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Foto: ©Harry Gruyaert/Magnum Photos
Antonella Parigi Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte
I
l riconoscimento UNESCO ai paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato non ha solo inaugurato il mio mandato di assessore regionale, ma credo che abbia avviato un importante percorso di consapevolezza che ha reso sempre più evidente quanto la cultura materiale ma anche immateriale siano risorsa da coltivare e preservare come elemento fondamentale per il nostro territorio. Ad aver contribuito all’attestato è infatti la capacità di questi paesaggi di rappresentare la nostra storia e cultura: territori che sono stati infatti plasmati da secoli di lavoro e dalle tradizioni di chi li ha abitati e custoditi. Un valore aggiunto che costituisce una grande ricchezza e che ha determinato la fortuna di queste aree, sempre più meta di turisti di tutto il mondo e capaci di diventare importanti motori di sviluppo. Basta pensare al tartufo, molto più che un semplice prodotto agroalimentare, diventato un testimonial d’eccezione della cultura di questa parte di Piemonte ricercato e apprezzato a livello internazionale. O alla capacità di coniugare tradizione e innovazione, anche culturale, come dimostra la sempre maggiore presenza dell’arte contemporanea all’interno di questi territori, anche nelle stesse vigne. Elementi importanti, che testimoniano la natura dinamica e innovatrice di queste aree e dei suoi abitanti, che hanno saputo trasformare una tradizione contadina in una risorsa.
per questo deve saper realizzare un giusto equilibrio tra valorizzazione e salvaguardia, in primo luogo ambientale. Un obiettivo a cui siamo tutti chiamati a contribuire - cittadini, imprenditori, amministratori - per difendere la bellezza di queste terre. Questo impegno deve partire da azioni concrete, come richiamano i principi che hanno ispirato e che continuano ad animare “Dopo l’UNESCO, agisco!”, e costruire una visione condivisa per garantire lo sviluppo, ma anche preservare questo patrimonio e la sua importanza naturalistica e culturale. Proprio su quest’ultimo aspetto si è concentrato una parte significativa del nostro impegno, con l’obiettivo di mettere sempre più al centro il valore culturale del paesaggio e favorire una maggiore consapevolezza delle potenzialità di questo valore aggiunto, che può costituire un elemento di crescita e di sviluppo anche per altri settori della nostra economia.
Un’idea di sviluppo e del rapporto tra uomo e ambiente che abbiamo fatto nostra e che abbiamo voluto diffondere con numerose azioni e progetti. In quest’ottica, grazie a una partecipazione da parte di cittadini, associazioni e Comuni che continua a essere numerosa e di qualità, “Dopo l’UNESCO, agisco!” si conferma come un’iniziativa preziosa, capace di farsi portatrice di importanti valori, dalla tutela dell’ambiente all’impegno a promuovere la bellezza sul proprio territorio, trasformando le comuniI paesaggi vitivinicoli rappresentano tà in gruppi consapevoli e attivi: perché quindi una ricchezza, ma allo stesso tutti possiamo – e dobbiamo – essere tempo un patrimonio da tutelare: per- custodi e promotori della nostra terra. ché sono proprio le loro caratteristiche uniche e autentiche a fare di Langhe-Roero e Monferrato un’area di grande interesse, nonché bellissima, ma che proprio
Sergio Chiamparino Presidente della Regione Piemonte
L
a viticoltura è una delle tradizioni più antica e radicate nella vita sociale e materiale del Piemonte. Un patrimonio importante, che rappresenta un significativo elemento di valorizzazione, ormai riconosciuto a livello nazionale e internazionale, e componente strategico per l’economia e il turismo della nostra regione: un valore che si è concretizzato nel riconoscimento dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato come Patrimonio Mondiale UNESCO. Questo attestato riconosce l’altissimo valore culturale della nostra millenaria “cultura del vino”: un’eredità che unisce fattori naturali e percettivi ma anche antropici, legati indissolubilmente alla nostra identità di piemontesi, e per la cui cura e tutela sono chiamati i piemontesi stessi. Un impegno che deve essere il più possibile trasversale, coinvolgendo i giovani, gli amministratori e le comunità. Un compito che vogliamo che prosegua, e che ci vede in prima linea, in quanto ente regionale, per consolidare il profondo legame tra uomo e paesaggio, indirizzando tanto i cittadini quanto gli amministratori verso azioni volte a rispettare e proteggere questi territori, che ne esaltino il bello, equilibrando innovazione e tradizione e fermandone il consumo indiscriminato. Solo così, infatti, possiamo continuare a proporre queste terre come un unicum capace di gratificare chi le vive e chi le visita.
Liana Pastorin Ufficio Comunicazione Assessorato Cultura e Turismo della Regione Piemonte
Un viaggio tra pianeti e colline
Amalia Ercoli Finzi ha una figura esile che sprigiona determinazione e simpatia.
P
rima donna laureata in Italia in ingegneria aeronautica nel 1961 al Politecnico di Milano quando la presenza femminile non era contemplata, prova ne sia la mancanza di bagni riservati. È una persona che non perde tempo, che va al sodo, ma sa ascoltare, sa apprezzare e sa condividere le esperienze, soprattutto con le ragazze, perché imparino a combattere per le loro scelte e perché si impegnino in campo scientifico. È l’insegnante e il capo che tutti avremmo voluto avere. Amalia, sempre in giro a tenere lezioni e conferenze, segna una traiettoria precisa della conoscenza e della qualità umana e la migliore cosa che possa accadere è entrare nella sua orbita anche solo per il tempo di una lectio magistralis o di un’intervista.
Nel lavoro è una passionale. Ha portato a compimento numerose missioni spaziali ed è alla ribalta dei media internazionali per la missione Rosetta, alla quale ha collaborato come principal investigator, responsabile dello strumento sulla sonda aerospaziale che ha permesso il rilevamento della sostanza dell’astro. Quello stesso strumento di cui ha atteso il movimento per due anni e mezzo, e, nel momento in cui l’ha percepito, si è commossa come quando nasce un figlio. Amalia di figli ne ha cinque, cresciuti, come capita a tante donne che lavorano, facendo l’equilibrista tra le tate che mollano o si è costretti a cambiare e la professione, alla quale, giustamente, non si vuole ri-
nunciare. Lei che di formule se ne intende, ne ha una che sintetizza la sua vita appagata nella sfera famigliare come in quella lavorativa: “Bisogna avere nervi d’acciaio, una salute di ferro e un marito d’oro”. E Amalia è un diamante purissimo come persona e preziosissimo come scienziata.
I due signori con la toque sono Enrico Crippa e Luciano Tona rispettivamente presidente e direttore dell’Accademia Bocuse d’Or Italia. Teneteli d’occhio: formeranno grandi chef! Enrico Crippa è il miglior cuoco del mondo per l’Académie Internationale de la Gastronomie, sesto al mondo e primo degli italiani secondo il “Top Best Chef Awards 2017 - Top 300”, nonché tre stelle Michelin del ristorante Piazza
Duomo di Alba. Luciano Tona è un formatore, plasma giovani talenti e ne fa grandi cuochi.
Ad Alba, per la premiazione della terza edizione di “Dopo l’UNESCO, agisco!”, Amalia invita a seguirla in un viaggio tra i suoi paesaggi di stelle e pianeti e quelli di Langhe-Roero e Monferrato, stimolando curiosità e desiderio di conoscenza. Ai presenti rimarrà la convinzione che anche lei sia, per nostra fortuna, patrimonio dell’umanità.
Attenti a quei tre!
E il terzo? È Martino Ruggieri, il nostro astro nascente, vincitore della selezione nazionale di Alba e il rappresentante dell’italianità alla selezione europea di giugno a Torino del Bocuse d’Or, il concorso gastronomico per eccellenza, famoso in tutto il mondo. Stay tuned!
Alessandra Fassio Responsabile Settore Attività Turistiche, Promozione dello Sport e del Tempo Libero della Regione Piemonte
Piemonte destinazione UNESCO
“...molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri.” Mark Twain
È
l’Italia il Paese con più siti UNESCO al mondo, 53 a oggi, un territorio in cui si concentra il maggior numero di bellezze artistiche, storiche, architettoniche, naturali del pianeta e dove il Piemonte porta in dono un patrimonio di altissimo livello. Sono quattro i siti iscritti alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità: le 22 Residenze Sabaude, che rappresentano una ricchezza artistica e culturale per l’intera Europa, i 7 Sacri Monti del Piemonte (Crea, Varallo, Orta, Ghiffa, Belmonte, Domodossola e Oropa), i 2 Siti palafitticoli preistorici di Viverone/Azeglio e Mercurago nel Novarese, i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. A queste meraviglie si uniscono le Riserve della Biosfera riconosciute dal programma MAB – Man and Biosphere dell’UNESCO: il Parco del Monviso, la Valle del Ticino, la collina Po, e il Geoparco del Sesia Val Grande, oltre a 2 Creative cities, Torino per il design e Alba, appena inserita nell’elenco delle 19 località del mondo che hanno fatto della gastronomia il loro punto di forza. E poi le candidature in corso: la Sacra di San Michele, la Via Francigena, Ivrea città industriale del XX secolo. La Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte, un’eccellenza del nostro patrimonio culturale, è entrata a far parte degli otto complessi monumentali candidati a essere inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO come sito seriale “Il paesaggio culturale degli insediamenti benedettini dell’Italia medievale”. La Via Francigena italiana, parte conclusiva del cammino che i pellegrini del Nord Europa percorrevano per raggiungere Roma, per la quale
la Regione Piemonte ha recentemente firmato, insieme ad altre sei Regioni, un Protocollo d’intesa per l’avvio del percorso di candidatura UNESCO. In Piemonte la Via Francigena comprende quattro percorsi: “Via Francigena di Sigerico”, Via Francigena della Valle di Susa, Torino-Vercelli, da Torino alla Liguria attraverso i territori di Asti e Alessandria. È un passo importante, che rientra in un più organico progetto di valorizzazione dei cammini devozionali, e che può costituire una significativa opportunità di sviluppo turistico per tutto il territorio piemontese. E ancora, la Città di Ivrea candidata come Città Industriale del XX secolo. Una candidatura costituita dall’insieme delle realizzazioni collegate al progetto industriale e socio-culturale di Adriano Olivetti, un complesso di edifici progettato dai più famosi architetti e urbanisti del Novecento. Tra le candidature a Patrimonio immateriale, la “Cerca e cavatura del tartufo in Italia” coinvolge 13 Regioni, dal Piemonte forte della sua tradizione e dell’attività di ricerca con l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo e la Fiera internazionale del tartufo bianco di Alba alla Sicilia: memorie, saperi e pratiche dall’addestramento del cane all’utilizzo gastronomico del tartufo. Cultura, paesaggio, arte, natura, enogastronomia, bellezza. Un patrimonio immenso in parte ancora da scoprire, ma sul quale la Regione da tempo sta lavorando con interventi di recupero, riqualificazione, promozione, definizione di un nuovo
prodotto turistico che possa trovare casa sotto il brand UNESCO. Un prodotto turistico che coniughi territori, tradizione e cultura, che metta a sistema una strategia unitaria con interventi coordinati e integrati. Essere sotto il brand UNESCO, o essere candidati a esserlo, è un fattore importante per il territorio e il suo sviluppo, per la sua visibilità, per il rafforzamento della sua identità culturale, per la capacità di attrarre maggior domanda turistica. È una grande opportunità che però richiede siano attuate le misure necessarie a mantenere le condizioni di eccellenza del sito, a migliorare l’offerta turistica locale e l’integrazione tra gli attori del turismo. Tutto il patrimonio storico-culturale, artistico e naturale che gravita intorno a tali beni, rappresenta una potenziale risorsa per i comuni e le comunità adiacenti ed è quindi di primaria importanza l’attivazione di iniziative di ampio respiro che coinvolgano tutta l’area interessata, le strutture accessorie, le vie di accesso, i collegamenti, la mobilità, i servizi turistici d’accoglienza. Lo sviluppo del territorio deve passare, quindi, dalla consapevolezza delle sue risorse e peculiarità, deve essere il punto di partenza per un progetto condiviso con i cittadini e le loro radici. Un patrimonio culturale da tutelare e conservare, ma soprattutto intorno al quale la comunità si riconosce e individua dei percorsi di valorizzazione e di crescita sostenibile partecipata.
Langhe e Monferrato come palcoscenico
Q
uando ho preso l’incarico di valorizzare il territorio UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato, già di per sé molto bello, ho capito che non era un’impresa banale e forse anche per questo stimolante. Abbiamo pensato un percorso tra arte, musica, circo contemporaneo e danza per fare incontrare lo spettacolo dal vivo con il paesaggio e l’architettura, creando un’ulteriore occasione di attrattività turistica e culturale, muovendo da piccole realtà per diffonderne l’eco nelle aree circostanti. Così a Vignale si è rinnovato l’appuntamento dedicato alla danza, connotan-
Riccardo Volpi Settore Attività Turistiche, Promozione dello Sport e del Tempo Libero della Regione Piemonte
dolo espressamente come Vignale Monferrato Festival, un territorio raccontato attraverso visite guidate alla scoperta di particolarità uniche come gli infernot patrimonio UNESCO. L’esperienza monferrina intorno alla danza si è arricchita, a una quindicina di chilometri da Vignale, dello straordinario spazio Orsolina 28 a Moncalvo, dove si sono felicemente incontrati - sul terreno fertile che da queste parti è anche culturale - la passione di una grande artista e la sensibilità imprenditoriale. È nata così un’accademia internazionale, punto di riferimento per campus estivi di danza classica e contemporanea con formatori di altissimo livello, come Marie-Agnès Gillot étoile dell’Opéra di Parigi. Piemonte dal Vivo collabora abitualmente con altre realtà con cui condivide gli stessi obiettivi, come Attraverso Festival, che a fine estate in Langhe e Roero ha portato attività artistiche di grande qualità. Non solo i paesaggi sono stati palcoscenici di performance che hanno attratto centinaia di appassionati, ma anche edifici storici come Palazzo
Callori a Vignale, che, proprio attraverso attività artistiche su misura, ha potuto far ammirare sale e cortili di pregiato valore architettonico e compositivo. L’esperienza in questo territorio è stata molto positiva grazie anche a quel tessuto vivace di nuove generazioni di vignaioli felici di aprirsi a occasioni culturali. Il feed-back degli artisti è stato gratificante: stupefatti dalla bellezza dei luoghi, dalla squisita ospitalità, dall’offerta delle strutture ricettive e dall’eccellenza enogastronomica. Suona bene, no?
Paolo Cantù Direttore di Piemonte dal Vivo
Dopo l’UNESCO, agisco! I risultati della terza edizione
L’
edizione 2017 del gioco-concorso dedicato ai territori UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato si è distinta per la sorprendente quantità di progetti presentati dalle 32 squadre dei Comuni partecipanti. Sono infatti 339 le iniziative pubblicate sul sito www.ioagisco.it in poco più di sei mesi, ma concentrate nelle ultime settimane di intensa competizione, testimonianza di un territorio vivo costituito da cittadini, amministratori, imprese, aziende e associazioni che giorno dopo giorno contribuiscono a migliorare i luoghi d’appartenenza, favorendo un incremento costante di turisti e visitatori. La vittoria è andata alla squadra del Comune di Canelli (AT), dopo una lunga volata con Alba (CN); al terzo posto Cella Monte (AL), per un podio che rappresenta virtualmente le tre province su cui insiste il sito UNESCO. Approfondimenti nella pagina successiva
In quarta posizione troviamo Cherasco (CN), di cui meritano una menzione il recupero e l’apertura al pubblico dell’antico orto dei Padri Somaschi, collocato nei pressi di un monumento storico, il restauro del trecentesco affresco della Crocifissione della chiesa di San Pietro e il restauro conservativo dell’Arco di Porta Narzole, risalente al 1732. Segue la squadra di Vignale Monferrato (AL), dove l’apporto di cittadini e associazioni è stato significativo. Il Comitato per San Lorenzo fiorito e pulito e il Club UNESCO di Vignale hanno dato dimostrazione di come bastino piccoli gesti ripetuti quotidianamente per valorizzare un sito Patrimonio dell’Umanità, con azioni che vanno dalla realizzazione di un orto sinergico, con l’obiettivo di sensibilizzare gli abitanti del luogo al rispetto dell’ambiente e alla sua sostenibilità, al recupero dei “trou”, vecchi conte-
nitori per il verderame usati nelle vigne, al fine di un loro riutilizzo come vasi o piccoli giardini dislocati lungo le strade del paese. Al sesto posto troviamo Fontanile (AT), di cui si segnala la realizzazione di un originale videoclip interamente girato nel paese, opera del gruppo musicale UDS: un modo divertente per promuovere il proprio territorio sfruttando i canali Social. Nizza Monferrato (AT) si distingue per il progetto “Ama la mia Terra”, un film avvincente, ambientato tra vigne, castelli, cattedrali sotterranee e antichi centri storici, che ha coinvolto i ragazzi del Centro Diurno del C.I.S.A. - Asti in veste di attori. Un progetto etico che racchiude la vita, le persone, lo spirito, il paesaggio e l’anima del luogo. La squadra del Comune di Vinchio (AT), vincitrice dell’edizione 2016, si trova in ottava posizione. Al nono posto Occimiano (AL), dove si segnalano i progetti della Società Agricola San Martino, azienda a zero emissioni che pone l’accento sul miglioramento della qualità dell’ambiente e del benessere degli animali. Chiude la top ten Barolo (CN), con interventi migliorativi del Castello Falletti, sede del WiMu e dell’Enoteca Regionale. Dall’11° al 32° posto: Ottiglio (AL), La Morra (CN), Grazzano Badoglio (AT), Treville (AL), Alice Bel Colle (AL), Ricaldone (AL), Coazzolo (AT), Moncalvo (AT), Cortiglione (AT), Castelnuovo Calcea (AT), Bistagno (AL), Strevi (AL), Costigliole d’Asti (AT), Mongardino (AT), Moasca (AT), Castel Boglione (AT), Grana (AT), Castiglione Falletto (CN), Castagnole delle Lanze (AT), Santa Vittoria d’Alba (CN), Asti e Rosignano Monferrato (AL). Per scoprire i progetti di tutti i Comuni e la classifica completa: www.ioagisco.it
Le squadre vincitrici
1° posto Squadra del Comune di Canelli (AT) Al primo posto la squadra del Comune di Canelli con 53 azioni, frutto dell’impegno di cittadini, aziende e Comune. Tra le tante iniziative citiamo la “Decorazione della cabina elettrica di piazza Gioberti”, che ha trasformato il vecchio muro di cemento in un paesaggio urbano pieno di vita e di colore; il “Rifacimento dei locali dell’Ufficio informazioni e accoglienza turistica”, con creazione di un punto di
degustazione di vini e spumanti; il “Semaforo dell’area pedonale di piazza Aosta”, una barriera automatica composta da una bella e capiente fioriera; i progetti di comunità “Vertical Mobbing” e “Giornata della pulizia ambientale”. L’attività social è stata vincente: sono moltissime le persone che si sono registrate al sito per votare e condividere le iniziative del Comune.
2° posto Squadra del Comune di Alba (CN) In seconda posizione la squadra del Comune di Alba con 72 azioni, risultato dell’incredibile opera di valorizzazione della città svolta dal Comune. La qualità e la quantità degli interventi sono sorprendenti: dal “Restauro degli ambienti voltati di epoca romana di via Balbo” e la loro apertura al pubblico, unici esemplari a livello regionale, al “Percorso ludico-didattico nel centro storico” effettuato nel
cuore del complesso della Maddalena, luogo simbolo della città; dalla “Valorizzazione della sede municipale”, con il restauro di importanti opere artistiche e la nascita di un suggestivo percorso di visita presso la pinacoteca del palazzo del Comune, al conseguimento del massimo punteggio nel concorso nazionale “Comuni fioriti”, prodotto di un’intensa attività di tutela e cura del verde urbano.
3° posto Squadra del Comune di Cella Monte (AL) Al terzo posto Cella Monte con 37 progetti, risultato dell’azione congiunta di Comune, aziende e cittadini. Tra le iniziative citiamo la “Pulizia dell’area verde San Quirico”, nei pressi di una suggestiva chiesetta romanica, frutto dell’attività di cinque volontarie civiche, il progetto “Colori sulla Pietra da Cantoni”, un percorso per immagini con il quale il pittore Gianni Colonna ha imprezio-
sito la facciata del palazzo municipale e di altri edifici con opere dedicate alle colline Patrimonio dell’Umanità, e la “Sistemazione del Belvedere”, realizzata dal Comune con l’aiuto dei cittadini.
I 5 progetti vincitori
Vertical Mobbing
Canelli (AT) Settore artistico
Il Comune di Canelli ha messo in pratica il progetto del fotografo Mark Cooper a cura di Maria Federica Chiola, realizzando un flash mobbing la cui finalità estetica diventa portatrice di messaggi di carattere etico e sociale. Tutti giù per terra… ma per una buona causa! Il riconoscimento UNESCO diventa un’immagine fotografica realizzata dall’altezza di 40 metri con le persone del luogo, disposte a sdraiarsi in un parcheggio per valorizzare il proprio territorio.
Una piazza per sedersi
Coazzolo (AT) Accoglienza
I cittadini del paese hanno utilizzato le ceste intrecciate a mano dai nonni, ormai in disuso da decenni, per una nuova vita... accogliere gli amici e condividere una giornata di sole e di festa. Un’idea semplice ed efficace per eliminare il traffico e appropriarci dello spazio pubblico, mettendoci comodi a degustare il vino e le specialità del territorio… da ripetere qui e ovunque!
Un bosco per la città
Alba (CN) Pollice verde
Patrocinata da ONU, UNESCO e MIPAAF, l’iniziativa ha lo scopo di ripristinare aree verdi intorno e dentro la città usando varietà di piante autoctone. Con il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole medie, il Comune ha provveduto alla piantumazione di 50 alberi nell’area verde adiacente piazzale Robaldo. Un bell’intervento di portata paesaggistica, che unisce la riqualificazione ambientale a un progetto di educazione ai valori ecologici.
Giornata della pulizia ambientale della città
Canelli (AT) Pulizia ambientale
Per un giorno alcune associazioni e i volontari della Protezione Civile di Canelli si sono occupati della pulizia di alcune zone della città. L’impressionante dato di sessanta quintali di rifiuti raccolti è già di per sé un successo. Oltre a ripulire le sponde del Belbo dai rifiuti abbandonati, aver rimosso gli alberi caduti e trasportati dalla piena - un’importante attività di prevenzione – l’iniziativa ha restituito gli argini al loro paesaggio naturale.
Lavori di riqualificazione e rifunzionalizzazione
Barolo (CN) Recupero e valorizzazione
Lavori di riqualificazione e rifunzionalizzazione di locali facenti parte del complesso monumentale del Castello Comunale Falletti di Barolo. Con questo intervento il Comune ha dato una veste contemporanea all’ala sotto il castello, cristallo trasparente per lo spazio degustazione, per immergere i visitatori nel paesaggio delle colline del Barolo.
io agisco
e ci metto la faccia! Fabiana Lanfranco (Asti) Dieci volti selezionati tra tutti quelli che hanno partecipato al contest per rappresentare “Dopo l’UNESCO, agisco!”. L’insindacabile finale giudizio della giuria ha scelto Fabiana come testimonial 2017/2018. Sono già aperte le candidature per il 2018/2019! Proponiti a: ioagisco@regione.piemonte.it
Andrea Cerrato (Asti)
Tiziana Martino (Cherasco)
Alice Siri (Nizza Monferrato)
Alessio Rapallino (Alba)
Margherita Barile (Sinio)
Il Piemonte è come un film Dal 2000 Film Commission Torino Piemonte ha promosso la Regione come luogo di lavoro d’eccellenza per l’industria cinematografica e audiovisiva con il sostegno ad oltre 1.000 produzioni tra documentari, pubblicità, videoclip, cortometraggi, fiction TV e lungometraggi per il cinema, attirando sul territorio realtà italiane ed estere e creando nuove opportunità di lavoro per chi opera nel settore. È stata un’occasione unica per la nostra Fondazione per scoprire un territorio con location architettoniche e set naturali perfetti, e per rivelarli prima a registi e produttori, e poi a un pubblico che dalla sala cinematografica si è spinto alla ricerca di luoghi evocativi e indimenticabili, come Orta e il suo bellissimo lago con l’incantevole isola di San Giulio, protagonista di “La corrispondenza” di Giuseppe Tornatore (2016). Il territorio di Langhe, Roero e Monferrato e dintorni è particolarmente apprezzato e vanta alcune produzioni che ci inorgogliscono, tra cui “E fu sera e fu mattina” (La Morra), “Un posto sicuro”
Ada Toso (Diano d’Alba)
Maria Sofia Montaldo (Fontanile)
(Casale Monferrato), “Non c’è 2 senza te” (Alba e Bra), “In un posto bellissimo” (Asti), “I tempi felici verranno presto” (Val Gesso e Val Maira), “Prima di lunedì” (Mondovì e Fossano), “Te absolvo” (Conzano Monferrato e Casale Monferrato), “Una questione privata” (Val Maira), “Tu mi nascondi qualcosa” (Cuneo). Tra questi, i più significativi per le diverse potenzialità di partenza sono “Una questione privata” dei fratelli Taviani, liberamente tratto dal romanzo di Beppe Fenoglio, applauditissimo alla Festa del Cinema di Roma, ambientato nelle Langhe ma con riprese in Val Maira, Saluzzese e Lanzo, e “E fu sera e fu mattina” di Emanuele Caruso (2014), regista alla sua opera prima, una produzione indipendente finanziata tramite crowdfunding, un film di grande successo, ambientato nei giorni nostri ad Avila (La Morra) durante la festa di Sant’Eurosia, patrona dei frutti della terra, all’indomani dell’annunciata fine del mondo. Dal 2014 Film Commission Torino Piemonte e FIP Film Investimenti Piemonte hanno inaugurato un’innovativa politica di sviluppo del sistema cinematografico piemontese. Oltre a sostenere le produzioni sul piano organizzativo - attraverso una proficua sinergia con le Aziende Turistiche Locali, che possono contare
Alessia Malandrino (Asti)
Melania Adriano (Costigliole d’Asti)
sull’industria del cinema quale nuovo strumento di comunicazione e di promozione turistica – la collaborazione con il territorio contribuisce alla crescita economica e ad abbassare i costi di ospitalità con contributi legati all’impegno produttivo e all’inserimento nella troupe di personale artistico e tecnico locale. Fondamentale è l’attività di sensibilizzazione per il coinvolgimento di aziende private disposte a investire nel mondo del cinema grazie alle agevolazioni fiscali derivanti dal tax credit. La meraviglia del cinema ha finalmente incontrato la bellezza dei paesaggi piemontesi.
Paolo Damilano Presidente Film Commission Torino Piemonte
Giovanni Paludi Responsabile Settore Territorio e Paesaggio della Regione Piemonte
Per una tutela collettiva del paesaggio LEGENDA SENSIBILITÀ VISIVA: (numero di Belvedere da cui è possibile osservare la singola cella di lato pari a 25m)
CARTA DELLA SENSIBILITÀ VISIVA
1 2 3-5 6-10 11-20 >20
(Versione preliminare a cura di Regione Piemonte Direzione Ambiente, Governo e Tutela del Territorio 07.12.2015)
Il territorio è rappresentato con una scala cromatica da trasparente a viola, in funzione del fatto che il singolo punto (quadrato di 25 m di lato) sia osservabile da nessuno o da molti belvedere nell’arco di 5 km.
BELVEDERE: Belvedere Belvedere PPR AREE UNESCO: Core zone Buffer zone
L’analisi consiste quindi nel verificare le condizioni di intervisibilità in determinate aree ed è strumento essenziale per valutare l’inserimento paesaggistico degli interventi e garantire la tutela e la valorizzazione del paesaggio scenico, secondo gli obiettivi dettati dal Piano paesaggistico regionale.
PERCORSI PANORAMICI: Percorsi individuati dal PPR
D
al 3 ottobre 2017 il Piemonte ha un Piano paesaggistico regionale (Ppr): i piani comunali dovranno adeguarsi alla sua normativa, in un processo di progressivo cambiamento che caratterizzerà la pianificazione locale nei prossimi anni. Il Piano è strumento di conoscenza, di regolazione e di programmazione: aiuta la collettività a riconoscere il valore del proprio territorio, tutela i contesti di pregio, favorisce la riqualificazione delle parti compromesse e contribuisce a tracciare, su una crescente coscienza comune, percorsi di sviluppo capaci di valorizzare una risorsa preziosa e non riproducibile. Il paesaggio è l’esito della trasformazione di un territorio e del rapporto storicamente determinato tra uomo e natura. Le popolazioni si riconoscono nel loro paesaggio e nelle dinamiche ambientali, storiche e culturali che ne hanno plasmato le caratteristiche percettive. Nello spirito della Convenzione europea del paesaggio, il Piano paesaggistico regionale non si limita a riconoscere e proteggere gli ambiti di eccezionale bellezza, ma si rivolge all’intero territorio regionale, inclusi i paesaggi della quotidianità: contesti abitativi e di lavoro delle persone, che contribuiscono alla qualità della vita e devono quindi essere difesi da trasformazioni incontrollate, né trascura i paesaggi compromessi o degradati, promuovendone il recupero e la riqualificazione. Tra gli ambiti di eccellenza riconosciuti e promossi dal Ppr ci sono i Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato. Il Piano ha sostenuto la loro candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO quali luoghi identitari della Regione, la cui immagine è ritenuta di particolare valore simbolico per la popolazione dei 101 Comuni, tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo, e per le sei componenti del sito seriale, cinque aree vitivinicole e un castello. La necessità di prestare maggiore attenzione a
questi paesaggi ha portato alla redazione di Linee guida operative per l’adeguamento dei piani regolatori e dei regolamenti edilizi nel sito UNESCO, che hanno avviato un processo di pianificazione locale volto a tutelarne i valori. Le Linee guida forniscono indicazioni operative per lo svolgimento di indagini paesaggistiche propedeutiche alla revisione dei Piani regolatori comunali. Il Piano è uno strumento ispirato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole delle risorse, minore consumo di suolo, tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio paesaggistico regionale: non poteva dunque prescindere da un confronto con il territorio. Si sono svolti incontri con i Comuni del Sito UNESCO e prodotti studi sui paesaggi locali attraverso le attività dei Tavoli di Lavoro Prelimina-
ri, che accompagnano le amministrazioni comunali e i tecnici incaricati a predisporre le indagini paesaggistiche e gli elaborati in vista delle varianti urbanistiche. A oggi, più di 50 Comuni hanno intrapreso questo percorso. Fra questi, circa 40 hanno avviato il primo Tavolo di Lavoro e 10 hanno completato l’indagine paesaggistica necessaria all’avvio della variante urbanistica. Il Comune di La Morra ha già pubblicato il progetto preliminare di variante. Inoltre, è stata realizzata la Carta della sensibilità visiva del sito UNESCO “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte”, a cura del Settore SITA in collaborazione con le Province e i Comuni, che hanno censito ulteriori punti di belvedere rispetto a quelli individuati nel Ppr.
Marco Valle SiTI
Roberto Cerrato Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato
È
possibile far visitare e apprezzare un paesaggio a chi ha problemi a muoversi autonomamente oppure problemi legati alla vista? La risposta concreta arriva dal progetto “Land(e)scape the disabilities: un paesaggio per tutti”, messo in atto nel gennaio 2017 dall’Associazione dei Paesaggi Vitivinicoli e SiTI, insieme alla Consulta per le persone in difficoltà e all’Istituto Italiano Turismo per Tutti. Il progetto, finanziato dalla L.77, si propone di migliorare l’accessibilità del sito UNESCO, nell’ottica della conservazione e valorizzazione, permettendo al più ampio numero di persone possibile di conoscerne i valori e godere dei variegati aspetti che caratterizzano il paesaggio, secondo l’approccio della progettazione universale inclusiva. In particolare, se si considerano gli anziani, le persone con disabilità temporanea o permanente, le famiglie con bambini e le persone con esigenze alimentari, si arriva a un numero di turisti con richieste specifiche davvero elevato, per i quali è necessario prevedere politiche adeguate. Per la prima volta l’approccio “for all” si applica a un sito UNESCO complesso come quello di un paesaggio culturale. Se dal punto di vista dei beni culturali - intesi a scala architettonica e museale - molti passi avanti sono stati compiuti, tanta strada resta ancora da fare in merito all’accessibilità di beni complessi come quelli territoriali e paesaggistici. Il riferimento concettuale è la definizione di turismo accessibile, inteso come quel turismo che consente a qualsiasi persona, indipendentemente dalle sue caratteristiche, dall’età, dalla mobilità funzionale del proprio corpo, dallo stato di salute di effettuare tutte le attività relative all’esperienza turistica, senza ostacoli, senza difficoltà, senza esclusione, senza discriminazione.
Langhe-Roero e Monferrato verso un paesaggio “for all”
Il progetto sviluppa, in prima battuta, un censimento GIS dei luoghi significativi del sito UNESCO che prevede la compilazione e condivisione delle schede di accessibilità relativamente ai luoghi rappresentativi del territorio legati alla tradizione e alla filiera vitivinicola. Questa conoscenza è finalizzata alla redazione di un manuale con linee guida per amministrazioni pubbliche e privati sull’accessibilità al territorio UNESCO che possa essere uno strumento da inserire nel Regolamento Edilizio dei comuni del sito, ma anche alla realizzazione di alcuni interventi concreti volti a migliorare l’accessibilità del territorio. Tutte le attività sviluppate sono inoltre occasioni di sensibilizzazione e conoscenza del tema sia a livello locale - con incontri organizzati dagli Osservatori del Paesaggio che operano sul sito UNESCO - sia a livello nazionale con un meeting dedicato alle best practices sul turismo per tutti nei siti UNESCO che si è tenuto il 19 ottobre 2017 a Nizza Monferrato. Questo progetto si sviluppa sul solco tracciato dalla Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società presentata il 27 ottobre 2005 nella città portoghese di Faro, che rinnova profondamente il concetto stesso di patrimonio culturale. L’Italia ha sottoscritto la Convenzione di Faro nel 2013, il Parlamento non l’ha ancora ratificata, ma rimane ugualmente una prospettiva di grande interesse. Nell’articolo 2 si introduce un concetto molto più ampio e innovativo di “eredità-patrimonio culturale”, considerato “un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione” e di “comunità di eredità-patrimonio”, cioè, “un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future”. In conclusione, essere parte dell’UNESCO è occasione per sviluppare principi e valori. Proprio il patrimonio culturale costituisce
l’ambito privilegiato per affermare “gli ideali, i principi e i valori, derivati dall’esperienza ottenuta grazie al progresso e facendo tesoro dei conflitti passati, che promuovono lo sviluppo di una società pacifica e stabile, fondata sul rispetto per i diritti dell’uomo, la democrazia e lo Stato di diritto” (Convenzione di Faro, art. 3).
Fra gli interventi concreti, AT Media ha realizzato le riprese attraverso speciali videocamere con tecnologia 360°, sia utilizzate a terra sia montate su droni, dei luoghi più significativi del sito UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato. L’esperienza immersiva fornita da Coperniko, in particolare grazie all’applicativo Experientia, si basa su una rivoluzionaria tipologia di navigazione interattiva degli spazi culturali e turistici, dove gli oggetti del sito si muovono senza bisogno di mouse, casco, occhiali o altri supporti, ma con semplici movimenti della testa è possibile effettuare un virtual tour su filmati a 360°.
Dov’è il bene culturale? A Famagosta, nel nord di Cipro, davanti a questa tomba viene da chiederselo. Quando la signora che ha il piano cottura proprio adiacente alla finestra ha raccontato che questo profeta protegge da generazioni la sua famiglia e che una volta l’anno la popolazione del quartiere si ritrova a festeggiarne la memoria si inizia a pensare che la Convenzione di Faro non sia una raccolta di semplici slogan buoni per accontentare minoranze sensibili ai temi della cultura e del paesaggio.
Roberto Maestri Storico
Q
ual è stata l’unica città del Ducato di Monferrato a opporsi con le armi al passaggio dei Savoia? Alba, nel 1628. La risposta può sembrare sorprendente: Alba è il simbolo delle Langhe, cosa c’entra con il Monferrato? In realtà le Langhe non furono mai un territorio autonomo essendo state, quasi sempre, sottoposte al dominio dei Marchesi, poi Duchi, di Monferrato. Una lunga storia di rapporti di fedeltà, quella tra l’Albese e il Monferrato, cominciata nel Medioevo con il marchese di Monferrato Guglielmo VII, un principe di rilievo europeo, che sottomette importanti città come Torino e Alessandria, che diventa capitano di Milano, ed è ricordato da Dante nel VII canto del Purgatorio, ma che conclude tristemente la sua esistenza, catturato da Alessandrini e Astigiani che lo rinchiudono in una gabbia di legno. Proprio Asti, la potente nemica di Alba, era stata la causa che spinse gli Albesi, il 26 gennaio 1283, ad accettare la signoria di Guglielmo VII sulla città e il suo territorio, marchese che si impegnava a custodire i castelli dell’Albese e a ricostruire la Villa e il Castello di Pollenzo. Se oggi il Castello di Pollenzo ospita la rinomata Università degli Studi di Scienze Gastronomiche è anche un po’ merito dei “monferrini”. E Guglielmo dimostra di apprezzare Alba, visto che numerosi documenti lo indicano presente in città. La morte di Guglielmo VII sconvolge il Monferrato e, nel 1303, Alba si sottomette agli Angioini ai quali resta fedele per circa mezzo secolo; due anni dopo si esaurisce la dinastia degli Aleramici di Monferrato rimpiazzata da quella dei Paleologi, imperatori bizantini, che da Costantinopoli giungono a governare le nostre terre. Nel 1356 si conclude la signoria degli Angioini e Alba torna monferrina. Giovanni II è un principe audace e ambizioso: tenta di occupare Milano, riesce a prendere Asti (non con la forza, ma con l’astuzia), la cit-
Alba e il Monferrato: una fedeltà secolare tà ancora nemica di Alba, e intende farne la capitale del Marchesato. Sarà solo un sogno perché il figlio del valoroso principe è invece un inetto: Secondo Ottone, detto Secondotto, è costretto a cedere ai Visconti di Milano gran parte dei territori conquistati dal padre, per poi morire a Langhirano, mentre si reca in incognito a Venezia, assassinato da un oste cui ha insidiato la moglie. Teodoro II, fratello minore di Secondotto, porta il Monferrato a raggiungere la sua massima estensione, ampliando i domini nelle Langhe e nel Savonese. Alba diventa una delle città più importanti del Monferrato, fondamentale per congiungere la capitale Chivasso al mar Ligure. Teodoro non è solo un politico, ma anche un uomo d’armi che, con l’appoggio dei Visconti e di Facino Cane – fedele amico e feroce condottiero – riesce, nel 1409, a impadronirsi di Genova. La consorte di Teodoro è Margherita di Savoia la quale, rimasta vedova, si stabilisce ad Alba fondando il monastero delle domenicane di Santa Maria Maddalena. È albese anche il più importante artista che opera alla corte dei Paleologi: il Macrino. Nel 1536 Alba, come tutto il Monferrato, passa ai Gonzaga; non per un’occupazione militare ma per un matrimonio “politico” tra l’affascinante, e debosciato, duca Federico II Gonzaga e la sgraziata, ma intelligentissima, Margherita Paleologo ultima sopravvissuta della gloriosa dinastia. Alba, contrariamente a Casale – capitale del Marchesato – accoglie pacificamente i Gonzaga che le assegnano anche alcuni vescovi mantovani. Il legame di Alba con i Gonzaga è testimoniato anche da uno tra i personaggi più intriganti del Seicento: Ferdinando Gonzaga, cardinale e poi duca di Mantova e di Monferrato, nonché amante della contessa Camilla Faà di Bruno (per cui organizzerà addirittura un finto matrimonio) che
gli darà l’unico figlio, mai legittimato, Giacinto. Ferdinando è un uomo dotato di un’incredibile memoria e di vaste conoscenze scientifiche ma del tutto inetto al governo ed è involontario protagonista della Guerra di successione del Monferrato (ricordata da Manzoni ne I Promessi Sposi) che consegna Alba ai Savoia. Ferdinando muore nel 1626 a soli 39 anni; la cronaca del suo funerale narra che, su una facciata del suo monumento funebre è rappresentata la città di Alba, segno tangibile del legame dei Gonzaga verso la città. Il 23 aprile 1613 Carlo Emanuele I di Savoia assedia per la prima volta Alba, riuscendo però a conquistarla solo il primo aprile 1628. L’appartenenza storica di Alba e del suo territorio al Monferrato ci permette anche di dimostrare l’identità storica dell’intero sito UNESCO dei Paesaggi Vinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Se sovrapponiamo la mappa del sito UNESCO a quella dell’area d’influenza del Marchesato di Monferrato ci accorgiamo di come la prima sia del tutto compresa nella seconda. Anche effettuando la sovrapposizione tra la mappa del sito UNESCO con quella, ad esempio, del Monferrato nel 1419 notiamo una quasi perfetta corrispondenza. Si dimostra così l’identità del territorio: per comprendere il presente è indispensabile conoscere il passato!
Dopo l’UNESCO, Agisco! è un progetto della Regione Piemonte Redazione Liana Pastorin Ufficio Comunicazione Assessorato Cultura e Turismo Riccardo Volpi Settore Attività turistiche, promozione dello sport e del tempo libero Grafica e impaginazione Wacky Weapon Gli autori Sergio Chiamparino Presidente della Regione Piemonte Antonella Parigi Assessore alla Cultura e al Turismo Paolo Cantù Direttore Fondazione Piemonte dal Vivo Roberto Cerrato Direttore Associazione Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato Paolo Damilano Presidente Film Commission Torino Piemonte Alessandra Fassio Responsabile Settore Attività turistiche, promozione dello sport e del tempo libero Roberto Maestri Storico Giovanni Paludi Responsabile Settore Territorio e Paesaggio Marco Valle SiTI - Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione Hanno contribuito alla 3a edizione di “Dopo l’UNESCO, Agisco!” Ivana Accalai, Michela Garaffo Settore Attività turistiche, promozione dello sport e del tempo libero Foto: ©Harry Gruyaert/Magnum Photos
Marzia Baracchino Responsabile Settore Relazioni esterne e comunicazione Rosanna Cauda Settore Relazioni esterne e comunicazione Miriam Corgiat Mecio Ufficio Comunicazione Assessorato Cultura e Turismo TUTTI I PARTECIPANTI, I FAN E I SIMPATIZZANTI Alessandra Aires, Bruna Biamino, Gianni Farinetti, Carlo Tosco, Roberto Vaccà Esperti di “Dopo l’UNESCO, Agisco!” Un ringraziamento particolare a Amalia Ercoli Finzi Accademica, scienziata, prima ingegnere aeronautica italiana e principal investigator della missione spaziale Rosetta
per l’edizione 2017 si ringraziano inoltre
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