6 N°
INVESTO FOOD Food blogger: lo chef online!
INVESTO BANKING
Tobin tax per fare cassa, ma anche no
INVESTO SMILE Intervista a: REGISTRAZIONE: Tribunale di Torino n. 40/2011 del 27/6/11
Dott. Antonio Romeo
INVESTO ART
Fernando Botero: grasso è bello!
INVESTO FITNESS Mangio tanto e ingrasso, mangio poco e ingrasso lo stesso
INVESTO COLLECTION Modernariato... passione mia!
INVESTO GREEN Da cosa nasce cosa...
INVESTO CAKE La sweet-art del cake designer
INVESTO WORK Pianificazioni e strategie per essere vincenti
PSICO INVESTO
STYLE TO WOMAN La moda chiama, la salute risponde
INVESTO HONEY Sweet “Urbees”
INVESTO WINE
Barolo... vino “Gagliardo”
INVESTO BUILDING Fondi immobiliari: il pozzo senza fondo
HOBSBAWM: LA CRISI? NESSUNO CHE DECIDE INVESTO LUXURY
FERRETTI... FERRARI DA MARE! PEOPLE:
Alessandro Meluzzi, Marco Sodano, Pietro Genuardi, Lodovico Poletto, Massimiliano Sciullo, Valentina Polidori, Micaela Barisone, Andrea Scarpetta, Maria Maldarizzi
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N AT U R A L I P E ER TT LI E C ER I R
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A
[Caro letTORe] by Patrizia Caridi
bbiamo avuto un anno intenso tra aziende piccole e grandi, abbiamo conosciuto persone appartenenti a diversi settori merceologici, tutti accomunati da una grande voglia di lavorare e da una grande voglia di andare avanti, a discapito dell’attuale periodo crepuscolare dato da una crisi globale di cui ormai tutti ci parlano. Abbiamo sentito parlare i politici di finanziarie, di manovre, di metodi per far sopravvivere le aziende, ma in tutta franchezza nessuno di loro ha mai dato un aiuto concreto per una soluzione reale. Ho letto una frase nella quale è racchiusa la chiave di volta: “La scoperta di una soluzione consiste nel guardare la stessa questione come fanno tutti e pensare qualcosa di diverso…” Siamo arrivati al primo compleanno di INVESTOMAGAZINE. Proprio il 7 novembre 2011 iniziava l’avventura del nostro periodico con un’unica certezza: la nostra voglia di “comunicare” un’Italia capace di lavorare, di produrre e di esportare prodotti e servizi a dispetto dell’andamento dello Spread e delle questioni politiche. Alle volte comunicare “Produttività” produce “Produttività”; la paura non serve a nessuno e blocca i mercati e come disse Roosvelt: “L’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa”. Pertanto oggi con il nostro Caro Lettore ci terrei a ringraziare i clienti che non hanno avuto paura di investire su un prodotto giovane come Investomagazine, ringraziare coloro che hanno creduto e che prestano la loro professionalità quotidianamente per la realizzazione di Investomagazine, gli uffici stampa che quotidianamente ci contattano, i media center con i quali collaboriamo e, insieme a loro e a coloro che ci leggono, soffio simbolicamente sulla nostra prima candelina.
We had a quite intense year among big and small companies, we met people belonging to different commodities sectors, all combined together by a strong will to work and by a strong wish to go on, to the detriment of the present crepuscular time given by a global crisis of which everyone is speaking about. We have heard politicians speaking about financial laws, financial tactics, methods for the survival of companies, but sincerely none of them has ever given a real help for a concrete solution. I’ve read a sentence in which the keystone is contained: the discovery of a solution consists in looking at the same issue as everybody does and thinking something different… We’ve reached the first birthday of INVESTOMAGAZINE. Exactly the 7th of November 2011 the adventure of our magazine was starting with just one certainty: our will to “communicate” to an Italy able to work, produce and export products and services in spite of the spread or political issues. Sometimes communicating “Productivity” produces “Productivity”; fear doesn’t work for anybody and blocks the markets, and as Roosevelt said: “The only thing that we have to fear, is fear itself”. Therefore today with our Dear Reader I would really love to thank the clients that were never afraid to invest in a young product like Investomagazine, I want to thank those who believed in it and that give their competence every day to realize Investomagazine, the press offices that contact us daily, the media center with which we collaborate and, together with them and with those who read us, I symbolically blow out on our first birthday candle.
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19
29
[sommarIO] Contents
19 PSICO INVESTO Hobsbawm: la crisi? Nessuno che decide
by Alessandro Meluzzi
29 INVESTO BANKING
37
Tobin Tax per fare cassa, ma anche no
55
by Marco Sodano
37 INVESTO BUILDING
Fondi immobiliari: il pozzo senza fondo
by Massimiliano Sciullo
45 INVESTO ART
52 45
Fernando Botero: grasso è bello
by Pietro Genuardi
55 MI VESTO
La moda perde il pelo... ma non il vizio by Maria Maldarizzi
INVESTO MAGAZINE 7
65
75
[sommarIO] Contents
65 STYLE TO WOMAN La moda chiama, la salute risponde
by Valentina Polidori
75 INVESTO FOOD Food blogger: lo chef online!
by Micaela Barisone
85
INVESTO CAKE
93
La sweet-art del cake designer by Carlotta Isoardi
93 INVESTO FITNESS Mangio tanto e ingrasso, mangio poco e ingrasso lo
stesso by Andrea Scarpetta
103
103 INVESTO WINE Barolo... vino “Gagliardo” by Pietro Diana
109 INVESTO HONEY
Sweet “Urbees” by Francesco Papa
8 INVESTO MAGAZINE
85
137
[sommarIO]
129
Contents
117 INVESTO LUXURY
Ferretti... Ferrari da mare! by Patrizia Caridi
124 INVESTO SMILE
Intervista a: Dott. Antonio Romeo by Ginevra Neri
129 INVESTO GREEN
145
152
Da cosa nasce cosa...
by Vanessa Mirante
137 INVESTO COLLECTION Modernariato... passione mia!
by Lodovico Poletto
145 INVESTO WORK
Pianificazioni e strategie per essere vincenti
117 152
by Ludovica Robbio
INVESTO EVENTS Torino - Milano - Roma
158 ASTRO INVESTO
L’oroscopo degli
Investimenti by Medea INVESTO MAGAZINE 9
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DIRETTORE DI TESTATA Andrea Costa
MANAGER DIRECTOR Patrizia Caridi
SEGRETARIA DI REDAZIONE Maria Maldarizzi
ART DIRECTOR Ilaria Chiesa
PUBLIC RELATION MANAGER Francesca Leone
TEXT TRANSLATOR Fiorella Vacirca
COORDINAMENTO EDITORIALE E PUBBLICITARIO Skarabocchi
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REDAZIONE INVESTO MAGAZINE Via Principi D’Acaia, 59 10138 Torino Tel 0115790282 info@investomagazine.com REGISTRAZIONE Tribunale di Torino n. 40/2011 del 27/6/11
ABBONARSI A INVESTO MAGAZINE Al prezzo di 58.00 euro riceverete per un anno INVESTOMagazine Per info 0115790282 - info@investomagazine.com
INVESTO MAGAZINE 11
1. Patrizia Caridi
2. Andrea Costa
3. Maria Maldarizzi
4. Micaela Barisone
34enne calabrese, sposata e madre di due figli. Da grande vuole diventare Miranda Priestly de “Il diavolo veste Prada”, per ora veste Prada, e inseguendo questo sogno firma le nostre interviste!
E’ il Capo dei Capi. Non ha mezze misure e pare che la diplomazia non sia il suo forte, ma quando ce vo’ ce vo’. Pare sia Nordico, ma alla fine predilige i luoghi caldi e con il mare, gli unici che riescono a fargli trovare quella pace interiore che non riesce ad avere in riunioni redazionali! Cura per noi tutto InvesTO Magazine.
Laureata in Lettere e Filosofia, Pugliese nel cuore ma residente nell’alta Savoia con Billy (quello dell’Ikea non Costacurta) e i loro due figli . Si è avvicinata all’ utilizzo del Mac con molta diffidenza. È molto più veloce nell’utilizzare un eloquio aulico che nello scriverlo su una tastiera, ma si sa che ognuno ha i suoi tempi e lei ha sicuramente e per fortuna quelli delle sue origini! Cura per noi la rubrica Mi VesTO!
Giornalista professionista. Ha la giusta dose di dolcezza e di rigore, ama definirsi “Una sportiva da salotto”, parla quattro lingue e per questo motivo ha sempre la valigia in mano, pronta per andare ovunque… Non importa dove, non importa quando, l’importante è andare. Ma da dovunque cura per noi rubriche di costume come InvesTO Food
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Writers Staff
&
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5. Alessandro Meluzzi Nato a Napoli, noto Psichiatra laureato cum Laude.Per InvesTOmagazine firma una delle rubriche più interessanti, legata alla sua esperienza di docente di genetica del comportamento umano, nella quale ci spiega i comportamenti umani in relazione agli investimenti: Psico InvesTO!
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9. Massimiliano Sciullo 6. Pietro Genuardi Preso in prestito alle Soap Opera si è rivelato oltre che un appassionato di Arte Contemporanea un Pubblicista molto amato, viene definito in redazione “Il Maliardo” e oltre a far sognare le donne della nostra redazione fa vivere percorsi sensoriali agli amanti dell’arte contemporanea nella rubrica InvesTO Art!
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12 INVESTO MAGAZINE
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33 anni e radici che affondano più o meno in tutta la Penisola. Piacevolmente stupito dal fatto che, nonostante due figli compresi tra i due e i 24 mesi d’età, ci sia ancora tempo per fare il giornalista. Ex giocatore di pallacanestro e juventino, molto irrimediabilmente dipendente dal fantacalcio, non fa nulla per curarsi. Scrive per noi la rubrica InvesTO Building!
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11.Valentina Polidori
Giornalista, caporedattore Economia de “La Stampa”. Pare che faccia colazione con Pane e Spread. Cura per noi la rubrica InvesTO Banking!
Piero Chiambretti docet: Scarpetta potrebbe essere una ballerina, un’usanza tribale per il recupero del sugo, invece è uno stimato professionista del muscolo dai modi gentili. E’ il punto di riferimento di uomini e donne di tutte le età, è molto bravo ad ammaliarti facendoti sembrare un colosso quando sei un tappo e una super sventola quando si fatica a capire il sesso. Atletico e psicologico, Scarpetta rischia di diventare un numero uno. Firma per noi InvesTO Fitness.
Laureata in Scienze della Comunicazione, specializzata come addetto stampa, padroneggia correttamente tre lingue: l’inglese, il sarcasmo e l’ironia. Nata a Roma, capisce ancor prima di camminare che il suo primo amore è la scrittura. Il secondo la moda. Li coniuga per voi nella rubrica Style TO Woman.
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13. Francesca Leone Leone di Nome, astrologicamente Capricorno.. e ne rappresenta in tutto e per tutto le caratteristiche! E’ colei che si occupa del rapporto con le varie direzioni Marketing. Metodica e Professionale è una persona fortemente orientata ai risultati e allo sviluppo del business aziendale e ha ottime capacità relazionali.
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14.Ilaria Chiesa
7. Lodovico Poletto Un giornalista h24, è l’unico che riesce a darci il giusto incipit su cosa fare per trasformare una semplice passione, il collezionismo, in un ottimo investimento. Cura per noi la rubrica InvesTO Collection!
Nonostante la sua giovane età ha una preparazione tale che riesce sempre a trasformare in immagini vincenti le idee del team di Investo Magazine. E’ in corso d’opera la preparazione di un format televisivo sulle vicissitudini della nostra redazione, tutta al femminile!
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Staff
12. Andrea Scarpetta
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8. Marco Sodano
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INVESTO MAGAZINE 13
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“Hobsbawm:
[psico INVESTO] by
Alessandro Meluzzi
La crisi? Nessuno che decide
“
N
ella sua ultima intervista pubblicata da La stampa nel mese di luglio 2012 Eric Hobsbawm traccia da intellettuale post-comunista e neo-marxista i contorni di luci e ombre della globalizzazione presente. Secondo Hobsbawm “il nostro mondo è in crisi perché nessuno decide”. La globalizzazione funziona in campo scientifico ma non politico e in questa appassionata riflessione, che contiene alcuni spunti profetici e come sempre divergenti, l’economista politologo inglese affronta alla luce della storia le più acute aporie del presente. Per esempio la questione dell’Europa perennemente in crisi per mancanza di leadership, incapace di organizzare un sistema economico globale che vada al di là della pura protezione dell’euro. Euro che secondo Hobsbawm durerà anche se non funziona, perché in caso di abolizione il costo per cambiare i sistemi economici sarebbe esagerato, tanto che nessuno può farlo. Il suo superamento potrebbe solo avvenire per crollo, o locale come nel caso greco, o continentale qualora gli squilibri tra Europa mediterranea e Europa nordico-protestante dovessero diventare ingestibili. Si tratta quindi di una riflessione a 360° non solo e non tanto sull’economia come analisi tecnica delle transazioni materiali e soprattutto monetarie tra popoli, na-
I
n his last interview publishe by La Stampa in July 2012 Eric Hobsbawm, as post-communist and neo-Marxist intellectual, outlines the contours of lights and shadows of the present globalization. According to Hobsbawm “our world is living a crisis because no one decides”. Globalization works in the scientific fields but not in the political sense and in this passionate consideration, containing some diverging prophetic prompts, the british economist political scientist face at the light of history some of the strongest paradoxes of present time. For example that Europe is constantly in crisis because of a lack of leadership, unable to organize an global economic system to go beyond of the pure euro protection. Euro that according to Hobsbawm will last even if it doesn’t work, because in case of abolition the cost to change economic systems would be excessive, so much that nobody can do it. Its overtaking could just happen just after a breakdown, local like in Greece, or continental if the imbalance between Mediterranean Europe and Nordic-protestant Europe are going to become unmanageable. It is about a 360° consideration, not only and not just on the eco-
INVESTO MAGAZINE 19
psico INVESTO
zioni e realtà, ma sul senso stesso e sulle finalità dell’agire economico. In effetti per lo studioso di formazione marxista l’intensa e totale finanziarizzazione del capitale renderebbe e rende obsolete le definizioni di capitale e di capitalismo ma anche il linguaggio marxista che li aveva descritti. Infatti il capitale era rappresentato per Marx dal possesso dei mezzi di produzione e l’incremento del valore nella dinamica denaromerci-denaro. Nel presente tutto questo discorso appare travalicato nel post-monetarismo da un’assoluta astrattizzazione dei processi economici, quasi totalmente disancorati negli esiti dai cosiddetti fattori determinanti del processo economico. Insomma le fondamentali materie prime sulla produzione industriale, sul commercio e sul prodotto interno lordo sarebbero insidiate da più lati. Il primo, già citato, della trasformazione economica in un gigantesco flusso finanziario in cui il valore dei titoli e delle monete fluttua secondo criteri spesso più simbolici e immaginari, che come conseguenza di dinamiche economiche ancorate alla valutazione della produttività sostanziale. Certo alcuni aspetti irrompono periodicamente a scuotere dalla fondamenta le sicurezze della società, basata sul mercato: le questioni di energia e del suo costo, le grandi problematiche ambientali come quelle legate all’acqua o i processi migratori spesso incontrollati e incontrollabili, legati anche a gradienti internazionali di qualità della vita e di risposta ai più radicali bisogni umani. Ma in un società monetarista, in cui il valore di qualsiasi cosa e persino della vita umana -intesa come sopravvivenza di interi popoli- può fluttuare, l’unico fixing certo è quello orientato alla stabilità dei valori monetari come se l’unica sicurezza potesse essere agganciata esclusivamente all’immateriale e astratto di monete emesse da banche private nella dinamica ben nota del signoraggio e garantiti da istituzioni sovranazionali irresponsabili di fronte ai popoli e ai residui di democrazia. La BCE (European Central Bank) e la Federal Reserve non sono organi elettivi e le loro finalità appaiono spesso totalmente slegate dalle aspettative sovrane che guidavano in tempi passati il processo di monetazione nella dinamica dei popoli e tra popoli. L’economia diventa sempre più un fatto di astrazioni numeriche da una parte e di fluttuanti psicologiche di massa dall’altra. Non è un caso che Premi Nobel in economia ven-
20 INVESTO MAGAZINE
nomy as a technical analysis of material transactions and most of all monetary amongst people, nations and realities, but on se same meaning and on the finality of economic act. In fact for the expert of Marxist education the intense and total capital financialization make obsolete the definitions of capital and capitalism but even the Marxist language that described them. In fact for Marx, the capital was represented by the ownership of production means and the increase of the value in the money-goods-money dynamic. In present times all this concept appears to be passed over in post-monetarism by a total abstractization of economic processes, almost completely detached in results by the so called determining factors of economic process. So the fundamen-
psico INVESTO
gano assegnati a psicologi come Kahneman per la teoria della dissonanza cognitiva e sostanziale irrazionalità dei comportamenti economici individuali, collettivi o di massa. La capricciosità delle borse finanziarie rende i processi di capitalizzazione industriale più simili a eventi sismologici che a processi razionali traguardati dalla produttività economica nel primario, secondario e terziario. Dall’altra parte appare chiaro come unità di misura tradizionali del benessere e della ricchezza di popoli, il cosiddetto PIL, vengano progressivamente insidiati da altre unità di misura che includono anche percezioni di sicurezza e insicurezza del benessere o del malessere personale e sociale, di difesa e protezione dell’ambiente e della salute soprattutto in relazione alle future gene-
tal raw materials on industrial production, commerce and on the GDP would be threatened on many sides. The first, already mentioned, of economic transformation in a huge cash flow in which the value of stocks and currencies fluctuates according to criteria often just symbolic and imaginary, that as a result of economic dynamics chained to evaluation of substantial productivity. Of course certain aspects periodically burst to shake from the foundations the company securities, based on the market: the issues about energy and its cost, the major environmental matters such as those related to water or the often uncontrolled and uncontrollable migratory processes, also linked to international gradients for quality of life and a response to basic human needs. But in a monetarist society, in which the value of anything, even of human life – intended as the survival of entire populations - may fluctuate, the only sure fixing is that stability-oriented monetary values as if the only security could be linked exclusively at immaterial and abstract of coins issued by private banks in the famous dynamics of seigniorage and guaranteed by supranational institutions irresponsible in front of the people and the residues of democracy. The ECB (European Central Bank) and the Federal Reserve are not elected bodies and their purposes are often completely disconnected from the expectations who led in the past to the process of monetization in the dynamics of nations and among peoples. The economy becomes more and more a matter of numerical abstractions on one hand and of psychological floating mass on the other. It is no coincidence that Nobel Prize winners in economics are assigned to psychologists such as Kahneman for the theory of cognitive dissonance and substantive irrationality of individual, collective or mass economic behavior. The capriciousness of stock exchanges makes the processes of industrial capitalization more like seismic events than rational processes sighted by the economic productivity in the primary, secondary and tertiary sector. On the other hand it is clear that traditional units of measurement of well-being and wealth nations, known as GDP, are progressively undermined by other units that also include perceptions of security and insecurity of personal and social well-being or uneasiness, of environment and health de-
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PSICO INVESTO
razioni. Sia le dinamiche del debito pubblico che quelle della distruzione ambientale e demolizione di risorse non rinnovabili muovono dall’idea di sostanziale irresponsabilità nei confronti di chi verrà dopo di noi. Generazioni su cui vengono ribaltate dinamiche di scarsa lungimiranza da ogni punto di vista. Appare chiaro che anche la complessità delle sfide di fronte a queste constatazioni spinga gli Stati ad una centralizzazione finanziaria delle leve economiche sostanziali. È vero che capitali e risorse circolano liberamente nella globalizzazione ma la concreta funzionalità economica del sistema non è mai disancorabile dalla pianificabilità del welfare che genera e si riflette su politiche fiscali e diventano un fattore determinante nel movimento dei capitali per la produttività dei sistemi. Il modello Italia per esempio gravato da un deficit pubblico altissimo e da una spesa pubblica inarrestabile corre con una zavorra che rende per definizione non competitiva qualsiasi ipotesi o tracciabilità progettuale per sistemi di impresa facendo di fatto del capitalismo, apparentemente e liberamente basato sull’iniziativa, la propaggine di un sistema totalmente statale. Il sistema diventa quindi inevitabilmente dirigista in forme in fondo non diverse da ciò che accade nel capitalismo di Stato cinese. Con le conseguenti sperequazioni tra chi, una fascia ristrettissi-
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fense and protection especially in relation to future generations. Both the dynamics of public debt that the environmental destruction and demolition of non-renewable resources move from the idea of substantial irresponsibility towards those who will come after us. Generations of which are turned dynamics of short-sightedness from every point of view. It seems clear that the complexity of the challenges facing these findings, push states to a substantial financial centralization of economic levers. It is true that capital and resources circulate freely in globalization, but its effectiveness in economic system is never detachable from welfare planning that generates and reflects on fiscal policies and becomes a factor in the movement of capitals to the productivity of the systems. Italian model, for example, burden by a high public deficit and unstoppable public spending, runs with dead weight which by definition makes it not competitive any idea or project tracking for enterprise systems making de facto capitalism, apparently based on the initiative, the ramifications of a totally state system. The system then becomes inevitable state-controlled in forms not so different from what happens in Chinese state capitalism. With the resulting inequality between those who, a range of population moves on a global-multinational scale and who, as if they worked at Foxconn, cannot but adapt to the rigid dictates of state capitalism. The strong politics recently emerged of what is submerged, referring to the monetary mass to feed an incomplete and often inefficient welfare, eliminate that psycho-economy between surfaced and submerged, that guaranteed anyway for many years not only quite high consuming levels but even spaces for micro-economics initiative sometimes incredibly – even if pathologically – vitals. Recessive dynamics push progressively at a delay of monetary circulation and at a militarization of economic informative circuits reaching the limits of a pervasive fiscal
PSICO INVESTO
IL CAPITALE ERA RAPPRESENTATO PER MARX DAL POSSESSO DEI MEZZI DI PRODUZIONE... INVESTO MAGAZINE 23
Economia
PSICO INVESTO
L’ DIVENTA SEMPRE PIÙ UN FATTO DI ASTRAZIONI NUMERICHE DA UNA PARTE... ma della popolazione, si muove su una scala economica globale-multinazionale e chi invece, come se lavorasse alla Foxconn, non può che adeguarsi ai rigidi diktat di un capitalismo di Stato. Le forti politiche recenti di emersione del sommerso, in riferimento alla massa monetaria per alimentare un welfare edematoso e spesso inefficiente, eliminano quell’economia un po’ schizoide a due velocità tra emerso e sommerso, che aveva comunque garantito per lunghi anni non soltanto livelli di consumi mediamente alti ma anche spazi di iniziativa micro-economica talvolta sorprendentemente -anche se patologicamente- vitali. Dinamiche recessive invece spingono progressivamente a un trombotico rallentamento della circolazione monetaria e a una militarizzazione dei circuiti informativi sull’economia ai limiti di una pervasiva polizia fiscale di cui certamente il sistema dell’artigiano, delle professioni e delle piccole e medie imprese non si avvantaggerà, almeno nel medio periodo. Lo scenario come si vede è piuttosto incerto e oscuro. A ciò si aggancia anche la patologica e cronica debolezza dei sistemi politici che sembrano ormai orientati più a un malinconico e autoreferenziale mantenimento che a interferire con queste dinamiche descritte. Tanto che il concetto stesso di ceto politico appare più un’offesa mediatica e un’invettiva che la razionale constatazione di una fatto purtroppo ubiquitario nel pianeta. Cioè che la politica si occupa e può occuparsi solo di sé, un po’ come un falegname che, anziché costruire tavoli, sedie o credenze, costruisse o facesse manutenzione di seghe, trapani e pialle.
24 INVESTO MAGAZINE
police of which of course the craft system, of professions and small-mid companies won’t take advantage of, at least on the mid-term. The scenario, as we can see, it is uncertain and dark. To that we can add the pathological and chronic weakness of political systems that seem oriented more to a melancholy and self-referring maintaining, then to interfere with the dynamic just described. The concept itself of politic class is more like a media offense and an insult then the rational observation of a fact unfortunately spread worldwide. That is to say that politics can take care only of itself, just like a carpenter that, instead of build tables, chairs and cupboards, would build or just do the maintenance of saws, drills and planes.
Psicologiche
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NEWS Alessi For Children. Natale con Alessi per costruire una Casa-famiglia nella Repubblica Democratica del Congo.
Davvero speciale quest’anno il Natale con Alessi. Con l’acquisto di un prodotto, nel periodo dal 1° novembre al 24 dicembre 2012, si contribuisce alla realizzazione di un progetto molto ambizioso dell’azienda di Crusinallo: costruire una Casa-famiglia nella città di Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo
La campagna natalizia 2012 di Alessi è interamente dedicata alla grande operazione di charity per la quale ad ogni prodotto venduto in tutti i negozi di tutti i Paesi del mondo, l’Azienda devolve un euro per questa causa: un impegno non indifferente se si pensa alla consistenza del mercato natalizio della più famosa Fabbrica dei sogni. Un apposito sito, continuamente aggiornato, www.alessiforchildren.org permette di seguire in modo approfondito l’attività di charity, passo dopo passo, e di conoscere e condividere, se lo si desidera, altre iniziative a favore dell’infanzia abbandonata. Da sempre per Alessi tradurre arte e poesia in oggetti è un modo di realizzare i sogni delle persone, senza mai perdere di vista valori quali la filantropia e la solidarietà che da sempre l’Azienda considera parte integrante della propria identità. Da sette anni a questa parte Alessi ha deciso di unirsi ad un partner, Ai.Bi. Amici dei Bambini, per sostenere iniziative strutturate e avviare progetti concreti nei confronti di tanti bambini e adolescenti nel mondo, che stanno crescendo in istituto in attesa di una famiglia. “All’inizio la
Alessi For Children. Natale con Alessi per costruire una Casa-famiglia nella Repubblica Democratica del Congo.
Davvero speciale quest’anno il Natale con Alessi. Con l’acquisto di un prodotto, nel periodo dal 1° novembre al 24 dicembre 2012, si contribuisce alla realizzazione di un progetto molto ambizioso dell’azienda di Crusinallo: costruire una Casa-famiglia nella città di Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo
La campagna natalizia 2012 di Alessi è interamente dedicata alla grande operazione di charity per la quale ad ogni prodotto venduto in tutti i negozi di tutti i Paesi del mondo, l’Azienda devolve un euro per questa causa: un impegno non indifferente se si pensa alla consistenza del mercato natalizio della più famosa Fabbrica dei sogni. Un apposito sito, continuamente aggiornato, www.alessiforchildren.org permette di seguire in modo approfondito l’attività di charity, passo dopo passo, e di conoscere e condividere, se lo si desidera, altre iniziative a favore dell’infanzia abbandonata. Da sempre per Alessi tradurre arte e poesia in oggetti è un modo di realizzare i sogni delle persone, senza mai perdere di vista valori quali la filantropia e la solidarietà che da sempre l’Azienda considera parte integrante della propria identità. Da sette anni a questa parte Alessi ha deciso di unirsi ad un partner, Ai.Bi. Amici dei Bambini, per sostenere iniziative strutturate e avviare progetti concreti nei confronti di tanti bambini e adolescenti nel mondo, che stanno crescendo in istituto in attesa di una famiglia. “All’inizio la filantropia era qualcosa che, semplicemente, ci piaceva fare – afferma Michele Alessi, AD – che era nelle nostre corde e nella nostra cultura familiare e aziendale. Nel tempo ha assunto un ruolo via via più importante anche dal punto di vista strategico, diventando una delle leve con le quali l’azienda rafforza la relazione con i propri stakeholder. Quest’anno abbiamo fatto ancora un passo in più, con la creazione del logo Alessi for Children e il lancio di una campagna che vuole coinvolgere nel progetto tutti i nostri clienti, in tutti i paesi del mondo.”
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“There is no sea more evocative... and the proximity to such a city is unique” THOMAS MANN
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[INVESTO BANKING] by
Tobin Tax A
Marco Sodano
per fare cassa, ma anche no
lla fine l’Europa ha rotto gli indugi e ha deciso di procedere sulla strada della Tobin tax. L’imposta sulle transazioni finanziarie vede l’opposizione decisa del Regno Unito – la gran parte dell’economia del paese si regge sulla piazza finanziaria di Londra, una delle più importanti del mondo -, tanto che l’Unione europea è stata costretta ad applicare la procedura di cooperazione rafforzata, escamotage che si rende necessario quando non è possibile raggiungere l’unanimità. L’applicazione della procedura di cooperazione lascia capire che l’introduzione di una tassa, in un momento di difficoltà dei mercati mondiali, desta parecchie perplessità: indipendentemente dall’aliquota che sarà introdotta e dal gettito che sarà possibile generare con un’imposta
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n the end Europe stopped dragging itself and decided to proceed on the road of Tobin Tax. The tax on financial transaction sees the firm opposition of United Kingdom – the main part of its economy is sustained by London financial center, one of the world’s most important -, so much that the European Union was forced to apply the procedure of reinforced cooperation, a necessary subterfuge when it’s not possible to reach unanimity. The application of cooperation procedure makes it clear that the introduction of a tax, in a moment of difficulty of world’s markets, cause several doubts: independently from the rate that will be introduced and the revenue that will be generated by this tax. When the eco-
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INVESTO BANKING
del genere. Quando l’economista James Tobin propose la tassa, nel 1972, lo scopo principale era quello di raffreddare le speculazioni a breve e brevissimo termine per stabilizzare i mercati. Oggi c’è il sospetto che più che per stabilizzare i listini la tassa serva all’Europa per fare cassa e fronteggiare le situazioni di crisi che affliggono il Vecchio continente. Anche se è chiaro che un’imposta sulle transazioni finanziarie indurrà gli investitori a cercare di ridurre il più possibile il numero di operazioni sul mercato e quindi non potrà che contribuire alla stabilità. Resta da capire se questo sarà un bene oppure no. L’economia è una scienza imperfetta: difficile prevedere tutte le conseguenze di una decisione prima di averla presa. Ma il grande timore delle piazze dei paesi nei quali a quanto pare la tassa sarà applicata – e quindi Piazza Affari e, per fare un nome di peso, Francoforte - è quello della fuga degli investitori all’estero. Tra i perplessi, il presidente dell’autorità di Borsa italiana Giuseppe Vegas: secondo lui la tassa «oltre a disincentivare l’assunzione di rischi troppo elevati, renderebbe più costoso il controllo del rischio e potrebbe ridurre la liquidi-
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nomist James Tobin proposed the tax, in 1972, the main purpose was to cool down speculations in short and very short term to stabilize the markets. And today there is the suspect that rather than stabilize the price lists the tax is needed by Europe to get cash and deal with the crisis situations that are afflicting the Old Continent. Even if it is clear that a tax on financial transaction will cause the investors to reduce as much as possible the number of market operations and therefore it will help stability. We have to understand if this is good or bad. Economy is an imperfect science: it is difficult to foresee all the consequences of a decision before taking it. But the main concern of financial centers of the countries in which seems the tax will be applied – and so Milan stock exchange market and, to say a big name, Frankfurt – is that of the investors to escape abroad. Among the perplexes, the President of Italian Stock Exchange Authority Giuseppe Vegas: according to him the tax <<in addition to discourage excessive risk-taking, it would make it too expensive to risk-control and maybe reduce markets liquidity, increasing the cost of capital for companies and determi-
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tà dei mercati, aumentando il costo del capitale per le imprese e determinando una riduzione dei prezzi». In sostanza, deprimendo il corso dei listini. Sempre Vegas ha osservato poi che la tassa «può incentivare la delocalizzazione delle attività di intermediazione mobiliare in aree geografiche in cui l’imposta non è presente, con una conseguente riduzione del gettito potenziale». Pare sia questo il principale timore degli inglesi e il motivo della loro strenua opposizione all’ipotesi della Tobin tax europea: la City teme di perdere il suo ruolo di riferimento per tutti i mercati finanziari mondiali. L’Europa ha assicurato che l’imposta sarà congegnata in modo da scongiurare le fughe degli investitori: c’è da augurarsi che i tecnici di Bruxelles abbiano ragione. Il 2013 potrebbe essere l’anno in cui comincia la ripresa, ma sarà anche un anno di aumenti del carico fiscale in tutto il Vecchio Continente. Anche a Bruxelles è il caso di riflettere sul fatto che tutti gli aumenti del carico fiscale rendono il rimbalzo dell’economia un po’ più difficile e un po’ più lontano. Il rigore, insomma, è sempre indispensabile almeno quanto lo sviluppo.
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ning a reduction in prices.>> In short, lowering the course of the lists. Vegas again noticed that the tax can <<It can encourage the delocalization of real estate activities in geographic areas in which the tax is not present, resulting in a reduction of potential revenue>>. Apparently this is the main fear of British and the cause of their tireless opposition to the hypothesis of an European Tobin Tax: the City fears losing its important role with all the world’s financial markets. Europe guaranteed that the tax will be planned in a way to ward off investor’s flight: we can only hope that the technicians in Brussels are right. 2013 could be the year of the recovery, but it will also be a year of tax increase all over the Old Continent. Even in Brussels it is time to think that all the tax increases are making the economy rebound a bit too difficult and too far away. Severity, in the end, is always necessary as much as development is.
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[INVESTO PARTNERSHIP]
New York calling....
...InvesTO Magazine replay! In occasione del primo compleanno di INVESTOMAGAZINE, la nostra casa editrice GRUPPO PITAGORA S.R.L. ha stipulato un accordo con la casa editrice newyorkese CINN GROUP INC. presieduta da Steve Acunto, vice Console italiano a New York. Lo stesso Mr. Acunto ha fortemente voluto che i contenuti di Investomagazine, per l’alto valore socio-culturale-economico, venissero esportati negli Stati Uniti e lì distribuiti attraverso i prodotti appartenenti al CINN GROUP con l’obiettivo di far conoscere le possibilità di investimento nelle aziende italiane agli investitori d’oltre oceano.
GRUPPO PITAGORA S.R.L. e CINN GROUP INC. sono così lieti di informarvi che grazie all’accordo stipulato tra le parti, l’advertising di tutti i clienti che chiuderanno il contratto annuale per il 2013 entro il 31 Dicembre 2012 con i prodotti appartenenti al Gruppo Pitagora S.r.l., sarà pubblicato anche sulle testate di appartenenza a CINN GROUP INC. Per info contattare ai numeri redazionali la dott.ssa Francesca Leone, Public Relation Manager.
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FondiImmobiliari:
[INVESTO BUILDING] by
Massimiliano Sciullo
il pozzo enza
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fondo s
l mattone come investimento-rifugio. Beh, dove sta la novità? Non serve certo essere un raffinato analista dei mercati finanziari per conoscere questa regola che vale ormai dalla notte dei tempi. Eppure investire in immobili si può fare, da qualche tempo a questa parte, in maniera diversa. Una modalità innovativa che se da un lato richiede comunque tempi di attesa medio lunghi prima di osservarne i frutti (come d’altra parte accadrebbe in qualunque caso di acquisto di un immobile come fonte di reddito), dall’altro libera l’investitore dall’obbligo di raggiungere una certa quota di patrimonio (propria, o tramite un mutuo) per realizzare l’acquisto. Questo nuovo strumento, che appartiene al più grande universo del risparmio gestito, è rappresentato dai Fondi comuni di investimento immobiliari. Una sorta di spa del mattone, se vogliamo dirla in termini semplici, in cui ogni singolo partecipante acquisisce la quota che è in grado di pagare e, in collabo-
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he brick as an investment-shelter. Well, is this a news? There is no need of being a fine financial markets analyst to know this rule that counts since the down of times. And yet, investing in real estate is something that can be done, for some time now, in a different way. An innovative procedure that if on one hand requires for mid-long waiting times before the results are shown (just like it would happen in whichever case of buying a real estate as source of income), on the other side sets the investor free from the obligation to reach a certain amount of assets (owned or by loan) to realize the purchase. This new tool, belonging to the big universe of the assets management, is represented by real estate investment funds. A kind of Ltd of the field, if we want to make it simple in which every single participant acquires the part that is able to pay and, cooperating to the “network” with other participants is able to realize the necessary fortune to buy for real one or more real estates. In Italy there has been a trace of these new investment typologies more or less since 1998 and right from the beginning they have separated
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razione con altri partecipanti alla “cordata” arriva a realizzare il patrimonio necessario per effettuare un vero e proprio acquisto di uno o più immobili. In Italia si ha traccia di queste nuove tipologie di investimento più o meno dal 1998 e fin da subito si sono distinti per la loro capacità di conservare il proprio valore nel tempo. Certo, anche questo settore non è immune dalle ondate negative che la crisi internazionale sta portando con sé in questi anni, ma messi a confronto con altre tipologie di investimento, qui si può parlare di un porto più riparato. Un altro aspetto accattivante, per chi ha un patrimonio da mettere in gioco e soprattutto ha tempo per aspettare (anche se esistono via d’uscita a breve termine, visto che non si tratta di una casa comprata personalmente, ma di una partecipazione a un fondo collettivo) è legato alla controtendenza che mette in luce nel momento in cui altri tipi di soluzioni garantiscono tassi di interesse in calo. E poi c’è la fiscalità: in Italia questi fondi sono esenti da imposte dirette e godono di un trattamento agevolato per imposte di registro e catastali. Sui dividenti del fondo, invece, si applica un’imposta del 20%: a titolo di acconto per le persone giuridiche, a titolo definitivo per le persone fisiche, i singoli risparmiatori insomma. Ma
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for their ability to retain their value over time. Of course, this field too is not exempted from negative waves that the international crisis is bringing with itself in these years, but compared with other types of investment, here we can talk about a safer harbor. Another engaging aspect, for who has a patrimony to stake and above all has time to wait (although there are short-term way out, since it is not a house personally bought, but of a participation in a collective fund) is related to the countertrend that highlights while other types of solution guarantee dropping interest rates. And then there is taxation: in Italy these funds are direct tax free and enjoy a preferential treatment for stamp and cadastral duty. On the fund dividends, however, it is imposed a 20% tax: as an advanced payment for corporate entities, as a complete payment for individuals, the common savers, in short. But how do these funds work, concretely? Theoretically, once that the prearranged asset critical mass is reached, the fund administrator invests not less than two-thirds in real estates (or anyhow in property rights or shares in real estate companies). On the object of the purchase there are several possibilities: the fund may be used to buy residential buildings or buildings for
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IN ITALIA QUESTI FONDI SONO ESENTI DA IMPOSTE DIRETTE E GODONO DI UN TRATTAMENTO AGEVOLATO PER IMPOSTE DI REGISTRO E CATASTALI
come funzionano, concretamente, questi fondi? In linea puramente teorica, una volta raggiunta la massa critica di patrimonio prestabilita, il gestore del fondo investe in misura non inferiore ai due terzi in beni immobili (o comunque in diritti reali immobiliari o partecipazioni in società immobiliari). Sull’oggetto dell’acquisto ci sono varie possibilità: il fondo può decidere di comprare edifici residenziali, piuttosto che immobili a uso uffici, immobili commerciali – centri e gallerie, per esempio – oppure zone ancora da edificare o da ristrutturare. Si tratta di fondi chiusi, quindi prevedono il rimborso delle quote sottoscritte solo alla scadenza prefissata. Ma c’è comunque la possibilità di rimborsi anticipati, visto peraltro che molti di questi fondi sono anche quotati sui mercati finanziari. Certo, il rischio è che – avendo la necessità di monetizzare prima del previsto – ci si debba accontentare di una quota con un valore inferiore a quello preventivato. I fondi possono essere “retail” oppure riservati a investitori qualificati e possono adottare differenti politiche sulla distribuzione dei dividendi. Come durata, si va da un minimo di dieci anni a un massimo che può arrivare anche a trenta. Alla scadenza, il patrimonio viene ripartito e ridistribuito sulla base delle singole partecipazioni. Dunque, come ogni investimento, ci si deve scordare la certezza assoluta del successo. Ma senza dubbio il fondo immobiliare rappresenta un’alternativa interessante a mercati più tradizionali come quello dei fondi comuni, quello delle obbligazioni, delle azioni o delle polizze. I tempi medio-lunghi sono comunque gli stessi, ma con i fondi si va a
office use, commercial properties - shopping centers and galleries, for example - or areas still to be built or renovated. They are closed-end funds, so they provide for the reimbursement of the subscribed shares only after the deadline. But there is still the possibility of early repayments, since many of these funds are also traded on financial markets. Of course, the risk is that - having the need to monetize ahead in advance - one should settle for a share valued less than estimated. The funds can be “retail” or reserved for qualified investors and can take different policies on the distribution of dividends. The duration ranges from a minimum of ten years to a maximum up to thirty. At the deadline, the assets is distributed and redistributed on the basis of individual investments. So, like any investment, you must forget the absolute certainty of success. But without a doubt the real estate fund is an attractive alternative to more traditional markets such as mutual funds, bonds, shares or policies. The mid-long terms are exactly the same, but the funds are going to explore a territory until now not covered by other financial instruments and especially not tied to indexes or volatile markets. “In a time of popular difficulties like this - says Alberto Bollea, CEO of the Sgr Academy, the management company specialized in
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esplorare un territorio finora non coperto da altri strumenti finanziari e soprattutto non legato a indici o mercati volatili. “In un periodo come questo di diffusa difficoltà – commenta Alberto Bollea, amministratore delegato di Accademia Sgr, società specializzata in fondi immobiliari – non si possono certo fare miracoli, soprattutto con le banche che hanno ridotto il credito. Ma quello dei fondi immobiliari rappresenta comunque un settore alternativo a quelli tradizionali, adattissimo a chi intende diversificare i propri investimenti, soprattutto ora che i bond rendono poco e le azioni sono in altalena. Diciamo che il fondo immobiliare risulta più appetibile, un po’ come il private equity o il mercato delle opere d’arte“. Per i professionisti del settore, il punto di osservazione sul mercato è privilegiato: “In questo momento – dice ancora Bollea – riceviamo interessamenti soprattutto da investitori esteri, che vogliono entrare sul mercato a prezzi convenienti e in località primarie, come Roma o Milano e scommettere sul fatto che i prezzi torneranno a salire con la ripresa. Alcuni timidi segnali in questo senso ci sono già. Ma ci sono pure gli italiani che, tramite un supporto professionale, vogliono investire nei settori immobiliari stranieri. Per esempio partecipare all’acquisto di un supermercato in Brasile. Operazione che, da soli, non sarebbero in grado di fare”. E un altro aspetto interessante della flessibilità di strumenti come questo riguarda un possibile impiego nella gestione dei patrimoni che diventeranno eredità: “Invece di dividere le proprietà tra i figli a livello di singoli beni – dice ancora Bollea - è spesso più comodo e utile investire il patrimonio in un fondo immobiliare e poi dividere il tutto in quote, cui ogni erede avrà diritto al momento giusto”. E’ il mattone 2.0, bellezza.
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real estate funds - you cannot certainly perform a miracle, especially since the banks reduced the credit. But that of the real estate funds sector still represents an alternative to the traditional ones, very suitable for those who want to diversify their investments, especially now that the bond are not paying and the shares are going up and down. Let’s say that the real estate fund is more attractive, a bit as the private equity or the market for works of art.” For professionals, the observation point on the market is privileged: “At this time - says Bollea – we receive interests especially by foreign investors, who want to enter the market at affordable prices and in primary locations such as Rome or Milan and bet the fact that prices will rise with the future recovery. There are already some mild signs of this. But there are also Italians who, through professional support, want to invest in foreign real estate sectors. For example, participating in the purchase of a supermarket in Brazil. Operation that would not be able to do by themselves.“ And another interesting side of the flexibility of tools like this concerns a possible use in asset management that will become heritage: “Instead of dividing the property among the children at the level of individual assets - says Bollea - is often more convenient and useful to invest assets in a real estate fund and then divide the whole into units, of which each inheritor will have access at the right time.” It’s the brick 2.0, baby.
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Fernando B ot ero: Grasso
[INVESTO ART] by
Pietro Genuardi
è bello!
l 2012 racconta un traguardo importante per un artista considerato da molti il pittore più rappresentativo dell’età contemporanea per altri un geniale manager dell’arte capace di imporre uno stile di pittura quasi fosse un marchio. A ottant’anni Fernando Botero genio della pittura, rappresentato con le sue opere addirittura su bigliettini e cartoline sicuramente, dopo Balthus artista dell’astrattezza anoressica riesce con la sua opulenza e il mondo florido a rispecchiare in maniera metaforica e grottesca certe caratteristiche eccessive della società contemporanea. Gli anni dell’adolescenza di Botero, nato a Medellin in Colombia il 19 aprile 1932 si snodano tra studi dai Gesuiti, scuole per toreri e la frequentazione al caffè Automatica di personaggi di rilievo come lo scrittore amico di Garcia Lorca, Jorge Zalamea e dove, seduto
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tells us about an important goal for an artist considered by many the most representative painter of the contemporary age, by others a brilliant art manager able to impose a painting style almost like a brand. At eighty years old Fernando Botero, gifted painter, represented with his works even on cards and postcards, after Balthus artist of the anorexic abstractness, surely can reflect with his opulence and the prosperous world in metaphoric and grotesque way certain excessive characteristics of contemporary society. Botero’s teenage years, born in Medellin, Colombia, on April the 19th, 1932, unravel among studies by the Jesuits, schools for bullfighters and the Automatica Cafè, where he enjoys the company of famous people like INVESTO MAGAZINE 45
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a quei tavoli, discute animatamente con i giovani pittori suoi contemporanei sull’arte astratta. Trasferitosi a Bogotà, l’abbandona per Parigi dove si dedica allo studio dei grandi maestri, dove copia artisti rinascimentali come Giotto, che rimarranno come ascendenza figurativa molto saldi nelle sue opere pittoriche. Tra il 1953 e il 1954 dopo vari spostamenti tra la New york e Bogotà si trasferisce nella Grande Mela nel 1956, inizia uno studio meticoloso e approfondito sulla scultura assumendo nella sua ricerca l’influenza di Rubens che ha avuto sempre maggior incisività nel suo utilizzo delle materie plastiche. Ma solo nei primi anni Settanta inizia a realizzare le sue prime sculture! Due matrimoni, un figlio scomparso prematuramente all’età di quattro anni in un incidente dove anche l’artista rimane ferito e che diventa fonte di ispirazione per molti disegni, dipinti e sculture. Dopo la seconda separazione tra il 1976 e il 1977 si dedica quasi esclusivamente alla scultura riproducendo i soggetti più svariati, gatti, serpi, un torso, una caffettiera gigante. Poi, mostre in tutto il mondo dalla Germania agli Stati Uniti, la critica del settimanale Time è molto positiva, attraverso l’Italia, la Svizzera, l’America Latina e il Medio Oriente. La sua passione per la monumentalità dei corpi e l’eleganza delle composizioni, frutto di una personale rielaborazione della tradizione latino-americana e della pittura europea, sono gli elementi confluiti nel suo stile rappresentato da oggetti, corpi umani e animali dai volumi dilatati e tondeggianti, definiti da colori tenui e ombre delicate. Per Botero dipingere è una necessità interiore, ma anche un’esplorazione continua verso il quadro ideale che non si raggiunge mai. Il colore tenue, non esaltato, mai febbrile, si va costruendo in un ciclo di improvvisazioni e di reazioni dove le ombre sono del tutto assenti perché, a suo avviso, sporcherebbero l’idea del colore che egli vuole trasmettere. A rompere la monotonia di tonalità appaiono e scompaiono vari oggetti del suo armamentario: lampadine, mozziconi di sigaretta, mosche, tutto è indispensabile e tutto si modifica
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Garcia Lorca’s friend, the writer Jorge Zalamea and where, sitting at those tables, he vividly discusses with young painters, his contemporaries, about abstract art. He moves to Bogotà, then leaves to Paris where he devotes himself to the study of the great masters. In 1953 and 1954 he moves to Spain and Italy where he copies renaissances artists like Giotto, that will remain very strong as figurative influences in his paintings. Between 1953 and 1954 after several movements in New York and Bogotà, he stops in the Big apple in 1956, where he starts a meticulous and deep study about sculpture adopting in his research the Rubens influence that always had more incisiveness on the way he used plastics. But just at the beginning of the 70’s he starts to realize his first sculptures! Two marriages, a son died prematurely at the age of 4 in an accident where the artist gets hurt too and that becomes a source of inspiration for many drawings, paintings and sculptures. After the second separation between 1976 and 1977 he commits himself almost exclusively to sculpture reproducing the
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continuamente durante la creazione. Per riempire grandi campi di colore, l’artista dilata la forma, e uomini e paesaggi acquistano dimensioni insolite, apparentemente irreali, dove il dettaglio diventa la massima espressione e i grandi volumi rimangono indisturbati. L’artista ha, rispetto alle sue opere un distacco che lo allontana da qualsiasi dimensione psicologica, i suoi personaggi sono persi nel vuoto, non provano emozione osservano senza realmente vedere e grazie a questo distacco emotivo la sua pittura acquista dignità e tranquillità come nelle grandi opere classiche. Botero crede che il successo dipenda dal fatto che: “Bisogna descrivere qualcosa di molto locale, di molto circoscritto, qualcosa che si conosce benissimo, per poter essere capiti da tutti. Io mi sono convinto che devo essere parrocchiale, nel senso di profondamente, religiosamente legato alla mia realtà, per poter essere universale.” Dice! Un’altra citazione di Botero è: “ Credo che l’arte debba dare all’uomo momenti di felicità, un rifugio di esistenza straordinaria, parallela a quella quotidiana.
most different subjects, cats, snakes, a torso, a giant coffee maker. Then exhibitions all over the world from Germany to United States, the incredibly positive critics from Time Magazine, then through Italy, Switzerland, Latin America and the Middle East. His passion for bodies monumentality and the elegance in compositions, as the result of a personal revision of Latin American tradition and European painting, are the elements converging in his style represented by objects, human bodies and animals with enlarged volumes and rounded, defined by soft colors and delicate shadows. For Botero painting is an inner need, but event a continuous exploration towards the ideal picture that can never be reached. The soft color, not intensified, never hectic, is built in an cycle of improvisations and reactions where the shadows are completely absent because, in his opinion, they would dirty the idea of color that he wants to transmit. To brake the monotony of tonality several items from his instruments appear and disappear: light bulbs, cigarette ends, flies, everything is indispensable and everything modify continuously during the creation. To fill big fields with color, the artist enlarges the shape, and men and landscapes gain unusual sizes, apparently unreal, where the detail becomes the maximum expression and the big volumes go undisturbed. The artist has, comparing to his works, a detachment that move him away from every kind of psychological dimension, his characters are lost in the void, they do not feel anything observing without really seeing and thanks to this emotional detachment his painting acquires dignity and calm like in the great classical works. Botero believes that success depends on the fact that “We need to describe something very local, very localized, something that we perfectly know, to be understood by everyone. I convinced myself that I have to be parish, in the deeply, religiously meaning bounded to my reality, to become universal.” Another quote
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INVESTO ART
L’unicitàopere delle
e il loro valore estetico...
Invece gli artisti di oggi preferiscono lo shock e credono che basti provocare lo scandalo. La povertà dell’arte contemporanea è terribile, ma nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo.” Nudo! Come il mercato dell’arte che, nonostante sia caratterizzato da soggettività e informazioni privilegiate, attrae sempre un maggior numero di investimenti, sia da parte di privati che da parte delle aziende. L’investimento in arte permette di ottenere nel tempo rendimenti elevati. Secondo William Goetzmann dal 1900 al 1980 l’investimento in arte ha offerto un rendimento medio annuo in dollari superiore al 17%, mentre secondo David Kusin dal 1988 al 1998 le opere della pittura americana hanno reso mediamente il 14% annuo in dollari.[3] Tra gli economisti che studiano il settore c’è chi ha calcolato che le opere d’arte garantiscono un guadagno annuale dello 0.55% in più rispetto al normale tasso di inflazione. Altri indicano un rendimento annuo che arriva addirittura al 15% reale. Facendo una media dunque si può dire che un’opera d’arte rende ogni anno circa il 4% - 5% oltre al normale incremento dei prezzi dovuto all’inflazione. Come per gli altri investimenti, la tipologia d’investimento dipenderà
...provocano un
piacerenon facilmente
soggetto a 48 INVESTO MAGAZINE
from Botero is: “I think that art should give men moments of happiness, a shelter of extraordinary existence, parallel to everyday life. On the contrary today artists prefer to shock and they believe that all they need is to scandalize. The poverty of contemporary art is dreadful, but no one has the courage to say that the king is naked”. Naked! Like the art market that even if characterized by subjectivity and privileged information is attracting always more and more investments from both privates and companies. Investing in art can get high returns over time. According toWilliam Goetzmann from 1900 to 1980 the art investment has provided an average annual return of over 17% in U.S. dollars, while according to David Kusin from 1988 to 1998 the works of American paintings have made an average 14% in dollars per year. [3] Among the economists who study the industry, some have calculated that the works of art provide an annual income of 0.55% more if compared to the normal rate of inflation. Others indicate an annual return that reaches 15% real. Working out an average therefore we can say that a work of art makes every year about 4% - 5% in addition to the normal increase in prices due to inflation. As with other investments, the type of investment
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INVESTO ART dal profilo dell’investitore: chi è più speculativo preferirà i giovani artisti contemporanei; altri sceglieranno opere di pittori già affermati. Nonostante siano molti in Italia i clienti potenziali, nella mentalità comune del risparmiatore sono generalmente sottostimate le possibilità dell’investimento in arte, è diffusa invece l’idea che si tratti di un tipo d’investimento irrazionale: l’unicità delle opere e il loro valore estetico provocano un piacere non facilmente soggetto a valutazione. L’investimento in arte permette di ottenere nel tempo rendimenti alternativi: in quanto presentano una specifica combinazione di rendimento/rischio (più specificatamente ad elevato rendimento corrisponde elevato rischio e ridotta liquidità). E ricordando sempre i vantaggi di un investimento in arte che sono la fruibilità (è fruibile, nel senso che l’arte rispetto a ogni altra forma di investimento tradizionale permette al possessore di fruire esteticamente dell’opera. Appendere un quadro alle pareti di casa è sicuramente diverso che avere il certificato di un titolo azionario), la redditività nel tempo, la possibilita di diversificare attraverso i vari metodi di acquisto di un opera e soprattutto la considerazione che il guadagno sull’investimento in arte non è tassato. Certo Fernando Botero non è un’artista alla portata di tutti ma attenzione a quello che il panorama artistico propone. Sono cambiati i tempi, i grandi restano tali ma le generazioni evolvono il proprio pensiero anche attraverso la trasgressione del trasgredire. Quando fu domandato a Carmelo Bene cosa fosse per lui il successivo traguardo rispose :” la normalità” e aveva ragione ma sono passati venti anni e forse ora abbiamo ancora bisogno di un ulteriore step. Ora, se vogliamo parlare di trasgressione questa non deve essere fine a se stessa ma deve stupire nell’accezione etimologica del termine, deve far restare attoniti, immobili di fronte alla grandezza forse come quando ci troviamo davanti a Caravaggio e in questo Botero ha sicuramente ragione.
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will depend on the investor’s profile: who is more speculative prefers young contemporary artists, others will choose the works of painters already established. Although there are many potential customers in Italy, the common investor mentality generally underestimate the possibility of investing in art, it is spread the notion that it is a type of irrational investment: the uniqueness of the works and their aesthetic value causes a pleasure not easily subjected to evaluation. Investing in art can get over time alternative returns: as they have a specific combination of risk/return (more specifically at high efficiency corresponds high risk and reduced liquidity). And always remembering the benefits of an investment in art that are usability, (It is accessible in the sense that art more than any other form of traditional investment allows the owner to enjoy aesthetically the work. Hanging a painting on the walls of the house is certainly different than having the certificate of a share) the long-term profitability, the ability to diversify through the various methods to buy a work and especially the consideration that the profit deriving on investing in art is taxfree. Of course, Fernando Botero is not an artist within the reach of everyone but pay attention to what the art scene offers. Times have changed, but these are the great generations evolve their ideas through the transgression of transgression. When he was asked what it was for Carmelo Bene the next goal he said: “normality” and he was right but it’s been twenty years and maybe now we still need a further step. Now, if you want to talk about this transgression it should not be an end to itself but it must surprise etymological meaning of the word, it has to let astonished, still in front of the greatness maybe as when we face Caravaggio and in this Botero I certainly right…
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intanto restiamo
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[FASHION NEWS]
ITALIA INDEPENDENT HA INAUGURATO A TORINO IL SESTO MONOMARCA ITALIANO
Torino, 26 ottobre 2012 - Italia Independent ha inaugurato ieri sera a Torino, in via Lagrange 31, il sesto monomarca italiano. “Italia Independent è presente sul mercato da sei anni e sta crescendo sia a livello nazionale che internazionale. Volevamo essere presenti a Torino, la città dalla quale è partita quest’avventura e anche sede della società. Abbiamo trovato una location in Via Lagrange, la via dello shopping, ma atipica come il nostro brand in un interno cortile di un palazzo storico. Questa apertura è per noi ricca di significato anche perché i torinesi hanno un gusto affine ad I-I, sono molto attenti allo stile e amano esaltare la propria individualità con gusto e ricercatezza” ha dichiarato Andrea Tessitore, Presidente e Amministratore Delegato di Italia Independent. Il concept del monomarca torinese di Italia Independent si adatta perfettamente alla zona rimarcando l’attitudine del brand a dare risalto alle realtà locali senza imporsi. Il punto vendita rispecchia appieno la filosofia di I-I grazie al design inedito curato da Changedesign, l'azienda multiculturale e multidisciplinare fondata da Renato Montagner, che firma i progetti e la direzione creativa di tutti i punti vendita Italia Independent. Il monomarca I-I è situato nella centralissima via Lagrange all'interno della corte di un palazzo storico; l'esterno dello store è caratterizzato da una facciata unica nel suo genere che stravolge il tipico canone di vetrina: l'entrata è, infatti, composta da una pannellatura nera dove la sagoma dell'occhiale bestseller di Italia Independent, lo 090, spicca in una particolare vernice fluo bianca che assorbe la luce diurna per rilasciarla con il buio. All'interno il monomarca è suddiviso in due spazi, entrambi caratterizzati dalla pavimentazione in legno originale che è stata mantenuta nel tempo. La prima stanza presenta una parete laminata di metallo laserato, qui è posizionato il tavolo ispirato alla Fiat 500 e il camerino in tessuto camouflage, tema presente fin dalle prime collezioni di I-I. Una parete è stata rivestita in rame verniciato e fa da cornice ad un’opera del famoso street artist Ozmo (www.ozmo.it), che si è recentemente guadagnato un posto di prestigio esponendo al Museo del Novecento di Milano. L’opera, realizzata in acrilico su rame, prende ispirazione dalla campagna di comunicazione di Italia Independent che vede protagonista Camillo Benso Conte di Cavour mentre indossa gli occhialiITALIA super sottili I-Thin. Il primoHA Presidente del Consiglio dei Ministri, trova così una INDEPENDENT INAUGURATO A TORINO perfetta collocazione nel nuovo di Torino, primaITALIANO capitale d’Italia. IL monomarca SESTO MONOMARCA La peculiarità della seconda stanza è il tavolo in legno sospeso verniciato di azzurro, fra i colori simbolo del brand, al cui interno è posta una grande pianta sempreverde; alla pavimentazione in Torino, ottobre 2012sono - Italia Independent ha inaugurato ieri di sera a Torino, in via Lagrange legno di 26 questa stanza state inserite delle righe parziali resina colorata nelle varianti31, delil sestoblu, monomarca italiano. rosa, verde, rosso e giallo. Una parete della stanza è a specchio e vi sono posizionati dei tubi retro illuminati dedicati all'esposizione degli occhiali; un'altra è caratterizzata dal claim "Essere “Italia Independent è presente sul mercato dastoria" sei anni sta crescendo a livello nazionale che indipendenti è scrivere ogni giorno la propria in ebianco su fondo sia nero gessato; infine, una internazionale. Volevamo essere presenti a Torino, la città dalla quale è partita quest’avventura e anche sede della società. Abbiamo trovato una location in Via Lagrange, la via dello shopping, ma atipica come il nostro brand in un interno cortile di un palazzo storico. Questa apertura è per noi ricca di significato anche perché i torinesi hanno un gusto affine ad I-I, sono molto attenti allo stile e amano esaltare la propria individualità con gusto e ricercatezza” ha dichiarato Andrea Tessitore, Presidente e Amministratore Delegato di Italia Independent.
Il Brand che Guarda Oltre
Il concept del monomarca torinese di Italia Independent si adatta perfettamente alla zona rimarcando l’attitudine del brand a dare risalto alle realtà locali senza imporsi. Il punto vendita rispecchia appieno la filosofia di I-I grazie al design inedito curato da Changedesign, l'azienda multiculturale e multidisciplinare fondata da Renato Montagner, che firma i progetti e la direzione creativa di tutti i punti vendita Italia Independent. Il monomarca I-I è situato nella centralissima via Lagrange all'interno della corte di un palazzo storico; l'esterno dello store è caratterizzato da una facciata unica nel suo genere che stravolge il tipico canone di vetrina: l'entrata è, infatti, composta da una pannellatura nera dove la sagoma dell'occhiale bestseller di Italia Independent, lo 090, spicca in una particolare vernice fluo bianca che assorbe la luce diurna per rilasciarla con il buio. All'interno il monomarca è suddiviso in due spazi, entrambi caratterizzati dalla pavimentazione in legno originale che è stata mantenuta nel tempo. La prima stanza presenta una parete laminata di metallo laserato, qui è posizionato il tavolo ispirato alla Fiat 500 e il camerino in tessuto camouflage, tema presente fin dalle prime collezioni di I-I. Una parete è stata rivestita in rame verniciato e fa da cornice ad un’opera del famoso street artist Ozmo (www.ozmo.it), che si è recentemente guadagnato un posto di prestigio esponendo al Museo del Novecento di Milano. L’opera, realizzata in acrilico su rame, prende ispirazione dalla campagna di comunicazione di Italia Independent che vede protagonista Camillo Benso Conte di Cavour mentre indossa gli occhiali super sottili I-Thin. Il primo Presidente del Consiglio dei Ministri, trova così una perfetta collocazione nel nuovo monomarca di Torino, prima capitale d’Italia.
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è presente sul mercato da sei anni e sta crescendo sia a livello nazionale che internazionale. Volevamo essere presenti a Torino, la città dalla quale è partita quest’avventura e anche sede della società. Abbiamo trovato una location in Via Lagrange, la via dello shopping, ma atipica come il nostro brand in un interno cortile di un palazzo storico. Questa apertura è per noi ricca di significato anche perché i torinesi hanno un gusto affine ad I-I, sono molto attenti allo stile e amano esaltare la propria individualità con gusto e ricercatezza” ha dichiarato Andrea Tessitore, Presidente e Amministratore Delegato di Italia Independent. Il concept del monomarca torinese di Italia Independent si adatta perfettamente alla zona rimarcando l’attitudine del brand a dare risalto alle realtà locali senza imporsi. Il punto vendita rispecchia appieno la filosofia di I-I grazie al design inedito curato da Changedesign, l’azienda multiculturale e multidisciplinare fondata da Renato Montagner, che firma i progetti e la direzione creativa di tutti i punti vendita Italia Independent. Il monomarca I-I è situato nella centralissima via Lagrange all’interno della corte di un palazzo storico; l’esterno dello store è caratterizzato da una facciata unica nel suo genere che stravolge il tipico canone di vetrina: l’entrata è, infatti, composta da una pannellatura nera dove la sagoma dell’occhiale bestseller di Italia Independent, lo 090, spicca in una particolare vernice fluo bianca che assorbe la luce diurna per rilasciarla con il buio. Per l’occasione Italia Independent ha dedicato una Unique Edition di occhiali alla città di Torino. Il modello scelto per l’operazione è lo 090, bestseller di I-I, nella versione I-Touch che, grazie ad una particolare verniciatura solitamente utilizzata nel mondo delle automobili di prestigio, conferisce al prodotto un “effetto tessuto”, piacevole al tatto e, al contempo, altamente resistente al graffio. Il modello nella colorazione grigio scuro e con lenti specchiate argento presenta sull’asta destra una lavorazione a laser che riproduce la skyline della città di Torino in versione tricolore, mentre all’interno dell’asta sinistra è riportata la scritta “Unique Edition for Torino Independent”. Al Cocktail di inaugurazione, che si è tenuto dalle ore 18.30 nella suggestiva cornice di via Lagrange e a cui hanno partecipato piu di mille persone, era presente anche I Spirit, la vodka Made in Italy nata dalla collaborazione fra Arrigo Cipriani con il suo Harry’s Bar, Lapo Elkann e Marco Fantinel. E’ il caso di aggiungere che mai come in questo caso un Brand è stato capace di “Guardare Oltre”. Patrizia Caridi
Photo by Š Marco Casino, Barbara Buschiazzo
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Maria Maldarizzi
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perde il pelo... ma non il izio
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d ecco arrivato l’inverno e con esso la voglia per noi donne di essere comunque fashion nonostante l’evidente necessità di coprirci… A soddisfare questa esigenza è tornata in auge la pelliccia vera o ecologica che sia ma in assoluto sarà proprio la pelliccia ecologica il vero must di questa stagione, coniugando amore per gli animali e moda, mentre saranno del tutto out le imitazioni di visoni o volpi. E’ indispensabile che la pelliccia ecologica sia esclusivamente sintetica e che i materiali utilizzati siano l’acrilico e la fibra di cotone, il risultato sarà un tessuto molto soffice al tatto e caldo. Pezzo forte del guardaroba femminile in questo autunno-inverno 2012/2013 è il gilet in eco pelliccia che, per ripercorrere lo stile anni ’70, è da indossare con una midi skirt e gli stivali in suede magari stretto in vita da una cintura in pelle o, meglio ancora, il top è con pantaloni skinny e stiletto. I colori utilizzati sono sgargianti e i volumi esagerati. Questo è, se si vuol essere alla moda, uno di quei capi che rientra de-
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nd winter came and with it the whim for us women to be trendy despite the obvious need to wrap us up. To satisfy this need fur coats are making their comeback, both real and ecological. But most of all the ecological fur will be the must of this season, combining love for animals and trend, while minks or foxes fur will be definitely out. It is essential for the ecological fur to be an imitation. The implied materials are acrylic and cotton fiber and the result is a very softto-touch and warm fabric. The masterpiece for female wardrobe in this autumn-winter 2012/2012 is the eco-fur waistcoat that, to retrace the 70’s style, must be worn with a midi skirt and suede boots, maybe tight at the waist by a leather belt or even better with skinny trousers and stilettos. The colors are bright and the volume exaggerated. This is, if you want to be trendy, one of those clothes that is indeed on the top-list of must-have! In addition to the 70’s waistcoat, for the youngest we can sug-
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cisamente nella lista dei must-have! Oltre al gilet anni ’70, per le piu’ giovani sono consigliati modelli corti oppure coprispalle fermati da spille fashion mentre le donne più mature avranno un’ampia scelta tra i modelli più tradizionali ma attuali, oltre alla possibilità che la pelliccia ecologica venga usata per impreziosire vari capi di abbigliamento con bordi di pelo su cappotti e cappelli. Essere alla moda o fashion victim non esclude la possibilità di un impegno ambientale e le aziende, da sempre attente alle esigenze dei consumatori, ne hanno tenuto conto. In questo contesto nasce la certificazione Fur Free e il progetto “Non lo sapevo” della LAV per il quale le aziende si impegnano a non usare più pellicce di origine animale mentre la LAV effettua controlli anche su segnalazioni dei clienti. E’ nata così la collezione Faux Fur Free della fashion designer Elisabetta Franchi per una moda animal-friendly che non fa uso di pellicce animali e che propone 12 capi realizzati in eco pelliccia gest short models or shawls fixed with trendy pins while women will have a bigger choice among more traditional but still fashionable models, other than the opportunity to have the ecological fur to embellish different clothes with fur borders on coats and hats. Being trendy or fashion victim does not exclude the possibility to be environmental committed and the companies, always careful to the needs of consumers, kept that in mind. The Faux Free Fur collection has been created by fashion designer Elisabetta Franchi for an animal-friendly fashion that does not use animal fur and that propose 12 articles in ecological fur including jackets, boleros, dresses and skirts. The prevalent color is blue, main feature of Elisabetta Franchi’s season that interpreted in urban-fashion key, playing with this mysterious nuance. The collection presents even playful tone of pastel-pink and the delicate cipria and caramel nuances on warm fur jackets. There are also lace dresses and jackets, coats and
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che includono giacche, bolero, abiti e gonne. La palette di colori è dominata dal blu, protagonista della stagione di Elisabetta Franchi e che la stilista ha interpretato in chiave urban-fashion, giocando con questa nuance misteriosa. Nella collezione è presente anche il tono giocoso del rosa pastello e le nuances delicate del cipria e del caramello su morbidi e caldi pellicciotti. Ci sono anche abiti e giacche con pizzo, cappotti e giacche con catene in cui troviamo inserti di faux fur maculata per uno stile chic contemporaneo che è attento al rispetto dei diritti degli animali. Il brand si schiera contro le pellicce e in difesa degli animali, aderendo al Fur Free Retailer Program per la promozione di politiche di commercio che rispettino i loro diritti e eliminino gli articoli che contengono pellicce di origine animale. Il Fur Free Retailer Program è un sistema di autocertificazione volontaria che permette ai marchi aderenti di beneficiare di una promozione gratuita da parte di tutte le associazioni della Fur Free Alliance nei paesi in cui operano e con l’adesione allo Standard Internazionale, il brand Elisabetta Franchi è stato inserito nell’elenco delle firme virtuose e pubblicato sia sul sito tematico della LAV www.nonlosapevo.com sia sul portale www.furfreeretailer.com. Insomma la scelta della pelliccia ecologica per il prossimo inverno è quanto mai in linea con i tempi perché più politically correct ed economica di quella vera.
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jackets with chains with faux fur inserts for a chic contemporary style that is focusing on respecting animal rights. The brand raises against furs in animal defense, joining the Fur Free Retailer Program for the promotion of trade policies able to respect their rights and to eliminate items that contain animal fur. The Fur Free Retailer Program is a voluntary self-certification system that allows the participating brands to benefit from a free promotion by all the associations of the Fur Free Alliance in the countries in which they operate and the support to the International Standard, the brand Elisabetta Franchi has been added to the list of virtuous brands and published both on the LAV website www.nonlosapevo.com and on the portal www.furfreeretailer.com. In short, choosing ecological fur for the upcoming winter is more than ever in line with the timpes because it is more politically correct and cheaper than the real one.
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2T8 LATE Con MASH UP le cose cambiano. Lo stilista sei tu e TOO LATE lo dimostra, aumentando la gamma di cinturini e quadranti. Nuovi colori nuove forme da abbinare! Divertiti a reinventare il tuo orologio, crea il tuo MASH-UP! Avrete l’imbarazzo della scelta! La moda non si segue, la si crea! TOO LATE presenta la possibilità di creare il proprio orologio: oggi sono oltre 1000 le combinazioni possibili… molteplici colorazioni, diversi modelli di cinturini e numerosi quadranti con cui creare l’abbinamento preferito: ognuno sarà stilista di sé stesso. Dai colori sobri ai bagliori acidi, dai quadranti black or white ai multicolor più stravaganti. TOO LATE assicura il confort e la vestibilità a tutti i polsi, il resto viene affidato ai sei miliardi di stilisti del pianeta. TOO LATE offre gli strumenti per divertirsi e invita tutti a mettersi alla prova nell’arte di abbinare e scombinare il proprio stile. Le regole del gioco sono semplici: non limitare mai la propria creatività. Basta un semplice gesto per alloggiare il tuo quadrante preferito nel morbido cinturino che hai scelto. Puoi scegliere il cinturino classico di mash-up, morbido e avvolgente per uno stile sempre perfetto…oppure sbizzarrirti sfoggiando un look diverso in ogni istante: la versione lord che riprende la fisionomia a maglie, tipica degli orologi più prestigiosi al mondo, adatta ai momenti più chic oppure il modello surf per i tuoi party in spiaggia, un cinturino accattivante con una pinna che richiama la sagoma le tavole da surf! Anche la scelta dei quadranti ti lascerà senza fiato! Monocromatici o bi-colore, black & white o tinte ACID, puliti e minimali o arricchiti dagli index segnatempo… Vesti il tuo polso con MASH-UP! NON SCEGLIERE L’OROLOGIO, CREALO TU
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NEWS Da 2L8 LAB, il laboratorio creativo di TOO LATE …. Un nuovo bracciale, un oggetto artigianale, colorato, leggero sui polsi; un prodotto che stimola la creatività e strizza l’occhio a tutte le ladies che non sanno resistere al colore e al fascino di un accessorio unico nel suo genere. 2L8 LAB scopre una moda embrionale, che nasce dal basso, sulle spiagge ai polsi di alcuni pionieri del fashion … ne fa un oggetto dal sapore artigianale con un appeal fortissimo! Un bracciale disponibile in 12 colorazioni diverse, c’è solo l’imbarazzo della scelta. In questa versione in lycra, il nuovo bracciale di 2L8 LAB è perfetto per fare il bagno, si asciuga in un secondo, non scolora e non si restringe … e come i migliori bikini in circolazione, fa girare la testa! Eccezionale la vestibilità: questo nuovo bracciale può essere avvolto al polso quante volte vuoi...preferisci un fit morbido o più aderente …? A te la scelta.. La morbidezza e l’elasticità di questo oggetto lo rendono un accessorio versatile e intelligente! Può essere indossato come bracciale ma anche come collana, o ancora, può adornare la tua acconciatura ! Un oggetto che incuriosisce e impreziosisce in ogni trasformazione! Il nuovo gioiello griffato 2L8 LAB si arricchisce di un’infinità di biz differenti … moltissime perline in metallo che danno luce al tuo bracciale. Scegli il modello skull se i teschietti ti affascinano oppure vesti le faralle magari alternando due bracciali su un polso Ci si può sbizzarrire a annodare il bracciale, tagliarlo, rimodellarlo… spostare le biz, avvicinarle o allontanarle..la creatività è di casa con 2L8 LAB. Nei negozi di bijoux, presso i TOO LATE STORE nel Mondo e su www.too2late.com New bracelet Lycra TOO LATE LAB € 19 www.too2late.com www.toolatelab.com
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[STYLE TO WOMAN]
La Moda chiama, A
by
Valentina Polidori
la salute Risponde
utunno: stagione di foglie che cadono, di abiti che si appesantiscono e di doverose remise en forme. Se, infatti, da un lato, la tendenza ci vuole sicuramente più ricercati nel nutrirci, suggerendoci ristoranti sempre nuovi e pietanze sempre più appetitose, dall’altro, la moda, sulla silhouette, non transige: ci pretende in forma, tonici, sodi e magri. Sempre e comunque. La moda, si sa, non ammette eccezioni di sorta.Tutto questo all’interno di un regime di vita pressochè sedentario, in cui, per ritrovare il corpo di un’adolescente, molto spesso, ci si tortura con estenuanti sedute di esercizi di fitness in palestra. Dunque, che fare? Cedere tranquillamente ai peccati di gola, godendo di cucine sempre più elaborate e raffinate, o rinunciare ai piaceri del palato, lottando quotidianamente col fin troppo sincero ago della bilancia? La risposta, seppur parziale, ce la fornisce l’incredibile proliferare di diete e dietologi, e non solo sulla carta stampata, ma anche su televisioni e social network. Come se tutto il Belpaese fosse improvvisamente ingrassato e necessitasse di misure più che drastiche per tornare agli antichi fasti. Tutti noi, infatti, anche una volta nella vita, abbiamo anche solo tentato di iniziare una dieta. E sarebbe stato impossibile non farlo, bombardati come siamo
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utumn: season of falling leaves, clothes which weight increase, and dutiful remise en forme. If, on the one hand, trend wants us definitely the most refinedwhen eating, suggesting new restaurants and more appetizing dishes, on the other hand, fashion, about silhouette, does not compromise: it claim us fit, toned, firm and lean - always and anyway. Fashion, you know, does not admit exceptions whatsoever. All this within an almost sedentary way of life, where, to get the body of a teenage girl, very often, it is a torture with grueling sessions of fitness exercises at the gym. So, what to do? Surrender peacefully to the sins of gluttony, enjoying increasingly elaborate and elegant cooking, or give up the pleasures of the
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da messaggi (più o meno subliminali) che ci vogliono rigorosamente in forma smagliante. Reality che, da tutto il mondo, ci mostrano percorsi di dimagrimento tanto incredibili, quanto eccezionali; programmi televisivi che insegnano a nutrirsi di tutto, ma in modo sano ed equilibrato; gare tra chef che realizzano piatti più o meno gustosi, quanto prettamente salutari. Per non contare la tendenza vegetariana, che, silenziosa, ha preso sempre più piede, spesso trasformandosi in veganesimo, la sua branca più intransigente. Tutti a tavola, dunque, ma con moderazione, con la lungimiranza di abiti e tailleurs, che si trasformano, rendendosi sempre più aderenti al corpo, e di taglie sempre più ridotte e meno capienti. D’altra parte, però, è recentissima quanto significativa l’affermazione del popolo curvy, cioè di quelle donne che, noncuranti delle mode del momento, scientemente fiere delle proprie rotondità, rivendicano il diritto ad essere formose, senza perdere, per questo, fascino, né compiere dolorose rinunce a tavola. Modelle e donne di spettacolo si sono fatte testimonial e portavoce di questa tendenza, riscuotendo un successo forse inaspettato. Basti pensare a Vanessa Incontrada, simpatica e brava attrice e conduttrice italo-spagnola, che, rimasta morbida dopo il parto, ha prestato il suo volto al noto brand di taglie conformate Persona, diventando l’idolo di tutte le donne normopeso. Oppure a Elisa D’Ospina, modella plus size vicentina che, blogger e testimonial contro l’anoressia, si propone attivamente anche sui so-
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palate, struggling daily with an all-too-candid scale? The answer, albeit partial, is provided to us from the incredible proliferation of diets and dieticians, and not only on paper, but on television and social networks too. As if all the Belpaese has suddenly gained weight and needs drastic measures to return to an ancient glory. All of us, even if only once in our lifetime, have tried to start a diet. And it would have been impossible not to, as we are subjected to messages (more or less subliminal) that want us in dazzling shape: reality shows that, around the world, broadcast such amazing, and exceptional, weight-loss journeys; television programs that teach how to eat everything, but healthily and well balanced; contests between chefs who create dishes more or less tasty, but strictly healthy. Not to mention the vegetarian trend, that silently, has become increasingly adopted, often becoming the veganism, its most uncompromising branch. Around a table, then, but with moderation, with foresight of dresses and suits, which are transformed, becoming increasingly tight, with smaller and less capacious sizes. On the other hand, though, it’s as significant as recent the affirmation of curvy figures, i.e. those women who, despite nowadays trend, are consciously proud of thei roundness, that claim the right to a shapely figure, without losing their charm, nor making painful sacrifices at the table. Models and women from the showbiz gave a face to, and have become spokesperson of, this trend, getting to a success, perhaps unexpected.
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cial network come paladina delle donne normali. Come non citare, poi, l’appena trascorso e discusso concorso di Miss Italia 2012, dove è stata inserita ad hoc la fascia Miss Forme Morbide, le cui forme non fossero i canonici 90-60-90 centimetri. Scelta controversa, ma coraggiosa, da parte di un concorso che, volente o nolente, ha visto partecipanti (e vincitrici) sempre magrissime e filiformi. La risposta del mondo della moda, a questo inarrestabile trend, non si è fatta attendere. Infatti, se, da un lato, le modelle sono sempre, chiaramente, asciutte, ai limiti della magrezza più estrema, dall’altro, le passerelle hanno, recentemente e sempre più spesso, ospitato donne dalle forme morbide, che - vip, in alcuni casi - hanno mostrato e dimostrato che la magrezza non sia sempre sinonimo di bellezza. Persino la musica viene incontro alle donne comuni, con un’Adele dai numerosi successi internazionali: una voce d’angelo in un corpo botticelliano, che, peraltro, veste italiano. La rivista Vogue, infatti, che porta avanti, da qualche tempo, proprio una campagna pro-curvy, pubblica gli scatti fotografici della cantante inglese, radiosa nei suoi abiti retrò firmati Marina Rinaldi. Vestiti in pizzo traforato, o in raso ricamato vestono la giunonica Adele di un allure decisamente raffinato e deliziosamente vintage. Persino un brand low cost come H&M non è rimasto indifferente alle richieste delle donne normali, principali clienti ed acquirenti, in quanto fetta maggiore della popolazione femminile. Ha realizzato, infatti, una linea di lingerie modellante, che assottiglia, modella ed esalta le curve delle donne che non hanno alcuna intenzione di rinunciare al dessert di fine pasto. Ma la moda è anche un enorme business, per chi la produce, e lo sa bene l’attrice, modella e conduttrice televisiva Kelly Brook, nota ai più come “The
Just think to Vanessa Incontrada, nice and good actress and tv host, italoSpanish, that, remaining soft after giving birth to her child, has been the testimonial of the famous bounty brand Persona, shaped clothes stylist, becoming the idol of all normal weight women. Or to Elisa D’ospina, plus size supermodel from Vicenza, blogger and testimonial against anorexia, who is also active on social networks as a champion of ordinary women. How not to consider, then, the recent, and discussed, Miss Italy context 2012, where ad hoc has been created the “Miss soft forms” category, where contenders’ shapes were not the canonical 90-60-90 cm. A controversial, but courageous, choice, by a contest that, like it or not, has always had participants (and winners) skinny and wiry. The world of fashion response to this unstoppable trend has been swift. In fact, if, on the one hand, the models are always dry, to the limits of extreme thinness, on the other side catwalks have recently, and increasingly, hosted curvy women, some of them VIP, -that have shown and proven that slimness is not always synonymous with beauty. Music too, with Adele and her many international successes, helps common women: an angel voice in a Botticelli body that wears Italian clothes. Vogue magazine, which, from some time, is leading a pro-curvy
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Legs”, cioè le gambe più belle del Regno Unito. La bella inglese, infatti, ha disegnato un’intera linea di abbigliamento dedicata alle donne dalle forme morbide, e le ha dato il suo nome. Vestitini svasati anni Cinquanta, o abitini strizzati in jersey, la maggiorata Kelly regala alle donne inglesi il sogno di sentirsi, con i suoi abiti, pin up per una sera. Cosa scegliere, dunque, tra una linea perfetta, conquistata con numerosi sacrifici sul campo di battaglia della tavola, e un corpo più morbido, che non cede alle lusinghe della moda, noncurante delle sirene della magrezza ad ogni costo? “In medio stat virtus”, affermavano con convinzione i Latini e, probabilmente, si tratta di un detto valido soprattutto nell’alimentazione. Una dieta sana, variata, colorata nel vero senso della parola, contenente frutta, verdura, legumi, pasta, carne e pesce, consumati con moderazione, potrà, infatti, aiutare a perder l’eventuale peso in eccesso, senza, però, privare l’organismo dei nutrienti necessari al suo totale benessere. Magri, asciutti, atletici, dunque, sì, ma mai essendo dimentichi della buona salute della macchina più complessa e meglio assemblata di tutti i tempi: il corpo umano.
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campaign, publishes the portraits of the British pop artist, radiant in her retro clothes by Marina Rinaldi - perforated lace dresses, embroidered satin dress the shapely Adele with a definitely refined allure and deliciously vintage. Even a low cost brand like H&M was concerned about the request from normal women, major customers and buyers of the brand clothes, the biggest part of the female population. H&M realized, in fact, a line of modeling lingerie, which thins models and enhances the curves of women that have no intention to give up the end-of-meal dessert. But fashion is a tremendous business, for who creates it, as knows well the actress, model and television presenter Kelly Brook, known to most as “The Legs”, that is the United Kingdom’s most beautiful legs. The beautiful English model, in fact, designed an entire line of clothing for curvy women, named after her. 1950s flared dresses, or squeezed dresses in jersey, shapely Kelly gives British women the dream of feeling, with her clothes, pin up for one night. What to choose, then, between a perfect line, won with many sacrifices on the battlefield of the table and a softer body that does not surrender to fashion enticements, despite the mermaids of thinness at any cost? “In medio stat virtus”, stated with conviction the Latins and, probably, it is a valid especially in a diet. A healthy diet, varied, colorful in every sense of the word, including fruits, vegetables, legumes, pasta, meat and fish, consumed with moderation, can in fact help you lose any excess weight, without, however, depriving your body of nutrients necessary for his wellbeing. Lean, dry, athletic, yes, but never forgetting the good health of the most complex and best assembled machine of all times: the human body.
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SINOSSI
Un giorno di festa che si trasforma in tragedia, e ogni cosa cambia per la giovane Norma. Tornava in Sicilia solo per un weekend, per il matrimonio di suo fratello, ma poi tutto viene stravolto quella notte. Un incidente lascia il vuoto di una vita e il matrimonio diventa funerale. Ecco che un’ombra scende improvvisa su di lei, costretta a fermarsi più del previsto tra vecchi amici ed eterni attriti familiari. Ma se è vero che il passato ritorna inesorabile, anche il presente lasciato a Roma sembra inseguirla con una notizia che sconvolge ulteriormente la sua vita. Poiché non importa quanto futili possano essere le proprie azioni, provocano comunque delle conseguenze. Norma lo impara a sue spese, sprofondando in un abisso dal quale una risalita sembra impossibile. E quando crede che qualcosa può ancora cambiare, e ci spera con tutta se stessa, il retrogusto non potrà che essere più amaro…
AUTORE
Chiara Davide nasce nel 1978 a Catania dove si laurea in Lettere Moderne e lavora in televisione nel campo del giornalismo e della critica cinematografica. Oggi vive a Roma. Ha ultimato la sua formazione alla NUCT di Cinecittà e a SCRIPT in RAI, iniziando a lavorare per alcuni programmi TV e a scrivere sceneggiature per il cinema: in autunno esce sul grande schermo il suo primo film “Endless Dark”. Le sue opere letterarie sono state pubblicate da Boopen LED, Homo Scrivens e Giulio Perrone Editore. “TU” è il suo ultimo romanzo. “TU” è un e-book e può essere letto su ogni supporto digitale scaricando Kindle, l’applicazione gratis di Amazon per Smartphone, Tablet, Computer. Tutte le info su: www.davidechiara.com
BOOK NEWS
È con queste parole apparentemente dure che Chiara Davide, il lato femminile di Davide Chiara, ci catapulta nel toccante mondo di “TU”. Ed è con questa stessa schiettezza - unita a un raffinato sarcasmo - che nel suo nuovo romanzo riesce a ribaltare emozioni, turbamenti, paure, desideri dell’animo femminile. Che “tu” lettore sia uomo o donna poco importa, è inevitabile sentirsi chiamati in causa e trascinati tra le pagine del romanzo. Ed è inevitabile amare, e anche odiare, l’inquietudine che la protagonista incarna nella vita di ognuno di noi. “Un attimo prima li ami con tutta te stessa, un attimo dopo sono i peggiori stronzi sulla faccia della terra.” Tu è anche questo: la storia di una ragazza sulla soglia dei 30 che per tutta la vita ha fuggito i propri problemi - allontanandosene fisicamente ed emotivamente, nascondendosi dietro finti lussi e futili pensieri – finché un giorno non è costretta a mettersi in gioco. Tu è una storia d’amore, sì, ma d’amor proprio. Che passa per conflitti materni, rivalità tra donne e difficoltà con uomini a cui ostentare una sicurezza che in realtà non si possiede. Tu è un dramma da digerire tutto d’un fiato, perché più che un romanzo questo è cinema su carta. Più che le parole sono le immagini a parlare, gli eventi che si susseguono uno dopo l’altro come le scene di un film, in cui è al lettore stesso che viene dato il ruolo più grande: quello di viverlo. Tu è una domanda ben precisa: siamo sempre in tempo a cambiare e a riprendere in mano la nostra vita, o dobbiamo accettare solo ciò che siamo? Tu hai la risposta.
DAVIDE CHIARA
“Se non dai niente non rischi di perdere niente. Tranne te stessa.”
I PRINCIPALI PUNTI DI VENDITA: TORINO
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Premio Agrifood Club Golosario 2011 Premio Compagnia del Cioccolato "Miglior cioccolatino ripieno 2011" Premio speciale Compagnia del Cioccolato "Emergenti 2010" Vincitori dell'Oscar dell'imballaggio "Quality Packaging Design 2008"
www.tamilano.com
[INVESTO FOOD]
Food Blogger:
by
Micaela Barisone
Lo chèf
online! U
n pizzico di creatività e di capacità culinaria, gli arnesi del mestiere e la voglia di mettersi in gioco attraverso un blog. Chi è in cerca di occupazione nel paese della cucina per eccellenza ha una nuova strada da percorrere. E diventare food blogger, l’esperto di cibi e di ogni specialità culinaria, può essere davvero un gioco da ragazzi. Quello che non deve mancare è soprattutto la capacità di saper raccontare e presentare un piatto con abilità in modo da far venire l’acquolina in bocca a chi – disperato per una improvvisa cena con amici – sta cercando una ricetta su Internet. Certo, nel mondo dei blog vigono delle regole ben precise che è sempre bene tenere a mente affinché la passione culinaria possa trasformarsi in un vero e proprio lavoro. Innanzitutto è determinante creare un
A
pinch of creativity and cooking skill, the right kitchenware and the will to get involved through a blog. Those who are searching for an occupation in the Country of cooking par excellence have a new way to go. And becoming a food blogger, the expert of food and every culinary specialty, can be a true cakewalk. What cannot be missed is the skill to know how to narrate and present a dish with ability, so as to make mouth water those who - because of a sudden dinner with friends - are desperately searching for an online recipe. Of course, in the blog world there are certain precise rules that one must always keep in mind so that the culinary passion can be transformed into a true job. First of all it is vital to create a blog and give oneself a definite INVESTO MAGAZINE 75
INVESTO food
è
determinante creare un blog
e darsi un’identità
definita...
blog e darsi un’identità definita, creare insomma un proprio brand che si caratterizzi per la sua unicità. Il passo successivo? Armarsi di macchina fotografica e...naturalmente accendere il forno per dare vita a sfiziosi piatti da presentare agli ospiti. Le immagini sono determinanti per “vendere” sul web il prodotto, poi non bisogna dimenticare la lista degli ingredienti, quindi si può condividere. Importanti che tutte le ricette siano condivise su Facebook e Twitter, e perché no su Pinterest, il social network che sembra creato apposta per i food blogger. Se una foto ha successo viene condivisa in pochissimo tempo. I food blogger più esperti di tecnologia possono anche avventurarsi con i filmati da mettere su Youtube o Vimeo senza mai dimenticare di interagire con chi commenta. Questo è un passo fondamentale e determinante per il successo. Per ora l’Italia può contare su circa 2300 food blogger, ma il numero è destinato a salire soprattutto dopo i successi televisivi di alcune trasmissioni che hanno fatto della cucina la vera guest star. All’ultima edizione della Biteg di Torino la nuova tendenza dei travel e food blogger ha dato dimostrazione della sua crescente importanza e di quanto una passione possa davvero trasformarsi in una
...un
identity, to create in a word one’s own brand that is characterized by its own uniqueness. The next step? Take a camera and... of course turn on the oven and create tasty dishes to be presented to the guests. The images are determining to “sell” the product over the internet, and then one must not forget the list of ingredients, and right after one can share everything. It is important that all the recipes are shared on Facebook and Twitter, and why not on Pinterest, the social network that seems created especially for the bloggers. If a picture has success gets shared in a very little time. The food bloggers that are expert in technology can venture even with videos to put on Youtube or Vimeo always interacting with those who share comments. This is a determining and fundamental step for the success. For now Italy can count around 2300 food bloggers, but the number is meant to rise, most of all after the successful TV shows that made cooking the real guest star. During the last edition of Biteg, in Turin, the new tendency of travel and food bloggers has shown its increasing importance and how much a passion can become a profession. The beginning is not easy, as the forerunners tell us, but with constancy and
proprio brand che si caratterizzi per la sua
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unicità!
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INVESTO food
All’inizio non è facile... professione. All’inizio non è facile, come fanno sapere gli antesignani, ma con costanza e determinazione e soprattutto accentando di fare pubblicità ai prodotti utilizzati nelle ricette si può arrivare a guadagnare uno stipendio superiore ai mille euro solo grazie alle sponsorizzazioni. Chi ce l’ha fatta c’è e può dare testimonianza che il sogno si può trasformare in realtà. In Italia il sito più cliccato è “Giallo Zafferano” che ogni giorno ha oltre un milione di pagine visitate e 400mila utenti unici. Un altro sito cult per gli internauti è “Il cavoletto di Bruxelles” ideato da una donna belga, ma con qualcosa di italiano visto che nel Belpaese la blogger ha trovato marito. Su questo sito si contano oltre 10mila visite al giorno. Certo, raggiungere certi livelli non è impresa facile ma se si riesce a trovare la chiave giusta si può davvero dare una svolta alla propria vita e alla propria carriera professionale. E allora pentole, fruste e stampi alla mano. La cucina vi aspetta.
...ma il
sogno
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determination and most of all accepting to advertise the product used in the recipes one can earn a wage superior to one thousand euros just thanks to sponsorship. Those who made it can testify that the dream can come true. In Italy the most clicked website is “Giallo Zafferano” (Yellow Saffron) that everyday has over one million visited pages and 400 thousands users. Another cult website is “Il cavoletto di Bruxelles” (The Brussels Sprout) planned by a Belgian woman, but with something of Italian because her husband is from Italy. On this website one can count 10 thousands visits per day. Of course, reaching these levels is not easy but if one can find the right key it is truly possible to mark a turning point on one’s professional life. So now just get pans, whisks and molds. The kitchen is waiting for you.
realtà
si può trasformare in
PUBBLICITĂ&#x20AC; CONCEPT BAR
Via Lovera di Maria 1 - Angolo Via Lagrange 24, 10123 Torino
Cibi che cambiano il mondo… Da tutto il mondo!
FOOD NEWS
SALONE DEL GUSTO
Dall’honey bar alla via della seta, dalla cucina africana agli aromi dell’america latina Profumi sconosciuti, sapori unici, prodotti che sono approdati a Torino per la prima volta, dando vita ad abbinamenti che stupiscono ed emozionano. I cinque continenti si sono riuniti nell’Oval, il padiglione in cui incontrare i produttori delle comunità del cibo e dei Presìdi Slow Food, i cuochi della rete di Terra Madre, le comunità indigene; fianco a fianco all’insegna della solidarietà tra Nord e Sud del mondo. Centro nevralgico è stato il grande orto africano di 400mq, dove scoprire le varietà di ortaggi a foglia, le erbe medicinali e le piante utili per combattere gli insetti nocivi. Osservare i sistemi per fertilizzare senza sostanze chimiche e le recinzioni fatte con quel che si trova attorno all’orto, senza reti né cemento. L’orto rappresenta i 25 Paesi coinvolti nel progetto Mille orti in Africa, e dunque nessuno di loro nello specifico: raccoglie prodotti e tecniche che in natura non potrebbero coesistere, per via della diversità di latitudini e stagionalità. Accanto all’orto, è stata allestita un’esposizione di antichi arnesi da lavoro, molti dei quali a noi ormai sconosciuti, in cui ritrovare la memoria dei nostri nonni. Dalle piante africane ai profumi della cucina. Molti i cuochi che si sono alternati ai fornelli nella Cucina di Terra Madre, in cui degustare specialità asiatiche, mediorientali, africane e oceaniche. Riflettori puntati sull’Australia, che ha organizzato un vero e proprio barbecue: lo chef Timothy Montgomery del ristorante Bacchus di Newcastle ha accolto il pubblico con ottima carne biologica di manzo e agnello e tipiche salsicce australiane, accompagnate da vini biologici della cantina Macquariedale. L’Asia ha presentato specialità dal Bhutan al Giappone e ha ospitato chef appartenenti a comunità indigene thailandesi e indiane. E poi l’Africa, ovviamente, con il seffa, couscous dolce algerino, la faraona al pepe selvatico del Madagascar e il tipico aperitivo del Burkina Faso a base di succo di ibisco alla menta e dolcetti di sesamo, solo per citare alcune ricette. Un momento particolare è stato quello che ha visto fianco a fianco lo chef arabo israeliano Husam Abas, del ristorante El Babour di Umm el Fahem, vicino Nazareth, e le cuoche palestinesi Fatima Kadoumi e Falak Nasser di Nablus, insieme per preparare hummus, makluba e altre prelibatezze locali. Le due chef fanno parte di Bait al Karama, il centro organizzato e gestito interamente da donne allo scopo di facilitarne il reinserimento nella società attraverso numerose attività artistiche, culturali e sociali; tra queste spicca la prima scuola di cucina esclusivamente al femminile. E adesso passiamo al Mercato internazionale, con qualche esempio dai cinque continenti. Negli oltre 100mq a disposizione, il British Pub ha offerto una selezione delle migliori birre artigianali provenienti da Scozia, Inghilterra, Cornovaglia e Yorkshire. Non sono mancati ovviamente il sidro e i succhi analcolici, per accompagnare i piatti british più tipici quali bacon, formaggi e roastbeef. La Polonia ha alternato rinomati cuochi locali che hanno preparato ricette nazionali utilizzando le specialità protette Stg, Dop e Igp e prodotti biologici. Un successo anche i rinomati pierogi (i famosi gnocchi) e zurek (minestra di farina di segale e carne), in abbinamento alle classiche bevande!
SALONE DEL GUSTO
SALONE DEL GUSTO
Partendo dai cibi che cambiano il mondo, iniziamo la nostra passeggiata dal Mercato italiano, che per la prima volta ha accolto le comunità del cibo, riconoscibili grazie alle bancarelle verdi: non solo prodotti unici, ma anche i racconti di chi li coltiva, alleva o trasforma, promuovendo metodi di produzione attenti all’ambiente e alla giustizia sociale. Tre padiglioni di Lingotto Fiere (1, 2 e 3) sono stati dedicati alla straordinaria diversità gastronomica delle regioni italiane, tutte rappresentate, con circa 200 prodotti dei Presìdi Slow Food, le comunità di Terra Madre, i migliori micro birrifici e centinaia di espositori storici e novità interessanti che hanno fatto del Salone un grande appuntamento. Bancarelle e stand sono stati organizzati per regioni: ogni territorio ha raccontato un tema, scelto e sviluppato dalla rete regionale di Slow Food, dando la possibilità ai visitatori di conoscere la biodiversità e l’enogastronomia locali, incontrare produttori e artigiani, approfondire le filiere più interessanti. In molte aree giocano un ruolo importante anche le istituzioni. Ad esempio, l’Emilia Romagna ha ripercorso la storia della cooperazione e dell’economia sociale; la Puglia diventa il luogo d’incontro tra i produttori di grano e olio, con i contributi delle comunità del cibo di tutto il mondo; il Lazio si concentra sulla sensibilizzazione al riuso e alla cucina senza sprechi; nello spazio della Lombardia il focus è sull’educazione al gusto per i più piccoli e sull’ambiziosa sfida di creare modelli rurali virtuosi per approvvigionare grandi città. Il padiglione 2 ha accolto anche gli sponsor della manifestazione, il Caffè letterario e musicale, spazio conviviale in cui incontrare gli autori e partecipare a performance di artisti, e lo stand di Slow Food, dove assistere a presentazioni e conferenze nell’Agorà e trovare le ultime novità di Slow Food Editore. Al Mercato si assaggia, si sceglie e si impara! A guidare i visitatori tra le bancarelle ci sono stati i Personal Shopper, studenti dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche pronti ad accompagnare il pubblico alla scoperta dei segreti gastronomici delle regioni italiane e della storia di alcuni prodotti simbolo. Per grandi e piccini Slow Food ha organizzato attività didattiche, giochi e veri e propri corsi sul cibo, per imparare a scegliere con consapevolezza, stimolare la curiosità e riscoprire il valore culturale di ciò che mangiamo. L’appuntamento è stato nell’Agorà e all’Oval, con la Ludoteca e la Cucina didattica, dove si sono svolti gli originali Master of Food, dedicati alla Cucina senza sprechi e all’Orticultura. Per farsi guidare tra i cibi e le bevande che hanno fatto la storia della gastronomia e le nuove tendenze, il Salone ha offerto oltre 170 occasioni di approfondimento con produttori, chef ed esperti provenienti da tutto il mondo. Fuori della venue fieristica ci sono stati invece gli imperdibili Appuntamenti a Tavola, in prestigiosi locali di Torino e dintorni e famose cantine di Langa che accolgono chef di ristoranti rinomati a livello internazionale.
SALONE DEL GUSTO
e terra madre
FOOD NEWS
Due passi tra salone del gusto
[INVESTO CAKE] by
La
P
Carlotta Isoardi
Sweet-Art del R E N G I S E D E K CA
arola d’ordine creatività e un’adeguata formazione in ambito dolciario e non solo. Sono le caratteristiche imprescindibili per diventare cake designer, un’attività che si preannuncia un investimento per il futuro. In Italia, ma non solo, spopola ma nel Belpaese, si sa la creatività è una dote innata e sono pochi a saperci superare. Le trasmissioni televisive, poi, sono state un vero traino per una professione che non si può definire quella di un semplice pasticcere. Servono doti di decoratore e uno sviluppato senso artistico. Investire in questa professione non costa molto, non esiste un vero e proprio iter formativo rico-
P
assword is creativity and an adequate education in confectionary field and not only. These are the essential characteristics to become a cake designer, an activity that announces as a future investment. In Italy, but not only, is spreading but as we all know, around the Italian land creativity is a gift and few can overtake us. TV shows, then, are a true driving force for a profession that cannot be defined as that of a simple pastry chef. A developed artistic sense and decorator talent are required. Investing in this profession is not expensive, there is not a true formative procedure reINVESTO MAGAZINE 85
INVESTO CAKE
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SweetCake nosciuto dalla nostra legislazione, per tale ragione, chiunque vuole accostarsi alla disciplina, ricorre spesso alla rete dove sono disponibili tantissimi video tutorial, guide, informazioni e corsi pratici. Ad esempio, cakedesignitalia.it e maisonmadeleine.it possono fornire un valido aiuto per intraprendere la professione. In alternativa ci sono molti corsi specifici tenuti da docenti che si sono formati in America dove le tortecapolavoro sono una moda ormai consolidata. Si partecipa a laboratori artigianali dove si apprendono i segreti di un mestiere affascinante, per nulla monotono, capace di soddisfare le richieste piÚ assurde dei clienti come molte foto di torte stanno a testimoniare. Una volta appresi tutti i trucchi del mestiere, il consiglio è quello di farsi strada nel dolce mondo del Cake Design attraverso la rete e, solo una volta sicuri del proprio talento, pensare di aprire un laboratorio artigianale. Un bravo cake designer deve essere
INVESTO CAKE
cognized by our legislation, therefore, whoever wants to approach the discipline, often turns online where there are many tutorials, guides, information and practical courses. For example cakedesignitalia.it and maisonmadelein.it can give a solid help to start this profession. As an alternative there are lots of specific courses kept by teachers that got a training in USA where the masterpiece-cakes are a strengthened trend. One can participate to workshops where the secrets of a fascinating and not tedious at all craft can be learned, able to satisfy all the most bizarre clientâ&#x20AC;&#x2122;s requests like many cake pictures show. Once learned all the tricks of the trade, the advice is to make your way through the internet and, only once that you are sure of your talent, to think about opening an artisanal workroom. A good cake designer must be able to assembly completely different kind of mate-
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INVESTO CAKE
in grado di assemblare materiali completamente differenti, dal cibo a elementi di plastica se si vuole riuscire a costruire l’impalcatura della torta che verrà poi decorata. La forma della torta, la sua composizione complessa devono stupire gli acquirenti e dimostrare loro che un dolce può essere ben più che un delizioso impasto. Una volta concepita la struttura della torta si passa alla decorazione con un’attenzione maniacale per i dettagli perché non sono ammesse imprecisioni. Tanto più elaborate sono le decorazioni tanto più il cake designer è bravo e le sfide viste al festival italiano dei cake designer ne sono una prova lampante. Un successo senza precedenti per l’appuntamento più zuccheroso dell’anno che ha visto all’opera dei veri e propri artisti capaci di maneggiare materiali come il fondente al cioccolato, difficile da maneggiare con destrezza ma di sicuro effetto e, ovviamente, la pasta di zucchero. Grazie a quest’ultima è possibile realizzare ogni tipo di decoro, dagli animali ai fiori, dal volto di un amorino alle scarpe e borse dello stilista più in voga. Dunque, investimento iniziale pari a zero – se ci si affida alla rete – o minimo se si partecipa a qualche laboratorio o seminario. Poi tutto dipenderà dalle proprie capacità e dalla voglia di stupire. Il guadagno in questo caso è assicurato. Perché? Semplice, basta chiedere. Il costo di una wedding cake delle meno elaborate costa circa 400 euro, il prezzo è destinato a salire se la richiesta dei clienti si fa particolare. Per non parlare di altre torte a tema che richiedono un lavoro ancor più certosino. Per i giovani, e non solo, il cake designer rappresenta un modo gustoso per sfondare nel mondo del lavoro. L’importante è avere voglia di fare e di mettersi in gioco.
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rials, from food to plastics if one wants to build the structure of the soon to be decorated cake. The shape of the cake, its complex composition have to astonish the buyers and show them that a cake can be more than a delicious dough. Once that the structure is conceived, we can go over the decoration with a obsessive attention for details because inaccuracy is not accepted. The more elaborate the decorations are the more the cake designer is skilled and the challenges seen at the Italian festival for cake designers are a glaring proof of it. A success without precedents for the most sugary meeting of the year, that has seen the work of real artists able of handling materials like dark chocolate, difficult to manipulate with dexterity but highly impressive and, obviously, the sugar paste. With it one can realize every kind of decoration, from animals to flowers, from the face of a baby to shoes and bags of the most trendy stylist. Therefore, initial investment equal to zero – if one rely on the internet - or minimum if one participates to a workshop or a seminar. Then everything will depend on one’s own skills and from the desire to amaze. The profit in this case is certain. Why? Simple, just ask. The price of a wedding cake of the less elaborate is around 400 euros, and it is going to raise if the request of the clients is particular. Not to speak about other themed cakes that request a more meticulous work. For young people, and not only them, the cake designer represents a tasteful way to make it big inside the working world. The important thing is to have the will to do and to get involved.
Varcare la soglia di Mare Nostrum è come trovarsi in un angolo di Sicilia, Puglia, Campania. Scegliete voi. L’ importante è prepararsi ad un gustoso tuffo nella cucina mediterranea, quella vera, genuina, rispettosa dei sapori autentici..
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COOKING THERAPY
[FOOD NEWS]
L ’ Eros è Servit o
È la cucina il luogo migliore per ritrovare il feeling di coppia, dove si riaccende la passione e dove “lui” può conquistare la sua dolce metà sbizzarrendosi tra colori e aromi dei cibi. La Cooking therapy diventa la ricetta sensuale per ristabilire il feeling nella coppia e per arrivare al cuore di “lei”. Altro che costosi regali, come gioielli e viaggi esotici. Adesso il feeling di coppia si ricostruisce tra pentole e fornelli. Secondo 7 esperti su 10, infatti, è la cucina il vero nido d’amore della coppia, dove lasciare libero sfogo a creatività e complicità. Per ritrovare l’armonia di coppia, quindi, gli esperti consigliano la Cooking Therapy. Un tempo si diceva che gli uomini andavano “presi per la gola”; oggi invece è il maschio a doversi cimentare tra i fornelli per riuscire a conquistare la propria partner, almeno secondo quanto sostiene il 52% dei sessuologi, psicologi e chef stellati interpellati. Attraverso la cucina e la preparazione di piatti semplici, genuini e gustosi, infatti, si riesce a stupirla (58%), a coinvolgerla in un gioco di seduzione (45%), si stimolano tutti i suoi sensi (37%). La casa, come luogo di conquista, batte quindi discoteche (37%) e località turistiche (34%), in quanto offre più intimità (65%), più tranquillità e dà più spazio al “gioco” (58%). Un trend confermato anche dai recenti dati Censis, dai quali emerge che, complice la crisi, gli italiani riscoprono il piacere di restare in casa e di preparare gustosi menù per parenti e amici soprattutto nei giorni festivi, durante i quali si raggiunge il record di oltre un’ora davanti ai fornelli (69 minuti). In casa, per il 73% degli esperti è la cucina il luogo più seduttivo, a condizione che a indossare il grembiule sia “lui”. E dagli esperti arriva il rituale della seduzione perfetta attraverso i fornelli e la preparazione di ricette semplici, ma gustose e capaci di far tornare il sereno nella coppia. È quanto emerge da uno studio del Polli Cooking Lab, l’osservatorio internazionale creato dall’omonima azienda italiana, condotto intervistando oltre 90 esperti tra sessuologi, chef stellati e psicologi, che hanno indagato in che modo il rapporto cibo-eros rivitalizza l’armonia di coppia. Quali sono gli ingredienti della seduzione? Secondo il 39% degli esperti, oggi come ieri alla base c’è l’inventiva e la novità, ma soprattutto la capacità di stupire (45%) e di coinvolgere il partner (36%), a cui si aggiungono elementi quali il romanticismo (25%). Ecco allora che le classiche strategie, dal mazzo di rose rosse alla serata in discoteca sembrano ormai “out”, banali, poco coinvolgenti e scarsamente “personali”. Molto più efficace un gesto semplice, come il cucinare per lei (messo in evidenza dal 52% degli intervistati). Il mettersi ai fornelli riesce, infatti, non solo a unire fattori come “l’elemento sorpresa” (58%), la voglia di “giocare” (45%), il “coinvolgimento dei sensi” (37%), ma consente anche di mettere in risalto la propria creatività (35%). Salotto e camera da letto? Banali, la seduzione scatta in cucina tra gli aromi e i colori di una cena romantica.
Non si tratta semplicemente di organizzare una romantica cenetta a due, secondo gli esperti la seduzione parte proprio dalla preparazione, da tutti i gesti che ne fanno parte e dallo stesso “luogo” dove ciò avviene. Se in passato i luoghi ideali per far sbocciare la passione di coppia erano le discoteche (37%), i bar (22%), i locali notturni (35%) o le località turistiche (34%), oggi, dunque, si preferisce la casa, che torna ad essere il centro di ogni gioco di seduzione (come evidenzia il 67% degli esperti). Cosa garantiscono in più le quattro mura domestiche? Per sessuologi, psicologi e chef la casa offre soprattutto intimità (65%), possibilità di esprimere se stessi (68%) e libertà di fare ciò che si vuole (61%), caratteristiche difficilmente riscontrabili in luoghi più affollati come la discoteca o i lounge bar. Le mura domestiche assicurano anche maggiore tranquillità (64%) e armonia (45%) tra i due partner. Dagli esperti del Polli Cooking Lab arrivano i consigli della Cooking Therapy per riaccendere la passione e ritrovare il feeling di coppia. La vera sorpresa, però, è che la passione e la seduzione si riaccendono in cucina, tra pentole, fornelli e cibi afrodisiaci. Il 73% la individua come “luogo della seduzione” più della classica camera da letto (51%) e del soggiorno (42%). I motivi? E’ in cucina che si concentrano stimoli e sensazioni in grado di risvegliare tutti i sensi (61%). Secondo gli esperti, infatti, la cucina è un vero e proprio luogo di “complicità” (57%) dove aumenta la voglia di giocare (43%) e di creare un dialogo, conoscendosi a fondo e confrontandosi (36%). Il tutto, naturalmente, se a condurre il gioco e diventare protagonista è l’uomo, che può così sorprenderla e dare libero sfogo alla sua creatività attraverso la preparazione di ricette semplici (68%), ma gustose (63%) e leggere (74%), in modo da non appesantire e rendere piacevole anche il post cena. In questo gioco di seduzione gli alleati sono tutti quegli elementi che contribuiscono ad affascinare i sensi della “lei”: dai sapori dei cibi (78%), ai colori delle pietanze (65%) passando per i loro profumi (55%), tutte cose che contribuiscono a creare un’esperienza multisensoriale che coinvolge i due partner e fa scoppiare la scintilla della passione. Ma quali sono i consigli e le regole della Cooking Therapy per ritrovare il benessere ed il feeling di coppia? Per sedurre il proprio partner, riscoprendo la passione affievolita a causa dei ritmi di vita caotici e dei numerosi impegni lavorativi, basta seguire le 5 regole d’oro della Cooking Therapy che permetteranno di ritrovare la complicità, a tavola come a letto.
LE REGOLE DELLA COOKING THERAPY 1. Acquistare insieme aiuta: la scelta del menù passa attraverso la spesa; se condivisa, crea affiatamento nella coppia. Basta scegliere prodotti genuini e leggeri che aiutano il metabolismo, facili sia da preparare che da consumare. 2. Cucinare con semplicità è un esperienza multisensoriale: la preparazione delle pietanze è una fase importante; toccando e manipolando gli alimenti, si stimolano i sensi e si accende la passione. Gli esperti consigliano di scegliere cibi freschi, colorati, prediligendo frutta e verdura. 3. Allestire la cucina e la tavola con gusto: occorrono pochi e semplici accorgimenti per rendere l’ambiente romantico e gradevole, attraverso tonalità calde sia nei colori sia nelle luci, e impreziosendo la tavola con piante e fiori aromatici, così da soddisfare vista e olfatto, due sensi fondamentali per trasmettere un senso di rilassatezza. 4. Scegliere la giusta colonna sonora: occorre scegliere un sottofondo musicale apprezzato da entrambi, o che richiami magari un episodio particolare della propria vita di coppia, capace di ricaricare l’energia e di creare la giusta atmosfera. Anche l’udito contribuisce a trasformare positivamente ogni esperienza. 5. Conquistarla, infine, a tavola: movenze e gestualità nella degustazione dei cibi, con semplicità e armonia, possono far scattare la scintilla tra i due partner, allo scopo di ritrovare il feeling e riaccendere la passione.
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Mangio
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[INVESTO FITNESS] by
poco e ingrasso lo stesso”
tanto e ingrasso,
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Andrea Scarpetta
uale può essere la spiegazione? Se non ci si allena, non vi è ragione che il corpo bruci più di quello che richiede la normale vita di relazione, di conseguenza l’eccesso di calorie viene trasformato in grasso. Se introduco più calorie del necessario, consumandone poche a causa della vita SEDENTARIA, in breve tempo provocherò un abbassamento del metabolismo basale, quindi, a farla breve, delle capacità del mio organismo di bruciare grassi e zuccheri. Un primo consiglio è di effettuare un costante e corretto esercizio fisico, consumando quantità di cibo proporzionate alle attività che si svolgono. Le famose diete ipocaloriche ottengono inizialmente una perdita di peso, ma questo ci tengo a farlo presente, è legato prevalentemente alla riduzione di acqua e di zuccheri nel tessuto cellulare, poichè si assumono pochi carboidrati totali. In realtà, quindi, non si tratta di un dimagrimento ma piuttosto di un deperimento causato dalla disidratazione. Le diete che diminuiscono drasticamente i cibi a base di carboidrati tolgono energia al cervello, al cuore e ai muscoli, allontanando dall’obiettivo SALUTE. In ultima analisi, se l’introito calorico giornaliero è costante, dopo qualche tempo il metabolismo si adatta e tende ad abbassarsi. Esemplificando quindi, quando il corpo si abitua a ricevere sempre le stesse quantità di nutrienti, tende, se non li utilizza, a trasformarli in grasso, anche se sono pochi. Il metabolismo in questo caso si abbassa, perchè il corpo (per un condizionamento organico derivato alla specie umana delle epoche passate) si prepara ad affrontare tempi di “carestia” e si preserva dalla consunzione.
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hat is the explanation? If one does not work out, there is no need for the body to burn more than what a normal life requires, consequently the excess calories get transformed into fat. If I ingest more calories than necessary, consuming just a few of them because of a SEDENTARY life, in a while I will cause a drop in my basal metabolism, so, in short, a drop of the skills of my system to burn fat and sugar. A first advice is to keep a constant and correct training, consuming quantity of food adequate to the performed activities. The famous low-calories diets obtain in the beginning a weight loss, but it is important to underline that this is mostly bound to water and sugar reduction in the cellular tissue, because a few carbohydrates are ingested. Actually, it is not a weight loss but instead a deterioration cause by dehydration. Diets that drastically cut carbs food take away energy for the brain, heart and muscles, pushing away the HEALTH goal. In the final analysis, if the daily caloric income is constant, after some time the metabolism adapts and tends to lower. So to exemplify, when the body gets used to receive always the same nutritional quantities, it tends, if one does not use them, to transform them in fat, even if not many. Metabolism in this case lowers, because the body (for an organic influence derived from human species of ancient times) prepares itself to face times of “famine” and it preserves from consumption.
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INVESTO FITNESS
Andrea Scarpetta: The Dandy Fitness Man Photo by: www.thefashionist.se
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INVESTO FITNESS
rucchi per sbloccare il nostro met abolismo”
“Semplici T
1 - Alternare i carboidrati durante la settimana (un giorno ne assumo di più e uno di meno); in questo modo il corpo non blocca il metabolismo perchè quando riceve calorie in eccesso non le risparmia, quando ne riceve in difetto, sapendo che poi ne avrà nuovamente in abbondanza, non si adatta e di conseguenza il metabolismo rimane alto. 2 - Preferire abitualmente combinazioni di nutrienti a basso indice glicemico e ricchi di fibre che ingannano lo stomaco dando un senso di pienezza e spazzando i residui intestinali. 3 - Evitare le abbuffate, ma fare spesso piccoli pasti (cinque al giorno). L’abbondanza dei pasti scatena un picco insulinico, aumenta cioè la produzione di un ormone chiamato insulina che determina la trasformazione degli alimenti in grasso. 4 - Una moderata quantità di grassi buoni è indispensabile alla struttura delle cellule e alla produzione ormonale, quindi alla salute dell’organismo. 5 - Concedersi un giorno la settimana per trasgredire, per “ingannare” il metabolismo e non abituarlo ad uno stesso standard. 6 - Bere anche quando non si ha sete. Chi riduce il supporto idrico ottiene come primo effetto la ritenzione idrica. Soprattutto le donne (solitamente predisposte) dovrebbe prestarvi attenzione. In ultima analisi: di metodi ce ne saranno un milione e anche più, ma i principi sono pochi.
1 - Alternate carbohydrates during the week (one day eat more carbs, one day less); in this way the body does not block the metabolism because when it receives excess calories does not save them, when it receives in defect, knowing that then it will have them in abundance, it does not adapt and the metabolism remains high. 2 - Usually prefer combinations of nutrients with low glycemic index and high in fiber, to fool the stomach with a feeling of satiety and wipe out intestinal residues. 3 - Avoid binge eating, but eat often small meals (five per day). Eating often produces an insulin peak, that is to say, it increases the production of a hormone called insulin which determines the transformation of food into fat. 4 - A moderate amount of good fats is indispensable for the cells structure and hormonal production, therefore for the health of the body 5 - Allow a day of the week to disobey, to “trick” the metabolism and not to let it get used to a same standard. 6 - Drink even when you are not thirsty. Who reduces the water intake obtains as first consequence water retention. Women most of all (generally predisposed) should pay attention. In final analysis: there will be a million more methods, but the principles are few.
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INVESTO FITNESS
“Chi afferra i princìpi è perfettamente in grado di scegliersi i metodi.“ RALPH WALDO EMERSON.
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INVESTO FITNESS
“I Princìpi
sono pochi” di Gian Piero Pescarmona
SPECIALE FITNESS
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INVESTO FITNESS
E’ vero i principi sono pochi, però bisogna conoscerli ed essere in grado di utilizzarli per capire se stessi.
L’ambiente esterno
Il primo, quello da cui deriva tutto, e’ che noi viviamo in un mondo in cui il sole ci regala tutti i giorni una quantità enorme ma non infinita di energia. Le piante attraverso la fotosintesi sono in grado di rifornirci di ossigeno in funzione di quanta energia solare assorbono e al tempo stesso di sintetizzare molecole nutritive per noi e per gli erbivori. Noi mangiamo di tutto e in parte lo utilizziamo per rinnovare le nostre molecole in parte lo bruciamo con l’ossigeno per ricavarne energia. Questo va tenuto in mente sempre perché un ambiente con poche piante o troppe auto che consumano ossigeno porta ad una riduzione del consumo dei nutrienti con maggiore stanchezza e aumento di peso a parità di dieta (quello che non brucio da qualche parte lo devo mettere).
L’ambiente interno
E’ facile dire introduco cibo e ossigeno in quantità corretta e sono a posto. L’ossigeno nell’aria non dipende da noi e anche il cibo non è più quello di una volta. E poi io posso ridurre i grassi, i carboidrati, le proteine, ma cosa ne so dei micronutrienti contenuti nei cibi che io sto riducendo di quantità, saranno ancora sufficienti? A cosa mi servono i micronutrienti? Alcuni a far funzionare la macchina che brucia ossigeno e produce ATP (la nostra energia) altri a funzioni più complesse (sistema immunitario, ormoni etc). Quelli che servono a far bruciare grassi e carboidrati e a produrre energia sono fondamentalmente rame, zinco, ferro e alcune vitamine del gruppo B. L’uso di pentole o paioli industriali a base di questi metalli ci forniva una quantità di metalli adeguata. L’acciaio inossidabile, la fibra di vetro, la ceramica sono perfettamente stabili e igienici, ma i nostri cibi sono più poveri di micronutrienti. La riduzione della quantità assoluta di cibo come terapia per l’eccesso di peso genera carenze di micronutrienti se non accompagnata dall’uso di integratori vitaminico/minerali adeguati. Ci sono poi tutta una serie di vincoli metabolici che non possono essere superati: 1. i grassi bruciano solo in presenza di una adeguata quantità di glucosio – una eccessiva riduzione di carboidrati rende impossibile la riduzione della massa grassa 2. il cervello usa solo glucosio come nutrimento e per farlo entrare nelle cellule occorre sodio. Quante persone fanno una dieta iposodica e con pochi carboidrati? Che ne è dei loro neuroni centrali (come va l’umore?) e quelli periferici (quanti dolori in più?)
La circolazione
Esiste poi il problema del trasporto di ossigeno e nutrimento ai tessuti. In teoria tutte le volte che un tessuto ha bisogno di lavorare dovrebbe aumentare il flusso di sangue nella zona interessata. Ma questo aumento di flusso e’ mediato da due molecole Ossido Nitrico (NO) e acetilcolina. Non e’ che tutti ne hanno a disposizione la stessa quantità; fattori genetici, ormonali e dietetici ne condizionano la disponibilità- così come anche l’esercizio fisico. Più flusso di sangue in un tessuto, più salute e più energia.
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INVESTO FITNESS INVESTOwoman Conclusione
La prima cosa che bisogna avere in mente quando si e’ di fronte ad una dieta e’ che una restrizione pura e semplice e’ non solo inutile ma anche dannosa. Anche la famosa frase: la restrizione calorica allunga la vita e’ fuorviante. Leggendo il lavoro originale (sui topi) dice che una riduzione dei carboidrati del 30% e dei grassi del 40% allunga la vita del 10% ma la dieta comprende anche un raddoppio di proteine e di micronutrienti, ma questo nel titolo e nelle repliche giornalistiche non è mai citato. Per cui, come sempre la soluzione e’ complessa e necessariamente personalizzata. Un mix di attività fisica, restrizione calorica, distribuzione del cibo in più pasti, integrazione con micronutrienti, può portare a ottimi risultati ma solo se la persona è in grado di valutare in maniera critica l’effetto sul proprio corpo dei vari interventi. E questo tipo di autovalutazione non può essere sostituito da nessun manuale, medico o personal trainer per bravo che sia. Prof. Gian Piero Pescarmona Ordinario di Biochimica Clinica, Università di Torino
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It is true, the principles are few, but we need to know them and be able to use them to understand ourselves.
External environment
The first thing to remember, from where everything starts, is the fact that we live in a world in which the sun gives us every day a huge quantity of energy, but not infinite. Plants through photosynthesis are able to provide us with oxygen related to how much solar energy they absorb, and at the same time to synthesize nutritious molecules for us and for the herbivores. We eat everything and part of it is used to renew our molecules, in part we burn oxygen to obtain energy out of it. This must be kept in mind because an environment with few plants or too many cars consuming oxygen leads to a reduction in the consumption of nutrients with increased fatigue and weight gain for the same diet (I have to put somewhere what I do not burn).
Internal environment
It is easy to say “I ingest food and oxygen in the right amount and I’m ok”. Oxygen in the air does not depend on us and even food is no longer what it once was. And then I can reduce fat, carbs, proteins, but what do I really know about micronutrients contained in food that I am reducing, will they still be enough? What is the use of micronutrients? Some to run the machine that burns oxygen and produces ATP (our energy), others to work more complex functions (immune system, hormones etc.). Those who are needed to burn fat and carbohydrates and produce energy are basically copper, zinc, iron and some B group vitamins. The use of industrial pots or kettles made of these metals gave us an adequate amount of metals. Stainless steel, fiberglass and ceramics are perfectly stable and hygienic, but our food is poor in micronutrients. Reducing the quantity of food as a therapy against overweighting generates deficiencies in micronutrients if not accompanied by the use of adequate vitamin/mineral supplements.
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There are then a variety of metabolic bonds that cannot be ignored: 1. fat burns just in presence of an adequate amount of glucose – an excessive reduction of carbohydrates makes it impossible to reduce body fat percentage 2. brain uses just glucose as nutriment and to let it enters inside the cells sodium is needed. How many people follow a low-salt diet with few carbs? What about their central neurons (How is the mood?) and peripheral (how much surplus pain?)
The blood circulation
Then there is the problem with transporting oxygen and nutriment to tissues. In theory, all the times that a tissue needs to work there should be an increase of blood flux in the interested area. But this increase of flow is mediated by two molecules: Nitric Oxide (NO) and acetylcholine. Not everyone have access to the same amount: genetic, hormonal and dietary factors influence its availability – the same happens with physical exercise. More blood flux in a tissue means more health and energy.
Conclusion
The first thing to remember when one is going to cope with a diet, is that a pure and simple limitation is not only useless but damaging too. Even the famous sentence: “caloric restriction extends life” is misleading. Reading the original work (on mice) it says that a 30% carbs reduction and a 40% carbs reduction extends life of the 10% but the diet comprehends even the doubling of proteins and micronutrients, but this fact is never quoted in headlines or news reports. So, as always, the solution is complex but necessarily customized. A mix of sport training, caloric restriction, food distribution in more meals, integration by supplements, can lead to excellent results but only if the person is able to assess with criticism the effect of the different interventions on their own body. And this kind of self-assessment cannot be replaced with any handbook, doctor or personal trainer even if incredibly good
www.hometraining.it/
PUBBLICITÀ La storia
La prima società di personal training nazionale nasce nel 1985 da un idea del Dr. Luciano Gemello, docente di personal training al SUISM di Torino e attuale presidente della società. PHT diventa in poco tempo, grazie ai numerosi corsi di formazione e ad un prestigioso portafoglio clienti, leader del personal training italiano. Nel 2000 viene inaugurato il primo PHT Health Corporate Nazionale all’interno dell’azienda Robe Di Kappa a Torino. Negli anni successivi, grazie anche alla supervisione del Dr. Lafdaigui nasce il team di professionisti che quotidianamente dà lustro alla nostra società e che oggi rende Palestre Torino il miglior circuito Piemontese di Health Club.
Mission
Il settore del fitness vede un continuo incremento di consumatori di anno in anno. La filosofia di molte aziende del settore è quella di creare un gran passaggio di clientela lasciando cadere in secondo piano la qualità. Per PHT la qualità del servizio è la cosa più importante e per questo motivo si avvale di un team di trainer scelti tra i migliori laureati SUISM. Ogni trainer PHT inoltre,dopo il percorso universitario, riceve un’ulteriore formazione specifica dal Dr. Gemello e dal Dr. Lafdaigui, rispettivamente docente e assistente alla cattedra di Personal Training dell’università di Scienze Motorie, ottenendo così tutte le competenze necessarie al perseguimento di qualsiasi obiettivo si voglia raggiungere. Un’altra punta di diamante del metodo PHT è la stretta collaborazione con un team di medici specializzati come fisioterapisti, nutrizionisti e massaggiatori in grado di supportare l’operato dei nostri trainer per il raggiungimento della miglior forma fisica possibile senza lasciare nulla al caso. Ogni passo verso il benessere è per noi un fantastico traguardo, ma anche un nuovo punto di partenza. La destinazione la sceglieremo insieme. I nostri PHT Point * Palestre Torino - Via Assarotti 16 * Palestre Torino - Viale Ceppi 5 ( Parco del Valentino ) * Palestre Torino - Via Braccini 1 * Palestre Torino - Via Nizza 262 * Palestre Torino - Via Duchessa Jolanda 3 * Polo Club Torino - Via Olimpia 2, Nichelino, (TO) * Circolo Canottieri Esperia - Corso Moncalieri 2 * Basic Village Robe di Kappa - Corso Regio Parco 39
Barolo... Vino
[INVESTO WINE] by
Pietro Diana
“Gagliardo”
S
i fa presto a dire: il Barolo come biglietto da visita di un territorio, di una regione e di una nazione intera. E’ una bella formula, buona per uno slogan. Ma poi ci va chi davvero si rimbocca le maniche, prende una serie di aerei, incontra persone, vede volti, stringe mani, parla lingue diverse e, di fatto, si “sbatte” per far sì che uno dei simboli dell’enologia nostrana sia conosciuto, apprezzato e spesso invidiato ai quattro angoli della Terra. C’è chi sale sul carro del vincitore e c’è chi invece ha tracciato la strada e l’ha asfaltata prima ancora che gli altri conoscessero la destinazione. All’appello risponde senza dubbio “presente” la Gianni Gagliardo, azienda vitivinicola cuneese arrivata ormai alla terza generazione, che può a buon diritto appuntarsi al petto la medaglia di pioniere
I
t is easy to say: Barolo wine as the business card of a territory, of a region or an entire nation. It is a nice form, good for a slogan. But then is needed who really rolls up his sleeves, gets on several planes, meets people, sees faces, shakes hands, speaks different languages and, de facto, works hard so that one of the symbols of our local enology is known, appreciated and often envied in the four corners of the Earth. There is who jumps into the bandwagon and who planned and paved the road even before the others knew the destination. Who responds “present” to the call, without a doubt, is Gianni Gagliardo, an wine-growing and wine-producing company from Cuneo arrived now at its third generation, that can pin in its chest the
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dei nuovi mercati. Per farsi un’idea: loro, a Hong Kong e dintorni, dove oggi trovi la fila dei promotori, ci andavano già negli anni Ottanta. Un vantaggio abissale. E oggi continuano con questa strategia: se le strade “tradizionali” verso Oriente oggi sono intasate, tipo tangenziale a Ferragosto, loro si distinguono ancora una volta e puntano a sedurre l’Indocina. Dal Vietnam alla Cambogia, ecco la nuova frontiera. “Più che sedurre – spiega Stefano Gagliardo, protagonista dell’ultima missione in quei territori ed esponente della terza generazione dell’azienda – noi puntiamo innanzitutto a educare, a diffondere la conoscenza di un prodotto come il Barolo. Diciamo che fare da precursori in certi mercati è nel nostro Dna”. Insomma, un investimento sotto diversi punti di vista: economico, certo, ma anche culturale. “Laggiù la classe media è ancora piuttosto ridotta, ecco perché - in attesa che emerga - noi ci rivolgiamo a una fascia di consumatori più alta. Il mercato, infatti, è attento e curioso. Con uno spiccato rispetto verso le produzioni italiane di qualità, non siamo più considerati i cugini poveri dei francesi. Ma il vino non fa ancora pienamente parte della loro cultura, lo vedono come uno status symbol. Ma è normale trovare situazioni ancora acerbe, quando si esplorano nuovi mercati. Noi facciamo soprattutto un lavoro di educazione, raccontando le caratteristiche del vino, ma anche il territo-
medal for pioneer of new markets. To give an idea: in Hong Kong and surroundings, where now there is a line of promoters, they were already going in the 80’s. A vast advantage. And today they keep on with this strategy: if the “traditional” ways toward the East are now jammed, like the beltway in mid-August, they distinguish once more and aim to seduce Indochina. From Vietnam to Cambodia, there lies the new frontier. “More than seducing – explains Stefano Gagliardo, protagonist of the last mission in those territories and representative of the enterprise’s third generation – we aim, first of all, at educating, at spreading the knowledge of a product like Barolo wine. Let’s say that being the forerunner in certain markets is in our DNA”. So, an investment under different point of views: economic, of course, but cultural too. “Over there the middle class is still very restricted, this is why – while waiting for it to emerge – we address to a higher range of customers. The market, as a matter of fact, is watchful and curious. With a strong respect for Italian quality productions, we are no more considered the French’s poor cousins. But the wine is still not entirely part of their culture, they see it as a status symbol. But it is common to find immature situations when one explores new markets. We mostly do a work of education, describing not only the wine characteristics, but even the territory, the traditions and so on. As the French did, we sow to create a demand”. The risk, from a certain point of view, is to work for other people too, that when will notice the potentiality of new markets will find the road completely paved. “Never mind. We hope for them to do the same somewhere else.
Gianni Gagliardo
Azienda vitivinicola cuneese arrivata ormai alla terza generazione...
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INVESTO WINE
rio, le tradizioni e così via. Come hanno fatto i francesi, seminiamo per creare una domanda”. Il rischio, da un certo punto di vista, è di fare il lavoro anche per gli altri, che quando si accorgeranno delle potenzialità dei nuovi mercati troveranno la strada spianata. “Pazienza. Confidiamo che gli altri facciano lo stesso altrove. E soprattutto puntiamo sul gioco di squadra, come le collaborazioni che stiamo mettendo in atto con l’Accademia del Barolo, insieme ad altre 14 aziende produttrici di altissima qualità. Non parliamo ancora di grandi numeri. Ma il futuro è lì”. Il passato, d’altra parte, testimonia a favore di questa strategia. “Vent’anni fa andavamo in Sudamerica, dal Brasile al Venezuela al Messico. Ora ci vanno tutti, mentre all’epoca ci dovevamo confrontare con Paesi in cui il consumo pro capite non superava la lattina da 33 centilitri a testa. Mio padre andava negli anni Ottanta in Oriente, a gettare i ponti verso quello che è ormai un mercato maturo e dalle grandi potenzialità”. E il futuro? Indocina a parte (e con una presenza in 50 Paesi, in cui esportano l’85% della loro produzione) l’azienda di La Morra punta a riscoprire le radici: “Dopo anni di lavoro abbiamo ottenuto un nuovo barolo, che porterà proprio il nome Gianni Gagliardo, che ricorda i sapori degli anni Settanta. All’epoca i gusti erano delicati e raffinati, mentre negli anni a seguire si è puntato più sulla forza e la potenza del sapore. Siamo ormai alla terza annata di produzione e ci puntiamo con convinzione”. Perché il Barolo, come tutte le cose pregiate, alla fine è questione di tempo: saperlo anticipare, ma anche saperlo recuperare.
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And most of all we aim at the team-play, such as the cooperation that we are starting with the Academy of Barolo, together with other 14 high quality producers enterprises. We are not talking about big numbers yet. But the future is there”. The past, on the other hand, witnesses in favor of this strategy. “Twenty years ago we went to South America, from Brazil to Venezuela and Mexico. Now everybody is going there, while at that time we had to confront with countries where the consumption didn’t exceed the 33 centiliters can per person. My father used to go in the 80’s in the East, to create bridges toward what is now a mature market and full of potentiality”. What about the future? Indochina aside (with a presence in 50 Countries, in which they export the 85% of their production) the La Morra company aims to rediscover their roots: “After years of working we achieved a new Barolo, that is going to have the name of Gianni Gagliardo, to remind the 70’s flavors. At that time the taste was delicate and sophisticated, while during the following years we concentrated more on the strength and power of the flavor. We are now at the third year of production and we are strongly convinced about it”. Because the Barolo, like all the fine things, in the end is a matter of time: knowing how to anticipate it, but how to make up for the lost time too.
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t e e w S “Urbees”
[INVESTO HONEY] by
Francesco Papa
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’è una splendida idea che ronza nella testa di chi, in tempi difficili come questi, ha deciso di trovare una nuova strada lavorativa, inventarsi un lavoro e, in un certo senso, investire su se stesso. E ci ronza non solo in senso figurato: da Torino al resto d’Italia, infatti, si sta diffondendo la passione per l’apicoltura urbana. Proprio così: attraverso lo stesso filone che ha visto nascere nelle grandi metropoli orti e giardini “di città” sta arrivando questa nuova tendenza, che mescola una forte dose di curiosità, passione e voglia di sperimentare. Alfiere di questo nuovo
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here is a wonderful idea that is buzzing inside the head of those who, in difficult times like these, have decided to find a new way to work, inventing a job and, in a way, invest in themselves. And it buzzes not only figuratively: from Turin to the rest of Italy, as a matter of fact, is spreading the fascination for urban beekeeping. Exactly: following the same current that has seen, in big metropolis, the birth of orchards and “city” gardens, it is reaching this new trend that mixes a big amount of curiosity, passion and will to experiment. Captain of this new way of enterprising is Antonio Barletta, the
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invesTO HONEY
Sweet e e B modo di fare impresa è Antonio Barletta, referente del progetto UrBees. Un’iniziativa che vanta parentele e radici anche in molte altre parti del mondo. “Tutti sono convinti che l’apicoltura urbana sia nata a Melbourne, ma non è così – spiega Barletta – visto che sono decisamente precedenti le esperienze che coinvolgono Parigi, New York e Londra. In Inghilterra, addirittura, ci sono oltre 10000 alveari in città, costantemente monitorati e curati dagli addetti alla salute pubblica”. E ora, dopo questo giro del mondo, anche l’Italia si prepara all’invasione. Pacifica, si intende. E soprattutto buona e che fa bene. “Il luogo comune vuole le città come luoghi inquinati, poco adatti ad allevare api e coltivare miele – dice ancora Barletta – ma in realtà ci sono campagne in cui le api subiscono vere e proprie stragi, morie legate all’uso indiscriminato di determinate sostanze per l’agricoltura intensiva“. Ecco, quindi, che per sopravvivere sono le api stesse a migrare a sciami verso le metropoli, dove alla fine dei conti trovano condizioni più adatte per riprodursi, creare miele e, non meno importante, procedere con l’attività di impollinazione. “Un aspetto fondamentale, visto che circa il 74% di ciò che mangiamo proviene dall’attività di impollinazione delle api”, dice ancora Barletta. Ma sbaglia
project coordinator of UrBees. An initiative that praises links and roots in many other parts of the world. “Everyone is convinced that beekeeping was born in Melbourne, but it is false – explains Barletta – considering that there are previous experiences in Paris, New York and London. In England there are 10000 beehives in the city that are constantly monitored and attended by health officials.” And now, after this trip around the world, Italy also is preparing for the invasion. Peacefully of course. And most of all good and healthy. “The common saying wants the city to be polluted, not suitable for beekeeping and honey production – says again Barletta – but in reality there are countryside where the bees are subjected to a true massacre, deaths linked to the indiscriminate use of certain substances for intensive agriculture”. So, to survive, the bees are forced to migrate towards metropolis, where in the end they find better condition to breed, create honey and, not less important, proceed with pollination. “An important aspect, considering that around the 74% of what we eat comes from the bees pollination activity”, says Barletta. But it is wrong to think that becoming a urban beekeeper is a job for large spaces, big numbers, huge sizes. “One can start with one or two beehives. The important thing is being aware and well informed about what
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MAURIZIO GANASSIN
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chi pensa che, diventare apicoltore in città, sia mestiere da grandi spazi, grandi numeri, dimensioni enormi. “Si può cominciare anche con uno o due arnie. L’importante è essere consapevoli e informati su quello che si sta per fare. Ci sono corsi specifici per imparare tutto sulle api, le loro abitudini, i loro comportamenti e il loro modo di comunicare. Senza questo e senza una buona dose di passione, non può funzionare”. In termini di budget, poi, il conto è presto fatto: un nucleo di api non costa più di 80/100 euro, mentre una singola arnia può arrivare al massimo a costare 200 euro, comprendendo l’attrezzatura minima, dai guanti alla tuta e così via. Poi c’è il miele: per raccoglierlo esistono strumenti di complessità variabile. Diciamo che una spesa media si aggira sui 400 euro. Ma si trovano anche opportunità a meno. Con un accorgimento: qui si tratta di api, insetti che volano, non vacche da latte. Non proprio un dettaglio e non certo per i motivi che vi possono essere venuti in mente ne-
is going to happen. There are specific courses to learn everything about the bees, their habits, their behavior, and their way to communicate. Without this and without a good amount of passion, it cannot work”. In terms of budget, then, the calculation is easy to do: a nucleus of bees costs around 80/100 euro, while a single hive can reach the maximum cost of 200 euro, including the minimum equipment, from gloves to the coveralls and so on. Then there is the honey: to collect it there are tools with different complexity. Let’s say that the average expense is around 400 euros. But one can find opportunities for a lesser price. With a trick: we are talking about bees, flying insects, not milk cows. This is not a small detail and for sure not for the reasons that may have come to your mind in the last seconds. “A swarm does not belong to anyone – warns Barletta -. If it flies away and doesn’t come back, there is no way to claim it back. It becomes the
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mest ieri
E’ giusto riscoprire che rischiano di essere dimenticati... gli ultimi secondi. “Uno sciame d’api non appartiene a nessuno – ammonisce Barletta -. Se vola via e non torna più, non c’è modo di reclamarlo. Diventa di proprietà di chi lo trova. Lo si può inseguire, pur senza recare danno a nessun privato, ma in definitiva non diventerà mai un bene vostro per sempre. In ogni caso, anche a questo serve conoscere questo tipo di insetti e le loro caratteristiche. Anche per smontare quello stereotipo che parla di api solo per il miele o per le punture letali”. Ecco, questo è un altro tasto dolente, vittima di numerosi luoghi comuni. “L’ape è inoffensiva, sono piuttosto le vespe a essere carnivore e pungere facilmente, mentre le api sono erbivore e interessate solo ai fiori”, spiega Barletta. Fiori, ma non solo. “Parlare di apicoltura urbana fa storcere il naso, perché si pensa che il miele debba essere prodotto solo con fiori di campagna o altre rarità biologiche. Invece ogni tipo di vegetazione, compresa quella metropolitana, ha le sue caratteristiche uniche e inimitabili. Così come i mieli che si possono ottenere”. L’idea, intanto, tra un ronzio e un passaparola, prende piede. “Sono soprattutto i giovani a puntarci, con passione e voglia di tornare all’agricoltura in senso lato. D’altra parte, in tempi di crisi come questi, è giusto riscoprire mestieri che rischiano di essere dimenticati”. E che rimangono preziosi.
property of whoever finds it. One can chase it, without harming any private citizen, but ultimately it won’t become a good of yours forever. In any case this also is useful to know this type of insects and their characteristics. Also to deflate the stereotype that describes bees just for making honey or deadly stings.” Here, this is another sore point, victim of numerous clichés. “The bee is harmless, instead wasps are carnivores and they sting easily, while bees are herbivores and exclusively interested in flowers”, Barletta explains. Not only flowers, though. “Talking about urban beekeeping turns up the nose, because we think that the honey must be produced only with country flowers or others biological rarities. Instead every type of vegetation, including the metropolitan, has its unique and inimitable characteristics. Just like the honeys that are obtained”. The idea, in the meantime, from one buzzing to a word of mouth, is taking off. “The young people are mostly investing on it, with fascination and the will to go back to agriculture, broadly speaking. On the other hand, in these times of crisis, it is absolutely right to rediscover crafts that risk to be forgotten”. And that remain precious.
...E che rimangono 112 INVESTO MAGAZINE
Preziosi
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CBM Italia Onlus è un’Organizzazione Non Governativa (ONG), la cui finalità è sconfiggere le forme evitabili di cecità e di disabilità fisica e mentale nei Paesi in via di Sviluppo, senza distinzione di razza, sesso e religione. A tale scopo CBM Italia idea e attua programmi e progetti di prevenzione e cura; informa e sensibilizza l’opinione pubblica sulle condizioni di vita delle persone cieche e disabili, coinvolgendo la comunità nazionale e internazionale nella lotta alla cecità e alle altre disabilità evitabili nei Paesi in Via di Sviluppo. CBM Italia è membro di CBM International, organizzazione apolitica e senza scopo di lucro, attiva dal 1908 e, dal 1989, è riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come organizzazione professionale nella prevenzione e cura della cecità e come partner nella lotta contro la cecità prevenibile e curabile e la sordità. CBM è, oggi, una rete mondiale costituita da 10 associazioni nazionali (Australia, Canada, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia,Kenya, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Svizzera). Nel 2010 CBM ha sostenuto 803 progetti in 89 Paesi tra i più poveri del mondo e ha assistito 25 milioni di persone.
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Ferret t i: Ferrari da mare... by
Patrizia Caridi
d’amare! o meglio
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olitamente, si dice Salone Nautico di Genova e subito si pensa ad una descrizione fatta da numeri , da cifre che danno immediatamente un’idea della consistenza dell’esposizione: il numero degli espositori (900) , il numero delle imbarcazioni esposte (1400), il numero dei visitatori (176.280 a cui si aggiungono 4.000 bambini fino a 10 anni), il giro d’affari, i metri dell’imbarcazione più lunga e così via. Anche se tutto ciò sarebbe ed è nel pieno stile e nel pieno interesse di Investomagazine , questa volta farò che raccontarvi un salone ( a discapito delle crisi di cui tanto si riempiono la bocca e le pagine alcuni colleghi) fatto di alta tecnologia , Lusso e Comfort che ancora oggi riescono a far sognare grandi e piccini e a soddisfare quelle persone che i sogni presentati al 52° salone nautico di Genova possono viverli. Nonostante tutto mi affido ancora ai numeri per descrivervi un sogno in modo particolare che ho avuto l’occasione di vivere in una giornata di sole genovese (generosa sotto quel punto di vista) grazie al Gruppo Ferretti tra i leader mondiali nella progettazio-
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sually when one says Genoa Boat Show suddenly we think about a description made by numbers and prices that immediately give an idea of the consistency of the exposition: the number of the expositors (900), the number of the boats shown (1400), the number of visitors (176.280 in addition to 4000 children up to 10 years old), the turnover, the meters of the longest boat and so on. Even if all this is in the full interest and style of Investomagazine, this time I will tell you about an exhibition (to the detriment of the so-talkedabout crisis by the media) made of high-tech, luxury and comfort and that still today can make adults and children dream and satisfy those who can live the dreams shown at the 52nd Genoa Boat Show. Despite of everything I rely on numbers to describe a dream that I had the chance to live during a day of sun in Genoa (generous from that point of view), thanks to the Ferretti Group, leader company in designing, construction and marketing of motor-yacht and with a unique portfolio regarding prestigious brands,
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INVESTO LUXURY
ne, costruzione e commercializzazione di motor yacht, con un portafoglio unico di prestigiosi brand, tra i più esclusivi della nautica mondiale. Il Nuovo modello fattomi visitare da Ferretti è l’870 , oltre 26 metri e mezzo di pura eleganza sportiva , ricca di comfort ̀ e massimo sfruttamento degli spazi a bordo che rinnova la gamma delle “grandi” Ferretti Yachts. Ferretti 870 è, come sempre, frutto della stretta collaborazione tra lo Studio Zuccon International Project insieme all’AYT - Advanced Yacht Technology, il centro di ricerca e progettazione navale del Gruppo Ferretti e il team di architetti e designer del Centro Stile Ferrettigroup. Preservando alcune delle caratteristiche più apprezzate dei suoi predecessori, Ferretti 870 presenta numerose soluzioni innovative a livello di design. Sulla nuova imbarcazione sono presenti, infatti, il cupolino di colore bronzo sopra la plancia di
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among the most exclusive of worldwide boating. The new model that I had the pleasure to visit is the 870: over 26 and an half meters of pure sporting elegance, enriched with comforts and with the greatest use of space on board. Ferretti 870 is, as always, the result of the close cooperation between the Studio Zuccon International Project and the AYT – Advanced Yacht Technology -, so between the research and design naval center of Ferretti Group and the team of architects and designers of Ferrettigroup Style Center. Preserving some of the most appreciated characteristics of the previous models, Ferretti 870 presents many innovative solution about the design. On the new boat we can find the bronzed careening upon the bridge (an element already appreciated on the latest Ferretti 800) and the application of big glass surfaces along the main deck and on the
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comando, elemento già molto apprezzato sul recente Ferretti 800, e l’applicazione di grandi superfici vetrate lungo tutto il ponte principale e nello scafo, all’altezza delle cabine. In particolare, alla coppia di finestre open view in cabina armatoriale si aggiungono grandi finestre con oblò apribili per le cabine ospiti, e la doppia finestratura della vip, a estrema prua. Per un effetto di luminosità interna straordinaria e una vista esterna davvero ampia. Non solo notevolmente aumentata, ma anche rinnovata nello stile, è la superficie vetrata del ponte principale, grazie a un ribasso in falchetta all’altezza della zona pranzo e all’allungamento fino a poppa. Questa soluzione, tipica di imbarcazioni dalle maggiori dimensioni, contribuisce a dare un senso di continuità alla linea esterna e ad allungare anche esteticamente il profilo dell’imbarcazione. La cui vista, nel complesso, risulta caratterizzata da grande leggerezza, eleganza e sportività.
hull at cabin height. In particular, to the open view pair of windows in the master cabin we can add the big windows with openable porthole for the guests cabin and the double windows of the VIP cabin, on the extreme prow; everything for an extraordinary internal brightness effect and a wide external view. Not only considerably increased, but even renovated in style, it is the glass surface of the main deck, thanks to a decrease of the gunwale at the height of the dining area and the lengthening up to prow. This solution, typical of bigger boats, helps to give a sense of continuity to the exterior line and to stretch aesthetically the boat outline which view, in its whole, appears characterized by lightness, elegance and casual style; all this thanks to what has become a distinctive element of some Ferretti Yachts models: the three glass windows in the shape of “shark gills” that separates the hall windows INVESTO MAGAZINE
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Anche grazie a un elemento ormai distintivo di alcuni modelli Ferretti Yachts: le tre vetrate “a branchie di squalo” che separano la finestratura del salone da quella all’altezza della plancia di comando. In quanto persona che ha realizzato da poco il “Restyling” del suo appartamento cittadino non ho potuto fare a meno di rimanere affascinata da un’elegante essenza rovere naturale tinto noce, ripresa anche in alcuni particolari del decoro interno che caratterizzano l’F870 e che mi hanno dato subito la sensazione di essere a casa. Sensazione confermata nel momento in cui scendendo in sottocoperta ho avuto modo di notare le splendide cabine (alias camere da letto per i non addetti ai lavori – di cui 3 matrimoniali e una quarta con letti singoli affiancati) sapientemente arredate di ogni comfort e dotate tutte di bagno privato e box doccia separato. Siccome costretta da una deontologia professionale per rispetto al Gruppo Ferretti che mi ha concesso di salire a bordo e per soddisfare la curiosità de-
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Ferretti F870 from the one at bridge height. I recently realized the “restyling” of my city apartment and for this reason I could not help but being intrigued by an elegant natural oak essence, noticed even in some details of the intern decoration that characterize the F870 and that immediately gave me the feeling of being home. A feeling that I confirmed the moment when, descending the low deck, I had the chance to appreciate the wonderful cabins (aka bedrooms for nonexperts, three of which are doubles and a forth cabin with single beds side by side) wisely furnished with every comfort and all equipped with private bathroom and separate shower. I consider necessary a digression dedicated to the en-
INVESTO LUXURY gli esperti di settore dovrò dedicare una parentesi oltre che al mero Design anche alle prestazioni che l’F870 è in grado di offrire ai potenziali acquirenti. Per quanto riguarda le prestazioni, il nuovo Ferretti 870 è dotato di due motori MTU 12V 2000 M94 dalla potenza di 1948 mhp a 2450 giri/min. Questa motorizzazione permette di raggiungere una velocità di crociera di 27 nodi e una velocità massima di 30,5 nodi. A questa andatura, l’imbarcazione ha un’autonomia di 300 miglia nautiche. Autonomia che sale a 358 miglia nautiche alla velocità di crociera. Nella versione con Hard Top, Ferretti 870 raggiunge una velocità massima di 30 nodi, con un’autonomia di 300 miglia nautiche, che sale a 350 all’andatura di crociera di 27 nodi. Mi sono lasciata affascinare dal design, dalla tecnologia, dall’eleganza ma salendo a bordo dell’ F870 ho avuto modo di realizzare in assoluto che si tratta di un prodotto che merita pienamente il titolo di una Ferrari da mare… o meglio d’amare!
gine performances that the F870 is able to offer to the potential buyers. The new Ferretti 870 has two engines MTU 12V 2000 M94 with the power of 1948 mhp at 2450 RPM. This engine can reach a cruising speed of 27 knots and a top speed of 30,5 knots; with this pace, the boat has an autonomy of 300 nautical miles. In the Hard Top version, Ferretti 870 reaches a top speed of 30 knots, with the autonomy of 300 nautical miles raising up to 350 with cruising speed of 27 knots. I’ve let myself be charmed by the design, technology, elegance but after I went on board of the F870 I had the chance to realize that it is in absolute a product completely deserving the title of a sea-Ferrari … or better, deserving a sea of love!
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FERRETTI F690
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[FERRETTI NEWS]
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[INVESTO SMILE] by
Ginevra Neri
Un sorriso Sano DOTT. ROMEO, CHE IMPORTANZA HANNO DAL PUNTO DI VISTA ESTETICO E FUNZIONALE LA BOCCA E I DENTI?
Intervista al Dott. Romeo Antonio Medico Chirurgo Dentista
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Per quanto riguarda l’estetica, diciamo subito che mentre storicamente (dagli egizi ai greci, al Davide di Michelangelo) il prototipo della bellezza era la faccia da un punto di vista statico, attualmente il concetto di bellezza si estende all’animazione della faccia e quindi soprattutto ai denti esposti durante il sorriso. La bocca è l’elemento centrale del terzo inferiore del viso ed ha la capacità di determinare l’armonia generale. Si è stimato che bocca e denti, che occupano un’area di tutta la superficie del viso relativamente piccola, contribuiscano alla bellezza complessiva di questa regione del corpo con un trenta-trentacinque per cento. Il sorriso è anche un fattore sociale di attrazione, libera tensioni ed esprime gentilezza. Il bambino impara a sorridere già alla terza settimana di vita. Naturalmente denti sani, bianchi, luminosi e ben allineati, che emergano da un tessuto gengivale roseo e tonico, non sono solo importanti per l’estetica e la vita relazionale, ma hanno altre funzioni come la fonazione (articolazione della parola) e, certamente la più importante, la masticazione. Per masticazione s’intende il processo di frantumazione degli alimenti con i denti, considerato la prima tappa della digestione. La masticazione si effettua grazie al movimento della mandibola, l’unico osso mobile del cranio. Questa è attivata da potenti muscoli come i masseteri, i temporali, i pterigoidei ed altri ancora. Gli alimenti sono tagliati dagli incisivi, strappati dai canini, schiacciati e triturati da premolari e molari. Una cattiva masticazione, troppo rapida o compromessa dalla perdita dei denti, è causa di importanti deficit digestivi con conseguenti carenze nutrizionali dovuti al mancato assorbimento di determinati elementi.
INVESTO smile DOC. ROMEO, WHAT IS THE IMPORTANCE OF MOUTH AND TEETH FROM AN AESTHETICAL AND FUNCTIONAL POINT OF VIEW? With regard to the appearance, let me say that while historically (from Egyptians to Greeks, to Michelangeloâ&#x20AC;&#x2122;s David) the prototype of beauty was the face from a static point of view, while actually the concept of beauty extends to the animation of the face and so mainly at the teeth exposed when smiling. The mouth is the most important element of the face lower third and it has the ability to determine general harmony. It is estimated that mouth and teeth, which occupy a quite small area of the entire surface of the face, contribute with a 30-35% of the overall beauty of the body. Smiling is a social attraction factor, it releases tensions and express kindness. Children learn how to smile at the third week of life.Of course white, healthy, bright and well aligned teeth, emerging from a pink and tonic gum tissue, are important not only for aesthetical and relation reasons, but even for other functions like for phonation (pronunciation) and, more important, mastication. With the term mastication is meant the process of crushing food with teeth that is considered as the first stage of digestion. Mastication is done due to the movement of the jaw, the only moving bone of the skull. This is activated by powerful muscles such as the masseter, temporal, pterygoid and so on. Foods are cut by incisors, ripped from canines, crushed and shredded by molars and premolars. A bad mastication, too fast or compromised by teeth-loss, is cause to important digestive problems with consequent nutritional deficiencies due to the lack in absorption of specific elements.
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Per Info e Visite : Dott. Antonio Romeo medico chirurgo dentista Studio: P.zza G.Carducci, 128 Torino Tel. 011-6313457 Via Saluzzo, 91 Revello (CN) Tel. 0175-257039 126 INVESTO MAGAZINE
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QUALI SONO LE CAUSE DELLA PERDITA DEI DENTI?
Le principali malattie dei denti e dei loro tessuti di sostegno che sono alla base di edentulismo Parzialeo totale, sono rappresentate dalla carie dentaria, dalle parodontiti ( la piorrea come era chiamata una volta), ed infine dai traumi craniofacciali. Sia la carie che la parodontite sono determinate da un’infezione batterica. Affinchè si estrinsechi la malattia è necessaria non solo la presenza dei microrganismi specifici ma anche una certa suscettibilità individuale, determinata su base genetica. L’incidenza di carie è più frequente nelle prime decadi di vita, mentre la parodontite si manifeta soprattutto nelle decadi successive.
I DENTI MANCANTI, PERSI PER LE VARIE MALATTIE, COME SI POSSONO RIMPIAZZARE?
Generalmente si possono sostituire con protesi mobili, protesi mobili, protesi parziali rimovibili, ponti classici, ma soprattutto oggi preferiamo ricorrere all’implantologia. Per implantologia odontoiatrica s’intende il posizionamento nelle ossa masdcellari di viti in titanio che sostituiscono le radici dentali mancanti. L’intervento è molto semplice quando l’osso è ben rappresentato, è ambulatoriale e viene eseguito in anestesia locale e spesso si può eseguire senza incidere la gengiva, cioè in flap-less. Nei casi in cui l’osso dei mascellari sia insufficiente, perché andato incontro ad atrofia, lo si può rigenerare attraverso l’utilizzo di osso sintetico e membrane particolari, e contemporaneamente alla chirurgia rigenerativa si possono inserire gli impianti. Messa la radice artficiale, se l’osso di sostegno è ben mineralizzato, si possono già da subito (carico immediato) collegare i denti mancanti agli impianti, altrimenti bisogna aspettare dai tre ai sei mesi per poterli protesizzare (carico differito).
WHAT ARE THE CAUSES FOR TOOTH LOSS? The main diseases for teeth and their supporting tissues that are the basis for partial or complete edentulism are represented by dental decay, periodontitis (the disease formerly known as pyorrhea) and finally by craniofacial trauma. Both decay and periodontitis are caused by a bacterial infection. For the diseases to appear it is necessary not only the presence of microorganisms but also a certain individual susceptibility, determined on a genetic basis. The incidence of decays is more frequent during the first decades of life, while the periodontitis manifests in the next decades. HOW CAN THE MISSING TEETH BE REPLACED, LOST FOR DIFFERENT DISEASES? Generally they can be replaced with movable dentures, partial removable dentures, classic bridges, but today we mostly prefer to use implantology. For dental implantology is meant the placement of titanium screws in the jaw bone, replacing the roots of missing teeth. The operation is very simple when the bone is well represented, it is made in day hospital and is also often performed under local anesthesia, it can be performed without incising gums, i.e. in flap-less. In cases where the jaw bone is insufficient, because of atrophy, it can be regenerated through the use of synthetic bone and membranes and, at the same time with the regenerative surgery, the implants can be inserted. After putting the artificial root, if the supporting bone is well mineralized, we can immediately (immediate loading) connect the missing teeth to implants, otherwise we have to wait from three to six months to be able to put the prosthesis (delayed loading).
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Vanessa Mirante
Da Cosa Nasce Cosa ...
QUELLO CHE VUOI CON QUELLO CHE HAI Questa Idea di laboratorio creativo nasce dalla collaborazione dell’insegnante Giovanna Diodati di Pescara e Giuseppe Colucci ( Art Design Factory ) di Rivoli che insieme hanno sviluppato un progetto culturale che rappresenta un modo nuovo, ottimistico, propositivo , di vivere le proprie idee e il rapporto con gli altri attraverso il riutilizzo di materiali di scarto industriale. “Creatività non vuol dire improvvisazione senza metodo: in questo modo si fa solo della confusione e si illudono i giovani a sentirsi liberi e indipendenti.” Si vuole insegnare che per acquisire conoscenze e sensibiliINVESTO MAGAZINE 129
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tà bisogna scambiare le proprie intuizioni in cambio di altre, attraverso un laboratorio in esclusiva, per vivere un’esperienza in cui i materiali cambiano vita grazie all’ingegno e alla creatività:“ … I lavori più belli, più importanti, che lasciano il segno, sono sempre nati da intrecci di pensieri, idee di collaborazioni e scambi di opinione, persone che non hanno paura di confrontarsi, di regalare e scambiare le proprie conoscenze … “ (G.Colucci) Quello del partire con quello che si ha, il riutilizzo delle materie, l’arte dell’arrangiarsi, di sviluppare l’ingegno e l’inventiva, la progettualità e la manualità, la creatività e la fantasia, sono tutte argomentazioni che bisogna rintrodurre e insegnare, affinché tutti i discorsi che si fanno sul “reinventarsi” un lavoro non siano solo discorsi appartenenti al mondo degli adulti. Un laboratorio di crescita comune, teorico-pratico e
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soprattutto collaborativo non può che aprirsi direttamente alle aziende, affinché, con la loro partecipazione attiva, possano rafforzare la convinzione che per migliorarsi e crescere non bisogna mai smettere di diffondere e recepire nuove conoscenze. Crediamo fortemente che “da cosa nasce cosa” non sia solo un modo di dire, ma un modo di vivere.
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SAGAT
L’Aeroporto di Torino è il primo scalo al mondo ad aver conseguito nel mese di giugno 2012 la certificazione TÜV - Italia per il proprio Sistema di Gestione dell’Energia. SAGAT considera la gestione dell’Energia un fattore imprescindibile per lo sviluppo sostenibile ed ha perciò avviato un Sistema di Gestione dell’Energia secondo la norma UNI EN ISO 50001.ISO 50001 “Energy management systems – Requirements with guidance for use” è uno standard internazionale volontario per la gestione dell’energia, valido a livello mondiale, emanato da ISO (International Organization for Standardization). Tale standard fornisce un quadro di riferimento per l’integrazione delle prestazioni energetiche nella gestione delle attività aziendali. Promuove le migliori pratiche tecnico-gestionali per l’efficienza energetica, nel contesto dei progetti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. L’energia è un fattore critico sia sotto l’aspetto dei costi di approvvigionamento sia delle ricadute ambientali. Le singole aziende non possono fare molto per determinare i prezzi dell’energia o le politiche governative. Ma implementando un sistema di gestione dell’energia se ne migliora l’efficienza energetica e si apportano immediati benefici sui costi e verso l’ambiente. Il percorso di certificazione ha coinvolto l’intera organizzazione, valorizzando le buone pratiche di gestione già in essere, le strutture e le professionalità presenti in azienda, promuovendo anche all’interno dell’organizzazione lo sviluppo di una cultura orientata al risparmio e al corretto utilizzo dell’energia. Il Sistema di Gestione dell’Energia si integra con il preesistente Sistema di Qualità ISO 9001 e con le attività di gestione ambientale. Il Gruppo SAGAT ha stabilito una politica energetica contraddistinta da alcuni obiettivi strategici: - riduzione dei consumi dell’energia attraverso interventi sui sistemi di produzione, distribuzione e utilizzo finale; - incentivazione dell’utilizzo di fonti rinnovabili; - monitoraggio, misurazione e analisi periodiche delle proprie prestazioni energetiche; - raggiungimento degli obiettivi di efficacia ed efficienza dei processi energetici, analizzando i risultati ottenuti al fine di individuare e intervenire sulle potenziali aree di miglioramento; - salvaguardia delle risorse finanziarie ed umane per il raggiungimento degli obiettivi prefissati; - continuo scambio delle informazioni all’interno e all’esterno della propria struttura per garantire il coinvolgimento di tutto il personale e dei fornitori nel processo di costante miglioramento; - promozione dello sviluppo di una cultura interna orientata al risparmio e al corretto utilizzo dell’energia, favorendo questo processo anche con adeguati interventi formativi, inseriti nei diversi momenti di aggiornamento del proprio personale; - diventare un punto di riferimento per lo sviluppo di programmi di innovazione e di sperimentazione sul tema energetico, sia nel settore aeroportuale sia nel territorio di appartenenza. Per il mantenimento della certificazione SAGAT attuerà piani di miglioramento annuali, come previsto dalla norma, oggetto di verifica periodica da parte dell’Ente di certificazione.
NEWS
L’AEROPORTO DI TORINO OTTIENE LA CERTIFICAZIONE PER IL SISTEMA DI GESTIONE DELL’ENERGIA.
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[INVESTO COLLECTION]
Modernariat o...
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by
Lodovico Poletto
Passione mia!
a lettera era l’ultima di una rubrica stile «l’esperto risponde» di un noto quotidiano. «Mia nonna aveva in casa questa statuetta che sembra di maiolica. Secondo lei vale qualcosa?» La foto, i lettori, non l’hanno vista ma la risposta dell’esperto è stata lapidaria: «Una bella statuetta in ceramica policroma... Lenci ... Torino... Catalogo generale dell’archivio storico della manifattura...Valore dai 8 ai 10 mila euro». Da restare di sale. Ma non era una robina della nonna? Aprite gli occhi e guardatevi intorno, scrutate sul web, curiosate nelle case d’aste. L’ultima frontiera del collezionismo è il modernariato. Sì: oggetti di uso comune, firmati possibilmente da grandi stilisti, architetti, ceramisti. Arredi e non solo che hanno dai 20 ai 60 anni, e che sono diventi pezzi unici, o
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he letter was the last one in a column in “answers from the expert” style inside a famous newspaper. <<My grandmother had in her house this statuette that seemed made of majolica. In your opinion is it worth anything?>> The readers didn’t see the picture, but the answer from the expert was lapidary: <<A beautiful statuette made of polychrome ceramics… Lenci… Turin… From the general catalogue of manufacture historical archive… The value is from 8 to 10 thousands euros>>. Astonishing. But wasn’t it just a small thing from grandma’s house? Open your eyes and look around, surf the web, browse the auction houses. The last frontier of collecting is 20th century design. Yes: objects of everyday use, possibly signed by big stylists, architects, potters. Furniture and stuff that are from 20 to 60 years old and have
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INVESTO COLLECTION
quasi. Divani e sedie. Lampadari, e lampade da tavolo. Poltrone, bicchieri, specchiere e tutto ciò che vi viene in mente. Tutto ha un valore. Dipende soltanto da come è stato conservato e da chi lo ha firmato, progettato, oppure prodotto in serie possibilmente limitata. Un esempio. Una delle più note case d’aste torinese, qualche tempo fa, ha battuto uno stupendo «camino da centro» firmato dall’eclettico artista subalpino Carlo Mollino. Un architetto che, nella vita, ha attraversato tanti mondi. È stato pilota di aerei e di automobili da corsa. È stato fotografo e scrittore. Ma essenzialmente designer e architetto. E a lui si deve questo stupendo camino, che la Sant’Agostino (la casa d’aste) ha messo all’asta per 200 mila euro. Pezzo unico. Stupendo. Da sempre in mano a collezionisti. Ora, non è il caso di immaginarsi proprietari del caminetto Mollino, ma il modernariato d’arte regala tante soddisfazioni e consente investimenti duraturi senza dover tirare fuori dal portafoglio cifre a troppi zeri. Qualche esempio può esser utile per capire. Per quasi cinque volte il prezzo di base d’asta è stato battuto un tavolo in cristallo, acciaio e legno di palissandro firmato dagli architetti Aimaro Isola, Roberto Gabetti e Guido Drocco, tre monumenti torinesi, il cui nome ha attraversato tutta la penisola. Perché vale così tanto quel tavolo? Perché, pur essendo relativamente moderno, (risale al 1970), è un oggetto che riflette il gusto di un’epoca a noi vicina. E la sua bellezza è indiscutibile, come la sua
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become unique, or nearly so. Couches and chairs. Chandeliers and desk lamps. Armchairs, glasses, dressers and everything that comes to your mind. Everything has a value. It depends only on how it has been preserved, from who it was signed, designed, or produced and possibly in limited edition. An example. One of the most famous auction house in Turin, a few time ago, sold an amazing fireplace designed by the versatile subalpine artist Carlo Mollino. An architect that, during his life, crossed different worlds. He was an airplane and racing cars pilot. Photographer and writer. But most of all he was a designer and an architect. And we have to thank him for this marvelous fireplace that the Sant’Agostino (the auction house) sold for 200 thousands euros. One piece. Wonderful. Always in the hands of collectors. Now there is no need to imagine ourselves as the Molino fireplace owners, but modern art gives a lot of satisfaction and allows long-term investments without spending too much money. Some examples may be useful to understand. For almost 5 times the basic auction price has been sold a crystal, steel and rosewood table signed by architects Aimaro Isola, Roberto Gabetti and Guido Drocco, three Turinese “monuments”, whose name has crossed the entire Peninsula. Why does it have so much value? Because even if it is relatively modern (dating back from 1970), it is an item that reflects the taste of an era close to us. And its beauty is unquestiona-
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Tutto ha un valore... Roberto Gabetti
Aimaro Isola
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Modernariat o
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Il
d’arte regala tante soddisfazioni...
leggerezza che si coniuga senza stridere ad un senso di solidità. Perché è arte. Ecco allora che in questo mondo trovano spazio oggetti che hanno accompagnato parte della nostra vita passata. E che oggi, a buon diritto, potrebbero finire dritti - dritti in una collezione destinata a rivalutarsi con il tempo. Qualche esempio? Ve la ricordate la Brionvega TS522? E come no? Era quel cubo rosso che si apriva a metà e dentro nascondeva una radio? Ecco, molte nonne ad un certo punto lo hanno gettato nell’immondizia. Peccato. Oggi ha un discreto valore tra i collezionisti di modernariato e non solo. E poi ci sono i carrelli portabevande, immancabili in certe case Anni’70 e oggi ricercati (quasi, eh) più di una discreta crosta di Guttuso. Si trattano anche quelli in lamiera traforata, che andavano alla grande nei giardini. Valgono attorno ai mille euro. Ma qualcuno anche di più. E poi ci sono tavoli e tavolini di ogni foggia e tipo. E ci sono letti a castello, lampadari Anni ‘50 e lampade. Tante lampade. Prima di gettare quelle che avete in soffitta documentatevi un poco. Quelli sì che sono tesori da non sottovalutare. Fontana Arte in genere è una garanzia: alle aste i suoi prodotti vanno via come il pane in tempi di carestia. Il valore? Tutto opinabile. Una lampada da tavolo può essere stimata anche 2/3 mila euro. Un lampadario, cristalli e bronzi, ben tenuto o restaurato, beh, anche 7 oppure otto mila. Ed è un prezzo tutt’altro che straordinario.
ble, as its lightness that blends without clashing to a sense of solidity. Because it is Art. So in this world find space objects that accompanied us for part of our past life. And that today, with good reason, can go straight into a collection intended to revalue in time. Some examples? Do you remember the Brionvega TS522? And how can you forget it? It was that red cube that used to open in half and inside it contained a radio? There, lot of grandmothers threw it away. What a pity. Today it has a fair value among modern collectors. Then there are the food trolley, inevitable in certain 70’s houses and now wanted (nearly) more than a discrete Guttuso’s painting. Are also handled those in perforated plate, that were used a lot in gardens. They are worth around one thousand euros. But some even more. And then there are tables and small tables of every shape and kind. And then there are bunk beds, 50’s chandeliers and lamps. Lots of lamps. Before you throwing away the ones you have in the attic, read up a bit. These are treasures not to underestimate. Fontana Arte is usually a guarantee: during the auctions its products go away as bread in time of famine. The value? Everything is questionable. A desk lamp can be valued up to 2/3 thousands euros. A chandelier with crystal and bronze, well-kept or restored, well, even 7 or 8 thousands. And it is far from being and extraordinary price.
...consente investimenti duraturi senza dover tirare fuori dal portafoglio cifre a troppi zeri. 140 INVESTO MAGAZINE
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Ludovica Robbio
Pianificazione e strategie per essere
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opravvivere, far quadrare il bilancio, barcamenarsi. I verbi più usati ai tempi della crisi sono tanti, tutti con connotazioni negative. E invece, proprio per sopravvivere, bisogna cambiare approccio. Lo sanno bene in Cina dove il simbolo che rappresenta la crisi è formato da due ideogrammi: il primo significa pericolo, il secondo opportunità. E infatti è proprio durante una crisi che i ceti medi e medio-bassi hanno la possibilità di fare un salto economico. Allora basta piangersi addosso, è arrivato il tempo di rimboccarsi le maniche e di sfruttare le opportunità di successo che il mondo globale ci offre come bene affermano Angelo Deiana e Roberto Barbato in “Come fare soldi nei periodi di crisi”. I passi da compiere sono importanti e determinanti per la buona riuscita
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urviving, balancing the budget, trying to get by. The most used verbs in time of crisis are a lot, all with negative connotations. But instead, just to survive, one needs to change his approach. In China they know it well enough, where the symbol that better represents the crisis is made by two ideograms: the first means “danger”, the other one “opportunity”. And in fact it is exactly during a crisis that the middle and low-mid class have the chance to make an economic jump. So enough with feeling sorry for yourselves, now it is time to roll up your sleeves and to take advantage from the opportunity of success that the global world is offering us, as well said by Angelo Deiana and Roberto Barbato in “How to make money in time of crisis”. The steps to
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INVESTO work
del progetto. Prima cosa da non dimenticare è la formazione e la cultura. Bisogna leggere molto, informarsi, frequentare corsi di formazione e seminari specifici per avere un quadro d’insieme il più dettagliato possibile. Poi occorre analizzare il mercato cercando di capire con anticipo ciò di cui la società ha bisogno. Quindi sfruttare tecnologie e mettere a punto strategie di marketing che possano essere concorrenziali. A questo punto metà del lavoro è stato fatto. Del resto il mito del posto fisso è destinato a scomparire, le generazioni future, dicono gli esperti, nel corso degli anni sono destinate a cambiare professione almeno sette volte. Purtroppo ci manca l’abitudine al concetto di cambiamento che porta sempre in sé qualcosa di buono. Gli hobby, gli interessi coltivati, la bravura nel fare qualcosa possono trasformarsi in attività redditizie e ricche di soddisfazioni. Qualcuno, ad esempio, ha mai pensato di diventare un assistente virtuale e aiutare imprenditori disor-
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make are important and determining for the success of the project. The first thing to remember is education and culture. You need to read a lot, learn, attend training courses and specific seminaries to get an overview as detailed as possible. Then you have to analyze the market trying to understand in advance what society needs. So make good use of technologies and develop marketing strategies that can be competitive. At this point half of the work is done. However the myth of the permanent job is going to disappear, experts say that the future generations, over the years are destined to change job at least seven times. Unfortunately we are not used to the concept of change that always brings something good. Hobbies, interests, the skills in doing something can transform in profitable activities and rich in satisfactions. Has someone, for example, ever thought about becoming a virtual assistant to help unorganized businessman? In the next future those new
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ganizzati? Nel prossimo futuro queste figure professionali avranno molto spazio così come coloro che si cimenteranno in attività quali la ristorazione mobile, etnica o vegetariana potranno contare su buoni profitti. Buone prospettive anche per coloro che vorranno provare con il telelavoro da casa oppure con i distributori automatici ma anche per chi vorrà puntare tutto sul green dall’installazione di pannelli solari ai negozi del risparmio energetico. Chi al mondo del lavoro si affaccerà tra qualche anno i consigli su come sfruttare il mercato delle domanda e dell’offerta svela i percorsi da seguire per diventare un professionista vincente. Tra le figure più richieste ci saranno di sicuro i controller e contabili con elevate competenze tecnico-specialistiche così come serviranno programmatori e progettisti soprattuto per la fase di progettazione e sviluppo di nuovo prodotti o servizi. Tenendo conto che la nostra società sta invecchiando bisogna considerare la domanda di infermieri, fisioterapisti e assistenti sociali che arriverà nei prossimi anni. Ma non mancheranno
occupations will have a lot of opportunities as much as those who will try new activities like mobile food, ethnic or vegetarian will be able to count on good profits. And there are good perspective for those who will want to face the green economy from installing solar panels to energy saving shops. The advice about how to make use of demand-offer market will show the path to follow to become a winning professional for who will face the working world in a few years. Among the most requested figures there will surely be controllers and accountants with high technical and specialized competences, as well as there will be need of programmers and planners for the design and development phase of new products or services. Keeping in mind that our society is growing old, we need to considerate the demand for nurses, physiotherapists, social workers that we will sense during the next years. But there will be requests for consultants of the third and fourth age able to handle needs for medical, pharmaceutical,
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le richieste per consulenti della terza e quarta età in grado di gestire le esigenze mediche, farmaceutiche, psichiatriche e protesiche. Sempre in ambito sanitario il prossimo futuro riserverà grosse opportunità ai nano-medici capace di rivoluzionare le cure. Per chi si sente portato alla ricerca e all’innovazione ci sarà posto nello sviluppo di mezzi di trasporto alternativi mentre chi sarà totalmente assorbito dal mondo di internet potrà aspirare a diventare responsabile della gestione e dell’organizzazione della vita digitale. E mentre all’Università di Houston si stanno progettando avamposti lunari che dire di diventare professionisti del turismo spaziale? Pilota, guida turistica o architetto per pianeti, il brand è ancora vergine e trovare un posto dove sviluppare le proprie capacità non sarà troppo difficile.
psychiatric, and prosthetic devices. Also in the health field the next future holds great opportunities to nano-doctors able to transform treatments. For those who feel inclined to research and innovation there will be place in the development of alternative means of transport while who will be totally absorbed by the internet world can aspire to become responsible for the management and organization of digital life. And while the University of Houston is planning lunar outposts, what do you think about considering professional space tourism? Drivers, tour guides or planets architects, the brand is still virgin and finding a place to develop your skills will not be too difficult.
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[INVESTO EVENTS] Visite alla Palazzina di Caccia di Stupinigi Fino al 30 Dicembre 2012
Mostra “Il Gioielliere degli ultimi Zar” alla Reggia di Venaria Fino al 9 novembre 2012
Artissima
Dal 9 all’11 novembre 2012
Palazzina di Caccia di Stupinigi Dopo sei anni di chiusura per lavori di restauro, fino al 30 dicembre 2012 sarà possibile visitare alcuni saloni della Palazzina di Caccia di Stupinigi (Torino) situati nell’ala di levante del complesso: 20 sale arredate e decorate con arredi originali del ‘700, comprensive della Galleria di Levante con l’esposizione di modelli in gesso di trofei di Ignazio e Filippo Collino.
Reggia di Venaria, Torino Dal 27 luglio al 9 novembre 2012 la Reggia di Venaria s’illumina con i bagliori dei gioielli del celebre orafo Peter Carl Fabergè e di altri rari monili dell’epoca imperiale russa. La mostra “Il Gioielliere degli ultimi Zar” espone 14 esemplari unici delle famose Uova pasquali di Fabergè e oltre 250 preziosissimi capolavori prodotti dalla fabbrica orafa di San Pietroburgo.
TorinoEventi 152 INVESTO MAGAZINE
Oval Lingotto, Torino Dal 9 all’11 novembre a Torino aprirà i battenti la diciannovesima edizione di Artissima, la fiera internazionale di arte contemporanea sotto la direzione artistica di Sarah Cosulich Canarutto. Molte le novità rispetto la scorsa edizione, sempre nel segno della continuità. Si confermano le presenze internazionali e si consolida la partecipazione delle gallerie storiche italiane, che da sempre sono la forza della fiera torinese, ma allo stesso tempo viene garantita la visibilità di artisti e gallerie giovani, la cui voce è fondamentale per capire dove portino le tendenze dell’arte contemporanea.
[INVESTO EVENTS] FOR PRESIDENT
Fino al 6 gennaio 2013
Metropolis. Il capolavoro ritrovato Fino al 6 Gennaio 2012
Robert Wilson. Ritratti a Palazzo Madama Fino al 6 gennaio 2013
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Fino al 6 gennaio 2013 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino la prima mostra dedicata a ogni aspetto delle elezioni presidenziali USA.
Museo del Cinema La mostra celebra il capolavoro di Fritz Lang restaurato dopo il ritrovamento nel 2008 a Buenos Aires di una versione del film sostanzialmente integrale. Alla Mole Antonelliana dal 4 ottobre al 6 gennaio 2013
TorinoEventi
Musei Civici Alcune opere selezionate da Wilson nelle collezioni dei Musei Civici torinesi fanno da contrappunto ai suoi video ritratti. Dal 20 settembre al 6 gennaio 2013
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[INVESTO EVENTS] PICASSO
Fino al 6 Gennaio
RENOIR
Fino al 16 Dicembre
UNA FINESTRA SUL MONDO Fino al 6 Gennaio
Palazzo Reale Dal 20 settembre 2012 al 6 gennaio 2013. Palazzo Reale, Piazza del Duomo, 12, Milano. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi.
Scuderie del Castello Visconteo Dal 15 settembre al 16 dicembre 2012 ore 10:00-13:00; 15:00-19:00. Scuderie del Castello Visconteo, Viale XI Febbraio, Pavia
Milano Eventi 154 INVESTO MAGAZINE
Museo Cantonale d’Arte Dal 16 settembre 2012 al 6 gennaio 2013 ore 10:00-18:00 Lugano: Museo Cantonale d’Arte e Museo d’Arte, Via Canova 10. Da Dürer a Mondrian e oltre. Sguardi attraverso la finestra dell’arte dal Quattrocento ad oggi.
[INVESTO EVENTS] PITTURA EUROPEA DAGLI ANNI 80 AD OGGI Fino al 31 Dicembre
SUONI SILENTI
Fino al 30 Novembre
RETROSPECTIVE
Fino al 30 Novembre
Fondazione Stelline Dal 5 ottobre 2011 al 31 Dicembre 2012 ore 10:00-20:00. Fondazione Stelline, Corso Magenta, 61, Milano. Opere dalla Collezione Alessandro Grassi. Ingresso libero
Museo Archeologico Dal 13 luglio al 30 novembre 2012 ore Mar./Dom. 9.0013.00,14.00-17.00. Museo Archelogico di Milano, Corso Magenta, 5, Milano. Immagini e strumenti musicali del Civico Museo Archeologico di Milano a cura di Raffaella Viccei. Ingresso libero.
Galleria Cardi Black Box Dal 6 settembre al 30 novembre 2012 ore 10:00-19:00. Galleria Cardi Black Box, Corso di Porta Nuova, 38, Milano Retrospettiva dedicata a uno tra i maggiori esponenti del neo-espressionismo tedesco, A.R Penck. Ingresso libero.
Milano Eventi INVESTO MAGAZINE 155
[INVESTO EVENTS] GOYA A ROMA: MOSTRA ALL’INSTITUTO CERVANTES Fino al 10 Novembre
ROMA RENDE OMAGGIO AL GRANDE ARTISTA RENZO VESPIGNANI Fino al 18 Novembre 2012
TEATRO SPAGNA
Fino al 18 Novembre 2012 Instituto Cervantes Dopo Shanghai, Pechino, Tokyo e Nuova Delhi arriva anche in Italia la mostra ‘Goya: cronista de todas las guerras’. Dal 21 settembre al 10 novembre l’Instituto Cervantes di Roma ospitera’ l’esposizione che raccoglie 82 opere, disegni ed incisioni, di Francisco de Goya realizzate tra il 1810 e il 1815, corredate da 3 video e fotografie di reporter che raccontano, attraverso le loro immagini, vari conflitti. ‘Goya cronista di tutte le guerre’ esalta la figura del grande pittore e incisore spagnolo, originario di Saragozza, come antesignano del fotogiornalismo e del linguaggio dell’istantanea, ponendo la sua opera al centro di una visione antimilitarista del mondo.
Villa Torlonia “Un quadro, una scultura, sono il risultato di uno scontro durissimo; vinto, se viene vinto, solo dopo cariche e agguati, assalti e ritirate. L’immagine che ne esce è sempre piena di lividi e ferite”. Così Renzo Vespignani descrive il proprio impegno artistico, capace di trasformare ogni dipinto nel “teatro di una crisi”, non lo spazio dove si riveli un’immagine compiuta del mondo ma il luogo di un vero e proprio combattimento. La parabola della sua arte inizia, in effetti, dalle macerie di una vera guerra, durante il periodo di occupazione nazista della Capitale, per passare poi attraverso i nuovi miti della società dei consumi, il degrado etico ed esistenziale dopo la caduta degli ideali.
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Villa Doria Panphili Nell’ambito di una serie di iniziative volte a promuovere la conoscenza del panorama teatrale spagnolo contemporaneo la Casa dei Teatri ospita: una mostra fotografica sul teatro spagnolo degli ultimi 30 anni con una straordinaria selezione di immagini e foto degli spettacoli e delle compagnie più rappresentative, un ciclo di proiezioni di video di opere altamente significative nel panorama contemporaneo ed anche incontri e letture con professionisti del settore e performance di artisti.
[INVESTO EVENTS] LE FIERE PRIMA DELLA FIERA AI MERCATI DI TRAIANO Fino al 01 Gennaio 2012
CINEMA IN MOSTRA A BRACCIANO Fino al 6 Gennaio 2012
Fino al 30 settembre 2012
Mercati di Traiano Rimettiamo in ordine la Storia economica della città e accendiamo una luce sulle esposizioni nazionali ed internazionali che si sono tenute a Roma dal 1810 in poi e sugli uomini e le imprese che ne hanno fatto la storia. Ma anche su tutte le iniziative che non si sono mai realizzate.
L’ASTRATTISMO DI AFRO BASALDELLA IN MOSTRA AL CARLO BILOTTI DI VILLA BORGHESE
Castello Odalischi di Bracciano La mostra si intitola “Ciak al Castello Cinquant’anni di Cinema al Castello Odescalchi di Bracciano” e presenta una sezione di filmati, foto edite e inedite, costumi di scena scelti fra gli oltre 150 film girati fra le maestose mura del Castello degli Odescalchi. La mostra promossa da Maria Pace Odescalchi, è diretta da Maurizio Conte restera’ aperta fino al 6 gennaio 2013.
RomaEventi
Villa Borghese Considerato un importante esponente dell’astrattismo italiano, Afro basaldella appartenne alla Scuola Romana (la stessa di Giorgio De Chirico e Renato Guttuso). In occasione del centenario della nascita dell’artista, la mostra illustra il passaggio, nel suo percorso artistico, dalla forma mimetica e riconoscibile. paesaggi, figure morte e figure, alle forme mentali e pure dell’astrazione.
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[ASTROINVESTO] by
Medea
Ariete
Urano e Giove remano contro il successo negli affari, la scalata dei vertici aziendali: è meglio se rivedi le tue strategie, se cambi in corsa gli obiettivi da raggiungere. Mercurio è alleato: poi, anche le tue doti di lucidità e attenzione sono destinate a perdere qualche colpo. Non è il momento ideale per cercare nuovi partner d’affari, soci che finanzino le tue idee.
Cancro
Giove raggiunge Urano nel segno: si aprono nuove prospettive nella professione, la scalata delle gerarchie aziendali può diventare più veloce. Anche Mercurio diventa alleato nelle trattative, nei contatti con la clientela. Solo Plutone e Venere remano contro: forse è ancora presto per cantare vittoria, per lanciarti senza paracadute in Borsa.
Toro
Urano e Giove navigano nel XII campo: fai bene a stare con gli occhi bene aperti, a non dare per scontato il successo negli affari. Mercurio è alleato, Plutone, invece, ti assiste: le occasioni di concludere buoni affari non mancano, ma vanno trattate con mille cautele. Gioca le tue carte con calma: meglio non avere fretta, di questi tempi.
Gemelli
Giove raggiunge Urano nell’XI campo, una vera manna dal cielo per gli investimenti nel settore della tecnologia, per la scalata delle gerarchie aziendali. Mercurio raggiunge il Sole nel segno: ne beneficia la personalità, la voglia d’affermarti nel lavoro e negli affari. Le finanze? In perfetto ordine.
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Leone
L’avvio del mese è in discesa per gli affari e le finanze: Giove, Urano e la Luna, infatti, assicurano fortuna alle tue idee migliori. Mercurio torna in territorio favorevole: ne beneficia la lucidità, la tempestività nelle decisioni da adottare. La ricerca di nuovi partner d’affari va a buon fine: in Borsa punta sui titoli della tecnologia e della comunicazione.
Vergine
Giove e Urano hanno smesso d’infastidirti negli affari e nella professione: la situazione delle finanze è destinata a migliorare. Mercurio è amico, Plutone e Saturno, invece, sono dalla tua parte per l’intero mese: negli affari ti fai muovere dal realismo, dal tuo fiuto infallibile. Venere consiglia l’acquisto dei titoli della moda.
[ASTROINVESTO]
Bilancia
L’avvio del mese non è rassicurante per gli affari e le finanze: Giove raggiunge Urano in Ariete. L’intesa con i soci vacilla, le relazioni con le Banche, la burocrazia, hanno visto momenti migliori. Non stupirti se devi fare i conti con noie legali, con tensioni sul posto di lavoro. Mercurio è in Gemelli: almeno la lucidità è salva, l’attenzione è al top.
Capricorno
Giove raggiunge Urano nel IV campo: non tira l’aria migliore per le finanze; i rapporti con la burocrazia, le Banche segnano il passo. Non è la situazione ideale per investire nel settore immobiliare, per tentare l’avventura in Borsa, nonostante la presenza di Plutone nel segno. Mercurio è amico: la tua lucidità, in ogni caso, non è in discussione.
Scorpione
Mercurio ti fronteggia: nella seconda metà del mese lucidità e capacità d’analisi possono risalire la china, riconquistare il terreno perduto. Giove e Urano navigano nel VI campo: negli affari, negli investimenti preferisci non correre rischi, andare sul sicuro. Non affrettare le tue scelte: hai tempo a sufficienza per analizzare i rischi.
Sagittario
La situazione delle finanze può tornare a respirare: dopo Urano, anche Giove, ti assicura il suo appoggio dal segno dell’Ariete. Volano le intese con l’estero, i commerci, i successi in Borsa: i titoli della tecnologia sono quelli su cui vale la pena concentrare l’attenzione. Mercurio ti fronteggia: prima di fare le tue mosse, ti conviene riflettere il più possibile.
Acquario
Mercurio torna alleato, raggiungendo il Sole in Gemelli: ne beneficia la lucidità, la comunicativa, il fiuto per gli affari. Giove e Urano in Ariete ti regalano una nuova determinazione: il successo è annunciato nelle attività commerciali, nel settore della comunicazione. Quale occasione migliore per cercare nuovi soci, partner d’affari più solidi?
Pesci
Giove raggiunge Urano nel II campo: puoi aspettarti una crescita dell’attenzione nei confronti delle finanze, degli investimenti nel settore immobiliare e della tecnologia. Mercurio è alleato, Plutone ti assiste. Le note dolenti arrivano dal rapporto con i soci e la burocrazia: i contrasti sono all’ordine del giorno.
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