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“I volontari del Festival Letteratura Milano 2013”
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Anno 3 N. 74 / GIIUGNO 2013 - Periodico - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.
numero
autori Linda Bertasi |
sommario
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Il profumo del Sud
Maria Teresa Valle |
Il conto da pagare
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rubriche L’apprendista libraio |
Stefano Amato Medeo Strip |
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Eleonora Gramigna Pennellate di parole |
Giovanna Vannini Speciale |
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Speciale FLM
Informazione Letteraria |
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Nerospinto di Indira Fassioni Speciale DiamonD |
Leggimi e sarai letto!
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L’angolo della poesia |
Oscar Hahn Eventi |
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a cura della redazione
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editoriale I segnali ci sono quasi tutti: scuole chiuse, città dal traffico più scorrevole, sandali ai piedi, serate che si allungano e finalmente temperature sopra i 15°C. Siamo pronti per l’estate! E noi ne abbiamo salutato l’arrivo con la migliore delle feste possibili. Anzi, con un Festival! Siamo infatti reduci dalle cinque giornate del Festival della Letteratura di Milano: cinque giornate dense, in cui abbiamo potuto fare il pieno di autori, parole, artisti, suoni, voci e corpi. E come tutte le cose intense, ce le portiamo addosso anche adesso sono volte al termine. Perché non basta che il calendario si sfogli per dire che il festival è finito: gli incontri, i confronti, le riflessioni, le immagini, le esperienze ci rimarranno addosso ancora per molto. E allora ci piace l’idea di condividere un po’ di quel che abbiamo avuto la fortuna di vivere anche con chi si è perso qualcosa (seguire tutto non era possibile!). In queste pagine proveremo a togliervi il fiato con la poesia di Oscar Hahn, ospite d’onore delle anteprime del Festival. Chiacchiereremo con Maria Teresa Valle e la sua Maria Viani alla scoperta del noir di Genova con Il conto da pagare, ma ci sarà spazio anche per un primo bilancio “a caldo” della seconda edizione della manifestazione a opera di Cristiano Abbadessa di Autodafé Edizioni, tra i promotori del festival. E se tutto questo non vi basta, seguite il blog ufficiale http://festivaletteraturamilano.wordpress.com con tutti i reportage di chi questi giorni li ha vissuti con la propria pelle. In questo clima festivaliero trovano poi posto i nostri collaboratori più affezionati: Linda Bertasi è con noi in questo numero in veste di autrice con il suo ultimo libro, mentre Giovanna Vannini ci regala uno dei suoi più bei ritratti in parole con Coup de théâtre. Quindi lasciate che l’aria del festival che ancora circola tra noi arrivi anche alle vostre narici: la cultura, è contagiosa! Buona contagio, buona lettura!
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Daniela Villa
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o i a r b i l a t s i d n e l’appr Stefano Amato Stefano Amato ha pubblicato alcuni racconti e romanzi. Lavora in una libreria.
www.stefanoamato.com http://apprendistalibraio.blogspot.it/
medeo strip
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Neanche due minuti
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Incontri ravvicinati con i clienti (e non solo) di una libreria di provincia Il gabbiano Cliente: “Ciao, avete Il gabbiano?” Io: “Di Čechov?” Cliente: “Mmmh, no, non mi sembra. Aspetta... (consultando un iPhone) Di un certo John...” Io: “Jonathan Livingston, per caso?” Cliente: “Lui!” Io: “Ok, ma fa parte del titolo: Il gabbiano Jonathan Livingston. Di Richard Bach. Mentre Il gabbiano è di Anton Čechov, uno scrittore russo.” Cliente: “...” Io: “...” Cliente: “Senti, per sicurezza non potresti cercare Jonathan Livingston come autore?” http://apprendistalibraio.blogspot.it/2012/07/il-gabbiano.html
Eleonora Gramigna Ironica al punto giusto, spiritosa quanto basta e un pizzico sbadata, Eleonora adora viaggiare, l’arte e la musica rock. Un po’ sopra le righe, non le piace passare inosservata; ha avuto le più svariate esperienze lavorative, ma non ha mai smesso di disegnare, né di aspirare d’essere un’artista. https://www.facebook.com/disegni.porta.accanto
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pennellate di parole Coupe de théâtre
Non era domenica per Madame Geraldine se un mazzo di fiori freschi non adornava il centro tavola del suo soggiorno. Tutte le domeniche con abiti sobri sempre in armonia con le stagioni e le sue temperature, Geraldine usciva di casa per recarsi alla messa delle nove. Al rientro puntuale si fermava in Place Pasteur, al negozio di fiori e piante di Madame Babette, amica e fiorista di fiducia. Per non rischiare che i colori del mazzo cozzassero con quelli della tovaglia di turno, cosa inaccettabile per lo spiccato senso estetico di Madame Geraldine, Babette la chiamava ogni sabato sera, per prendere in merito accordi. Poche parole bastavano perché le due si capissero: “Domani quale?” diceva l’una senza bisogno di presentarsi. “Quella azzurra chiaro con ciliegie ricamate” l’altra rispondeva. Soddisfatte insieme riagganciavano. Quello dei fiori non era che uno dei riti delle domeniche di Madame Geraldine, sessant’anni compiuti, sposata da quaranta con Monsieur Roland, un diploma di maestra abbandonato in un cassetto, due figli, quattro nipoti, una vita devota dedicata agli affetti. Al trillo della sveglia puntata sulle sette, Geraldine alzava di scatto la testa dal cuscino, nonostante i numerosi bigodini gliela rendessero pesante e per non disturbare il sonno del marito che per un’altra mezz’ora si protraeva, nel buio totale infilava pantofole e vestaglia. Seguivano: pipì, rimozione dei bigodini, preparazione in cucina del caffè espresso da servirsi a letto a Roland. Mentre questi sorseggiava, Geraldine apriva la porta di casa, raccoglieva il giornale che Bastien il portiere lasciava sul pianerottolo nel giorno di festa, e glielo portava. Poi con
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Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una partecipazione ad un antologia, ha intrapreso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la conoscerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capolavori di varie correnti artistiche.
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Vincent Van Gogh, Vaso con iris olio su tela, 73x92 cm, 1889 Metropolitan N. Y.
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spazzola e pettine a coda trasformava le forme lasciate dai bigodini in onde vaporose un po’ fuori moda, un velo di cipria, un’ombra di rossetto e usciva. Ma… Un sabato sera di una primavera diversa dalle altre, un forte temporale mise in avaria i telefoni della zona, facendo saltare la chiamata tra Babette e Geraldine nell’incomunicabile sconforto di entrambe. La domenica mattina la sveglia, in servizio dal viaggio di nozze, esalò l’ultimo trillo con un’ora di ritardo e a causa di quello le forme dei bigodini sotto i pochi e frettolosi colpi di spazzola, si trasformarono solo in riccioli stretti. Nell’indossare con foga la gonna del completo, la cerniera si ruppe ma il forte ritardo accumulato fece uscire lo stesso Geraldine con quella rotta, non avendo né tempo né testa per trovarne un’altra che ben s’abbinasse al capo di sopra. Intanto dalla camera Monsieur Roland continuava a mugugnare senza sosta, perché in quella improbabile e inconsueta domenica, la moglie non gli avrebbe servito a letto l’espresso, né portato il giornale. Quella domenica mattina Monsieur Akahito aveva scelto il caffè “Chez Armande” per consumare il suo petitdéjeuner, proprio davanti al negozio di fiori e piante di Madame Babette. Con modo elegante intervallava il sorseggiare del suo café au lait, al mordere a fior di labbra un fragrante croissant.
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pennellate di parole
Poi, la vide… Arrivare trafelata, i riccioli scomposti, asciugarsi con il dorso della mano il sudore della fronte, entrare con aria affranta nel negozio di fiori. Senza mai staccare lo sguardo, Monsieur Akahito attese che uscisse. Uscì. Tra le mani stringeva un mazzo di fiori color arcobaleno, sul volto l’espressione di chi ha fretta senza averla davvero, accingersi ad attraversare la piazza. Un’auto passando veloce le schizzò ciò che rimaneva sull’asfalto della pozza lasciata dal temporale. Desolata nel vedersi la gonna bagnata e sporca, i fiori le caddero di mano. Non fece in tempo a prender confidenza con quel disastro che Monsieur Akahito le raccoglieva il mazzo e la confortava con gli occhi. Li hanno visti una domenica di luglio a Capo Nord, mentre abbracciati bevevano caffè nero bollente, aspettando il sole di mezzanotte…
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e c i r t u A d u S l e d o m IL profu ESTRATTO
TITOLO: Il profumo del sud AUTORE: Linda Bertasi EDITORE: Butterfly Edizioni ISBN: 978-88-97810-21-6 ANNO DI PUBBLICAZIONE: Maggio 2013 PAGINE: 226 PREZZO: € 14,00 (CARTACEO)
«Non possiamo tapparci occhi e orecchie e rinchiuderci qui dentro a fare l’amore, Isabella. C’è una guerra là fuori e, che tu lo voglia o no, ne fai parte. Tanto quanto i fanatici che denigri.» Le parole dell’uomo rimbalzarono contro il suo sguardo truce. «Non paragonarmi a quella massa indegna, non farlo Justin!» «La considereresti ancora ‘indegna’ se anch’io ne facessi parte?» «Non dire idiozie!» Lo liquidò, afferrando la boccetta di colonia. «Non sono mai stato più serio, Isabella.» Grave. Lei si volse a guardarlo: quello sguardo freddo, impersonale, quegli occhi immobili, stentava a riconoscere l’uomo che l’aveva fatta sospirare ed emozionare in una notte al largo. «Due chiacchiere sull’argine di un fiume e ti riscopri un patriota?» «Voglio fare la mia parte!» Uno sparo esploso tra le quattro pareti. La colonia stretta tra le mani che gocciolava sulla gonna chiara, accentuando le impunture. Non era pronta, non a una rivelazione di quella portata. Improvvisa, inaspettata, completamente assurda, insensata! Ma gli occhi di Justin smentivano ogni remota illusione.
DOVE TROVARLO: http://www.blomming.com/mm/ShopButterflyEdizioni/items/prevendita-il-profumo-del-sud https://www.facebook.com/pages/Il-profumo-del-sud /488051881264970?ref=tn_tnmn Booktrailer http://www.youtube.com/watch?v=o0X5eJXf8fo Blog: http://lindabertasi.blogspot.it/
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Linda Bertasi
Linda Bertasi nasce nel 1978, frequenta l’istituto tecnico a Ferrara dove si diploma in indirizzo informatico. Appassionata di storia, sviluppa sin dall’infanzia una predisposizione per le materie umanistiche. Scrive sotto pseudonimo su un portale dedicato alle poesie e una di questa viene utilizzata in uno spettacolo da un noto coreografo. Cura personalmente la rubrica “Il romanzo classico” sul webmagazine ‘IO COME AUTORE’ e gestisce il suo blog dove dà spazio agli emergenti ogni settimana con un’intervista. Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo “Destino di un amore” cui fa seguito nel 2011 “Il rifugio” che le vale il secondo posto al XXIII premio letterario ‘Valle Senio’ 2012. “Il profumo del sud” è il suo terzo romanzo. Sposata e con una figlia, vive nella provincia di Ferrara dove gestisce una piccola realtà commerciale.
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Autrice “La guerra è bellissima per coloro che non l’hanno vissuta”
SINOSSI: Luglio 1858. Un piroscafo prende il largo dal porto di Genova verso il Nuovo Mondo. Sul ponte, Anita vede la terraferma allontanarsi e, con essa, tutto il suo passato: una famiglia alla quale credeva di appartenere, i suoi affetti, una scomoda verità. A condividere il viaggio con lei, la matura Margherita e il suo protetto, il seducente Justin Henderson. Giunti in America, Margherita convince Anita ad essere sua ospite per qualche tempo, nella sua dimora a Montgomery. La ragazza accetta, sicura di dover ripartire al più presto. A farle cambiare idea saranno le bianche colline del Sud e un tormentato amore più forte delle sue paure. All’orizzonte, l’ombra oscura della guerra civile. Linda Bertasi scrive un romanzo che dell’Ottocento ha il sapore, un romanzo nel quale la Storia non è semplice sfondo ma protagonista attiva della vicenda. Narrativamente impeccabile, emotivamente travolgente, Il profumo del sud è una storia di passione: quella per la terra alla quale sentiamo di appartenere e quella per la persona che siamo destinati ad amare.
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Questa la citazione che troverete all’interno del mio terzo romanzo dal titolo “Il profumo del sud”. 226 pagine per raccontarvi una grande storia d’amore, di speranza e coraggio. Scrivere questo romanzo è stata per me un’esperienza bellissima che ripeterei seduta stante. Ho impiegato quasi un anno tra ricerche e stesura, ma ne è valsa la pena. Da sempre appassionata di storia, ho provato una grande emozione nel narrare questa storia di amore e guerra. Amo definirla ‘il mio sogno nel cassetto’. Non c’è stato un input particolare che mi ha fatto decidere di scriverla, è stato un desiderio sempre presente, custodito tra le pieghe del cuore, aspettavo solo l’occasione e la storia giusta. Un giorno mi sono seduta davanti al computer e nella mia mente ho visto un piroscafo lasciare il porto di Genova. Così è iniziata. Un viaggio. Questo l’inizio e la sintesi del mio romanzo. Anita è ferma sul ponte di un piroscafo e osserva la terraferma divenire sempre più piccola mentre si allontana per sempre dall’Italia veleggiando verso il Nuovo Mondo, alle sue spalle uno scomodo passato. Un battesimo nell’Atlantico e una nuova terra rigogliosa e fiorente pronta ad accoglierla tra le sue amorevoli braccia.
Linda Bertasi
“Il profumo del sud” è la storia di una donna che non si è data per vinta, che ha saputo rimboccarsi le maniche e avuto il coraggio di ricominciare in una terra sconosciuta e aliena. Una donna che non ha avuto paura di sfidare la propria sorte alla ricerca delle proprie radici. “Il profumo del sud” non è solo una storia al femminile, affronta diverse tematiche tra le sue pagine come lo sfruttamento degli schiavi, il razzismo, la guerra, il coraggio, gli ideali e le pazzie che si commettono, a volte, per inseguirli a discapito della vita stessa. Sullo sfondo i profumi del sud, delle fragole e del gelsomino, del muschio e delle felci, delle camelie, del cotone e delle magnolie. Profumi agitati dal vento del cambiamento, del malcontento e del conflitto. L’ambientazione storica è puntellata dei personaggi che hanno fatto la storia dell’America nella seconda metà del diciannovesimo secolo, conosceremo eroi, i cui nomi risuonano ancora tra le pagine della storia e un presidente che ha fatto la differenza, senza porsi remore. Vi auguro un buon viaggio assieme ad Anita, alla scoperta di un periodo storico, di un conflitto e di una terra a me particolarmente cara. ♥
M L F e l a i spec
l e d e h ic t fa e i c n a il Successi, b 13 0 2 o n a il M a r u t Festival Lettera
www.festivaletteraturamilano.it Si è conclusa domenica 9 giugno la seconda edizione del Festival Letteratura Milano. Esperienza piena e spesso esaltante, ma anche faticosa, assorbente, impietosa nel non lasciare spazio e tempo per altre occupazioni, o quasi. A questo, al grande lavoro festivaliero unito alla necessità di portare avanti almeno l’indispensabile quotidiano, si deve fra l’altro il lungo silenzio sulle pagine del nostro blog (e non è che mancassero le cose da dire). Approfitto della fresca chiusura per ricapitolare alcune sensazioni, maturate soprattutto nel ruolo di editore-partner e organizzatore di eventi, che scaturiscono dall’inevitabile paragone con l’edizione 2012, e per abbozzare una considerazione che sarà tema di future riflessioni collettive. Sono temi che ho già brevemente affrontato durante la festa di chiusura, e quindi non nuovi per chi era presente. Li estendo però a tutti, visto anche che, complici i ripetuti temporali, la festa ha avuto meno partecipanti del previsto e varie defezioni dell’ultima ora. Direi però che la serata finale è stata, per quel che ho visto, l’unico evento con meno presenze dell’anno passato. Per il resto, la partecipazione mi è sembrata in crescita esponenziale, ed è stata davvero una grande soddisfazione (tenendo anche conto che l’attenzione dei grandi media continua a essere men che blanda). Attendo che gli organizzatori tirino le somme, basandosi sui report dei volontari che hanno presidiato, introdotto e fatto funzionare i singoli eventi. A occhio, io ho notato un raddoppio delle presenze.
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Lo dico pensando agli eventi organizzati e a quelli in cui ho fatto da spettatore. L’anno passato capitavano anche (e non di rado) appuntamenti con una decina di persone; poi c’erano quelli, già soddisfacenti, con 20-30 presenti, infine gli eventi di richiamo, capaci di attrarre pubblico nell’ordine delle centinaia. Stavolta, quando andava male, la ventina di persone a contorno si raggiungeva sempre; ma più spesso si contavano 40-50 presenti, forse più se si considerano le rotazioni che si sono spesso verificate. Numeri ottimi, pensando anche che gli eventi erano il doppio rispetto al 2012 e che aumentava quindi il rischio della dispersione, uno dei forti dubbi della vigilia. Che, invece, direi proprio che non c’è stata. Altra grande soddisfazione è stata la scoperta di nuovi luoghi, che si sono trasformati in teatri stabili del festival o che ci hanno aperto le porte per eventi circoscritti ma molto seguiti.
Note e versi all’Ex Fornace
Aldo Stella e Milton Ferandez in 2084
Ho registrato, proprio a partire dalle iniziative promosse da Autodafé, la passione con cui tanti gestori di locali hanno fortemente voluto portare la cultura nei luoghi del divertimento, impegnandosi a fondo (anche nella promozione, nell’allestimento degli spazi, nella soluzione dei problemi tecnici, nella passione con cui hanno scelto gli artisti) per la riuscita dell’evento. Un patrimonio prezioso, che è ben deciso a lavorare con la realtà del festival, e non in forma occasionale, per portare le varie forme artistiche e culturali a un pubblico vasto, per elevare la qualità del tempo libero, per far sposare la cultura alla convivialità e all’incontro. Ma è stato notevole anche l’impatto di luoghi pubblici (nel senso della proprietà) che sono o potrebbero essere forti riferimenti per la vita dei quartieri e che sono stati finora poco utilizzati, lasciati in stato di abbandono. Esemplare il caso della Fornace (ma non è l’unico, sia chiaro): uno spazio
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M L F e l a i spec che ha una connessione storica con un quartiere vissuto e culturalmente vivace come il Ticinese, ma che fino al festival aveva ricevuto solo il maquillage di una ristrutturazione, senza però prendere vita all’interno. Milano pullula di luoghi di questo tipo, di aree dismesse, di riconversioni lasciate a metà; e, tra i cittadini che vivono attorno a questi luoghi, la richiesta di cultura è fortissima. Ulteriore elemento di successo (e qui l’esperienza ha consentito agli organizzatori un cambio di marcia davvero notevole) è stata la capacità di abbinare gli eventi (e i personaggi) ai luoghi adatti. L’anno scorso c’era stato il caso, indicativo, di un evento saltato perché la presentazione del libro di un personaggio molto noto, di sicuro spessore e impatto, era finita in una collocazione anonima e sradicata; stavolta si è avuta spesso la sensazione che l’offerta culturale del festival fosse in precisa sinto-
Piccolo Principe al Centro Asteria
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La versione di Neil al Goganga
nia con una domanda che proveniva da quel territorio, da quel luogo, da quello spazio, da quella comunità che ci ospitava. Spendo due parole in più sull’argomento, perché ho sentito voci discordanti che affermano come uno degli scopi del festival sia anche portare la cultura laddove uno non se l’aspetta. Suggestivo e in parte vero, se parliamo di uno spazio aperto, di transito, magari insolito, dove il pubblico sceglie se accettare la proposta o rifiutarla (mi viene di nuovo in mente la Fornace, con il concerto di musica medievale a porte aperte, le note capaci di insinuarsi nello struscio serale lungo il Naviglio, la gente che passa e si avvicina, alcuni che buttano l’occhio e girano subito i tacchi, molti che si fermano per un po’ prima di andarsene, altri che entrano e si siedono scoprendo qualcosa di nuovo e un modo imprevisto di passare la serata). Molto meno convincente se parliamo di locali, di spazi chiusi e di luoghi privati con una loro precisa e consolidata connotazione; perché è inutile e dannoso cercare di fare un dibattito
articolato in un pub dove la gente si accalca al bancone del bar e al buffet, sciama tra i tavoli, si siede per conversare, esprime un brusio che presto si trasforma in un vociare. In questo modo non si fa altro che infastidirsi gli uni con gli altri. Ampliare la proposta culturale non deve mai diventare l’imposizione dell’evento culturale. E poiché, come ho detto, la disponibilità di spazi e la richiesta di eventi culturali mi sembrano davvero molto diffuse, non credo sia il caso di lanciarsi in sfide troppo azzardate e controproducenti. La considerazione finale viene come conseguenza di quello che è stato un successo. Un festival davvero dai numeri impressionanti, con 180 eventi in cinque giorni. E, di conseguenza, una manifestazione che richiede un enorme sforzo organizzativo. Forse eccessivo.
Massimo Tallone e Raffaele Zagaria al Dida Café
Milano in Bionda
Non mi riferisco tanto ai giorni del festival, dove l’apporto entusiasta e a tempo pieno dei volontari permette di gestire la mole di lavoro anche senza essere ubiqui. E, in ogni caso, ciascuno di noi ha dato per scontato (avendo, faccio il mio caso che vale per altri, quattro eventi da ideare e condurre, altri da presentare, altri da vedere per il gusto di essere anche parte del pubblico) che durante la settimana del festival non avrebbe fatto altro e si sarebbe messo in ferie dalle occupazioni abituali. È però vero, e lo dico ancora da editore di Autodafé, co-organizzatore del festival, che nei mesi precedenti l’impegno è stato gravoso e meno distribuito. E mi inquieta un po’ il fatto di aver dovuto rimandare alcune urgenze della nostra casa editrice relative
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M L F e l a i spec
Viole per Enza Chiostri dell’Umanitaria
a progetti importanti (e con l’estate alle porte) per l’indisponibilità al lavoro delle “risorse” che abbiamo prestato al festival. Probabilmente non si può pensare a un festival più grande di questo (anche per obiettive ragioni di calendario e programma), ma forse è anche difficile o impossibile, con questa struttura, ripetere il festival del 2013 e rinnovare tutto lo sforzo relativo. Tuttavia, non credo affatto che la soluzione stia nel ridimensionarsi. Anzi, penso che il festival, se non come kermesse di giugno di sicuro come istituzione culturale, debba
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ancora crescere, proporre, allargare orizzonti, animare l’intero anno, interagire con la produzione di cultura e con l’accesso del pubblico alle opere (e non solo agli eventi). Sensazioni, perché al momento non ho idee precise al riguardo. Di certo, non penso che la soluzione stia semplicemente nella, pur indispensabile, disponibilità di fondi, pubblici o privati che siano. Ma su forme, dimensioni e progetti credo ci sia spazio per riflessioni e discussioni costruttive. Per adesso mi fermo, fiero e grato di aver fatto parte di questa avventura. Cristiano Abbadessa
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www.nerospinto.it
a i r a r e t t e l e n o i z a inform
Inchiostro sfrontato, un nero provocatorio è il colore che contraddistingue la personalità forte e decisa del Magazine Nerospinto, figlio del progetto eclettico Rosaspinto. Nerospinto è il frutto della collaborazione tra diverse sensibilità professionali, umane e generazionali accumunate da una precisa ambizione etica di libertà espressiva e sensibilizzazione artistica. Un Nero sfrontato e senza peli sulla lingua. È Nero a colori. È Nerospinto.
Il primo romanzo di Lisa Elisa: Dodici chicchi d’uva “Ho 45 anni, vivo a Madrid da un anno, sono forse stanca di fare solo la madre, a moglie e l’insegnante da tanto tempo, scopro che sono ancora desiderabile e inizio ad aprire le ali… … Mi aggiravo con ormoni impazziti alla ricerca di novità, alimentata dal desiderio di trasformarla in racconto, parole nuove per il mio corpo.” Happy Hour Edizioni presenta il primo libro di Lisa Elisa, ‘Dodici chicchi d’uva’, romanzo erotico, incentrato sulla storia di una donna matura che racconta il suo corpo impazzito e il suo cuore scombussolato. L’autrice non vuole rivelare la propria identità, infatti ha affidato la presentazione del libro a quattro guardie del corpo per raccontare il desiderio, le passioni di un corpo e di un cuore non più giovani ma che non possono spegnersi nella routine della famiglia e del lavoro.
Titolo: Dodici chicchi d’uva Autore: Lisa Elisa Editore: Happy Hour Edizioni Anno di pubblicazione: 2013 Pagine: 160 Prezzo di copertina: € 12,50
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Lisa Elisa si è laureata in Filosofia a Cagliari, dove è nata, e specializzata in Psicologia delle Emozioni a Madrid, città in cui vive. Nel 2009 ha vinto il concorso Aquí empieza tu libro, bandito dal quotidiano El País in concomitanza con la Fiera del Libro di Madrid. Ha pubblicato diversi racconti, partecipando anche alle antologie Milano forte e piano di Happy Hour edizioni. Indira Fassioni
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Maria Teresa Valle
Maria Teresa Valle è con noi sulla terrazza del Caffè Click allo Spazio Forma in occasione della seconda edizione del Festival della Letteratura di Milano. Autrice di noir, pubblica dal 2008 con Fratelli Frilli Editori, famiglia di editori genovesi particolarmente nota a Milano per i gialli del Commissario Arrigoni di Dario Crapanzano. Partendo dal suo ultimo libro “Il conto da pagare”, scopriamo insieme a lei il suo universo narrativo.
e c i r t u A
Maria Teresa scrive romanzi ambientati in particolare in una città. Ci facciamo raccontare da lei come nascono: Io vengo da Genova e vi porto l’aria genovese. Genova è una città adattissima al noir: da Genova è partita la storia di Bacci Pagano di Bruno Morchio, il personaggio più famoso della collana dei Fratelli Frilli. Oggi però questa collana si arricchisce di tantissimi scrittori. Caratteristica comune di questi libri è la localizzazione: le città vengono descritte con una grande attenzione ai dettagli in modo che il lettore possa riconoscere i luoghi che gli sono familiari. Questo lavoro, che viene quasi richiesto dagli editori, mi è servito molto per conoscere meglio la mia città. Solo scrivendo mi sono resa conto di non essermi mai guardata intorno così attentamente come ora, questo esercizio è stato perciò una “scuola” anche per me. Ne “Il conto da pagare” ho ambientato i personaggi dentro una Genova che spero abbia reso l’atmosfera del periodo in cui si svolge una parte della narrazione, ovvero quello delle Brigate Rosse. Volevo rendere l’atmosfera livida di una città che ha visto tante vittime, una Genova impaurita e perplessa che si domanda il significato di quel che sta succedendo. Non è un romanzo che pretende di restituire una verità storica, ma vuole solo mostrare un flash di quello che poteva essere il sentimento di incertezza e paura che le persone più normali provavano nell’essere messe a confronto con un fenomeno che non veniva ancora compreso nella sua crudezza e nella sua realtà. E forse non ne abbiamo piena coscienza nemmeno oggi. In particolare, trattando questo periodo, volevo che si capisse che le vittime dei carnefici sono ancora tra noi. Recentemente Massimo Coco, figlio del giudice ucciso dalle BR,
durante la presentazione del suo ultimo libro ha ribadito che ancora oggi, a distanza di trent’anni, non si sa ancora chi siano i colpevoli e i mandanti dell’assassinio di Coco e della sua scorta. Questo significa che tra di noi ci sono, oltra ai figli e delle vittime, anche i carnefici; vuol dire che questo fenomeno non è ancora esaurito. È questo che volevo sottolineare con il mio libro. I tuoi libri sono tutti accomunati da un’unica protagonista, a cui nel tempo hai affiancato personaggi secondari che sono stati via via sempre più caratterizzati. Raccontaci di Maria e del suo mondo: Maria Viani, protagonista dei miei libri, è una detective dilettante un po’ attempata, una signora che alle mie caratteristiche ne affianca di proprie e peculiari che sviluppa nel corso dei libri. Inizialmente era quasi un mio alter ego perfetto, al punto che il marito di Maria veniva identificato con il mio. Questo ha creato un po’ di problemi perché a volte Maria trattava male questo marito, lo metteva in imbarazzo (in un libro l’ha addirittura tradito). Così ho pensato di trasformarlo un po’, rendendolo più simpatico… e anche Maria ora lo tratta meglio. Maria, come pare succeda a molti scrittori, ha finito però per non essere più solo un alter ego: ha sviluppato una personalità propria, scrive in prima persona sfuggendo di mano all’autore, che non è più padrone del personaggio. Dico spesso che Maria ed io siamo una coppia con “una relazione complicata”, come si usa dire su Facebook: litighiamo spesso perché vorremmo fare cose diverse, a volte vinco io, a volte vince lei. Così intorno a Maria sono cresciuti diversi personaggi: ne “Il conto da pagare” si è affiancata una sorella con una parte importante, mentre
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e r a g a p a d o t n Il co ne “L’eredità di zia Evelina” era già apparsa una nipote problematica.
Autore: Maria Teresa Valle Titolo: Il conto da pagare Editore: Fratelli Frilli Editori Anno: 2013 Pagine: 220 ISBN: 9788875638733 Prezzo di copertina: € 9,90 SINOSSI: Maria Viani, mentre passa le vacanze nel piccolo paese sull’Appennino, con il marito Francesco, il cane Lampo, la gatta Birba e una famiglia di cinciallegre, si trova catapultata nella crisi sentimentale della sorella Anna. A turbarla ulteriormente è la scoperta del cadavere del nuovo compagno della sorella, ucciso con una modalità che somiglia a una vera e propria esecuzione. Un delitto inspiegabile che la porta a indagare nella Genova degli anni ‘70 scossa dalle azioni del terrorismo. Maria rivive l’atmosfera di quegli anni di piombo ricostruendo gli avvenimenti del passato e giungendo alla logica soluzione del caso.
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Nel tuo ultimo libro la caratterizzazione geografica di cui parlavamo prima offre dei ritratti cittadini molto dettagliati su un duplice piano temporale, con i salti temporali dal contemporaneo agli anni Settanta. È la prima volta che ti occupi di epoche diverse dall’attuale? Non è la prima volta che gioco con l’intreccio di piani temporali. Ne “Le trame della seta” ho ambientato parte del romanzo nel ‘500 a Genova, sempre con l’escamotage di Maria protagonista. Il rischio nell’avere un personaggio seriale è quello di riproporre sempre lo stesso libro, perciò ho cercato ogni volta pretesti diversi per far vivere a Maria un’avventura nuova. Per non farla diventare una Signora Fletcher, che antipaticamente inciampa sempre in un cadavere, ho deciso di farla “inciampare” in altro: Maria trova questa volta un verbale di un processo di quell’epoca e, leggendolo, si convince che sia stata condannata la persona sbagliata. Da qui parte un percorso di ricerca per ricostruire i fatti, andando a cercare i documenti del periodo. Un verbale cinquecentesco di un processo per omicidio, sebbene non quello cui fa riferimento il libro, mi è davvero capitato tra le mani e mi è servito per capire come venisse amministrata la giustizia allora: quel che è riportato nel libro è pertanto estremamente plausibile e storicamente esatto. Per ricostruire la giusta atmosfera ho svolto molte ricerche, mi sono documentata, ho visitato i luoghi. Questo libro tra l’altro è nato per caso: passando per un caruggio dietro casa mia, nel centro di Genova, ho ascoltato una guida che, mostran-
Maria Teresa Valle do a un gruppo di turisti il palazzo della curia vescovile, raccontava che in quell’edificio nel ‘500 si trovava il tribunale, l’allora “Palazzetto Criminale”. Io sono caduta dalle nuvole, non avendo alcuna idea di quel che una città meravigliosa e piena di storia come Genova possa nascondere tra le mura o semplicemente alzando gli occhi al cielo. Così ho iniziato a documentarmi e da qui, ancora una volta dalla mia città, è partito lo spunto narrativo. Sei arrivata alla scrittura dopo tutta una vita trascorsa a fare altro. Sei “inciampata” nella scrittura e lì sei rimasta? Scrivevo da ragazzina per motivi di necessità. Sono sempre stata una lettrice accanita: da quando a sei anni ho iniziato a leggere, non ho più smesso. Però sono nata in un periodo, nel dopoguerra, in cui non circolava molto denaro: da bambina, non appena avevo qualche soldo, correvo a comprare un libro, ma una volta terminata la lettura non avevo altro, così mi mettevo a scrivere. Scrivevo racconti, che ovviamente mia mamma trovava bellissimi. Da allora la vita mi ha portato a non avere quasi più tempo libero. Quando sono andata in pensione ho potuto finalmente dedicarmi alla scrittura. Oggi non è così facile trovare un editore, e trovarne uno serio lo è ancora di più. Com’è avvenuto l’incontro con il tuo editore? Dal tuo esordio pubblichi con Fratelli Frilli Editori: direi che o ti trovi molto bene, o sei una pazza… Diciamo che sono una pazza. Il mio problema è che sono pigra: non ho
voglia di cambiare personaggio, mi sono affezionata a Maria e l’editore non mi permetterebbe di portarlo altrove. Frilli Editori li ho trovati perché li leggevo: sapevo cosa pubblicavano e nel momento in cui ho dovuto cercare un editore sapevo che il target era quello giusto. Ho scritto il mio primo libro senza immaginare che avrebbe potuto essere pubblicato. Ho mandato il manoscritto a Marco Frilli con una lettera di accompagnamento in cui chiedevo, consapevole del costume di non dare risposta alle opere scartate, di avere un riscontro anche in caso negativo: preferivo che mi dicessero piuttosto di dedicarmi al giardinaggio e io avrei sì continuato a scrivere, per piacere personale, ma non avrei più fatto perder tempo ad altri editori. Invece dopo quindici giorni Marco mi ha mandato una mail in cui diceva che il libro gli piaceva e che l’avrebbe pubblicato. Ci siamo piaciuti e da allora, ogni anno, consegno un libro e loro lo pubblicano. Oltre ai noir per Frilli hai già scritto qualcosa di diverso? Sì, decisamente sì. Mi annoia far sempre le stesse cose, per questo motivo ho scritto un noir nerissimo per una band di Roma che mi ha chiesto una storia su un serial killer per un concept album che stanno componendo. Il tema della pedofilia trova sfondo a Corpus Christi, una cittadina del Texas, e la storia verrà tradotta in inglese e tedesco e circolerà libera sul web. Oltre a questo sto scrivendo per il teatro: ho scritto il testo per una commedia e altri testi che sono stati rappresentati insieme ad altri autori. . Daniela Villa
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DiamonD EditricE
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Leggimi, e sarai Letto! è la nuova iniziativa editoriale tra autori e casa editrice, che dà l’opportunità e sicurezza agli autori nel proporre i propri scritti, di essere letti e in caso di esito positivo, di essere pubblicati. Parole e fatti che racchiudono un concetto più ampio di qualità editoriale. Originale quanto imprevedibile Leggimi, e sarai Letto! è una formula pungente che prende spunto dal fenomeno “dei troppi scrittori e dei pochi lettori”. Questa nuova governance permetterà, non solo una valutazione garantita in tempi brevi a chiunque voglia sottoporre un testo alla nostra attenzione, ma soprattutto una presa di coscienza circa la linea editoriale e letteraria che la DiamonD si propone di intraprendere e lanciare nel panorama culturale italiano. Lo scopo è quello di far conoscere e divulgare i “gioielli” presenti all’interno del catalogo della DiamonD EditricE. Il nostro principio basilare è sempre quello di continuare una lotta senza fine nei confronti del mondo dell’editoria a pagamento dando la possibilità agli autori, giovani o meno, di essere PUBBLICATI. Il contributo dato dagli autori permette e aiuta un’editoria pulita ad andare avanti in un mondo dove a pagamento vengono spacciati per libri anche gli elenchi del telefono. Leggimi, e sarai Letto! è l’invito a conoscere una piccola grande realtà di cui, sottoponendo in visione il TUO materiale, vorresti farne parte. Uno scrittore è prima di ogni altra cosa, un grande e attento lettore. Innovativo e rivoluzionario, provocatore e tradizionalista, così l’editore Simone Di Matteo è pronto allo scontro non violento contro il conformismo editoriale ormai stabile sul nostro territorio, che tenta a tutti i costi, fallendo, di affossare iniziative concrete e pure: perché i nostri non sono solo “libri di ricette”, son buoni anche da leggere. Vuoi avere la possibilità di essere letto, magari pubblicato? Basta poco, sfoglia online il nostro catalogo, scegli 1 ( uno ) titolo ed ordinalo. Una volta effettuato il tuo acquisto inviaci un’email all’indirizzo manoscritti.diamond@gmail. com con allegato il numero dell’ordine, il tuo scritto e le tue note biografiche. I testi inviati saranno letti e valutati dal Comitato scientifico editoriale di lettura e selezione composto da esperti del settore. N.B. Le spese di spedizione sono a nostro carico. Le email che non conterranno il numero dell’ordine di acquisto saranno automaticamente cancellate. Leggimi e sarai Letto! - DiamonD EditricE
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l’angolo della poesia Il dolente
Passeranno questi giorni come passano i giorni avversi della vita Si placheranno i venti che ti spazzano Si stancherà di sangue la ferita L’anima errante tornerà al suo nido Ciò che ieri hai perduto ti sarà restituito Sarà il sole senza macchia concepito e uscirà nuovamente dal tuo fianco Dirai di fronte al mare: come ho fatto io perso, senza bussola naufragato ad arrivare in porto con le vele rotte? E una voce dirà: Non lo sai? Lo stesso vento che ruppe le tue navi fa sollevare in volo i gabbiani da Trattato di sortilegi
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“Un’opera commovente e singolare, quella di Oscar Hahn, la cui maestria consiste nel saper fondere le forme classiche con i nuovi linguaggi e metalinguaggi, portandoli verso il suo proprio raggio d’azione. Si avvale di tutto un sistema di significati che acquisiscono nel suo immaginario una forza centrifuga in grado di trascinare il lettore attraverso acque impetuose e inaspettate. Nulla gli è estraneo. Hahn capisce l’importanza di ogni parola, la fatica che esige un processo creativo, la sintesi in lui contenuta.” Dalla prefazione di Mario Meléndez
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Óscar Hahn Oscar Hahn nasce a Iquique, nel nord del Cile, nel 1938. E’ poeta, saggista e critico letterario. Nel 1973, alla vigilia del golpe militare, viene arrestato e costretto a rinunciare al suo incarico di docente presso l’Università del Cile. L’anno successivo sceglierà la via dell’esilio, trasferendosi a New York e quindi nell’Iowa, dove oggi insegna Letteratura ispanoamericana all’università. Hahn ottiene il primo riconoscimento come poeta nel 1959, con il premio di poesia della Federación de Estudiantes del Cile. Nel 1961 gli viene attribuito il premio Alerce de la Sociedad de Escritores per la sua prima raccolta poetica, Esta rosa negra. La sua seconda opera, Agua final (1967), otterrà il premio Único del Primer Certamen Zonal de Poesía Nortina de la Universidad de Cile. Tra i molteplici riconoscimenti ricevuti spiccano inoltre: il Premio Casa de América de España (2006), il Premio José Lezama Lima (2008), il Premio Iberoamericano di Poesía Pablo Neruda (2011), il Premio “Altazor” (2012) e il Premio Nacional de Literatura (Chile, 2012). Hahn è stato tradotto in diverse lingue ed è ritenuto una delle voci più importanti della poesia ispanoamericana. Trattato di sortilegi è il suo primo libro tradotto in italiano.
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PAGINE AL SOLE - Terza Edizione Villa Annoni - Cuggiono (MI) 22 e 23 giugno2013 Una rassegna che vede protagonisti oltre 30 editori indipendenti, provenienti da tutta Italia, che esporranno i loro cataloghi al pubblico e, tramite reading e presentazioni, potranno far conoscere, direttamente dalla voce dei loro autori, oltre 40 opere, in un programma fittissimo di due giorni. Le tematiche privilegiate della manifestazione saranno: ecologia - ambiente - energia sviluppo - territorio biodiversità – editoria tradizionale e digitale. Organizzato dall’Ecoistituto della Valle del Ticino in collaborazione con La Memoria del Mondo Libreria Editrice all’interno della XXII edizione della Festa del Solstizio d’Estate. Media Partner OkRadio.it – con il patrocinio di Fondazione Per Leggere e Parco Del Ticino Lombardo. Per informazioni: www.paginealsole.it
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i vostri 5 sensi 74 ! a m e in c o v o u n il a d r a u G MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA 49a edizione PESARO Dal 24 al 30 giugno 2013 Una sei giorni ‘compattata’ perché sempre ricca di film e proposte, nonostante i tagli previsti sui diversi contributi. In primo piano la Nuova Ola Chilena, per festeggiare la vitalità del nuovissimo cinema cileno – soprattutto dell’ultimo decennio e grande attesa per il pluripremiato film sulla cantautrice e artista Violeta Parra, “Violeta se fué a los cielos” (V. Went to Heaven) - e presentare un focus su Sebastian Lelio con una selezione dei suoi lavori; poi il 27° evento speciale, quest’anno dedicato alla ‘meglio gioventù’ del cinema italiano ‘fuori norma’, ovvero alla via sperimentale del cinema del Bel paese nel nuovo millennio con una selezione di quaranta opere che spaziano dall’animazione al documentario, dal corto al lungometraggio; al centro il concorso “Pesaro nuovo cinema”, il cui premio è dedicato alla memoria di Lino Miccichè, fondatore e storico direttore del festival, che presenta sette film provenienti dai quattro angoli del mondo e dove l’Italia, per la prima volta, viene rappresentata da ben due film: “L’estate sta finendo” di Stefano Tummolini, un weekend che inizia come una commedia e finisce come un thriller, e “Non lo so ancora” dell’esordiente Fabiana Sargentini, con Donatella Finocchiaro e Giulio Brogi, ispirato ad un incontro con il critico Morando Morandini. Questo e molto altro per sei giorni di cinema. Per informazioni: www.pesarofilmfest.it
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L’ORO DI WAGNER Un itinerario wagneriano tra musica, film e incontri Milano Fino al 23 giugno 2013 Nell’anno della ricorrenza dei duecento anni dalla nascita di Richard Wagner, “L’Oro di Wagner” rappresenta certamente un’iniziativa di grande rilevanza culturale a cui la Provincia di Milano aderisce attivamente al fine di contribuire, in collaborazione con il Teatro alla Scala, ad accrescere la conoscenza di un grande artista presso il grande pubblico e tra i giovani. Richard Wagner è stato ed è un grande protagonista della Cultura Europea: una figura intrisa di mito, leggenda, evocazione ed artefice di una cultura che tende a divenire tempo dell’eterno. Capire Wagner, avvicinarsi attraverso sentieri poco esplorati o del tutto inediti al pensiero wagneriano, è il contributo che questa iniziativa vuole offrire affinché questo bicentenario depositi dietro di sé un lascito di conoscenza e consapevolezza.
Per informazioni: www.associazioneculturaledioniso.it
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i vostri 5 sensi 74 itage! m r ’E l l e d o m u Senti il prof
IL COLLEZIONISTA DI MERAVIGLIE L’Ermitage di Basilewsky Palazzo Madama - Torino Fino al 13 ottobre 2013 Una selezione di oltre 80 opere provenienti dalla collezione di Alexandre Basilewsky, molte delle quali mai più esposte in Occidente da quando lasciarono la Francia nel 1885, sono in mostra a Palazzo Madama di Torino. L’esposizione è promossa da Palazzo MadamaFondazione Torino Musei, dalla Città di Torino, dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e dalla Fondazione Ermitage Italia, con il sostegno di Intesa Sanpaolo. «Questa mostra a Torino - ha spiegato il direttore dell’Ermitage Michail Piotrovskij - è una parola nuova nell’ambito delle mostre che sono state dedicate a questo grande collezionista dall’altisonante cognome bizantino». Ed ancora «oggi noi mostriamo manufatti straordinari, scelti da Basilewskij tra il vasto mondo del mercato antiquario, manufatti che ci parlano anche del loro destino attuale, che ne fa una parte importante del vasto mondo del museo dell’Ermitage».
Per informazioni: www.palazzomadamatorino.it/mostra.php?id_evento=182
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I nostri eventi! 74 ! a z n e ll e c c ’e Gusta l COLLI DI CONEGLIANO D.O.C.G. La vetrina delle eccellenze Villa Braida Mogliano Veneto - TV Lunedì 24 giugno 2013 Dalle 16 alle 20 Torna il wine-tasting del Consorzio Colli di Conegliano con le sue quattro eccellenze D.O.C.G.: sarà possibile degustare il Colli di Conegliano, il Colli di Conegliano Rosso, il Torchiato di Fregona, il Refrontolo Passito. L’occasione permette a operatori di settore, appassionati e giornalisti di conoscere da vicino le caratteristiche della Denominazione, da sempre legata al territorio e alla sua valorizzazione. Una zona dalla storia intensa, che si presenta con i prodotti più rappresentativi della varietà e della qualità del suo terreno con i formaggi selezionati dall’Azienda Valsana di Santa Lucia di Piave (Tv) e i prodotti da forno bio dell’azienda Aries di Vidor (Tv). 14 le cantine presenti con i loro vini in degustazione: Astoria Vini - Refrontolo; Bepin De Eto – San Pietro di Feletto; Colvendrà - Refrontolo; Conte Collalto - Susegana; Cantina Produttori Fregona - Fregona; De Stefani – Refrontolo; Il Colle – San Pietro di Feletto; Gregoletto – Premaor Miane; Liessi Giuseppe-Refrontolo; Lucchetta Marcello - Conegliano; Masottina – Conegliano; Salatin - Cordignano; Sorelle Bronca – Vidor e Toffoli – Refrontolo. Per informazioni: http://www.vinievino.com/evento/colli-di-conegliano-docg-la-vetrina-delle-eccellenze-890.html
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“I volontari del Festival Letteratura Milano 2013� Io come Autore
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Io Come Autore È una rivista di Ebookservice Srl Redazione-Amministrazione Direttore Responsabile: Giorgio Ginelli Responsabile Approfondimenti: Daniela Villa Grafica: Daniele Vimborsati Art Director: L@simo Via Po, 44 - 20010 Pregnana Milanese Tel. 02/93590424 - Fax 02/93595614 redazione@iocome.it Ufficio Pubblicità: Tel 02/93590424 - Fax 02/93595614 commerciale@iocome.it Si ringrazia per la collaborazione: Cristiano Abbadessa Stefano Amato Linda Bertasi Indira Fassioni Giorgio Ginelli Eleonora Gramigna Oscar Hahn Lorenzo Munari Giovanna Vannini Maria Teresa Valle
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