Interni Limited Edition - January-February 2010

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INTernI N째 1/2 GennaIo-FeBBraIo 2010

LIMITED editiON QueLLa STRAna Merce TRA DESign, ArTE e ARTigIanATO. I PRoTAGOnisTI, Le OPErE, LE sTraTEGIe, IL vaLOrE eCOnoMICo DI UN FEnoMenO In ESPANsioNE


Informazione pubblicitaria

A destra, Listone, pavimento in controbilanciato di quercia in finitura sabbiata con trattamento a sapone. Sotto, Progenie “Giona”, pavimento intarsiato in quercia antica e marmo nero assoluto in finitura naturale a cera, su disegno brevettato dall’azienda.

Pavimenti in legno, boiserie, arredi. Realizzate completamente su misura e ormai note a livello internazionale, le creazioni dell’azienda I Vassalletti rappresentano il vivido esempio di un artigianato che arriva a lambire i confini dell’arte. Si tratta di collezioni esclusive, nate dalla passione per un materiale dal fascino incomparabile come il legno e dalla capacità di fare ricerca, ma anche da una tradizione tramandata ormai da generazioni e che appartiene alla cultura di un luogo, la Toscana, riconosciuta da sempre come culla di creatività e di grandi maestranze artigiane. E se la passione e l’attitudine alla ricerca sono i tratti che meglio identificano il marchio toscano, è anche grazie alla grande cultura progettuale e alla razionalità della propria organizzazione interna che I Vassalletti sono in grado di proporre pavimenti e arredi custom made, realizzati interamente su misura a partire dalla proposta dei clienti stessi.

I Vassalletti gli artisti del legno


I Vassalletti seguono infatti ogni aspetto legato alla progettazione, alla produzione, alla finitura e alla posa in opera e i loro prodotti sono selezionati per conferire un tocco inimitabile a ville da sogno o a lussuosi ambienti contract o, ancora, per personalizzare yacht esclusivi. Il team di lavoro dell’azienda è composto da artigiani, architetti, tecnici e posatori, che raggiungono ogni angolo del mondo per seguire in prima persona le diverse fasi del lavoro, così che il risultato finale corrisponda fedelmente al progetto iniziale e il cliente possa dirsi pienamente soddisfatto. E, per saggiare in maniera concreta la qualità estetica e materica delle opere I Vassalletti, è sufficiente dare uno sguardo alla collezione Progenie: la prima linea di pavimenti sviluppati accostando in maniera creativa e audace la quercia antica a materiali come il cuoio, l’acciaio, il vetro e i marmi, tutti presi in prestito dalla tradizione artigianale toscana. Il risultato finale si traduce in un pavimento dall’identità pienamente contemporanea ma, allo stesso tempo, capace di restituire atmosfere uniche e di dar vita ad ambienti senza tempo.

Tuscania, pavimento intarsiato in quercia e acciaio su disegno brevettato dall’azienda, sabbiato e trattato con patine naturali di tonalità grigio chiaro e finitura cera all’acqua.

I VASSALLETTI Via Guido Reni, 4 52027 San Giovanni Val D’Arno Tel. +39 055-941176 www.ivassalletti.it


IN COPERTINA: CORAL SEATING MODULES, DESIGN WERNER AISSLINGER, EDIZIONE LIMITATA CREATA DA STUDIO AISSLINGER (WWW.AISSLINGER.DE) E PRESENTATA NEL 2009. LA FORMA ORGANICA, SIMILE AI MICROORGANISMI MARINI DA CUI PRENDE IL NOME, È DETERMINATA DALLA MOLTIPLICAZIONE DI SUBMODULI ESAGONALI AD IMBUTO. IL SANDWICH DI FELTRO E POLICARBONATO IN VARIE COMBINAZIONI DI COLORE CHE DETERMINA LA STRUTTURA RENDE ELASTICA E CONFORTEVOLE LA SEDUTA. DIMENSIONI: DIAMETRO DA 80 A130CM, ALTEZZA DA 40 A 46 CM. FOTO DI GIACOMO GIANNINI

INdice/CONTENT

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editoriale/ EDITORIAL DI/BY GILDA BOJARDI

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quella strana merce/ STRANGE GOODS DI/BY ALESSANDRO MENDINI

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contemporary design DI/BY ROSA TESSA

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i protagonisti/ THE PROTAGONISTS DI/BY PATRIZIA CATALANO E/AND LAURA TRALDI

ALLEGATO A/SUPPLEMENT TO

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telling tales DI/BY OLIVIA CREMASCOLI

THe MaGazInE OF INTeRIors AND coNTeMPoraRY DesIGN

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N° 1/2 GENNAIO-FEBBRAIO 2010 N° 1/2 JANUARY-FEBRUARY DIRETTORE RESPONSABILE/EDITOR GILDA BOJARDI ART DIRECTOR CHRISTOPH RADL

DI/BY CRISTINA MOROZZI

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A CURA DI/BY PATRIZIA CATALANO, TERSILLA GIACOBONE SEGRETERIA DI REDAZIONE/EDITORIAL SECRETARIAT BARBARA BARBIERI

fiere e musei/ FAIRS & MUSEUMS DI/BY LAURA TRALDI

CAPOREDATTORE CENTRALE/CENTRAL EDITOR-IN-CHIEF SIMONETTA FIORIO GRAFICA/LAYOUT STEFANIA MONTECCHI

dall’arte al design/ FROM ART TO DESIGN

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eccessi/ EXCESSES lifestyle rétro DI/BY CRISTINA DOSIO

TRADUZIONI/TRANSLATIONS TRANSITING@MAC.COM

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DI/BY SERENA RAVELLI

ARNOLDO MONDADORI EDITORE spa

Pubblicità/advertising Mondadori Pubblicità 20090 Segrate - Milano Coordinamento/coordinator SILVIA BIANCHI Tel. +39 02 7542 3343-7542 2203 Fax +39 02 7542 3641 silvia.bianchi@mondadori.it www.mondadoripubblicità.com Stampato da/printed by Mondadori Printing S.p.A., via Luigi e Pietro Pozzoni 11 Cisano Bergamasco (Bergamo) Stabilimento di Verona dicembre/December 2009 © Copyright 2010 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. – Milano.Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati.

splendide luci/ SPLENDID LIGHTS

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virtuosismi/ VIRTUOSI extra serie DI/BY TERSILLA GIACOBONE

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material symbol DI/BY CARLA BRONTE

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traduzioni/ TRANSLATIONS

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indirizzi/ FIRMS DIRECTORY DI/BY BARBARA BARBIERI


VULCANO, TAVOLIN0 DISEGNAT0 DA PAOLA NAVONE PER POLIFORM TRASFORMAT0 IN PEZZO UNICO GRAZIE A DEGLI INTERVENTI APPLICATI DALLA DESIGNER (5 EDIZIONI).

EDiToriaLe

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n nuovo progetto grafico è sempre un elemento di stimolo che porta inevitabilmente un grande fermento in redazione e, di conseguenza, allo sviluppo di nuove idee e di progetti fuori programma. Lo speciale che segue è un ulteriore arricchimento del mondo di INTERNI. Si tratta di uno Speciale dedicato alla Limited Edition progettuale e di prodotto. Tema quanto mai ricco e per certi versi controverso. Per questo abbiamo sentito la necessità di focalizzarlo attraverso differenti punti di vista. Dal parere autorevole di un maestro come Alessandro Mendini, protagonista e regista del design d'autore sin dagli anni Ottanta, al fenomeno quanto mai attuale dell'investimento economico da parte di gallerie, aziende e perfino case d'asta sul pezzo di piccola serie. Segue un panorama a trecentosessanta gradi sui protagonisti del fenomeno: le gallerie italiane che hanno segnato la storia (quasi incosapevolmente) a inizio anni Ottanta, passando per chi oggi (gallerie ed editori) detengono la palma di migliori talent scout di giovani emergenti piuttosto che la capacità di lavorare con designer affermati su progetti appunto Limited. Nel nostro racconto non potevano mancare i designer, che sempre più spesso progettano pezzi unici destinati a musei e gallerie di tendenza e una vera e propria rassegna delle mostre di punta e delle fiere up to date. Infine, la produzione, davvero straordinaria, che viene affrontata da due punti di vista. Da una parte, l'eccellenza del pezzo speciale in serie numerata: superfici, luci, porcellane, mobili. Dall'altra, con un occhio di riguardo a tutte quelle realtà imprenditoriali che per perizia artigianale, per cura dei materiali e dei dettagli creano degli straordinari prodotti che ancora una volta convalidano la teoria di un made in Italy che sempre ci sorprende per qualità e professionalità. Gilda Bojardi


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INTERNI gennaio-febbraio 2010

QueLLa STRANA Merce

di ALESSANDRO MENDINI ALESSANDRO MENDINI E YOUNG HEE CHA, CHE HA COLLABORATO AL PROGETTO, MENTRE LAVORANO ALL'OGGETTO X, OVVERO LA COLONNA DI CARTIER. “L’ENORMITÀ DI PRESENZE E DI ACCOSTAMENTI FORTISSIMI – SPIEGA MENDINI – MI HA INDOTTO A RENDERE NEUTRA LA FORMA DEL MIO OGGETTO, PER CONCENTRARE L'ATTENZIONE E L'ENERGIA TUTTA SUL GIOCO BRILLANTE, SUL SISTEMA DI RIFLESSI, SUL POLICROMO PULVISCOLO DEI PREZIOSI MATERIALI. TUTTE LE TIPOLOGIE DI PIETRE ESISTENTI IN NATURA SALGONO DAL BASSO CHIUSE NELLE LORO PROVETTE, SIMILMENTE AL MERCURIO QUANDO NEL TERMOMETRO SEGNALA IL SALIRE DELLA FEBBRE NEGLI UMANI”.

LA COINCIDENZA FRA arte e design È COSA ANTICA. BASTA PENSARE ALLA SALIERA DI BENVENUTO CELLINI. COSÌ COME PURE È DATO COME CERTO IL GRADIENTE DI ARTISTICITÀ DEGLI oggetti fatti in serie, TIPO OROLOGI SWATCH, E ALL'OPPOSTO DEGLI oggetti D'artigianato COME LE STATUINE DI MEISSEN.


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LA COLONNA INSTALLATA NELLO SPAZIO CARTIER A DESIGN MIAMI 2009, PROGETTATO CON ALEX MOCIKA. IL CILINDRO – DIAMETRO 45 CM, ALTEZZA 233 CM, PESO 720 KG – HA 20 SCANALATURE VERTICALI DALLA SUPERFICIE D’ORO CHE ACCOLGONO NEL LORO INCAVO, IN LINEE PARALLELE, PROVETTE DI CRISTALLO CONTENENTI PIETRE PREZIOSE (COMPLESSIVAMENTE 17,763.079 CARATI), POSIZIONATE UNA SULL'ALTRA IN OPPORTUNA SEQUENZA. LE PIETRE COMPRENDONO DIAMANTI, SMERALDI, ZAFFIRI, RUBINI, PERLE, TORMALINE, ACQUEMARINE, CALCEDONIE, AMETISTE, GRANATI, PIETRE DI LUNA, CORDIERITE. LA COLONNA È ANCHE FRUTTO DELLA MAESTRIA DEL LABORATORIO DEL GIOIELLO ARTIGIANALE DI CARTIER.

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ffascinante fu il momento del Bauhaus o del Cubismo cecoslovacco, quando i mobili fatti a mano simulavano e alludevano all'utopia di una industria socialista, essendone però solo il commovente simulacro. Il movimento di

Alchimia (che ora compie 30 anni) e quello di Memphis (che ne compie 28) sono state due ideologie simili anche se diverse, fondate sull'idea che il design coincide con l'arte. Teorizzando l'autonomia rispetto all'industria e il ruolo della autoproduzione (Alchimia) e quello del Piccolo Editore (Memphis), si allineano senza soluzione di continuità alla Secessione viennese, al Decò, all'Art nouveau, fino a Mollino, al duo Fornasetti-Ponti, a Le Corbusier e Perret, cioè alla mitologia di reperti ormai sicuri. Ed in aggiunta il fenomeno della serie limitata di prodotti


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PARTICOLARE DELLA COLONNA DI CARTIER CHE METTE IN RISALTO LE PROVETTE CONTENENTI LE PIETRE PREZIOSE.

industriali d'alta tiratura (la riedizione dell'Ape, proposta oggi in 100 esemplari), ad aumentare con invenzioni e artifici il valore simbolico delle opere, dall'antiquariato al modernariato, fino verso il futurariato. Le geografie di riferimento sono Londra, Parigi, Bruxelles, Basilea, Miami con le loro gallerie e fiere, oltre a Christie's e Sotheby's, con una sempre più sofisticata attività commerciale che con qualche abile salto mortale assimila e confonde sempre più le formule dell'arte con quelle del design. Del resto molti architetti e designer

oggi sentono il bisogno liberatorio di esprimersi con prototipi svincolati dalla prigionia della committenza, in situazioni limite che rasentano i metodi della scultura e della antica bottega. Officina d'arte (Arnaldo Pomodoro), laboratorio di design (Marcel Wanders), bottega di pittura (Mimmo Paladino), atelier-azienda di design artisticizzato (Studio Job), spazio di sperimentazione socio-progettuale (Joep van Lieshout), producono e diffondono una strana merce sperimentale, delle vere e proprie specie di “mostri”. Nascono dei settori di importanti studi di architettura

dedicati alla sola e pura ricerca linguistica, spesso con oggetti unici, esasperati e irripetibili. Auto-produzione, Piccoli Editori e gallerie. La ricerca più raffinata si polverizza, indipendente e svincolata dall'ambito industriale. Succede che una finta sedia fatta a mano in una sola copia “valga” concettualmente quanto un aeroplano o un grattacielo, e che il suo gradiente estetico ed emozionale sia di gran lunga superiore, perché identificabile (anzi identificato) con un “feticcio”.


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ConTEMPorARy DEsiGN di Rosa Tessa

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SUL FENOMENO DELLE limited edition SCOMMETTONO AZIENDE, GALLERIE, FIERE E ASTE. I COLLEZIONISTI NON BADANO A SPESE E INVESTONO centinaia di migliaia di euro PER UN OGGETTO DI MARC NEWSON, ZAHA HADID, RON ARAD E DEI FRATELLI CAMPANA. E COMINCIANO A COMPRARE ANCHE GLI emergenti.

1. LA POLTRONA PROUST DI ALESSANDRO MENDINI, ESORDIO ITALIANO NEL FENOMENO DELLE LIMITED EDITION. 2. BONG, DI GIULIO CAPPELLINI, PER CAPPELLINI, IN TIRATURA LIMITATA, PRESENTATO A MIAMI LO SCORSO DICEMBRE. 3. LOCKEED LOUNGE, DI MARC NEWSON VENDUTA DA CHRISTIE’S NEL 2007 A UN MILIONE E MEZZO DI DOLLARI.


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CONTEMPORARY DESIGN

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1. PEZZI DI ART DESIGN NELLA GALLERIA COLOMBARI A MILANO. 2. SEDIE DELLA COLLEZIONE NOBODY’S PERFECT DI GAETANO PESCE PER ZERODISEGNO.

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e viene al mondo come pezzo unico, edizione limitata, partorito a metà strada tra arte e industria, il design contemporaneo può raggiungere quotazioni milionarie. Ha fatto scuola la Lockheed lounge, chaise longue di Marc Newson, in alluminio e fibra di vetro, entrata nella storia dei top price perché battuta in un’asta di Christie’s del 2007 a un milione e mezzo di dollari. Ma sono ancora pochi i nomi che fanno lievitare le quotazioni delle limited edition nelle aste internazionali di design. “Il design contemporaneo è un business interessante quando è firmato da star del calibro di Marc Newson, Ron Arad, Zaha Hadid, i fratelli Campana, mentre ha meno successo con i designer emergenti”. Il commento è di Richard Wright a capo dell’omonima casa

d’aste di Chicago che, con l’obiettivo di lavorare con il design contemporaneo ha creato Wright 21, una piattaforma creativa e di business che commissiona a designer noti ed emergenti di esplorare i confini del design. “Molti prodotti sono in serie limitate e pezzi unici –commenta Wright– ma trovo sia fuorviante dargli l’etichetta di ‘art design’. Il design che cerca di diventare arte si rivela, spesso, un fallimento. Le sue virtù, che deve mantenere a tutti i costi, sono: funzionalità e un prezzo accessibile che offre l’occasione ai collezionisti, non solo di investire, ma anche di promuovere e sostenere opportunità creative in questo mondo”. Da Christie’s le limited edition rappresentano circa il 5-10 per cento del business nelle aste dedicate al design. “Ci vorranno almeno cinque anni per incrementare il volume delle vendite, un tempo necessario per storicizzare alcuni nomi”, spiega Simon Andrews, direttore della casa d’aste inglese: “Lavoriamo bene con i designer che hanno nomi consolidati, tanto che la scorsa primavera abbiamo venduto un armadietto del ’98 di Marc Newson a 360 mila sterline e il Sushi Sofa del 2007 dei fratelli Campana a 120 mila sterline. Intanto stiamo cercando di capire quali possano essere i pezzi interessanti fra qualche anno. È difficile fare previsioni ma, secondo me, lo Studio Job e l’Atelier Van Lieshout che nei

loro pezzi rappresentano una visione della società contemporanea avranno un futuro nel giro del collezionismo”. E se il design a tiratura limitata interessa anche il private equity ci dovrà pur essere qualche buon motivo di ordine economico. Paola Colombari, veterana nel design d’avanguardia, che da una decina d’anni vende anche arte contemporanea nella sua galleria Edizioni Colombari a Milano, sta valutando l’ipotesi di fare una joint venture con un fondo finanziario internazionale. E spiega che se la partnership andrà a buon fine partirà la prima linea nel mondo di art design che guarderà ai Paesi euro asiatici. “È necessario –spiega– che anche le gallerie diventino delle piccole multinazionali e facciano estensione di brand, proprio come succede nel mondo delle imprese”. Colombari crede fortemente che nei prossimi anni cresceranno le edizioni limitate e l’interesse intorno a loro, tanto che sta pensando insieme ad alcuni operatori immobiliari, alla possibilità di progettare una grande fiera. “È maturo il momento per mettere in piedi la prima kermesse di art design nel mondo –racconta– un progetto in previsione dell’Expo. Manca una rassegna specifica che porti avanti gli sviluppi delle tendenze contemporanee. La suddividerei in quattro aree: gallerie, editori, nuove tendenze >> e art design”.


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CONTEMPORARY DESIGN

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L’Italia non è ancora un mercato maturo su questo fronte, ma l’art design comincia a colpire nel segno. In America, Francia, Germania e Inghilterra il terreno è più fertile “Mi sembra ci sia un grande interesse nel mondo per un prodotto che abbia un taglio più da opera d'arte che da oggetto di design –spiega il gallerista Paolo Curti– con un sapore ed una connotazione unica e con una ricerca nei particolari che sono quelli più vicini ad un neoartigianato rispetto a quelli che l'industria propone”. Rossana Orlandi nel suo negozio milanese ha sempre ospitato le edizioni limitate e dall’anno scorso ha deciso di separarle dal resto delle proposte, dedicando loro una galleria che ha messo in mostra i lavori di Maarten Baas, Front Design e Nacho Carbonell. Di quest’ultimo, alla fiera di Basilea dello scorso aprile, Orlandi ha venduto alcuni pezzi importanti all’attore Brad Pitt. C’è chi, invece, non vuol più sentir parlare di edizioni limitate, ma semmai di design ‘customizzato’. Nello specifico, Nina Yashar titolare della galleria milanese Nilufar, pensa che quella delle limited edition si sia ormai ridotta ad una moda che cavalcano in molti, senza più una vera originalità. “Per questo me ne son tirata fuori e preferisco –spiega– fare progetti che, con uno spirito più rinascimentale, nascono nel dialogo tra committente, galleria e artista. Con Martino Gamper abbiamo deciso di non voler più fare edizioni limitate, ma di inventare processi produttivi artigianali per fare pezzi unici. Facciamo nello stesso modo con Andrea Salvetti, che lavora soprattutto con alluminio, acciaio e bronzo e con Maarten de Seuleer che ha realizzato per Nilufar

2.

superbi mobili in pelle”. Per alcune aziende è una scommessa, per altre un’inclinazione, per altre ancora un progetto su cui stanno lavorando. All’ edizione di dicembre della design Art Basel di Miami hanno partecipato le italiane Zanotta, Bisazza (con un lavoro fatto dallo studio Job) e Cappellini con delle versioni inedite della famosa S-chair di Tom Dixon, degli sgabelli Mr Bugatti in lamiera stropicciata di Francois Azambourg e del tavolino Bong, firmato da Giulio Cappellini. “Negli ultimi anni questo business, che avvicina i collezionisti d’arte al mondo del design, è cresciuto. Ma si tratta pur sempre di multipli che a volte raggiungono delle quotazioni eccessive, a mio parere” commenta Cappellini. C’è chi, come Venini punta sempre di più sul pezzo unico da collezione, che riguarda ormai il 40 per cento del fatturato e che, come spiega Roberto Gasparotto, art director dell’azienda, viene ricavato dalla vendita di pezzi storici e contemporanei,

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1. NACHO CARBONELL CON BRAD PITT, NELLO SPAZIO DI ROSSANA ORLANDI ALL’ULTIMA EDIZIONE DI DESIGN MIAMI BASEL. 2. NINA YASHAR DI NILUFAR, GALLERIA MILANESE DI MODERNARIATO E DESIGN CONTEMPORANEO. 3. ARABA FENICE, PEZZO UNICO DI TONI ZUCCHERI PER VENINI BATTUTO A 90MILA DOLLARI.

anche attraverso le aste, ultima delle quali la Phillips de Pury di novembre a New York dove l’araba fenice di Tony Zuccheri del 2007 è stata venduta per 90 mila dollari. A dicembre hanno fatto un mostra con i pezzi unici di Luca Nichetto in una galleria parigina e veneziana, e Studio Job sta facendo per loro un lampadario che verrà presentato in questi giorni con i nuovi lavori dei fratelli Campana. C’è chi invece sta traghettando l’azienda dalla produzione industriale a editrice di art design. Carlo Poggio con la sua Zerodisegno, dopo aver cominciato un esperimento con Pesce di edizione limitata nel 2002, si è completamente appassionato al ‘genere’ tanto da abbandonare la produzione seriale. “Alla collezione di Gaetano Pesce –racconta Poggio– si è aggiunta quella di Mimmo Rotella e il progetto con Alessandro Mendini”. Obiettivo di Zerodisegno? “L’autore viene liberato dai vincoli dei costi e della produzione –risponde Poggio– e si esprime in tutta la creatività. In questo risiede il valore dell’operazione che ha avuto un certo successo”. Lo ammette Poggio : “sono stato un mecenate fino a ieri mattina, adesso però sto lottando per dare una veste economica a questo progetto e conto di farcela entro l’anno prossimo”.


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i PROTAGONISTI UN fenomeno INIZIATO QUASI PER CASO A METÀ DEGLI ANNI OTTANTA, IN STAND BY PER I NOVANTA, DECISAMENTE ESPLOSO NEL NUOVO MILLENNIO. STIAMO PARLANDO DEL design da collezione E DEI SUOI PRINCIPALI ATTORI. LE gallerie storiche, QUELLE CHE SCOPRONO NUOVI TALENTI E quelle che fanno business.

di Patrizia Catalano e Laura Traldi

FOTO GRANDE, COLLEZIONE OXIDIZE, SCULTURE IN FUSIONE DI BRONZO OSSIDATO DI STUDIO JOB LANCIATO DALLA GALLERIA DILMOS NEL 2003. NELLE FOTO PICCOLE ALCUNI RITRATTI DEI PROTAGONISTI DEL SERVIZIO.


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I PROTAGONISTI

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1. MARIPOSA, PANCA DI RICCARDO DALISI, 1989. NOVE ESEMPLARI ALL’ANNO, NUMERATI E FIRMATI PER ZANOTTA EDIZIONI. 2. LUX GSTAAD, SEDIA IN LEGNO STAMPATO, LACCATO E DIPINTO A MANO. DI BARNABA FORNASETTI PER FORNASETTI. EDIZIONE LIMITATA DI TRE PEZZI PER COLORE.

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3. KAPOTA, DI ETTORE SOTTSASS, PRODUZIONE POST DESIGN 2000. LA SOCIETÀ PRODUCE ANCHE MEMPHIS, LA FAMOSA COLLEZIONE DI MOBILI POST MODERNI REALIZZATA A PARTIRE DAGLI ANNI ’80. 4. TEA & COFFEE, PRESTIGIOSO SERVIZIO DELL’ARCHITETTO DANIEL LIBESKIND PER SAWAYA & MORONI, LA GALLERIA ATTIVA DALL’84 LO HA PRESENTATO ALL’ULTIMA DESIGN WEEK MILANESE. 2.

3.

LE GaLLeriE SToriCHe

A

l principio furono le buone intenzioni. Se qualcuno ha un po’ di memoria ricorderà che la storia dei pezzi in limited edition in Italia parte all’inizio degli anni ’80 e coincide con un nuovo folgorante momento del design segnato da un pool di aziende, designer ed editori, che ha avuto eco in tutto il mondo. Contrariamente a oggi, in cui si parla di L.E. come un’operazione necessaria per ‘tirare’ il valore commerciale di un prodotto, i protagonisti di allora avevano altre motivazioni: entusiasmo, volontà di mantenere in vita delle straordinarie realtà artigiane, forte intesa tra progettisti e committenti, editori o galleristi che fossero. Secondo Alberto Bianchi Albrici attuale proprietario di Postdesign (che include la collezione Memphis), “Memphis

nacque nel 1981 per svecchiare il design italiano con pezzi eccentrici a prezzi accessibili. Solo in seguito verificammo che l’utilizzo di artigiani bravissimi, l’alta manifattura dei prodotti obbligava a prezzi molto alti e, di conseguenza a una tiratura forzatamente limitata. Però non abbiamo numerato i pezzi, eccetto una volta. Era una collezione di vetri di Sottsass e Zanini che richiedeva una lavorazione complessa e non riuscivamo a fare diversamente. Risultato, i vetri furono tutti venduti la sera dell’inaugurazione e rivenduti a prezzo dieci volte superiore. Era un chiaro segnale di mercato che noi però non abbiamo seguito”. Anni di forti idealismi al punto che aziende legate alla produzione seriale, entrarono nell’ottica di sostenere il filone del design artistico. Gianluca Borgesi direttore Marketing e Comunicazione di Zanotta racconta: “Nel 1982 Zanotta creò Zabro, una collezione di pezzi firmati da Mendini, Dalisi, Branzi che poneva il recupero del valore dell’artigianato in Italia al di sopra di una finalità di guadagno, cosa che oggi è a dire

poco inimmaginabile”. Per Luisella Valtorta che con Sergio Riva gestisce la galleria milanese Dilmos, l’attuale fenomeno L.E. è pericoloso: “Noi non abbiamo mai fatto oggetti status ma progetti speciali, creando con molti autori dei lavori ad hoc: se per esempio avessimo realizzato il tavolo di Maurizio Cattelan in L.E. ora saremmo miliardari”. Dello stesso parere Paolo Moroni di Sawaya & Moroni lo spazio milanese di via Manzoni inaugurato nel 1984: “Gli italiani di quegli anni lavoravano sul concetto di produzione culturale. Io, per esempio, ho iniziato a fare pezzi preziosi a tiratura ridotta. Mi interessava contattare e condividere progetti con personaggi come Michael Graves, Charles Jencks piuttosto che Zaha Hadid”. Sorride Barnaba Fornasetti erede dell’azienda inaugurata dal padre negli anni ’50. “Noi siamo limited da sempre, anche se non lo sapevamo, dai tempi in cui Piero Fornasetti fu coinvolto da Gio Ponti in Triennale: creare dei progetti numerati è un modo per coinvolgere maggiormente i >> collezionisti, senza mistificazioni”.


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I PROTAGONISTI 1. RITRATTO DI BRUNELLA E MARCO GODANI CHE HANNO FONDATO NEL 1988 DESIGN GALLERY, DEDICANDO MOSTRE AI GRANDI PROTAGONISTI DEL PROGETTO COME GLI ESEMPI CHE SEGUONO (FOTO RUY TEIXEIRA). 2. INDIO, SPECCHIO DA PARETE IN ALLUMINIO E DECORAZIONI LUMINOSE. DI JOHANNA GRAWUNDER. EDIZIONE LIMITATA DI DODICI PEZZI. 3. ADESSO PERÒ, LIBRERIA IN LEGNO LACCATO CON RIPIANI IN CRISTALLO DI ETTORE SOTTSASS, 1992 (FOTO SANTI CALECA). 4. GRANDE ARCO, MOBILE DIVISORIO IN LEGNO CON VASO IN LEGNO GREZZO, DI ANDREA BRANZI, EDIZIONE LIMITATA 20 PEZZI (FOTO STUDIO AZZURRO). 5. MANIA, MOBILE CONTENITORE IN LEGNO CON ANTE INTARSIATE CON 48 SIMBOLI IN OTTONE LUCIDATO E DORATO. DI ALESSANDRO MENDINI, EDIZIONE LIMITATA 3 PEZZI (FOTO RUY TEIXEIRA).

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DEsiGN GaLLErY

M

arco Godani nel 1988 dopo aver ceduto la sua partecipazione societaria di cofondatore di Memphis a Ernesto Gismondi, fondò insieme a Brunella, sua moglie, Design Gallery, una meravigliosa galleria in via Manzoni a Milano dove venivano organizzate mostre collettive o personali di grandi del design, Sottsass, Branzi, Mendini, piuttosto che di giovani emergenti come fu ai tempi l’americana Johanna Grawunder. Da qualche anno Design Gallery ha lasciato la sua sede storica per muoversi “con maggiore agilità

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e possibilità di nuove formule”. Spiega Godani: “quando abbiamo iniziato era un periodo di grandi visioni: chiedevamo ai nostri autori di creare delle collezioni casa con più materiali possibili: legni, argenti, tessuti, vetri. Lavoravamo con artigiani molto bravi e le tirature dei pezzi inevitabilmente erano ridotte a causa della preziosità degli oggetti. Fu Sottsass a suggerirmi di fare le edizioni limitate –sei uno stupido– diceva –se fai una serie numerata vedrai che ha più valore. Ora abbiamo cambiato i punti di vista parliamo spesso di pezzi unici realizzati con tecnologie che definirei industriali. Mi piace anche l’idea di collaborazioni estemporanee a più mani come la mostra Grandi legni, di Andrea Branzi che si chiude il 17 gennaio prodotta con Nina Yashar di Nilufar alla >> galleria Azzedine Alaïa di Parigi”.


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1.

I PROTAGONISTI

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GLi APrIPisTA

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1. SASKIA COPPER E AAR KROL, VIVID GALLERY, ROTTERDAM “QUANDO ABBIAMO INIZIATO, NEL 1999, CI PROPONEVAMO DI RACCONTARE IL PENSIERO E IL LAVORO DI GIOVANI E PROMETTENTI TALENTI ATTRAVERSO LE LORO OPERE, COME SI FA NEL SETTORE DELL’ARTE. C’È CHI HA GRIDATO ALLO SCANDALO, PROPRIO COME ACCADDE QUANDO LA FOTOGRAFIA COMINCIÒ AD ESSERE PRESENTATA COME UNA FORMA D’ARTE. INVECE IL TEMPO CI HA DATO RAGIONE: IL MONDO DELLE LIMITED EDITION DÀ LA POSSIBILITÀ A TANTI GIOVANI DI SPERIMENTARE E SPINGERE I CONFINI DEL POSSIBILE, NEL MONDO DEL PROGETTO, OGNI GIORNO UN PASSO PIÙ IN LÀ. È UN’ESPRESSIONE DELLO ZEITGEIST DEL XXI SECOLO.” WWW.VIVIDVORMGEVING.NL

2. PEARL LAM, CONTRASTS GALLERY, SHANGHAI “LA CINA NON È SOLO QUELLA DI CUI SI PARLA OGGI. ALLE SUE SPALLE C’È UNA CULTURA ANTICA DI CINQUEMILA ANNI CHE VORREI CHE IL MONDO RISCOPRISSE CON LA MIA GALLERIA. PER QUESTO DA ANNI INVITO I DESIGNER DI TUTTO IL MONDO A VENIRE NEL NOSTRO PAESE: PER COMPRENDERNE LA STORIA, LE TRADIZIONI, IL KNOW-HOW ARTIGIANALE E RIPROPORLI IN OPERE CALIBRATE PER LA CINA CONTEMPORANEA, DOVE IL MERCATO È ANCORA MOLTO LEGATO ALL’ANTICO. LAVORIAMO CON PROFESSIONISTI DELLA SPERIMENTAZIONE, CON TALENTI CHE HANNO VOGLIA DI SPINGERE I CONFINI DELLA RICERCA PROGETTUALE UN PASSO PIÙ IN LÀ”. WWW.CONTRASTSGALLERY.COM

3. DIDIER & CLÉMENCE KRZENTOWSKI, GALERIE KREO, PARIGI “ALLA FINE DEGLI ANNI ‘90, I COLLEZIONISTI DI ARTE CONTEMPORANEA HANNO COMINCIATO A CONSIDERARE L’ARREDO COME POSSIBILE INVESTIMENTO. DI FIANCO A QUESTI POTENZIALI ACQUIRENTI C’ERANO I DESIGNER CHE NON CHIEDEVANO CHE DI POTER SPERIMENTARE OLTRE I LIMITI DI QUANTO PERMETTE L’INDUSTRIA. COSÌ È NATA L’IDEA DI UNA GALLERIA-LABORATORIO CHE DA ALLORA VA ALLA GRANDE. OGNI ANNO PRODUCIAMO UNA SESSANTINA DI PEZZI: CIFRE DA INDUSTRIA, INSOMMA. LA RAGIONE DEL SUCCESSO DELLE LIMITED EDITION STA PROPRIO QUI: NEL SUO NON ESSERE UN LUSSO FINE A SE STESSO MA UNA NECESSITÀ DELLA CONTEMPORANEITÀ PER RENDERE SOSTENIBILE LA SPERIMENTAZIONE”. WWW.GALERIEKREO.COM

4. MARC BENDA, FRIEDMAN BENDA, NEW YORK “IL DESIGN IN LIMITED EDITION NON È CERTO UNA NOVITÀ. LO FACEVANO I FORNASETTI, I SOTTSASS, I BRANZI. MA NEGLI ULTIMI 20 ANNI, IL DESIGN È ENTRATO NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO COME OGGETTO DEL DESIDERIO, ED È DIVENTATO PIÙ COMUNICABILE, ANCHE NELLE SUE VERSIONI PIÙ COMPLESSE E ARTICOLATE. PENSO A DESIGNER COME RON ARAD E MARC NEWSON I CUI ESPERIMENTI – AL PARI DI OPERE DI ARTISTI COME JEFF KOONS – PARLANO DEL NOSTRO TEMPO: A QUESTO TITOLO VENGONO PRESENTATI E VENDUTI COME OPERE D’ARTE. UN INVESTIMENTO PERFETTO PER LE GENERAZIONI DI MILIONARI CREATI DALLA GLOBALIZZAZIONE E DAL CROLLO DEL BLOCCO SOVIETICO, CHE SPESSO PREFERISCONO “EDUCARSI” AD UN GUSTO PIÙ CONTEMPORANEO CHE CLASSICO”. WWW.FRIEDMANBENDA.COM >>


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1. AURÉLIA LANSON E SÉVERINE VAN WERSCH, FAT GALERIE, PARIGI. “LA NOSTRA È, DI FATTO, UNA SCOMMESSA SUL TALENTO. PER QUESTO LAVORIAMO SOLO CON DESIGNER SCONOSCIUTI IN FRANCIA E IN ASSOLUTO CON POCA VISIBILITÀ A LIVELLO INTERNAZIONALE, SCEGLIENDO PROGETTI DA CUI SCATURISCE LA POTENZA CREATRICE DEL DESIGNER, LA SUA CAPACITÀ DI FAR PARLARE LA MATERIA E LA FORMA. IL MOMENTO È QUELLO GIUSTO: IL DESIGN È SULLA BOCCA DI TUTTI, LA GENTE NE HA VOGLIA E LA NOVITÀ È CHE I COLLEZIONISTI SI STANNO BUTTANDO A CAPOFITTO NEL SETTORE CHE RAPPRESENTA PER LORO UN’ALTERNATIVA INTERESSANTE ALL’ ARTE. I PREZZI VOLANO E, CON LORO, LA NOTORIETÀ DEI GIOVANI DESIGNER. IL NOSTRO SUCCESSO È DIRETTAMENTE PROPORZIONALE AL LORO”. WWW.FATGALERIE.COM 2. MARIANO PIRCHER, PLUSDESIGN, MILANO “PER NOI IL DESIGN È UN PROBLEMA APERTO E NON UN INSIEME DI SOLUZIONI GARANTITE. CON LA NOSTRA GALLERIA OFFRIAMO UN CONTENITORE CHE METTE A CONFRONTO DIFFERENTI PERCORSI DI RICERCA IN CUI CONVIVONO ARTE E DESIGN, DUE UNIVERSI SOLO APPARENTEMENTE CONTRAPPOSTI MA IN REALTÀ UNITI NEL LORO PUNTO DI PARTENZA: LA SPERIMENTAZIONE VOTATA ALLA DEFINIZIONE DEL NUOVO. SIAMO QUINDI UNO SPAZIO FISICO, CERTO, MA SOPRATTUTTO UN LUOGO DI RIFLESSIONE E INTERSEZIONE TRA MONDI E PRATICHE DIVERSE DEL CONTEMPORANEO”. WWW.PLUSDESIGNGALLERY.COM

I PROTAGONISTI

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i TALenT SCouT 3. LOIC BIGOT, TOOLS GALERIE, PARIGI “NEI PEZZI CHE EDITO CERCO L’ELEMENTO CHE FA LA DIFFERENZA: L’ESTREMA QUALITÀ NELLA FORMA, NELLA FUNZIONE O NELL’UTILIZZO DEI MATERIALI. L’ELEMENTO PREZZO NON HA IMPORTANZA, QUELLO CHE CONTA È CHE L’OPERA ABBIA UN SENSO COMPIUTO. LAVORO QUINDI CON POCHI DESIGNER, FRANCESI MA SOPRATTUTTO STRANIERI, CHE SELEZIONO ACCURATAMENTE E CUI POI LASCIO MANO LIBERA NELL’ESPRESSIVITÀ PERSONALE. IL RISULTATO SONO 3 O 4 MOSTRE ALL’ANNO. NON TANTE, MA CERTAMENTE TUTTE CON PROGETTI CALIBRATI E PENSATI”. WWW.TOOLSGALERIE.COM

4. VALERIO CAPO E SAM PRATT, FUMI GALLERY, LONDRA “I DESIGNER CON CUI LAVORIAMO (MAX LAMB, NACHO CARBONELL, PIEKE BERGMANS, RAW EDGES SOLO PER CITARNE ALCUNI) CI DICONO CHE PROGETTARE CON NOI È RILASSANTE E STIMOLANTE. PROBABILMENTE PERCHÉ LI LASCIAMO LIBERI DI SPERIMENTARE MALGRADO IL FATTO CHE VOGLIAMO PEZZI CHE NON SIANO SOLTANTO BELLI MA ANCHE FUNZIONALI (COSA NON SCONTATA NEL DESIGN-ART!). O FORSE LA RAGIONE È CHE, AL CONTRARIO DI ALTRE GALLERIE, NON LI COSTRINGIAMO A FIRMARE CONTRATTI A VITA. L’ATMOSFERA È QUINDI SEMPRE FRESCA, SI LAVORA INSIEME PER SCELTA E NON PER OBBLIGO, CON UNA VISIONE COMUNE: SPERIMENTARE, INNOVARE, CERCARSI E TROVARSI. NON È SOLO UN BUSINESS. È ANCHE UN MODUS VIVENDI”. WWW.GALLERYFUMI.COM

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5. LIBBY SELLERS, LIBBY SELLERS GALLERY “SONO UNA GALLERISTA MA NON HO UNA GALLERIA, E QUESTO HA I SUOI VANTAGGI. ECONOMICI, PRIMA DI TUTTO, PERCHÉ PERMETTE UNA RIDUZIONE DEI COSTI E MAGGIORI INVESTIMENTI SULLE OPERE: UN FATTORE CHIAVE QUANDO SI RAPPRESENTANO GIOVANISSIMI TALENTI COME NEL MIO CASO. MA C’È ANCHE IL BRIVIDO DEL NUOVO E DELL’ESSERE IN QUALCHE MODO “UNDERGROUND”, DEL REINVENTASI IN SPAZI CHE MI DEVONO POTER RACCONTARE LE OPERE CHE RAPPRESENTO ANCHE SE SOLO TEMPORANEAMENTE”. WWW.LIBBYSELLERS.COM

6. LOIC LE GAILLARD E JULIEN LOMBRAIL, CARPENTERS WORKSHOP GALLERY, LONDRA “NON CI CAPIVAMO MOLTO DI DESIGN QUANDO ABBIAMO INIZIATO MA CI FIDAVAMO DEL NOSTRO FIUTO PER IL TALENTO (ENTRAMBI PROVENGONO DA FAMIGLIE DI COLLEZIONISTI, NDR): QUEL SAPER PENSARE E LAVORARE LA MATERIA, FACENDOLA PARLARE. LA FIDUCIA NELL’ ARTISTA È FONDAMENTALE QUANDO SI EDITANO I PEZZI, UN’ATTIVITÀ CHE COMPORTA GROSSI RISCHI. SOLO QUANDO PENSIAMO: SÌ, QUESTO PEZZO ME LO METTEREI IN CASA, SAPPIAMO DI ESSERE ARRIVATI. IL TEMPO HA DATO RAGIONE AL NOSTRO FIUTO: BASTI PENSARE A SEBASTIAN BRAIJKOVIC, UN EMERITO SCONOSCIUTO QUANDO HA INIZIATO A LAVORARE CON NOI, CHE PERÒ OGGI HA PEZZI ALLA PERMANENTE DEL V&A! LA CRISI? NÉ VISTA NÉ SENTITA. E PER FESTEGGIARE NEL 2010 APRIAMO UN NUOVO SPAZIO A CHELSEA!”. WWW.CARPENTERSWORKSHOPGALLERY.COM


Informazione pubblicitaria

IT Frames la sfida dell’innovazione

Tra i progetti realizzati da IT Frames Group: in alto, la sede della ITF International di Shanghai; sopra, bar Martini al Bund di Shanghai; a destra, interno di un negozio di Dolce & Gabbana.

IT Frames via Marzabotto 85 40050 Funo di Argelato (Bo) tel. +39 051 6632005 www.itframes.it

Qual è la soluzione vincente per fronteggiare l’ormai famigerata crisi internazionale e resistere alle turbolenze di contesti ogni giorno più competitivi? Le aziende devono puntare su attività di nicchia o far leva su valori che rappresentano un reale elemento di differenziazione e, in virtù di questi, proiettarsi con coraggio verso i mercati esteri? A questi annosi quesiti, IT Frames ha fornito una risposta perentoria e vincente. Gruppo con sede a Funo di Argelato, Bologna, IT Frames è un network che opera su scala internazionale nei campi della progettazione, realizzazione e installazione di arredi su misura e sistemi di illuminazione. Un Gruppo scelto oggi come partner di elezione da alcuni fra i più prestigiosi brand internazionali, come Dolce & Gabbana, Armani e Gruppo Marazzi. Un successo indiscutibile quello di IT Frames, che poggia su un fattore chiave: un modello di business dalla vocazione fortemente innovativa, che vede un gruppo di piccole e medie aziende nazionali fondere creatività e singole competenze in una rete in grado di trasferire su scala mondiale le eccellenze del design italiano. Pensare globalmente e agire localmente per affiancare il cliente in tutte le fasi del progetto e conseguire risultati di eccellenza nel pieno rispetto dei tempi di consegna: questi i requisiti grazie

ai quali IT Frames ha vinto le sfide della globalizzazione, tanto da poter vantare oggi un radicamento consolidato in Estremo Oriente (con ITF International e IT Frames a Shanghai,) e in USA, dove una sede commerciale veicola nel mercato americano le soluzioni di arredo realizzate dal Gruppo. Forte di un approccio volto a instaurare strette relazioni fiduciarie con i clienti e gli architetti, IT Frames ha inoltre promosso un servizio ‘chiavi in mano’, nato per massimizzare l’efficienza di un processo che coinvolge numerose figure professionali specializzate, e il cui operato è indispensabile per soddisfare requisiti di funzionalità, sicurezza, igiene e compatibilità ambientale nel rispetto di innumerevoli normative tecniche.


LimiTeD EDITIon / 35

INTERNI gennaio-febbraio 2010

GLI INGLESI SONO ARRIVATI PER PRIMI: sul fenomeno DeLL’arte-design HANNO GIÀ ORGANIZZATO, AL VICTORIA &ALBERT MUSEUM DI LONDRA, una fatata mostra, CHE STREGA I VISITATORI CON un incantato caravanserraglio che evoca sia Parnassus, L’ultimo film di Terry Gillian, che Attraverso lo specchio, IL SEGUITO DELL’ALICE DI LEWIS CARROLL.

TeLLinG TaLes di Olivia Cremascoli

UNA PANORAMICA DI TELLING TALES.


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TELLING TALES DA SINISTRA: TORD BOONTJE PER META, THE FIG LEAF, GUARDAROBA, 2008; BOYM PARTNERS, ULTIMATE ART FURNITURE, 2006; NIELS VAN EIJK, MOULDED MOLE, PANTOFOLE; ATELIER VAN LIESHOUT, SENSORY DEPRIVATION SKULL, 2007, FIBRA DI VETRO RINFORZATA.

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l Victoria & Albert di Londra, uno dei musei più conosciuti al mondo, in particolare per le arti applicate, ha di recente (fino al 18 ottobre) organizzato la magnifica esposizione Telling Tales: Fantasy and Fear in Contemporary Art. Si tratta di una mostra collettiva che – come spiega Gareth Williams, curatore del dipartimento Arredo del V&A – testimonia la nuova attitudine dei designer, in particolare nord-europei, nei confronti dei pezzi unici e/o delle edizioni limitate, che a tutti costi stanno cercando di contaminare i confini tra design e arte propriamente detta, quella non riproducibile, quella con l’aura, come argomentava Walter Benjamin.

La rassegna londinese comprende arredi, luci e complementi, disegnati da una generazione cosmopolita di progettisti estremamente sulla cresta dell’onda, tra i quali Williams ha posto in particolare evidenza gli olandesi – Tord Boontje, Maarten Baas, Jurgen Bey, Studio Job – tutti dichiaramente animati da un notevole spirito di story-telling, della narrazione. E, ciascuno, narra appunto la sua storia attraverso un proprio utilizzo di pattern decorativi, di allusioni storiche, di scelte materiche, condividendo al contempo temi quali immaginazione, parodia e persino memento mori. La mostra è ripartita in tre sezioni: The Forest Glade, chiara citazione dal

Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, e dunque ispirata ai miti, alla natura, alla visionarietà; The Enchanted Castle fa invece la parodia delle più storicizzate icone del design, sovente utilizzate quali manifesti di status sociale; Heaven and Hell è infine correlata al tema della morte e della vita eterna.


INTERNI gennaio-febbraio 2010

LimiTeD EDITIon / 39

DaLL’ArTE aL DesIGn I designer tornano a bottega PER “METTERE LE MANI IN PASTA”. Si fanno artigiani per creare pezzi unici E IRRIPETIBILI. D’ARTE PIÙ CHE DI DESIGN. E Utilizzano le tecnologie avanzate PER REALIZZARE visibili imperfezioni E OGGETTI MUTEVOLI CHE PROLIFERANO. di Cristina Morozzi


40 / LimiTeD EDITIon NELLA PAGINA PRECEDENTE. LAMPADARIO STARBRICK DI OLAFUR ELIASSON, 2009. COPRODUZIONE ZUMTOBEL/SAWAYA & MORONI. HA LA FORMA GEOMETRICA DI UN CUBO. SULLE SUE SEI FACCE SONO POSIZIONATI ALTRI CUBI DI COLLEGAMENTO ORIENTATI CON UN’ANGOLAZIONE DI 45°. È IN POLICARBONATO, CON SUPERFICI A SPECCHIO SEMITRASPARENTI GIALLE, ILLUMINATE A LED. 1. QUARK TABLE IN PLEXIGLAS DI FORMA ORGANICA, REALIZZATO, MEDIANTE UN ROBOT ANTROPOMORFICO, DA EMMANUEL BABLED E PROPOSTO DALLA GALLERIA OLANDESE PRIVEEKOLLEKTIE DI HEUSDEN A DESIGN MIAMI 2009. NATO IN FRANCIA NEL 1967, DIPLOMATO IN DESIGN A MILANO, BABLED HA INIZIATO A LAVORARE COME DESIGNER INDUSTRIALE. APPASSIONATOSI AL VETRO, SI DEDICA A MURANO ALLA CREAZIONE DI PEZZI IN EDIZIONE LIMITATA, ESPOSTI IN NUMEROSE MOSTRE IN ITALIA E ALL’ESTERO.

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SI RISCOPRONO gli strumenti tradizionali E I PROGETTISTI, infaticabili, SI DEDICANO A UN perfezionismo quasi maniacale. IL TEMPO DI REALIZZAZIONE, da inevitabile schiavitù, DIVENTA magnifica ossessione.

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l designer che nel suo studio laboratorio manipola nuove materie e sperimenta tecnologie avanzate si fa artigiano. Qualche esempio: Nacho Carbonell, premiato a Miami Basel nel 2009, modella su scheletri di ferro il composito costituito di giornali vecchi macerati in un liquido speciale; Jerszy Seymour stampa una resina di sua invenzione a base di farina di patate. I nuovi designer-artigiani si auto producono per realizzare quel capo d’opera in grado di esprimere appieno le loro potenzialità creative. Evitando il confronto con l’industria, percepita come limite, più che come potenzialità, operano perciò anche da artisti. Il progetto industriale si avvera, invece, nel dialogo tra designer e impresa. Magari telefonico, come diceva Vico Magistretti, quando raccontava di felici progetti, non disegnati, ma “solo telefonati”. La dialettica fertile tra imprenditori e progettisti, che ha nutrito e cresciuto il design, pare si sia interrotta: reciproca incomprensione, eccesso di vincoli, ansia d’avere opere in vetrina. Forse è anche il tempo, nella sua contraddizione tra intervallo lungo del fare e fretta d’esporsi, tipica di una epoca che, come sostiene Marc Augé nel suo ultimo saggio (Che fine ha fatto il futuro, Eleuthera, 2009) ha perso il futuro, a spingere i creativi nelle braccia dei galleristi. Le gallerie offrono ai designer la libertà di sperimentare e la possibilità di riappropriarsi dei mestieri d’arte. Il consumatore assuefatto ha bisogno di stupori di cui il mercato è

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sempre più avaro. E le gallerie dotate di fiuto corteggiano i designer, assoldando, come Kreo, anche gli irriducibili: i “Supernormal” Jasper Morrison e Naoto Fukasawa. L’ormai storica galleria parigina, che ha in scuderia i più importanti designer contemporanei, edita circa cinquanta pezzi l’anno: un’attività da piccola-media impresa che sta producendo buoni profitti e che rende sempre più nutrito il suo catalogo. Nuove gallerie dedicate all’arte usabile spuntano ovunque, e si moltiplicano i designer prestati all’arte che iniziano anche a costruirsi una selezionata clientela in rete, come Constantin Boym, ironico designer artista newyorkese di origine russa. Ogni medaglia ha il suo rovescio: se i designer fanno gli artisti, questi ultimi iniziano a lavorare anche come designer. È il caso di Tobias Rehberger che ha allestito la caffetteria della 53esima Biennale d’arte di Venezia (2009) e di Olafur Eliasson

che ha creato lo scenografico lampadario Starbricks coprodotto da Zumtobel e Sawaya & Moroni. Il doppio binario di molti progettisti, a ben vedere, non è poi così conflittuale. Basta considerare il metodo di lavoro di Konstantin Grcic, uno dei più talentuosi designer industriali, scelto come curatore della prima mostra di design (Design Real, sino al 7 febbraio 2010) alla Serpentine, importante galleria d’arte londinese. Nel suo studio di Monaco di Baviera di ogni pezzo destinato alla produzione industriale realizza personalmente a mano vari prototipi: ciascuno, perfettamente finito, rappresenta l’evoluzione del progetto verso la miglior soluzione possibile. Il cerchio si chiude. Come, sostiene l’olandese Richard Hutten, designer-artista di punta della neonata galleria Plusdesign di Milano, “ il design è, prima di tutto, un’arte”


INTERNI gennaio-febbraio 2010

2. LAMPADARIO A SOSPENSIONE METEORA REALIZZATO CON OGGETTI IN PLASTICA DI RIUSO AFFOGATI NELLA SCHIUMA POLIURETANICA COLORATA. È UNA DELLE OPERE DI MASSIMILIANO ADAMI ESPOSTE NELLA PERSONALE MAGMA FOSSILE ALLA TRIENNALE DI MILANO (NOVEMBRE 2009). ADAMI È UNO SPERIMENTATORE CHE SI OCCUPA PERSONALMENTE DI TUTTI I PASSAGGI PRODUTTIVI NEL SUO STUDIO LABORATORIO. I SUOI ARTEFATTI COSTRUITI CON LE SCORIE DELLA SOCIETÀ DEI CONSUMI SONO UN INVITO, SIA A IMMAGINARE UNA SECONDA VITA FUNZIONALE, SIA A PENSARE A CIÒ CHE L’OGGETTO È STATO PRIMA DI VENIRE DISMESSO.

4. TAVOLO IN VETRO A FORTE SPESSORE POLICROMO ROE KETA DI DANNY LANE, PROPOSTO NEL 2009 DA DILMOS NELLA RASSEGNA COMPRESSION, A VENT’ANNI DI DISTANZA DALLA PRIMA MOSTRA MILANESE DI LANE VITRO CRYSTALLIZATION SEMPRE DA DILMOS. FAMOSO PER SCULTURE DI IMPORTANTI DIMENSIONI IN VETRO FLOAT, DANNY RITORNA SULLA SCENA ITALIANA CON GRANDI OPERE IN VETRO COLORATO, COME I DISCHI, QUASI GIRANDOLE CROMATICHE, CHE RAGGIUNGONO IL DIAMETRO DI 120 CENTIMETRI, REALIZZATE CON LA PERIZIA DI UN NOVELLO VULCANO IN FORNACE.

5. TAPPETO VU IN LANA MULTICOLORE, CON EFFETTO OPTICAL, IN SERIE LIMITATA DI 15 ESEMPLARI, CREATO NEL 2009 DA RADI DESIGNERS PER TOOLS GALERIE DI PARIGI. ESISTE ANCHE NELLA VERSIONE LUMINOSA, IN DIVERSE GRADAZIONI DI BLU, CON LED E COMPONENTI ELETTRICI. NATO NEL 1992, RADI DESIGNERS, COSTITUITO, AL DEBUTTO, DA 5 MEMBRI, TUTTI COMPAGNI DI SCUOLA A LES ATELIERS DI PARIGI, OGGI COMPRENDE LAURENT MASSALOUX, OLIVIER SIDET E ROBERT STADLER. FLORENCE DOLÉAC E CLAUDIO COLUCCI ESERCITANO ORMAI LA LORO ATTIVITÀ IN MODO AUTONOMO. IL GRUPPO OPERA SIA NEL DESIGN INDUSTRIALE CHE IN QUELLO ARTISTICO. PARALLELAMENTE ALL’ATTIVITÀ COLLETTIVA, CIASCUNO SVILUPPA PROGETTI PROPRI, SOPRATTUTTO NELL’AMBITO DEL DESIGN ARTISTICO.

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3. VASO DELLA SERIE CRYSTAL CANDY SET, IN CRISTALLO E PORCELLANA, CREATO NEL 2008 DA JAIME HAYON, IL FANTASMAGORICO DESIGNER CATALANO, PER BACCARAT. EX DIRETTORE DEL DESIGN A FABRICA, AUTORE DEGLI INTERIOR DI VARI NEGOZI CAMPER, DESIGNER DI SANITARI BAROCCHEGGIANTI PER ARTQUITECT, DI ARREDI PER BD EDICIONES ED ESTABLISHED & SONS, HA CONQUISTATO IL MERCATO DELL’ARTE CON LE SUE IMMAGINIFICHE SCULTURE E FIGURINE DI PORCELLANA PER BOSA E LLADRÓ. ALL’ORIGINE DELLA COLLEZIONE PER BACCARAT C’È L’IDEA DI RICREARE LA RICCHEZZA DEI FRUTTI TROPICALI, ABBINANDO IL CRISTALLO SCOLPITO AD ALTRI MATERIALI.


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1. TAVOLO PEZZO UNICO DELLA SERIE PRIMITIVE, IN POLIURETANO ESPANSO RIVESTITO IN RESINA ELASTICA, CREATO DA NUCLEO (PIERGIORGIO ROBINO, STEFANIA FERSINI, ALICE C. OCCLEPPO, DANIELE RAGAZZO) ED ESPOSTO DURANTE LA FIERA ARTISSIMA 2009 DI TORINO ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO. IL GRUPPO NATO NEL 1997, SI FA CONOSCERE AL SALONE SATELLITE MILANESE NEL 2000 CON LA POLTRONA TERRA, UNA AUTOPRODUZIONE CHE MERITÒ UNA SELEZIONE AL PREMIO COMPASSO D’ORO. ATTIVO NEL DESIGN INDUSTRIALE, NELL’INTERIOR E NELL’ATTIVITÀ DIDATTICA, NUCLEO RITORNA ALL’AUTOPRODUZIONE CON UNA RICERCA CHE ANNULLA OGNI DECORAZIONE A FAVORE DI FORME GEOMETRICHE ELEMENTARI, LIBERAMENTE AGGREGATE.

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2. SEDIA BOOK CHAIR, UN ASSEMBLAGGIO DI LIBRI, ANNEGATO NELLA RESINA, TIRATO IN 5 ESEMPLARI, DI RICHARD HUTTEN PER LA GALLERIA MILANESE PLUSDESIGN. IL DESIGNER OLANDESE, CRESCIUTO ALLA SCUOLA DEI DROOG, ATTIVO COME INDUSTRIAL DESIGNER – LA SUA ATTIVITÀ PRINCIPALE – GIOCA CON DISINVOLTURA E CON SUCCESSO ANCHE IL RUOLO DELL’ARTISTA CHE GLI PERMETTE COMPLETA LIBERTÀ ESPRESSIVA, CONVINTO CHE L’ARTE POSSA ESSERE DESIGN SE È USABILE. STA ORGANIZZANDO LA SUA PERSONALE AL MUSEO DI GANT IN BELGIO ED ESPORRÀ PROSSIMAMENTE IN GALLERIE DI GINEVRA, TOKYO, BRUXELLES E ROTTERDAM.

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3. TAVOLO DELLA SERIE APPUNTI DI VIAGGIO, RIVESTITO CON FOGLI DI RAME, DECORATI CON LA TECNICA DELLO SBALZO, DI LORENZO DAMIANI. AUTOPRODUZIONE. IN VENDITA PRESSO LA GALLERIA DI DESIGN ARTISTICO PLUSDESIGN DI MILANO. DESIGNER INDUSTRIALE, LORENZO COSTRUISCE OGGETTI CON MATERIALI NORMALI. INVENTA NUOVE TIPOLOGIE: NON DEI TRASFORMABILI, ANCHE SE TALVOLTA POSSIEDONO UN DUPLICE USO, MA PIUTTOSTO OGGETTI POLISEMICI, ANALOGHI AI GRIFONI, METÀ AQUILE E METÀ LEONI. INNESTA PRODUCENDO DEGLI IBRIDI PUR REALIZZANDO OGGETTI SEMPLICI E QUOTIDIANI. POSSIEDE LA RARA CAPACITÀ DI CREARE “SORPRENDENZA”.

4. MADE IN CHINA, SERIE DI MOBILI ISPIRATI AGLI ARCHETIPI DELLA TRADIZIONE CINESE, RESI SURREALI DA ELEMENTI ESTRANEI, COME LE GAMBE FEMMINILI, LACCATI DI BIANCO, DECORATI CON ANIMALI GIOCATTOLO IN LEGNO SCOLPITI A MANO E VERNICIATI DI BIANCO. È UNA CREAZIONE DI WOKMEDIA PER LA GALLERIA CONTRAST DI SHANGHAI. JULIE MATHIAS E WOLFGANG KAEPPNER HANNO CREATO WOKMEDIA NEL 2004 CON BASE A LONDRA E STUDIO-LABORATORIO A SHANGHAI. NEI LORO LAVORI TRADUCONO IN VERSIONE FANTASIOSA, AI LIMITI DEL SURREALE, MEMORIE DELL’INFANZIA E ARCHETIPI FIGURATIVI, SIA OCCIDENTALI CHE ORIENTALI.


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5. APPENDIABITI THE HANGER IN LEGNO DI CASTAGNO CON CHIODI IN ALLUMINIO, EDIZIONE LIMITATA A 50 ESEMPLARI NUMERATI E FIRMATI. DESIGN NAOTO FUKASAWA, EDITORE GALERIE KREO. A PROPOSITO DI QUEST’OPERA, CHE TALUNI TROVANO ARDUO CLASSIFICARE COME ARTISTICA, FUKASAWA, INDUSTRIAL DESIGNER GIAPPONESE (HA FIRMATO ANCHE PEZZI PER MUJI), PADRINO ASSIEME A JASPER MORRISON DEL DESIGN SUPERNORMAL, SCRIVE CHE “ ARTE, TALVOLTA, PUÒ ESSERE QUALCOSA CHE CI AIUTA A RESTITUIRE VALORE AGLI ELEMENTI OVVI CHE RACCOGLIAMO INCONSAPEVOLMENTE NELLA VITA QUOTIDIANA”. UN’OPERAZIONE – SI POTREBBE DIRE – ALLA DUCHAMP CHE HA IL VANTAGGIO DI ESSERE ANCHE USABILE. 7. SEDUTA POSSIBILE PLATEFORMES, 2008, EDIZIONE DI 8 ESEMPLARI. DESIGN ROBERT STADLER PER LA GALLERIA D’ARTE PARIGINA EMMANUEL PERROTIN, RECENTEMENTE CONVERTITASI AL DESIGN ARTISTICO. COSTITUITA DA SOTTILI ELEMENTI IMBOTTITI SOVRAPPOSTI, ALLUDE NEL SUO PRECARIO EQUILIBRIO ALLE CONFIGURAZIONI GEOLOGICHE IN PERENNE EVOLUZIONE. L’OPERA APPARTIENE ALLA RICERCA DI STADLER NELL’AMBITO DELLA PRODUZIONE ARTISTICA VERSO OGGETTI DOTATI DI FUNZIONE, DALLE FORME INSTABILI E MUTANTI, SOGGETTE, COME LE FAGLIE, A PROGRESSIVI SLITTAMENTI E CORROSIONI. UN INVITO A CONSIDERARE LA STABILITÀ CHE NASCE DAL DISEQUILIBRIO COME STATO PROVVISORIO.

6. TAVOLO DELLA COLLEZIONE FRAMMENTI DISEGNATO DA MARCO ZANUSO JR E PROPOSTO A PARTIRE DAL 26 NOVEMBRE 2009 DALLA GALERIE ITALIENNE DI PARIGI. L’INTENZIONE DI QUESTA NUOVA COLLEZIONE È DI CREARE DEI PEZZI GIOIELLO, QUASI A MISURA DI CLIENTE. I PIANI DEI TAVOLI SONO COSTITUITI DA UN ASSEMBLAGGIO DI SUPERFICI IN RAME SMALTATO, SOSTENUTE DA GAMBE IN LEGNO MASSELLO. I FRAMMENTI SONO REALIZZATI NELL’ATELIER DI GABRIELLA GABRINI, NOME DI RIFERIMENTO NELLA TECNICA DELLO SMALTO. LA COLLEZIONE RAPPRESENTA IL FELICE INCONTRO TRA IL LINGUAGGIO DEL DESIGN, CHE ZANUSO JR DEFINISCE IBRIDO, E QUELLO DELL’ATELIER ARTIGIANALE.

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8. TAVOLO SCULTURA GRENOUILLE IN NOCE LACCATO TRASPARENTE E COLOR BLU, EDIZIONE DI 8 ESEMPLARI. DESIGN HELLA JONGERIUS, EDITORE GALERIE KREO, 2009. LA CREATRICE OLANDESE, CRESCIUTA ALLA SCUOLA DEI DROOG, APPARTIENE AL NOVERO DEI DESIGNER DI FRONTIERA. ATTIVA COME DESIGNER INDUSTRIALE – COLLABORA CONTINUATIVAMENTE ANCHE CON IKEA – STA PROGRESSIVAMENTE AMPLIANDO LA SUA PRODUZIONE DI DESIGN ARTISTICO, CARATTERIZZATA DA OPERE “VIRTUOSE” LAVORATE A MANO CON DIVERSI MATERIALI E VARIE TECNICHE, PREVALENTEMENTE A SOGGETTO ANIMALE. TRA I PEZZI NEL CATALOGO DI KREO ANCHE IL TAVOLO BASSO TORTUE DECORATO DA UNA REALISTICA SCULTURA DI TARTARUGA.


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1. 1. IL GIOVANE DESIGNER OLANDESE BO REUDLER PER COSTRUIRE I SUOI MOBILI SBILENCHI PARTE DAGLI ALBERI. SI RECA PERSONALMENTE NEL BOSCO, SCEGLIE I RAMI CHE RITIENE ADATTI E LI CONTRASSEGNA CON UN CARTELLINO. QUINDI LI SEGA, LI TRASPORTA NEL SUO STUDIO LABORATORIO E LI ASSEMBLA MANUALMENTE, PRESERVANDO LE LORO IRREGOLARITÀ E NODOSITÀ. LA FINITURA LACCATA IN BIANCO E, RECENTEMENTE, ANCHE IN ORO, NELL’INTENZIONE DEL DESIGNER CONTRIBUISCE A RENDERE PREZIOSI I SUOI ESPERIMENTI DI FALEGNAMERIA. CON LA SUA PRIMA COLLEZIONE HA DEBUTTATO NEL 2009 AL FUORISALONE DI MILANO NELL’AMBITO DELLA COLLETTIVA OLANDESE TUTTOBENE.

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2. COLLEZIONE TIMELESS DI CONSTANTIN E LAURENE BOYM. AUTOPRODUZIONE. ALLA BASE DEL NUOVO PROGETTO DI QUESTA COPPIA DI DESIGNER-ARTISTI CON STUDIO A BROOKLYN, C’È L’IDEA DI SUGGERIRE DEGLI OGGETTI ARCHETIPICI MODELLATI IN BRONZO. GRAZIE ALL’INEDITO TRATTAMENTO DELLA RESINA, LE SUPPELLETTILI QUOTIDIANE APPAIONO SIMILI A SCULTURE BRONZEE, ACQUISTANDO UN VALORE STORICO: SEMBRANO PESANTI E INVECE SONO LEGGERE. DALL’INVENZIONE NASCE UNA PROVOCAZIONE PENSATA PER CONTRASTARE L’OBSOLESCENZA DEGLI OGGETTI COMUNI. GLI AUTORI VENDONO LA COLLEZIONE SOLO SUL LORO SITO: I CLIENTI SONO FEDELI E IN AUMENTO.

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3. SOFA PYRENEES (FOREST GREEN) CON STRUTTURA IN METALLO E IMBOTTITURA IN SCHIUMA DI POLIURETANO. DESIGN PATRIK FREDRIKSON E JAN STALLARD PER LA GALLERIA LONDINESE DAVID GILL. FREDRIKSON, NATO IN SVEZIA, ATTIVO A LONDRA DAL 1995, E STALLARD, LONDINESE, AMBEDUE DIPLOMATI AL CENTRAL SAINT MARTIN COLLEGE DI LONDRA, HANNO INIZIATO IL LORO SODALIZIO NEL 1995, AFFERMANDOSI RAPIDAMENTE COME ESPONENTI DI PUNTA DEL DESIGN D’AVANGUARDIA INGLESE. HANNO COLLABORATO CON SWAROVSKI, DROOG DESIGN, CHANEL, TAI PING, VEUVE CLICQUOT E THORSTEN VAN ELTEN. PER LE EDIZIONI ARTISTICHE SONO RAPPRESENTATI DA DAVID GILL.

4. CORIAN CABINET È UN’ AUTOPRODUZIONE DI MAARTEN DE CEULAER, BELGA, DIPLOMATO IN DESIGN ALL’ACCADEMIA DI EINDHOVEN. IL SUO PROGETTO DI DIPLOMA, A PILE OF SUITCASE, UN ARMADIO COSTITUITO DA UNA SOVRAPPOSIZIONE DI GRANDI VALIGIE COMPARE SIA NEL CATALOGO DI FREZZA CASAMANIA, SIA IN QUELLO DELLA GALLERIA MILANESE DI DESIGN ARTISTICO NILUFAR. IN CORIAN CABINET GIOCA DI CONTRASTO TRA IL DESIGN MINIMALISTA E LA DECORAZIONE, TRA LA PUREZZA DEL MATERIALE E L’INCISIONE SULLE ANTE CHE APPARE SOLO QUANDO IL MOBILE È ILLUMINATO DALL’INTERNO. BASTA ACCENDERE LA LUCE E L’IMMAGINE MUTA RADICALMENTE.

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INTERNI gennaio-febbraio 2010 GLI APPUNTAMENTI FIERISTICI DEL DESIGNART NEL MONDO

ARTVERONA, SETTEMBRE 2010, VERONA WWW.ARTVERONA.IT

OBJECT ROTTERDAM, 4-7 FEBBRAIO 2010 WWW.OBJECTROTTERDAM.NL

PAVILION OF ART & DESIGN LONDON (GIÀ DESIGNART LONDON), 13/17 OTTOBRE 2010, LONDRA WWW.PADLONDON.NET

DESIGN MIAMI/BASEL, BASILEA, 15-19 GIUGNO 2010 WWW.DESIGNMIAMI.COM

DESIGN MIAMI, DICEMBRE 2010 WWW.DESIGNMIAMI.COM

di Laura Traldi

FIERE & MUSEI

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re domande a Fons Hof, Direttore di Art Rotterdam e Object Rotterdam, dal 4 al 7 febbraio 2010. Un’ altra fiera del DesignArt in Europa. Ce n’era bisogno? Sì. Perché Object Rotterdam è l’unica completamente dedicata al solo design contemporaneo. Inoltre ci posizioniamo come una piattaforma per i talenti sconosciuti.

Per questo i prezzi dei nostri spazi espositivi sono significativamente più bassi rispetto ad altre fiere (fino al 60% in meno): diamo alle gallerie la possibilità di investire sui giovani. Siete alla vostra seconda edizione. Cos’è cambiato rispetto all’anno scorso? I compratori di design sono al 90% collezionisti d’arte. Per questo nell’edizione 2010 abbiamo completamente integrato Art e Object Rotterdam: un solo biglietto per entrambe le fiere. Anche dal punto di vista degli espositori abbiamo registrato un’impennata nelle presenze straniere, ormai oltre il 40%.

Cosa vedremo a Object Rotterdam? Design, alto artigianato contemporaneo e gioielleria. Gallerie rinomate, come Vivid o Rabih Hage, ma anche nomi emergenti: Priveekollektie (con pezzi di Emmanuel Babled) o Wilpert Dreesman, gallerista senza spazio fisico che lavora con Aldo Bakker. Sperimentazioni, come quelli della gallaria D&A Lab che ha commissionato pezzi di design ad artisti. E nuove collezioni spontanee, come Total Table, due set da tavola completi (dal tessile agli Arts de la Table) realizzati da Kiki van Eijk e Scholten e Baijings con il sostegno di aziende e musei.

SCATENATI (PER LE EDIZIONI)

1.

2.

1. VITRA DESIGN MUSEUM, WEIL AM RHEIN, GERMANIA, WWW.DESIGNMUSEUM.DE DA VENT’ANNI SULLA CRESTA DELL’ ONDA. IL VITRA DESIGN MUSEUM, SOTTO LA DIREZIONE DI ALEXANDER VON VEGESACK, DA SEMPRE AFFIANCA AL SUO AMBIZIOSO PROGRAMMA CULTURALE ANCHE LE EDIZIONI DI PEZZI DI DESIGN: DAGLI OROLOGI ALLE MINIATURE DI SEDUTE, A NUMEROSI PEZZI D’ARREDO POI COMMERCIALIZZATI DA VITRA. 2. COOPER HEWITT NATIONAL DESIGN MUSEUM, NEW YORK, WWW.COOPERHEWITT.ORG SI È TRASFORMATO IN EDITORE DI PEZZI DAVVERO PARTICOLARI IL COOPER HEWITT NATIONAL DESIGN MUSEUM DI NEW YORK CON THE NATURE CONSERVANCY, L’ORGANIZZAZIONE

3. INTERNAZIONALE PER LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE. A DIECI DESIGNER, TRA CUI YVES BEHAR, STEPHEN BURKS, HELLA JONGERIUS E TED MUEHLING, HA CHIESTO DI CREARE OGGETTI UTILIZZANDO MATERIALI DI SCARTO AGRICOLO E LAVORANDOLI IN LOCO IN AUSTRALIA, MESSICO, SUD AMERICA, CINA E STATI UNITI. PEZZI UNICI, IN NOME DELLA SOSTENIBILITÀ. 3. MUSEUM BOIJMANS VAN BEUNINGEN, ROTTERDAM, OLANDA, WWW.BOIJMANS.NL AL MUSEO DELLE ARTI APPLICATE, DEL DESIGN E DELLA MODA BOIJMANS DI ROTTERDAM È UN PIACERE PASSARE IN GUARDAROBA. LA DESIGNER CHE L’HA PROGETTATO, WIEKI SOMERS, L’HA INFATTI PENSATO COME UN CAROSELLO DI CORDE SU CUI I

4. CAPI E LE BORSE VENGONO APPESI, TRASFORMANDOSI ESSI STESSI IN DECORI. LO SCORSO OTTOBRE, IL PROGETTO HA VINTO IL DUTCH DESIGN AWARD. 4. ZUIDERZEEMUSEUM, ENKHUIZEN, OLANDA, WWW.ZUIDERZEEMUSEUM.NL UN MUSEO CHE EDITA PEZZI IN LIMITED EDITION E LI PRESENTA AL SALONE DEL MOBILE? È SUCCESSO LO SCORSO APRILE CON LA COLLEZIONE GOSPEL DI STUDIO JOB, COMMISSIONATA DAL PICCOLO MA ATTIVISSIMO ZUIDERZEEMUSEUM DI EINKHUIZEN IN OLANDA. CHE CI RIPROVA A OBJECT ROTTERDAM CON IL ZUIDERZEE CLOCK DI MAARTEN BAAS, GIÀ ESPOSTO A DESIGN MIAMI LO SCORSO DICEMBRE. FOTO: GERRITJAN HUININK.


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EccEssI

di Cristina Morozzi

PEZZI extra-ordinari CHE REINTERPRETANO IN CHIAVE POP E SURREALE gli stilemi classici. SONO I SEGNALI DI UN RADICALE cambio D’orientamento: DALLA standardizzazione VERSO la diversificazione DALL’OMOLOGAZIONE VERSO la singolarità. HANNO ROTTO GLI ARGINI ERETTI DAL sistema design PER FLUIRE VERSO il mare tumultuoso delle merci. PRONTI A MISURARSI ANCHE CON gli appetiti DELLA GENTE COMUNE.

POLTRONA MURILLO CON FUSTO IN LEGNO DI TIGLIO INTAGLIATO A MANO, LACCATO BLU, GIALLO, VERDE, BIANCO CON PARTI IN LEGNO A VISTA. DESIGN ALESSANDRO MENDINI PER BYBLOS CASA. EDIZIONE LIMITATA DI 30 PEZZI FIRMATI.


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CASSETTONE SAN MARCO, APPARTENENTE ALLA COLLEZIONE IL GUSTO DEI PRINCIPI CREATA DA GIOVANNI MARIA MALERBA DA BUSCA PER COLOMBOSTILE. LA STRUTTURA È IN LEGNO DI CILIEGIO FINITO A GOMMA LACCA CON DECORI POLICROMI A TEMPERA E IN CERAMICA. TARSIE IN BOIS DE ROSE, RADICA DI AMBOINA E MADRONA, CASTONI IN ARGENTO SATINATO E INCISO, FINITO BAGNO ORO, CON PIETRE SEMIPREZIOSE E CRISTALLI DI ROCCA INCASSATI. IL PIANO È IN MARMO VERDE FANTASY. EDIZIONE A TIRATURA LIMITATA. MONTANARA, DIVANO CON RIVESTIMENTO FIGURATO, CREATO DA GAETANO PESCE PER MERITALIA. A PROPOSITO DI QUESTO PEZZO PRESENTATO NEL 2009 SCRIVE IL DESIGNER: “È IMPORTANTE ESPRIMERSI CON LE IMMAGINI E FAR SÌ CHE IL DESIGN DIVENTI UN RACCONTO E NON SOLO UN VEICOLO DI FUNZIONALITÀ. MONTANARA VUOL DIRE CHE LA NATURA È FANTASTICA E CHE LA DOBBIAMO TRATTARE CON AMORE COME UNA CARISSIMA COMPAGNA”.

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DIAMOND, CREDENZA IN LEGNO LACCATO CON PIEDI SCOLPITI E VERNICIATI A FOGLIA D’ORO. È REALIZZATA ARTIGIANALMENTE DAL GRUPPO PORTOGHESE BOCA DO LOBO E PROPOSTA NEL 2009 AL SALONE DEL MOBILE DI MILANO. TOUT VA BIEN, CREDENZA IN LEGNO VERNICIATO CON BASSORILIEVI, DESIGN ANTOINE+MANUEL PER BD EDICIONES. PRESENTATA AL SALONE DEL MOBILE DI MILANO 2009.


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PRENDE IL NOME DAL FAMOSO MOVIMENTO CULTURALE CHE CONTRIBUÌ ALLA NASCITA DEL ROMANTICISMO TEDESCO LO SPECCHIO STURM UND DRANG IN VETRO BISELLATO CON CORNICE A VOLUTE IN VETRO DI MURANO. DESIGN PIERO LISSONI PER GLAS ITALIA. TAVOLO IN LEGNO DOTATO DI GAMBE SCOLPITE CON MOTIVO FIGURATO E PIANO IN MARMO, REALIZZATO DA CHELINI. È LA LIBERA INTERPRETAZIONE DI UN MODELLO CLASSICO. LEONI ALATI SOSTENGONO LA SEDUTA IN LEGNO DAGOBERT PRODOTTA DA F.LLI BOFFI. IL SEDILE IMBOTTITO È RIVESTITO DI VELLUTO DAMASCATO.

PEZZI STRAORDINARI / 49


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LA VASCA ESPRIT DI DEVON&DEVON RIPROPONE L’IDEA DI UNA STANZA DA BAGNO ISPIRATA ALLE ATMOSFERE ED AL GUSTO CARATTERISTICI DEL PERIODO CHE VA DALL’EPOCA VITTORIANA ALLA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO. UNA STANZA ARREDATA CON “PEZZI STORICI”, RESI ATTUALI DALL’ATTENZIONE ALLE MODERNE ESIGENZE DI FUNZIONALITÀ E COMFORT. VARIANTI DI COLORE (24) E DI PIEDINI. CILIEGIO E MOGANO ANTICHI, NOCE DECAPATO, LACCATO AVORIO PATINATO BIANCO: ALCUNE DELLE ESSENZE LIGNEE E DELLE FINITURE RELATIVE ALLE COLLEZIONI DI BOISERIES TURATI & C. I CANONI DELL’ELEGANZA CHE HANNO ATTRAVERSATO LA STORIA SONO ALLA BASE DI REALIZZAZIONI CUSTOM CHE PREVEDONO PROGETTAZIONE E INSTALLAZIONE. SEDIA MADAME DELLA NUOVA COLLEZIONE FIRMATA DA ROBERTO LAZZERONI PER BAXTER: UN MONDO ELEGANTE E SOFISTICATO ISPIRATO AI DÉCORATEUR FRANCESI CHE TRAE ISPIRAZIONE DA RIFERIMENTI STILISTICI DEL PRIMO NOVECENTO.


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ANCHE QUESTA È L’eccellenza italiana CHE HA RISCONTRO NEL MONDO. LA NOSTRA CAPACITÀ DI rievocare il fasto E LE GLORIOSE mode del passato.

LiFesTYLe réTro

ALCUNI PEZZI DI PROVASI, MARCHIO STORICO DELL’ARREDAMENTO MADE IN BRIANZA. COMÒ IN EBANO MACASSAR CON INTARSI DI ESSENZE DI LEGNI PREGIATI REALIZZATI A MANO, COME LE MANIGLIE E I PARTICOLARI IN BRONZO CESELLATO. CREDENZA FRANCESE IN ROVERE MASSELLO CON MOTIVI INTAGLIATI A MANO E PIANO IN MARMO. DIVANO PARIS CON IMBOTTITURA CAPITONNÈ IN VELLUTO COLOR LAVANDA E PIEDINI INTAGLIATI E DECORATI A MANO CON FOGLIA D'ORO. TUTTI I CUSCINI SONO IN SETA E VELLUTO DECORATI CON PASSAMANERIE REALIZZATE APPOSITAMENTE.

S

inonimo di qualità: i prodotti che decretano il successo di tante aziende italiane, sia in patria che all’estero, sono insiti nella loro capacità di realizzare arredi che sembrano usciti dalle botteghe di ebanisti, intarsiatori, detentori di lavorazioni esclusive, intenditori di materiali e finiture preziose. Non solo. La loro esperienza lavorativa in manufatti del passato gli ha anche infuso una cultura dell’arredamento in stile che molte volte si confonde con la sapienza di un decoratore o di uno scenografo in grado di rendere verosimile un interno d’epoca fatto oggi. Nelle loro showroom o negli allestimenti fieristici sanno infatti evocare nei visitatori la sensazione di trovarsi in una abitazione reale, mettendo così in risalto la capacità

aziendale di decorare in modo esaustivo ogni tipologia d’interni. Mobili, imbottiti, complementi e accessori realizzati con materiali preziosi e tutto quanto rientra nel concetto di “lifestyle rétro”. È una sfida in termini qualitatitivi che si esprime a 360 gradi. L’interpretazione contemporanea dell’alta decorazione è esportata con successo in ogni parte del mondo, in tutti i più importanti luoghi in cui si attribuisce, alla nostra aura artistica e al saper fare secondo la tradizione, un plusvalore inimitabile. Non si tratta di pezzi unici, poiché esiste la possibilità di replica con requisiti standardizzati; forse di limited edition sconosciute alle gallerie d’arte e di design. Ma non si può dire “mai” in un mondo di certezze molto mutevoli. (T.G.)


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1. ATLANTIS, IL NUOVO “PRECIOUS-PROJECT” DI TERZANI, DESIGN BARLAS BAYLAR, REALIZZATO CUSTOM SU RICHIESTA DEL CLIENTE. MOLTI SONO I GIORNI DI LAVORAZIONE E QUASI MANIACALE LA CURA PER IL DETTAGLIO. COME LA TRAMA FORMATA DA CIRCA 4MILA METRI DI SOTTILI CATENINE NICHEL (FINITURA NATURALE, NERO, ORO E BRONZO) ATTACCATE MANUALMENTE UNA AD UNA. 2. HELIUN, DESIGN GIANCARLO TINTORI PER IL MARCHIO SEGNO DI LEONARDO DI RELCO GROUP. STRUTTURA IN CRISTALLO TRASPARENTE, ABAT-JOUR IN TESSUTO NERO O BIANCO, DUE DIFFERENTI SORGENTI LUMINOSE: 2 LED CHE ILLUMINANO LE VOLUTE IN CRISTALLO E UN ATTACCO PER LAMPADINA IN DOTAZIONE COMANDATA E REGOLATA DA UN SENSORE AL TOCCO.

1.

SONO I capolavori di bravura FATTI OGGI, CHE RENDONO OMAGGIO AI maestri artigiani DI UNA MITICA ITALIA DEL SAPER FARE. SONO LE fonti luminose IN CUI la luce DIVENTA un medium PER TRASFERIRE IN SPAZI ABITATI opere grandiose O DI GRANDE creatività.

3. AMANDA DI IPE. IL PARALUME SEMICILINDRICO È REALIZZATO CON SCAGLIE DI ALLUMINIO NATURALE. OPTIONAL: LA POSSIBILITÀ DI APPLICARE PENDAGLI IN CRISTALLO SWAROVSKI.

sPLeNDiDe LucI

di Carla Bronte

2.

3.


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4.

5. TAIF, LAMPADARIO IN VETRO SOFFIATO DISPONIBILE A 6, 9, 12, 18 LUCI. È PRODOTTO DA BAROVIER&TOSO IN VERSIONE MONOCROMATICA NEI COLORI LIQUIDI ROSA, GIALLO, ARANCIO, VERDE, E NERO, ROSSO, BIANCO, GRIGIO, VIOLA E BLUASTRO. NASCE NEL 1980 PER ARREDARE LA RESIDENZA DEL RE SAUDITA NELL’OMONIMA CITTÀ DI TAIF. PER MEGLIO DEFINIRNE LA PREZIOSITÀ E LA COMPLESSITÀ BASTI PENSARE CHE UN 12 LUCI È COMPOSTO DA 495 PEZZI REALIZZATI E MONTATI A MANO. 6. WA WA DI CATELLANI & SMITH: BASE IN FERRO NICHELATO, STRUTTURA IN ACCIAIO, ASTINE IN RAME NICHELATO, LENTI DIAMETRO 32 MM IN CRISTALLO, CINQUE LED COOL O NEUTRAL WHITE, ALIMENTATORE A SPINA. LE LENTI INGIGANTISCONO L’EFFETTO LUMINOSO DEI LED CHE SULLA RETROSTANTE STRUTTURA APPAIONO COME FANTASTICHE BOLLE SEMITRASPARENTI.

5.


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1.

VirTuosiSMI

ANCHE L’oggetto DICHIARATO di serie PUÒ AVERE NEL PROPRIO DNA UN progetto E UN processo di produzione. ATTINGE LA SUA qualitÀ ESCLUSIVA NELLA CAPACITÀ DI INCANALARE sviluppo e ricerca NELL’ALVEO DI UNA cultura materiale INSITA NEL MARCHIO DI FABBRICA. di Tersilla Giacobone


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1. COMPOSIZIONE DI VASI TUBES, EDIZIONE LIMITATA A 99 ESEMPLARI, DESIGN ARIK LEVY PER BITOSSI CERAMICHE ARTISTICHE BY FLAVIA. VARIE LE DIMENSIONI, LE FINITURE, LE DECORAZIONI. 2. FLOW, VASO DIVERSO SU TUTTI I LATI DI ZAHA HADID PER SERRALUNGA COLLECTION. IN POLIETILENE LACCATO BIANCO O NERO E LUMINOSO, IN DUE MISURE. 3. TAVOLO MONDRIAN ART DI DANIEL RODE PER CANTORI. STRUTTURA REALIZZATA A MANO IN FERRO DECORATO FOGLIA ARGENTO CHAMPAGNE E PIANO IN VETRO.

2.

4. VERMELHA DEI F.LLI CAMPANA PER EDRA. PER LA SEDUTA OCCORRONO 4 GIORNI DI LAVORO MANUALE E SPECIALIZZATO NELL’INTRECCIO DEI 500 METRI DI CORDA IN ACRILICO RIVESTIT0 DI COTONE.

3.

4.


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1.

2.

1. PORTA COLLEZIONE GRAFFITI DI LAURAMERONI DESIGN COLLECTION PROGETTATA DA PAOLO RIZZATO CON L’APPORTO GRAFICO DI ITALO LUPI. LA DECORAZIONE IN BASSORILIEVO SI RIFÀ ALLE LETTERE DELL’ALFABETO. L’ACCOSTAMENTO DI DUE DIFFERENTI LEGNI CONSENTE OGNI VOLTA UN PRODOTTO PERSONALIZZATO. 2. SCRITTOIO ERASMO, DESIGN MASSIMO SCOLARI PER GIORGETTI, CARATTERIZZATO DALLA FORMA A FOGLIA. DUE I CASSETTI ESTRAIBILI, CHE SI APRONO RUOTANDO A 360°, SU ENTRAMBI I FIANCHI DEL PIANO, IL QUALE PUÒ ESSERE IN EBANO O IN CUOIO. 3. MOBILE BAR SERIE BACH LIMITED EDITION COLLEZIONE ARMANI CASA. LA FINITURA EFFETTO PLISSÈ DEL LEGNO LACCATO NERO LUCIDO CREA UN SUGGESTIVO EFFETTO OPTICAL. L’INTERNO È RIVESTITO IN TESSUTO TECNICO COLOR ARAGOSTA.

3.


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4.

4. CONTENITORE RIDDLED DI STEVEN HOLL PER HORM (EDIZIONE 39+39 PEZZI NUMERATI E FIRMATI), PREZIOSO PER LA RICERCA SULLA LUCE E SULLA POROSITÀ DEL LEGNO (NOCE CANALETTO, SPESSORE 2,2MM) TRAFORATO AL LASER, CHE DÀ VITA A UN LEGGERO EFFETTO DIAMANTE. ANTE PRIVE DI CERNIERE METALLICHE. 5. DIVANO MOON SYSTEM DI ZAHA HADID PER B&B ITALIA: UN MONOBLOCCO CHE CONTIENE, COME SCOLPITI IN UN’UNICA MATERIA, SCHIENALE, SEDUTA E BRACCIOLO. ESTETICA ED ERGONOMIA SI FONDONO NELLA COMPLESSITÀ DELLE FORME GEOMETRICHE IN UNA SEDUTA FLUIDA E CONTINUA. UN “DESIGN STATEMENT” MESSO A PUNTO GRAZIE AL POLIURETANO SCHIUMATO A FREDDO IN STAMPI.

5.


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1.

1. TAVOLO BASSO SHELL, DESIGN DANNY LANE PER FIAM. IL PIANO IN VETRO DA 15MM E LA BASE A CINQUE ELEMENTI, DI CUI QUATTRO CURVATI, DA 12MM SONO SCOLPITI A MANO. 2. LES GRANDS TRANS-PARENTS, SPECCHIO ELLITTICO A FILO LUCIDO. IL GIOCO DI PAROLE, OPERA DI MAN-RAY, È SERIGRAFATO. ULTRAMOBILE COLLECTION DI SIMON-DESIGN D’AUTORE. 3. TAVOLO FIORIERA DUNE, DI ALDO CIBIC PER DE CASTELLI (EDIZIONE LIMITATA), IN ACCIAIO COR-TEN, UTILIZZATO IN SPESSORE MOLTO RIDOTTO, NATURALE ED ECOLOGICO: È RICICLABILE AL 100% E ILLIMITATAMENTE. LA PATINA COLOR BRUNO RUGGINE VARIA DI TONALITÀ CON GLI ANNI E CON L’AMBIENTE ESTERNO CONFERENDOGLI UNA SUGGESTIVA CONNOTAZIONE ESTETICA.

2.

3.


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1. ALCUNI MOBILI B&B ITALIA CHE ESEMPLIFICANO IL CONCETTO DI “EXTRA SERIE” PRATICATO DA MOLTE AZIENDE ITALIANE DI INDOLE INDUSTRIALE. 2.

2. POLTRONA CRINOLINE DI PATRICIA URQUIOLA, ESPRESSIONE DI UNA GRANDE ABILITÀ MANUALE NELL’INTRECCIO.

3.

extraSERIE I prodotti MOLTO particolari CHE METTONO A DURA PROVA IL talento industriale. UN ESEMPIO PER TUTTI: B&B ITALIA E LA RAGIONE DELLE SUE ULTIME capriole di abilità.

3. TAVOLO SEVEN DI JEAN-MARIE MASSAUD. LA STRUTTURA A 3 DIRAMAZIONI RIAFFIORA SULLA SUPERFICIE DEL PIANO SEMBRANDO UN INTARSIO.

4.

I

1. PANCA TITIKAKA DI NAOTO FUKASAWA. UN GIOCO DI EQUILIBRIO E BRAVURA ESECUTIVA: I SUOI 46 LISTELLI IN MASSELLO DI TEAK, CHE FORMANO LA SEDUTA, HANNO UNA LUNGHEZZA ECCEZIONALE.

n un momento di grande confusione come quello attuale, quando un brand con pedigree di razza non trova più nel mercato la debita valutazione sia culturale che economica, è naturale e giusto che faccia valere la sua abilità di sapere suonare anche da solista. Ovvero la capacità di produrre pezzi straordinari nel contesto di una orgogliosa storia e un lungo iter industriale. Si prenda ad esempio B&B Italia ed alcuni prodotti che fuoriescono dalla cornice delle sue collezioni standard. La complessità del divano Moon System di Zaha Hadid, che sembra scolpito in un monoblocco, è stata risolta grazie all’impianto di schiumatura a freddo in stampi che è il vanto dell’azienda sin dai tempi del famoso Coronado, il primo

4. TAVOLO LINK DI JAKOB WAGNER, PRIMA APPLICAZIONE DI UNA RESINA ACRILICA PER UN ARREDO DI INTERNI.

imbottito che eliminò la storica struttura interna in legno. Altro esempio di “design statement”, punto di incontro tra estetica e tecnologia, è il tavolo Seven di Jean-Marie Massaud con il distintivo disegno della struttura a tre diramazioni che rivendica il suo valore riaffiorando sulla superficie del piano: sembra un intarsio e in realtà è un grandissimo trucco industriale. Anche l’abilità manuale nell’intreccio, propria di artigiani che nelle Filippine da generazioni creano pezzi unici, è stata ingegnerizzata per garantire la stessa qualità esecutiva in tutta la serie. Sperimentando Cristalplant (resina acrilica utilizzata per le vasche da bagno) è uscito il tavolo Link di Jakob Wagner che sembra sbozzato da un monoblocco; mentre le curve plastiche ed ergonomiche della panca Titikaka di Naoto Fukasawa sono un gioco di equilibrio e di bravura esecutiva, vista l’eccezionale lunghezza (250cm) dei 46 listelli in massello di teak che formano la seduta.


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1.

2.

MATERIALI MORBIDI, COME tappeti, tessuti, carte da parati, E MATERIALI RIGIDI, QUALI SONO i rivestimenti ceramici, SVELANO INCREDIBILI qualità decorative. SOPRATTUTTO TRA LE PIEGHE DI COLLEZIONI FUORI SERIE.

MaTerIAL SYmBOL 3.

1. TAPPETO ANNODATO A MANO A TELAIO DARK FLOWER, DESIGN MASSIMO GARDONE PER LA COLLEZIONE NODUS DE IL PICCOLO. È REALIZZATO IN NEPAL CON SETA, LANA HIMALAYANA E NEOZELANDESE, TEMPO DI PRODUZIONE TRE MESI.

di Serena Ravelli

4.

2. PARTICOLARE DEL PARQUET SIMON PRODOTTO DA I VASSALLETTI. È UN DECORO CUSTOM, INTARSIATO IN QUERCIA ANTICA DELLA COLLEZIONE PROGENIÈ, SABBIATO E FINITO A OLIO E CERA. 3. PIASTRELLA SCHEGGE DI PECCHIOLI COSTITUITA DA 9 FORMATI INCASTRATI IN UN MODULO DA CM 60X60 (2,77 MODULI AL MQ).

4. CARTA DA PARATI SERPENTINE, COLLEZIONE SÉRIE LIMITÉE DI ÉLITIS. LA GRAFICA EFFETTO 3D È REALIZZATA AD INCHIOSTRO E VERNICI.


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5.

6.

7.

8.

5. TAPPETO SERIE PATCHWORK ANTIQUE COLLEZIONE CARPET REOLADED DI GOLRAN, REALIZZATO CON PEZZI DI CARPET ORIENTALI VECCHI E ANTICHI. LE TONALITÀ SONO IMPREVEDIBILI IN QUANTO OTTENUTE CON UN PROCESSO DI DECOLORAZIONE E POI DI RITINTURA MONOCROMATICA CON COLORI NATURALI E CON REAZIONI DIVERSE SECONDO IL TIPO DI LANA. 6. VERTIGO, COLLEZIONE BOLD ACCENTS DI DEDAR: RIVESTIMENTO (MISTO COTONE, POLIURETANO E POLIETILENE) DA MURO, PER IMBOTTITI E CUSCINI. IL RICAMO DI ISPIRAZIONE TRIBALE, NEI COLORI DELLE GEMME, SPICCA SUL FONDO IN SATIN TECNOLOGICO AD EFFETTI METALLICI. 7. TESSUTO PEACOCK CLOTH DI DONGHIA REALIZZATO A MANO DA ARTIGIANI TIBETANI CON FILATO DI PIUME DI PAVONE CADUTE. I TEMPI DI CONSEGNA SONO DI 6 MESI, QUANTO NECESSARIO A COMPLETARE OGNI FASE DI LAVORAZIONE. 8. RIVESTIMENTO CERAMICO COLLEZIONE JOE DI TAGINA, BICOTTURA IN PASTA BIANCA SMALTATA ED IMPREZIOSITA DALLE FINITURE LIGHT E BLUR IN GRADO DI ESALTARE IL DINAMISMO DI FORME CONCAVE E CONVESSE.


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CONTENT - pag. 10 - Caption On the cover: Coral Seating Modules, design Werner Aisslinger, limited edition created by Studio Aisslinger (www.aisslinger.de) and presented in 2009. The organic form, similar to the marine micro-organisms of its name, is determined by multiplication of the hexagonal sub-modules. The felt-polycarbonate sandwich in different color combinations that forms the structure makes the seat comfortable and flexible. Measurements: diameter from 80 to 130 cm, height from 40 to 46 cm. Photo by Giacomo Giannini.

EDITORIAL by Gilda Bojardi - pag. 11 A new graphic design is always a stimulus that inevitably leads to great ferment among the editorial staff, bringing new ideas and unexpected projects. This special issue is a new addition to the world of INTERNI, on the phenomenon of limited design editions, a theme with many different interpretations, that has also generated its share of controversy. This is why we thought it was important to put it into focus. From the authoritative opinion of a maestro like Alessandro Mendini, a leading player in the world of “art-design” since the 1980s, to the very up-to-date developments of major financial investment, on the part of galleries, companies and even auction houses, in design pieces made in limited quantities. We provide our readers with a complete overview of the scene and its protagonists: from the Italian galleries that made history in this area (almost without knowing it) in the early 1980s, to the players (galleries and editors) who can be considered the best talent scouts of emerging designers, or have the most initiative in working with renowned designers to create limited editions. Our coverage also includes the designers themselves, with their desire to make unique works for trend-setting museums and galleries. Finally, we take a look at the most outstanding exhibitions and fairs for this emerging sector. Last by not least, we examine the truly extraordinary production, approaching it from two vantage points. On the one hand, the excellence of the special piece, in a numbered series: surfaces, lights, porcelain, furniture. On the other, an entire business sector that stands out for fine craftsmanship, careful selection of materials and attention to detail, to create exciting products that bear witness to the existence, once again, of a Made in Italy that always surprises us for its quality and professionalism. - Caption Vulcano table designed by Paola Navone for Poliform, transformed into a oneof-a-kind piece thanks to the intervention of the designer (edition of 5).

STRANGE GOODS by ALESSANDRO MENDINI - pag. 13 The connection between art and design is ancient. Just think about the salt cellar by Benvenuto Cellini. And there is a certified degree of art even in industrially produced objects, like Swatches, as well as the works of artisans, like Meissen figurines. The time of the Bauhaus or of Czech Cubism was a fascinating one, when handmade furniture aped the utopia of socialist industry, though it was merely a touching simulacrum. The Alchimia movement (now 30 years old) and that of Memphis (28) were two similar but different ideologies based on the idea that design can coincide with art. Theorizing independence from industry and the role of self-production (Alchimia), and the role of the maker of limited editions (Memphis), they seamlessly latched onto the legacy of the Viennese Secession, Art Deco, Art Nouveau, all the way to Mollino, the duo Fornasetti-Ponti, Le Corbusier and Perret. The phenomenon of limited editions of industrial products (the reissue of the Ape, now offered in an edition of 100 pieces) has increased, with invention and artifice, the symbolic value of works, from antique to modern vintage to futuristic things. The geographic points of reference are London, Paris, Brussels, Basel, Miami with their galleries and fairs, as well as Christie's and Sotheby's, with an increasingly sophisticated activity of commerce that acrobatically manages to absorb and further confuse the formulas of art and design. After all, many architects and designers today feel the need for greater expressive freedom, developing prototypes unconstrained by the needs of clients, in borderline situations that resemble the methods of sculpture or old workshops. The art workshop (Arnaldo Pomodoro), the design lab (Marcel Wanders), the painting workshop (Mimmo Paladino), the artistic atelier-design company (Studio Job), the space of socio-design experimentation (Joep van Lieshout), all produce and distribute strange experimental goods, veritable “monsters”. Leading architecture studios start divisions for pure linguistic research, often making one-offs and other unrepeatable things. Autoproduction, small limited editions, galleries. The most refined research is atomized, independent, unbridled by the industrial sphere. A fake chair made by hand, one of a kind, can be the conceptual equivalent of an airplane or a skyscraper, and its aesthetic and emotional impact can be much greater, because it can be identified (and is identified) with a “fetish”. - Caption pag. 13 Alessandro Mendini and Young Hee Cha, who collaborated on the project, working on Oggetto X, or the Column of Cartier. “The enormity of very strong presences and combinations – Mendini explains – convinced me to make the form of my object neutral, to concentrate attention and energy on the brilliant game, the system of reflections, the multicolored dust of precious materials. All the types of stones existing in nature rise from below, enclosed in their test tubes, like mercury when it rises in a thermometer to indicate fever in human beings”. - Caption pag. 14 The column installed in the Cartier space at Design Miami 2009, designed by Alex Mocika. The cylinder – diameter 45 cm, height 233 cm, weight 720 kg – has 20 vertical grooves of the gold surface, whose hollows contain, in parallel lines, glass test tubes containing precious stones (17,763.079 karats), positioned in sequence. The stones include diamonds, emeralds, sapphires, rubies, pearls, tourmalines, aquamarines, chalcedonies, amethysts, garnets, moonstones, cordierites. The column is also the result of the skill of the jewelry crafts workshop of Cartier. - Caption pag. 15 Detail of the Cartier Column showing the test tubes containing the precious stones.

CONTEMPORARY DESIGN by Rosa Tessa - pag. 17 Companies, galleries, fairs and auctions are all betting on the limited edition phenomenon. Collectors don’t hesitate to invest hundreds of thousands of euros in objects by Marc Newson, Zaha Hadid, Ron Arad and the Campana brothers. And they are also starting to discover new talents. If a one-off or a limited edition comes into being, halfway between art and industry, contemporary design can reach exorbitant prices. The trendsetter was the Lockheed Lounge by Marc Newson, in aluminium and fiberglass, which set a record at an auction at Christie’s in 2007, selling for 1.5 million dollars. But very few names are capable of pushing the prices of limited editions up like that in international design

gennaio-febbraio 2010 INTERNI auctions. “Contemporary design is an interesting business when the signatures are those of the big stars like Marc Newson, Ron Arad, Zaha Hadid, the Campana brothers, but it is less successful with emerging designers”, says Richard Wright, head of the auction house of the same name in Chicago, who with the aim of working with contemporary design created Wright 21, a creative and business platform that commissions famous and emerging designers to explore the frontiers of design. “Many products come in limited editions, or as one-offs – Wright comments – but I think the label of ‘art design’ is misleading. Design that tries to become art is often a failure. Design’s virtues, which should be preserved at all costs, are: functional quality and an affordable price that offers an opportunity to collectors not just to invest, but also to promote and support creative opportunities in this world”. At Christie’s limited editions represent about 5-10% of the business in design auctions. “At least five more years will be needed to increase sales volume, the time required for certain names to gain some historical weight”, says Simon Andrews, director of the English auction house: “We work well with designers who have established names, and in the spring we sold a cabinet from 1998 by Marc Newson for 360,000 pounds, and the Sushi Sofa from 2007 by the Campana brothers for 120,000. In the meantime, we are trying to understand which pieces will be the most intriguing in a few years’ time. It’s hard to make predictions but, in my view, the pieces of Studio Job and Atelier Van Lieshout represent a vision of contemporary society that has a future in the circuit of collecting”. If limited edition design is also attracting the attention of private equity firms, there must be some good economic reason. Paola Colombari, a veteran in the field of avant-garde design, who for about ten years now has also sold contemporary art in her gallery Edizioni Colombari in Milan, is evaluating the hypothesis of a joint venture with an international financial fund. She explains that if the partnership is created, it will start the first line in the world of art design that looks to the countries of Asia. “It is also necessary – she says – for galleries to become little multinationals, doing brand extension, just as in the corporate world”. Colombari believes firmly that limited editions and the interest in this field will grow rapidly in the next few years, and she is considering the idea, together with real estate operators, of creating a major fair on this theme. “The time is ripe to create the world’s first art design fair – she says – a project in coordination with the Expo in Milan. There is no specific fair that focuses on the development of contemporary trends. I would subdivide it into four areas: galleries, editors, new trends and art design”. Italy is still not a mature market on this front, but art design is starting to hit home. In America, France, Germany and England the situation is more promising. “I think there is a lot of interest in the world in products that have a character closer to that of an artwork than that of a design object – comments gallerist Paolo Curti – with a flavor, a unique connotation, and a refinement of details, that are closer to neo-crafts than what is being offered by the industry”. Rossana Orlandi has always featured limited editions in her Milanese shop, and since last year she has decided to separate them from the rest of the offerings, creating a specific gallery that has shown works by Maarten Baas, Front Design and Nacho Carbonell. At the fair in Basel in April, she sold some important pieces by the latter to the actor Brad Pitt. Others prefer not to talk about limited editions, opting for terms like ‘custom design’. For example, Nina Yashar, owner of the Milan-based gallery Nilufar, thinks limited editions represent a trend that is being exploited by too many different interests, but without any real originality. “This is why I have gotten away from that – she explains – and prefer to do projects that, with a more Renaissance spirit, come from a dialogue between the client, the gallery and the artist. With Martino Gamper we decided we didn’t want to make any more limited editions, but to invent handmade production process to make one-of-a-kind objects. We work in the same way with Andrea Salvetti, who uses aluminium, steel and bronze, for the most part, and with Maarten de Seuleer, who has made some superb leather pieces for Nilufar”. For certain companies it’s a wager, while for others its an inclination. Others are still working on getting a project started in this area. At the December edition of Design Miami Italian firms on hand included Zanotta, Bisazza (with a work by Studio Job) and Cappellini, with original versions of the famous S-chair by Tom Dixon, the Mr Bugatti stools in crumpled sheet metal by Francois Azambourg, and the Bong table by Giulio Cappellini. “In recent years this business, which brings art collectors closer to the world of design, has grown. But we are still talking about multiples, that sometimes reach excessive prices, in my view”, Cappellini comments. Venini, on the other hand, focuses more on one-offs, collector’s items, which account by now for 40% of the firm’s sales, derived – as Roberto Gasparotto, art director of the company, explains – from the sale of historic and contemporary pieces, also through auctions, the last of which was at Phillips de Pury in November in New York, where the Araba Fenice by Tony Zuccheri (2007) sold for 90,000 dollars. In December Venini did an exhibition with one-offs by Luca Nichetto in galleries in Paris and Venice, and Studio Job is doing a chandelier for them that will be presented very soon, together with new works by the Campana brothers. Some companies are being shifted from industrial production toward art design editions. Carlo Poggio, with his Zerodisegno, after having begun an experiment with Pesce for a limited edition in 2002, has developed a true passion for this ‘genre’, even deciding to abandon industrial production. “The collection by Gaetano Pesce – Poggio narrates – was followed by one by Mimmo Rotella, and a project with Alessandro Mendini”. The objective of Zerodisegno? “The designer is freed from the constraints of costs and production – Poggio replies – and can thus express all his creativity. That’s the value of the operation, and it has met with a certain success”. Poggio admits, however: “Until now I’ve been acting more as a patron, but now I am trying to give an economic logic to this project, and I’m certain it can be done by the end of next year”. - Caption pag. 17 1. The Proust armchair by Alessandro Mendini, the Italian debut of the limited edition phenomenon. 2. Bong by Giulio Cappellini for Cappellini, a limited edition presented in Miami in December. 3. The Lockheed Lounge by Marc Newson sold by Christie’s in 2007 for 1.5 million dollars. - Caption pag. 18 1. Art design pieces at Galleria Colombari in Milan. 2. Chairs from the Nobody’s Perfect collection by Gaetano Pesce for Zerodisegno. - Caption pag. 20 1. Nacho Carbonell with Brad Pitt, in the Rossana Orlandi space at the latest edition of Design Miami. 2. Nina Yashar of Nilufar, the Milanese gallery of modern vintage and contemporary design. 3. Araba Fenice, one-off by Toni Zuccheri for Venini, sold at auction for 90,000 dollars.

THE PROTAGONISTS by Patrizia Catalano and Laura Traldi - pag. 23 A phenomenon that began by chance in the mid-1980s, got stuck in standby in the 1990s, and then exploded in the new millennium. We’re talking about design for collection, and


INTERNI gennaio-febbraio 2010 its main players. The historical galleries, those that discover new talents, those that take care of business. - Caption pag. 23 In the large photo, the Oxidize culture, sculptures in oxidized cast bronze by Studio Job, launched by Galleria Dilmos in 2003. In the small pictures, portraits of the personalities in this article. The historical galleries At first it was about good intentions. If somebody has a good memory they’ll recall that the history of limited editions in Italy started in the early 1980s and coincided with a new, surprising moment of design involving a group of companies, designers and editors that had worldwide impact. Unlike today, when people talk about L.E. as an operation required to ‘drive’ the commercial value of a product, the protagonists back then had other motivations: enthusiasm, the desire to keep extraordinary craftsmanship alive, a vivid understanding between designers and clients, makers of editions or dealers. According to Alberto Bianchi Albrici, the present owner of Postdesign (which includes the Memphis collection), “Memphis was born in 1981 to rejuvenate Italian design with eccentric pieces at affordable prices. Only later did we realize that the use of skilled artisans and the high standards of manufacture of the products made limited editions a must. But we had never numbered the pieces, except for one case. That was a collection of objects in glass by Sottsass and Zanini that required complex workmanship, so we had no choice. The result was that the glass pieces were all sold on the evening of the opening, and then resold at prices ten times higher. It was a clear signal from the market, but we didn’t follow up on it”. Those were years of great idealism, so much so that companies connected with mass production began to embrace the tenets of artistic design. Gianluca Borgesi, Marketing and Communications director of Zanotta, remembers: “In 1982 Zanotta created Zabro, a collection of pieces by Mendini, Dalisi and Branzi, that focused on recovery of the value of crafts in Italy, beyond considerations of profit, something that would be unthinkable today”. For Luisella Valtorta, who with Sergio Riva manages the Milanese gallery Dilmos, the present L.E. phenomenon is dangerous: “We have never made status objects, but special projects, creating particular works with many authors: if, for example, we had done an L.E. of the table by Maurizio Cattelan, we’d be billionaires now”. Paolo Moroni of Sawaya & Moroni, the Milanese space on Via Manzoni opened in 1984, shares this view: “In those years the Italians were working on the concept of cultural production. I was starting to make precious pieces in small numbers, for example. I was interested in contacting and sharing projects with personalities like Michael Graves, Charles Jencks or Zaha Hadid”. Barnaba Fornasetti, heir to the company founded by his father in the 1950s, smiles. “We have always been limited, though we didn’t know it, from the days in which Piero Fornasetti was called in by Gio Ponti at the Triennale: creating numbered projects is a way to get collectors more involved, without mystification”. - Caption pag. 24 1. Mariposa bench by Riccardo Dalisi, 1989. Nine pieces per year, numbered and signed, for Zanotta Edizioni. 2. Lux Gstaad, wooden chair made and painted by hand. By Barnaba Fornasetti for Fornasetti. Limited edition of three pieces per color. 3. Kapota by Ettore Sottsass, produced by Post Design 2000. The company also produces Memphis, the famous collection of postmodern furnishings created starting in the 1980s. 4. Tea & Coffee, the prestigious service by the architect Daniel Libeskind for Sawaya & Moroni, the gallery active since 1984, presented at the latest Design Week in Milan. Design Gallery In 1988, after having ceded his share as co-founder of Memphis to Ernesto Gismondi, Marco Godani, together with his wife Brunella, opened Design Gallery, a marvelous gallery on Via Manzoni in Milan, organizing group and solo shows of design, by Sottsass, Branzi, Mendini, as well as emerging young talents, like the American Johanna Grawunder. A few years ago Design Gallery left its original location to move “with greater agility and the possibility of new formulas”. Godani explains: “when we began it was a period of grand visions: we asked our designers to create collections for the home in the widest range of materials: wood, silver, fabric, glass. We worked with excellent craftsmen and the editions were necessarily small, due to the precious quality of the objects. It was Sottsass who suggested making limited editions. ‘You’re stupid – he said – if you make a numbered series you’ll see, it has more value’. Now we have changed our viewpoints and we often talk about one-offs made with technologies I would define as industrial. I also like the idea of extemporaneous collaborations, as in the exhibition Grandi Legni by Andrea Branzi that closes on 17 January, produced by us with Nina Yashar of Nilufar, at the Azzedine Alaïa gallery in Paris”. - Caption pag. 26 1. Portrait of Brunella and Marco Godani who founded Design Gallery in 1988, organizing exhibitions on major design protagonists, as in the examples below (photo Ruy Teixeira). 2. Indio wall mirror in aluminium with luminous decorations, by Johanna Grawunder. Limited edition of twelve pieces. 3. Adesso Però, bookcase in painted wood with glass shelves, by Ettore Sottsass, 1992 (photo Santi Caleca). 4. Grande Arco, divider cabinet in wood with rough wood vase, by Andrea Branzi, limited edition of 20 pieces (photo Studio Azzurro). 5. Mania cabinet in wood, doors inlaid with 48 symbols in polished and gilded brass. By Alessandro Mendini, limited edition of three pieces (photo Ruy Teixeira). The pathfinders - 1. Saskia Copper and Aad Krol, Vivid Gallery, Rotterdam “When we began, in 1999, we wanted to narrate the thinking and work of young, promising talents through their work, as in the art sector. Some people were shocked, like what happened when photography began to be presented as an artform. But time has shown that we were right: the world of limited editions offers the possibility for many young designers to experiment and to push the envelope of possibility, in the world of design, one step further every day. It’s an expression of the 21st-century zeitgeist”. 2. Pearl Lam, Contrasts Gallery, Shanghai “China is not just the China everyone’s talking about today. Behind it there is a culture with 5000 years of history, which I hope the world will rediscover, thanks to my gallery. This is why for years I have invited designers from all over the world to come to our country: to understand its history, its traditions, its crafts know-how, and to put them into works created for contemporary China, where the market is still oriented toward antique things. We work with professionals on experimentation, with talents who want to push the limits of design research a bit further”. 3. Didier & Clémence Krzentowski, Galerie Kreo, Paris “At the end of the 1990s contemporary art collectors began to consider furniture as a possible investment. Alongside these potential buyers, there were designers who simply wanted to be able to experiment, beyond the limitations imposed by industry. So the idea of a gallery-workshop was born, and it is still going strong. Every year we produce about sixty pieces: industrial numbers, in short. The reason behind the success of Limited Editions lies precisely here: in the fact that they are not a matter of luxury as an end in itself, but a necessity of the contemporary world, to make experimentation possible”. 4. Marc Benda, Friedman Benda, New York “Limited design editions are certainly nothing new. They were made by Fornasetti, Sottsass, Branzi.

TRANSLATIONS / 63 But over the last 20 years design has entered the collective image-bank as an object of desire, it has become more communicable, even in its more complex versions. I’m thinking about designers like Ron Arad and Marc Newson, whose experiments – on a par with the works of artists like Jeff Koons – speak of our time: this is why they are shown and sold like artworks. A perfect investment for the generations of millionaires created by globalization and the collapse of the Soviet block, who often prefer to “educate” themselves to more contemporary, instead of classical, tastes”. The talent scouts - 1. Aurélia Lanson and Séverine Van Wersch, Fat Galerie, Paris. “We wager on talent. That’s why we work only with designers unknown in France, with a low level of international visibility, choosing projects that reveal the creative power of the designer, the capacity to make material and form do the talking. The time is right: design is a buzz, people want it, and the new development is that collectors are leaping into the sector, as an interesting alternative to art. Prices are soaring and, with them, the fame of young designers. Our success is directly proportional to theirs”. 2. Mariano Pircher, PlusDesign, Milan “For us design is an open issue, not a whole of guaranteed solutions. With our gallery we offer a container that brings different paths of research together, in which art and design coexist, two only apparently opposite universes, that are actually joined by their starting point: experimentation aimed at developing something new. We are a physical space, then, but also and above all a place of reflection and intersection of different worlds and practices of the contemporary”. 3. Loic Bigot, Tools Galerie, Paris “In the editions I make I look for the feature that makes the difference: extreme quality of form, function or use of materials. The price factor is not important, what counts is for works to have a sense of fulfillment. So I work with just a few designers, some of them French, but mostly foreigners. I select them carefully but then I give them free rein in terms of personal expression. We do three or four shows each year. Not many, but they are all well-balanced projects based on careful thought”. 4. Valerio Capo and Sam Pratt, Fumi Gallery, London “The designers we work with (Max Lamb, Nacho Carbonell, Pieke Bergmans, Raw Edges, just to name a few) tell us that working with us is relaxing and stimulating. Probably because we leave them free to experiment, in spite of the fact that we want pieces that are not just beautiful but also functional (something that can’t be taken for granted in design-art!). Or maybe it’s because, unlike other galleries, we don’t force them to sign lifetime contracts. So the atmosphere is always fresh, we work together by choice, not out of some obligation, with a shared vision: to experiment, innovate, to seek and to find. Not just a business, but also a modus vivendi”. 5. Libby Sellers, Libby Sellers Gallery “I’m a gallerist without a gallery, and that has its advantages. Economic advantages, first of all, because it reduces costs and leaves more to invest in the works: a key factor when you are representing very young talents, as in my case. But there is also the thrill of the new, of somehow being ‘underground’, of reinventing things in spaces that have to be able to narrate the works, even if only on a temporary basis”. 6. Loic Le Gaillard and Julien Lombrail, Carpenters Workshop Gallery, London “We didn’t understand much about design when we started, but we relied on our instinct for talent (both come from families of collectors, ed): that way of thinking about and working with material, making it talk. Faith in the artist is fundamental when you are making editions, an activity that involves big risks. Only when we think ‘yeah, I’d like to have this piece in my house’, do we know we’re ready. Time has proven that our instincts are good: just consider Sebastian Braijkovic, who was unknown when he started working with us, but now has pieces in the permanent collection of the V&A! The crisis? Haven’t seen it or felt it. And to celebrate, in 2010 we’re opening a new space in Chelsea!”.

TELLING TALES by Olivia Cremascoli - pag. 35 The English got there first. On the phenomenon of art-design they have already organized, at the Victoria & Albert Museum of London, an enchanted show that put visitors under its spell, with a magical caravan that evoked both Doctor Parnassus, from the latest film by Terry Gilliam, and Through the Looking-Glass, the sequel to Lewis Carroll’s Alice. The Victoria & Albert of London, one of the world’s most famous museums, especially for the applied arts, recently organized (until 18 October) the magnificent exhibition “Telling Tales: Fantasy and Fear in Contemporary Art”. A group show that – as Gareth Williams, curator of the furnishings department of the V&A, explains – bears witness to the new attitude of designers, especially in Northern Europe, regarding one-offs and/or limited editions, that are trying to blur the boundaries between design and art at all costs. The show included furnishings, lights and complements by a cosmopolitan generation of extremely trendy designers, from which Williams put the accent on the Dutch – Tord Boontje, Maarten Baas, Jurgen Bey, Studio Job. All of them are unabashedly driven by the spirit of storytelling, of narration. Each of them tells a tale through the use of decorative patterns, historical allusions, materic choices, sharing themes like imagination, parody, and even the memento mori. The show was divided into three sections: the Forest Glade, clearly connected with Shakespeare’s Midsummer Night’s Dream, and thus a matter of myth, nature, visions; the Enchanted Castle, a parody of the most historic icons of design, at times used as manifestos of social status; and Heaven and Hell, on the theme of death and eternal life. - Caption pag. 35 A view of Telling Tales. - Caption pag. 36 From left: Tord Boontje for Meta, The Fig Leaf, wardrobe, 2008; Boym Partners, Ultimate art furniture, 2006; Niels van Eijk, Moulded mole, slippers; Atelier van Lieshout, Sensory Deprivation Skull, 2007, reinforced fiberglass.

FROM ART TO DESIGN by Cristina Morozzi - pag. 39 Designers are back in the workshop, “getting their hands dirty”. They are becoming craftsmen, creating unique, unrepeatable pieces. More like art than design. And they use advanced technologies to make visible imperfections and mutable, proliferating objects. The designer who manipulates new materials and experiments with advanced technologies is now becoming an artisan. For example: Nacho Carbonell, honored at Design Miami/Basel 2009, shapes a composite of old newspapers mashed in special liquid on iron skeletons; Jerszy Seymour moulds a resin he invented himself, based on potato flour. The new designer-artisans produce their own works, in search of a masterpiece capable of fully expressing their creative potential. They avoid creative. Avoiding involvement with industry, seen more as a limit than as a possibility, they also operate as, or like, artists. Industrial design can happen, on the other hand, in the dialogue between designers and businesses. Even on the telephone, as Vico Magistretti said, when he talked about >> successful projects that were not drawn, but just “dictated by phone”. The fertile


64 / LimiTeD EDITIon discussion between entrepreneurs and designers that has nourished and driven design, though, seems to have been interrupted: mutual incomprehension, too many constraints, the rush to put works in shop windows. Perhaps time has changed too, with its contradiction between the long term of doing and the haste to show the results, typical of an era that, as Marc Augé puts it, has lost the future. All this pushes creative talents into the galleries, which offer the freedom to experiment, the possibility of reappropriation of artful pursuits. Jaded consumers want to be amazed by something, and the regular market does not respond. Galleries with the right instinct, like Kreo, woo designers, even convincing the most reluctant one: the “supernormal” Jasper Morrison and Naoto Fukasawa. The historic Parisian gallery, representing the most important contemporary designers, issues editions of about 50 pieces per year: business activity like that of a medium-sized company, producing good profits and adding more and more pages to the catalogue. New galleries that concentrate on usable art are cropping up everywhere, and more and more designers are invading the art world, constructing a selected clientele on the web, like Constantin Boym, the ironic designerartist of Russian origin, based in New York. The other side of the coin? If designers can be artists, artists can also work as designers. Just look at Tobias Rehberger, who furnished a cafe for the 53rd Venice Art Biennial (2009), or Olafur Eliasson, who has created the dramatic Starbricks chandelier, co-produced by Zumtobel and Sawaya & Moroni. The double life of certain designers, if you look closely, isn’t really such a conflict. Just consider the working methods of Konstantin Grcic, one of the most talented industrial designers, chosen to curate the first design show (Design Real, until 7 Feb 2010) at the Serpentine Gallery in London. In his Munich studio, he personally makes several prototypes for every piece that finally goes into industrial production: each perfectly finished item represents a phase in the evolution of the project, toward the best solution. The circle closes. As the Dutch designartist Richard Hutten, who works with the new Plusdesign gallery in Milan, says: “design is, first of all, an art”. - Caption pag. 40 On the facing page: Starbricks chandelier by Olafur Eliasson, 2009, a co-production of Zumtobel/Sawaya & Moroni. A cube, on whose six faces other cubes have been positioned at a 45° angle. In polycarbonate, with semitransparent yellow mirror surfaces, lit by LEDs. 1. Quark table in plexiglas with an organic form made by an anthropomorphic robot, by Emmanuel Babled, shown by the Dutch Priveekollektie gallery of Heusden at Design Miami 2009. Born in France in 1967, with a design degree from Milan, Babled began his career as an industrial designer. He became interested in glass, and in Murano began to focus on limited editions, which have been shown in many exhibitions in Italy and abroad. - Caption pag. 41 2. Meteora hanging lamp made with recycled plastic objects embedded in colored polyurethane foam. One of the works by Massimiliano Adami from the solo show Magma Fossile at the Milan Triennale (November 2009). Adami is an experimenter who personally works on all the production phases in his workshop-studio. His creations, made with waste products of the society of consumption, encourage us to imagine a second functional life, and to think about what the objects were before they were discarded. 3. Vase from the Crystal Candy set, in crystal and porcelain, created in 2008 by Jaime Hayon, the phantasmagorical Catalan designer, for Baccarat. The former design director of Fabrica, designer of the interiors of many Camper stores, baroque bath fixtures for Artquitect, furnishings for BD Ediciones and Established & Sons, Hayon has convinced the art market with his striking sculptures and porcelain figurines for Bosa and Lladro. The Baccarat collection is based on the idea of re-creating the richness of tropical fruit, combining sculpted crystal with other materials. 4. Roe Keta table in thick multicolored glass by Danny Lane, shown in 2009 at Dilmos for the exhibition Compression, twenty years after Lane’s first show in Milan, Vitro Crystallization, also at Dilmos. Famous for his large sculptures in float glass, Lane returns to the Italian stage with large works in colored glass, like the Disks, almost chromatic windmills, that reach the diameter of 120 cm, skillfully made by a latter-day Vulcan in a glassworks. 5. Vu carpet in multicolored wool with optical effect, limited edition of 15 pieces, created in 2009 by Radi Designers for Tools Galerie Paris. Also in the luminous version, in different shades of blue, with LEDs and electrical components. Founded in 1992, Radi Designers, composed at first of five members, all classmates at Les Ateliers in Paris, now includes Laurent Massaloux, Olivier Sidet and Robert Stadler. Florence Doléac and Claudio Colucci now have their own independent practices. The group operates in both industrial and artistic design. In parallel, its members have their own independent projects, above all in the area of art design. - Caption pag. 42 1. One-off table from the Primitive series, in expanded polyurethane covered with elastic resin, created by Nucleo (Piergiorgio Robino, Stefania Fersini, Alice C. Occleppo, Daniele Ragazzo) and shown during the fair Artissima 2009 in Turin at Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. The group, founded in 1997, gained attention at the Salone Satellite in Milan in 2000 with the Terra chair, a self-produced piece that was nominated for the Compasso d’oro award. Active in the fields of industrial and interior design, as well as education, the group has gone back to self-production with research that eliminates all decoration in favor of basic geometric forms, freely grouped. 2. Book chair, an assemblage of books embedded in resin, an edition of five pieces by Richard Hutten for the Milanese gallery Plusdesign. The Dutch designer, who came up in the Droog school, is active as an industrial designer – his main activity – but also plays, with nonchalance and success, the role of the artist, which grants him complete expressive freedom, in the conviction that art can be design when it is usable. He is organizing a solo show at the Museum of Gent in Belgium, and will have other shows soon in galleries in Geneva, Tokyo, Brussels and Rotterdam. 3. Table from the Appunti di viaggio series, covered with copper leaf with embossed decoration, by Lorenzo Damiani. Self-produced. On sale at the Plusdesign gallery of art-design in Milan. An industrial designer, Lorenzo constructs objects with normal materials. He invents new types: not transformable things, though at times they have a dual use, but polysemic objects, something like a griffon, half eagle, half lion. He grafts things and produces hybrids, though the results are still simple, everyday objects. He has the rare capacity to create “surprisingness”. 4. Made in China, a furniture series based on the archetypes of the Chinese tradition, made surreal by extraneous elements like female legs, painted white, decorated with toy animals in hand-sculpted wood, also painted white. A creation of WOKmedia for the Contrast gallery of Shanghai. Julie Mathias and Wolfgang Kaeppner founded WOKmedia in 2004, based in London with a studio-workshop in Shanghai. In their work, they translate memories of childhood and figurative archetypes, both occidental and oriental, in imaginative versions bordering on the surreal. - Caption pag. 43 5. The Hanger in chestnut wood with aluminium nails, limited edition of 50 signed and numbered pieces, by Naoto Fukasawa, edition by Galerie Kreo. Regarding this work, which some are loath to define

gennaio-febbraio 2010 INTERNI as art, Fukasawa, a Japanese industrial designer (also the creator of pieces for Muji), and the leading figure, together with Jasper Morrison, of so-called Supernormal design, writes that “art, at times, can be something that helps us to restore value to the obvious things we unconsciously gather in everyday life”. So this might be a Duchampian operation, with the advantage of also being usable. 6. Table from the Frammenti collection designed by Marco Zanuso Jr and shown starting on 26 November 2009 at Galerie Italienne in Paris. The aim of this new collection is to create pieces that are like jewels, almost made to measure for the client. The tops of the tables are an assemblage of surfaces in glazed copper, supported by solid wood legs. The fragments are made in the atelier of Gabriella Gabrini, an outstanding name in the field of enamel work. The collection represents a successful encounter between the language of design, which Zanuso defines as hybrid, and that of the crafts workshop. 7. Possibile Platforms, 2008, edition of 8 pieces. Designed by Robert Stadler for the Parisian Emmanuel Perrotin art gallery, which has recently shifted its focus to design art. Composed of slender overlaid upholstered parts, its precarious balance alludes to geological configurations in a state of constant evolution. The work is part of Stadler’s research on artistic production through objects with a function, but with unstable, changing forms, subject to slippage and corrosion. An invitation to think about the stability that comes from imbalance, as a temporary state. 8. Grenouille table-sculpture in walnut with transparent and blue lacquer, edition of 8 pieces. Designed by Hella Jongerius, edition by Galerie Kreo, 2009. The Dutch designer, who came up in the Droog school, belongs to the ranks of the new front-line designers. Active as an industrial designer – she also works with Ikea – she is gradually expanding her output to include art design, characterized by “virtuoso” works, made by hand with different materials and techniques, mostly with animal subjects. The Kreo catalogue also includes her Tortue low table, decorated with a realistic turtle sculpture. - Caption pag. 44 1. The young Dutch designer Bo Reudler starts with trees to make his rickety furniture. He personally goes out into the woods, picks suitable branches and marks them. Then he cuts them and takes them to his studio-workshop for manual assembly, conserving their irregular, twisted forms. The paint finish, in which and more recently in gold, contributes to make his carpentry experiments more precious. His first collection made its debut in 2009 at the Fuorisalone in Milan, in the Dutch group show Tuttobene. 2. Timeless collection by Constantin and Laurene Boym. Self-produced. This new project by the couple of designer-artists with a studio in Brooklyn is based on the idea of suggesting archetypal objects shaped in bronze. Thanks to an unusual treatment of the resin, these everyday objects are like bronze sculptures, taking on a historical value: the seem heavy, yet they are light. This invention offers a provocative way of countering the obsolescence of everyday objects. The couple sells the collection on their website: their clients are faithful, and their numbers are growing. 3. Pyrenees sofa (forest green) with metal structure and polyurethane foam filler. Designed by Patrik Fredrikson and Jan Stallard for the Londonbased David Gill gallery. Fredrikson, born in Sweden, has worked in London since 1995, and Stallard, from London, both took degrees at Central Saint Martins College of London. They began their partnership in 1995, rapidly making a name for themselves as leading figures of English avant-garde design. They have worked with Swarovski, Droog Design, Chanel, Tai Ping, Veuve Clicquot and Thorsten Van Elten. For their artistic editions, they are represented by David Gill. 4. Corian Cabinet is a self-produced piece by Maarten De Ceulaer, a Belgian designer with a degree from the Academy of Eindhoven. His degree thesis project, A Pile of Suitcases, a wardrobe composed of a stack of big luggage, is included in the catalogues of Frezza Casamania and the Milanese art-design gallery Nilufar. Corian Cabinet is based on a contrast between minimalist design and decoration, between the purity of the material and the engraving of the doors, which appears only when the cabinet is lit from inside. Just turn on the light and the image radically changes.

FAIRS & MUSEUMS by Laura Traldi - pag. 45 Three questions for Fons Hof, Director of Art Rotterdam and Object Rotterdam, 4-7 February 2010. Another fair of design and art in Europe. Was it needed? Yes. Because Object Rotterdam is the only fair completely devoted to contemporary design. We are also positioned as a platform for unknown talents. This is why the prices of our exhibit spaces are much lower than other fairs (up to 60% less): we give galleries the chance to invest in young talent. You are now at your second edition. What has changed with respect to last year? The buyers of design are 90% art collectors. For this 2010 edition we have complete integrated Art and Object Rotterdam: just one ticket to enter both fairs. On the front of the exhibitors, we have a leap in foreigners, now more than 40% of the total. What will we see at Object Rotterdam? Design, fine contemporary crafts and jewelry. Renowned galleries like Vivid or Rabih Hage, but also emerging names: Priveekollektie (with pieces by Emmanuel Babled) or Wilpert Dreesman, a dealer without a physical gallery space, who works with Aldo Bakker. Experimentation, like that of the gallery D&A Lab that has commissioned design pieces from artists. And new, spontaneous collections like Total Table, two complete table sets (from textiles to Arts de la Table) made by Kiki van Eijk and Scholten and Baijings with the support of companies and museums. Mad (about editions) 1. Vitra Design Museum, Weil am Rhein, Germany Twenty years on the front lines. The Vitra Design Museum, under the direction of Alexander von Vegesack, has always combined its ambitious cultural programming with design editions: from the timepieces to the miniature chairs, to the many furnishings marketed by Vitra. 2. Cooper Hewitt National Design Museum, New York The Cooper Hewitt National Design Museum of New York has become an editor of truly special pieces, along with the Nature Conservancy, the international organization for environmental protection. Ten designers, including Yves Behar, Stephen Burks, Hella Jongerius and Ted Muehling, have been asked to create objects using agricultural waste materials, worked locally in Australia, Mexico, South America, China and the United States. One-offs, in the name of sustainability. 3. Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, Holland It’s a pleasure to check your coat at the Boijmans Museum of applied arts, design and fashion in Rotterdam. The designer of the cloakroom, Wieki Somers, has invented a carousel of cords on which garments and bags are hung, making them into part of the decoration. In October this project won the Dutch Design Award. 4. ZuiderzeeMuseum, Enkhuizen, Holland A museum that produces limited editions and shows them at the Salone del Mobile? It happened in April with the collection Gospel by Studio Job, commissioned by the small but very active ZuiderzeeMuseum of Einkhuizen, Holland. They’ll be doing it again at Object Rotterdam with the Zuiderzee Clock by Maarten Baas, already seen at Design Miami in December. Photo: Gerritjan Huinink.


INTERNI gennaio-febbraio 2010

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EXCESSES by Cristina Morozzi - pag. 46

VIRTUOSI by Tersilla Giacobone - pag. 54

Extra-ordinary pieces that reinterpret classic stylemes in a pop, surreal vein. Signals of a radical change in orientation: from standardization to diversification, from uniformity to uniqueness. They have knocked down the barriers erected by the design system, expanding into the tumultuous sea of merchandise. And they are ready to try their hand at satisfying the desires of the public at large. - Caption pag. 46 Murillo chair with frame in hand-carved linden wood, painted blue, yellow, green or white, with exposed wooden parts. Design Alessandro Mendini for Byblos Casa. Limited edition of 30 signed pieces. - Caption pag. 47 San Marco chest from the collection Il Gusto dei Principi created by Giovanni Maria Malerba da Busca for Colombostile. The structure in cherry is finished with shellac, with multicolored decorations in tempera and ceramic. Inlays in bois de rose, briar, insets in brushed, engraved silver, plated with gold, with semi-precious stones and inset crystals. Top in green Fantasy marble. Limited edition. Montanara divan with illustrated cover, created by Gaetano Pesce for Meritalia. Regarding this piece presented in 2009, the designer writes: “it is important to express yourself with images and to make design become a story, not just a vehicle of function. Montanara wants to say that nature is fantastic and we have to treat it with love”. - Caption pag. 48 Diamond credenza in painted wood with sculpted feet covered with gold leaf. Made by hand by the Portuguese group Boca do Lobo, shown in 2009 at the Salone del Mobile in Milan. Tout va bien credenza in painted wood with bas-reliefs, design Antoine+Manuel for BD Ediciones, shown at the Salone del Mobile in Milan in 2009. - Caption pag. 49 The name comes from the famous cultural movement that contributed to the birth of German Romanticism. The Sturm und Drang mirror is in chamfered glass with frame in Murano glass. Design Piero Lissoni for Glas Italia. Wooden table with legs sculpted with a figurative motif, top in marble, made by Chelini. The free interpretation of a classic model. Winged lions support the wooden Dagobert seat produced by F.lli Boffi. The padded seat is covered in damask velvet. - Caption pag. 50 The Esprit tub by Devon&Devon revives the idea of a bathroom based on the atmosphere and tastes of the period from the Victorian era to the first half of the 1900s. A room furnished with “historic pieces”, updated by a focus on modern needs of function and comfort. With variations of color (24) and the design of the feet. Antique cherry and mahogany, decapé walnut, ivory lacquer with white patina: these are just some of the materials and finishes for the boiseries collection Turati & c. The canons of elegance that have crossed history form the basis for custom creations that include both styling and installation. Madame chair from the new collection designed by Roberto Lazzeroni for Baxter: an elegant, sophisticated world inspired by the French décorateurs and stylistic references from the early 1900s.

Even openly mass-produced objects can have a design or a production process that draws on qualities of exclusive rarity. The ability to channel R+D into the mainstream of material culture is an intrinsic part of every great trademark. - Caption pag. 55 1. Composition of Tubes vases, limited edition of 99 pieces, design Arik Levy for Bitossi Ceramiche Artistiche by Flavia. With different sizes, finishes and decorations. 2. Flow, a vase different on all sides, by Zaha Hadid for Serralunga Collection. In polyethylene, painted white or black, and luminous, in two sizes. 3. Mondrian Art table by Daniel Rode for Cantori. Structure made by hand in iron, decorated with champagne silver leaf, glass top. 4. Vermelha by the Campana brothers for Edra. The seat requires four days of specialized manual labor to weave 500 meters of acrylic cord covered with cotton. - Caption pag. 56 1. Door from the Graffiti by Laurameroni Design Collection, designed by Paolo Rizzato with graphics by Italo Lupi. The bas-relief decoration is based on the letters of the alphabet. The combination of two different types of wood permits personalized, one-of-a-kind products. 2. Erasmo desk, design Massimo Scolari for Giorgetti, with a leaf form. Two removable drawers, opening by rotating 360°, are placed on both sides of the top, in ebony or cowhide. 3. Bar cabinet from the Bach Limited Edition Collection of Armani Casa. The pleat-effect finish of the glossy black lacquered wood creates a striking optical effect. Lobster-color technical fabric inside. - Caption pag. 57 4. Riddled cabinet by Steven Holl for Horm (edition of 39+39 numbered and signed pieces), precious for the research on light and the porous quality of the wood (Canaletto walnut, 2.2 mm) cut by laser, creating a light diamond effect. Doors without metal hinges. 5. Moon System divan by Zaha Hadid for B&B Italia: a monoblock that contains the back, seat and armrests, as if sculpted in a single material. Aesthetics and ergonomics blend in the complexity of geometric forms, for a fluid, continuous seat. A “design statement” developed thanks to moulded cold-process polyurethane foam. - Caption pag. 58 1. Shell low table, design Danny Lane for Fiam. The 15mm glass top and the five-part base, including four curved parts, 12mm, are sculpted by hand. 2. Les Grands Trans-parents, elliptical mirror. The word game invented by Man Ray is silkscreened. Ultramobile collection of Simon-Design d’Autore. 3. Dune planter table by Aldo Cibic for De Castelli (limited edition), in Cor-ten steel, used in very thin, natural and ecological pieces: the material is 100% recyclable. The rusty patina varies over time, as it weathers, giving it a striking aesthetic character.

EXTRASERIES - pag. 59

This too is a form of Italian excellence that is appreciated around the world: our capacity to evoke the glorious fashions of the past. A synonym for quality: the products that make for the success of many Italian companies, both at home and abroad, are based on an ability to make furnishings that look like they’ve come straight out of the workshops of cabinet makers, inlay specialists, skilled craftsmen, experts on precious materials and finishes. Years of experience has generated a culture of decor furnishings that often mingles with the skill of a decorator or a set designer capable of making a period interior produced today seem credible. In their showrooms or stands these companies are able to give visitors the sense of being in a real residence, underscoring the firm’s ability to completely decorate every type of interior. Cabinets, upholstered pieces, complements and accessories, made with precious materials and everything required for the concept of a “retro lifestyle”. It is a challenge, in qualitative terms, expressed at 360 degrees. The contemporary interpretation of haute decoration is successfully exported all over the world, to all those important places where our artistic aura, our expertise in making traditional things, represents an inimitable added value. These are not one-of-a-kind pieces, because they can be replicated with standardized parameters; perhaps they are limited editions, but they are never seen in art and design galleries. Though we should never say “never” in a world that is constantly changing. - Caption Some pieces by Provasi, the historic furnishings trademark Made in Brianza. A chest in Macassar ebony with fine wood inlays made by hand, as are the handles and the bronze details. French credenza in solid oak with hand-carved motifs and marble top. Paris divan with capitonné upholstery in lavendercolor velvet and feet carved and decorated by hand with gold leaf. All the cushions are in silk and velvet, decorated with specially produced trim.

Very particular products that put industrial talents to the test. An example: B&B Italia and the reason behind its latest feats of skill. In a moment of great confusion like the present, when a brand with a fine pedigree no longer finds the proper cultural and economic response on the market, it is only natural for the company to try to show off its ability, also performing as a soloist. Displaying the capacity to produce extraordinary pieces in the context of a proud history and long industrial tradition. Just consider the case of B&B Italia, and certain products that go beyond the confines of its standard collections. The complexity of the Moon System divan by Zaha Hadid, which seems to be sculpted out of a single block, has been resolved thanks to the insertion of coldprocess foam in moulds, a strong point of the company since the days of the famous Coronado, the first piece of upholstered furniture to eliminate the traditional wooden internal structure. Another “design statement”, a meeting point of aesthetics and technology, is the Seven table by Jean-Marie Massaud, with the distinctive design of the structure with three branches, which asserts itself by protruding beyond the surface of the top: it seems like an inlay, but it is actually a refined industrial trick. Even the manual skill of weaving, as done by Filipino craftsmen for generations to create unique pieces, has been engineered to guarantee the same quality of workmanship across the whole series. Experimentation with Cristalplant (the acrylic resin used to make bathtubs) has led to the Link table by Jakob Wagner, which seems to be hewn out of a single block; while the sculptural, ergonomic curves of the Titikaka bench by Naoto Fukasawa represent a game of balance and manufacturing skill, given the exceptional length (250cm) of the 46 teak staves that form the seat. - Caption Some furnishings from B&B Italia, good examples of the concept of “extraseries” put into practice by many Italian industrial companies. 1. Titikaka bench by Naoto Fukasawa, a game of balance and manufacturing prowess: the 46 solid teak staves of the seat are exceptionally long. 2. Crinoline chair by Patricia Urquiola, an expression of great manual ability. 3. The Seven table by Jean-Marie Massaud. The three-way structure emerges on the surface of the top, like inlay work. 4. The Link table by Jakob Wagner, the first application of an acrylic resin for interior furnishings.

SPLENDID LIGHTS by Carla Bronte - pag. 52

MATERIAL SYMBOL by Serena Ravelli - pag. 60

Masterpieces of skill made today, tributes to the master craftsmen of a legendary Italian past. Light sources in which light becomes a medium to bring grand works and great creativity into living spaces. - Caption pag. 52 1. Atlantis, the new “preciousproject” by Terzani, design Barlas Baylar, custom-made to order. It takes many days of work and almost maniacal attention to detail, as in the case of the pattern formed by about 4000 meters of slender nickel chains (natural, black, gold and bronze finish), attached by hand, one by one. 2. Heliun, design Giancarlo Tintori for the Segno trademark of Leonardo di Relco Group. Structure in transparent crystal, shade in black or white fabric, two different light sources: 2 LEDs that light up the crystal volutes and a socket for a supplied bulb, controlled with a touch sensor. 3. Amanda by Ipe. The semi-cylindrical shade is made with scales of natural aluminium. Optional: Swarovski crystal pendants. - Caption pag. 53 4. Taif chandelier in blown glass, available with 6, 9, 12, 18 lights. Produced by Barovier&Toso in monochrome versions in the liquid colors pink, yellow, orange, green, and in black, red, white, gray, violet and off-blue. Created in 1980 to furnish the residence of the Saudi king in the city of Taif. To get an idea of its precious quality and complexity, just consider the fact that the 12-light version is composed of 495 pieces, produced and assembled by hand. 5. Wa Wa by Catellani&Smith: base in nickel-plated iron, structure in steel, rods in nickel-plated copper, lens diameter 32 mm in crystal, five cool or neutral white LEDs, power plug. The lenses amplify the luminous effect of the LEDs, which on the rear structure appear as fantastic semi-transparent bubbles.

Soft materials like carpets, fabrics, wallpaper, and rigid materials like ceramic tiles, all reveal incredible decorative qualities. Especially in the context of special collections. - Caption pag. 62 1. The hand-tufted loom carpet Dark Flower, designed by Massimo Gardone for the Nodus collection of Il Piccolo. Made in Nepal with silk, Himalayan and New Zealand wool. Production time: three months. 2. Detail of the Simon parquet produced by I Vassalletti. A custom pattern, inlaid with antique oak, from the Progeniè collection, sanded and finished with oil and wax. 3. Schegge tile by Pecchioli, composed of 9 formats interlocking in a module of 60x60 cm (2.77 modules per square meter). 4. Serpentine wallpaper from the Série Limitée collection by Élitis. 3D graphics done with ink and paints. - Caption pag. 63 5. Patchwork Antique series carpet from the Carpet Reloaded collection by Golran, made with pieces of old and antique oriental carpets. The tones are unpredictable because they are obtained with a process of decoloring and monochrome re-dying using natural dyes that have different reactions to different types of wool. 6. Vertigo, from the Bold Accents collection of Dedar: covering (cotton polyurethane polyethylene blend) for walls, upholstered furniture and cushions. The tribal embroidery, in gemstone colors, stands out against a background in technological metal-effect satin. 7. Peacock Cloth by Donghia, made by hand by Tibetan artisans with threads of feathers shed by peacocks. Delivery time 6 months, the period needed to complete all the phases of the work. 8. Joe collection of ceramic facings by Tagina, double-fired glazed white clay, enhanced by light and blur finishes that bring out the dynamism of the concave and convex forms.

RETRO LIFESTYLE - pag. 51


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