La redazione del Codice di Camaldoli
di M. L. Paronetto Valier
11 Codice di Camaldoli segnò il punto di arrivo
di un dibattito di idee, al quale il momento storico attribuì l'immagine e l'impegno di un preciso progetto. Eppure il testo, presentato nell'aprile del 1945, era e intendeva essere non già un Codice, ma un'opera aperta, anzi una tappa provvisoria di una più complessa e organica elaborazione. Si tratta di una ambivalenza che va tenuta presente per comprendere la genesi della iniziativa e la sua concreta attuazione. Il dibattito di idee verteva sulla problematica sociale, nella accezione più ampia del termine, anche se con particolare attenzione ai problemi del lavoro e della vita economica, e assumeva come punto di partenza da un lato la riflessione sugli insegnamenti sociali della Chiesa, condensati nelle encicliche e nei Radiomessaggi pontifici, dal1' altro l'osservazione diretta e l'analisi attenta delle reali situazioni socio-economiche e della loro rapida evoluzione. Sotto l'incalzare e il precipitare degli eventi connessi con il secondo conflitto mondiale, un dovere intellettuale e morale imponeva che il dibattito si calasse nel concreto, prendesse posizione, e, soprattutto, aiutasse i singoli ad assumere le proprie responsabilità. Coloro che, in vario modo e in varie forme, parteciparono a quel dibattito e misero mano alla redazione del testo finale in cui esso, almeno in parte, si condensò erano collegati da una profonda affinità spirituale e intellettuale, che si esprimeva nella loro collaborazione a « Studium » (rivista e casa editrice), nella loro adesione alla Sezione dei Laureati di Azione Cattolica o al Gruppo Docenti Universitari, promosso dalla stessa Sezione Laureati. Si trattava di affinità elettive, fondate su amicizie personali, su comuni preoccupazion i e speranze più che su strutture organizzative. Da molti anni essi venivano dibattendo, nei limiti certo angusti allora consentiti o tollerati, circa i problemi della società, il rapporto 9