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In gita A. Lindgren

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Il verbo temere

Il verbo temere

In gita

Un giorno papà ha detto: «Domenica andiamo a farci una bella gita!». «Urrà!» abbiamo gridato io e Jonas. «Urrà per la gita!» ha detto Lotta. La domenica la mamma si è alzata presto per fare le frittelle e imburrare i panini e preparare i thermos con la cioccolata per noi e il caffè per lei e il papà. Avevamo anche la gazzosa. Quando il papà ha tirato fuori la macchina ha detto: «Adesso vediamo se c’è abbastanza posto in questo piccolo catorcio. Dobbiamo farci stare la mamma e Fracassone e Fracassina e Frastornina e ventisei frittellone e chissà quanti panini imburrati…». Siamo andati in un posto su un laghetto. Il papà ha messo la macchina lungo una stradina nel bosco e abbiamo portato il pranzo al sacco sulla riva. Nel lago c’era una lunga passerella di legno e io e Jonas e Lotta volevamo andarci per vedere se nell’acqua c’erano dei pesci. La mamma si è subito stesa nell’erba e ha detto al papà: «Io mi piazzo qui e non mi sposto per tutto il giorno. Oggi tocca a te star dietro ai bambini!». Il papà ci ha accompagnati sulla passerella e ci siamo distesi a pancia in giù e abbiamo visto un sacco di pesciolini piccolissimi che nuotavano veloci. E il papà ha costruito delle canne da pesca con dei lunghi bastoncini che ha trovato nel bosco e ci ha attaccato un filo e un ago come amo. Ci abbiamo infilato delle briciole di pane e siamo rimasti lì per un pezzo, ma non ha abboccato neanche un pesce. A quel punto siamo andati nel bosco, anche se la mamma ha detto che non dovevamo allontanarci troppo. Abbiamo visto un uccellino infilarsi in un cespuglio e poi volare via di nuovo, e allora siamo andati a guardare e lì in mezzo ai rami, quasi a terra, c’era un nido con quattro piccole uova azzurrine. Erano le più carine che avessi mai visto! Lotta voleva restare a guardare il nido per tutto il tempo e ha avvicinato Orso per farlo vedere anche a lui. Ma io e Jonas sapevamo di un bell’albero poco lontano e volevamo andare ad arrampicarci, e così Lotta è dovuta venire con noi, anche se non voleva. Io sono coraggiosa e mi arrampico sugli alberi, e anche Jonas, ma Lotta no. L’abbiamo aiutata a salire un pochino, ma lei si è messa a urlare: «Fatemi scendere! Fatemi scendere!».

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E quando è tornata giù ha guardato l’albero tutta arrabbiata e ha detto: «Ma è da pazzi arrampicarsi su alberi come questo!». Poi la mamma ci ha chiamato a mangiare e siamo corsi al laghetto. Aveva messo sull’erba una tovaglia di plastica e addirittura anche un bicchiere con delle primule al centro, e poi aveva tirato fuori i panini imburrati e le frittelle e tutto quanto. Ci siamo seduti a mangiare in mezzo all’erba. È molto più bello che mangiare a tavola. Le frittelle erano buonissime, perché ci abbiamo messo sopra sia la marmellata che lo zucchero.

Astrid Lindgren, Lotta Combinaguai, Mondadori

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