identità e insieme una godibile fungibilità. L’obiettivo è dunque stabilire nuovi termini di indagine sia dal punto di vista del ‘design’ sia per

mettere in relazione contesti apparentemente distanti tra loro come quello dell’automobile e dei mezzi di trasporto rispetto all’habitat domestico, all’universo della moda, passando per le ormai imprescindibili questioni che riguardano temi come l’energia e la salvaguardia dell’ambiente. Questa prospettiva si rivela appropriata per individuare nuove correnti di progetto ma anche per leggere positive relazioni e inedite modalità di fruizione: l’automobile come strumento indispensabile di mobilità, ‘specchio’ e ‘tramite’ di consuetudini di vita, di comportamenti e pure di contraddizioni, ma anche puntuale conferma dell’evoluzione tecnologica in atto, autentico emblema – come ha più volte ricordato il filosofo Roland Barthes – del nostro tempo.

09/12/11 10.47


RAYMOND TABLE. TAVOLO REALIZZATO DAL DESIGNER ISRAELIANO DAVID AMAR CON ASSI DA CANTIERE E MORSETTI METALLICI. DA GALLERIA ROSSANA ORLANDI. POH (PATCHWORK OVAL HEMISPHERE), DI RAPHAEL NAVOT PER CAPPELLINI, PANCA REALIZZATA DA UN PATCHWORK DI PEZZI DI LEGNO GREZZO VECCHI E NUOVI, ASSEMBLATI SECONDO UNO SCHEMA GENERATO AL COMPUTER INVIATO A UNA MACCHINA A CONTROLLO NUMERICO CHE TAGLIA LA FORMA SULLE TRE DIMENSIONI. PROTOTIPO.

C_In618_R_94_101_legno.indd 94

09/12/11 10.31


INTERNI gennaio-febbraio 2012

INdesign INproduction / 95

IL DESIGN ESPRIME UNA NUOVA FASE DI PROTAGONISMO DEL legno, IN UN INEDITO INCONTRO TRA PROGETTO industriale E ALTA ebanisteria. TECNOINTARSI E LAVORAZIONI A CONTROLLO NUMERICO SI ALTERNANO A CREAZIONI CON LEGNI GREZZI O DI recupero, VICINO ALLA POETICA DELL’objet trouvé

wooD mooD di Katrin Cosseta

C_In618_R_94_101_legno.indd 95

09/12/11 10.31


96 / INdesign INproduction

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

A SINISTRA: IL MOBILE CONTENITORE PAESAGGI ITALIANI DI MASSIMO MOROZZI PER EDRA REINTERPRETATO DA FRANCESCO BINFARÈ CON ANTE IN MASSELLO DI MOGANO TAGLIATE A VIVO E CON CORTECCIA SUI LATI ESTERNI. SOTTO: LE BUREAU DI PAOLO DI SAM BARON PER SECONDOME EDIZIONI, SCRIVANIA, CON CASSETTI INTEGRATI NELLE GAMBE, REALIZZATA IN TEAK MARINO VERNICIATO DAI MAESTRI D’ASCIA DI UN CANTIERE NAVALE. EDIZIONE DI 8 ESEMPLARI.

C_In618_R_94_101_legno.indd 96

09/12/11 10.31


WOOD MOOD / 97

WOODS, DI HÉCTOR SERRANO PER ARTURO ALVAREZ, LAMPADA A SOSPENSIONE CON DIFFUSORE COMPOSTO DA BARRE DI LEGNO DI BETULLA DA FORESTAZIONE CONTROLLATA. FONTE LUMINOSA A RISPARMIO ENERGETICO.

C_In618_R_94_101_legno.indd 97

09/12/11 10.31


*/EFTJHO */QSPEVDUJPO

C_In618_R_94_101_legno.indd 98

^\eeX`f$]\YYiX`f )'() INTERNI

12/12/11 12.01


INTERNI gennaio-febbraio 2012

PAGINA A LATO. IN ALTO: AEI, DI CHI WING LO PER GIORGETTI, CONSOLLE IN NOCE CANALETTO CON CASSETTO E VASSOIO CIRCOLARE A INCASSO NEL PIANO. IN BASSO: OMAGGIO, DI NOÉ DUCHAUFOUR-LAWRANCE PER CECCOTTI, SCRIVANIA CON STRUTTURA IN MASSELLO DI NOCE AMERICANO, CASSETTIERA CON QUATTRO CASSETTI DI CUI UNO IN ACERO, PIANO IN VETRO. SULLO SFONDO: LOS, DI HÉCTOR ESRAWE PER PIRWI, PARAVENTO IN COMPENSATO DI BETULLA DISPONIBILE IN VARIE FINITURE.

C_In618_R_94_101_legno.indd 99

WOOD MOOD / 99

DETTAGLIO DELLA STRUTTURA DI TARTAN T, DI FERRUCCIO LAVIANI PER EMMEMOBILI, TAVOLO RETTANGOLARE COMPOSTO DA PANNELLI DI MULTISTRATO SAGOMATI AD INCASTRO E RIVESTITI IN VARIE ESSENZE. PIANO IN VETRO EXTRACHIARO.

09/12/11 10.31


100 / INdesign INproduction

gennaio-febbraio 2012 INTERNI

A DESTRA: INLAY, DEL GRUPPO FRONT PER PORRO, CREDENZA CON FRONTALE A INTARSIO LIGNEO A EFFETTO TRIDIMENSIONALE, COMPOSTO DA QUATTRO DIVERSE TONALITÀ NATURALI DI ROVERE. AL CENTRO: ZERO CODE DI MORELATO, MODULO PENSILE DALL’OMONIMO SISTEMA COMPONIBILE, CON STRUTTURA IN LEGNO DI CILIEGIO CON ANTE A LISTELLI A “CODE” DI VARIE ESSENZE (NOCE, ACERO, CILIEGIO E TOULIPIER). DESIGN CENTRO RICERCHE MAAM. IN BASSO: THUTU, DI PATTY JOHNSON PER MABEO, TAVOLINI E SGABELLI IN LEGNO PANGA PANGA, MASASA, MUKWA O QUERCIA BIANCA, ANCHE CON FINITURA VERNICIATA A STRISCE.

C_In618_R_94_101_legno.indd 100

09/12/11 10.32


WOOD MOOD / 101

ARMADILLO, DI LUIS ESLAVA STUDIO PER LZF, LAMPADA A SOSPENSIONE CON DIFFUSORE A ‘SCAGLIE’ DI LEGNO BOLIVAR BLANCO.

C_In618_R_94_101_legno.indd 101

09/12/11 10.32


*/TFSWJDF 53"/4-"5*0/4

*/UPQJDT

&%*503*"- g% ( K`d\ kf ifcc lg fli jc\\m\j1 X e\n p\Xi f] gifa\Zkj `j Y\^`ee`e^# Xe[ `k j_flc[ Y\ X Yljp fe\# `] fecp Y\ZXlj\ f] k_\ i\jgfej`Y`c`k`\j k_\ nfi[ Ăˆgifa\ZkÉ `dgc`\j `e X ZilZ`Xc dfd\ek c`b\ k_`j% N\ nflc[ c`b\ kf Y\^`e# `e Xep ZXj\# fe X efk\ f] fgk`d`jd# cffb`e^ Xk k_\ dfi\ jk`dlcXk`e^ j`[\ f] k_\ Z_Xcc\e^\ f] Zfek\dgfiXip k`d\j# ]fi k_fj\ n_f Yp Z_f`Z\ fi mfZXk`fe c`b\ kf `dX^`e\ Xe Xck\ieXk`m\ kf k_\ i\Xc`kp n\ _X[ Y\\e \og\Zk`e^% Jf _\i\ `j X mXi`\^Xk\[ f]]\i`e^ f] m\ijXk`c\ Zfek\ekj# feZ\ X^X`e Z_ffj`e^ gcliXc`jd Xj X d\k_f[ f] ]\ik`c\ ZlckliXc Zfe]ifekXk`fe% K_\ j\Zk`fe fe XiZ_`k\Zkli\ ]fZlj\j fe `ek\ieXk`feXc ki\e[j Xe[ nXpj f] c`m`e^# gXik`ZlcXicp i\^Xi[`e^ k_\ k_\d\ f] [\j`^e\[ _fjg`kXc`kp1 k_\ \em`ifed\ek f] k_\ dlj\ld Yp Il[p I`ZZ`fkk` `e D\ekfe Xe[ Yp D8; 8iZ_`k\Zkj `e Fi[fj# Dfe^fc`X # fi X j\kk`e^ ]fi Zlc`eXip Zlckli\ n`k_ DfXkk`$I`m`Â…i\ `e 9\`ilk Xe[ B\e^f BldX `e J_Xe^_X` Xe[ `ek\ieXk`feXc i\kX`c`e^ GXfcX EXmfe\ % K_\ [\j`^e gX^\j cffb Xk k_\ flkjkXe[`e^ `ek\ieXk`feXc Ă”^li\ f] 8c\jjXe[if D\e[`e`# c\X[`e^ kf X m\ip k`d\cp k_\d\1 j\c]$gif[lZk`fe% K_\ \og\i`\eZ\j f] [`]]\i\ek [\j`^e\ij Xe[ XjjfZ`Xk`fej j_\[ c`^_k fe Z\ikX`e `eefmXk`m\ Xjg\Zkj f] k_`j g_\efd\efe# n_`Z_ kf[Xp `j efk fggfj\[ kf `e[ljkip# Ylk XZkj Xj `kj Zfdgc\d\ek# f]]\i`e^ Zfdg\k`k`m\ Xck\ieXk`m\j% K_\ j\Zk`fe fe ]lie`kli\ gif[lZk`fe \ogcfi\j k_\ cXk\jk [\m\cfgd\ekj `e k_\ j\Zkfi f] kXYc\ cXdgj# Xe[ kXb\j X Zcfj\i cffb Xk k_\ ĂŠZf]]\\ kXYc\Ă‹# `ek\igi\k\[ Xj D`Z_\c\ ;\ ClZZ_` k\XZ_\j Xj X jdXcc# lj\]lc d`Zif$XiZ_`k\Zkli\% =`eXccp# Xe fm\im`\n f] ]lie`j_`e^j Xe[ fYa\Zkj k_Xk i\m\Xc X e\n fYj\jj`fe n`k_ nff[# `e Xe leljlXc d\\k`e^ Y\kn\\e `e[ljki`Xc [\j`^e Xe[ Ă”e\ ZXY`e\k dXb`e^# kf jld lg k_\ iXe^\ f] `ejg`iXk`fej efn XmX`cXYc\ kf Zfek\dgfiXip [\j`^e% >`c[X 9faXi[` $ :Xgk`fe J%K%8%P% YXi$i\jkXliXek `e 9\`ilk# X gifa\Zk Yp 8^\eZ\ DfXkk`$I`m`Â…i\ g_fkf E`ZfcXj 9l`jjfe %

*/UFSJPST BSDIJUFDUVSF

5)& &7&3 3*4*/( 46/ 0/ 5)& (3"44-"/% g% ) gifa\Zk D8; 8iZ_`k\Zkj g_fkfj @nXe 9XXe $ k\ok 8ekfe\ccX 9f`j` @e Fi[fj# Dfe^fc`X# :_`eX# k_\ e\n Dlj\ld f] 8ik Xe[ k_\ :`kp# Yp k_\ :_`e\j\ jkl[`f D8; XiZ_`k\Zkj1 Xe f]]$jZXc\ XiZ_`k\ZkliXc \eZcfjli\ f] ^i\Xk k_\Xki`ZXc `dgXZk# Ylk dlZ_ dfi\ Zcfj\cp c`eb\[ kf k_\ Zfek\ok k_Xk `k d`^_k j\\d# Xk Ă”ijk ^cXeZ\% K_\pĂ‹m\ Z_fj\e k_\ XZifepd D8; 8iZ_`k\Zkj kf j`^e k_\`i nfibj# ]ifd k_\ i\j`[\ek`Xc kfn\ij `e Kfifekf kf k_\ kiXm\c`e^ gXm`c`fe ]fi M\ikl# k_\ =cfXk`e^ <Xik_ kiXp `e jkX`ec\jj jk\\c Xe[ dX_f^Xep ]fi 8c\jj` X gifkfkpg\ kf k_\ :feiX[ ?fk\c `e 9\`a`e^ efn le[\i ZfejkilZk`fe % 9lk k_\ m`j`feXip# k_\Xki`ZXc# `ife`Z Xe[ `ek\ieXk`feXc XggifXZ_ j\\e `e k_\ nfib f] k_`j pfle^ :_`e\j\ jkl[`f `j Zcfj\cp Zfee\Zk\[ kf X giX^dXk`Z `[\X f] k_\ gfn\i f] XiZ_`k\Zkli\ kf kiXej]fid Xe[ df[`]p `kj jliifle[`e^j% 8e XggifXZ_ `ccljkiXk\[ Yp k_\ i\Z\ek Fi[fj Dlj\ld `e Dfe^fc`X# X gifa\Zk k_Xk Y\^Xe `e )'', k_Xk i\Ă•\Zkj k_\ \Zfefd`Z ^ifnk_ f] k_\ Z`kp Xe[ k_\ n_fc\ i\^`fe# Xe[ nXj Zfdgc\k\[ X ]\n dfek_j X^f% 8 Yl`c[`e^ k_Xk ^f\j Y\pfe[ k_\ mXcl\ f] Xe XiZ_`k\ZkliXc fYa\Zk# ]fZlj`e^ fe X Y`^^\i g`Zkli\% K_\ ĂŠZ_\jkĂ‹# +' d\k\ij `e _\`^_k# n`k_ +(#)). jh d\k\ij f] jgXZ\# ZcX[ Yp X k\okli\ f] Ylie`j_\[ d\kXc jki`gj# ]fi [`jgcXpj fe k_\ cfZXc kiX[`k`fej Xe[ ZlckliXc _`jkfip f] Dfe^fc`X# k_\ mXcl\j Xe[ d\dfi`\j f] X g\fgc\# `j dlZ_ dfi\ k_Xe Xe Xdfig_flj Yifeq\$kfe\ ZfekX`e\i# X jfc`[ `ek\iilgk\[ Yp jdXcc fg\e`e^j# Xmfn\[cp `ejg`i\[ Yp Ăˆk_\ DXe_XkkXe ;fd\ f] 9lZbd`ejk\i =lcc\iÉ% @e k_\ Z_Xcc\e^`e^ Zfek\ok f] k_\ >fY` ;\j\ik# `e X qfe\ `emfcm\[ j`eZ\ )''+ `e X [\m\cfgd\ek dXjk\igcXe befne Xj ĂˆK_\ <m\i I`j`e^ Jle fe k_\ >iXjjcXe[É# YXj\[ fe i`^`[ fik_f^feXc jZ_\d\j# k_\ Fi[fj Dlj\ld ]fiZ\]lccp kXb\j `kj gcXZ\ Xj Xe Xlk_\ek`Z cXe[dXib# X jZlcgkliXc Ă”^li\ `dX^`e\[ Xj X ZXkXcpjk ]fi X e\n Z`kp% ĂˆK_\ [\j`^e nXj ZfeZ\`m\[ gi\Z`j\cp Xj X i\XZk`fe kf k_\ Z`kp gcXeÉ# DX PXejfe^# ]fle[\i f] D8;# \ogcX`ej% Ăˆ@k `j efk Xe X\jk_\k`Z dXZ_`e\# efi `j `k X df[\c ]fi X m\ik`ZXc Z`kp% @ejk\X[# `k `j Xe le\og\Zk\[# [\jkXY`c`q`e^ gi\j\eZ\ `ej`[\ k_\ Z`kp Z\ek\i# n`k_ n_`Z_ `k `ek\iXZkj `e Zflek\igf`ek1 `k Zfem\pj# `e `kj fi^Xe`Z g_pj`ZXc Ylcb# c`b\ X [le\ j_Xg\[ Yp k_\ n`e[# fli jpdYfc`Z `ek\igi\kXk`fe f] k_\ \m\i i`j`e^ jle fe k_\ ^iXjjcXe[# Zi\Xk`e^ k_\ elZc\lj f] X Z\ekiXc jhlXi\ k_Xk n`cc g\id`k cfZXc Zlckli\ kf \eZflek\i k_\ m`j`fe f] k_\ Z`kp f] k_\ ]lkli\É% :\ikX`ecp k_`j `j X [\Zfek\oklXc`q\[ j`^e# jfd\k_`e^ k_Xk j\\dj kf _Xm\ cXe[\[# Yp Z_XeZ\# Yi`e^`e^ Xe f]]$jZXc\ \c\d\ek n`k_ i\jg\Zk kf k_\ _ldXe Ă”^li\% 9lk k_`j `j gi\Z`j\cp n_p k_\ nfib `j ]lcc f] ZfeefkXk`fej Xe[ mXcl\j% @k d\\kj k_\ Z_Xcc\e^\ f] Ă”e[`e^ X e\n Zfek\dgfiXip j\ej\ f] eXkli\# i\XnXb\e`e^ k_\ gc\Xjli\ f] ĂˆjkXp`e^ `e kflZ_ n`k_ k_\ jle Xe[ k_\ n`e[# n`k_ e\n c`^_kj Xe[ e\n ZfcfijÉ% K_\ Zfdgfj`k`fe f] k_\ `ek\i`fij \ogi\jj\j k_`j ZfeZ\gk% K_\ jgXZ\j Xi\ c`b\ \ok\ej`fej f] k_\ fi`^`eXc flk[ffi jgXZ\# le[\i k_\ j_\ck\i`e^ iff]&[fd\ ki`Ylk\ kf 9lZbd`ejk\i =lcc\i% 8 cXi^\ ^cXq\[ fg\e`e^ jgi\X[j q\e`k_Xc c`^_k `e k_\ iffdj# n_`c\ X j\i`\j f] j_`ep d\kXc cflm\ij gifm`[\ jle jZi\\e`e^ Xe[ eXkliXc m\ek`cXk`fe ]fi k_\ \o_`Y`k jgXZ\j# XZk`mXk`e^ X gfc`Zp f] \e\i^p jXm`e^j# Xcfe^ n`k_ k_\ lj\ f] jfcXi gXe\cj% K_\ \ekiXeZ\$cfYYp qfe\ `j k_\ ĂŠZXcc`e^ ZXi[Ă‹ f] k_\ Zfdgc\o fm\iXcc fiZ_\jkiXk`fe1 X j`elflj gifd\eX[\ k_Xk Zfee\Zkj k_\ \o_`Y`k Xi\Xj# k_\ Xl[`kfi`ld$\m\ek jgXZ\ Xe[ k_\ f]Ă”Z\j `ej`[\ X Ă•l`[ ZfejkilZk`fe ]fid\[ Yp Zfek`elflj Zlim\j k_Xk ifkXk\ Yp [`]]\i\ek [\^i\\j fe k_\ mXi`flj c\m\cj `e \em\cfg`e^ nXm\j# Xk k`d\j `ek\iilgk\[ Yp g\i]fiXk`fej k_Xk j\\d kf _Xm\ Y\\e ZXlj\[ Yp eXkliXc [\]fidXk`fej% K_\i\ Xi\ ef efidXc fik_f^feXc Zfie\ij kf XZZ\eklXk\ _\`^_kj% Fe\ _Xj k_\ g\iZ\gk`fe f] X [\ej\ gXZ\ f] iXdgj Xe[ X\i`Xc nXcbnXpj# f]]\i`e^ j_`]k`e^ g\ijg\Zk`m\j# kfgg\[ Yp k_\ e\n gXefiXd`Z gf`ekj ]fi m`\n`e^ k_\ Z`kp f] Fi[fj% $ :Xgk`fe gX^% + Fe k_\ gi\m`flj gX^\j# \ok\i`fi m`\n f] k_\ XiZ_`k\ZkliXc \eZcfjli\# n`k_ X ĂŠjb`eĂ‹ f] Ylie`j_\[ d\kXc jki`gj# jkXe[`e^ Xk k_\ Z\ek\i f] Fi[fj n`k_ X _\`^_k f] +' d\k\ij Xe[ Xe Xi\X f] +(#)). jh d\k\ij% K_\ cfe^ Ă•`^_k f] jk\gj c\X[j kf k_\ \ekiXeZ\# n`k_ X ZfdgXZk ^cXjj [ffi% K_\ Zfdgfj`k`fe f] k_\ `ek\ieXc jgXZ\j ]\Xkli\j le[lcXk`fej Xe[ mXi`XYc\ fg\e`e^j `e k_\ nXccj# c`b\ k_\ i\jlck f] eXkliXc \ifj`fe# ZfdY`e\[ n`k_ \c\mXk\[ nXcbnXpj# iXdgj# jkX`iZXj\j Xe[ \c\mXkfij `e X Zfek`elld f] ^i\Xk m`jlXc `dgXZk% $ :Xgk`fe gX^% . 8 iffd Y\cfn k_\ iff]$ZlgfcX n`k_ k_\ cXi^\ ^cXq\[ fg\e`e^ k_Xk Zfe[lZkj q\e`k_Xc c`^_k `ej`[\# ]fi X ZfejkXek i\cXk`fej_`g n`k_ k_\ eXkliXc j\kk`e^% ;\kX`c f] k_\ \ekiXeZ\ Xi\X# Xe \em\cfg`e^# n\cZfd`e^ jgXZ\%

.64Â & +&"/ $0$5&"6 g% / gifa\Zk 8^\eZ\ Il[p I`ZZ`fkk` $ jlg\im`jfi DXiZf 8`ifc[` g_fkfj Fc`m`\i 8dj\cc\d $ k\ok DXkk\f M\iZ\ccfe`

C_In618_R_102_109_traduzioni.indd 102

^\eeX`f$]\YYiX`f )'() INTERNI @e D\ekfe# k_\ Ă”ijk kfne f] k_\ =i\eZ_ I`m`\iX `] fe\ Xii`m\j ]ifd @kXcp# k_\ Dlj„\ A\Xe :fZk\Xl nXj fg\e\[ `e Efm\dY\i# k_Xebj kf Xe \oZ\gk`feXc [feXk`fe Yp J„m\i`e Nle[\idXe f] nfibj Yp k_\ =i\eZ_ gf\k Xe[ Xik`jk% Il[p I`ZZ`fkk` _Xj Zi\Xk\[ Xe \e`^dXk`Z# ]XjZ`eXk`e^ Yl`c[`e^# X Zfdgc\o Zifjj`e^ f] XiZ_`k\Zkli\ Xe[ eXkli\ k_Xk [iXnj k_\ Z`kp kfnXi[j k_\ j\X% @k _Xj Xci\X[p Y\\e ZXcc\[ X j\Xj_\cc nXj_\[ lg Yp k_\ j\X# kiXej]fid\[ `ekf Xe XiZ_`k\ZkliXc ZXm\ie ]fi Zlckli\2 fk_\ij k_`eb `k cffbj c`b\ X ]iX^d\ek f] k_\ Zc`]]j# c\]k fe k_\ Y\XZ_ Xe[ jZlcgkli\[ Yp k_\ n`e[2 fk_\ij jk`cc j\\ `k Xj X ZXiXgXZ\ iffk\[ fe k_\ \[^\ f] k_\ Z`kp# fi X j\X jg`[\i nXm\i`e^ Y\kn\\e jXe[ Xe[ nXk\i% K_\ Xik Zi`k`Z GXlc 8i[\ee\ ^f\j \m\e ]lik_\i# ZXcc`e^ `k X dpjk\i`flj# k`d\c\jj k\dgc\ ]fi lebefne [`m`e`k`\j f] Xe Xj$p\k le[`jZfm\i\[ Z`m`c`qXk`fe# fe\ k_Xk :fZk\Xl# g\i_Xgj# ZXii`\[ `e _`j _\Xik Xe[ _`j gf\kip% N_Xk `j Z\ikX`e `j k_Xk k_`j cXk\jk nfib Yp Il[p I`ZZ`fkk`# n`ee\i f] Xe `ek\ieXk`feXc [\j`^e Zfdg\k`k`fe _\c[ Yp k_\ Z`kp f] D\ekfe `e )''.# `j fe\ k_Xk Xjkfe`j_\j# Ylk efk [l\ kf `kj `Zfe`Z j\c]$XYjfigk`fe% IXk_\i k_Xe X j_fn f] XiZ_`k\ZkliXc dljZc\# Dlj„\ A\Xe :fZk\Xl `j ]XjZ`eXk`e^ ]fi `kj gf\k`Z ]fiZ\% 8 Yl`c[`e^ [\[`ZXk\[ kf X ^i\Xk =i\eZ_ gf\k Xe[ Xik`jk# k_Xk kiXejcXk\j k_\ Z_XiXZk\i# k\ej`fe Xe[ hlXc`kp f] _`j nfibj `e `kj `dX^\ Xe[ `kj YXcXeZ\[ liYXe jfclk`fe% K_\ kiXg\qf`[Xc jkilZkli\ `j ef kXcc\i k_Xe Ă”m\ d\k\ij# `ek\i]XZ`e^ n`k_ k_\ `dX^\ f] k_\ _`jkfi`ZXc Z`kp# Xe[ k_\ \o`jk`e^ (0k_$Z\eklip dXib\k# Xj X jfik f] e\n# gfn\i]lc ĂŠ]fle[Xk`feĂ‹ f] n_`k\ ZfeZi\k\# jZlcgkli\[ Yp j`elflj m\ik`ZXc Zlkj k_Xk \ok\e[ fe k_\ iff] c`b\ Ă”e^\ij# Xcc [`]]\i\ek# f] X Y`^ _Xe[ gi\jj`e^ `ekf k_\ jXe[% K_\ Zlkj ]iXd\ j\^d\ekj f] cXe[jZXg\ m`\n\[ ]ifd k_\ `ek\i`fij# gcXjk`Z ^c`dgj\j ZXgXYc\ f] Zi\Xk`e^ X e\n m`jlXc i\cXk`fej_`g n`k_ k_\ Z`kp Xe[ k_\ j\X# n`k_ k_\ dlj\ld Xj k_\`i Zfee\Zk`fe% 8 e\n glYc`Z jgXZ\ k_Xk ZXe i\m`kXc`q\ k_\ Gifd\eX[\ [l Jfc\`c# n`k_ X ^Xi[\e ]\Xkli`e^ c`^_k gXm`c`fej# gXk_j Xe[ ^i\\e Xi\Xj Y\_`e[ `k# Xj n\cc Xj Xe flk[ffi gXib`e^ Xi\X% K_\ jZlcgkliXc dfefc`k_ `j `ej\ik\[ `e k_\ liYXe ]XYi`Z Xj X ^\ekc\ p\k [\Z`j`m\ Zflek\igXik# f] jkife^ Zfek\dgfiXip Z_XiXZk\i# [\k\id`e`e^ X Zfii\Zk i\cXk`fej_`g f] jZXc\ n`k_ k_\ nXk\i]ifek2 X eXiifn# `dgfj`e^ gfik`Zf ]leZk`fej Xj X Ă”ck\i ]fi k_\ ]lcc$_\`^_k ^cXq`e^ fg\e kfnXi[ k_\ `ek\i`fij# fi^Xe`q\[ Xj X dlj\ld `k`e\iXip% K_\ cXi^\i \o_`Y`k`fe jgXZ\ ]XZ`e^ k_\ j\X `j ]fi k_\ [iXn`e^j f] :fZk\Xl# Xe[ jZi\\e`e^j f] k_\ Ă”cdj fe n_`Z_ _\ nfib\[% 9\j`[\ k_`j qfe\# j\gXiXk\[ Yp X j\im`Z\ YcfZb# X k\dgfiXip \o_`Y`k`fe jgXZ\ ]XZ\j k_\ \ekiXeZ\ Xe[ k_\ ZX]\# Yfk_ kfnXi[j k_\ ^Xi[\e% K_\ YXj\d\ek ZfekX`ej jgXZ\j ]fi \[lZXk`feXc XZk`m`k`\j# ^iXg_`Zj Xe[ XiZ_`m\j# Xj n\cc Xj f]Ă”Z\j Xe[ jkfi\iffdj% K_\ `ek\i`fij Zfej\im\ k_\ `[\X f] le`kp Zfem\p\[ Yp k_\ \ok\ieXc Ă”^li\% K_\ \o_`Y`k`fej Xi\ fi^Xe`q\[ n`k_ gXik`k`fej k_Xk [f efk i\XZ_ k_\ iff]# kf kXb\ X[mXekX^\ f] k_\ fg\e`e^j `e k_\ g\i`d\k\i ]iXd`e^ k_\ Ycl\ jbp% A\Xe :fZk\Xl nXj nXip f] dlj\ldj% ?\ ]\Xi\[ k_\ j`^_k f] _`j nfibj Xe[ k_fl^_kj kiXgg\[ `e X ZcXljkifg_fY`Z nXp `e iffdj Xe[ ^Xcc\i`\j fg\e kf k_\ glYc`Z% 8j :\c`X 9\ieXjZfe`# Zfej\imXkfi f] k_\ Dlj\ld# i\d`e[j lj# :fZk\Xl nifk\1 ĂˆgX`ek`e^j Xi\ f]k\e _Xe^\[ `ejk\X[ f] _le^# jkile^ lg n`k_ X ifg\ lek`c k_\p [`\É% Il[p I`ZZ`fkk` _Xj ]i\\[ k_\ Xik`jkĂ‹j nfib ]ifd k_`j [Xe^\i# Zi\Xk`e^ X jgXZ\ k_Xk `j fg\e kf k_\ j\X# k_\ Z`kp# k_\ jbp% 8 nfib f] XiZ_`k\Zkli\ k_Xk i\a\Zkj k_\ [`ZkXk\j f] df[\ie`jk kpiXeep# fgk`e^ ]fi k_\ mXcl\ f] eXiiXk`fe# X [i\Xd [`d\ej`fe Xe[ [\j`^e Xj X gfjj`Yc\ i\jgfej\ k_Xk ^f\j Y\pfe[ k_\ jkpc\j f] k_\ dfd\ek% $ :Xgk`fe gX^% / <m\e`e^ m`\n ]ifd XYfm\ f] Dlj„\ A\Xe :fZk\Xl `e D\ekfe# X cXi^\ XiZ_`k\ZkliXc gcXk]fid `e n_`k\ ZfeZi\k\# Y\kn\\e k_\ Z`kp Xe[ k_\ j\X% $ :Xgk`fe gX^% (' ;\kX`cj f] k_\ Zlkj `e k_\ XiZ_`k\ZkliXc jli]XZ\# ]fid`e^ X j\i`\j f] j`elflj g`ccXij# Xcc [`]]\i\ek# c`b\ k_\ Ă”e^\ij f] X cXi^\ _Xe[ gi\jj`e^ `ekf k_\ jXe[# \ok\e[`e^ k_\ fg\e`e^j fe k_\ \[^\ f] k_\ iff]% $ :Xgk`fe gX^% () 8 cXi^\ ^cXq`e^ fg\ej ]ifd k_\ `ej`[\ kfnXi[ k_\ Gifd\eX[\ [l Jfc\`c# jZi\\e\[ Yp k_\ i_pk_d f] k_\ m\ik`ZXc mfcld\j k_Xk ]fid Xe `dgfj`e^ eXiifn gfik`Zf% $ :Xgk`fe gX^% (* Kf k_\ j`[\# k_\ fm\iXcc gcXe1 `ej\ik`fe f] k_\ dlj\ld Y\kn\\e k_\ j\X Xe[ k_\ Z`kp% 9\cfn# knf `dX^\j f] k_\ dlj\ld `ek\i`fij%

4 5 " : g% (+ gifa\Zk 8^\eZ\ DfXkk`$I`m`Â…i\ g_fkfj E`ZfcXj 9l`jjfe k\ok DXkk\f M\iZ\ccfe` @e 9\`ilk# knf \oZ\gk`feXc e\n jgXZ\j ]fi k_\ Zlckli\ f] ]ff[# Zi\Xk\[ Yp DfXkk`$I`m`Â…i\ n`k_ k_\ XnXi[$n`ee`e^ =i\eZ_ Z_\] PXee`Zb 8cc„ef% ĂˆJ%K%8%P%É J`dgc\ KXYc\ 8cc„ef PXee`Zb # gcXp`e^ n`k_ k_\ d\Xe`e^ f] k_\ nfi[# \ogi\jj\j k_\ Zlc`eXip g_`cfjfg_p f] k_\ Z_\]# fi^Xe`q\[ `e X k\Xiffd Xe[ X YXi$i\jkXliXek `e k_\ e\n Jflbj Zfdgc\o Yp IX]X\c Dfe\f% 8 Zfek\dgfiXip `ek\i`fi [\j`^e gifa\Zk f] ^i\Xk \c\^XeZ\# `ej\ik\[ `e k_\ i\ZfejkilZk`fe f] X Z`kp jZXii\[ Yp nXi# n_fj\ liYXe Z\ek\i `j efn X cXYfiXkfip f] XiZ_`k\Zkli\ fe Xe `ek\ieXk`feXc jZXc\% K_\ i\ZfejkilZk`fe f] 9\`ilk Y\^Xe j\m\ek\\e p\Xij X^f# Xe[ `j ^iX[lXccp kXb`e^ fe ]fid Xe[ d\Xe`e^# k_fl^_ Z\ikX`e ĂŠg_Xekfd jkilZkli\jĂ‹ jk`cc i\dX`e# [XdX^\[ Yp k_\ Ylcc\kj Xe[ YfdYj f] X efk jf [`jkXek gXjk# i\d`e[\ij f] X nXi ]fl^_k i`^_k _\i\# `e k_`j gXik f] k_\ Z`kp% K_\ i\e\nXc gifa\Zk f] k_\ Z`kp Z\ek\i# dXeX^\[ Yp k_\ gi`mXk\ ZfdgXep Jfc`[\i\# `e jg`k\ f] k_\ Zfekifm\ijp i\^Xi[`e^ df[\j f] Zfekifc f] k_\ gifa\Zk# i\gi\j\ekj X df[\c f] i\]\i\eZ\ ]fi k_\ D\[`k\iiXe\Xe Xi\X# `e n_`Z_ k_\ i\Zfm\ip f] _`jkfi`ZXc Yl`c[`e^j `j d`o\[ n`k_ Zfek\dgfiXip XiZ_`k\ZkliXc Zlckli\# `emfcm`e^ `ek\ieXk`feXc [\j`^e\ij `e k_\ Zi\Xk`fe f] \ek`i\ Z`kp g`\Z\j# efk Xj j\c]$i\]\i\ek`Xc `jfcXk\[ `Zfej# Ylk Xj nfibj k_Xk Xi\ gXik f] Xe fm\iXcc fiZ_\jkiXk`fe% Nfibj Yp A\Xe Eflm\c# QX_X ?X[`[# EfidXe =fjk\i# k_\ e\n nXk\i]ifek gifd\eX[\ n`k_ PXZ_k :clY i\Z\ekcp Zfdgc\k\[ Yp Jk\m\e ?fcc# Xi\ aljk jfd\ f] k_\ gifa\Zkj `e k_`j gif^iXd% 8efk_\i fe\ `j k_\ mXjk g\[\jki`Xe j_fgg`e^ [`jki`Zk f] k_\ Jflbj# n_`Z_ ZfdY`e\j X [\kX`c\[ Zfek\dgfiXip `dX^\ flkc`e\[ Yp IX]X\c Dfe\f n`k_ X j\i`\j f] e\XiYp i\jkfiXk`fej f] _`jkfi`Z Yl`c[`e^j# `e b\\g`e^ n`k_ k_\ gif^iXd f] `ek\^iXk`fe Y\kn\\e df[\ie XiZ_`k\Zkli\# kiX[`k`feXc XiZ_`k\Zkli\ Xe[ k_\ Zfek\ok# n`k_ X d`okli\ f] XZk`m`k`\j k_Xk Xmf`[j k_\ ZfeZ\gk f] qfe`e^ [\m\cfg\[ `e df[\ie`jk liYXe gcXee`e^# fgk`e^ `ejk\X[ ]fi X mXi`\kp f] ]leZk`fej k_Xk i\Ă•\Zkj k_\ Zfdgc\o`kp f] k_\ _`jkfi`ZXc Z`kp% K_\ giXZk`Z\ f] `em`kXk`feXc Zfdg\k`k`fej _Xj Y\\e Xggc`\[ `e k_`j ZXi\]lc gcXee`e^ fg\iXk`fe kf XZ_`\m\ _`^_ c\m\cj f] [\j`^e hlXc`kp Xe[ kf kXb\ k_\ ĂŠ9\`ilk df[\cĂ‹ f] Jfc`[\i\ Y\pfe[ k_\ ZfeĂ”e\j f] C\YXefe# `ekf fk_\i e\`^_Yfi`e^ D`[[c\ <Xjk\ie Zfleki`\j% K_\ knf gifa\Zkj glYc`j_\[ _\i\ Xggcp k_\ jkXe[Xi[j f] hlXc`kp Xe[ fm\iXcc fiZ_\jkiXk`fe `dgc\d\ek\[ Yp Jfc`[\i\ kf Zi\Xk\ \oZ\gk`feXc gcXZ\j [\mfk\[ kf k_\ Zlckli\ f] ]ff[# ZXcc`e^ fe Xe XiZ_`k\Zk Xe[ X ^i\Xk Z_\] kf ZfccXYfiXk\ fe k_\ `[\X f] k_\ jgXZ\ Xe[ k_\ ^Xjkifefd`Z& Zlc`eXip gif^iXd% 8cX`e DfXkk` Xe[ k_\ Z_\] PXee`Zb 8cc„ef Zfem`eZ\[ Xe[ Z_Xid\[ k_\ alip n`k_ k_\`i gifgfjXc# gfj`k`fe`e^ knf ]XZ`c`k`\j `e ]ifek f] k_\ \ekiXeZ\ kf k_\ Jflbj1 Jn\\k K\X# 8cc„efĂ‹j Ă”ijk k\Xiffd# Xe[ J%K%8%P%# k_\ cXi^\ i\jkXliXek$YXi fe k_\ Zfdgc\k\cp kiXej]fid\[ Ă”ijk c\m\c f] Xe f]Ă”Z\ Yl`c[`e^% K_\ k\X iffd _Xj knf Ă•ffij# Xe XiZ_`k\ZkliXc YfeYfee`Â…i\ k_Xk X[Xgkj kf k_\ Z_XiXZk\i f] X Zfek\dgfiXip gXjkip j_fg# \ei`Z_\[ Yp X

12/12/11 13.13


INTERNI ^\eeX`f$]\YYiX`f )'() m\ip ]i\j_ iXe^\ f] Zfcfij `e kiXejclZ\ek ^cXjj# Zljkfd j\Xk`e^ Xe[ X jligi`j`e^ Êj\Zi\k ^Xi[\eË fe k_\ Ôijk Õffi# `em\ek\[ Yp fg\e`e^ X jgXZ\ kf Zi\Xk\ X jfik f] ^i\\e iffd fg\e kf k_\ jbp# n`k_ k_\ nXccj kiXej]fid\[ `ekf Ôo\[ n`e^j Zfm\i\[ n`k_ gcXekj% K_\ Êm\ik`ZXc ^Xi[\eË ]iXd\j k_\ jbp# f]]\i`e^ X jljg\e[\[ j\^d\ek f] kn`ebc`e^ jkXij% @e k_\ [Xpk`d\# n_\e k_\ jlec`^_k `j kff jkife^# k_\ jkXij Xi\ i\g\Xk\[ fe X jc`[`e^ Xne`e^# kf^\k_\i n`k_ k_\ dffe Xe[ k_\ jle% K_\ XiZ_`k\ZkliXc j\kk`e^ `j `e g\i]\Zk kle\ n`k_ k_\ [\c`ZXZ`\j Zi\Xk\[ Yp 8cc ef# n_`Z_ `e k_\ \ekiXeZ\ qfe\ Y\Zfd\ gXik f] k_\ XiZ_`k\Zkli\ k_Xk ZfekX`ej k_\d# Xe[ `e k_\ ^Xi[\e$iffd i\`em\ek k_\ k_\d\ f] k_\ [ a\le\i jli cË_\iY\% J%K%8%P% `j fi^Xe`q\[ `e X cXi^\i jgXZ\# Zi\Xk`e^ knf c\m\cj Yp ]i\\`e^ lg fe\ \ek`i\ Õffi kf ZfekX`e X jljg\e[\[ Ô^li\ `e X jfik f] Zfdgfj`k`feXc `ek\icfZb k_Xk gcXpj n`k_ k_\ `[\X f] XiZ_`k\Zkli\ `ej`[\ XiZ_`k\Zkli\% @e k_\ i\jlck`e^ \eZcfjli\# dX[\ dfefZ_ifdXk`Z Xe[ n\cZfd`e^ k_Xebj kf Zljkfd ]lie`j_`e^j Xe[ k_\ Z_f`Z\ f] X j`cm\i ^iXp kfe\ k_Xk `j e\lkiXc Xe[ gi\Z`flj Xk k_\ jXd\ k`d\# X jfik f] cfe^ m\jj\c _Xj Y\\e `ej\ik\[# jljg\e[\[ fe k_i\\ _fi`qfekXc Y\Xdj k_Xk i\dX`e kf j\k k_\ i_pk_d f] k_\ le`Ô\[ jgXZ\ ]XZ`e^ X ZfeZclj`m\ k\iiXZ\ Xe[ X cfe^ cXk\iXc YXcZfep% K_\ gligc\ j_`g `j X ki`Ylk\ kf k_\ XeZ`\ek _`jkfip f] C\YXefe# k_\ \og\ik G_f\e`Z`Xe eXm`^Xkfij# n_f n\i\ k_\ d\iZ_Xekj Xe[ `em\ekfij f] k_`j j\ejlXc _l\% K_\ flk\i _lcc f] k_`j `dX^`eXip j_`g# jpdYfc Xe[ `Zfe f] k_\ i\jkXliXek# _Xj Y\\e dX[\ n`k_ X gcXjk`Z dXk\i`Xc lj\[ ]fi i\Xc YfXkj# f]]\i`e^ X jdffk_# i\Õ\Zk`e^ jli]XZ\ k_Xk Zi\Xk\j [`]]\i\ek j_X[`e^j ]ifd [Xp kf e`^_k% @e k_\ [`e`e^ iffd k_\i\ Xi\ [`]]\i\ek j\Xk`e^ jfclk`fej# `eZcl[`e^ X cfe^ kXYc\ KXYc\ [\ GXikX^\ ZfeZ\`m\[ Xj X gcXZ\ ]fi d\\k`e^ fk_\i g\fgc\ Xe[ jfZ`Xc`q`e^# ÕXeb\[ Yp j`o cXi^\ ifle[ kXYc\j n`k_ [`mXej k_Xk ]fid `jcXe[j# Xe[ X dfi\ kiX[`k`feXc qfe\ n`k_ kXYc\j k_Xk ZXe Y\ ZfdY`e\[ `e [`]]\i\ek nXpj% 9\j`[\ k_\ \ekiXeZ\ fe k_\ Ôijk Õffi# i\XZ_\[ Yp d\Xej f] knf \c\mXkfij ]ifd k_\ jki\\k$c\m\c ]fp\i# X Ycl\ jkX`iZXj\ c\X[j `ekf k_\ jljg\e[\[ j_`g# n_`Z_ ZfekX`ej X YXi `e k_\ jXd\ Zfcfi# gifa\Zk\[ [fnenXi[# le[\ic`e`e^ k_\ Ô^li\ f] k_\ _lcc Xe[ k_\ g\ijg\Zk`m\ f] k_\ fm\iXcc jgXZ\% =fi 8cX`e DfXkk`# Èk_\ dflk_ j_flc[ kXjk\# Ylk `k dljk Xcjf befn _fn kf b`jjÉ2 ]ifd k_`j m`\ngf`ek# X i\jkXliXek `j efk Zfee\Zk\[ fecp n`k_ k_\ gc\Xjli\j f] ]ff[# Ylk Xcjf n`k_ k_\ jpdYfc`Z mXcl\ k_Xk jgXZ\ k_Xk n\cZfd\j lj `j XYc\ kf kiXejd`k% 8 jXk`j]XZk`fe f] ÊkXjk\Ë k_Xk Jn\\k K\X Xe[ J%K%8%P% j\\d kf \ok\e[ kf Xcc Ôm\ j\ej\j# dXb`e^ Y\Xlkp i\klie Xj k_\ dX`e i\]\i\eZ\ gf`ek f] c`]\% $ :Xgk`fe gX^% (, <m\e`e^ m`\n f] k_\ j\Zi\k ^Xi[\e f] Jn\\k K\X% Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\# m`\n f] k_\ i\ZfejkilZk\[ Z\ek\i f] 9\`ilk% $ :Xgk`fe gX^% (. 8Yfm\1 gfikiX`k f] 8cX`e DfXkk` Xe[ k_\ Z_\] PXee`Zb 8cc ef% @e k_\ [iXn`e^j1 j\Zk`fe Xe[ gcXe f] k_\ Jn\\k K\X jgXZ\% M`\n f] k_\ j\Zi\k ^Xi[\e f] Jn\\k K\X ]ifd k_\ i\jkXliXek k\iiXZ\ g_fkf D%M% % =XZ`e^ gX^\# `dX^\ f] k_\ Ôijk$Õffi gXjkip j_fg# fe k_\ \ekiXeZ\ c\m\c% $ :Xgk`fe gX^% (/ M`\n f] k_\ [`e`e^ iffd n`k_ k_\ jljg\e[\[ gligc\ Êj_`gË% 8cc k_\ ]lie`j_`e^j _Xm\ Y\\e Zljkfd [\j`^e\[ Xe[ Zfeki`Ylk\ kf ]fid X le`Ô\[# dfefZ_ifdXk`Z \em`ifed\ek% $ :Xgk`fe gX^% (0 K_\ cXi^\ dXiYc\ kXYc\ `e k_\ i\jkXliXek [`e`e^ iffd# fe k_\ Ôijk Õffi# fi^Xe`q\[ n`k_ [`]]\i\ek j\Xk`e^ jfclk`fej% 9\cfn# gcXe Xe[ cfe^`kl[`eXc j\Zk`fe f] k_\ J%K%8%P% i\jkXliXek# kiXej]fid\[ `ekf X knf$jkfi\p jgXZ\ `e n_`Z_ k_\ jljg\e[\[ m\jj\c ZfekX`e`e^ k_\ YXi `j `ej\ik\[% $ :Xgk`fe gX^% )( C\]k# k_\ `ek\i`fi f] k_\ YXi Æ Ycl\# c`b\ k_\ j\X Æ `ej`[\ k_\ jljg\e[\[ j_`g% 9\cfn# k_\ `ek\ieXc jkX`iZXj\ k_Xk c\X[j kf k_\ YXi% GcXe f] k_\ J%K%8%P% i\jkXliXek Xk k_\ c\m\c f] k_\ jljg\e[\[ YXi%

5"+*." ,*5$)&/ )064& g% )) gifa\Zk B\e^f BldX 8jjfZ`Xk\j g_fkfj EXZXjX GXike\ij k\ok 8ekfe\ccX 9f`j` @e J_Xe^_X`# k_\ KXa`dX B`kZ_\e ?flj\ j_fniffd i\Õ\Zkj k_\ [\j`^e i\j\XiZ_ gXiX[`^dj f] B\e^f BldX1 k_\ XiZ_`k\Zkli\ `j dX[\ f] \dgk`e\jj# c`^_k Xe[ X iff] fm\i fe\Ëj _\X[% B\e^f BldX `j Xe `ek\ieXk`feXccp i\efne\[ AXgXe\j\ XiZ_`k\Zk# Xe[ fe\ f] k_\ flkjkXe[`e^ Z_XiXZk\i`jk`Zj f] _`j nfib `j k_\ ZXgXZ`kp kf Õ\o`Ycp j_`]k ]ifd fe\ jZXc\ kf Xefk_\i# \og\i`d\ek`e^ n`k_ leZfem\ek`feXc kpgfcf^`ZXc Xe[ \ogi\jj`m\ jfclk`fej% =fi _flj\j Xe[ dlj\ldj# k\dgfiXip gXm`c`fej Xe[ i\kX`c jgXZ\j% K_\ jkXik`e^ gf`ek f] _`j i\j\XiZ_ `j XcnXpj k_\ i\cXk`fej_`g Y\kn\\e XiZ_`k\Zkli\ Xe[ eXkli\# Y\ZXlj\ k_\ afY f] k_\ ]fid\i `j kf gifk\Zk k_\ g_pj`ZXc c`]\ f] dXe ]ifd k_\ lenXek\[ `ekilj`fej f] k_\ cXkk\i% N`k_ ^i\Xk i\jg\Zk Xe[ X kil\ gXjj`fe ]fi dXk\i`Xcj \jg\Z`Xccp YXdYff # ]fZlj`e^ fe k_\`i m`jlXc# kXZk`c\# XliXc Xe[ f[fiflj Xjg\Zkj% K_`j gifa\Zk `emfcm\[ k_\ `ek\i`fi [\j`^e f] X jgXZ\ f] XYflk (''' jh d\k\ij# fe k_i\\ c\m\cj# ]fi f]ÔZ\j Xe[ k_\ [`jgcXp f] k_\ b`kZ_\e df[\cj f] k_\ AXgXe\j\ YiXe[ KXa`dX% 8 i\^lcXi cXpflk# Xe \c\d\ekXip ZfeZi\k\ Yfo f] [`qqp`e^ _\`^_k# jk`dlcXk\[ k_\ [\j`^e\i kf [\m\cfg k_\ `[\X f] X Ê]XYc\Ë# jkX^`e^ X _flj\ ZfeZ\`m\[ Xj Xe \em\cfg`e^# XifdXk`Z nff[\e j_\cc# Zfdgc\k\cp Yp X jdXcc Q\e ^Xi[\e ]fi i\cXoXk`fe% K_\ `[\X f] k_\ _flj\ `j fe\ f] BldXËj fYj\jj`fej% K_\ nfi[ ÊbXjXË `e AXgXe\j\ d\Xej ldYi\ccX% 8 i\d`e[\i f] k_\ iff]# k_Xk iff] k_Xk gifk\Zkj lj ]ifd k_\ flkj`[\ nfic[% ;l\ kf k_`j ifc\# `k j_flc[ Y\ ^`m\e X ^\ekc\# `em`k`e^ \ogi\jj`m\ cffb% ÈK_\ _flj\ `j e\m\i X Yfo# Ylk X iff]É# BldX \ogcX`ej% Jf ]ifd k_\ \ekiXeZ\ _`j eXiiXk`m\ le]fc[j `e X j\i`\j f] j`^ej k_Xk ]fZlj k_\ j\ejfip \og\i`\eZ\ f] m`j`kfij gi\Z`j\cp fe k_\ iff]1 k_\ \c\d\ek f] Ô^liXk`m\$jpdYfc`Z i\]\i\eZ\ f] k_\ Zfdgfj`k`fe# X Yl]]\[ nff[\e jli]XZ\# X YXcXeZ\[ jld f] jc\e[\i jcXkj k_Xk `eZc`e\j# XkkXZ_\[ kf k_\ Õffi jcXY f] k_\ Ôijk c\m\c# ]i\\cp ÕfXk`e^ `e jgXZ\ fm\i Xe Xik`ÔZ`Xc gffc f] nXk\i# ÕXeb\[ Yp X gXk_$Yi`[^\% È@e kiX[`k`feXc AXgXe\j\ Xe[ :_`e\j\ _flj\j nXk\i# n`k_ `kj i\Õ\Zk`e^ \]]\Zkj# gcXpj X c\X[`e^ ifc\ Xj X Ôck\i f] [\ZfekXd`eXk`fe n`k_ i\jg\Zk kf k_\ flkj`[\É# BldX Zfek`el\j# ÈXe[ `e k_`j ZXj\ `k `j Xe `em`kXk`fe kf \ek\i Xefk_\i nfic[# c\Xm`e^ k_\ Yljp jki\\kj f] J_Xe^_X` Y\_`e[# \eafp`e^ X [`d\ej`fe f] jcfne\jj# \dgk`e\jj Xe[ c`^_kÉ% 9\j`[\ k_\ gffc k_\i\ `j fecp X g\i`d\k\i ^Xi[\e n`k_ kXcc YXdYff kf ZXgkli\ fli Xkk\ek`fe% Efk_`e^ dfi\% È9\ZXlj\ `] X ^Xi[\e _Xj ef nXccj fi n`e[fnjÉ# k_\ el[\# j`c\ek jgXk`Xc hlXc`kp f] k_\ j_fniffd# k_\ c`e\Xi Xe[ ^iXg_`Z jkX`iZXj\ Zfee\Zk`e^ k_\ knf c\m\cj# k_\ n_`k\ g\i`d\k\i ]lcc$_\`^_k gXe\cj# Yi`^_k\e\[ Yp ^iXq`e^ c`^_k# k_\ d`iifij gfj`k`fe\[ fe \o`jk`e^ g`ccXij# Xcc Zi\Xk\ k_\ `[\Xc j\kk`e^ kf le[\ijZfi\ k_\ dfefZ_ifd\ XZZ\ekj f] k_\ b`kZ_\ej fe [`jgcXp% ÈC`^_k dXb\j pfl ]\\c j\i\e\¿ k_\ d\Xc j_flc[ Y\ i\X[pÉ% $ :Xgk`fe gX^% )* =ifd k_\ \ekiXeZ\# fm\iXcc m`\n f] k_\ jgXZ\% Kf k_\ i`^_k# k_\ YXdYff ^Xi[\e2 kf k_\ c\]k# k_\ gffc f] nXk\i Xe[# Xk k_\ Z\ek\i# k_\ nff[\e iff]1 k_\ k_i\\ Ô^li\j f] Zfdgfj`k`feXc i\]\i\eZ\ f] k_\ KXa`dX B`kZ_\e ?flj\% K\Z_e`ZXc c`^_k`e^ jfclk`fej Yp @qld` FbXpXjl C`^_k`e^ ;\j`^e% $ :Xgk`fe gX^% )+ K_\ jc\e[\i Ô^li\ f] k_\ c`e\Xi jkX`iZXj\ `ej`[\ k_\ j_fniffd# Zfee\Zk`e^ k_\ k_i\\ c\m\cj# j\\dj [f [\dXk\i`Xc`q\ `e k_\ [`cXk\[ Xkdfjg_\i\ f] k_\ \dgkp# Zfek`elflj jgXZ\% $ :Xgk`fe gX^% ), Fk_\i m`\nj f] k_\ nff[\e Êiff]Ë# k_\ dX`e Ô^liXk`m\$jpdYfc`Z \c\d\ek f] k_\ Zfdgfj`k`fe# n_`Z_ gifkil[\j ]ifd k_\ jcXY f] k_\ Ôijk c\m\c Xcdfjk \`^_k d\k\ij kf n_`Z_ `k `j XkkXZ_\[# jcfg`e^ fm\i k_\ jhlXi\ nXk\i YXj`e Y\cfn%

C_In618_R_102_109_traduzioni.indd 103

*/TFSWJDF 53"/4-"5*0/4

30$" -0/%0/ ("--&3: g% )gifa\Zk QX_X ?X[`[ 8iZ_`k\Zkj k\ok 8e[i\X G`iilZZ`f ÈFli nfib ZfdY`e\j XiZ_`k\Zkli\ n`k_ k_\ Zfdgc\o`kp Xe[ Y\Xlkp f] eXkliXc ]fidj% Lk`c`q`e^ X ]fidXc cXe^lX^\ YXj\[ fe k_\ dfm\d\ek f] nXk\i# k_\ IfZX Cfe[fe >Xcc\ip ]fi\^ifle[j k_\ ZfeZ\gk f] Õl`[`kp Xe[ gifgfj\j X j\hl\eZ\ f] [peXd`Z jgXZ\j k_Xk jkXe[ flk ]fi k_\ Z_Xid ^\e\iXk\[ Yp `ek\iXZk`fe Y\kn\\e Xik`]XZk Xe[ eXkli\É% N`k_ k_\j\ nfi[j QX_X ?X[`[ `ccljkiXk\j k_\ gifa\Zk [\m\cfg\[ Yp _\i jkl[`f ]fi k_\ e\n IfZX ÕX^j_`g jkfi\# e\Xi :_\cj\X ?XiYfli `e k_\ _\Xik f] Cfe[fe1 X m\ip jg\ZkXZlcXi jgXZ\# ZXgXYc\ f] _\cg`e^ m`j`kfij kf le[\ijkXe[ k_\ i\cXk`fej_`g Y\kn\\e k_\ XiZ_`k\ZkliXc jfclk`fej X[fgk\[ Xe[ k_\ [\j`^e f] k_\ Zfcc\Zk`fej ]fi k_\ YXk_ Yp IfZX% Fe X j`e^c\ c\m\c f] fm\i (''' d)# k_\ IfZX ;\j`^e >Xcc\ip _Xj Y\\e Zi\Xk\[ Xj X nfib `e n_`Z_ \m\ip j`e^c\ [\kX`c j\\dj kf Y\ jZlcgk\[ Yp nXk\i# jkXik`e^ n`k_ k_\ k_i\\ gfikXcj n`k_ fi^Xe`Z ]fidj k_Xk ]fid k_\ \ok\ieXc ]XZX[\ Xe[ Zfee\Zk k_\ ^Xcc\ip n`k_ k_\ Z`kp% DX[\ n`k_ >I: >cXjj I\`e]fiZ\[ :feZi\k\# n_`c\ k_\ ]lie`j_`e^j Xi\ `e >IG# >cXjj I\`e]fiZ\[ GcXjk`Z# Xe[ k_\ Õffij `e i\j`e Xe[ k`c\ # k_\ `ek\i`fi jgXZ\ `j X ]lkli`jk`Z \em`ifed\ek f] Xcdfjk [Xqqc`e^ n_`k\# n_`c\ Xe XmXek$^Xi[\ c`^_k`e^ jpjk\d Zfee\Zkj k_\ mXi`flj Xi\Xj Xe[ Xcjf ]leZk`fej Xj X Z\ekiXc Xo`j Xifle[ n_`Z_ k_\ n_fc\ jkilZkli\ ifkXk\j% =leZk`feXc# Õ\o`Yc\ Xe[ k_\Xki`ZXc# k_\ ^Xcc\ip Xcjf i\c`\j fe X[mXeZ\[ `ek\iXZk`m\ Xl[`f$m`jlXc kffcj kf f]]\i m`j`kfij X Z_XeZ\ kf [`jZfm\i k_\ _`jkfip f] IfZX# `kj ]lkli\ fYa\Zk`m\j Xe[ Xcc k_\ mXcl\j f] k_\ YiXe[Ëj `[\ek`kp1 Zfdd`kd\ek kf jljkX`eXY`c`kp# `eefmXk`fe# [\j`^e# n\ccY\`e^ Xe[ jX]\^lXi[`e^ f] _p[i`Z i\jfliZ\j% :feZ\`m\[ Xj X jkilZkli\ efk c`d`k\[ kf d\i\ gif[lZk [`jgcXp# k_\ IfZX ;\j`^e >Xcc\ip n`cc _fjk X n`[\ iXe^\ f] XZk`m`k`\j c`b\ \o_`Y`k`fej# d\\k`e^j# gi\j\ekXk`fej# j\d`eXij Xe[ [\YXk\j# \oXd`e`e^ k_\ gi`eZ`gc\j k_Xk _Xm\ XcnXpj Y\\e gXik f] k_\ jg`i`k f] k_\ ZfdgXep% $ :Xgk`fe gX^% ). K_\ k_\Xki`ZXc `ek\i`fij f] k_\ e\n IfZX jgXZ\ `e Cfe[fe [\j`^e\[ Yp k_\ jkl[`f QX_X ?X[`[ 8iZ_`k\Zkj% Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\# k_\ fi^Xe`Z ]fidj f] k_\ gfikXcj flkj`[\ k_\ ^Xcc\ip% $ :Xgk`fe gX^% )/ =lkli`jk`Z Xe[ dXib\[ Yp k_\ Z_f`Z\ f] [Xqqc`e^ n_`k\# k_\ j_fniffd `j dX[\ n`k_ >I: >cXjj I\`e]fiZ\[ :feZi\k\ % =XZ`e^ gX^\# Xefk_\i m`\n f] k_\ IfZX jgXZ\# j_fn`e^ k_\ ÊÕl`[Ë k_\d\# YXj\[ fe k_\ dfm\d\ek f] nXk\i# k_Xk [\k\id`e\j k_\ fm\iXcc Z_XiXZk\i%

%0%0 1"3"%*4& g% *' gifa\Zkj GXfcX EXmfe\ g_fkfj <ei`Zf :fek` $ k\ok 8ekfe\ccX 9f`j` K_\ Ê_flj\jË f] ;f[f# k_\ Z_Xid`e^ \ofk`Z Y`i[# `e D`cXe Xe[ Cfe[fe# `ek\igi\k\[ Yp GXfcX EXmfe\ n`k_ X ZXikffe XggifXZ_# pfle^ Xe[ `ife`Z# k_Xk glkj k_\ gfk\ek`Xc Xe[ k_\ eXiiXk`m\ Zfek\ek f] k_\ YiXe[ f] k_\ Gfd\ccXkf ^iflg `ekf ]fZlj% Jfd\ gifa\Zkj# dfi\ k_Xe fk_\ij# Xccfn k_\`i dXb\ij kf \ogi\jj k_\dj\cm\j ]i\\cp# n`k_flk kff dXep Zfdgifd`j\j fi ZfejkiX`ekj# ^\e\iXk`e^ i\jlckj f] ]le Xe[ gc\Xjli\% @e k_`j ZXj\ k_\ dXb\i `j GXfcX EXmfe\# k_\ `ek\ieXk`feXccp i\efne\[ XiZ_`k\Zk Xe[ [\j`^e\i# XcnXpj X kiXm\c\i `e k_\ k\ii`kfi`\j f] Zi\Xk`m`kp Xe[ leZfem\ek`feXc c`]\jkpc\j% K_\ Z_Xcc\e^\ nXj X [`]ÔZlck fe\% K_\ ;f[f# X eXk`m\ f] k_\ `jcXe[ f] DXli`k`lj# [f\jeËk nXek kf Y\ Xcfe\# Xe[ XcnXpj cffbj ]fi e\n ]i`\e[j1 k_\ _\e# k_\ iXYY`k# k_\ jeXb\# k_\ gXe[X# k_\ cXdg# k_\ klikc\# k_\ Ylkk\iÕp# k_\ [fcg_`e# k_\ _Xnb# k_\ jnXccfn# k_\ n_Xc\# k_\ g\e^l`e¿ X afccp YXe[% 8Yfm\ Xcc# k_\ ;f[f _Xj Zc\Xi `[\Xj XYflk k_\ jg`i`k f] _`j _fd\# ÊXj _\ ni`k\j kf _`j Y\cfm\[ ;f[XË1 È=`eXccp aljk k_\ knf f] lj# dp Zl[[c\j Xe[ pflij# Xe[ k_\ gifa\Zk `j efn kf c`m\ kf^\k_\i% 9Xk_iffd# b`kZ_\e# knf Z_X`ij# fe\ Y\[% N\Ëcc dXb\ [f n`k_ n_Xk n\ _Xm\# jfd\_fn% K_\ _flj\ f] ;f[f Yi`e^j ^ff[ clZbÉ% K_\i\ `j aljk fe\ Êc`kkc\Ë _`kZ_1 ;f[f _Xj efk dXeX^\[ kf Xmf`[ \ok`eZk`fe# [l\ kf k_\ ]f`Yc\j f] _ldXej% È<ok`eZk Ylk clZbp# _\ _Xj ]fle[ X _fd\ \m\ipn_\i\É# GXfcX EXmfe\ eXiiXk\j% Dfm\[ Yp k_\ kXc\ f] k_\ gffi \ofk`Z Y`i[# X iXk_\i [\dXe[`e^ Ylk Xcjf Zfe^\e`Xc Zc`\ek# j_\ dljk _Xm\ n_`jg\i\[1 ÈDXb\ X n`j_%%% Xe[ `k n`cc Y\ ^iXek\[É% Jf _`j ]X`ip ^f[dfk_\i# Kli`e\j\ Yp Y`ik_ Ylk D`cXe\j\ Yp Z_f`Z\# Èc`b\ X ^ff[ \Zc\Zk`Z [i\Xd\i n`k_ Xe `eÔe`k\ Zli`fj`kp ]fi Xcc k_`e^jÉ# Xj j_\ ZXccj _\ij\c]# _Xj `em\ek\[ dXep _flj\j jZXkk\i\[ Xifle[ k_\ nfic[# jdXcc Xe[ cXi^\% K_\ knf cXk\jk Zi\Xk`fej Xi\ `e D`cXe# fe :fijf DXkk\fkk`# Xe[ `e Cfe[fe fe JcfXe\ JhlXi\# knf dfefYiXe[ jkfi\j fg\e\[ Xcdfjk j`dlckXe\fljcp cXjk p\Xi% ÈDp gif]\jj`feXc X[m\ekli\ Xe[ `e]Xek`c\ i\^i\jj`fe n`k_ k_\ YiXe[ f] k_\ Gfd\ccXkf ^iflg `j ZfeZ\`m\[ Xj X pfle^# `ife`Z c`e\ f] a\n\cip# n_`Z_ `e )'(' Z\c\YiXk\[ `kj (, Xee`m\ijXip2 k_\ ZfccXYfiXk`fe n`k_ NN= @kXc`X# kf [\]\e[ eXkli\# Y\^Xe `e )''/# n`k_ k_\ =cfi\eZ\ jkfi\É# j_\ i\ZXccj% 9lk _fn [f pfl [\j`^e k_\ _fd\ f] X ;f[f n_f d\\kj X ;f[X Xe[ `k `j `dd\[`Xk\cp ('' 8dfi\ j\Xc\[ Yp X Zfcc\Zk`fe f] i`e^j n`k_ X i\[ \Zfcf^`ZXc ilYp _\Xik 6 È@ _Xm\ [fe\ `k X^X`e# k_`j k`d\# Yp i\Zi\Xk`e^# n`k_ X j\i`\j f] i\Zlii`e^ \c\d\ekj Æ eXkli\# Zfcfi# nXk\i Æ k_\ Zfee\Zk`fe n`k_ k_\ Z_fj\e _XY`kXk Xe[ k_\ Z_fiXc Zfdgfj`k`feXc ]iXd\nfib f] i\]\i\eZ\É# EXmfe\ \ogcX`ej% @] k_\j\ k_i\\ b\p nfi[j i\dX`e k_\ j`^ej f] X Êi\Y`ik_Ë ]fi ;f[f# ^\kk`e^ XnXp ]ifd k_\ fggfj`k`fe Y\kn\\e cfZXc Xe[ ^cfYXc kf i\[`jZfm\i k_\ [`d\ej`fe f] X le`m\ijXc le`hl\e\jj Le`hl\ Le`m\ijXc# `e k_\ m`j`fe f] k_\ jfZ`fcf^`jk =iXeZ\jZf DfiXZ\ f] k_\ dXib\k gXiX[`^dj ]fi k_\ e\ok kn\ekp p\Xij # ]fi GXfcX EXmfe\ k_\p ZfeÔid k_\ mXcl\ f] Xe `ek\igi\kXk`fe1 gcXZ\j f] jXc\ e\\[ X Zcfj\ i\cXk`fej_`g n`k_ k_\ YiXe[ k_\p i\gi\j\ek# `e Zfddle`ZXk`m\ k\idj# kf ^`m\ gif[lZkj ^i\Xk\i fggfikle`k`\j ]fi jlZZ\jj% <m\e n_\e k_\p Xi\ c`kkc\ Xe`dXcj `e k_\ ]fid f] g\e[Xekj# kf gliZ_Xj\ Xj ^`]kj fi kf Zfcc\Zk% ÈK_\p Xi\ Xcdfjk gi\Zlijfij f] k_\ JDJ1 \XZ_ [\j`^e f] k_\j\ c`kkc\ a\n\cip `k\dj _Xj X jkfip# X d\Xe`e^# X d\jjX^\ kf j\e[1 @ c`b\ pfl# pflËi\ X gX`e# [feËk ^\k cfjk# \kZÉ% Jf `e D`cXe# `e X cXi^\ k_i\\$jkfi\p jgXZ\# k_\i\ Xi\ \ogc`Z`k i\]\i\eZ\j kf eXkli\1 \efidflj YcX[\j f] ^iXjj _le^ ]ifd k_\ Z\`c`e^# ÈXe lgj`[\$[fne ^i\\e d\X[fn dX[\ f] ÔcXd\ekj f] kiXejclZ\ek j`c`Zfe# X ÕXd\giff] dXk\i`Xc dX[\ dlkXYc\ Yp k_\ gcXp f] c`^_k Xe[ j_X[fnÉ2 k_\e i\[ Xe[ ]lZ_j`X Õfn\ij fe k_\ nXcc# nXccj Ôe`j_\[ c`b\ n\k jXe[# j_Xg\[ Yp k_\ n`e[% :fcfi `j i\gi\j\ek\[ Yp k_\ cXi^\ e\fe Êi\[ _\XikË Æ k_\ cf^f f] k_\ ('' 8dfi\ c`e\ Æ fe k_\ ifdXek`Z [fkk\[ nXcc f] k_\ cfn\i c\m\c# Xe[ k_\ i\[ _XjjfZbj k_Xk `e X jb`cc]lc ^Xd\ f] d`o$Xe[$dXkZ_ af`e fk_\i Z_ifdXk`Z$dXk\i`Z$Ô^liXk`m\ ]fidj f] gleZklXk`fe1 ]ifd k_\ jZlcgkli\$Z_Xe[\c`\i f] X pfle^ ;lkZ_ kXc\ek kf k_\ cXi^\ kXYc\ n`k_ k_\ ]fid f] X gf[# `e i\ZpZc\[ nff[% @e Cfe[fe k_\ g\iZ\gk`fej f] k_\ j\kk`e^ Xi\ k_\ jXd\1 k_\ ]X`ipkXc\ cXe[jZXg\ `j X^X`e fe k_i\\ c\m\cj n`k_ X YXj\d\ek ZfeZ\`m\[ Xj Xe \m\ek jgXZ\ # Ylk _\i\ k_\ [\j`^e \o\iZ`j\ f] ZfdY`eXk`fej `j g\i_Xgj dfi\ \oki\d\# k_\ fi^Xe`Z Xe[ Xck\ieXk`m\ dXk\i`Xcj Xi\ [\gcfp\[ n`k_ ^i\Xk\i `ek\ej`kp1 k_\ Õffi f] k_\ \ekiXeZ\ c\m\c _Xj Y\Zfd\ X Z\iXd`Z jli]XZ\ j`d`cXi kf Xe Xcld`e`ld ZXjk`e^ Xck\ieXk`e^ n`k_ gXk_j f] i`m\i jkfe\j% K_\ Zfcfij Xi\ jkife^\i kff1 k_\ ]Xmfi`k\ Ycl\# X [`i\Zk i\d`e[\i f] k_\ j\X# nXk\i Xe[ k_\ jbp# `j fi^Xe`q\[ `e X gi\Z`flj Bc\`e Ycl\ M\e\k`Xe dfjX`Z fe k_\

12/12/11 13.13


*/TFSWJDF 53"/4-"5*0/4

ZfekiXjk`e^ nXccj k_Xk ]iXd\ k_\ n`e[fnj% I\[# k_\ fk_\i ^l`[\c`e\ Zfcfi Xcfe^ n`k_ ^i\\e# `j XZZ\eklXk\j# YcXq`e^ fe k_\ d\kXc [`jgcXp Ôokli\j# Xe[ k_\e fe k_\ Y\eZ_\j Xe[ _XjjfZbj `e \Zf$c\Xk_\i% 8k k_\ Z\ek\i f] k_\ dX`e jgXZ\# X _\]kp Zflek\i f] il^^\[ nff[ ÕXeb\[ Yp YcXZb d\kXc jkffcj ZXgkli\j k_\ ^Xq\# [iXne fe k_\ lgg\i c\m\c kfnXi[ k_\ d`iifi\[ dfjX`Z Z\`c`e^% 9lk k_\ Y`^^\jk jligi`j\ `j fe k_\ ]XZX[\ f] k_\ Yl`c[`e^# n_\i\ X cXi^\ jkilZkli\ gifk\Zk\[ Yp ZipjkXcj Xe[ ZcX[ `e Yi`^_k YcX[\j f] ^iXjj# X^X`e `e ^i\\e j`c`Zfe# j\\dj kf Y\ \k\ieXccp nXk\i\[ Yp X jgi`e^# ZXjZX[`e^ kf k_\ ^ifle[ kf mXe`j_ `e k_\ ZiXZbj f] k_\ gXm\d\ek% $ :Xgk`fe gX^% *( M`\nj f] k_\ jgXZ\ `e D`cXe% K_\ nXccj Ôe`j_\[ n`k_ X jg\Z`Xc ki\Xkd\ek# c`b\ n\k jXe[# ]fid X YXZb[ifg# Yi`^_k\e\[ Yp k_\ cXdg$jZlcgkli\ Yp k_\ ;lkZ_ [\j`^e\i =i\[\i`b Dfc\ejZ_fk% K_\ nXcc Zfm\i\[ n`k_ i\[ Xe[ ]lZ_j`X Õfn\ij ZXgkli\j k_\ ^Xq\ f] gXjj\ij$Yp# Y\pfe[ k_\ n`e[fn Xe[ k_\ \ekiXeZ\ fe :fijf DXkk\fkk`% Efk\ k_\ fi`^`eXc nXcc Zfm\i\[ n`k_ kiXejclZ\ek j`c`Zfe ^iXjj% $ :Xgk`fe gX^% *) K_\ D`cXe dfefYiXe[ jkfi\ _Xj k_i\\ c\m\cj% Fe k_\ cfn\i Õffi# k_\ ifdXek`Z [fkk\[ nXcc n`k_ k_\ ÈY`^ i\[ e\fe _\XikÉ k_Xk `j k_\ cf^f f] k_\ ('' 8dfi\ Zfcc\Zk`fe% ?XjjfZbj Yp >\imXjfe`# Zljkfd gf[ kXYc\ `e i\ZpZc\[ nff[# kXYc\ cXdgj Yp =fekXeX 8ik\% =XZ`e^ gX^\1 m`\n f] Xe `ek\i`fi `e k_\ Cfe[fe jkfi\% K_\ i\Zlii`e^ \c\d\ekj f] k_\ ;f[f _XY`kXk eXkli\# Zfcfi Xe[ nXk\i j\k k_\ eXiiXk`m\ jZ\e\# Ylk k_\ _XjjfZbj Xi\ efn `e ZXg`kfee \Zf$c\Xk_\i Xe[ k_\ ^i\\e kiXejclZ\ek j`c`Zfe d\X[fn# dX[\ dlkXYc\ Yp k_\ gcXp f] c`^_k Xe[ j_X[fn# `j efn fe k_\ Z\`c`e^% $ :Xgk`fe gX^% *+ K_\ Yl`c[`e^ fe JcfXe\ JhlXi\ n`k_ k_\ jki`b`e^ Ê^i\\eË n`e[fn fm\i k_\ \ekiXeZ\% K_\ jkfi\ _Xj k_i\\ c\m\cj# Zfee\Zk\[ Yp Xe \jj\ek`Xc d\kXc jkX`iZXj\% Fe k_\ lgg\i c\m\c# Yi`^_k gi`dXip Zfcfij Xe[ fi^Xe`Z# Xck\ieXk`m\ dXk\i`Xcj# c`b\ k_\ d`iifi dfjX`Z fe k_\ Z\`c`e^# ^\e\iXk\ k_\ \ogi\jj`m\ ]fiZ\ f] k_\ j\kk`e^% K_\ a\n\cip `k\dj Xi\ [`jgcXp\[ `e ^cXjj ZXj\j Zlk `ekf k_\ nXccj fi ]i\\jkXe[`e^# n`k_ X Yi`^_k i\[ d\kXc jkilZkli\% K_\ cfle^\ Xi\X `j fi^Xe`q\[ Xifle[ X jkli[p Zljkfd kXYc\ `e i\ZpZc\[ nff[# ÕXeb\[ Yp _`^_ YcXZb jkffcj# Xcc `ej`[\ X Õl`[# le`ek\iilgk\[ jgXZ\%

41-&/%*% ,*5;#³)&- g% *gifa\Zk E`eX JZ_d`[ & Jgc\e[`[ 8iZ_`k\Zkli\ g_fkfj IXc] 9ljZ_\i $ k\ok 8c\jjXe[if IfZZX 8 m`ccX `e n_`Z_ Ô^li\j# dXk\i`Xcj Xe[ gifgfik`fej `em\ek X e\n [`Xcf^l\ Y\kn\\e k_\ Kpifc\Xe 8cg`e\ \em`ifed\ek Xe[ X Zfek\dgfiXip jgXk`Xc ZfeZ\gk% Nff[\e gcXebj Zfm\i X [lZk`c\# fi`^`eXc nfib f] XiZ_`k\Zkli\ k_Xk X[Xgkj kf k_\ jk\\g jcfg\ Xe[ k_\ Zc`dXk\# `e kle\ n`k_ k_\ Zfcfij Xe[ m`YiXk`fej f] k_\ j\kk`e^% @k `jeËk \Xjp kf d`o jkpc\j Xe[ \iXj# kiX[`k`fej Xe[ i\]\i\eZ\j# n`k_flk ]Xcc`e^ `ekf X j_fg n`e[fn \]]\Zk fi# \m\e nfij\# Xe `eZf_\i\ek d\jj% E`eX JZ_d`[# k_\ pfle^ _\X[ f] k_\ ?XdYli^$YXj\[ jkl[`f Jgc\e[`[ 8iZ_`k\Zkli\# _Xj XggifXZ_\[ k_\ gifYc\d n`k_ YiXm\ip# XZ_`\m`e^ ^ff[ i\jlckj% N\Ëi\ `e k_\ _\Xik f] k_\ Kpifc# Xe XeZ`\ek i\^`fe gifl[ f] `kj kiX[`k`fej# n_\i\ k_\ i\jg\Zk ]fi gcXZ\j Xe[ cXe[jZXg\ Xi\ `ek\igi\k\[ n`k_ i\c`^`flj ZXi\% 9lk n\ Xi\ Xcjf `e Jk\l\iY\i^# k_\ Z_`Z gXik f] B`kqY _\c# n_`Z_ `j X ZcXjjp i\jfik ]fi jgfikj Æ k_\ Jki\`] kiX`c `j X ZcXjj`Z f] k_\ nfic[ jb` Z_Xdg`fej_`gj Æ Xj n\cc Xj ]fi \c\^Xek# Zfjdfgfc`kXe jfZ`Xc`q`e^% K_\ m`ccX [\j`^e\[ Yp E`eX JZ_d`[ Xggc`\j fi`^`eXc jfclk`fej kf k_\ jk`dlc` f]]\i\[ Yp k_\ Zfek\ok# n_`c\ i\jgfe[`e^ kf k_\ [\kX`c\[ i\hl`i\d\ekj f] k_\ gifa\Zk% K_\ cXi^\ i\j`[\eZ\ Æ XYflk ,*' jh d\k\ij f] ÕffijgXZ\ Æ `j j_Xg\[ `e i\cXk`fe kf k_\ jcfg`e^ cfk# `e YXcXeZ\ n`k_ k_\ jdXcc\i gifgfik`fej f] k_\ jliifle[`e^ Yl`c[`e^j% K_\ fm\iXcc mfcld\ `j Zfdgfj\[ f] k_i\\ j\gXiXk\ gXikj# c`b\ k_i\\ jdXcc\i Yl`c[`e^j# Xkk\elXk`e^ k_\ cXe[jZXg\ `dgXZk% K_\ gifa\Zk ZXi\]lccp \ogcf`kj k_\ jcfg\# dXb`e^ k_\ m`ccX Æ ]ifd k_\ jki\\k Xe[ dXep fk_\i mXekX^\ gf`ekj Æ j\\d c`b\ `k `j fe aljk fe\ fi knf c\m\cj# n_\e `k XZklXccp _Xj k_i\\% =lik_\idfi\# k_\ Zfee\Zk`fe Y\kn\\e k_\ knf n`e^j# X jgXZ`flj cfYYp Õff[\[ n`k_ c`^_k# `j X kiXejgXi\ek Yfo k_Xk `j g\iZ\`m\[ Xj X mf`[# X cld`eflj i\Õ\Zk`fe# iXk_\i k_Xe X mfcld\% K_\ knf n`e^j Xcjf gcXp X ^Xd\ f] _`[\ Xe[ j\\b# fe\ j`eb`e^ `ekf k_\ jcfg`e^ ^ifle[ n_`c\ k_\ fk_\i ^X`ej Xe \okiX c\m\c Yp ]fccfn`e^ k_\ i`j\% K_\ Z_f`Z\ k_Xk Yi`e^j g\i]\Zk`fe kf k_`j [\c`ZXk\ \em`ifed\ekXc `ej\ik`fe `j `e k_\ ZcX[[`e^% 9\ZXlj\ `e jg`k\ f] k_\ ]XZk k_Xk k_\ jkilZkli\ `j `e i\`e]fiZ\[ ZfeZi\k\# n`k_ jc`[`e^ Xcld`e`ld n`e[fn ]iXd\j# k_\ m`ccX `j Zfdgc\k\cp niXgg\[# n`k_ k_\ \oZ\gk`fe f] k_\ cfYYp# `e fc[ Kpifc\Xe YfXi[j# jXcmX^\[ dXk\i`Xc k_Xk Zfej\im\j k_\ j`^ej f] k`d\ Xe[ lj\# Xe[ ]lccp i\j\dYc\j# `e `kj Zfcfi Xe[ k\okli\# k_\ YXiej Xe[ ZXY`ej f] Jk\l\iY\i^% K_\ Zfm\i`e^ `j efk lj\[ Xj ZXdflÕX^\# Ylk n`k_ Xe `ek\i\jk`e^ c`kkc\ Y\kiXpXc# Y\ZXlj\ n`k_ X kflZ_ f] gli\ [\ZfejkilZk`m\ `ifep k_\ YfXi[j gifkil[\ ]ifd k_\ n`e[fn ]iXd\j# Zi\Xk`e^ X jkiXe^\ \]]\Zk f] leÔe`j_\[# \oki\d\ iljk`Z Zil[\e\jj% @e k_\ `ek\i`fij n\ Ôe[ k_\ jXd\ \oZ_Xe^\ Y\kn\\e `e]fidXc cfZXc jkpc\ Xe[ gi\Z`flj `ek\ieXk`feXc kflZ_\j% 8 kXjk\ ]fi k_\ Zifjjfm\i# Xe Xkdfjg_\i\ efk Xcff] kf il^^\[ dXk\i`Xcj# d`o`e^ eXkliXc nff[ gcXebj# Xcjf `e k_\ gXik`k`fej# n`k_ \ogfj\[ df[\ie`jk ZfeZi\k\ Xe[ k_\ jfg_`jk`ZXk\[ dXk\i`Xcj f] Cfe[fe$YXj\[ FjYfie\ C`kkc\% =fi k_\ ]lie`j_`e^j E`eX# n_f `j Xcjf X [\j`^e\i Xe[ _Xj nfib\[ fe k_`j gifa\Zk [fne kf k_\ jdXcc\jk [\kX`cj# _Xj Z_fj\e jfg_`jk`ZXk\[ gif[lZkj k_Xk Zi\Xk\ X m\ip g\ijfeXc j\kk`e^# i\Õ\Zk`e^ _\i <lifg\Xe gXk_# ]ifd Z_`c[_ff[ `e 9XmXi`X# jZ_ffc`e^ `e =iXeZ\ Xe[ 8ljki`X# \og\i`\eZ\j `e >iXq# n`k_ > ek_\i ;fd\e`^# @kXcp Xe[ k_\e ?XdYli^# n_\i\ `e )''/ j_\ ]fle[\[# n`k_ _\i _ljYXe[ Jk\g_Xe# k_`j jkl[`f n`k_ `kj cld`eflj Xe[ le[flYk\[cp XdY`k`flj eXd\% G\i_Xgj `k `j [l\ kf k_`j YXZb^ifle[ k_Xk @kXc`Xe ]lie`j_`e^j Xi\ Xcjf X gXik f] k_\ [\Zfi# n`k_ eXd\j c`b\ BXik\cc Xe[ 8^Xg\# Xd`[jk X n`[\ `ek\ieXk`feXc iXe^\ f] jlggc`\ij# XZ_`\m`e^ X Ô^liXk`m\ \c\^XeZ\ k_Xk jf]k\ej k_\ Zfek\dgfiXip kfe\ n`k_ k_\ nXid kfe\j f] ZXig\kj Xe[ nXcc Zfm\i`e^j# k_\ ^fc[\e ^cfn f] cXdgj Yp FZ_i\ Xe[ k_\ g\ij`jk\ek# i\Xjjli`e^ gi\j\eZ\ f] befkkp fXb YfXi[j# k_Xk `ek\id`kk\ekcp Zfm\i nXccj Xe[ Õffij `e Xe \]]\Zk`m\ ZfekiXjk n`k_ k_\ Z\`c`e^j `e Y\kfe Yilk% E`eXËj kXjk\ ]fi leljlXc ZfdY`eXk`fej Xe[ jl[[\e j_`]kj f] b\p Yc\e[j n`k_ _\i XY`c`kp kf Ôe[ i\cXk`fej_`gj Xe[ _Xidfe`\j Y\kn\\e XggXi\ekcp m\ip [`]]\i\ek dXk\i`Xcj Xe[ _`jkfi`\j% <m\ipk_`e^ d\\kj# `e k_`j _flj\# `e X j_Xi\[ Zfek\dgfiXip cXe^lX^\% $ :Xgk`fe gX^% *- K_\ ]XZ`e^ `e jXcmX^\[ Kpifc\Xe nff[ YfXi[j2 k_\ g\[\jki`Xe XZZ\jj c\X[`e^ `ekf X gi`mXk\ ZflikpXi[# ]XZ`e^ k_\ jcfg\# k_Xk [`m`[\j k_\ m`ccX `ekf knf j\gXiXk\# Zfddle`ZXk`e^ gXikj% $ :Xgk`fe gX^% */ 8Yfm\1 k_\ gcXej f] k_\ _flj\% K_\ cfn\i c\m\c ZfekX`ej k_\ ^l\jkiffdj# ]XZ`e^ [fne_`cc# kfnXi[j k_\ jn`dd`e^ gffc# Xe[ lg_`cc kfnXi[j k_\ k\Z_e`ZXc mfcld\j% K_\ d`[[c\ c\m\c `j ]fi Xcc k_\ dX`e ]leZk`fej# k_\ dXjk\i Y\[iffd# k_\ [`e`e^ Xi\X Xe[ jdXcc c`m`e^ iffdj2 k_\ lgg\i c\m\c _Xj X Y`^ c`m`e^ Xi\X# X c`YiXip Xe[ X gXefiXd`Z k\iiXZ\% K_\ m`\n ]ifd k_\ g\[\jki`Xe nXcbnXp n`k_ k_\ \ekiXeZ\ kf k_\ jkl[`f# c\]k# Xe[ k_\ ^cXq\[ cfYYp k_Xk Zfee\Zkj k_\ knf dX`e mfcld\j2 Xe[ k_\ Zflek\i$m`\n# n`k_ k_\ ^cXq`e^ f] k_\ cfYYp k_Xk ]iXd\j k_\ XZZ\jj jkX`iZXj\% $ :Xgk`fe gX^% +' Fe\ f] k_\ ^l\jkiffdj n`k_ X m`\n f] k_\ ^Xi[\e Xe[ k_\ jn`dd`e^ gffc2 Effe ) cXdg Yp Q\`kiXld% 9Xk_iffd n`k_ kiX[`k`feXc >\idXe YXj`e# gif[lZ\[ Yp Ef[\i\i ?fcq]Xjj$?Xe[\c# 8>%JkX_c]fid nXj_jkXe[j Yp 8cXg # Xe[ k_\ Effe

C_In618_R_102_109_traduzioni.indd 104

^\eeX`f$]\YYiX`f )'() INTERNI nXcc cXdgj% Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\# k_\ dX`e YXk_iffd# n`k_ 8^Xg\ nXj_jkXe[j Xe[ IXgj\c klY# cXdg Yp 9iXe[ mXe <^dfe[ Xe[ Zfm\i`e^j Yp FjYfie\ C`kkc\%

*/TJHIU */TDBQF

5)& '3"/$& 5)"5 4&&4 5)& 4&" g% +) Yp 8e[i\X 9iXeq` K_\ 9fliflcc\Z Yifk_\ij# IfeXe Yfie `e (0.( Xe[ <inXe (0.- # Y\^Xe nfib`e^ kf^\k_\i `e (000% @e jg`k\ f] X Z\ikX`e `e^\elflj kfe\# kf[Xp k_\ 9i\kfe Yifk_\ij Xi\ `ek\ieXk`feXc [\j`^e jkXij# n`k_ n`[\ _fi`qfej Xe[ X c`m\cp j\ej\ f] eXkli\ Xe[ k_\ ZpZc\ f] k_\ j\Xjfej# `eZcl[`e^ ZlckliXc j_`]kj% Cffb`e^ k_ifl^_ k_\ gifa\Zkj f] IfeXe Xe[ <inXe 9fliflcc\Z @ ZXeËk _\cg Ylk i\ZXcc fli Ôijk d\\k`e^ `e )''*# fe k_\ K>M ]ifd GXi`j kf :fcf^e\# n_\i\ n\ n\i\ _\X[\[ ]fi k_\ cfZXc ;\j`^e N\\b# kf fi^Xe`q\ Xe \o_`Y`k`fe Xk k_\ 9cfjjfd`e^ >Xg f] DXik`e I\e[\c Xe[ I\e Jg`kq% K_`j nXj X jkiXe^\ Xik ^Xcc\ip dX[\ ]ifd X cfe^ Xcc\p Y\kn\\e knf Yl`c[`e^j1 X jfik f] liYXe klee\c# Xe `ek\ijk`k`Xc jgXZ\# _Xi[ kf `ek\igi\k% N\ glk X cfe^ ki\\ kileb `e k_\i\# n`k_ X ^Xj$]\[ ÕXd\ \d\i^`e^ ]ifd fe\ \e[# `e ]ifek f] n_`Z_ k_\i\ nXj X jc\e[\i fg\e`e^ k_ifl^_ n_`Z_ pfl Zflc[ ^c`dgj\ Xe \e[c\jj ^Xi[\e# ^\e\iXk\[ Yp X ^Xd\ f] d`iifij# ]lcc f] ifj\j% @e k_\ ^Xi[\e# Xe[ Xifle[ k_\ ^Xcc\ip# k_\ dpjk\i`flj Zfcfi\[ jkilZkli\j f] k_\ Yifk_\ij ÕfXk\[2 Xcfe^ k_\ nXccj k_\i\ n\i\ j_\cm\j fe n_`Z_ Xefepdflj Z_XiXZk\ij Êjc\gkË% K_`j \o_`Y`k`fe nXj _Xi[ kf le[\ijkXe[# ]fi k_\ Xl[`\eZ\# Ylk `k XZklXccp jldd\[ lg Z\ikX`e ]le[Xd\ekXc gi`eZ`gc\j f] k_\ nXp k_\ Yifk_\ij Xe[ @ le[\ijkXe[ [\j`^e# Xj k_\ i\jlck f] X eXkliXc \e\i^p k_Xk ^\e\iXk\j gf\k`Z jgXZ\j1 X [\j`^e k_Xk [f\j efk ]fZlj fe hl\jk`fej f] [\Zfi# Ylk c\kj \m\ipfe\ jc\\g Xe[ c`m\ Xj k_\p j\\ Ôk% @e k_Xk jkiXe^\ \o_`Y`k`fe# n\ n\i\ kip`e^ kf dXb\ Z\ikX`e [\j`^e jkXk\d\ekj Xk k_\ jkXik f] k_\ e\n Z\eklip# k_\fi\k`ZXc gi`eZ`gc\j k_Xk# `e [`]]\i\ek ]fidj# \XZ_ f] lj _Xj ki`\[ kf [\m\cfg cXk\i% 8 jfik f] gi`mXk\ jkXklk\# k_\e# k_\ flkZfd\ f] Xe `ekl`k`fe k_Xk nXj jk`cc m\ip e\n# Ylk nflc[ jgi\X[ Xe[ \jkXYc`j_ `kj\c] `e k`d\# kXZ`kcp j_Xi\[ Yp X m\ip mXjk ^\e\iXk`fe f] [\j`^e\ij n_f _Xm\ [\Z`[\[ kf ^f Y\pfe[ k_\ Yfi[\ic`e\j f] ^\e\iXc jZ\eXi`fj# kf Z_ffj\ k_\ ÊeXiifn gXk_Ë f] jdXcc [fd\jk`Z gcXZ\j# jgXZ\j XYXe[fe\[ Yp [\`e[ljki`Xc`qXk`fe# `ek\i`d qfe\j ]fi^fkk\e Yp df[\ie`kp% 8 ^\e\iXk`fe k_Xk `j nfib`e^ Êle[\i^ifle[Ë kf \ek\i k_fj\ dfc\ZlcXi elZc\` k_Xk# Xj X n_fc\# Zfejk`klk\ k_\ kil\ hlXc`kp# efk aljk f] k_\ gi`mXk\ _XY`kXk Ylk Xcjf f] k_\ Zfek\dgfiXip Z`kp% 8 nXp f] [f`e^ [\j`^e k_\ 9fliflcc\Zj _Xm\ `ek\igi\k\[ `e k_\ dfjk jgfekXe\flj nXp# jk\\i`e^ Zc\Xi f] jkpc`jk`Z hl\jk`fej# e\n k\Z_efcf^`\j Xe[ dXib\k`e^ jkiXk\^`\j# fecp gXik`Xccp n`cc`e^ kf Zfd\ kf k\idj n`k_ k_\ `e[ljki`Xc cf^`Z f] dXjj gif[lZk`fe# `ejk\X[ fgk`e^ ]fi X ]Xd`c`Xi [`d\ej`fe Xj X ^lXiXek\\ f] Xek_ifgfcf^`ZXc hlXc`kp# X Zfejfc`[Xk\[ gcXk]fid `ej`[\ k_\ Z_Xfk`Z jZ\eXi`f f] ^cfYXc`q\[ dXib\kj Xe[ `ek\ieXk`feXc Zfdg\k`k`fe% @e k_\ \iX f] ^cfYXc`qXk`fe# [\j`^e ef cfe^\i j\\dj kf Zfii\jgfe[ kf k_\ mXi`flj eXk`feXc Zlckli\j# fi kf _pgfk_\k`ZXc `ek\ieXk`feXc gi`eZ`gc\j# Xj `k [`[ `e k_\ )'k_ Z\eklip% @ejk\X[# `k `emfcm\j `e[`m`[lXc g\ijfej# gi`mXk\ i\cXk`fej_`gj# jlYa\Zk`m\ jkfi`\j2 jf `k `j X kil\i# dfi\ Z\ikX`e# c\jj iXk`feXc Ylk dfi\ `ek\cc`^\ek [\j`^e% K_`j `j X Êi\]fle[Xk`feË k_Xk _Xj efk Y\\e gif^iXdd\[# gifZ\\[`e^ hl`\kcp kf i\m`j\ k_\ gXiXd\k\ij f] Xe XZk`m`kp `e_\i`k\[ ]ifd k_\ cXjk Z\eklip% Lek`c k_\ \e[ f] k_\ )'k_ Z\eklip# =i\eZ_ [\j`^e _X[ knf dXafi _`jkfi`ZXc dXki`Z\j1 k_\ Ôijk nXj k_\ Zfek`elXk`fe f] k_\ e\f$ >fk_`Z kiX[`k`fe# n_`Z_ Zfem\i^\[ `e k_\ jkife^ `eÕl\eZ\ f] =i\eZ_ `e[ljkip Xe[ X\ifjgXZ\ Zlckli\# ]ifd k_\ K>M kf k_\ :feZfi[\# YXj\[ fe Xe `[\X f] Xe X\if[peXd`Z df[\ie`kp% K_\ j\Zfe[ kiX[`k`fe _X[ kf [f n`k_ k_\ dpk_ f] k_\ dX`jfej f] =i\eZ_ _Xlk\ Zflkli\# n_\i\ k_\ j`^eXkli\ _Xj XcnXpj Y\\e dfi\ gfn\i]lc k_Xe k_\ `e[ljkip k_Xk gif[lZ\[ `k# X nXp f] fg\iXk`e^ k_Xk _Xj Y\\e k_\ i\]\i\eZ\ gf`ek f] dXep f] k_\ jkXij f] =i\eZ_ [\j`^e% K_\ 9fliflcc\Zj _Xm\ `ek\iilgk\[ k_\j\ nfie$flk kiX[`k`fej% K_\ Yifk_\ij [\m\cfg fk_\i hlXc`k`\j# k_\ c\^XZp f] X [`]]\i\ek# g\XjXek# gi\$<ec`^_k\ed\ek =iXeZ\# Zcfj\i kf Dfc` i\ k_Xe kf MfckX`i\% 8 c\jj GXi`j`Xe =iXeZ\# dfi\ gifm`eZ`Xc# c\jj ]XeXk`ZXc# XggXi\ekcp dfi\ df[\jk Ylk dfi\ i\Xc`jk`Z Xe[ ^\ek\\c% 8 =iXeZ\ k_Xk c`b\j ^Xi[\ej dfi\ k_Xe gXibj# iliXc ]\eZ\j dfi\ k_Xe m\cm\k [XdXjb% K_`j XggXi\ek `e^\elflje\jj Y\cfe^j kf k_Xk cXi^\ gXik f] =iXeZ\ k_Xk j\\j k_\ j\X# n`k_ n`[\i _fi`qfej# X c`m\cp j\ej\ f] eXkli\ Xe[ k_\ ZpZc\ f] k\dgfiXc Xe[ ZlckliXc j\Xjfej% K_\ 9fliflcc\Z Yifk_\ij Xi\ k_\ Y\jk gifkX^fe`jkj f] k_`j e\n df[\ie`kp f] k_\ )(jk Z\eklip# c\jj _pjk\i`ZXc# c\jj \o_`Y`k`fe`jk# nfib`e^ ZXi\]lccp fe \em`ifed\ekXc jlYjpjk\dj k_Xk X[Xgk n\cc kf k_\ gifZ\jj\j f] `ek\ieXc i\]leZk`feXc`q`e^ f] k_\ df[\ie Z`kp k_Xk Xi`j\j ]ifd k_\ fc[ Z`kp% K_\`i jpjk\dj Xi\ c`^_k# k\dgfiXip# \d\i^`e^ `e k_Xk mf`[ k_Xk \o`jkj Y\kn\\e `ek\i`fi [\j`^e Xe[ XiZ_`k\Zkli\# Xe[ k_\p Y\cfe^ kf Xe lkk\icp fi`^`eXc d\iZ_Xe[`j\ le`m\ij\# n_`Z_ lj\j j`dgc\ k\Z_efcf^`\j kf X[Xgk kf k_\ mXi`XYc\ [\jk`ep f] ]leZk`feXc gligfj\j# `ej`[\ X Z`kp [\j`^e\[ ]fi [\Ôe`k`m\ ]leZk`fej k_Xk _Xj kf j_`]k ^\Xij kf X[Xgk kf X [`]]\i\ek# le\og\Zk\[ nfic[# f]k\e `e Xe `dgifm`j\[ nXp# Zfdgfj\[ f] gfjk$=fi[`jk cXYfi# dXjj \eki\gi\e\li`Xc`jd# k_\ \Zfefd`Zj f] Zi\Xk`m`kp% 8e liYXe Xe[ jfZ`Xc le`m\ij\ n_\i\ k_\ [\j`^e\i _Xj kf Zi\Xk\ d`Zif$\em`ifed\ekj# Zfdgfj\[ f] c`^_k# kiXejgXi\ek Ôck\ij# c`b\ j\Xn\\[# fi gifk\Zk`m\ e`Z_\j# c`b\ j\Xj_\ccj% 8 [\j`^e k_Xk ÔeXccp fg\iXk\j ]fi X Z`kp k_Xk ZXe ef cfe^\i Y\ [\Ôe\[ Xj Xe XiZ_`k\ZkliXc jpjk\d# Ylk _Xj Y\Zfd\ X k\ii`kfip Z_XiXZk\i`q\[ Yp Èfe\ g\ijfeXc Zfdglk\i \m\ip )' jhlXi\ d\k\ijÉ¿ $ :Xgk`fe gX^% +) Fe k_\j\ gX^\j# `dX^\j f] k_\ \o_`Y`k`fe ÈIfeXe \k <inXe 9fliflcc\Z Æ 9`mflXZÉ Xk k_\ :\eki\ Gfdg`[fl `e D\kq# , FZkfY\i Æ *' Alcp nnn% Z\eki\gfdg`[fl$d\kq%]i % $ :Xgk`fe gX^% +, Fe k_\j\ gX^\j1 gfikiX`k f] k_\ 9fliflcc\Z Yifk_\ij Xe[ `dX^\j ]ifd ÈIfeXe \k <inXe 9fliflcc\Z Æ 9`mflXZÉ# k_\`i \o_`Y`k`fe (''' d) Xk :\eki\ Gfdg`[fl `e D\kq%

*/BSUT

4&/4&4 065 0' 1)"4& g% +Yp >\idXef :\cXek K_\ \o`jk\ek`Xc li^\eZp kf _Xm\ j\c]$\og\i`\eZ\ Xj X ]lcZild Xe[ YXii`\i Y\kn\\e `ej`[\ Xe[ flkj`[\# Z`kp Xe[ gi`mXk\ \em`ifed\ek# eXkliXc eXkli\ Xe[ Xik`ÔZ`Xc eXkli\# `j fe\ f] k_\ Zfe[`k`fej k_Xk `eÕl\eZ\j k_\ Xik`jk`Z i\j\XiZ_ f] ;fl^ N_\\c\i% K_\ [\ej`kp f] ZXij Xe[ g\fgc\ `e Cfj 8e^\c\j `j e\Xicp `[\ek`ZXc% K_\ Z`kp _Xj fe\ ZXi ]fi \m\ip (%, `e_XY`kXekj% K_`j d\Xej k_Xk fe k_\ Xm\iX^\ \m\ip g\ijfe jg\e[j j\m\iXc _flij fe k_\ ]i\\nXpj Xe[ jki\\kj \m\ip [Xp% F]k\e Xcfe\% 8e[ k_\ Zfek`elflj gXZ\ f] dfm\d\ek c\X[j kf X cfjj f] X jgXZ\$k`d\ Z\ek\i% K_\ Zfe[`k`fe f] jfc`kl[\ Xe[ k_\ lei\Xc [`d\ej`fe Xi\ ZXlj\[ efk fecp

12/12/11 13.13


INTERNI ^\eeX`f$]\YYiX`f )'() Yp dfm\d\ek# Ylk Xcjf Yp Xefk_\i XYjkiXZk \c\d\ek1 dlj`Z% K_`j `j k_\ jpjk\dXk`Z XZZfdgXe`d\ek# k_ifl^_ [fq\ej f] cfZXc iX[`f jkXk`fej# f] k_\ dfkfi`jk% 8j X i\jlck# k_\ ZfeÔ^liXk`fe f] X jgXZ\ k_Xk `j `[\ek`Ô\[ n`k_ k_\ Yf[p# `e `kj fi^Xe`Z c`d`kj# `j ^iX[lXccp \if[\[ Xe[ [`cXk\[ flk kf k_\ \eZcfjli\ f] k_\ ZXi# `dgi\^eXk\[ Yp jfle[j# n_`c\ k_\ j\ej\ f] g\ijfeXc dfm\d\ek Æ j`eZ\ `k `j efk [fe\ fe ]ffk# Ylk Yp d\Z_Xe`ZXc d\Xej Æ Y\Zfd\j Yfle[c\jj Xe[ j\\dj kf kXb\ gcXZ\ `e X mf`[% K_`j mf`[ `j k_\ Z`kp f] Cfj 8e^\c\j# n_fj\ d\kifgfc`kXe Xi\X `j Xj cXi^\ Xj Xe Xm\iX^\ i\^`fe `e @kXcp% >`m\e k_`j j`q\# k_\ liYXe jkilZkli\ f] k_\ Z`kp `j _Xi[ kf \og\i`\eZ\% <m\ipk_`e^ `j fi^Xe`q\[ Xcfe^ k_\ iX[`Xc c`e\j f] k_\ ]i\\nXpj# jf k_\ jpdgkfd f] jgXk`Xc gi\ZXi`flje\jj `j Zfek`elflj% Pfl ZXe ^\k fm\i `k fecp k_ifl^_ Xe X\i`Xc m`\n% K_\ X`igcXe\ `j Xefk_\i gXik`ZlcXi ]\Xkli\ f] k_\ :Xc`]fie`Xe Z`kp# Y\ZXlj\ Cfj 8e^\c\j _fjkj k_\ cXi^\jk 8d\i`ZXe X\ifjgXZ\ `e[ljki`\j# Xj n\cc Xj k_\ cXi^\jk eldY\i f] gi`mXk\ X`igcXe\j Xe[ X`igfikj%8[[ kf k_`j k_\ jgXZ\$k`d\ gfjj`Y`c`kp f] gXjj`e^# `e c`kkc\ dfi\ k_Xe fe\ _fli# Y\kn\\e Zfdgc\k\cp [`]]\i\ek Zc`dXk\ Xe[ eXkli\ j`klXk`fej# ]ifd k_\ [\j\ik kf k_\ fZ\Xe kf k_\ Z`kp kf k_\ dflekX`ej# Xe[ pfl ZXe le[\ijkXe[ k_Xk \m\ipk_`e^ c\X[j kf k_\ `e[`m`[lXc `dgfjj`Y`c`kp f] `dX^`e`e^ fe\Ëj fne jgXZ\# Xe[ k_\ jlYj\hl\ek e\\[ kf dXb\ fe\# X gcXZ\ kf jkfg Xe[ kf ]\\c c`b\ pfl Xi\ `e X jkXYc\ Yf[`cp j`klXk`fe% @e ]XZk# X]k\i _Xm`e^ dfm\[ `e X efe$cf^`ZXc# lei\Xc jgXZ\ Xe[ k`d\# \m\ip `e[`m`[lXc ]\\cj k_\ e\\[ kf \og\i`\eZ\ k_\ j\c] XZZfi[`e^ kf jgXk`Xc Xe[ k\dgfiXc Z_XiXZk\i`jk`Zj k_Xk ZXe Y\ [\k\id`e\[ XZZfi[`e^ kf _`j Yf[p# ef cfe^\i Xj jfd\k_`e^ `e dfm\d\ek# Ylk Xj X j\ej`k`m\# jk`cc Yf[p% K_`j \o`jk\ek`Xc li^\eZp ]fi j\c]$\og\i`\eZ\ Xj X ]lcZild Xe[ Yfle[Xip Y\kn\\e `ej`[\ Xe[ flkj`[\# Z`kp Xe[ gi`mXk\ \em`ifed\ek# eXkliXc eXkli\ Xe[ Xik`ÔZ`Xc eXkli\# `j fe\ f] k_\ Zfe[`k`fej k_Xk i\^lcXk\ Xe[ `eÕl\eZ\ Xik`jk`Z i\j\XiZ_# Xe[ `e gXik`ZlcXi k_\ nfibj# ]ifd (0-. kf (0.'# f] 8j_\i# @in`e# Efi[dXe# Klii\cc# EXldXe Xe[ N_\\c\i% K_\j\ Xik`jkj# `e fi[\i kf \og\i`\eZ\ Xe `e[`m`[lXc [`d\ej`fe# Xe \e\i^p fe X _ldXe jZXc\# _Xm\ Yl`ck X j\i`\j f] g\iZ\gk`m\ jgXZ\j n_fj\ ^fXc `j X i\klie kf g\ijfeXc j\ejfip \og\i`\eZ\% =`ijk f] Xcc# `e k_fj\ p\Xij# \m\ip jgXZ\ nXj ^\e\iXccp ZfejkilZk\[ `e[\g\e[\ekcp f] \o`jk`e^ XiZ_`k\Zkli\# k_fl^_ Xk k`d\j `k d`^_k dXb\ lj\ f] XiZ_`k\ZkliXc d\dfip% EfidXccp `k k\e[\[ kf gif[lZ\ Xe XjgXk`Xc j`klXk`fe# flkj`[\ k_\ g\iZ\gk`m\ [`d\ej`fe% K_\ X$[`d\ej`feXc`kp ZXlj\[ Yp k_\ cXZb f] i\]\i\eZ\ gf`ekj c`b\ Zfie\ij Xe[ nXccj nXj f]k\e XZZfdgXe`\[ Yp k_\ lj\ f] X$g_pj`ZXc g`^d\ekj Xe[ Xe\Z_f`Z dXk\i`Xcj# ZXgXYc\ f] \c`d`eXk`e^ k_\ j\ej\ f] g_pj`ZXc Xe[ XliXc Yfle[Xi`\j% @ej`[\ jlZ_ jgXZ\j `k `j e\Z\jjXip kf c\k X Z\ikX`e Xdflek f] k`d\ gXjj `e fi[\i kf g\iZ\`m\ jfle[ Xe[ c`^_k% K_\p Xi\ Zi\Xk\[# `e ]XZk# kf gfcXi`q\ Xe[ Xdgc`]p eXkliXc fi Xik`ÔZ`Xc \m\ekj# kf Zi\Xk\ Xe XliXc fi X cld`eflj Ô\c[ n_fj\ \og\i`\eZ\ `j ]le[Xd\ekXccp i\^lcXk\[ Xk Xe \c\d\ekXip# gi`dXip c\m\c% <XZ_ jgXZ\# [\g\e[`e^ fe k_\ [\^i\\ f] i\[lZk`fe fi \ogXej`fe f] j`dgc\ g_\efd\eX# k\e[j kf g\id`k k_\ [\jZ\ek `ekf j\c] kpg`ZXc f] k_\ fi`\ekXc ZlckliXc ]fZlj f] :Xc`]fie`Xe Èg_`cfjfg_pÉ% Gif[lZ`e^ Xe XjgXk`Xc# Xg_pj`ZXc Ô\c[# k_\ \og\i`\ek`Xc jkX^\ `j j`d`cXi kf X gi\cf^`ZXc fi gi\eXkXc m`kXc Zfe[`k`fe% K_\i\ `j X ]\\c`e^ f] j\ejfip [\gi`mXk`fe# Xj `] \m\ip fgk`ZXc fi XliXc [`jkliYXeZ\ _X[ Y\\e Zfdgc\k\cp XYfc`j_\[% 8e[ Y\ZXlj\ k_\ Zfe[`k`fe f] j\ejfip [\gi`mXk`fe Xe[ \dgk`e\jj `j `jfcXk`e^# k_\ g\ijfe `j ]XZ\[ n`k_ _`j fne `e[`m`[lXc`kp Xe[ _`j fne nXp f] \og\i`\eZ`e^# fi _\ dXeX^\j kf Ôck\i d`e`dXc j\ejfi`Xc g_\efd\eX% ?`j j\ejXk`fej Xi\ kXb\e YXZb kf X ZfeZ\ekiXk`fe fe j\c]# Xe[ \c\d\ekXip jk`dlc` Xi\ ^iXjg\[ Xk Xj e\n \og\i`\eZ\j% K_\ dlkXk`fe f] fe\Ëj \og\i`\ek`Xc jkXk\ kf fe\ n`k_flk jk`dlc`# fi n`k_ i\[lZ\[ jk`dlc`# ZXlj\[ Yp jgXZ\j ZfejkilZk\[ `e X i\[lZ`e^ fi Xdgc`]p`e^ ]fid# gifdgkj \XZ_ `e[`m`[lXc kf c`jk\e kf _`dj\c]# kf j\ej\ _`dj\c]% ?\ j\ej\j `ee\i# gi`mXk\ \og\i`\eZ\# Ôe[`e^ _`dj\c] `e X Zfdgc\k\cp [Xib Xe[ jfle[c\jj jgXZ\% K_`j `j X k\jk f] _`j nXp f] g\iZ\`m`e^ Æ XZfljk`Z Xe[ fgk`ZXc Æ ]XZ\[ n`k_ `ddXk\i`Xc nXccj k_Xk j\\d kf _Xm\ cfjk k_\`i Yfi[\i`e^ ]leZk`fe% ?\ \og\i`\eZ\j _`dj\c] Xe[ \ek\ij `ekf _`j fne \og\i`\eZ\ kf [`jZfm\i jfle[j# c`^_kj# ]XekXj`\j# m`j`fej% 8cdfjk c`b\ \og\i`\ek`Xc ]\\[YXZb% Lek`c (0.'# `e k_\ \em`ifed\ekj f] EXldXe# N_\\c\i# 8j_\i# @in`e# Efi[dXe Xe[ Klii\cc `k `j efk gfjj`Yc\ kf \jZXg\ ]ifd k_\ `[\ek`kp f] pfli fne \og\i`\eZ\% 8k Ôijk \m\ipk_`e^ `j i\[lZ\[ kf g\iZ\gk`fe f] X g_\efd\efe k_Xk nXm\ij Y\kn\\e `ee\i Xe[ flk\i# Xe[ m`Z\ m\ijX# n`k_flk c`e^\i`e^ fm\i Xep ZipjkXcc`q\[ fi hlXek`Ô\[ fYa\Zk fi gif[lZk% I\[lZ`e^ k_\ i\]\i\eZ\j kf `dX^\j Xj dlZ_ Xj gfjj`Yc\# gfcXi`q`e^ j\ejfi`Xc Xe[ XeXcpk`ZXc XnXi\e\jj fe j`dgc\ \m\ekj# jkilZkli\ Xe[ Zfek\ok# jfle[ Xe[ c`^_k# k_\j\ Xik`jkj nXek kf dXb\ k_\ g\i`g_\ip f] k_\ Yf[p i\[lZ\ `kj Xkk\ek`fe kf \ok\ieXc fYa\Zkj# j_`]k`e^ `k kfnXi[ `ek\ieXc gifZ\jj\j# \oXck`e^ j\ejXk`fej Xe[ k_\`i df[\j f] XjjfZ`Xk`fe% K_\j\ jgXZ\j# lec`b\ k_fj\ f] <lifg\ fi E\n Pfib Z_Xi^\[ n`k_ fgk`ZXc Xe[ m`jlXc `dgc`ZXk`fej# Xi\ YXj\[ fe mf`[ Xe[ XYj\eZ\# `ddfY`c`kp Xe[ k_\ efe$fYa\Zk# jk`dlcXk`e^ X jkXk\ f] `ee\i ZfeZ\ekiXk`fe Xe[ d\[`kXk`fe% @e k_\d# n\ j\\d kf \ek\i k_\ X$dXk\i`Xc# Ylk k_`j j\ejXk`fe kliej flk kf Y\ ]lcc f] d\Xe`e^% K_\ \c\d\ekXip# d`e`dXc gi\j\eZ\ f] c`^_k Xe[ jfle[# k_\e flij\cm\j% 8]k\i _Xm`e^ g\iZ\`m\[ Xe[ \og\i`\eZ\[ k_\ d`e`dXc Xck\iXk`fej f] \]]\Zkj f] c`^_k# jfle[ Xe[ nXidk_# n\ ]\\c k_\ e\\[ kf i\dX`e Xcfe\ n`k_ flij\cm\j# n`k_flk dfm`e^# nX`k`e^ ]fi jfd\k_`e^ kf _Xgg\e% @e k_`j nXp n\ i\XZ_ n_Xk `j ZXcc\[ k_\ Xcg_X jkXk\# `e j`klXk`fej f] j\ejfip [\gi`mXk`fe% 8 ÈZXcd# Xc\ik# i\cXo\[ jkXk\# fg\e kf Xep gc\XjliXYc\ \og\i`\eZ\É# `e n_`Z_ Èn\ i\dX`e Xc\ik# n`[\e`e^ fli Xkk\ek`fe `e Xcc [`i\Zk`fejÉ% @e k_`j jkXk\ \og\i`\eZ\ `j È`e[`ZXk\[É# jf k_Xk k_\ jgXZ\# `e `kj `ej`[\ Xe[ flkj`[\# `j Zfe]lj\[ Xe[ \og\i`\eZ\ i\dX`ej `kj\c]1 Xe \og\i`\eZ\ f] \og\i`\eZ\% 8j X n_fc\# k_\j\ `e[`ZXk`fej# k_fl^_ Zfdgc\d\ekXip# [f efk \o_Xljk k_\ \ek`i\ iXe^\ f] gifg\ik`\j ]fle[ `e k_\ `e[`m`[lXc gXk_j f] i\j\XiZ_% K_\p j`dgcp `[\ek`]p jfd\ f] k_\ dfjk flkjkXe[`e^ ]\Xkli\j% K_\ `e[`m`[lXc jfclk`fej [`]]\i# `ejk\X[# `e k\idj f] YXj`Z Z_XiXZk\i`jk`Zj# ^\e\iXccp jkXik`e^ n`k_ k_\ g\i`f[ (0-0$(0.'# n_\e k_\ j`e^c\ XggifXZ_\j \d\i^\ ]ifd k_\ jkl[`f Xe[ `emX[\ glYc`Z jgXZ\j# `e [`]]\i\ek nXpj% K_\ i\Õ\Zk`m\ XnXi\e\jj [\i`m\[ ]ifd k_\ \iXjli\ f] g\iZ\gk`fej f] k_\ Zfek\ok flkj`[\ fe\Ëj fne Yf[p Zfii\jgfe[j kf k_`j g\iZ\gk`fe f] g\i`g_\iXc i\Xc`kp% ;fl^ N_\\c\i ki`\j kf befZb k_\ i\cXk`fej_`g Y\kn\\e k_\ g\ijfe Xe[ _`j \em`ifed\ek flk f] g_Xj\% K_ifl^_ X jpjk\d f] c`^_k k_Xk Z_Xe^\j `kj `ek\ej`kp ]ifd [Xibe\jj kf ^cXi\ Xe[ gif[lZ\j X jgXk`Xc Ô\c[ `e n_`Z_ XiZ_`k\ZkliXc Yfi[\ij Xe[ Zfekflij Xi\ \iXj\[% K_\ g\ijfe i\dX`ej `ej`[\ _`dj\c] Xe[ ]\\cj k_\ Zfek`e^\eZp f] _`j g_pj`ZXc Xe[ Y\_Xm`fiXc Y\`e^% K_\ \c`d`eXk`fe f] XiZ_`k\ZkliXc ]fle[Xk`fej# Zfie\ij# nXccj# `j XZZfdgXe`\[ Yp k_\ Zi\Xk`fe f] X cld`eflj _Xq\ k_Xk dXb\j \m\ip Zfekfli e\Ylcflj% K_`j efk fecp Zfe]lj\j k_\ gXjjX^\j ]ifd mf`[ kf jfc`[# `k Xcjf Ôccj k_\ \ek`i\ jgXZ\ n`k_ Zf_\i\ek# Xkdfjg_\i`Z c`^_k# Xj `] kf kiXej]fid k_\ jgXZ\ `ekf X Zfcc\Zkfi f] gli\ \e\i^p% K_`j nXj k_\ ZXj\ f] k_\ 8dY`\ek C`^_k <em`ifed\ekj Xk k_\ JkX\[\c`ab Dlj\ld `e 8djk\i[Xd Xe[ k_\ =fik_ Nfik_ Dlj\ld `e (0-0# Xe[ `e (0.+# Xk k_\ ^Xcc\ip f] JXcmXkfi\ 8cX `e D`cXe% ½K_\ kfkXc n_`k\ f] k_\j\ \em`ifed\ekj¾# N_\\c\i ni`k\j# ½\c`d`eXk\[ Xcc \ok\ieXc m`jlXc ef`j\# ]fZlj`e^ fe k_\ kfkXc i\Õ\Zk`fe f] c`^_k% K_\i\Yp b\\g`e^ `kj `e_\i\ek \e\i^p Xc`m\# jf k_Xk k_\ \ek`i\kp f] k_\ jgXZ\ nXj g\id\Xk\[ Xe[ XZk`mXk\[ Yp k_\ gfj`k`m\ gi\j\eZ\ fi gfj`k`m\ XYj\eZ\ f] c`^_k \e\i^p# Zi\Xk`e^ X Z_Xe^\XYc\ Xkdfjg_\i`Z c`^_k jgXZ\% K_\ j_Xg\ Xe[ g_pj`ZXc`kp f] k_\j\ \em`ifed\ekj ]lik_\i jlggfik\[ k_\ Xkdfjg_\i`Z hlXc`kp f] k_\ \og\i`\eZ\2 Xj `e k_\ ]Xe

C_In618_R_102_109_traduzioni.indd 105

*/TFSWJDF 53"/4-"5*0/4

j_Xg\[ `ejkXccXk`fe Xk k_\ KXk\ >Xcc\ip (0.'% @e k_`j \em`ifed\ek# k_\ \ekiXeZ\ i\cXk`m\ kf k_\ j`q\ f] k_\ iffd nXj eXiifn n`k_ X jcfg`e^ Zfem\o Õffi# [\jZ\e[`e^ kfnXi[ k_\ ,'Ë gi`dXip nXcc% <ek\i`e^ k_\ iffd# jgXk`Xccp `k fg\e\[ lg cXi^\i Xe[ cXi^\i# k_\ Zlim\[ nXcc \em\cfg`e^ g\i`g_\iXc m`j`fe% K_\ g_pj`ZXc j\ej\ f] [\jZ\e[`e^ [fne k_\ jcfg`e^ Õffi j\\d\[ kf glcc pfl `ekf Xe `eÔe`k\# `ekXe^`Yc\# cld`e\]\iflj nfic[ f] gfj`k`m\ \dgkp jgXZ\# Zi\Xk\[ Yp k_\ c`^_k gifa\Zk`fe Xifle[ k_\ \[^\ f] k_\ gi`dXip Zlim\[ nXcc¾% K_\ \mXe\jZ\ek# dlkXek dXk\i`Xc f] c`^_k ZXe Xcjf Y\ j_Xg\[# kf [`m`[\ X iffd `ekf knf gXikj ;`X^feXc C`^_k GXjjX^\# (0., jf k_Xk _Xc] f] `k `j g\iZ\`m\[ Xj X qfe\ n`k_ ef jlYjkXeZ\ fk_\i k_Xe c`^_k% K_\ j`klXk`fe k_Xk ]XZ\j k_\ m`j`kfi `j k_Xk f] Xe \o`jk`e^ jgXZ\ Xe[ X d`jj`e^ jgXZ\# Zfdgc\d\ekXip kf \XZ_ fk_\i% 8e[ Y\ZXlj\ Yfk_ qfe\j Xi\ f] k_\ jXd\ eXkli\# X i\m\ijXc f] k_\ j`klXk`fe n`cc jl]ÔZ\ kf `em\ik k_\ ifc\j Y\kn\\e XYj\ek Xe[ gi\j\ek jgXZ\1 `e Jljg\e[\[ Mfcld\ `e I\Õ\Zk\[ Jg\Zkild# (0.,# N_\\c\iËj \em`ifed\ekXc gifa\Zk ZXccj ]fi k_\ ÊZfejkilZk`feË f] X gXiXcc\c\g`g\[ f] c`^_k# f] k_\ jXd\ ]fid Xj X iffd% :\ikX`ecp k_\j\ iXg`[ fYj\imXk`fej j\\d kf kXb\ k_\ nfib kfnXi[j Xe \jfk\i`Z# dX^`ZXc ZfeZ\gk`fe f] XiZ_`k\Zkli\% N_\\c\iËj Zfek`elflj i\]\i\eZ\j kf k_\ \e\i^p jkilZkli\ f] k_\ gpiXd`[j nflc[ j\\d kf ZfeÔid k_`j `ek\igi\kXk`fe% K_\ lj\ f] Êdpjk\ipË# _fn\m\i# `j XZZfdgXe`\[ Yp k_\ lj\ f] k\Z_efcf^`ZXc dXk\i`Xcj% :Xc`]fie`X `j k_\ ÔeXc Yfi[\i Y\kn\\e FZZ`[\ek Xe[ Fi`\ek1 ½Fk_\i k_`e^j @ _Xm\ Y\\e nfib`e^ fe¾# N_\\c\i ni`k\j# ½_Xm\ Y\\e \og\i`d\ekj kfnXi[ X]k\i$ `dX^\ \em`ifed\ekj# lckiX m`fc\k Xe[ m`j`Yc\ c`^_k$Z_Xe^`e^ Xkdfjg_\i`Z \em`ifed\ekj k_ifl^_ k_\ lj\ f] i_\fjkXk gifa\Zkfij Xe[ nXcc$jgiXp\[ Õlfi\jZ`e^ g_fjg_fij% 8dY`\ek# cfn$Zfcfi k\dg\iXkli\ le`]fid \em`ifed\ekj _Xm\ Y\\e Xefk_\i f] dp \og\i`d\ekj% 8cjf Xe\Z_f`Z jgXZ\j# Xe `em`j`Yc\ c`^_k Ô\c[ k_ifl^_ ZfdY`e\[ `ek\ej\ gifa\Zk`fe f] fggfj`k\$ dflek\[ o\efe c`^_k le`kj f] *-#''' nXkkj# Xe[ X jgXk`Xccp [`jfi`\ek`e^ \em`ifed\ek k_ifl^_ k_\ lj\ f] glcj\[ Xe[ jkifY\[ o\efe c`^_k¾% Dfi\ i\Z\ekcp# ]fi j`klXk`fej c`b\ GJ( `e E\n Pfib Xe[ 8dY`\ek\ 8ik\ `e M\e`Z\# N_\\c\i _Xj [\j`^e\[ \em`ifed\ekj n_fj\ \og\i`\eZ\ `j [\k\id`e\[ Yp eXkliXc c`^_k# mXi`\[ `e `kj `eglk Æ k_ifl^_ n`e[fnj fi jbpc`^_kj Æ Yp kiXejgXi\ek Ôck\ij f] [`]]\i\ek [\^i\\j% K_\j\ nfibj jk`cc j\\d kf _Xm\ kf [f n`k_ ½k_\ \c`d`eXk`fe f] g_pj`ZXccp g\iZ\`m\[ dXk\i`Xc`kp# kf Zi\Xk\ fi gifa\Zk X Zfdgc\k\ `ekXe^`Yc\ gi\j\eZ\ fi jgXk`Xc \og\i`\eZ\¾# j`dgcp n`k_ k_\ lj\ f] k_\ eXkliXc Xkdfjg_\i\ f] X ^`m\e jgXZ\% N\ d`^_k X[[ k_Xk k_`j `ej`jk\eZ\ fe k_\ ]XZk k_Xk k_\ i\cXk`fej_`g f] i\Z`gifZ`kp Y\kn\\e jgXZ\ Xe[ \em`ifed\ek dXb\j i\Xc`kp Zflc[ Y\ XZZlj\[ f] Y\`e^ `[\Xc`jd% 9lk n\ j_flc[ Xcjf efk\ k_\ [`]]\i\ek eXkli\ f] k_\ fi`\ekXc dpjk`Z`jd# f] Q\e fi`^`e# k_Xk `j X Z_XiXZk\i`jk`Z f] :Xc`]fie`XËj Zlckli\% =fi k_`j g_`cfjfg_p f] c`]\# \og\i`\eZ\ `j X jpjk\d f] i\cXk`fej# `e n_`Z_ k_\ fYj\im\i `j `eZcl[\[% K_\i\]fi\ k_\ g\ijfe Xe[ k_\ \em`ifed\ek ]fid Xe `ej\gXiXYc\# g_pj`ZXc n_fc\% 8k k_\ 9`cYXf >l^^\e_\`d# `e k_\ \em`ifed\ek f] J8 D@ ;N JD ) .,# (0.,# `e k_\ GXeqX [` 9`ldf Zfcc\Zk`fe# Xe[ i\Z\ekcp Xk k_\ Dlj\ld f] :fek\dgfiXip 8ik f] JXe ;`\^f# `e ;N -/ M<E D:8J; ((# (0-/&)'((# X cld`eflj Õfn kXb\j ]fid% ?\i\ kff k_\ jgXk`Xc Zffi[`eXk\j f] k_\ iffd Xi\ \iXj\[ Xe[ k_\ fYj\im\i \ek\ij Xe XYjfclk\ c`dYf# n_fj\ [peXd`Z `j k_\ mXi`Xk`fe f] c`^_k% 8cdfjk Xe XYjfclk\ Xe[ jlYc`d\ mfcld\ k_Xk j_`]kj ]ifd [Xibe\jj kf [Xqqc\# n_\i\ k_\ mf`[ Y\Zfd\j X glcj`e^ Xkdfjg_\i\ k_Xk XYjfiYj Yf[`\j Xe[ dXb\j k_\d [i`]k `e X _Xq\ f] c`^_k% Cld`eflj mXi`Xk`fej f] i\[lZ\[ fjZ`ccXk`fe `e n_`Z_ k_\ m`j`kfi ÊkiXej`kjË Xcdfjk n`k_flk efk`Z`e^# Xe[ `j k_\e m`jlXccp j_`]k\[ `ekf Xe XiZ_`k\Zkli\ f] c`^_k# fYkX`e\[ Yp lj`e^ n_`k\ LM e\fej# n_`c\ _`j Yf[p i\dX`ej XeZ_fi\[ kf k_\ ^ifle[% K_\ \]]\Zk `j [`jfi`\ek`e^# Xcjf Y\ZXlj\ k_\ j_X[fn `j [`jjfcm\[ Xe[# n`k_ `k# k_\ dffi`e^ kf X Zfdgfe\ek k_Xk le[\ijZfi\j k_\ mfcld\ki`Z gifa\Zk`fe f] k_\ g\ijfe% 8cdfjk k_\ \iXjli\ f] X [lXc`jd Y\kn\\e k_\ kXZk`c\ Xe[ k_\ `ddXk\i`Xc# `e fi[\i kf \ek\i Xe XiZ_`k\Zkli\ ZXgXYc\ f] YXe`j_`e^ k_\ g_pj`ZXc Zfek\ek f] \o`jk\eZ\# c\Xm`e^ fecp k_\ _ldXe Y\`e^ Xj k_\ gifkX^fe`jk% $ :Xgk`fe gX^% +. J8 D@ ;N JD ) .,# (0.,% MXlck\[ jgXZ\# LM Xe[ hlXikq _Xcf^\e c`^_kj n`k_ [`dd\ij% $ :Xgk`fe gX^% +0 ;N -/ M<E D:8J; ((# (0-/&)'((% N_`k\ LM e\fe c`^_k% $ :Xgk`fe gX^% ,' Lek`kc\[# (0-,# XZipc`Z fe ZXemXj n`k_ klY`e^% $ :Xgk`fe gX^% ,( Lek`kc\[# (0-+# XZipc`Z fe ZXemXj%

*/EFTJHO */DFOUFS

-*55-& 5"#-&4 g% ,) Yp EX[`X C`fe\ccf C`kkc\ Y`^ Xik`jk`Z dXjk\ig`\Z\j% JZlcgkli\j k_Xk \ogi\jj k_\ j\ej`Y`c`k`\j Xe[ eXkliXc \og\ik`j\ f] D`Z_\c\ ;\ ClZZ_`% E`e\k\\e `dgi\jj`fej k_Xk Xi`j\ `e jfc`kl[\# dfm`e^# ]lcc f] jflc% ÈJdXcc kXYc\j Xi\ X m\ip jg\Z`Xc# m\ip mXjk nfic[% K_\ Zf]]\\ kXYc\ fi \e[ kXYc\ `j X jfik f] Zfem\ek`fe% K_\j\ df[\cj jkXe[ flk ]ifd i\^lcXi kXYc\j Y\ZXlj\ k_\p Xi\ jdXcc\i% 9lk ef fe\ _Xj \m\i \ogcX`e\[ n_Xk `k d\Xej kf Y\ jdXcc\i# _fn jdXcc# _fn eXiifn# _fn jc\e[\i# _fn cfn k_\p _Xm\ kf Y\# Xe[ jf fe% K_\p Xi\ le[flYk\[cp lj\]lc ]fi dXep k_`e^j# efk e\Z\jjXi`cp ]fi Zfem\ek`feXc lj\j c`b\ \Xk`e^# ni`k`e^# \kZ% Pfl ZXe j`k fe X jdXcc kXYc\# jkXe[ fe `k kf ^\k X Yffb f]] k_\ kfg j_\c]% Pfl ZXe lj\ `k Xj X ]ffki\jk% @k ZXe _\cg pfl Z_Xe^\ pfli mXekX^\ gf`ek# kf cffb fm\i k_\ _\X[j f] X Zifn[% Pfl ZXe glk k_`e^j fe kfg kf b\\g k_\d f]] k_\ Õffi% JdXcc kXYc\j Xi\ lj\[ `e k_\ ^Xi[\e% :_`c[i\e gcXp ^Xd\j le[\ie\Xk_ k_\d% K_\p Xi\ m\ip efidXc# Ylk k_\p fg\e lg X n_fc\ nfic[ f] lj\j% K_\ nfic[ f] jdXcc kXYc\j `j `ek`dXk\# [\c`ZXk\% N\ ]\\c k_\p Y\cfe^ kf lj# dXpY\ Y\ZXlj\ k_\p _Xm\ X m\ip XeZ`\ek _`jkfip# kiXZ\[ YXZb kf XeZ`\ek <^pgk# ]fi \oXdgc\# ,''' p\Xij X^f% Jfd\ jligi`j`e^ jg\Z`d\ej ZXe Y\ ]fle[ kf[Xp `e k_\ <^pgk`Xe Dlj\ld `e Kli`e% K_\p n\i\ dX[\ n`k_ nff[# Xe[ n`k_ k_\ kpg\j f] nff[ XmX`cXYc\ kf k_\d k_\ <^pgk`Xej be\n _fn kf Yl`c[ \m\ipk_`e^# ]ifd XiZ_`k\Zkli\ kf be`Zb$beXZbj% J`eZ\ k_\p _X[ ]\n kpg\j f] nff[# Xe[ k_\ ki\\j n\i\ efk cXi^\# k_\p [\j`^e\[ gi\Z`j\ jpjk\dj f] Xjj\dYcp Xe[ Ôe`j_`e^# n`k_ Xcc b`e[j f] i\Ôe\[ af`ekj% 8e fYa\Zk Zflc[ Y\ Xek_ifgfdfig_`Z fi qffdfig_`Z# fi `k Zflc[ i\gif[lZ\ XiZ_`k\ZkliXc ]\Xkli\j c`b\ Zfcldej# mXlckj# Zfie`Z\j% =fi d\ jdXcc kXYc\j Xi\ jfd\k_`e^ dfi\# k_\p Xi\ kil\ XiZ_`k\ZkliXc df[\cj# n`k_ g`ccXij# Y\Xdj# Õffij# c\m\cj% @ _Xm\ dX[\ k_\d `ekf X j\i`\j f] jdXcc jZlcgkli\j# c`b\ dp c`kkc\ _flj\j# `e k_\ nXid\jk g\i`f[ f] k_\ jldd\i# Xk dp gi`mXk\ jkl[`f `e 8e^\iX% K_\p Xi\ Xcc `e jfc`[ nXcelk ^`]kj f] DXli`q`f Xe[ ;Xm`[\ I`mX # dX[\ n`k_ j`dgc\# gi`d`k`m\ kffcj# kf ]fid jfc`[ `ek\icfZbj# \]]\Zk`m\ ]fi jkli[p kXYc\j# c`b\ k_\ dXep jkffcj# Y\eZ_\j Xe[ jdXcc kXYc\j ]fle[ `e k_\ kfdY f] k_\ XiZ_`k\Zk B_X# jlg\im`jfi f] k_\ ZfejkilZk`fe f] k_\ ifpXc K_\YXe kfdYj% @ [feËk befn _fn k_\p dXp Y\ lj\[# fi n_\k_\i `k `j e\Z\jjXip ]fi k_\d kf Y\ lj\[% @ befn k_Xk k_\p Xi\ ÊkXmfc`e`Ë# n`k_ k_\ Ê`e`Ë jl]Ôo k_Xk dXb\j k_\d jdXcc# nfibj f] XiZ_`k\Zkli\ n`k_flk X jZXc\# n`k_flk gifgfik`fej fi d\Xjli\d\ekj f] i\]\i\eZ\# n`k_flk jk\gj fi YXcZfe`\j ]fi dfm`e^ ]ifd fe\ c\m\c kf Xefk_\i%É D`Z_\c\ ;\ ClZZ_` $ :Xgk`fe gX^% ,) K_\ Zfcc\Zk`fe

12/12/11 13.13


*/TFSWJDF 53"/4-"5*0/4

j_fne Xk >Xcc\i`X AXeefe\ `e ;\Z\dY\i `eZcl[\j (0 fe\$f]]j `e eXkliXc nXcelk# dX[\ Yp _Xe[ n`k_ `ek\icfZb`e^ k\Z_e`hl\j Yp D`Z_\c\ ;\ ClZZ_`% K_\ kXYc\j Xi\ Xcc jdXcc# n`k_ n`[k_j ]ifd )- kf +/ Zd# _\`^_kj ]ifd 0%, kf ,( Zd%

.*/* "3$)*5&$563& g% ,+ Yp EX[`X C`fe\ccf g_fkfj D`if QX^efc` =fidXc X]Ôe`k`\j n`k_ df[\ie XiZ_`k\Zkli\ ]fi Xe `dX^`eXip cXe[jZXg\% 8 Y`qXii\ ^Xd\ f] gifgfik`fej kf eXiiXk\ kXYc\j# giXZk`ZXc Xe[ lj\]lc Zfdgc\d\ekj gi\m`fljcp [\gcfp\[ fecp `e k_\ c`m`e^ Xi\X¿ Ylk efn dfm`e^ \cj\n_\i\ Xj n\cc% $ :Xgk`fe gX^% ,, Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\1 Jli]XZ\# kXYc\j `e c`^_k Yilj_\[ fXb Xe[ ^iXp fXb# n`k_ jXk`e$Ôe`j_ gX`ek\[ `ej\ikj# YXj\ Xe[ j`[\j `e Yifeq\$e`Zb\c ZfXk\[ Xcld`e`ld% ;\j`^e\[ Yp M`eZ\ek MXe ;lpj\e ]fi 9 9 @kXc`X% GfiZ\cX`e k\XZlg Yp JXd` IlfkjXcX`e\e n`k_ ?\ee`bX [\ZfiXk`fe Yp Mlfbbf <jbfc`e$Elid\je`\d` ]fi DXi`d\bbf Yp AXee\cc` Mfcg`% JY`c\eZf kXYc\ n`k_ nff[\e jkilZkli\ Xe[ Xj_ fi KXe^Xe`bX m\e\\i Xe[ ^cXjj kfg% 9p DX`jfe DXik`e DXi^`\cX ]fi :\iilk` 9Xc\i`% KX`bX k\X&Zf]]\\ Zlg `e gfiZ\cX`e Yp BcXlj ?XXgXe`\d` ]fi @`kkXcX% J`okp Cfn# kXYc\ n`k_ gX`ek\[ Xcld`e`ld jkilZkli\ Xe[ dXkk\ n_`k\ XZipc`Z kfg# fi `e k_\ Zfcc\Zk`fe f] <Zfcfijpjk\d gX`ek\[ ^cXjj% 9p >`lj\gg\ 9Xmljf ]fi I`dX[\j`f% CXe[jZXg\# J_`Yfi` [\ZfiXk`fe# gfiZ\cX`e Zf]]\\ Zlg# Yp GXki`Z`X Lihl`fcX ]fi Ifj\ek_Xc Jkl[`f$C`e\% $ :Xgk`fe gX^% ,- J\Zi\kf kXYc\ n`k_ Zlim\[ jfc`[ fXb c\^j# eXkliXc fi jkX`e\[ YcXZb# kfg `e eXkliXc fi n_`k\ fXb# lgg\i jli]XZ\ `e ^cfjjp gX`ek\[ nff[# `e Ôm\ Zfcfij% 9p :Xk_Xi`eX Cfi\eq Xe[ Jk\]]\e BXq ]fi :fc„% :_Xcb Zf]]\\ Zlg `e Z\iXd`Z n`k_ YcXZbYfXi[$\]]\Zk [\ZXc `ej\ik fe n_`Z_ kf ni`k\% =ifd 9`kfjj` ?fd\% N$kXYc\ `e YiXjj if[# Ylie`j_\[ lj`e^ X kiX[`k`feXc k\Z_e`hl\ n`k_flk Z_\d`ZXcj# kfg `e k_\idfki\Xk\[ \lZXcpgklj n`k_ f`c Ôe`j_# c\Xk_\i# d\k\filj ^iXe`k\ Xe[ jkfe\j ]ifd k_\ ?\e^\ iXe^\% 9p DXjj`df :XjkX^eX ]fi ?\e^\% KiXm\c Zf]]\\ Zlg `e gfiZ\cX`e# gif[lZ\[ Yp 9`kfjj` ?fd\% $ :Xgk`fe gX^% ,. >i`[ kXYc\ `e gX`ek\[ `ife if[# kfg `e \okiXZc\Xi ^cXjj# Yp B\ejXbl Fj_`if ]fi MXiXjZ_`e% Dp :_`eX # k\X Xe[ ZXgglZZ`ef Zlgj `e gfiZ\cX`e n`k_ Nle[\ibXdd\i [\ZfiXk`fe# [\j`^e\[ Xe[ gif[lZ\[ Yp J`\^\i Yp =•ijk\eY\i^% $ :Xgk`fe gX^% ,0 C`gX kXYc\ `e jfc`[ fXb# Xj_ fi nXcelk# Yp DXibf DXZliX Xe[ @e^\Yfi^ mXe L[\e ]fi Jkl[`f DXZliX% =fidXk gfiZ\cX`e Zf]]\\ Zlg n`k_ >l`ccfZ_\ [\ZfiXk`fe# Yp :_i`jkfg_\ [\ cX =fekX`e\ ]fi Ifj\ek_Xc Jkl[`f$ C`e\% Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\# ;XeqXek\ kXYc\ `e n_`k\# Ycl\# g`eb fi ^i\\e gX`ek\[ d\kXc# jhlXi\ fi i\ZkXe^lcXi# Yp >`fi^`f Jfi\j` ]fi <iYX @kXc`X% GfiZ\cX`e k\XZlg n`k_ J``ikfcXgllkXi_X [\ZfiXk`fe Yp DX`aX Cfl\bXi`# ]ifd JXd` IlfkjXcX`e\e ]fi DXi`d\bbf Yp AXee\cc` Mfcg`% Gff[c\ kXYc\ `e n_`k\ :XiiXiX dXiYc\ n`k_ gfc`j_\[ Ôe`j_# Yp EXfkf =lbXjXnX ]fi DXijfkkf% ;i\jj\[ Zf]]\\ Zlg `e n_`k\ gfiZ\cX`e# Yp DXiZ\c NXe[\ij ]fi 8c\jj`% $ :Xgk`fe gX^% -' M`kX\ JdXcc# kXYc\$jkffc `e klie\[ jfc`[ nXcelk# ]ifd k_\ EXkliX Zfcc\Zk`fe Yp I`mX(0)'% Bfi\ekf gfiZ\cX`e k\X$Zf]]\\ Zlg# Yp BcXlj ?XXgXe`\d` ]fi @`kkXcX% G\ekXkXYc\# X jkXZbXYc\ kXYc\ YXj\[ fe g\ekX^feXc ^\fd\kip# `e n_`k\# YcXZb fi i\[ gX`ek\[ D;=# Yp 8e[i\X ClZXk\ccf ]fi D`e`]fidj% >cXq\[ Z\iXd`Z Zf]]\\ Zlg# _Xe[dX[\ Yp 8jk`\i ;\ M`ccXkk\% =ifd IfjjXeX FicXe[`% Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\# F]]j\k kXYc\ `e ^cl\[ k\dg\i\[ jdfb\[ ^cXjj% 9p JXZ_X CXb`Z ]fi IfZ_\ 9fYf`j% <l]\d`X Zf]]\\ Zlg ]ifd k_\ ?pYi`[ Zfcc\Zk`fe `e Yfe\ Z_`eX n`k_ <Xjk& N\jk [\ZfiXk`fe% 9p :KICQ8B ]fi J\c\kk`%

16/$56"- -*()5 g% -) g_fkfj DXli`q`f DXiZXkf k\ok 8e[i\X G`iilZZ`f Kf jkl[p# nfib fi i\X[ k_Xebj kf ZfeZ\ekiXk\[ c`^_k# n`k_flk ^cXi\# ZXgXYc\ f] i\XZ_`e^ \oXZkcp k_\ gcXZ\ n_\i\ `k `j e\\[\[% F]k\e n`k_ m\ip [`]]\i\ek ]fidj# k_\ e\n kXYc\ cXdgj j_Xi\ X Zfi\ f] m\ip _`^_ k\Z_efcf^p# gcXZ\[ Xk k_\ j\im`Z\ f] ^i\Xk c`^_k`e^ g\i]fidXeZ\% $ :Xgk`fe gX^% -* 8Yfm\1 Led\kif Yp DXiZf D\i\e[` ]fi ;Xm`[\ >ifgg`# c`^_k k_Xk Êle]licjË c\e^k_n`j\ ]fi fe\ d\k\i k_Xebj kf X gXik`ZlcXi gXk\ek\[ af`ek2 i`^_k# Yp 9\eaXd`e ?le\ik ]fi {ija� 9\cpje`e^# k_\ :iXe\ cXdg# YXj\[ fe k_\ gifÔc\ f] k_\ ZiXe\j lj\[ `e ZfejkilZk`fe# \eZcfj`e^ X j\k f] C<;j `e X g\i]fiXk\[ Xcld`e`ld klY\% =XZ`e^ gX^\1 :X`f# [\j`^e\[ Yp DXi`f EXee` ]fi M`XY`qqlef# kXYc\ cXdg ]fi `ek\i`fij Zfdgfj\[ f] X Z`iZlcXi jk\\c YXj\ n`k_ Xe fe$f]] j\ejfi% Le[\i k_\ YXj\# X Ycl\ C<; i\dX`ej fe kf _\cg lj\ij Ôe[ k_\ cXdg `e k_\ [Xib% $ :Xgk`fe gX^% -+ 8Yfm\# ZcfZbn`j\1 [\j`^e\[ Yp 8cY\ikf D\[X Xe[ GXfcf I`qqXkkf ]fi ClZ\gcXe# Fkkf NXkk `j Xe C<; [\jb cXdg n`k_ *-'— af`ek\[ _\X[# Xek`^cXi\ i\Õ\Zkfi Xe[ \e\i^p Zfejldgk`fe# Xj k_\ eXd\ jl^^\jkj# f] aljk / nXkkj2 gif[lZ\[ Xe[ [\j`^e\[ Yp KfY`Xj >iXl# =Xcc`e^ JkXi jkXe[j flk ]fi `kj jg_\i`ZXc _\X[ n`k_ X[aljkXYc\ C<;j# ^lXiXek\\`e^ ZfeZ\ekiXk\[ ^cXi\$]i\\ c`^_k k_Xebj kf Xe fgk`ZXc c\ej2 C<; 9`fc`k\ Yp DXb`f ?Xjl`b\ ]fi PXdX^`nX# kXYc\ cXdg `e \okil[\[ Xcld`e`ld# n`k_ \oki\d\ Õ\o`Y`c`kp f] k_\ Xid Xe[ _\X[% Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\1 CffbjfÕXk Yp Jk\]Xe >\`jYXl\i ]fi @e^f DXli\i# kXYc\ cXdg `e Xcld`e`ld# n`k_ C<;j Xe[ jn`kZ_ Yl`ck `ekf k_\ _\X[ f] k_\ le`k% $ :Xgk`fe gX^% -. 8Yfm\1 Yp <d`c`XeX DXik`e\cc` ]fi DXik`e\cc` ClZ\# k_\ kXYc\ df[\c ]ifd k_\ :fc`Yi‰ Zfcc\Zk`fe% DX[\ `e YcXZb Xef[`q\[ Xcld`e`ld# k_\ cXdg Zfd\j `e j\m\iXc m\ij`fej# `eZcl[`e^ nXcc# Z\`c`e^# _Xe^`e^ Xe[ Õffi2 i`^_k# Yp k_\ jkl[`f =fjk\i"GXike\ij ]fi Cld`eX# k_\ kXYc\ Xe[ Y\[j`[\ m\ij`fej f] =cf# k_\ cXdg n`k_ *''— ifkXk`e^ _\X[ Xe[ Xidj k_Xk ifkXk\ fe k_\ YXj\j Yp ()'—% K_\ jn`kZ_# fe k_\ _\X[ f] \XZ_ df[\c# dXb\j `k gfjj`Yc\ kf lj\ k_\ cXdg Xk ,' fi ('' gfn\i% Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\1 DX^e\kf# [\j`^e\[ Yp >`lc`f @XZZ_\kk` ]fi =fjZXi`e`# X cXdg dXib\[ Yp k_\ gi\j\eZ\ f] X jg_\i`ZXc dX^e\k k_Xk af`ej knf j`dgc\ gXikj# X jlggfik gfjk n`k_ X Z`iZlcXi YXj\ Xe[ Xe C<; c`^_k jfliZ\ j`d`cXi kf X kfiZ_% 8mX`cXYc\ `e Õffi Xe[ kXYc\ m\ij`fej# `e k_\ Zfcfij ^iXp Xe[ i\[% $ :Xgk`fe gX^% -/ 8Yfm\1 Yp D`Z_\c\ ;\ ClZZ_` ]fi 8ik\d`[\# Ale`g\i `j Xe C<; cXdg n`k_ [lXc c`^_k \d`jj`fe# kf f]]\i Zfekifcc\[ [\jbkfg c`^_k`e^ ZfdY`e\[ n`k_ [`]]lj\[ XdY`\ek c`^_k`e^2 i`^_k# [\j`^e\[ Yp G_`c`gg\ JkXiZb ]fi =cfj# E\k `j X kXYc\ cXdg `e gfc`j_\[ Xcld`e`ld# n_fj\ [`]]lj\i ZfekX`ej X LJ9 gfik ]fi `Gf[j# `G_fe\j Xe[ `GX[j% K_\ \]ÔZ`\eZp f] k_\ c`^_k jfliZ\ `j ^lXiXek\\[ Yp )/ kfg *'''B C<;j% Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\# ZcfZbn`j\ ]ifd kfg1 Zi\Xk\[ Yp 9\eaXd`e ?lY\ik ]fi =XYY`Xe# GX[[c\ _Xj X jkilZkli\ `e Xcld`e`ld fi Xcld`e`ld Xe[ nff[# X[aljkXYc\ jk\d Xe[ Xid# /+ d`ZifC<;j Xe[ [peXd`Z c`^_k Zfekifc2 Jki`e^ Yp ;Xek\ ;fe\^Xe` Xe[ >`fmXee` CXl[X ]fi IfkXc`XeX# knf$Xid cXdg ]fi [`i\Zk c`^_k`e^ n`k_ C<;j% K_\ dfm\d\ek `j Zfdg\ejXk\[ Yp k_\ \cXjk`Z ZXYc\ ilee`e^ k_ifl^_ k_\ \okil[\[ gXik2 Yp FiXq`f JgX[X ]fi D\kXc Jgfk# k_\ 8i`X cXdg `e k_\ kXYc\ m\ij`fe# n`k_ jk\d Xe[ [`]]lj\i `e Z_ifd`ld$gcXk\[ d\kXc Xe[ YXj\ `e Xef[`q\[ Xcld`e`ld2 Yp :Xk\ccXe` Jd`k_# k_\ >`lc`\kkX kXYc\ cXdg n`k_ e`Zb\c$ gcXk\[ d\kXc YXj\# jk\d `e e`Zb\c$gcXk\[ Zfgg\i Xe[ [`jb `e d`iifi$Ôe`j_ gfc`j_\[ d\kXc%

C_In618_R_102_109_traduzioni.indd 106

^\eeX`f$]\YYiX`f )'() INTERNI

*/QSPGJMF

"-&44"/%30 .&/%*/* 4&/5*.&/5"- 30#05 g% .' Yp :i`jk`eX Dfifqq` ?\ ZXccj _`dj\c] ĂˆXe \oki\d\cp j\ej`k`m\ Ylk gXik`Xccp d\Z_Xe`q\[ df[\ie dXeÉ% 8e[ _\ k_`ebj f] _`j nfib Xj X d\k_f[ YXj\[ fe gXiX[fo# d\kXg_fi# \oZ\jj# jligi`j\ Xe[ k_\ ^ifk\jhl\% 8c\jjXe[if D\e[`e` `j Xe XiZ_`k\Zk Xe[ [\j`^e\i# Ylk Xcjf X ni`k\i Xe[ \[`kfi f] dX^Xq`e\j :XjXY\ccX# Df[f# ;fdlj 2 _\ [\j`^ej ^Xid\ekj Xe[ j\kj# Yl`c[`e^j Xe[ fYa\Zkj% @e _`j jkl[`f fe M`X JXee`f `e D`cXe# fg\e\[ kf^\k_\i n`k_ _`j Yifk_\i =iXeZ\jZf `e (0/0# _\ Zfej\im\j jZXkk\i\[ kiXZ\j f] _`j m\ijXk`c\ XZk`m`k`\j% 8 m`j`feXip k_\fi`jk# `e _`j fYa\Zkj k_Xk Xi\ efk jf dlZ_ `e\ik k_`e^j Xj Ăˆk_i\\$[`d\ej`feXc k_\fi`\jÉ _\ Zfe[\ej\j gifmfZXk`m\ k_fl^_kj fe k_\ [`jZ`gc`e\ f] XiZ_`k\Zkli\ Xe[ [\j`^e% @e _`j ni`k`e^j JZi`kk`# Jb`iX# D`cXe# )''+ _\ jXpj _\ Ăˆ[f\j efk nfib ]fi [`i\Zkcp `[\fcf^`ZXc i\Xjfej# efi kf Zi\Xk\ ]leZk`feXc fYa\Zkj% Dp mfZXk`fe `j Xe `ejk`eZk1 k_Xk f] j\XiZ_`e^ `ej`[\ Xe[ flkj`[\ dpj\c] `e d\dfip# _`jkfip# gcXZ\j# g\fgc\# j\c[fd `e eXkli\ ]fi m`jlXc j`^eXcj# [\m\cfg`e^ Xe[ i\gif[lZ`e^ k_\d n`k_ X Z\ikX`e cf^`Z# kf kiXej]fid k_\d `ekf i\Xc`kpÉ% ?\ `j X [\j`^e\i n_f Xggc`\j k_\ kpg`ZXc d\k_f[j f] k_\ Xik`jk kf XiZ_`k\Zkli\ Xe[ [\j`^e# Xe[ m`Z\ m\ijX1 X gX`ek\i n_f lj\j k_\ kpg`ZXc d\k_f[j f] [\j`^e% ?`j XZk`m`kp `j Ăˆ_pYi`[# YXcXeZ\[ Y\kn\\e k_\j\ Xe[ fk_\i [`jZ`gc`e\j ^iXg_`Zj# jZlcgkli\# ]Xj_`fe# g\i]fidXeZ\# Zi`k`Z`jd # Ă”e[`e^ efk X jc\e[\i Yfi[\ic`e\ Y\kn\\e k_\d# Ylk cXi^\ fg\e jgXZ\j `e n_`Z_ kf fg\iXk\É% D\e[`e` j\\dj kf n_`jg\i ]le[Xd\ekXc kilk_j# ]fidlcXk`e^ k_\d `e jlZ_ X gfc`k\ nXp k_Xk _\ Xgg\Xij kf Y\ Xjb`e^ ]fi^`m\e\jj ]fi Y\`e^ jf iX[`ZXc Xe[ [\Z`j`m\% D\\k`e^ D\e[`e` Yi`e^j jk`dlc` kf n`[\e k_\ _fi`qfej f] k_fl^_k Xe[ \ogXe[ k_\ jg\Zkild f] m`j`fe% ?fn [f pfl `ekif[lZ\ pflij\c] kf k_fj\ n_f [feĂ‹k befn pfl6 ĂˆK_\ Ă”ijk k_`e^ @ jXp `j k_Xk @ Xd Xe XiZ_`k\Zk# k_\e @ jg\Z`]p k_Xk @ Xd X [\j`^e\i Xe[ X g\ijfe n_f \ogi\jj\j _`dj\c]# `e gXiXcc\c# k_ifl^_ `dX^\j Xe[ ni`kk\e nfi[j% @dX^\j [f\j efk d\Xe aljk XiZ_`k\Zkli\ Xe[ [\j`^e# @ d\Xe k_Xk @ Zi\Xk\ gf\k`Z Zfddle`ZXk`fe `e X _pYi`[ nXp# jfd\k`d\j Xcjf k_ifl^_ gX`ek`e^ Xe[ jZlcgkli\% @e ]XZk# `e k_\ fYa\Zkj @ dXb\ k_\ Xik`jk`Z Xjg\Zkj k\e[ kf gi\mX`c% K_\ fk_\i Xjg\Zk f] dp Z_XiXZk\i `j X jfik f] Z\eki`]l^Xc ]fiZ\# Y\ZXlj\ @ k\e[ kf jgi\X[ \e\i^p `e Xcc [`i\Zk`fej# Z_Xe^`e^ dXk\i`Xcj# d\Xjli\d\ekj# Zfcfij# ]leZk`fej# kpg\j% Dp XZk`m`kp `j X jfik f] jkX^\# f] ]iX^d\ekj f] k_`e^j k_Xk ZfekiX[`Zk \XZ_ fk_\i% @ jZXkk\i% @ Xd Xeo`flj kf \ogi\jj dpj\c]% >`m\e k_\ ]XZk k_Xk @ Xd `ekifm\ik\[# k`d`[ Xe[ g\jj`d`jk`Z# @ e\\[ kf Zfddle`ZXk\ ]\\c`e^j# c`b\ k_\ ifdXek`Zj f] fc[% Dp ni`k`e^j# \m\e k_\ Zi`k`Z`jd# XcnXpj c\Xe kfnXi[ k_\ c`k\iXip% 8e[ `e k_\ fYa\Zkj k_\ gi\j\eZ\ f] [\ZfiXk`fe `j Xe Xcg_XY\k# `%\% X jfik f] c`k\iXip XggifXZ_ kf k_`e^j% Jf dp fYa\Zkj Xi\ gXik f] Xe XlkfY`f^iXg_`ZXc efm\cÉ% 9\`e^ k_\ \[`kfi f] X dX^Xq`e\ `j c`b\ _Xm`e^ X dX^e`]p`e^ ^cXjj kf cffb Xk i\Xc`kp% @e pfli i\Z\ek p\Xi Xk k_\ _\cd f] ;fdlj )'(' # n_Xk _Xm\ pfl j\\e `e k_\ nfic[ f] [\j`^e Xe[ XiZ_`k\Zkli\6 Ăˆ@ [feĂ‹k befn `] @ _X[ X dX^e`]p`e^ ^cXjj# dXpY\ @ lj\[ `k YXZbnXi[j# dXb`e^ k_`e^j jdXcc\i# Y\ZXlj\ @ j\k dpj\c] k_\ ^fXc f] Ă”e[`e^ kf[XpĂ‹j lkfg`X# n`k_ Xe X gi`fi` _pgfk_\j`j k_Xk Zflc[ efk Y\ k\jk\[% @ j\c\Zk\[ Xe[ cffb\[ ]fi k_`e^j lj`e^ k_\ c\ej YXZbnXi[j% K_\ k_\d\j X[[i\jj\[ _X[ k_`j gligfj\% @k nXj X j_fik# `ek\ej\# m\ip k`i`e^ gifZ\jj1 XcnXpj Xk k_\ nfibkXYc\j# Z_ffj`e^ Xe[ cXp`e^ flk# n`k_flk \m\i kiXm\c`e^É% K_\i\ Xi\ Z\ikX`e k_\d\j k_\ nfic[ f] [\j`^e `j [`jZljj`e^ kf[Xp1 Xik`jk`Z [\j`^e fi dXjj gif[lZk`fe# `e[ljki`Xc fi `e[`\ gif[lZk`fe# k_\ i\cXk`fej_`g Y\kn\\e [\Zfi Xe[ c`m`e^# jkpc\j Xe[ ki\e[j% Ăˆ8ik`jk`Z [\j`^e Xe[ dXjj$gif[lZ\[ [\j`^e [f efk ]fid X ZfekiX[`Zk`fe# k_\p [\g\e[ fe k_\ Xkk`kl[\j f] k_\ Xlk_fi# k_\ kpg\ f] fYa\Zkj% 8 ZiX]k\[ fYa\Zk Xe[ Xe `e[ljki`Xc fYa\Zk _Xm\ [`]]\i\ek ;E8% K_\i\ Xi\ Xcjf _pYi`[ ZXj\j# c`b\ k_Xk f] JnXkZ_% 8e[i\X 9iXeq`# ]fi \oXdgc\# j\\j k_\ Xik`jk`Z XggifXZ_ kf k_\ fYa\Zk Xj X dXafi efm\ckp f] Y\_Xm`fi% ?`j fYa\Zkj Xi\ \okiXfi[`eXi`cp gf\k`Z Xe[ ZfekX`e X [`jhl`\k`e^ j\ej\ f] [\Xk_% >Xcc\i`\j# Xk k`d\j# ZXe _Xm\ X c`Y\iXk`e^ ]leZk`fe% K_\i\ `j Xcjf X cfk f] _ldXe`kp `e k_\ `[\X f] dXb`e^ ]lie`kli\ Yp pflij\c]% K_\ g_\efd\efe f] j\c]$gif[lZk`fe Xcjf Zfd\j `ekf gcXp _\i\% K_\ :`kp f] D`cXe _Xj cXleZ_\[ k_\ `e`k`Xk`m\ ĂŠD`cXef j` Xlkf gif[lZ\Ă‹# X ]\n c`e\j `e k_\ gif^iXd f] k_\ DXpfi# >`lc`Xef G`jXg`X# kf Yi`e^ flk k_\ gif[lZk`m\ ZXgXZ`kp f] k_\ Z`kp% :Xd`ccf Xe[ CXliX 8^efc\kkf Xe[ :\jXi\ :Xjk\cc` _Xm\ ]fid\[ Xe XjjfZ`Xk`fe# ĂŠD`cXefj`Xlkfgif[lZ\[\j`^eĂ‹# kf Xggcp k_`j `ek\ek`fe kf k_\ [\j`^e j\Zkfi# Xe[ k_\p _Xm\ Xjb\[ d\ kf gXik`Z`gXk\% K_\ gifa\Zk nXj gi\j\ek\[ Xk k_\ Ki`\eeXc\# Xe[ `e 8gi`c `k n`cc gifYXYcp c\X[ kf X jfik f] Z\ejlj f] j\c]$gif[lZ\[ fYa\Zkj# ]ifd k_\ ZXj\ f] dp Gifljk Z_X`i# n_`Z_ @ dXb\ `e X iffd Y\_`e[ dp jkl[`f# kf k_Xk f] X YcXZbjd`k_ n_f dXb\j nifl^_k `ife# X Ă”id k_Xk lj\j eld\i`ZXccp Zfekifcc\[ dXZ_`e\j kf nfib gcXjk`Z# X ^iflg f] [\j`^e jkl[\ekj n_f _Xm\ j\k lg X nff[nfib`e^ j_fg%%% DXep i\gc`\j Xi\ Zfd`e^ `e% @k `j X nXp kf Zi\Xk\ X dXib\k f] gif[lZkj k_Xk Zfd\ ]ifd k_\ jZXc\ f] k_\ Xik`jXe% K_\ :`kp n`cc f]]\i k_`j XjjfZ`Xk`fe X gcXZ\ kf [`jgcXp Xe[ dXib\k k_\ gif[lZkj% 8 g_\efd\efe c`b\ k_`j fe\# n_\e fi^Xe`q\[ Xj X e\knfib# ZXe Y\Zfd\ `dgfikXek% @k `j X eXjZ\ek kpg\ f] gif]\jj`feXc`jd% K_\ k\id j\c]$gif[lZk`fe [f\jeĂ‹k i\Xccp \o`jk# @ [feĂ‹k c`b\ `k dlZ_# `k jfle[j kff giXZk`ZXc% 9lk `k `j _Xi[ kf Ă”e[ Xefk_\i k\idÉ% ;f\j `k dXb\ j\ej\ kf `[\ek`]p ki\e[j6 ĂˆK_\ Ă”ijk ki\e[j ^\e`lj nXj C` <[\cbffik% N_\e @ be\n _\i k_\ ]fZlj nXj fe ]Xj_`fe# Ylk j_\ Yifl^_k k_\ ki\e[j d\ekXc`kp `ekf [\j`^e n_\e j_\ Y\ZXd\ [`i\Zkfi f] k_\ jZ_ffc f] <`e[_fm\e% Kf[Xp k_\i\ Xi\ dXep gXiXcc\c ki\e[j# k_\ ZpZc\ `e jlZ_ X nXp Xj kf Xcc Y\ mXc`[% K_\ jXd\ k_`e^ _Xgg\ej `e ]Xj_`fe% K_\ Zfddfe [\efd`eXkfi# kf[Xp# `j gifYXYcp k_\ e\\[ kf ^\k flk f] k_\ Zi`j`j# k_Xk Zi\Xk\j e\n gif[lZk`fe Xe[ [`jki`Ylk`fe k\Z_e`hl\j% 9lk `e[`m`[lXc Zi\Xk`m`kp XcnXpj gi\mX`cj fm\i k_\ le`]fid`kp f] k_\ ki\e[% K_\ ]\\c`e^ Y\kn\\e d\iZ_Xe[`j\ Xe[ Zfejld\ij `j `dgXcgXYc\É% N_Xk [f pfl c`b\ XYflk k_`e^j1 kf fne k_\d# kf ^\k i`[ f] k_\d# kf Zfcc\Zk k_\d6 ĂˆK_`e^j Xi\ Xe`d`jk`Z gi\j\eZ\j% K_\p Xi\ dlZ_ dfi\ `dgfikXek k_Xe g_pj`ZXc gi\j\eZ\j% K_\p Xi\ k_\ Zfdgc\d\ekj f] k_\ g\ijfe# X jfik f] jnXid \XZ_ g\ijfe Yi`e^j n`k_ _`d# Xe[ ZXeefk c`m\ n`k_flk% C`e\[ lg# k_\ k_`e^j n`k_ n_`Z_ n\ jliifle[ flij\cm\j dXp efk _Xm\ c`ebj# k_\p dXp j\\d ZfekiX[`Zkfip% P\k# `e X nXp# k_\p Xi\ X gfikiX`k% 8e XeZ\jkiXc gi\j\eZ\# gi`fi kf Xep ]leZk`fe Xe[ Xep X\jk_\k`Z i\Xjfe`e^# YXj\[ fe Xek_ifgfcf^p% K_\ j\ej\ f] k_`e^j# Xk k_\ Y\^`ee`e^# `j Xek_ifgfcf^`ZXc% Jf Ki`jk\j Kifg`hl\j Yp :cXl[\ C„m`$ JkiXljj `j X ]le[Xd\ekXc Yffb kf le[\ijkXe[ k_\ `dgfikXeZ\ f] [\j`^e% K_\ kil\ \jj\eZ\ f] k_\ i\cXk`fej_`g n`k_ k_`e^j `j gjpZ_fXeXcpk`ZXcÉ% @ i\Z\ekcp jXn K_`j `j Dp ;i\Xd# k_\ Ă”cd Yp K_\f[fi\ JkXec\p XYflk Pf_a` PXdXdfkf% 8k X Z\ikX`e gf`ek Pf_a` jXpj1 ĂˆZcfk_\j e\m\i c`\É% 8i\ `ek\i`fij c`b\ Zcfk_\j6 ĂˆK_\p [feĂ‹k c`\ \`k_\i% K_\ _fd\ `j \XZ_ g\ijfeĂ‹j j\c]$gfikiX`k% K_\ k_`e^j pfl glk `e pfli _fd\# c`b\ k_\ Zcfk_\j pfl n\Xi# \ogi\jj pfl% @] pfl [n\cc pfl c\Xm\ kiXZ\jÉ%

12/12/11 13.13


INTERNI ^\eeX`f$]\YYiX`f )'() @Ă‹[ c`b\ kf Xjb pfl# Xcfe^ k_\ c`e\j f] k_\ Xik`Zc\ glYc`j_\[ `e k_\ J\gk\dY\i `jjl\ f] @ek\ie`# n_fd pfl nflc[ j\c\Zk Xj pfli jkl[\ek% Ăˆ@ ZXeĂ‹k k\cc pfl# Y\ZXlj\ @ Xd efk# Xe[ @ _Xm\ e\m\i Zfej`[\i\[ dpj\c]# X k\XZ_\i% K_\ d\ekfi `j jfd\fe\ n_f kiXejd`kj ZfeZ\gkj# d\k_f[j Xe[ Zlckli\ f] n_Xk _\ [f\j% Dp nfib `j m\ip ZfekiX[`Zkfip% @ [feĂ‹k k_`eb `k `j \o\dgcXip# Y\ZXlj\ `k `j m\ip gifYc\dXk`Z# kiX^`Zfd`Z# `k _Xj ef Zfek`el`kp% @k `j Xcdfjk X Zcfj\[ g_\efd\efe% K_\ fecp k_`e^ k_Xk Zflc[ Y\ kXb\e Xj Xe \oXdgc\ `j k_\ k\jk`dfep f] X c`]\ [\mfk\[ kf `dX^\% 8cc g\fgc\ n_f _Xm\ k_`j Zfdd`kd\ek Xi\ dp _\`ij% 8e[ n`k_ k_\j\ g\fgc\# n_f Y\cfe^ kf [`]]\i\ek jkpc\j Xe[ jZ_ffcj f] k_fl^_k# @ _Xm\ i\cXk`fej_`gj f] \oZ_Xe^\% Kf jfd\ \ok\ek# @ k_`eb Xcc k_\ Xik`jkj n_f ^iXm`kXk\ Xifle[ k_\ ^Xcc\ip f] 8ekfe`f :fcfdYf Xi\ dp _\`ij% @ f]k\e ^f k_\i\# Xe[ @ Xd \eZ_Xek\[ Yp k_\ `dX^\j @ j\\% Nflc[ `k Xcjf Y\ `ek\i\jk`e^ kf Xejn\i k_\ hl\jk`fe `e k_\ fk_\i [`i\Zk`fe6É N_f Xi\ pfli d\ekfij6 Ăˆ@ k_`eb @ [f efk _Xm\ d\ekfij% 9lk k_\i\ Xi\ gX`ek\ij1 JXm`e`f# ;\ :_`i`Zf# ;\g\if% EXd\cp k_\ nfic[ f] D\[`k\iiXe\Xe d\kXg_pj`Zj Xe[ f] =lkli`jk Ă”^liXk`fe% N`k_flk k_`j gi\Z\[\ek# Xe[ X[[`e^ BXe[`ejbp Xj n\cc# @ nflc[ efk \o`jk% @e ZfeZclj`fe# ]fi d\ k_\ dXjk\i f] dXjk\ij `j DXiZ\c Gifljk# ]fi _`j j\ej\ f] c`]\ Xj efm\c% @] k_\ c`m\ `j efk dX[\ `ekf X efm\c# fe\ [f\jeĂ‹k c`m\% G\i_Xgj gjpZ_fXeXcpj`j `j e\\[\[% @ [`[ `k# ]fi knf Xe[ X _Xc] p\XijÉ% K_\ [\j`^e g\ijfeX `j X i\Zlii`e^ ]XZkfi `e pfli nfib%%% Ăˆ@e [`]]\i\ek fYa\Zkj# n_\e `k j\\dj cf^`ZXc# @ `ekif[lZ\ k_\ `dX^\ f] k_\ g\ijfe# \jg\Z`Xccp k_\ ]XZ\# n`k_ \p\j# efj\ Xe[ dflk_% K_\ jkife^\jk i\]\i\eZ\ `j k_Xk f] k_\ E\gXc\j\ jklgX# fi Xcjf k_Xk f] k_\ _\X[j fe <Xjk\i @jcXe[# fi k_\ >f\k_\Xeld f] Il[fc] Jk\`e\i% K_\ `[\X `j k_Xk Xek_ifgfdfig_`jd Xggc`\[ kf [\j`^e Xe[ XiZ_`k\Zkli\ Zi\Xk\j dfi\ Xek_ifgfcf^`ZXc \e^X^\d\ek k_Xe XYjkiXZk ]fidj% EXd\cp jpdgXk_p# \dgXk_p# i\j\dYcXeZ\ Y\kn\\e lj Xe[ fli fYa\Zkj# j\\e Xj fli gfikiX`kj% DXe Xe[ k_\ fYa\Zk ZXe cffb \XZ_ fk_\i `e k_\ \p\É% $ :Xgk`fe gX^% .' GfikiX`k f] 8c\jjXe[if D\e[`e` j\Xk\[ fe _`j Gifljk XidZ_X`i% Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\1 8eeX >fe^ j\k f] kiXpj Xe[ 8eeX > ZfibjZi\n# Yfk_ gif[lZ\[ Yp 8c\jj` `e jkX`ec\jj jk\\c% K_\j\ `k\dj Y\cfe^ kf k_\ ZXk\^fip f] k_\ [\j`^e$g\ijfeX f] D\e[`e`% $ :Xgk`fe gX^% .* =ifd k_\ kfg1 ;`jZf kiXp ]fi 8c\jj`# )'((2 ^cXjj nXii`fi ]fi M\e`e`# )'''2 [iXn`e^ ]fi k_\ DXZXfe\ kXYc\# i\$`jjl\[ Yp QXefkkX# )'((2 8jkX 9XifZZX jk\\c Ă•XknXi\ j\k# gif[lZ\[ Yp 8c\jj`# )'((2 Jfc` `ejkXccXk`fe# gifa\Zk n`k_ 8cZ_`d`X Dlj\f# D`cXe# (00'2 8eeX >fe^ jk\\c kiXp# gif[lZ\[ Yp 8c\jj`# )'((2 8ijfj mXj\j `e DliXef ^cXjj ]fi M\e`e`# (00'2 Hl` ZXY`e\k ]fi >Xcc\i`X GXfcf :lik`&8eeXdXi`X >XdYlqq`# D`cXe# )''/2 jlYnXp jkXk`fe `e EXgc\j# )'(( n`k_ =iXeZ\jZf D\e[`e`# `ek\i`fi [\j`^e BXi`d IXj_`[ 2 >iXe[\ 8cqXkX `e DliXef ^cXjj ]fi M\e`e`# )'''2 >l\ii`\if [` ;li\i# dfjX`Z jZlcgkli\ ]fi 9`jXqqX# )'((2 \ok\i`fi f] k_\ Dlj\ld f] >ife`e^\e# i\jkfiXk`fe )'(( n`k_ =iXeZ\jZf D\e[`e` 2 k_\ Gifljk XidZ_X`i `e k_\ ifkfdflc[\[ gcXjk`Z m\ij`fe# gif[lZ\[ Yp DX^`j# )'((2 `ek\i`fi f] k_\ Dlj\ld f] >ife`e^\e# i\jkfi\[ `e )'(( n`k_ =iXeZ\jZf D\e[`e` 2 DfY`c` g\i Lfdf jZlcgkli\ `e ^fc[ dfjX`Z ]fi 9`jXqqX# )''-&)'((2 Kfii\ [\c Ă”cfjf]f ]fi k_\ \o_`Y`k`fe 8ik`edfjX`Zf# `ejkXcc\[ `e EXgc\j Xk G`XqqX [\c Gc\Y`jZ`kf# (00-%

*/QSPKFDU 4FMG QSPEVDUJPO

4&-' 130%6$5*0/ " ."/6"- g% .+ k\ok MXc\ek`eX :ifZ` N`k_ k_\ [fne]Xcc f] k_\ dXjj dXib\k# e\n df[\j f] gif[lZk`fe Xe[ Zfejldgk`fe Xi\ \d\i^`e^# YXj\[ fe Xe fg\e jpjk\d f] gifZ\jj\j Xe[ i\cXk`fej_`gj% 8 jZ\eXi`f k_Xk [f\jeĂ‹k kXb\ k_\ gcXZ\ f] `e[ljkip# Ylk Zfdgc\k\j `k% N`k_ `ek\i\jk`e^ Zfdg\k`k`m\ X[mXekX^\j% @e[`\ gif[lZk`fe [`i\Zkcp Zfee\Zkj Zi\Xk`m\ Xe[ gif[lZk`m\ XZk`m`k`\j# n`k_flk ^f$Y\kn\\ej% DXb`e^ Zf`eZ`[\j n`k_ k_`eb`e^ Xe[ [\j`^e`e^% K_`j `j efk_`e^ e\n% 9lk \m\ekj c`b\ k_\ \o_`Y`k`fe$dXib\kj Fg\e[\j`^e @kXc`X `e 9fcf^eX Xe[ Fg\iX\ `e Kli`e _Xm\ dX[\ `k dfi\ k`d\cp% 8 g_\efd\efe k_Xk g`Zbj lg fe k_\ c\^XZp f] k_\ XmXek$^Xi[\j f] k_\ J\m\ek`\j# m`X k_\ 8lkfgif^\kkXq`fe\ f] <eqf DXi` Xe[ jdXcc dXb\ij f] \[`k`fej# c`b\ D\dg_`j% K_\ gXiX[`^dj f] gif[lZk`fe Xe[ Zfejldgk`fe# _fn\m\i# _Xm\ Z_Xe^\[% K_\ dXjj dXib\k Xe[ `kj kiX[`k`feXc \Zfefd`\j f] jZXc\ _Xm\ _`k X Zi`j`j% K_\ ]iX^d\ekXk`fe f] k_\ [\dXe[ j`[\ fg\ej k_\ nXp ]fi e\n d\iZ_Xe[`j\ jZ\eXi`fj# dXb`e^ iffd ]fi gif[lZkj efk gi`dXi`cp ZfeZ\`m\[ ]fi g\i]fidXeZ\# n`k_ [`]]\i\ek j\dXek`Z# eXiiXk`m\ Xe[ Zi\Xk`m\ hlXc`k`\j% K_\ ]fZlj fe j\c]$gif[lZk`fe Xe[# dfi\ `e ^\e\iXc# fe ZiX]kj# i\gi\j\ekj Xe fggfikle`kp kf le[\ijkXe[ k_\ `[\X f] Zfdg\k`k`m\ X[mXekX^\% @k `j ef Zf`eZ`[\eZ\ k_Xk k_\ XjjfZ`Xk`fe D@?8; _Xj aljk Y\\e ]fle[\[ `e D`cXe D`cXef j` Xlkfgif[lZ\ [\j`^e # Xe[ k_Xk fe\ f] k_\ ]fle[\ij `j 8c\jjXe[if D\e[`e`% K_\ `[\X `j kf e\knfib k_\ Z`kpĂ‹j n`[\jgi\X[ Zi\Xk`m`kp# j\\e Xj X kXe^`Yc\ Xjj\k Xe[ Xe fggfikle`kp ]fi ^ifnk_% K_\ ifc\ f] ZiX]kj `e i\cXk`fe kf k_\ ^cfYXc \Zfefdp `j \ogcX`e\[ Yp Jk\]Xef D`Z\cc`# gif]\jjfi f] <Zfefd`Zj Xe[ 9lj`e\jj DXeX^\d\ek Xk k_\ Le`m\ij`k~ :XĂ‹ =fjZXi` f] M\e`Z\# Xlk_fi f] k_\ Yffb =lklif Xik`^`Xef glY% DXij`c`f# )'(( % ĂˆJ\c]$gif[lZk`fe `j efk fggfj\[ kf `e[ljkip# `k `j `kj Zfdgc\k`fe `ej`[\ X dXel]XZkli`e^ jpjk\d k_Xk j_flc[ Y\ j\\e `e k\idj f] X cXi^\i# dfi\ mXi`\^Xk\[ e\knfib% N\ e\\[ kf ^\k Y\pfe[ k_\ XlkXiZ_`Z gi\k\ej\j f] DX[\ `e @kXcp# kf Zfej`[\i [`]]\i\ek ]fidj f] ZfccXYfiXk`fe n`k_ k_\ nfic[1 ]fi \oXdgc\# e\n Zffg\iXk`fej n`k_ k_\ =Xi <Xjk k_Xk Xi\ efk aljk YXj\[ fe \ogfikj fi k_\ j\im`Z\$`e[ljkip XYjfigk`fe f] gXik f] gif[lZk`feÉ% D`Z\cc` Zfek`el\j1 ĂˆN\ ZXe ^X`e X gif]fle[ c\jjfe ]ifd k_\ nfic[ f] k_\ n\Y Xe[ k_\ [`^`kXc [`d\ej`fe1 Xe fg\e jpjk\d k_Xk Zi\Xk\j gifZ\jj\j Xe[ i\cXk`fej_`gj% @] n\ i\k_`eb k_\ ^\fd\ki`\j f] k_\ gif[lZk`fe Z`iZl`k `e k\idj f] ]iX^d\ekXk`fe# ]ifd k_\ `[\X kf gfjk$gif[lZk`fe# Xe[ n\ `eglk k_\ nfib f] ĂŠZiX]kjĂ‹ `e k_\ aleZk`fe gf`ekj f] ^cfYXc gifZ\jj\j# n\ X[[ mXcl\ kf \m\ip g_Xj\ Xe[ fYkX`e Zfdg\k`k`m\ X[mXekX^\É% 9lk _fn6 ĂˆK_`eb`e^ f] X [`m`j`fe f] cXYfi `ekf k_i\\ XZk`m`k`\j1 Zi\Xk`fe# fg\e Xe[ Zfee\Zk\[ n`k_ k_\ nfic[# ef cfe^\i `e k\idj f] X ^l`c[ fi f] gifk\Zk`fe`jd2 kiXejcXk`fe# fi k_\ kiXej]fidXk`fe f] k_\ nfib f] fk_\ij# Xj >`fmXee` JXZZ_` [`[ n`k_ _`j nff[\e df[\cj# fi Xj k_\ k\Z_efXik`jXej Xe[ ]XYY\ij Xi\ [f`e^# lj`e^ [`^`kXc k\Z_efcf^`\j kf gifkfkpg\ k_\ Zi\Xk`fej f] fk_\ij2 g\ijfeXc`qXk`fe# j\\e Xj ĂŠkle`e^Ă‹# fi k_\ Zi\Xk`m\ kiXej]fidXk`fe f] Zfdgfe\ekj k_Xk Xci\X[p \o`jk# k_\i\]fi\ `ej`[\ \Zfefd`\j f] jZXc\ `emfcm`e^ k_`i[ gXik`\j% K_`j `j k_\ ZXj\ f] i\Ă”kk`e^ fi i\kifĂ”kk`e^É% ;\j`^e `j ef cfe^\i X`d\[ Xk dXjj gif[lZk`fe% K_\ ]lkli\ f] j\c]$gif[lZk`fe Xe[ jdXcc \[`k`fej c`\j# `ejk\X[# `e k_\j\ e\n ^cfYXc Z_X`ej# `e Zi\Xk`m`kp# k_\ kiXej]fidXk`fe f] n_Xk Xci\X[p \o`jkj# `e Zljkfd gifo`d`kp% Iffk\[ `e fli ZlckliXc Xe[ `e[ljki`Xc _\i`kX^\# Ylk lg[Xk`e^ k_\ gif[lZk`m\ `dX^\ f] fli Zflekip% $ :Xgk`fe gX^% ., K_\ [`X^iXd Yp 8c\jjXe[if D\e[`e` ]fi D@J8;# kf \ogcX`e j\c]$gif[lZk`fe Xe[ k_\ Zi\Xk`m\ gfk\ek`Xc [`jki`Ylk\[ XZifjj k_\ k\ii`kfip% Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\1 k_\ ĂŠLe G\ee\ccfĂ‹ ZfXk iXZb Yp :Xid`e\ ;\^Xe\ccf ]fi I\Z\jj`fe ;\j`^e# j_fne Xk Fg\iX\# k_\ \o_`Y`k`fe$dXib\k f] `e[`\ gif[lZk`fe `e Kli`e% $ :Xgk`fe gX^% .-

C_In618_R_102_109_traduzioni.indd 107

*/TFSWJDF 53"/4-"5*0/4

Gifa\Zkj j_fne Xk Fg\e[\j`^e @kXc`X# k_\ \o_`Y`k`fe$dXib\k `e 9fcf^eX fe j\c]$gif[lZk`fe Xe[ jdXcc \[`k`fej% :cfZbn`j\ ]ifd kfg1 k_\ _Xe[c\ n`k_ gXg\i befY Xe[ k_\ cXdg n`k_ gc\o`^cXjj Xe[ jkfe\ [`]]lj\i Yp Jn\[`j_ [\j`^e\i E`ZfcXj :_\e^2 G`cXjkif k\c\jZfg`Z cXdg `e ]XYi`Z# Yp Il[p ;Xm`2 k\Xgfk `e Z\iXd`Z Xe[ ]\ck Yp >X\kXef ;` >i\^fi`f2 d\[`ld fi jdXcc Y\\i ^cXjj Yp 8ZhlXZXc[X2 ]XYi`Zj [\j`^e\[ Yp >`lc`X :`lfc`% 9\cfn# df[\c f] k_\ df[lcXi j_\cm`e^ jpjk\d [\j`^e\[ Yp JXiX 9fjZ_\ccf% $ :Xgk`fe gX^% .. Gifa\Zkj fe [`jgcXp Xk k_\ \m\ek Fg\iX\ `e Kli`e% :cfZbn`j\ ]ifd kfg1 D`e`dld 9ffb df[lcXi YffbZXj\ Yp >`lj\gg\ 8dXkf2 D`Zfc cXdg Yp :i`jk`Xef D`ef2 J\;`:` df[lcXi ZfekX`e\i Yp =iXeZ\jZf ;` :Xe[`f =XZkfip ;\j`^e :feZ\gk 2 ?\oX cXdg Yp ?le^Xi`Xe [\j`^e\i Ă?[}d Al_}jq2 ZXi[YfXi[ mXj\j Yp 8e[i\X >`Xee`2 KDL Z_X`i `e nff[\e j_\\kj# ]fi Xjj\dYcp# Yp CXd% 9\cfn# (GfikXefeYXjkX# nXi[ifY\ n`k_ c\]kfm\i \c\d\ekj Yp Jkl[`f -d%

5)& /&8 130%6$5*0/ 1-"5'03.4 g% ./ Yp Jk\]Xef DX]]\` K_\ g_\efd\efe f] j\c]$gif[lZk`fe i\m\Xcj X jZ\eXi`f f] e\knfib\[ `e[ljki`Xc`jd YXj\[ fe `eefmXk`m\ df[\cj f] [\j`^e `dgc\d\ekXk`fe% 8e `eZi\Xj`e^ eldY\i f] \og\i`\eZ\j `e @kXcp j_\[ c`^_k fe X gifZ\jj f] m\ip ]Xjk \mfclk`fe f] k_\ ]fidj f] Ylj`e\jj Zfee\Zk\[ n`k_ [f`e^ [\j`^e m\ip jdXcc ZiX]kj nfibj_fgj# [\j`^e\i$ile ZfdgXe`\j# m`iklXc gcXk]fidj # dfm`e^ kfnXi[ e\n df[\j f] gif[lZk`fe$[`jki`Ylk`fe% Ef cfe^\i `e[ljkip# ZiX]kj Xe[ [\j`^e Xj n\ n\i\ XZZljkfd\[ kf k_`eb`e^ XYflk k_\d% N_Xk `j \d\i^`e^ `j X e\n i\Xc`kp c`eb\[ kf X Z_Xe^\ f] gcXZ\j d`Zif]XZkfi`\j# e\n ZiX]kj nfibj_fgj# Xkpg`ZXc [\j`^e ^Xcc\i`\j # k\Z_efcf^`\j f] ]XYi`ZXk`fe ]ifd lckiXjg\Z`Xc`q\[ ZiX]kj kf k_\ ]XYcXYj Æ `%\% ]XYi`ZXk`fe cXYfiXkfi`\j# jdXcc Xk\c`\ij n_\i\ `k\dj Xi\ dX[\ lj`e^ [`^`kXc *; gi`ek\ij Xe[ cXj\i Zlkk`e^ dXZ_`e\j # gcXZ\j f] k\dgfiXip \og\i`d\ekXk`fe gifm`j`feXc dXb\ijgXZ\j Æ fi g_pj`ZXc gcXZ\j `e n_`Z_ kf \og\i`\eZ\ XZk`m`k`\j f] Zfcc\Zk`m\ [\j`^e&ZfejkilZk`fe % 8 jZ\eXi`f f] Zfee\Zk`m\ `e[ljki`Xc`jd k_Xk c\X[j kf [`jki`Ylk\[ gif[lZk`fe# `emfcm`e^ e\n XZkfij Xe[ e\n k\ii`kfi`\j# YXj\[ fe e\n ]fidj f] ]XZ`c`kXk`fe f] Zi\Xk`m`kp% Fe\ \oXdgc\ `j k_\ ;\j`^e?L9 n\Y gcXk]fid f] k_\ @E;8:F [\gXikd\ek f] k_\ D`cXe Gfcpk\Z_e`Z# n_`Z_ _Xj k_\ X`d f] ]Xmfi`e^ k_\ \eZflek\i Y\kn\\e [\dXe[ Xe[ jlggcp f] `eefmXk`m\ [\j`^e gifa\Zkj# Y\kn\\e ZfdgXe`\j Xe[ pfle^ [\j`^e\ij% 8efk_\i `j JlYXck\ief(# Xe Xkpg`ZXc ^Xcc\ip k_Xk gifdfk\j Xe[ j\ccj [\j`^e\i$ile Ylj`e\jj\j n_fj\ gi`eZ`gc\ f] j\c]$gif[lZk`fe ^f\j Y\pfe[ k_\ kiX[`k`feXc ZfeZ\gk f] ZiX]kj Xe[ fg\iXk\j Xj ĂˆÂżX j\k f] XZk`m`k`\j k_Xk `eZcl[\j j\c]$fi^Xe`qXk`fe f] [\j`^e# ZfejkilZk`fe&gif[lZk`fe# gifdfk`fe Xe[ [`jki`Ylk`fe% 8cc k_\j\ \]]fikj ZXe Y\ [fe\ `e X [`]]\i\ek# ]i\\ nXp# Ylk k_\p _Xm\ kf Zf\o`jk `] n\ nXek kf kXcb XYflk i\Xc j\c]$gif[lZk`fe% @k `j efk e\Z\jjXip ]fi Xcc k_`j kf Y\ [fe\ Ă”ijk_Xe[ Yp Xe `e[`m`[lXc# Ylk n_\e k_Xk `j efk k_\ ZXj\ k_\ `e[`m`[lXc dljk e\m\ik_\c\jj Y\ k_\ Zc`\ek$fi^Xe`q\iÉ% K_\ ZXj\j Xcjf `eZcl[\ fec`e\ gcXk]fidj c`b\ >XiX^\ ;\j`^e _kkg1&&nnn%^XiX^\[\j`^e% `k& # n_`Z_ i\[\j`^ej k_\ kiX[`k`feXc gifZ\jj f] @kXc`Xe [\j`^e# nfib`e^ Xj X ]XZ`c`kXkfi j\\ k_\ j\d`eXc AXgXe\j\ \og\i`\eZ\ f] <c\g_Xek ;\j`^e# _kkg1&&nnn%\c\g_Xek$[\j`^e% Zfd&\eV`e[\o%_kdc 1 YXj\[ fe glYc`j_\[ ^l`[\c`e\j Xe fg\iXk`fe f] `ek\ieXk`feXc kXc\ek jZflk`e^ c\X[j kf k_\ j\c\Zk`fe f] [\j`^e\ij&gifa\Zkj2 e\ok Zfd\j k_\ g_Xj\ f] dXk\i`Xc`qXk`fe k_ifl^_ k_\ dXb`e^ f] X gifkfkpg\ [fe\ Yp lk`c`q`e^ X [`jki`Ylk\[ k\ii`kfi`Xc gif[lZk`fe e\knfib2 k_\ i\jlck `j Xe f]]\i`e^# Zfem\p\[ Yp ZfejkilZk`e^ Xe fec`e\ j_fg$j_fnZXj\ k_Xk j_fnj k_\ gifkfkpg\j Xe[ ^Xk_\ij gliZ_Xj\ fi[\ij2 Ă”eXccp# X gif[lZk`fe$Z_f`Z\ `j XZk`mXk\[ n_\e k_\ d`e`dld eldY\i f] fi[\ij i\hl`i\[ kf fgk`d`q\ gif[lZk`fe Zfjkj `j i\XZ_\[ n_`Z_ mXi`\j ]ifd gifa\Zk kf gifa\Zk % K_\ gifZ\jj ZfeZcl[\j n`k_ [\c`m\ip f] k_\ gif[lZkj% @e X j`d`cXi nXp# k_\ [`^`kXc ]XYi`ZXk`fe gifgfjXc f] M\Zkfi\Xc`jd _kkg1&& nnn%m\Zkfi\Xc`jd%Zfd& `j YXj\[ fe k_\ `[\X f] f]]\i`e^ [\j`^e\ij Xe[ j\c]$gif[lZ\ij X gif]\jj`feXc cXj\i Zlkk`e^ Xe[ \e^iXm`e^ jpjk\d Xe[ X n`[\ Z_f`Z\ f] dXk\i`Xcj% K_`j _Xgg\ej k_Xebj kf k_\ ZfccXYfiXk`fe n`k_ k_\ E\n Q\XcXe[$YXj\[ Ă”id Gfefbf nnn% gfefbf%Zfd # ]fi k_\ jf]knXi\ dXeX^\d\ek gcXk]fid2 k_\ n_fc\ gifZ\jj ZXe Y\ [fe\ fec`e\ ]XZ`c`kXk\[ Yp X klkfi`Xc k_ifl^_ X g\ijfeXc ]XZkfip gX^\ k_Xk dXb\j `k gfjj`Yc\ kf lgcfX[ k_\ m\Zkfi`Xc [\j`^e kf Y\ gif[lZ\[# _Xm\ k_\ [\j`^e k\jk\[ Xe[ fYkX`e Xe \jk`dXk\# Xe[ k_\e gifZ\\[ n`k_ dXel]XZkli`e^ Xe[ [\c`m\ip% K_\ j\im`Z\j f]]\i\[ Yp Gfefbf LJ8 ^f ]lik_\i# kf g\id`k k_\ gi\gXiXk`fe f] *; df[\cj k_Xk ZXe Y\ dX[\ n`k_ *; gi`ek\ij fi fi^Xe`q\[ ]fi gif[lZk`fe n`k_ eld\i`ZXccp Zfekifcc\[ dXZ_`e\ kffcj% Efn k_Xk n\ _Xm\ i\XZ_\[ k_`j g_Xj\ f] g\ijfeXc ]XYi`ZXk`fe# k_\ jZ\eXi`f gi\[`Zk\[ Yp k_\ jfZ`f]lklifcf^`jk 8cm`e Kf]Ă•\i j\\dj kf Y\ Zfd`e^ kil\2 `e K_\ K_`i[ NXm\ (0/' _\ \em`j`fe\[ k_\ Y`ik_ f] X gfglcXk`fe f] gifjld\ij Xe `em\ek\[ k\id k_Xk Zifjj\j gif[lZ\i Xe[ Zfejld\i# kf `e[`ZXk\ X lj\i$Zfejld\i n_f gcXpj Xe XZk`m\ gXik `e k_\ gifZ\jj f] Zi\Xk`fe# gif[lZk`fe# [`jki`Ylk`fe Xe[ Zfejldgk`fe f] gif[lZkj Xe[ j\im`Z\j % <m`[\eZ\ f] k_\ i`j\ f] e\n gifZ\jj\j f] X[mXeZ\[ ]XYi`ZXk`fe _Xj Xcjf Y\\e jlggc`\[ Yp knf m\ip i\Z\ek \o_`Y`k`fej Xk k_\ M`Zkfi`X 8cY\ik Dlj\ld `e Cfe[fe1 @e[ljki`Xc I\mfclk`fe )%'1 ?fn k_\ DXk\i`Xc Nfic[ N`cc E\ncp DXk\i`Xc`j\# ZliXk\[ Yp DliiXp Dfjj# Xe[ Gfn\i f] DXb`e^# ZliXk\[ Yp ;Xe`\c :_Xiep% $ :Xgk`fe gX^% .0 K_\ dXg f] k_\ gifa\Zkj f] ;<8 Æ ;\j`^e 8ik`^`XeXkf g\i `c Ki\ek`ef# Xe `e`k`Xk`m\ f] :<`` Ki\ek`ef Xe[ k_\ D`cXe Gfcpk\Z_e`Z# n`k_ k_\ X`d f] [\m\cfg`e^ `eefmXk`m\ gifa\Zkj n`k_ cfZXc ZiX]kj Ă”idj# k_ifl^_ `ek\iXZk`fe Y\kn\\e ZfdgXe`\j Xe[ pfle^ [\j`^e\ij% @e]f^iXg_`Zj Yp DXjj`df 9`XeZ_`e`# `e M\eXeq`f 8ihl`ccX# @ek\eq`fe` :i\Xk`m\$:i\Xk`m\ NXpj# DX^^`fc` )'((% 8Yfm\1 k_\ _fd\gX^\ f] ;\j`^e?L9# k_\ gcXk]fid f] \eZflek\i Y\kn\\e [\j`^e Xe[ Ylj`e\jj# le`m\ij`k`\j Xe[ k_\ k\ii`kfip% I`^_k# k_\ n`e[fn f] >Xcc\i`X JlYXck\ief( `e D`cXe# Ăˆk_\ gcXZ\ n_\i\ k_\ [`jZljj`fe fe @kXc`Xe j\c]$gif[lZk`fe Y\Zfd\j m`j`Yc\É% 9\cfn1 [`X^iXd f] k_\ gifZ\jj# ]ifd fi[\i kf [\c`m\ip# f] >XiX^\[\j`^e# Xe \og\i`d\ekXc Ylj`e\jj k_Xk gif[lZ\j Xe[ [`jki`Ylk\j c`d`k\[ \[`k`fej f] ]lie`kli\# cXdgj# jdXcc fYa\Zkj Xe[ Xik`jk`Z [\j`^e%

5)04& 8)0 g% /' Yp Jk\]Xef :X^^`Xef K_\ \og\i`d\ek n`k_ k_\ dfjk X[mXeZ\[ ]fidj f] `e[`\ gif[lZk`fe k_ifl^_ Xggc`ZXk`fe f] [`^`kXc cf^`Z kf i\Xc`kp# Xe[ Xkki`Ylk\ X e\n g_`cfjfg_`ZXc `dgfikXeZ\ kf k_\ m`j`feXip ZXgXZ`k`\j f] [\j`^e% E\m\i Y\]fi\ _Xj k_\ jg\Z`ÔZ kXc\ek f] g_`cfjfg_p ]fi `em\jk`^Xk`e^ `kj fne k`d\ Y\\e jf Zcfj\cp c`eb\[ kf k_\ g\e\kiXk`e^ m`j`fe f] [\j`^e% N_`c\ g_`cfjfg_p `j Xjb\[ kf Zi`k`ZXccp [\cm\ `ekf k_\ ]fc[j f] k_\ gi\j\ek# k_\ kXjb f] [\j`^e `j kf nfib fe k_\ e\im\j k_lj \ogfj\[# kiXej]fid`e^ k_\d ]ifd ZfejkiX`ekj `ekf ]i\\[fdj% K_\j\ Xek_ifgfcf^`ZXc k\e[i`cj Xi\ k_\ k\ii`kfip f] k_\ gifa\Zk <e[c\jj Yp ;`ib mXe [\i Bff`a# n_`Z_ dX[\ `kj [\Ylk Xj X [\^i\\ k_\j`j Xk k_\ ;\j`^e 8ZX[\dp f] <`e[_fm\e Xe[ k_\e nfe k_\ ;lkZ_ ;\j`^e

12/12/11 13.13


*/TFSWJDF 53"/4-"5*0/4

8nXi[ )'(( ]fi Y\jk j\c]$gif[lZ\[ gifa\Zk% 8]k\i _Xm`e^ _XZb\[ Xe XYXe[fe\[ `e[ljki`Xc ifYfk# MXe [\i Bff`a _Xj ]fle[ X nXp kf fYkX`e j\Xk`e^ Xe[ kXYc\j jkXik`e^ n`k_ X jki`g f] i\ZpZc\[ dXk\i`Xc ]ifd fc[ i\]i`^\iXkfij# k_ifl^_ X gifZ\jj k_Xk ^\e\iXk\j X Zfek`elflj dXk\i`Xc Ă•fn Xe[ ĂŠZcfj\jĂ‹ k_\ g`\Z\j n`k_ X Ă”eXc Zlk dX[\ `e k_\ i`^_k jgfk% K_\ ]fiZ\ f] k_\ `[\X c`\j `e k_\ ]XZk k_Xk k_\ [\j`^e XZk`fe# _\i\# `j efk YXj\[ fe k_\ ZcXjj`Z jZ_\d\ f] ^`m`e^ ]fid kf X dXk\i`Xc# Ylk fe Xe lkk\icp e\n cf^`Z Æ f] ^i\Xk\i g_`cfjfg_`ZXc giX^dXk`jd Æ k_Xk df[`Ă”\j k_\ m\ip ^\e\k`Z dXb\$lg f] k_\ dXk\i`Xc% <e[c\jj [f\j efk `ek\im\e\# `e ]XZk# fe k_\ ĂŠg_\efkpg\Ă‹ f] k_\ fYa\Zk `kj \ok\ieXc ]fid fi XeXkfdp # Ylk fe `kj ĂŠ^\efkpg\Ă‹# Xck\i`e^ k_\ ;E8 k_Xk \eZf[\j k_\ dXk\i`Xc ^\e\j`j f] k_`e^j% K_\ JfcXi J`ek\i Yp DXiblj BXpj\i# X Yi`cc`Xek jkl[\ek Xk k_\ IfpXc :fcc\^\ f] 8ik f] Cfe[fe# Xcjf Xggc`\j k_\ ZfdY`eXkfip ^\e\k`Zj f] k_\ [`^`kXc kf dXk\i`Xc i\Xc`kp# Ylk `k ^f\j fe\ jk\g ]lik_\i# \m\e jligXjj`e^ k_\ j\gXiXk`fe Y\kn\\e eXkliXc Xe[ Xik`Ă”Z`Xc fe n_`Z_ k_\ df[\ie X^\ nXj Yl`ck% =ifd DXki`o kf iXg`[ gifkfkpg`e^# k_\ `[\X k_Xk Xkfdj ZXe Y\ ĂŠgif^iXdd\[Ă‹ c`b\ Y`kj _Xj Y\Zfd\ X gXik f] fli d\ekXc YX^^X^\2 JfcXi J`ek\i Xggc`\j k_`j `[\X efk kf Xe Xik`Ă”Z`Xc dXk\i`Xc c`b\ gfcpd\i ^iXelc\j # Ylk kf k_\ ^iX`ej f] jXe[ f] k_\ [\j\ik# f]]\i`e^ X nfic[ ZfeZ\ie\[ XYflk cXZb f] \e\i^p X nXp kf \ogcf`k k_\ gif[lZk`m\ gfk\ek`Xc f] k_\ ĂŠdXel]XZkli`e^ [\j\ikĂ‹# n_`Z_ ZfekX`ej ^i\Xk XmX`cXY`c`kp f] \e\i^p jfcXi Xe[ dXk\i`Xc j`c`ZX# `e k_\ ]fid f] k_\ hlXikq f] jXe[ % :_Xee\c`e^ jlec`^_k k_ifl^_ X jpjk\d f] c\ej\j# BXpj\iĂ‹j dXZ_`e\ j`ek\ij jXe[ k_ifl^_ X *; gi`ek`e^ gifZ\jj# Xe[ fYkX`ej kil\ ^cXjj fYa\Zkj Xj flkglk% 8ci\X[p i\jgfej`Yc\ ]fi k_\ Zi\Xk`fe f] k_\ Jle :lkk\i X jfcXi$\e\i^p cXj\i Zlkk`e^ dXZ_`e\ # BXpj\i `j ]lccp XnXi\ f] k_\ g_`cfjfg_`ZXc `dgXZk f] _`j gifa\Zk1 ĂˆK_fl^_ `k dXp efk gifm`[\ [\Ă”e`k`m\ Xejn\ij# k_`j \og\i`d\ek f]]\ij X jkXik`e^ gf`ek ]fi e\n i\Ă•\Zk`feÉ% I\Ă•\Zk`fe j`d`cXi kf n_Xk dljk _Xm\ Y\\e ^f`e^ k_ifl^_ k_\ d`e[ f] k_\ pfle^ @jiX\c` [\j`^e\i E`i D\`i`# n_f _Xj \ogcf`k\[ k_\ jXd\ XYle[XeZ\ f] jXe[ `e k_\ [\j\ik `e k_\ ;\j\ik Jkfid cXdg# n_fj\ c`^_k Æ ]ifd C<;j Æ jf]kcp Ă”ck\ij k_ifl^_ X jfc`[ jXe[ j_X[\# \e_XeZ`e^ k_\ Xdfig_flj `dX^\ f] k_\ `ii\^lcXi`k`\j `e k_\ d`o% <og\i`\eZ\ f] j\c]$gif[lZk`fe c`b\ k_\j\ j\\d kf kXb\ lj kfnXi[ n_Xk nXj \em`j`fe\[ Yp DXik`e ?\`[\^^\i# fe\ f] k_\ ^i\Xk\jk )'k_$ Z\eklip g_`cfjfg_\ij1 eXd\cp k_Xk k_\ ĂŠ]le[Ă‹# fi k_\ \Xik_ fe n_`Z_ n\ jkXe[# ]fccfn`e^ k_\ Yfle[c\jj \eXYc`e^ ZXlj\[ Yp k\Z_efcf^p Xe[ `kj ZXgXZ`kp kf `eĂ”ckiXk\ \m\ip[Xp c`]\# cfj\j `kj ĂŠ]le[Xd\ekXcĂ‹ ifc\ f] i\]\i\eZ\ kf Y\Zfd\ dXk\i`Xc \ek`i\cp ĂŠXk k_\ [`jgfj`k`feĂ‹ f] [\j`^e% ;\c`m\i`e^ kf lj Xe \Xik_ k_Xk _Xj e\m\i Y\\e jf i`Z_ `e [\j`^e gfk\ek`Xc# Xe[ jf cXZb`e^ `e ĂŠ]fle[Xk`feXcĂ‹ jkXY`c`kp% $ :Xgk`fe gX^% /( K_\ <e[c\jj Z_X`i Yp ;`ib mXe [\i Bff`a `j dX[\ ]ifd i\ZpZc\[ i\]i`^\iXkfij# k_ifl^_ Xe fi`^`eXc mXi`Xk`fe fe k_\ X[[`k`m\ gifZ\jj\j kpg`ZXc f] *; gi`ek`e^# fYkX`e\[ Yp i\gif^iXdd`e^ Xe fc[ `e[ljki`Xc dXZ_`e\ Y\cfn % Fe k_\ ]XZ`e^ gX^\1 k_\ ;\j\ik Jkfid cXdg Yp E`i D\`i`# dX[\ n`k_ dflc[\[ jXe[# `ife Xe[ C<;j% K_\ j_X[\# ifl^_ fe k_\ `ej`[\ Xe[ jdffk_ fe k_\ flkj`[\# \d`kj jf]k c`^_k k_Xk XZZ\eklXk\j k_\ Xdfig_flj [\j`^ej `e k_\ jXe[# \mfb`e^ k_\ `[\X f] k_\ [\j\ik g_fkf J_Xp 9\e <]iXp`d % $ :Xgk`fe gX^% /) 8Yfm\# k_\ Ă”ijk fYa\Zk Yp DXiblj BXpj\i `e [\j\ik jXe[ dX[\ Yp k_\ JfcXi J`ek\i# X dXZ_`e\ `e k_\ g_fkf Y\cfn# j\\e `e k_\ JX_XiX ;\j\ik e\Xi J`nX# <^pgk k_Xk gifZ\jj\j k_\ jXe[ k_ifl^_ *; gi`ek`e^# jkXik`e^ n`k_ X Ă”c\ Xe[ lj`e^ fecp jlec`^_k Xj `kj jfliZ\ f] \e\i^p g_fkf 8dfj =`\c[ I\`[ %

"/% 5)04& 8)0 g% /* Yp DX[[Xc\eX GX[fmXe` K_\p _Xm\ Z_fj\e j\c]$gif[lZk`fe ]fi \k_`ZXc i\Xjfej# fi Xggcp `k Xj X [\j`^e d\k_f[# fi \og\i`d\ek n`k_ `k Xj Xe Xck\ieXk`m\ kf `e[ljkip% K_\ \og\i`\eZ\j f] DXkk\f IX^e`# DXjj`d`c`Xef 8[Xd` Xe[ Jfe`X G\[iXqq`e`% 8j X *-'$[\^i\\ [\j`^e\i# nfib`e^ fe gif[lZkj Ylk Xcjf ZfigfiXk\ `dX^\ Xe[ jkiXk\^`\j# fe `eefmXk`fe Ylk Xcjf fe \k_`Zj# DXkk\f IX^e` `j fe\ f] k_\ dfjk Zfdgc\k\ Xe[ X[mXeZ\[ gifkX^fe`jkj f] Zfek\dgfiXip @kXc`Xe [\j`^e% ?`j ZfejkXek# ]\ik`c\ gif^i\jj# _X`c\[ `e )''( n`k_ X :fdgXjjf [Ă‹Fif nfe kf^\k_\i n`k_ _`j ]i`\e[ >`lc`f @XZZ_\kk` ]fi k_\ DfjZXi[`ef lk\ej`c # _Xj c\[ kf ZfccXYfiXk`fe n`k_ `dgfikXek ZfdgXe`\j# Xcjf `e k_\ ifc\ f] Xik [`i\Zkfi c`b\ k_\ i\Z\ek Xggf`ekd\ek n`k_ 8cg` # Ylk Xcjf kf X eldY\i f] ZfliX^\flj j\c]$gif[lZ\[ fg\iXk`fej% =fi IX^e`# gifa\Zkj Xi\ efk aljk ]fidXc \o\iZ`j\j# Ylk `[\Xj `e n_`Z_ _\ Ă”idcp Y\c`\m\j# kf k_\ gf`ek f] i`jb`e^ Xe[ `em\jk`e^ kf j\\ k_\d Y\Zfd\ i\Xc`kp% K_\ Ă”ijk \og\i`\eZ\# J`e\hlXefe# [Xk\j YXZb kf )''' Xe[ kf _`j gif]\jj`feXc gXike\ij_`g n`k_ @XZZ_\kk`# n`k_ n_fd _\ _X[ ]fle[\[ k_\ jkl[`f 8ifle[\j`^e% N`k_ >`lc`f# _\ _X[ [\j`^e\[ X Zfcc\Zk`fe f] ĂŠĂ•XkĂ‹ lk\ej`cj dX[\ n`k_ g_fkf$\kZ_\[ jk\\c# n_`Z_ Zflc[ Y\ ]fc[\[ Xe[ j_`gg\[% N_Xk cffb\[ c`b\ X [`m\ik`jj\d\ek XZklXccp `emfcm\[ XmXek$^Xi[\ k\Z_efcf^p Xe[ Xggc`\[ `e[ljki`Xc cf^`Z kf ĂˆX gf\k`Z k_fl^_k# ]Xi ]ifd \ogi\jj`fej kpg`ZXc f] k_\ nfic[ f] ZiX]kj fi XikÉ% K_`j Ă”ijk fg\iXk`fe nXj ]fccfn\[ Yp fk_\ij# `emfcm`e^ [`]]\i\ek kpgfcf^`\j Ylk j_Xi`e^ k_\ `[\X k_Xk [\j`^e ZXe ^iXek [`^e`kp kf Xep \m\ip[Xp lj\]lc fYa\Zk# Xe[ k_Xk Xe \eki\gi\e\li`Xc jg`i`k ZXe Y\ i\ZfeZ`c\[ n`k_ Xe \k_`ZXc m`j`fe f] [\j`^e Xe[ nfib1 Jf =Xi# Zi\Xk\[ n`k_ =\ieXe[f :feki\Xj Nff[# fe gXg\i `j X ZfdgXep ]fi k_\ [\m\cfgd\ek f] [\j`^e Zlckli\ `e @kXcp Xe[ :_`c\# Ylk `e giXZk`Z\ `k Y\Zfd\j X Z\iXd`Zj YiXe[ Y\ek fe `eefmXk`e^ Xe[ `dgifm`e^# k_ifl^_ j\i`Xc gif[lZk`fe# k_\ kiX[`k`feXc gifZ\jj\j f] nfibdXej_`g f] :_`c\Xe Xik`jXej2 JkiXk`mXi`# `e )'',# `j X Zfcc\Zk`fe f] mXj\j k_Xk i\ZpZc\j jZiXg ]ifd k_\ nfib`e^ f] ;lGfek :fi`Xe Xe[ Xggc`\j X kiX[`k`feXc nfib`e^ k\Z_e`hl\ Æ k_\ cXk_\ Æ kf X df[\ie dXk\i`Xc% K_`j Yi`e^j lj kf KfY\Lj# k_\ cXk\jk Z_Xcc\e^\# X gifa\Zk k_Xk ZXe Y\ jX`[ kf Y\ j\c]$gif[lZ\[# Ylk XZklXccp ^\kj XnXp ]ifd k_\ \eki\gi\e\li`Xc cf^`Z# Y\Zfd`e^ X dXe`]\jkf f] IX^e`Ă‹j k_`eb`e^% K_`j Zfcc\Zk`fe f] ZiX]k\[ nff[\e kfp ZXij `j YXj\[ fe X ]\n gi\Z`j\ mXcl\j1 k_\ `[\X f] i\jgfej`Yc\ Zfejldgk`fe# fi`\ek\[ kfnXi[j fYa\Zkj k_Xk cXjk `e k`d\2 \em`ifed\ekXc jljkX`eXY`c`kp2 k_\ `dgfikXeZ\ f] d\dfip kiXej]\ii\[ k_ifl^_ fYa\Zkj% Ăˆ@ nXj j`Zb f] k_\ dflekX`ej f] kfpj dX[\ `e :_`eX k_Xk `emX[\[ fli _flj\ X]k\i k_\ Y`ik_ f] <c`f Xe[ KfY`X2 X]k\i X ]\n _flij f] lj\ k_\p [\k\i`fiXk\[ `ekf gcXjk`Z Xe[ d\kXc i\]lj\# lj\c\jj Xe[ `dgfjj`Yc\ kf Ă”o% Jf n_\e X dX^Xq`e\ `em`k\[ d\ kf [\j`^e X ^`]k @ nflc[ c`b\ kf i\Z\`m\# @ k_fl^_k XYflk X jfc`[# `e[\jkilZk`Yc\ ZXi k_Xk Zflc[ Y\ gXjj\[ [fne ]ifd fe\ ^\e\iXk`fe kf k_\ e\ok% K_\ `[\X `dd\[`Xk\cp d\k n`k_ le\og\Zk\[ jlZZ\jj% GXi\ekj j\ek d\jjX^\j Xjb`e^ n_\i\ k_\p Zflc[ Ylp `k% Jf @ [\Z`[\[ kf gif[lZ\ k_\ Ă”ijk df[\cj dpj\c]# [\j`^e\[ Yp d\# >`lc`f Xe[ F[fXi[f =`fiXmXek`% K_\ c`e\ _Xj ^iX[lXccp ^ifne# k_Xebj kf k_\ ^\e\iflj Zfeki`Ylk`fej f] k_\ dfjk `dgfikXek @kXc`Xe [\j`^e\ijÉ% Jffe k_\ Zfcc\Zk`fe n`cc `eZcl[\ Xj dXep Xj ('' kfp ZXij# Xcc dX[\ Yp _Xe[ Yp Xe \og\ik ZiX]kjdXe `e 9i`XeqX jkXik`e^ n`k_ X YcfZb f] XifdXk`Z C\YXefe Z\[Xi nff[# XcnXpj f] k_\ jXd\ j`q\# j_Xg\[ n`k_ X j`e^c\ Zlk Xe[ k_\e \hl`gg\[ n`k_ dX_f^Xep n_\\cj% Kf^\k_\i# k_\ df[\cj n`cc ]fid k_\ \o_`Y`k`fe ('' KfY\Lj2 X Z_XeZ\ kf Z\c\YiXk\ Xe `dgfikXek# le\og\Zk\[ XZ_`\m\d\ek# Ylk Xcjf kf i\d\dY\i n_Xk DleXi` jX`[1 gcXp `j X j\i`flj Ylj`e\jj% DXjj`d`c`Xef 8[Xd` _Xj XcnXpj ]\ck c`b\ X [\j`^e\i% P\k dXep

C_In618_R_102_109_traduzioni.indd 108

^\eeX`f$]\YYiX`f )'() INTERNI Zi`k`Zj `e k_`j j\Zkfi k_`eb _\ `j fe\ f] k_\ m\ip ]\n @kXc`Xej# n`k_ _`j dXk\i`Z [\j`^e m`j`fe Xe[ _`^_cp dXelXc XggifXZ_# n_fj\ g\ijfeXc`kp ZXe Y\ ZfdgXi\[# fe Xe `ek\ieXk`feXc c\m\c# kf k_\ dfjk ]Xdflj efik_\ie <lifg\Xe \ogfe\ekj f] [\j`^e Xik% <m\e n_\e _\ [ifgj k_\ ^l`j\ f] k_\ `e[`\ gif[lZ\i Xe[ nfibj Xj Xe `e[ljki`Xc [\j`^e\i ]fi Y`^ dXel]XZkli\ij# 8[Xd` ZXeĂ‹k j\\d kf jkfg k_`eb`e^ n`k_ _`j _Xe[j% <m\ip `[\X _Xgg\ej `e k_\ nfibj_fg n_\i\ DXjj`d`c`Xef Zfe[lZkj \og\i`d\ekj# ZfejkilZkj# kXb\j k_`e^j XgXik Xe[ glkj k_\d YXZb kf^\k_\i% K_`j `j n_\i\ _\ `em\ekj k_\ cleXi ]lie`j_`e^j k_Xk \mfcm\ `e _`j ]Xdflj Zfcc\Zk`fe =fjj`c` Df[\ie`# Ylk k_`j `j Xcjf n_\i\ _\ Zfe[lZkj i\j\XiZ_ fe dXk\i`Xcj kf dXb\ e\n `e[ljki`Xc gif[lZkj% K_\ cXk\jk gifa\Zk ]fi I\Ă”e# ]fi \oXdgc\# `j X e\n `[\X f] Z\iXd`Z dfjX`Zj% 8[Xd`# Xj XcnXpj# jkXik\[ n`k_ k_\ dXk\i`Xc# eXd\cp X k`c\1 k_\ _Xe[c\[# fYj\im\[# jkl[`\[# Zfcfi\[# dXe`glcXk\[ `k% N_`c\ `e _`j gi\m`flj gifa\Zk k_\ `[\X ZXd\ ]ifd X ZiXZb# `e k_`j fe\ `k `j k_\ YXZb f] k_\ k`c\ k_Xk `e[`ZXk\[ X e\n jfclk`fe1 k_\ Z_XiXZk\i`jk`Z jkilZkli\ f] jhlXi\j Y\Zfd\j X ^iXg_`Z gXkk\ie kf Yi`e^ flk k_\ ^\fd\kip f] k_\ dfjX`Z# gcXp`e^ n`k_ k_\ Zfcfij Xe[ i\Ă•\Zk`fej f] Z\iXd`Z ^cXq\j% ?\ _Xj kXb\e X j`d`cXi XggifXZ_ `e 8cZXekXiX I\d`o2 _\i\ X^X`e# k_\ Z_Xcc\e^\ f] dXb`e^ k_\ knf$[`d\ej`feXc hlXc`kp f] k_\ dXk\i`Xc# 8cZXekXiX# \mfcm\ kfnXi[ k_i\\ [`d\ej`fej# d\Xek [\Ă”e`e^ X e\n \ogi\jj`m\ `[\ek`kp n`k_flk X[[`e^ j`^ej kf k_\ jli]XZ\# Xe[ n`k_flk kiXej]\ii`e^ k_\ `[\ek`kp f] Xefk_\i fYa\Zk% 8[Xd` _Xj ]fZlj\[ fe k_\ jZiXg ]ifd nfib`e^ n`k_ k_\ dXk\i`Xc# cXp\i`e^# gi\jj`e^# d`o`e^# ^cl`e^# dXb`e^ `k `ekf X jfc`[ k_Xk ZXe k_\e Y\ jc`Z\[% K_\ i\jlck `j X dXk\i`Xc k_Xk _Xj k_\ jXd\ hlXc`k`\j Xj 8cZXekXiX Ylk X Zfdgc\k\cp e\n cffb% K_Xebj kf k_\ gifa\Zkj [fe\ ]fi k_\j\ Xe[ fk_\i ZfdgXe`\j# DXjj`d`c`Xef ZXe Xcjf glijl\ _`j ^fXcj Xj X j\c]$gif[lZ\i% ?`j cXk\jk g`\Z\j Xi\ X j\i`\j f] cXdgj# Zfdd`jj`fe\[ Yp k_\ ^Xcc\i`jk DliiXp Dfjj ]fi Xe \o_`Y`k`fe `ejkXccXk`fe% Ăˆ=fi d\É# k_\ [\j`^e\i \ogcX`ej# Ăˆk_`j nXj Xe fggfikle`kp kf \og\i`d\ek n`k_ e\n ZfejkilZk`fe k\Z_e`hl\j# Xe[ kf \ogi\jj Xe `[\X f] c`^_k @ _X[ Y\\e k_`eb`e^ XYflk ]fi jfd\ k`d\% K_\ gifZ\jj Xcjf Yi`e^j jk`dlc` Xe[ `[\Xj k_Xk k_\e ^f `ekf dp lgZfd`e^ `e[ljki`Xc [\j`^e gifa\ZkjÉ% Jfe`X G\[iXqq`e` `j X kil\ `e[ljki`Xc [\j`^e\i# `e k_\ j\ej\ k_Xk j_\ _Xj jg\ek dXep p\Xij [\j`^e`e^ gif[lZkj ]fi dXjj gif[lZk`fe% Efk Z_X`ij Xe[ kXYc\j# Ylk kffk_Yilj_\j Xe[ fk_\i gif[lZkj [\jk`e\[ kf Y\ gif[lZ\[ Xe[ [`jki`Ylk\[ `e d`cc`fej f] le`kj% J_\ _Xj Xcjf nfib\[ fe gXZbX^`e^ ]fi dXep p\Xij# efk aljk Xj X [\j`^e\i Ylk Xcjf Xj k_\ Zi\Xkfi Xe[ Zffi[`eXkfi f] k_\ dX^Xq`e\ @dgXZbk# n_`Z_ lek`c cXjk p\Xi i\gi\j\ek\[ X i\Ă”e\[ kffc f] Zi`k`ZXc `em\jk`^Xk`fe f] k_\d\j `e k_`j Ă”\c[% 8 dXjj dXib\k \og\ik# n\ d`^_k jXp# Ylk k_`j p\Xi j_\ _Xj \d\i^\[ fe k_\ [\j`^e jZ\e\ `e X kfkXccp e\n ^l`j\1 k_Xk f] k_\ Zi\Xkfi Xe[ gif[lZ\i f] X Zfcc\Zk`fe f] [\ZfiXk`m\ ZXe[c\j ]fi k_\ _fd\# dX[\ `e c`d`k\[ \[`k`fej% K_\p Xi\ ZXcc\[ C\ DfiXe[`e\ Y\ZXlj\ k_\p Zfd\ ]ifd ZXi\]lc g_`cfcf^`ZXc i\j\XiZ_ fe k_\ nfib f] >`fi^`f DfiXe[`2 k_\`i ]fidj Xi\ i\d`e[\ij f] k_\ ]Xdflj jk`cc c`]\j Yp DfiXe[`# n_`c\ k_\`i Zfdgfj`k`feXc jZ_\d\j Æ i\gi\j\ek\[ Yp X gXkk\ie k_Xk jl^^\jkj [`]]\i\ek ZfeĂ”^liXk`fej dX[\ Yp k_\ lj\i Æ jld lg k_\ ZfeZ\gkj f] jgXZ\# c`^_k Xe[ dfm\d\ek \dgcfp\[ Yp k_\ Xik`jk kf XiiXe^\ k_\ fYa\Zkj `e _`j jZ\e\j% 8 i\Ă”e\[ gifa\Zk Jfe`X G\[iXqq`e` [\m\cfg\[ fm\i k\e p\Xij X^f# n_`Z_ k_\e i\dX`e\[ fe k_\ [iXn`e^ YfXi[ Y\ZXlj\ k_\ Zc`\ek n_f _X[ Zfdd`jj`fe\[ `k k_fl^_k `k nXj kff `ek\cc\ZklXc% Ăˆ8j Xe `e[ljki`Xc [\j`^e\iÉ# j_\ jXpj# Ăˆ@ _Xm\ XcnXpj XggifXZ_\[ k_\ [\j`^e f] X gif[lZk fe X ^cfYXc jZXc\# k_`eb`e^ XYflk k_\ gif[lZk`fe e\\[j f] k_\ ZfdgXep# Xe[ ]XZkfij f] [`jki`Ylk`fe% @ k_`eb `k `j `dgfikXek kf le[\ijkXe[ _fn k_\ nfic[ f] d\iZ_Xe[`j\ dfm\j2 fecp `e k_`j nXp ZXe pfl `[\ek`]p jgXZ\j Xe[ df[\j f] `ej\ik`fe% @ be\n k_Xk C\ DfiXe[`e\ nXj X e`Z_\ gif[lZk# Ylk @ jk`cc k_fl^_k `k Zflc[ nfib fe X Zfdd\iZ`Xc c\m\c% Jf @ [\Z`[\[ kf gif[lZ\ k_\ g`\Z\j dpj\c]% K_`j _Xj Y\\e X [\Z`[\[cp `ek\i\jk`e^ \og\i`\eZ\# fe\ @ k_`eb \m\ip [\j`^e\i j_flc[ kip1 `k ^iXekj dXo`dld ]i\\[fd f] \ogi\jj`fe# Ylk Xk k_\ jXd\ k`d\ `k glkj pfl `e kflZ_ n`k_ gifYc\dj Xe[ [peXd`Zj k_Xk [\k\id`e\ k_\ jlZZ\jj fi ]X`cli\ f] X gifa\Zk# Xe[ Xi\ Xcdfjk XcnXpj lebefne kf [\j`^e\ijÉ% $ :Xgk`fe gX^% /* Kf k_\ j`[\1 jfd\ df[\cj ]ifd k_\ KfY\Lj Zfcc\Zk`fe f] _Xe[dX[\ kfp ZXij# X j\c]$gif[lZk`fe gifa\Zk Yp DXkk\f IX^e`# `emfcm`e^ k_\ ZfccXYfiXk`fe f] ('' n\cc$befne [\j`^e\ij2 k_\ Zfcc\Zk`fe n`cc Xcjf ^`m\ ]fid# k_`j p\Xi# kf k_\ \o_`Y`k`fe ('' KfY\Lj% 9\cfn# ]ifd c\]k1 ^cXjj\j ]ifd k_\ N$<p\ c`e\ `e gcpnff[ n`k_ Xcld`e`ld Zfi\2 k_\ ĂŠCffb`e^ ]fi J\\[Ă‹ ZXig\k [\j`^e\[ ]fi Ef[lj2 k_\ M`^fi\cc` k`d\g`\Z\ ]fi Cfi\eq% $ :Xgk`fe gX^% /+ 9\cfn# fe\ f] k_\ Ă•ffi cXdgj i\Z\ekcp X[[\[ kf k_\ =fjj`c` Df[\ie` Zfcc\Zk`fe# X jpjk\d Zi\Xk\[ Yp DXjj`d`c`Xef 8[Xd` kf dXb\ ]lie`kli\ lj`e^ i\ZpZc\[ ZfekX`e\ij Xe[ fYa\Zkj Xe[ gfcpli\k_Xe\ ]fXd% 9\cfn# jfd\ f] k_\ gifa\Zkj [\m\cfg\[ Yp 8[Xd` ]fi `e[ljki`Xc gif[lZk`fe% =ifd c\]k1 9\j`[\ Z\iXd`Z dfjX`Z k`c\ ]fi I\Ă”e2 k_\ nfib I`Zfjkilq`fe\ Zi\Xk\[ ]fi Q\if[`j\^ef ]fi k_\ (,'k_ Xee`m\ijXip f] @kXc`Xe Le`Ă”ZXk`fe2 k_\ 8cZXekXiX I\d`o gifa\Zk ]fi 8cZXekXiX% $ :Xgk`fe gX^% /, 9\cfn# C\ DfiXe[`e\ ZXe[c\j Zfcc\Zk`fe# `ejg`i\[ Yp k_\ jk`cc c`]\j f] >`fi^`f DfiXe[`# X gifa\Zk \ek`i\cp j\c]$gif[lZ\[ Yp Jfe`X G\[iXqq`e` g_fkf DXkk\f @dYi`Xe` % 9\cfn# nfibj Yp k_\ [\j`^e\i ]fi `e[ljkip% =ifd c\]k1 @dgXZbk# X glYc`j_`e^ gifa\Zk Yp Jfe`X G\[iXqq`e` Xe[ DXiZf J\eXc[` ]fi <[`q`fe` ;Xk`mf )'')$)''0 2 MX[\d\Zld# kffk_Yilj_ ]fi ?\eb\c2 Zfjd\k`Zj gXZbX^`e^ ]fi DXb\ Lg =XZkfip%

%&4*(/ .: 8": g% /Yp Jk\]Xef DX]]\` =XY`f 9fikfcXe` `j X le`hl\ [\j`^e\i fe k_\ @kXc`Xe jZ\e\% ?\ _Xj \og\i`\eZ\[ Xk c\Xjk knf [\ZX[\j f] fli [\j`^e# Zfe[lZk`e^ fe^f`e^ i\j\XiZ_ k_Xk _Xj gXjj\[ k_ifl^_ [`]]\i\ek \og\i`\eZ\j# `dgfikXek YiXe[j# e\n kiXm\c`e^ ZfdgXe`fej% ?\ _Xj XcnXpj befne _fn kf ^iXjg# n`k_ Xe Xcdfjk d\kXg_pj`ZXc ^Xq\# k_\ i\Xc`kp f] k_\ fYa\Zkj k_Xk jliifle[ lj% 8cc k_`j nXj m`j`Yc\ `e k_\ jdXcc Ylk `eki`^l`e^ \o_`Y`k`fe \ek`kc\[ Dp NXp Xk k_\ ^Xcc\ip JlYXck\ief( `e D`cXe `e Efm\dY\i# X ^Xk_\i`e^ f] fYa\Zkj Xe[ gifa\Zkj Zi\Xk\[ ]fi jg\Z`ÔZ fggfikle`k`\j fi [li`e^ k_\ Zflij\ f] k_\ g\ijfeXc i\j\XiZ_ f] 9fikfcXe` fm\i k_\ p\Xij% Gi`mXk\ gif[lZk`fe# `e k_\ kil\ j\ej\ f] k_\ k\id# efli`j_\[ Yp k_fl^_kj XZk`mXk\[ ]fi \o_`Y`k`fej# fi jgi`e^`e^ ]ifd X g_pj`ZXc# dXk\i`Xc# [`i\Zk i\cXk`fej_`g n`k_ k_\ k_\d\ f] `e[`\ gif[lZk`fe# [\m\cfg\[ `e fYa\Zkj =XY`f _Xj Zi\Xk\[ ]fi _`dj\c]# fi ]fi Zc`\ekj n_f nXek\[ fe\$f]]j fi jdXcc \[`k`fej% Kf k\cc k_\ jkfip =XY`f jkX^\j X jdXcc Ôcd# Yifb\e [fne `ekf j`e^c\ ]iXd\j1 nXk\iZfcfij k_Xk eXiiXk\ _`j [\j`^e ^Xq\# ]fZlj`e^ Yp jlYkiXZk`fe fe k_\ `[\X f] k_\ Xik`]XZk% @dX^\j ]iXd\[ `e X j\i`\j f] j\c]$gif[lZ\[ \Zf$]iXd\j# jkXik`e^ n`k_ X ^Xq\ k_Xk o$iXpj i\Xc`kp Xe[ f]]\ij X jki`gg\[ [fne# gf\k`Z m\ij`fe f] `k `e Xe fi`^`eXc# le`hl\ Zfek`elld f] Xik# [\j`^e# ZiX]kj# `e[ljkip% 9fikfcXe` k_lj ZfejkilZkj X g\ijfeXc Yi`[^\ Y\kn\\e \p\ Xe[ _Xe[# X g\i]\Zk jpek_\j`j Y\kn\\e dXb\i Xe[ [\j`^e\i# kiXejcXk`e^ `e Xik`]XZkj _`j \og\ik`j\ ^X`e\[ `e k_\ Xk\c`\i$nff[nfib`e^ j_fg `e Jg`cXdY\ikf# e\Xi Df[\eX% ?\ `j X kil\ dXb\i# X j\c]$gif[lZ\i n_f `e Dp NXp i\m\Xcj _`j Zi\Xk`m\ Xe[

12/12/11 13.13


INTERNI ^\eeX`f$]\YYiX`f )'() g\ijfeXc YXZbjkX^\# X nfic[ f] [iXn`e^j# gifa\Zkj# fYa\Zkj# gifkfkpg\j# fe\$f]]j Xe[ c`d`k\[ \[`k`fej k_Xk Y\Xi n`ke\jj kf fe^f`e^# fYj\jj`m\# gXjj`feXk\ \og\i`d\ekXk`fe% K_`j `j k_\ d\Xe`e^ f] k_\ j\i`\j f] c`d`k\[$\[`k`fe ]lie`j_`e^j [\j`^e\[ ]fi <d`c`f DXqqfc`# k_\ n\cc$befne @kXc`Xe Xik [\Xc\i2 _`j DXqqfc` :_X`ij Xe[ 9\eZ_ i\d`e[ lj# k_ifl^_ X\jk_\k`Z Xe[ ZfeZ\gklXc X]Ôe`k`\j# f] k_\ i\j\XiZ_ Xe[ \og\i`d\ekXk`fe f] X ^i\Xk Xik`jk c`b\ ;feXc[ Al[[% K_\ jXd\ Xkk`kl[\ `j Xcjf \ogi\jj\[# `e c`e^l`jk`Z Xe[ dXk\i`Xc k\idj# `e _`j i\Z\ek# k`d\c\jj nfib ]fi CXgXcdX1 n`k_ k_\ >`if jkffc# dX[\ n`k_ X jk\\c ]iXd\ Xe[ X Z`iZlcXi fXb j\Xk YcXZb fi n_`k\ # =XY`f kXb\j lj YXZb kf k_\ \c\^XeZ\ Xe[ j`dgc`Z`kp f] df[\ie`jk XiZ_\kpg\j% K_`j ZXe Xcjf Y\ j\\e `e k_\ :fek`elld Ôo\[$_\`^_k jkffc# ZfejkilZk\[ n`k_ i\ZkXe^lcXi klY`e^# n_`Z_ k_ifl^_ X Zfek`elflj Y\e[ Zi\Xk\j k_\ ]leZk`feXc [\kX`c f] k_\ ]ffki\jk% N`k_ k_\j\ gifa\Zkj# 9fikfcXe` i\Xc`^ej X j\i`\j f] XiZ_\kpg\j f] `e[ljki`Xc [\j`^e k_Xk Y\cfe^ kf fli Zfcc\Zk`m\ d\dfip `e X Zfek\dgfiXip nXp% 9lk _\ [f\j `k n`k_ le`hl\# ZfejkXek# i\Zf^e`qXYc\ [\j`^e j\ej`k`m`kp% N`k_ jc\e[\i Yilj_jkifb\j kf gX`ek Xe[ `dX^`e\# `e jlZZ\jj`m\ ZfXkj# k_\ nfic[ k_Xk jliifle[j lj% ?`j nXp% $ :Xgk`fe gX^% /- K_\ =XYYi`ZX[` nXk\iZfcfi# `e k_\ \o_`Y`k`fe È=XY`f 9fikfcXe`% Dp NXpÉ# _\c[ `e Efm\dY\i Xk k_\ ^Xcc\ip JlYXck\ief( `e D`cXe% 9\cfn# knf gif[lZkj [\j`^e\[ Yp =XY`f 9fikfcXe` ]fi CXgXcdX1 c\]k# k_\ >`if jkffc n`k_ jk\\c ]iXd\ Xe[ fXb j\Xk2 i`^_k# k_\ :fek`elld jkffc# n`k_ X j\Xdc\jj klYlcXi jk\\c Z_Xjj`j Xe[ fXb j\Xk% $ :Xgk`fe gX^% /. I`^_k# ]ifd kfg1 DXqqfc` :_X`i c`d`k\[ \[`k`fe# j\c]$gif[lZ\[ 2 k_\ Zfcc\Zk`fe f] \Zf$]iXd\j# dX[\ n`k_flk ^cl\# lj`e^ \cXjk`Z YXe[j# j_fne fe k_\ DXqqfc` :_X`i2 [\kX`c f] Xe fg\e \Zf$]iXd\ c`d`k\[ \[`k`fe# j\c]$gif[lZ\[ % 9\cfn1 k_\ nXk\iZfcfi Dp NXp n`k_ X j_fik _Xe[ni`kk\e k\ok Yp =XY`f 9fikfcXe` kf `ekif[lZ\ _`j \o_`Y`k`fe Dp NXp%

*/WJFX

.0#*-& */5&3*034 g% // k\ok <ei`Zf C\feXi[f =X^fe\ N`k_ Xe `eZi\Xj\[ ]fZlj fe k_\ `ek\i`fi# j\\e Xj k_\ dX`e gcXZ\ f] `ek\iXZk`fe Y\kn\\e k_\ lj\i Xe[ k_\ m\_`Zc\# k_\ cXk\jk ZXi [\j`^e gifgfjXcj Yi`e^ [fd\jk`Z _XY`kXk df[\cj `ekf k_\ XlkfdfY`c\% K_\ \mfclk`fe f] ZXij# `e [\j`^e k\idj# _Xj ^fe\ k_ifl^_ X iX[`ZXc dlkXk`fe fm\i k_\ cXjk kn\ekp p\Xij% @e k_\ gXjk k_\ dXb\i f] k_\ Yf[pnfib Æ Xe[ k_\e k_\ jkpc`jk# gi`fi kf k_\ ZXi [\j`^e\i Æ nXj `e Z_Xi^\ f] ]fidXc Z_XiXZk\i`jk`Zj# Xe[ k_\ ]fZlj nXj fe k_\ flk\i gifÔc\% @e k_\ (0/'j# fe k_\ fk_\i _Xe[# k_\ ]fZlj j_`]k\[ kfnXi[ k_\ `ek\i`fi f] k_\ m\_`Zc\% Dfi\ i\Z\ekcp# k\Z_efcf^`ZXc `eefmXk`fe Xe[ Z_Xe^`e^ i\hl`i\d\ekj f] lj\ `e Zi`k`ZXc Zfe[`k`fej Æ g\idXe\ek kiX]ÔZ# cfe^\i [`jkXeZ\j# cfe^\i Zfddlk\ k`d\j Æ _Xm\ c\[ kf n_Xk d`^_k Y\ ZXcc\[ X k_`i[ g_Xj\# eXd\cp k_Xk f] ^i\Xk\i `ek\iXZk`fe n`k_ k_\ m\_`Zc\ `kj\c]# n`k_ Xe \p\ fe n\ccY\`e^ Xe[ k_\ dlck`gc`ZXk`fe f] [\m`Z\j XmX`cXYc\ kf [i`m\ij Xe[ gXjj\e^\ij% K_\ `ej`[\ f] k_\ ZXi _Xj k_lj Y\Zfd\ k_\ dX`e ÊgcXZ\Ë f] `ek\iXZk`fe Y\kn\\e k_\ lj\i Xe[ k_\ m\_`Zc\# X jgXZ\ \hl`gg\[ kf jlggcp dXo`dld ]leZk`feXc iXe^\ Xe[ _`^_\i c\m\cj f] Zfd]fik Xe[ jX]\kp# XZk`m\ Xe[ gXjj`m\# Xj ZfdgXi\[ kf ZXij f] gi\m`flj ^\e\iXk`fej% K_\ \mfclk`fe f] \c\Zkife`Z jpjk\dj# ]ifd Zfekifc f] k_\ dX`e d\Z_Xe`ZXc gXikj kf eXm`^Xk`fe [\m`Z\j Xe[ n\Y Zfddle`ZXk`fej# _Xj Xck\i\[ k_\ df[\j Xe[ i`klXcj f] X jpdY`fk`Z i\cXk`fej_`g Y\kn\\e k_\ lj\i Xe[ k_\ m\_`Zc\# X i\cXk`fej_`g f] Zfdgc\o [peXd`Zj Xe[ ZfeefkXk`fej% K_`j c\X[j kf k_\ ZfejkXek kiXej]\i f] df[\cj ]ifd [`]]\i\ek _XY`kXk Zfek\okj1 `ek\i`fij ZfeZ\`m\[ Xj Õ\o`Yc\ jgXZ\j# Yfiifn\[ ]ifd fk_\i [\j`^e XdY`kj# [\m\cfg\[ k_ifl^_ X[mXeZ\[ kffcj kf \ok\e[ fg\iXk`m\ fgk`fej% =ifd `ek\cc`^\ek jpjk\dj f] `ek\^iXk`fe f] m\_`Zc\j n`k_ ifX[ `e]iXjkilZkli\j e\Xicp i\X[p kf kXb\ k_\ gcXZ\ f] k_\ [i`m\i Y\_`e[ k_\ n_\\c # kf k_\ Xggc`ZXk`fe f] e\n dXk\i`Xcj Xe[ k\Z_efcf^`\j `e k_\ ZfejkilZk`fe f] Xlkf Yf[`\j Xe[ Zfdgfe\ekj# k_\ nfic[ f] ZXi [\j`^e j\\dj kf Y\ `e X g_Xj\ f] fe^f`e^ k\Z_efcf^`ZXc Xe[ ]fidXc \mfclk`fe n_fj\ dX`e ^fXc `j kf Ôe[ Xe fi`^`eXc X\jk_\k`Z [`d\ej`fe k_Xk jkXe[j flk ]fi k_\ \dfk`feXc Xe[ i\cXk`feXc [peXd`Zj `k `j ZXgXYc\ f] XZk`mXk`e^% Gifkfkpg\j Xe[ ZfeZ\gk ZXij @e k_\ cXk\jk gifgfjXcj j\\e Xk dfkfi j_fnj `e =iXeb]lik Xe[ Kfbpf# n\ ZXe j\\ Xe \]]fik kf `[\ek`]p X e\n g_pj`f^efdp# kf Zi\Xk\ Xe `dX^\ f] k_\ XlkfdfY`c\ Zfej`jk\ek n`k_ k_\ e\n jZ\eXi`fj `dgfj\[ Yp k_\ k_\d\j f] jljkX`eXY`c`kp Xe[ gifk\Zk`fe f] \em`ifed\ekXc i\jfliZ\j# n_`c\ Xcjf X`d`e^ kf ^lXiXek\\ dXo`dld \]ÔZ`\eZp Xe[ `ek\^iXk`fe n`k_ k_\ Zfek\ok f] lj\% :feÔidXk`fe f] k_`j ^\e\iXc ki\e[ Zfd\j ]ifd k_\ [\j`^e\ij Xe[ k\Z_e`Z`Xej f] k_\ dXafi XlkfdXb\ij# n_f le[\ic`e\ k_\ X[fgk`fe f] X Ê_fc`jk`ZË XggifXZ_# X n`[\i m`j`fe f] gifYc\dj X`d\[ Xk `[\ek`]p`e^ kilcp `eefmXk`m\ Zfek\ekj% K_`j nXp f] k_`eb`e^ XYflk ZXij kf[Xp `j jf n`[\jgi\X[ k_Xk k_\ [\j`^e\ij f] :`kif e ZXe ZcX`d k_Xk k_\ \og\i`\eZ\ f] k_\ aflie\p j_flc[ Y\ Xj \dfk`feXccp \e^X^`e^ Xj Xii`mXc Xk k_\ [\jk`eXk`fe% N_`c\ KlY`b# k_\ cXk\jk ZfeZ\gk gi\j\ek\[ Yp :`kif e `e =iXeb]lik# gifgfj\j X i\fi^Xe`qXk`fe f] k_\ `ek\i`fi kf ]Xmfi ^i\Xk\i Zfd]fik Xe[ fgk`d`q\[ lj\ f] XmX`cXYc\ jgXZ\ Æ XZZ\eklXk\[ Yp k_\ cXi^\ cXk\iXc [ffi k_Xk fZZlg`\j Xcdfjk k_\ \ek`i\ j`[\ Æ I\eXlck ki`\j kf \ogcfi\ e\n ]fidXc gfjj`Y`c`k`\j kf Zi\Xk\ Ê]lkli`jk`ZË `ek\i`fij k_Xk X[Xgk Õ\o`Ycp kf e\n# \mfcm\[ k\Z_efcf^`ZXc [\m`Z\j% =ifd k_\ mfcld\j f] I$JgXZ\# n_fj\ `ek\i`fij _Xm\ Y\\e ZfeZ\`m\[ jkXik`e^ n`k_ k_\ jgXk`Xc df[lcXk`fej k_Xk ZXe Y\ fYkX`e\[ Yp Ôcc`e^ fi \dgkp`e^ k_\ `ek\i`fi n`k_ jf]k jfc`[j kf ZfeÔ^li\ k_\ \i^fefd`Z XiiXe^\d\ek f] gXjj\e^\ij Xe[ cl^^X^\# kf k_\ k_i\X[\[ gXkk\iej f] k_\ j\Xkj# [Xj_ Xe[ [ffi gXe\cj f] :Xgkli2 ]ifd k_\ j`elflj# cld`e\jZ\ek B\mcXi jli]XZ\j f] ;\Q`i kf k_\ kpg`ZXccp [fd\jk`Z Ôe`j_`e^j f] =i\e[qp Æ k_\ fi`^`eXc dlck`lj\ d`e`mXe \hl`gg\[ n`k_ dXep [\m`Z\j k_Xk `ek\iXZk n`k_ kiX]ÔZ Xe[ ifX[ `e]iXjkilZkli\j# Xj n\cc Xj X jfik f] YfXi[$dfe`kfi k_ifl^_ n_`Z_ kf kiXejd`k `e]fidXk`fe kf k_\ flkj`[\ nfic[ Æ k_\ ZfeZ\gkj Zi\Xk\[ Yp k_\ =i\eZ_ ZfigfiXk`fe Y\Xi n`ke\jj kf X m`kXc`kp k_Xk j\\dj kf Y\ X Y`k Xk f[[j n`k_ k_\ gi\j\ek \Zfefd`Z jcldg f] k_\ n_fc\ Xlkf j\Zkfi% K_\ XlkfdfY`c\# Y\kn\\e jpdYfc`Z \mfclk`fe Xe[ k\Z_efcf^`ZXc `eefmXk`fe 8 [`]]\i\ek Ylk \hlXccp j`^e`ÔZXek `[\X# k_Xebj kf `kj \mfZXk`m\# `ife`Z XggifXZ_# `j k_Xk f] 9XdYff# k_\ m\_`Zc\ gifgfj\[ Yp I`ejg\\[# Xe `e[\g\e[\ek Jn`jj ZfdgXep k_Xk _Xj Y\\e dXb`e^ gifkfkpg\j Xe[ \og\i`d\ekXc ZfeZ\gk ZXij ]fi p\Xij% :feZ\`m\[ kf Yi`e^ YXZb k_\ i\Zi\Xk`feXc j`[\ f] dfkfi`e^# Xe[ `ejg`i\[ Yp Z\ikX`e jg\Z`Xc m\ij`fej YXj\[ fe ]Xj_`feXYc\ df[\cj# \jg\Z`Xccp `e k_\ (0.'j Æ n`k_ jl`kXYc\ lg[Xk\j `e k\idj f] gifglcj`fe \c\Zki`Z Xe[ Yf[pnfib jpek_\k`Z Xe[ efn i\ZpZcXYc\ Xj n\cc Æ 9XdYff dXb\j Xe \ogc`Z`k Xgg\Xc kf k_\ jpdYfc`Z j`[\ f] ZXij# kf i\Zflg k_Xk Xek_ifgfcf^`ZXc Xe[ jfZ`Xc`q`e^ [`d\ej`fe k_Xk _Xj Y\\e cfjk# g\i_Xgj# Xe[ j\kk`e^ Xj`[\ Xcc fk_\i ZfeefkXk`fej `e ]Xmfi f] [`i\Zk \eafpd\ek% K_\ i\j\XiZ_ f] 9DN dfm\j `e Xefk_\i [`i\Zk`fe# Zfek`el`e^ Xcfe^ k_\ k\Z_efcf^`ZXc gXk_ f] k_\ jkl[p f] Xck\ieXk`m\ \c\Zki`Z gifglcj`fe jpjk\dj# Zfii\cXk\[ n`k_ X dlkXk`fe

C_In618_R_102_109_traduzioni.indd 109

*/TFSWJDF 53"/4-"5*0/4

f] k_\ jkilZkliXc Xe[ dXk\i`Z Z_XiXZk\i`jk`Zj f] k_\ m\_`Zc\# kf XZ_`\m\ k_\ _`^_\jk gfjj`Yc\ c\m\cj f] \]ÔZ`\eZp% K_\ `* Xe[ `/# gifkfkpg\j f] \c\Zki`Z m\_`Zc\j# j\k e\n k\idj f] gfjj`Yc\ ZfdgXi`jfe# jkXik`e^ n`k_ k_\ j\gXiXk`fe f] k_\ k\Z_efcf^`ZXc gcXk]fid Zfdgfj\[ f] k_\ \e^`e\$kiXejd`jj`fe$YXkk\ip jpjk\d# n`k_ i\jg\Zk kf k_\ ]iXd\ Xe[ Z_Xjj`j# [\j`^e\[ Xe[ \e^`e\\i\[ kf X[Xgk kf X[mXeZ\[ dXel]XZkli`e^ gifZ\[li\j `emfcm`e^ n`[\jgi\X[ lj\ f] :=IG# ÈZXiYfe ÔY\i i\`e]fiZ\[ gcXjk`ZjÉ% K_\j\ jg\Z`ÔZ gifZ\[li\j Xi\ YXj\[ fe k_\ lj\ f] ZXiYfe ÔY\i `dd\ij\[ `e X dXki`o f] gcXjk`Z i\j`e # n`k_ \m`[\ek X[mXekX^\j `e k\idj f] c`^_ke\jj Xe[ jkXY`c`kp% =fi \hlXc jkilZkliXc ]leZk`fe`e^# k_\ dXk\i`Xc n\`^_j aljk ,' n`k_ i\jg\Zk kf kiX[`k`feXc jk\\c df[\cj% @k i\j`jkj Zfiifj`fe# XZ`[j Xe[ fi^Xe`Z jfcm\ekj# jf `k cXjkj dlZ_ cfe^\i k_Xe d\kXc% @k i\dX`ej m\ip jkXYc\ `e Xcc Zc`dXk\ Zfe[`k`fej# n`k_ m\ip jc`^_k [\]fidXk`fej \m\e n_\e jlYa\Zk\[ kf \oki\d\ k\dg\iXkli\ Z_Xe^\j% 8ZZfi[`e^ kf 9DN# k_\ jkl[p f] k_\j\ k\Z_efcf^`\j ZXe c\X[ kf ^i\Xk gif[lZk`m\ Õ\o`Y`c`kp# k_Xebj kf `eZi\Xj`e^cp XZZliXk\ Xggc`ZXk`fe d\k_f[j k_Xk n`cc dXb\ `k gfjj`Yc\ kf [`jki`Ylk\ Xe[ fi`\ek k_\ ÔY\ij `e Xe \]]\Zk`m\ nXp# [\m\cfg`e^ gi\$]fid`e^ k\Z_e`hl\j k_Xk n`cc dXb\ ZXiYfe Yf[p gXikj Zfdg\k`k`m\# `eZcl[`e^ cXi^\ jli]XZ\j fk_\in`j\ gif[lZ\[ fecp `e Xcld`e`ld fi j_\\k jk\\c# Ylk Xk j`^e`ÔZXekcp _`^_\i Zfjkj% K_\ [`jgcXp f] k_\ k\Z_e`ZXc Xe[ ZfejkilZk`m\ Zfek\ek k_\ Xlkf `e[ljkip `j efn ZXgXYc\ f] XZ_`\m`e^ Xcjf j\\dj kf Y\ fe\ k_\d\ f] k_\ cXk\jk Zi\Xk`fe f] JdXik# k_\ =fim`j`fe# X ZfdgXZk ZXi gifkfkpg\ k_Xk \ogcfi\j k_\ dfig_fcf^`ZXc \mfclk`fe f] k_\ jlZZ\jj]lc Z`kp ZXi# ]ifd n_`Z_ `k _Xj `e_\i`k\[ k_\ ljlXc j`q`e^# Xj n\cc Xj X g\ijfeXc`q\[ cffb% =ifd i\j\XiZ_ kf gif[lZk`fe J_`]k`e^ fli mXekX^\ gf`ek ]ifd gifkfkpg\j kf dXjj gif[lZk`fe# n_\i\ \m\ip Zi\Xk`m\ `dglcj\ _Xj kf Zfd\ kf ^i`gj n`k_ k_\ jkiXk\^`\j Xe[ cf^`Zj `dgfj\[ Yp dXZ_`e\j Xe[ dXib\kj# ZfeÔidXk`fe f] X e\n nXm\ f] m`kXc`kp Zfd\j ]ifd k_\ e\n =`Xk GXe[X% =fZlj\[ fe ljXY`c`kp# k_\ k_`i[ ^\e\iXk`fe f] k_`j jlZZ\jj]lc df[\c ki`\j kf [\dfejkiXk\ k_\ Zfddle`ZXk`m\ mXcl\ f] X [\j`^e ZXgXYc\ f] \ogi\jj`e^ X efe$Xefepdflj g_pj`f^efdp# n`k_ X gfj`k`m\ i\klie kf X gi`dXi`cp ]leZk`feXc [`d\ej`fe% 8j IfY\ikf >`fc`kf# [\j`^e [`i\Zkfi f] =`Xk# gf`ekj flk# k_\ gifa\Zk ]fi k_\ e\n GXe[X \ogi\jj\j X e\n Zfek\dgfiXip ZfeZ\gk k_Xk XjjfZ`Xk\j k_\ ZXi n`k_ X g\ijfeXc# i\Zf^e`qXYc\ `[\ek`kp Xe[# Xk k_\ jXd\ k`d\# \eafpXYc\ lj\% K_\ ^fXc# k_\e# `j kf j\k e\n k\idj f] `em\jk`^Xk`fe# Yfk_ ]ifd X Ê[\j`^eË m`\ngf`ek Xe[ kf Zfee\Zk Zfek\okj k_Xk Xi\ XggXi\ekcp m\ip [`jkXek ]ifd fe\ Xefk_\i# c`b\ k_Xk f] k_\ XlkfdfY`c\ Xe[ kiXejgfikXk`fe n`k_ i\jg\Zk kf k_Xk f] k_\ [fd\jk`Z _XY`kXk# Xe[ k_\ le`m\ij\ f] ]Xj_`fe# m`X k_\ Yp$efn `e[`jg\ejXYc\ hl\jk`fej f] \e\i^p Xe[ \em`ifed\ekXc gifk\Zk`fe% K_`j g\ijg\Zk`m\ j\\dj jl`kXYc\ kf `[\ek`]p e\n [\j`^e Zlii\ekj# Ylk Xcjf kf `ek\igi\k gfj`k`m\ i\cXk`fej_`gj Xe[ e\n df[\j f] lj\1 k_\ ZXi Xj Xe `e[`jg\ejXYc\ kffc f] dfY`c`kp# k_\ Êd`iifiË Xe[ Êd\XejË f] c`]\jkpc\ _XY`kj# Y\_Xm`fij Xe[ Xcjf f] ZfekiX[`Zk`fej# Ylk Xcjf gleZklXc ZfeÔidXk`fe f] fe^f`e^ k\Z_efcf^`ZXc \mfclk`fe# k_\ Xlk_\ek`Z \dYc\d Æ Xj k_\ g_`cfjfg_\i IfcXe[ 9Xik_\j f]k\e i\g\Xk\[ Æ f] fli k`d\% $ :Xgk`fe gX^% // I\eXlck :Xgkli# gifkfkpg\ f] X _`^_$g\i]fidXeZ\ Zifjjfm\i m\_`Zc\# )'((% K_\ ZXiYfe ÔY\i Z_Xjj`j g\id`kj `ejkXccXk`fe f] X Zfdgc\k\cp i\dfmXYc\ iff] Xe[ ^lXiXek\\j jkilZkliXc jki\e^k_% K_\ `ek\i`fi `j `e k_\ jXd\ Zfcfi Xj k_\ flk\i Yf[p# Xe[ ]\Xkli\j df[lcXi \cXjk`Z j\Xk`e^ Zfee\Zk\[ kf k_\ Z\ekiXc Zfejfc\% $ :Xgk`fe gX^% 0( I`^_k1 I\eXlck ;\Q`i# gifkfkpg\ f] X ZXi ]fi knf g\ijfej# \c\Zki`Z ((' bn dfkfi# Yf[pnfib `e Zfdgfj`k\ dXk\i`Xcj# B\mcXi gXikj# )'((% =XZ`e^ gX^\1 JdXik =fim`j`fe# gifkfkpg\# )'((% K_\ jkilZkli\ f] k_\ iff] ZfekX`ej X jpjk\d f] g_fkfmfckX`Z _\oX^feXc Z\ccj ]fi i\Z_Xi^`e^ k_\ YXkk\i`\j# Xe[ Xe FC<; c`^_k`e^ jpjk\d fi^Xe`Z c`^_k$\d`kk`e^ [`f[\j % $ :Xgk`fe gX^% 0) 9\cfn1 [\kX`c f] k_\ `ek\i`fi f] k_\ 9DN `*# ]fli$[ffi ZXi gifkfkpg\# n`k_ \c\Zki`Z dfkfi Xe[ Yf[pnfib `e i\`e]fiZ\[ ZXiYfe ÔY\i :=IG # )'((% @e k_\ fm\iXcc m`\n# k_\ 9DN `* i`^_k `j j\\e Y\j`[\ k_\ 9DN `/ c\]k # gifkfkpg\j f] \c\Zki`Z Xe[ _pYi`[ ZXij# n`k_ _pYi`[ dfkfi Xe[ Yf[pnfib n`k_ gXikj `e i\`e]fiZ\[ ZXiYfe ÔY\i :=IG # )'((% ;iXn`e^j ]fi k_\ e\n GXe[X# gif[lZk`fe df[\c# =`Xk >iflg 8lkfdfY`c\j# )'((% 8Yfm\1 :`kif e KlY`b# e`e\$j\Xk\i m\_`Zc\ gifkfkpg\# _pYi`[ dfkfi# )'((% K_\ j\Xkj# XiiXe^\[ `e k_i\\ ifnj Xe[ \hl`gg\[ n`k_ Yl`ck$`e _\X[i\jkj# Xi\ [\j`^e\[ ]fi dXo`dld Õ\o`Y`c`kp%

*/QSPEVDUJPO

800% .00% g% 0+ Yp BXki`e :fjj\kX ;\j`^e \ogi\jj\j X e\n g_Xj\ f] `ek\i\jk `e nff[# `e Xe leljlXc d\\k`e^ Y\kn\\e `e[ljki`Xc [\j`^e Xe[ Ôe\ ZiX]kjdXej_`g% K\Z_ef `ecXpj# eld\i`ZXccp Zfekifcc\[ dXZ_`e\j# Ylk Xcjf ifl^_ Xe[ i\ZpZc\[ nff[# Zcfj\ kf k_\ gf\k`Zj f] k_\ fYa\k kiflm % $ :Xgk`fe gX^% 0+ IXpdfe[ KXYc\% KXYc\ dX[\ Yp k_\ @jiX\c` [\j`^e\i ;Xm`[ 8dXi n`k_ nfibj`k\ YfXi[j Xe[ d\kXc ZcXdgj% 8k >Xcc\i`X IfjjXeX FicXe[`% Gf_ GXkZ_nfib FmXc ?\d`jg_\i\ Yp IXg_X\c EXmfk ]fi :Xgg\cc`e`# Y\eZ_ dX[\ n`k_ X gXkZ_nfib f] fc[ Xe[ e\n iXn nff[ g`\Z\j# Xjj\dYc\[ XZZfi[`e^ kf X Zfdglk\i$^\e\iXk\[ jZ_\d\ j\ek kf X eld\i`ZXccp Zfekifcc\[ dXZ_`e\ k_Xk Zlkj k_\ ]fid `e k_i\\ [`d\ej`fej% Gifkfkpg\% $ :Xgk`fe gX^% 0- C\]k1 k_\ GX\jX^^` @kXc`Xe` ZXY`e\k Yp DXjj`df Dfifqq` ]fi <[iX# i\`ek\igi\k\[ Yp =iXeZ\jZf 9`e]Xi n`k_ X jfc`[ Zlk dX_f^Xep [ffi Xe[ YXib fe k_\ flk\i j`[\j% 9\cfn1 C\ 9li\Xl [\ GXfcf Yp JXd 9Xife ]fi J\Zfe[fd\ <[`q`fe`# [\jb n`k_ [iXn\ij Yl`ck `ekf k_\ c\^j# dX[\ `e mXie`j_\[ dXi`e\ k\Xb Yp dXjk\i j_`gYl`c[\ij% <[`k`fe f] / g`\Z\j% $ :Xgk`fe gX^% 0. Nff[j Yp ? Zkfi J\iiXef ]fi 8iklif 8cmXi\q# _Xe^`e^ cXdg n`k_ j_X[\ Zfdgfj\[ f] YXij f] Y`iZ_ ]ifd Zfekifcc\[ ]fi\jkj% <e\i^p jXm`e^ c`^_k jfliZ\% $ :Xgk`fe gX^% 00 =XZ`e^ gX^\# ]ifd kfg1 8\` Yp :_` N`e^ Cf ]fi >`fi^\kk`# Zfejfc\ `e :XeXc\kkf nXcelk n`k_ [iXn\i Xe[ Z`iZlcXi kiXp Yl`ck `ekf k_\ kfg% 9\cfn1 FdX^^`f Yp Ef ;lZ_Xl]fli$CXniXeZ\ ]fi :\ZZfkk`# [\jb n`k_ jfc`[ 8d\i`ZXe nXcelk jkilZkli\# [iXn\i le`k n`k_ ]fli [iXn\ij# `eZcl[`e^ fe\ `e dXgc\# ^cXjj kfg% @e k_\ YXZb^ifle[1 Cfj Yp ? Zkfi <jiXn\ ]fi G`in`# Y`iZ_ gcpnff[ jZi\\e `e X iXe^\ f] Ôe`j_\j% ;\kX`c f] k_\ jkilZkli\ f] KXikXe K Yp =\iilZZ`f CXm`Xe` ]fi <dd\dfY`c`# i\ZkXe^lcXi kXYc\ Zfdgfj\[ f] gXe\cj f] gcpnff[# j_Xg\[ Yp `ek\icfZb`e^# n`k_ X iXe^\ f] nff[ m\e\\ij% <okiXZc\Xi ^cXjj kfg% $ :Xgk`fe gX^% ('' I`^_k1 @ecXp# Yp k_\ =ifek ^iflg ]fi Gfiif# Zi\[\eqX n`k_ `ecX`[ nff[\e ]ifek ]fi X *; \]]\Zk# Zfdgfj\[ f] ]fli [`]]\i\ek eXkliXc fXb kfe\j% :\ek\i1 Q\if :f[\ Yp Dfi\cXkf# _Xe^`e^ df[lc\ ]ifd k_\ Zfdgfe\ek jpjk\d f] k_\ jXd\ eXd\# n`k_ jkilZkli\ `e Z_\iip# [ffij n`k_ jki`gj k_Xk ]fid ÊZf[\jË f] [`]]\i\ek nff[j nXcelk# dXgc\# Z_\iip# klc`g % ;\j`^e :\ekif I`Z\iZ_\ D88D% 9\cfn1 K_lk_l Yp GXkkp Af_ejfe ]fi DXY\f# kXYc\j Xe[ jkffcj `e GXe^X GXe^X# DXjXjX# DlbnX fi n_`k\ fXb# Xcjf n`k_ jki`g\[ gX`ek Ôe`j_% $ :Xgk`fe gX^% ('( 8idX[`ccf Yp Cl`j <jcXmX Jkl[`f ]fi CQ=# _Xe^`e^ cXdg n`k_ j_X[\ `e ÊjZXc\jË f] 9fc`mXi 9cXeZf nff[%

12/12/11 13.13


gennaio-febbraio 2012 INTERNI

110 / INservice INdirizzi

AGAPE srl Via Pitentino 6 46037 GOVERNOLO DI RONCOFERRARO MN Tel. 0376250311 Fax 0376250330 www.agapedesign.it www.agapecasa.it info@agapedesign.it ALAPE GMBH Am Gräbicht 1 - 9 D GOSLAR 38644 Tel. +4953215580 Fax +495321558400 www.alape.com info@alape.de Distr. in Italia: MARQUARDT sas Via G. Leopardi 14 20019 SETTIMO MILANESE MI Tel. 0233512028 Fax 0233501521 www.dornbracht.de marqusas@tin.it ALCANTARA spa Via Mecenate 86 20138 MILANO Tel. 02580301 Fax 0258030316 www.alcantara.com info@alcantara.com ALESSI spa Via Privata Alessi 6 28887 CRUSINALLO DI OMEGNA VB Tel. 0323868611 Fax 0323868804 www.alessi.com info@alessi.com AMDL MICHELE DE LUCCHI srl Via Varese 15 20121 MILANO Tel. 026378681 Fax 0263786807 www.amdl.it amdl@amdl.it ARTEMIDE spa Via Bergamo 18 20010 PREGNANA MILANESE MI Tel. 02935181 Fax 0293590254 nr verde 800 834093 www.artemide.com info@artemide.com ARTURO ALVAREZ San Miguel de Sarandon 9 E 15886 VEDRA Tel. +34 (98) 1814600 www.arturo-alvarez.com calor-color@arturo-alvarez.com ASTIER DE VILLATTE www.astierdevillatte.com B&B ITALIA spa Strada Provinciale 32, n.15 22060 NOVEDRATE CO Tel. 031795111 Fax 031791592 www.bebitalia.com info@bebitalia.com BISAZZA spa V.le Milano 56 36075 ALTE DI MONTECCHIO MAGGIORE VI Tel. 04447075111 Fax 0444492088 www.bisazza.com www.bisazzabagno.com info@bisazza.com info@bisazzabagno.com BITOSSI CERAMICHE Via A. Gramsci 16 50056 MONTELUPO FIORENTINO FI Tel. 057151403 Fax 0571519281 www.bitossiceramiche.it info@bitossiceramiche.it

C_In618_R_110_111_indirizzi.indd 110

BMW ITALIA spa Via Dell’Unione Europea 1 20097 SAN DONATO MILANESE MI Tel. 0251610111 Fax 0251610222 www.bmw.it www.mini.it BRAND VAN EGMOND BV Nikkelstraat 41 NL NAARDAN 1411 AH Tel. +31356921259 Fax +1356911725 www.brandvanegmond.com CAPPELLINI CAP DESIGN spa Via Busnelli 1 20821 MEDA MB Tel. 0362372231 Fax 031763322 www.cappellini.it info@cappellini.it CATELLANI & SMITH srl Via A. Locatelli 47 24020 VILLA DI SERIO BG Tel. 035656088 Fax 035655605 www.catellanismith.com info@catellanismith.com CECCOTTI COLLEZIONI srl V.le Sicilia 4/a 56021 CASCINA PI Tel. 050701955 Fax 050703970 www.ceccotticollezioni.it info@ceccotticollezioni.it CERAMICHE REFIN spa Via I Maggio 22 42013 SALVATERRA DI CASALGRANDE RE Tel. 0522990499 Fax 0522849270 www.refin.it info@refin.it CERRUTI BALERI BALERI ITALIA spa Via F. Cavallotti 8 20122 MILANO Tel. 0276023954 Fax 0276023738 www.cerrutibaleri.com info@cerrutibaleri.com press@cerrutibaleri.com CITRÔEN Italia spa Via Gattamelata 41 20149 MILANO Tel. 0239761 Fax 0233002989 www.citroen.it info@citroen.it COLÉ Piazza Matteotti 11 20063 CERNUSCO SUL NAVIGLIO MI Tel. 0222228454 Fax 0222227702 www.coleitalia.com info@coleitalia.com DAVIDE GROPPI srl Via P. Belizzi 22-20/A 29122 PIACENZA Tel. 0523571590 Fax 0523579768 www.davidegroppi.com comunica@davidegroppi.com DODO C.so Matteotti 9 20121 MILANO Tel. 0249524750 www.dodo.it DODO 31 Sloane Square UK LONDON SW1W8 Tel. +442072591414 www.dodo.it EDIZIONI DATIVO srl Via Benigno Crespi 30/2 20159 MILANO Tel. 0269007733 Fax 0269007664 www.dativo.packmedia.net

EDRA spa Via Livornese Est 106 56035 PERIGNANO DI LARI PI Tel. 0587616660 Fax 0587617500 www.edra.com edra@edra.com EMMEMOBILI TAGLIABUE DANIELE snc Via Torino 29 22063 CANTÙ CO Tel. 031706527 Fax 031713513 www.emmemobili.it emmemobili@emmemobili.it ERBA ITALIA srl Via della Misericordia 52 20853 BIASSONO MB Tel. 039490632 Fax 039491582 www.erbaitalia.it info@erbaitalia.it FABBIAN ILLUMINAZIONE spa Via Santa Brigida 50 31020 CASTELMINIO DI RESANA TV Tel. 04234848 Fax 0423484395 www.fabbian.com comunicazione@fabbian.com FIAT GROUP AUTOMOBILES spa C.so G. Agnelli 200 10135 TORINO Tel. 01100621 www.fiat.it www.fiatgroupautomobilespress.com FLOS spa Via Angelo Faini 2 25073 BOVEZZO BS Tel. 03024381 Fax 0302438250 www.flos.com info@flos.com FOCUS CREATIONS www.focus-creation.com FONTANAARTE spa Alzaia Trieste 49 20094 CORSICO MI Tel. 0245121 Fax 024512560 www.fontanaarte.com info@fontanaarte.com FOSCARINI srl Via delle Industrie 27 30020 MARCON VE Tel. 0415953811 Fax 0415953820 www.foscarini.com foscarini@foscarini.com G.T. DESIGN srl Via del Barroccio 14/a 40138 BOLOGNA Tel. 051535951 Fax 051531112 www.gtdesign.it info@gtdesign.it GERVASONI spa V.le del Lavoro 88 - Z.I.U. 33050 PAVIA DI UDINE UD Tel. 0432656611 Fax 0432656612 www.gervasoni1882.com info@gervasoni1882.com GIORGETTI spa Via Manzoni 20 20821 MEDA MB Tel. 036275275 Fax 036275575 www.giorgetti.eu giorspa@giorgetti.eu HENGE Via Monte Grappa 90 31010 MOSNIGO DI MORIAGO TV Tel. 0438890622 Fax 0438890644 www.henge07.com info@henge07.com

HENKEL LOCTITE ADESIVI srl Via G. Barrella 6 20157 MILANO Tel. 02357921 www.henkel.it IITTALA OY Håmeentie 135 P. O. Box 130 FI 00561 HELSINKI Tel. +358 204 3910 Fax +358 204 395160 www.iittala.fi www.iittala.com Distr. in Italia: FINN FORM V.le Monte Santo 4 20124 MILANO Tel. 02653881 Fax 0229003625 www.finnform.it info@finnform.it INGO MAURER GMBH Kaiserstrasse 47 D 80801 MUNCHEN Tel. +49 89 3816060 Fax +49 89 38160620 www.ingo-maurer.com info@ingo-maurer.com IZUMI OKAYASU LIGHTING DESIGN Tel. +81332517272 Fax +81332517273 www.ismidesign.com KARTELL spa Via delle Industrie 1 20082 NOVIGLIO MI Tel. 02900121 Fax 029053316 www.kartell.it kartell@kartell.it LAPALMA srl Via E. Majorana 27 35010 CADONEGHE PD Tel. 049702788 Fax 049700889 www.lapalma.it info@lapalma.it LORENZ spa Via Novegro 1/a 20090 NOVEGRO DI SEGRATE MI Tel. 02756241 Fax 0275624800 www.lorenz.it inform@lorenz.it LUCEPLAN spa Via E.T. Moneta 40 20161 MILANO Tel. 02662421 Fax 0266203400 nr verde 800800169 www.luceplan.com info@luceplan.com LUMINA ITALIA srl Via Casorezzo 63 20010 ARLUNO MI Tel. 029037521 Fax 0290376655 www.lumina.it info@lumina.it LUZIFER Pio XI 41 E 46017 VALENCIA Tel. +34 963140559 Fax +34 963570006 www.luziferlamps.com info@lzf-lamps.com MABEO Unit 7 - Plot 60 Gaborone International Commerce Park GABORONE, BOTSWANA, AFRICA Tel. +2673908736 Fax +2673908737 www.mabeofurniture.com contact@mabeofurniture.com

13/12/11 15.18


INTERNI gennaio-febbraio 2012 MAGIS spa Via Triestina Accesso E 30020 TORRE DI MOSTO VE Tel. 0421319600 Fax 0421319700 www.magisdesign.com info@magisdesign.com MAKE UP FACTORY Gaußstrasse 13 D 85757 München-Karlsfeld Tel. +49813139005 Fax +498131390110 www.makeupfactory.de MARIMEKKO OY Puusepänkatu 4 FI 00810 HELSINKI Tel. +358 9 75871 Fax +358 9 7553051 www.marimekko.com info@marimekko.fi Distr. in Italia: JANNELLI & VOLPI srl Via Melzo 7 20129 MILANO Tel. 02205231 Fax 0229408547 www.jannellievolpi.it www.jv-italiandesign.com showroom@jannellievolpi.it store@jannellievolpi.it MARSOTTO EDIZIONI srl Via dell’Industria 22 - Z.I. 37051 BOVOLONE VR Tel. 0456901001 Fax 0456900366 www.marsotto-edizioni.com info@marsotto-edizioni.com MARTINELLI LUCE spa Via T. Bandettini 55100 LUCCA Tel. 0583418315 Fax 0583419003 www.martinelliluce.it info@martinelliluce.it METAL SPOT spa Via Torquato Tasso 44 20089 ROZZANO MI Tel. 02577711 Fax 028257853 www.metalspot.com info@metalspot.com MINIFORMS srl Via Ca’ Corner Nord 4 30020 MEOLO VE Tel. 0421618255 Fax 0421618524 www.miniforms.com miniforms@miniforms.com MORELATO srl Via Valmorsel 18 37056 SALIZZOLE VR Tel. 0456954001 Fax 0456954030 www.morelato.it morelato@morelato.it NODERER HOLZFASS HANDEL Tel. +49802190612 www.eichenfaesser.de NODUS c/o Il Piccolo Via Delio Tessa 1 (ang. C.so Garibaldi) 20121 MILANO Tel. 02866838 Fax 0272022889 www.nodusrug.it design@ilpiccolo.com OCHRE 46-47 Britton Street UK LONDON EC1M 5UJ Tel. +442070967372 Fax + 4420 30061584 www.ochre.net OPENDESIGN ITALIA Tel. +39 389 9430877 www.opendesignitalia.net info@opendesignitalia.net

C_In618_R_110_111_indirizzi.indd 111

INservice INdirizzi / 111

OPERAE Tel. 0110436716 Fax 01119702603 www.operae.biz info@operae.biz ÖRSJÖ BELYSNING AB Armaturvägen 3 SE 382 97 Örsjö Tel. +4648150960 Fax +4648120241 www.orsjo.com info@orsjo.com OSBORNE & LITTLE C.so Tassoni 66 10144 TORINO Tel. 0114376666 Fax 0114376941 www.osborneandlittle.com donatiremoc.spa.donatire@tin.it Distr. in Italia: DONATI REMO & C spa C.so Tassoni 66 10144 TORINO Tel. 0114376666 Fax 0114376941 www.donatispa.com info@donatispa.com PIRWI MILANO Via Pestalozzi 4 20143 MILANO www.pirwi.com info@pirwi.com PORRO srl Via per Cantù 35 22060 MONTESOLARO CO Tel. 031783266 Fax 0317832626 www.porro.com info@porro.com RAPSEL spa Via A. Volta 13 20019 SETTIMO MILANESE MI Tel. 023355981 Fax 0233501306 www.rapsel.it rapsel@rapsel.it RECESSION DESIGN www.recessiondesign.org RENAULT ITALIA spa Via Tiburtina 1159 00156 ROMA Tel. 0641561 www.renault.it RIMADESIO spa Via Furlanelli 96 20833 GIUSSANO MB Tel. 03623171 Fax 0362317317 nr verde 800 901439 www.rimadesio.it rimadesio@rimadesio.it RIVA 1920 INDUSTRIA MOBILI spa Via Milano 137 22063 CANTÙ CO Tel. 031733094 Fax 031733413 www.riva1920.it riva1920@riva1920.it ROCA LONDON GALLERY Station Court, Imperial Warf UK LONDON SW6 2PY Tel. +442076109503 Fax +442073487236 www.rocalondongallery.com ROCHE BOBOIS 18, rue de Lyon F 75012 PARIS Tel. +33 1 53461000 Fax +33 1 46289375 www.roche-bobois.com ROSENTHAL SAMBONET PADERNO INDUSTRIE spa S. Regionale 11 km 84 28060 ORFENGO DI CASALINO NO Tel. 0321879711 Fax 0321879811 www.rosenthal.de info@sambonet.it

ROTALIANA srl Via della Rupe 35 38017 MEZZOLOMBARDO TN Tel. 0461602376 Fax 0461602539 www.rotaliana.it info@rotaliana.it SECONDOME DESIGN GALLERY Via degli Orsini 26/27 00186 ROMA Tel. 0645505750 www.secondome.eu info@secondome.eu SELETTI spa Via Codebruni Levante 32 46019 CICOGNARA DI VIADANA MN Tel. 037588561 Fax 037588843 www.seletti.it info@seletti.it SIEGER Schloss Harkotten D 48336 SASSENBERG Tel. +495426/94 92 20 Fax +495426/94 92 39 www.sieger.org Distr. in Italia: MONO distr. TENDENZE V.le Sempione 24/7 20020 ARESE MI Tel. 029383914 Fax 0293588459 tendenze@networks.it SMART MERCEDES BENZ www.mercedes-benz-milano.com SPAZIO ROSSANA ORLANDI Via Matteo Bandello 14-16 20123 MILANO Tel. 024674471 Fax 0248008387 www.rossanaorlandi.com info@rossanaorlandi.com STUDIO MACURA Havensingel 23 NL 5611 VR Eindhoven Tel. +31613200139 www.studiomacura.com info@studiomacura.com TOBIAS GRAU Gmbh Siemensstrasse 35B D RELLINGEN 25462 Tel. +49 4101-3700 Fax +49 4101-370 1000 www.tobias-grau.com info@tobias-grau.com VARASCHIN spa Via Cervano 20 31010 FORMENIGA DI VITTORIO VENETO TV Tel. 04385645 Fax 0438564666 www.varaschin.it varaschin@varaschin.it VENINI spa Fondamenta Vetrai 50 30141 MURANO VE Tel. 0412737211 Fax 0412737223 www.venini.com venini@venini.it VIABIZZUNO srl Via Romagnoli 10 40010 BENTIVOGLIO BO Tel. 0518908011 Fax 0518908089 www.viabizzuno.com viabizzuno@viabizzuno.com W - EYE MAWOOD srl Via Collodi 8 34017 GORIZIA Tel. 0432999764 Fax 0432932942 www.w-eye.it info@w-eye.it punto vendita: Aspesi, Via S. Vittore 11 - 20123 Milano

YAMAGIWA CORPORATION 6F da Vinci Sakurabashi 4-5-4 Hatchobori Chuo-ku J TOKYO 104-0032 Tel. +81 3 67412370 Fax +81 3 67412371 www.yamagiwa.co.jp www.yamagiwa-lighting.com press@yamagiwa.co.jp ZANOTTA spa Via Vittorio Veneto 57 20834 NOVA MILANESE MB Tel. 03624981 Fax 0362451038 www.zanotta.it sales@zanotta.it ZEITRAUM GMBH Aussere Münchner Strasse 2 D 8190 WOLFRATSHAUSEN Tel. +49 8171418130 Fax +49 8171418141 www.zeitraum-moebel.de info@zeitraum-moebel.de ZERODISEGNO CARLO POGGIO DESIGN srl Via Piacenza 71 15122 SAN GIULIANO VECCHIO AL Tel. 0131388585 Fax 0131387358 www.zerodisegno.com info@zerodisegno.com

13/12/11 15.18


on line

N. 618 gennaio-febbraio 2012 January-February 2012 rivista fondata nel 1954 review founded in 1954

www.internimagazine.it

direttore responsabile/editor GILDA BOJARDI bojardi@mondadori.it art director CHRISTOPH RADL caporedattore centrale central editor-in-chief SIMONETTA FIORIO simonetta.fiorio@mondadori.it consulenti editoriali/editorial consultants ANDREA BRANZI ANTONIO CITTERIO MICHELE DE LUCCHI MATTEO VERCELLONI

NELL’IMMAGINE: VILLA A KARUIZAWA, NAGANO, GIAPPONE, COSTRUITA SU UN DECLIVIO DALLA FORTE PENDENZA E PROTETTA DA UNA COPERTURA DI CORTEN ROSSO A FORMA DI MEZZALUNA, PROGETTO DI SATOSHI OKADA ARCHITECTS. IN THE IMAGE: VILLA AT KARUIZAWA, NAGANO, JAPAN, BUILT ON A STEEP SLOPE AND PROTECTED BY A ROOF OF RED COR-TEN IN THE SHAPE OF A CRESCENT MOON. PROJECT BY SATOSHI OKADA ARCHITECTS. (FOTO DI/PHOTO BY SERGIO PIRRONE)

NeL ProssImo NuMero 619 IN THE NEXT ISSUE

INteriors&architecture abitare nella natura DWELLING IN NATURE

INtoday passaggio a sud-est SOUTHEAST PASSAGE

INcenter il giardino in una stanza THE GARDEN IN A ROOM animal house

speciale outdoor

C_In618_R_112_colophon.indd 112

redazione/editorial staff MADDALENA PADOVANI mpadovan@mondadori.it (vice caporedattore/vice-editor-in-chief) OLIVIA CREMASCOLI cremasc@mondadori.it (caposervizio/senior editor) ANTONELLA BOISI boisi@mondadori.it (vice caposervizio architetture/ architectural vice-editor) KATRIN COSSETA internik@mondadori.it produzione e news/production and news NADIA LIONELLO internin@mondadori.it produzione e sala posa production and photo studio rubriche/features VIRGINIO BRIATORE giovani designer/young designers GERMANO CELANT arte/art CRISTINA MOROZZI fashion ANDREA PIRRUCCIO produzione e/production and news DANILO PREMOLI hi-tech e/and contract MATTEO VERCELLONI in libreria/in bookstores ANGELO VILLA cinema TRANSITING@MAC.COM traduzioni/translations grafica/layout MAURA SOLIMAN soliman@mondadori.it SIMONE CASTAGNINI simonec@mondadori.it STEFANIA MONTECCHI internim@mondadori.it ELENA MARIANI ELENA MICHELINI segreteria di redazione editorial secretariat ALESSANDRA FOSSATI alessandra.fossati@mondadori.it responsabile/head ADALISA UBOLDI adalisa.uboldi@mondadori.it assistente del direttore assistant to the editor BARBARA BARBIERI barbara.barbieri@mondadori.it contributi di/contributors STEFANO CAGGIANO PATRIZIA CATALANO VALENTINA CROCI CLAUDIA FORESTI ANTONELLA GALLI STEFANO MAFFEI ALESSANDRO ROCCA ROSA TESSA fotografi/photographs OLIVIER AMSELLEM IWAN BAAN NICOLAS BUISSON RALF BUSCHER ENRICO CONTI NACASA & PARTNERS HENRY THOREAU MIRO ZAGNOLI progetti speciali ed eventi special projects and events CRISTINA BONINI MICHELANGELO GIOMBINI

corrispondenti/correspondents Francia: EDITH PAULY edith.pauly@tele2.fr Germania: LUCA IACONELLI radlberlin@t-online.de Giappone: SERGIO PIRRONE utopirro@sergiopirrone.com Gran Bretagna: DAVIDE GIORDANO davide.giordano@zaha-hadid.com Portogallo: MARCO SOUSA SANTOS protodesign@mail.telepac.pt Spagna: CRISTINA GIMENEZ cg@cristinagimenez.com LUCIA PANOZZO luciapanozzo@yahoo.com Svezia: JILL DUFWA jill.dufwa@post.utfors.se Taiwan: CHENG CHUNG YAO yao@autotools.com.tw USA: PAUL WARCHOL pw@warcholphotography.com

ARNOLDO MONDADORI EDITORE 20090 SEGRATE - MILANO INTERNI The magazine of interiors and contemporary design via D. Trentacoste 7 - 20134 Milano Tel. +39 02 215631 - Fax +39 02 26410847 interni@mondadori.it Pubblicazione mensile/monthly review. Registrata al Tribunale di Milano al n° 5 del 10 gennaio1967. PREZZO DI COPERTINA/COVER PRICE INTERNI + DESIGN INDEX € 10,00 in Italy PUBBLICITÀ/ADVERTISING Mondadori Pubblicità 20090 Segrate - Milano Pubblicità, Sede Centrale Divisione Living Direttore: Simone Silvestri Responsabile Vendite: Lucie Patruno Coordinamento: Silvia Bianchi Agenti: Ornella Forte, Nicola Fogliaro, Marco Ronaghi, Fulvio Tosi, Mauro Zanella Agenzie e centri media Lombardia: Patrizia Rossetti Tel. 02/75422675 - Fax 02/75423641 www.mondadoripubblicita.com Sedi Esterne: LAZIO/CAMPANIA CD-Media - Carla Dall’Oglio Corso Francia, 165 - 00191 Roma Tel. 06/3340615 - Fax 06/3336383 mprm01@mondadori.it PIEMONTE/VALLE D’AOSTA/LIGURIA Comunication & More Fulvio Tosi - Luigi D’Angelo Via Bologna, 220 - Int.17/13 - 10154 Torino Tel. 011/8128495 - Fax 011/2875511 communication2@mondadori.it TRIVENETO Mondatori Pubblicità Padova Tommaso Gentile, Elfi Sartori, Paola Zuin Galleria Borromeo, 4 - 35137 Padova Tel. 049/8752025 - Fax 049/8751461 monpubpd@mondadori.it VERONA F.C.G. Pubblicità / Enzo Filippini Via Alberto Mario, 10 - 37121 Verona Tel. 045/8000868 - Fax 045/591081 mpvr01@mondadori.it EMILIA ROMAGNA/SAN MARINO Marco Tosetti / Irene Mase’ Dari Via Pasquale Muratori, 7 - 40134 Bologna Tel. 051/4391201 - Fax 051/4399156 irene.masedari@mondadori.it TOSCANA/UMBRIA Marco Marucci - Gianni Pierattoni Paola Sarti - M.Grazia Vagnetti Piazza Savonarola, 9 - 50132 Firenze Tel. 055/500951- Fax 055/577119 mondadoripubblicita.fi@mondadori.it ABRUZZO/MOLISE Luigi Gorgoglione Via Ignazio Rozzi, 8 - 64100 Teramo Tel. 0861/243234 - Fax 0861/254938 monpubte@mondadori.it PUGLIA/BASILICATA Media Time - Carlo Martino Via Diomede Fresa, 2 - 70125 Bari Tel. 080/5461169 - Fax 080/5461122 monpubba@mondadori.it CALABRIA/SICILIA/SARDEGNA GAP Srl - Giuseppe Amato Via Riccardo Wagner, 5 - 90139 Palermo Tel. 091/6121416 - Fax 091/584688 email: monpubpa@mondadori.it ANCONA Annalisa Masi, Valeriano Sudati Via Virgilio, 27 - 61100 Pesaro Cell. 348/8747452 - Fax 0721/638990 email:amasi@mondadori.it; valeriano.sudati@mondadori.it

ABBONAMENTI/SUBSCRIPTIONS Italia annuale: 10 numeri + 3 Annual + 1 Interni OnBoard + Design Index Italy, one year: 10 issues + 3 Annuals + 1 Interni OnBoard + Design Index € 91,90 Estero annuale: 10 numeri + 3 Annual + 1 Interni OnBoard + Design Index Foreign, one year: 10 issues + 3 Annuals + 1 Interni OnBoard + Design Index Europa via terra-mare/Europe by surface-sea mail € 123,20 via aerea/air mail: Europa/Europe € 146,40 USA-Canada € 169,90 Resto del mondo/rest of the world € 249,70 Inviare l’importo a/please send payment to: Press-Di srl Servizio Abbonamenti, servendosi del c/c. postale n. 77003101. Per comunicazioni, indirizzare a: Inquiries should be addressed to: INTERNI - Servizio Abbonamenti Casella Postale 97- 25197 Brescia Tel. 199 111 999 (dall’Italia/from Italy) Costo massimo della chiamata da tutta Italia per telefoni fissi: 0,14 € iva compresa al minuto senza scatto alla risposta. Tel. + 39 041 5099049 (dall’estero/from abroad) Fax + 39 030 3198202 e-mail: abbonamenti@mondadori.it www.abbonamenti.it/interni L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D.leg.196/2003 scrivendo a/The publisher guarantees maximum discretion regarding information supplied by subscribers; for modifications or cancellation please write to: Press-Di srl Direzione Abbonamenti 20090 Segrate (MI) NUMERI ARRETRATI/BACK ISSUES Interni: € 10 Interni + Design Index: € 14 Interni + Annual: € 14 Interni + OnBoard: € 14 Modalità di pagamento: c/c postale n. 77270387 intestato a Press-Di srl “Collezionisti” (tel. 199 162 171). Indicare indirizzo e numeri richiesti. Per pagamento con carte di credito (accettate: Cartasì, American Express, Visa, Mastercard e Diners), specificare indirizzo, numero di carta e data di scadenza, inviando l’ordine via fax (+ 39 02 95103250) o via e-mail (collez@mondadori.it). Per spedizioni all’estero, maggiorare l’importo di un contributo fisso di € 5,70 per spese postali. La disponibilità di copie arretrate è limitata, salvo esauriti, agli ultimi 18 mesi. Non si accettano spedizioni in contrassegno. Please send payment to Press-Di srl “Collezionisti” (tel. + 39 02 95970334), postal money order acct. no. 77270387, indicating your address and the back issues requested. For credit card payment (Cartasì, American Express, Visa, Mastercard, Diners) send the order by fax (+ 39 02 95103250) or e-mail (collez@mondadori.it), indicating your address, card number and expiration date. For foreign deliveries,add a fixed payment of h 5,70 for postage and handling. Availability of back issues is limited, while supplies last, to the last 18 months. No COD orders are accepted. DISTRIBUZIONE/DISTRIBUTION per l’Italia e per l’estero for Italy and abroad Distribuzione a cura di Press-Di srl L’editore non accetta pubblicità in sede redazionale. I nomi e le aziende pubblicati sono citati senza responsabilità. The publisher cannot directly process advertising orders at the editorial offices and assumes no responsibility for the names and companies mentioned. Stampato da/printed by Mondadori Printing S.p.A., Via Luigi e Pietro Pozzoni 11 Cisano Bergamasco (Bergamo) Stabilimento di Verona nel mese di dicembre 2011

Questo periodico è iscritto alla FIEG This magazine is member of FIEG Federazione Italiana Editori Giornali © Copyright 2012 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. – Milano. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati. Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono.

09/12/11 11.26


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.