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ART WITHIN SURFACES

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ANALYSIS

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© Toyo Aluminium

Un vortice di colori per sfidare la percezione degli spettatori

Il pigmento per vernici per il settore automotive CHROMASHINE® è stato utilizzato dallo studio giapponese di architettura e design we + per creare speciali riflessi colorati sull’installazione artistica in alluminio a forma di vortice “Resonance: Vortex to Diversity”.

L’arte può essere un’esperienza soggettiva, per cui gli spettatori comprendono diversi riferimenti e significati – che non erano supposti dalle intenzioni originali dell’artista – in base alla propria esperienza e ai rispettivi sentimenti personali. A volte, tuttavia, i creatori di opere d’arte vogliono giocare con la percezione degli spettatori, quindi creano installazioni che cambiano attivamente forma o colore. È il caso di “Resonance: Vortex to diversity”, un’installazione artistica in alluminio a forma di vortice creata da Toshiya Hayashi e Hokuto Ando, i fondatori dello studio di architettura e design con sede a Tokyo we +, e presentata in occasione della Milano Design Week 2022 – svoltasi dal 6 al 12 giugno. La scultura, parte della mostra Superstudio Più, è stata verniciata usando CHROMASHINE®, un particolare pigmento ad effetto metallizzato sviluppato dal produttore giapponese di vernici e rivestimenti Toyo Aluminium. L’innovativo pigmento di alluminio cangiante utilizzato per verniciare l’installazione genera una combinazione di colori e luci che cambia a seconda della direzione da cui gli spettatori osservano la scultura, creando un oggetto nuovo e diversificato ogni volta. Il pigmento metallizzato CHROMASHINE utilizza scaglie di alluminio come materiale di base e la sua superficie è ricoperta da uno strato di silice e placcata con particelle di metallo. La differenza di cammini ottici tra la luce riflessa dallo strato placcato e la luce riflessa dalle scaglie di alluminio provoca quindi una forte interferenza nella percezione dei colori.

La cangiante forma a vortice, fenomeno che si verifica in natura quando diversi elementi entrano in contatto, richiama idealmente il gioioso incontro di culture, tradizioni e valori differenti. Lo scopo dello studio giapponese, infatti, è esplorare possibilità alternative al design commerciale, al fine di creare forti connessioni tra natura, società e spiritualità. Toyo Aluminium utilizza questo peculiare pigmento anche nei rivestimenti per l’industria automotive, come strumento per realizzare componenti di carrozzeria personalizzati con effetti estetici eccezionali: “Quando l’auto è vista frontalmente, è verde turchese. Quando è vista da un angolo, il colore cambia in azzurro. Inoltre, il design che abbiamo creato per il progetto speciale in collaborazione con la presentatrice Renko Sakai include anche il logo CHROMASHINE® e un codice QR che reindirizza al sito Web della nostra azienda sui lati e sul retro dell’auto”, ha affermato Kaoru Kusumoto, presidente e direttore dell’azienda.

© Toyo Aluminium

CHROMASHINE® TGR20X applicato ad un veicolo. Quando visto di fronte è verde turchese, quando visto da altre angolazioni il colore diventa azzurro.

ART WITHIN SURFACES

Le opere di LeRond in mostra nei luoghi dove forme e colori prendono vita

Monica Fumagalli ipcm®

La redazione di ipcm® è tornata a intervistare Giovanni Lamberti, in arte LeRond, per approfondire come si sia evoluta la percezione artistica rispetto alla pandemia e quali siano le prospettive future in termini di rielaborazione dei materiali e dei colori. A fine anno questo poliedrico art-designer esporrà le proprie opere in una mostra personale basata sul profondo e suggestivo legame tra il luogo di nascita dei materiali scelti e la loro lavorazione.

Dopo più di un anno dalla nostra ultima intervista, come si è evoluto il suo lavoro in questo periodo pandemico e che cosa ha in programma, ora che i visitatori sono tornati a riempire musei, gallerie e mostre d’arte?

In effetti il tempo scorre velocemente. Ricordo bene i contenuti dell’ultima intervista1: la pandemia, che, tra l’altro, non ci ha ancora definitivamente lasciato, ha condizionato l’agire di ognuno di noi e quindi anche quello di noi artisti. Anzi, questi ultimi che hanno il dovere di ‘consolidare e mantenere la bellezza’, come afferma il filosofo Cvetan Todorov nel noto saggio “La bellezza salverà il mondo”2, a maggior ragione devono agire in tal senso, soprattutto in periodi come questi. A differenza della quasi totalità degli artisti che, direttamente o meno, hanno rappresentato la pandemia di COVID-19 o comunque i suoi effetti nelle proprie opere, devo ammettere che, dopo un primo periodo di smarrimento, ho proseguito nella mia ricerca - e di ciò mi sono stupito - continuando ad accrescere il livello della ‘bellezza’ delle mie realizzazioni, a differenza di quanto invece feci in occasione dell’attentato alle Torri

1 https://www.ipcm.it/it/open/ipcm/2021/68/142-144.aspx 2 Todorov T., La bellezza salverà il mondo, Garzanti, 2018.

Gemelle dell’11 settembre 2001 in cui avevo rappresentato il dramma di quel momento realizzando e completando l’opera nella stessa giornata. In questi mesi poi la situazione sanitaria è tale per cui possiamo partecipare agli eventi e riassaporare finalmente il piacere della relazione con gli altri, così essenziale in ambito artistico: ho infatti già partecipato ad alcune collettive e vissuto con altri artisti questi momenti di rinnovata condivisione.

Uno dei prossimi eventi in programma è la mostra di dicembre, preludio di un anno ricco di eventi per le città di Brescia e Bergamo che insieme saranno Capitale della Cultura 2023. Come sarà strutturata?

Per quanto riguarda le mostre personali, che richiedono ovviamente ben altro impegno rispetto alle collettive, il prossimo mese di dicembre ne ho in programma una presso l’antica Pieve di Urago Mella, in provincia di Brescia, location particolarmente idonea per rappresentare le mie opere e adibita ormai da tempo esclusivamente a mostre, eventi, etc.. Questa iniziativa si colloca nell’ampio panorama di eventi connessi alla nomina di Brescia Bergamo Capitale della Cultura 2023, e l’intenzione è proprio quella di riproporre, anche parzialmente, tale iniziativa anche nell’anno 2023 in altre location.

Le opere in mostra saranno di legno e ferro: ci può spiegare la scelta di questi materiali, che rientrano tra quelli da lei più amati?

Confermo che i materiali utilizzati sono il legno e il ferro precisando che, per quanto riguarda il legno, si tratta in gran parte di legno riciclato, mentre il ferro, nel caso di questo evento, non lo è. Tutte le opere presentate, escluse quelle di dimensioni elevate (circa 2 m) che saranno collocate a terra con adeguati sostegni, saranno posizionate su apposite strutture di ferro ‘sospese’ e in sintonia fra di loro: naturalmente tali soluzioni espositive, congiuntamente a idonei supporti di luce, sono il risultato di un apporto professionale specifico dell’architetto Stevan Tesic dello Studio DI_aRCHON ass_, rivelatosi particolarmente utile e di alto profilo.

La contestualizzazione delle opere nei luoghi dove nascono i materiali da cui sono costituite sottolinea ancora una volta il legame tra industria - nel suo significato etimologico, ossia di attività umana volta alla produzione di beni - e arte. Pensa che questo legame continuerà a consolidarsi o si perderà con l’avanzare delle nuove tecnologie di produzione sempre più automatizzate e digitali?

I materiali utilizzati sono direttamente connessi al luogo in cui sono ‘prodotti’: il primo, il legno, riciclato dalle cave di marmo presenti nel

CHEMICAL SPECIALITIES FOR WASTE WATER TREATMENT & METAL SURFACE TREATMENT

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MST CHEMICALS is a leader in developing a wide range of chemical products and solutions for Waste Water Treatment & Zero Liquid Discharge (Z.L.D.) for metal finishing lines: cupping lubricants, bodymaker coolant, washer chemicals & mobility enhancer, waste water treatment chemicals, Zero Liquid Discharge plants, state of the art chemical controllers.

territorio bresciano: veniva utilizzato come sostegno per i macigni che sono sezionati verticalmente e che, di conseguenza, sono tagliati in maniera più o meno regolare. Sono poi da me lavorati, tagliati e riproposti in diverse soluzioni, anche circolari. Il secondo materiale, il ferro, è invece riconducibile alle fonderie, non meno frequenti delle cave di marmo nei territori della provincia di Brescia, e viene sezionato e saldato di regola in forme geometriche. Le opere e le relative strutture di dimensioni simili sono, quindi, contestualizzate rispettivamente nelle cave di marmo e nelle fonderie. Si tratta di un legame congenito e reciproco: nelle cave il legno riciclato viene ‘ tagliato’, mentre nelle fonderie il ferro viene ‘prodotto’: come si può perdere tale legame? Anche se penso che l’evoluzione tecnologica ci porterà certamente a un’attenuazione, forse anche molto rilevante, di tale legame, la mia intenzione è quella non solo di rappresentare ma anche di consolidare e, infine, di testimoniare il rispetto per ciò che verrà successivamente sviluppato.

Nel settore delle vernici si parla di finiture “emozionali”, ossia di rivestimenti che hanno oltre che un valore funzionale anche quello estetico allo scopo di evocare sensazioni particolari in chi osserva l’oggetto verniciato. Un aspetto che nel mondo dell’arte e del design si può dire connaturato all’atto creativo. Cosa pensa del fatto che l’emozione che un artista crea con le forme e i colori delle sue opere possa essere “industrializzata”?

Intendo l’arte come un mezzo per costruire il mondo, attraverso la realizzazione di opere plastiche che ogni giorno ci guardano, ricordandoci la bellezza e il lavoro dell’uomo costruttore: è proprio in tale logica che le finiture cosiddette ‘emozionali’ sono utilizzabili e condivisibili, ovviamente sempre nella logica di ciò che si sta creando, e determinano indubbiamente un valore aggiunto che aumenta il pathos emozionale di chi le vede, le tocca, ma anche di chi le crea. Quanto premesso ci porta alla successiva finale considerazione rispetto all’’industrializzazione’ delle opere e, quindi, anche delle emozioni: la tecnologia ci porterà sempre più a queste forme di generalizzazione, dove si intersecano interessi di vario genere, ma ciò che deve in qualche modo rimanere, e non necessariamente apparire in maniera evidente, è il ‘tocco’ dell’artista derivante dal difficile equilibrio fra tecnica ed esecuzione… e imperfezione.

Vorrei infine ringraziare la fonderia Pietro Forelli Srl e la cava di marmo Lazzarini Angiolino Srl per aver aperto le loro sedi per ospitare le mie opere.

© LeRond

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