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$ FXUD GL Michela Ponzani, Fabio Papalia, 6WHIDQLD %LDQFKL
/D QDVFLWD GL /RWWD FRQWLQXD Nell’autunno del 1968 l’ondata studentesca iniziata nel novembre 1967 con le occupazioni di Palazzo Campana a Torino, dell' Università Cattolica a Milano e della facoltà di Sociologia a Trento, ha ormai esaurito la sua carica dirompente, movimentista e spontaneista. Gli studenti abbandonano gradualmente la lotta contro l' autoritarismo accademico per avvicinarsi alle lotte operaie, sull' esempio del "maggio francese". In Italia, infatti, le prime lotte alla FIAT, alla Marzotto di Valdagno, alla Pirelli di Portomarghera hanno aperto un nuovo ciclo di conflittualità operaia, un' esperienza che sarà definita "maggio strisciante"1; con questo termine si mette in luce la possibilità che in Italia si realizzi quella unione operai-studenti naufragata in Francia. Il movimento del ' 68 si divide in molte esperienze diverse; nascono i gruppi della sinistra extraparlamentare come Avanguardia Operaia (AO), Potere Operaio (PO), Unione dei Comunisti marxisti-leninisti (m-l), il Manifesto, tutti accomunati dall' idea che bisogna uscire dallo studentismo ed estendere concetti come l' antiautoritarismo e il rifiuto della delega ad altri strati della società, soprattutto alla classe operaia, nella consapevolezza di essere tutti soggetti sfruttati dal sistema capitalista. Lotta Continua (LC) nasce facendo propri gli elementi di rottura presenti nel ciclo di lotte ' 67-' 69, assorbendone le spinte più radicali e ponendosi come alternativa, nella guida delle lotte operaie, alle organizzazioni storiche del movimento operaio (in particolare al Partito Comunista Italiano [PCI] e ai sindacati) Nel gruppo di LC, certamente il più interessante tra i gruppi della nuova sinistra per "capacità di aggregazione e per aggressività politica"2, confluiscono varie esperienze: il movimento studentesco torinese nato dall' esperienza di Palazzo Campana, di cui fanno 1 2
Da L. Bobbio, Lotta continua: storia di un’organizzazione rivoluzionaria, Savelli, Roma 1979, p. 4 Da A. Cazzullo, I ragazzi che volevano fare la rivoluzione, Mondatori, Milano 1998, p. 4
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