IDP People mag #001

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Periodico in supplemento al n. 25 novembre 2016, de “Ilcorsaronero. Rivista Salgariana di Letteratura Popolare�, iscrizione al Tribunale di Verona n.1848 R.S.2009. Redazione: c/o Biblioteca Civica, Via Cappello, 43 - 37121 Verona

Anno 1 numero 1 dicembre 2016

Magazine di design, illustrazione, idee


Sommario 4 Editoriale 5 Maestri della logica: Mastermind 6 vdb23/nulla è andato perso 10 Lettere eterne, fonte di ispirazione 12 DE/SIGN project 16 Le tinte “Must Have” proposte

da Pantone per il 2017

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RUBRICA


Colophon Periodico in supplemento al n. 25 novembre 2016, de “Ilcorsaronero. Rivista Salgariana di Letteratura Popolare”, iscrizione al Tribunale di Verona n. 1848 R.S.2009. Redazione: c/o Biblioteca Civica, Via Cappello, 43 - 37121 Verona Direttore responsabile: Claudio Gallo Fondatore IDP: dott. Italo Cristini

Mauro Marchesi

Annachiara Stevanini

Illustratore, fumettista, chitarrista, ama il suo cane.

Grafica e docente di teoria del colore, adora viaggiare.

Marco Olivotto

Francesco Brancaleoni

Guru di color correction, fotografo, sta decidendo cosa fare da grande.

Programmatore web e docente, ama i gatti e le verdure.

Direttore didattico: dott.ssa Raffaella Cristini Stampato da: Tipografia Campisi di Arcugnano (VI) Copertina & credits: La scritta “People” della testata è di Anna Schettin. I “Giumini” sono di Giulia Mantovani. I timbri degli alberelli in seconda di copertina sono di Chiara Ceschini. I ritratti del colophon e delle graphic novelist sono di Federica Carioli. La foto natalizia della quarta di copertina è di Chiara Ceschini. Caratteri: Montserrat / Alfa Slab One / Homenaje Progetto grafico: terzo anno accademico di Visual Design A.A. 2016-2017 Hanno impaginato: Camilla Negri Ilaria Bozzetta

Marco Campedelli

Anna Schettin

Grafico, artista, illustratore, alla continua ricerca della Bellezza.

Grafica e calligrafa, ama lasciare segni ed esplorare terre nuove.

Supervisione grafica e revisione testi: Gruppo docenti IDP Per informazioni: Istituto Design Palladio Srl via Settembrini 5 — 37123 Verona P. Iva 01623560230 tel. 045 8014580 - fax 045 8066850 segreteria@istitutopalladio.it www.istitutopalladio.it Facebook: istitutopalladio

Giorgia Chemello

Andrea Tecchio

Neo-diplomata IDP Interior Designer, con un sorriso coinvolgente!

Neo-diplomato IDP Interior Designer, con la testa fra le nuvole.

COLOPHON

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Il magazine che aspettavamo! L’Istituto Design Palladio nasce da un’idea del dott. Italo Cristini, professionista grafico pubblicitario veronese, che nel 1983 decide di fondare a Verona una scuola di design che diventi leader nella formazione professionale post-diploma. Da 34 anni quindi IDP forma e coltiva talenti nel campo dell’Interior Design, Visual Design, Web Design & App, llustrazione editoriale, Tattoo Design e da pochi mesi anche nell’innovativo campo dei Computer Effects & Video Games. Una crescente domanda di formazione che non può non tener conto di una pari esigenza di rimanere aggiornati e stimolati. Ed ecco il motivo di un nuovo magazine! Ne siamo orgogliosi ed è motivo per ringraziare qui, tutti i docenti, studenti e collaboratori IDP che si sono impegnati a far nascere questo nuovo progetto made by IDP. Il fondatore IDP dottor Italo Cristini la direttrice didattica dottoressa Raffaella Cristini

Post-scriptum La struttura portante della rivista ruota intorno a cinque storie in forma di graphic novel, ognuna di esse creata e disegnata dai nuovi talenti IDP. Tecniche differenti e suggestioni contemporanee sono alla base delle loro storie. A seguire — e a rotazione — ci saranno articoli di grafica, fotografia, colore, arte, inglese, web, interior… e tutte le materie che si studiano in IDP, che interessano a studenti, docenti, appassionati e collezionisti. Il magazine è realizzato interamente dagli studenti del terzo anno di Visual Design e sarà un progetto pilota da portare avanti di anno in anno rispettando tempistiche reali di lavoro. Un vero e proprio laboratorio work-in-progress. E quindi benvenuto #IDPeople! Marco Campedelli

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EDITORIALE


Maestri della logica: Mastermind È possibile apprendere un linguaggio di programmazione lavorando su un gioco da tavolo? Questo è proprio quanto ci è stato proposto

per giocare. Siamo poi passati allo sviluppo

all’inizio del secondo anno del corso di Web

delle prime versioni dell’interfaccia, realiz-

Design: realizzare su browser un famoso

zata con i linguaggi HTML e CSS appresi lo

gioco in scatola, il Double Mastermind, con

scorso anno. Ora iniziamo a visualizzare a

l’obiettivo di imparare le funzionalità del lin-

schermo le funzionalità studiate in prece-

guaggio di programmazione Javascript.

denza, e questo sta continuando a far cre-

L’idea di poter apprendere un linguaggio la-

scere in noi l’interesse verso il progetto.

vorando su un “gioco” ci è parsa subito inte-

Sappiamo che il lavoro da fare per comple-

ressante e funzionale così abbiamo deciso

tare il gioco è ancora molto, ma a nostro

insieme al docente di sperimentare questo

parere questo approccio ha permesso la

progetto. Da un caotico brainstorming ini-

comprensione di aspetti molto articolati del

ziale siamo passati alla suddivisione del pro-

linguaggio. Abbiamo infatti potuto lavorare

getto nelle fasi di lavoro, dalla progettazione

con Javascript applicandolo a situazioni reali,

grafica all’usabilità, dallo studio di un’inter-

così da rendere più semplice la comprensio-

faccia efficace allo studio delle macro e mi-

ne e la “traduzione” dell’idea in puro codice!

cro funzionalità del gioco.

Terminato il progetto contiamo di pubblica-

I primi passi sono stati maggiormente in-

re il tutto sul sito della scuola. Provate a vin-

centrati sulla gestione dietro le quinte di va-

cere contro il nostro sistema, dai!

rie situazioni di una partita e sull’analisi delle principali interazioni necessarie all’utente

II Web & Francesco Brancaleoni

WEB

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vdb23/ nulla è andato perso “La sostanza delle cose corrisponde alla sua forma”

Alcuni dei progetti più interessanti che ho fatto sono nati apparentemente per caso. L’idea di coinvolgere le studentesse del secondo anno di Visual Design in “Nulla è andato perso” è venuta alla luce in un momento perlomeno improbabile: una sera di metà dicembre a Carpineti, sull’Appennino Emiliano, mentre guardavo la valle sotto di me sprofondare nel buio. Anno Domini 2015, fasi finali della progettazione e delle prove del nuovo e atteso spettacolo di Gianni Maroccolo, uno dei numi tutelari del rock indipendente italiano. Ero lì per realizzare le fotografie che sarebbero state utilizzate per promuovere il tour ormai imminente. Mancava poco a Natale, il “via” era fissato per inizio febbraio. L’atmosfera generale mi suggerì Foto di pag. 7 Marco Olivotto Visual di pag. 8 e 9: Ilaria Bozzetta Federica Carioli Chiara Ceschini Giulia Mantovani Camilla Negri

che poteva avere senso coinvolgere Chiara, Camilla, Giulia, Ilaria e Federica in un progetto più ampio. Quella sera stessa proposi la mia idea a Enzo Onorato, manager del progetto: avrei fatto una lezione anomala, spiegando la genesi del progetto musicale e i suoi contenuti a un gruppo che probabilmente non aveva alcuna dimestichezza con il tipo di musica; avrei fornito delle suggestioni e avrei incoraggiato l’elaborazione libera delle idee. Lo scopo? Nessuno, a priori: “se gli elaborati vi piaceranno sarete liberi di usarli come volte, altrimenti amici come prima”. Non solo Enzo, ma anche Gianni raccolsero subito l’idea. Il risultato fu che mi presentai in classe pochi giorni dopo annunciando che il programma era cambiato e che avremmo lavorato su questa strana cosa. Fu una lotta contro il tempo: con le vacanze di Natale alle porte, obbligai indirettamente le ragazze a darsi da fare durante le feste. Le interazioni con me avvennero via mail, perché era necessario che alla ripresa delle lezioni avessimo qualcosa di concreto da proporre, per poi elaborare rapidamente le versioni finali. A inizio gennaio inviai dei bozzetti avanzati a Gianni, che ne rimase genuinamente e positivamente sorpreso. Arrivò presto

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la richiesta di poter stampare gli elaborati

Ancona… per concludere assieme a noi il

in grande formato e di creare così le sceno-

loro giro a Firenze, lo scorso luglio. Sei mesi

grafie dello spettacolo. Tutti ne furono entu-

di concerti, sei mesi di paesaggi diversi – ge-

siasti, e nel giro di pochissimi giorni produ-

ografici e umani.

cemmo le versioni definitive, con un vincolo:

Uno dei ricordi più belli? Le espressioni fac-

le ragazze non dovevano sapere che uso ne

ciali delle cinque ragazze quando entrarono

sarebbe stato fatto. Dovevano solo essere

nel teatro di Scandicci, quella famosa sera:

presenti alla prova generale dello spettacolo,

si trovarono davanti i loro banner, senza

a Scandicci, la sera del 5 febbraio.

neppure sapere che erano stati stampati.

Ogni elaborato è diventato un banner in

Correva il 5 febbraio 2016.

PVC alto circa due metri, variopinto e inci-

È un ricordo bello perché prova una convin-

sivo: a seconda della location del concerto

zione che ho e che stenta a morire: si posso-

li abbiamo usati come sfondo, oppure per

no fare grandi cose, con una logica, una di-

dare il benvenuto in teatro al pubblico, all’in-

gnità e una visione anche senza mezzi, o con

gresso, quando era impossibile posizionarli

molto poco. L’importante è guardarsi dentro

sul palco.

e guardare avanti, e soprattutto – crederci. In

Nel retro del furgone che ospitava la stru-

quel caso soltanto ci verrà data la possibilità

mentazione, i cinque elaborati hanno viag-

di dire, alla fine che “nulla è andato perso”.

giato da Scandicci a Brescia, da Verona a Milano, a Torino, a Roma, attraverso i fe-

Marco Olivotto

stival di Casale di Scodosia, dell’Aquila, di

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CALLIGRAFIA


Lettere eterne, fonte di ispirazione. L’incisione alla base della Colonna Traiana

forme infinite e affascinanti, come hanno

a Roma è il più famoso e citato esempio di

scoperto gli studenti del primo e del se-

maiuscole romane, lettere gloriose ed ele-

condo anno di Visual Design che in que-

ganti di cui si possono ammirare bellissimi

ste prime settimane hanno studiato, eser-

originali nel Museo Maffeiano di Verona.

citato e sperimentato l’unicità del “segno

La perfetta armonia tra il cerchio e il qua-

calligrafico”.

drato è alla base della costruzione della Capitalis Quadrata, il punto di partenza

Anna Schettin

fondamentale per lo studio degli alfabeti e ancora oggi modello di riferimento per i calligrafi di tutto il mondo. Sono lettere a noi famigliari (lo stampatello maiuscolo) ma non finiscono mai di sorprenderci poiché se tracciate con stili, strumenti e “emozioni” differenti possono assumere

Nella pagina a fianco: calligrafia originale di Hermann Zapf Sotto: calligrafia originale di Rudolph Koch

CALLIGRAFIA

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DE|SIGN project Intervista a Giorgia Chemello e Andrea Tecchio neo diplomati IDP Abbiamo raggiunto Giorgia e Andrea per scambiare due chiacchiere riguardo l’elaborato finale coronato dal successo. Come è nata l’idea di fare questa tesi in coppia? È nata tornando a casa un venerdì in treno. Si stava chiacchierando e siamo finiti sul discorso tesi. Volevamo portare come ultimo esame una progettazione che fosse più completa possibile. Poco dopo ci siamo resi conto che stavamo ragionando sullo stesso tema progettuale; ciò che un po’ ci spaventava era l’ampiezza di tale progetto. Volevamo fare le cose in grande! Considerando che abbiamo gli stessi gusti nel progettare, abbiamo pensato così di portare avanti il lavoro di tesi insieme, in modo da poter soddisfare le nostre aspettative. Il fatto di lavorare in coppia quindi non è stato per noi un problema, anzi, molte volte ci ha aiutato e ci ha insegnato che si può sempre imparare dall’altro. In questo percorso siamo stati seguiti dall’architetto Massimo Caputo, che vogliamo ringraziare per averci dato grandi insegnamenti e averci sempre indirizzato senza porre limiti a quello che volevamo fare, spronandoci a credere nel nostro progetto, Grazie!

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INTERIOR RUBRICA


Di cosa tratta la vostra tesi? ‘DE|SIGN Lasciare il segno’, questo è il titolo della nostra tesi. Si tratta dell’ideazione di un nuovo brand d’arredo e della progettazione del relativo concept store. Abbiamo pensato di approfondire l’allestimento di uno spazio pubblico, nel caso specifico un negozio. Per completezza poi, oltre al progettuale di questa attività commerciale, abbiamo ipotizzato che questo luogo fosse soltanto uno dei punti vendita di un nuovo brand d’arredo… il nostro brand. In questo lavoro, infatti, studio progettuale e funzione sono andati di pari passo, approfondendo successivamente anche questo nuovo ipotetico brand con relativo studio di industrial design, creando una serie di oggetti e una proposta di grafica del marchio. Il tutto è stato ambientato a Milano, nella città del design per eccellenza. Dopo un’accurata ricerca e analisi degli spazi che poteva offrirci, ne abbiamo scelto uno che attualmente ospita al suo interno un bar pasticceria. Abbiamo studiato accuratamente la planimetria fornita dallo studio di progettazione che aveva realizzato il locale e in seguito abbiamo riprogettato gli spazi. Volendo poi proseguire con la creazione del nostro show-room, ci siamo soffermati sullo studio della visual identity del nuovo brand: nome, logo e palette colori. DE|SIGN, oltre a richiamare la parola ‘design’, si può intendere foneticamente anche come ‘il segno’, ‘la traccia’. L’elemento caratterizzante di DE|SIGN diventa infatti la linea. A livello grafico abbiamo pensato inoltre di non ricorrere all’inserimento di un logo nei INTERIOR

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prodotti, ma di identificare questi ultimi

percorre tutto il perimetro, altro non è che il

tracciando su di essi un profilo, una linea,

simbolo del brand.

che li distinguesse da altri oggetti.

Il negozio DE|SIGN di Milano è stato pensato

La riconoscibilità immediata dei vari oggetti

come sede principale dei vari concept sto-

contraddistinti da tale segno, verrà poi ripro-

re. Al suo interno offre al cliente spazi diffe-

posta anche nei vari concept store.

renti: dalla zona di vendita alla zona adibita

Per la progettazione dello show-room, ci sia-

alle novità, uno spazio relax e poi gli uffici di

mo concentrati sullo studio della linea.

progettazione e le sale meeting per eventi

Il negozio infatti, oltre alle composizioni dei

particolari.

prodotti a terra, prevede dei sistemi a binario ancorati a parete, i quali non sono altro

Durante il vostro percorso di tesi avete

che linee intervallate che percorrono peri-

posto attenzione anche al product design,

metralmente l’intero show-room.

come mai questo sviluppo?

A livello funzionale tali binari supportano delle strutture modulari che contengono i

Il nucleo della nostra tesi, trattandosi di un

vari oggetti e fungono contemporaneamen-

corso di interior design, era appunto quello

te da spazio espositivo.

della rivisitazione e ristrutturazione di uno

Le tracce, realizzate in legno, a seconda delle

spazio, variandone la sua funzione e ripro-

pareti si spezzano e si alternano. Tutte tran-

gettandolo, un lavoro dunque inerente ai no-

ne una: il profilo che rimane, infatti, e che

stri studi, appunto. Tuttavia, durante il corso

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INTERIOR


triennale le progettazioni affrontate preve-

specifico. Con l’inizio del terzo anno ci sia-

devano anche industrial design. Sempre per

mo impegnati maggiormente, cercando di

proporre un lavoro di tesi completo, quindi,

sfruttare tutti i pochi momenti liberi, soprat-

volevamo metterci alla prova e mostrarci in

tutto durante le vacanze natalizie, quelle

grado di lavorare su diverse ‘scale’: dal con-

estive e all’indomani degli esami regionali.

cept all’idea del brand, al concept store, per arrivare così fino agli oggetti.

Intervista a cura della redazione

Ci siamo infatti divertiti a ideare nuovi prodotti, che fossero comunque tutti consoni alla nostra idea di brand prefissata, dando a ciascuno una propria storia. È stato complicato sviluppare la tesi considerando i tanti impegni scolastici? È stato un lavoro impegnativo, ma dobbiamo anche ammettere che abbiamo iniziato circa a metà del secondo anno, durante il quale avevamo già deciso un’impostazione generica, con i temi da affrontare poi nello

Si ringraziano per le foto Giorgia Chemello e Andrea Tecchio.

INTERIOR RUBRICA

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Le tinte “Must Have” proposte da Pantone Quali colori faranno tendenza prossimamente

Il colosso mondiale Pantone Color Institute, per i mesi freddi e la prossima primavera estate, ha scelto le tinte “must have” ispirandosi ai color report lanciati dalle fashion week Newyorkesi, le settimane della moda che anticipano gli appuntamenti di Londra, Milano e Parigi. Tra le cromie autunnali spiccano il Potter’s Clay, una nuance calda e avvolgente, che ricorda le foglie d’autunno, il cognac e il legno. Segue il Dusty Cedar, vagamente rosato, che si ispira alla corteccia del cedro. A questi si aggiungono l’Aurora Red, un rosso che vira al mattone, il Warm Taupe una tinta naturale tendente al fango, lo Spicy Mustard un intrigante giallo mostarda e infine il Bodacius una sofisticata e femminile tonalità ciclamino. Per quanto riguarda le nuances fredde emerge lo Sharkskin, un grigio passepartout, che rimanda al predatore marino, l’Airy Blue che evoca un cielo autunnale, il Riverside dal delicato retrogusto di fumo e il Lush Meadow un elegante e chic verde smeraldo, intenso e misterioso. Vitale ma nel contempo rilassante si presenta la palette di primavera che propone 10 colori brillanti, intensi e coinvolgenti che richiamano le tonalità della natura. Dall’entusiasta e giocoso giallo Primrose al lussureggiante e suggestivo verde Kale; dal trasparente e rinfrescante Paradise Island al fiammeggiante e teatrale Flame, un vivace rosso-arancio; dal semplice e rilassante blu Niagara, al tropicale un pò capriccioso Pink Yarrow; dal tranquillo e discreto rosa Dogwood all’energico e sicuro Lapis Blu; dall’ossigenante e rinvigorente Greenery al naturale e terroso Hazelnut. Una palette che permette combinazioni ludiche, ariose e cariche di emozioni. Sempre Pantone per l’interior design ha presentato, in occasione di

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COLORE


un seminario svoltosi durante l’International

L’ambientalista Raw Materials è minimale

Home + Housewares Show di Chicago, nove

e naturale, alle nuances più prevedibili ag-

palette cromatiche dal nome evocativo che

giunge un insolito e carismatico Zaffiro Rosa.

si ispirano e rimandano ad altrettante storie.

La vibrante Graphic Imprints, divertente

La luminosa Day Dreaming parla di leg-

e contemporanea, gioca con il bianco e il

gerezza e delicatezza con i suoi Giallo Iris,

nero a cui aggiunge colori accesi come il

Verde Nilo, Rosa Quarzo e Azzurro Serenity.

Verde Opalino, il Blu Abbagliante e l’Arancio

La contemporanea At Ease, sofisticata e raffi-

Ghiacciolo.

nata, si presenta accostando ricche nuances

I trend presentati, come si evince dalle pa-

di grigi e impalpabili colori pastello.

lette proposte, sono caratterizzati da due

La vivace e calda Native Instincts si propo-

differenti tipologie cromatiche e stilistiche:

ne con colori terrestri come l’Orchidea e il

da un lato un gusto più minimale, sofisticato

Rosso Carminio, che rimandano alle cerami-

con toni di bianco, grigio, colori pastello, blu

che dei nativi americani, ai kilim turchi o ai

e verde in tutte le loro sfumature, dall’altro la

manufatti pre-colombiani.

tendenza per i colori intensi, brillanti, mixa-

La floreale Florabundant, sontuosa e intensa,

ti a nuances luminose ed evanescenti che

si annuncia con toni di Verde acceso, di Rosa

producono effetti decisamente suggestivi e

d’Achillea e di Rosso Dalia.

non convenzionali con contrasti forti come

L’eccentrica e gustosa Acquired Taste, estro-

quello che vede l’accostamento del color

versa e lussuosa, è un mix di Arancio “chif-

Vinaccia al Verde Lime, o il Blu Alice e l’Aran-

fon”, Oro Pallido, Mora, Tortora e Rosa Antico.

cio Ghiacciolo.

La rilassante Forest Bathing parla giappone-

Tanti saranno i colori protagonisti della pros-

se con note di Verde Foresta e Blu Mare in

sima stagione ma quali avranno davvero suc-

contrasto con il Vinaccia e il Lime Acido, co-

cesso? Per saperlo non ci resta che aspettare.

lori della natura positivi e anti-stress. La nostalgica Reminiscence riscopre le to-

Annachiara Stevanini

nalità della memoria con colori come il Blu Oltremare, il fascinoso Seppia e il tradizionale Rattan, ravvivandosi con un tocco di Verde Menta o Giallo Oliva.

COLORE

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New graphic novels Fino agli anni novanta il mercato editoriale

All’IDP da qualche anno abbiamo inaugu-

dedicato al fumetto poteva godere di quel-

rato un corso di illustrazione editoriale e

le vere e proprie fucine di nuovi talenti che

comics che chiedeva a gran voce di far co-

erano le “riviste contenitore”, come venivano

noscere le storie che i nostri ragazzi, i nostri

chiamate dagli addetti ai lavori.

talenti, stavano creando.

Si trattava di magazines che racchiudevano

Da qui l’idea di un magazine, come le vec-

una varietà incredibile di idee, storie, stili e

chie riviste di cui sopra, ma riattualizzata,

davano la possibilità a chi muoveva i primi

contaminata dai linguaggi che girano libe-

passi nel mondo dell’editoria a fumetti e

ri per le aule dell’istituto, la grafica, l’interior

dell’illustrazione di trovare un suo linguag-

design, il web design, il tattoo, la modella-

gio espressivo e “farsi le ossa” realizzando sto-

zione 3D.

rie brevi, autoriali e svincolate dalle logiche

IDPeople vuole essere tutto questo: una

della produzione seriale.

voce, il recupero di una tradizione e un salto

Purtroppo il mercato è tiranno e le riviste

nel futuro della creatività e dell’IDP.

verso la fine degli anni 90 sono state inesoMauro Marchesi

rabilmente chiuse.

Mara Mioni

Silvia Angelina

Federica Carioli

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GRAPHIC NOVEL

Warda El Byad

Camilla Negri


GRAPHIC NOVEL

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GRAPHIC NOVEL


GRAPHIC NOVEL RUBRICA

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GRAPHIC NOVEL RUBRICA

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Merry Xmas & Happy New Year


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