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Disegno di Eleonora Gramigna L’apprendista libraio di Stefano Amato ● Arriva la strip di Medeo! ● Concorso Nei Libri con Medeo: il voto social è aperto! ●
Anno 3 N. 70 / aprile 2013 - Periodico - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.
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sommario
autori Simona Lapucci |
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Il leone e la luna nera Sofia Green |
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Poi, ho smesso
rubriche L’apprendista libraio |
Stefano Amato Medeo Strip |
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Eleonora Gramigna L’angolo della poesia |
Marco Fortuna
Pennellate di parole |
Giovanna Vannini
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Non solo vecchie pietre |
di Natale Barca
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Informazione Letteraria |
di Federica Ferretti Eventi |
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a cura della redazione
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editoriale Cari lettori, l’uscita del numero 70 di Io Come Autore cade in un giorno particolare: il 23 aprile si celebra infatti la Giornata Internazionale del Libro e del Diritto d’Autore, patrocinata dall’UNESCO per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright. Abbiamo deciso di dedicare la copertina alla celebrazione catalana della festa, che cade nel giorno di San Giorgio, patrono della Catalogna, e ha come protagonisti i libri e le rose in un incrocio di tradizioni: alla leggenda medievale di San Giorgio, secondo cui il cavaliere avrebbe raccolto una rosa nata dal sangue dal drago sconfitto per donarla alla principessa salvata, si somma infatti la ricorrenza della morte di celebri autori come Cervantes e Shakespeare, legando indissolubilmente questo fiore ai libri. Così ogni 23 aprile le ramblas di Barcellona si riempiono di uomini che offrono rose alle donne, ricevendo in cambio un libro. Noi in questa giornata vi regaliamo un nuovo numero di Io Come Autore, che di libri è sempre pieno. E ora fatevi sotto con le rose! Buona festa di San Giorgio, buona lettura!
Daniela Villa
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o i a r b i l a t s i d n e l’appr Stefano Amato Stefano Amato ha pubblicato alcuni racconti e romanzi. Lavora in una libreria.
www.stefanoamato.com http://apprendistalibraio.blogspot.it/
medeo strip
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NecessitĂ
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Incontri ravvicinati con i clienti (e non solo) di una libreria di provincia Il cliente booleano Cliente: “Avete quel libro di cui parlavano ieri in televisione?” Io: “Conosce il titolo o il nome dell’autore?” Cliente: “No, ma... Hai capito di quale trasmissione parlo? La fanno di pomeriggio.” Io: “Mi dispiace, non credo di averla vista.” Cliente: (fa il giro del bancone e si piazza accanto a me): “Fa niente, cerchiamo su Google. Scrivi: ‘libro’ più ‘consigliato’ più ‘Sandro Mayer’ più ‘ieri pomeriggio’... ehm... più ‘Canale cinque’ or ‘Italia uno’.” Io: “...” Cliente: “Forza! Poi clicca su ‘Mi sento fortunato’.”
Eleonora Gramigna Ironica al punto giusto, spiritosa quanto basta e un pizzico sbadata, Eleonora adora viaggiare, l’arte e la musica rock. Un po’ sopra le righe, non le piace passare inosservata; ha avuto le più svariate esperienze lavorative, ma non ha mai smesso di disegnare, né di aspirare d’essere un’artista. https://www.facebook.com/disegni.porta.accanto
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Autrice
e r e iv r c s i d o n g .. il so
Scrivere è sempre stata la mia passione, ma scrivere di se stessi, beh, è tutta un’altra storia! Cosa dire? Da dove cominciare? Vediamo un po’, ritorniamo a quando da ragazzini ci si doveva presentare ad un nuovo gruppo… Ecco: Buongiorno a tutti! Mi chiamo Simona Lapucci, sono nata a Pisa ormai ben quarantatré anni fa ma vivo in provincia di Treviso, Veneto, già da trentadue anni. Sin da ragazzina ho divorato libri su libri, vivendo ogni storia come fosse una mia avventura. Ogni personaggio diventava un caro amico o un nemico da combattere. Ogni sera prima di dormire viaggiavo sulle ali della fantasia e creavo storie che mi portavano in Paesi esotici e lontani a vivere avventure straordinarie e romantiche. Fin da ragazzina ho trasportato quelle storie sulla carta, per non dimenticarle, per rileggerle e tornare a rivivere le stesse meravigliose emozioni. Scrivere è sempre stato per me più di un passatempo, è un uscire dalla realtà, è un creare sogni da condividere. Disseminati per casa ho molti quaderni scritti a mano con storie più o meno complete di quando ero ragazzina e mi approcciavo alla scrittura. Il mio primo, vero, serio romanzo l’ho scritto, però, già adulta. Non molti anni fa. Dopo aver studiato il periodo medie-
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vale dell’ambientazione con cura e precisione. Dopo aver dato ascolto a quella vocina che mi sussurrava “Provaci! Magari realizzi il tuo sogno di vedere il tuo nome stampato sulla copertina di un romanzo! Magari riuscirai a lasciare un piccolo graffio del tuo passaggio in questo mondo riuscendo a condividere anche con persone sconosciute i tuoi sogni riportati su carta”. Ho incominciato a crederci e a spedire il mio romanzo a qualche Casa Editrice. Subito una di loro mi aveva contattata per acquistare il mio romanzo storico-romantico ma poi il contratto non arrivò mai. Altre Case Editrici volevano un contributo per la prima stampa. Non potevo permettermelo e, per quanto credessi al mio sogno, non potevo investirci anche del denaro. Così, ho messo il mio romanzo nel cassetto! Un paio d’anni fa, però, l’ho rispolverato e l’ho inviato a Case Editrici più piccole, della media editoria e… il sogno ha preso vita. La Casa Editrice “il Ciliegio” nelle persone meravigliose di Giovanna e Maurizio, hanno creduto nel mio lavoro e ora esso è realtà! Chi l’avrebbe detto! Sono sempre stata una grande sognatrice. La fantasia non mi manca di certo, ma a volte
non mi sembra ancora vero d’esser riuscita a realizzare questo sogno: vedere il mio nome risaltare sulla copertina di un libro! Libro che persone lontane terranno tra le mani condividendo le avventure e le tribolazioni dei miei personaggi, delle mie creature. Creature che hanno tutte, chi più chi meno, una piccola parte di me, una mia caratteristica, una mia paura, una mia mania, un mio modo di esse-
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Simona Lapucci
re o di affrontare le cose. Tutto questo mi ha convinto che: “Se qualcosa lo desideri veramente, lo vuoi con tutte le tue forze, è sicuro che riuscirai a ottenerlo. Se vuoi, puoi!” Questo lascio detto a tutti, non perdete mai la speranza. Perseverare, insistere, non arrendersi molto spesso, è l’unico modo. Sarà sicuramente faticoso, ma ne varrà la pena! ●
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Simona Lapucci Estratto da Il leone e la luna nera
Era una notte buia, senza luna. Fiocchi di neve danzavano vorticosamente al ritmo di un vento impetuoso che penetrava, con il suo minaccioso fischiare, in ogni piccola fessura del sontuoso castello. Marianna, affacciata all’alta finestra, si sentì rabbrividire e sospirando si strinse il lungo mantello nero intorno al collo. Il suo sguardo era perso nell’oscurità del paesaggio nel vano tentativo di individuare almeno le sagome delle persone care che sapeva essere in trepida attesa del suo ritorno. In quel momento un vecchio servitore entrò nella stanza e la invitò a seguirlo. Il momento tanto atteso e tanto temuto era arrivato. Lanciò un’ultima, quasi disperata, occhiata a quel bianco turbinio poi, imitando l’uomo, entrò nella stanza adiacente. La camera era immersa in una profonda penombra, solo una flebile candela ardeva vicino al grande letto a baldacchino, e un debole fuoco, ormai quasi del tutto esaurito, cercava invano di scaldare l’atmosfera. La donna si fermò titubante sulla soglia cercando di abituare la vista alla scarsa luce. Un leggero brontolio, proveniente dal ricco giaciglio, ruppe il silenzio e l’uomo in piedi lì vicino accennò un lieve inchino e uscì dalla stanza seguito dal vecchio servitore che si chiuse la porta alle spalle. «Vieni avanti». Le parole suonarono poco più di un sussurro e Marianna si avvicinò più per istinto che per averle udite.
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Autrice Il leone e la luna nera Autore: Simona Lapucci Editore: Il Ciliegio Anno: 2012 Pagine: 432 ISBN cartaceo: 9788897783206 Prezzo di copertina: € 20,00 ISBN eBook: 9788897783879 Prezzo eBook: € 10,49 Leggi l’estratto su Book Extracts:
Appena fu accanto al letto sentì un nodo stringerle la gola e calde lacrime le salirono agli occhi. Strinse convulsamente un lembo del mantello nel vano tentativo di ricacciarle indietro, ma inutilmente.
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l’angolo della poesia Ritorno
Torno da te come nell’azzurro mare la bolla d’aria torna in superficie, come una lacrima nello sconforto torna al suo cuore, come una tartaruga ritorno a te mia dolce spiaggia, deposito al sicuro la mia anima e covo l’unico desiderio mai vecchio e mai stanco: l’Amore.
Marco Fortuna Sono nato e vivo nelle Marche, da molti anni coltivo la mia passione per la poesia. La poesia è la voce del cuore, ogni poeta nasce con una grande fame. Noi poeti siamo gli ultimi cannibali, divoriamo il nostro mondo e noi stessi, divoriamo il cuore degli altri e il nostro per poi rinascere mille volte. Parole, suoni, armonie, immagini, colori fanno parte del nostro profondo, emozioni dolci, strazianti, portando in vita universi sempre diversi, sempre nuovi. Noi siamo un divenire grazie proprio a lei, la poesia ci pervade... è lei che sempre ci trova, le sue parole sono nell’aria. www.marcofortuna.it - marco@marcofortuna.it
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pennellate di parole 10 aprile 1912
La verità era che non l’amava, non l’aveva mai amata e mai l’avrebbe. Questo pensava Tomas tra compassione e pietà guardando senza vederlo il volto pallido di Dorothy, sua promessa sposa per un matrimonio da altri combinato. Un pallore costruito davanti allo specchio quello della sua fidanzata, uno dei suoi tanti modi per rimanere nelle grazie delle beltà, suo principale interesse. Ma in fondo che colpa portava Dorothy? Se non quella di esserci per farlo ben apparire, per mostrare con quanta grazia si appoggiasse al suo braccio, dispensando sorrisi discreti tra il fruscio della stoffa del suo ultimo abito di taglio parigino, con acconciatura e parure di gioielli adeguati, sopperendo così alle sue mediocri conversazioni. Tomas Dancan, viso squadrato dagli zigomi appuntiti e la fronte bassa, due olive nere gli occhi, corvina la capigliatura. Figlio unico di una dinastia di banchieri, arrivato in società alla soglia dei trenta, quando gli era diventato impossibile continuare ad estraniarsi, quando tutto il lavoro sporco era già stato fatto e a lui non restava che godere delle ricchezze da altri accumulate, senza porsi troppe domande su quanti fossero gli scheletri accatastati negli armadi di famiglia, per farlo giungere a quello stato gaudente. Al mignolo della mano sinistra portava lo chevalier del nonno: mano affusolata, mano da pianista. Tra battute di caccia, partite di bridge e quegli incontri più doverosi che piacevoli con Dorothy, si dipanava la vita di Tomas, cucitagli addosso come un abito di alta sartoria ma dalle misure troppo strette. Solo la periodica frequentazione al Royal Opera House di Londra, lo riconciliavano con quella mondanità imposta.
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Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una partecipazione ad un antologia, ha intrapreso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la conoscerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capolavori di varie correnti artistiche.
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Per quella sera di conclusioni senza addii, Tomas aveva rotto l’ennesima regola del solito ristorante, stessa gente, medesimi dialoghi di circostanza, prenotando al “Sir Arcibald”, un locale più modesto alle porte della campagna londinese, dove la frequentazione da parte dell’aristocrazia britannica, si diceva fosse relegata a qualche clandestino rendez-vous. “Spero di non dovermi abituare a questo posto!” - disse contrariata Dorothy, disapprovando la scelta del luogo “No, non credo.” – fu la risposta secca di Tomas Il cameriere si avvicinò con la prima portata, Tomas spense la sigaretta appena accesa. In quel gesto usuale si soffermò a guardare la sua mano: mano affusolata, mano da pianista, la stessa che in coppia con l’altra, sfiorava i tasti del vecchio pianoforte a coda nella casa scalcinata del suo maestro, unico amico, unico uomo, con cui si sentisse davvero se stesso. Le note prodotte a mente da quel piano, presero il posto dei pensieri, si fecero melodia, dettero forma ad un’immagine. Un nome nuovo, un abito vecchio, una valigia presa in prestito, in tasca un contratto da orchestrale. S’imbarcò come pianista su una nave passeggeri. Entrambi ignari, di sfidare la sorte… Edward Alfred Cucuel (1875-1954), Farewell Olio su tela
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e c i r t u A Elmi’s World Cosa ti ha portato a scrivere? Una necessità e una sfida: non so disegnare e sono stonata, scrivere è l’unica forma d’arte che esprime le immagini e le emozioni che ho dentro. D’altro canto, studiando i classici della letteratura e della filosofia, avevo voglia di emularli. Scrivo quindi perché voglio che gli altri leggano e si identifichino. Quando hai deciso di scrivere il tuo primo libro? Alla soglia dei quarant’anni, quando ho tirato fuori alcuni sogni dal cassetto e ho cercato di farli diventare realtà. Quando ho superato la paura, scatenatami dalla lettura di Mann, di non poter diventare artista per essere borghese. Come nascono i tuoi libri? Prima scrivo per me stessa, tutto ciò che mi viene in mente, riacquisto fluidità, padronanza nel narrare. Poi mi informo, frequento qualche corso: per capire meglio l’editoria e quale sia lo spazio per un esordiente. Il primo romanzo si qualifica in un concorso letterario e ricevo l’offerta di pubblicare con contributo. Ma verifico che il pagamento non determina la diffusione del libro. Il testo non convince neppure me e solo dopo qualche mese trovo una struttura in cui sistematizzare tutto quello che voglio esprimere: dodici capitoli, uno per ogni mese dell’anno, il ritmo nar-
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rativo e i contenuti si conformano al succedersi delle stagioni. È stato facile trovare un Editore, ti sei affidata ad un agente letterario? Poi, ho smesso è un’altra storia, rielabora, ampliandoli e riordinandoli, i contenuti del primo romanzo. Comunque è ancora lontana dalla versione pubblicabile: ho bisogno di un mentore e trovo Elmi’s World. Grata delle istruzioni chiare ed efficaci, mi rimetto al lavoro sacrificando ferie estive e natalizie. Criticità: la coerenza temporale e dei personaggi, l’invenzione. Per i primi due, basta un po’ di esercizio. La terza mi destabilizza. Allora, dopo aver scritto tutta la verità, la seconda stesura modifica tempi e luoghi, connotati fisici dei personaggi, determina un ricondizionamento spazio-temporale. È processo di “universalizzazione del vissuto”: evaporando le circostanze, emerge la sostanza. Il messaggio è autentico, la storia è solo veicolo e quinta teatrale. Come ti descriveresti? Molteplicità, e poi: visionär. In tedesco, l’aggettivo è orientato positivamente: chi vive nel presente e lì costruisce il futuro. Più che una definizione, è un proposito: faccio di tutto per esserlo.
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Sofia Green
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Sofia Green
Autrice Il tuo motto personale? Due: nosce te ipsum e ama il prossimo tuo come te stesso. Senza la conoscenza di sé, non si comprende quanto ci sta intorno. Fin da bambini, ci istigano a guardare fuori. Amare prima noi stessi, altrimenti il rifiuto scatta quando vediamo specchiati nell’altro i nostri difetti. L’interpretazione più diffusa del motto evangelico è distorta, o quanto meno incompleta: omette l’essenziale premessa di partire da noi.
Presentazione del libro Questo libro vuole meditare sugli errori commessi e da essi ripartire per cambiare quello che della vita non piace. È un lungo interrogarsi sui temi principali dell’esistenza: amore, matrimonio, fedeltà, tradimento, solitudine, amicizia, autonomia, rifiuto, cambiamento. Tra i trentanove e i quaranta è il periodo in cui tradizionalmente e convenzionalmente molte persone fanno i conti con se stessi, tirano le somme, verificano.
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Vivi per… Sperimentare! Scoprire cosa “tiene insieme il mondo dall’interno” e dire all’attimo “fermati! Tu sei così bello!”. E affronto gli stessi travagli del Faust goethiano. Perché dovrei acquistare la tua opera? Ciascuno può trovarvi qualcosa che gli appartiene, materia per riflettere, confrontarsi. È un omaggio alla varietà di registri semantici e sintattici della lingua italiana. ♥
Autore: Sofia Green Titolo: Poi, ho smesso Editore: Casa Editrice Elmi’s World Anno di pubblicazione: 2012 Pagine: 176 ISBN (del cartaceo): 9788897192213 - Prezzo di copertina (del cartaceo): 12€ ISBN (eBook): 9788897192220 - Prezzo di copertina (eBook): 6,49€ Leggi l’estratto su Book Extracts: http://www.bookextracts.it/upload/extract/9788897192213_1360078451.pdf
Estratto dal libro: Aprile Esisto per me stessa! (La consapevolezza di sé) Non ricordo dove ho trascorso il mio trentanovesimo compleanno. Quel giorno è relegato per sempre fra i momenti di buia confusione, attimi in cui si procede a tentoni, sospinte verso il cambiamento quasi nostro malgrado e sostenute solo dall’istinto primordiale di sopravvivenza. Mi trovavo in una fase di riconciliazione con l’uomo che oggi è il mio ex marito. Già consapevole che non avrebbe avuto successo, forse volevo solo arrivare alle conseguenze estreme per non avere poi rimorsi di coscienza: non è mai bello soffrire e far soffrire anche quando la causa è nobile, ma occorre essere certi prima di buttare al vento quindici anni di vita comune. Ricordo il nostro primo distacco. Alla fine di marzo, ero da poco entrata nel quarantesimo anno di vita. Cinque mesi prima avevamo comprato un trullo da ristrutturare. Io ho un sogno, gli avevo detto in quel pomeriggio tiepido di novembre, mentre l’auto che avevamo preso a nolo correva lungo il nastro d’asfalto srotolato nel verde delle dolci colline pugliesi. Ho un sogno e voglio vedere se può diventare realtà. Tu hai un sogno? Gli avevo anche chiesto. Se lo avesse concepito, sarei stata pronta a mettere da parte il mio. Lui mi aveva, ancora una volta, risposto che la sua felicità era farsi bastare quello che già avevamo perché riteneva fosse molto più di quanto tante altre persone avevano. La sua moderata condiscendenza era stata però sufficiente a lanciarmi nell’impresa, già vedevo le antiche pietre riparate, ripulite, riportate all’originario splendore e il nostro amore istantaneamente gua-
rito dalla straordinaria bellezza dei luoghi e del trullo. In quell’inizio di primavera, doveva essere la seconda verifica della ristrutturazione: per me, significava prendere quel sogno per mano e accompagnarlo nella sua crescita fino alla completa realizzazione, ma non era più solo il mio sogno, bensì il nostro. Lo vedevo come un bambino che, aggrappato saldamente alle mani di entrambi i genitori, si solleva da terra in lunghi balzi e sembra stia per prendere il volo; forse era davvero un surrogato dei figli che avevamo avuto paura di concepire. Quando, in prossimità della partenza, mi fu chiaro che per lui lo scopo del viaggio era unicamente imporre la nostra presenza, quasi a minacciare chi lavorava all’opera di restauro, affinché i lavori fossero conclusi per la fine di luglio e ciò solo perché avevamo già versato pingui acconti e non avevamo prenotato altrove le vacanze estive, scelsi di rimanere a casa. Fu impeto cieco ed istintivo che portò contrasti. Lui partì arrabbiato ed io, arrabbiata, rimasi. D’altra parte, ciò che aveva iniziato a dividere le nostre strade era proprio il differente modo di comportarsi con gli altri: mio marito si irrigidiva nelle sue posizioni, io cercavo di capire le persone. Provai, nel primo di quei quattro giorni, la paura mai provata di non poter tirare avanti senza di lui. Prima di allora, ero stata sempre io ad allontanarmi da casa per motivi di studio o di lavoro, con la sola eccezione di un suo viaggio aziendale a Monaco, quando però a farmi compagnia c’era la studentessa tedesca che avevamo ospitato per qualche mese l’anno dopo esserci sposati.
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Non solo vecchie pietre
EGITTO FARAONICO: LA FINE NEL CAOS DELL’ANTICO REGNO
Pepi II/Neferkare (circa 2269-2175 a.C.), quinto sovrano della VI dinastia, ascese al trono all’età di sei anni, subentrando al defunto Menenre I, suo fratellastro. Il nuovo Faraone era destinato a rimanere sul trono per novantaquattro anni. Nessun sovrano prima di lui era rimasto al potere per tanto tempo. Dopo di lui, il sovrano più longevo sarebbe stato Ramesse II (circa 12971213 a.C.). Nei suoi primi anni di regno, il Faraone-bambino ricevette un dono che gli piacque molto: una scimmietta. Yarkuf, il governatore dell’Alto Egitto, l’aveva portata con sé dal lontano paese di Yam, in aggiunta a beni di maggior valore, come incenso, ebano, olii preziosi, pelli di pantera e zanne di elefante. Pepi II ebbe almeno quattro mogli: Neith e Iput erano sue sorellastre, Ankhesenpepi era sua nipote, e Wedjebten, forse, una sua lontana cugina. Non ebbe figli. Pare che il generale Sasenet lo andasse a trovare di notte, usando una scala per entrare attraverso una finestra nella sua stanza da letto. Il regno di Pepi II fu pacifico, salvo qualche minaccia proveniente dalla Nubia o dalle oasi del Deserto Occidentale, a cui il Faraone reagì, lanciando spedizioni militari, nel corso di una delle quali il cancelliere Menhu fu ucciso. Pepi II promosse una spedizione commerciale sulla costa mediterranea del Levante. Attraverso il tempo il suo potere diminuì e finì per ridursi a poco. Già i suoi predecessori della VI dinastia (Teti, Userkare, Pepi I, Merenra I) erano stati molto meno potenti dei costruttori delle piramidi di Saqqara, Dashur e Giza (III-IV dinastia) e dei templi solari (V dinastia). Quando morì, Pepi II fu seppellito a Saqqara Sud, in un complesso architettonico formato da una piramide principale, quattro piramidi minori, due templi e una rampa processionale lunga 500 m. Questo monumento funerario si è conservato, seppure in cattive condizioni. La piramide principale e quella della regina Neith contengono iscrizioni (estratti dai Testi delle Piramidi). Intanto il clima era cambiato, con importanti variazioni del regime di piovo-
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Natale Barca Natale Barca è uno scrittore e saggista che ha al suo attivo un significativo numero di testi che trattano di storia e civiltà dei popoli antichi. Il suo campo di indagine si estende dall’Europa mediterranea al Sahara orientale e all’Asia Occidentale, in un arco di tempo che abbraccia dalla preistoria alla storia antica (www.natalebarca.it). blog: http://natalebarca.blogspot.it
sità stagionale e dei livelli di piena del Nilo, e piogge catastrofiche, molto abbondanti e prolungate. Le precipitazioni causavano il dilavamento e lo sconvolgimento dei suoli, e allagavano persistentemente i campi, che non potevano più essere coltivati. Tutto questo aveva effetti disastrosi sul tessuto edilizio, sull’agricoltura, sul benessere della popolazione, sulla pace sociale. La crisi del potere centrale si protrasse ben oltre il regno di Pepi II. Ormai il vero potere stava nelle mani dei sacerdoti e dei nomarchi (governatori provinciali), i quali quanto più si avvedevano che il re era generoso e perfino prodigo nei loro confronti tanto più accrescevano le loro richieste di donazioni e privilegi, ed esprimevano ambizioni autonomistiche. Ogni gran sacerdote e nomarca disponeva ormai di un piccolo esercito e di una flottiglia personali, sfruttava direttamente le risorse agricole e del sottosuolo, sovente si attribuiva titoli che lo avvicinavano al re. Quando moriva si faceva seppellire in una tomba di grandi dimensioni, scavata nella roccia, in un cimitero prossimo alla sede del distretto. In prossimità delle tombe dei nomarchi, sceglievano di farsi inumare i loro familiari, nonchè i funzionari e i nobili del nòmo. Le necropoli provinciali di Cus, Akhimim, Abydos, Edfu, Elefantina, ecc., danno un’idea dell’opulenza dei normarchi di allora. Il successore di Pepi II fu Merenre II, figlio dello stesso Pepi II
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di Natale Barca
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Non solo vecchie pietre e della regina Neith. Regnò per un solo anno e morì assassinato, a causa di una congiura. A Merenre II sarebbe succeduta una reginafaraone, Neithkeret, o Nitokerty (in Greco: Nitocris), figlia di Pepi II e della regina Neith, dunque sorella di suo marito.
Di Nitocris parla Erodoto, ma il suo nome non compare in alcuna iscrizione egizia, salvo che Dettaglio dalla Valle in un frammento del Canone Reale di Torino, del Tempio di Pepi II dove, peraltro, sembra che sia una deformazione del nome di Netjerkare Siptah. In questo caso il vero successore di Merenre II sarebbe stato Netjerkare Siptah. Nitokris, semmai sia realmente esistita, avrebbe regnato per poco, forse solo per un paio di anni. Si sarebbe suicidata intorno al 2186 a.C., gettandosi nel fuoco, dopo essersi vendicata degli assassini di suo fratello. Intanto le difficoltà nella coltivazione dei campi avevano causato una sottoproduzione agricola e la carestia aveva causato una gravissima crisi politica, economica e sociale. Con l’ultimo regno della VI dinastia lo Stato Faraonico andò in rovina. Seguì una tormentata transizione dall’Antico Regno al Medio Regno (Primo Periodo Intermedio, VII-XI dinastia, circa 2181-2060 a.C.), durante il quale, come scrive Manetone, “settanta re di Menfi regnarono per settanta giorni”, e i complessi delle piramidi, i templi solari e le tombe reali più antiche furono saccheggiati e devastati. Le mummie reali dovettero essere protette dall’assalto Le rovine del complesso della dei predatori di tombe. ● piramide di Pepi II
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Fatti leggere! Un voto tutto social per il concorso!
Nei Libri con Medeo, il primo concorso per tutti gli amanti della lettura. Leggete e votate le opere che preferite. Solo gli autori pi첫 votati arriveranno in finale e potranno essere pubblicati. I vincitori saranno pubblicati gratuitamente da Diamond Editrice.
Votazioni aperte fino al 30 giugno 2013. Regolamento sul sito www.medeo.it Con il patrocinio di
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Informazione letteraria
Casa Editrice Rupe Mutevole Federica Ferretti ha selezionato per noi l’opera di Gaetano Allegra, novità della collana “Letteratura di confine” di Rupe Mutevole Edizioni, attraverso la prefazione di Rita Borsellino. Nelle pagine di questo libro scritto da un giovane leggo fra le righe quell’entusiasmo e quello spirito che hanno animato le battaglie prima di arrivare all’Unità d’Italia. In quegli anni, dal Sud al Nord, spirava il vento della libertà, della speranza, del riscatto, della voglia di non abbassarsi più alle prepotenze dei Savoia. Un vento che non ha mai smesso di soffiare, e che ancora oggi accarezza questo tacco d’Italia. Anni di battaglie perse e vinte, di sangue sparso sulla terra arida, di cambiamenti e contraddizioni, di speranze esaudite e mancate. Sullo sfondo un Sud, spesso tradito e usurpato, usato e logorato, che reagisce e alla lunga si riprende ciò che è suo ma lo fa nel peggiore dei modi, dando vita a quello che era il brigantaggio e che sarebbe diventato altro negli anni a seguire. La storia del protagonista Totore Iodice si muove con la storia di questo territorio, con i suoi difetti e i suoi pregi, e le sue gesta non sono altro che quelle di tanti meridionali, come lo è il suo animo nobile e coraggioso e allo stesso tempo umile. Totore Iodice, giovane contadino di umili origini, sceglie di ribel-
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larsi all’ignoranza e all’ingiustizia, cerca di venire fuori da un mondo a cui sente di non appartenere, è disposto a tutto pur di imparare a leggere e scrivere, pur di scoprire il mondo. E ci riesce, scopre il mondo, scopre se stesso, gli altri, ma soprattutto scopre quanto può essere infido l’animo umano. Tutt’attorno si muove la storia di una nazione che non ha ancora fatto i conti con la sua nuova identità, che vive di ipocrisie e contraddizioni. Una storia – quella del Sud d’Italia post unità – che non fu. Perché mise in atto una politica che ha di fatto ritardato lo sviluppo del Meridione. L’economia del Sud è stata sempre una forma di pura sopravvivenza, è stata tagliata fuori dai ritmi e dai livelli del mercato comune nazionale ed europeo. È sempre stata convinzione comune, e purtroppo lo è ancora oggi, che il problema del Sud fosse un problema locale e settoriale, una questione straordinaria e territorialmente circoscritta, come se il Mezzogiorno fosse una riserva indiana. In realtà è un problema centrale di indirizzo, di orienta-
mento politico ed economico fondamentale dello Stato. Il 1860 rappresenta per il Mezzogiorno d’Italia uno spartiacque storico. Il vecchio mondo borbonico, con le sue tradizioni e consuetudini, lascia il passo a nuovi uomini e nuove culture. Al di là della retorica, il passaggio è traumatico. Sulle rovine dell’antico regime si impone uno Stato unitario e centralista, relativamente moderno, ma culturalmente distante dalla realtà del Sud Italia. Ecco, Totore Iodice è il simbolo di quella parte di popolo del Sud che in un momento storico particolare non sta fermo, non si accontenta, guarda avanti, spera. “Un uomo leale, fedele a se stesso e ai propri ideali”, come lo descrive don Cuono Vincenzo Patania nel suo testamento finale, “Un uomo che amava, semplicemente amava, e che in cambio venne amato da molte persone”. Di siciliani col cuore di Totore Iodice ce ne sono stati e ce ne sono ancora tanti, ce lo rivela la storia e purtroppo anche la cronaca nera, pieni di voglia di riscatto, di giustizia e di grandi ideali. Ideali senza tempo. Ideali cristallini, come quelli di cui questo romanzo è pieno. ●
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Titolo: IL DEMONIO DI SANT’ANDREA Autore: Gaetano Allegra Editore: Rupe Mutevole Edizioni Collana: Letteratura di confine Pagine: 328 Isbn: 9788865911471 Prezzo di copertina: € 15,00
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I nostri eventi per
! e l i b i s i v n ’i l a Gust
Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore Città invisibili immagina la tua città, progetta il tuo futuro Veneto Dal 20 al 25 aprile 2013 Il 23 aprile 2013, Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, patrocinata dall’UNESCO e celebrata in tutto il mondo, si tiene la grande festa del progetto Città invisibili. La giornata Evento, dedicata al libro e alla lettura, coinvolge 800 classi, le quaranta biblioteche e si tiene in contemporanea in tutte le scuole e le città del Veneto che aderiscono all’iniziativa. Possono parteciparvi anche le scuole, le biblioteche, gli enti e le associazioni di altri comuni e città anche se non aderenti alla rete, con attività di promozione della lettura. Tra gli eventi in calendario, si segnala la “Mostra espositiva degli ABC della mia città” (attività per le scuole aderenti a Città invisibili), che rappresenta l’attività principale del progetto e coinvolge tutta la Rete Scuole D’Eccellenza. Ogni classe o gruppo di classi, che nei mesi precedenti è stata impegnata in un’attività di scoperta del proprio territorio e di ricerca degli elementi che connotano la propria città, espone, in collaborazione con la propria amministrazione comunale, la biblioteca e le altre scuole aderenti al progetto, gli abbecedari realizzati. Questa e tante altre le iniziative in programma. Per informazioni: www.cittainvisibili.org/evento.aspx
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i vostri 5 sensi 70 ! o tt e m fu l e d o d n o m il Guarda
Comicon - Salone Internazionale del fumetto Mostra d’Oltremare Napoli Dal 25 al 28 aprile 2013 La manifestazione di anno in anno ha acquistato una popolarità notevole, centinaia di visitatori si accalcano davanti ai cancelli già alle prime luce del giorno. Novità, bella gente, divertimento e grandi artisti caratterizzano le quattro giornate del Comicon, un mix che in poco tempo ha reso il salone il punto di riferimento per gli amanti del genere e non solo, provenienti da tutta Italia e secondo solo al Lucca Comics. Numerosissimi ed importanti gli ospiti di questa nuova edizione, ecco i nomi: Ausonia, Alessandro Baronciani, Giorgio Carpinteri, Barbara Canepa, Milo Manara, Giorgio Cavazzano, Alberto Corradi, Aldo Di Gennaro, Tanino Liberatore, Joost Swarte, Goblin 4G, Tony Sandoval, Fabrizio Petrossi, Blasco Pisapia, ZeroCalcare. Novità significativa di quest’anno sarà la nuova area dedicata ai Boardgames, con autori e iniziative relative al Gamedesign, per tutti i curiosi che vogliono scoprire come si scrivono ed inventano i nuovi giochi. Per informazione: www.comicon.it
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! a t r a c a l Tocca
La Fabbrica di Carta 2013 Salone del Libro degli autori ed editori del Verbano Cusio Ossola Villadossola Dal 23 aprile al 5 maggio 2013 L’Arte pittorica e scultorea è il filo conduttore della XVI Edizione de ‘La Fabbrica di Carta’, il Salone del libro degli autori ed editori del Verbano Cusio Ossola torna a Villadossola, giunto quest’anno alla sua 16° edizione. La manifestazione è uno degli appuntamenti culturali più interessanti e seguiti della Provincia, con una presenza di oltre 10.000 visitatori: tra loro sicuramente tanti appassionati di editoria locale, ma anche un pubblico attratto dalla diverse proposte che s’incardinano attorno al filo conduttore scelto per ciascuna ‘annata’. Questa volta il tema sarà l’arte, nelle sue forme visive e plastiche. La vasta area espositiva, con le migliaia di pubblicazioni locali, offre al visitatore l’opportunità di meglio conoscere la storia e la nostra realtà del territorio che ospita la rassegna.
Per informazioni: http://www.provincia.verbano-cusio-ossola.it/
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i vostri 5 sensi 70 ! a n g a t n o Respira la m Treno Film Festival Trento Dal 25 aprile al 5 maggio 2013 La 61esima edizione di uno degli eventi cinematografici italiani più longevi e prestigiosi promette ancora più film dell’anno scorso: oltre centoventi, di cui venti le anteprime in concorso, e tanti documentari, tutti sul tema della montagna. Fra i ventisei documentari in gara (tre gli italiani) sono attesi ‘Messner-Der Film’ su Reinhold Messner (presente alla rassegna), ‘Pura Vida’, ‘The Summit’ e ‘Hiver Nomade’. Fra gli ospiti Philippe Daverio, Luciano Violante e Maurizio Nichetti per il 150esimo anniversario del Cai.
Per informazioni: www.trentofestival.it
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I nostri eventi! 70 ! z z ja il a t l o c s A Torino Jazz Festival 2013 Torino Dal 26 aprile al 1 maggio 2013 La seconda edizione del Torino Jazz Festival avrà per la prima volta la guida di Stefano Zenni, il nuovo Direttore artistico. Gli organizzatori sperano di bissare il successo ottenuto nel 2012 quando, a fronte di oltre sessanta concerti, furono oltre 100 mila gli spettatori. Per l’edizione di quest’anno, in cui il Torino Jazz Festival vivrà per sei giorni, gli eventi raddoppiano (130 circa) restando comunque sempre gratuiti. Si inizia il 26 aprile in piazzale Valdo Fusi con l’Orchestra del Teatro Regio in cui suona il trombettista Enrico Rava. Poi il festival prosegue con icone internazionali come McCoy Tyner, Abdullah Ibrahim, Roy Haynes, e, tra gli italiani, Enrico Rava con l’Orchestra del Teatro Regio, Roy Paci e Simone Cristicchi. Il Torino Jazz Festival sarà una vera e propria festa di strada, con musica di qualità ad ogni ora. Ma non solo. Infatti il TJF fa parte anche del cartellone “Torino incontra la Francia” e coinvolge il cinema e numerose realtà culturali cittadine. Per informazioni: www.torinojazzfestival.it
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Disegno di Eleonora Gramigna Io come Autore
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