editoriale
Si sveste l’aria del calore estivo: l’autunno è ormai arrivato. Nell’anno della pandemia, questa non sarà una stagione semplice da affrontare. Ma tra incertezze e preoccupazioni, con cui abbiamo imparato a convivere già da tempo, il vento ottobrino porta con sé anche ciò che da sempre può offrire: la sua consueta palette di colori, i capricci atmosferici, la voglia di sfuggire al freddo rimanendo a casa avvolti tra le coperte, magari in compagnia di un tè caldo e di una buona lettura; e in questo L’Ircocervo può darvi una mano. Perché in mezzo alla tensione collettiva, si fa sempre più urgente il bisogno di ritagliarsi un momento per mettere in pausa, almeno per un po’, le pressioni di un quotidiano divenuto ormai straniante. E quale miglior modo per riuscirci se non immergendosi in storie, vite, ambienti altri? Con la pubblicazione di questo sesto numero l’invito che vi facciamo è proprio questo: approfittate delle giornate piovose per staccare la spina ed evadere, lasciandovi coinvolgere dall’atmosfera di racconti che, auspichiamo, potranno solo ristorarvi. L’Ouverture di questo numero è stata affidata ad Adrián N. Bravi, che ha scritto per noi L’uomo che andava a vedere i cantieri, illustrato dalla nostra direttrice artistica Sara Dealbera. In questo racconto dai toni delicati, l’anziano protagonista si ritrova suo malgrado a reinventare la propria storia familiare, riuscendo nello stesso momento a trovare l’amore e il calore che da sempre sentiva mancare nella sua vita. Per la sezione Racconti Erranti, invece, è per noi un onore ospitare l’autrice ugandese trapiantata in Inghilterra Jennifer Nansubuga Makumbi – nota al pubbli-
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