FILMO GRA PERCORSO FILMOGRAFICO
PERCORSO FILMOGRAFICO FIGLI E GENITORI ALLO SPECCHIO DEL CINEMA: RIFLESSI E RIFLESSIONI SULLA COMUNE FRAGILITÀ
PERCORSO FILMOGRAFICO
PERCORSO TEMATICO INVESTIRE SULLE RISORSE E POTENZIALITÀ DELLE FAMIGLIE PER PREVENIRE/SUPERARE LE CONDIZIONI DI FRAGILITÀ
Giovanni Maria Rossi, saggista e critico cinematografico, membro del Sindacato nazionale critici cinematografici italiani
PERCORSI SMARRITI
Nei percorsi filmografici precedenti sono state qui segnalate da alcuni colleghi le prove di molti cineasti, sensibili alle fragilità insite nelle condizioni esistenziali di molti bambini e adolescenti di ogni etnia, sesso o ceto sociale, autori che hanno accompagnato l’evoluzione o l’involuzione di quest'età a rischio nel rapporto con il nucleo familiare e con l’ambiente circostante. Anche limitandosi agli ultimi decenni si possono fare dei nomi importanti, da Gianni Amelio (Colpire al cuore, 1983; Il ladro di bambini, 1992; Le chiavi di casa, 2004) ai fratelli Dardenne (Rosetta, 1996; Il figlio, 2002; Il ragazzo con la bicicletta, 2011), da Gabriele Salvatores (Io non ho paura, 2003; Come Dio comanda, 2008; Il ragazzo invisibile, 2014) a Ken Loach (Sweet Sixteen, 2002; Sorry We Missed You, 2019), da Antonio Capuano (Vito e gli altri, 1991; Pianese Nunzio, 14 anni a maggio, 1996; La guerra di Mario, 2005) a Emanuele Crialese (Respiro, 2002). Ma a un certo punto qualcosa si è bloccato nella scrittura dei testi, non per un improvviso disinteresse per quelle tematiche, ma è come se lo sguardo di molti si fosse incupito di fronte alla complessità del reale. Anche le poche certezze “pedagogiche” accumulate si sono sgretolate. Le strade intrecciate di bambini, ragazzi e adulti, che
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