Il ruolo dell’idrogeno nella mobilità e nei trasporti del futuro Alla molecola di idrogeno sono stati riconosciuti due attributi, come vettore energetico, negli ultimi 60 anni, in base alla crisi circostanziale del momento. In ordine cronologico in cui sono stati evidenziati, prima come possibile soluzione per l’indipendenza energetica nella crisi petrolifera degli anni ‘70, e già negli anni ‘90, dopo la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), istituita in occasione del Secondo Earth Summit di Rio del 1992, ed entrata in vigore nel marzo 1994, con la premessa di rafforzare la consapevolezza dell’opinione pubblica su scala globale sui problemi legati al cambiamento climatico, come vettore energetico per la decarbonizzazione di diversi settori. Tuttavia, non si è mai consolidata come una vera soluzione per nessuno degli obiettivi del sistema energetico mondiale in quanto non si trattava di una tecnologia sufficientemente matura. Nel dicembre del 2015 si è svolta a Parigi la ventunesima sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP21), nonché l’undicesima sessione della Conferenza in qualità di riunione delle Parti del Protocollo di Kyoto (COP-MOP11). Da quell’incontro è nato l’Accordo di Parigi, subentrante al protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel 2020. L’obiettivo centrale dell’accordo di Parigi è garantire che l’aumento della temperatura globale in questo secolo sia inferiore a 2 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali e continuare gli sforzi per limitare ulteriormente l’aumento della temperatura in modo che raggiunga solamente gli 1,5 gradi centigradi. Concentrandosi sul settore dei trasporti, con l’ascesa delle rinnovabili dal 2010 insieme allo sviluppo tecnologico delle batterie che ha accompagnato lo sviluppo dell’auto elettrica, l’attenzione è stata posta sulle emissioni di CO2 di questo settore in modo ambizioso. L’accordo di Parigi ha rafforzato e globalizzato la necessità di decarbonizzare i trasporti. Tuttavia, quando si approfondisce il problema della decarbonizzazione dei trasporti a cui si affiancano da un lato la necessità di accedere a una quantità di energia che rappresenta oltre il 25% del consumo energetico mondiale che le rinnovabili sono ancora lontane dal poter fornire, i limiti delle batterie in termini di densità energetica e la necessità di implementare infrastrutture
Arturo Fernández Goyenechea Responsabile dell’innovazione alla Petronor
di ricarica, la necessità di mantenere l’attività economica, prova che la transizione al trasporto decarbonizzato richiederà tempo e molti investimenti in tecnologie che completano il veicolo elettrico. L’idrogeno si è di nuovo dimostrato una promettente alternativa per la decarbonizzazione e come vettore per l’indipendenza energetica consentendo un efficace accoppiamento delle rinnovabili con i settori del gas e dei combustibili. Quest’ultimo consentirà un massiccio dispiegamento delle rinnovabili, risolvendo in molti casi le limitazioni nei problemi di accesso alla rete di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica. Nel settore dei trasporti, l’idrogeno sta attraversando un processo