In Viaggio Corsica

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Amalia Arosio

in moto da nord a sud

Dio ha creato la Corsica e l’uomo le strade per attraversarla, in moto. Quei nastri d’asfalto – spesso di un improbabile color grigio-rosato, per via della pietra usata per il fondo – e quelle piste di terra battuta che scendono al mare seguono baie e promontori e poi si tuffano nel

verde del maquis arrampicandosi verso le montagne, sembrano fatti apposta per essere percorsi su due ruote. Qualche coraggioso li affronta in bicicletta, i più pigri ci vanno in auto, ma

la moto è il mezzo perfetto per vivere una piccola avventura e andare alla scoperta di un’isola più segreta.

CORSICA

in sette giorni Quello che vi proponiamo è un diario della motocicletta, 7 giorni

da Bastia a Sartène, inoltrandosi a Zonza, tra costa e interno, nel cuore del Parco Naturale Regionale. Poco più di

200 chilometri passando da villaggi di pietra intatti nel tempo e spiagge da primo mattino del mondo.

DI

ROSALBA GRAGLIA • FOTO DI ANDREA FOSCHI E FRANCO TERUZZI inViaggio 171


Corsica in moto

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1° giorno

ON THE ROAD A sinistra: in moto sulle strade della Castagniccia, nel tratto che da Piedicroce porta verso Morosaglia, il paese di Pasquale Paoli, eroe corso. PUNTO DI PARTENZA Qui a lato: Bastia, al nord dell’isola, con la cittadella racchiusa da mura che quasi lambiscono il mare. Il viaggio in moto inizia da qui.

da Bastia a Piedicroce Il traghetto scodella il suo variegato popolo di vacanzieri – camper, auto, moto e biciclette – al porto di Bastia. Giusto un’occhiata alla grande place St. Nicolas, e si punta subito verso sud. La N198, veloce e panoramica, segue il mare, ma noi la lasciamo in fretta e superata la deviazione per la Valle del Golo infiliamo la D237 che sale verso i villaggi di pietra della Casinca, balcone panoramico sospeso sulla costa, fra terrazzamenti di ulivi e vigneti, qua e là una manciata di case-fortezza di scisto a inventare paesi fatti di niente: Vescovato, Loreto, Venzolasca. Qui si gusta la tipica cucina corsa dell’interno – specialità zuppa corsa e dolci di castagne – da U Fragnu, ricavato in un vecchio frantoio. La Casinca è la porta della Castagniccia, che deve il suo nome all’abbondanza di castagni, un tempo vera ricchezza di questa microregione che nel ’600, incredibile, era la più popolata dell’isola. Oggi sono villaggi antichi, dove comincia ad arrivare un po’ di ecoturismo, tutti con una spettaco-

lare chiesa barocca. Una delle più belle è a La Porta, con un campanile alto 45 metri. E a Piedicroce c’è un altro gioiello barocco, la chiesa dei santi Pietro e Paolo. Di qui, vale una deviazione nel verde verso Stazzona e raggiungere le fonti di Orezza, una delle acque minerali star dell’isola, ricca di ferro e manganese e naturalmente frizzante. Poi si torna a Piedicroce, dove c’è il solo vero hotel della zona, piccolo e naïf: Le Refuge, altro buon posto per sperimentare una cucina paysanne a base di civet di cinghiale, cannelloni al brocciu e beignets di castagne, immancabile dessert.

Grandi vini da millenni Ottomila ettari di vigne, più di 30 vitigni tipici – i più celebrati lo Sciaccarellu, il Niellucciu, il Vermentinu – 10 vini doc: i vigneti della Corsica, arrivati qui con i Fenici e i Greci, portano benissimo i loro 2.500 anni di storia. Oggi si declinano un po’ in tutta l’isola, e prendono il nome da città e regioni: così ci sono i doc Ajaccio, Calvi, il raro Muscat di Cap Corse, Ponte Leccia, Casinca, Balagne, Figari, il vino più meridionale dell’isola, Patrimonio, Sartenais, Porto Vecchio. Star indiscusse i vini di Patrimonio, che nascono tra le colline del Nebbio: bianchi fioriti, rosé fruttati, rossi ben strutturati.

PRIMA TAPPA A destra: Piedicroce, punto d’arrivo del primo giorno. Nella foto si vedono i resti di un antico convento. FONTI DI OREZZA In alto, a destra: la sorgente naturale di acqua solforosa nei boschi, vicino allo stabilimento di Orezza, l’acqua minerale più nota della Corsica.

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da Piedicroce a Corte Impossibile lasciare la Castagniccia senza passare a Morosaglia, la “capitale morale” della regione. Qui è nato Pasquale Paoli, il “padre della patria” dei corsi, protagonista dell’indipendenza dell’isola nel XVIII secolo. Ed è un’emozione vedere la sua casa di pietra dalle travi di castagno diventata museo, i ricordi, gli scritti, la tomba. E la statua-souvenir, appena fuori dal villaggio. Una perfetta premessa alla scoperta di Corte, dove Paoli nel 1755 stabilì la capitale della Corsica libera, e istituì la prima Università. Girare per la città alta è una specie di viaggio nel tempo: scalinate, salite, case antiche, place Gaffori dove ancora si vedono sui muri i segni delle mitraglie genovesi dell’assedio di metà

ALLA SCOPERTA DI CORTE In questa pagina: botteghe all’antica (sopra), scalinate, salite, vecchie case e la piazza Gaffori (a destra) dove sono ancora 174 inViaggio

visibili i segni delle mitraglie genovesi dell’assedio di metà ’700. E su tutto domina il castello (in alto) denominato Nido dell’aquila.

Corsica in moto ’700. Città universitaria anche oggi (oltre 4.000 dei suoi quasi 7.000 abitanti sono studenti), Corte ha un fascino austero, intrigante. Uno splendido museo da visitare, il Museo della Corsica (www.musee-corse.com) nella cittadella, e soprattutto il piacere di scoprire botteghe di tradizione, andare a comprare i salumi, il miele, i formaggi caprini all’Andatu e le falculelle, i tradizionali dolci al brocciu serviti su una foglia di castagno, alla pasticceria di Marie e Jean-Luc, in place Gaffori. E per gustare una cucina di pastori e contadini – zuppa corsa, omelette al brocciu... – l’Auberge de la Restonica, appena fuori dalla città, all’imbocco della Valle della Restonica, che offre anche un pugno di camere per dormire.

3° giorno da Corte a Venaco Sedici chilometri di strada da grandi emozioni lungo il fiume, attraverso una foresta di pini marittimi e larici, fino alle bergerie di Grotelle: la Valle della Restonica è perfetta da percorrere in moto. Siamo nel cuore del Parco Naturale Regionale della Corsica, tra le montagne, e dalla bergerie partono splendidi itinerari di randonnée, verso il lago di Melo da cui nasce il fiume Restonica e il lago di Capitello. Noi torniamo verso Corte e imbocchiamo la nazionale 193 che raggiunge tra splendidi paesaggi di verde il colle di Bellagranaio, a regalarci un panorama totale, e facciamo tappa a Venaco, bel village perché aggrappato alla montagna, ai piedi del Monte Cardu, quasi 2.500 m. Villaggio antico, di pastori e di cacciatori, a dominare la valle del Tavignano, Venaco è famoso per le trote di torrente e i formaggi. Ingredienti base della cucina rustica di E Caselle, tuffato nel verde a 4 km da Venaco, sulle rive del fiume Vecchio. Un paesotel, ovvero un villaggetto di casette di legno e pietra sparpagliate nella foresta, perfettamente inserite nel paesaggio, bell’esempio di ecoturismo alla corsa (ma con il comfort di sauna e piscina). Quiete assoluta, ideale per una sosta relax. E la trota al brocciu è eccellente.

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VALLE DELLA RESTONICA A destra: il fiume Restonica si costeggia al terzo giorno di viaggio. Ci si addentra nella valle, attraverso

una foresta di pini marittimi e larici. In tutto, 16 chilometri di strada nel cuore del Parco Regionale della Corsica, ricchi di emozioni.


Corsica in moto

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4° giorno da Venaco a Ghisonaccia Il bello della Corsica è il gioco continuo fra montagne e mare, fra l’interno e la costa. Una quarantina di km lungo la valle del Tavignano e dalle foreste torniamo alle spiagge. La costa orientale oggi ha il nome fascinoso di Costa Serena, ma un tempo era una zona di lagune e di marais. La sua capitale storica, Aleria, sembra una sentinella del passato. All’epoca dei Romani era sul mare, poi il progressivo insabbiamento della costa l’ha relegata all’interno, e spesso è dimenticata dai turisti. Errore, perché da scoprire ci sono i resti della città romana e il bel museo archeologico, che conserva splendide ceramiche. Dalla cittadella, panorama totale sulle lagune, gli Etangs di Diana e di Urbinu, votati all’allevamento delle ostriche. Già i Romani apprezzavano le ostriche e i frutti di mare dell’Etang di Diana, il più profondo dell’isola, fino a 11 metri: se li facevano mandare a Roma in anfore e i gusci accumulati nei secoli hanno addirittura dato vita a un’isoletta, in mezzo allo stagno. Oggi le ostriche “e nustrale” sono ricercate, e si possono gustare al ristorante sull’acqua Les coquillages de Diana. Poco più a sud, l’Etang d’Urbinu è il secondo di Corsica per estensione, 750 ettari. Circondato dai pini marittimi, è un vero paradiso degli uccelli acquatici: aironi cinerini, martin pescatori... Una delizia degustare ostriche e cozze alla Ferme d’Urbinu di monsieur Bronzini di Caraffa, allevamento e ristorante “dans l’eau”. Per dormire, il nuovo tre stelle Casa di Maria Cicilia, in un palazzotto degli anni ’30 a Ghisonaccia, sulla strada di Ghisoni, riattato con gusto.

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IN LAGUNA A destra: il signor Bronzini di Caraffa, proprietario della Ferme d’Urbinu, versa il vino a un’ospite. In alto: l’Etang d’Urbinu;

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circondato dai pini marittimi, costituisce un habitat ideale per gli uccelli acquatici quali aironi cinerini e martin pescatori.

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da Ghisonaccia a Tizzano Verso sud. La N198 scivola veloce verso Portovecchio e Bonifacio. Nella nostra ricerca di una Corsica diversa, non ci tuffiamo nell’animazione delle capitali vacanziere dell’île de beauté. Ma ci riempiamo gli occhi di paesaggi di mare strepitosi: la spiaggia della Tonnara, la leggendaria, bianchissima cala di Roccapina, dominata dal Rocher du Lion, il leone di granito rosa che il vento ha disegnato sul promontorio... Questo tratto di Corsica del Sud è intatto e segreto, profuma di maquis e regala l’emozione di scoprire angoli di charme selvaggio, imboccando stradine che si tuffano nella macchia. Come la D48 che sembra non finire mai e da Bocca Albitrina scende in una valletta verdissima fino a Tizzano, con il porticciolo da cartolina, la baia, le spiagge, e attorno solo

maquis. E alcune fra le più straordinarie testimonianze preistoriche dell’isola. Cui si accede liberamente, a patto di aver voglia di andarseli a cercare. Il cartello di Pagliaghju per esempio si vede appena, sulla D48, e un buon punto di riferimento può essere la cave del Domaine Mosconi, una delle aziende vinicole della zona (che merita una sosta per degustazioni): l’accesso al sito dei menhir è a poco più di un km. Pagliaghju è il più grande allineamento di menhir dell’isola e uno dei più importanti del Mediterraneo, 260 megaliti. Poi si imbocca la D48a per Cauria, a scoprire i 9 menhir di Stantari, e poco più in là il dolmen di Funtanaccia, il più grande di tutta l’isola. Si torna a Tizzano per un bagno e una notte in riva al mare all’Hôtel du Golfe, “les pieds dans l’eau”.

MARE E STORIA Sotto: il sito dei menhir a Pagliaghju a poca distanza da Tizzano. Comprende 260 megaliti ed è uno dei più grandi del

Mediterraneo. In basso: la cala di Roccapina, tra le più belle e intatte dell’isola, caratterizzata da sabbia bianca e blocchi di granito rosa.

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Corsica in moto

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6° giorno

SARTÈNE In alto: le alte case in pietra unite e strette l’una all’altra fanno di Sartène un paesefortezza. SALUMI TIPICI Qui sotto, a destra: coppa, lonzu, prisuttu (prosciutto crudo) e figatelli (salsicce affumicate al legno di castano) sono alcuni dei salumi corsi più apprezzati. TRA I VICOLI A destra: tavolini all’aperto di un ristorante nel cuore della città vecchia di Sartène dove tutto è rimasto come un tempo. E tra vicoli, torri e archi sembra di tornare al Medio Evo. 178 inViaggio

da Tizzano a Sartène Sartène “la più corsa delle città corse” ha un’atmosfera di autenticità che la rende unica: le case di pietra, alte e severe, da lontano la fanno sembrare una fortezza tra i vigneti. Su Place de la Libération, tra terrazze di caffè, affacciano il vecchio palazzo dei governatori genovesi, oggi hôtel de ville (municipio), e la chiesa di Santa Maria dove sono conservati la croce e le catene del catenacciu, il penitente incatenato protagonista del rituale antico della processione di Pasqua. Poi si entra nel cuore della città vecchia, il quartiere di Sant’Anna, scampolo di Medio Evo corso, fra case di pietra, torrette, resti di mura, viuzze e scalinate. Qui si trovano piccoli negozi, come U Maggiu e La Cave Sartenaise, che propongono il meglio delle tradizioni contadine e dei vini del Sartenese. Perfetti per accompagnare le specialità corse di Giselle Lovichi, madame-chef dell’Auberge de Santa Barbara, locanda dall’atmosfera agreste sulla strada per Propriano. E per rimanere in tema di autenticità, notte in agriturismo al Domaine de Croccano, di Claudine e Christian Perrier che allevano cavalli e coltivano viti e alberi da frutta: bella casa corsa di pietra con vista sul golfo del Valinco.

7° giorno

I villaggi dell’interno Da Zonza, per chi ha un giorno in più, vale la pena scoprire i grandiosi panorami di montagna e i villaggi che vi si nascondono. Come Quenza, minuscolo paese (non arriva a 250 abitanti) al centro delle Aiguilles di Bavella, o Pietralba, racchiusa tra falesie di calcare bianco, e Lama, magico angolo di Medio Evo costruito sulla roccia. Da non perdere il col de Teghime, alle spalle di Bastia, e i vigneti di Patrimonio, forse il vino doc più famoso dell’isola. Per dormire consigliamo il bed & breakfast di design U Castellu Piattu, immerso tra i vigneti.

da Sartène a Zonza Alle spalle di Sartène, la regione montuosa dell’Alta Rocca è costellata di piccoli villaggi fuori dal tempo, paesaggi di natura intatta e sullo sfondo le strepitose guglie di Bavella. Per scoprirla, imbocchiamo la D268 che segue il corso del fiume Rizzanese. Prima tappa, a meno di 10 km: è il ponte Spin’ a Cavallu, ponte genovese del XIII secolo. Purtroppo le piene del fiume (l’ultima devastante nel 1994) si sono portate via gran parte della struttura originaria e la risistemazione ha fatto perdere al luogo un po’ del suo fascino originario... Ma l’immagine del ponte con la sua forma a schiena d’asino è sempre d’effetto. Un’altra decina di km e si arriva a Santa Lucia di Tallano, altro tipico village di case di pietra, sospeso sulla valle e circondato dalle montagne, dove si trova una pietra molto rara, la diorite orbiculare o corsite. Un’occhiata al convento medievale di San Francesco e poi visita al museo-frantoio, sulla piazza centrale, dove si scopre tutto sull’olio d’oliva della zona, molto apprezzato (e le caves à l’huile per acquisti non mancano, a due passi dalla chiesa parrocchiale barocca). Ora saliamo ai 600 metri di Levie, nel cuore dell’Alta Rocca. Una zona isolata e segreta, eppure abitata fin dal passato più lontano: il Museo di Levie ne rievoca la preistoria, e appena fuori dal paese c’è Cucuruzzu, bella fortezza dell’età del bronzo. E poco lontano un altro luogo merita una sosta: la Ferme Auberge A Pignata, eccellente cucina corsa di montagna... Proseguiamo ancora una manciata di km per far base a Zonza, e pernottare all’Aiglon, piccolo hotel vecchio stile, in una casa di granito nel centro del villaggio.

7

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LA REGIONE DELL’ALTA ROCCA Nella foto: nella strada tra Sartène e Zonza. Alle spalle le guglie di Bavella e intorno una natura intatta.


Corsica in breve

Abbiamo parlato di...

TIZZANO Sopra: l’Hôtel du Golfe, davvero a due passi dal mare. COME ARRIVARE Il nostro itinerario inizia e finisce a Bastia, comodamente raggiungibile in traghetto dall’Italia. Con Corsica Ferries (tel. 199 400500; www.corsica ferries.com) collegamenti regolari da Savona, Livorno, Golfo Aranci e la nuova linea Piombino-Bastia, meno di 2 ore di navigazione. Con Moby Lines (tel. 199 303040; www.moby.it) collegamenti per Bastia da Genova e Livorno. 180 inViaggio

HOTEL E RISTORANTI U Fragnu, Hameau U Campu, Venzolasca, tel. 0033 4 95366233. Prezzo: 35 €. Le Refuge, Piedicroce, tel. 0033 4 95358265; www.hotelcastagniccia.com Prezzi: doppia a 49 €, menu da 17 €. Auberge de la Restonica, route de la Restonica, tel. 0033 4 95452525; www.aubergerestonica. com Prezzi: doppia da 55 €, con prima colazione. Ristorante, tel. 0033 4 95460958. Prezzo: menu da 16 €. Paesotel E Caselle, località Agniudipinu, 4 km a est di Venaco, tel. 0033 4 95473900; www.e-caselle.com Prezzo: doppia da 90 €; mezza pensione 154 €. Les Coquillages de Diana, Etang de Diana, Aleria, tel. 0033 4 95570455. Prezzo medio: 15 €.

Ferme d’Urbinu, Etang d’Urbinu, Ghisonaccia, tel. 0033 4 95573089. Prezzo medio: 15 €. Casa di Maria Cicilia, 60 route de Ghisoni, Ghisonaccia, tel. 0033 4 95560041; www.casamaria cicilia.com Prezzi: doppia da 69 €; menu da 22 a 26 €. Hôtel du Golfe, Tizzano, tel. 0033 4 95220251; www.hoteldugolfetizzano.com Prezzi: doppia da 80 €. Auberge de Santa Barbara, route de Propriano, Sartène, tel. 0033 4 95770906; www.santabarbara.fr Prezzi: menu a 28 €, à la carte sui 40 €. L’Auberge offre anche splendide ville per alloggiare. Domaine de Croccano, route de Granacce, km 3, Sartène tel. 0033 4 95771137; www.corsenature.com Prezzi: doppia con prima colazione da 74 €. Ferme Auberge A Pignata, route de Pianu, Levie, tel. 0033 4 95784190; www.apignata.com Prezzi: menu a 35 €, doppia da 110 €. Aiglon, Zonza, tel. 0033 4 95786779; www.aiglonhotel.com Prezzi: doppia da 68 € a 78 € con prima colazione; menu tipico 23 €.

ACQUISTI TIPICI Domaine Mosconi, route de Tizzano, Sartène, tel. 0033 4 95770027; www.domainemosconi. com Degustazione e vendita di vini doc Sartène, ma anche aperitivi e prodotti tipici. Si può dormire in 6 gîtes, da 2 a 6 persone. Domaine Girolami, Hameau Palazzo Patrimonio, tel. 0033 4 95371325. Vini doc Patrimonio Rouge, Blanc, Rosé e Muscat du Cap Corse Clos Girolami. Domaine Leccia, località Morta

Piana, Poggio d’Oletta, tel. 0033 4 95371135; www.domaineleccia.com Vino Patrimonio doc e Moscato di Cap Corse. La Cave Sartenaise, Place Porta, Sartène, tel. 0033 4 95771201. Vini della regione, liquori, olio, miele, marmellate e salumi. Miluccia, Vieille Ville, Sartène, tel. 0033 4 95772481. Fabbrica artigianale di saponi, prodotti per il bagno e candele al maquis. U Maggiu, place du Maggiu, Sartène, tel. 0033 4 95772136. Selezione di prodotti corsi: formaggi, salumi, vini, miele, dolci. Patisserie Marie e Jean-Luc, place Gaffori, Corte, tel. 0033 4 95460370. Specialità: falculelle e dolci al brocciu su foglie di castagno. Patisserie Casanova, cours Paoli 6, Corte, tel. 0033 4 95460079. Dolci di farina di castagne, miele e noci, torte di frutta e torte salate. Dal 1887. L’Andatu, vicolo interno all’altezza di cours Paoli 26, Corte, tel. 0033 4 95461198. Salumi e formaggi di capra “maison” (il proprietario è anche allevatore). Epicerie Ghionga, 9 rue du Vieux Marché, Corte. Formaggi, salumi, marmellate, frutta e verdura, in un’atmosfera un po’ fuori del tempo. Jacques Leandri, Santa Lucia di Tallano, tel. 0033 4 95788194. Olio artigianale d’oliva, ma anche di noci, mandorle, argan. Huile Santa Lucia, Santa Lucia di Tallano, tel. 0033 4 95788103. Olio d’oliva da degustare e acquistare sul posto. A Casana, località Badella, Pietralba, tel. 0033 4 95321414. Tipici salumi corsi: coppa, lonzu, prosciutto crudo (prisuttu) e salsicce affumicate al legno di castagno (figatelli).


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