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REGISTRAZIONE: Tribunale di Torino n. 40/2011 del 27/6/11
N°
INVESTO ART
Il mercato dell’arte: bene rifugio al tempo della crisi economica
INVESTO COLLECTION Vespa mania: quando il collezionismo esporta il tricolore
INVESTO LAW
Thyssenkrupp: Radiografia di una sentenza scomoda
INVESTO GREEN ‘O sole mio.. sta in tasca a me!
INVESTO HIGH-TECH
COGLI.. LA PRIMA MELA! INVESTO WOMAN
PSICO INVESTO
Economia? E’ Tutta questione di abbondanza
INVESTO BANKING
Dalla bocca del dragone 300 miliardi per l’Europa
INVESTO BUILDING
Juventus: l’acquisto più importante si chiama stadio
INVESTO TIME
Temporary shop: quando il tempo è denaro..
INVESTO DREAMS Quando un sogno diventa business...
MI VESTO
La frontiera bio entra nell’abbigliamento
INVESTO LUXURY
Ma quale crisi.. mi faccio l’ascensori di Swarovski!
AVERE FIUTO PER GLI AFFARI
LAURA TONATTO HA SAPUTO COSTRUIRE UNA CARRIERA SFRUTTANDO IL SUO OLFATTO PEOPLE:
Alessandro Meluzzi, Marco Sodano, Pietro Genuardi, Lodovico Poletto, Andrea Serlenga, Massimiliano Sciullo
2 INVESTO MAGAZINE
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company profile Tecnologia e ambiente
A new idea for a boat
GardaSolar sviluppa e applica nuove tecnologie sostenibili nel settore nautico. Produce innovative barche solari ed elettriche riducendo l’impatto ambientale e puntando alla miglior efficienza energetica possibile.
L’eccellenza del Made in Italy Concept, design e materiali sono il frutto del Made in Italy, garanzia di innovazione e tecnologia. Per questo motivo GardaSolar ha scelto di ideare e sviluppare interamente in Italia i propri prodotti.
Sostenibilità
Semplice e piacevole
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La filosofia di GardaSolar spinge costantemente l’azienda verso scelte di riduzione dell’impatto ambientale del processo di produzione e verso la possibilità, sempre più completa, di riciclo dei prodotti.
L’esperienza di navigazione con una GardaSolar sta tutta in tre parole: semplice e piacevole. Vi stupiranno il silenzio del motore elettrico e la facilità di navigazione attraverso l’innovativo joystick.
Il particolare design della struttura e l’accurata ricerca dei materiali assicurano alle imbarcazioni Gardasolar scafi solidi e robusti. Questo si traduce in stabilità di navigazione e abbattimento dei costi di manutenzione.
R I CO N O S C I M E N T I
Premio d'impresa D2T 2009 1° classificato
Premio SMAU Percorsi dell’innovazione 2010 1° classificato
Riconoscimento Well Tech Award 2011 Design e Made In Italy
W W W. G A R D A S O L A R . C O M · + 3 9 3 4 0 3 0 8 2 0 1 0 · I N F O @ G A R D A S O L A R . C O M
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176, p. S. Carlo - 10121 Torino (TO) tel: 011 538090, 011 5628090 - fax: 011 532501
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Via Reggio Parco, 80/a – 10036 Settimo Torinese – Tel. 011 8957047
[Caro letTORe] di Patrizia Caridi
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PSICO INVESTO
Le emozioni alla base degli affari
REGISTRAZIONE: Tribunale di Torino n. 40/2011 del 27/6/11
N°
INVESTO ART
Elogio del bello
INVESTO COLLECTION Caro ferro vecchio...
INVESTO LAW
Crack Parmalat, lezione da imparare
INTERVISTO LEI
Licia Mattioli: un gioiello di donna
EDIL NEWS
INVESTO BANKING Senza fiducia, rischio default
INVESTO CIAK
Il cinema come non l’avete mai visto
MI VESTO
Quando l’abito fa il manager
STYLE TO STYLE
La moda secondo Carlo e Fabio Chionna
INTERVISTO LUI
Paolo Pininfarina: ‘Io scommetto sull’elettrico’
STUDIO AMATI: IL FUTURO ECOSOSTENIBILE INVESTO BUILDING
UNA MOLE DI CITTA’ PER TUTTE LE TASCHE TROVARE CASA DRIBBLANDO LE FREGATURE PEOPLE:
Alessandro Meluzzi, Luca Manzi, Marco Sodano, Pietro Genuardi, Lodovico Poletto, Andrea Serlenga, Massimiliano Sciullo
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aro Lettore,
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REGISTRAZIONE: Tribunale di Torino n. 40/2011 del 27/6/11
siamo partiti da zero nel vero senso della parola, presentando alla Galleria d’Arte Moderna di Torino la nostra creatura InvesTO Magazine nella quale analizziamo di volta in volta i vari e possibili mercati di investimento. In questo numero abbiamo voluto offrirvi di più, prestando più attenzione alla veste grafica ma anche e soprattutto ai contenuti . Abbiamo aggiunto nuove rubriche del calibro di “InvesTo Dreams”, nella quale presentiamo persone che hanno deciso di fare Business investendo nei propri sogni, e “InvesTo High-tech”, dove
INVESTO ART
Il mercato dell’arte: bene rifugio al tempo della crisi economica
INVESTO COLLECTION Vespa mania: quando il collezionismo esporta il tricolore
INVESTO LAW
Thyssenkrupp: Radiografia di una sentenza scomoda
INVESTO GREEN ‘O sole mio.. sta in tasca a me!
INVESTO HIGH-TECH
COGLI.. LA PRIMA MELA! INVESTO WOMAN
PSICO INVESTO
Economia? E’ Tutta questione di abbondanza
INVESTO BANKING
Dalla bocca del dragone 300 miliardi per l’Europa
INVESTO BUILDING
Juventus: l’acquisto più importante si chiama stadio
INVESTO TIME
Temporary shop: quando il tempo è denaro..
INVESTO DREAMS Quando un sogno diventa business...
MI VESTO
La frontiera bio entra nell’abbigliamento
INVESTO LUXURY
Ma quale crisi.. mi faccio l’ascensori di Swarovski!
AVERE FIUTO PER GLI AFFARI
LAURA TONATTO HA SAPUTO COSTRUIRE UNA CARRIERA SFRUTTANDO IL SUO OLFATTO PEOPLE:
Alessandro Meluzzi, Marco Sodano, Pietro Genuardi, Lodovico Poletto, Andrea Serlenga, Massimiliano Sciullo
vi proporremo nuovi modi di fare investimenti tramite la tecnologia. Non mancheranno inoltre spunti su altri mercati alternativi come nella rubrica “Investo Green” nella quale in questo numero ci occupiamo di investimenti con il fotovoltaico e “InvesTO Time” per così dire l’investimento a ‘tempo determinato’. Per concludere abbiamo deciso di proporvi un viaggio nel mondo dell’effimero in “InvesTo Luxury” e di come il Lusso oggi giorno possa essere un possibile mercato di investimento ovviamente “Per molti…ma non per Tutti!” Non ci resta che augurarVi Buona lettura…
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[sommarIO] Contents
22 IL DITO NELL’OCCHIO La repubblica dei privilegi
di Andrea Costa
30 INVESTO BANKING Dalla bocca del dragone 300 milioni per l’Europa
di Marco Sodano
36 IL PUNTO
Nella pancia dello stato: un mostro che mangia 50 miliardi
36 30
di Andrea Feltrinelli
42 PSICO INVESTO E’ tutta questione di abbondanza
di Alessandro Meluzzi
50 INVESTO BUILDING
Juventus: l’acquisto più importante si chiama stadio di Massimiliano Sciullo
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[sommarIO]
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Contents
58 INVESTO LAW Radiografia di una
sentenza scomoda
di Andrea Serlenga
68 INVESTO WOMAN
Avere fiuto per gli affari
di Micaela Barisone
74 INVESTO DREAMS
Quando un sogno diventa business: Ovo, Virtuoso, Italia Independent
di Patrizia Caridi
86 INVESTO ART L’emozione motore
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del business di Massimiliano Sciullo
68
100 MI VESTO
Una mole di mattone: come e dove acquistare
di Micaela Barisone
106 INVESTO COLLECTION
Parmalat, lezione da imparare di Ludovico Poletto
12 INVESTO MAGAZINE
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[sommarIO] Contents
114 INVESTO TIME
Licia Mattioli: un gioiello di donna
di Micaela Barisone
120 INVESTO GREEN L’auto elettrica secondo
Paolo Pininfarina
120
di Micaela Barisone
128 INVESTO HIGH-TECH
Aspettando Leonardo, è già boom di turisti
di Patrizia Caridi
134 INVESTO LUXURY
Fiducia, segreto per uscire dalla crisi
146
di Andrea Costa
142 ASTRO INVESTO L’emozione motore
del business di Marco Sodano
146 INVESTO EVENTS
Una mole di mattone: come e dove acquistare di Andrea Feltrinelli
128 INVESTO MAGAZINE 13
14 INVESTO MAGAZINE
Investiamo nell ’informazione!
PSICO INVESTO INVESTO BANKING INVESTO ART INVESTO DREAMS INVESTO COLLECTION INVESTO BUILDING INVESTO LUXURY INVESTO LAW INVESTO GREEN INVESTO EVENTS MI VESTO INVESTO TIME INVESTO HIGH-TECH INVESTO WOMAN INVESTO LUXURY ASTRO INVESTO INVESTO MAGAZINE 15
DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Costa MANAGER DIRECTOR Patrizia Caridi EXECUTIVE ASSISTANT Maria Maldarizzi ART DIRECTOR Ilaria Chiesa PUBLIC RELATION MANAGER TORINO Francesca Leone PUBLIC RELATION MANAGER MILANO Federico Slanzi
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TEXT TRANSLATOR Monica Kratzborn MARKETING E CUSTOMER SERVICE HI-MEDIA info@hi-media.it Tel 0116694724 Giancarlo Musto FOTOLITIO E STAMPA Stampa Sud SPA, Mottola (TA) DISTRIBUZIONE Skarabocchi Torino REDAZIONE INVESTO MAGAZINE Via Principi D’Acaia, 59 10024 Torino Tel 0115790282 info@investomagazine.com REGISTRAZIONE Tribunale di Torino n. 40/2011 del 27/6/11
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Cos’è un trono? Un trono è Una panca rivestita di vellUto. Napoleone Bonaparte
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[diTOnell’occhio] di Andrea Costa
LA REPUBBLICA DEI PRIVILEGI CHE BRUCIA IL PIL SPRECANDO L’Italia è nei fatti una Repubblica fondata sul diritto di veto oltre che sulla raccomandazione e sull’immobilismo ereditati dai Padri nobili della patria
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alutato come Garibaldi a Teano il nuovo governatore Monti ha girato l’ostacolo del primo banco di prova con il varo della manovra poco prima di Natale. Ma sbaglia chi si illude di aver chiuso la finestra sul passato e di averla aperta sul new deal. In nessun paese europeo è presente come nel nostro la mitologica capacità di conservare i privilegi su cui siamo fondati a dispetto della leggenda della repubblica “fondata sul lavoro”, una panzana a cui non crede più nessuno se non i teorici della Carta costituzionale. L’Italia nei fatti è una repubblica fondata sul diritto di veto e sui privilegi oltre che sulla raccomandazione e infine sull’immobilismo imposto costituzionalmente dai padri della patria. Il bicameralismo perfetto, il sistema di pesi e contrappesi garantiscono l’intangibilità della legge principale dello Stato. Ma oggi con la rivoluzione di Internet (l’unica rivoluzione dopo il motore a scoppio dello scorso secolo) e del discutibile dogma del mercato globale il mondo va veloce e ha cambiato esigenze, la parola d’ordine è produrre rapidamente e ad alto contenuto tecnologico. Tutto e subito, insomma l’esatto opposto di ciò che sappiamo fare noi: poco e dopo molto tempo. E il dramma è che nessun governo (neppure quello di Mario Monti, per non parlare di quelli futuri) sarà in grado di scardinare questo sistema super garantista di se stesso in cui è diventato impossibile perfino costruire una
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Welcomed as Garibaldi in Teano new governor Monti moved around the first testing ground with the launching of the operation just before Christmas. People who think they have closed the window on the past and they have opened it on the New Deal are wrong. In no European country as in Italy there is such a mythological ability to preserve the privileges we are grounded on, in spite of the legend of the republic “founded on work”, a canard no one believes in except for the theoreticians of the Constitution. Italy is in fact a republic based on the right of veto and on the privileges as well as on the recommendation and finally on the immobility, which is constitutionally imposed by the fathers of the fatherland. The perfect bicameralism, the system of checks and balances ensure the inviolability of the main law of the State. Today with the Internet revolution (the only revolution after the internal combustion engine of the last century) and the questionable dogma of the global market world runs fast and changed requirements, the slogan is to produce fast, and high-tech. All at once, in short the exact opposite of what we can do: little, and after a long time. And the tragedy is that no government (not even that of Mario Monti, not mentioning the future ones) will be able to unhinge this system supporter of selfguaranteeism where it became impossible even to build a railway (read TAV) without the intervention
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ferrovia (leggasi Tav) senza l’intervento dell’esercito. Senza voler richiamare come esempio virtuoso privo di controindicazioni i periodi bui della nostra storia, saltano all’occhio gli appena 8 mesi serviti allo Stato per costruire lo stadio comunale di Torino, correva l’anno 1933. I cantieri furono avviati nel settembre del 1932 e l’opera fu consegnata il 14 maggio dell’anno successivo. Oggi sarebbe impensabile. Però abbiamo un apparato democratico che soddisfa ogni esigenza testimoniale, chiunque può farsi un partito, chiunque può entrare in parlamento, chiunque ha diritto di costruirsi la sua cabina di regia o di costituire un tavolo per dibattere intorno alle pari opportunità delle ostriche. Forse è giunto il momento di allentare il sistema di garanzie e di consegnare al governo un potere vero che sia non solo sulla carta, più o meno simile a quello su cui si reggono i comuni dove i consigli comunali contano un tubo e dove il sindaco può mettere in pratica il programma di governo, se lo vuole. Ma forse è il momento di tagliare le unghie al vero unico quarto potere che si insinua ovunque: il potere di veto. Potere in mano a partiti, sindacati, associazioni, onlus, pezzenti, straccioni organizzati,
of the army. Without wishing to draw as a virtuous example with no contraindications the darkest periods of our history, it stands out that the State needed only 8 months in order to build the Turin stadium in 1933. The sites were launched in September 1932 and the work was delivered one year later, on May 14th. Today it would be inconceivable. However, we have a democratic system that meets every witnesses need, anyone can make a political party, anyone can enter parliament, anyone has the right to build his own control room or to set around a table to discuss oysters’ equal opportunities. Perhaps it is time to loosen the system of guarantees and give the government a true power, that is not only written on paper, more or less similar to that on which the municipalities are governed, where local councils mean nothing and where the major can put the government program into practice, if he wants to. Maybe it’s time to reduce the power of the fourth estate, the only real power that creeps everywhere: the power of veto. Power in the hand of parties, unions, associations, non-profit organizations, beggars, organized
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IL QUARTO POTERE? IL POTERE DI VETO organismi che a vario titolo tengono banco e decidono quanto tempo deve perdere un sindaco o un governatore per non costruire un’opera pubblica. Senza la scomparsa del vero quarto potere sarà difficile scalare la classifica delle nazioni dove investire, al netto dell’abbattimento drastico del debito pubblico. Ragionevolmente non ci sono elementi che fanno pensare a una soluzione rapida del problema, neanche Monti avrà questo potere taumaturgico. L’Italia tra i suoi pregi non ha quello di rinunciare facilmente ai suoi fondamentali: la pizza, il calcio, vivere al di sopra delle proprie possibilità e possibilmente alle spalle di qualcuno oltre a pontificare su tutto, anche di ciò che non si conosce. Mentre si studiano ricette plausibili per il domani una pletora di amministratori continua a spandere manco i soldi fossero loro. Un esempio? Tredici miliardi di euro svaniti nel nulla, sprecati per l’inefficienza ospedali pubblici secondo il IX Rapporto “Ospedali e Salute 2011” , l’associazione italiana ospedalità privata. La Calabria è maglia nera con il 46,4% di tasso d’inefficienza. La rete delle strutture sanitarie italiane riceve un finanziamento molto più alto delle prestazioni che eroga, disperdendo una quota del 29%. Centinaia di milioni di euro che, se risparmiati, potrebbero contribuire ad uscire dalla crisi economica. Non basta. Assunzioni superiori
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tramps, organizations that hold the stage in different ways and decide how much time a major or a governor must waste delaying the construction of a public work. Without the disappearance of the true forth estate it will be difficult to rise through the ranks of nations where to invest, net of killing dramatically the public debt. Reasonably there are no elements that suggest a rapid solution, not even Monti will have healing powers. Italy among its advantages has not the one to give up easily to its core: pizza, football, living beyond their means, and possibly living off somebody’s back, besides to pontificate on everything, even what they don’t know. While studying plausible recipes for tomorrow a plethora of directors still waste money as if it was theirs. An example? Thirteen billion vanished into thin, wasted through inefficient public hospitals according to the ninth Report “Hospitals and Health 2011”, the Italian association of private hospitals. Calabria is a black shirt with the 46,4% rate of inefficiency.
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SECONDO IL RAPPORTO OSPEDALI SALUTE SONO SPARITI 13 MLD DAL SETTORE SANITARIO
alle reali esigenze, acquisto di ambulanze non utilizzate, potenziamento immotivato del servizio del 118. E’ stata la Corte dei conti a denunciare uno dei più gravi scandali della sanità in Sicilia diventato, ha detto il procuratore regionale Guido Carlino nella relazione di apertura dell’anno giudiziario, un “caso emblematico di spreco delle risorse pubbliche”. Carlino ha ricordato che l’indagine della Corte dei conti è culminata con la citazione in giudizio di 18 esponenti politici tra cui l’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, assessori regionali del tempo e componenti della commissione sanità dell’Assemblea regionale siciliana. A tutti è stato contestato un danno di oltre 37 milioni. E’ stato accertato che tra il 2005 e il 2006 è stata disposta l’assunzione di oltre 1600 operatori che sono così diventati complessivamente 3300 per un servizio, gestito dalla società Sise (Siciliana servizi emergenza), che costava alle casse regionali oltre 100 milioni all’anno. Non basta ancora. Mettiamo anche come si legge sul Corriere della Sera 75 mila euro, in Veneto, per uno studio sullo «sviluppo del turismo congressuale verso forme di organizzazione e gestione evolute», 10mila euro in Toscana per una consulenza «in materia di procedure di acquisto di beni di rappresentanza», 192mila euro in Campania per un «team di animatrici di pari opportunità». È folklore ricordare - come fa il giornalista Mario Giordano - che presso la Regione Lazio, anno 2009 (era Marrazzo), furono spesi 6mila euro
The Italian health network gets a funding which is much higher than the performance delivered, dispersing a 29% share. Hundreds of millions of euros, which, if saved, could contribute to emerge from economic crisis. It is not enough. Intakes exceed the real needs, purchase of ambulances unused, unwarranted expansion of the service 118. It was the Court of Auditors that reported one of the most serious health scandals in Sicily which became, as the regional prosecutor Guido Carlino said in the opening of the judicial report, a “typical case of waste of public resources”. Carlino pointed out that the investigation of the Court of Auditors culminated with the summons of 18 politicians, including former President of the Region, Salvatore Cuffaro, regional councilors and members of the Health Committee of Sicily Regional Assembly. Everyone was challenged with an over 37 million damage. It was found that between 2005 and 2006 they decided to hire more than 1600 operators that so became 3300 for a service, managed by Sise (Sicilian emergency services), which cost the regional funds over than 100 million a year. It is not enough yet. We must add, as we read in the “Corriere della Sera”, 75000 euros, in the Veneto, for a study on “the development of congress tourism to advanced forms of or-
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LA CORTE DEI CONTI SICILIANA DENUNCIA 37 MLN DI SPRECHI
di caffè per le riunioni di giunta, molte tazzine per ciascun assessore. Più sostanziale è la notizia che la Regione Sicilia ha più di 19mila dipendenti, ognuno dei quali costa in media 43mila euro l’ anno (il 40% in più dei ministeriali romani).
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ganization and management”, 10000 euros in Tuscany for advice “on matters of procedure of purchase of representative goods”, 192000 euros in Campania for “a team of equal opportunities promoters”. It is folklore to remember – as the journalist Mario Giordano does – that at the Lazio Region in 2009 (Marrazzo was there), 6000 euro were spent on coffee for regional government meetings, that is many cups for each councilor. More significant is the news that the Sicily Region has more than 19000 employees, each of which costs on average 43000 euros per year (40 per cent more than Roman ministerial).
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[INVESTObanking] di Marco Sodano
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alla bocca del dragone miliardi per l’Europa
Pechino studia un superfondo da investire in valuta estera. La Cina ha un disperato bisogno di mercati stranieri. Perché il paese produce troppo per le tasche povere del suo popolo
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i sta muovendo anche la Cina. Pechino studia un superfondo da 300 miliardi di dollari: sarà usato per investire in valuta estera e, come dice il comunicato ufficiale, migliorare il rendimento degli investimenti cinesi oltreconfine. Per fare più soldi, insomma. Il messaggio implicito è per i mercati occidentali: l’impero del Dragone, uno dei depositi di liquidità più grandi del mondo (le riserve sono valutate per difetto in tremila miliardi di dollari), non starà a guardare il crollo del sistema finanziario europeo, né di quello americano. Non è questione di generosità ma di interdipendenza. In primo luogo perché i cinesi hanno investito quote enormi dei loro risparmi di Stato nel debito straniero, moltissimo negli States e cifre importanti in Europa. Un crac da questa parte del mondo li lascerebbe in braghe di tela. In secondo luogo, e questo è forse l’aspetto più importante, perché la Cina ha un disperato bisogno di mercati esteri. Pechino non ridistribuisce la ricchezza all’interno del Paese, e questo è uno dei motivi per cui ha così tanto denaro nelle casse dello Stato. Quando si guarda alla classifica del prodotto interno lordo per paesi, il dibattito è aperto: la Cina è la seconda economia del mondo (ha appena superato il Giappone) o la terza (non ce l’ha ancora
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Also China is changing. Peking studies a found of 300 billions dollars that will be used for investments in foreign currency, and as they have officially declared, to reinforce the Chinese investments abroad. To make more money. Thee message is for the western markets: the Dragon Empire, one of the biggest deposit of cash in the world, (more then three thousand billions dollars), doesn’t mean to wait to see the European system and the American one fading. It’s not because the are generous, but its due to the interdipendence. First of all it’s because China invested lots of money in the foreign debt, especially in the United States and in Europe. A crack in the western world would be a disaster for China. And then, a very important aspect, is that China desperately needs foreign markets. In China there is no redistribution of the richness, no welfare state, that’s why there is so much money available. If we look at the GDP of the different countries, we notice that Chine is the second economy of the world, (before Japan, which is the third)and the growth is going on. But if we look at the GDP per capita, (the richness that every single person can afford), China is below the hundredth position.
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fatta ma manca poco). Seconda o terza fa poca differenza, ma quando si guarda alla stessa classifica prendendo in considerazione il prodotto pro capite (la quantità di ricchezza a disposizione di ciascun individuo) la Cina sparisce ben sotto il centesimo posto. Dunque è chiaro che Pechino non può sperare di sfogare la sua gigantesca produzione industriale dentro i suoi confini: vero che il mercato delle auto di lusso va a gonfie vele, vero che il reddito cresce, vero che l’economia corre. Ma per arrivare a trovare un frigorifero nella cucina di ogni famiglia cinese, un’auto nel loro garage e un televisore al plasma nel loro salotto sono necessarie altre trasformazioni. Profonde, di quelle che non sembrano essere, oggi, tra le priorità del governo cinese. I cinesi non hanno solo bisogno di un mercato occidentale florido e in grado di restituire loro i prestiti con gli interessi. Hanno bisogno di consumatori occidentali con il portafoglio fornito, pronti ad acqui-
It’s clear than Peking can’t think to sell all its industrial products within its border, even if the market of the luxury cars is growing and if the incomes are growing as well as the economy. But, before being able to find a fridge in every Chinese kitchen, a car in every garage and a television in every living room, many other changes are needed, but these changes today don’t seem to be the priority of the Chinese government. Chinese doest need just a florid western market,able to give them back the money with the interests, they also need rich western consumers, ready to buy their goods, in order to keep their factories healthy. It’s the global economy, which was considered something great when it exploded, and that at the moment is so feared. Of course Peking could consider the opportunity to sell all that goods to the internal consumers, but in this case there should be radical changes in the Chinese society. Fami-
I MANDARINI PRODUCONO TROPPO. E HANNO LE CASSE PIENE DI SOLDI INVESTO MAGAZINE 31
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IMPOSSIBILE PER PECHINO
SFOGARE IL SUO PIL DENTRO I CONFINI stare i loro prodotti e capaci di tenere in piedi le loro fabbriche. È l’economia globale: salutata con troppo entusiasmo quando è esplosa, forse oggi è altrettanto troppo temuta. Certo, Pechino potrebbe anche decidere di contare sui suoi potenziali consumatori, ma un’operazione del genere richiederebbe cambiamenti radicali all’interno della società cinese. Bisognerebbe rendere le famiglie più ricche aumentando gli stipendi, tanto per cominciare. Affrontare una brusca impennata dei prezzi (già oggi l’inflazione cinese è almeno il doppio di quella europea), e trovarsi poi di fronte a una popolazione più ricca, più colta, più esposta a stimoli esterni e probabilmente più insoddisfatta. I cinesi comincerebbero a chiedere cambiamenti, esattamente come i giovani europei ed americani li hanno chiesti dagli anni Sessanta in poi, correndo sull’onda del boom economico post
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lies should become richer, loans should by higher, that would cause soaring prices (and Chinese inflation is already at least the the double of the European one), then the Chinese population would become richer, more cultivated, more exposed to external stimulus and probably more unsatisfied. Chinese people would start to ask for changes, exactly as young Europeans and Americans did starting from the Sixties, after the economic boom after the Second World War. Nothing can frighten Peking Government more, the goods have always been exported, to enrich the country avoiding external negative influences. In the history of the country it happened just once that importations were higher than the exportations: during the second half of the XVIII century and then during the whole XIX century, England exported opium to China. China
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I CINESI TEMONO LA RIVOLUZIONE CULTURALE DEL PROPRIO POPOLO Seconda guerra mondiale. Non c’è nulla che spaventi di più il governo di Pechino. Che ha sempre usato il mercato dei prodotti finiti a senso unico – cioè esportando - per arricchire il Paese evitando il più possibile influenze esterne sgradite. C’è stato un solo momento storico che ha capovolto l’equilibrio della bilancia commerciale cinese, portando le importazioni a superare le esportazioni: dopo la seconda metà del Settecento e (almeno) per tutto l’Ottocento gli inglesi riuscirono a forzare il blocco importando in Cina oppio. I cinesi reagirono anche con la forza (inglesi e cinesi hanno combattuto due guerre per l’oppio, vinte entrambe dagli europei), ma non erano spinti solo da preoccupazioni morali. La droga è una piaga da tenere lontana, ma ancora di più per i Mandarini cinesi era da tener lontano lo spettro di un prodotto straniero che stava invadendo i loro mercati drenando ricchezza verso le
reacted very badly, (England and China had two opium wars, both won by Europeans). Chinese were worried because of the ethic connected to the use of drug, which is something that must be avoid, but the worst danger was the fact that a foreign good had entered the Chinese market, and part of the Chinese richness was going to the India Company and to the United Kingdom. They were already afraid by the idea of a world that consumes more than what it produce, and that at the end starts to decline. Going back to the actual situation, China can be advantaged by the American and European crisis, but only if this crisis doesn’t get to deep. Thanks to the crisis of the western world, China can try to increase its influence on the global economy, this process has already started: g8 has been replace by g20 – and the western
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DIFFICILMENTE SI IMBARCHERÀ
NELL’IMPRESA
DI “COMPRARSI” casse della Compagnia delle Indie (cioè della Corona inglese). Intravedevano già lo spettro di un mondo che consuma più di ciò che produce e finisce inesorabilmente per imboccare la strada del declino. Tornando ai mercati di oggi, alla Cina possono far comodo l’Europa e gli Stati Uniti in crisi, ma solo se non si esagera. Pechino cercherà di approfittare della crisi per aumentare la sua influenza sul governo dell’economia mondiale – processo già avviato: il G8 è stato sostituito dal G20 – e l’Occidente non potrà ignorarla. Difficilmente si imbarcherà nell’impresa di “comprarsi” l’Europa e gli Stati Uniti come qualcuno teme (e a che pro, poi?). Dal canto loro, i paesi occidentali faranno leva sui bisogni cinesi per cercare di imporre loro ulteriori aperture ai commerci stranieri. La bussola, in questo momento difficile, resta sempre orientata alla prudenza. Niente colpi di testa (né sugli acquisti né sulle vendite) e soprattutto niente panico. Senza dimenticare che - come dice Warren Buffett Wall Street è l’unico posto al mondo dove gente che arriva in limousine va a chiedere consigli a gente che arriva con la metropolitana.
world can not ignore it. Probably China will not try to “buy” Europe and United States as someone fears, (why should China do that?), From their side, European countries try to force China to import our goods, which are more and more needed by the Chinese population. The general behaviour is oriented towards prudence, it’s better not to exaggerate both will purchases and sales, and above all, no panic. Don’t forget that, as Warren Buffet says, Wall Street is the only place in the world where people that travel by limousine, ask for advices to those that travel by underground.
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L’EUROPA E GLI STATI UNITI
COME
QUALCUNO TEME
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[il punTO] di Andrea Feltrinelli
NU
ella pancia dello stato n mostro che
mangia 50 miliardi
La Cgia di Mestre accende un faro sui conti del paese. Sorpresa: la spesa per il personale dal 2005 a oggi è di 248 miliardi cioè il 16,4% del Pil. I tedeschi spendono il 5% in meno e funzionano meglio
S
pendere per conto terzi e non rendersi conto di maneggiare soldi pubblici. Poi assumere ed elargire stipendi extralarge sapendo che nessuno si prenderà il disturbo di fare i conti in tasca allo Stato, uno Stato spesso tanto grasso quanto inefficiente. La fotografia plastica, forse addirittura a tre dimensioni, di come la spesa pubblica sia diventata vorace e in grado di mangiarsi gli italiani di traverso è stata eseguita dalla Cgia di Mestre che non solo ha quantificato l’aumento ma anche l’efficienza o meglio inefficienza con impatto non inferiore ai 50 miliardi di euro all’anno. Possibile? Il risultato è frutto di una comparazione tra i livelli di efficienza degli uffici pubblici di diversi stati europei, quali Italia, Spagna, Austria e Germania. In particolare se la pubblica amministrazione fosse efficiente al pari dei colleghi tedeschi, che sono i più virtuosi nel contesto europeo, potremmo avere un risparmio intorno ai 75 miliardi. In particolare ciò che grava molto non è il numero dei dipendenti, visto che non sono così poi tanto maggiori (in proporzione) rispetto agli altri paesi, bensì i relativi stipendi, soprattutto di alcuni alti funzionari. La spesa media per il per-
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What’s happening is that someone is spending money that belong to someone else, that belongs to the State. You can assumere, then give very high loans, sure t5hat anyone will never check as the public money has been spent. A state that is so big and at the same time so inefficient. The Cgia of Mestre did a perfect picture of the Italian public expense, that is going to ruin the population, they have calculate that about 50 billions euro a year are wasted, an amount that is growing up. How is it possible? This is the result of comparisons of the different level of efficiency among several European Public Administration, like Spain, Austria, Germany and Italy. The most virtuous country in Europe is Germany, if our Public Administration were so good as the German one, we could spare about 75 billion euro. What is particularly heavy to stand, is not the numbers of clerks, indeed they are not so many more than those of the other countries, but their loans, especially that of some funzionario The overage of the expenses for public clerks and for the Italian administrative activity in the period 2005/2009, was of 248 billion euro, it’s 16’4% of the GDP, while Spain, with an expense of 162 billion is around 15,9% of its GDP,Austria with an ex-
ilpunTO sonale e per i servizi del funzionamento dell’attività amministrativa italiana, nel quinquennio 2005/2009, è stata pari a 248 miliardi, ovvero il 16,4 % del Pil. In Spagna, con un valore assoluto pari a 162 mld, si è attestata al 15,9% del Pil, mentre in Austria al 13,8% del Pil con un valore assoluto di 37 mld; in Germania la medesima spesa si è mantenuta all’11,5% del Pil, per un totale di 273 mld. Ma non basta. La macchina pubblica non solo costa cara, ma sta aumentando in maniera esponenziale. Tra il 2000 ed il 2010, la spesa pubblica italiana, al netto degli interessi sul debito, è aumentata di 141,7 mld di euro, pari al +24,4%. L’anno scorso la spesa ha raggiunto quota 723,3 mld di euro: in rapporto al Pil, sempre nel 2010, le uscite pubbliche
pense of 37 billion euro is around 13,8% of its GDP, Germany, similarly to Austria, is around 11,5% of the GDP, with an expense of 273 billion euro. But it’s not all, the Public Administration is very expensive, but its’ going to cost more and more, foe example the Italian public expenses between 2000 and 2010 grew of 141,7 billions euro, it’s a rise of +24,4%. Last year the public expenses arrived to 723 billions euro, it’s 46,7% of the GDP, 6,8 points more than ten years before. In 2010 the Italian State spent 11.931 euro for every Italian person, 1.875 euro more compared to the it was spent in year 2000. The current expenses (about the 2/3 are used to pay the loans of the public clerks and social works) are
LA MACCHINA PUBBLICA NON SOLO COSTA CARA MA STA AUMENTANDO IN MANIERA ESPONENZIALE: +141 MLD pari al 24% INVESTO MAGAZINE 37
ilpunTO
LE SPESE DEL PERSONALE COSTITUISCONO IL 93% DELLA SPESA PUBBLICA ITALIANA
dello Stato hanno raggiunto il 46,7%, 6,8 punti in più rispetto a 10 anni prima. Sempre nel 2010, lo Stato ha speso 11.931 euro per ciascun cittadino italiano: 1.875 euro in più rispetto a quanto spendeva nel 2000. Le spese correnti (per quasi 2/3 riconducibili ai stipendi dei dipendenti del pubblico impiego e alle prestazioni sociali) costituiscono il 93,2% del totale della spesa pubblica. La CGIA, che ha elaborato questi dati, segnala che i redditi dei dipendenti del pubblico impiego, nonostante in questi ultimi 10 anni lo stock dei lavoratori sia decisamente diminuito, sono aumentati del +12,9%. I consumi intermedi (manutenzioni, affitti, energia elettrica, acqua, gas, materiale di consumo, etc.), hanno subito un incremento del +24,9%, gli acquisti di beni e servizi da destinare ai privati (medicinali, apparecchiature sanitarie, etc.) sono lievitati del +34,6%, mentre le prestazioni sociali hanno registrato una crescita del +24,6%. Il Pil scende ma le tasse aumentano, il potere di acquisto resta invariato e il debito pubblico esplode, questa la tavola imbandita su cui dovranno misurarsi i governi da qui agli anni a venire. Un bel piattino piccante, non c’è che dire.
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the 93% of the total public expense. The CGIA, which has elaborated this data, says that in the last 10 years, the loans of the public clerks grew of 12,9%, while the stock of worker has decreased quite a lot. The consumi intermedi (manutentions, rents, electricity, water, hither, and so on)have incresaed of24,9%, the acquisti of goods and services to be given to the privates (medicines, apparecchiature sanitarie, etc.) rised of 34,6%, while the social works show a growth of 24,6%. IGDP decreases, but taxes rise up, incomes are always the same, while the public debt explodes, that’s the situation that the future governments have to face from now on. Not that good.
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[PSICOINVESTO]
E
di Alessandro Meluzzi
conomia? E’ tutta questione di abbondanza
La quantità globale dei beni materiali determina la ricchezza di un paese. Ma all’economia monetarista e bancocratica poco importa del valore reale delle cose
?Il
Con la collaborazione di Andrea Grippo
tema dell’economia non può essere disgiunto da una riflessione psicologica sulla natura stessa di ciò che chiamiamo abbondanza e ciò che chiamiamo scarsità. Nessuno potrebbe ragionevolmente sostenere che l’abbondanza rappresenti una forma di povertà o la scarsità un elemento di incremento di valore. In realtà un’economia fondata su valori simbolici, così come alcuni beni rifugio come l’oro. Per contro l’economia della sostanza è basata sull’abbondanza. Dalla fisiocrazia francese del Settecento a tutte le teorie economiche che hanno privilegiato i valori primari, come quelli che si mangiano e si consumano o che diventano energia, partono dal presupposto che soltanto la quantità globale dei beni materiali prodotti, come avviene con la Terra o il Sole, determina la vera ricchezza di un’area, di un paese, di un popolo e di un individuo. Invece nell’economia monetarista, nata con la scuola di Chicago e nell’era presente identificata
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The theme of economy can not be separated from a psychological analysis about the nature itself of what we call richness and what we call poorness. Of course no one could think that richness is something negative or poorness is something positive. W start saying that economy is based on symbols as well as on some goods as gold. Economy is based on abundance, starting with the French physiocracy in the 18th century, going on with all the theories that gave great importance the primary goods, as food, clothes and energy, are based on the idea that just the global quantity of the material goods which are produced, as it happens with the Earth and the Sun, determines the real richness of an area, a country, a population, a single person On the other hand, for the monetarist economy, born with the school of Chicago, an recently identified as bankocracy, considered as floating and fleeting, the value of the value of the goods is not that important, doesn’t matter if we are talking about raw materi-
psicoinvesTO
con la bancocrazia, considerata mobile, fluttuante e labile, poco importa dei valori di qualsiasi bene, che si tratti di materia prime, di prodotti agricoli, di lavorazioni industriale o di servizi. L’unico valore da difendersi con le unghie e con i denti, a qualsiasi prezzo e costo, è quello della stabilità delle monete, divenuto l’unico parametro di riferimento di qualunque possibile misurazione o transazione. L’inflazione rappresenta infatti tra tutti i mali, di cui un sistema economico può soffrire, quello che nell’im-
als, agricultural products, industrial products or services. The only value which is worth to be defended, doesn’t matter how, is the stability of the currency, which has become the only referring parameter for all the transactions. Inflation, among all the other bad situations that can happen in an economical system, is considered by the general imagination, the worst thing that could ever happen, exactly as a cancer in medical field. Of course whoever could explain that without
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l’inflazione è sempre negativa
ma è necessaria
per tenere in equilibrio i mercati e la loro percezione
a physiological amount of inflation, all the value of material and immaterial goods , produced by the humans, will be lower and lower, compared to the abstract stability of the currencies. Without this differential, that pushes in some way to accelerate consumptions, and the circulation of monetary value, the economy, which is a psycho-economy, which is something emotional, at list from the point of view the social psychology and collective psychology, would be paralysed. What I want to underline is the objective difference of interests between those who lend money and those who uses that money to produce secondary goods or services.
© Christian Bauer - Fotolia.com
maginario simbolico collettivo del pensiero dominante in economia viene presentato come ciò che sarebbe la leucemia in medicina o in ematologia. In realtà chiunque potrebbe spiegare che senza un tasso fisiologico di inflazione i beni materiali e immateriali varranno sempre meno se prodotti dal lavoro dell’uomo rispetto all’astratta stabilità delle monete. Ma senza questo differenziale, che spinga in qualche modo a accelerare i consumi e la circolazione del valore monetario, l’economia che è psico-economica ed emozionale, almeno sul piano simbolico e della psicologia sociale e collettiva, si paralizza. Ciò che voglio sostenere è l’oggettiva divergenza di interessi tra coloro che prestano il denaro e coloro
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che lo usano per produrre beni primari secondari o servizi. Credo che molto di ciò che le dinamiche socio-politiche del presente mostrano come un male inspiegabile risieda anche in questa aporia poco nota ma anche poco popolare. Anche se ben intuita da tutti coloro che a qualunque titolo fanno impresa direttamente o indirettamente o ne fruiscono. D’altra parte la rinuncia degli Stati Nazionali a battere autonomamente moneta ha creato una divaricazione oggettiva tra i meccanismi di formazione del consenso e delle decisioni (la democrazia) e la funzionalità di sistemi, che prima complessivamente economici,
I think that most of what the socio-political dynamics of the present times, show as an unexplained bad thing, is just this nearly unknown and quite hated aporia, Even if those who are deep into the business world , can easily perceive it by intuition. We must say that the renunciation of the national states to issue currency independently, created a gap between the mechanism of generation of the consent and of decisions (democracy) and the functionality of the systems, at once were economical, and then became just monetary. Only with a deep and intelligent reflection on these
l’unico valore da difendere
con le unghie è la stabilità delle monete INVESTO MAGAZINE 45
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sono divenuti puramente monetari. Se non si rifletterĂ con intelligenza e spregiudicatezza su tali questioni, difficilmente potremmo uscire da contraddizioni, che lette sulle pagine dei giornali, sembrano un accidente cosmico come un meteorite o un terremoto. Mentre lette nelle grandi dinamiche motivazionali collettive, che fanno la storia, esigono una lettura critica piĂš originale di quanto possa apparire oggi.
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topics, it would be possible to solve the contradictions, that on the newspapers pages appear like a cosmic accident , as a earthquake. While if we consider these contradictions in the motivational collective dynamics, which are those who move the history, the analysis must be much more original and critical.
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Ju
[INVESTOBUILDING] di Massimiliano Sciullo
ventus
l’acquisto più importante si chiama STADIO
Qualunque tifoso con l’iniziativa delle “STELLE” ha potuto comprare uno spazio sui pavimenti esterni dell’impianto inserendo il proprio nome accanto a quello degli idoli del passato. Ma questo è soltanto l’inizio
N
on si può dire che sia il primo in assoluto, in Italia (quello della Reggiana, il “Giglio”, lo ha preceduto di parecchi anni, inaugurato per una gara proprio contro la Vecchia Signora nel 1995), ma il nuovo stadio della Juventus rappresenta una sfida importante, nel panorama sportivo e calcistico italiano. Soprattutto se si parla degli aspetti economici di questa disciplina, ormai diventati della stessa importanza rispetto ai risultati ottenuti sul campo. Merito (o colpa, dipende dai punti di vista) della ritrovata attenzione ai bilanci delle squadre professionistiche, per evitare nuovi casi di dolorosi crac o di debiti secolari con l’Erario. Senza andare troppo lontano, basta pensare che proprio la Reggiana, titolare del proprio impianto in tempi non sospetti, ha finito per fare default e ora il suo stadio – in cui tuttora gioca, retrocessa in Prima Divisione – è in mano al curatore fallimentare. Ecco, fatti i debiti scongiuri, il progetto della Juventus punta a risultati (economici e non) di altra natura. Alla luce soprattutto dell’or-
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Even if it’s not the first one, (il “Giglio”, the stadium of Reggiana, was built many years before, and the first match at the Giglio was against Juventus, in 1995), the new Juventus stadium represent an important challenge, in the Italian panorama football and sports scene. Even more talking about the economical aspect of soccer, which are so important as the results gained on the field. Merit (or fault, it depends on the point of view) of the great attention to the balances of the professional teams, to avoid new cases of painful crack or eternal debits with the Treasury. It’s easy to find examples very near to us, just consider that Reggiana, owner of its structure, at the end made default, and now its stadium, where it still plays, relegated in first division, is in the hands of the receiver. The project of Juventus, looks for different results, as the imminent financial Fair play, wanted by Uefa and by its president Michel Platini. Of, course, indeed the fact to have the property of the stadium is not just a simple whim for Mr Agnelli’s team, it cost 122 million
INVESTObuilding
Fotografie - La presse
mai imminente Fair play finanziario voluto dalla Uefa e dal suo presidente, Michel Platini. Già, perché il fatto di poter vantare la proprietà dell’impianto di gioco non è certo un banale sfizio per la squadra degli Agnelli, costato peraltro 122 milioni, finanziati in parte dal Credito Sportivo. Rappresenta, invece, un asset fondamentale per il presente e per il futuro. Uno dei pilastri su cui – giocando d’anticipo rispetto alle altre società che al momento animano le serie maggiori dei campionati italiani – i bianconeri intendono poggiare i progetti e lo sviluppo di domani. Insomma, le mura “amiche” diventano una vera e propria voce di business. E l’attenzione riposta dai progettisti dell’impianto sugli aspetti extra calcistici portano in questa direzione. Basti pensare che, accanto ai 41mila posti a sedere e una serie di innovazioni tecnologiche, architettoniche e gestionali (il vecchio Delle Alpi poteva ospitare fino a 67mila tifosi), lo Juventus Stadium punta a essere una struttura che vive sette giorni su sette. Questo grazie alle aree legate alla ristorazione (ci sono 21 bar, 8 aree ristorazione, 2 cucine in grado di preparare 4.000 pasti), ma
LE MUR A
of euro, part of it was given by the Sports Credit. It’s a fundamental asset for the present and for the future, its the basis on which the Juventus team wants to start building the future projects and development. So, the stadium structure, is at the basis of the business, and also the attention the those who did the project of the stadium, draws to the extra football aspects, shows that it’s the direction. Just think that beyond the 41.000 seats and a long list of technological, architectural and management innovations (the old stadium Delle Alpi could contain 67.000 persons), Juventus stadium want to be a structure that lives seven days a week. That’s possible thanks to the areas for restaurants (21 tea room, 8 restaurants and 2 kitchen able to prepare 4000 meals) and shopping, it0s the same path that other important clubs, at continental level, have already followed. And when there won’t be Juventus matches, then the stadium offers conventions, banquets, and business meeting, thanks to the section “events”, that can take place on the west side of the structure. And then the museum, where all the cups and the glories
AMICHE DIVENTANO
UNA VOCE DI BUSINESS INVESTO MAGAZINE 51
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anche allo shopping, ripercorrendo così il cammino già compiuto da altri grandi club a livello continentale. E quando non ci saranno gare della Juve, lo stadio punta sulle convention, sui banchetti e sulle riunioni di lavoro, grazie alla sua “sezione eventi” realizzata sul lato Ovest dell’impianto. E poi il museo, dedicato alle glorie e i trofei del passato bianconero, che saranno abbinati alla possibilità (anche questa copiata dall’estero) di visitare l’impianto. Ma il business legato all’investimento-stadio non finisce qui. Altre voci di ricavo la Juventus le ha previste per quanto riguarda il nome dell’impianto. Il cosiddetto “naming right” vale, eccome. Chi vuole dare il nome del proprio marchio alla struttura deve spendere. Anche se i soldi, in realtà, la società di corso Galileo Ferraris li ha già incassati: è stato infatti siglato un accordo dal valore di 75 milioni di euro con la Sportfive, azienda che per i prossimi 12 anni gestirà in esclusiva il discorso sulla denominazione dello stadio. Senza considerare inoltre che anche la Nordi Conad,
of the past of the white-black team are collected, together with the museum, it’s possible to visit the structure, (also this idea has been taken from foreign countries). But the business connected to the stadium-investment is not just here. Another idea to get more money, is connected to the name that Juventus will give to the structure, I’m talking about the so called “naming right”. Those who wants to give to the structure the name of their business, they must pay. Even if, the society of Corso Galileo Ferraris has already gotten the money, indeed an agreement of 75 millions euro has already been signed with Sportfive, the company that will have the exclusive right to decide the name of the stadium in the next 12 years. And then consider the money received by Nardi Conad, which got the right to decide the name of the shopping area, called “Area 12”, Juventus obtained other incomes than to the initiative “Stelle” (stars): all the fans can buy a space on the wall of
LO JUVE STADIUM VUOLE VIVERE 7 GIORNI SU 7 52 INVESTO MAGAZINE
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DALL’8% LO STADIO ARRIVER à A FAT TUR ARE IL 20%
che ha voluto aggiudicarsi i diritti sul nome dell’area commerciale – ribattezzata “Area 12” – ha dovuto mettere mano al portafogli. E ulteriori entrate la Juventus le ha registrate con l’iniziativa delle “stelle”: accanto a quelle dedicate ai campioni della storia bianconera, qualunque tifoso ha potuto acquistare uno spazio sui muri dell’impianto, pagando il dovuto per poter far stare il proprio nome accanto a quello degli idoli del passato. Accanto a tutto ciò che è già stato incassato, poi, lo stadio di proprietà promette mirabilie per il futuro. Se nel corso dell’ultima stagione l’Olimpico ha fruttato alla Juventus 11,5 milioni, l’obiettivo è di triplicare in futuro, pur mantenendo inalterati i prezzi dei biglietti di ingresso. Dunque, dall’8% lo stadio arriverà a occupare il 20% del fatturato. Al momento, la media in Italia è del 13%, mentre nei Paesi-pilota come Inghilterra e Germania si arriva al
the structure to write there his name, near to the name of the big star. Bur it’s not all, the stadium promises further possibilities to gain money in the future. In the last season the Olimpico made to Juventus 11,5 millions of euro, and not the goal is that to make this number three times higher, without rising the price of the tickets. So the stadium will pass from the 8% to the 20% of the turnover. In Italy normally the stadiums represent the 13%, while the main countries as UK and Germany, it touches 26-27%. Also the work aspects are very interesting, normally in Juventus Stadium there will be about 30 workers, but in the days of the matches, the number of workers can rise to 800 persons. The investemen has been done, now Juventus waits to see what happens, hoping in a virtuous circle: if the sport results will be good, even more people will go
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75 MLN
PER DARE IL NOME
ALL’IMPIANTO 26-27%. Interessanti, infine, anche gli aspetti occupazionali: se di regola allo Juventus Stadium lavoreranno una trentina di persone, nei giorni delle partite la forza lavoro potrebbe arrivare anche a 800 unità. Fatto l’investimento, adesso la Vecchia Signora spera che si inneschi il cosiddetto circolo virtuoso: se i risultati sportivi saranno adeguati, sempre più persone andranno allo stadio (finora, si sono sempre registrati sold out per le gare casalinghe dei bianconeri) e chi vorrà fare business partecipando alla vita dell’impianto, dovrà pagare di più. Entrate che, in parte, serviranno a rinforzare la squadra e a ottenere nuovi risultati sportivi. E così via. Mattone sopra mattone.
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to the stadium (up to now, all the Juventus matches in the home stadium were sold out), and those who will want make business through this structure, will have to pay more. Part of the incomes will be used to make the team stronger, in order to gain good results. And so on. Step by step.
L A STRUT TUR A FA L AVOR ARE
800 PERSONE
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Scegli di volare. Scegli Torino.
Turin Airport
VOLI
•• Nazionali Internazionali •• Stagionali Charter • Charter Neve Stoccolma
Dublino
Newcastle Doncaster Manchester
Mosca
Birmingham Amsterdam Bristol Londra Bournemouth Düsseldorf Bruxelles Bruxelles Charleroi Francoforte Lussemburgo Parigi Beauvais Parigi Monaco
Lourdes Madrid
Katowice
Torino
Barcellona Pescara Girona Olbia Minorca Tirana Bari Roma Ibiza Alghero Brindisi Napoli Palma Cagliari di Maiorca Palermo Lamezia Terme Reggio Calabria Trapani Catania Lampedusa
16 Dicembre 2011
Glasgow
Istanbul
Kos
Rodi
Heraklion Tel Aviv
Sharm el Sheikh Marsa Alam
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www.aeroportoditorino.it
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[INVESTOlaw] di Andrea Serlenga
Th
yssenkrupp
Radiografia di una sentenza scomoda
Per la prima volta in italia il giudice condanna un’azienda perché sapeva il rischio a cui andavano incontro i lavoratori. Il reato si chiama dolo eventuale
I
l 14 novembre 2011 la Corte d’Assise di Torino, Sezione II Penale, ha depositato le motivazioni della sentenza del “caso THYSSEN”, la vicenda tristemente nota alle cronache giudiziarie nazionali relativa all’incendio scoppiato all’interno della “Linea 5” dello stabilimento torinese “Thyssenkrupp AST” nella notte del 6 dicembre 2007, a seguito del quale morirono 7 dipendenti della multinazionale tedesca. L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire al lettore la più agevole chiave di lettura possibile di una articolata sentenza di ben 460 pagine, al cui interno sono trattate tematiche di elevato contenuto giuridico, nonché argomenti di profondo interesse per il mondo dell’imprenditoria in genere. Una premessa personale è d’obbligo. Dietro la rilevanza “giuridica” di questa sentenza, così come per tutte le altre pronunzie relative ad infortuni mortali conseguenti a violazioni della normativa antinfortunistica, si cela innanzitutto il dramma personale delle vittime e dei loro parenti a cui deve essere rivolto l’ennesimo momento di rispettoso raccogli-
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The Turin Court of Assizes, Criminal Division II, recorded the grounds for the “Thyssen case” decision on November 14th, 2011. It’s the notorious event well-known by the national judicial news concerning the fire broke out inside the “Linea 5”of the Turin factory “Thyssenkrupp AST” which happened on December 6th, 2007 at night and caused the death of 7 employees of the German multinational company. The aim of this article is to provide the reader with the easiest key to an over 460 pages well-structured sentence, in which high-level legal issues are dealt with as well as topics of deep interest to the business community in general. A personal preliminary remark is required. Behind the “legal” importance of this sentence, as well as for all other pronouncements related to fatalities resulting from breaches of the accident prevention regulations, hides above all the personal drama of the victims and their relatives who should be directed another moment of respectful recollection. The writer’s personal opinion is that the diffusion and
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mento, ma a parere di chi scrive è proprio la diffusione e comprensione chiara dei profili di responsabilità che i Giudici individuano in questo genere di accadimenti che può fornire quel piccolo contributo affinché in tutte le Aziende sia ulteriormente esaminato e, nel caso, elevato l’attuale livello di sicurezza dei lavoratori. Nella vicenda in esame per la prima volta in Italia un Giudice penale è stato chiamato a pronunciarsi in merito ad una contestazione di reato di omicidio volontario (art.575 c.p.) con riferimento ad un caso di infortunio mortale sul lavoro. Sino ad oggi tutti i processi penali conseguenti ad infortuni sul lavoro (mortali e non) erano stati celebrati avanti il Tribunale Monocratico penale competente per territorio, con l’ipotesi di accusa a carico del Datore di Lavoro e/o dei suoi sottoposti o delegati, del reato di lesioni personali colpose (art.590 c.p.) o di omicidio colposo (art.589 c.p.). La Procura di Torino nel corso delle indagini svolte con impressionante rapidità (furono concluse il 23 febbraio 2008) ed eseguite con tecniche investigative solitamente impiegate per reati contro la criminalità (perquisizioni nei computer aziendali, analisi dei bilanci, sequestro delle comunicazioni inviate a
clear understanding of responsibility that the Judges identify in this kind of events itself may provide a small contribution so that in all Companies should be further examined and improved the current level of workers’ safety if necessary. In the analyzed event for the first time in Italy a Criminal Court Judge was called upon to hear a challenge to the crime of voluntary manslaughter (art.575 Criminal Code) related to a case of fatal accident at work. Until now, all criminal cases resulting from accidents (whether fatal or not), had been celebrated before the criminal Single Judge Court responsible for the area, with the possibility of charges against the employer and/or his employees and substitutes, of the crime of unintentional personal injury (art.590 Criminal Code) or manslaughter (art.589 Criminal Code). The Prosecutor of Turin during the investigations carried out with impressive speed (they were completed on February 23th, 2008) and performed with investigative techniques usually employed for crimes against organized crime (searches in business computers, budget analysis, seizure of communications
Nella notte del 6 dicembre 2007
morirono 7 operai della linea 5
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mezzo posta elettronica), ha ritenuto di approfondire l’esame della vicenda non limitandosi ad accertare le anomalie presenti nello stabilimento teatro dell’incendio, ma cercando di comprendere il perché tali anomalie si fossero create. Seguendo tale impostazione e sulla scorta degli elementi di prova acquisiti nel corso della fase investigativa, la Procura di Torino nel 2008 ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio avanti la Corte di Assise di Torino (organo giudicante competente per il reato di omicidio volontario, composto da due giudici “togati” e 6 giudici popolari), dando così avvio nel gennaio 2009 ad un processo di primo grado durato ben 94 udienze, e conclusosi in data 15 aprile 2011 con la lettura del dispositivo di condanna per tutti gli imputati. Sono stati condannati, oltre all’Amministratore Delegato e Datore di Lavoro in materia di Sicurezza sul Lavoro per i reati di omicidio volontario, omessa predisposizione di cautele antinfortunistiche ed incendio doloso (anni 16 e mesi 6 di reclusione), anche altri Dirigenti dell’Azienda ritenuti responsabili del reato di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento, omessa predisposizione di cautele antinfortunistiche ed incendio colposo. Tra questi ultimi, in particolare, il Responsabile dello stabilimento, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e due membri esecutivi del Consiglio di Amministrazione con deleghe in materia commerciale e finanziaria sono stati condannati ad anni 13 e mesi 6 di reclusione, mentre il Responsabile della pianificazione degli investimenti antincendio è stato condannato ad anni 10 e mesi 10 di reclusione. Ovviamente l’aspetto di maggior rilievo giuridico e di interesse pubblico di questa sentenza risiede nella condanna del Datore di Lavoro per omicidio volontario, e su questo profilo concentreremo di seguito la nostra attenzione.
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sent by e-mail), has decided to investigate the event not only ascertaining the anomalies found in the establishment of the fire scene, but also trying to understand why these anomalies were created. Following this approach and on the basis of evidence obtained during the investigation phase, the Public Prosecutor in Turin asked and obtained the indictment before the Turin Court of Assizes in 2008 (judicial body responsible for the crime of murder, two “stipendiary” judges and six jurors), thus beginning in january 2009 a first trial lasted 94 hearings, and ended on April 15th, 2011 with the reading device of conviction for all defendants. The Managing Director and the Employer on Work Safety were sentenced for crimes of manslaughter, non-provision of accident prevention precautions and arson (16 years and 6 months imprisonment), as well as other Executives held responsible for the crime of manslaughter compounded by the expectation of the event, provision of non-negligent fire precautions and accident prevention. Among the latter, in particular, the Head of the establishment, the Head of the Prevention and Protection (RSPP) and two Executive members of the Board of Directors with responsibility for trade and financial have been sentenced to 13 years and 6 months imprisonment, while the Head of fire planning and investment has been sentenced to 10 years and 10 months imprisonment. Obviously the most important aspect of both legal and public interest of this verdict lies in the jail sentence of the Employer for manslaughter, and we are
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le indagini sono state eseguite
con tecniche investigative usate per reati di criminalità
L’Amministratore Delegato con delega specifica in materia di Sicurezza sul Lavoro (ritenuto quindi “Datore di Lavoro” agli effetti della normativa antinfortunistica) è stato condannato, con riferimento al reato più grave tra quelli complessivamente contestati, per omicidio volontario con dolo eventuale. Secondo i giudici della Corte di Assise l’imputato si sarebbe rappresentato la concreta possibilità del verificarsi di un infortunio mortale (così pure dell’incendio) sulla linea di lavorazione denominata APL5 dello stabilimento di Torino, accettando il rischio del loro accadimento inteso come concreta possibilità, in termini di elevata probabilità, della realizzazione dell’evento medesimo. E’ del tutto evidente in casi del genere la notevole difficoltà della ricostruzione, e quindi dell’accertamento, dell’elemento psicologico del dolo eventuale, vale a dire l’acquisizione della prova certa che nella testa dell’imputato vi fosse la determinazione a porre in essere una precisa condotta omissiva (il mancato intervento nel predisporre certe misure antinfortunistiche) nella piena consapevolezza che tale omissione avrebbe determinato un rischio serio di accadimento di un incendio e quindi della morte di alcuni dipendenti. Proprio con riguardo a questo specifico aspetto la Corte di Assise dedica quasi 40 pagine di motivazio-
focusing our attention on it. The Chief Executive Officer delegated specific responsibility for safety at work (considered “Employer” for the purposes of accident prevention regulations) has been sentenced, in relation to the most serious offense among the ones he was charged with, for voluntary manslaughter with willful misconduct. According to the Judges of the Court of Assizes the accused would have represented the real possibility of the occurrence of a fatal accident (as well as the fire) on the processing line called APL5 of the Turin factory, accepting the risk of their occurrence seen as a real possibility, in terms of high probability, of achieving the same event. It’s quite clear in such cases the remarkable difficulty of reconstruction, and therefore of determination, of the psychological element of any willful misconduct, that is to say the acquisition of evidence that in the accused mind there was a determination to carry out a specific omission conduct (the failure in preparing some safety measures) in the full knowledge that such omission would have determined a serious risk of occurrence of a fire and then some employees’ death.
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ne nel tentativo di fornire una risposta più logica ed esauriente possibile al profilo giuridico più complesso della vicenda. I Giudici scelgono per questo gravoso compito motivazionale la “traccia” indicata da una recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione, Sezione Prima Penale (sentenza n.10411 del 15/3/2011), pronunzia che espone la definizione di dolo eventuale e la differenza tra quest’ultimo e la colpa cosciente, affermando, tra l’altro, che nel dolo eventuale “l’agente, pur non avendo avuto di mira quel determinato accadimento, ha tuttavia agito anche a costo che questo si realizzasse”. Ciò a differenza della colpa cosciente che si realizza qualora “l’agente, nel porre in essere la condotta nonostante la rappresentazione dell’evento, ne abbia escluso la possibilità di realizzazione, non volendo né accettando il rischio che quel risultato si verifichi, nella convinzione, o nella ragionevole speranza, di poterlo evitare per abilità personale o per intervento di altri fattori”. La sussistenza di uno o dell’altro profilo di elemento soggettivo del reato (dolo eventuale o colpa co-
With regard to this specific aspect the Court of Assizes devotes nearly 40 pages of motivation trying to provide a more logical and exhaustive answer to the most complex legal matter. Judges choose for this onerous task the “trace” indicated by a recent ruling by the Supreme Court of Cassation, Criminal Section One (pronouncement n.10411, 15/3/2011), a pronouncement that states the definition of willful and the difference between the latter and conscious guilt, and especially stating that in willful misconduct “the agent, not having had aimed that particular occurrence, acted, however, even if this was achieved”. This is different from conscious guilt, which takes place when “the agent, carrying out the conduct despite the representation of the event, has excluded the possibility of realization, not wanting or accepting the risk of that outcome to occur, in the belief, or with the reasonable hope, of being able to avoid it by personal skill or the intervention of other factors.”
“... continuare la produzione
è stata una scelta sciagurata, compiuta in prima persona dall’AD” 62 INVESTO MAGAZINE
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la sentenza ha stabilito
la sanzione pecuniaria più alta mai applicata in italia
sciente) è pertanto determinante al fine della formulazione di una pronunzia o meno di condanna per l’ipotesi di omicidio volontario in un caso di infortunio sul lavoro. Senza addentrarmi ulteriormente in argomentazioni giuridiche complesse in ordine a tale decisivo aspetto della vicenda, mi limito ad elencare gli elementi di fatto in base ai quali la Corte d’Assise di Torino ha ritenuto sussistente in capo all’Amministratore Delegato l’elemento soggettivo del dolo eventuale, riconducendo così la responsabilità del medesimo nell’alveo dei più gravi reati dolosi di omicidio, incendio ed omissione di cautele antinfortunistiche. Secondo i Giudici torinesi nel corso del processo è stato dimostrato che l’imputato fosse pienamente consapevole della grave carenza sul versante delle misure di sicurezza antincendio dello stabilimento industriale di Torino, sia sotto il profilo di pianificazione delle emergenze che sotto quello formativo ed informativo del personale, nonché in considerazione dell’assenza di un sistema automatico di rivelazione e spegnimento incendi sulla Linea 5, e della mancanza del Certificato di Prevenzione Incendi proprio in uno stabilimento rientrante nell’ambito delle industrie a rischio di incidenti rilevanti.
The existence of the first or the second profile of the subjective element of the crime profile (whether willful or conscious guilt) is therefore crucial to the formulation of a sentence pronouncement for the hypothesis of murder in a case of an accident at work. Without going further into complex legal arguments on that crucial aspect of the story, I would simply list the facts according to which the Turin Court of Assizes held subsisting the Executive Officer as the subjective element of willful, bringing back his responsibility to the roots of the most serious intentional crimes of murder, arson and omission of accident prevention precautions. According to the Turin Judges during the trial it was proved that the accused was fully aware of the severe lack on the side of the fire safety measures of the Turin industrial plant, both in terms of emergency planning that under the profile of staff training and information, as well as considering the lack of an automatic fire detection and extinguishing on Line 5, and the lack of a Fire Prevention Certificate in an establishment among industries at risk of major accidents.
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INVESTOlaw La sentenza afferma inoltre che la prova della rappresentazione in capo all’imputato della possibilità del verificarsi di infortuni mortali sulla Linea 5 risiede nella conoscenza da parte del medesimo soggetto di una serie di elementi di fatto (tutti acquisiti nel corso del processo), tra cui i numerosi e gravi incendi che avevano interessato tali tipi di impianti negli stabilimenti del gruppo ThyssenKrupp (l’incendio di Krefeld nel giugno 2006, oltre ai tre incendi occorsi all’interno dello stesso stabilimento di Torino nell’anno e mezzo precedente il disastro mortale), nonché i ripetuti avvertimenti e le precise indicazioni fornite dai consulenti tecnici delle Compagnie di Assicurazione per l’adeguamento e la messa a norma dei sistemi antincendio nello stabilimento torinese. In ultimo la prova della volontaria accettazione del rischio da parte dell’Amministratore Delegato risiede, a parere dei Giudici torinesi, nella sua decisione (riconosciuta dallo stesso imputato nel corso del suo esame) di posticipare l’impiego dei capitali messi a disposizione dalla casa madre tedesca per interventi di “fire prevention” ad epoca successiva al trasferimento degli impianti torinesi presso la sede della ThyssenKrupp di Terni, nonostante la produzione nello stabilimento torinese fosse comunque ancora in atto (nel Giugno 2007 era stata stabilita una chiusura del sito torinese “a scalare”, disponendo che l’attività avrebbe dovuto svolgersi per i 15 mesi successivi). L’essenza della responsabilità dolosa riconosciuta in capo all’imputato è così racchiusa in un passo della sentenza in cui viene espresso senza mezzi termini che in quelle disastrose condizioni di sicurezza dello stabilimento torinese “…continuare la produzione è stata una scelta sciagurata, compiuta in prima persona proprio dall’Amministratore Delegato”. Per comprensibili ragioni di sintesi devo concludere l’esame di questa sentenza “epocale” senza poter approfondire ulteriori e rilevanti aspetti, tra i quali in particolare la condanna stabilita dalla Corte d’Assise di Torino a carico della ThyssenKrupp AST S.p.a., in forza dell’applicazione del D.Lgs 231/01 in tema di Responsabilità Amministrativa degli Enti conseguente alla commissione di un reato presupposto (nel caso in esame quello di omicidio colposo, per cui sono stati condannati 5 Dirigenti dell’Azienda). Pure sotto questo profilo la sentenza in commento si distingue dalle precedenti avendo stabilito la sanzione pecuniaria complessivamente più alta mai applicata in Italia a carico di un’Azienda per un infortunio sul lavoro (la punibilità delle Società per questo reato è stata introdotta ad agosto del 2007), avendo con-
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The verdict also states that the proof of the representation on the part of the defendant of the possibility of fatal accidents occurring on Line 5 lies in the knowledge from the person himself of a series of factual (all established in the process), including many serious fires that had affected these kind of systems in the plants of ThyssenKrupp (the fire in June 2006 in Krefeld, in addiction to other three fires occurred within the same plant in Turin during the last year and a half before the fatal crash), and the repeated warnings and specifications given by the technical advisers of Insurance Companies for the upgrading and retrofitting of fire protection systems inside the Turin plant. Finally, the proof of the voluntary acceptance of risk by the Chief Executive Officer lies, in the opinion of Turin Judges, in his decision (recognized by the same defendant during the crime investigation) to postpone the use of funds made available by the German mother company for “fire prevention” interventions after the transfer of the Turin plant at the headquarters of ThyssenKrupp in Terni, despite the production inside the Turin plant was however still in action (in June 2007 a “gradual” closing of the Turin plant had been established, deciding that the activity should have taken place for the next 15 months). The essence of the responsibility for intentional crimes laid on the defendant is contained in a passage of the verdict where is expressed in no uncertain terms that in those disastrous security situation of the Turin plant “...to continue the production was an unhappy choice, carried out in first person by the Chief Executive Officer himself”. For understandable reasons of synthesis I have to conclude the examination of this “epoch-making” verdict without being able to investigate further and important aspects, including in particular the sentence established by the Turin Court of Assizes against ThyssenKrupp AST S.p.a., as provided by the application of Legislative Decree 231/01 with regard to the Administrative Responsibility of Companies resulting from having committed an offense (in this case the crime of manslaughter, for which 5 Executives were convicted). Even seen from this angle the ruling in comment is different from the previous having established the highest financial penalty ever applied in Italy against a Company for an accident at work (Society punishment for this crime was introduced in August 2007),
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dannato la Società ThyssenKrupp AST alla sanzione pecuniaria di 1 milione di euro, oltre alla confisca della somma di 800.000 Euro, ciò in quanto il “Modello organizzativo” esistente in Azienda precedentemente al disastro (6/12/2007) non conteneva la parte relativa al settore antinfortunistico, né risultava concretamente attuato e divulgato all’interno dello stabilimento. L’annotazione conclusiva deve essere rivolta al risarcimento del danno per complessivi 12 milioni e 970 mila euro consegnati dalla Società ai familiari delle vittime prima dell’inizio del processo, circostanza che la Corte di Assise ha ritenuto idonea ai fini della concessione di una riduzione di pena a carico dell’Amministratore Delegato (la pena base per il reato di omicidio volontario è di 21 anni di reclusione), al quale è stata altresì riconosciuta una ulteriore attenuante in virtù del corretto comportamento processuale tenuto nel corso del giudizio. La sentenza in esame, è bene ricordarlo, definisce solo il primo grado di giudizio. In questi giorni gli autorevoli avvocati difensori degli imputati sono all’opera nella stesura di complessi atti di appello all’interno dei quali saranno rappresentate le migliori tesi difensive contrarie alle argomentazioni giuridiche esposte nella sentenza di primo grado, su cui la Corte d’Assise d’Appello di Torino sarà prossimamente chiamata a pronunciarsi in assoluta autonomia di giudizio rispetto a quanto stabilito dal Giudice di primo grado.
having condemned ThyssenKrupp Company AST to a 1 million euros fine, in addition to the forfeiture of the sum of 800,00 euros, this because the “organizational Model” existing in the Company before the disaster (12/06/2007) did not contain the part related to accident prevention area, and wasn’t concretely carried out nor disseminated inside the plant. The final remark should be directed to the compensation for the damages, a total of 12 million and 970 thousand euros delivered by the Company to the families of victims before the trial started, a fact that the Court of Assizes considered suitable for the purposes of granting a reduction of sentence against the Chief Executive Officer (the basic sentence for the crime of murder is 21 years imprisonment), who was also recognized an additional mitigating factor under the proper conduct held during the proceedings. It should be remembered that the sentence in question only defines the first instance. In these days the preeminent lawyers of the accused are at work preparing complex notices of appeal where will be represented the best defensive arguments contrary to the legal arguments set out during the first instance sentence, on which the Turin Assize Court of Appeal will soon be asked to rule with absolute independence of opinion with respect to what the Judge of First Instance established.
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[INVESTOWOMAN] di Micaela Barisone
avere
fiuto per gli affari
La torinese Laura Tonatto ha saputo costruire una carriera sfruttando il suo olfatto. Le sue creazioni per intenditori sono il frutto della tradizione con gli stessi passaggi e tempistiche di duecento anni fa
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na self made woman che ha saputo sfruttare quanto la natura le ha regalato: l’olfatto. E sulla sua capacità di assorbire il mondo attraverso gli odori Laura Tonatto, torinese, ha creato un impero fatto di fragranze e profumi. Tutto ciò che la circonda viene valutato attraverso il suo “naso” , non un naso qualunque, ma capace di mescolare diverse fragranze per ottenere un profumo unico. Il suo laboratorio si trova sulle colline di Moncalieri. Lì Laura Tonatto ha mosso i primi passi nell’universo dei profumi e lì – piano piano – si è circondata di fidati collaboratori (una dozzina) con i quali ha creato un’azienda che tutti ci invidiano. Le sue creazioni non sono per le masse, ma per gli intenditori. A lei si sono rivolti personalità del mondo della moda (Giorgio Armani), del calcio (Francesco Totti), del cinema (Asia Argento) come pure le principesse della famiglia reale saudita che ogni anno, per riconoscenza, le inviano un chilo di rarissimi petali di rosa di Taif, unici a conservare nel tempo un aroma strarodinario. Ma la chiamata più prestigiosa è quella che Laura Tonatto ha ricevuto nel 2008. All’altro capo del telefono c’era la regina Elisabetta d’Inghilterra che ha chiesto le venisse confezionato un profumo su misura. E una volta consegnato Laura Tonatto ha avuto il privilegio di incontrare – per un’udienza privata
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A self made woman, that was able to use what nature gave her as a gift: the smell. Laura Tonatto, from Turin, created her own empire made up of fragrances and perfumes, thanks to her ability to absorb the world through smells. She values whatever surrounds her, through her nose, which is not a common nose, but a nose able to mix different fragrances to obtain a unique perfume. Her laboratory is on the hills around Moncalieri, over there she started to move her first steps into the universe of perfumes, and then, step by step, she started her cooperation with other about twelve people, and together they created a company the everyone envy. Her creations are not for everyone, but just for experts. Many famous names from the fashion world (Giorgio Armani), from soccer world (Francesco Totti) and from the cinema (Asia Argento) dealt with her, as well as the princesses from the Saudi royal family, who are so grateful to her, that every year send to her a Kilogram of rare Taif rose petals, the only petals that can keep a extraordinary fragrance for long time. But the most important call that Laura Tonatto got, is that one in 2008, when the Queen Elizabeth asked her to prepare a perfume for her. Once delivered the product, Laura had the privilege to meet personally the Queen, who wanted to thank Laura personally for
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– la Regina più longeva d’Europa che ha voluto ringraziarla personalmente per il risultato ottenuto. Una self made woman, si diceva, che ha costruito la sua carriera a colpi di naso, con continui aggiornamenti ed esercizi. Già perché non si deve pensare che il dono dell’olfatto, da solo, possa spalancare le porte alla carriera. Accanto alla dote naturale ci vuole impegno e voglia di non fermarsi mai, caratteristiche ben note a Laura Tonatto. Grazie a uno zio materno la “donna dei profumi” ha potuto crescere professionalmente a Il Cairo dove si è trasferita per imparare il metodo di Hassan, maestro di essenze e fondatore di una scuola di profumieri. Poi il salto a Grasse, in Provenza, per studiare accanto a uno dei nasi più celebri Serge Kalouguine. E proprio in Provenza Laura Tonatto torna ogni anno, sempre alla riscoperta delle rose centifoglie. Una carriera, quella di Laura Tonatto, costruita anche sulla conoscenza del passato. Per la regina dei profumi, è il caso di dirlo, non si possono creare nuove fragranze senza conoscere quelle utilizzate all’epoca di Cleopatra o di altri personaggi della storia. Il suo metodo di lavoro non è fatto di agIMG_4718
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nel suo laboratorio il profumo nasce
da due sole
fragranze
the great result. Laura Tonatto says that she built her own career slowly, with many excercises and updates, because of course the gift of a good smell, is not enough to grant a good career, near the natural talent, also engagement and willing are important, and Laura has both these characteristics. Thanks to an uncle, “the woman of the perfumes”, could grow professionally at Cairo, in Egypt, were she moved to learn the method of Hassan, a great teacher of essences, who founded a school for perfumes makers. Laura Tonatto’s career is based also on the knowledge of the past, indeed she says that it’s not possible to create new fragrances without knowing that were used at the time of Cleopatra or of other important personages of the past. Her method is not that of a constant updating, I would rather say that old traditions are carefully observed. In her laboratory, people work as 200 years ago, the procedure that they follow are the same, even the time needed is still the same, because every perfume is cre-
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giornamenti ma la tradizione di un passato lontano viene tramandata con scrupolo. Nel suo laboratorio si lavora come duecento anni fa, si eseguono gli stessi passaggi, con le stesse tempistiche, perché ogni profumo prima nasce nel cervello e poi si realizza. Solo successivamente interviene il naso che permette le correzioni giuste. La regola impone di cominciare con due sole fragranze, una deve essere sempre la rosa scelte tra le centinaia esistenti. Al bando l’alcol, almeno nella prima fase della lavorazione, si preferiscono gli oli essenziali che vengono miscelati. A questo punto della catena Laura Tonatto “compone” come una musicista. Se le note non devono stridere tra loro per creare armonia così gli ingredienti devono essere miscelati a dovere finché nessuna fragranza abbia il sopravvento sulle altre. Tutte devono farsi sentire allo stesso modo prima di essere mescolate a filtri e a un pizzico di alcol e poi inserite nelle boccette e consegnate all’acquirente. E anche nella scelta della confezione Laura Tonatto ha preferito affidarsi alla semplicità e al buon gusto. Boccette essenziali sulle quali spicca il profilo stilizzato di un bel naso femminile, Perché come sempre non è l’involucro, ma il contenuto a fare la differenza.
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IMG_4750
IMG_4718 ated firstly in your mind, and than you can proceed to create it. Just in a second time, the nose can do its work, to suggest the right corrections. The rule says that it’s better to start with just two fragrances, one has to be the rose, chosen among the hundred existing types. In the first part of the work, alcohol is not needed, you use just essential oils, which are mixed together. At this point Laura Tonatto works as a musician, to create a perfect armony, all the ingredients must be perfectly mixed, no fragrance must be stronger than the others, then they are mixed with filters and with a drop of alcohol, after that they are put into the bottles and delivered to customers. About the package, Laura Tonatto, chose something simple and accurate, the bottles have the shape of a nice lady’s nose. But it’s not the package what is important, the essence inside makes the difference.
dalla famiglia reale saudita ogni anno i petali di rosa taif
Si ringrazia Renzo Arbore, Aldo Biasi Comunicazione, Maxus, la fotograa di Claudio Porcarelli e gli editori che pubblicano gratuitamente questo annuncio.
Sono nello spettacolo da una vita. Eppure, il pubblico che amo di più non mi ha mai visto né sentito.
Il pubblico che amo di più, sono i sordociechi. Loro non vedranno mai questa pubblicità e nessuno potrà mai leggergliela. Tu però lo stai facendo. Dai il tuo contributo alla Lega del Filo d’Oro che li aiuta e se ne fa carico, spesso per tutta la vita. Senza applausi e senza clamori, i sordociechi ti ringraziano. Per ricevere documentazione e contribuire:
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LA FILOSOFIA LEFAY Tutto quello che fino ad oggi abbiamo considerato lusso è superato dalla nuova concezione di benessere globale che sta alla base della filosofia Lefay. Non è lusso tutto ciò che luccica, ma tutto ciò che ci fa stare bene in un senso profondo. Il nuovo lusso Lefay trascende l’ostentazione, l’opulenza, il gusto estetico fine a se stesso e si integra invece con valori etici: dal rispetto dell’ambiente, alla valorizzazione del territorio, al recupero delle tradizioni. Ecosostenibilità, bioarchitettura, impatto ambientale minimo, sono elementi chiave di un nuovo modo di interpretare la vacanza. Una vacanza sempre più orientata al recupero dell’equilibrio fisico e mentale, attraverso esperienze di benessere che coinvolgono tutti i sensi. Dalla SPA alla tavola, dagli ambienti interni agli spazi circostanti, dall’impeccabilità del servizio al rispetto per il territorio, tutto risponde all’innovativo progetto imprenditoriale della Famiglia Leali, che non ha precedenti nel settore turistico in Italia. Il Know How acquisito attraverso l’esperienza di Air Dolomiti è all’origine di questa nuova concezione di lusso attento più che mai al servizio alla persona, ma sempre più consapevole ed ecosostenibile. Un’idea di vacanza finalmente diversa dedicata a chi sa guardare al di là delle cose, a chi ha ancora voglia di stupirsi, a chi in una vacanza ama perdersi per poi ritrovarsi.
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THE LEFAY PHILOSOPHY The traditional concept of luxury has now been replaced by the newconcept of overall wellness which is at the basis of the Lefay philosophy. All that glitter is not luxury, but it is everything that makes us feel good in its deepest way. The new Lefay Luxury goes beyond the realm of ostentation, opulence and mere aesthetics and integrates with ethical values: respect for the environment, enhancement of the territory, recovery of traditions. Eco-sustainability, bio-architecture, minimum environmental impact are the key elements of a new holiday concept. A holiday geared towards recovering the physical and mental balance through a wellness experience involving all senses. Everything, the SPA, the cuisine, the indoor spaces the impeccable service and the respect for the surrounding territory corresponds to the innovative project of the Leali Family, which has no previous record. The Know How accomplished through the experience of Air Dolomiti is the basis for this new concept of luxury, where service is more than ever careful of the individual, but it is also more conscious and eco-sustainable. At last, a different holiday for anyone willing to look beyond things, who still wishes to be surprised and who loves to get lost and then find themselves again.
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[INVESTO dreams] di Patrizia Caridi
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no spazio moderno e luminoso attraverso il quale i visitatori saranno accompagnati alla scoperta di un “percorso sensoriale” che si snoda attraverso oggetti irresistibili. Da Virtuoso si respira subito l’aria di rinnovamento che stacca dallo stereotipo della solita gioielleria formale. Bastano i colori chiari e lo stile attuale dell’arredamento per comprendere che l’approccio al lusso in quel di Torino è cambiato e si chiama Virtuoso. L’idea è nuova e consiste nel proporre articoli in grado di stupire ed emozionare facendo leva su almeno uno dei cinque sensi. Ogni acquisto è quindi preceduto dall’esperienza e dal racconto delle virtù di ogni singolo pezzo, sia esso un orologio, un gioiello, un
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...alla scoperta di un “percorso sensoriale” che si snoda attraverso oggetti irresistibili
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OVO è un’enciclopedia video, una library che si compone di migliaia di documentari della durata di circa 3 minuti ciascuno. I video di OVO offrono un’esperienza di grande impatto visivo. I testi dei video sono basati sui lemmi presenti nell’Enciclopedia Treccani e approvati dall’Istituto stesso. La library, disponibile su www.ovo.com e su tutti i Media Partner, è in continua espansione e in costante aggiornamento. Presto arriverà a coprire tutto ciò che di rilevante bisogna conoscere per poter leggere il mondo, la sua storia e la sua attualità.
Ogni clip e’ come un vettore che si espande
sulla polvere che sempre si è soliti associare al sapere, all’istruzione. Negli stessi anni il mondo del web sta facendo il suo ingresso anche nelle aziende, nei centri media e nelle grandi concessionarie ed è qui che l’aspetto culturale e digitale dell’iniziativa prende forma anche come utile strumento di comunicazione per le aziende che possono grazie ad OVO sponsorizzare intere video library tematiche ad esempio sull’energia, l’arte, l’economia associando il proprio brand alle clip ovunque queste vengano viste. Ogni clip è infatti come un vettore che si espande nella rete portando con se non solo i valori del brand sponsor ma anche un gran numero di informazioni e contenuti che vengono aggregati dal web come ad esempio i video di youtube, vimeo e dailymotion o la georeferenziazione della clip nel mondo, il
nella rete Web Le OVOClip sono uno strumento di approfondimento e di informazione adatto ad ogni sito web. E’ possibile pubblicare la library di OVO sul proprio sito con diverse modalità di fruizione. Grazie ai widget di OVO tutti i video sono a disposizione per i siti di news, per i blog e per i siti delle aziende. In questo modo i video di OVO raggiungono un vastissimo pubblico.
TV Le clip di OVO sono adatte per qualunque canale televisivo in quanto offrono un approfondimento tematico creativo e semplice. Le clip di OVO possono essere distribuite sui canali televisivi sia come singole clip che sottoforma di format già prodotti (OVO Track, OVO Report e altri ancora).
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Per i Brand OVO è uno strumento utile ai Brand per un’efficace pianificazione pubblicitaria. Diventa partner di OVO e contribuisci alla sviluppo della Library aderendo all’offerta “Funded By”. OVO offre, infatti, la possibilità di associare il tuo Brand a qualsiasi OVOClip e veicolare i tuoi messaggi su questo sito e attraverso il network dei Media Partners. Scegli le OVOclip più affini ai tuoi valori e/o al tuo target di riferimento. In questo modo con OVO trasformerai il tuo brand in un Media Digitale.
Per Te Hai la passione per uno sportivo? Sei un appassionato di storia? hai una collezione d’arte? Con OVO puoi associare il tuo nome ad un frammento di cultura che ritieni importante valorizzare. Con il Digital Patronage contribuisci a finanziare lo sviluppo della Library di OVO scegliendo quali OVO clip valorizzare e ogni volta che queste verranno viste su questo sito e attraverso tutto il Network dei Media Partners di OVO il tuo nome apparirà come Mecenate Digitale assieme a una tua foto e alla tua biografia.
OVO
lemma di Treccani, le notizie veicolate su quell’argomento da liquida e molto altro ancora come DVD, libri e musica. Tutto questo avviene attraverso la distribuzione dei Widget di OVO che sono dei player video che associati alle singole parole di un articolo permettono all’utente di visualizzare ogni clip con tutti i contenuti correlati. OVO è soprattutto cultura e innovazione per la comunicazione, questo è dimostrato dal fatto che ogni clip viene pubblicata su un network di partner sempre in crescita e che oggi può contare editori del calibro di repubblica.it, lastampa.it, il gruppo banzai, treccani e molti ancora. Editori che hanno scelto le clip di OVO per commentare i propri articoli con gli approfondimenti che ogni clip può offrire agli utenti. Tutto questo in linea con quello che OVO declina come propria vision: 1) One Identity – Different Forms. Le clip di OVO durano tre minuti, hanno un’unica identità che si esprime in forme diverse. Ogni singola categoria ha un suo specifico modulo editoriale e un relativo trattamento visivo. 2) One Tool – Different Opinions. I contenuti dei video sono rigorosamente certificati dalle grandi enciclopedie mondiali come, in Italia, dalla Treccani. OVO racconta i fatti senza formulare opinioni ed è un utile strumento per la comprensione degli argomenti di attualità. 3) One World – Different Cultures. OVO è un unico grande progetto, ma è declinabile nelle diverse aree del mondo, nel rispetto totale dell’indipendenza e dell’identità culturale. 4) One Content – Infinite Touch-points. I contenuti di OVO si moltiplicano all’infinito, in tutte le lingue e su tutte le piattaforme partner, trasportando e amplificando i messaggi dei brand associati alle clip a loro affini.
è soprattutto cultura e innovazione per la comunicazione
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[INVESTODREAMS] di Patrizia Caridi
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alia independent
Essere indipendenti significa scrivere ogni giorno la propria storia!
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lia Independent ha inaugurato iI 9 dicembre 2011 a Courmayeur, in via Roma 130, il terzomonomarca italiano. “Non potevamo auspicare una chiusura dell’anno migliore per Italia Independent: nel 2011 il fatturato è raddoppiato rispetto all’anno precedente e abbiamo aperto tre monomarca. I motivi per cui abbiamo scelto Courmayeur sono molteplici: innanzitutto qui, come ad Alassio e ad Alessandria, abbiamo un partner che conosce bene il territorio in cui opera, un imprenditore affermato che crede fortemente nel progetto. Courmayeur, oltre ad essere vicina alla città in cui siamo “nati”, è una località di villeggiatura internazionale che darà grande visibilità al nostro marchio” ha dichiarato Andrea Tessitore, Presidente e Amminstratore Delegato di Italia Independent. Il terzo store I-I italiano rispecchia la filosofia del brand con un design inedito curato da Changedesign, l’azienda multiculturale e multidisciplinare fondata da Renato Montagner, che firma i progetti e la direzione di tutti i punti vendita Italia Independent. Il concept dello store prende ispirazione dal mondo della montagna, rimarcando così l’attitudine del brand a dare risalto alle realtà locali senza imporsi. Due esempi di questa tendenza sono le colonne espositrici in legno tornito e la parete in legno dipinta di azzurro, dove sono poste delle accette verni-
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ciate di bianco, reinterpretate come appendiabiti. Gli interni hanno arredi innovativi, come le sedie e i cubi con finitura color oro brillante e il tavolo ispirato alla Fiat 500, presentato lo scorso aprile in occasione del Salone del Mobile a Milano. Presenti anche in questo monomarca, come ad Alassio, Alessandria e nello showroom milanese di Italia Indepenent, la carta da parati colorata raffigurante animali, la barra appendiabiti in acciaio e carbonio e la parete espositrice forata. All’interno dello spazio si trova, inoltre, un camerino mobile che prende ispirazione dalla tenda da campeggio, realizzato in metallo e tessuto giallo ignifugo. Lo store è infine arredato da tappeti a stampa camouflage, tema caro al brand. Nel monomarca valdostano si può trovare tutto il mondo Italia Independent: occhiali, abbigliamento, accessori e caschi. Per la serata di inaugurazione sarà inoltre presente anche la vodka I-Spirit, la vodka Made in Italy nata dalla collaborazione fra Arrigo Cipriani con il suo Harry’s Bar, Lapo Elkann e Marco Fantinel. Dopo l’evento in negozio la serata Italia Independent è proseguita presso ‘Shatush Courmayeur’ il nuovo chalet ai piedi del Monte Bianco. Lo chalet, innovativo nel suo genere, racchiude in un’unica struttura suite hotel, ristorante, club con zona privè, lounge bar e si configura come il nuovo punto di riferimento del divertimento invernale in Val d’Aosta. Presenti alla serata, fra gli altri, Lapo Elkann, Carolina Crescentini, Vinicio Marchioni, Milena Mancini, Leonardo Bongiorno, Lorenzo Tonetti e Natalia Borges.
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ITALIA INDEPENDENT INAUGURA A COURMAYEUR IL TERZO MONOMARCA ITALIANO Courmayeur, 9 dicembre 2011 – Italia Independent ha inaugurato ieri sera a Courmayeur, in via Roma 130, il terzo monomarca italiano. “Non potevamo auspicare una chiusura dell’anno migliore per Italia Independent: nel 2011 il fatturato è raddoppiato rispetto all’anno precedente e abbiamo aperto tre monomarca. I motivi per cui abbiamo scelto Courmayeur sono molteplici: innanzitutto qui, come ad Alassio e ad Alessandria, abbiamo un partner che conosce bene il territorio in cui opera, un imprenditore affermato che crede fortemente nel progetto. Courmayeur, oltre ad essere vicina alla città in cui siamo “nati”, è una località di villeggiatura internazionale che darà grande visibilità al nostro marchio” ha dichiarato Andrea Tessitore, Presidente e Amminstratore Delegato di Italia Independent. Il terzo store I-I italiano rispecchia la filosofia del brand con un design inedito curato da Changedesign, l’azienda multiculturale e multidisciplinare fondata da Renato Montagner, che firma i progetti e la direzione di tutti i punti vendita Italia Independent. Il concept dello store prende ispirazione dal mondo della montagna, rimarcando così l’attitudine del brand a dare risalto alle realtà locali senza imporsi. Due esempi di questa tendenza sono le colonne espositrici in legno tornito e la parete in legno dipinta di azzurro, dove sono poste delle accette verniciate di bianco, reinterpretate come appendiabiti. Gli interni hanno arredi innovativi, come le sedie e i cubi con finitura color oro brillante e il tavolo ispirato alla Fiat 500, presentato lo scorso aprile in occasione del Salone del Mobile a Milano. Presenti anche in questo monomarca, come ad Alassio, Alessandria e nello showroom milanese di Italia Indepenent, la carta da parati colorata raffigurante animali, la barra appendiabiti in acciaio e carbonio e la parete espositrice forata. All’interno dello spazio si trova, inoltre, un camerino mobile che prende ispirazione dalla tenda da campeggio, realizzato in metallo e tessuto giallo ignifugo. Lo store è infine arredato da tappeti a stampa camouflage, tema caro al brand. Nel monomarca valdostano si può trovare tutto il mondo Italia Independent: occhiali, abbigliamento, accessori e caschi. Per la serata di inaugurazione sarà inoltre presente anche la vodka I-Spirit, la vodka Made in Italy nata dalla collaborazione fra Arrigo Cipriani con il suo Harry’s Bar, Lapo Elkann e Marco Fantinel. Dopo l’evento in negozio la serata Italia Independent è proseguita presso 'Shatush Courmayeur' il nuovo chalet ai piedi del Monte Bianco. Lo chalet, innovativo nel suo genere, racchiude in un'unica struttura suite hotel, ristorante, club con zona privè, lounge bar e si configura come il nuovo punto di riferimento del divertimento invernale in Val d'Aosta. Presenti alla serata, fra gli altri, Lapo Elkann, Carolina Crescentini, Vinicio Marchioni, Milena Mancini, Leonardo Bongiorno, Lorenzo Tonetti e Natalia Borges Contatti Sandra Quartacci Italia Independent Via Pestalozzi 4 20143 Milano Italy T +39.02.89697474 F +39.02.89697699 M +39.328.9533674 italiaindependent.com
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ETERNITY - THE ULTIMATE LUXURY Pierre Jaquet Droz è il primo orologiaio ad esportare nel XVIII secolo le sue creazioni in Cina. Nel cuore della Città proibita, l’imperatore Qing colleziona questi capolavori e contribuisce a rendere Jaquet Droz un mito intramontabile. Grande Date Côtes de Genève, ref. J016933240 - MAJESTIC BEIJING Collection
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[INVESTOART] di Massimiliano Sciullo
Il
Mercato dell’arte
bene rifugio al tempo della crisi economica
Negli ultimi cinque anni il rendimento medio annuale di un’opera d’arte è stato dell’ 1.1% mentre chi ha scelto di investire nella borsa valori ha dovuto subire una perdita del 6.3%
L’
investimento “sicuro”, in questo momento, se ne infischia dello spread, snobba i tassi delle borse e vola più in alto anche delle contrattazioni sull’oro, sul petrolio e su altri beni. Il vero “bene rifugio” in tempi di crisi economico finanziaria-internazionale si gode il panorama dall’interno della sua cornice. O dall’alto del suo piedistallo. Insomma, è il mercato dell’arte. Una realtà in cui impegnare dei soldi, negli ultimi anni, ha dato risultati positivi, soprattutto se confrontati con altre possibilità di impiego dei propri risparmi. E che vede nel Piemonte una delle tre regioni italiane con il peso specifico più importante dal punto di vista delle transazioni. Ma andiamo con ordine: per capire come mai è un asset inatteso come quello dell’arte e della cultura a svettare sugli altri più “tradizionali”, bisogna partire da alcuni dati. Il primo è – per così dire – risaputo. Ovvero che nel nostro Paese trova cittadinanza il 70% (avete letto bene, il settanta per cento) delle opere d’arte presenti al mondo. In pratica siamo una specie di patrimonio artistico naturale, circondato da tre mari e separato dal resto del mondo dalla catena delle Alpi. Una posizione dominante che si è se-
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At the moment the “sure” investment is the art market, it doesn’t care of spread, doesn’t care of Stock Exchange rates, ans flies higher then gold market, then petrol market and other markets. It’s the only sure investment in such a period of international economical and financial crisis. It’s a reality, in which, investing money in the last few years, have given positive results, especially if compared to the other risky opportunity to invest spared money. Piedmont is one of the three Italian regions, where the majority of the transactions in the field of art happened. But let start from the beginning, in order to understand why an asset like that of art and the culture is the top asset, above the other traditional ones, it’s useful to analyse some points. First of all, as everybody knows, 70% (yes, seventy per cent!), of the artistic goods of the world are i Italy, it means that we are a sort of natural artistic patrimony, surrounded by three seas an separated from the rest of the world by the Alps. Our dominant position settled itself rind the centuries and there’s no antitrust law able to spoil it. And it’s not all, if on one hand such a richness of resources represents an important base for the tourism sector, on the other hand also savers and art lovers pay a great atten-
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franco guerzoni
Valerio Berruti
dimentata nel corso dei secoli e che nessuna legge antitrust può pensare di intaccare. Ma tutto questo non basta: se da un lato una tale ricchezza di risorse rappresenta una miniera inesauribile per il settore del turismo (e una sua mancata valorizzazione adeguata meriterebbe un discorso a parte, che qui non faremo), dall’altra è accompagnata da un enorme attenzione dei risparmiatori e degli appassionati per la materia. Secondo una recente ricerca effettuata dalla Nomisma, in Italia le transazioni del mercato dell’arte sono stimate in circa un miliardo di euro e il solo giro d’affari dell’arte moderna e contemporanea è stato, nel corso del 2010, di 158 milioni di euro, addirittura in crescita rispetto all’anno precedente del 2.7%. Un dato che va preso con le molle, in verità, visto che quello del 2009 fu l’anno più colpito
tion to this subject. A recent research made by Nomisma, confirmed that in Italy transactions in the art market are around one billion Euro and business around modern and contemporary art ,in year 2010, was around 158 millions Euro, more than the previous year, the growth has been of 2,7%. Anyway we must consider the in year 2009, when the crisis was particularly strong, the business fell down, -60,6%. Now the trend has changed, and numbers shows a suggestive power. Also forecasts for year 2011 are absolutely positive, more than 60% of the experts, says that the value of business in the contemporary art field will be able to keep the same high level of 2010, and maybe even to improve it. And if we talk about modern art, the experts percentage whose forecast are so posi-
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Il piemonte tra le regioni più virtuose negli investimenti
luca caccioni
dalla crisi e mostrò un vero e proprio crollo (-60,6%). Ma intanto la tendenza si è invertita e i valori assoluti mantengono il loro potere suggestivo. E le previsioni per il consuntivo del 2011 non sono certo pessimistiche: oltre il 60% dei galleristi, infatti, ritiene che il valore degli scambi del comparto dell’arte contemporanea riuscirà a mantenere i livelli del 2010, se non addirittura a migliorarli. E i galleristi ottimisti salgono al 70% se si parla di arte moderna. Ma si diceva di differenze geografiche, in Italia, per quanto riguarda il mercato dell’arte. E il Piemonte, in questa particolare classifica, si trova a occupare il terzo gradino del podio, dietro soltanto a Lombardia e Veneto. Se la Lombardia vanta infatti il 39,45% del valore delle transazioni totali, il Veneto registra un
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tive, grows up to 70%. Let’s analyse the geographical differences about art market. And Piedmont, in this list, is at the the third position, just after Lombardia and Veneto. Lombardia is the place where 39,45% of the total transactions takes place, in Veneto 27,67%, and then Piedmont, with 10,01%. It’s an important percentage, even if it’s a little bit lower compared to the 15,62%, in year 2009. Also the topic about the power of art, facing the economical crisis, is very interesting, indeed in the last few years art investments has shown to be able to resist much more than share investments. In the last five years, the medium annual yield of an art piece was of 1,1%, while those who invested in the
medhat shafik
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27,67%. Quindi il Piemonte, con il 10,01%. Una percentuale importante, anche se il leggero arretramento rispetto al 2009, quando era al 15,62%. Altrettanto interessante, poi, è il discorso sulla tenuta a fronte della crisi economica. L’arte, infatti, negli ultimi anni ha mostrato margini di resistenza superiori a quelli – per esempio – degli investimenti in azioni. Negli ultimi cinque anni, infatti, il rendimento medio annuale di un’opera d’arte è stato dell’1,1%, mentre chi ha scelto la Borsa valori ha dovuto subire un -6,3%. Quello che resta da compiere, secondo gli esperti, è il passaggio generazionale di chi sceglie di investire nei beni e nelle opere che rappresentano il nostro bagaglio culturale, prima ancora che economico. I nuovi collezionisti tendono infatti a non entrare ancora nel mondo dell’arte. Ma nonostante la crisi gli
Stock Exchange, had a loss of -6,3%. The experts say that now we have to wait for the new generation to start investing in art goods, which are part of our cultural background, more than our economical background. Even if the Italians have had to face the crisis, they have never given up to spend in this sector, as it’s shown by the expenses for the culture, that between 2009 and 2010 have grew of 4,9%, for a total of 65,5 billions Euro. At the same time, also visitors at museums increased (+3,82%), just the State seems not to notice that, indeed just 0,20% of the Italian PIL is spent for art and culture.
i galleristi a investire
invitano
nell’arte moderna INVESTO MAGAZINE 89
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italiani non hanno mai rinunciato a spendere in questo settore: basti pensare che le spese in cultura, tra il 2009 e il 2010 sono salite del 4,9% per un totale di 65,5 miliardi di euro. Sono aumentate, allo stesso tempo, anche le presenze nei musei (+3,82%), ma rimane la nota stonata di uno Stato che fa orecchie da mercante. Non d’arte, ovviamente. Visto che destina soltanto lo 0,20% del proprio bilancio al patrimonio artistico e culturale della Penisola. Ma questo, come si accennava poco piÚ in su, è un altro discorso.
mirco marchelli
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[INVESTOART] di Pietro Genuardi
L’
estero non tira, meglio gli artisti
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Sorpresa: l’artista che ha fatto registrare le migliori performance sul mercato è Giorgio Griffa. Dal 1998 al 2008 le suo quotazioni sono schizzate del 28%. Ma non è il solo: anche Adami scala le classifiche
Mi
sono svegliato, stropicciandomi gli occhi ancora assonnati e incollati mi sono diretto a memoria in bagno e dopo essermi sciacquato il viso mi sono seduto davanti al mio Mac per scrivere il secondo articolo per InvesTo magazine. Il vuoto! Dopo mezz’ora trascorsa nell’assoluta immobilità ho spento il portatile e con lo schermo buio mi sono detto: “Che cosa invierò alla redazione?” Una frase di una serie americana che distrattamente vomitava parole doppiate senza alcun senso per me dal televisore, mi ha riportato alla memoria una cosa che avevo letto… Ringrazio la tecnologia e Steve Jobs in rappresentanza di tutti i geni di Silicon Valley! Riaccendo il computer, digito su Google le parole che mi ricordavo e…. “I soldi sono come il letame. Se lo spargete in giro fa bene. Se ne fate un mucchio in un posto solo, puzza!” Francis Bacon Nato a Dublino nel 1909 Francis Bacon, pittore appassionato di cavalli benché un’asma cronica lo obbligasse a stare lontano dalle scuderie del padre non aveva problemi di denaro. La famiglia della
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JONATHAN GUAITAMACCHI
Giorgio griffa
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madre era molto ricca avendo fatto la propria fortuna con l’acciaio, ma vedendo a Parigi una mostra di Picasso alla galleria Rosemberg pensò: ”Cercherò anche io di fare il pittore!” Riuscì nel suo intento e ora chi possiede un Bacon ha nel suo caveau un’opera che può valere qualche milione di sterline. Naturalmente non possiamo pretendere tanto ma queste sono fortune che con l’arte possono verificarsi. Avendo ormai la certezza della necessità di far girare l’economia e considerando che il deposito alla Paperon De Paperoni di Disneyana memoria non ha più ragione di esistere a meno che non si possa competere all’asta sulle frequenze televisive, l’arte continua ad essere un buon investimento anche per i piccoli risparmiatori. Al secondo appuntamento con InvesTo magazine ho deciso di continuare il mio viaggio attraverso le
gallerie torinesi e inevitabilmente sono incappato in una delle piu auterovoli e strutturate… La Galleria Giampiero Biasutti. Nata nell’85 nelle sue sale, fin dagli esordi passano alcuni fra i grandi autori del Novecento italiano ed i più importanti nomi internazionali del dopoguerra. La sede di Via della Rocca inaugurata con una personale di Emilio Tadini nel duemila non è casuale ma a coronamento del gallerista di vivere e lavorare in questa parte della Torino storica, continuando a presentare mostre dedicate ad Autori prestigiosi del panorama nazionale e internazionale quali Hans Hartung, Giuseppe Capogrossi, Marini Marini, Piero Griffa, Jan Knap, Valerio Adami, e Sebastian Matta, ma ponendo la propria attenzione anche ad artisti delle nuove generazioni come nel caso di Jonathan Guaitamacchi. E proprio di Adami, Griffa, Knap e Guaitamacchi ho voglia di spendere qualche parola.
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VALERIO ADAMI L’artista bolognese Valerio Adami (1935) è sicuramente uno dei grandi nomi dell’arte italiana. Fin dai suoi esordi lavora con alcune fra le più importanti gallerie italiane ed internazionali. Intensa e continua è soprattutto l’attività di mostre personali in alcuni fra i più importanti musei del mondo come, per esempio, il Centre Georges Pompidou di Parigi che gli dedica una importante retrospettiva nel 1985; la partecipazione a kermesse internazionali quali Documenta III di Kassel nel 1964 e la Biennale di Venezia nel 1968 (sala personale) e 1985, lo consacrano definitivamente introducendolo a pieno titolo nel gotha dell’arte contemporanea internazionale. La continua e progressiva ascesa dei prezzi delle sue opere, sia nelle prestazioni in galleria che nelle aste internazionali, lo pongono quale nome sicuro fra gli artisti italiani su cui investire.
JONATHAN GUAITAMACCHI Nato a Londra nel 1961, Jonathan Guaitamacchi si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, città dove vive e lavora. A renderlo noto in campo artistico sono state le sue visioni metropolitane in bianco e nero, caratterizzate da una sorprendente potenza pittorica e da una pennellata forte, incisiva e graffiante. Guaitamacchi ha realizzato mostre personali e collettive in importanti gallerie e spazi pubblici in Italia e in Sud Africa. I suoi prezzi, dal 2000 ad oggi, sono pressoché quadruplicati, rendendo più che soddisfatti tutti i collezionisti che hanno puntato su di lui.
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GIORGIO GRIFFA Giorgio Griffa nasce a Torino nel 1936 ed è sicuramente uno fra gli artisti da prendere ad esempio quando si parla di prestazioni e rivalutazioni nel mondo dell’arte contemporanea: già nel 2009 Il Sole 24 Ore, in una sua inchiesta sull’investimento in arte, lo indicava come l’artista italiano con la migliore prestazione nel decennio 1998-2008, con una performance media annua di + 28,77 %. La sua storia è un susseguirsi di mostre in alcune fra le più importanti gallerie del mondo e di partecipazioni a rassegne nazionali ed internazionali fra cui le Biennali di Venezia del 1978 e del 1980. Quest’anno realizzerà una mostra personale nella prestigiosa galleria newyorchese Casey Kaplan ed un numero importante di operatori di mercato iniziano a pensare che ciò possa rappresentare un’ulteriore e cospicua spinta alle quotazioni dell’artista.
Nato nel 1949 a Chrudimi, nella Repubblica Ceca, Jan Knap ha studiato architettura a Praga e pittura all’Accademia delle Belle Arti di Dusseldorf. Verso la fine degli anni Settanta è fondatore, con Milan Kunc e Peter Angermann, del gruppo Normal. La sua inimitabile ed originalissima figurazione lo ha portato nelle più importanti collezioni pubbliche e private e gli ha consentito i più ambiti riconoscimenti internazionali. La continua attenzione di alcune gallerie fra le più importanti del mondo e le quotazioni dei suoi lavori praticamente raddoppiate nel corso dell’ultimo decennio, rendono l’acquisto di una sua opera un’occasione sicura di investimento.
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“Faccio sempre ciò che non so fare, per imparare come va fatto” diceva Vincent Van Gogh e io per la seconda volta mi provo a ripercorrere un sentiero che non conosco ma che mi emoziona. Per chi, neofita, legge queste righe potremmo essere di fronte ad un modo inusuale di “fare i soldi”, potremmo semplicemente appassionarci ad un ‘artista e imparare ad “entrare” in lui per capirlo, viverlo respirarlo tanto da esserne fagocitati e diventarne succubi volontari; certo è che l’arte, in qualsiasi forma venga espressa ha sempre ammansito anche le menti più crudeli che difronte ad un’opera nn hanno saputo distogliere lo sguardo, anche solo per brevissimi attimi, scevre da qualsiasi cupo pensiero. Io, quello che preferisco credere è nell’indispensabilità dell’arte e del ruolo che gli artisti devono riconquistare nella società e se poi attraverso la rivalutazione della creatività il nostro denaro ritorna ad essere in qualche modo “protetto” prenderemo tutti coscienza del fatto che i tagli alla cultura creano un danno irreversibile in una società civile! Con qualche giorno di ritardo... Buon 2012 Pietro Genuardi
Via della Rocca, 6 - 10123 Torino
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Via Custoza, 2 - 53100 Siena (Italy) Phone: +39 0577 567111 - Fax: +39 0577 46050 e-mail: info@gardenhotel.it web: www.gardenhotel.it
“Alle porte del centro storico di Siena, in esclusiva posizione panoramica, l’Hotel Garden nasce nel 1960 dalla ristrutturazione di una prestigiosa villa del XVIII sec. Immersa in un ampio parco di alberi secolari e roseti, è composta da un edificio principale e tre dependance. Nel 2003 si è aggiunto un moderno “Salone delle Feste” per ospitare meeting, congressi e matrimoni. Il ristorante “La Limonaia” offre i sapori del territorio senese all’interno di una sala con terrazza panoramica. Un’ampia piscina ed un campo da tennis offrono nel periodo estivo la possibilità di fare sport e rilassarsi”
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“La moda passa, lo stile resta” sosteneva Coco Chanel quando dalla sua bottega diede inizio alla rivoluzione nei confronti del corsetto, liberando la donna da stereotipi e regalandole la praticità che da sempre apparteneva all’universo maschile.E’ proprio la praticità a scandire il primo passo verso l’acquisto di un capo, ed in abbinamento ad essa quell’importante tocco di lusso che lo rende unico.Aprendo le porte del proprio guardaroba, l’uomo torinese deve avere la possibilità di scegliere di poter possedere entrambe le caratteristiche. Noi di Investo Magazine abbiamo visitato per voi una splendida fabbrica di sogni che diventano realtà che porta il nome Erzegovaz; entriamo assieme in Via Nizza 104 per scoprire come vestirà l’inverno l’uomo Erzegovaz. Il negozio crea lo stile dal tempo libero alla cerimonia, dalla riunione di lavoro alla cena informale e lo fa con i suoi storici marchi: Jeckerson, Serafini, Peuterey, Sun 68, Blauer, Montecore per il tempo libero; Tombolini, Tagliatore, Armani, Corneliani per occasioni più formali. Impattiamo immediatamente nella grintosa collezione casual che l’ha reso celebre sin dagli anni ottanta; l’Autunno-inverno 2011-2012 si presenta discreto ed accattivante, i piumini caldi ed avvolgenti riempiono ogni angolo dello store, i jeans si abbinano armoniosi ai maglioni importanti e preziosi. La collezione scelta e curata in ogni minimo dettaglio dai titolari Franco e Michelangelo, non si fa mancare nulla nella giacconeria dove Peuterey diventa l’azienda di punta affermando come baluardo della linea il parka imbottito in piuma d’oca nel total black ma anche nei nuovi blu e kaki. Montecore diventa frivolo con il suo piumino dal nuovo tecnico opaco, easy e strizzatissimo con cerniere metalliche e cappuccio invisibile; ma non è finita perché per chi ama qualcosa di “forte” arriva l’America con Blauer USA che veste l’uomo con pratici e caldi giacconi in goretex e tasconi, ma anche con sportivissimi bomber asciutti e rigorosi. La jenseria punta su Jeckerson che cambia lo stile del blue jeans per rivisitare il mitico pantalone munito di toppe usato dai golfisti, creando nuove fantasie quadrettate e spigate ma anche con la più classica delle alcantare.Ed ancora blue jeans con Jacob Cohen che inebria il rude pantalone di vanigliate fragranze e 9.2 che crea abbinamenti e azzarda stili sempre nuovi. Saliamo le scale per farci travolgere da un tripudio di calore che ci fa ammirare gli abiti in calda lana di vigogna, giacche in alpaca quadrettate o in Principe di Galles; ed ancora Barba con le camicie slim e Corneliani con le nuovissime briose cravatte in seta ed in maglia. Tagliatore e Tombolini nei vestiti e nei cappotti, PT01 con i suoi pantaloni in fustagno e cotone pesante che sposano benissimo la giacca per una giornata informale in ufficio. Un capitolo importante di Erzegovaz è senza dubbio la cerimonia la cui collezione incarna perfettamente ciò che l’uomo vuole: praticità e preziosità. Armani, Corneliani e la professionalità dei venditori Erzegovaz creano l’outfit per lo sposo classico e grintoso, con linee sinuose e sciancrate per le giacche e prezioso e fluido il fresco di lana per i pantaloni. L’importanza dell’accessorio si riscontra nella cura del dettaglio con le impalpabili pochette in seta bianco latte e le cravatte inglesi, oppure classiche nei regimental e nelle stampe pied-depoule e poi ancora plastron e papillon. Se la cerimonia richiede decisa formalità e stile eterno, la sapienza della sartoria del negozio crea su misura il rigoroso tight nel più classico del grigio-nero. Ma non è finita qui perché da qualche anno le scelte stilistiche sono ricadute anche sulla donna, infatti,l’ultima calda sala è stata dedicata a lei che ama il indossare jeans e maglioni e che si fa avvolgere da cappotti e piumini per riscaldare il freddo inverno Torinese. Dunque, nuovamente via libera a: Peuterey, Jacob Choen, Montecore, e molto altro ancora che non sveliamo perché tutto il resto lo faranno i vostri occhi. Amici di Investo Magazine, abbiamo viaggiato in un mondo fatto di profumi, frivolezze e certezze: il mondo di Erzegovaz.
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[MIVESTO] di Micaela Barisone
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dossa e getta
la frontiera bio entra nell’abbigliamento
Un nuovo materiale fa irruzione sul mercato. Ha un grande pregio: non inquina e ha un costo accessibile. Si confezionano abiti e t-shirt. Una volta sporchi i capi vengono gettati nel bidone dell’immondizia
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ndossa e getta. Non è un nuovo slogan di un qualsivoglia prodotto ma la strategia messa a punto da un trevigiano, Filippo De Martin, che ha creato un progetto industriale con cui rivoluzionare il mondo dell’abbigliamento. E probabilmente anche la sua vita professionale. L’idea è nata quasi per caso, durante una vacanza come lo stesso progettista ha avuto modo di ricordare presentando le caratteristiche del progetto. Di fronte alla notevole quantità di magliette sporcate dai suoi figli ecco accendersi la lampadina: perché non creare qualcosa che – alla stregua dei pannolini per bambini, ma allo stesso tempo non così inquinanti – possa essere usato e gettato subito dopo? Qualcosa di biodegradabile, rispettoso dell’ambiente e – cosa da non sottovalutare – dal costo accessibile. Ma di cosa si tratta? Di un materiale con cui confezionare capi di abbigliamento che una volta sporchi possano essere gettati anziché buttati in lavatrice. Il prodotto, messo a punto con la collaborazione di un ingegnere tessi-
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Wear it and then throw it away. It’s not the slogan of a new product, but the strategy invented by a guy from Treviso, Filippo De Martin, who created an industrial project to revolutionize the clothing world. And probably also his professional life. The idea was born nearly by chance, during a holiday, as the planner himself remembered while presenting to us the characteristics of his project. Facing the big quantities of dirty T-shirts of his children, the idea suddenly came to his mind: something that could be used and then thrown away, as well as the napkins, but at the same time, not so pollutant. Something biodegradable, that respects the environment, but that doesn’t cost that much. What is it? It’s a new material that can be used to create clothes, that once dirty, can be thrown in the bin, and not in the washing machine. This product has been created with the collaboration of an textil engineer, it looks like a jersey, a sort of soft tissue, very elastic, and the buyer will not pay it more then 2 euro. A T-shirt at the price of two euro is a very good
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le, ha la consistenza di un jersey, una sorta di maglina morbida molto elastica che all’ultimo utente, il consumatore, costerà non più di 2 euro. Una t-shirt al prezzo di due euro è una proposta davvero allettante. Una cifra più che accessibile aspetto che, in tempi di crisi, non deve essere assolutamente sottovalutato e che potrebbe davvero decretare il successo senza condizioni del prodotto. Altra caratteristica curiosa è la possibilità di gettare la t-shirt ormai usata nel compost casalingo. Insomma, una vera rivoluzione nel campo dell’abbigliamento che potrebbe davvero aprire la strada a un vero e proprio armadio di capi usa e getta. Un’invenzione che potrebbe far impazzire le fashion addicted italiane, tutte le donne che non riescono proprio a stare lontane da un negozio e che ogni giorno sono pronte a sborsare centinaia di euro per accaparrarsi l’ultimo modello di Prada o di Armani. Con pochi soldi potrebbero soddisfare ogni loro esigenza, rinnovando di volta in volta il loro guardaroba. Perché anche le griffe più gettonate sembrano orientate alla sperimentazione e all’utilizzo di
business, it’s really cheap, and it’s an important aspect in this period of crisis, that could determine the success of this product. Another interesting characteristic is that, once used, the T-shirt can be thrown in the compost bin, at home. It’s a real revolution in the clothing field, it could lead to a whole collection of disposable clothes. Such an invention could drive crazy the Italian fashion addicted, all those women that can’t avoid to enter shops and that every day are ready to spend hundreds euro to buy the last Prada’s or Armani’s model. With just little money they could meet their own needs, making their wardrobe new every day. Indeed, also the most famous griffe seems to be interested in new experimentations and in the utilization of this new material. Once more Italian creativity has led to this new discovery, and there is already someone, (a German company), who is trying to do the same, this time in the shoes field. They are trying to invent a biodegradable texture for trainers. The Milk texture is
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UN’ INVENZIONE CHE POTREBBE FAR IMPA ZZIRE... questo nuovo prodotto. E sulla scia della creatività italiana – ancora una volta arrivata prima di tutti - c’è già qualcuno (un’azienda tedesca) che sta cercando di percorrere la stessa strada, questa volta nel settore delle calzature. Si sta provando a creare una fibra biodegrabile per le scarpe sportive. Già si utilizza la fibra di latte con la quale si confezionano le scatole che piano piano andranno a sostituire i vecchi involucri di cartone. Questo imballo leggero permette di risparmiare il 65% di carta di solito utilizzata per le scatole con un ulteriore risparmio nel consumo di acqua, energia e carburante. Che al fruitore finale, l’acquirente, si potrebbe tradurre in un esborso inferiore rispetto a quanto speso finora. Insomma, la frontiera della sperimentazione sembra non conoscere limiti e porterà sicuramente a nuove scoperte che lasceranno il segno.
used to produce boxes, that in the future will replace the old cartoon boxes. This new package allows to spare 65% of the paper which is normally used to make the boxes, and it allows also to spare water, energy and petrol, it means that the final buyer could pay lower prices. So, experimentation seems not to know any border, and of course it will lead to new discoveries that will leave their sign.
...LE FASHION ADDICTED ITALIANE
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Pubbl. orlane
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[INVESTOCOLLECTION] di Lodovico Poletto
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SPA MANIA
quando il collezionismo esporta il Tricolore
La vecchia motoretta non conosce crisi. Da “VACANZE ROMANE” a “MUNICH” la mitica due ruote è sempre sulla cresta dell’onda. E si fa pagare cara: il primo modello può costare anche 7mila euro
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accordo. Non è che si diventi ricchi, collezionandole. Oppure che, possedendone un bel po’ si possa sperare di scalare nei prossimi quindici mesi la classifica di Forbes e portare a casa la corona di businessman of the year. E non è nemmeno che uno possa decidere di comperarne una e basta, mettersela nel garage e tirarla fuori tanto in tanto, perché «fa status symbol». No, questa è tutta un’altra storia. E se proprio vi garba chiamatela Vespamania. Fenomeno esploso meno di dieci anni fa, alimentato da tv e cinema, e da qualche tempo entrato di diritto in quell’Olimpo del collezionismo «nobile» e di valore. Perché oggi la Vespa Piaggio - intesa come la due ruote a motore (oggi la si chiamerebbe scooter, ma guai dirlo a un vespista) prodotta dal 1946 alla fine degli Anni ‘70, è qualcosa di più del mezzo di locomozione simbolo dell’Italia post bellica e del boom. Oggi la Vespa è una tendenza che si auto alimenta e fa crescere il mercato che ci gira attorno. E il numero di collezionisti sembra lievitare di pari passo al valore dei mezzi, un tempo venduti un tanto al chi-
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I agree. It is not true that you become rich if you collect them. Or that, having a lot you could hope to climb in the next fifteenth months Forbes chart and take home the crown as a businessman of the year. It is not even that you can decide to buy one and that’s all, to put it into your garage and pull it out occasionally, because “it is a status symbol”. No, that is completely different. If you really want to call it Vespamania. This is a phenomenon exploded less than ten years ago, fueled by TV and cinema, and recently entered de jure into that Hall of Fame of “noble” and value collecting. Because today the Vespa Piaggio – meant as the two wheeled motor (today you would call it scooter, but never tell that to a Vespa rider) produced from 1946 to the late 70s, is something more than the means of locomotion symbol of post war and the boom. Today, the Vespa is a self-fueling trend, and increases the market gravitating towards it. The number of collectors seems to rise in parallel to the value of the means of transport, once sold at so much a pound as scrap iron, and now listed – even when they still need to be restored – for up to 6000 euros each.
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lo come ferrivecchi e oggi quotati - anche quando sono ancora da restaurare - a fino a 6mila euro l’uno. Chi li compera sono uomini e donne assolutamente insospettabili: gente che ha quasi sempre iniziato recuperando alla ruggine il Vespino dell’adolescenza. E oggi, spesso, custodisce in garage una raccolta articolata in qualche decina di esemplari. Tutti perfetti. Restaurati come Dio comanda da artigiani che hanno compreso prima di molti altri, la vastità e le potenzialità «vecchia Vespa». Collezionisti, si diceva, che a domanda diretta - «Scusi, me ne venderebbe una?» - ti guardano di traverso lasciando intendere un malcelato: «Ma mi faccia il piacere, che lei neanche le saprebbe guidare». Se vi interessa tutto questo allora siate i benvenuti nel mondo dei Vespisti. Centinaia di club in tutta Italia e qualcuno anche all’estero.
People who buy Vespa are totally unexpected men and women: people who have almost always started catching the rust from their adolescence Vespino. And today often treasure in their garage a collection composed by a few dozen models. All perfect. Restored to perfection by craftsmen who have understood before many others, the breadth and potential of the “old Vespa”. Collectors, as we were saying, that if you ask the direct question - “Excuse me, would you sell me one?” - would look at you across suggesting a thinly disguised: “Do me a favor, you won’t even be able to drive it.” If you are interested in all this, then you are welcome into the world of Vespa riders. Hundreds of clubs all over Italy and even some abroad. Three hundred meets every year, at least. A huge market of spare parts and fully functional models
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Il numero
di collezionisti
lievita di pari passo
al valore
dei mezzi
Trecento, almeno, raduni ogni anno. Un mercato imponente di pezzi di ricambio e modelli perfettamente funzionanti il cui valore è duraturo nel tempo. E sempre in crescita. Eccolo qui, in estrema sintesi, il nocciolo del fenomeno. Sì, ma il valore? Prendiamo una bella «Vespa 98» del 1946, prima serie. Impossibile dimenticarle: avevano il faro quasi un tutt’uno con il copriruota anteriore e il manubrio largo, a bacchetta. Un sellone soltanto e la coda allungata. Se perfetta, può costare anche 10mila euro, purché troviate qualcuno disposto a vedervela. Se, invece, riuscite a scovarne una ancora da recuperare in qualche vecchia cascina o da un demolitore, sperate che il proprietario non se ne intenda. Anche in condizioni improbabili, può valerne almeno 7mila. Certo, si dirà, era il primo modello prodotto dalla Piaggio. E le curve disegnate da Corradino D’ascanio, l’ingegnere aeronautico inventore dell’elicottero, e vero padre dello scooter della casa di Pontedera, sono ancora ben visibili. Ma i modelli
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whose value is durable over time. And still growing. Here it is, in short, the heart of the matter. What about the value? Let’s take a nice “Vespa 98” from 1946, first series. Impossible to forget it: the lighthouse was almost one with the front wheel covers and the handlebars were large, a wand. Just one big saddle and long tail. If perfect, it could cost up to 10000 euros, if you find someone willing to sell it. In case you manage to find one yet to be recovered in some old farm or from a wrecker, just hope the owner is not an expert at it. Even in improbable conditions, it may be worth at least 7000 euros. Sure, you say, it was the first model produced by Piaggio. The curves designed by Corradino D’Ascanio, the aeronautical engineer who invented the helicopter, and the true father of the scooter in the house of Pontedera, are still visible. What for the later models? Well, the old story does not change.
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Il proprio
modello di Piaggio può valere almeno 7mila euro
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TRECENTO RADUNI
ALL’ANNO E UN MERCATO IMPONENTE DI PEZZI DI RICAMBIO successivi? Beh, la solfa non cambia. La «Vespa 125 bacchetta», prodotta fino al 1950, vale tra i 6mila e gli 8mila euro. Stesso prezzo, più o meno, della «Vespa 125 Vna»: aveva già il faro sul manubrio, ma le selle erano due e la ruota di scorta era appesa sopra la targa. Tre marce e colore grigio: averla in garage è quasi d’obbligo. E poi ci sono le intramontabili «125 Primavera», gli «Et3» e la serie di modelli «Px». I prezzi sono più bassi, certo, ma non proprio da realizzo. Se poi volete capire il perché di tanto successo beh, allora concentratevi sul cinema. Anno 1953. Arriva sul grande schermo «Vacanze Romane», con un giovane Gregory Peck, che però è già un attore affermato, e Audrey Hepburn, ancora alle prime armi. I due scorrazzano per Roma in sella ad una «Vespa 125». Immagini indimenticabili. Come quelle, tanto per citare pellicole più recenti, di «American Graffiti» di George Lucas, anno 1973. O di «Cario Diario» di Nanni Moretti, realizzato circa vent’anni dopo. Ma non si dica che è finta lì. «Munich» di Steven Spielberg, nel 2005, immortala l’Italia degli anni Settanta con infilate di Vespa e Giulietta che finiscono sui grandi schermi di tutto il mondo. Se poi tutto questo non fosse sufficiente bisogna ancora ricordare Nicole Kidman, in sella ad una Vespa nel film «The Interpreter», ancora del 2005, e una sfilza di almeno altre cinquanta pellicole. Fine della Vespamania. Anzi, no. Questo è l’inizio.
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The “wand Vespa 125”, manufactured until 1950, is valued between 6000 and 8000 euros. Same price, more or less, of the “Vespa VNA125”: it had already the headlight on the handlebars, but the seats were two and a spare wheel was hanging over the plate. Three speeds and gray color: it is almost a must to have it in your garage. Then there are the timeless “125 Spring”, the “ET3” and the series of models “PX”. Prices are lower, of course, but not exactly a break-up price. If you want to find the reason for this large success, therefore, let’s focus on cinema. It was 1953. “Roman Holiday” comes on big screen with Gregory Peck, a young man, but already a successful actor, and Audrey Hepburn, still fledgling. The two are running around Rome riding a “Vespa 125”. Unforgettable images. Like those, just to mention more recent films, of “American Graffiti” by George Lucas, in 1973. Or “Caro diario” by Nanni Moretti, made some twenty years later. You can not say it’s over there. “Munich” by Steven Spielberg, in 2005, captures the Italy of the seventies with big parades of Vespa and Giulietta on the big screens all around the world. If all this were not enough we must still remember Nicole Kidman, riding a Vespa in the movie “The Interpreter”, in 2005 and a string of at least fifty other films. End of Vespamania. Actually, no. This is just the beginning.
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E’ tutta un’altra musica...
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di Micaela Barisone
emporary Shop Quando il tempo è denaro...
Spopola in Italia la moda di affittare i propri locali per pochi giorni. Nasce dall’idea Americana dei Pop Up Shops. Vantaggi? Prezzi stracciati e collezioni alla moda. Ma la disponibilità è limitata
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na nuova strategia di marketing per combattere la crisi tenuto conto che anche l’economia risente dell’aspetto provvisorio e precario del mercato. E’ quanto sta alla base di una nuova idea vincente, quella dei temporary shop. Formula collaudata negli Stati Uniti dove i pop up shops proliferano ormai da anni, ha fatto la sua comparsa anche in Italia. I vantaggi ci sono sia per chi si dedica all’attività nuda e cruda sia per chi è in possesso di un immobile da affittare anche se a tempo limitato. La convenienza sembra essere l’arma del successo, addirittura superiore agli outlet. I “negozi temporanei” hanno sconti che si aggirano intorno al 50-70% e hanno un nuovo vantaggio: le collezioni di abbigliamento non sono vecchie o di seconda mano quindi nessun difetto di fabbrica, ma la posibilità di trovare gli stessi abiti di una boutique, ma con una disponibilità limitata nel numero e nel tempo. La questione tempo è determinante in questa forma di business. I temporary shop, infatti, possono rimanere aperti da un minimo di qualche giorno fino a tre mesi, spesso senza nessun preavviso di chiusura. Per la buona riuscita del progetto a tempo servono una ubicazione particolare, alla moda (meglio se un loft, o un locale caratteristico del centro storico), una rete di contatti che per-
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A new marketing strategy to fight the crisis, considering that also the economy is weakened by the provisional and precarious aspect of the market. The new idea of the temporary shop was based on this consideration. In The United States there are pop up shops since many years, and now they arrived in Italy as well. Both people who open the shops and those who has a place to lease, even if for a short laps of time, could take good advantage from this business, which seems to be even more successful then outlets. The temporary shops offer discounts around 50-70% and they have a new advantage: the clothes are not old or second hand clothes, so ti means that they have no manufacturing defects, and it’s possible to find the same clothes of a boutique, just with a limited availability. Time, it the most relevant aspect of this business. Temporary shops, indeed can open for a minimum of few days until a maximum of three months, often with no prevision of the shut down. To be successful, the project needs a particular and modern location, like a loft or a particular space in the historical centre of the town, a good net of contacts to attract the right persons, and then, of course, a good product, better if in a limitate quantity. We are not yet used to this new form of commerce. And there
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metta di far conoscere le persone giuste oltre a un buon prodotto da commercializzare, magari a tiratura limitata. Mentre ci si deve ancora abituare a questa nuova forma di commercio temporaneo ecco già pronta l’evoluzione: negozi a tempo anche sul web. E per chi ama effettuare acquisti online ci saranno solo vantaggi. Il negozio resterà aperto notte e giorno, fino alla scadenza del tempo prestabilito e l’acquirente potrà portare a casa prodotti a prezzi scontati senza alcun disturbo. Vantaggi anche per il venditore con meno costi da affrontare e meno beghe. Facilmente potrà pubblicizzare la propria iniziativa attraverso gli strumenti che il web offre. Primi fra tutti ii social network, e poi blog specializzati e micro bloggin che arrivano davvero ovunque. Il primo Temporary Shop Web in Italia è raggiungibile tramite questo link: http://www.webtempora-
already the first evolutions: temporary shops also on the web. For those that love to shop on line there wull be many advantages, the shop will be open night and day, until the planned time will be over, and the customer will be able to get easily at home all what he want, with scontato reduced prices. The sellers will have advantages as well, thanks to the lower costs, and finally he, will have the chance to advertise his business through the web, above all social network and then the blog specialized in micro blogging, that can really reach whoever. It’s possible to visit the first Temporary Shop Web in Italy through the following link: http://www.webtemporaryshop.com/ and in this virtual store you can buy and sell whatever, from cloth-
LA NUOVA FRONTIERA DEI NEGOZI MORDI È NEL WEB E NELLA RISTORAZIONE
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LA CONVENIENZA SEMBRA ESSERE L’ARMA DEL SUCCESSO! ryshop.com/ e all’interno di questo store virtuale si potrà acquistare e vendere davvero di tutto dall’abbigliamento alla telefonia, dagli alimentari all’arte. Giornalmente o settimanalmente uno o più prodotti sono messi in vendita ad un prezzo speciale. A segnare il countdown, ovvero il tempo rimasto per accaparrarsi l’offerta è un grande orologio. Nella pagina dell’articolo si potrà inoltre trovare il numero di pezzi ancora disponibili e il prezzo. Le aziende interessate a distribuire in offerta il proprio prodotto, o semplicemente intenzionate a pubblicizzare la propria attività, potranno dunque usufruire di questa opportunità, aprendo in un batter di ciglia il proprio pop up store online. Se la frontiera del web sembra essere quella che permette più facili guadagni non si deve dimenticare un’altra declinazione del “progetto temporary” ovvero i temporary restaurant che prevedono un menù diverso ogni sera e dove spesso alla degustazione di piatti si associa anche l’opportunità di frequentare corsi di cucina. In Italia, più che altrove, questa potrebbe davvero essere la nuova frontiera dell’enogastronomia.
ing to phones, from food to art. Daly or weekly, one or more products are offered at a very special price, a big watch draws the attention to the countdown, to make you know how long the offer will be available. On the page of the product, you can find the available quantity and the price. All the company that are interested in selling a product or advertise their activity, can catch this opportunity and open their pop up shop on line. If the web seems to be the way that allows the easiest incomes, don’t forget the temporary restaurant, which offer a different menu every night, and where it’s possible not only to eat, but also to attend cooking classes. In Italy, more then in other places, this could be the future of the food and wine.
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[INVESTOgreen] di Micaela Barisone
‘O
SOLE MIO
... Sta’ in tasca a me!
Installare un impianto fotovoltaico abbatte il costo delle bollette fino al 50%. La vera scommessa è puntare su superfici ridotte. Il costo mediamente si ammortizza nel corso di sette anni Impianto Habicher Photovoltaics
AAA... tetto cercasi. Non è un annun-
cio di chi in tempi di ristrettezze cerca una piccola mansarda ma un modo per fare soldi affittando il proprio tetto per produrre energia. In Europa è già una prassi, in Italia lo sta diventando. Offrire il proprio spazio per l’installazione di pannelli fotovoltaici può davvero diventare un modo per fare business come non mancano di sottolineare gli esperti del settore che ormai hanno già ribattezzato la nuova strategia come la “terza rivoluzione industriale”. L’Italia – grazie alla sua conformazione geografica – può assurgere a diventare un vero parco energetico grazie a tante installazioni sparse su tutto il territorio nazionale. Del resto è già successo nel caso degli impianti delle centrali idroe-
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AAA...roof wanted. It is not an advertisement from people looking for a small attic at a time of shortage but a way to make money by renting their roof to generate energy. In Europe it is already a practice, in Italy it is becoming. Offering your own space for the installation of photovoltaic panels can really become a way of doing business as many industry experts point out; by now they have already renamed the new strategy as the “third industrial revolution”. Italy – thanks to its geographical location – may rise to become a real energy park with a variety of installation spread all over the country. It has already happened in the case of hydroelectric systems distributed over the Alps, now you can repeat
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L’OPERAZIONE
‘O SOLE MIO
PREVEDE...
...L’INSTALLAZIONE GRATUita dei
pannelli fotovoltaici
Impianto Habicher Photovoltaics
lettriche distribuite sull’arco Alpino, ora si può bissare il successo sfruttando l’energia fotovoltaica. L’operazione sole mio prevede innanzitutto l’installazione gratuita dei pannelli fotovoltaici che i clienti avranno a loro disposizione in comodato d’uso per vent’anni. Uno schema che è già consolidato sia in Belgio che in Olanda, ma anche in Canada e in India. In Italia sta ottenendo sempre più successo. L’azienda proprietaria dei pannelli paga per l’affitto delle superfici – i tetti – fornendo energia o soldi. Tra le soluzioni che stanno prendendo piede, inoltre, c’è anche l’ipotesi di farsi rimettere a posto il tetto. Il pagamento avviene entro il primo anno dall’installazione. Un esempio concreto? Il proprietario di un capannone di 15mila metri quadrati, ben orientato, ovvero pronto a raccogliere quanta più energia possibile, può intascare fino a 200mila euro se la superficie in suo possesso viene data in affitto per installare i pannelli solari. E se l’ubicazione del capannone è in Italia meridionale, beh, allora il guadagno raddoppia. Un modo per fare cassa in maniera pulita. La vera scommessa, oggi, è puntare sulle superifici più piccole, quelle domestiche che nonostante
the success by exploiting solar energy. The transaction “sole mio” first involves the free installation of photovoltaic panels that will be available for customers on loan for twenty years. This device is already well established in both Belgium and the Netherlands, but also in Canada and India. In Italy is getting more and more success. The Company owner of the panels pays for the rent of surfaces – roofs – providing energy or money. Among the solutions that are taking off, moreover, there is also the possibility of getting your roof repaired. Payment takes place within the first year after installation. A concrete example? The owner of a 15 thousand square meters shed, welloriented, that is ready to collect as much energy as possible, can pocket up to 200 thousand euros if the area in his possession is leased to install solar panels. And if the location of the shed is in southern Italy, well, then the gain is doubled. A good chance to make
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NEL
NORD EUROPA L A FORMUL A...
la quantità di spazio ridotta possono fruttare comunque qualche euro. Senza contare che il cliente che diventa produttore di energia elettrica da fonti rinnovabili arriva a risparmiare dal 30 al 50% del costo della bolletta. Conti alla mano quanto può essere business investire nel fotovoltaico? Un impianto che possa soddisfare il consumo medio di una famiglia oggi ha un costo che si aggira sui 10mila euro. Il costo viene ammortizzato in circa sei-sette anni. L’energia ricavata dall’impianto può essere ceduta al finanziatore oppure al gestore. Nel Nord Europa, come detto, la formula è ormai consolidata da tempo. In questi Paesi sono gli stessi imprenditori che cercano gli installatori per offrire le superfici a loro disposizione. In Italia ci stiamo attrezzando, ma sono ancora poche le persone consapevoli di come funziona esattamente il sistema. Intanto sono già state stilate le tariffe incentivanti per il 2012 relative agli
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money in a clean way. The real challenge today is to focus on smaller areas, those households that despite the reduced amount of space can still bring in a few euros. Not to mention that the customer who becomes a producer of electricity from renewable sources gets to save from 30% to 50% of the cost of the bill. As a matter of fact how business can there be investing in solar? A system that can satisfy the average of a family now costs around 10 thousand euros. The cost is amortized over about six to seven years. The energy produced by the plant can be sold to the lender or to the manager. In Northern Europe, as mentioned, the formula is well established far-back. In these countries the same businessmen seek installers to offer them the areas available to them. In Italy we are preparing, but still there are few peo-
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... E’ CONSOLIDATA
impianti integrati architettonicamente ovvero dove alcuni elementi strutturali siano sostituiti fa moduli fotovoltaici. Un esempio? Persiane dove i moduli costituiscono gli elementi struturali, finestre, balaustre, barriere acustiche dove i pannelli fonoassorbenti sono sostituiti da moduli fotovoltaici.
ORMAI
DA TEMPO!
ple aware of how exactly the system works. Meanwhile the incentive rates for 2012 have already been drawn up, relating to facilities architecturally integrated that is where some structural elements are replaced by photovoltaic modules. An example? Shutters where modules are structural elements, windows, noise barriers where sound-absorbing panels are replaced by photovoltaic modules.
Per il primo semestre gli incentivi sono: 0,418 €/Kwh: per gli impianti da 1 a 20 Kw 0,380 €/Kwh: per gli impianti da 20 a 200 Kw 0,352 €/Kwh: per gli impianti da 200 Kw a 5 Mw Per il secondo semestre 2012 le tariffe incentivanti specifiche sono: 0,410 €/Kwh: per gli impianti da 1 a 20 Kw 0,373 €/Kwh: per gli impianti da 20 a 200 Kw 0,345 €/Kwh: per gli impianti da 200 Kw a 5 Mw INVESTO MAGAZINE 123
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Si parla tanto del bello che è nella certezza; Sembra che Si ignori la bellezza piÚ SOTTILE Oscar Wilde
be independent. eVerYWhere.
italiaindependent.com
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[INVESTOHIGH-TECH] di Patrizia Caridi
“COGLI... la prima mela”
“Steve Jobs 1955-2011” prima mostra italiana dedicata all’imprenditore californiano, inventore e co-fondatore di Apple Inc. organizzata da BasicNet aperta al pubblico fino al 26 febbraio 2012
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randuardi cantava “Cogli la prima Mela…” e Il 1° dicembre è stata inaugurata al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, “Steve Jobs 1955-2011”, prima mostra italiana dedicata all’imprenditore californiano, inventore e co-fondatore di Apple Inc., scomparso il 5 ottobre scorso. A organizzarla, l’assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e il gruppo torinese BasicNet, che possiede una delle più complete collezioni al mondo di personal computer e storia dell’informatica. La mostra, ripercorre la storia umana e imprenditoriale di Steve Jobs attraverso 10 aree tematiche: dalla fondazione della Apple nel 1976 nel garage di casa fino alla realizzazione dei più recenti iPod, iPhone, iPad. Pezzo forte della mostra, l’ormai rarissimo l’Apple-1 (primo computer creato da Steve Jobs e dal socio Steve Wozniak nel 1976), che il presidente di BasicNet Marco Boglione si è aggiudicato da Christie’s per 157 mila euro nel novembre 2010. Il presidente di Basicnet spiega che cos’è “Steve Jobs 1955 – 2011” e perché una mostra a lui dedicata. “Si tratta di un approfondimento culturale sul fare impresa in modo contemporaneo. E di un omaggio
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Branduardi sang “Take the first Apple...” On December 1st, in the Regional Museum of Natural Science of Turin, was opened “Steve Jobs 1955-2011”, the first Italian exhibition dedicated to the Californian businessman, inventor and co-founder of Apple Inc., who died on October 5th last year. The exhibition was organized by the Department of Culture of the Piedmont Region and Turin BasicNet Group, which owns one of the most complete collections in the world of personal computers and computer history. The exhibition traces the human and business history of Steve Jobs across 10 subject areas: from the founding of Apple in 1976 in the garage of his house to the implementation of the latest iPod, iPhone, iPad. A real highlight of the show, the now rare Apple-1 (the first computer created by Steve Jobs and his partner Steve Wozniak in 1976), knocked down at the President of BasicNet Marco Boglione at Christie’s for 157000 euros in November 2010. The president of BasicNet explains what “Steve Jobs 1955-2011” is and the reason for an exhibition dedicated to him. “It is a cultural study on doing business in a contemporary way. And a tribute to a man we must be grateful to, because it has revolutionized the way we live and think.
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STEVE JOBS
HA DIMOSTRATO CHE
SI PUO’ CAMBIARE IL MONDO... a un uomo al quale dobbiamo essere riconoscenti, perché ha rivoluzionato il nostro modo di vivere e di pensare. Steve Jobs ha dimostrato che si può cambiare il mondo senza che il mondo cambi te. Quella della tecnologia dell’informazione è da sempre la mia grande passione. Grazie all’attività di Jobs, e di quelli come lui, nel 1984 – sul mio primo Apple II – ho immaginato la BasicNet, l’azienda che avrei cominciato a costruire solo 10 anni più tardi. Ciascuno ha le sue passioni: da ragazzo, mentre molti miei coetanei impazzivano per i Beatles e i Rolling Stones, o per le icone del socialismo come Ernesto ‘Che’ Guevara, io ero affascinato da quei giovani e visionari imprenditori californiani, pionieri della rivoluzione informatica. Non ho mai buttato via le macchine con le quali ho lavorato e sognato tanto. Poi, grazie a eBay, ho incominciato a acquistare i pezzi storici della rivoluzione informatica. Piano piano, ne è venuta fuori una bella collezione. A novembre 2010 la ciliegia sulla torta: il rarissimo Apple 1, che ci siamo aggiudicati a un’asta di Christie’s. Non bisogna dimenticare che la nostra azienda – la BasicNet – ha come radici, oltre ai telai, proprio i computer, che oggi gestiscono un immenso flusso di informazioni a livello globale”. “Steve Jobs 1955-2011” non è soltanto un viaggio tra ricordi e memorabilia ma un vero e proprio percorso interattivo ad alto contenuto tecnologico, con touch
...SENZA
CHE IL MONDO CAMBI TE!
Steve Jobs has shown that you can change the world without letting the world change you. Information technology has always been my passion. Thanks to Jobs’ work, and to the work of those like him, in 1984 – on my first Apple II – I imagined BasicNet, the Company that I started to build only 10 years later. Each has his own passions: as a boy, while many of my peers were crazy about the Beatles and the Rolling Stones, or about icons of socialism as Ernesto ‘Che’ Guevara, I was fascinated by these young businessmen and visionaries from California, pioneers of the computer revolution. I never threw away the machines I worked with and dreamt much. Then, thanks to eBay, I began to buy historical pieces of the information technology revolution. Slowly, it came out a nice collection. In November 2010 the icing on the cake: the rare Apple 1, which we won in an auction at Christie’s. It is important to remember that our Company – BasicNet – has its roots, in addiction to the frames, just in the computers, that now run a huge flow of information globally.” “Steve Jobs 1955-2011” is not only a journey through memories and memorabilia, but also a real high-tech
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screen, archivi elettronici e documenti multimediali sfogliabili virtualmente. Grazie a una serie di micro-proiettori, nella galleria si assiste a filmati di approfondimento interattivi all’interno delle vetrine e sui teli a parete. Un filmato, proiettato a metà corridoio mostra la lettera di dimissioni che, nel 1985, Steve Jobs scrisse con il suo Macintosh alla Apple: il visitatore è avvolto “fisicamente” dall’immagine videoproiettata su uno schermo olografico e ha la sensazione di rivivere quel momento tanto delicato quanto determinante nella vita di Jobs. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 26 febbraio 2012 e chiunque, potrà fino ad allora assaporare il gusto di quella mela che ha fatto la storia della Tecnologia mondiale.
interactive tour with touch screen, electronic files and multimedia documents virtually browsable. Through a series of micro-projectors, in the gallery you can watch interactive elaboration videos inside the shop windows and on the canvas wall. A video, projected in mid-aisle, displays the resignation letter that, in 1985, Steve Jobs wrote with his Macintosh to Apple Company: the visitor is “physically” enveloped by the image projected onto a holographic screen and has the feeling of reliving that very delicate and determinant moment in Jobs’ life. The exhibition will be opened to the public until February 26th, 2012 and anyone until then will be able to enjoy the taste of that apple which made the history of Technology worldwide.
CHIUNQUE POTR A’ A SSAPOR ARE
IL GUSTO DI QUELL A MEL A CHE HA FAT TO L A STORIa della
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tecnologia mondiale
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SUPERGA: UNA STORIA LUNGA 100 ANNI
È il 1911 quando Walter Martiny fonda l’omonima società per azioni allo scopo di lavorare e produrre articoli in gomma. Fin dai primi anni di vita la Walter Martiny Industrie Gomma studia e brevetta centinaia di mescole, da cui nascono in seguito stivali in gomma da lavoro e galosce con suola calandrata, che contribuiscono in maniera determinante alla salute dei lavoratori, fino ad allora mai adeguatamente protetti dall’acqua. La Superga trova nell’albero della gomma la sua materia prima, il caucciù. Nel 1925, in via Verolengo, a Torino, Walter Martiny mette in fabbricazione un nuovo rivoluzionario prodotto: una scarpa in tela con suola in gomma vulcanizzata. È il primo vagito della mitica Superga 2750, che negli anni a seguire diventerà una vera e propria icona della calzatura sportiva. All’inizio degli Anni Sessanta, dopo la fusione con la Pirelli, la Superga produce ormai la quasi totalità degli stivali che finiscono ai piedi dei coltivatori italiani. Comincia anche la produzione di stivali con suola stampata Alpina, scarponcini da montagna, pantofole, sandali e si incrementano le collezioni dedicate agli sportivi: non solo tennis, ma anche pallacanestro, calcio, ginnastica, yachting. Nel 1951 la fusione con Pirelli fa aumentare la produzione in maniera vertiginosa: tra il 1952 e il 1975 le paia di scarpe prodotte passano da 2 a 12 milioni l’anno. Nel 1993 Superga si stacca da Pirelli e confluisce nel gruppo So.PA.F finché, nel febbraio 2004, BasicNet ne diventa unico licenziatario mondiale e nel 2007 ne acquisisce la piena titolarità.
Il celebre modello 2750, icona della Superga
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[INVESTOluxury] di Maria Maldarizzi
ma
quale crisi
mi faccio l’ascensore di Swarovski
Al salone di Verona trionfa il kitsch ma anche il super lusso. Sulle cucce dei cani spuntano i diamanti. I calciatori si fanno fare tutto su misura. Con costi stratosferici. Il pubblico curiosa. E sogna
Un
tempo era solo privilegio di pochi. Oggi, invece, curiosare nelle case dei milionari a caccia delle loro manie ed eccentricità è diventato semplice. Ci ha pensato Luxury & Yachts, il salone del lusso più grande d’Europa di scena a Verona, ad aprire le porte giuste per una full immersion – è proprio il caso di dirlo – nel fascino dell’eccellenza trasversale. Classico o Innovativo, Fastoso o Flamboyant il lusso è stato declinato in tutte le sue eccezioni rivelando lati oscuri di personaggi noti e meno noti. Nel viaggio affascinante lungo il percorso tra gli ambienti più esclusivi del mondo ecco
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Once it was just a privilege of a few people, while today, to browse by the millionaires at home, to discover their manias and eccentricity, it’s much easier. Luxury & Yachts, the biggest luxury fair in Europe, in Verona, allows au to experience a full immersion in this fascinating world. Classical or innovative, pompous or Flamboyant, luxury has been presented with all its exceptions, and the dark sides of both famous and unknown persons have been detected. In this fascinating travel across the most exclusive settings in the world, let’s think of the lift of the house of David and Victoria Behkham in London, or at the house of Nelson Mandela in Johannesburg. And
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apparire l’ascensore della casa londinese di David e Victoria Beckham o dell’abitazione di Nelson Mandela a Johannesburg. E poi i sorprendenti gioielli per la Regina Sofia di Grecia, consorte del re Juan Carlos, per molti altri membri delle Real Case di Giordania, Grecia e Bulgaria, nonché per artisti del calibro di Montserrat Caballè e del compianto maestro Rostropovich. E per le donne una passeggiata curiosando tra le scarpe da red carpet preferite da star internazionali come Jane Fonda e Jennifer Stone può davvero togliere il fiato. All’evento espositivo organizzato da Veneto Exhibitions e MAC Group alla Fiera della città scaligera secondo un nuovo concept e con molte novità di sicuro richiamo, sono approdate vere e proprie icone del lusso, icone per ciascun settore merceologi-
then the fantastic jewels of the Queen Sophie of Greece, wife of the king Juan Carlos, of many other members of the royal families from Jordan, Greece and Bulgary, ans of artist as Caballè and Rostropovich. And now, just for women, let’s have a walk among the shoes of the international stars as Jane Fonda and Jennifer Stone, they can really take your breath away. Veneto Exhibition and Mac Group organized a great expo event, following a new concept and with many interesting and fascinating news, where they have shown real icons of luxury for every commodity sector: the lifts by IGV Lift, with theirs Swaroski details, the jewels by the famous Spanish atelier Quiros Arte Joya, the jewels shoes by Loriblu. And
uno yacht da 18 carati per attraccare nei porti più esclusivi INVESTO MAGAZINE 135
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Ambienti
“No compromise” dove ogni pezzo vale 6 zeri di prestigio
co. Dagli ascensori con rifiniture in Swarovski di IGV Lift ai gioielli del prestigioso atelier spagnolo Quiros Arte Joya, fino alle calzature gioiello di Loriblu. E poi gli ultraraffinati tappeti di Illulian, tra cui spicca il modello KRGR realizzato per il celebre fotografo Bob Krieger in due esemplari, dei quali uno è stato esposto a parete in una delle sale del Palazzo Reale di Milano durante una mostra internazionale dedicata all’arte contemporanea “Enjoy MiArt 2010”, e l’altro arreda l’Ufficio di Presidenza della Regione Lombardia al 35° piano della torre del Nuovo Palazzo regionale nella metropoli ambrosiana. Tra i must del lusso in esposizione ci sono inoltre le auto sportive high performance di Mc Laren e Lamborghini, gli Yachts di Yuka, Azimut, MetaMarine e Riva, l’alta fedeltà di Bang & Olufsen. E, ancora, il be-
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then the elegant carpets by Illulian, among which there is the model KRGR, made for the famous photographer Bob Krieger in two versions, one of them was exposed in a hall of the royal palace in Milan for the contemporary art international exposition “Enjoy MiArt 2010”, the other carpet is in the main office of Regione Lombardia, at the 35th floor of the tower of the new building were the offices have been settled. Among the exposed luxury musts, there are also the high performance sport art by Mc Laren and Lamborghini, Yachts by Yuka, Azimut, Meta Marine and Riva, and more, Bang & Olufsen, Jacuzzi, sofa design by Rossi di Albizzate, the craft stoves in majolica and with golden moldings by Q Max and the
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nessere di Jacuzzi, i divani design di Rossi di Albizzate, le stufe artigianali in maiolica e modanature in oro di Q Max e i curiosi ed eleganti abitini di lusso per cani e gatti di Pussycat. A Verona anche Scultura & Design, azienda nata con il preciso scopo di allestire globalmente gli ambienti più esclusivi del mondo siano essi dimore private, Grand Hotels, boutique, yachts o velivoli, ambienti che richiedono eleganza e prestigio “no compromise”. Tra le sue referenze, il Palazzo Reale di Doha e la Villa londinese della famiglia Reale del Qatar, l’appartamento del Presidente della Repubblica Turca a Istanbul e il palazzo dell’Emiro di Oman. Non è manacato il meglio della competenza per avere un “green” perfetto sul terrazzo o sul tetto di casa: Brilliant8, azienda partner esclusivo della Southtwest Greens, leader del mercato mondiale per golf green in erba artificiale. E a rappresentare l’eleganza concentrata azienda partner esclusivo della Southtwest Greens, leader del mercato mondiale in creazioni sartoriali di assoluto livello c’è Domenico Longo, artista della couture che offre i migliori tessuti al mondo, e che a Verona ha presentato una camicia realizzata con un Oxford dal titolo impensabile, un 330/3, tre filati sottilissimi 330/1 di cotone Giza 45, il più pregiato al mondo. Tra i tanti prodotti di appeal anche il distributore auto-
elegant and particular luxury clothes for dogs and cats by Pussycat. In Verona, there is also Sculpture & Design, a company which was born with the goal to create the most luxurious settings in the world, private houses, Grand Hotels, yachts, planes, places that must be absolutely prestigious, no compromise at all. Among its most preferred place, we mentions the Doha Royal Palace and the Villa in London, that belongs to the Royal family of Qatar, then the apartment of the President of the Turkish Republic in Istanbul and the palace of the Emir of Oman. The best of the competence was used also for the green on the terrace or on the roof: Brillian8, exclusive partner company of Southtwest Greens, leader in the world market for the golf green made in artificial grass. Domenico Longo, exclusive partner of Southwest Greens, was there to represent the absolute elegance, being world leader in the sartorial creation. He’s an artist of couture, that offers the best tissues in the world, in Verona he showed a shirt made with one of the finest Oxford tissue in the world. Among the different products, we have to mention also the automatic distributor of investment gold (ingots and golden coins) by Gold-To-Go® distributed by Se 6 Srl.
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tra i must in esposizione le auto sportive
di Mc L aren e lamborghini
matico di oro da investimento (lingotti e monete auree) della Gold-To-Go® distribuito dalla Se 6 Srl. Al Salone anche marmi, mosaici e pavimenti in oro firmati da AeL Croci, l’arredamento di Belloni, i preziosi tavoli da biliardo con griffe Cavicchi e MBM Biliardi, i pregiati lampadari di Kurt Faustig, gli accessori vintage di Jacassi e le biciclette in stile retrò con pregiate finiture di Venezia Cicli, l’antiquariato di RobertaeBasta. Sogni e desideri sono immediatamente realizzabili negli spazi organizzati secondo quattro visioni del lusso, Classico, Innovativo, Fastoso e Flamboyant, che diventano quattro percorsi di stile e altrettanti modi di vivere il lusso. Al Salone c’è anche una sezione Food & Wine, dove spiccano delizie per il palato come le torte firmate La Serenissima, il cioccolato di Turingianduia e di Stroppiana.
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At the Expo, also marbles, mosaics and golden floors by AeL Croci, fornitures by Belloni, precious pools tables by Cavicchi and MBM Biliardi, the luxurious chandelier by Kurt Faustig, the vintage accessories by Jacassi and the old style bikes with fine details by Venezia Cicli, the antique trade by Roberta e Basta. Dreams and desires come immediately truth in these spaces organized in accordance to the four visions of luxury; Classic, Innovative, Pompous and Flamboyant, which become four different way to live luxury, At the Expo there is also the hall Food & Wine, where there are delicious things as cakes by La Serenissima, chocolate by Turingianduia and Stroppiana.
ETERNITY - THE ULTIMATE LUXURY Per rispondere ad una domanda ormai internazionale, dopo La Chaux-de-Fonds, Pierre Jaquet Droz apre a Londra, nel 1774, la sua seconda Manifattura. Allargando le frontiere del commercio, Londra contribuisce a rendere Jaquet Droz un mito intramontabile. Grande Seconde SW, ref. J029030409 - URBAN LONDON Collection
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[AsTROINVESTO] a cura di Maria Maldarizzi
ARIETE Se ultimamente la ruota della fortuna ha perso qualche raggio e ti ha fatto ruzzolare, sappi che non sei obbligato a continuare ad investire in Borsa, e che esistono tanti altri strumenti finanziari. Non è detto che debba girar sempre storta per gli amici della seconda decade, al contrario: non passerà molto tempo che la dea bendata si ricorderà di loro. Ma attenti ai colpi di testa.
TORO Ogni decisione che prenderai ti sembrerà sbagliata, ma, come per magia, scoprirai d’averla imbroccata. Questo per una nuvola di pessimismo che ti segue e che fatichi a scacciare. A quelli di voi che sognano di diventare leader e dispensare consigli a destra e a manca vogliamo ricordare che non è certo il miglior modo per costruire una reputazione da bravo trader.
GEMELLI Per quanto riguarda il denaro, quest’anno si prospetta inquietante. Guadagnerai molto e perderai in ugual misura e, in fin dei conti ti troverai con gli stessi soldi ma tanto stress in più. Voi della terza decade sapete benissimo che si perdono un sacco di soldi a voler investire a tutti i costi, specialmente quando è evidente che l’intuito ci ha lasciato in panne.
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CANCRO Quest’anno ricordati che il vero segreto del successo è la capacità di cogliere il momento giusto per entrare sul mercato e quello per squagliarsela. Un solo giorno di ritardo ed il tuo bel gruzzoletto svanirà. Un consiglio ai più impazienti: scegliete un titolo, stabilite perché volete comprarlo e a che prezzo. Poi aspettate. Solo quando vi capita a tiro... via! Buttatevi sulla preda. Fatela vostra.
LEONE Sembra proprio che il tuo motto sia: sapere, osare, volere, e tacere. Buona fortuna! Le stelle ti indicano la via che conduce alla ricchezza: ordine e disciplina negli studi. Prima conoscere, poi investire. La prima decade sta pericolosamente cedendo allo stress, ed allora non rimane che prendersi una vacanza, rilassarsi e scaricare tutta l’adrenalina accumulata in un anno che sarà di forti emozioni.
VERGINE Forse non hai il carattere per trasformare una serie di piccole vincite in una fragorosa performance. Se hai guadagnato da formichina, ora non puoi pretendere di vestire i panni della cicala e farla franca. Voi della seconda decade, almeno per quest’anno svestite i panni del sapientone, cospargetevi il capo di cenere e chiedete scusa. E quello che in tanti si aspettano da voi.
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BILANCIA Con pinne, fucile ed occhiali o sdraiati sotto il sole di una spiaggia oceanica, quest’anno il tuo umore migliora e decine di progetti futuri ti affollano la mente, sussurrandoti parole amiche: fortuna, soldi, successo... Se la prudenza è la tua virtù, ricordati che spinta all’eccesso può portare all’immobilità, e allora a che sarà valso tutto quell’affaccendarsi intorno a un piano preparato nei minimi dettagli e mai messo in pratica?
SCORPIONE Cercare di rimanere calmi e tranquilli è certamente una gran virtù, ma non impigrirti, perché questo è il momento d’agire. La tendenza a tergiversare a lungo può farti perdere buone occasioni. Caro amico della seconda decade, non incaponirti a provare d’essere migliore di nessuno, e non sprecare inutili energie nel tentativo di vincere il premio di miglior investitore del condominio.
SAGITTARIO Le stelle sembrano essersi messe d’accordo per congiurare a tuo favore. Finalmente dubbi e incertezze voleranno via e ti sarà possibile avere una visione chiara della realtà. Un consiglio per la seconda decade: vi sembra di sognare? Attenti e riflettete: dovrete scavare a fondo nella vostra anima, mettervi a nudo e ricominciare. Non è impresa da poco.
CAPRICORNO Quest’anno le stelle ti obbligheranno a un rendez-vous con la tua presunzione, scavando nel buio dell’anima e portando alla luce i motivi che ti hanno condotto a sbagliare modalità e tempi. I più audaci avranno la pazienza necessaria per entrare nei mercati con il giusto timing e cogliere i massimi guadagni. Un quadro d’aspetti positivi dona la tranquillità necessaria ad analizzare con calma.
ACQUARIO Magie mentali per catturare soldi? A volte basta poco: non desiderare il contrario, per esempio. Rifletti un po’ su quanto tempo hai ultimante destinato alla commiserazione di te stesso. Un consiglio per una prima decade in perdita: ritrovate un po’ di ottimismo, tornate a vivere semplicemente, ma non smettete di porvi obiettivi ambiziosi. Solamente, abbassate il tiro.
PESCI Che cielo oggi! Vola alto nel campo della mente con il dio del cielo, intuisci il profondo con il dio del mare, raccogli i frutti desiderati con il padre degli dei. E’ tempo! Confidare in un guadagno va bene, amico della prima decade, ma l’esperienza dovrebbe averti insegnato che c’è un tempo per seminare e uno per raccogliere, uno ancora per darsela a gambe.
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[invesTOevents]
01 dicembre2011
26 febbraio2012
Steve Jobs 1955 – 2011 Il 1 dicembre 2011, alle ore 19, si inaugura nelle sale del Museo regionale di scienze naturali la prima mostra dedicata a Steve Jobs, fondatore della Apple. L’esposizione vanta una delle più grandi collezioni al mondo di personal computer arricchita dalla storia umana e imprenditoriale del genio del computer e attraverso ricostruzioni di ambienti, propone percorsi interattivi e archivi multimediali. In esposizione anche il rarissimo Apple-1, il primo computer creato da Steve Jobs e Steve Wozniak nel 1976 nel garage della propria abitazione, ricostruito in scala 1:1. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 26 febbario 2012.
30 novembre2011
06 luglio2012
Bulloni e farfalle
150 anni di Ambiente in Piemonte
27 novembre2011
15 gennaio2012
Robert Doisneau,
«Les doigts pleins d’encre»
Si chiude con la mostra fotografica di Robert Doisneau la V edizione del festival “Per sentieri e remiganti, il festival dei viaggiatori extra-ordinari” che ha visto un programma ricco di incontri, spettacoli e riflessioni tra arte, scienza, religioni e filosofia.
25 novembre2011
12 gennaio2012
Cultura+Legalità=Libertà
L’arte contro le mafie
“Bulloni e Farfalle - 150 anni di Ambiente” è il titolo della mostra nata dalla collaborazione tra gli assessorati all’Ambiente e alla Cultura della Regione Piemonte e il Museo Regionale di Scienze Naturali che ripercorre, attraverso fotografie, pannelli illustrativi e documentari, l’evoluzione della natura e il parallelo evolversi delle tecnologie. 146 INVESTO MAGAZINE
«Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene». È dal monito di Paolo Borsellino che prende vita l’esposizione artistica “Cultura+Legalita’=Liberta’. L’arte contro le mafie” esposta al Museo regionale di Scienze naturali e inaugurata giovedì 24 novembre in occasione del convegno “Le mafie oggi”.
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01 dicembre2011
07 luglio2012
VITRINE PRIMO CICLO “CON GLI OCCHI CHIUSI”
25 novembre2011
12 gennaio2012
I tesori nascosti del Sacro Monte di Orta Il Sacro Monte di Orta, Monte Mesma e Colle di Buccione insieme al Centro di Documentazione dei Sacri Monti, Calvari e Complessi devozionali europei presentano la mostra fotografica “I tesori nascosti del Sacro Monte di Orta”. La mostra, inaugurata venerdì 25 novembre (ore 18) presso il Museo Regionale di Scienze Naturali e aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2012, è la prima esposizione al pubblico italiano, dopo una prima presentazione in Francia (da ottobre 2010 a geannio 2011) nei saloni del Palais des Arts di Marsiglia dove ha raccolto ottimi consensi di pubblico e critica.
14 settembre2011
A CURA DI LUIGI FASSI
30 aprile2012
Una foresta di risorse:
le piante utili della jungla di Salgari
La piccola esposizione tematica dedicata alle piante utili e velenose della jungla asiatica, realizzata dal MRSN nel 2011 per la mostra “Dalla pietra al mouse. Co-evoluzione di uomini e strumenti”, è temporaneamente allestita nel salone mostre del Giardino Botanico Rea.
Con il titolo Vitrine la GAM offre un nuovo spazio alla giovane ricerca artistica piemontese. Il progetto è suddiviso in cicli e prevede per ogni fase l’impegno di un diverso curatore. La prima parte di Vitrine, Con gli occhi chiusi, è affidata a Luigi Fassi, che ha selezionato otto artisti torinesi, attivi singolarmente o in coppia, nati tra gli anni Sessanta e gli Ottanta. Apre la rassegna Renato Leotta (fino al 11.11.2011) e prosegue con Gianluca e Massimiliano de Serio (24.11.2011–31.01.2012).
25 novembre2011
12 gennaio2012
JAMES BROWN.
FIRMAMENT DIALOGHI. UN NUOVO CICLO DI MOSTRE DI ARTISTI CONTEMPORANEI A CONFRONTO CON LE COLLEZIONI GAM La GAM inaugura Dialoghi, un nuovo progetto espositivo e di ricerca scientifica sulle proprie collezioni permanenti, che apre una collaborazione con artisti affermati e attivi sulla scena contemporanea internazionale, affiancandosi ai diversi progetti del museo che valorizzano il proprio patrimonio. Ad avviare la programmazione è James Brown (Los Angeles, 1951) che presenterà per la prima volta in Italia la serie Firmament realizzata tra il 2007 e il 2010, costituita da nove dipinti di grande formato e numerosi studi preparatori. info GAM VIA MAGENTA, 31 TORINO MARTUE-DOMSUN 10.00-18.00 www.gamtorino.it
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19 febbraio2012
CASTELLO DI RIVOLI MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
ARTE POVERA INTERNATIONAL
Arte Povera International fa parte della grande mostra Arte povera 2011, curata da Germano Celant, ospitata in prestigiose sedi espositive in varie città d’Italia. Nelle sale della residenza sabauda, la rassegna curata da Germano Celant e Beatrice Merz presenta le opere storiche dei protagonisti del movimento che vengono poste a confronto con altrettanti capolavori di artisti della scena internazionale dell’epoca, dalla Pop Art alla Land Art, alla Conceptual Art e alla Body Art. Arte Povera International forms part of the larger Arte povera 2011 exhibition being curated by Germano Celant and displayed in elegant venues in several different Italian cities. In the halls of the Savoy residence, the review curated by Germano Celant and Beatrice Merz presents this movement’s protagonists and their historic works, which are put on par with the masterpieces of the international artists of their times, from Pop Art to Land Art, Conceptual Art and Body Art.
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29 marzo2012
CASTELLO DI RIVOLI MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
LE SCATOLE VIVENTI THE LIVING BOXES La mostra Le scatole viventi, curata da Andrea Bellini e allestita in Manica Lunga, è un inedito congegno espositivo, un evento corale costruito su un racconto attorno all’arte contemporanea. Le opere contenute in venti casse “chiuse”, provenienti dalla collezione del Castello di Rivoli e da collezioni private, verranno presentate in occasione dell’inaugurazione da letterati, intellettuali e critici. The Le scatole viventi exhibit, curated by Andrea Bellini and on exhibit in Manica Lunga, offers an original exhibition scheme - a choral event constructed around a story of contemporary art. Twenty “closed” boxes contain works from the Castello di Rivoli collection and private collections and will be presented by scholars, intellectuals and critics on the opening day of the exhibit. info PIAZZA MAFALDA DI SAVOIA, RIVOLI (TO) MARTUE-GIOTHU 10.00-17.00 VENFRI-DOMSUN 10.00-21.00 www.castellodirivoli.org
[invesTOevents] 28 dicembre2011
15 gennaio2012
FONDAZIONE MERZ
SIMON STARLING THE INACCESSIBILE POEM L’artista inglese ricostruisce, attraverso diversi livelli espositivi – dalle fotografie ottocentesche al lavoro di giovani artisti contemporanei argentini, dalla scelta di un’opera di Mario Merz posta in relazione ad un suo nuovo lavoro – l’evoluzione nei secoli del rapporto dell’arte con la scienza, tra informazione e speculazione filosofica, realtà e finzione, originale e copia, proiezione e desiderio. Using different levels of exhibition from nineteenth century photographs to works by young contemporary Argentinian artists, from the decision to match a certain piece by Mario Merz with one of his new works this English artist reconstructs the centuries long evolution of the relationships between art and science, information and philosophical speculation, reality and fiction, original and copy, projection and desire. info FONDAZIONE MERZ VIA LIMONE 24, TO MARTUE-DOMSUN 11.00-19.00 www.fondazionemerz.org
28 dicembre2011
26 febbraio2012
PAV PARCO ARTE VIVENTE BREATHLESS
L’esposizione presenta le ultime sperimentazioni dell’artista e ricercatrice americana Andrea Polli, realizzate in collaborazione con Chuck Varga. Protagonista dell’arte cosiddetta “estrema”, Polli indaga diverse modalità di lettura di dati atmosferici tratti da contesti naturali, rivelando la qualità ambientale dell’habitat esplorato attraverso un processo di sonificazione per la comprensione delle turbolenze.
An exhibition that presents the latest experimentation by American artist and researcher Andrea Polli, created in collaboration with Chuck Varga. A protagonist of “extreme” art, Polli inquires into alternative interpretations of atmospheric data in natural contexts, unveiling the environmental essence of the habitat being explored through a process of sonification as a way to understand turbulence. info ASSOCIAZIONE CULTURALE PARCO ARTE VIVENTE ACPAV VIA GIORDANO BRUNO, 31 TORINO MERWED-VENFRI 13.00 –18.00 SABSATDOMSUN 12.00-19.00 www.parcoartevivente.it
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04 marzo2012
PINACOTECA GIOVANNI E MARELLA AGNELLI
THE URETHRA POSTCARD ART OF GILBERT & GEORGE La Pinacoteca Agnelli presenta la prima mostra mai realizzata sulla Postal Art di Gilbert & George. In mostra a Torino 140 opere e un’installazione di The Urethra postcard pictures formata da una sola postal sculpture, concepita e progettata da Gilbert & George per occupare due interi piani della sede espositiva post-industriale torinese. Pinacoteca Agnelli presents the first exhibit ever of the Postal Art of Gilbert & George, over 140 works of The Urethra postcard pictures and an installative work consisting of a single postal sculpture, conceived and designed by Gilbert & George to fill two entire floors of Torino’s post-industrial exhibition site. info PINACOTECA GIOVANNI E MARELLA AGNELLI VIA NIZZA 230, TORINO MARTUE-DOMSUN 10.00-19.00 www.pinacoteca-agnelli.it
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06 dicembre2011
22 gennaio2012
FLY ZONE
Il Castoro. On the occasion of a retrospective organized by the Torino Film Festival, the Museo Nazionale del Cinema is organizing a photographic tribute dedicated to director Robert Altman on Mole Antonelliana. A volume of essays and testimonies is planned for publication by Il Castoro.
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15 gennaio2012
MATTIA MORENI LA REGRESSIONE DELLA SPECIE L’esposizione, a cura di Marco Di Capua, riunisce 30 recentissimi dipinti, tutti ispirati al fascino dei francobolli coloniali di posta aerea. Richiamano l’idea del viaggio e si declinano sulla spettacolarità della pittura. Curated by Marco Di Capua, an exhibit that unites 30 very recent paintings inspired by a fascination with colonial airmail stamps. They draw up the notion of ‘travel’ and celebrate the spectacular nature of the paints/coloring. info PALAZZO CHIABLESE PIAZZA SAN GIOVANNI 2, TORINO www.piemonte.beniculturali.it
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29 gennaio2012
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
ROBERT ALTMAN
In occasione della retrospettiva organizzata dal Torino Film Festival, il Museo Nazionale del Cinema organizza alla Mole Antonelliana una mostra fotografica dedicata al regista Robert Altman. È prevista la pubblicazione di un volume di saggi e testimonianze edito da
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L’omaggio che L’AIPS, attraverso la rassegna Lo Slancio, ha deciso di decretare al grande artista pavese Mattia Moreni ruota intorno al concetto di umanità: egli mette in risalto i limiti della nostra specie sui quali costruisce con ironia un impianto pittorico eccezionale. Through the Lo Slancio review, AIPS decided to render homage to the great artist Mattia Moreni from Pavia - revolving around the concept of humanity, he highlights the limitations of our species while constructing a somewhat ironic but truly exceptional pictorial system. info MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI VIA GIOLITTI 36, TORINO \ 10.00-19.00 \ www. moreniloslancio.it
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