Silvio Berlusconi premier, le ultime ore Il racconto di una storia italiana | Mario Portanova | Il Fatto Quotidiano
aggiornato alle 16:18 di Sabato 12 Novembre 2011
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POLITICA & PALAZZO | di Mario Portanova | 12 novembre 2011 20
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Silvio Berlusconi premier, le ultime ore Il racconto di una storia italiana Dalla discesa in campo all'invito a comparire di Napoli, dai rapporti con gli alleati all'editto bulgaro, dalla guerra alle toghe rosse ai 'coglioni' di sinistra, fino al discorso del predellino, al bunga bunga e alla caduta dei giorni nostri: i diciotto anni con il Cavaliere significano Seconda Repubblica “Se fossi a Roma non avrei dubbi, voterei Fini”. Comincia così l’avventura politica di Silvio Berlusconi, il 23 novembre 1993, all’inaugurazione del centro commerciale Euromercato di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna. Le voci sulla ‘discesa in campo’ c’erano già, ma questa è la prima dichiarazione politica di peso. Gianfranco Fini è il segretario Un'immagine 'storica' di Silvio Berlusconi del movimento sociale italiano e si candida a sindaco di Roma contro Francesco Rutelli (che vincerà). La scelta di campo è netta perché Alleanza nazionale non è ancora nata e nelle macerie politiche del post Tangentopoli il Cavaliere si schiera con l’esponente neofascista, convinto che intorno a lui si raggruppi “quell’area moderata che si è unita e può garantire un futuro al Paese”. Insieme faranno tanta strada. Berlusconi ‘sdogana’ Fini nell’arco costituzionale, An diventerà un alleato chiave di Forza Italia. Seguiranno periodiche crisi, fino alla ‘fusione fredda’ dei due partiti nel Pdl, poi la rottura definitiva nell’aprile 2010 (il celebre “Che fai, mi cacci?”) e la nascita di Fli, oggi in prima fila nell’affossare il presidente del Consiglio. E, forse, a porre fine alla sua parabola politica.
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DISCESA IN CAMPO E VITTORIA TRADITA. La discesa in campo, quella vera, arriva il 26 gennaio 1994, tramite videocassetta accuratamente confezionata che da Arcore è recapitata a tutti telegiornali. Cosa che è salutata come segno di modernità rispetto alla Prima Repubblica (non è passato molto tempo dai governi guidati dagli Andreotti e dai Fanfani), con tanto di calza sulla telecamera per addolcire l’immagine. Ma la videocassetta anticipa anche lo stile che il Cavaliere avrebbe adottato in politica: stare il più lontano possibile dalle domande dei giornalisti. Così in prima serata e a reti unificate è servito un salmo rassicurante: “L’Italia è il paese che amo…”. L’ingresso in politica è motivato dalla necessità di salvare il paese dal “governo delle sinistre e dei comunisti”. Il costruttore di Milano 2, il padrone della Fininvest, l’uomo che aveva inventato la tv commerciale in Italia si candida a governare il Paese. Berlusconi sfonda, e alle elezioni di quella primavera sconfigge la “gioiosa macchina da guerra” capitanata da Achille Occhetto, l’uomo che ha appena mandato in soffitta il Partito comunista italiano l’ha sostituito con il Partito democratico della sinistra. L’imprenditore milanese ha in dote
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/12/berlusconi-premier-ultime-racconto-storia-italiana/170263/[12/11/2011 16.23.44]
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